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Lavoro, bonus per i giovani Aria tesa tra i grillini romani e Grillo dopo la sconfessione del sondaggio sul- la proposta Marino: un migliaio di ri- sposte e il 79% favorevoli a indicare un assessore donna. Scoop di Panorama: il comico soggiornò a prezzi di favore in villaggi Valtur come altri politici. CARUGATI A PAG. 7 Berlusconi come Le Pen: Marina leader La figlia del Cavaliere alla guida di una nuova Forza Italia? Molti big del Pdl contestano Berlusconi (padre) ieri a colloquio da Napolitano Fininvest smentisce ma il Pdl si agita. Il ritorno a Forza Italia è deciso e la chiave dell’operazione è lei: Marina la «cavaliera», la figlia di Silvio. Entusia- sta la Santanché che già vede i Kenne- dy italiani, mentre Brunetta teme le «dinastie». Alfano: «Marina è una lea- der aziendale ma il leader dei moderati è Berlusconi». Nel senso di Silvio. CIARNELLI FANTOZZI A PAG. 6 Il pensiero politico di Machiavelli Ciliberto pag. 19 Il 79% aveva detto sì a Marino. Per Grillo vacanze scontate Valtur DOPO IL CASO ROMANO M5S, rabbia contro il capo STATI UNITI Nozze gay: la Corte Suprema dice sì Staino LUIGI MANCONI - ANGELA CONDELLO IL COMMENTO NICOLA CACACE ALFREDO REICHLIN IL COMMENTO AGOSTINO GIOVAGNOLI IL DOCUMENTO Il congresso e il partito che vorrei Varato il decreto occupazione: incentivi a chi assume. Iva, stop di tre mesi. F-35 intesa sul rinvio U: Bruno Pontecorvo cucciolo geniale Pietro Greco pag. 17 ARDUINI MASTROLUCA A PAG. 8-9 La lezione americana Sgravi sui contratti a tempo indetermi- nato per chi ha meno di 30 anni e chi ne ha più di 50. Il governo vara le misu- re per il lavoro e spera in 200 mila nuo- vi posti. Giallo sulle coperture per l’Iva. Via libera al decreto sulle carceri. DI GIOVANNI VENTURELLI A PAG. 2-3 Per capire le soddisfazioni contenute insieme alle proteste di chi voleva di più dal pacchetto lavoro, dobbiamo guardare i dati dell’occupazione e le risorse limitate. Confrontando il tasso di occupazione italiano con quello medio europeo (il 56% contro il 64%) significa che in Italia ci sono tre milioni di occupati in meno rispetto all’Europa. SEGUE A PAG. 3 Un passo è stato fatto I ragazzi di Gezi Park e i due milioni scesi in piazza rappresentano la Turchia progressista che ambisce alla piena democrazia e incarna i valori europei. Erdogan dovrebbe ringraziarli Temel Iskit ex ambasciatore turco Nell’anniversario di Ustica un dossier di avvocati rilancia un’inquietante ipo- tesi: la strage durante l’esibizione delle Frecce Tricolori a Ramstein nell’88 non fu un incidente. Due dei tre piloti morti erano stati testimoni, il 27 giu- gno 1980, dell’abbattimento del DC9 Itavia. RIGHI A PAG. 13 Trentatré anni dopo sono ancora tante le cose che devono dirci le istituzioni. A PAG. 15 Quella verità ancora negata Negli alti e bassi della politica italiana, il bipolarismo sembra guadagnare punti. Alla fine del 2011, l’improvvisa consapevolezza di quanto fosse drammatica la situazione ha suscitato interrogativi radicali su un ventennio di bipolarismo politico. SEGUE A PAG. 6 Bipolarismo incerto DARIA BONFIETTI «Non fu un errore umano a causare la strage tedesca»: il sospetto in un dossier L’ANNIVERSARIO Da Ustica a Ramstein Il problema che sta davanti al congresso è quello di un gran- de cambiamento. Si tratta del fatto che noi non possiamo continuare a restare così co- me siamo: un amalgama di cul- ture riformiste ed esperienze di una fase precedente a quel- la attuale. Ivi compresa quella delle «terze vie» alla Tony Blair. Il problema principale del Pd sta esattamente in ciò: nel ridefinire il nuovo «campo storico» del suo pensare e del suo agire. SEGUE A PAG. 11 «Love is love»: così Obama, su Twitter, a commento della sentenza sul caso United States versus Windsor. SEGUE A PAG. 9 Brad Pitt e l’attacco degli zombi Zonta pag.20 1,20 Anno 90 n. 174 Giovedì 27 Giugno 2013

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Lavoro, bonus per i giovani

Aria tesa tra i grillini romani e Grillodopo la sconfessione del sondaggio sul-la proposta Marino: un migliaio di ri-sposte e il 79% favorevoli a indicare unassessore donna. Scoop di Panorama: ilcomico soggiornò a prezzi di favore invillaggi Valtur come altri politici. CARUGATI APAG.7

Berlusconi come Le Pen: Marina leader● La figlia del Cavalierealla guida di una nuovaForza Italia? ● Molti bigdel Pdl contestano● Berlusconi (padre) ieria colloquio da Napolitano

Fininvest smentisce ma il Pdl si agita.Il ritorno a Forza Italia è deciso e lachiave dell’operazione è lei: Marina la«cavaliera», la figlia di Silvio. Entusia-sta la Santanché che già vede i Kenne-dy italiani, mentre Brunetta teme le«dinastie». Alfano: «Marina è una lea-der aziendale ma il leader dei moderatiè Berlusconi». Nel senso di Silvio. CIARNELLIFANTOZZI APAG. 6

IlpensieropoliticodiMachiavelliCilibertopag. 19

● Il 79% aveva detto sìa Marino. Per Grillovacanze scontate Valtur

DOPO IL CASOROMANO

M5S, rabbia contro il capo

STATI UNITI

Nozze gay:la CorteSupremadice sì

Staino

LUIGI MANCONI - ANGELACONDELLO

IL COMMENTO

NICOLACACACE

ALFREDOREICHLIN

IL COMMENTO

AGOSTINOGIOVAGNOLI

ILDOCUMENTO

Il congressoe il partitoche vorrei

Varato il decreto occupazione: incentivi a chi assume. Iva, stop di tre mesi. F-35 intesa sul rinvio

U:Bruno PontecorvocucciologenialePietroGrecopag. 17

ARDUINIMASTROLUCA APAG. 8-9

La lezioneamericana

Sgravi sui contratti a tempo indetermi-nato per chi ha meno di 30 anni e chine ha più di 50. Il governo vara le misu-re per il lavoro e spera in 200 mila nuo-vi posti. Giallo sulle coperture perl’Iva. Via libera al decreto sulle carceri. DIGIOVANNIVENTURELLI APAG.2-3

Per capire le soddisfazionicontenute insieme alle protestedi chi voleva di più dal pacchettolavoro, dobbiamo guardare i datidell’occupazione e le risorselimitate. Confrontando il tasso dioccupazione italiano con quellomedio europeo (il 56% contro il64%) significa che in Italia cisono tre milioni di occupati inmeno rispetto all’Europa. SEGUEA PAG.3

Un passoè stato fatto

I ragazzi di Gezi Park e i duemilioni scesi in piazzarappresentano la Turchiaprogressista che ambisce allapiena democrazia e incarnai valori europei. Erdogandovrebbe ringraziarli

Temel Iskitexambasciatore turco

Nell’anniversario di Ustica un dossierdi avvocati rilancia un’inquietante ipo-tesi: la strage durante l’esibizione delleFrecce Tricolori a Ramstein nell’88non fu un incidente. Due dei tre pilotimorti erano stati testimoni, il 27 giu-gno 1980, dell’abbattimento del DC9Itavia. RIGHIAPAG. 13

Trentatré anni dopo sonoancora tante le cose che devonodirci le istituzioni. APAG. 15

Quella veritàancora negata

Negli alti e bassi della politicaitaliana, il bipolarismo sembraguadagnare punti. Alla fine del2011, l’improvvisaconsapevolezza di quanto fossedrammatica la situazione hasuscitato interrogativi radicali suun ventennio di bipolarismopolitico. SEGUEAPAG. 6

Bipolarismoincerto

DARIABONFIETTI

● «Non fu un errore umanoa causare la strage tedesca»:il sospetto in un dossier

L’ANNIVERSARIO

Da Ustica a RamsteinIl problema che sta davanti alcongresso è quello di un gran-de cambiamento. Si tratta delfatto che noi non possiamocontinuare a restare così co-me siamo: un amalgama di cul-ture riformiste ed esperienzedi una fase precedente a quel-la attuale. Ivi compresa quelladelle «terze vie» alla TonyBlair. Il problema principaledel Pd sta esattamente in ciò:nel ridefinire il nuovo «campostorico» del suo pensare e delsuo agire. SEGUEAPAG. 11

«Love is love»: così Obama, suTwitter, a commento della sentenzasul caso United States versusWindsor. SEGUEAPAG. 9

BradPitte l’attaccodeglizombiZontapag.20

1,20 Anno 90 n. 174Giovedì 27 Giugno 2013

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La prudenza è d’obbligo, come d’obbli-go è ricordare tutto quello che ancoraresta da fare per imprimere una svoltadecisiva al mondo dell’occupazione,bloccato da anni nelle secche della re-cessione. Ma il pacchetto lavoro appe-na varato dal governo Letta piace ai sin-dacati, che finalmente vi trovano inter-venti attivi per stimolare la creazionedi nuovi posti.

Così il segretario generale della Cgildefinisce «positivo» che il provvedi-mento degli incentivi «si rivolga ad as-sunzioni a tempo indeterminato e a tra-sformazioni di contratti precari in con-tratti a tempo indeterminato». Certo,«un decreto bisogna leggerlo per capir-ne esattamente gli elementi e quindinon siamo in grado di andare oltre que-sta prima valutazione» precisa Susan-na Camusso, ricordando che «un sensovero di una svolta per condurre il Pae-se fuori da questa crisi può venire solose c’è un intervento significativo di redi-stribuzione dei redditi». Ma se il percor-so per rilanciare l’occupazione è anco-ra lungo, quello di ieri non può che es-sere considerato un passo nella giustadirezione.

Sugli stessi toni anche il leader dellaCisl, Raffaele Bonanni, che nel pacchet-to di misure approvato dal Consigliodei Ministri vede «un primo segnale po-sitivo», anche se «ora occorre abbassa-re le tasse a lavoratori e pensionati perfare ripartire i consumi e riassorbire icassintegrati ed i disoccupati». E nonpassa inosservato lo stanziamento di ri-sorse per 1,5 miliardi di euro per politi-che attive per l’occupazione, dopo tan-ti aggiustamenti solo normativi: «È im-portante aver coniugato alle misureper il lavoro anche interventi di inclu-sione sociale a favore delle famiglie chevivono condizione di povertà» sottoli-nea Bonanni, come «positivo è che sia-no state trovate le risorse perchè lepreannunciate incentivazioni per il la-voro giovanile valgano su tutto il terri-torio nazionale, e non solo per il Sud».In temi di diritti, inoltre, il segretariogenerale della Cisl saluta «l’estensionedella tutela contro le dimissioni in bian-co alle co co pro».

L’obiettivo finale, però, resta «la re-distribuzione del carico fiscale a favoredi famiglie e imprese per riattivare con-sumi ed investimenti», ovvero quella ri-forma fiscale su cui il sindacato insisteda anni e che «deve essere consideratala vera grande priorità del governo».

Infine, pure per il segretario genera-le della Uil Luigi Angeletti, si tratta di«un primo passo», «il segno che final-mente si prende atto che per affronta-re il problema della disoccupazione bi-sogna solo porre il tema della riduzio-ne del carico fiscale sul lavoro». Ovvia-mente, nessuno nelle tre confederazio-ni sindacali si aspetta «miracoli», ma lastrada da intraprendere è chiara:«L’importante è che la smettiamo dipensare che per creare lavoro bisognapagare di meno i lavoratori o renderel’impiego incredibilmente flessibile,perchè questo non funziona» puntualiz-za Angeletti, secondo cui questa parti-ta va continuata ora in Europa, nei ver-tici sulla disoccupazione previsti peroggi e domani.

LEREAZIONIPOLITICHEPiù composite le reazioni del mondopolitico. Soddisfazione dal segretariodel Pd, Guglielmo Epifani, che parla di«un buon segno», pur auspicando mag-giori finanziamenti per estendere a treanni gli incentivi per l’assunzione deigiovani. Nel Pdl, invece, nonostanteAngelino Alfano parli di «altri due goldel governo su tasse e lavoro», si fa sen-tire più scetticismo. «Solo aspirine permalati gravi» taglia corto Daniela San-tanchè. Il Movimento 5 Stelle parladell’«ennesimo pannicello caldo di ungoverno temporeggiatore», mentre illeghista Luca Zaia tuona contro «unosberleffo per il Nord».

Un miliardo e mezzo sull’occupazione,un altro miliardo per fermare l’aumen-to Iva, con un impatto sulla crescita pa-ri allo 0,2% del Pil l’anno prossimo edello 0,4 nel 2015. L’occupazione po-trebbe aumentare di 200mila unità.Questi i numeri «macro» del decreto va-rato ieri. Ma il provvedimento lascia

uno strascico di polemiche che forse so-lo oggi si dipaneranno. Fabrizio Sacco-manni preferisce non elencare le vociche compongono quel miliardo neces-sario a sospendere l’aumento dell’im-posta fino a ottobre, perché si tratta diuna lunga lista di interventi molto tec-nici. Il ministro precisa tuttavia che«non si prevedono aggravi per i cittadi-ni». L’obiettivo è «creare un ponte diqui a fine anno - continua il ministro -

quando ci sarà la ripresa innescata daiprovvedimenti già presi, come il paga-mento dei debiti della Pa, l’ecobonus, ilfinanziamento della cig in deroga el’aiuto all’occupazione. Insomma, unsostegno alla domanda interna». Al Pdlnon bastano le parole. I «falchi» del par-tito di Berlusconi avvertono i Tesoroche se ci saranno aggravi di tasse, perla maggioranza saranno guai. Sacco-manni rivela solo che un aumentodell’anticipo Irpef e altre imposte è sta-to preso in considerazione. Non si sa seè rimasto sul tavolo. Così come è anco-ra da chiarire se ci sarà un prelievo sul-la sigaretta elettronica. I tecnici stareb-bero ancora lavorando. In ogni caso,rassicura il ministro, non ci sono misu-re una tantum e non si crea altro debi-to: l’Italia resta dentro i limiti imposti

«Ci sembra che questo intervento nelsuo complesso, fatto di una forte at-tenzione alla lotta contro la disoccu-pazione giovanile, ci consenta di anda-re al Consiglio europeo forti di argo-menti perché diventi una battaglia eu-ropea». Enrico Letta annuncia il prov-vedimento lavoro-Iva con un occhio aBruxelles, dove oggi parteciperà alCosiglio dei Capi di Stato e di gover-no. L’obiettivo dell’Italia è concentra-re un pacchetto sostanzioso di risorsesulla disoccupazione, specie quellagiovanile. A questo tema è dedicatoanche l’appuntamento del 3 luglio aBerlino. Insomma, l’Europa si muo-ve. Per l’esecutivo la partita europeaè centrale. Tanto che il premier, insie-me con il vicepremier e una affollatasquadra di ministri, tra cui EnricoGiovannini e e Fabrizio Saccomanni,hanno incontrato il presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano permettere a punto la strategia italiananell’Unione.

FIBRILLAZIONIMa per Letta restano problemi inter-ni non secondari. Se Angelino Alfanoannuncia i provvedimenti presi ieriutilizzando la solita metafora del«gol» andato a segno, Renato Brunet-ta continua a infilzare il governo. Unpo’ perché la sospensione dell’aumen-to Iva (dal 21 al 22%) di 3 mesi nonbasta, un po’ perché non c’è ancorachiarezza assoluta sulle coperture ne-cessarie per la sospensione. Insom-ma, la maggioranza resta in fibrilla-zione, anche dopo l’incontro di duegiorni fa tra Letta e Berlusconi. «Il cli-ma si può stemperare, ma il Pdl devedecidere che tipo di sostegno dare -dichiara Guglielmo Epifani - Ieri (l’al-troieri, ndr) possono essere arrivateforse delle rassicurazioni, ma non pos-sono esse rassicurazioni di un giornoperché c’è bisogno di una stabilità dialmeno un paio d’anni».

Il premier sa che il momento delrilancio dell’economia non è ancoraarrivato. «Adesso siamo nella fase piùcomplicata, una sorta di Gran Premiodella montagna, perché i conti sonoquelli di quest’anno», dice letta. Maalla fine del 2013, e grazie ancheall’uscita dell’Italia dalla procedura

di deficit eccessivo, «ci sarà la pianu-ra - continua- e l’anno prossimo la di-scesa quando imposteremo la leggedi Stabilità del 2014». Sulla questionerinvio dell’Iva, Letta cerca di ammor-bidire la questione, annunciando chelo slittamento di 3 mesi è solo un pun-to di partenza. «Il decreto andrà orain Parlamento - dichiara il premier - elì si verificherà insieme alle commis-sioni parlamentari l’eventuale ulterio-re differimento rispetto al 1 di otto-bre». Il presidente del Consiglio inten-de anche dare segnali ai mercati, inun momento di rialzo dei tassi d’inte-resse. «C’e’ bisogno di dare un segnoche la nave dei nostri conti pubbliciha al timone persone responsabili -spiega riguardo alla sospensione tri-mestrale - che non ripartano debitima si facciano scelte trovando le co-pertura nel bilancio».

La carta vincente per Letta è co-munque quella sul lavoro. «Puntiamoa dare un colpo duro alla piaga delladisoccupazione giovanile», garanti-sce il presidente del Consiglio. Il qua-le potrà portare oggi al tavolo euro-peo un pacchetto che potrebbe arriva-re a dare una chance di lavoro a circa200mila persone. Almeno stando allastima del ministro Enrico Giovanni-ni, che parla di 100mila possibili postia tempo indeterminato, e altrettantiin forma di tirocini, esperienze di au-toimprenditorialità e lavori tempora-nei per gli universitari. Secondo le sti-me del governo si tratta di misure checonsentiranno di realizzare lo 0,2% diPil in più nel 2014 e un altro 0,4% inpiù nel 2015. Il premier dà tanta im-portanza al pacchetto, da twittare nelpomeriggio un messaggio in inglesesull’operazione italiana. Operazioneche non si ferma al lavoro. «Il secon-do intervento- ha spiegato Letta, - è lanascita, e si tratta di una sperimenta-zione in tutto il Mezzogiorno, della“Carta per l’inclusione sociale”. È unintervento contro la povertà estre-ma». Il terzo punto riguarda i disabili.«Abbiamo deciso - ha annunciato ilpremier - di investire e portare a 22milioni di euro la cifra di interventospecifico per incentivare l’assunzionedi lavoratori disabili». Anche se inquesto caso si tratta di un emenda-mento che il Parlamento dovrà appro-vare. Se il Pdl continua a scalpitare,Grillo attacca a testa bassa. «Le mo-venze di Capitan Findus Lettane rive-lano la vera essenza collodiana, pinoc-chiesca - scrive il comico sul suo blog -Il suo eloquio è meno effervescente diquello dello psiconano, ma la sostan-za è sempre quella». Il fatto è che Gril-lo interpreta male il testo riguardo aipaletti previsti per il bonus assunzio-ni. E Letta replica: «bugiarde sono lecose che dice Grillo».

Ilprovvedimentosul lavoroprevede unincentivofinoa unmassimo di650euromensiliperogni lavoratoreassuntoatempo indeterminato.Labozza èfatta di10articoli. L’incentivoè sperimentale,destinatoai giovanidi età fra i 18 e i29anni: l’ammontarecomplessivo èdi 800milionidieuro ecorrisponde al 33%dellaretribuzionemensile lordacomplessiva,perun periodo di 18 mesi, «ed ècorrispostounicamentemedianteconguaglionelle denunce contributivemensilidelperiodo di riferimento, fattesalve lediverse regole vigenti per ilversamentodeicontributi inagricoltura».

GIOVANI

Perpoterneusufruiredegli incentivialleassunzioni i giovanidevono rispettarequestecondizioni: essereprivi diimpiegoregolarmente retribuito daalmenoseimesi; essereprivi di undiplomadi scuolamedia superioreoprofessionale,chevivano soli con una opiùpersonea carico. Ilbonus vieneistituito«al finedi promuovere forme dioccupazionestabiledi giovani».L’incentivo, si leggenel decreto,verràcorrisposto«perun periodo di 12 mesiedentro i limitidi 650euromensiliperlavoratorenel caso di trasformazioneatempoindeterminato».

Labozzadeldisegno di leggeprevedeagevolazioniper i soggetti con piùdi 50annidietà, disoccupatida oltredodicimesi.Per gli anni2013, 2014e 2015èistituitopresso ilministerodelLavorounfondo condotazione di 2milioni dieuroannuiperciascuno degli anni2013,2014,2015, voltoa consentire alleamministrazionidello Stato«dicorrispondere le indennità per lapartecipazioneai tirocini formativi».Vantaggiomarcatoper l’ imprenditorechedecidedi assumerea tempoindeterminatoun dipendente in regimediAspi,di cassaintegrazione.

● Camusso: «Positivi gli incentivi ai contrattistabili» ● Angeletti: «Si continui in Europa»

LEDECISIONIDELGOVERNO

Duecentomila posti● Un miliardo e mezzo per l’occupazione● La maggior parte dei fondi per i giovanidel Sud ● Saccomanni non dice ancora qualirisorse copriranno lo stop all’imposta sui consumi

B.DI G.ROMA

Letta adesso vuoleche il lavoro diventiuna battaglia Ue

Il presidente del Consiglio Enrico Letta PHOTO MAURO SCROBOGNA /LAPRESSE

I sindacati: «È solo il primo passoOra si faccia la riforma fiscale»

LUIGINAVENTURELLIMILANO

● Il premier riconoscele difficoltà: «Siamoal gran premiodella montagna,poi ci sarà la pianura»

BIANCADIGIOVANNIROMA

Incentivialleassunzioniatempoindeterminato

L’aiutoèsperimentaleperdodicimesi

BONUSOCCUPAZIONE

Fondodi2milioniannuiper tirocini formativi

OVER50

2 giovedì 27 giugno 2013

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C ’è un dovere di accountabilityche incombe al Tesoro, ma an-che un dovere di rigore tecnico,

oltreché professionale, da osservareda un giornale soprattutto se si chia-ma FinancialTimes; ma nella vicenda de-rivati il riscontro, a quest’ultimo pro-posito, non è positivo.

I derivati, dal momento in cui dastrumento di assicurazione e copertu-ra sono anche diventati evidenti scom-messe - se si vuole, una specie di con-tratti aleatori - e si sono verificati casidi inganno della clientela da parte dibanche poi sanzionati dalle autoritàcompetenti, per non dire del ruolo gra-ve avuto nella genesi della crisi finan-ziaria globale, sono utilizzati anchenelle querelle per stigmatizzare, a ra-gione o no, il comportamento di com-petitori e di enti pubblici e privati. Ieriè stata la volta del Financial Times cheha dato notizia di un documento delTesoro di 29 pagine, trasmesso allaCorte dei Conti - la quale starebbe inda-gando al riguardo - e consultato ancheda Repubblica, che informerebbe sullaristrutturazione di prodotti derivati av-venuta nel momento più difficile dellacrisi dell’euro, ma stipulati nel periodoprecedente o immediatamente succes-sivo all’ingresso dell’Italia nella mone-ta unica.

Il cuore della notizia sta nel fattoche, secondo alcuni esperti indipen-denti consultati dal quotidiano, le per-dite, per il Tesoro, di tali strumenti de-

rivati ammonterebbero a circa 8 mi-liardi. I pagamenti dovuti alle banche,che non sono indicate, a seguito dellaristrutturazione, sarebbero scagliona-ti in un periodo più lungo, ma con unonere maggiore per lo Stato. Mancanonotizie importanti su date, quantità,caratteristiche giuridico-operative, in-termediari coinvolti: l’essenziale perun discorso serio. Al quotidiano britan-nico interessa evidentemente il giudi-zio general-generico dei presunti con-sulenti e, soprattutto, lasciare intende-re che l’originaria stipula dei contrattiin questione sarebbe avvenuta per con-sentire o agevolare la partecipazionealla moneta unica, ma, ancor più, pre-me far sapere che all’epoca della nego-ziazione era Mario Draghi il direttoregenerale del Tesoro. Ecco, dunque, gli

approdi: tutti i salmi finiscono in glo-ria, nell’attacco all’evoluzione dell’eu-ro e in un ritorno di fiamma del contra-sto, indiretto, con la Bce.

Ma, prontamente ieri, iI Tesoro hareplicato con una nota in cui, rassicu-rando, ha dato conto della documenta-zione trasmessa, su sua richiesta, allaCorte dei conti relativamente alla solachiusura di un gruppo di operazionicon Morgan Stanley e ha ricordato co-me il ricorso ai derivati abbia in questicasi lo scopo di proteggere da un even-tuale rialzo dei tassi pagando un tassofisso e ricevendone uno variabile: in-somma, se così è, si tratta della fisiolo-gica funzione di copertura, prettamen-te assicurativa.

Naturalmente, aggiunge il Tesoro,come in ogni assicurazione, se l’eventodal quale ci si protegge non si verifichi,si sopporta un costo, che è giustificatodalla prudente scelta della prevenzio-ne. Il valore di mercato dei derivati inun dato momento non è comunque as-similabile a una perdita realizzata. Mail Tesoro rigetta con fermezza l’ipotesiche le negoziazioni anzidette siano val-se a creare le condizioni per risponde-re ai criteri vigenti per entrare nellamoneta unica sin dalla prima fase e ri-corda la correttezza della registrazio-ne delle operazioni, il rigore delle con-tabilizzazioni e i controlli di Eurostat.

Si può, allora, dire che la questioneè chiusa? A essere oggettivi, solo in par-te, sia pure non minoritaria. I chiari-

menti concettuali dati da via XX Set-tembre sono inoppugnabili, ma solo in-direttamente, quando si esclude chepossa considerarsi perdita il valore deiderivati in un dato momento, si fa rife-rimento al presunto buco potenzialedi 8 miliardi: chiarimenti integrativi di-retti sono opportuni, soprattutto per-ché la Corte dei conti, che periodica-mente riceve la documentazione suglistrumenti anzidetti, starebbe esami-nando proprio questo specifico caso.Del resto, la Procura di Roma ha aper-to al riguardo un fascicolo. Natural-mente, ciò non toglie nulla alla singola-rità della notizia gravemente approssi-mativa e allusiva nonché alle finalitàche un malizioso potrebbe intravede-re in essa, ma è opportuno non farne onon farne solo una materia dietrologi-ca, che si può essere stimolati a coltiva-re dal riferimento del quotidiano ingle-se alla “manciata di funzionari italianidel passato e del presente, a conoscen-za del quadro completo” di tale esposi-zione finanziaria e al nascere del casonell’imminenza del vertice europeo didomani e dell’Ecofin che dovrà decide-re sull’Unione bancaria.

L’adesione dell’Italia alla monetaunica è costata lavoro e sacrifici; ha tro-vato nella politica monetaria della Ban-ca d’Italia - che portò allora gli spreadBtp/Bund da oltre 700 punti base a300 nell’arco di poco tempo - e nellemanovre di finanza pubblica le condi-zioni per la sua realizzazione: non sipuò immeschinire il tutto con notiziedel genere. Chiarezza, trasparenza e ri-gore sono un dovere anche per i gior-nali. Per il legislatore, invece, c’è il do-vere di intervenire ancora su questamateria per accentuare correttezza etrasparenza e, al tempo stesso, sanzio-nare strumentalizzazioni e superficiali-tà.

dall’Europa. Fatto importante in tem-pi duri sui mercati, soprattutto per i ti-toli sovrani su cui i tassi hanno ripresoa correre.

GLIESCLUSIGran parte delle risorse destinate al la-voro sono state ritagliate dal ministroCarlo Trigilia nei fondi europei per lacoesione territoriale. L’intervento piùpesante riguarda un bonus assunzioniper gli under 30, che vale 794 milioninel triennio (500 milioni per il Sud,294 per le altre aree). L’incentivo per ildatore di lavoro è pari a un terzo dellaretribuzione lorda per un periodo di 18mesi e non può superare i 650 euro perlavoratore. Se si trasforma un rappor-to di lavoro a tempo in rapporto a tem-po indeterminato il periodo di incenti-

vazione scende a 12 mesi. I «paletti»previsti per accedere al bonus sono chei lavoratori godano di almeno una diqueste condizioni: essere disoccupatoda almeno sei mesi; essere privo di di-ploma di scuola media superiore, esse-re lavoratore che vive solo con una opiù persone a carico. Un altro interven-to riguarda l’apprendistato, che dovràessere uniformato sull’intero territo-rio nazionale. La conferenza Stato-re-gioni avrà tempo fino al 30 settembreper adottare le linee guida.

Viene poi istituito un fondo di duemilioni di euro annui per finanziare ti-rocini formativi in quelle amministra-zioni prive di risorse proprie. Vengonosbloccati 15 milioni per promuoverel’alternanza studio lavoro e quindi l’at-tività di tirocinio curricolare per gli stu-

denti iscritti ai corsi di laurea nel2013-14. La ministra Maria Chiara Car-rozza ha spiegato che il suo ministerocofinanzierà un contributo di 200 euroal mese per studente per minimo tremesi. In questo modo si offriranno tiro-cini prima della laurea a 10mila studen-ti. Inoltre viene consentito agli istitutitecnici di modificare l’orario per inclu-dere i tirocini durante l’attività scolasti-ca. Per il Mezzogiorno si stanziano ol-tre 300 milioni per favorire l’occupa-zione. L’esecutivo sottolinea la partico-lare emergenza occupazionale del Mez-zogiorno, dove ci sono 1.250mila giova-ni under 30 che non studiano né lavora-no, più che nell’intero centro-nord. Ungiovane su tre tra i residenti a sud. Atutto il Mezzogiorno viene estesa la so-cial card per la povertà assoluta

Al pacchetto sulle nuove misure siaggiunge quello che rivisita la riformaFornero: La pausa tra un contratto atermine e quello successivo viene ridot-ta a 10-20 giorni. La bozza di decretoprevedeva anche più flessibilità perl’Expo, ma le norme sono state «stoppa-te» in consiglio dei ministri. Un altrostop è arrivato su una norma propostada Gianpiero D’Alia su alcune normeper favorire la stabilizzazione dei pre-cari nella Pubblica amministrazione.La norma è stata cassata con l’argo-mentazione che la materia non era sta-ta condivisa tra tutti i ministri. Attivatopoi un monitoraggio sui contratti azien-dali che derogano quelli nazionali. Infi-ne, si rafforzano le tutele per i lavorato-ri precari. Si estendono ai co co pro lenorme contro le dimissioni in bianco.

Primadelverticeeuropeosull’Unionebancaria tornail sospettosuiconti italiani.IlTesoronegaperdite,laCortedeiConti studia,laProcuraapreunfascicolo

È inarrivo, in viasperimentale, lacartaper l’inclusione sociale cheserviràacombattere lapovertàestrema.«Riguarderà 170milapersone,mentre la proroga dellasocialcard425milapersone», hadetto ilministro delwelfareEnricoGiovannini.

IlConsigliodeiministri ha decisoieriun interventoper «il sostegnoall’assunzionedi lavoratoridisabili». Ilfondo«ad hoc» erastato azzerato e ilpremierLetta ha anticipatoche avràunanuovadotazione di 22 milionidieuro.

ILCASO

Giallo sulle coperture dell’Iva

ANGELODE MATTIA

Derivati, il nuovo «scandalo»vuole colpire Draghi e l’Italia

Informazionieserviziper ilmercatodel lavoroLa«bancadatidelle politiche attiveepassive»viene istituitacon l’articolo7delprovvedimentosul lavoro deciso ieridalconsiglio deiministri.Èdestinataaraccogliere le informazioni suilavoratoridacollocare nel mercatooccupazionale, i servizi erogatiabeneficiodella stessacollocazionee leopportunitàesistenti sulmercato dellavoro.

Labancadati potràstimulareconvenzionicon soggetti pubblicieprivatiper far confluire ilmaggiornumerodi datipossibili nei suoi archivieallargare l’offerta di servizi.

BANCA DATI LAVORATORI

Inclusionesocialee lavoroaidisabili

LANUOVA CARTA

SEGUEDALLA PRIMAÈ evidente che rispetto a questi da-ti i provvedimenti Letta-Giovanni-ni sono un pannicello caldo, forsel’unico oggi possibile, limitati a unmiliardo di euro per sgravi fiscaliper giovani sino a 29 anni, assuntiin aggiunta agli occupati in esse-re, oltre ad una serie di provvedi-menti «post-Fornero» come la ri-duzione degli intervalli per passa-re da un contratto a tempo deter-minato ad un altro, dai 2-3 mesi dioggi ai 10-20 giorni stabiliti dallenuove normative.

Intanto va detto che le nuovenorme non peggiorano l’esistentecome spesso è successo in passa-to, ad esempio con la defiscalizza-zione degli straordinari considera-ti in tutta Europa norma anti occu-pazione e tuttora valida solo in Ita-lia. Se però vogliamo lavorare perun futuro meno nero dell’attualequadro occupazionale italiano, al-lora dobbiamo alzare un po’ losguardo per imparare dalle buonepratiche straniere, che non sonopoche, maturate in Paesi cultural-mente più avanzati di noi. Faccioqui solo due esempi di comporta-menti pro occupazione: la forma-zione continua e l’orario di lavoro.

Quasi negli stessi mesi in cui inItalia si firmava (con l’eccezionedella Cgil) un importante accordointerconfederale sulla produttivi-tà, in Francia se ne firmava unoanalogo ma distante anni luce dalnostro. Il confronto tra l’accordoitaliano e l’Accordfrancese è impie-toso. Mentre in entrambi è previ-sto l’intervento dello Stato per fi-nanziare i bonus di produttivitàaziendali, nell’Accord sono indivi-duati molti strumenti per la com-petitività, tra cui un Compteperson-neldeformation (da 20 a 120 ore an-nue di formazione obbligatoriaper tutti i lavoratori) e la presenzadi rappresentati del personale neiconsigli d’amministrazione dellagrandi aziende, sul modello dellacogestione tedesca. Nell’accordoitaliano, dove si parla di produttivi-tà ma mai del come realizzarla, simenziona solo una serie di dero-ghe possibili ai contratti naziona-li, in materie delicate come orari,salari, turni, mobilità professiona-le e geografica, senza alcuna ga-ranzia di vantaggi certi conseguen-ti alla crescita di produttività. L’al-tro esempio è quello relativo allaGermania, che, sostituendo glistraordinari con una banca delleore e utilizzando contratti di soli-darietà a orario ridotto al postodei licenziamenti, hanno consegui-to un doppio miracolo, nel 2009col Pil calato del 5,5% l’occupazio-ne rimase stabile, oggi, dopo 10 an-ni di crescita del Pil inferioreall’1% medio, hanno un tasso di oc-cupazione superiore al 70% eduna disoccupazione giovanile del7,5%.

Se l’Italia vuole invertire la disa-strosa rotta in atto, deve usareorizzonti più ampi di quelli chehanno guidato Letta e Giovanni-ni, rompendo antichi tabù antisto-rici come quelli della formazionee dell’orario. Se i Paesi del nordEuropa non avessero capito l’im-portanza della formazione conti-nua per seguire i cambiamenti ese non avessero dimezzato incent’anni, da 3000 a 1500 ore, gliorari annui di lavoro, oggi avreb-bero tutti tassi di disoccupazionecome quelli italiani.

Direzionegiustama bisognaaccelerareILCOMMENTO

NICOLACACACE

Gli interventiper ilSud:inclusioneeformazioneIldecretoappena varatoprevedemisurespecifiche per ilMezzogiorno,soprattutto in considerazionedellagravesituazioneoccupazionale. Sièdecisodi destinare80 milionidieuro alfondoper l’autoimpiego. Altrettantoèstatocollocatoper entiche eorganizzazionidelprivato socialechecoinvolgono igiovani inprogetti diinclusionesociale.Altri 168milioni sonodestinatiaborse di tirocinio formativopergiovanidisoccupati chenonstudianoe non lavorano.Atutto ilSudèdestinatapoi la nuovasocial card,finanziatacon 167milioni.

MEZZOGIORNO

Ivasospesaper3mesiGuerrasullerisorseL’aumentodell’aliquota Ivadal 21 al22%èsospeso finoalprimoottobre. EnricoLettahaspiegato che in parlamentosipotràanchetrovare lospaziopereliminare l’aggravio finoa fineanno.L’operazionecostaun miliardo dieuro,ma l’esecutivonon haancoraresenotelecoperture.«Si trattadi una seriedicoperturemolto dettagliate - hadichiarato ilministro FabrizioSaccomanni - e quindipreferiscononentrarenei dettagli».Ma ilPdl avverte ilTesoro:se dovesse esserciun aggraviodell’anticipo Irpef (come ipotizzato)sarebbebattaglia.

FISCO

giovedì 27 giugno 2013 3

Page 4: Anno90n.174 cucciologeniale U: Lavoro,bonusperigiovani · C ’è un dovere di accountability che incombe al Tesoro, ma an-cheun doveredi rigore tecnico, oltreché professionale,

Diffamazione: torna ilddlChiti-Gasparri,nientecarcereper igiornalistiTorna ildisegno di leggesulladiffamazioneamezzostampa,presentatonellascorsa legislatura daisenatoriMaurizioGasparri (Pdl) eVanninoChiti (Pd)con l’intentobipartisandicancellare la galera per igiornalisti accusati didiffamare. OrasiaChiti cheGasparri fannopartedellastessamaggioranza.Allora ilddl,esaminatosull’ondadelcaso Sallusti,nonandò in portoper il forte scontropoliticoe con la stampa.

Ilddl è stato illustrato dai duesenatori ieri inuna conferenza stampa.

Elimina il carcere e raccoglieunapropostadel sindacatodeigiornalisti:introdurrepressoognidistretto dellaCorted’Appello ilGiurìper lacorrettezzadell’informazione,con ilcompitodi tentareunaconciliazionepreventiva tra le parti (con5 membri: 2nominatidall’Authorityper leTlc, 2dall’Ordinedeigiornalisti, uno, ilpresidente,nominato tra i magistratidellaCorted’Appello). Il carcereèsostituitodamulte:un massimodi 50milaeuro (nella formula precedentedelddlera «nonmenodi 30mila», ora

nonmenodi 5mila). Il risarcimentoèesclusose siè rettificato. Lenormevalgonoper i siti webche hannonaturaeditoriale (i quotidianion line),quindinon per i blog.Apprezza lapropostaGiovanniRossi, presidentedellaFederazione dellastampa, ancheperaver riproposto ilGiurì. Le norme,afferma,devono garantire«lanecessaria tutela aicittadini» e «lapossibilitàper i giornalistidi informaresenzacondizionamentie ricatti».IncommissioneGiustiziaalla Cameraci sono altri treddl.

Varato ieri dal Consiglio dei ministri ildecreto carceri, tra plausi e critiche e larassicurazione della Guardasigilli sulfatto che non contiene misure ad perso-nam per Silvio Berlusconi. «Un provve-dimento importante vista la situazionedi emergenza», commenta il premierEnrico Letta, per «dare una risposta didignità a tutte le accuse che ci vengonodagli organismi nazionali».

«Nel decreto approvato non c’è nullache possa essere letto a favore o controBerlusconi, non tocca affatto il presiden-te Berlusconi ma la popolazione carce-raria», deve spiegare in conferenzastampa Cancellieri per allontanare il so-spetto che il Pdl abbia infilato una nor-ma scritta su misura per l’ex premierfresco di condanna. Angelino Alfano, in-vece, a Porta a Porta, puntualizza che semanca la sua firma sotto il decreto èsemplicemente perché spetta alla suacollega, «una grande professionista» enon perché, come qualcuno aveva mali-gnato, ci fossero «distanze» tra lui e laministra.

Un primo passo avanti, questo prov-vedimento, verso misure alternative alcarcere, anche se la Guardasigilli resta«convinta della necessità dell’amnistia,l’ultima ha liberato 15-20mila posti nel-le carceri: un’uscita così notevole con-sentirebbe interventi strutturali checomporterebbero interventi più duratu-ri». Il decreto contiene norme «tese afornire una prima risposta al problemadel sovraffollamento penitenziario»,(65.886 detenuti, di cui più di 23 mila

stranieri, a fronte di una capienza di46.995) e i relativi costi in termini socia-li e umani, «causati dalla lesione dei di-ritti fondamentali di decine di migliaiadi persone detenute». Destinatari dellenuove misure elaborate sono i soggettiritenuti di non elevata pericolosità, men-tre resta il carcere per tutti coloro chesono condannati in via definitiva per rea-ti di particolare allarme sociale. Inoltre,considerato «il particolare allarme so-ciale suscitato dal delitto di maltratta-menti in famiglia commesso in presen-za di minori di quattordici anni, tale ti-pologia di reato è stata inserita nel cata-logo di quelli più gravi», mentre «un’at-tenzione particolare», ha spiegato Can-cellieri, è stata riservata ai tossicodipen-denti che potranno accedere alle misu-re alternative compresa la messa in pro-va. Sulla possibilità di una modifica del-la legge sulla droga Fini-Giovanardi, laministra non ha ancora «compiuto unariflessione in merito», in attesa dell’esi-to del lavoro dei gruppi di studio.

Per tutti gli altri condannati scatta lacosiddetta «liberazione anticipata», os-sia una riduzione di pena che corrispon-de a 45 giorni ogni sei mesi, per coloroche hanno una condotta regolare in car-cere e partecipano attivamente al tratta-mento rieducativo, anche se sarà il pub-blico ministero, prima di emettere l’or-dine di carcerazione, a verificare se cisono i presupposti per poter accedere aquesto nuovo istituto.

Misure anche per le detenuti madri ei portatoti di gravi patologie: a loro saràdata la possibilità della detenzione do-miciliare senza dover passare prima peril carcere nei casi in cui la pena non siasuperiore ai 4 anni. Di fatto, quando lasentenza è passata in giudicato, se il con-dannato non dovrà scontare una penasuperiore ai due anni (quattro se donnaincinta o con prole sotto i dieci anni, o secon gravi patologie) il pm potrà sospen-dere l’esecuzione della pena dandogli lapossibilità di chiedere una misura alter-nativa su cui si pronuncerà il tribunaledi sorveglianza. Nel dl viene inoltre am-pliata la possibilità del giudice, al mo-mento di stabilire la condanna, di preve-dere come misura alternativa la destina-zione ai lavori di pubblica utilità.

LEREAZIONI«Il provvedimento emanato dal Cdm -commenta Danilo Leva, responsabileGiustizia Pd - va giudicato positivamen-

te e, insieme al provvedimento in discus-sione alla Camera sulla messa in prova,va nella direzione giusta affinché l’Italiatorni al rispetto dei diritti umani. È unpunto equilibrio tra la funzione della pe-na rieducativa, il diritto di sicurezza deicittadini e il reinserimento sociale deicondannati». Donatella Ferrante sottoli-nea come «con l’abolizione degli auto-matismi della ex Cirielli si consente aicondannati, ritenuti dall’autorità giudi-ziaria meritevoli, di poter usufruire deibenefici penitenziari. Questo da un latoalleggerisce l’affollamento carcerario eil gravoso lavoro del personale peniten-ziario, dall’altro abbassa il tasso di reci-diva e di influenzamento criminaleall’interno degli istituti penitenziari».

Antonio Di Pietro tuona contro il dl:«Il nostro territorio diventerà un ricetta-colo di deliquenti, il Paese dell’impunitàdove chi ha commesso reati non sconte-rà la pena». Idem sentire Ignazio La Rus-sa che annuncia di voler chiedere un re-ferendum, mentre l’Anm lo ritiene «unaprima risposta ma non risolutiva», ag-giungendo che «non è uno svuotacarce-ri, non verranno liberati i mafiosi». Lan-cia l’allarme l’Associazione nazionalefunzionari di polizia per l’aggravio dovu-ti ai controlli che saranno necessari, per-ché agli 11mila detenuti andati ai domi-cliari, ora «con questo provvedimenti sene aggiungeranno circa altri 6 mila ascontare la pena detentiva a casa». «Mi-sure importanti, ma non risolutive», in-vece per l’Osapp (Organizzazione sinda-cale autonoma polizia penitenziaria).

INFORMAZIONE

Ealla fine Silvio Berlusconi ha po-tuto illustrare di persona al presi-dente Napolitano le sue intenzio-

ni a proposito del sostegno del Pdl algoverno che qualcuno dei suoi vorreb-be strettamente collegare alle vicendegiudiziarie del leader. Il presidente, fasapere il Quirinale, ha voluto l’incon-tro, per «sentire gli orientamenti e levalutazioni del senatore Berlusconi su-gli sviluppi e le prospettive del quadropolitico, anche all’indomani delle vicen-de giudiziarie che lo hanno coinvolto».Da parte sua, Berlusconi ha ribadito «ilnetto orientamento a confermare il so-stegno suo e del Pdl al governo eall’azione che l’esecutivo è impegnatoa svolgere». In uno «scenario economi-co e sociale che presenta tuttora aspet-ti di forte preoccupazione e incertezza»come ha scritto il Capo dello Stato inun messaggio all’Assemblea delle Coo-perative. Parlando anche dell’urgenzadi riavviare «un processo equilibrato esostenibile di sviluppo del Paese e dicrescita dell’occupazione».

Il Cavaliere è stato, dunque, ricevutoal Quirinale per «un ampio scambio diopinioni sul momento politico e istitu-

zionale» al termine della giornata incui al Colle era stata intrattenuta, peruna colazione di lavoro, una folta dele-gazione di governo guidata dal pre-mier Enrico Letta e di cui facevanoparte molti dei ministri che da oggiparteciperanno al vertice europeo diBruxelles.

IL SEMESTREEUROPEONel faccia a faccia tra Napolitano e Ber-lusconi è stato messo un punto fermosul sostegno al governo su cui non èconsentito ipotizzare una qualsiasi for-ma di ritorsione indiretta legata allevicende giudiziarie. È stata anche l’oc-casione per un chiarimento, già peral-tro oggetto di colloqui telefonici neigiorni scorsi, su un ipotizzato interven-to del presidente sui magistrati, suquella originale e improponibile for-ma di “moral suasion” sollecitata dapiù parti ma che è stato puntualizzatoessere impossibile.

Il Cavaliere ha dette le sue ragionicome già aveva fatto la sera prima nelcorso della lunga cena a palazzo Chigicon il premier Letta. Ha fornito la suaversione dei fatti, ha confermato di

sentirsi un perseguitato. Si è sfogato.Ma messo alle strette non ha potuto

sottrarsi a condividere la necessità cheil governo in carica possa proseguirela sua azione senza essere soggetto aquelle «fibrillazioni» che Napolitanoaveva evocato l’altro giorno e di cuil’Italia per sua stessa affermazione«detiene il record».

Non si può, a due mesi dall’inizio diun lavoro, già immaginare il modo perfarlo finire. Anche perché l’Europa ciosserva e all’orizzonte c’è già quel se-mestre europeo a presidenza italianache potrebbe essere lo sfondo dell’usci-ta dalla crisi o sancire nuove difficoltà.

Se questo è il clima, se gli impegnisaranno mantenuti, si può prevedereche solo a settembre i nodi verranno alpettine. Nel senso che le decisioni rin-viate, a cominciare da quella sull’Iva esull’Imu, diventeranno argomenti dimerito. Sarà il momento in cui il con-fronto tra le diverse anime della coali-zione di governo saranno chiamate adecisioni da motivare davanti al Pae-se. Molti berlusconiani avrebbero volu-to le elezioni subito, dimentichi che adecidere lo scioglimento anticipato

delle Camere è il presidente della Re-pubblica, che ha più volte lasciato in-tendere di non avere alcuna intenzionedi farlo nella situazione in cui il Paeseancora si trova. E con una pessima leg-ge elettorale ancora vigente. Questo,forse suo malgrado o malgrado i suoi,sembra che Berlusconi ce l’abbia or-mai chiaro. E che, per il momento, nonabbia più intenzione di mettere i basto-ni tra le ruote al governo. Anche per-ché conosce il rischio che oggettiva-mente c’è, nel caso di una crisi di gover-no, di uscire definitivamente dalla stan-za dei bottoni.

Calma, quindi. Attendere. Tenden-do in modo ecumenico la mano agli exavversari, ora alleati per necessità, dacui spera di avere, come capo dell’oppo-sizione, una qualche attenzione istitu-zionale, a cominciare dalla discussionesull’ineleggibilità che tra poco avrà ini-zio in Parlamento. Intanto, come ci hatenuto a sottolineare Alfano «Berlusco-ni si muove da leader politico e seguel’agenda di un leader politico per cuiha visto il presidente del Consiglio e ilCapo dello Stato, al quale non avevanulla di specifico da chiedere».

Berlusconi va al Colle: «Non mi vendico sul governo»

POLITICA

Carceri, sì al decreto«Non favorisce il Cav»

MARIAZEGARELLIROMA

L’expremier ricevutoalQuirinale,haassicuratoil sostegnoall’esecutivoChiarimentocon ilCapodelloStato: improponibilequalunquemoral suasion

MARCELLACIARNELLIROMA

IL RETROSCENA

● Approvato ieriin Consiglio dei ministriil provvedimentoper l’emergenza● Cancellieri:«Non c’è nullache possa far leggerequesta norma come proo contro Berlusconi»● Alfano non firma

4 giovedì 27 giugno 2013

Page 5: Anno90n.174 cucciologeniale U: Lavoro,bonusperigiovani · C ’è un dovere di accountability che incombe al Tesoro, ma an-cheun doveredi rigore tecnico, oltreché professionale,

La lettera con cui Romano Prodi an-nuncia il suo ritiro dalla politica italia-na, «pare, al momento, non aver rice-vuto alcuna risposta. Un fatto anoma-lo per un grande leader, ma forse an-che il segno che qualcosa non funzio-na nella sinistra italiana». A sostener-lo è il presidente della Regione Tosca-na Enrico Rossi, che si rivolge all’expremier con una lettera aperta. Unmessaggio che parte dal ricordo diquando Rossi, allora giovane sindacodi Pontedera, accolse il pullman delprofessore. Nella lettera pubblicatada Prodi sul CorrieredellaSera l’ex pre-mier sottolinea che l’Italia ha bisognodi una battaglia non solo politica, maetica e culturale. E a questo propositoRossi rimarca: «Questo è davvero ilpunto. In questa battaglia etica e cul-turale possono dare un contributo de-

cisivo la grande tradizione socialistadel lavoro, dell’impegno della giusti-zia, del rispetto della legalità e dellaCostituzione e al tempo stesso il catto-licesimo democratico, da Dossetti aMoro, che ha saputo raccontare la de-mocrazia di questo Paese».

Il governatore toscano rivendica diprovenire da una tradizione comuni-sta e socialista «ma mai come oggi per-cepisco la forza del solidarismo cristia-no e di una concezione della Costitu-zione che non possiamo in nessun mo-do perdere. Far convivere, mescola-re, queste culture è la sfida del Partitodemocratico. Ma devo prendere atto -critica Rossi - che oggi si cerca di piùnon una grande discussione ideale,ma i posizionamenti e i destini perso-nali in vista del congresso».

Ancora, secondo Rossi le parole ela posizione di Romano Prodi «impon-gono di guardare alle idee e alle visio-ni, a una proposta di cambiamento

per l’Italia». E allora, se un partito«rinnovato» non nasce da piccole am-bizioni personali ma dalla grande am-bizione di cambiare e rinnovare il Pae-se, l’economia e la società ma anche lacultura e i comportamenti, Rossi sot-tolinea come sia fondamentale chetutto ciò avvenga prima che ci si avviverso una crisi irreversibile, come ef-fetto ultimo del berlusconismo, «cheha reso l’egoismo un valore e la solida-rietà un errore».

«Nella tua lettera - prosegue il presi-dente della Toscana - dici che vuoiconsegnare il testimone a nuovi inter-preti». «Io penso che un contributo de-cisivo a questo dibattito tu possa e deb-ba ancora darlo con le tue idee e le tueproposte. Con la tua capacità di criti-ca e di stimolo. A me piacerebbe anco-ra sentire in una assise nazionale delPd un tuo intervento che rivendichi lastoria dell’Ulivo e che da lì tragga indi-cazioni e slancio per il futuro e ci fac-cia sentire orgogliosi di appartenerealla migliore storia della sinistra diquesti decenni. Sono certo che ciò fa-rebbe bene a tutti noi, al Pd e alla de-mocrazia italiana».

Alla fine, quei caccia non hanno «rasoal suolo» il governo. La mina-F35 è sta-ta disinnescata. Su iniziativa del Pd esenza un gioco al ribasso. Via liberadell’aula della Camera alla mozionepresentata da Pd, Pdl e Scelta civica sulprogramma F35, accettata dal mini-stro della Difesa, Mario Mauro. I votifavorevoli sono stati 381 e 189 i contra-ri. La Camera ha poi bocciato la mozio-ne M5S-Sel con 136 sì e 378 no.

«La Camera impegna il governo anon procedere a nessuna fase di acqui-sizione degli F35 senza che il Parla-mento si sia espresso nel merito ai sen-si della legge 244 del 2012». È attornoa questo concetto che è stato trovatol’accordo tra i partiti di maggioranzaper superare lo stallo, e le polemiche,sulla questione relativa all’acquisto daparte dello Stato degli ormai celebricacciabombardieri.

Nessun passo verso nuovi acquistisenza l’ok del Parlamento, dice la mo-zione unitaria. Il testo è firmato dai ca-pigruppo di maggioranza: RobertoSperanza, Pd, Renato Brunetta Pdl, Lo-renzo Dellai di Scelta Civica, Pino Pisic-chio e Nello Formisano, Centro d. Il go-verno non potrà così procedere per seimesi, periodo massimo di tempo nelcorso del quale le commissioni Difesadi Camera e Senato compiranno un’in-dagine conoscitiva sui sistemi d’arma.

SFORZOUNITARIOLa mozione unitaria nasce principal-mente grazie a un’iniziativa del Pd chein mattinata aveva compattamente ap-provato la proposta di «congelamen-to» dell’acquisto, facendo leva sulla leg-ge 244 del 2012 che trasferisce di fattodal governo al Parlamento la titolaritàsulla qualità e la quantità degli arma-menti. «Una legge - ricorda il deputatodem Gian Piero Scanu, capogruppo incommissione Difesa del Pd, e mediato-re tra le varie anime del partito, - che èstata voluta dal Partito democratico.Non potrà essere acquistato un solocacciabombardiere che non sia volutodal Parlamento. Il Paese - prosegueScanu - ci chiede di non spendere malei soldi, di non dare niente di scontato.

Da oggi in poi cambia tutto, non ci sa-ranno più santuari. Quando il nostroPaese sarà chiamato ad esercitare il di-scernimento sulla qualità della spesada fare, il Parlamento saprà cosa sce-gliere».

Durante il dibattito in aula il mini-stro della Difesa Mario Mauro aveva ri-marcato che gli F35 «devono andare asostituire» altrettanti velivoli dell’aero-nautica, come i Tornado, arrivati allafine del loro percorso, con questo obiet-tivo «in tempi non sospetti, fin dal1998» sono stati individuati «questistrumenti». «Non c’è nessun velivoloche si aggiunge agli esistenti nell’otticadi una esibizione muscolare». L’F35,sottolinea Mauro «non è un cattivo ae-reo», ma è stato individuato per questoobiettivo che è quello che riguarda piùprofondamente il diritto-dovere alla di-fesa, costituzionalmente garantito,che è anche «diritto dell’Italia contene-re i conflitti e dunque garantire la pa-ce». «Ministro Mauro per amare la pa-ce bisogna dare speranza, diritti e noncacciabombardieri!», è la risposta via

twitter del leader di Sel, Nichi Vendola.Trasparenza. Ancoraggio all’Euro-

pa. Centralità del Parlamento. Sono itre pilastri di una nuova visione sullespese militari che va oltre alla stessaquestione F-35. «Finalmente - sottoli-neano i 14 deputati del Pd firmatari del-la mozione Marcon (Sel) annunciandodi aver condiviso di non ritirare la fir-ma ma di far confluire il loro voto sullamozione proposta dal Partito democra-tico - il Parlamento recupera dunque lasua centralità: non si potranno acqui-stare F35 senza il suo via libera, ai sen-si della legge 244 del 2012. Riteniamoperciò che il voto di oggi (ieri, ndr) rap-presenti un positivo segnale di disconti-nuità in materia di spese militari, con-vinti che vadano ridotte e che sia indi-spensabile avviare in tempi rapidi unaseria riflessione sulla loro congruità esostenibilità, soprattutto in considera-zione delle gravi difficoltà economichee sociali che il Paese sta attraversan-do...».

«Da qui in avanti sarà il Parlamentoa stabilire se e in quale misura prose-guire nell’acquisto degli F35 o di qua-lunque altro sistema d’arma. Lo preve-de la legge e lo ha ratificato la Cameracol voto di oggi (ieri, ndr). Esistono,quindi, le condizioni per valutare seria-mente una riduzione dei costi e dell’im-pegno italiano in un progetto velleita-rio all’origine e non privo di criticità econtroindicazioni», rilancia Gianni Cu-perlo, candidato alla segreteria del Pd.

«Non si tratta solo di dar corso a ciòche abbiamo detto in campagna eletto-rale - continua Cuperlo - ma di prende-re atto della condizione di sofferenzache la crisi scarica sulle fasce socialipiù deboli. Naturalmente, una seriastrategia di difesa è un dovere per l’Ita-lia, come lo è il sostegno alle forze ar-mate impegnate ancora in delicate mis-sioni internazionali. Ma sempre di piùquesta dimensione dovrà essere il risul-tato di una politica estera e di difesaelaborata e condivisa in ambito euro-peo». Insomma - conclude l’esponentedel Pd - la sfida è tenere unite due di-mensioni destinate sempre di più a in-tegrarsi: una politica per la pace e unastrategia di difesa al servizio della pa-ce. La costruzione di un delicato equili-brio - tra la minaccia e l’uso della forzae la conquista di una pace stabile, que-sto compito - se crediamo che i governie i Parlamenti abbiano un senso - nonspetta né ai generali né a qualche ma-nager dell’industria. Quel compitospetta alla politica e oggi il nostro Par-lamento ne ha dato testimonianza».

Rossi: il Pd ha bisogno di Prodi● Lettera aperta del governatore all’ex premier:«Al Pd è necessaria la tua capacità di stimolo»

● TRASPARENZA.CENTRALITA’DELPARLAMENTO.ANCORAGGIO

ALL’EUROPA.UNA INDAGINEAPPROFONDITACHELEGHI LAQUESTIONEF-35 ADUNA VISIONESTRATEGICADIUN NUOVOMODELLODIDIFESA.Sono i pilastri su cui si fondala mozione sugli F-35 votata agrande maggioranza dalla Cameradei Deputati. Non si tratta, è benesottolinearlo, di un compromesso alribasso, ma di una sintesi efficace dipunti di vista, sensibilità, culturediverse. Un impegnativoinvestimento sul futuro. Un futuroche sempre più coincide con unorizzonte europeista. Moltedichiarazioni a commento del votodi ieri sottolineano la centralità cheil Parlamento assume su ogniaspetto relativo alle spese militari.Non si tratta di un«commissariamento» del governo nédi una sfiducia indiretta al titolaredella Difesa, Mario Mauro: questalettura forzata e provinciale non dàconto del salto di qualità registratosiieri. Il Parlamento rivendica la suacentralità in una materia crucialecome è quella della difesa. Sitratterà di dire dei «no» e dei «sì»,evitando scorciatoiepropagandistiche ovverocontrapporre, strumentalmente, lespese sociali a quelle militari, comese quest’ultime, sempre ecomunque, siano il «male». Così nonè. Ma la forza della mozioneapprovata risiede soprattutto in unaltro passaggio, questo sì dirilevanza strategica: l’ancoraggioall’Europa. Perché è questa ladimensione in cui risparmio edefficienza possono fondersi.

Agire per la definizione di unsistema di difesa europeo integratoe «sintetico» può essere il fecondoterreno d’incontro, e di azione, trale componenti più avvertite delgeneroso arcipelago pacifista equanti, tra gli uomini e le donne indivisa, sono consapevoli che solo inEuropa e con l’Europa è possibilerealizzare una visione alta dellafunzione, di pace e stabilità, delleForze armate. Lo spessore di questavisione, evocata ieri in Parlamento.è nel non aver liquidato comeretrograda, se non «guerrafondaia»,la necessità, indiscutibile, di operareper un ammodernamento deivelivoli della nostra aeronauticamilitare. Avere dei dubbi, non soloquantitativi, sugli F-35 non significa«ritornare agli alianti». Nel mondo,e in Europa, si conta se si pratica, enon solo si predica, stabilità epacificazione, orientando a questefinalità lo stesso strumento militare.Per questo vanno accolte lesollecitazioni dei verticidell’Aeronautica militare, sapendo,ad esempio, che l’ammodernamentodella nostra forza aerea d’interventorapido è fondamentale per ilsostegno delle missioni all’estero. Èun primo passo, certamente, manella giusta direzione. Ora non sitratterà solo di vigilare, ma diprogettare. In una dimensionesempre più sovranazionale. Se gliStati Uniti d’Europa sono il sognoda realizzare, se l’Europa non deveessere solo una moneta unica maqualcosa di altro e di più, questaidea progressiva d’Europa habisogno di un suo esercito, di unadifesa condivisa. Risparmi edefficienza. Un sistema di difesaeuropeo integrato e «snellito». Èquesta la sfida che c’è dietro la«questione-F35».

ILCASO

RenziaBetori:«Quinessun bunga bunga»Il sindacodi Firenze, MatteoRenzi, hacommentato il monitodi allarmelanciatotregiorni fadalcardinaleGiuseppeBetoridurante l’omeliadiSanGiovanni, patronodella città.Perquelche riguardapovertà, consumodicocainae giocod’azzardo(apropositodell’inchiesta suunpresunto«giro»di squillo inalcunialberghidellacittà), secondo Renzi«ègiustoe legittimoche il cardinaledicalasua, èuna lettura chesi puòcondividereomeno ma ègiusto chepossaesprimere lasua opinione». Ilsindacoricorda diessere statotra iprimia fare, insiemea GrazianodelRio, la campagna «noslot. Bisognacombattere il giocod’azzardo, laprostituzione,ma quello chenon miconvinceè l’immaginedi undegradomoraleche non vedo».

Immagineche Renzicontestaanchedaunaradio locale:«In questigiorni sulla cittàho letto lecosepiùinaudite, c’è il tentativo dirappresentareFirenze comeuna cittàchenon è»,ovvero la cittàdel «bungabunga».Chi decidedi darequella ideadicittà, dà un’immagineparziale».

F-35, acquisto congelatoDeve avere l’ok delle Camere

U. D. [email protected]

I tagli passanoda una visionestrategicaeuropeaL’ANALISI

UMBERTODEGIOVANNANGELI

Un’immaginedella Camera dei deputatiin una giornata di votazioni

● Passa la mozione Pd-Pdl a Montecitorio con381 sì e 189 no di Sel e M5S ● Stop per sei mesi,accordo anche col ministro della Difesa Mauro

GIUSEPPEVITTORIROMA

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ILCOMMENTO

AGOSTINOGIOVAGNOLI

Fininvest smentisce: «Indiscrezionisenza fondamento». Ma il Pdl è in fer-mento. A Palazzo Grazioli è in calen-dario un tourbillon di incontri neiprossimi giorni. C’è chi giura che, lu-glio o settembre, il ritorno a Forza Ita-lia è deciso. E il personaggio chiavedell’operazione è lei: Marina, la «cava-liera», la primogenita di Silvio che loha sempre difeso senza tentennamen-ti né imbarazzi, l’erede dinastica e for-se, in futuro, politica.

La bionda e combattiva imprendi-trice, una delle donne più potenti delmondo secondo Forbes, agita il parti-to suscitando l’entusiasmo senza ri-serve delle amazzoni (Daniela Santan-ché già vede i Kennedy italiani) ma an-che le cautele di chi, come Brunetta,teme le «dinastie» e boccia come «po-co plausibile un’investitura a caratte-re ereditario». Tiepida e piuttosto in-voluta anche la fidanzata di Berlusco-ni, Francesca Pascale: «Sono orgoglio-sa di essere amica di Marina e se faces-se un passo in politica non sarebbe unerrore, ma non credo che il padre siacosì d’accordo, considerato quelloche è successo a lui da quando è scesoin campo».

È la tesi delle colombe: «Il padre levuole troppo bene per lasciarla scen-dere nella fossa delle belve». Lei stes-sa, dunque, si è chiamata fuori riba-dendo che non intende impegnarsi inpolitica. Può darsi che sia davvero co-sì, ma è difficile prevedere l’evoluzio-ne del Pdl se a fine anno le cose preci-pitassero, con un leader interdetto invia definitiva. Ma anche prima, se nelPd scendesse in campo Renzi: Marinapotrebbe giocarsela alla pari per età,appeal mediatico e grinta.

Resta, al momento, una exit sta-tegy e, in fondo, una carta della dispe-razione. Da tenere coperta. Ancheperché troppo destabilizzante. CosìAlfano annacqua e stoppa: «Un cogno-me che è una garanzia. Marina è una

leader ma aziendale. Berlusconi è incampo e si batte come un leone. È luiil leader dei moderati».

Paradosso vuole che, sopravvissu-to almeno per il momento il governo,la pesantissima sentenza del Ruby-ga-te abbia riversato effetti immediatisulla tenuta del partito. La road mapverso Forza Italia sembra davverotracciata. La riunione dei gruppi perl’approvazione del bilancio e del ren-diconto (opportunamente tenuta sen-za il Cavaliere) ieri si è trasformata inuno sfogatoio. Con Galan che invoca-va il ritorno all’ormai mitico «spiritodel ‘94» e Verdini che gli dava ragio-ne. «Qui parliamo di tecnicalità - hatuonato l’ex governatore veneto - Mabisogna discutere di idee, identità, ri-lancio». E Stefania Prestigiacomo: «Il

Pdl è superato, oggi comincia la ri-strutturazione per tornare a Fi». Lostesso Alfano conferma l’accelerazio-ne: «È un progetto irreversibile». Manei molti i malumori, anche lui finiscenel mirino per la gestione del partito“distratta” dagli impegni di governo.Non è un mistero che i falchi invochi-no un approccio più aggressivo. Bian-cofiore, pur ringraziando il segretarioche ha proposto di affidarle le dele-ghe della ministra Idem dimissiona-ria, gli chiede di impegnarsi per laSantanché vicepresidente della Came-ra (che il Pd non vuole votare). E ungruppo di parlamentari medita anchedi raccogliere firme per affiancargliun vice.

Il Cavaliere, di fronte a questi som-movimenti, resta freddo. Intanto, nonha apprezzato la manifestazione algrido di «siamo tutte puttane» orga-nizzata da Giuliano Ferrara in piazzaFarnese. «Una cosa è portare in piaz-za migliaia di persone da tutta Italia -pare abbia commentato - Così non ser-ve...». Anzi, questo il pensiero del lea-der, è controproducente dal punto divista dell’effetto mediatico. Ma anchesui propositi bellicosi dei falchi a Pa-lazzo Grazioli regna molto scettici-smo.

Il che non significa che l’esecutivomangerà il panettone, ma che la tre-gua estiva è ormai nei fatti: «Che alter-native mi offrite? - domanda Berlusco-ni a tutti gli interlocutori - Sapete checosa succede se mandiamo Letta a ca-sa adesso?». La risposta è scontata edevoca fantasmi ormai noti. Una mag-gioranza alternativa con i Cinque Stel-le. Un ritorno all’odiato Mattarellumper le prossime elezioni. Napolitanoche non scioglie le Camere o, peggio,si dimette. Il pessimismo che alberganel Cavaliere, la delusione nei con-fronti dell’inquilino del Colle che«non ha fatto nulla», lo portano a rida-re corpo al suo peggior timore: «E seeleggessero Prodi presidente della Re-pubblica?». Già, perché Silvio scher-zando si paragona a Mandela, «anchelui in fondo è stato in carcere...», e siconsola: «Mi stanno facendo diventa-re martire». Ma sa bene che anche nelPd, la ferita della «carica dei 101« nonsi è rimarginata. E pende come unaspada di Damocle, a meno di riformein senso presidenzialista, sulla futuraconvocazione dei grandi elettori.

SEGUEDALLA PRIMAÈ seguito il governo «tecnico» diMonti, cui è andato un altissimogrado di fiducia mentre una diffusasfiducia colpiva tutti i partiti politici.Quest’onda è arrivata fino alleelezioni del 2013 da cui sono scaturitiil pesante arretramento del Pdl, la«non vittoria» del Pd e l’affermazionedel terzo polo «antipolitico», ilMovimento 5 Stelle, oltre alla novitàdi Scelta Civica. Passati pochi mesi,però, il grillismo appare già in crisi,mentre le elezioni amministrativehanno ridato fiato al Pd. Intanto, nelcentrodestra, la condanna diBerlusconi rende sempre più urgentepensare a un futuropost-berlusconiano.Questi elementi spiegano diversimovimenti in atto nella politicaitaliana. A Casini viene attribuito un

rapido movimento verso i cosiddettimoderati, mentre esponenti di ItaliaFutura dichiarano di puntare suRenzi. E in senso bipolare sembranospingere indirettamente anche quanti,nel mondo cattolico, interpretano inmodo riduttivo la novità di PapaFrancesco. C’è infatti chi contrapponela «semplicità» di Francesco alla«profondità» di Benedetto, chiannacqua i segni di cambiamento inuna continuità di fondo e chi, infine,pur riconoscendo le novità cerca diincapsularle nelle dinamiche delpassato. In questo modo, persino iforti richiami del Papa all’attenzioneverso chi più soffre a causa dellapovertà vengono usati per rilanciarel’immagine di una Chiesa che gioca inproprio, affermando i suoi valori ergaomnes senza entrare nelle dinamichedella politica.Insomma, anche senza i cosiddettivalori non negoziabili, apparepossibile rilanciare un cliché dirapporti tra Chiesa e politicafunzionale al bipolarismo della

seconda Repubblica e che Berlusconiha saputo utilizzare ampiamente asuo vantaggio.Il pendolo, dunque, sembranuovamente oscillare verso ilbipolarismo. Ma la crisi delMovimento 5 Stelle o le discussionidentro Scelta Civica non bastano peraffermare che si può tornare senzaproblemi al bipolarismo. Da circa unventennio, la politica italiana nonriesce a liberarsi dall’errore dianteporre la definizione del modellopolitico-istituzionale alla concretarealtà delle forze politiche in campo.È accaduto nel 1994, succedenuovamente oggi. Il circuitopolitico-mediatico è concordenell’affermare che tra un anno saràRenzi a vincere le elezioni. Masarebbe sbagliato non interrogarsi sulcontesto in cui si collocherà questapossibile vittoria.Non si tratta solo di una previsionetroppo anticipata che espone l’Italia amolte fibrillazioni e lo stesso Renzi amolti rischi. La fisionomia renziana di

candidato spostato verso il centro nonpiacerà presumibilmente ad una vastaarea di sinistra composta da Sel edalla galassia grillina e porràproblemi ad una parte del Pd. Sulcentrodestra, intanto, il tramontodella leadership berlusconiana e/ouna sconfitta ad opera di Renzipotrebbero sciogliere i legami chehanno tenuto insieme per lungotempo realtà tanto diverse, da An allaLega, dai cattolici di Cl ai radicali diMarco Pannella, ecc. È difficile,insomma, che il panorama politicoitaliano assuma spontaneamente unafisionomia bipolare. Ed è auspicabileche non rimangano in vigoreforzature del sistema elettoralepalesemente incostituzionali come ilPorcellum o che tornino a presentarsifenomeni come il berlusconismo ingrado di manipolare in senso bipolareil sistema politico.Il ritorno al bipolarismo si scontra,inoltre, con una difficoltà ancora piùimportante: la crisi di fondo dellademocrazia rappresentativa. Tale

crisi, infatti, produce due spinteopposte: quella che enfatizza ilprimato della partecipazione e quellache insiste sulla governabilità. Il flopdel Movimento 5 Stelle è, in questosenso, emblematico: efficacissima«macchina da guerra» per raccogliereconsensi, i grillini si sono rivelatiimpotenti in sede di decisione politicae parlamentare. Per certi versi, SceltaCivica soffre invece di un problemaopposto: impegnatissima sul piano deiprogetti di riforma e dellaresponsabilità di governo, hamostrato limiti soprattutto nellaraccolta del consenso. Ma il problemac’era anche prima che emergesseroqueste due formazioni: per vent’annichi (il centrodestra) ha avuto piùconsensi è stato poco capace digovernare e chi (il centrosinistra) hapuntato soprattutto sul governo hafatto più fatica a raccogliere consensi.E non si capisce come il ritorno toutcourt al bipolarismo della SecondaRepubblica possa risolvereautomaticamente questi problemi.

POLITICA

FEDERICAFANTOZZItwitter@Federicafan

Marina la Cavalieraspaventa i big Pdl

Si riaffaccia il bipolarismo ma non è detto che funzioni

I setteannialCavnellospotdell’autonoleggio

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Brunetta: «Le dinastienon mi piacciono, non èplausibile un’investituraa carattere ereditario»

● Fininvest smentisce l’impegno della figliadi Berlusconi ma molti non ci credono● Alfano: «C’è Silvio in campo» ● Imminentel’archiviazione del Pdl e il ritorno a Forza Italia

LAPUBBLICITÀ TEDESCA

Sualcuniquotidiani tedeschi lapubblicitàdiun autoneggio giocatuttosuBerlusconi e lacondannaalprocessoRuby. Il sensodelmessaggio

suonacosì: «Stareda solo in galeraper7annipagando 4,5milionidi euro(aRuby,ndr)?Meglio essere in dueperungiorno pagando 143euro!».

6 giovedì 27 giugno 2013

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Sono ore pesanti per i quattro consi-glieri a 5 stelle del Comune di Roma.E pensare che la pattuglia capitanatadal candidato sindaco Marcello De Vi-to si era mossa secondo i canoni previ-sti dal movimento: ricevuta da Igna-zio Marino la proposta di indicare unassessore donna alla Sicurezza, i grilli-ni si erano rivolti alla mitica Rete conun sondaggio on line dal titolo «La pa-rola ai cittadini!».

E il sondaggio, riservato ai soliiscritti, ha pure funzionato: su un mi-gliaio di partecipanti, il 79% aveva det-to sì alla proposta di indicare un asses-sore tecnico. Peccato che Grillo li ab-bia scomunicati dal blog, «Non si fan-no alleanze, neppure mascherate».Dalla sera di martedì i consiglieri gril-lini di Roma sono nel panico. Cellularistaccati, nessuna comunicazione conl’esterno.

De Vito è furioso, così come i suoitre colleghi Daniele Frongia, VirginiaRaggi ed Enrico Stefano. Per tutta lagiornata di ieri sono stati tentati dalprendere una posizione pubblica, poihanno ripiegato sul silenzio. Come ilgiorno prima, quando l’imbarazzoaveva consigliato di annullare la confe-renza stampa prevista per illustrare inumeri del sondaggio sul web. I quat-tro si sono limitati a chiamare al telefo-no Marino, pochi minuti cordiali, incui hanno ribadito il «no grazie» impo-sto da Beppe e da Casaleggio, masche-rando il niet con la indisponibilità del-le persone che erano uscite dal son-daggio in Rete.

Resta il dato politico del sì dei mili-tanti in contrasto con la linea ufficia-le, ed è la prima volta da quando esisteil movimento. Soprattutto se si guar-da alla percentuale che sfiora l’80%.Stefano Zaghis, portavoce di De Vitodurante la campagna elettorale, nonnasconde la sua rabbia su Facebook:«Evviva la democrazia dei cittadiniche non contano nulla! Fine del gio-co!». Un commento a titolo personale,

che però la dice lunga sugli umoriche circolano tra i grillini romani do-po l’entrata a gamba tesa del leader,che doveva essere portavoce e inve-ce si è dimostrato un capo partito diquelli vecchio stile. «Non ci serve lapoltroncina per far valere le nostreidee», taglia corto Vito Crimi. A leni-re le ferite ci pensa Marino: «ColM5S ci sono molti punti in comune,sono sicuro che collaboreremo, hoanche rubato il loro slogan “l’onestàtornerà di moda”...».

L’ex comico si trova intanto oggisulla prima pagina di Panorama, tra inomi dei vip e dei politici che avreb-bero ricevuto un trattamento di favo-re per i soggiorni nei villaggi Valturofferti dalla società guidata a lungodall’imprenditore trapanese Carme-lo Patti e che oggi si trova in ammini-strazione straordinaria, mentre Pat-

ti è sotto inchiesta a Trapani con l’ac-cusa di essere un prestanome del bossmafioso Messina Danaro. Secondo Pa-norama, Grillo dal 2002 al 2007, con isuoi familiari e amici (formando ungruppo anche di dieci persone) avreb-be soggiornato nei villaggi Valtur diBaia di Conte in Sardegna e del Se-striere usufruendo di sconti fino al 70per cento. In un’occasione, a Sestrierenel 2002, Grillo non avrebbe pagato i12mila euro del conto per un «cambiomerci», probabilmente per uno spetta-colo agli ospiti del villaggio.

Si tratta di vacanze in periodi in cuiGrillo non era ancora impegnato in po-litica, e il suo nome viene citato accan-to a quello di altri vip e sportivi. Maanche a quello di politici come RenatoSchifani e Totò Cuffaro, i più assidui,e beneficiari di sconti amplissimi, senon proprio di soggiorni regalati co-me quello del 2009 a Favignana. Piùdefilata la posizione di Angelino Alfa-no, che ha ricevuto sconti più contenu-ti «previsti da catalogo o normalmen-te praticati per politica commerciale apersonaggi pubblici (e, dunque, an-che a giornalisti e comici)», ha spiega-to il suo legale Fabio Roscioli. Tra icomici appunto c’era anche Grillo.Che, come ovvio, non ha commesso al-cun illecito ma si ritrova ora in unacuriosa lista di ospiti vip insieme aSchifani e Cuffaro. Anche se i tempi incui le 5 stelle erano solo quelle del re-sort.

Sul fronte parlamentare, in attesadel «Restitution Day» di lunedì prossi-mo (i grillini consegneranno a Bancad’Italia un simbolico mega assegno dicartone dal valore superiore a un mi-lione e ci dovrebbe essere anche Gril-lo), si avvicina l’ennesimo addio. Il de-putato eletto all’estero Alessio Tacco-ni ha chiesto al capogruppo Nuti unaderoga visto l’alto costo della vita diZurigo, dove vive con la famiglia. Epretende che la questione venga di-scussa in una assemblea per capire «senel M5s c’è discriminazione». Insom-ma, vuole fare della sua vicenda perso-nale un caso politico, tentando di ribal-tare la regola imposta da Grillo secon-do cui la diaria va rendicontata e la par-te eccedente deve essere restituita.

Nuti ieri gli ha risposto: «Non ci sa-rà nessuna assemblea, gli ho detto direndicontare quanto ritiene giusto. Senon lo farà ne parleremo...». Difficileche la vicenda si concluda con un gen-tlemen agreement. E i falchi si diconocerti: «Lascerà per i soldi».

L’ANALISI

MICHELEDI SALVO

● LA LINEADIBEPPE GRILLO NONCAMBIA:QUALSIASIACCORDO TRA

PARTITIÈ UNINCIUCIO. Del resto, tuttociò è anche semanticamentecoerente con l’idea che si possa farepolitica solo dopo aver ottenuto il51% oppure che sia immaginabile unParlamento 100% monocolore.

L’idea del «lavorare insieme», peril governo nazionale o per quello diun Comune, è il seme dellademocraticità, e presupponeun’umiltà di fondo: nessuno puòpensare di aver ragione da solo e nonè bene rifiutare a priori le propostealtrui. Ignazio Marino, appena elettosindaco di Roma, come avevaannunciato in campagna elettorale,sta cercando di mettere insieme lamigliore squadra possibile, e ingenerale di aprire ed allargare alleforze politiche e sociali che ritiene

possano offrire qualcosa di buonoalla città. Per questo ha «aperto» aduna collaborazione - che neppuresignifica alleanza politica - con ilMovimento Cinque stelle, che si èpresentato come forza diinnovazione, offrendogli peraltroun’indicazione proprio sullatrasparenza e legalità. Qualemigliore occasione per mettere allaprova sobrietà, trasparenza econcretezza?

«In merito ad alcune iniziative deiconsiglieri comunali di Roma siribadisce che: il MoVimento 5 Stellenon fa alleanze, né palesi nétantomeno mascherate, con alcunpartito, ma vota le proposte presentinel suo programma. L’unica basedati certificata coincidente con gliattivisti M5S e con poteredeliberativo è quella nazionale che siè espressa durante le Parlamentariee le Quirinalie e quindi il voto chiestoda De Vito (il candidato sindaco M5Sa Roma, ndr) online non ha alcunvalore». Così parlò Beppe Grillo,

liquidando il M5S romano enegandogli la possibilità di pesare nelnuovo corso post Alemanno. E cosìGrillo ha anche liquidato qualsiasiproposta di confronto e sondaggiocon la base locale, quella che ha fattola campagna elettorale, ha chiesto ericevuto i voti reali, ha creduto dipoter davvero fare qualcosa di buonoper la propria comunità.

E invece no, Grillo getta lamaschera, lo fa sulla linea-Travaglio«collaborare = inciucio», e fermaqualsiasi reale ipotesi di confrontodal basso, negando anche l’idea (cuiormai nessuno crede più) che unovale uno: da oggi è evidente che valesolo lui.

Per il M5S, nella consueta logica

manichea tra buoni e cattivi, cheriguarda ormai tutta la vita delMovimento, a partire dai gruppiparlamentari, è il momento di farechiarezza: essere il braccio di Grillo, isuoi meri esecutori, oppure no?L’occasione magistrale sarà ilRestitution-Day, creatura perfetta,datata anche al momento giusto pernon accavallarsi con eventi mediatici«altrui». Mossa semplice di Grillo permettere a tacere ogni polemicainterna e ogni dissenso, e unire labase: i parlamentari che dissentonosono quelli attaccati a soldi epoltrone. E viene così cancellata ognipolemica. Da un lato i buoni,dall’altro i cattivi. Nessun distinguo enessuna via di fuga.

Tutto questo però non serveall’Italia, non serve alle personenormali, a quelle che non arrivano afine mese, a quelle che non hanno unlavoro né una speranza di averlo,non serve ai ragazzi che devonoscegliere se restare qui o andareall’estero, non serve alle imprese,

non aiuta i terremotati, non risolvealcun problema sociale.

Prima smetteremo di farciprendere in giro da queste retoriche,meglio sarà per tutti noi. Perché daquesto comportamento di Grillo,l’unico che ci guadagna è Berlusconi,il quale, in uno scenario senzaalternative, anche se decotto comeleader di una qualsiasi destra liberaleacquisisce, grazie alla lineaGrillo-Travaglio non solo maggiorelegittimazione, ma soprattutto poteredi condizionamento politico in virtùdello stato di necessità.

P.S. Un tempo Grillo sbandieravache «uno vale uno» e lui era unsemplice megafono. Bene, gli attivisti5 Stelle romani hanno scelto di dareun nome a Marino. Lui, da megafonoe portavoce, dovrebbe supportarequesta scelta. Invece… l’unica baseche lui riconosce sono gli iscritti alsuo sito. Tradotto, vuol dire cheanche a Roma gli attivisti noncontano nulla. Questi i fatti, il resto ènoia.

La presidente Fininveste Mondadori,Marina BerlusconiFOTO LAPRESSE

La rabbia dei grillini romani:«Finita la democrazia del web»

Beppe Grillo in un comizio FOTO INFOPHOTO

● Il sì all’accordocon Marino aveva presoil 79% ● Panorama:a Grillo vacanze Valtura prezzi stracciati

ANDREACARUGATIROMA

La filosofia di Grillo: quando uno vale zero

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Dietro il no a Marinouna strategia che puntaalla sovranità assolutadel capo sul Movimento

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Ospite in Sardegnae al Sestriere con scontifino al 70%. Tra i vipanche Schifani e Cuffaro

ILPROCESSO

Penati:hofattoricorsocontro laprescrizioneSièaperto ieri al tribunale diMonza ilprocessosul cosiddetto«sistemaSesto»,ovveroun presuntogiro ditangenti intornoal Comune diSestoSanGiovanni. Il procedimento, cheerastatodiviso in fari filoni per la scelta dialcuni imputati di farsi giudicareconritoabbreviato, ha ritrovato la suaunitàe si sono presentati inaula siaFilippoPenati,già sindaco di SestoSanGiovannioltre chepresidentedellaProvinciadi Milano ed exconsigliere regionaledellaLombardia,che l’imprenditorePiero Di Caterina,suoaccusatore. È rimasto poco in aulaPenati, solo il tempo di dichiarareancorauna volta la sua innocenzae diriferire, lasciando il tribunale,di averpresentato in Cortedi Cassazione larichiestadi rinunciaalla prescrizioneper il reatodi concussionerelativo allariqualificazionedelle areeFalck eMarelli alle porte diMilano. «Lunedì 24giugno i mieiavvocati hanno

presentato il ricorso contro ilproscioglimentoper prescrizione- hadettoPenati - mi auguroche laCassazioneaccolga il ricorso»,perchépossacelebrarsi il processo ancheperlapartedichiarata prescritta, ovverol’accusadi concussionerelativa allariqualificazionedelle areeex FalckeMarelli.Penati resta imputatoper leaccusedicorruzioneper la gestionedellasocietàautostradale MilanoSerravalle,acquisitadallaProvincia diMilano, relativamente allaconcessionedei lavoridella terza corsiadellaA7alla societàCodelfa, e difinanziamento illecitoai partiti. Lamattinataè statadedicata allequestionipreliminarie alcuni legalihannochiesto il trasferimentoa Milanopercompetenza territorialedellapartedelprocesso Milano-Serravalle,inquantosi ipotizzache lo scambio disoldi se c’è stato, si è realizzatonelcapoluogo.

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Nel mondo sono 14 i Paesi che hannogià leggi che consentono le nozze trapersone dello stesso sesso. A questi siaggiungono 12 Stati Usa: Massachuset-ts, Connecticut, Iowa, Vermont, NewHampshire, Washington D.C., NewYork, Maine, Maryland, Rhode Island,Delaware e Minnesota.

In Europa la Danimarca è stato ilprimo Paese a legalizzare i matrimonifra persone dello stesso sesso giànell’autunno del 1989. Nel 1997 la chie-sa luterana ha ammesso anche il ma-trimonio religioso delle coppie omo-sessuali; dal 2010 le coppie gay posso-no inoltre adottare i minori. L’Olandaha legalizzato le unioni gay nel 1998,dal settembre 2000 le ha equiparatealle nozze eterosessuali, anche per leadozioni. In Belgio la legge è del2003, tre anni più tardi sono state am-

messe anche le adozioni. In Spagna ilgoverno Zapatero ha approvato en-trambe nel luglio 2005. Stessa decisio-ne in Norvegia nel 2009, anno in cui laFinlandia ha riconosciuto le adozioniper le coppie gay, già legalizzate dal2001. Sempre nel 2009 la Svezia hastabilito che le coppie dello stesso ses-so si possono sposare sia civilmenteche con rito religioso, ma già dal 1995era stata riconosciuta una forma dipartenariato. In Islanda le nozze gaysono legge dal giugno 2010, la pre-mier Johanna Sigurdadottir, che nonha mai nascosto la sua omosessualità,ha festeggiato sposando subito dopola sua compagna. Nel gennaio scorsoin Portogallo il parlamento ha adotta-to in prima lettura il progetto di leggedel governo socialista che legalizza ilmatrimonio omosessuale. Pochi mesipiù tardi è arrivato il via libera di Fran-cia e Gran Bretagna.

In America, il Canada ha ricono-

sciuto i matrimoni gay dal 2005. An-che prima comunque la maggioranzadelle province canadesi autorizzava leunioni tra persone dello stesso sesso.In America latina, il primo Paese a fa-re questa scelta è stata l’Argentina:stessi diritti delle coppie eterosessua-li, sia per l’adozione che per l’assisten-za sanitaria, una legge che non piac-que all’allora arcivescovo di BuenosAires Bergoglio. L’Uruguay è stato ildodicesimo Paese al mondo ad appro-vare la legge, il secondo in AmericaLatina: tra gli aspetti più curiosi, lapossibilità data ai coniugi di deciderel’ordine del cognome da dare ai figli; ein caso di mancato accordo, di sorteg-giarlo. In Messico le nozze gay sonoriconosciute solo nella capitale e nellostato di Quintana Roo, mentre in Bra-sile solo nello Stato di Alagoas.

Nel resto del mondo i matrimonigay sono riconosciuti solo in Nuova Ze-landa e il Sudafrica.

Dopo un rinvio di 24 ore, la Corte Su-prema Usa ha finalmente deciso che èincostituzionale la legge federale chedefinisce il matrimonio come «l’unionetra un uomo e una donna». La coppiegay legalmente sposate godranno cosìdegli stessi benefici di quelle eteroses-suali. I giudici della Corte hanno votato5 contro 4 per respingere il provvedi-mento del Defense of Marriage Act (Do-ma) che privava le coppie gay sposatedi una serie di benefici tributari, sanita-ri e pensionistici. «La vita delle coppiegay sposate era oppressa dal Defense ofMarriageAct», ha spiegato Anthony Ken-nedy, uno dei giudici della Corte supre-ma che ha votato per bocciare il provve-dimento, «in maniera visibile e pubbli-ca». Il principale effetto del Doma, hasottolineato, era quello di individuareun sotto-insieme dei matrimoni, quelligay, e, anche se autorizzati dallo Stato,«renderli ineguali». Altri quattro giudi-ci liberali hanno votato insieme a Ken-nedy contro il provvedimento, difeso in-vece dai giudici John Roberts, SamuelAlito, Clarence Thomas e Antonin Sca-lia.

«LEGGEDISCRIMINATORIA»«L’amore è amore», ha commentato acaldo su Twitter il presidente BarackObama, che ha chiamato l’avvocato peri diritti dei gay Chad Griffin, per congra-tularsi, mentre si trovava sull’aereo AirForce One, in volo per l’Africa. «Quandotutti gli americani sono trattati comeuguali, indipendentemente da chi sonoo chi amano, siamo tutti più liberi», hafatto sapere il presidente Usa. «Quellalegge era discriminatoria - ha dettoObama in un comunicato - trattava lecoppie gay e lesbiche come cittadini di-versi di serie B». «La sentenza rappre-senta un vittoria - ha aggiunto - per lecoppie che a lungo hanno lottato per untrattamento paritario di legge, per ibambini i cui genitori ora sono ricono-sciuti come legittimi, per le famiglieche avranno da oggi in poi il rispetto ela protezione che meritano». «È anchefondamentale mantenere l’impegno

della nostra nazione per la libertà reli-giosa», ha sottolineato Obama. «Il mo-do in cui le istituzioni religiose defini-scono e celebrano il matrimonio è statosempre deciso da queste istituzioni.Niente in questa sentenza, che riguar-da soltanto i matrimoni civili, cambieràquesta situazione». Obama ha detto diaver chiesto al procuratore generaleEric Holder di lavorare per garantireche la legge federale rifletta la decisio-ne dei giudici.

La Corte suprema ha anche apertola strada per la ripresa dei matrimonigay in California. Decidendo di non pro-nunciarsi sulla cosiddetta «Proposition8», il referendum tenutosi nello Statonel novembre 2008 che aveva sancito ildivieto dei matrimoni tra persone dellostesso sesso. Di fatto la non-decisionelascia intatta quella di un tribunale fede-rale di San Francisco che aveva annulla-to tale divieto. Secondo i giudici, i soste-nitori del bando ai matrimoni gay nonavevano il diritto legale di presentareun ricorso contro l’annullamento. Trapochi giorni, quindi, gli uffici comunalidi ogni città californiana torneranno adaccettare le richieste delle coppie omo-sessuali di unirsi in matrimonio.

Non appena la notizia delle due sen-tenze ha cominciato a diffondersi, mi-gliaia di persone, in tutto il Paese, han-no festeggiato e brindato. Centinaia diattivisti si sono ritrovati per le strade diLos Angeles e di San Francisco, per ce-lebrare una decisione attesa da anni.Brindisi e lacrime, bandiere arcobale-no anche davanti alla sede della CorteSuprema a Washington, dove la fila perentrare nell’aula del tribunale per ascol-tare la sentenza si era formata già damartedì. In centinaia avevano dormitosul marciapiede, resistendo anche a untemporale. Solo un gruppo ristretto erariuscito a entrare in aula. Alla letturadelle sentenze, è scoppiato un boato digioia tra coloro che erano sui gradinidell’edificio e nella piazza antistante.Tra di applausi, gli attivisti hanno canta-to slogan «Doma is dead», («Il Doma èmorto») e «Viva gli Stati Uniti». Un ra-gazzo del Wisconsin ha spiegato di esse-re a Washington per sperimentare «lastoria, proprio come quando vennemessa fine alla discriminazione per gliafro-americani».

Fuori dal coro, la reazione dei vesco-vi Usa: «È un giorno tragico per il matri-monio e per la nostra nazione», si leggenel comunicato della conferenza epi-scopale che porta la firma dell’arcive-scovo di New York Timothy Dolan. At-tualmente, gli Stati che consentono ma-trimoni gay sono 12: Washington, Iowa,Minnesota, Delaware, Maryland, Con-necticut, Maine, Massachusetts, NewHampshire, New York, Rhode Island,Vermont. A questi si aggiunge la capita-le del Paese, District of Columbia (Dc).Quelli che permettono le unioni civilisono California, Colorado, Hawaii, Ne-vada, Oregon, Illinois, Wisconsin eNew Jersey.

LASENTENZA STORICA

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La gioia dei sostenitori dei diritti gay davanti alla Corte Suprema a Washington FOTO INFOPHOTO

● Per i novegiudici il matrimonionon è solo tra un uomoe una donna ● Estesiai coniugi omosessualigli stessi diritti● Lacrime di gioiaed esultanza in piazza● I vescovi: «Giornotragico per la nazione»

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Nozze gay, la Corte suprema dice sì

Tutti i Paesi dove «Love is love»

8 giovedì 27 giugno 2013

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Tailleur bianco e scarpeda ginnastica rosa. Wen-dy Davis si è presentatacosì alla sua personalemaratona contro la leg-ge che avrebbe riporta-

to le donne del Texas indietro neltempo in fatto di aborto, secondol’orologio ultra-conservatore eteo-con. Dalle 10 e tre minuti del mat-tino alle 11,18 di sera, in piedi davantial Senato texano la democratica Da-vis ha spiegato perché sarebbe statoun errore. È stata interrotta comenelle favole una manciata di minutiprima che scoccasse la mezzanotte,perché il suo «filibustering» ostruzio-nista è stato giudicato ondivago e so-prattutto per dare il tempo ai senato-ri di votare entro i termini legali lemisure anti-abortiste. Diciannove vo-ti a favore, dieci contrari. Il Senatodel Texas ha approvato.

Sembrava una sconfitta, per quan-to onorevole, per Wendy che si erabattuta come un leone per portare idiritti delle donne alla sponda sicuradel nuovo giorno. Ma, verso le duedel mattino, il vice-governatore Da-vid Dewhurst ha dovuto ammettereche c’era stato un errore, dichiaran-do nulla la procedura di votazione:dai tabulati risultava chiaramenteche il voto era avvenuto pochi secon-di dopo la mezzanotte. «È la cosa piùincredibile che abbia mai visto in tut-ta la mia vita», ha confessatoDewhurst.

GLIAUGURI DI OBAMA«StandforWendy». Come per l’uomoin piedi di piazza Taksim, immobiledavanti alle prepotenze del governoturco, anche la senatrice democrati-ca ha avuto un suo hashtag e una fol-la che l’ha seguita via Twitter, virtual-mente in piedi con lei. Il suo discorsoin streaming ha collezionato150.000 mi piace, il presidente Ba-rack Obama le ha mandato parole diincoraggiamento. Perché Wendy,con i capelli biondi un po’ sciupati, lafaccia stanca, il tailleur bianco e le

scarpe da ginnastica era un pezzod’America: in piedi, come impone ilregolamento del Senato del Texas,per non tornare indietro nel tempo,dove sotto l’apparente tutela della sa-lute delle donne si cercava di con-trabbandare ben altro. Il progetto dilegge, sostenuto dai repubblicani, ol-tre a vietare l’aborto dopo la ventesi-ma settimana imponeva infatti l’ob-bligo di ricorrere a strutture dotatedi reparti chirurgici per l’interruzio-ne di gravidanza. Di fatto si sarebbetradotto in un pesante ridimensiona-mento del diritto all’aborto, perchédelle 42 cliniche texane che attual-mente consentono l’interruzione digravidanza, 37 non avrebbero avutoi requisiti necessari per operare.

RAGAZZA MADREWendy non ha fatto tutto da sola.L’avevano scelta perché è una che sail fatto suo, perché ha avuto un figlioquando era ancora una ragazzinama è riuscita a laurearsi in legge adHarvard, andando avanti a forza ditestardaggine. A darle una mano c’èstata comunque una raffica di mozio-ni presentate dai colleghi democrati-ci. E poi, quando è stata interrottaper essere andata fuori tema, è arri-vata la cavalleria: 400 manifestantiche hanno fisicamente interrotto i la-vori de Senato per 15 minuti, un al-tro scampolo di tempo strappato coni denti.

È alla confusione di quegli ultimiminuti prima della mezzanotte che ilrepubblicano Dan Patrick attribui-sce la responsabilità di quel voto alfoto-finish. Nel bailamme generalesi sono bruciati istanti preziosi, cheavrebbero potuto fare la differenza.E invece.

«Mi fa male la schiena e non hopiù parole», ha detto lei quando tut-to è finito e i sostenitori la circonda-vano congratulandosi. «Abbiamomostrato la determinazione delledonne texane». Juan «Chuy» Hinojo-sa, senatore democratico, la mettecosì: «Questa è la democrazia».

Obama: «Oggi siamo più liberi»

SEGUEDALLAPRIMAO, per passare dal Presidente degliStati Uniti a Fabrizio De Andrè,«l’amore ha l’amore come soloargomento». In altre parole, il chi e ilcome non sono e non devono esserela questione più rilevante, e tantomeno costituire un ostacolo, quandovi sia un legame amoroso. Nediscende che, secondo la sentenzadella Corte Suprema degli Stati Uniti,il matrimonio non è un istitutodestinato a sancire esclusivamente ilrapporto fra uomo e donna.Insomma, la Corte afferma che laterza parte del Defense of MarriageAct legge federale che dal 1996 haattribuito lo statuto di matrimoniosolo all’unione fra individui di sessodifferente, è incostituzionale. Devonoessere riconosciuti, di conseguenza,anche alle unioni omosessuali ibenefici federali (tributari, sanitari epensionistici), di cui godonoattualmente le sole coppie composteda un uomo e una donna. Fatto assaiimportante, e decisamente risolutivo,è che abbia votato in favoredell’abrogazione di quella normadiscriminatoria il repubblicanoAnthony Kennedy, che ha unito ilproprio voto a quello dei quattrogiudici liberal, differenziandosi dalpresidente John Roberts e dagli altricolleghi di ispirazione repubblicana.La Corte doveva decidere a propositodi due ricorsi (United States versusWindsor e Hollingworth versusPerry), al fine di verificare se ilDefense of Marriage Act violasse ilprincipio di eguaglianza sancito daltesto costituzionale. La risposta èstata affermativa: la legge federale inquestione viola il principio di paritàtra i cittadini. E non solo sul pianogenerale e astratto delle affermazionidi valore e dei capisaldi fondativi deisistemi democratici, bensì anche suquello concreto delle politichepubbliche. Secondo il testocostituzionale, ogni volta chel’esecutivo impone un obbligo oconcede dei benefici - in questo casole prerogative delle coppieeterosessuali - non deve negare anessuno la «equal protection», ovverouna tutela eguale.Pertanto, la sentenza della Corterappresenta «un passo decisivo versol’uguaglianza», per riprendere leparole di Obama, che applaudel’abrogazione di una norma che«trattava coppie gay innamorate eimpegnate come cittadini di serie B».Se fosse ancora necessario (e visti ilsollievo e il consenso con cui ladecisione è stata accolta, lo èeccome), è stata ulteriormenteconfermata l’idea secondo cuil’uguaglianza si gioca anche, esoprattutto, nel riconoscimento delledifferenze.Lo spazio dei diritti è, dunque, quelloche più efficacemente può assicurareparità di condizioni e di garanzie asoggetti differenti per identità e perstili di vita, per disponibilità dirisorse e capacità sociali. Non è uncaso che nell’argomentare la storicadecisione la Corte abbia richiamato ilQuinto Emendamento, relativo, tral’altro, alla difesa delle libertàindividuali perché, evidentemente,attribuire trattamenti differenti asituazioni analoghe corrisponde a undeficit di «libertà eque» (ancoraObama).Una nitida «lezione americana».Sapremo coglierla in Italia?

Lasenatricedemocraticahaparlato10oree45minuti,perbloccareuna leggecheavrebbechiuso37delle42clinichedovesipuòabortire

IL CASO

Una lezioneamericana

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Per pochi secondile nuove normenon sono state approvate:«È la democrazia»

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Ieri il presidenteha lanciatosu Twitterl’hashtag#loveislove

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Wendy, che salvò l’aborto in Texas

IL COMMENTO

LUIGI MANCONI - ANGELACONDELLO

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SEGUEDALLAPRIMACiò non significa affatto ignorare leemergenze e le strette della situazio-ne. Ma per affrontarle dobbiamo col-locarci in una prospettiva più ampia.La crisi italiana non è solo una crisieconomica. È di identità. È crisi del-la rappresentanza politica democra-tica. È il distacco della società civiledallo Stato. Non dobbiamo stupircise il disprezzo della politica è arriva-to a questo punto. È finita una storiae anche la decadenza economica sispiega con ragioni geo-economichee geo-politiche. L’Italia non sa piùchi è. Non vede il suo futuro. In so-stanza non ha una classe dirigenteche sia in grado di pensare l’interes-se generale e di dare al Paese unamissione.

Di qui l’enorme responsabilitàche pesa sul Pd. È quella (come diceanche Castagnetti) di capire che afronte di una realtà come questa ilproblema del Pd è che esso può pen-sare se stesso solo se salverà la demo-crazia del nostro Paese. Che sensoha una discussione congressuale cheparli del governo senza affrontarequesto nodo?

La nostra immagine è incerta.Non si capisce dove vogliamo anda-re. Si parla di nuovi leader ma non sidice che prima di tutto bisognereb-be ridare un’anima a questo Paese eche per insediarsi nella sua nuovastoria non si può cancellare il passa-to. Il compito della sinistra è affer-marsi come il nuovo «partito nazio-nale». Cosa vana se non ripartiamodagli ultimi e se non ritroviamo radi-ci forti nel popolo.

Politica interna e politica esteranon si possono più separare. Comin-ciamo quindi col dire che l’effettivacapacità del Pd di rappresentare unaalternativa reale dipenderà semprepiù dal ruolo che saremo in grado disvolgere nel vivo del travaglio di pro-porzioni storiche che scuote l’Euro-pa. Qui, in realtà, si gioca la partitacontro la potenza delle grandi oligar-chie che dominano il mondo. Qui sigioca anche il nostro destino. Solocon l’Europa possiamo affrontare ipericoli estremi che l’Italia sta cor-rendo. Solo in questo quadro possia-mo pensare a come ricostruire il Pae-se.

DEBITOE DISEGUAGLIANZETutto è molto difficile ma l’obiettivodi portare nel mondo globale la forzadi 450 milioni di europei, il loro enor-me patrimonio di idee e di creativitàumana, il loro immenso retaggio cul-turale è esaltante. Ma è credibile so-lo se questo compito lo prendono inmano le forze politiche europee de-mocratiche, e non le burocrazie tec-nocratiche.

Bisogna capire meglio perché lacrisi italiana è arrivata al rischio diesiti così catastrofici. Al fondo, ci so-no tutte le storture del nostro svilup-po ineguale e ingiusto. Il debito pub-blico italiano si è accumulato in que-ste dimensioni enormi per colpa de-gli italiani. Soprattutto delle loro di-suguaglianze. Ma nessun nuovo rifor-mismo sta in piedi se non tiene contodi ciò che è avvenuto nella storia del

mondo con l’avvento della mondializ-zazione e delle forze che finora l’han-no guidata. Non ritorno su analisi no-te. Ma è evidente che questo sistemaè arrivato al termine della corsa. Sene è accorto anche il collegio cardina-lizio.

Come se ne esce? Un grande parti-to della sinistra europea non puònon porsi questo interrogativo. Devesapere che il fatto che ha più pesatonon è di natura economica. È il disfa-cimento del grande compromessostorico (non economico soltanto)

che è stato per quasi un secolo allabase della democrazia occidentale. Ilcompromesso tra il capitalismo indu-striale e la democrazia. Ma non sipuò più tornare indietro. Perciò –piaccia o no – lo sviluppo del Paesenon ci sarà se esso non viene posto suuna nuova base sociale, non tecnica.

Al posto del vecchio blocco italia-no delle rendite e delle consorterienoi dobbiamo puntare sulla forma-zione di un nuovo blocco storico,cioè su una grande alleanza tra le for-ze che in vari modi rappresentano illavoro, l’impegno produttivo e l’enor-me deposito di cultura, di bellezza edi vita «buona» rappresentato dallaciviltà italiana.

La discussione sul nuovo leadernon può oscurare la grande sceltache sta di fronte a noi. Quali spazireali si aprono, a questo punto, a unaforza riformista la quale si muove inuna società che in questi anni è statanegata come tale, cioè come insiemedi legami storici, culturali, anche an-cestrali? Con l’idea, addirittura teo-rizzata, che il mondo è fatto solo diindividui immersi in un eterno pre-sente, i quali definiscono la loro iden-tità in un modo solo, nel rapportoche hanno col consumo e quindi coldenaro.

Chi dice che ciò che sto dicendo è«fuori tema» non capisce nulla. Nonvede il rischio molto concreto che la

sinistra e le forze democratiche si ri-ducano a «flatus vocis», a poco piùche combinazione elettorali. Non ca-pisce che annunciare programmi ècosa vana se essi restano inapplicabi-li in quanto non riescono a ridare cit-tadinanza ai ceti popolari. Nessunprogetto è credibile se invece di resti-tuire alla democrazia gli strumentiper decidere persiste nell’idea chedomina da anni secondo cui la socie-tà è poco più che la somma degli indi-vidui, per cui il solo modo per tener-la insieme è la demagogia del populi-smo oppure il «lasciar fare al merca-to».

COS’ÈUN PARTITOPurtroppo è da qui che è venuta an-che l’idea di sostituire il partito deimilitanti con il partito degli elettori.È vero che gli elettori contano per-ché votare significa decidere. Manon bastano gli elettori per costruireassociazioni, strumenti di partecipa-zione collettiva, insediamento, cultu-ra, ideologia.

Il cuore dello scontro è qui. Lo sco-po di queste note che riassumono untesto più ampio e che pubblico on li-ne è mettere in campo un’idea menooligarchica della democrazia. Io par-to dal riconoscimento che il lavoro èil luogo della realizzazione di sé nonsolo come soggetto sociale ma anchecome fondamento della cittadinan-za.

È evidente, però, che la figura dellavoro è una figura larga, che inclu-de l’attività umana nelle sue diverseforme, e non si esaurisce nello sche-ma tradizionale del conflitto di clas-se. Il lavoro è insieme il luogo dellarelazione e il luogo dell’autonomia,della possibilità cioè di dominare lacomplessità sociale e l’incertezzache le è connaturata.

Il passaggio da costruire è il supe-ramento di ogni forma di lavoro ser-vile, di precarizzazione, per realizza-re una condizione di autonomia, sen-za di che – senza cioè creare una con-dizione umana segnata da una piùforte conoscenza, responsabilità epartecipazione alle decisioni – diven-ta impossibile governare l’economiadi un mondo globalizzato. Questo è ilpunto.

Io vedo qui il nuovo campo di ini-ziativa politica ed economica per ilpartito riformista moderno. Un com-pito vasto proprio perché non si rivol-ge solo a una parte, ma all’intera so-cietà. E non a parole ma perché met-te concretamente in relazione le ra-gioni della libertà individuale e quel-le della comunità, costruisce la comu-nità contro le spinte dissolutive e di-fende l’autonomia e la dignità dellapersona contro i meccanismi di alie-nazione. Questo è il riformismo. Per-ciò la presenza cattolica è parte costi-tutiva del Partito democratico.

Dopotutto il tanto invocato «nuo-vo» significa in Italia tenere insiemelaicità, umanesimo cristiano e la lot-ta per l’emancipazione dell’uomoche fu propria del socialismo. Sottoli-neo «lotta». Sarà diversa dal passatoma sempre lotta deve essere e non lachiacchiera sulle persone o su valoriastratti.

Untestoper contribuireal «nuovo»Pd. Il documento integraledi AlfredoReichlinper il congresso delPartitodemocraticosonoda oggion linesulnostrositoUnita.it.Leggetee commentate le 13paginedel testo.Nella sezione speciale«QualePd»,(www.unita.it/italia/quale-pd)potreteanchetrovare interviste,commentie altridocumentipreparatoridelprossimo congressodemocraticoe un viaggionei circolicon i videodella «base» delpartito.

Il Pd riparta dal lavoro,base della cittadinanza

FOTO LAPRESSE

Il testocompletosuunita.it

Sei donne e sei uomini, sei tecnici esei politici, una squadra, avrebbe det-to Nanni Moretti, di splendidi qua-rantenni. Dopo giorni di tensioni erimbrotti, il sindaco dei curricula hapresentato la giunta che guiderà ilCampidoglio, nell’auspicio di Igna-zio Marino, per i prossimi cinque an-ni.

Il nome nuovo è quello di DanielaMorgante, che guiderà il difficilissi-mo assessorato del Bilancio e «razio-nalizzazione della spesa». Avvocato,40 anni, la sua esperienza è soprat-tutto di revisore dei conti e finanzia-rio, al Tar del Piemonte, alla Bce, al-la Corte dei conti. Manca all’appello

il nome che avrebbero dovuto forni-re i Cinquestelle, quello «prestigiosis-simo», dice il sindaco, del vice questo-re Rossella Materazzo. «Per me - di-ce il sindaco - la politica è un campoaperto alle idee e alla collaborazio-ne, è stato il leader carismatico cin-questelle a chiudere e me ne dispiac-cio».

Fortissimo l’impianto sociale del-la squadra. Al «sostegno sociale e sus-sidiarietà» va Rita Cutini, 52 anni,esperta di servizi sociali e impegnatanel volontariato. «Non c’è stata nes-suna trattativa - dice Mario Marazzi-ti, della comunità di Sant’Egidio - mala sua presenza è una a promessa dicollaborazione futura». Di forte im-pronta sociale anche l’esperienza diDaniele Ozzimo e di Paolo Masini,

consiglieri comunali anziani, il pri-mo si dovrà misurare con l’emergen-za casa, il secondo, oltre alle perife-rie, dovra occuparsi dei lavori pubbli-ci.

La più giovane del gruppo è MartaLeonori, 36 anni, testa politicadell’area Marino a Roma, il suo asses-sorato si chiama «Roma produttiva»,la gatta da pelare, per lei, è la «ca-sba» del commercio romano. Ai rifiu-ti va Estella Marino, 38 anni, inge-gnere ambientale, ha molta compe-tenza e poca esperienza, però piaceagli elettori romani anche perché èuna testa libera.

L’impiaanto sociale si sente persi-no nell’urbanistica. Giovanni Caudo,da studioso, si è molto occupato diedilizia pubblica. Ignazio Marino sot-

tolinea la discontinuità nella sceltadi Caudo, 49 anni, sarà «consumo ze-ro di suolo ma ci saranno moltissimicantieri di rigenerazione urbana».

Il delicatissimo compito della mo-bilità e dei trasporti tocca a GuidoImprota. Manager di area rutellianadi Alitalia, dovrà scendere a terra eanche sotto terra, con i lavori dellametro C.

Alla scuola, infanzia e pari oppor-tunità va Alessandra Cattoi, 45 anni,storica collaboratrice del sindaco. Al-la cultura Flavia Barca, esperta so-prattutto di comunicazione televisi-va. Agli stili di vita Luca Pancalliche, sottolinea il sindaco, durantecalciopoli, è stato commissariostraordinario della Figc. Il vice sinda-co, Luigi Nieri, il più anziano del

team, 59 anni, avrà anche l’assesso-rato al Patrimonio. Non c’è una dele-ga alla personale e alla macchina am-ministrativa.

È un mix, commenta FrancescoD’Ausilio, appena eletto capogrup-po Pd, «di competenza, di aperturacivica e di contributo politico. Ora co-me giunta e come consigli dovremoimprimere un elettrochoc alla politi-ca romana».

Il candidato più accreditato per lapresidenza del consiglio è Mirko Co-rati. Gli aspiranti al delicaatissmo in-carico di presidente della commissio-ne urbanistica sono tre, Dario Nan-ni, Antonio Stampete, Pierpaolo Pe-detti. Per anzianità sono favoriti i pri-mi due. Enzo Foschi è capo della se-greteria politica del sindaco.

POLITICA

«Alpostodelvecchiobloccoitalianodelle renditeedelleconsorteriedobbiamopuntaresulla formazionediunnuovobloccostorico»

ALFREDOREICHLIN

IL DOCUMENTO

Marino vara la giunta: sei uomini e sei donneJOLANDABUFALINIROMA

L’INTERVENTO

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È di nuovo bufera su Francantonio Ge-novese e la parentopoli nell’ambitodella formazione professionale sicilia-na. Pochissimi giorni dopo il risultatodelle amministrative di Messina, doveil candidato sostenuto da Genovese èrisultato sconfitto, il deputato messi-nese, eletto alla Camera lo scorso feb-braio, risulta indagato assieme allamoglie, la sorella, la cognata, il cogna-to, il nipote, due mebri della sua segre-teria e altre tre persone. Sono undici inomi che risultano nella richiesta diproroga delle indagini preliminariinoltrata dalla Procura di Messina,avanzata dal procuratore aggiunto Se-bastiano Ardita e i sostituti FabrizioMonaco, Antonio Carchietti e CamilloFalvo, lo scorso 10 maggio. L’ipotesidi reato per cui indagherà ancora per iprossimi 6 mesi la Procura peloritanaè di associazione a delinquere finaliz-zata al peculato e alla truffa comunita-ria continuata, ovvero per erogazioni,finanziamenti provenienti da enti pub-blici tra cui anche la Comunità euro-pea con l’aggravante prevista dall’art.61 n. 2 del codice penale, di averli com-messi per eseguirne od occultarne al-tri.

Il periodo per il quale indaga la Pro-cura va dal 2007 fino al 31 marzo del2013. Altri 6 mesi di indagini, dunque,per il deputato messinese, per la mo-glie, Chiara Schirò, la cognata, Gio-vanna Schirò, la sorella, Rosalia Geno-vese e il nipote Marco Lampuri. Inda-gato anche il cognato e deputato regio-nale per il Pd, Franco Rinaldi. Ancora,Concetta Cannavò e Roberto Giunta,entrambi pilastri della grande segrete-ria dell’onorevole in via Primo settem-bre. Risulta indagata anche GraziellaFeliciotto, moglie di Elio Sauta, consi-gliere comunale per il Pd nella ammi-nistrazione uscente, indagato pure luiin un altro filone d’inchiesta sulla For-

mazione. Infine, Nicola Bartolone, exsindaco di Montalbano Elicona, e Sal-vatore Natoli, commercialista.

Quasi tutti gli indagati figurano avario titolo nella società Gefin-Geno-vese Srl. L’ex segretario del Pd sicilia-no risulta presidente e amministrato-re delegato, consigliere e amministra-tore delegato risulta invece ConcettaCannavò, mentre Lampuri riveste ilruolo di vicepresidente del consigliodi amministrazione. Chiara e Giovan-na Schirò sono consiglieri, SalvatoreNatoli risulta infine sindaco supplen-te. «Ho piena fiducia nella giustizia epertanto sono a disposizione dei magi-strati per fare chiarezza in merito aquanto mi viene addebitato», com-menta Franco Rinaldi, deputato regio-nale per il Pd eletto lo scorso ottobrecon 18 mila preferenze (il più votato inSicilia).

Il primo grattacapo per il ministrodell’Istruzione Maria Chiara Carrozzaarriva dalla questione dei docenti di so-stegno. A fine anno aveva fatto discute-re la direttiva ministeriale emanatadall’allora ministro Profumo che forni-va indicazioni operative e strumentid’intervento per gli alunni con Bes (bi-sogni educativi speciali) seguita dallacircolare esplicativa n. 8 del 6 marzo2013. Questa normativa si inseriva inun quadro di continui tagli al persona-le di sostegno sui quali in passato si eraespressa anche la Corte Costituzionaledichiarando illegittima la norma cheponeva un limite per le cattedre in de-roga. A titolo d’esempio nelle scuoleelementari di Roma e provincia glialunni diversamente abili iscritti all’an-no scolastico 2013-14 saranno 7.302, idocenti di sostegno 1.989, con un rap-porto di un insegnante ogni 4 alunni.L’attuale titolare del Miur ha deciso dirimettere mano alla direttiva. Se appli-cata, gli insegnanti di sostegno specia-lizzati (cioè quelli che hanno seguitocorsi mirati) potrebbero essere asse-gnati solo agli alunni con disabilità gra-vi.

Nella categoria dei Bes rientrano iDsa (disturbi specifici di apprendimen-to), gli stranieri e chi proviene da situa-zioni familiari e sociali svantaggiate. Ildocente di sostegno sarà chiamato adintervenire solo nell’ipotesi di una disa-bilità legata ad una menomazione checrea handicap. La paura degli inse-gnanti di sostegno è di non essere dun-que più necessari perché sostituiti daidocenti curricolari, non specializzati.Lo stesso timore delle associazioni deigenitori che leggono il rischio che ibambini certificati come «lievi» riman-gano senza sostegno, per di più in clas-si di 30 alunni dove è già difficile perl’insegante curricolare prestare la do-vuta attenzione a ognuno. L’associazio-ne Genitori Tosti, formata da personeche hanno figli con disabilità, ha giàscritto una lettera al Ministro: «Ricor-diamo - scrivono - che l’inserimentoscolastico rappresenta il principio del-la partecipazione alla vita sociale diogni bambino, in difficoltà o meno. Ladirettiva del dicembre 2012 rappresen-ta l’ennesimo episodio di gestione po-co oculata della scuola pubblica, conparticolare gravità essendo coinvoltauna platea di persone che sommano aduna condizione complessa un delicatomomento della propria crescita».

Ieri un presidio di insegnanti preca-ri e genitori si è svolto sotto il Ministe-ro di viale Trastevere. Il 19 giugno scor-so, invece, il Comitato Docenti di Soste-gno Precari si era dati appuntamento aTorino: «Come genitori e docenti - ave-vano dichiarato - siamo preoccupatiper questi interventi che mettono in di-scussione il diritto allo studio dei fi-gli-alunni in situazione di handicap».Parla di «tentativi continui di destabi-lizzare la scuola pubblica» il Ciis (Coor-dinamento Italiano Inseganti soste-gno) mentre uno dei sindacati di cate-goria, l’Anief, avvisa Viale Trastevere:«non è possibile utilizzare la nuova nor-mativa sui Bes per operare un taglio di11mila docenti. Affidare un ragazzocon problemi di apprendimento, sep-pure non gravi, ad un insegnante non

specializzato comporta un’operazioneillegittima che i genitori possono facil-mente impugnare». La Flc - Cgil ha in-vece chiesto un tavolo urgente al mini-stro. «La riforma dei Bes in teoria èuna cosa buona - dice Federica, inse-gnante di sostegno in una scuola mediadella Capitale - ma non si deve risolve-re in un taglio del sostegno, il sottose-gretario Rossi Doria ci ha rassicuratoche così non sarà. Intanto ci riceveran-no ancora a settembre».

Dal Miur intanto dicono che è un«equivoco, nessuno ha mai pensato ditagliare niente, tutto questo è nato dal-la cattiva interpretazione di alcune pa-role del Ministro». Gli 11mila posti ri-marrebbero cattedre in deroga, da as-segnare a personale precario, a frontedella trasformazione di 90mila posti disostegno in organico di diritto. Lo stes-so ministro Carrozza aveva nei giorniscorsi ribadito: «Il piano triennale diimmissione in ruolo prevede anche mi-sure, compatibilmente con le risorse di-sponibili, per l’inquadramento in ruolodei circa 30mila docenti di sostegnoche vengono utilizzati annualmente».

Il deputato del Pd Francantonio Genovese

● Una vecchia direttiva «limita» la presenza di docenti solo ai casi più gravi● La ministra Carrozza: un equivoco, inquadreremo 30 mila precari

MANUELAMODICAMESSINA

Scuola, famiglie in rivoltasugli insegnanti di sostegno

Non solo tutto deve essere trasparentenegli uffici dello Ior ospitati nel Torrio-ne di Nicolo V in Vaticano, ma anche inmaggiore armonia con «la missione uni-versale della Sede Apostolica». Che è co-me dire che «lo Ior va radicalmente rifor-mato». Questo è l’obiettivo di Papa Fran-cesco e lo sta perseguendo con determi-nazione, sulla scia del suo predecessore,Benedetto XVI. La riforma dello Ior cisarà, come quella della Curia romana.Ma senza fretta o precipitazione.

Il Papa «gesuita» vuole prima capirebene quale sia l’attività svolta dallo Isti-tuto finanziario della Santa Sede. E vuo-le avere anche un quadro chiaro dei ri-svolti giuridici dell’attività svolta dalloIor che formalmente non è una «banca».Le dichiarazioni del presidente, il tede-

sco Ernest Von Freyberg e del direttoregenerale, Paolo Cipriani non hanno mi-nimamente «fermato» l’azione del pon-tefice. Dopo aver nominato come «prela-to» dello Ior monsignor Battista Ricca,uomo di sua assoluta fìducia, Bergoglioha deciso la costituzione di una specifica«Pontificia Commissione Referentesull’Istituto per le Opere di Religione»presieduta dal cardinale Farina e compo-sta da cinque membri che gli riferirà per-sonalmente e in modo costante sui suoilavori che inizieranno in questi giorni.La decisione è stata resa nota ieri. Conun atto «chirografo» (scritto di suo pu-gno) che porta la data del 24 giugno2013, Papa Francesco ha istituito il nuo-vo organismo che sarà coordinatodall’arcivescovo Juan Ignacio ArrietaOchoa de Chinchetru, giurista e uomodell’Opus Dei, mentre l’assessore dellaSegreteria di Stato, lo statunitense mon-

signor Peter Bryan Wells, ne sarà il se-gretario. Ne fa parte anche l’ex amba-sciatrice Usa in Vaticano, Mary AnnGlendon, esperta in diritto umanitario,e il cardinal Tauran, che è l’unico a farparte anche del Consiglio di Sovrinten-denza presieduto dal segretario di Sta-to, cardinale Tarcisio Bertone.

La commissione che avrà poteri ampid’indagine, che non potranno essere li-mitati dal «segreto d’ufficio» o da altriimpedimenti, passerà al setaccio le varieattività dell’Istituto. Potrà accedere a do-cumenti, atti e informazioni senza però

esautorare l’attuale «governance»: ilboard che la dirige, presieduta da Er-nest Von Freyberg e dal direttore gene-rale Paolo Cipriani. Per ora sono statitutti confermati. La struttura internadell’istituto e tutta la Curia romana sonoesplicitamente chiamati a collaborarecon la Commissione che avrà i mezzi ne-cessari per svolgere il suo compito. Po-trà avvalersi anche dell’apporto di con-sulenti esterni. La sua azione non inter-ferirà neanche con l’azione dell’Autori-tà di informazione finanziaria vaticana(Aif) che continuerà il suo lavoro.

Nella premessa al documento «chiro-grafo», che è composto da 9 articoli, sispiega quale sia l’obiettivo assegnato dalPapa alla nuova commissione pontificia:«Consentire ai principi del Vangelo dipermeare anche le attività di natura eco-nomica e finanziaria». Così, evidente-mente, si ritiene che non sia e la «separa-

tezza», la «mancanza di trasparenza e dicontrollo» sulle operazioni compiutedall’istituto finanziario vaticano malgra-do le iniziative già compiute per ade-guarlo agli standard internazionali, per-mangano. Papa Francesco ha spiegatola sua decisione «alla luce della necessi-tà di introdurre riforme nelle Istituzioniche danno ausilio alla Sede Apostolica».L’ha assunta - spiega - dopo aver «senti-to il parere di diversi cardinali e vescovi,nonché di altri collaboratori». È previ-sto che l’«intero archivio» della Com-misssione verrà consegnato al pontefi-ce. In definitiva, ha spiegato padre Lom-bardi, il Papa «si pone l’obiettivo di rifor-mare la banca vaticana per renderla piùattinente alle esigenze della Chiesa».«Qualsiasi decisione sulla sua natura -ha però precisato il portavoce - verràpresa dopo il lavoro che svolgerà questaCommissione».

Papa Francesco mette «sotto osservazione» lo Ior

ITALIA

Parentopoli sicilianaIndagato Genovese

Sit in di protesta sotto la sede del ministero dell’Istruzione FOTO LAPRESSE

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Una commissioneper decidere in che misural’attività bancariaè compatibile col vangelo

ROBERTOMONTEFORTECITTÀDELVATICANO

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La nuova titolare del Miurprova a rassicurarele associazioniche temono ulteriori tagli

12 giovedì 27 giugno 2013

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Scena numero uno. 27 giugno 1980,ore 20.45, aeroporto di Grosseto, ba-se del 20° Gruppo. Atterrano dueF104 intercettori, uno guidato dall’al-lievo Aldo Giannelli e un biposto ai cuicomandi ci sono gli ufficiali istruttori

Mario Naldini e Ivo Nutarelli. Dal caccia, levatosi involo alle 19.30 (17.30 ora zulu), è stato azionato perben due volte - «squoccato» si dice in gergo - unallarme generale che viene codificato in ambito Na-to. I due intercettori hanno volato, circa un paio dimiglia, nella scia del Dc9 Itavia, dieci minuti primache il velivolo si inabissasse nelle acque di Ustica.Gli F104 volavano con l’I-Tigi sulla sinistra, a ore 11,lungo l’aerovia Ambra 14, prima di piegare versodestra, sul mare, lasciando il Dc9 al suo tragico de-stino.

Scena numero due. 28 agosto 1988, base Nato diRamstein, sud-ovest della Germania. È in program-ma l’Airshow Flugtag, un’esibizione aerea congiun-ta con pattuglie acrobatiche della forza atlantica.Per l’Italia vola la Pan, mitica formazione con basea Rivolto, Udine: le Frecce Tricolori che irradiano ilcielo in ogni occasione festosa e ufficiale. Folla ditrecentomila persone con gli occhi all’insù per go-dersi le loro evoluzioni a 600 chilometri all’ora. Po-co dopo il loro decollo, eseguendo un esercizio chia-mato «cardioide», il Macchi Mb-339 del tenente co-lonnello Nutarelli sbatte violentemente contro quel-li del collega Mario Naldini e del capitano GiorgioAlessio, causando, oltre che la morte dei tre piloti,anche una strage tra il pubblico: 67 morti e cen-tinaia di feriti.

Un quarto di secolo dopo il dram-ma di quella domenica di fuoco emorte, e 33 anni dopo la stragedi Ustica, non è più così certoche quel catastrofico inciden-te fu causato dall’errore uma-no del pilota solista, il tenen-te colonnello Ivo Nutarelli, 7anni con la Pan, 4200 ore divolo, uno dei migliori «mani-ci» che l’Aeronautica abbiamai avuto. La conclusionedell’Aeronautica militare italia-na, infatti, viene messa in discus-sione da un ricco ed elaborato dos-sier prodotto dall’avvocato DanieleOsnato, legale di decine di famiglie delle vitti-me del Dc9 nel procedimento civile per il maxi risar-cimento dovuto dal ministero della Difesa e da quel-lo dei Trasporti. «Non fu errore umano», questa èl’ipotesi avanzata da un pool che per mesi ha analiz-zato filmati e documenti, con testimonianze di ad-detti ai lavori e colleghi dei piloti. Il dossier allegatoalle indagini difensive riannoda così quel sottile filoche collega la strage di Ustica al disastro di Ram-stein, negato per anni dagli ambienti militari e an-che dal giudice Priore, autore della mastodonticasentenza su Ustica. A pagina 4667, nell’allegato de-dicato ai fatti di Ramstein, il giudice annota: «Quel-lo che però non convince è la sproporzione tra fini emezzi, e cioè che si dovesse cagionare una catastro-fe - con modalità peraltro incerte nel conseguimen-to dell’obiettivo, cioè l’eliminazione di quei due te-stimoni per impedirne rivelazioni». La conclusionedi Priore - il cui lavoro peraltro è stato molto apprez-zato dalle associazioni della vittime - non ha tutta-via bloccato l’ulteriore ricerca, né i sospetti.

SENZARISPOSTALa prima coincidenza riguarda le date: l’8 agosto1988 il giudice istruttore Bucarelli sequestra i regi-stri di volo di Grosseto, dai quali risulta che Naldinie Nutarelli hanno «volato di conserva» al Dc9 e quin-di, presumibilmente, sono stati testimoni di quelloche è successo sul cielo del Tirreno quella sera, sot-to all’ombrello elettronico di un Awacs che volteg-giava sull’Appennino. E contrariamente a quelloche si sapeva, rivela il dossier dell’avvocato Osnato,gli americani hanno messo in servizio i grandi aereispia già nel 1980, usando proprio Ramstein comebase operativa. Venti giorni dopo il sequestro deiregistri, succede la tragedia di Ramstein dove Nuta-relli, pilota esperto e capace, infila una sequenza digrossolani errori nell’eseguire la figura denominata“piercing heart”, cuore trafitto. È proprio il suoPony 10 che dovrebbe sigillare il passaggio delledue formazioni di Mb-339, cinque da sinistra e quat-tro da destra, incrociandole appunto come una frec-cia di Cupido. L’aereo di Nutarelli però sale troppo,sforando il “loop” di almeno 150 metri, e poi invecedi scendere in rovesciata con la solita traiettoria am-pia e morbida, sembra perdere il controllo del Mac-chi che precipita in verticale: l’impressione è quelladi una picchiata disperata, tanto che Nutarelli azio-na l’aerofreno fuori da ogni procedura. Riesce conun provvidenziale richiamo a tirarlo su, ma ormaitroppo tardi per evitare la collisione con i velivolidei colleghi. Al momento dell’impatto, Pony 10 è deltutto fuori timing e quota, così bassa da minacciaregli stessi spettatori. Ma le stranezze messe in eviden-za dalle indagini difensive sono tante. A cominciaredal fatto che Nutarelli sembra non aver fatto nullaper correggere i propri errori. A Ramstein, l’ufficia-le ha eseguito cinque volte quell’esercizio, tra 1983,1987 e 1988. Il giorno prima, nelle prove, però hadovuto correggere la traiettoria di incrocio.

Di questo episodio non c’è traccia nella deposizio-

ne che il tenente colonnello Diego Raineri fa al giu-dice Priore nell’ambito delle indagini su Ustica. Èlui che sulla «biga», di fronte alla linea di esibizione,doveva dare indicazioni alla sua pattuglia. Raineririferisce di un’asimmetria nel movimento delle dueformazioni, quella guidata da Naldini in ritardo equella di Gropplero (Pony 6) in anticipo, ma comeevidenziano i filmati non riesce a correggerle. Enemmeno una parola a Priore del vistoso anticipodi Nutarelli nell’incrocio. Possibile che il comandan-te non si sia reso conto del pericolo? Delle comunica-zioni radio tra gli aerei e la biga, su una frequenzariservata, non c’è traccia. Dopo il terribile schiantosulla folla, un’altra serie di inspiegabili incongruen-ze.

L’inchiesta della Procura di Udine, chiusa in fret-ta, fu archiviata dal giudice istruttore Roberto Sa-viotti poiché «l’evento di Ramstein non è ascrivibilea responsabilità penale di alcuno». In quel

weekend, si è saputo, Nutarelli non aveva con sè ilproprio “chief cruise”, il meccanico personale chesegue come un’ombra ogni pilota della Pan: perchéIvo era solo? Non furono fatti accertamenti tecnicisui resti degli Mb-339, poi rottamati. Non furonoeseguite le autopsie sulle salme dei tre piloti, non fupossibile quindi svolgere nemmeno gli accertamen-ti tossicologici sui cadaveri. Le indagini sul disastrodi Ramstein furono affidate ai militari e si deciseche Germania, Usa e Italia avrebbero dovuto elabo-rare un rapporto da consegnare ad una commissio-ne congiunta. Quello italiano, però, non è mai perve-nuto: l’Ami lo ha reso pubblico solo l’anno scorso.Tra omissis, allegati mancanti e una strana numera-zione delle pagine, l’Ami ribadisce la sua verità.Cioè quella che Giancarlo Nutarelli continua a re-spingere per restituire l’onore a Ivo: « Voglio rispo-ste, qualunque cosa, purché emerga che mio fratel-lo non causò quella terribile tragedia».

GLIAPPUNTAMENTI

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Tra i 70 morti del disastroaereo in Germania anche

due piloti testimonidella notte della

tragedia di 33 anni fa

«FRECCE»INFIAMME

Ustica e Ramstein«Non fu errore umanoUn filo lega le due stragi»

DALLE INDAGINI DEGLI AVVOCATI DEI FAMILIARIDELLE VITTIME DEL DC9 NUOVI CLAMOROSISCENARI SU COPERTURE E DEPISTAGGI DI STATO

L’ANNIVERSARIO

«Dallaveritàallastoria»Noteeteatroperricordare

Il tragicoschianto delleFrecce Tricoloria Ramstein, il 28agosto 1988, tra iMacchi Mb-339di Ivo Nutarelli,Mario Naldini eGiorgio Alessio.A lato, i rottamidel Dc9 Itavianell’hangar diPratica di Mare(APPhoto/EmilianoGrillotti)

SALVATOREMARIARIGHITwitter@SalvatoreMRighi

«Dallaverità alla storia»è il titolodel programmadi iniziative che l’AssociazioneFamiliari StragediUsticapromuoveanchequest’anno,da oggi al 10agosto,presso ilGiardino dellaMemoria, nelParcodella Zucca, spazioantistante ilMuseoperlaMemoria diUstica, dove l’installazionepermanentedi Christian Boltanski incornicia irestidell’aereoabbattuto. Staserasi terrà ilconcerto -unica data italiana -di uno degliartistiamericanipiù influenti:AmiriBaraka, al secoloLeRoiJones, poeta,autore di teatro, attivistapoliticoafroamericano,presenteràalcuni deisuoilavoriaccompagnato dauna formazionejazzisticadi all-starsche comprende RenéMcLean(saxofonocontralto), D.D.Jackson(pianoforte),William Parker (contrabbasso),PheeroanakLaff (batteria).Semprenell’ambitodelle iniziative a partire dal3luglio, ilTeatro delleAlbepresenta «Pantani»:affrescosull’Italia degli ultimi trent’anni. Grandeattesaper lapresenza straordinaria diLivingTheatree Motuscon «ThePlot is the Revolution»(10 luglio) di EnricoCasagrandee DanielaNicolò.Larassegna proseguirà il 19 luglio con la seratadedicataai finalisti delPremio ScenarioperUstica, il premioche l'AssociazioneParentidelleVittimedella Stragedi Usticae l'AssociazioneScenariopromuovono per ilTeatro rivoltoallegiovanigenerazioni,destinato a nuoviprogettiincentrati sulle tematiche dell'impegnocivileesocialeedella memoria.

giovedì 27 giugno 2013 13

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Le tariffe Rc auto sono talmente alte -nettamente più pesanti di altri Paesi eu-ropei - da risultare ingiuste, e per questopossono e devono calare in tempi brevi.A dirlo è Salvatore Rossi, il presidentedell’Ivass, l’Autorità che ha sostituitol’Isvap nel controllo del comparto assicu-rativo, nonché direttore generale dellaBanca d’Italia. Il fenomeno delle alte ta-riffe nel settore Rc auto, dice, «sta assu-mendo una connotazione di ingiustiziagrave nella fase di difficoltà in cui moltefamiglie italiane versano» a causa dellacrisi. I prezzi, quindi, «possono e devonoscendere» e per far ciò occorrono «solu-zioni rapide e durature». Nella relazionesull’attività dell’istituto, Rossi chiede an-che più controlli e la possibilità di svolge-re degli arbitrati - anche perché nel mer-cato sono presenti «forti distorsioni»che divengono «acute in alcune aree delMezzogiorno - sottolinea la mancanza diconcorrenza, e punta l’attenzione sullafusione Unipol-Fondiaria Sai e sulla ri-strutturazione di Generali. Parole chenon possono che trovare d’accordo i sin-dacati: «Come avviene in tutti gli altriPaesi europei, così anche da noi le tarif-fe per i cittadini onesti possono e debbo-no scendere, rendendo anche vincolan-te l’uso della scatola nera», dice il segre-tario generale della Fisac Cgil, Agostino

Megale. Commenta anche Simona Vica-ri, sottosegretario allo Sviluppo, per laquale «si deve iniziare una iniziativa peravviare una coraggiosa opera di libera-lizzazione nel mercato assicurativo e so-prattutto in quello dell’Rc Auto».

L’attività dell’Autorità rivela comesia necessario intervenire di frequenteperché le società operino correttamen-te. I provvedimenti sanzionatori nei con-fronti delle compagnie assicurative nel2012 sono stati «numerosissimi, oltre5mila» prevalentemente nell’Rc Auto, afronte di 31mila reclami, con sanzionicomplessive pari a oltre 50 milioni. «Laloro efficacia deterrente può essere ac-cresciuta», dice Rossi sottolineando co-me le sanzioni, a differenza delle ban-che, colpiscano «le imprese e non le per-sone fisiche, sicché possono finire conl’essere considerate una mera voce di co-sto, da scaricare sulle tariffe». Megliodunque cambiare l’impostazione ma, ri-corda il presidente, ci vorrebbero degliinterventi legislativi.

Tra le correzioni da apporre ai siste-mi normativi, Rossi ha ricordato anchela necessità di metter mano a Solvency2, la direttiva dell’Unione europea cheestende la normativa di Basilea II al set-tore assicurativo. «In particolare - conti-nua Rossi - riteniamo che vadano smus-sati gli effetti indesiderati della volatilitàdei mercati attraverso correzioni del tas-so di sconto delle riserve, basate su indi-

catori europei riferiti alle principali clas-si di attivi detenuti dalle imprese».

CONCORRENZASCARSAL’Ivass esercita il controllo su 137 impre-se (molte delle quali appartengono auno dei 33 gruppi, i primi dieci dei qualipesano per i tre quarti del mercato, que-sto a proposito di concorrenza) e, ai finidella tutela del consumatore, anche sucirca 250mila intermediari. Ancora Ros-si: «L’azione di vigilanza prudenziale, fi-nora incentrata prevalentemente nelcontrollo di congruità delle riserve tecni-che, degli attivi a copertura di queste,del margine di solvibilità, dovrà orientar-si più decisamente anche alla valutazio-ne degli assetti proprietari e gestionalidelle imprese vigilate, alla loro organiz-zazione, al loro sistema di controlli inter-ni, alla governance. La direttiva euro-pea Solvency 2 spinge in questa direzio-ne».

La relazione di Rossi ripercorre l’atti-vità di vigilanza e i dossier aperti su Ge-nerali e sul processo di fusione Uni-pol-FonSai. «Il gruppo Generali ha avvia-to un importante processo di ristruttura-zione. Compito dell’Ivass è verificareche sia salvaguardata la sana e prudentegestione delle singole imprese coinvoltee del gruppo nel suo complesso». Al va-glio dell’Istituto anche la seconda fasedel progetto di integrazione tra i gruppiUnipol e Fondiaria-Sai.

Il compromesso storico dei cooperato-ri. «Ieri avevamo le cooperative rosse, lecooperative bianche e le cooperativeverdi. Oggi abbiamo solo le cooperativeitaliane». Giuliano Poletti da Mordano(Imola) ha portato a termine la sua (sto-rica) missione. La «sua» rossa Lega-coop, la bianca Confcooperativa di Lui-gi Marino (ieri assente per questioni disalute) e Maurizio Gardini e i verdi laicidi Agci di Rosario Altieri si sono unitenell’Alleanza delle Cooperative italianeforte di 12milioni di soci, 43mila impre-se con 1,2 milioni di lavoratori che rap-presentano il 25% del settore agroali-mentare (58% del vino, il 40% dell’orto-frutta, l’80 per cento della pesca, il 70%di pollame e uova), servizi socio sanitarie di welfare per 7 milioni di italiani, il13% degli sportelli bancari. Come certifi-ca nel videomessaggio Enrico Letta «sie-te l’esempio più avanzato dell’econo-mia sociale di mercato, l’Alleanza è im-portantissima, vi rende più autorevoli,vi ascolterò di più perché ora siete piùforti».

OBIETTIVOFEDERAZIONE«È stato un primo tratto importantecon i coordinamenti di settore e a livelloregionale da completare entro l’anno,ma ora la nuova sfida si chiama Federa-zione tra le centrali», annuncia Poletticercando di spronare le ultime resisten-ze di Confcooperative. E auspicando «lacorrezione dell’errore» della Coldirettiche ha creato la nuova Ue-Coop conmassiccia campagna acquisti propriotra le cooperative bianche.

Il suo discorso all’Auditorium dellaConciliazione è stato tutto improntatoall’«orgoglio dei cooperatori» tra la ri-chiesta di «un anno sabbatico» per i «fra-telli» Alesina e Giavazzi, «fautori del tur-bocapitalismo che ora chiedono l’ingres-so dello Stato nelle banche» e riferimen-ti continui al territorio: «si possono fare100 posti a Corleone da un’azienda con-fiscata» e «7 a Succiso, paesino della Sar-degna interna abbandonata, su 70 abi-

tanti, in percentuale più che la Fiat aTorino». «I nostri marchi fanno impres-sione, sono un pezzo dell’Italia nel mon-do e ci sono, dopo una crisi che è statauna guerra, perché noi abbiamo alla ba-se dei valori - attacca Poletti - il che nonsignifica che siamo migliori, ma che sia-mo diversi perché non pensiamo solo alguadagno ma pensiamo all’Italia». Valo-ri che hanno permesso alle cooperativedi aumentare l’occupazione dell’8% ne-gli ultimi due anni. «Ma ora è finita an-che per noi perché il problema di oggi èche nessuno paga nessuno e si muorenon di debiti ma di crediti». La ricettadell’Alleanza per uscire dalla crisi («edovremo uscirne da soli perché nessunragioniere o fata di Berlino lo farà pernoi») è in sei punti. «Riavviare lo svilup-po dell’economia reale, svilupparel’equità sociale perché più equità signifi-ca più sviluppo, governare la spesa pub-blica: no ai tagli lineari, sì a interventicalibrati; semplificazione amministrati-va: meno Stato dove si può, più Statodove serve; ripristinare la credibilità del-le istituzioni e la fiducia dei cittadini; ri-forma degli assetti istituzionali: snellirele procedure decisionali senza abbassa-re il livello di democrazia». Questioninodali per portare fuori dalla crisi il set-tore delle cooperative, ha sottolineato ilneo presidente dell’Alleanza, «sono l’ac-cesso al credito, che necessita di esserealleggerito nelle procedure e allargatoanche ai settori della pesca e della tra-sformazione agricola; l’abbassamentodelle tasse sul lavoro,l’investimento ininfrastrutture «sia per elevare la compe-titività del sistema, sia per rilanciare ilsettore forse più in crisi: l’edilizia». Infi-ne, la richiesta al terzo settore di un’al-leanza, «un protagonismo» sui servizi al-la persona e la spinta all’autoimprendi-torialità per i giovani sbloccando le resi-stenze degli ordini professionali.

Poletti, che ha lodato il piano Lavorodel governo, ha infine annunciato l’in-tenzione di «firmare con i sindacati l’ac-cordo sulla rappresentanza» e «un Pro-tocollo sulla legalità col ministerodell’Interno per velocizzare le procedu-re per le aziende confiscate alla mafia.

Cooperative verso la federazione

MECCANICHE DI MIRAFIORI

Per gli impiegati è stato un vero eproprio choc. La Banca popolare diPuglia e Basilicata ha annunciato unpiano di ristrutturazione che preve-de 180 esuberi. “Un numero spropo-sitato” secondo i sindacali che hannorimandato al mittente la comunica-z ione, def inendo i l piano“inaccettabile”. L’istituto, con sedeprincipale ad Altamura (Bari), è unodei più importanti del Mezzogiorno.Conta 146 sportelli, suddivisi in 12 re-gioni (tra cui Lazio, Lombardia, To-scana, Piemonte ed Emilia Roma-gna), e 1248 dipendenti. Oltre trequarti delle filiali sono dislocate inPuglia, dove lavorano più di 900 per-sone. I tagli prospettati dal presiden-te, Pasquale Caso, colpirebbero ilpersonale addetto agli sportelli pu-gliesi.

Le esigenze di ridimensionamen-to sarebbero legate all’ultimo bilan-cio che ha fatto registrare perditeper 125 milioni di euro, dopo anni dicrescita e utili, dovute alla crisi e airitardi nei pagamenti di mutui e pre-stiti da parte della clientela. L’istitu-to è di fatto bloccato nel suo normaleesercizio di supporto all’economia lo-cale, perché un’ispezione della Ban-ca d’Italia ha imposto accantonamen-ti significativi a garanzia delle perdi-te. La Banca, nata nel 1883, rimanecomunque una realtà solida, con unaliquidità che si aggira attorno ai 400milioni di euro, forte di una raccoltadel risparmio consistente. E ancheper questo le sigle sindacali Fabi, Fi-ba Cisl e Fisac Cgil respingono il pia-no dei tagli perché «inconsistente eincoerente con le esigenze della stes-sa banca» e chiedono che avvengauna ricapitalizzazione. I lavoratoricontestano, oltre al numero pesantedegli esuberi, l’affidamento delle ge-stione a costosissimi consulentiesterni. Il 2 luglio la dirigenza incon-trerà i rappresentanti sindacali. Siprospetta un programma di esodi vo-lontari per una trentina di persone,che potrebbero usufruire di incenti-vi per un massimo di cinque anni, pri-ma di ottenere la pensione. Per glialtri 150 si prospettano i contratti disolidarietà. GINOMARTINA

ECONOMIA

Il presidente di Legacoop, Giuliano Poletti FOTO DI MARCO MERLINI / LAPRESSE

● L’assemblea dell’Alleanza occasione peresprimere la forza economica e la responsabilitàsociale del sistema cooperativo ● Poletti: un annosabbatico per i turbocapitalisti Alesina e Giavazzi

MASSIMOFRANCHIROMA

OggipresidioFiomcontro lostraordinarioPresidiodella Fiom, oggiaTorino,davantialle Meccanichedi Mirafiori. Lamanifestazionesi terràdurante ilcambio turnoapartiredalle 13«perdenunciare - spiega laFiom- il ricorsodapartedellaFiat amassiccedosi dioredi straordinario, inaggiunta allegiornatedi recupero al sabato».Sarannopresenti lavoratori diMirafioriincassa integrazione checon le lorotuteda lavorochiederannodi poter

lavorare.LaFiat respinge leaccuseeprecisache«le polemiche sul presuntostraordinarioe sull’utilizzodei sabatisonostrumentali». «I sabati del22 edel29giugno -spiega -sono recuperilegati a tre turni non lavorati a maggioacausa di guasti. Nonsi trattadistraordinario». I sabati instraordinariopotrebberoessere legati aunacommessadi cambi, circa 10.000, perilBrasile.

Popolaredi Pugliaannuncia180 esuberi

Le polizze Rc auto troppo care, ora devono scendereLAURAMATTEUCCIMILANO

14 giovedì 27 giugno 2013

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● 27GIUGNO1980-27GIUGNO2013:SONOPAS-SATI 33 ANNI DA QUELLA TRAGICA NOTTE,

quando un aereo civile, che doveva collega-re Bologna con Palermo, si inabissò nel ma-re di Ustica, portando con sé la vita di 81innocenti cittadini.

Proprio in questo anniversario possiamofinalmente affermare di avere, con lo sforzodi tanti, parenti, avvocati, cittadini, magi-strati, scritto quella pagina di verità che erastata fatta sprofondare insieme all’aereo.La sentenza-ordinanza del giudice Prioredel 1999, le sentenze del Tribunale civile diPalermo e la più recente sentenza della Cor-te di Cassazione, ci dicono, in maniera defi-nitiva, che il DC9 è stato abbattuto ed è sta-ta responsabilità dei ministeri dei Trasportie della Difesa non avere salvaguardato la vi-ta dei cittadini, e poi avere ostacolato inogni modo il raggiungimento della verità.

Oggi mi tornano alla mente le parole concui proprio il presidente della Repubblica,Giorgio Napolitano, che va ringraziato perla sua continua attenzione a questa vicenda,si rivolgeva a tutti noi nel 2010: «Intreccieversivi, forse anche intrighi internazionali,opacità di comportamenti da parte di corpidello Stato e inefficienza di apparati hannoallontanato la verità sulla strage del Dc9».

È proprio questo lo scenario che dobbia-mo definitivamente svelare, passando, co-me abbiamo anche scritto presentando leiniziative che si terranno a Bologna, dallaverità giudiziaria alla Storia. Questa è lanuova pagina che dobbiamo scrivere, consa-pevoli fino in fondo che questa è la Storiadel nostro Paese, che la Storia non può esse-re scritta dai parenti delle vittime, e neppu-re dalla politica, o dai Parlamenti, ma chetutti abbiamo il dovere di ripercorrere la vi-cenda di Ustica, a cominciare dal contestointernazionale perché certamente un episo-dio di guerra aerea, come quello che ha tra-volto i nostri cari, è un episodio che coinvol-ge gli Stati e le loro politiche.

E allora il compito primo è sentire chequello di Ustica è un grande problema didignità nazionale, che richiede un ulterioreimpegno particolare della magistratura,che deve con rinnovata decisione continua-re nelle indagini, ma nel contempo richiedeun totale coinvolgimento della politica, delgoverno e della nostra diplomazia. Il gover-no deve mostrare grande determinazionenei confronti di Stati amici e alleati, deveavere un comportamento totalmente diver-

so da quello che ha portato - fino ad ora - allamancata ratifica del Trattato di collabora-zione giudiziaria del maggio 2000, per cuinon è stata possibile la collaborazione delleistituzioni europee nella vicenda di Ustica.

C’è da ricostruire un panorama moltocomplicato, perché, contrariamente a quan-to affermato ufficialmente, quella notte era-no molto «frequentati» sia il mare che il cie-lo. Nel Mediterraneo - parlo appunto di ma-re e cielo - si muovevano mezzi militari ditanti Paesi, alleati e non, seguendo i più variinteressi, frutto di una situazione geopoliti-ca molto complessa e ancora non completa-mente disvelata. C’è tutta una politica inter-nazionale da scandagliare. E non voglio ta-cere che il governo e i ministeri sono staticondannati, e ragionevolmente arriveran-no altre condanne: per questo possiamo edobbiamo chiedere di conoscere i loro futu-ri atteggiamenti.

Pagheranno in silenzio con qualche stral-cio di bilancio, mettendo dunque il tutto sul-le spalle dei contribuenti ovviamente non re-sponsabili, o chiederanno conto dei compor-tamenti, dei loro dipendenti? Non credo chequesta sia una richiesta motivata da vendet-ta, ma è soltanto chiedere conto dei compor-tamenti degli uomini degli apparati delloStato. O ancor meglio, esigere chiarezza etrasparenza nel rapporto tra istituzioni elet-tive e apparati dello Stato. In definitiva sitratta di capire cosa è effettivamente avve-nuto all’interno degli apparati militari di di-

fesa quella tragica notte creando una situa-zione per cui, lo dico senza retorica, non so-no stati difesi «i sacri confini della Patria» eaerei militari hanno potuto «razzolare» indi-sturbati fino a colpire un volo civile.

Oggi possiamo salutare con soddisfazio-ne le notizie di una avviata collaborazionefrancese. Dopo 33 anni c’è la possibilità diinterrogare gli avieri di Solenzara: rendia-moci conto però che stiamo cercando di an-nodare i fili di una tela che è stata colpevol-mente stracciata quando la magistraturatenne le indagini circoscritte al triangoloPonza-Latina-Palerno e l’Aeronautica affer-mava che il DC9 era caduto per cedimentostrutturale.

Queste è la prima grande responsabilità,la fonti di ogni inganno. Oggi è imprescindi-bile il bisogno di ripercorrere e scandaglia-re, in ogni anfratto, quanto avvenuto nei pri-mi mesi dopo la tragedia, e quindi diventaobbligatorio un grande lavorio sulle fonti didocumentazioni e sulle informazioni di cuidisponeva il governo, a partire dale relazio-ni con i Paesi alleati. E in questo quadro èineludibile la consultazione e la verifica de-gli archivi degli apparati, in primis di quellidei servizi segreti.

Passare dalla verità giudiziaria alla neces-sità di definire la Storia di quel periodo cre-do sia il compito che ci attende oggi, per ono-rare la memoria dei nostri cari, vittime inno-centi, ma anche per salvaguardare la digni-tà dell’intero Paese.

● L’UNIONE EUROPEA DEVE CAMBIARE LE SUEPOLITICHE: PRIORITÀ ASSOLUTA SONO MISU-

RE URGENTI PER L'OCCUPAZIONE GIOVANILE. IlConsiglio europeo ha all’ordine del giorno,grazie anche all'impegno del nostro gover-no, le scelte per favorire diritto al lavoro esviluppo, con attenzione particolare ai giova-ni. Servono provvedimenti concreti da mette-re in campo in pochi mesi. Siamo di fronte adun'emergenza senza precedenti. Sono venti-sei milioni e mezzo i disoccupati nell’Unio-ne. Il dato della disoccupazione giovanile èpiù grave: 23,5%, in Italia addirittura 41,9%.

Politiche fondate sulla sola austerità, inuna fase di crisi così grave, hanno causatoaumento della disoccupazione, contribuitoalla recessione, non risanato i bilanci degliStati. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: èfallita la linea imposta dalle destre, al gover-no nella gran parte dei Paesi europei. Anche

in Italia i governi della destra sono stati su-balterni al pensiero unico dell'austerità: laconseguenza è la gravissima recessione el'aumento del disavanzo. Occorre puntare suuno sviluppo sostenibile e duraturo, incen-trato su innovazione tecnologica, saperi, be-nessere diffuso, solidarietà sociale. La civiltàsi fonda sulla dignità della persona e i dirittidei lavoratori.

Nell’immediato due sono gli obiettivi: lerisorse dell'Unione devono essere indirizza-te a favorire l'occupazione attraverso incenti-vi fiscali e il finanziamento di progetti seri,realizzabili, connotati da sostenibilità e inno-vazione; occorre superare le rigidità del Pat-to di stabilità tenendone fuori gli investimen-ti produttivi, per l'innovazione, la ricerca, laformazione, la modernizzazione delle infra-strutture. Al governo italiano chiediamo diprocedere nella stessa direzione: il Patto distabilità interno va modificato. Deve essereconsentito ai Comuni e alle Regioni che han-no avanzi di cassa di utilizzarne una parteper creare posti di lavoro. Guardando alleprospettive dell'Europa del 2020, il nostrocompito è la realizzazione di una grande de-mocrazia sovranazionale: gli Stati Uniti d’Eu-ropa. Questi temi dovranno caratterizzare

nel 2014 il semestre italiano di presidenzadel Consiglio dell'Ue. L’unione bancaria, dicui si discute in questo Consiglio, è un primopasso, giusto e indispensabile per non ripete-re gli errori del recente passato. Si dovrà poiprocedere al coordinamento delle politicheeconomiche e fiscali e alla realizzazione diuna garanzia unica sui debiti sovrani.

Il salto di qualità passa tuttavia dalla archi-viazione di quel metodo intergovernativoche rinazionalizza competenze europee. Èquesta involuzione che ostacola l'iniziativadelle istituzioni dell’Unione e ci fa essere as-senti e divisi anche sulle grandi questioni del-la politica estera: dalla Siria alla Turchia.

La Commissione dovrà diventare il gover-no dell’Europa; il Parlamento europeo - inun rapporto di collaborazione con quelli na-zionali - l’Assemblea di indirizzo e controllo;l'attuale Consiglio europeo, il Senato federa-le dell’Unione.

La fiducia dei cittadini nell’Europa passaper una piena legittimazione di istituzioni av-vertite come elitarie e tecnocratiche. Sononecessarie una legge elettorale uniforme peri parlamentari europei, l’evoluzione delle at-tuali famiglie politiche in moderni e ineditipartiti, la coincidenza tra presidente del Con-siglio e della Commissione e la sua indicazio-ne sulla base delle maggioranze emerse dalvoto. In prospettiva, l’elezione diretta delpresidente dell’Unione europea. È questa lasfida di una sinistra plurale. L’alternativa sa-rebbe l’irrilevanza dell’Europa, dal momen-to che nessuno dei vecchi Stati può da solomisurarsi con le sfide del XXI secolo.

VanninoChitisenatore Pd

● ILDECRETOSULLECARCERIVARATOIERIDALGOVERNO È ILPRIMOPASSO SULLA VIADI UN

RITORNO ALLA CIVILTÀ, DALLA QUALE IL NOSTROPAESE SI È NEGLI ULTIMI ANNI DI MOLTO ALLONTA-NATO.Il solo motivo di rammarico è che questopasso sia stato mosso in seguito a una stringen-te direttiva europea e non come scelta autono-ma e responsabile di una politica capace di ri-mediare ai propri errori.

In compenso va riconosciuto al governo ilmerito di non essersi limitato a varare normeper così dire «in uscita», tanto per fare un po’di spazio in più nelle patrie galere, ma di esse-re intervenuto anche «in entrata», favorendoil ricorso alle misure alternative alla detenzio-ne per i casi meno gravi e per i detenuti inattesa di giudizio, categorie che rappresenta-no la grande maggioranza della popolazionecarceraria.

È un passo importante, non ancora suffi-ciente. Per uscire dalla dimensione di compiu-ta inciviltà nella quale versano le nostra carce-ri bisogna fare di più. Occorre cancellare leleggi criminogene come quelle sull’immigra-zione e sugli stupefacenti, varate dai governidi centrodestra. Bisogna introdurre il reato di

tortura, senza ilquale arbitrio evessazioni non po-tranno mai esse-re adeguatamen-te sanzionati. È in-fine urgente, co-me ha dichiaratolo stesso ministroCancellieri, unamisura tanto dra-stica quanto ne-cessaria quale unprovvedimento diamnistia o di in-dulto.

Credo che siaopportuno segna-

lare che il decreto è positivo anche nei capitoliche sono stati presi di mira da una cultura acce-cata dalla pur comprensibile ostilità politicanei confronti di Silvio Berlusconi. La pietra del-lo scandalo sarebbe infatti la scelta di non in-tervenire sulla precedente legge del 2005 chepermette ai detenuti ultrasettantenni, condan-nati per reati non gravissimi e sempre previoassenso del magistrato, di scontare la penaagli arresti domiciliari.

Una prima bozza del decreto sembrava cir-coscrivere la platea dei detenuti interessati daquesta legge solo agli ultrasettantenni condan-nati a pene dai quattro anni in giù. Fortunata-mente questa incomprensibile modifica sem-bra essere stata cancellata, il che ha però scate-nato notevoli proteste, perché senza quellamodifica anche Berlusconi, se condannato invia definitiva a 7 anni nel processo Ruby, potràusufruire dei domiciliari.

Io vedo qui una degenerazione barbara del-la cultura politica e giuridica di questo Paese.Ci sono solo due criteri sui quali si può valuta-re una legge: se è giusta e se risponde all’inte-resse generale. Le leggi ad personam varatedai governi Berlusconi erano oscene proprioperché guardavano agli interessi di un singoloinvece che a quello generale. Proprio per que-sto erano in radice ingiuste. Le abbiamo com-battute strenuamente, come andava fatto.Non permetteremmo oggi che si imboccassedi nuovo quella strada sciagurata.

Però criticare e ostacolare un provvedimen-to, pur se giusto e corrispondente all’interessegenerale, solo perché se ne gioverebbe tra itanti anche un singolo imputato il cui operatoè stato particolarmente criticabile significamuoversi nella stessa logica, pur se rovesciata.È altrettanto sbagliato e non meno devastan-te.

Lo è in particolare modo per la sinistra chedeve, a mio parere, tornare dopo una prolun-gata eclisse ai suoi valori originari di civiltà giu-ridica e difesa delle garanzie. Da troppo tem-po quei valori sono stati sacrificati in larga mi-sura proprio per contrastare chi, come il cen-trodestra, se ne era strumentalmente e ipocri-tamente impadronito per volgerli a propriouso e consumo. Ma in questa trappola, cultura-le prima che politica, non dobbiamo più cade-re.

PeppeDeCristofaroSenatore Sel

Maramotti

Il commento

Ustica: il diritto alla verità ancora negatoDariaBonfietti

L’analisi

Prima il lavoro,la Ue cambi agenda

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Serve uno sviluppo sostenibilee duraturo, incentratosu innovazione tecnologica,saperi e benessere diffuso

L’analisi

Carceri, la sinistra tornialla civiltà delle garanzie

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Non dobbiamofarci condizionareda Berlusconi:è giustoprevederegli arrestidomiciliariper coloroche hannopiù di 70 anni

COMUNITÀgiovedì 27 giugno 2013 15

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L’opinione

Acqua indigestaper chi privatizza

MarcoBersaniAttac Italia e Forum

italiano movimenti per

l’acqua

● IL 12 GIUGNOSCORSO,CON UNA«SEDUTA»INPIAZZAMONTECITORIO, è nato l’intergrup-

po parlamentare per l’acqua pubblica, conl’adesione del M5S, di Sel e di alcune decine diparlamentari del Pd. Gli obiettivi dell’inter-gruppo, sottoscritti da ciascun parlamentare,sono: la ri-presentazione della legge d’iniziati-va popolare, consegnata dal Forum italiano deimovimenti per l’acqua nel 2007 con oltre400.000 firme; la censura del nuovo metodotariffario provvisorio, approvato dall’Aeeg,che reintroduce, sotto altra denominazione, laremunerazione del capitale investito abrogata

dal referendum; la richiesta che le competen-ze in materia ritornino al ministero dell’Am-biente (non serve alcuna authority se non deveesservi mercato); il sostegno a tutte le iniziati-ve di ripubblicizzazione che sono in marcia indecine di città del Paese.

Dev’essere senz’altro questa serie di eventiad aver fatto innervosire il presidente del Ci-spel Toscana, Alfredo De Girolamo, che,nell’articolo pubblicato il 20 giugno, accusa ilmovimento per l’acqua pubblica di «posizioniregressive ed anti-industriali» e di aver sostan-zialmente interrotto, con la propria azione de-magogica, le magnifiche sorti e progressive diun servizio idrico ormai prossimo agli stan-dard europei.

Vorrei innanzitutto far presente che il Fo-rumdeimovimenti per l’acqua non è una lobby diinteressi particolaristici, ma semplicemente ilcustode di un voto democratico espresso dallamaggioranza assoluta del popolo italiano, che,con oltre 26 milioni di voti, ha deciso che ilservizio idrico integrato deve essere gestito co-me un bene comune, ossia fuori dalle leggi delmercato e senza alcun profitto.

Verità scritta nero su bianco da tre diversipronunciamenti della Corte Costituzionale, n.24 e n. 26/ 2011 e n. 199/2012, che sarebbe inte-

ressante far conoscere in tutte le scuole comelezione di educazione civica.

Ma, venendo al merito, al servizio idrico diquale Paese si riferisce il magnifico raccontodi De Girolamo? Certo non a quello italiano,che, da quando è gestito con criteri privatisticiattraverso le Spa, molte delle quali con la pre-senza diretta dei privati e le più grandi colloca-te in Borsa, ha inanellato una drastica riduzio-ne degli investimenti, la caduta dell’occupazio-ne, una verticale riduzione della qualità delservizio e un esponenziale aumento delle tarif-fe.

Una situazione tanto chiara e lampante daaver portato gli italiani a votare per la gestio-ne pubblica e partecipativa e diversi enti localia intraprendere la strada indicata dal voto re-ferendario. Perché - questo l'altro punto dolen-te per De Girolamo - non è solo Napoli (su cui,nel merito delle vicende previdenziali dei lavo-ratori, concordo: vanno affrontate e risoltecon altro piglio) ad aver intrapreso la stradadel rispetto del voto referendario, bensì sonoormai decine gli enti locali che hanno final-mente imboccato la via dello standard euro-peo, quello in cui la stragrande maggioranzadelle gestioni del servizio idrico è pubblica sen-za e senza ma.

FedericoPirroCentro Studi

Confindustria Puglia

LuigiCancrinipsichiatra

e psicoterapeuta

Questo giornale è statochiuso in tipografia alleore 21.30

Quanto sarà vergognoso per il mio Paesevederlo salvare con l’amnistia che glistanno già preparando! Quanta vergognasarà ancora per il mio Paese!LILIANA DIAMANTI

Amnistia ed indulto sono provvedimentiinvocati da chi si preoccupa disovraffollamento delle carceri ma pochisono i rappresentanti politici che sipreoccupano di capire chi sta in carcere.A chiarirlo, ancora, il 4° Libro Bianco sullalegge Fini-Giovanardi presentato martedìscorso alla Camera in un incontro con lastampa. Franco Corleone e StefanoAnastasia hanno aperto la conferenzadocumentando, insieme a Grazia Zuffa, chela percentuale dei detenuti per violazionedell’articolo 73 d.p.r. 309/90 (il piccolotraffico agito dai tossicodipendenti), si èmantenuto intorno al 30% toccando puntedel 32,5% (gli ingressi) e del 38,5% (le

presenze) nel 2012. Si tratta di una norma,controproducente dal punto di vistaterapeutico (e di cui molti giuristicontestano la costituzionalità) introdotta altermine di una dura battaglia parlamentareda un centrodestra arrogante che cancellò,scrivendola, tutto il lavoro portato avantidalla Turco e dalla Bindi fra il ’96 e il 2001per sviluppare risposte terapeutiche allatossicodipendenza. Porre finemodificandola al maltrattamentoistituzionale di persone che stanno maledovrebbe essere importante per il governoLetta almeno quanto la diminuzione (di unterzo) che se ne avrebbe della popolazionecarceraria. Dando delega su questo tema,per farlo, a qualcuno che metta riparo aidanni fatti da Giovanardi e chiudendo, nellostesso tempo, le porte alla amnistia. Utilesoprattutto a chi di pene severe ha bisogno.Per capire qualcosa di più. Di se stesso e delmondo.

Dialoghi

Svuotare le carceri?Non servel’amnistia!

● IGRANDIEVENTISPORTIVIDIPORTATAGLOBALECOMELEOLIMPIADIEIMONDIALIDICALCIOHAN-

NOLACAPACITÀDIPROIETTARE il Paese organizza-tore sotto i riflettori dell’opinione pubblica mon-diale. Infatti vengono interpretati dai governi co-me una vetrina attraverso cui presentarsi al mon-do in una veste gradita e contemporaneamentecome uno strumento per accrescere il consensointerno. Allo stesso tempo però, in quanto cata-lizzatori dell’attenzione mediatica, possono risul-tare una ghiotta opportunità da parte delle oppo-sizioni per contestare le politiche di chi sta al po-tere.

Non c’è dubbio che in Brasile la visibilità offer-ta dalla Confederations Cup abbia contribuito al-la trasformazione di proteste specifiche e circo-scritte, come quella del caro biglietti e dei movi-menti Sem Terra, in un oceanico ondata di conte-stazione dalle molteplici rivendicazioni. Tutta-via ragionare come il presidente della Fifa, Jose-ph Blatter, il quale ha sostenuto che «chi prote-sta non dovrebbe usare il calcio per sostenere leproprie istanze», non aiuta a comprendere comeil torneo calcistico, da semplice cassa di risonan-za, sia diventato esso stesso oggetto di contesta-zione.

Nel mirino delle proteste infatti non ci sonosolo il governo, la classe politica e i funzionaricorrotti, ma anche la Fifa. Come dimostrano icopiosi fischi a Blatter nel corso della cerimonia

inaugurale del tor-neo e i cori e gli stri-scioni dentro e fuorigli stadi, sembra au-mentare fra i brasi-liani la convinzioneche gli investimentinecessari ad orga-nizzare due grandieventi come i Mon-diali e le Olimpiadi,favoriscano la corru-zione e soprattuttodrenino risorse che

potrebbero essere altrimenti investite in infra-strutture sociali, educazione e lotta all’analfabeti-smo. Paradossalmente questi temi sono cari an-che alla presidente Dilma Rousseff, la quale tutta-via negli ultimi due anni ha dovuto fronteggiareil rallentamento dell’economia e l’aumento dellaspeculazione, senza possedere lo stesso carismadel suo predecessore Lula.

Tra i paladini della battaglia contro l’attualemodo di pensare i grandi eventi sportivi spiccaanche Romario. Secondo l’ex campione del mon-do ora deputato, la Fifa «va considerata oggi co-me il vero presidente del Brasile», poiché «arrivain un Paese, crea un nuovo Stato dentro lo Stato,si prende i soldi e poi va via». In realtà anche lascarsa trasparenza nei processi decisionali e lacorruzione dilagante hanno contribuito ad au-mentare la spesa inizialmente prevista e, conse-guentemente, il malcontento; ciononostante è in-negabile che i criteri richiesti per l’assegnazionedel Mondiale siano diventati sempre più onerosie stringenti.

La stessa repressione violenta con cui si è ten-tato di soffocare le manifestazioni della vigilia,che ha peraltro contribuito ad allargare la basedelle proteste e a garantire il sostegno dell’opi-nione pubblica, è stata probabilmente una conse-guenza della pressione derivante dall’organizza-zione di un evento sportivo atteso in tutto il mon-do.

Insomma, dal calderone delle proteste di que-sti giorni sta emergendo anche la richiesta di ri-pensare i grandi eventi sportivi in funzione diuna maggiore sostenibilità economica, politica esociale, che sembra scontrarsi con la visione delsegretario generale della Fifa Gerome Valcke, se-condo il quale «alle volte un livello inferiore didemocrazia permette di organizzare al megliouna Coppa del Mondo». Forse è proprio per que-sto che i prossimi appuntamenti sono già statifissati in Russia e in Qatar.

L’intervento

Il piano per l’Ilvae l’incognita dei costi

COMUNITÀ

La tiratura del 26 giugno 2013è stata di 74.668 copie

L’analisi

Corruzione, il lato oscurodello sport-business

NicolaSbettiScrittore

● NELLEAUDIZIONIINCORSOALLECOMMISSIO-NI AMBIENTE E ATTIVITÀ PRODUTTIVE DELLA

CAMERA sul Decreto legge 61 del 4.6.2013 perl’Ilva il Commissario Enrico Bondi ha dichiara-to nei giorni scorsi che per l’attuazionedell’Aia sono necessari 1,8 miliardi di euro -che includono anche scarichi nelle acque e di-scariche - ricordando come dall’inizio dell’an-no siano stati impiegati già 130 milioni e dal1995 al 2012 6,3 miliardi di cui 1,3 per ambien-te e sicurezza.

Il Ministro Orlando invece ha affermato

che per l’Aia nello stabilimento ionico servono3,5 miliardi, una cifra quasi doppia di quellaipotizzata dal Commissario, presumibilmenteriferita anche ai costi di quanto deve ancoraessere definito nella 2° parte dell’Aia. I custodigiudiziari della Procura tarantina, a loro volta,ipotizzano importi ancora maggiori da soste-nersi per le bonifiche nel sito.

Allora una prima considerazione: le cifre indiscussione non sono ancora quelle del Pianoindustriale definitivo che, ai sensi del comma6 dell’art. 1 del decreto - salvo diversa disposi-zione in sede di sua conversione in legge - do-vrà essere predisposto, dopo averlo comunica-to al rappresentante dell’azienda ed averneraccolto eventuali osservazioni, per essere poiapprovato con decreto dal Ministro dello svi-luppo economico.

In questa sede quale sarà l’Autorità tecnicache stabilirà l’importo degli interventi, una vol-ta che essi saranno integralmente definiti conla seconda parte dell’Aia? E nella individuazio-ne delle soluzioni tecniche da adottarsi, nellaquantificazione dei loro costi e nella loro soste-nibilità economica si seguiranno logiche e tem-pi di mercato o no? Bondi su questo è statochiaro, quando ha affermato che molti degliinterventi previsti richiedono studi e soluzioni

di ingegneria impiantistica «da prima volta almondo» e che saranno da concentrarsi nel2014-2015. Tale sua indicazione verrà recepi-ta nell’atto di approvazione del Ministero ono? E quest’atto avrà solo carattere ammini-strativo - potendo in tal caso essere impugnatodalla Procura che avesse un orientamento di-verso su tempi e costi dell’attuazione dell’Aia -o invece assumerà valore di legge? Certo, unPiano industriale approvato per legge crea unprecedente da economia «sovietica», perchépoi bisognerebbe verificare se le stesse dinami-che del mercato conforterebbero quanto scrit-to nel documento.

E poi ancora, con quali risorse si eseguireb-bero gli interventi per l’Aia? Si legge su taluniorgani di stampa che Bondi, forte della suaesperienza in altre vicende, si sta rivolgendoad alcune banche chiedendo un supporto di2,1 miliardi. L’Ilva oggi ha un’esposizione di1,5 miliardi, di cui 800 a breve da rifinanziarsie 700 con scadenze a 2 o 3 anni da rinegoziarsinei tempi di ammortamento; più servirebberoaltri 600 milioni, con l’auspicio che l’Ilva gene-ri cash grazie al rilancio della domanda e chenon intervengano altre decisioni di organi giu-risdizionali. Insomma si è ancora all’inizio diun cammino lungo e complesso.

CaraUnità ViaOstiense, 131/L 00154 [email protected]

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Romario, ex stelladella Seleçao,sta dalla partedei contestatori:«È la Fifail vero presidentedel Brasile»

Imorti sul lavoronelmese di giugnoGiugno si sta rilevando anche nel 2013, comedel resto in tutti gli anni scorsi, decisamentetragico per le morti sul lavoro: già 44dall’inizio del mese, esattamente gli stessimorti che purtroppo avevamo registratodal 1 giugno al 19 giugno del 2012. Negliultimi 4 giorni ne sono morti 15, dall’inizio

dell’anno 282.E non dimentichiamoci della possibilità cheun nuovo terremoto colpisca ancora il nostroPaese, con i capannoni industriali e isupermercati a rischio crolli in caso di fortiscosse come quelle che si sono verificate inEmilia Romagna poco più di un anno fa. Unsito gestito da scienziati americani giudicacome «possibile» un nuovo forte terremoto

nelle zone del Bolognese, del Modenese, delReggiano e dell’Appennino emiliano entro iprossimi 3 anni. Che cosa si sta facendo permettere a norma queste fabbriche da questopotenziale rischio mortale per migliaia dilavoratori?CarloSoricelliCURATORE DEL BLOG

CADUTISULLAVORO.BLOGSPOT.COM

16 giovedì 27 giugno 2013

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L’ANNIVERSARIO

Il«cucciolo»genialeTutte le iniziativeacent’annidallanascitadiBrunoPontecorvo, fisicoe intellettuale

IL 22 AGOSTO 1913, POCHI SPICCIOLI E FANNOCENT’ANNI,AMARINADIPISANASCEVABRUNOPON-TECORVO, IL «CUCCIOLO» CHEHA NAVIGATOIL «SE-COLO BREVE» come su una nave in tempesta. Ilfisico che ha attraversato la cortina di ferro nelsenso oggi ritenuto sbagliato, da Ovest a Est.Forse il maggior esperto al mondo della parti-cella più elusiva che, al momento, si conosca: ilneutrino.

Manca meno di un mese al compleanno esono in preparazione a Pisa, a Roma e a Dubnale meritate celebrazioni di questo scienziatoche, a causa delle sue scelte politiche, «non po-teva vincere il Nobel». La complessa vicendaumana di questo genio, talvolta ingenuo, natoin una famiglia di geni è stata raccontata daMiriam Mafai in un bel libro, intitolato Il lungofreddo. Ma sarebbe bello – sarebbe giusto - nondimenticarsi dello scienziato straordinario. Sa-rebbe pertanto bello – sarebbe giusto – se, inoccasione dei cent’anni dalla nascita, il più im-portante centro al mondo di fisica dei neutrini,il Laboratorio Nazionale del Gran Sasso, gioiel-lo dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (In-fn), gli fosse dedicato.

Ma intanto a Pisa sarà degnamente ricorda-to con una mostra e con un simposio, dal 18 al20 settembre. E a Roma con un grande conve-gno internazionale in due giorni, dall’11 al 12settembre. Il convegno romano sarà aperto daCarlo Bernardini e chiuso da Carlo Rubbia evedrà la partecipazione di fisici delle alte ener-gie ed esperti di fisica del neutrino provenientida tutto il mondo. Tra loro il premio Nobel ame-

ricano Jack Steinberger, il russo Samoil Bilenky,l’inglese Frank Close, il tedesco Till Kirsten, ilgiapponese Yoichiro Suzuki. Tra gli altri italiani:Luciano Maiani, Ettore Fiorini, Luigi Di Lella,Ugo Amaldi.

A coordinare il tutto sarà Carlo Dionisi,dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e docen-te presso l’università La Sapienza di Roma. È luia sottolineare i motivi, strettamente scientifici,che ci impongono di rinnovare la memoria diBruno Pontecorvo. I motivi sono semplici quan-to numerosi, spiega. «Bruno Pontecorvo è statouno scienziato davvero geniale. La sua vita dafisico è stata caratterizzata dalla forza delle sueanticipazioni scientifiche: per primo ha capitol'uguaglianza dei comportamenti dei muoni ri-spetto agli elettroni aprendo la strada a quellache oggi è indicata come la universalità delle in-terazioni di Fermi».

Era il 1947. Tre italiani (Marcello Conversi,Ettore Pancini e Oreste Piccioni) avevano con-dotto un esperimento che è considerato l’atto dinascita della fisica delle particelle: avevano dimo-strano che una particella presente nei raggi co-smici, il muone, si comporta come il «fratello piùgrasso» dell'elettrone. In altri termini, muone edelettrone appartengono a una medesima fami-glia di particelle. Pontecorvo dimostra che la cat-tura del muone da parte del nucleo atomico, pro-prio come la cattura dell'elettrone, produce neu-trini. E, quindi, che l'interazione debole scoper-ta da Enrico Fermi ha una validità molto più ge-nerale di quello che lo stesso «papa della fisica»aveva ipotizzato.

Inoltre, spiega ancora Dionisi: «il nome di Pon-tecorvo è indissolubilmente legato alla fisica del neutrino: è lui che ha messo a punto il primo

metodo radiochimico per la rivelazione dei neu-trini solari; è lui che ha proposto di verificare seil neutrino del decadimento beta, legato all'elet-trone fosse diverso da quello legato al muone ot-tenuto dal decadimento della particella nota co-me pai carico (neutrino e neutretto)». In praticaPontecorvo ha dimostrato in via teorica che esi-stono diversi tipi di neutrino. E, infatti, sulla sualapide al cimitero degli inglesi di Roma è scritto:«neutrino e diverso da neutrino mu», ovvero ilneutrino elettronico è diverso dal neutrino muo-nico. Jack Steinberger ha vinto il premio Nobel,insieme a Leo Lederman e a Max Schwartz, pro-prio per aver mostrato per via sperimentale che idue neutrini sono diversi. Infine, ricorda ancoraCarlo Dionisi, c’è: «l'anticipazione geniale del fe-nomeno della oscillazione dei neutrini tra diver-se famiglie». Pontecorvo ha ipotizzato che i neu-trini hanno capacità trasformistiche, che nes-sun’altra particella ha: possono trasformarsil’uno nell’altro. Proprio al Gran Sasso l’esperi-mento Opera ha di recente dimostrato che, anco-ra una volta, che Bruno aveva ragione.

Da notare che fra i tre motivi principali cheCarlo Dionisi ha indicato per testimoniare la ge-nialità di Pontecorvo non c’è l’esperimento deineutroni lenti condotto negli anni ’30 dai «ragaz-zi di via Panisperna» che ha fruttato al loro lea-der, Enrico fermi, il premio Nobel. Bruno, so-prannominato «il cucciolo», era stato uno deiprotagonisti di quel esperimento e appartenevaa pieno titolo al gruppo che, tra il 1934 e il 1938,fece di Roma la capitale mondiale della fisica nu-cleare. Continua Dionisi: «Voglio sottolineareche l’11 e il 12 settembre verranno percorse letappe che hanno portato Bruno Pontecorvo arisultati scientifici di straordinaria importanza,presentando anche nuovi risultati di una ricercastorico scientifica che il Dipartimento di Fisicadi Roma insieme a quello di Pisa ha intrapreso».

Il convegno sarà scientifico. Ma si chiuderàcon un tributo alla famiglia Pontecorvo aperta alpubblico con una rappresentazione teatrale, letestimonianze di figli, parenti e amici di Bruno,la proiezione della Battaglia di Algeri del fratellocui Bruno era più legato, Gillo. «Sì, vogliamo sot-tolinearne l'enorme forza morale di una famigliache ha saputo affrontare e superare le tragedierappresentate dal regime nazifascista, dallaguerra e dalla emigrazione forzata. L’originalitàe, appunto, la genialità di alcuni suoi membri.Ma anche la forza di coesione che ha mantenutouniti questi geni nonostante la tempesta che li hadispersi per il mondo».

LETTURE : Letantevite(egli scacchi)diPeppoPontiggia-Laterza, invitoallalettura PAG. 18 L’INTERVENTO : CilibertoaBerlinodiscutedipoliticaepoteresecondoMachiavelli PAG. 19 CINEMA : BradPittacacciadizombie PAG. 20

U:

Oltre cortina

Fuilmaggiorespertodelneutrino.NonvinseilNobelesclusivamenteper lesue ideepoliticheIlmondodellascienzacelebranonsololostudiosomaanchelacaraturamoralediunuomo(eunafamiglia)chenonsipiegòalladittatura

PIETROGRECO

Pontecorvomente leggel’Unitàdurante i suoi viaggidiritorno in Italiadall’EstInUnione Sovietica assunseilnomediBrunoMaksimovicPontekorvo FOTO ARCHIVIO L’UNITÀ

giovedì 27 giugno 2013 17

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IlministroBrayannunciaunpianotriennaleper lapromozionedella lettura

GLI ITALIANI SONO INCALLITI NONLETTORI,LO SANNO ANCHE I SASSI ORMAI, E PUR-TROPPOLASITUAZIONEÈSTAGNANTETEN-DENTEALRIBASSO.Se, per fortuna, i let-tori con la L maiuscola tengono alta labandiera del libro e crescono un pochi-no alla volta, anno dopo anno si sbricio-la inesorabilmente la pur esigua schie-ra dei prodi «lettori per caso» o lettoridel libro unico, e con la crisi la moriaingrassa le percentuali delle perdite.Qualche numero per capire meglio:nel 2012 il 46% degli italiani ha dichia-rato di aver letto almeno un libro all’an-no. La percentuale scende al 18,4% secontiamo chi legge dai 4 agli 11 titoli ecrolla al 6,3% quando andiamo a vede-re quanti italiani leggono almeno un li-bro al mese. Sappiamo anche dalle sta-tistiche che le schiere - si fa per dire - di«lettori per caso» sono instabili, si stufa-no presto, si distraggono e si dimentica-no di leggere e che a salvaguardia delpiacere della lettura ci rimane l’eroicoe sparuto esercito di lettori forti, gli uni-ci che tendono a comprare qualche li-bro in più ogni anno. I bambini, infine,giocano a spiazzare editori e librai: «na-scono» famelici lettori e, in vista dellapreadolescenza, smettono di nutrirsidi storie.

Ecco, contemplando questo desolan-te scenario, chi ama leggere rabbrividi-sce, e chi ha affidato la propria vita allacreazione o alla vendita dei libri trema.Bisogna fare qualcosa! Lo si dice e fada tanto tempo. Ma stavolta c’è biso-gno di riunire a raccolta tutti gli angeliguerrieri protettori dei libri. Non piùinterventi sparsi e isolati, ci vuole ungrande sforzo nazionale, dal basso edall’alto. Questo ha chiesto l’Associa-zione Forum del libro, attiva da tempocon iniziative in tutta Italia, secondo laquale occorrono interventi pubblici ef-ficaci per promuovere la lettura: nonsolo come condizione base per ogni po-

litica culturale, ma anche perché daquesto discende la possibilità di contri-buire allo sviluppo economico, ormaisempre più correlato alla diffusionedella conoscenza.

Una prima risposta è arrivata. Ieri, aRoma, nell’ambito di un incontro orga-nizzato dal Forum della Lettura e La-terza, il ministro Bray ha annunciatoun piano nazionale per la promozionedel libro e della lettura lungo tre anniche abbia caratteristiche di continuitàe organicità e sappia mettere in rete di-versi soggetti attivi, nelle scuole, nellebiblioteche, nelle librerie e nelle caseeditrici e nelle diverse associazioni sulterritorio e che punterà sull’innovazio-ne. Bray ha aderito a uno dei cinquepunti contenuti nel documento realiz-zato dall’Associazione Forum e firma-to da oltre trenta parlamentari eletti indiverse formazioni politiche.

All’incontro, tenutosi allo SpazioFandango hanno partecipato, tra gli al-tri, parlamentari, scrittori, intellettualicome Tullio De Mauro e Tullio Gre-gory, il responsabile del Centro del li-bro Gianni Ferrari, il direttore genera-le del Mibac Rossana Rummo, i presi-denti delle associazioni degli editori Po-lillo, dei bibliotecari Parise e il vicepre-sidente dell’associazione dei librai Ali,la responsabile di Rai Educational Sil-via Calandrelli, il direttore della terzarete Rai Andrea Vianello.

Agli angeli custodi della lettura ri-mane l’importante compito di vigilaree accertarsi che si passi dalle belle paro-le ai dovuti fatti.

Uno «Sweet Mambo»per Pina Bausch

CULTURE

RILEGGO LE RIGHE DI UNA SUA LETTERINA SCRITTAA MANO E DATATA 20 GIUGNO 2003, SETTE GIORNIPRIMACHEMORISSE.GLIAVEVO,da lettore scono-sciuto, confessato quanto mi piacesse la suaidea di simpatia come un «camminare insiemenel viottolo che abbrevia il percorso» incontroa ciò che ci fa più paura, la verità.

«Lo spazio la simpatia se lo prende da sé»,scriveva Giuseppe Pontiggia – e così lo spaziodi questo scrittore nato su un ramo del lago diComo il 25 settembre 1934 è invaso da una lucechiara: è uno spazio, appunto, di simpatia.«Sua madre, in gioventù attrice dilettante, glitrasmette il gusto di una recitazione “sincera”.Suo padre, funzionario di banca, gli trasmetteil gene della bibliomania, brama di conoscerel’universo attraverso i libri».

LETTOREONNIVOROCosì Pontiggia stesso si racconta in terza perso-na, mettendo l’accento sulla passione chel’avrebbe spinto ad accumulare negli anni ol-tre 40mila volumi, custoditi in scaffali appesiperfino ai soffitti. La ragazza entrata in casasua per un’indagine sulle abitudini di letturaresta sbalordita: «Sa che non ne ho mai vistitanti? Di solito le case dove vado non ne hanno.Questa mi fa paura!».

Nel suo primo romanzo, uscito nel ’59, Lamorte in banca, Pontiggia raccontava un giova-ne bancario con la passione per la letteratura.Era lui. Era lui quel ragazzo impelagato tra inumeri che sognava i libri. Guardava la piog-gia e pensava a una fuga, «desiderava di evade-re, di tornare a muoversi, di distrarsi».

Questo desiderio dovrà aspettare trent’annie un altro romanzo per compiersi: nelle paginedi Lagrandesera (1989, Premio Strega), il prota-gonista è un parente stretto di Mattia Pascal edi Wakefield, fa perdere le proprie tracce. «Og-gi non è andato nel suo studio e non ha avvisatonessuno». Una delle domande ricorrenti diPontiggia sembra questa: se si possa abbando-nare la propria vita da vivi; se nella grande par-tita a scacchi dell’esistenza (amava molto que-

sto gioco), sia possibile fare una mossa spiaz-zante che modifichi il corso delle cose. E que-sta mossa, che spesso è casuale e involontaria,la insegue e la registra in uno dei suoi libri piùbelli, Vite di uomini non illustri (1993), esistenzedi individui anonimi condensate in una decinadi pagine. Che cos’è davvero decisivo nella no-stra esistenza? Di solito, non i giorni a cui attri-buiamo valore. Sono gli altri, quelli da niente,che alla luce del dopo acquistano spessore.

«Il 16 novembre 1996 il cardiologo FedericoTraglia, di Arezzo, gli sconsiglia di continuarela pratica della attività sportiva»; «L’8 luglio1940 sale con lui nel crepuscolo, per una brevepasseggiata, fino alla piscina vuota». Pontig-gia, con il passo di quelli che chiamiamo classi-ci, riduce all’osso queste vite, alla loro nuda tra-ma, alla linea tortuosa di un destino. Ma dietroil tono da enciclopedista ironico c’è molto stra-zio e molto mistero. «Possiamo immaginaretante vite, ma non rinunciare alla nostra»: lodice nell’ultimo romanzo, Natiduevolte (2000),ed è a tutti gli effetti un punto di arrivo.

Ha immaginato tante vite il Peppo, come lochiamavano gli amici, ma la più essenziale,quella non aggirabile, era la sua. Il rapportocon il figlio Andrea, affetto da tetraparesi spa-stica distonica, diventa in questo romanzostraordinario una riflessione su diversità e nor-malità, sull'enorme rischio del venire al mon-do, sulla scelta e sull’accudimento. Su tutte levolte che nel corso di un’esistenza ci troviamoa rinascere grazie a qualcuno. La lingua è purae veloce, senza una sbavatura, senza un cedi-mento al pietistico. È il risultato più alto di que-sto illuminista lombardo del secondo Novecen-to, l’approdo della sua saggezza calda e benevo-la, mai distante. «La normalità - sottoposta adanalisi aggressive non meno che la diversità -rivela incrinature, crepe, deficienze, ritardifunzionali, anomalie». Qui Pontiggia salda allanarrativa la sua vocazione di saggista ironico,di osservatore del costume e perfino di brillan-te aforista.

Superata a modo suo la stagione dell’avan-guardia degli anni Sessanta, si è ritrovato dasolitario sulla strada affollata di chi cerca lachiarezza e provoca l’intelligenza. Lui - il menocattedratico e il più simpatico di tutti - l’ha fat-to come se giocasse ancora una volta a scacchi:con la stupidità («ci assedia da tante parti, com-presa la nostra»), con l’ignoranza, le malattiedel linguaggio, con le tentazioni del conformi-smo e del luogo comune. Basta con gli elogi:«Gli scrittori morti - scriveva - sono ricercati,blanditi, adulati». Ma aggiungeva: «Difficile ap-purare se essi ne siano lieti».

«Sweet Mambo», un«pezzo» del 2008 di Pina

Bausch debutta al Petruzzellidi Bari domani con la suacompagnia (replica fino al 1/7)in omaggio alla coreografascomparsa nel 2009.

GiuseppePontiggia

Tutte levitedelPeppoDieciannisenzaPontiggiae lasuascritturavibranteUnilluminista lombardodelsecondo900chehagiocatoascacchiperbatterel’ignoranza, il linguaggiosciattoe i luoghicomuni

PAOLO DI PAOLO

DA «SWEET MAMBO» NEUES STÜCK DI PINA BAUSCH, JULIE ANNE STANZAK COPYRIGHT LAZLO SZITO

IlPaesesenza libri:leggeredipiùèunaffaredigoverno

MISTERI ITALIANI

Sparisce«Blunotte»per i tagliaRaiTre«Blunotte», la trasmissionedi CarloLucarelli suimisteri d’Italia non èprevistaneipalinsesti autunnali diRaiTre.Unascelta dovutaai taglidibudget,ora ilprogrammaprodottodallaEta Beta sarebbetroppocostoso.Però«se per il 2014 si trovaunaccordo, benvenga Lucarelli»,spieganoaRaiTre.LaSlcCigl protesta:si tagli «qualchespreco oqualchenominaridondante nelle reti».

U:18 giovedì 27 giugno 2013

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LarelazionedelprofessorCiliberto ieriall’IstitutoItalianodiCulturadiBerlinoUndibattitosulla figuradelpensatorefiorentinoall’internodelciclodi incontri«TraRinascimentoeRiformazione»

Il pensiero politicodiMachiavelliLeconseguenzeetichee l’attualitàde«IlPrincipe»a500 annididistanza

MACHIAVELLI ELABORA UN SISTEMA TEORICO COM-PATTO INCENTRATO SUL RAPPORTO ORGANICO TRAANTROPOLOGIA E POLITICA; sul conflitto comeprincipio dinamico, in questo contesto dell’agirepolitico; sulla funzione della legge; su una visio-ne tragica, in ogni caso, dell’uomo, della naturae anche della politica.

Ho dunque voluto insistere sulla questionedei «limiti» attraverso cui si sviluppa la riflessio-ne di Machiavelli per abbozzarne una interpreta-zione differente da quella consegnata in generealle genealogie moderne; ma questo non toglie,ovviamente, che Machiavelli abbia una conside-razione massima per la politica come forza e chese essa non si configura come tale è destinataall’insuccesso radicale. Per il Segretario fiorenti-no si può essere un politico di grande qualità maessere travolti dagli avversari e dalla storia senon si dispone di una forza, cioè di armi adatte aipropri obiettivi. In questo senso è veramenteesemplare la valutazione che Machiavelli da suGirolamo Savonarola, un grande personaggio aisuoi occhi, autore oltre che delle grandi predi-che in San Marco anche di un testo fondamenta-le, ispirato a una polemica violentissima controil tiranno, come il Trattato sul governo di Firenze.

I giudizi di Machiavelli su Savonarola sonouna sorta di radiografia della sua concezione del-la politica, oltre che del rapporto tra politica ereligione. I documenti su cui intendo concentrar-mi sono essenzialmente tre: la lettera, famosa, aRicciardo Becchi, del 1498; il giudizio su Savona-rola nel I libro dei Discorsi; la valutazione sullaragione della sconfitta del frate espressa nel IIIlibro dello stesso testo. Tutte queste posizionihanno in comune un punto: sono di caratterestrettamente politico e riguardano il modo concui il frate utilizza la sua forza in un momento alui favorevole e la maniera con cui viene sconfit-to in una situazione che invece gli è avversa se-condo quella relazione tra virtù e fortuna allaquale si è sopra fatto riferimento. Nel primo ca-so Machiavelli dimostra come Savonarola utiliz-zando in modo spregiudicato il testo biblico, eparagonandosi implicitamente a Mosé, cerchi diguadagnarsi il popolo fiorentino - quello colto equello rozzo - aizzandoli contro un nemico chesarebbe pronto, nelle sue parole, a farsi loro ti-ranno, ma mirando solamente a salvaguardareil proprio potere, e facendolo con successo «colo-rando» le proprie bugie come meglio gli conveni-va.

Nel secondo caso si serve di Savonarola permostrare la potenza della religione come forza –e sottolineo il termine: forza – genuinamente po-litica. Sarebbe interessante insistere su questopunto ma la stessa insistenza di Machiavelli po-che pagine prima sulla figura di Numa come fon-datore della potenza di Roma più dello stessoRomolo - e proprio per il modo in cui aveva sapu-to usare la religione- , è probabile che fosse statagenerata proprio dal’aver visto all’opera Savona-rola, concepito qui e sempre, anzitutto comegrande politico.

LEQUALITÀ DI SAVONAROLANel terzo caso invece Machiavelli si interrogasulle ragioni della fine di Savonarola pur conti-nuando a riconoscergli, ed è questo l’importan-te, qualità di grande politico, privo però dellaforza necessaria per farsi valere. È spietato, maparadigmatico e perfino didattico il paragoneche in queste pagine Machiavelli stabilisce fraSavonarola e Pier Soderini: il primo grande poli-tico privo di forza; il secondo pieno di forza maincapace di usarla. Paragone che ci consente discavare ulteriormente nell’argomento perché di-mostra, anzi conferma, come per Machiavelli laforza a sé presa, cioè infondata, non sia in gradodi conseguire successi se non è animata da unavigorosa azione politica la quale può essere talesolo quando sgorghi da una radice più profondanella quale si intrecciano elementi civili, cultura-li ed anche religiosi.

Come è noto queste posizioni di Machiavellihanno rappresentato nella cultura italiana, va-riamente articolate, un vero e proprio paradig-ma: sono state riprese, per fare qualche nome,da Giordano Bruno o da Pietro Giannone men-tre sono state invece radicalmente rifiutate daFra’ Paolo Sarpi che sostiene una concezione del-la politica, della religione e dei loro rapporto po-larmente estranea a quella di Machiavelli.

C’è però un dato, che emerge invece in modoparticolare dal rapporto con Bruno e che confer-ma la estraneità di Machiavelli alle tematiche er-metiche e magiche. Giordano Bruno nello Spac-ciodellabestiatrionfanteriprende molti temi di Ma-chiavelli, come ormai è diventato ordinario sot-

tolineare, ma li situa in un contesto in cui la ma-gia ha un valore decisivo. Per Bruno il politico èun cacciatore d’anima, un vincolatore, un sapien-te: appunto un mago; e così del resto Bruno inter-pretava sé stesso. Machiavelli invece espungeogni considerazione di questo tipo dalla sua ana-lisi della politica, della potenza, che invece è svi-luppata secondo criteri rigorosamente naturali-stici, di ascendenza sostanzialmente lucreziana.

A differenza di Bruno che pure riprende a lar-ghe mani Lucrezio ma lo complica alla luce diproblematiche neoplatoniche e neopitagoricheaprendosi la strada a una concezione della natu-ra in cui la dimensione magica, sia pure concepi-ta in termini naturali, assume valore centrale.Questa differenza non toglie, però - anzi confer-ma la centralità del paradigma machiavellianonella storia italiana - che lo stesso Bruno svolgauna concezione della religione in cui gli elemen-ti civili di matrice machiavelliana hanno un valo-re essenziale.

Alla luce di quanto si è cercato finora di dire sivede come sia complessa la concezione machia-velliana della politica e come essa abbia con-notati caratteristici della cultura rinascimen-tale, come del resto dimostra ampiamente ilparadigma biologico-qualitativo che caratte-rizza la sua concezione del sorgere, dellosvolgersi e del finire delle civiltà. Tanto piùcolpisce come lungo secoli moderni Machia-velli sia stato progressivamente espropriato deisuoi aspetti fondamentali e sia stato decifratosecondo criteri che appartengono al pensiero po-litico moderno di Bodin, di Hobbes, ma non aquello propriamente rinascimentale.

Per quanto possa apparire paradossale èstato proprio Antonio Gramsci a sottolinea-re con energia che l’effettivo fondatore del-la concezione moderna dello stato va indivi-duato in Bodin e nei libri della repubblica, enon in Machiavelli. Osservazione ineccepi-bile; eppure lungo i secoli moderni la lezio-ne di Machiavelli, confondendosi conl’esperienza della ragione di stato, è venutadiluendosi progressivamente nel machia-vellismo con una perdita radicale della suaoriginalità e novità.

Fenomeni che si sono particolarmenteaccentuati soprattutto nei momenti di cri-si politica e statuale quando la sua lezioneè sembrata imporsi con imprevedibile for-za ed attualità. Machiavelli non ha peròniente in comune con il machiavellismo eneppure con l’ideologia della ragion diStato. Quello che a noi tocca oggi fare èconfrontarsi con la sua opera per quelloche essa è stata ed ha voluto essere senzadeformare i suoi lineamenti alla luce divicende che con la sua esperienza umanae intellettuale hanno poco da spartire.

Ma per fare questo, ed è la mia ultimanotazione, va riconsiderata la generaleinterpretazione del Rinascimento che èarrivata fino al Novecento e che orava rimessa in discussione fin dallefondamenta. Simul stabunt, si-mul cadent.

CULTURE

La statua diMachiavellia Firenzeall’ingressodegli Uffizi

MICHELECILIBERTO

...Variconsiderata lageneraleinterpretazionedelRinascimentocheèarrivatafinoalNovecento

U:giovedì 27 giugno 2013 19

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NON SAREMMO QUI A PARLARE DELL’ENNESIMO AGGIOR-NAMENTODELL’IMMAGINARIOLEGATOALLASAGADEGLIZOMBIE, senza il talento letterario di un grande in-ventore di mondi televisivi e cinematografici comeRichard Matheson, morto due giorni fa all’età di 87anni. Non possiamo quindi affrontare la recensio-ne di World War Z senza produrci in un rispettosoomaggio a colui che nel 1954 ha inventato il «ger-me» dei morti viventi scrivendo uno dei suoi roman-zi più belli, Io sono leggenda: ispirandosi al Dracula diStoker ne ribaltava il presupposto, laddove è l’uo-mo ad essere rimasto solo in un mondo di vampiricarnivori generati da una pandemia. Senza dichia-rarlo, George A. Romero, saccheggiò il romanzo

quando girò La notte dei morti viventi, film seminaledi tutta la serie degli zombie. Dal romanzo furonofatti poi tre adattamenti cinematografici con Vin-cent Price, Charlton Heston e da ultimo Willy Smi-th.

Gli zombie hanno avuto una ciclicità stagionaleal cinema. Quest’ultima versione, interpretata daBrad Pitt e prodotta dalla sua Plan B, prende lemosse da un romanzo, World War Z: An Oral HistoryoftheZombieWardi Max Brooks (figlio di Mel), librooriginale fin dal titolo e innovativo nello spunto,visto che trasforma la guerra tra i vivi e i morti inuna sorta di storia orale intorno al mondo raccoltada un ispettore dell’Onu che intervista superstiti diogni etnia e ceto sociale alla ricerca del «pazientezero»”.

Il film, nella sceneggiatura più volte rimaneggia-ta, si distanzia dal libro pur mantenendo alcuniaspetti importanti, come il «giro del mondo», sotto-lineando il venir meno della centralità americana,non più unica eroina contro ogni Male. L’inizio diWorld War Z è comunque inevitabilmente a NewYork e trattandosi di apocalisse è immediato il ri-

chiamo all’11 settembre.L’attacco di World War Z, dopo il solito prologo

famigliare, restituisce con grande effetto dinamicoquel senso di fine incombente, improvvisa e inspie-gabile. Brad Pitt con tutta la sua famigliola è blocca-to nel traffico newyorchese. All’inizio sembra unacongestione come altre, poi giungono graduali se-gnali inquietanti, esplosioni sullo sfondo, personein fuga, panico e delirio. Con gradi di effrazioneprogressiva e parziale, il protagonista riesce a co-gliere la natura del dramma: uomini mordono altriuomini che si trasformano in zombie alla ricercacompulsiva di altre vittime. La pandemia è iniziata,come anche l’avventura dell’ispettore dell’Onu in-caricato di trovare il paziente zero. Dal momentoche il «genere» è dichiarato, subito s’innestano inautomatico i meccanismi tipici della serie, anche sequi ci sono alcune novità. La più importante è cheWorld War Z rinuncia all’horror e allo splatter, fa-cendo di questa versione dei morti viventi la piùalgida e asettica di sempre, senza neanche un goc-cio di sangue (era questo un diktat della Para-mount che voleva per il film un rating PG13). Nonconsiderando invece una novità il dinamismo frene-tico degli zombie 2.0, tradizionalmente lentissimi,introdotta da Dan O’Bannon in Il ritorno dei mortiviventi(anche se qui gli infettati raggiungono veloci-tà e poteri inauditi) l’altra vera novità riguarda lascala planetaria dell’azione. E qui dobbiamo soffer-marci sul momento più politico del film, anche que-sto elemento ricorrente della serie, sin dai tempi diRomero che aveva dato una versione anti-razzistaai suoi zombie. Brad Pitt, dopo un passaggio in Viet-nam, scopre che l’unico Stato ad essere incontami-nato è quello di Israele, grazie proprio all’esistenzadel fatidico muro che li ha difesi dai palestinesi eora dagli zombie. Non si arriva certo ad affermarequesta insostenibile equivalenza, visto che vengo-no fatti entrare come su di un’Arca di Noè tutti gliuomini non infetti, compreso i palestinesi, anche serimane una sottile ambiguità! Anche quella rocca-forte però cadrà… Questi dunque sono gli zombiedella nostra estate tra terrorismo, politica e crisimondiale. Tutti sulla stessa barca.

AL.C.

Unbel thriller inglesebasatosuduefratellipoliziotti

AL. C.

Delbono«ruba»visionidivissutocolsuotelefonino

WEEKENDCINEMA

QUANDO FUORI L’AFA INCOMBE, CHE C’È DI MEGLIO DIUNBELTHRILLERPIOVOSOPERPROVAREQUALCHEBRI-VIDO?Blood («sangue») si svolge in una delle zonemeteorologicamente più nefaste dell’Inghilterra,ed è costruito su una bella idea di sceneggiaturache va raccontata con discrezione.

Joe e Lenny Fairburn sono fratelli e fanno en-

trambi i poliziotti. Hanno un rapporto un po’ ruvi-do, come è tipico degli inglesi di origine workingclass (in certi momenti sembra di vedere una ver-sione thriller di certe storie di rock’n’roll, comequella dei fratelli Gallagher - gli Oasis - o dei fra-telli Davies - i Kinks). Indagano assieme sul bruta-le omicidio di una ragazza. Negli ultimi mesi divita, la fanciulla era stata spesso vista assieme aun certo Jason, già condannato per molestie. Fa-re due più due è fin troppo facile, e quando il ma-niaco viene rilasciato per insufficienza di prove iFairburn seguono l’esempio dell’ispettore Calla-ghan di eastwoodiana memoria: fanno giustiziada soli, ma presto scopriranno di essere stati trop-po frettolosi…

Prodotto da Sam Mendes (AmericanBeauty, l’ul-timo 007 Skyfall), Blood è diretto da Nick Murphy,uno di quei registi a noi sconosciuti ma con uncurriculum da spavento: ha una lunga filmogra-fia televisiva e ha sceneggiato tra l’altro alcuniepisodi di Rome, la serie tv che ha spopolato anchesu Sky Italia. Il film ha una sua rocciosa soliditàgrazie anche agli attori: Paul Bettany e Brian Coxnon sembrano (a vederli) fratelli, ma hanno unacredibilità assoluta grazie a quella cosa misterio-sa che si chiama «talento». Una qualità che, fra gliattori inglesi, si misura a tonnellate.

QUANDO È STATO PRESENTATO A VENEZIA L’ANNOSCORSO, LA «VULGATA» GIORNALISTICA si è subitovenduta Amorecarnecome il film «d’autore» giratocon il telefonino. È la verità, nel senso che Delbo-no ha filmato con uno smart-phone momenti del-la propria quotidianità e incontri con amici famo-si e non, dalle dive Swinton e Berenson al musici-

sta Alexander Balanescu. Ma la tecnologia a mon-te del film è un fatto quasi secondario, e persinorischioso: sarebbe terribile (per noi critici e per glispettatori) se ogni squilibrato in possesso di untelefonino girasse un film raccontandoci gli affaripropri. Come sempre, dipende tutto dall’uso deinuovi mezzi espressivi: con uno come Pippo Del-bono la cosa ha un senso, con il primo che passafrancamente no.

Anche l’auto-messinscena di Delbono ha mo-menti che creano (volutamente) imbarazzo. Quan-do va dal medico e filma un dialogo sul propriostato di salute visibilmente «rubato» (il telefono èposato sul tavolo, l’inquadratura è sghemba e noncambia mai) si ha la sensazione di essere, più chespettatori, intrusi. Ma ben presto il gioco si chiari-sce, si stabilizza e diventa affascinante. Fra le pagi-ne di diario che l’autore ci propone, la più toccan-te non riguarda un personaggio famoso o comun-que appartenente al mondo artistico (come l’atto-re sordomuto Bobò, complice di Delbono da moltianni anche in teatro). È l’incontro con la mamma,che si rivela una donna arguta e divertente. Filmparticolare, Amoreecarne: per amatori. Farlo usci-re quasi a luglio è commercialmente un suicidio,ma chi conosce Delbono e ama il suo lavoro lorintraccerà di sicuro. Gli altri, chissà.

ALBERTOCRESPI

BLOODRegiadiNickMurphyconPaulBettany,Mark Strong, Brian Cox,StephenGrahamGranBretagna, 2013 -Distrib.:Notorious Pictures

Vendettefrettolose

Pezzidivitaviacellulare

AMORE CARNERegiadiPippoDelbonoconPippo Delbono,TildaSwinton, MarisaBerenson,MargheritaDelbono,BobòItalia,2011 -Distribuzione: TuckerFilm

LaprevalenzadellozombieBradPitte l’attaccosuscalamondialedeimortiviventiWORLD WARZregiadiMarcForsterconBrad Pitt,Mireille Enos, James Badge DaleUsa2013UniversalPictures

DARIOZONTA

Unascenada «WorldWarZ»

SALVORegiadiA. Piazza eF.GrassadoniaConSalehBakri,Sara Serraiocco,LuigiLoCascio,Mario Pupella,GiudittaPerrieraItalia,2013 - Distribuzione: GoodFilms

LANOTIZIAÈCHEÈUSCITO:«SALVO»ÈSTA-TOLARIVELAZIONEITALIANADELRECENTEFESTIVALDICANNES, e in quel caso tutti cieravamo lamentati che un simile film,selezionato alla Semaine de la Critique,pluri-premiato e già pronto all’uscitanelle sale francesi, non avesse uno strac-cio di distribuzione italiana. A talescempio è stato messo riparo, e ora Sal-voarriva nei cinema in un momento del-la stagione per altro infame, in cui lagente pensa già alle vacanze e solo i fil-moni hollywoodiani hanno qualche spe-ranza di farla franca. Stretto fra il nuo-vo Superman L’uomo d’acciaio (uscitogiovedì scorso) e il kolossal World WarZ, del quale parliamo qui accanto, Salvoè il manzoniano vaso di coccio tra vasidi ferro, ma chissà che non trovi comun-que un suo pubblico. Lo meriterebbe,anche per le sue qualità spettacolari:Piazza e Grassadonia, i due registi-sce-neggiatori, non sono due pensosi intel-lettuali, ma due cinefili che hanno river-sato nel film tutti i loro amori. Il filmcomincia con una sequenza d’azioneche potrebbe essere uscita da una delletante Piovre, o da un poliziesco di JohnWoo; prosegue con un tono da reali-smo magico, ha momenti di commediagrottesca e f inisce con uno«showdown» alla Sergio Leone. Tropparoba? Forse. Se Salvo ha un difetto, è ladiscontinuità: ma le tante anime che inesso coesistono sono altrettante scom-messe stilistiche che alla fine Piazza eGrassadonia riescono a chiudere, equindi a vincere.

Il titolo è bello perché ambiguo: «Sal-vo» è un nome, ma è anche un aggettivoe, volendo, un verbo (prima persona sin-golare di «salvare»). Salvo è un killer dimafia che in un certo senso «salva» Ri-ta, la sorella delle sue vittime, e quindirende «salvo» anche se stesso. All’inizioil killer insegue i suoi obiettivi e li elimi-na con la freddezza dell’entomologo.Ma poi si trova di fronte a un ostacolo:la sorella dei morti, cieca dalla nascita.Inquietato dai suoi occhi che lo fissanosenza vederlo, Salvo li tocca con le ma-ni sporche di sangue… e avviene il mira-colo, la ragazza vede per la prima voltain vita sua, e vede il macellaio della suafamiglia. Ma sarà lui, il killer, a esseretoccato dal miracolo. Film sulla mafiafuori da ogni cliché, magari imperfettoma estremamente vivo e stimolante.

Salvoilmafiosoredentodallapietà

U:20 giovedì 27 giugno 2013

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TV

06.30 TG1.Informazione

06.35 CCISS Viaggiare Informati. Informazione

06.45 Unomattina Estate.Magazine

09.35 Unomattina Talk.Magazine

10.20 Unomattina Ciao come stai? Magazine

11.10 Road Italy - Day by day.Documentario

11.20 Don Matteo 7.Serie TV

13.30 TELEGIORNALE.Informazione

14.10 Ho Sposato uno Sbirro 2.Serie TV

15.10 Nel flusso della vita.Film Drammatico. (2011)Regia di Wolf Gremm. Con R.-M. Kubitschek.

16.50 Rai Parlamento Telegiornale. Informazione

17.00 TG1. Informazione17.15 Estate in diretta.

Magazine18.50 Reazione a catena.

Gioco a quiz20.00 TELEGIORNALE.

Informazione20.30 Confederations

Cup Semifinali:Spagna-Italia.Sport

23.40 Porta a Porta.Talk Show. Conduce Bruno Vespa.

01.15 Che tempo che fa.Informazione

01.20 Sottovoce.Talk Show. Conduce Gigi Marzullo.

01.50 Rai Educational - Real School.Rubrica

02.20 Mille e una notte - Cinema. Rubrica

07.30 Cartoon Flakes.Cartoni Animati

09.00 Le Sorelle McLeod 7.Serie TV

10.30 Tg2 - Insieme Estate.Rubrica

10.35 Tg2 - E...state con Costume. Rubrica

11.00 Corte dei Conti. Giudizio di parificazione del rendiconto generale dello Stato. Informazione

12.05 La nostra amica Robbie.Serie TV

13.00 Tg2 - Giorno. Informazione14.00 Divieto di sosta.

Rubrica14.45 Blue Bloods. Serie TV15.35 Revenge. Serie TV17.00 Guardia Costiera.

Serie TV17.45 Tg2 - Flash L.I.S.

Informazione17.50 Rai TG Sport.

Informazione18.15 Tg2. Informazione

18.45 Senza traccia. Serie TV 19.35 Castle. Serie TV

20.30 Tg2 - 20.30.Informazione

21.05 LOL :-). Rubrica21.10 La fontana dell’amore.

Film Commedia. (2010) Regia di M. Steven Johnson.Con Alexis Dziena, Kristen Bell, Josh Duhamel, Will Arnett.

22.45 Supernatural.Serie TV

23.35 Tg2.Informazione

23.45 2Next - Economia e futuro. Rubrica

00.40 Rai Parlamento Telegiornale.Informazione

00.55 Close To Home.Serie TV

08.00 Agorà. Talk Show. Conduce Gerardo Greco.

10.15 Rai 150 anni. La Storia siamo noi.Documentario

11.10 Buongiorno Elisir.Rubrica

12.00 TG3. Informazione12.45 Le storie - Diario

italiano. Talk Show. Conduce Corrado Augias.

13.10 Lena, l’amore della mia vita.Serie TV

14.00 Tg Regione. / TG3.Informazione

15.00 Ponderosa.Serie TV

15.45 Kilimangiaro album.Rubrica

16.00 In diretta dal Senato della Repubblica “Question Time”.Informazione

17.15 Geo Magazine 2013.Documentario

19.00 TG3. / Tg Regione.Informazione

20.00 Blob. Rubrica20.15 Celi, mio marito! Rubrica20.35 Un posto al sole. Serie TV21.05 Law & Order - I due volti

della giustizia.Serie TV Con Jeremy Sisto, Linus Roache, Sam Waterston, Alana de la Garza, Anthony Anderson, S. Epatha Merkerson.

23.20 Tg Regione.Informazione

23.25 Tg3 - Linea Notte Estate.Informazione

00.00 DOC 3.Documentario

00.01 Un amore imperfetto.Documentario

06.50 Chips. Serie TV07.45 Charlie’s Angels.

Serie TV08.40 Pacific Blue.

Serie TV09.50 Carabinieri 7.

Serie TV10.50 Ricette all’italiana.

Rubrica11.30 Tg4 - Telegiornale.

Informazione12.00 Renegade.

Serie TV14.00 Tg4 - Telegiornale.

Informazione14.45 Lo sportello di Forum.

Rubrica15.30 Flikken coppia in giallo.

Serie TV16.37 Magnifica ossessione.

Film Drammatico. (1954) Regia di Douglas Sirk. Con Rock Hudson.

18.55 Tg4 - Telegiornale.Informazione

19.35 Tempesta d’amore.Soap Opera

20.30 Quinta colonna il quotidiano.Attualità Conduce Paolo Del Debbio.

21.10 Superfantozzi.Film Commedia. (1986)Regia di Neri Parenti.Con Paolo Villaggio, Liu Bosisio, Gigi Reder, Plinio Fernando.

23.12 Fantozzi 2000 - La clonazione.Film Commedia. (1999) Regia di Domenico Saverni. Con Paolo Villaggio, Milena Vukotic.

01.15 Tg4 - Night news.01.42 Il figlio dello sceicco.

Film Commedia. (1978) Regia di Bruno Corbucci. Con Tomas Milian.

07.55 Traffico.Informazione

07.57 Meteo.it. Informazione08.00 Borse e monete.

Informazione08.01 Tg5 - Mattina.

Informazione08.40 Miracoli degli animali.

Documentario09.10 Alisa - segui il tuo

cuore. Telenovelas11.00 Forum. Rubrica. Conduce

Rita Dalla Chiesa.13.00 Tg5.

Informazione13.41 Beautiful.

Soap Opera14.10 Centovetrine.

Soap Opera14.45 Il Segreto.

Telenovelas15.40 Pomeriggio cinque.

Talk Show. Conduce Barbara D’Urso.

18.50 Avanti un altro!Gioco a quiz. ConducePaolo Bonolis.

20.00 Tg5.Informazione

20.40 Paperissima Sprint.Show

21.10 Le pagine della nostra vita.Film Drammatico. (2004) Regia di Nick Cassavetes. Con Ryan Gosling, Rachel McAdams,Sam Shepard.

23.30 Tg5puntonotte.Attualità

01.31 Tg5 - Notte.Informazione

02.01 Paperissima Sprint.Show

02.36 Papà ha perso l’aereo.Film Commedia. (2004)Regia di Kaspar Barfoed.Con Lotte Andersen, Wencke Barfoed.

06.35 Deja vu. Serie TV07.00 Tutto in famiglia.

Serie TV07.50 I maghi di Waverly.

Serie TV08.40 Kyle XY. Serie TV09.35 Gossip Girl 2.

Serie TV11.30 Pretty Little Liars.

Serie TV12.25 Studio Aperto.

Informazione13.02 Sport Mediaset.

Sport13.40 The Cleveland Show.

Cartoni Animati14.05 I Simpson.

Cartoni Animati14.30 What’s my destiny

Dragon ball.Cartoni Animati

15.00 Naruto Shippuden.Cartoni Animati

15.25 The Vampire Diaries.Serie TV

16.20 Smallville. Serie TV17.15 Top One. Game Show

18.30 Studio Aperto.Informazione

19.20 C.S.I. New York.Serie TV

21.10 Questo piccolo grande amore.Film Commedia. (2009)Regia di Riccardo Donna.Con Emanuele Bosi, Maria P. Petruolo, Daniela Giordano.

23.35 Amore 14.Film Commedia. (2009) Regia di Federico Moccia. Con Veronica Olivier, Raniero Monaco di Lapio, Beatrice Flammini, Flavia Roberto, Riccardo Garrone.

01.40 Sport Mediaset.Sport

06.55 Movie Flash.Rubrica

07.00 Omnibus - Rassegna Stampa.Informazione

07.30 Tg La7.Informazione

07.50 Omnibus.Informazione

09.50 Coffee Break.Talk Show

11.00 Otto e mezzo (R).Rubrica

11.40 I menù di Benedetta.Rubrica

12.30 Grey’s Anatomy.Serie TV

13.30 Tg La7.Informazione

14.00 Tg La7 Cronache.Informazione

14.40 Le strade di San Francisco.Serie TV

16.30 Suor Therese.Serie TV

18.10 The District. Serie TV20.00 Tg La7.

Informazione20.30 Otto e mezzo.

Rubrica21.10 Servizio Pubblico Più.

Talk Show. Conduce Michele Santoro.

00.00 Omnibus Notte.Informazione

01.05 Tg La7 Sport.Sport

01.10 Movie Flash.Rubrica

01.15 Otto e mezzo (R).Rubrica

01.55 Coffee Break (R).Talk Show. Conduce Tiziana Panella, Enrico Vaime.

02.55 La7 Doc.Documentario

21.10 Diario di una schiappa - Vita da cani.Film Commedia. (2010) Regia di T. Freudenthal. Con Z. Gordon, C. G. Moretz.

22.50 La ricerca della felicità.Film Drammatico. (2006) Regia di G. Muccino. Con W. Smith, J. Smith.

00.55 The Raven.Film Thriller. (2012) Regia di J. McTeigue. Con J. Cusack, L. Evans.

SKY CINEMA 1HD

21.00 Big Daddy - Un papà speciale.Film Commedia. (1999) Regia di D. Dugan. Con A. Sandler, J. L. Adams.

22.40 Matilda 6 mitica.Film Commedia. (1996) Regia di D. De Vito. Con D. De Vito, K. Davael

00.25 The Amazing Spider Man.Film Azione. (2012) Regia di M. Webb. Con A. Garfield, E. Stone.

21.00 Il cuore grande delle ragazze.Film Commedia. (2011) Regia di P. Avati. Con M. Ramazzotti, C. Cremonini.

22.35 Think Like a Man.Film Commedia. (2012) Regia di T. Story. Con C. Brown, G. Union.

00.45 Le ali dell’amore.Film Drammatico. (1997) Regia di I. Softley.Con H. B. Carter, L. Roache.

19.10 Max Steel.Cartoni Animati

19.35 Teen Titans.Cartoni Animati

20.25 DreamWorks Dragons: I Cavalieri di Berk.Cartoni Animati

20.50 Lo straordinario mondo di Gumball.Cartoni Animati

21.10 Adventure Time.Cartoni Animati

21.30 The Regular Show.Cartoni Animati

18.00 Chi offre di più?.Documentario

19.00 Affari a quattro ruote.Documentario

21.00 Top Gear.Documentario

22.00 Affari a quattro ruote.Documentario

23.00 Top Cars.Documentario

00.00 Top Gear. Documentario01.00 Curiosity: l’uomo delle

caverne.Documentario

18.55 Deejay TG.Informazione

19.00 Lincoln Heights.Serie TV

20.00 Lorem Ipsum.Attualità

20.20 Fuori frigo.Attualità

21.00 Six Degrees.Serie TV

22.00 Life as we know it.Serie TV

23.00 Pascalistan.Documentario

DEEJAY TV

18.25 Ginnaste: Vite parallele.Docu Reality

19.25 Scrubs.Sit Com

20.15 Mario - Una serie di Maccio Capatonda.Serie TV

21.10 Teen Wolf.Serie TV

22.50 Mario - Una serie di Maccio Capatonda.Serie TV

00.40 True Blood.Serie TV

MTV

RAI 1

20.30: Spagna-ItaliaSport. L’Italia affronta la Spagna nella seconda semifinale del torneo. Gliazzurri proveranno a prendersi la rivincita dopo la sconfitta nel 2012.

21. 10: La fontana dell’amoreFilm con K. Bell.Beth, sfortunata in amore durante un soggiorno a Roma, decide di rubare delle monete dalla Fontana di Trevi.

21.05: Law & Order - I due volti della giustiziaSerie TV con A. de la Garza.Una giovane donna viene trovata morta nel suo appartamento.

21.10: SuperfantozziFilm con P. Villaggio.Fantozzi attraversa tutta la storia dell’uomo, dal Paradiso Terrestre alle Crociate, fino ai giorni nostri.

21.10: Le pagine della nostra vitaFim con R. McAdams.Due innamorati sono separati dalla Seconda Guerra Mondiale. Dopo sette anni, Allie si fidanza con un altro soldato.

21.10: Questo piccolo grande amoreFilm con E. Bosi.1972. Durante una manifestazione studentesca, Andrea, universitario, conosce Martina, liceale.

21.10: Servizio Pubblico PiùTalk Show con M. Santoro.Partendo dal “processo Ruby”, il programma ripercorrerà le tappe dello scandalo che ha coinvolto l’ex Premier.

RAI 2 RAI 3 RETE 4 CANALE 5 ITALIA 1 LA 7

DISCOVERY CHANNEL

CARTOONNETWORK

SKY CINEMA PASSION

SKY CINEMA FAMILY

● QUANDOABBIAMOVISTOCHE MAU-RIZIO BELPIETRO E MARIA STELLA

GELMINIPARTECIPAVANO insieme a Bal-larò, stavamo per cambiare canale,compiangendo Floris, destinato a soc-combere a una simile accoppiata. In-vece, Belpietro si è rivelato molto piùtranquillo del normale, sovrastato dauna Gelmini che interrompeva tutti,con esclamazioni illuminanti tipo: «Èinaccettabile, non si possono dire co-se del genere…». Perché è chiaro che,per i berluscones, l’importante è nonlasciar parlare, impedire che i fattivengano distinti dai loro slogan. Con-tro Berlusconi solo odio, nessuna pro-va.

Le intercettazioni? Solo «cavola-te», come ha dichiarato Ruby, che evi-dentemente ha dato la linea a tutti,dopo averla ricevuta da Ghedini. Ben-ché il difensore del capo stia accumu-lando sconfitte su sconfitte e anchecritiche professionali da parte degliex avvocati di Berlusconi, ai quali haportato via il lavoro. Beghe interne,

che non meriterebbero neppure unacitazione al demerito, se non fosseche tutto, attorno a Berlusconi, ormaisa di meschina revanche, nell’intentodi essere o sembrare i più intimi delcapo affranto. Come la Santanché e lealtre, che dicono di volere Marina allasuccessione del padre monarca, men-tre la fidanzata in carica le smentisce.

La signorina Francesca Pascale hapartecipato infatti, come militante dibase, alla manifestazione indetta daGiuliano Ferrara sotto lo slogan fem-minista: «Siamo tutti puttane». Co-munque, non per fargli un compli-mento, ma neanche un cieco potreb-be scambiare Giuliano Ferrara peruna ragazza da marciapiede. Intanto,per fortuna, nel Pdl resiste ancora undissidente repubblicano. È il liberopensatore Renato Brunetta, il qualeha dichiarato che Marina Berlusconi,prima di candidarsi come anti-Renzi,dovrebbe provare a fare qualche espe-rienza politica. È giusto: solo dopo po-trà aspirare al trono di Puttanopoli.

PuttanopoliIl reènudoma staancorasul trono

FRONTEDELVIDEO

MARIANOVELLAOPPO

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Stefano Cerio sarà oggi(18.30) a Roma al Maxxi

B.A.S.E. (Via Guido Reni 4)per presentare il suo ultimolibro «Vice Versa» in dialogocon Cristiana Perrella.Nell’ambito della serata saràproiettato in anteprimail video di Cerio «CruiseShip»

CISONOBAMBINI,ANZIANI,RAGAZZI.ESOPRATTUTTOTANTEMAMME.SONOLOROADAVER«FATTOLARIVO-LUZIONE»DICONOGLIABITANTIDINISCEMI. Sono lo-ro, tra i tanti, la testa d’ariete di questo presidioche dall’ottobre 2012 è lì, davanti alla base ameri-cana per bloccare il passaggio dei camion, deglioperai addetti alla costruzione del Muos, una del-

le quattro stazioni di terra del Mobile User Objec-tive System, sistema di comunicazioni satellitariad altissima frequenza gestito dal Dipartimentodella Difesa degli Stati Uniti. E «accolto» nel cuo-re della riserva naturale della Sugherata di Nisce-mi, in Sicilia, nonostante lo stop ai lavori impostodallo stesso governatore Crocetta, contro il qua-le il Dipartimento della difesa ha fatto ricorso alTar, chiedendo un risarcimento di 25mila euro algiorno. Una storia «tutta italiana» di cui raccontaNomuosfilm di Enzo Rizzo, documentario realiz-zato grazie al sostegno popolare e che oggi saràpresentato a Roma, a palazzo Marini (ore 9) dalCentro Gramsci, per poi preseguire il suo tourautogestito».

Meno nota di quella dei «no Tav», se non altroper un motivo di «anzianità», questa battaglia èuna delle tante nate dal basso (la «no ponte», perrestare in Sicilia), dalla volontà e dalla capacità

di mobilitazione degli stessi cittadini, che stannoattraversando, più o meno inascoltate, il nostropaese. Eppure la questione è di fondamentale im-portanza e dal valore fortemente simbolico, poi-ché come ci ricorda uno degli stessi bambini delpresidio il «nemico» è l’America. Col piglio delreportage giornalistico e la passione di chi in que-sta lotta è coinvolto in prima persona Nomuosfilmci accompagna attraverso le tappe successive del-la protesta. Le assemblee, le decisioni, le vite deicittadini. «Gli americani pensano che siamo deipoverini, che ci manca la cultura della protesta»,dice una ragazza in prima fila. «Il muos è un’ar-ma da guerra», svela un altro, sottolineandoneancora la minaccia che costituisce per la salute.

Mentre il governatore Crocetta racconta delleminacce ricevute da quando ha scelto di opporsialla base americana. E ancora dell’«incredibile»decisione di ricorrere al Tar del ministero dellaDifesa. Le interviste si intrecciano alle testimo-nianze dei cittadini, ma soprattutto alle immagi-ni delle cariche della polizia. Ripetute, durissimecontro i manifestanti inermi, pacifici. Le mam-me sempre in prima fila che rivolgendosi ai poli-ziotti ricordano loro che questa è una battagliaper tutti, anche per i loro figli e per il futuro e lasalute collettiva. «Hanno scritto che siamo violen-ti», rincara Ciro, il ragazzino «mascotte» del pre-sidio «ma i violenti sono loro. Sapete una cosa?Anch’io volevo diventare un poliziotto, ma ora avedere quello che ci fanno, no proprio non vogliopiù».

BRUNOGRAVAGNUOLO

LascomparsaAddioallostoricopadovanoautoredella«Storiadell’Italia repubblicana»studiosodinazionee lavoro

CULTURE

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UNA CONOSCENZA NATA AL TELEFONO E POI CONSOLI-DATA ATTRAVERSO LA FREQUENTAZIONE DEI SUOI TEMIE DEI SUOI LIBRI Silvio Lanaro è stato un grandissi-mo storico. Un uomo generoso e disponibile, felicedi essere più e più volte utilizzato da l’Unità ogniquel volta si accendeva un dibattito sul revisioni-smo, sull’idea di nazione, sull’insegnamento dellastoria. Su destra e sinistra nella storia d’Italia. An-che grazie al suo aiuto, negli anni caldi del berlu-sconismo e dell’offensiva storiografica revisionisti-ca, abbiamo realizzato interviste, inchieste, affre-schi a più voci in tempo reale. E sempre conversan-do distesamente, malgrado la convulsione del lavo-

ro e la fretta di chiudere. Perché quello che avevada dirci era sempre sorprendente e nitido. E dun-que anche agevole da riassumere.

Se ne è andato domenica, per una complicazio-ne diabetica succesiva a un infarto. E ieri è statocelebrato nel cortile dell’Ateneo di Padova, il famo-so Bo, a cui era legatissimo. A parte un bel pezzo diAntonio Carioti sul Corsera la sua scomparsa è sta-ta quesi ignorata. Il che la dice lunga sulla vacuitàinutile di tante nostre pagine culturali, incapaci divalorizzare ciò che conta e che incide davvero nel-la cultura nazionale. La stessa cosa era capitata, ornon è molto, per la morte di un altro eminentissi-mo storico del nostro Risorgimento, Franco DellaPeruta, il maggiore storico del Risorgimento italia-no. Ignorato. Padovano, allievo di Federico Sene-

ca, di intonazione politica azionista, Lanaro era os-sessionato da due idee: lavoro e nazione. Il falli-mento italiano per lui nasceva da una nazione loca-listica senza stato, non cementata da istituzioni for-ti e permeate dall’ascesa dei ceti subalterni. In que-sto senso va la su opera più nota, Lastoriadell’Italiarepublicana(Marsilio, 1992), predecuto da opere co-me Nazione e lavoro (Marsilio, 1979) e L’Italia Nuova(Einaudi 1988). Inoltre Lanaro era un attentissimostudioso del Veneto e dei contesi locali: il nord-estvisto da una prospettiva lavoristica e solidaristica,tessuto laborioso di masse che si integrano, fannoterritorio e creano ricchezza. Senza antisatalismobecero (emblematica a riguardo la critica al qua-lunquismo guareschiano e longanesiano - prodro-mi del berlusconismo - uno dei punti salienti dellasua storia della mentalità nazionale). Sognava unasinistra di massa, liberale in senso etico e non cial-trone o populistico, di qui il suo amore per i Rossel-li. E soprattutto denunciava il male radicale dellsua Italia: il trasformismo. Non era per lui una ta-be italiana innata, ma il frutto del notabilato locali-stico della nazione liberale e classista. Fondata suicollegi uninominali. Che aveva prodotto partitifrolli, corrotti. Partiti personali fatti di filiere di in-teressi. Lo diceva solitario dai primi anni 90. I fattigli hanno dato ragione, da destra a sinistra.

ALAN MYERS, BATTERISTA DEI DEVO TRA IL 1976 E IL1985, È MORTO DOPO UNA LUNGA BATTAGLIA CONTROILCANCRO:a darne notizia è stato il jazzista RalphCarney, zio del batterista dei Black Keys Patrickin passato suo collaboratore. «Ho una brutta noti-zia da darvi», ha scritto Ralph sulla sua paginapersonale di Facebook: «Alan Myers è morto dicancro ieri. È stato il miglior batterista dei Devo euna delle prime persone a introdurmi al jazz. Miviene da piangere...». «Onore a Alan Myers, il piùincredibile batterista col quale io ho avuto l'onoredi suonare per dieci anni», lo ha ricordato su Twit-ter Gerald Casale, voce e basso della new waveband di Akron, Ohio: «Perdere lui è come perdereun braccio. L'ho pregato di non abbandonare iDevo, ma lui non poteva sopportare di essere so-stituito da una batteria elettronica. E sono d'ac-cordo con lui. Alan, sei stato il migliore: un metro-nomo umano, e anche di più. Sei nato per essere ilbatterista dei Devo».

LemammenoMuosOggi a Roma il documentariosulla lottacontro labaseUsaIlmovimentonatoaNiscemialcentrodel filmdiEnzoRizzorealizzatograziealcontributo«popolare»

● VEDIROMAE POI... SEJEPGAMBARDELLA, SCRITTORE,RESTA

IMPRIGIONATO NELLACORRIVAMONDANITÀSOGNANDOLA GRANDEBELLEZZA,Marco Corona, fumettista,sprofonda in un delirio undergroundsognando il Grande Caos. Tutti e duea contatto con l'Urbe: il primo nelfilm di Paolo Sorrentino, il secondonel suo graphic novel La seconda voltache ho visto Roma (Rizzoli Lizard, pp.128, euro 17). Marco Corona(Carmagnola, 1967) pesca e vienedall'underground ma a ogni nuovaopera spiazza e sorprende, purrestando fedele alla linea. Dallarilettura della biografia di FriedaKahlo (Black Velvet) al Bestiario padano(Coconino Press), da Riflessi a L'ombradi Walt (ancora Coconino Press) - maci aggiungiamo i tanti lavori seminatiin rete (ilcanguropugilatore.blogspot.com) esparsi nei centri sociali (a cominciaredal Leoncavallo fino al festival«Crack» al Forte Prenestino) - : unalinea che fa del disegno un'incessantericerca d'espressione e di emozione.Qui in un viaggio autobiografico - cheè anche il viaggio di diventare padre -l'autore attraversa luoghi, tempistorici e climatici diversi. Il caldoferoce e la nevicata impietosa del2011, l'occupazione nazista del 1943 elo scandalo della Regione Lazio nel2009. Tra viadotti e tangenziali, traFontane di Trevi e Trastevere, dentrola Roma di Corona ci trovi memoriedi Fellini e di stornellatori, imperatoriveri e d'invenzione - come Ferocius,che si sporge dal predellino dell'autoblu e viene sfregiato con unastatuetta del Colosseo (vi ricordaqualcuno?) - ci trovi i busti e iburattini del Gianicolo e la Ferilli«desnuda» del baccanale per loscudetto alla Roma. Il tutto fuso esapientemente impastato in unmagma lavico e colorato che scorretra le pagine, cola dalle vignette e sisolidifica in un mirabile affresco delGrande Caos di questa città e deldisastrato Paese che l'ha eletta a suaCapitale.

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DaSorrentinoaCorona:Roma tra caosebellezza

ILCALZINODI BART

RENATO PALLAVICINI

Lanaro,oltre il trasformismofigliodeipartitipersonali

ÈmortoAlanMyersFu ilbatteristadeimitici«Devo»

Stefano Ceriopresenta«Vice versa»

...IlministerodellaDifesacontro laRegioneSiciliachehachiestolasospensionedei lavori

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Montepremi 1.035.542,50

Nessun6 € -

Nessun5 € -

Vinconoconpunti4 € 3.609,60

Vinconoconpunti3 € 381,03

Vinconoconpunti2 € 15,26

InumeridelSiVinceTutto3 9 35 39 44 89

SENZAMARIOBALOTELLIECONUNANDREAPIRLOAP-PENARECUPERATO,CONTANTAVOGLIADIRIVINCITAEUNA SQUADRA DA RIDISEGNARE. Italia-Spagna diquesta sera vale più della finale della Confedera-tions Cup, vale una rivincita ad un anno dalla du-ra lezione subita dagli uomini di Prandelli nellafinale dell’Europeo. Quattro sberle che brucianoancora e che rischiano di diventare le fondamen-ta di un complesso pericoloso assieme alla sconfit-ta subita, sempre in finale, dall’Under21 azzurrain Israele per opera degli spagnoli. Camnioni delmondo e campioni europei, le «furie rosse» in que-sti giorni sono state particolarmente furie, fra fe-stini hot (negati dallo staff iberico) furti in hotel eproteste rumorose (anche queste negate) dei gio-catori con lancio di telecomandi e oggetti fuoridalle finestre dell’albergo. «Speriamo si sianostancati», ha scherzato nei giorni scorsi ClaudioMarchisio. Per farci una risata su e esorcizzareun salita che sulla carta appare durissima. Ancorpiù dopo l’infortunio che ha riportato in Italia Ma-rio Balotelli e privato Cesare Prandelli del termi-nale più pericoloso di una squadra che, in Brasile,ha abbandonato le due punte per ridisegnarsi unvestito con più palleggiatori, più incursori e piùfrecce in grado di colpire da lontano senza darepunti di riferimento agli avversari. Alla spagnola,insomma, ma guai a dirlo a Prandelli che sull’ar-gomento ha il dente avvelenato: «Smettiamola didire che noi ci ispiriamo alla Spagna - ha sottoli-neato in conferenza stampa - perché non abbia-mo gli stessi giocatori».

Recuperato Pirlo e persi Balotelli e Abate,Prandelli si appresta allora a varare la sua nuova

rivoluzione: difesa a tre e centrocampo più foltoper contrastare il palleggio di Iniesta e company.Davanti a Buffon ci sarà il blocco campione d’Ita-lia della Juve, con Maggio che sale sulla linea deicentrocampisti dove invece scalerà Giaccherini.A farne le spese dovrebbe essere Montolivo, men-tre dietro a Gilardino dovrebbero giostrare can-dreva e Marchisio. «Non partiamo battuti, lorosono i più forti e lo hanno dimostrato vincendotutto quello che era possibile vincere, ma noi cisentiamo di partire alla pari e lo scorso anno loabbiamo dimostrato - sottolineava nei giorni scor-si Marchisio - Una reazione come quella contro ilGiappone e come quella contro il Brasile è dagrande squadra». «Il nostro modo di giocare nonè cambiato, ma credo sia solo una questione dicondizione». Cambierà di certo, adesso, senza Ba-lotelli. «Mario - ha proseguito il centrocampistadella Juventus - ci manca ed è normale, è un gran-de campione. È maturato e lo ha dimostrato inquesta Confederations, tenendo palla e facendoreparto da solo. Sicuramente ci teneva a giocarequesta partita, ma dietro di lui ci sono giocatoricome Gilardino per i quali parlano i numeri e ititoli vinti, quindi non siamo preoccupati». E losaranno un po’ meno, c’è da scommetterci, anchei difensori spagnoli. Anche se, almeno a parole, lacautela è massima in casa delle furie rosse, finqua tre vittorie in tre partite, quindici gol fatti euno solo subito (dall’Uruguay): «Manterremo lastessa filosofia anche contro l’Italia. Ha tanti gio-vani e ci renderanno le cose molto difficili - il com-mento di Sergio Ramos - Balotelli fa la differenza.Non potrà giocare ma ci sarà un altro giocatorecon la stessa qualità o migliore di lui».

Con la finale che si avvicina, però, il Brasilesembra ancora più concentrato sui suoi guai e sul-le proteste che, dopo qualche giorno di tregua,sembrano destinate a riprendere. Ieri, per la pri-ma semifinale fra Brasile e Uruguay, la polizia si èschierata a difesa dello stadio Minerao di Belo Ho-rizonte per impedire l’acesso alle migliaia di ma-nifestanti chiamati a raccolta da tutta la città: ai5.567 uomini della polizia si sono uniti 1.500 sol-dati dell’esercito mentre agenti presidiavano stra-de e incroci tutti intorno all’impianto.

SUPERENALOTTO

«Inizia una nuovaavventura a Madrid. È un

onore poter allenare il club piùprestigioso al mondo, è ilsogno di chi ama questolavoro». Così su Twitter, primadella conferenza stampa, CarloAncelotti si è presentato ieri aitifosi del Real. Il tecnicoemiliano ha confermato cheZidane siederà in panchinacon lui come collaboratore.

SPORT

MASSIMODEMARZITORINO

Entusiasmojuventinoper l’argentinoexCity.Visitemedichepoil’annuncio:maoraèilmomentodivendere

Zidane collaboreràcon Ancelotti al Real

MERCOLEDÌ26 GIUGNO

C’è laSpagnaancora loro...Prandelli ridisegna l’Italiaesognarivincitaefinale

SenzaBalotelliedifesaatreIlctazzurro inattaccosiaffidaaGilardino:«Nonpartiamosconfitti»Ancoratimorididisordini

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TUTTI PAZZI PER TEVEZ. L’ARGENTINO, PRI-MO COLPO DEL MERCATO ESTIVO 2013, ÈSBARCATO IERI POMERIGGIO AL TERMINAL 1DI MALPENSA ACCOLTO DALL’ENTUSIASMODIPIÙDIUNCENTINAIODITIFOSIBIANCONE-RI, CHE PER LUI HANNO INTONATO CORI ESROTOLATO STRISCIONI DI BENVENUTO. Iltop player inseguito invano nelle estatiscorse, dopo i falliti tentativi per Ague-ro, Benzema e Van Persie, stavolta è ar-rivato alla Juve: in serata ha iniziato leviste mediche, oggi è atteso l’annuncioufficiale e la scelta del numero di ma-glia. Ed è praticamente certo che Tevezsceglierà la 10 rimasta vacante da unanno, dopo l’addio di Del Piero.

CARLITO’S WAYIl Manchester City, che era partito dauna richiesta di 20 milioni di euro, allafine è sceso fino a 12 (di cui 3 di bonus),accettando la proposta di una Juve chemartedì aveva spedito i suoi due uomi-ni mercato Marotta e Paratici con l’in-tento di chiudere una trattativa che sta-va andando troppo per le lunghe. Colrischio di favorire lìinserimento del Mi-lan, che puntava sull’amicizia tra Gallia-ni e Kia Joorobchian, procuratoredell’Apache. Carlos Tevez ha firmatoun triennale da 5,5 milioni a stagionepiù bonus e presto potrebbe essere rag-giunto a Torino da un altro giocatoredel City, l’ex laziale Kolarov: ma qui ladistanza tra le parti è ancora importan-te, visto che la Juve non si sarebbe spin-ta oltre il prestito con diritto di riscatto.Ora i bianconeri si preparano a darel’assalto a Jovetic, ma hanno anche ur-genza di iniziare a sfoltire la rosa, datoche davanti adesso sono in troppi, consi-derato l’arrivo di Llorente. E si torna aparlare di Matri destinato alla Lazioma corteggiato pure dal Milan, dove ri-troverebbe il suo mentore Allegri, men-tre Quagliarella sarebbe uno dei gioca-tori (assieme a Marrone) da inserirenella contropartita da offrire alla Fio-rentina per arrivare a Jovetic. Anche sei viola continuano a dire che voglionocedere il loro gioiello solo per 30 milio-ni cash (e nel frattempo trattano Go-mez col Bayern). Intanto a breve è atte-sa la fumata bianca per Ogbonna: il cen-trale del Torino passerà ai cugini per 9milioni di euro e la metà del cartellinodi Immobile.

STANKOVICVIOLA?Ai tempi dei derby di Roma erano sufronti opposti e acerrimi nemici, ma sisono sempre stimati. Vincenzo Montel-la, per aggiungere esperienza e qualità

alla sua Fiorentina, ha chiesto ai suoidirigenti un centrocampista di spesso-re internazionale. Fino a lunedì sembra-va l’ex capitano del Milan Ambrosini ilfavorito, ma ora c’è un nome nuovo sali-to in cima alla lista delle preferenze: èDejan Stankovic, che sta trattando la re-scissione con l’Inter non per tornare al-la Lazio o approdare nella Major Lea-gue Soccer americana, ma per andarealla Fiorentina, corteggiatissimo dall’al-lenatore dei viola. L’Inter, intanto, statrattando con il procuratore di Isla perconvincere il cileno a chiedere la cessio-ne ai nerazzurri, malgrado la Juve stor-ca il naso e voglia spedirlo dappertuttotranne che alla corte di Mazzarri. In at-tacco si pensa sempre a Belfodil, (confi-dando che Silvestre e Cassanno accetti-no il Parma), uno tra Guarin e Ranoc-chia potrebbe essere ceduto al Manche-ster United per fare cassa e avere il con-tante per dare l’assalto a Naingollan,ma sul talento del Cagliari adesso è pas-sata in vantaggio la Roma.

Il nuovo tecnico dei giallorossi RudiGarcia ha chiesto sei acquisti per avereuna rosa capace di competere per laChampions e Naingollan è consideratoil giocatore giusto per far fare il salto diqualità al centrocampo. Per il ruolo diportiere adesso si pensa a Viviano (vi-sto che Julio Cesar ha un ingaggio fuoriportata), mentre per la difesa è sempreBenatia il preferito, anche se l’accordocon l’Udinese ancora non è stato trova-to. Annunciato ieri il nuovo tecnico delReal Madrid, il primo regalo di Perezper Ancelotti sarà il brasiliano Pau-linho. L’ex allenatore rossonero non siè sbilanciato sul mercato e sul nome diCavani, ma ad oggi solo il Chelsea sem-bra in grado di arrivare ai 63 milionidella clausola rescissoria fissata dal Na-poli. Il Milan sogna di riportare in ItaliaKakà, ma proprio l’arrivo di Ancelotti aMadrid pare frenare (almeno per ades-so) questa possibilità. Il Toro orfano diRolando Bianchi cerca una prima pun-ta e sfoglia la margherita tra Borriello eMaxi Lopez, la Sampdoria per la corsiadi sinistra pensa a Dossena, mentre laLazio è vicina al brasiliano del SantosAnderson già trattato a gennaio.

Ilgiornodell’ApacheTevez arrivato a TorinoAvrà la 10diDelPiero

Carlos Tevez con la sciarpa bianconera all’arrivo a Malpensa FOTO DI DAVIDE SPADA/LAPRESSE

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