Anno XXVIII - N. 3 EDIZIONE TRIMESTRALE LUGLIO - … · astronomia e astrologia, pas- ... stelle e...

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A 15 chilometri da Fano, nel comune di Saltara, in località San Mar- tino, sorge un’antica villa, costruita nel XVI secolo per i nobili Negusanti, che posse- devano i terreni in quella località, già dal 1399. Sappiamo che Vincenzo Negusanti, vescovo in Dal- mazia, nella seconda metà del ‘500, restaurò la villa preesi- stente, costruendo l’osserva- torio astronomico che utilizzò fino alla sua morte, avvenuta proprio nella contrada San Martino. Visse studiando astronomia e astrologia, pas- sione che fu ripresa da suo nipote Pietro Negusanti e dai due figli di lui, che ereditaro- no la villa. Nel loro stemma si legge appunto, “Ut Astra peteamus”, cioè “Per rag- giungere le stelle”, in osse- quio alla conoscenza di astro- nomia e al valore di osserva- torio della villa. I Negusanti osservarono il cielo da quat- tro torri, che dopo i restauri del ‘700, non furono più visi- bili. Tale è l’aspetto odierno della dimora. Sembra che nella zona ci fosse un tempio dedicato al dio Marte e che la cristianità, prima dell’anno mille, avesse trasformato il culto pagano in quello cristiano di San Martino, tanto che nello stemma locale campeggia ancora un drago. La scoperta, poi, di cunicoli sotterranei, antistanti la villa, a forma di croce di Lorena, ha fatto pen- sare alla presenza templare. Un luogo misterioso dunque e affascinante. Nel 1677, però, tutto fu ven- duto al conte Antonio Marcolini, insignito del titolo di Balivo, un alto grado dell’Ordine di Santo Stefano, che comunemente veniva detto Balì, da cui il nome di Villa Balì, che tuttora la desi- gna. Tale denominazione rimase anche quando nell’800 fu ceduta ai Gesuiti, colti astronomi e pure nel 1944, quando divenne proprietà del comune di Fano e poi, in tempi più recenti, con como- dato gratuito trentennale, data al comune di Saltara, che ne fece il Museo del Balì. La tradizione astronomica divenne, quindi, scientifica e moderna, fu creato un polo di studio e di conservazione di dati e anche oggi, quando ormai la villa è stata trasfor- mata in sede museale e ricrea- tiva, continua a mantenere la finalità di ricerca e di divul- gazione, con particolare rife- rimento all’astronomia, attra- verso la creazione di un otti- mo planetario e di un osserva- torio astronomico, entrambi dedicati al pubblico di ogni categoria, soprattutto giova- nile. Sotto una cupola di otto metri, il planetario consente a 60 persone alla volta, di osservare in modo virtuale, il cielo notturno e vagare tra stelle e pianeti, in un viaggio a dir poco entusiasmante e stupefacente. Il commento non contiene solo rigore scientifico, ma comprende anche l’affascinante mondo della mitologia, che tanta parte ha nella nomenclatura del cielo. La struttura è dedicata a Giuseppe Occhialini, padre dell’astrofisica delle alte energie e nativo della vicina Fossombrone. Poi c’è l’osservatorio astro- nomico, posto nel giardino della villa e dotato di stru- menti di osservazione degli astri di tutto rispetto, tra cui anche un Ritchey-Chrétien da 40 cm di diametro e due Coronado, studiati apposita- mente per osservare il sole in due diverse lunghezze d’on- da. Il parco astronomico del museo è dedicato a Franco Pacini, astrofisico toscano, frequentatore del luogo, scomparso recentemente. Le visite a questo interessante sito, sono possibili tutto l’an- no, sia individualmente che in gruppo, il planetario offre sempre il suo spettacolo emo- zionante, l’osservatorio, inve- ce, richiede un cielo sgombro dalle nuvole e una terra priva d’inquinamento luminoso. R iordinando la biblioteca casalinga mi è capitato tra le mani un piccolissimo volume, edito dall’“Istituto Italiano di Arti Grafiche” di Bergamo, intitolato “Il breviario della guerra vittoriosa”. Incuriosito, l’ho letto con partico- lare attenzione! Scritto alla fine della Prima Guerra Mondiale, riporta un’interessante sintesi degli anni di guerra dell’Italia mettendo in evidenza i gloriosi sacrifici compiuti da tutti gli ita- liani con due specifici scopi: quello di far vibrare l’anima di chi fu combattente e quello di inculcare nella giovane genera- zione italiana, che cresceva immediatamente dopo il conflit- to, ragioni di esempio, di incita- mento e di fede par la loro futura missione nella Patria e nel Mondo. L’autore, a premessa della sua sintetica ma interessan- te e completa trattazione, ha inse- rito la “Lettera al figlio” di Edmondo De Amicis, tratta dal racconto del “Tamburino”, nel suo libro “Cuore” ( il romanzo per ragazzi che ha fatto storia, e che per me fa ancora storia, pub- blicato nel 1886 dalla casa edi- trice Treves) avente come fine il far nascere l’ amor di patria e l’e- ducazione nei ragazzi. Conoscevo quella lettera, perché il libro Cuore è stato il libro della mia infanzia che leggo, ancora oggi, per le sue attente motiva- zioni di italianità e per il suo intento pedagogico che mirava ad essere il portavoce dell’esi- genza di unità nazionale. Ultimata la lettura, meditando e condividendo, con intima convin- zione, i sentimenti di italianità espressi dal De Amicis, è nata in me l’idea di fare un breve excur- sus per verificare l’evoluzione dei sentimenti di patria degli ita- liani. Risulta subito evidente che il patriottismo di ieri, quello del Risorgimento, del Primo e Secondo Conflitto Mondiale, del fascismo e della costituzione repubblicana è completamente diverso dal patriottismo di oggi, caratterizzato dai localismi, dalle innumerevoli difficoltà per rag- giungere la tanto attesa globaliz- zazione e dalla comune ricerca di uno stabile e duraturo futuro di integrazione europea. L’amor di patria del De Amicis era un amor di patria risorgimen- tale che mirava all’integrazione tra le varie parti d’Italia, sia dal punto di vista politico che cultu- rale. In ogni attività, venivano rispettati, con convinta religiosi- tà, i sentimenti di vita come “Dio, patria e famiglia” (di mazzinia- na memoria) che favorirono anche il nascere di sentimenti di eroico patriottismo. Patrioti del- l’epoca sono stati Mazzini, Garibaldi, Cavour e tutti gli altri martiri del Risorgimento che hanno lottato e spesso sono morti per l’Unità d’Italia. Tali valori sono stati validi e rispettati anche durante il Primo e Secondo Conflitto Mondiale, ed in parte, sino alla nascita della Repubblica Italiana, dove alcuni articoli della Costituzione preve- dono numerosi diritti e doveri per i cittadini e, tra questi, è partico- larmente signifcativo l’art. 52 che sancisce che “la difesa della Patria è sacro dovere del citta- dino”. Veniamo ora a parlare di cosa si intende per patria oggi. La situa- zione oggettiva in cui viviamo tende a far scomparire il patriotti- smo: oggi l’Italia è parte inte- grante di una comunità politica europea e di un mercato globale con significative spinte politiche in direzione localistica. La tecno- logia attuale, che elimina barriere e confini, ci permette di raggiun- gere, in tempi brevi o istantanea- mente. ogni angolo della terra. Dopo 156 anni dall’Unità d’Italia non possiamo rifarci all’idea di patria del Risorgimento legata saldamente alle nozioni di suolo e di sangue e sui principi di libertà civile e politica e sul rispetto della libertà degli altri popoli e delle altre nazioni. Ora la libertà e l’autogoverno e la giustizia internazionale predominano in ogni paese del mondo con conse- guenti mutamenti dei sentimenti di appartenenza dei singoli com- ponenti che intendono vivere liberi fra popoli liberi. Anche l’Italia si è allineata a tali princi- pi! Secondo qualificati studiosi l’idea di patria e di amor di patria ha ancora valore come ideale nor- mativo e educativo e senza di essa non può esserci rinascita civile. Per rinascita civile si deve intendere la riscoperta, da parte dell’élite politica e di un buon numero di cittadini, del senso del dovere, e in particolare la volontà di assolvere i doveri indicati dalla Costituzione. Come insegnano tutti gli scrittori politici realisti il senso del dovere nasce più che da considerazioni razionali o filosofiche dal sentimento di gra- titudine nei confronti delle per- sone che ci hanno permesso con il loro impegno e il loro sacrifi- cio di vivere liberi, dall’affetto dei luoghi, dalle narrazioni, dai miti dai simboli e dalle musiche. Il patriottismo del Risorgimento non deve essere dimenticato per- ché è in grado di stimolare le passioni e i modi di sentire che aiutano il senso del dovere. Il nostro miglior patriottismo dun- que deve essere l’antidoto migliore sia nei confronti delle tendenze particolaristiche, sia nei confronti del generale declino civile e morale. L’esperienza della presidenza Ciampi, con par- ticolare riferimento all’introdu- zione del canto dell’inno nazio- nale e quant’altro, durante le manifestazioni ufficiali, è del resto lì a dimostrare che gli Italiani, e in particolare i giova- ni, sarebbero tutt’altro che insen- sibili al linguaggio del patriotti- smo, se usato con sincera convin- zione e con intima e convinta intelligenza. Auguriamoci, con tutto il cuore, che tutto ciò possa avvenire, in un prossimo futuro, con la fattiva operosità di attenti e qualificati politici alla guida della nostra tanto amata Italia! Anno XXVIII - N. 3 LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2017 EDIZIONE TRIMESTRALE PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE “CENACOLO MARCHIGIANO” DI ROMA - SEDE VIA MATTEO BOIARDO, 19 - 00185 ROMA - TEL./FAX 06-77.20.51.78 IL "CENACOLO MARCHIGIANO" ADERISCE ALL'UNAR (Unione delle Associazioni Regionali di Roma e del Lazio). E' ISCRITTO NEL "REGISTRO REGIONALE DELLE ASSOCIAZIONI" DI PROMOZIONE SOCIALE DELLA REGIONE LAZIO (Art. 9 L.R. 1 Set. 1999 N. 22) CON DETERMINAZIONE N. D 1044 DEL 22 Mar. 2007. E' ISCRITTO ALL'ALBO REGIONALE DELLE ASSOCIAZIONI DEI MARCHIGIANI RESIDENTI IN ALTRE REGIONI ITALIANE (DDPF N. 73/IPC DEL 03 Apr. 2012) GUIDA INSOLITA - 50° PASSO 500 anni di astronomia presso Fano di Irene Affede Di Paola L’ “AMOR DI PATRIA” DEGLI ITALIANI di Duilio Benvenuti DIFFUSIONE GRATUITA Villa Balì - Sede del Museo Astronomico Museo Astronomico Balì - Rosa dei Venti Il Cenacolo Marchigiano di Roma Vergine Lauretana I l nostro Presidente, Generale Duilio Benvenuti, persona sempre discreta, schiva e cultore del minimizzare, avrebbe voluto pas- sare la cosa sotto silenzio, ma in tanti abbiamo invece voluto che la notizia del “Premio Speciale 2017”, conferitogli dalla Fondazione Pio Sodalizio dei Piceni di Roma, raggiungesse tutti i soci del Cenacolo Marchigiano e tutti coloro che leggono “Il Cenacolo Marchigiano”, nostro trimestrale associativo. L’ambito “Premio Speciale 2017” gli è stato conferito il 6 giugno scorso nel Salone di Rappresentanza del Pio Sodalizio dei Piceni, ubicato nel Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro, presente un numeroso pubblico ed una rappresentanza della regio- ne Marche, dal Presidente del Pio Sodalizio, Ing. Giovanni Castellucci, in occasione dell’ annuale Cerimonia Istituzionale della Fondazione, che prevedeva la consegna delle Borse di Studio, per l’ Anno Accademico 2016/2017, agli studenti marchi- giani meritevoli ed il conferimento del “Premio Picenum 2016” e del “Premio Speciale 2017”. Il Premio Speciale, costituito da una scultura del Maestro Umberto Mastroianni di particolare pregio artistico e da una pergamena con le motivazioni del conferimento, come recita il suo regolamento, viene assegnato, con determinazione del Consiglio Direttivo della Fondazione, a personaggi, marchigiani o non, che “abbiano acqui- sito particolari benemerenze nei riguardi delle Marche e in qualsia- si altro campo. Il Consiglio di Amministrazione del Pio Sodalizio dei Piceni gli ha assegnato, con determinazione unanime, il Premio Speciale 2017, per essersi adoperato con dedizione, slancio e costante passione nel mantenere vive le tradizioni morali, culturali e sociali delle Marche, favorendo nel contempo lo sviluppo delle relazioni sociali fra i marchigiani residenti in Roma. Supportato da intrin- seche capacità organizzative ed animato da sentimenti puri e sce- vri da ogni protagonismo, con carisma e abilità, è riuscito a dif- fondere un’immagine efficace e genuina della marchigianità, amministrando con intelligenza e oculatezza le risorse disponibi- li, per perseguire finalità che danno lustro alla nostra Regione e ai suoi figli”. Tutti conosciamo bene il nostro Presidente, e sappiamo che le pur belle espressioni della motivazione, nelle quali tutti ci riconoscia- mo, risultano per noi perfino insufficienti a descrivere la grande passione e l’impegno che ha sempre profuso, con insistenza mai stanca, nel dirigere la nostra associazione ed anche nell’assolvi- mento di prestigiosi incarichi nel Consiglio di Amministrazione del Pio Sodalizio dei Piceni stesso; di questo è stato anima e sostegno per lunghi anni, come Vice Presidente (dal 2004 al 2011) e come Presidente (per sei mei nel 2012) e continua ad esserlo ancora oggi. Ripercorrerne il curriculum decisamente prestigioso, è comunque una piacevole occasione per confermare l’affetto e la stima che tutti i soci provano per il nostro presidente oltre che un esempio di serietà e di senso del dovere e delle Istituzioni che è doveroso ricordare anche ai giovani. IMPORTANTE RICONOSCIMENTO AL NOSTRO PRESIDENTE Generale Dott. Comm. Duilio BENVENUTI di Paolo Casanova Consegna del Premio Speciale da parte del Presidente del Pio Sodalizio dei Piceni, Ing. Giovanni Castellucci. Veduta del Salone dei Piceni con parte dei numerosi partecipanti i Protagonisti dell'Unità d'Italia. Continua a pagina 2

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A15 chilometri da Fano,nel comune di Saltara,in località San Mar-

tino, sorge un’antica villa,costruita nel XVI secolo per inobili Negusanti, che posse-devano i terreni in quellalocalità, già dal 1399.Sappiamo che VincenzoNegusanti, vescovo in Dal-mazia, nella seconda metà del‘500, restaurò la villa preesi-stente, costruendo l’osserva-torio astronomico che utilizzòfino alla sua morte, avvenutaproprio nella contrada SanMartino. Visse studiandoastronomia e astrologia, pas-sione che fu ripresa da suonipote Pietro Negusanti e daidue figli di lui, che ereditaro-no la villa. Nel loro stemma silegge appunto, “Ut Astrapeteamus”, cioè “Per rag-giungere le stelle”, in osse-quio alla conoscenza di astro-nomia e al valore di osserva-torio della villa. I Negusantiosservarono il cielo da quat-tro torri, che dopo i restauridel ‘700, non furono più visi-

bili. Tale è l’aspetto odiernodella dimora.Sembra che nella zona cifosse un tempio dedicato aldio Marte e che la cristianità,prima dell’anno mille, avessetrasformato il culto pagano in

quello cristiano di SanMartino, tanto che nellostemma locale campeggiaancora un drago. La scoperta,poi, di cunicoli sotterranei,antistanti la villa, a forma dicroce di Lorena, ha fatto pen-sare alla presenza templare.Un luogo misterioso dunque eaffascinante. Nel 1677, però, tutto fu ven-duto al conte AntonioMarcolini, insignito del titolodi Balivo, un alto gradodell’Ordine di Santo Stefano,che comunemente venivadetto Balì, da cui il nome diVilla Balì, che tuttora la desi-gna. Tale denominazionerimase anche quando nell’800fu ceduta ai Gesuiti, coltiastronomi e pure nel 1944,quando divenne proprietà delcomune di Fano e poi, intempi più recenti, con como-

dato gratuito trentennale, dataal comune di Saltara, che nefece il Museo del Balì.La tradizione astronomicadivenne, quindi, scientifica emoderna, fu creato un polo distudio e di conservazione didati e anche oggi, quandoormai la villa è stata trasfor-mata in sede museale e ricrea-tiva, continua a mantenere lafinalità di ricerca e di divul-gazione, con particolare rife-rimento all’astronomia, attra-verso la creazione di un otti-mo planetario e di un osserva-torio astronomico, entrambidedicati al pubblico di ognicategoria, soprattutto giova-nile.Sotto una cupola di ottometri, il planetario consente a60 persone alla volta, diosservare in modo virtuale, ilcielo notturno e vagare trastelle e pianeti, in un viaggioa dir poco entusiasmante estupefacente. Il commentonon contiene solo rigorescientifico, ma comprendeanche l’affascinante mondo

della mitologia, che tantaparte ha nella nomenclaturadel cielo.La struttura è dedicataa Giuseppe Occhialini, padredell’astrofisica delle alteenergie e nativo della vicina

Fossombrone.Poi c’è l’osservatorio astro-nomico, posto nel giardinodella villa e dotato di stru-menti di osservazione degliastri di tutto rispetto, tra cuianche un Ritchey-Chrétien da40 cm di diametro e dueCoronado, studiati apposita-mente per osservare il sole indue diverse lunghezze d’on-da. Il parco astronomico delmuseo è dedicato a FrancoPacini, astrofisico toscano,frequentatore del luogo,scomparso recentemente.Le visite a questo interessantesito, sono possibili tutto l’an-no, sia individualmente che ingruppo, il planetario offresempre il suo spettacolo emo-zionante, l’osservatorio, inve-ce, richiede un cielo sgombrodalle nuvole e una terra privad’inquinamento luminoso.

Riordinando la bibliotecacasalinga mi è capitato trale mani un piccolissimo

volume, edito dall’“IstitutoItaliano di Arti Grafiche” diBergamo, intitolato “Il breviariodella guerra vittoriosa”.Incuriosito, l’ho letto con partico-lare attenzione! Scritto alla finedella Prima Guerra Mondiale,riporta un’interessante sintesidegli anni di guerra dell’Italiamettendo in evidenza i gloriosisacrifici compiuti da tutti gli ita-liani con due specifici scopi:quello di far vibrare l’anima dichi fu combattente e quello diinculcare nella giovane genera-zione italiana, che crescevaimmediatamente dopo il conflit-to, ragioni di esempio, di incita-mento e di fede par la loro futuramissione nella Patria e nelMondo. L’autore, a premessadella sua sintetica ma interessan-te e completa trattazione, ha inse-rito la “Lettera al figlio” diEdmondo De Amicis, tratta dalracconto del “Tamburino”, nelsuo libro “Cuore” ( il romanzoper ragazzi che ha fatto storia, eche per me fa ancora storia, pub-blicato nel 1886 dalla casa edi-trice Treves) avente come fine il

far nascere l’ amor di patria e l’e-ducazione nei ragazzi.Conoscevo quella lettera, perchéil libro Cuore è stato il libro dellamia infanzia che leggo, ancoraoggi, per le sue attente motiva-zioni di italianità e per il suointento pedagogico che miravaad essere il portavoce dell’esi-genza di unità nazionale. Ultimata la lettura, meditando econdividendo, con intima convin-zione, i sentimenti di italianitàespressi dal De Amicis, è nata inme l’idea di fare un breve excur-sus per verificare l’evoluzionedei sentimenti di patria degli ita-liani.Risulta subito evidente che ilpatriottismo di ieri, quello delRisorgimento, del Primo eSecondo Conflitto Mondiale, delfascismo e della costituzionerepubblicana è completamentediverso dal patriottismo di oggi,caratterizzato dai localismi, dalleinnumerevoli difficoltà per rag-giungere la tanto attesa globaliz-zazione e dalla comune ricerca diuno stabile e duraturo futuro diintegrazione europea.L’amor di patria del De Amicisera un amor di patria risorgimen-tale che mirava all’integrazionetra le varie parti d’Italia, sia dalpunto di vista politico che cultu-rale. In ogni attività, venivanorispettati, con convinta religiosi-tà, i sentimenti di vita come “Dio,patria e famiglia” (di mazzinia-na memoria) che favorironoanche il nascere di sentimenti dieroico patriottismo. Patrioti del-l’epoca sono stati Mazzini,Garibaldi, Cavour e tutti gli altrimartiri del Risorgimento chehanno lottato e spesso sono mortiper l’Unità d’Italia. Tali valorisono stati validi e rispettati anchedurante il Primo e SecondoConflitto Mondiale, ed in parte,sino alla nascita dellaRepubblica Italiana, dove alcuni

articoli della Costituzione preve-dono numerosi diritti e doveri peri cittadini e, tra questi, è partico-larmente signifcativo l’art. 52che sancisce che “la difesa dellaPatria è sacro dovere del citta-dino”. Veniamo ora a parlare di cosa siintende per patria oggi. La situa-zione oggettiva in cui viviamotende a far scomparire il patriotti-smo: oggi l’Italia è parte inte-grante di una comunità politicaeuropea e di un mercato globalecon significative spinte politichein direzione localistica. La tecno-logia attuale, che elimina barrieree confini, ci permette di raggiun-gere, in tempi brevi o istantanea-mente. ogni angolo della terra.Dopo 156 anni dall’Unità d’Italianon possiamo rifarci all’idea dipatria del Risorgimento legatasaldamente alle nozioni di suolo edi sangue e sui principi di libertàcivile e politica e sul rispettodella libertà degli altri popoli edelle altre nazioni. Ora la libertàe l’autogoverno e la giustiziainternazionale predominano inogni paese del mondo con conse-guenti mutamenti dei sentimentidi appartenenza dei singoli com-ponenti che intendono vivere

liberi fra popoli liberi. Anchel’Italia si è allineata a tali princi-pi! Secondo qualificati studiosil’idea di patria e di amor di patriaha ancora valore come ideale nor-mativo e educativo e senza diessa non può esserci rinascitacivile. Per rinascita civile si deveintendere la riscoperta, da partedell’élite politica e di un buonnumero di cittadini, del senso deldovere, e in particolare la volontàdi assolvere i doveri indicati dallaCostituzione. Come insegnanotutti gli scrittori politici realisti ilsenso del dovere nasce più cheda considerazioni razionali ofilosofiche dal sentimento di gra-titudine nei confronti delle per-sone che ci hanno permesso conil loro impegno e il loro sacrifi-cio di vivere liberi, dall’affettodei luoghi, dalle narrazioni, daimiti dai simboli e dalle musiche.Il patriottismo del Risorgimentonon deve essere dimenticato per-ché è in grado di stimolare lepassioni e i modi di sentire cheaiutano il senso del dovere. Ilnostro miglior patriottismo dun-que deve essere l’antidotomigliore sia nei confronti delletendenze particolaristiche, sia neiconfronti del generale declinocivile e morale. L’esperienzadella presidenza Ciampi, con par-ticolare riferimento all’introdu-zione del canto dell’inno nazio-nale e quant’altro, durante lemanifestazioni ufficiali, è delresto lì a dimostrare che gliItaliani, e in particolare i giova-ni, sarebbero tutt’altro che insen-sibili al linguaggio del patriotti-smo, se usato con sincera convin-zione e con intima e convintaintelligenza. Auguriamoci, contutto il cuore, che tutto ciò possaavvenire, in un prossimo futuro,con la fattiva operosità di attenti equalificati politici alla guida dellanostra tanto amata Italia!

Anno XXVIII - N. 3 LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2017EDIZIONE TRIMESTRALE

PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE “CENACOLO MARCHIGIANO” DI ROMA - SEDE VIA MATTEO BOIARDO, 19 - 00185 ROMA - TEL./FAX 06-77.20.51.78IL "CENACOLO MARCHIGIANO" ADERISCE ALL'UNAR (Unione delle Associazioni Regionali di Roma e del Lazio). E' ISCRITTO NEL "REGISTRO REGIONALE DELLE ASSOCIAZIONI" DI PROMOZIONE SOCIALE DELLA REGIONE LAZIO

(Art. 9 L.R. 1 Set. 1999 N. 22) CON DETERMINAZIONE N. D 1044 DEL 22 Mar. 2007. E' ISCRITTO ALL'ALBO REGIONALE DELLE ASSOCIAZIONI DEI MARCHIGIANI RESIDENTI IN ALTRE REGIONI ITALIANE (DDPF N. 73/IPC DEL 03 Apr. 2012)

GUIDA INSOLITA - 50° PASSO500 anni di astronomia presso Fano

di Irene Affede Di Paola

L’ “AMOR DI PATRIA” DEGLI ITALIANI

di Duilio Benvenuti

DIFFUSIONE GRATUITA

Villa Balì - Sede del Museo Astronomico

Museo Astronomico Balì - Rosa dei Venti

Il CenacoloMarchigiano

di Roma Vergine Lauretana

Il nostro Presidente, Generale Duilio Benvenuti, persona semprediscreta, schiva e cultore del minimizzare, avrebbe voluto pas-sare la cosa sotto silenzio, ma in tanti abbiamo invece voluto

che la notizia del “Premio Speciale 2017”, conferitogli dallaFondazione Pio Sodalizio dei Piceni di Roma, raggiungesse tutti isoci del Cenacolo Marchigiano e tutti coloro che leggono “Il

Cenacolo Marchigiano”, nostro trimestrale associativo.L’ambito “Premio Speciale 2017” gli è stato conferito il 6 giugnoscorso nel Salone di Rappresentanza del Pio Sodalizio dei Piceni,ubicato nel Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro,presente un numeroso pubblico ed una rappresentanza della regio-ne Marche, dal Presidente del Pio Sodalizio, Ing. GiovanniCastellucci, in occasione dell’ annuale Cerimonia Istituzionaledella Fondazione, che prevedeva la consegna delle Borse diStudio, per l’ Anno Accademico 2016/2017, agli studenti marchi-giani meritevoli ed il conferimento del “Premio Picenum 2016” edel “Premio Speciale 2017”.Il Premio Speciale, costituito da una scultura del Maestro UmbertoMastroianni di particolare pregio artistico e da una pergamena conle motivazioni del conferimento, come recita il suo regolamento,viene assegnato, con determinazione del Consiglio Direttivo dellaFondazione, a personaggi, marchigiani o non, che “abbiano acqui-sito particolari benemerenze nei riguardi delle Marche e in qualsia-si altro campo.Il Consiglio di Amministrazione del Pio Sodalizio dei Piceni gli haassegnato, con determinazione unanime, il Premio Speciale 2017,“per essersi adoperato con dedizione, slancio e costante passionenel mantenere vive le tradizioni morali, culturali e sociali delleMarche, favorendo nel contempo lo sviluppo delle relazionisociali fra i marchigiani residenti in Roma. Supportato da intrin-seche capacità organizzative ed animato da sentimenti puri e sce-vri da ogni protagonismo, con carisma e abilità, è riuscito a dif-fondere un’immagine efficace e genuina della marchigianità,amministrando con intelligenza e oculatezza le risorse disponibi-li, per perseguire finalità che danno lustro alla nostra Regione eai suoi figli”.Tutti conosciamo bene il nostro Presidente, e sappiamo che le purbelle espressioni della motivazione, nelle quali tutti ci riconoscia-mo, risultano per noi perfino insufficienti a descrivere la grandepassione e l’impegno che ha sempre profuso, con insistenza mai

stanca, nel dirigere la nostra associazione ed anche nell’assolvi-mento di prestigiosi incarichi nel Consiglio di Amministrazione delPio Sodalizio dei Piceni stesso; di questo è stato anima e sostegnoper lunghi anni, come Vice Presidente (dal 2004 al 2011) e comePresidente (per sei mei nel 2012) e continua ad esserlo ancora oggi. Ripercorrerne il curriculum decisamente prestigioso, è comunqueuna piacevole occasione per confermare l’affetto e la stima chetutti i soci provano per il nostro presidente oltre che un esempio diserietà e di senso del dovere e delle Istituzioni che è doverosoricordare anche ai giovani.

IMPORTANTE RICONOSCIMENTO AL NOSTRO PRESIDENTE

Generale Dott. Comm. Duilio BENVENUTIdi Paolo Casanova

Consegna del Premio Speciale da parte del Presidente del Pio Sodalizio dei Piceni, Ing. Giovanni Castellucci.

Veduta del Salone dei Piceni con parte dei numerosi partecipanti

i Protagonisti dell'Unità d'Italia.

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Anno XXVIII - N. 3 LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2017- PAGINA 2 -

Nel decidere di proporre,quale contributo per larivista, il personaggio di

Ludovico Scarfiotti, dopo quel-lo – ultimo numero scorso de“Il Cenacolo Marchigiano” - disuo cugino, più giovane e pre-mio Oscar, Ferdinando, hoavuto qualche dubbio che inostri lettori possano vederciaffermato un mio accentuatocampanilismo, poiché ambeduequesti personaggi sono nati ecresciuti (Ferdinando) o sono alungo vissuti (Ludovico) aPotenza Picena, mio comune dinascita e di infanzia/adolescen-za, e al vicino Porto Recanati.Confido tuttavia che ciò cheproporrò di seguito possa sod-disfare comunque la curiositàdi chi mi leggerà, anche perchéaccennerò a una figura di cam-pione sportivo che merita diessere ricordata.Il nostro protagonista (da qual-cuno nominato talora comeLodovico, anziché Ludovico, edagli amici del tempo comeLulù), nacque a Torino nel1933, dall’ingegner Luigi,deputato del Regno d’Italia,dirigente dell’industria di fami-glia e appassionato e validopilota automobilistico. Suononno, Lodovico, che era statotra i fondatori e primo presi-dente della FIAT, nei primidecenni del ‘900 aveva trasferi-to la sua famiglia nel comune diPotenza Picena, in prossimitàdel litorale e dei confini colcomune di Porto Recanati,dove aveva impiantato, a com-plemento dell’acquisto di unarilevante proprietà terriera, ungrande cementificio, attivo per

decenni e del quale, divenutoormai incompatibile con la sal-vaguardia dall’inquinamentoatmosferico, resta ora solo ungrande capannone in cementoarmato progettato dal grandePier Luigi Nervi e conservatoper la sua importanza architet-tonica.Ludovico, appena diplomato alLiceo Scientifico Galilei diMacerata (per inciso, liceo fre-quentato negli anni ’50 anchedall’autore di queste note), fuavviato ad occuparsi dell’a-zienda della famiglia ma quasisubito si trovò travolto dallasua precoce passione per lecorse automobilistiche esor-dendo nel 1952 nel “Circuito

del Piceno” con una FiatTopolino. Non mancherà la suapresenza assidua come pilota innumerose cronoscalate – questaspecialità sarà sempre frequen-

tata anche negli anni successivi– e la partecipazione alla MilleMiglia con una FIAT 1100TV.Dal 1958 si sviluppò per quat-tro anni, con una OSCA 1100,il suo sodalizio con i FratelliMaserati fino ad esordire nel1962, con una scuderia milane-se, nelle gare internazionalivincendo, al volante di unaFerrari, due CampionatiEuropei della Montagna egareggiando nel CampionatoMondiale Sport Prototipi. In quegli anni e fino alla finedrammatica della sua carrierasportiva, egli si dimostrò tipicopilota eclettico, praticamenteeccellente in tutte le specialità.Risultò vincitore – e gli appas-sionati di automobilismo spor-

tivo possono apprezzareappieno ciò che questosignifica – nella 24 Ore diLe Mans, nella 12 Ore diSebring, nella 1000 km delNürburgring e nella 1000km di Monza. Verso la finedel 1963 esordì – si dicegrazie anche all’interessedi suo cugino, l’avvocato

Gianni Agnelli – in Formula 1con una Ferrari nella cui scude-ria negli anni successivi gli fuconsentito di correre alcuniGran Premi. Il suo canto delcigno fu certamente la vittorianel Gran Premio di Monza del1966, realizzando così anche ilsogno di Enzo Ferrari di vedereprimo al traguardo del circuitolombardo un italiano e che necercò di favorire il successo,garantendo che Mike Parkes,l’altro pilota della “rossa”, nonlo sopravanzasse. Dopo NinoFarina vincitore a Monza nel1950 e Alberto Ascari, vincito-re nel 1952, Ludovico Scarfiotti resta l’uni-co italiano ad aver vinto il Gran

Premio d’Italia in tutti gli annisuccessivi, fino ai nostri giorni.Ben presto, però, la sua presen-za nella scuderia di Maranellosi rivelò non priva di dissaporie incomprensioni per cui a fine1967 Scarfiotti si trasferì, perquanto riguarda la Formula 1,alla Cooper, dove ottenne alcu-ni buoni risultati anche senzavittorie. Continuò anche agareggiare, appunto da eccel-lente ed eclettico pilota, conaltre macchine in altri tipi dicompetizioni – specie in gare didurata e di salita - fino a quan-do l’8 giugno del 1968, nelleprove in vista del successivoPremio delle Alpi a Rossfeld inGermania, trovò la morte alvolante di una Porche 909 peruna uscita di strada rovinosa, inun tratto del percorso privo dispettatori. Unica testimonianza,la traccia di una lunga frenata.Pochi giorni prima, in unaintervista col quotidiano bolo-gnese sportivo “Stadio” si erasoffermato sull’esasperazionedegli alleggerimenti delle vet-ture sportive, sottolineandocome nelle prove di una prece-dente gara in Spagna, sia la suaPorche che quella di un suocompagno di squadra avevanoregistrato la rottura dello ster-zo. Il contenuto dell’intervistafu seccamente smentito dalcostruttore che richiamò comele perizie condotte dalla propriaimpresa e dalla magistraturatedesca non avessero posto inevidenza alcun guasto sui rotta-mi della vettura. Analoghe furono molti annidopo le dichiarazioni delcostruttore della vettura delgrandissimo Senna, pochi mesiprima che le ricerche condottesui resti della vettura stessa,presso il Reparto Sperimentaledi Pratica di Mare dell’Aero-nautica Militare, dimostrasseroinvece che fu proprio la rotturadello sterzo a causare la suafatale uscita di pista ad Imola!Naturalmente questa può esseresolo una incerta notazione, incerto senso “suggestiva”, po-stuma rispetto all’incidente del1968 a Rossfeld sulle cui causepermangono comunque varidubbi. A distanza di quasi mezzosecolo da allora, in qualcheoccasione a Potenza Picena e aPorto Recanati il campioneviene ancora ricordato coneventi che richiamano l’atten-zione di appassionati dell’auto-mobilismo, mentre nello stessoPorto Recanati il suo nome èfisicamente ricordato nell’areadove sorgeva il grande cemen-tificio, ora riconfigurata conedifici e spazi urbanisticamenteapprezzati.

Ludovico Scarfiotti

Ludovico Scarfiotti con la sua Ferrari vittoriosa

Ho avuto l’opportunità diassistere la salma dimio fratello Egidio per

diverse ore ed ho notato chemolte delle persone, venute asalutarlo, si avvicinavano a luicon un cenno di sorriso sullelabbra. Forse pensavano di tro-vare quel Pierino, fantasiosoprotagonista di una delle suepiù gradite poesie, “tuttu com-bundu e co’ la vocca a risu”che scherzando stava dicendo“l’urdima vuscia”. Non erapurtroppo così! Egidio era lì,militarmente serio sull’attenti,con la sua sfolgorante unifor-me dell’Associazione ArmaAeronautica, che ha volutoportare con se nel suo ultimovolo. Si è così spenta la suavoce poetica ma, la sua eco,continuerà a valicare, di vallein valle, quel territorio da luitanto amato e così ammirevol-mente rappresentato con i suoiscritti dialettali. Egidio eranato a Piobbico di Sarnano il 2aprile 1929, dove ha conosciu-to il tragico passaggio dellaguerra negli anni 1943-1944.Aveva iniziato i suoi studi aCamerino, dove nel dicembre1945 scriveva la sua primapoesia: “Natale”. Ha completa-to gli studi classici presso illiceo Giulio Cesare di Roma,per iniziare poi il servizio mili-tare, quale ufficiale di comple-mento nell’Esercito. Nel 1962,previo concorso, fu assuntodalle Poste Italiane con il suoprimo impiego a CesanoMaderno (Milano) per esserepoi trasferito a Tramonti, inFriuli, e successivamente aMorrovalle (MC), per conclu-dere la sua attività professiona-le a Sarnano, quale direttoredell’Ufficio Postale locale.Provenendo dai quadri dell’al-lora nascente Aviazionedell’Esercito (1956-1959), si èpiù tardi ottimamente inseritonell’anima della madre di tuttigli aviatori, l’AeronauticaMilitare, andando a ricoprire ilprestigioso incarico di VicePresidente nella Sezionedell’Associazione Arma Aero-nautica di Macerata (1990-2014) e di Presidente onorariodella stessa dal 23 febbraio2014. Egidio è sempre statol’autentico faro che illuminavala numerosa famiglia Mariotti,originaria di Piobbico. La stra-na indecifrabile coincidenzadei numeri: Egidio, il nostronumero 7, è venuto a mancareil 17 – 7 – 2017! Era il punto diriferimento per ogni eventodella nostra famiglia, ma èstato anche una figura di pri-maria importanza per tutto ilterritorio sarnanese e non solo.Dotato di una gioviale e sanavena umoristica è stato, peranni, l’animatore di tutte le

feste locali, private e pubbli-che. Grande cultore delle tradi-zioni locali e del dialetto, inaggiunta alle numerose poesieincentrate sulla fede, sullafamiglia e sui paesi, ha scritto,in vernacolo, anche spassose

storielle per parenti ed amici,in occasione di singolari ricor-renze. Ha partecipato a molte-plici manifestazioni culturali ea diversi concorsi dialettaliriscuotendo ovunque lusin-ghieri successi, significativiriconoscimenti ed inestimabilesimpatia. Nel 1976 si aggiudi-cò il primo premio alla“Corrida” di Corrado Mantoni,alla RAI, con la divertente poe-sia “Pierino all’atru munnu”.Oltre ai più noti volumi “ ‘navoce de li Sivillini” (2005) e“Quì se ridìa cuscì” (2010), hapubblicato diversi libretti, sem-pre in dialetto, sulla storia diPapi, Santi, città e personaggivari. Impensabile poter citareora tutti i suoi scritti, mi piaceperò ricordare, in particolare:la storia di San GiovanniXXIII, “lu papa vonu” (1971);quella di “Sangnulià nostru”,patrono di Macerata (1995); “Ilviaggio di Padre Matteo Ricci(lu Scinginu de la Cina)(2010). Indubbiamente sonodelle vere pagine di storia invernacolo sarnanese. Ha diret-to due gruppi folcloristici mar-chigiani: il gruppo “Val diChienti” di Montecosaro ed ilgruppo “ Sibillini”, da lui for-mato a Sarnano negli anni ’80,con il quale ha fatto conoscereil folclore marchigiano in Italiaed anche all’estero. E’ stato permolti anni corrispondente loca-le per il settimanale “l’appen-nino camerte” di Camerino.Dal 1980 al 1985 è stato consi-gliere comunale di maggioran-za. Quale socio e consiglieredel Centro Studi Sarnanesi halasciato, tra l’altro, una suapersonale e significativa testi-monianza sulle tradizioni, nellequali si fondavano le radicidella nostra cultura rurale.

Egidio, già addolorato per laperdita della sua cara Eva edebilitato da precedenti malan-ni fisici, il 30 ottobre 2016, aseguito della devastante scossasismica, ha dovuto definitiva-mente abbandonare il suo stu-dio, colmo di scritti, trofei edattestati vari. Iniziava per luiun doloroso forzato peregrina-re tanto che diceva spesso: “acasa mia non potrò più torna-re!”. Aveva ragione e pensoche, nonostante l’indiscussa edamorevole assistenza dellefiglie Rosella e Stefania, unaconcausa della sua fine siastata proprio questa triste situa-zione di “terremotato”, per laquale soffriva moltissimo.Voglio chiudere questi succintiricordi di Egidio citando alcu-ne delle toccanti parole che lafiglia Stefania gli ha orgoglio-samente dedicato, anche anome della sorella Rosella, inoccasione dell’affollatissimorito funebre. “Ciao papà … seistato un uomo eccezionale, conil dono di farti voler bene datutti. Così brillante e generosoche chiunque ti conosceva, tidonava subito la propria ami-cizia, e ti apriva immediata-mente il proprio cuore. … Lepersone che siamo oggi lo dob-biamo a te e a mamma, alvostro amore e al vostro esem-pio di una donna ed un uomoche, pur con i loro umani difet-ti, ci hanno quotidianamenteinsegnato il significato di valo-ri come l’onestà, la rettitudine,la coerenza, il sacrificio, l’u-miltà, il rispetto e l’amore.Oggi queste parole sembranopassate di moda ma ti assicu-riamo che noi le abbiamoancora dentro il nostro cuore esperiamo di saperle trasmette-re anche ai nostri figli. … Conte, papà, se ne va sicuramenteun pezzo di storia! Ciao papà,… ricordati di dare un baciofortissimo a mamma! Stefaniae Rosella”.

di Giampietro Mariotti

SI E’ SPENTA LA VOCE POETICA DEI SIBILLINI

Egidio Mariotti durante una sua esibizione con il Gruppo “Sibillini”

di Enzo Ciminari

LUDOVICO SCARFIOTTIL’ULTIMO ITALIANO (MARCHIGIANO) VINCITORE

DEL GRAN PREMIO DI MONZA DI FORMULA 1

CARICHE ASSOCIATIVE

CONSIGLIO DIRETTIVO

PresidenteDuilio BENVENUTI

Vice PresidenteAldo PEVERINI

TesoriereEnrico BAIOCCO

Segretario Mirella MICONI FIORELLO

Consiglieri Dino CONTI, Giampietro MARIOT-TI, Alessandro PIERMATTEI, SilvioPRINCIPI, Giuliano SANTELLI,Giovan Battista SPALVIERI, AlbertoTARDELLA.

GIUNTA ESECUTIVADuilio BENVENUTI, Aldo PEVE-RINI, Dino CONTI, Mirella MICO-NI FIORELLO, Enrico BAIOCCO.

COMMISSIONE CULTURAGiampietro MARIOTTI (Pres.)Adele DELPIVO GAMBINI,Anselmo DONNARI, ErsiliaFUCCI, Angelo SFERRAZZA,

Alberto TARDELLA.

REVISORI DEI CONTI

EffettiviColombo TALAMONTIAdriano CARLETTIGiacomo MUZI

SupplentiLuigino ROSSI

Giuliano CESARETTI

PROBIVIRI

EffettiviGiosuè BATTISTINI Enzo CIMINARI Benito GENTILI

SupplentiRosanna FARRONI FIMIANI Giovanni FRANCALUCCI

ASSISTENTI ECCLESIASTICIMonsignor Delio LUCARELLI,

già Vescovo di RIETIMons. Giuseppe TONELLO

Cancelliere del Vicariato di Roma

Segue dalla prima paginaIMPORTANTE RICONOSCIMENTO AL NOSTRO PRESIDENTE. GENERALE DOTT. COMM. DUILIO BENVENUTIDuilio Benvenuti, nato a Fano il 4 Marzo1936, comple-tati gli studi nella sua città, ha intrapreso una lunga eprestigiosa carriera militare, iniziata con l’ammissioneall’Accademia Militare di Modena nel 1957 e prosegui-ta con numerosi avanzamenti di grado, che lo hannoportato a ricoprire incarichi sempre più importanti eruoli di Comando e di Stato Maggiore di alto livello. Dopo aver frequentato la Scuola di Applicazioned’Arma di Torino con Laurea in Scienze Strategicheconseguita presso l’Università degli Studi della stessacittà, è stato assegnato alla specialità Granatieri, la piùantica specialità dell’Esercito Italiano, ove ha ricopertoruoli di crescente responsabilità. Rientrato all’Accademia Militare di Modena, comeComandante di compagnia Allievi Ufficiali ed inse-gnante aggiunto di discipline militari, nel 1974 si è tra-sferito, per tre anni, a Civitavecchia per frequentare il98° Corso di Stato Maggiore ed il 98° Corso Superioredi Stato Maggiore. Dopo un periodo di servizio alloStato Maggiore dell’Esercito in Roma, nell’agosto 1978raggiunge Pistoia per comandare l’87° battaglione“Senio” della Brigata motorizzata “Friuli”. Nel 1980, ritorna a Roma con l’incarico di Capo di Stato

Maggiore della Brigata Meccanizzata “Granatieri diSardegna” e di Vice Comandante della stessa. Dal 1985al 1988 svolge l’incarico di Sottocapo di Stato MaggioreLogistico della Regione Militare Centrale di Roma.Promosso Generale di Brigata, nel 1990, dopo averdisimpegnato vari incarichi di Stato Maggiore in Romaha assunto il Comando della Brigata Meccanizzata“Granatieri di Sardegna”. Dall’ottobre del 1991 ha pre-stato servizio presso il Ministero dei Trasporti edell’Aviazione Civile con funzioni di Capo UfficioCentrale di Mobilitazione, svolgendo anche il compitodi Coordinatore Generale, in ambito nazionale, dell’’’Operazione “Pellicano” (aiuti all’Albania) con l’attri-buzione di un “Encomio Semplice” da parte del capo diStato Maggiore dell’Esercito. Il 4 marzo 1994 ha lasciato il servizio attivo con il gradodi Generale di Divisione e con il conferimento dell’ono-rificenza di Commendatore al Merito della RepubblicaItaliana.Lasciato il servizio attivo, con la consorte Maria, hadeciso di rimanere a Roma per stare vicini ai figliAndrea e Benedetta ed ai cinque nipoti (Francesca,Matteo, Enrico, Davide e Niccolò).

L’attaccamento alla nostra terra marchigiana e l’affettoper la sua città, Fano, lo hanno portato a rivolgere le suenotevoli e riconosciute capacità di organizzatore e diamministratore, ad attività di promozione sociale, conparticolare riferimento alla valorizzazione dei rapportisocio-culturali con le Marche. Dal 1995 è infatti presidente del nostro “CenacoloMarchigiano”, associazione che nei ventidue anni dellasua direzione si è distinta in ogni settore, meritandoincondizionato apprezzamento. Dal 1996 è ancheDirettore Responsabile del trimestrale “Il CenacoloMarchigiano”, che diffonde notizie sulla RegioneMarche e tiene alto lo spirito di “marchigianità” tra soci,autorità ed amici in Roma, oltre che tra i tanti marchi-giani in Italia ed all’estero.Tutti i soci del “Cenacolo Marchigiano”, particolarmen-te contenti ed orgogliosi dell’importante riconoscimen-to conferito al loro presidente, gli augurano ancora tan-tissimi anni di proficua ed intensa attività per la valoriz-zazione e la diffusione della cultura marchigiana aRoma, nelle Marche, in Italia e nel mondo. Buon lavoro presidente!

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Monterubbiano, una delleperle dell’entroterra fer-mano, sorge su una

rotonda collina a 463 metri s.l.m.ed estende le sue viste panorami-

che dal mare Adriatico ai montiSibillini, passando per la Valledell’Aso, con i suoi campi colti-vati ad ortaggi, cereali e con i suoicoloratissimi frutteti e uliveti. Quil’agricoltura è la risorsa primaria,anche se nell’ultimo trentennio lapiccola e media industria e, nel-l’ultimo decennio le attività turi-stiche, hanno avuto uno svilupponotevole. Reperti preistorici, Piceni eRomani testimoniano le sue origi-ni antichissime; nel 268 a.C.divenne città romana e nel V sec.fu distrutta dai Goti. La ritrovia-mo nel 1100 con il nome diUrbiano, da cui trova origine l’at-tuale nome Monterubbiano. Nel XII secolo ottiene l’autono-mia di libero comune in contrastocon le mire espansionistiche diFermo che cerca di conquistarlosenza mai riuscirci. Nel 1443 il potere fu preso daFrancesco Sforza che fortifica lemura castellane, lasciando tuttoraun raro esempio di architetturamilitare; nel 1600 viene donato alPapato. Le mura cingono il paese,per circa 2 km, offrendo ai turistiun bellissimo percorso, lungo ilquale ammirare le Porte di acces-so (Porta del Pero, Porta S.Andrea e Porta S. Basso, più notacome Porta Vecchia). Il patrimonio storico, culturale eambientale di pregio, insieme allatranquillità e all’accoglienza turi-stica di eccellenza, gli è valsa laBandiera Arancione del TCI.Monterubbiano oggi ha perdutogran parte del sistema fortificato,salvo il torrione del Cassero ealcuni tratti delle mura, ma ha ben

conservato l’impianto medievalee il borgo antico.Sulla piazza principale, si affacciail Palazzo Comunale, una strut-tura dalle linee romanico-gotiche

realizzata nel XIV secolo.L’ingresso è costituito da un por-tico con tre archi sorretti da duepossenti colonne cilindriche edalla torre dell’orologio alta 29,5metri, ornata con merlature ghi-belline non originarie. Al suointerno, il Palazzo Comunaleospita la Pinacoteca e la SalaConsiliare, illuminata da sei bifo-re con vetri policromi. Il soffitto ècaratterizzato da cassettoni inlegno dipinti con i colori dellostendardo comunale (bianco-rosso).Sulla stessa piazza si affaccia laCollegiata di Santa Maria deiLetterati, edificata nel XVIIsecolo sulle fondamenta dellachiesa di S. Maria della Mise-ricordia, crollata a causa di un ter-remoto. Osservando il pavimentosi possono intravedere i resti dellechiese precedenti e delle struttureurbane. Nell’abside dell’altaremaggiore è collocata la nota teladell’Assunzione della Verginedel 1539, originariamente com-missionata per il Tempio dell’An-nunziata di Firenze. Tale opera, diinfluenza raffaellesca, fu realizza-ta da Vincenzo Pagani (1490-1568), pittore monterubbianeseche con i suoi dipinti, alcuni deiquali ospitati nelle maggioriPinacoteche d’Italia, è tuttoraorgoglio del paese.In posizione privilegiata nellaparte più alta del colle, in pienocentro, si trova il Polo Culturaledi San Francesco, un complessoconventuale francescano, con lasua ex-chiesa e il campanile instile barocco, sorto intorno al1250, e oggetto di numerose tra-

sformazioni e ampliamenti, finoall’attuale struttura polivalente,riaperta al pubblico nel 2007.Nelle sue sale ospita il MuseoCivico Archeologico, con i reper-ti piceni e romani rinvenuti nelterritorio, un Auditorium, unaSala Espositiva, un Centro diEducazione Ambientale, oltre aun Orto Botanico realizzato neigiardini dell’ex-convento.Meritano una visita il TeatroPagani, costruito nel 1875 conuna unica sala a ferro di cavallo e3 ordini di palchi, l’antico ghettoebraico, uno dei più grandi delleMarche e il Cimitero Monu-mentale. La cittadina è moltointeressante anche per la presenzadi chiese romaniche come S.Maria dell’Olmo con la caratteri-stica abside, l’antica Pieve deiSS. Stefano e Vincenzo risalenteall’XI secolo e la duecentescachiesa dei SS. Giovanni Battistaed Evangelista, che custodisceaffreschi del Quattrocento.La festa più importante che sisvolge a Monterubbiano è Sciò laPica, nel giorno di Pentecoste,che rappresenta la trasmigrazionefatta per voto degli dèi di unapopolazione sabina che partita dauna conca reatina venne a inse-

diarsi nel Piceno, guidata dal volodi un picchio, mentre per la partereligiosa è dedicata alla Madonnadel Soccorso, alla quale leCorporazioni di arti e mestierioffrono ceri magni, ornati di fiorie frutta della terra. Piatto originario del luogo sono le“tagliatelle fritte”, con ricettamantenuta gelosamente segreta, acui è dedicata una sagra nel mesedi agosto.

Curiosità turistiche e storiche marchigiane

E’un vizio degli anzianiquello di avere rim-pianti per il passato. A

dar loro retta (mi inseriscoanch’io in questa categoria)sembra si viva in crisi perpe-tua: “si stava meglio unavolta”, “ai miei tempi, questonon accadeva”, “si stavameglio quando si stava peggio”ecc. ecc..Dimenticando i tragici periodidi guerre. Queste dicerie, nonsempre ricordate a sproposito,ci inducono a riflettere e a fareconfronti tra i periodi storicipiù, o meno felici o tragici. Inmerito, ritengo curioso fare unparagone (anche se forzato eforse presuntuoso per me, nonessendo uno storico di mestierema un semplice dilettante) tral’oggi e l’antico.Vi siete mai chiesti cosa acca-deva nella società romana neisecoli IV, V d.C.. E’ noto che lecrisi di quel periodo, portaronoalla crisi dell’Impero Romano.Furono le crisi della politica ,della magistratura, dell’eserci-to, della famiglia, di tutte lestrutture sociali che dallaRepubblica e fino ad Augusto,erano progredite nel rispettoorgoglioso delle regole (contutte le riserve dovute per gliusi e costumi dell’epoca, bendiversi dagli attuali) nell’inte-resse esclusivo dello StatoRomano. E’ anche vero chetutto si era realizzato e difesocon le legioni militari a scapitodi popoli conquistati, ridotti inschiavitù e a volte distrutti, maè vero che, a lungo, si eragenerato un impero multi etni-co legato da leggi, lingua eregole comuni, dove tantidiventavano cittadini romani eraggiungevano le più alte cari-che delle Stato o quanto menosi integravano al sistema. Dopoquesto periodo, pian piano ini-ziava la crisi. Vediamone imotivi: la corruzione politica,caratterizzata da un irrespon-sabile corsa alle cariche e alpotere con voti comperati, contruffe, omicidi, scandali erivolte. All’estero con ingiusti-zie, angherie, sfruttamenti da

parte dei governatori romani odei capi militari; la famigliasfasciata dai divorzi, da concu-binaggio, da matrimoni traconsanguigni o combinati per

interesse economico, da pedo-filia, da aborti e crollo dellenascite; la giustizia, corrottada chi poteva comprare senten-ze o evasa da poteri politici oclientelari. Già allora, comeoggi, i professionisti più nume-rosi erano gli avvocati; i lavoripubblici e privati, mano d’o-pera sfruttata con uso di schia-vi e galeotti. Era l’uso deitempi; l’istruzione, privata piùche pubblica seguita dalle clas-si più agiate e ignorata datanti. Insegnanti in gran partestranieri ( greci, ebrei, e orien-tali). Di moda la lingua grecache allora faceva “chic” comeoggi l’inglese; la società, cor-rosa da contrasti enormi trauna massa povera e sfruttatae una ricca e ricchissima, dedi-ta alla bella vita con enormiricchezze immobiliari oimmensi latifondi, con splendi-de residenze invernali ed esti-ve (ricche di opere d’arte) conorge, feste, crociere e viaggi.La plebe era tenuta quieta consovvenzioni assistenziali indenari o prodotti di sussisten-za, con spettacoli e giochi neiteatri, negli anfiteatri, nei cir-chi e nelle terme. I giovanireclutati per lunghi anni nel-l’esercito, mantenuti in quellache era la patria del diritto

(che ha fatto scuola al mondo).Probabilmente, ci si era dimen-ticati che esistevano (ed esisto-no) anche i “doveri” che iromani più antichi rispettava-

no. Questa dimenticanza, hacorroso per secoli la società,compresa quella odierna; l’e-sercito, una volta pilastro dellastruttura dell’impero romano,sostituito man mano da merce-nari (Galli, Franchi, Germani,Celti ed altri) per i quali conta-va il denaro e il saccheggio peril loro servizio, mentre per iromani (i vecchi legionari, chevenivano pagati con terreni dacoltivare, si erano ormai inte-grati con le popolazioni assog-gettate all’impero e rimastiall’infuori dei giochi militari epolitici) , era iniziato “l’imbo-scamento” usanza che si pro-trarrà per diversi secoli. Laconseguenza fu la fine dellapotenza romana che invoglierài popoli, vissuti al di fuori deiconfini dell’Impero, ad invade-re il suo territorio. Prima perrapina e saccheggio e poi persistemarsi nell’interno, perdare inizio a quelle che diver-ranno le future nazioni a scapi-to dell’Italia che rimarrà un ter-ritorio di preda fino al XXsecolo. Uno degli ultimi terri-tori europei a diventare nazio-ne. Territorialmente dopo laPrima Guerra Mondiale(1918), civilmente, credo, …ancora da completare. Nellacaduta dell’Impero si infiltre-ranno ancora altri stranieri, glischiavi, i liberti che contribui-ranno ad una nuova cultura, lareligione cristiana che, se nonriuscirà a riscattare completa-mente i principi morali e socia-li, riuscirà a conservare “l’anti-ca” cultura romana e a ridareun nuovo ordine alla coscienzaumana ma no l’impegno per unriscatto civile e unitario nazio-nale.Dopo aver descritto questotratto di storia, non vi sembrache vi siano delle affinità conla crisi che ci assilla oggi?Qualcuno mi taccerà di pessi-mismo; me lo auguro, ciò vuoldire che c’è ancora qualchemargine di speranza per poter-ne uscire. Il guaio è che le crisi,economiche – sociali, durano alungo (lo insegna la storia) e civuole tanto impegno per uscir-ne. Speriamo che le tecnichemoderne e le volontà deigoverni europei (finora conte-stabili) accelerino il recuperodella società che, comunquevada, non sarà più quella di unavolta.

Curiosità turistiche Curiosità storicheRICORSI STORICIMONTERUBBIANO (FM)

di Antonia Carboni di Giosuè Battistini

Monterubbiano (Fermo) - Panorama

Collegiata di Santa Maria dei Letterati

Acconciature dell'antica Roma

Anno XXVIII - N. 3 LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2017- PAGINA 3 -

Brevi... ma interessanti... dalle Marche a cura di Silvio Principi

A UN ANNO DAL TERREMOTO DEL 24 AGOSTO 2016Il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, nel corso di una conferenza stampa, ha fatto il punto dellasituazione ad un anno dalla prima scossa che purtroppo registrò anche la perdita di vite umane ad Arquatadel Tronto. Per rispondere a una parte di cittadini marchigiani che si sono trovati senza abitazione e senza attività lavo-rativa, il Presidente ha detto: “Un anno di duro impegno da parte delle istituzioni regionali. Ad oggi abbia-

mo tutti gli strumenti per la ricostruzione, risorse economi-che e norme operative ed è un fatto eccezionale in tempicosì stretti avere le risorse necessarie. Un fatto non scon-tato alla luce di passate crisi sismiche. Quindi è una bugiastrumentale continuare a dire che non ci sono risorse enon lo può dire soprattutto chi le ha già prontamente e lau-tamente ricevute in termini di milioni di euro per ricostrui-re strutture. Non è un discorso di mancata informazione odi troppa burocrazia, ma solo un modo di chi cerca un faci-le consenso scaricando le proprie responsabilità sullaRegione. La collaborazione fra Enti locali e Istituzioniregionali – ha affermato - deve continuare in misura mag-giore proprio ora, coinvolgendo anche le Province nel pro-

cesso di ricostruzione per un coordinamento territoriale”. Intanto a Valfornace è stata inaugurata l’area commerciale e Grescioli : “Tornano i servizi che tengono unitala comunità:”

AFFRONTARE LE CRITICITÀ LEGATE AL SISMAHanno preso il via, giovedì 3 agosto, presso l’Universitàdegli studi di Macerata, i corsi di formazione e aggior-namento, organizzati da Regione Marche e AnciMarche e rivolti al personale dipendente dei Comuni,per affrontare le criticità legate al sisma.Il percorso formativo, elaborato sentiti i sindaci deiComuni colpiti, è diviso in tre sezioni tematiche: tecnica,amministrativa e contabile. Cureranno la formazione idirigenti e i tecnici della Regione e dell’ufficio specialeper la ricostruzione. Interverranno anche l’assessorealla protezione civile Angelo Sciapichetti, il segretariogenerale Deborah Giraldi e rappresentanti delCommissario per la ricostruzione Vasco Errani e del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile.L’Università di Macerata per poter consentire lo svolgimento della sessione formativa ha messo a disposi-zione tre aule a titolo gratuito.

VIVIAMO LE MARCHEMonitoraggio delle Coste Marchigiane

La P.F. Tutela del mare e sanzioni amministrative della Giunta Regionale delle Marche effettuerà una spe-rimentazione tecnica per la rilevazione e la registrazione delle immagini da videocamere per il monitorag-gio costiero, per le finalità della L.R. 2/2014.Chiunque frequenta la costa delle Marche, dal porto di Ancona,a sud, al porto di Senigallia, a nord, e chiunque effettua la balneazione e naviga nella suddetta zona costie-ra e nelle acque antistanti, fino alla distanza di 25 km dalla battigia, può essere soggetto alla rilevazione ealla registrazione, anche sonora, mediante videocamere.La rilevazione e la registrazione sperimentali inizieranno dal giorno successivo alla pubblicazione sul BURdel presente avviso e dureranno 30 giorni.

PALIO DELLA ROCCA 2017Un’ edizione speciale alle spalle, quella del trentennale, un pre-sente e un futuro carichi di passione, tradizioni, coinvolgimento.Il meraviglioso borgo di Serra Sant’Abbondio, ai piedi del monteCatria, a due passi dal Monastero di Fonte Avellana ha ospitatol’ 1-2-3 e 16 settembre la 31esima edizione del Palio dellaRocca. Per quattro giorni Serra, in provincia di Pesaro-Urbino, siè tuffata in epoca medievale trasformandosi in un antico borgodel XV secolo.La miscela vincente, che ogni anno attira tantissimi visitatori datutta la provincia e non solo, sempre la stessa: la magia che larievocazione storica sa trasmettere, le affascinanti atmosferemedievali e un borgo in cui sembra che il tempo si sia fermato.

PREMIO INTERNAZIONALEFISARMONICA

DI CASTELFIDARDOLa cittadina di Castelfidardo, in provincia di Ancona, dal 10 al 17 set-tembre, ha ospitato la rassegna-concorso dedicata alla fisarmonicacon la presenza di ospiti di grande livello e innovazione musicale checoncilieranno la fisarmonica ad altre espressioni artistiche.La manifestazione ha permesso di assistere a serate di Gala presso ilTeatro, spettacoli live diurni e notturni e alcune esibizioni dello YoungMusic Club per avvicinare i giovani alla musica.

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Le Autorità

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auguri ai soci......che compiono gli anni nei mesi diOttobre - Novembre - Dicembre 2017

OTTOBRE01 Lucio VITALI05 Anna MARINELLI STAFFIERI08 Sergio BATTAGLIA10 Settimio CIMARELLI12 Pio CONTI12 Alessandro RIVELLI14 Lanfranco SILVETTI20 Enzo CIMINARI22 Silvano CAPITANELLI22 Mario CICERCHIA24 Mirella MICONI FIORELLO24 Vittorio FRATINI24 Maria POLICRITI

NOVEMBRE03 Maria Grazia LILLO03 Rita TODDE RANNO07 Giuseppina BRANDINELLI CASANOVA

NOVEMBRE07 Anselmo DONNARI09 Luigino RICCARDI09 Paolo BRUNI20 Silvia ZENGA11 Rina BALLARINI ZUCCARI21 Piergiorgio FEDELI24 Delio LUCARELLI25 Alessandro PIERMATTEI

DICEMBRE

04 Amerindo SANCRICCA 13 Ivan GIUGGIOLI14 Anna BUSCA SAPIENZA14 Armando CIARROCCHI16 Ersilia FUCCI16 Luisa PIERAGOSTINI25 Sergio RIVELLI27 Ilde CONTI30 Pietro GIANNINI

i proverbi marchigianiChi conta i ann, fa i cont sa la mort.Chi conta gli anni fa i conti con la morte.

URBINO

Anno bisesto: chi la cava è lesto.Anno bisestile: bravo chi la scampa.

ARCEVIA (AN)

Le fratte non ci ha recchie ma alle volte se le mette.Le fratte non hanno orecchie ma qualche volta ci sentonolo stesso: a tacere non si sbaglia mai.

CAMERINO (MC)

La lenta minchiona la giovane e la vecchia.La lenticchia inganna (canzona) tanto la giovaneche la vecchia (perché somiglia ai sassi ed è difficileda scegliere).

FERMO

Lu focu è zoppu / quanno da ‘na parte sola cià lu cioccu.Il fuoco è zoppo quando ha il ciocco (grosso pezzo di legno) Solo da un lato.

ASCOLI PICENO

i nostri sostenitori... !UN GRAZIE DI CUORE AI SOTTO INDICATI SOCI DEL “CENACOLOMARCHIGIANO” CHE HANNO INVIATO UN CONTRIBUTO PER LASTAMPA E LA SPEDIZIONE DEL NOSTRO GIORNALE

Danilo CORRADI, Filippo FAINELLI.

ANGOLO DELLA NUMISMATICAdi Roberto Fontana

MEDAGLIA ANNUALE PAOLO VI ANNO V,EMISSIONE IN ORO.

Come già scritto in un precedente articolo, la medaglia annualedei Romani Pontefici viene emessa, ancora oggi, a giugno, inoccasione della festività dei Santi Pietro e Paolo e riporta alrovescio la commemorazione di uno degli avvenimenti dell’an-no precedente. Con Paolo VI, a partire dall’anno IV del suopontificato, quindi dall’emissione del 29 giugno 1966, si decisedi emettere medaglie eseguite da artisti delle nuove avanguar-die artistiche. Fu un evento che scosse la Curia: la medagliaannuale restava uno dei simboli dell’arte classica da secoli.Paolo VI fu però irremovibile, voleva che tutti potessero averela possibilità di possedere un’opera di arte contemporanea aprezzi accessibili. Nel 1967 l’esecuzione della medaglia fu affi-data a Pericle Fazzini, artista marchigiano, tra i più celebri scul-tori del XX secolo. Nato a Grottammare il 4 maggio 1913, tra-sferitosi a Roma per affinare la propria tecnica, apre nel 1935un proprio studio in via Margutta. Fu profondamente segnatodall’esperienza bellica e trasferì nelle sue opere la sofferenzadell’umanità riscattata dal soffio divino. Proprio per l’estremaleggerezza che seppe trasfondere al metallo, venne chiamato lo“scultore del vento”. Autore di numerosi bozzetti per monete emedaglie, fu legato da personale amicizia con Paolo VI, che gliaffidò inoltre la scultura della “Resurrezione” nell’Aula Nervi.Il Fazzini è morto a Roma il 4 dicembre 1987.In questa medaglia, anno V, emissione del 29 giugno 1967, alrovescio, sono raffigurati appunto i Santi Pietro e Paolo.

La Notte dell’Orgoglio Marchigiano 2017Francavilla d’Ete: la tradizione continua

di Anselmo Donnari

“L’Italia ha la forma di uno stivale. Le Marche sono dasempre il cuore della calzatura. E’ indubbio quindi che leMarche hanno fabbricato l’Italia! Di conseguenza, se

prima la mia mission era “campà co la pensiò de mamma”, ora -scoperto questo – la mia mission è diventata più nobile:marchigianizzare l’Italia!”. Sono state più o meno queste alcuneesilaranti battute di Piero Massimo Macchini - fermano doc, astronascente della comicità, artista poliedrico esibitosi in tutti e cinque icontinenti - che nella Notte dell’Orgoglio Marchigiano 2017 ha

ricevuto, per la categoria spettacolo, l’ambita statuetta del “guerrieromarchigiano” di recente istituzione (si ricorderà la passata diatriba conHollywood che contestò la dizione Notte degli Oscar Marchigiani evietò la consegna di copia della relativa statuetta).E così anche quest’anno, l’Orgoglio Marchigiano è andato in scena inuna calda serata di mezza estate, nella piazza del borgo medioevale diFrancavilla d’Ete, in pratica un teatro a cielo aperto, gremitissimo diAutorità, pubblico locale e turistico. Con l’impeccabile regia delSindaco Nicola Carolini e del suo staff, ha avuto luogo un Gran Galàche – oltre ad offrire momenti di musica e intrattenimento con ospitifamosi (vds. locandina dell’evento) – ha inteso celebrare, cometradizione, le eccellenze della nostra regione nella persona dimarchigiani talentuosi che si sono distinti in vari settori, conferendocosì lustro alla nostra terra.Questa singolare iniziativa – ideata a fine anni ‘90 – si è rafforzata econsolidata nel tempo sino a divenire manifestazione regionale: sisvolge a Francavilla d’Ete ma è patrimonio dell’intera RegioneMarche. Le varie nominations, infatti, provengono da tutti i 246Comuni delle Marche e sono sottoposte al vaglio di una commissionecomposta da giornalisti e rappresentanti delle Istituzioni.In un anno in cui il terremoto è stato il tragico leitmotiv che hacostellato le nostre giornate, i primi riconoscimenti non potevano nonandare a coloro che, impegnati nel sociale e nel volontariato, si sonoprodigati per alleviare le sofferenze delle popolazioni e salvare viteumane.Il primo “guerriero marchigiano” è stato idealmente consegnato allacittà di Visso, Comune simbolo degli eventi sismici 2016. A seguire,Luigina Bruni, Caposala dell’Ospedale di Amandola, ha ricevutocommossa la statuetta; presente in ospedale la notte del 24 agosto 2016si adoperò per evacuare celermente tutti i pazienti ricoveratievidenziando grande umanità e indiscussa professionalità. GattoniNello, vigile urbano in pensione di Arquata del Tronto, quasi si sentivaa disagio sul palco; personaggio semplice e schivo ma vero“guerriero”, sin dal primo momento si è prodigato per soccorrere edindirizzare i soccorsi – profondo conoscitore del territorio – e ancoraoggi presta la sua opera volontaria in Comune.Per il settore imprenditoria, sono stati premiati l’azienda ascolanaPaoletti Bibite, che da quasi cento anni produce bevande gassate

esportate in tutto il mondo, tra cuila mitica gazzosa, e l’aziendavitivinicola Ciù Ciù, che fondataad Offida nel 1970 produce ottimivini, frutto di ricerca e qualità siain vigna che in cantina.Il “guerriero marchigiano” per laricerca scientifica è statoassegnato a chi – in prima linea -studia con successo comesconfiggere il male del secolo: alProf. Vincenzo Valentini, nativo diMontegranaro (FM), Direttore delDipartimento di Oncologia del“Gemelli “ di Roma.Il riconoscimento allo sport èandato alla Lardini Filottrano,società pallavolista femminilepromossa in serie A-1, chenell’ultima stagione ha vinto sia lacoppa Italia di serie A-2 sia ilcampionato.L’incisore e pittore CarloIacomucci che vive ed opera aMacerata, insignito nel 2011dell’onorificenza di Cavaliere alMerito Artistico e Culturale dellaRepubblica, ha ricevuto il“guerriero marchigiano” per ilsettore cultura; per lo spettacolo ilgià citato Piero MassimoMacchini.Infine, il premio “OrgoglioMarchigiano nel Mondo” è statoassegnato agli ideatori eorganizzatori del festival musicaleinternazionale Summer Jamboree,che si svolge dal 2000 aSenigallia, divenuto nel tempo ilpiù importante evento del generein Europa e il secondo al mondoper importanza.Il Sindaco Carolini ha concluso laserata consegnando premi specialial noto cantante Michele, per isuoi 50 anni di carriera artistica, alcelebre maestro Mogol eall’attrice Ornella Muti, che nelcorso dell’evento sono statiprotagonisti di simpaticiintermezzi di intrattenimento.Appuntamento ad agosto 2018!

VIALE DELLA TECNICA, 164/DTEL. 065920913VIA DE BENEDETTI 6/22TEL. 065005249VIA DELLA SETA, 27TEL. 065201767VIA DEI CORAZZIERI, 68/70TEL. 065925750VIA CRISTOFORO COLOMBO, 1780TEL. 0652378042VIA CRISTOFORO COLOMBO, 1841TEL. 065053571VIA DI TRIGORIA, 143TEL. 0650652617VIA LAURENTINA 980TEL.065013404VIALE EUROPA, 47/49TEL. 065926431VIA GIUNIO ANTONIO RESTI, 19TEL 065191741VIA APPIA, 472TEL. 0678347971VIA CAVOUR, 230/236TEL. 06485687VIA APPIA, 588TEL. 0678147819VIALE OCEANO INDIANO, 182 TEL. 065290121VIA ARNO, 1TEL. 068559173VIA LARI, 32/34TEL. 0655282674VIA Paola FALCONIERI, 82 - 86TEL. 06538622VIA S. CARMIGNANO, 24-38TEL. 065349899VIA F. PAOLINI (OSTIA LIDO), 48-50TEL. 065682552

VIA SALISBURGO, 20-32TEL. 0652244069VIA DELLA FARNESINA, 251-259TEL. 0636307001VIA DI CASAL SELCE, 384TEL. 0661905029 - TEL. 0659605124VIA S. ALESSANDRO,380TEL. 0641400510 - 0641469385VIA MAGNA GRECIA 97/ATEL. 0677076775VIA CASTEL DI LEVA 273TEL.0671355594VIALE TIBURTINA 106/114TEL0644704077VIA RAF VALLONE 35/37TEL. 7231326VIA DELLA MASSIMILLA 4/6/8Tel. 0666183472VIA ACILIA 219/ATEL0652350509 -0666183472VIA C. CALISSE 61/65A(CIVITAVECCHIA) TEL. 0766503031S.S. AURELIA KM. 66,600TEL. 0766535295VIA DEI CASTELLI ROMANI 2POMEZIA (RM) TEL. 0691620182 VIA MONTE ARGENTARIO, 1 (FONTE NUOVA)TEL. 0690018058 - 0690977966SANTA MARINELLA - VIA AURELIA, 183TEL. 0766513610VIA AURELIA 513SANTA MARINELLA TEL. 0766537277CASCIA (TR) VIALE CAVOUR, 28TEL. 074371293NORCIA - VIA DELLA STAZIONE, 30 TEL. 0743816600

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Anno XXVIII - N. 3 LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2017- PAGINA 4 -

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“Cenacolo Marchigiano” e loro conoscenti”

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Il CenacoloMarchigianoPeriodico trimestraledell’Associazione

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Notizie in breveDOLCI RICORDI!

PASSEGGIATA ANNI CINQUANTAÈ festa a scuola per questi giovinetti.Non chiedono il perché di questo sciopero improvviso,non chiedono la causa di tanta confusione…Oggi per loro è festa! “Giochiamo un po’ a pallone?Si?/ No?Che dite voi ragazze? Facciamna’ passeggiata al Poggio? ci fermeremo per cacio e pecori-no…possiamo anche ballare!”Nervose risatine, occhiate biri-chine, sorrisi impertinenti…Che giorno favoloso!La compagnia si muove a piedi,certamente! Macchine e motorini sono sol-tanto sognie tali rimarranno se è scritto neldestino.Oggi è così bello camminareinsieme,le mani sono strette, fingendo diaiutare,si sfiorano le spalle con fare indifferente,ma gli occhi parlan chiaro!Sono alle superiori e vogliono iniziarequell’eterno gioco che chiameranno “Amore” !

di Carla Binetti (Bologna 2017)

Primi approcci