Anteprima Insurance Review 33

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Strategie e innovazione per il settore assicurativo GLI STRUMENTI DELL’INNOVAZIONE #33 aprile 2016 18 12 24 58 L’INTERVISTA DISTRIBUZIONE ATTUALITÀ SPECIALE Tradizione e modernità Cesare Caldarelli, dg di Vittoria Assicurazioni La (buona) tecnologia al servizio dell’intermediario Lavoratori più felici e più produttivi D&O e Rc professionale Insurance Review N°33 – aprile 2016 - mensile – Poste Italiane s.p.a.

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Strategie e innovazione per il settore assicurativo

GLI STRUMENTI DELL’INNOVAZIONE

#33aprile 2016

1812 24 58L’INTERVISTA DISTRIBUZIONE ATTUALITÀ SPECIALE

Tradizionee modernitàCesare Caldarelli, dg di Vittoria Assicurazioni

La (buona) tecnologia al servizio dell’intermediario

Lavoratori più felicie più produttivi

D&O e Rc professionale

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Però Shop è il nuovo portale al servizio delle Compagnie per la rivendita di beni recuperati da sinistri

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salvage

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INSURANCE REVIEW, APRILE 2016 1

03 L’ASSICURATORE COME EROGATOREDI SERVIZI

EDITORIALE

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PREVIDENZAUN PREMIOPER I DIPENDENTI

PERITILA FORZA DELLA CONFEDERAZIONEPERITI UNITI

RUBRICHE

#33 // aprile 2016

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GLI STRUMENTI DELL’INNOVAZIONE

STRATEGIA, TELEMATICA E POSSIBILI FRONTIERE

LE STRADE PER LA CRESCITA

L’INTERVISTA

DISTRIBUZIONE

ATTUALITÀ

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28VITTORIA ASSIcURAZIONI, TRADIZIONEE MODERNITàCESARE CALDARELLI, DG DI VITTORIA ASSICURAZIONI

LA (BUONA) TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELL’INTERMEDIARIO

LAVORATORI PIÙ FELICI E PIÙ PRODUTTIVI

LA SECONDA VITA DEI PRODOTTI

CONVEGNO

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INTEGRARE I CANALI DI VENDITA PER COMPETERE

AVVICINARE L’ASSICURAZIONE ALLE PERSONE

LE INFORMAZIONI CHE CAMBIANOIL BUSINESS

L’INNOVAZIONE RIPARTE DALLA RELAZIONE

TECNOLOGIA PER CREARE VALORE

L’EVOLUZIONE DEL RAPPORTO CONSULENZIALE

QUANDO CROLLA IL MURODELLA PRIVACY

COMPETENZE TRADIZIONALIE ABILITÀ 2.0

L’AUTOMAZIONE FA IL CLIENTE FELICE

STRATEGIEDI SVILUPPOA CONFRONTO

SPECIALED&OE Rc PROFESSIONALE

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UTILI PER TUTTELE STAGIONI

L’ASSICURAZIONE DIVENTA INDISPENSABILE

09 L’UOVODI cOLOMBOIL SAPERE E IL FARE DELLA CONSULENZA

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Su questo numero di Insurance Review, il tema dell’innovazione è stato raccontato, approfondito e analizzato dai tanti interlocutori che abbiamo unito in due recenti convegni da noi dedicati all’argomento.

Il primo, organizzato in collaborazione con Sna, pone al centro le scelte che gli intermediari stanno intraprendendo o devono affrontare; il secondo, dal titolo “Gli strumenti dell’innovazione”, raccoglie testimonianze dirette di

compagnie, esperti, legali e consulenti per tratteggiare gli scenari futuri, con relative opportunità e difficoltà, su cui l’intero settore si sta muovendo.

Attraverso questi eventi abbiamo ascoltato voci diverse, esperienze diverse, ma anche problematiche comuni e scelte possibili.

Ciò che sta avvenendo nel mercato assicurativo ci parla di tanti progetti, di tanti equilibri di cui tener conto e, soprattutto, di un’evoluzione di ruoli e mestieri piuttosto complessa.

Il punto di partenza è un mondo che, come evidenziato anche nel corso di una convention di una compagnia a cui ho partecipato, sembra essersi trasformato da “tondo” a “piatto”, assumendo idealmente lo spessore di un tablet o di un telefono cellulare. Oggi, il mondo intero può essere contenuto proprio in questi dispositivi, uno spazio in cui operare,

lavorare, conversare, interagire senza limiti territoriali o temporali. Non stupisce quindi che le compagnie stiano moltiplicando le azioni per essere presenti in tale universo, dove i

clienti si muovono, vivono e vanno pertanto coinvolti, sentiti, serviti. Anche in materia di assicurazione e persino con l’intervento degli agenti. Resta ovviamente il problema di sempre: la polizza non è un prodotto come tutti gli altri. Chi riuscirà allora a rendere sempre più sottile quel muro di inconsapevolezza, diffidenza e disinteresse che divide

gli italiani (e non solo) dall’assicurazione, avrà probabilmente vinto la partita più difficile. Lo hanno capito molte realtà, che con la tecnologia e la telematica puntano a scalfire quel muro sostituendolo con servizi di supporto e assistenza capaci di sostenere il cliente nella sua quotidianità, andando così finalmente ad

aggiungere valore a quell’insieme di clausole oscure con cui l’assicurazione è da sempre identificata. Si tratta, in sostanza, di riuscire ad ampliare un perimetro di azione che non può più essere circoscritto solo in un

contratto assicurativo. Fondamentali in questo processo sono l’apertura a un dialogo, difficile ma necessario, anche sui social network, e l’aiuto di partner diversi con i quali aggregare soggetti, sensibilizzare la clientela, avvicinare l’assicurazione a

individui, lavoratori, famiglie e imprese. Ma per non perdersi in questa complessità servono strategie mirate, pensieri e contenuti coordinati in funzione di

obiettivi e target selezionati. Perché non basta una app per garantire qualità di prodotto, servizio, assistenza. I due eventi che abbiamo organizzato, di cui trovate ampio resoconto su questo numero della rivista, hanno cercato di fare luce su tutte quelle componenti che, insieme, possono davvero fare la differenza nell’essere oggi assicuratori:

tecnologia, nuove competenze all’interno della compagnia e per gli intermediari, talenti da ricercare, qualità soprattutto nella consulenza, collaborazione con la rete di vendita e accordi con soggetti extrasettore.

Con una conclusione su cui continuare a riflettere: queste attività, insieme, stanno modificando il mestiere di assicuratore, che cerca (o rischia, a seconda dei punti di vista) a trasformarsi in un erogatore di servizi.

EDITORIALE

L’ASSICURATORE COME EROGATORE DI SERVIZI

Maria Rosa [email protected]

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ANRA, I PROBLEmI DEL REfERENDUm SULLE TRIVELLESe vince il sì, a rischio migliaia di posti di lavoro e più petroliere nei mari italiani

Il cosiddetto referendum sulle trivelle, in programma domenica 17 aprile non risolverà “il vero problema della gestione dei rischi ambientali e idrogeologici nel nostro Paese”. È la posizione di Anra, espressa in un comunica-to alla fine del mese di marzo. In caso di successo dei sì, scrive l’associazione dei risk manager e dei responsabili dei rischi aziendali, “sarebbero proprio le minacce di na-tura ambientale ad avere un maggiore rischio di verifi-carsi, per via dell’affollarsi nei nostri mari di petroliere provenienti da siti di estrazione esteri”. Senza conside-rare “la perdita di migliaia di posti di lavoro attualmente impegnati nella filiera estrattiva petrolifera off shore”:

sono 105 le piattaforme messe in discussione dal refe-rendum. L’Italia è un importante esportatore di petrolio, il nostro Paese è secondo solo alla Germania, in Europa, quanto a capacità di raffinazione del greggio.Per il presidente di Anra, Alessandro De Felice, “si uti-lizza una consultazione popolare e democratica per pro-vare a risolvere una questione puntuale di negoziazione di sfere di influenza tra Stato e Regioni”.

GENERALI, PhILIPPE DONNETè IL NUOVO GROUP CEOOk dal cda anche ai risultati 2015: l’utile netto tornaai livelli pre-crisi

Philippe Donnet è il nuovo group ceo di Generali. Al-berto Minali è stato nominato direttore generale. En-trambi, per ora, mantengono gli incarichi che avevano in

precedenza, ovvero rispettivamente ad di Generali Italia e cfo di gruppo. Il cda ha anche dato l’ok al bilancio con-solidato del 2015. Il Leone di Trieste ha chiuso l’anno con un utile netto di due miliardi di euro (+21,6% sul 2014), risultato che, come sottolinea la compagnia, “è tornato ai livelli pre-crisi”. Sale la raccolta premi, che registra 74,1 miliardi di euro (+4,6%), spinta soprattutto dal segmento vita (+6,2% a 53,3 miliardi). Leggera ripresa anche per il ramo danni: +0,8% a 20,8 miliardi. Ed è proprio il seg-mento danni a spingere l’utile operativo di gruppo, che raggiunge i 4,78 miliardi (+6,1%), così come migliora il combined ratio che scende al 93,1% (-0,6 punti). Il dividendo sul 2015, che sarà proposto alla prossima assemblea degli azionisti è pari a 0,72 euro per azione, in aumento di 12 centesimi (+20%) rispetto all’anno pre-cedente (0,60 euro); mentre il payout ratio si attesta al 55,3% (era al 55,9% nel 2014).

Nel 2016, sostiene il management, “Generali continuerà a perseguire le azioni strategiche della nuova fase di svi-luppo, confermando l’obiettivo di operating Roe supe-riore al 13%”.

RACCOLTA 2015, NESSUNA SORPRESA: SALE IL VITA, CALA IL DANNI I dati di Ania: continua a crescere l’incidenza dei premi sul Pil

La raccolta complessiva italiana è stata pari a 147 mi-liardi di euro, con un incremento del 2,5% sul 2014: il settore vita è cresciuto del 4%, mentre il ramo danni è calato del 2,4%. L’incidenza dei premi totali sul Pil è lievemente cresciuta, passando dall’8,9% del 2014 al 9% dell’anno appena trascorso. La stima è stata diffusa dall’Ania in base ai dati delle imprese operanti in Italia: 112 compagnie italiane, 61 in regime di stabilimento e

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Philippe Donnet, group ceo di Generali

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tre rappresentanze extra-Ue, per circa l’80% del mer-cato.L’incremento più rilevante della raccolta premi del setto-re vita si riscontra per i prodotti di ramo III (+46%) che hanno contabilizzato circa 32 miliardi di premi, quasi esclusivamente grazie alle polizze di tipo unit linked: un vero e proprio record. Negli altri business, dopo due anni di crescita il ramo I cala del 5,7%, sebbene questo segmento rappresenti ancora oltre i due terzi dell’intera raccolta vita (che è pari a 78 miliardi). Quanto al settore danni, nel 2015 la raccolta è pari 32 miliardi. Ancora in calo il ramo auto, i cui premi hanno registrato una flessione del 5,3% (-6,5% l’Rc auto, ma +2,9% il ramo Corpi veicoli terrestri). Dal 2011 al 2015 i premi in questo segmento sono diminuiti di circa il 20%, e il loro volume (pari a 14,2 miliardi) è tornato ai livelli di quindici anni fa. Negli altri rami danni, i premi sono in lieve aumento +0,8%. A crescere sono i settori Assisten-za (+10,2%), Perdite pecuniarie (+7,7%), Tutela legale (+6,4%), Malattia (+4,2%), Corpi veicoli aerei (+2,4%) e Rc generale (+1,4%).

IL 63,4% DELLE PENSIONI è SOTTOI 750 EUROLo rivela l’Inps: nel 2015, spesi 196,8 miliardi di euro

In Italia il 63,4% delle pensioni ha un importo inferiore a 750 euro. È quanto ha rivelato l’Inps nel suo ultimo Osservatorio statistico. Nell’analisi è evidenziata anche la distribuzione per classi d’importo mensile degli as-segni, da cui emerge “una forte concentrazione nelle classi basse”. Sul piano generale, l’istituto sottolinea che nel complesso, per le pensioni vigenti al primo genna-io 2016 (escluse quelle pubbliche ed ex Enpals), sono stati spesi 196,8 miliardi. Le pensioni erogate nel 2015 sono state complessivamente 18.136.850; di queste pre-

stazioni, 14.299.048 sono di natura previdenziale, cioè derivano dal versamento di contributi, mentre le altre 3.837.802 sono di natura assistenziale, cioè compren-dono invalidità civili, indennità di accompagnamento, pensioni e assegni sociali.Nel 2015 l’Inps ha liquidato 1.120.638 pensioni, delle quali oltre la metà (il 51%) di natura assistenziale (anche in questo caso restano escluse dal conteggio le pensioni pubbliche e quelle ex Enpals).

ANIA, LE PROPOSTE SULLA RESPONSABILITÀ SANITARIA Gli spunti presentati da Maria Bianca Farinain commissione al Senato

L’Ania ha dato il suo generale accordo al disegno di legge in materia di responsabilità professionale del personale sanitario durante un’audizione alla commissione Igiene e Sanità del Senato. La presidente dell’associazione, Ma-ria Bianca Farina, ha però sottolineato alcune criticità che andrebbero corrette in fase di approvazione presso la Camera Alta, e proposto una serie di migliorie al testo. In generale, ha commentato il numero uno delle imprese assicurative, “vanno ulteriormente implementate e rese obbligatorie, rigorose e strutturate attività di risk mana-gement al fine di minimizzare i rischi di errore con rife-rimento all’attività delle strutture sanitarie e dei singoli professionisti che vi operano”.Per quanto riguarda le polizze obbligatorie, non è am-missibile, che ne si determini i contenuti a livello di legge, togliendole di fatto dall’autonomia negoziale. L’A-nia, inoltre, è critica verso l’azione diretta nei confronti dell’assicuratore perché la disposizione potrebbe gene-rare aumento della litigiosità, del contenzioso e di com-portamenti speculativi. Infine, l’associazione propone la creazione di un unico

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6 INSURANCE REVIEW, APRILE 2016

fondo a garanzia dell’insolvenza dell’assicuratore, con il contributo di massimo il 4% dei premi incassati dal mercato.

hENRI DE CASTRIES LASCERÀ AxADAL PRImO SETTEmBREThomas Buberl nuovo group ceo, Denis Duverneil chairman

Henri de Castries lascerà Axa dal primo settembre di quest’anno dopo quasi 17 anni alla guida del gruppo francese. Per sostituire de Castries, che ricopre il doppio incarico di group ceo e chairman, sono stati chiamati Thomas Buberl, che sarà il ceo, e Denis Duverne, che sarà il chairman. De Castries lavora per Axa da 27 anni e il suo mandato sarebbe scaduto nel 2018.Henri de La Croix de Castries, Comte de Castries, que-sto il nome completo del manager sang bleu discenden-te diretto di una della più importanti famiglie nobiliari francesi dell’undicesimo secolo, ha frequentato l’École nationale d’administration (Ena), la scuola parigina che da sempre forma le elite francesi. È entrato in Axa nel 1989 dopo aver lavorato per il ministero delle Finanze e il dipartimento del tesoro per quasi tutti gli anni ottan-ta. Fin da subito è stato il delfino designato dal patron Claude Bébéar. Thomas Buberl è stato nominato deputy ceo e lavorerà con Henri de Castries e Denis Duverne per finalizzare il nuovo piano strategico che sarà presentato il 21 giugno prossimo. Buberl è anche responsabile della divisione globale vita, risparmio e salute.

mETLIfE VINCE LA CAUSA CONTRO OBAmALa compagnia dovrà essere rimossa dalla lista dei playeril cui default genererebbe un danno al sistema globale

MetfLife non farà parte della lista delle compagnie che rientrano nel gruppo G-Sii, ossia le grandi società consi-

derate a rischio sistemico globale. Il colosso assicurativo ha vinto una battaglia legale che si protraeva da oltre un anno contro l’amministrazione Obama. MetLife si opponeva alla decisione del Financial stability oversight council, considerandola “arbitraria e capricciosa” per-ché non teneva conto delle potenziali ricadute negative di una regolamentazione troppo severa e stringente sul-le performance della società. Non si è fatta attendere la reazione del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti che, tramite un portavoce del se-gretario Jacob Lew, ha espresso “forte disaccordo” con la decisione del tribunale. Resta ora da capire se il Teso-ro americano deciderà di ricorrere in appello o meno, per provare a ribaltare la sentenza.

RC AUTO, ANCORA GIù IL PREmIO mEDIO A 439 EURO Lo certifica Ivass sui dati del quarto trimestre 2015

Il premio medio Rc auto nel quarto trimestre 2015 è pari a 439 euro, con una discesa pari al 2,9%, e al 7,6% ri-spetto a fine 2014. È questo il dato principale che emer-ge dall’ultimo bollettino statistico di Ivass (disponibile sul sito web dell’Autorità), che monitora l’andamento dei prezzi Rc auto. Secondo l’indagine, la variabilità dei listini nel territorio rimane ampia, con prezzi tendenzialmente più alti nelle regioni del Centro e del Sud. La scatola nera è presente nel 15,8% dei contratti stipu-lati nel quarto trimestre (era il 13,6% nello stesso perio-do del 2014, e l’11,2% nel quarto trimestre 2013).La black box è maggiormente diffusa nelle province in cui il prezzo della copertura Rc auto è più elevato. Le prime cinque province per diffusione della scatola nera sono Caserta, Napoli, Salerno, Catania e Reggio Cala-bria, con percentuali rispettivamente del 47%, 41%, 32%, 32% e 30% sul totale dei contratti.

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ASSITECA, GABRIELE GIACOmA CONfERmATO AD E CONSIGLIEREI soci hanno approvato il programma di acquistoe vendita azioni proprie

L’assemblea degli azionisti di Assiteca ha confermato il consigliere e amministratore delegato Gabriele Giaco-ma, cooptato dal cda il 18 novembre scorso. L’assise ha anche autorizzato il board a effettuare ope-razioni di acquisto e vendita di azioni proprie, sino a un numero massimo di pezzi (ordinarie) tale da non ec-cedere il 20% del capitale sociale, tenendo conto anche delle azioni possedute da eventuali società controllate. L’autorizzazione è concessa per un periodo di 18 mesi, dal 30 marzo, in numero massimo di azioni proprie ac-quistabili giornalmente non superiore al 25% del volume medio giornaliero degli scambi di Assiteca, nei 20 giorni di negoziazione precedenti la data dell’acquisto. Nella parte straordinaria, l’assemblea ha deliberato l’e-mendamento all’articolo 5 dello statuto, che modifica il prestito obbligazionario Assiteca convertibile 4% 2015–2020; ha sancito la possibilità di ampliare il numero dei consiglieri da cinque a diciannove e ha approvato l’avvio della fusione per incorporazione delle controllate Assi-teca Srl, Assiteca & Partners Srl e Assiteca Napoli Spa nella controllante totalitaria Assiteca Spa. L’operazione avverrà senza aumento di capitale.

CASSA LOmBARDA ENTRANEL mERCATO DELLE POLIZZEL’istituto ha stipulato accordi con Farad, First Advisorye Zurich

Cassa Lombarda, istituto attivo nel private banking, entra nel mercato dei prodotti assicurativi. Grazie ad accordi con i broker Farad e First Advisory, e con la compagnia Zurich, amplierà i propri servizi di wealth planning per individui, professionisti e famiglie, distri-buendo polizze assicurative del ramo vita. La banca non esclude di attivare altre collaborazioni con due com-pagnie assicurative dotate di particolari esperienze nel mercato del private banking.Attraverso le partnership con i tre soggetti, Cassa Lom-barda offrirà polizze di ramo I, III e multiramo, ma an-che prodotti per le imprese, contratti di ramo V e polizze previdenziali. L’obiettivo della banca è di raggiungere una raccolta complessiva pari a 500 milioni di euro, di cui 300 milioni sul ramo I, entro la fine del 2018.

TANTE ALTRE NEwS SU INSURANCETRADE.ITUsa il qr code per accedere alla homepage e iniziare a navigare

Sul portale www.insurancetrade.it è possibile trovare numerose altre news riguardanti il mer-cato, le compagnie, la distribuzione, la normati-va e tutte le novità legate al settore assicurativo. Le notizie della sezione Brevi sono inoltre ap-profondite on line sul sito. Collegati con smartphone o tablet per accedere alla homepage, dalla quale puoi navigare libe-ramente. Nel mese di marzo i contenuti più visti sul sito sono stati: le video interviste a Marco Lamola di Cattolica Assicurazioni (Cattolica e la rete cambiano insieme), ad Andrea Amadei di Avi-va (Il plurimandatario è padrone del proprio cliente) e a Luciano Chillemi di Vittoria Assicu-razioni (Vittoria, fedeltà a valore aggiunto); gli articoli di resoconto dei due convegni di marzo, L’intermediario connesso tra digital, servizio e tecnologia e Innovazione, la nuova partita dell’assicurazione; e infine l’articolo Generali, una poltrona per due.Puoi anche registrarti gratuitamente e scegliere di ricevere nella email ogni giorno il quotidiano di settore Insurance Daily e la newsletter setti-manale. Insurancetrade.it non è solo un sito di informazione, ma una vera e propria communi-ty, presente sui principali social network, come Facebook, Twitter e Linkedin.

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8 INSURANCE REVIEW, APRILE 2016

Da tempo, i datori di lavoro possono utilizzare la contri-buzione a piani di previdenza complementare come stru-mento salariale. L’ordina-mento della previdenza com-plementare (dlgs 252/2005) implicitamente prevede que-sta opportunità, praticabile sia attraverso la contrattazio-ne collettiva, sia quale libera scelta dell’impresa o in via regolamentare o in via mera-mente discrezionale.

UN PREMIO per I DIPENDENTI

di Sergio Corbello

presidente di Assoprevidenza La retribuzione legata alla produttività e l’utilizzo della

contribuzione straordinaria alla pensione integrativa

sono cumulabili e consentono di realizzare un mix tra

incremento della busta paga e crescita dell’accumulato

al fondo

Vale la pena di ricor-darlo in coincidenza con l’uscita del decre-to del ministro del La-voro, di concerto con quello dell’Economia, che stabilisce i criteri di attuazione della leg-ge 208/2015, che all’ar-ticolo 1, commi 182 e seguenti, introduce la tassazione agevolata al 10% sulla retribuzione variabile collegata alla produttività.Nel caso di utilizzo dello strumento previdenziale si tratta di una retribu-zione differita, sebbene

la normativa preveda diversi casi di anticipo al lavoratore del capitale accumulato, anche sen-za motivazione alcuna.La strada contrattuale passa attraverso la sot-toscrizione di accordi sindacali aziendali, di gruppo o territoriali in base ai quali, a fronte del raggiungimento di determinati risultati di produttività, i lavoratori si vedranno riconosciu-ta una contribuzione

alla previdenza com-plementare in forma di versamento una tantum in cifra fissa. Nei casi in cui non si possa o non si intenda ricorrere alla contrattazione colletti-va decentrata, lo sche-ma descritto è attuabile anche in chiave regola-mentare. Teoricamente, pur se all’atto pratico occorre-rebbe superare alcune difficoltà applicative, per entrambe le fatti-specie, il contributo del datore di lavoro potreb-be anche essere desti-nato a forme di sanità integrativa.

In caso di libera scelta del datore di lavoro

La strada discrezionale è, invece, quella della libera scelta del datore di lavoro che dispone versamenti contributi-vi ai piani di previden-za complementare di propri dipendenti. La formula appare partico-larmente adatta all’as-segnazione di premi straordinari, bonus e così via. In questo caso, non esiste alcun impe-

gno assunto in prece-denza dall’impresa, ma soltanto una decisione volontaria e unilaterale. Non sussiste, altresì, al-cun vincolo per il futuro.Il contributo datoriale una tantum, che derivi sia dalla contrattazione aziendale, sia da una decisione unilaterale dell’impresa, può esse-re destinato o al fondo pensione negoziale cui il dipendente è iscritto, se l’ordinamento del fondo stesso preveda questa eventualità oppure a una posizione indivi-duale aperta presso un fondo pensione aperto.

Una fiscalità leggera Per il datore di lavoro questi contributi sono deducibili dal reddito d’impresa e godono dell’imponibilità previ-denziale ridotta del 10%. Per il singolo lavorato-re entrano nella cosid-detta quota esente che può arrivare al tetto di 5.164,57 euro all’anno considerando l’insieme dei contributi versati per la previdenza com-plementare.

PREVIDENZA

L’agevolazione fiscale per la retribuzione varia-bile legata alla produtti-vità e i vantaggi dell’uti-lizzo della contribuzione straordinaria alla pre-videnza complemen-tare sono, ovviamente, abbinabili e cumulabili: uno strumento che in-tervenga sia sul salario corrente sia su quello differito, realizzando un mix tra incremento del-la busta paga e crescita dell’accumulato al fon-do pensione, potrebbe rivelarsi, in molti casi, particolarmente interes-sante ed efficace.

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Nello scorso contributo ac-cennavamo al fatto che dopo più di trent’anni che si parla di consulenza sarebbe utile confrontarsi con le norme tecniche di qualità Iso e Uni che definiscono il ruolo del consulente. La normazione di qualità è molto nota e diffusa nell’ambito dei prodotti, meno nel settore dei servizi. Eppu-re, proprio l’immaterialità del servizio di consulenza, che ha come oggetto obiettivi futuri e denari, richiederebbe sistemi di garanzie maggiori di quelli stabiliti per i prodotti fisici, toccabili, guardabili. Le norme tecniche per la consulenza finanziaria, assicurativa e previden-ziale evidenziano che la qualità non è un proble-ma di sapere ma di fare e che il fare richiede conoscenze, competen-ze, comunicazione ma anche strumenti di si-mulazione e garanzie di comportamento verso l’utente finale. In pratica, sanciscono che il con-sulente agisce e trasfor-ma il sapere in modelli, calcoli, esiti, azioni utili all’utente.

Non nozionima motivazionee sperimentazione

La prima conseguenza di è che la formazione è un mezzo per ottenere comportamenti consu-lenziali, e non si identifi-ca meccanicamente con il fine. Da qui, però, emergono alcune considerazioni:

1. la formazione è un mezzo e non un fine: bisognereb-be progettare corsi dopo aver definito il comportamento che si intende rea-lizzare o modificare (in meglio, auspica-bilmente);

2. senza analisi delle competenze neces-sarie a ricoprire il ruolo desiderato è poco efficace realiz-zare e offrire corsi;

3. poiché la forma-zione colma gap di competenze, biso-gna partire da va-lutazioni che con-frontino il ruolo desiderato con lo

L’UOVO DI COLOMBO

stato dell’arte at-tuale e identifichino solo in seguito per-corsi formativi per-sonalizzati per gli operatori;

4. la consulenza è un comportamento e non set di nozioni. Le competenze ri-chieste (quelle da integrare) compren-dono il cosa dire, cosa chiedere, come elaborare corretta-mente le informa-zioni ricevute, quali output consegnare, come aiutare i clien-ti a decidere… ben altro che nozioni sui prodotti, le proce-dure o le previdenze pubbliche;

5. la formazione è una disciplina dotata di un corpus scienti-fico e non una fab-brica fordista di corsi: aula, on line, webconferencing e laboratori non sono strumenti intercam-biabili: ciascuno assolve a un’area formativa (cono-scenze, competen-ze, messa in pratica) specifica. In questa

dimensione, l’aula non si usa per le no-zioni ma per moti-vare e sperimentare.

La formazione di un consulente non si esau-risce nell’offrire corsi ma richiede, assieme alla re-alizzazione di strumenti consulenziali, di proget-tare e realizzare per-corsi, di norma plurien-nali, volti a raggiungere competenze operative di ruolo che andrebbero definite e misurate, ne-gli obiettivi e nei punti di partenza.Solo dopo aver defini-to un punto di arrivo si definirà un percorso formativo, che verrà de-clinato in singoli obiet-tivi (di conoscenza, di competenza, di uso della tecnologia, di co-municazione…). Per cia-scun obiettivo serve un tempo, un medium, una misurazione. Spesso, purtroppo, il mezzo oscura il fine, come se le ore di forma-zione producessero ma-gicamente un consulen-te. Ma cosa fà, sa, dice, elabora un consulente? Nel prossimo contributo approfondiremo il tema.

IL SAPERE e IL FARE DELLA CONSULENZA

di Sergio Sorgi

vice presidente di ProgeticaIl consulente è chiamato a trasformare il proprio

know-how in modelli, calcoli e azioni proficue

per il cliente. Un obiettivo a cui contribuisce la

formazione, intesa come mezzo e non come fine

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10 INSURANCE REVIEW, APRILE 2016

Ci sono voluti decenni per raggiungere l’unificazione delle associazioni che rappre-sentano in Italia la categoria dei periti non auto.Un altro anno è servito per dare una fisionomia e un mi-nimo di organizzazione a que-sto aggregato di associazioni, che ha preso il nome di Con-federazione Periti Uniti. Ma ce l’abbiamo fatta.

Sono orgoglioso che Aipai, fra tutte la più antica e con il maggior numero di soci, sia sta-ta la promotrice di que-sto grande progetto e, in qualità di presidente Aipai, mi impegnerò af-finché la categoria che rappresento sia ripor-tata alla considerazione che merita, proprio per la complessità e il profi-lo che caratterizzano la professione.Scrivo oggi in qualità di vice presidente della Confederazione Peri-ti Uniti. Vice presiden-te per i soli prossimi 12 mesi, perché tutte le ca-riche, comprese quelle di presidente, tesorie-re e segretario, durano appunto il tempo di un anno, per garantire un ricambio nei ruoli e sot-tolineare che si tratta

di una confederazione di scopo, dove non vi è spazio per poltrone e poltronari: conta solo il bene comune, la difesa della dignità di questa professione che deve tornare al centro del-la filiera assicurativa, in quanto costituisce un passaggio cruciale e determinante per il fun-zionamento e la credi-bilità dell’assicurazione stessa.

I programmi per i prossimi mesi

La Confederazione Pe-riti Uniti rappresenta direttamente più di 600 associati e un indotto di almeno 4000 individui.Tutti insieme annual-mente gestiamo e li-quidiamo in Italia poco meno di un milione di sinistri, entrando in con-tatto con decine di mi-gliaia di consumatori: privati, piccole aziende, medie e grandi imprese.Eppure, Periti Uniti ha deciso di dotarsi di un comitato esecutivo di soli quattro soggetti, molto snello e auspica-bilmente in grado di in-vertire una tendenza di

PERITI

LA FORZA della CONFEDERAZIONEPERITI UNITI

di FrANCeSCo CiNCoTTi presidente di Aipai

mercato che vedeva la nostra categoria schiac-ciata dai grandi colossi, come gruppi assicurati-vi e di brokeraggio.Abbiamo ultimato il lungo processo che ci porterà a fregiarci del-la certificazione Uni (la norma porterà il nume-ro Uni 11628), sia a livel-lo associativo che indi-viduale. Abbiamo già concordato lo stanzia-mento di budget impor-tanti e intendiamo per-seguire obiettivi mirati e ambiziosi. Stiamo ap-prontando un protocol-lo di interventi in caso di catastrofe naturale (terremoto o alluvione) per stime speditive e/o intensive, fruibili dagli assicuratori o dalla pro-tezione civile. Tutti insieme disponia-mo di un patrimonio informativo sul tema dei sinistri che non ha eguali nel Paese e sto già promuovendo, in seno ad Aipai, la rac-colta anonima ma strut-turata di dati statistici degli ultimi 10 anni, in termini di frequenza di accadimento e magni-

tudo, territori maggior-mente colpiti, eventi più ricorrenti; porterò tale intendimento anche in Confederazione.Abbiamo già in pro-gramma una serie di in-contri con tutti gli attori della filiera assicurati-va, inclusi intermediari, agenti, consumatori, ri-paratori, risk manager e compagnie di assicura-zione.È già in agenda, e avrà luogo con ogni proba-bilità a Cervia il 12 e 13 maggio, il primo grande convegno unificato del-la Confederazione Periti Uniti, al quale affluiran-no, tra periti, fornitori, clienti, partner, rappre-sentanti di associazioni e altro, più di 1000 per-sone.Noi siamo pronti all’au-tocritica e a un processo di rinnovamento (se ne-cessario, anche di sfolti-mento): ma sappiano i nostri interlocutori che puntiamo a conquistar-ci una posizione di as-soluto riferimento per il mondo dell’assicurazio-ne.

Più di 600 associati e la capacità di gestire quasi un milione di sinistri all’anno, con un contatto diretto

con decine di migliaia di individui, famiglie e aziende.

Un valore con cui ci si prepara, il 12 e 13 maggio a Cervia,

al primo congresso unificato, grande occasione per il rinnovamento e l’affermazione della categoria

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VITTORIA ASSICURAZIONI, TRADIZIONEE mODERNITÀIN UN MONDO IN CUI LA TELEMATICA È SOLO UNO STRUMENTO A DISPOSIZIONE DEL SISTEMA ASSICURATIVO, LE COMPAGNIE DEVONO COSTRUIRE SERVIZI PER IL CLIENTE GRAZIE AD ACCORDI CON REALTÀ SPECIALIZZATE, OPERATIVE A LIVELLO LOCALE. SECONDO CESARE CALDARELLI, DG DI VITTORIA ASSICURAZIONI, I RAMI ELEMENTARI SONO LA CHIAVE DI VOLTA PER UN NUOVO RUOLO DELL’ASSICURATORE NEL NOSTRO PAESE. UN’EVOLUZIONE IN CUI LA RETE AGENZIALE, PIÙ PROATTIVA E TECNOLOGICA, RESTA IL VERO VALORE NELLA RELAZIONE CON LA CLIENTELA

L’INTERVISTA

Presenza sul territorio, sviluppo dei rami ele-mentari, equilibrio tra rischio e premio. Sono i tre pilastri di una strategia di innovazione che, nella sua attuazione, sembra andare in contro-

tendenza rispetto alle tante iniziative realizzate dal set-tore assicurativo negli ultimi tempi. Oggi, l’obiettivo della maggior parte delle compagnie è cavalcare il bisogno di cambiamento ricercando l’ampliamento del perimetro di business attraverso la telematica e l’evoluzione di una pluralità di canali distributivi. Ma per Vittoria Assicurazioni non è così. Incontriamo il direttore generale, Cesare Caldarelli, nella sede di Mi-lano, dove a colpo d’occhio la tradizione si fonde con uno stile ricercato e moderno che, passo dopo passo, ci parla dei traguardi raggiunti e allo stesso tempo dei cambiamenti sempre in atto nella compagnia. Perché l’innovazione, che pure passa dalla tecnologia, non può essere mai fine a se stessa, ma deve seguire un percor-so ragionato e costruito su un concetto centrale: essere assicuratori, e continuare a svolgere questa professione storica principalmente tramite gli agenti di assicurazio-ne attivi sul territorio. “Il mondo assicurativo sembra muoversi sotto la spinta di un innamoramento verso tanti aspetti, primo tra tutti

di MARIA ROSA ALAGGIO