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Anno XXIII - n. 1 Gennaio 1984

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Anno XXIII - n. 1 Gennaio 1984

Evangefizare BOLLETTINO MENSILE DELL'OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO

D'lTALIA DIRETTA DALLA FAMIGLIA DEI DISCEPOLI Direzione - Redazione - Amministraz.: Via dei Pianellari, 7 • Tel. 6541409 • Cc.p. 33870007

00186 ROMA

Sommario

Evangelizare In principio la speranza Pag. 1

Pensiero mariano Maria nostra modello » 4

Alia sorgente Celebra/ione del Giubileo delta Reden/ione . . . » 5 «Gli Istituti di vita consacrata» nel nuovoCodice di Diritto Canonico » 6

La pagina del magistero

Gesto profetico » 9 Orientamenti educativi sull'amore umano. l.i-neamenti di educa/ione sessuale » 10

Religion? arte eultura e vita

Una vita nella verita e nell'amore » 12 1 a verna » 16 Parliamone anche noi » IN

Echi dai nostri seminar! Ofena » 23

Dalle ease nostre Francavilla a Mare » 25 Policoro » 27

IM Sveglia: Pensiero religiose) » 29 A margine della gita a Napoli » 31

In copenina: Immagine di P. Giovanni Mino//i

Direttore Responsabile: Don ROMEO PANZONE Redattore Capo: Patuelli Egislo — Segretario di Amministrazione: Angela Musaatlti

Autorizz. Trib. Roma N. 8504 del 20 febbraio 1962 - Sped, in Abb. postale Gruppo III - 70«?

Stampato dalla Tipolitografia IN.GRA.C. s.r.l. - Tel. (0776) 42065 - S. F.lia Fiumerapido (FR)

L'UNICA GUERRA

CHE MERITA DI ESSERE COMBATTUTA

EQUELLA

CONTRO LA FAME NEL MONDO,

AFFINCHE

POSSA REGNARE OVUNQUE

IL RISPETTO ASSOLUTO

DELLA DIGNITA UMANA

Giovanni Paolo II

EVANGELIZARE pauperibus misit me

Ordinario Sostenitore d'Amicizia Una copia

L. 5.000 L. 10.000 L. 20.000 L. 500

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A bbonamenti e rinnovi

LIRE 3.000 Di Gianni Lucia, Varallo Sesia.

LIRE 5.000 Lanaro Giovanni, Miglianico; De Andreis Carlo, Poggiocancelli; Mezzetti Elvino, Roma;

Ottavio Nicola, Genzano; Di Pierro Maria, Genzano; Di Napoli Dea Di Pierro, Roma; Fonzi Emilio, Lunghezza; Santarelli Evelina, L'Aquila; Famiglia Laraia, Roma; Cempini I.ina, L'Aquila; Continoio Assunta, Gioia del Colic; Maggio Rocco, Tricarico; Quintiliani Smeraldo, Roma. LIRE 7.000

Ferraggina Leonardo, Matera. LIRE 10.000

Suore Figlie delta Carita, Napoli; Martini Carlo, Barilc; Armilei I'go, Roma; Scarinci Antonio, Roma; Di Benedetto Antonio, Ostia; Sarra I.uigi, Roma; Marzi Maria, Roma; F'rancescangeli Luigi, Roma; Sabbatella Franco, Roma; Cipollone Giuseppe, Roma; Di Tursi Angela, Roma; Di Tursi Rosalba, Roma; Santorsa Canio, Lucca; Anconetani Fernando, Roma; Palumbo Teodoro, Roma; Palomni Olivieri Anna, Roma; Ferullo Salvatore, Roma; Suore Francescane di Gesu Bambino, Roma; Aquilio Marisa, Pescara; Fistola Giovanni, Bari; Nunno Maria Volpe, Monteleone di Puglia; Marulli Lancione Margherita, L'Aquila; Balzano Bice, Castel di Sangro; Calabresc Antonio, Rovigo; D'Andrea Olga, Roma; Moscatelli Riccardo, Roma; Alimenti Antonio, Roma; Falconi Filippo, Roma; Valentini Sr. Anna Maria, Frascati; Baccari Carlo, Amatrice; Scuola Materna Santa Rufina; Benzi Federico, Chieti; Bernabei Giovannina, Rocca di Mezzo; Santostefano Livia, Castel di Sangro; Tancorre Ida, Gioia del Code; Di Pasqua Concettina Maccarone, Rieti; I.isio Temistocle, L'Aquila; Dell'Orso Maria Mucciante, L'Aquila; Lanaro Giovanni, Miglianico; Crippa Mario, Monterosso al Mare. LIRE 15.000

Armiento Francesco, Tolve; De Andreis Giuseppe, Roma; Graffi Dario Bologna; Anelli Giovanni, Roma; Calcaterra Gennaro, Roma; Suore della Carita Imm. Concezionedi Ivrea, Roma; Saccomandi Giuseppe, S. Benedetto del Tronto. LIRE 20.000

Cammarata Rosalia, Palermo; Lancione Giuseppe, Ofena; Famiglia Di Gennaro, Irsina; Antonini Francesca. Roma; Borgia Pacifico, Roma; Di Somma Licai, F'rancavilla a Mare; Cartoni Franco, Roma; 1st. Femminile "P. Minozzi", Amatrice; Mosca Mario, Torino; Rella Ciro, Torino; Di Benedetto Francesco, Roma; Serafini Eulalia, Amatrice; Tassotti Luisa, Roma; Ianni Pasquale, Casalvieri; Pasquali Maria Pia, Francavilla a Mare. LIRE 25.000

Vincenzo Giovanni, Napoli; Gualda Massimi, Roma. LIRE 30.000

Marcella Dante, Pisa; Parrocchia S. Maria della Neve, Roccadimezzo; Ermini Lea, Roma; Piancazzi Gerardo, Ladispoli; Di Bartolo Vincenzo, Bari; 1st. Suore SS. Sacramento, Roma; Casa di Riposo "Madonna della Pace", Francavilla a Mare; Di Giulio Paola. Roma. LIRE 50.000

1st. "Padre Semeria", Monterosso al Mare; 1st. "Felice Ventura", Matera; Vita De Rosa Giovanna, Roma; D'Agostino Vincenzo, Cassino; Di Fabio, Palmerindo, Roma. LIRE 100.000

Marcario Giuseppe, Latina.

IN PRINCIPIO LA SPERANZA

E morto l'anno vecchio. Abbiamo coperto una nuova tratta del nostro cammino terreno: con ristoro o senza, incontrandoci o scontran-doci, assecondati o contrastati, spinti o respinti, volenti o nolenti la distanza di un anno l'abbiamo superata.

Possiamo fare agevolmente il conto dei profitti e delle perdite, li dove siamo stati presenti, del bene goduto e fatto, del male inflitto e subito.

Un sentimento di grazie al buon Dio dobbiamo elevare e una implorazione di misericordia e di aiuto implorare.

Intanto un anno nuovo ha cominciato il suo giro. Subito 1; pagine dei giornali, la radio hanno annunziato alia stupidita umana le strambe previsioni dei maghi (ce ne sono settantamila in Italia!), degl'iidovini, degli astrologi. Oroscopi, previsioni, sortilegi. L'uomo che nor ha fede ed ha paura del mistero che ne circonda si affida ad affermazioni idiote per conoscere, a gesti volgari per scongiurare, a segni pazzi per interpretare. La fede no, la superstizione si. E come se dalla radice degli alberi genealogici continui a salire su per le generazioni di oggi i rigurgiti e i sussulti dell'epoca tribale. In questi nostri tempi, segnati di societa segrete di potere e di profitto, andrebbe agevolmente costituita la mafia degl'imbecilli per servirmi del titolo d'un noto giornalista —, confinando gli affiliati, tutti e subito, in quel luogo dantesco "ove non e che luca"(Inf 4, 141).

Noi cristiani ci domandiamo: l'avvenire sara migliore? La speranza per noi s'e illuminata da principio e prosegue il suo

corso provvidenziale verso un epilogo di bene. Dio ha creato l'universo e lo mantiene e lo governa con sapienza, bonta e giustizia infinita, portandolo, tra gli sbandamenti del male e del peccato, che 1' jmanita provoca per superbo uso di liberta, certamente al bene definitvo. Noi viviamo in prospettiva di salvezza.

Vediamo. Prima che il mondo fosse, Dio ha escogitato il progetto di )ene per

tutta l'umanita, creando l'uomo e facendolo gia partecipare alia sua vita e, quindi, alia sua beatitudine. II progetto di elevazione degli lomini a

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figli suoi e l'Alleanza per sempre con se, fu macchiato all'inizio dal peccato stolto e rovinoso deiruomo, istigato dal diavolo. La rottura della prima Alleanza rivela subito la non affidabilita deiruomo e la fedelta di Dio. Proprio infatti al momento della rovina Dio fa balenare la speranza: "Io porro inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccera la testa..." (Gn 3, 15).

Nella rovina del peccato una Donna fu segno di speranza. Una Donna occupa pure il primo giorno dell'anno: Maria SS. Madre di Dio. Nel tempo che passa, noi viviamo tra le rovine che quotidianamente producono i peccati. Non vediamo, valutando umanamente, alcuno sbocco di speranza. I ritrovati della tecnica, il trionfo della scienza, la insaziabilita dei consumi, la materialita del benessere, la noia del vuoto quotidiano, il piacere eletto come norma di vita, l'egoismo sfrenato che tutto arraffa a dissacra per soddisfare a qualunque costo se stesso, mantengono l'uomo di oggi nella prospettiva della paura, della morte, della distruzione, della disperazione, prescindendo da Dio. Senza Dio l'uomo costruisce tutto sbagliato.

In tale situazione la speranza e per noi Maria SS. Madre di Dio e Madre nostra.

Perche? Perche Maria SS. ci ha dato il Salvatore, venuto per svelarci nei

modi umani l'Amore e la Misericordia di Dio, il quale continua, nonostante la nostra incorrispondenza, a svolgere, sempre fedele al suo amore per noi, il progetto di bene, di elevazione, di salvezza nella beatitudine. "Ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi per opera di Gesu Cristo, secondo il beneplacito del suo volere". II Padre celeste ci ha resi suoi figli adottivi nel Figlio e ci ha fatti eredi del bene, della gloria, della felicita, che certamente conseguiremo. Cristo, nato a Natale, e la nostra speranza certa. Lo dobbiamo accettare come unico nostro salvatore, accoglierne la dottrina, praticarne la legge per migliorare il mondo, che rimane tormentato e tormentoso, chiuso della sua dispera­zione appunto perche non pratica il messaggio di Cristo.

Alia fine dei tempi, quando si compira la beata speranza, contempleremo ancora il segno grandioso della nostra speranza: "una Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle" (Ap 12, 1).

Don Romeo Panzone, d.D.

m Ringraziamo con gioia Dio... ci ha liberati dal potere delle tenebre, ci ha trasferiti nel

regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati (S. Paolo).

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La Madonna della Divina Provvidenza, venerata in Roma nella Ch esa di S. Carlo ai Catinari tenuta dai Padri Barnabiti, fu assegnata da P. Semeria cone Madre degli Orfani della nostra Opera, da lui fondata con P. Minozzi.

La Madre della Divina Provvidenza e quindi la nostra Madonna. Ella ha particolare titolo alia nostra devozione e I'Opera alia sua protezione.

Nell'anno appena cominciato sia Ella per tutti la Madre del buon camnino e del buon consiglio e per tutti i bisognosi la Madre della Divina Provvidenza.

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MARIA NOSTRO MODELLO

Puo sembrare semplice, eppure non sempre si riesce a dare una risposta adeguata a chi ci chiede conto della nostra fede, a chi ci domanda: 'Cosa vuol dire essere cristiani?'.

Fermarci a dire che essere cristiano vuol dire credere in Dio, pregare, essere buoni..., non e sufficiente perche la nostra risposta sia eauriente e soddisfi I'interlocu-tore.

Essere cristiani vuol dire piu propriamente vivere in Cristo, con Cristo e per Cristo. La radice stessa della parola 'cristiano' ci riporta inequivocabilmente a Cristo.

Di riflesso pero la parola 'cristiano' ci riporta pure a Maria! Chi piu di Lei infatti ha saputo realizzare pienamente la sequela di Cristo? [ ceo

perche Maria puo assurgere a nostro modello di vita, su cui possiamo riflettere e comprendere cosa significhi vivere in comunione con Cristo.

Maria e dunque il nostro modello, il primo esempio di vita cristiana tutta vissuta in Cristo e per Cristo. Edequindi la nostra maestra, colei che piu d'ognialtro puo farci comprendere il mistero di Cristo, sostenendoci nella nostra ricerca e nella nostra riflessione sull'amore di Dio per noi.

E qui bisognerebbe sottolineare il verbo 'riflettere' per ottenere un qualche risultato duraturo nella nostra erescita spirituale.

Maria e stata prima di tutto una donna riflessiva, che conservava e meditava nel suo cuore i segreti di Dio, impegnandosi fino in fondo a compiere il suo fiat.

D. Mirhele Perriello

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Per volere del Superiore Generale si svolgera a Roma, nei giorni 21-22-23 febbraio, il pellegrinaggio nazionale di tutte le istituzioni dell'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'ltalia, diretta dalla Famiglia dei Discepoli, per lucrare il Giubileo Straqrdinario della Redenzione.

E un gesto collettivo di devozione, una espressione di fede genenita dalla consapevolezza di appartenere a un'Opera di ispirazione cristiana e patriottica. Percio si spera di potervi assicurare anche una manifestazione in riferimento alia Patria.

Gli alunni e tutti i partecipanti devono mirare a tale obiettivo, ess n/iale e irrinunciabile, rilegando in ombra i motivi di altri interessi collaterali, che ri >chino di attenuare o disperdere lo slancio di partecipazione alFevento religioso.

Gli animi dunque tendano a Roma, alia Basilica di San Pietro, al momento della partecipazione corale agli atti potenziali prescritti per guadagnare il grande d inn della indulgenza plenaria. Buona preparazioe!

Saranno comunicati direttamente alle singole istituzioni il progranma e le istruzioni.

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Per le Suore in attivita di Apostolato nelle Case dell'Opera

«Gli Istituti di vita consacrata» nel nuovo Codice di Diritto Canonico

(prima puntata)

Care Sorelle Anzitutto rivolgo a ciascuna di voi, aisingoli Istituti Religiosi a cui appartenete.

alle molteplici opere di apostolato che svolgete, il mio cordiale augurio per il Nuovo Anno 1984. Augurio di un Anno buono e santo. Buono per le vostre attivita esterne, e Santo per le vostre Anime che sono consacrate a Gesu vostro Sposo. II mio vuole essere anche un Augurio di riconoscenza da parte di tutti i Discepoli per la vostra preziosa, costante e sacrificata attivita di molieplice apostolato che svolgete cost mirabilmente nelle Case della nostra Opera. Dio benedica e compensi ciascuna e tutte.

Voi gia certamente sapete che il 17 Novembre 1983. e andato in vigore. per tutta la Chiesa Cattolica. il «Nuovo Codice di Diritto Canonico*. Esso e per ciascun Battezzato «una guida e un mezzo». Guida per il comportamento personate nell'ambito dei doveri inerenti alia vocazione di ciascuno; e mezzo perche ciascun Battezzato concorra, con la sua condotta, al fine supremo di tutta I'attivita della Chiesa: »la Salvezza degli uomini mediante la comune unione con Dio come figli al Padre, e con ogni prossimo come fratelli a fratelli*.

Nel Nuovo Codice ogni Battezzato e impegnato con pressante urgenza a operare in due campi: la santita personale e la santita dei fratelli.

II termine «santita» e sovente espresso nel Nuovo Codice con la parola «comunione» per indicare che il Battezzato non pud essere santo se non vive la Vita di Dio che e essenzialmente Vita di A more con Lui e con tutti gli uomini. In questa operosa comunione di amore con Dio e con gli uomini si opera il mirabile mistero di Salvezza di cui la Chiesa e il Sacramento.

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Nel Nuovo Codice, dopo il Prima Libra, che contiene Narme Generali, il Secondo Libra e cost intitolata: «// Papalo di Dio~» che costituisce la Chiesa, e suddivisa in tre parti:

Prima: «/ fedeli* che sono come la base della Chiesa. Seconda: «/ Chierici e la Suprema Gerarchia» che sono come le colonneportanti e

direttrici della Chiesa. Terza: « Gli 1stituti di vita consacrata» che sono come il vert ice e I'anima t ii tutta la

Chiesa. Infatti i Battezzati che, per vocazione, vivono «la Vita consacrata» non s >lo sono,

qui sulla terra, la piu alta testimonianza esterna della santita della Chiesa, ma soprattutto sono il piu valido fermento spirituale che anima tutta la vita intima del Corpo Mistico di Gesu che e la Chiesa.

Care sorelle, come vedete, voi, nel Nuovo Codice, occupate ilpostopiu eminente, piu privilegiato e piii prezioso per I'intima vitalita di tutta la Chiesa. Voi siete considerate, come dice Gesu, in tutta realta: «La luce del mondo e il sale della terra*. Perche dunque questa realta sia piii compresa e maggiormente vissuta, con I'aiuto di Dio, intendo quest'anno 1984, sottoporre alia mia e vostra considerazicne, tra i numerosissimi 167 Canoni che riguardano gli «Istituti di vita consacrata», ah uni, ipiu salienti, con particolare riferimento alia vita spirituale e comunitaria.

In questo mese sottopongo alia vostra attenzione soltanto due Caioni che contengono in breve quanta ho detto nelle righe precendenti.

Canone 207: «Per istituzione divina vi sono nella Chiesa i ministri sacri, che sono chiamati anche chierici; gli altri sono chiamati laid.

Dagli uni e dagli altri provengono quei fedeli i quali, con la profesiione dei consigli evangelici, sono consacrati in modo speciale a Dio e danno incremento alia missione salvifica della Chiesa. II loro stato, quantunque non riguardi la struttura gerarchica della Chiesa, appartiene tuttavia alia sua vita e alia sua santita):

Canone 573: «La vita consacrata mediante la professione dei consigli evingelicie una forma stabile di vita con la quale i fedeli, seguendo Cristo piu da vicino mediante I'azione dello Spirito Santo, si danno totalmente a Dio amato sopra ogni cc sa. In tal modo, dedicandosi con nuovo e speciale titolo al suo onore, alia edificazione della Chiesa e alia salvezza del mondo, sono in grado di tendere aliaperfezione della carita nelservizio del Regno di Dio e, divenuti nella Chiesa segno luminoso, preannunciano la gloria celeste*.

Care sorelle, questi due canoni iniziali contengono la chiave e il ritornello per la comprensione degli altri 167 canoni che vi riguardano. Iniziano dal Canone 5 73 sino al 746.

Leggeteli con attenzione per comprendere sempre meglio la grandezza della vostra vocazione, e la stima e la speranza che tutta la Chiesa ripone in vo .

Come conclusione vi annuncio che, nel Nuovo Codice, viene abolita la istituzione dei Canonici come senato del Vescovo. Ebbene io auguro a voi tutte, dopo lo studio e la pratica dei Canoni che vi riguardano piu da vicino, che al loro posto possiate diventare tutte «Canonichesse» di Cristo Gesu Vescovo dei Vescovi.

D. Rodolfo Alzeni

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DUE NOVELLI DIACONI

Nel seminario dei discepolini di Ofena, il 18 dicembre, Marrone Giuseppe e Verrecchia Carlo, della Famiglia dei Discepoli. sono stati ordinati Diaconi da Mons. Salvatore Delogu, Vescovo di Sulmona. Erano presenti il superiort Generale, le mamme e i parenti dei candidati, discepoli e discpolini.

L'augurio e che presto tocchino il sacerdo/io per dispensare i misteri di Dio.

In realta non si sottolineera mai abbastan/a la necessita di un ricco corredo dottrinale per la formazione di una personality sacerdotale matura, quale si conviene a chi deve essere pastore e maestro ed e chiamato a svolgere multiformi servizi legati appunto alia vocazione del sacerdote. del padre, del maestro.

Oggi e, questo, un compito di singolare e grande responsabilita. Abbiamo bisogno di uomini che abbiano una profonda conoscenza dei problemi dell'uomo e del mondo, ma tale conoscenza non si potraarrestareal livello puramente umano e profano: dovra basarsi, soprattutto, sulla "scienza della fede", dovra anzi scaturire da un preciso atteggiamento di fede, che significa comunione e colloquio col Verbo stesso di Dio, il Maestro che insegna e detta "ab intus". (Giovanni Paolo II).

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La pagina del magisiero

GESTO PROFETICO II 27 dicembre Sua Santita Giovanni Paolo I I ha visitato nel carcere di H ebihhia il

giovane turco Mehmet Ali Agca, che il 13 maggio 1981 aveva attentato all; sua vita, rinnovandogli il perdono.

II gesto si colloca al vertice del cristianesimo, che ha per legge Pa mo re fr iterno e il perdono, come testimonian/a di altissima significa/ione. Per capirlo e valutarlo bisognerebbe discendere nelle profondita del cuore umano e rintracciarvi i n ovimenti dello Spirito, oppure leggere i disegni di Dio, che guida la storia degli uoinini.

Anche soltanto vivere in tempi capaci di tanta bonta come rispost;i a tanta cattiveria e gra/ia ed e segno della forza e della misericordia di Dio.

Giovanni Paolo I I e Ali Agca poco prima del colloquio privato. nella cella de carcere di Rebibbia.

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Orientamenti educativi suiramore umano

Lineamenti di educazione sessuale

Non si riesce a capire perche la Chiesa dovrebbe propone norme di comporlamcnto desumendole da altre dottrine e. quindi, allineandosi alle abi-tudini della maggioran/a o alle pretese di una liberta senza limiti. Appena infatti esce qualche documento scomo-do. che prende posizione, enuncia prin-cipi, va controcorrente e detta legge basate sulla parola di Dio e sulla visione cristiana deH'uomo. subito si eleva il clamore di quelle corrcnti che da sempre sono contrarie alia morale cattolica e contrappongono un rigido vangelo lai-co al Vangelo di Gesu Cristo.

E avvenuto puntualmente cosi an­che all'iiscita del documento della Sacra Congregazione per PEducazione Catto­lica «Orientamenti educativi sull'amore umano. Lineamenti di educazione ses­suale", presentato alia stampa il 1° dicembre scorso.

Forse il documento e venuto con un po' di ritardo, perche di educazione sessuale, che qui viene trattata nel piu ampio contesto dell'amore umano, si parla da tempo nei programmi scolasti-ci di vari Paesi, se ne discute a livello mondiale, e un argomento all'ordine del giorno. Prese di posizione si sono avute anche in Italia. Divergenze si sono rivelate tra i cristiani sulla valutazione del problema. inclini alcuni al confor-mismo, altri al pregiudizio. Non mera-viglia quindi che un esplicito insegna-mento sia stato proposto in materia.

II mistero dell'uomo viene illumi-nato dal mistero del Verbo incarnato, sentiamo spesso ripetere (GS 22); Gesu Cristo e lo specchio delPuomo compiu-tamente realizzato ed espresso. Se tutta la persona umana viene rischiarata da

questa luce, ne risulta lumeggiata anche la forza creativa che chiamiamo amore.

Siccome 1'amore umano, elevato alia dignita soprannaturale, e un valore insidiato dall'umana fragilita e dalPin-fluenza negativa degli ambienti contra-ri, la Chiesa ha ritenuto opportuno lanciare agli educatori un proprio mes-saggio educativo.

II documento si presenta in chiave positiva e vuole essere un'applicazione delle norme del Concilio Vaticano 11°, per quanto concerne l'aspetto pedagogi-co dell'educazione sessuale nel piu am­pio contesto della promozione integrate della persona umana, il tutto desunto dalla visione cristiana della vita.

Si comincia col precisare il signifi-cato della sessualita umana, si indicano poi le linee per trasmetterlo ai giovani in modo che essi siano educati fin da piccoli ad affrontare con serenita e responsabilita le connesse difficolta, pervenendo alia maturita affcttiva. Cer-to non ci troviamo tra le mani un trattato di educazione sessuale, ma orientamenti utili per la educazione dei giovani.

La prima sezione espone alcuni principi fondamentali, con ampi riferi-menti alFinsegnamento di Giovanni Paolo 11°, passando a delineare la natu-ra, la finalita, i mezzi di una sana educazione sessuale.

Chi siano i soggetti responsabili di tale educazione sono indicati nella se-conda sezione, i genitori e la comunita ecclesiale principalmente, specificando che il luogo privilegiato di tale educa­zione e la famiglia. Grande importanza viene annessa alia catechesi prematri-moniale. Sono messi in evidenza anche i compiti della societa civile, la responsa­bilita degli operatori dei mezzi della comunicazione. il compito della scuola.

I modi, le condizioni, il metodo di tale educazione sono esposti nella terza sezione, con riferimento particolarealla preparazione professional, alia matu-

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rita affettiva, all'equilibrio degli educa-tori.

Nella quarta sezione sono affronta-ti alcuni problemi scottanti: rapporti prematrimoniali e fuori del matrimo-nio, autoerotismo e omosessualita, dro-ga, manifestazioni disordinate. Per essi si individuano le cause e si suggeriscono le terapie, insistendo sulla prevenzione.

L'opinione pubblica, attraverso l'orchestrazione della stampa, e stata

investita dalla raffiche di crit ca contro il documento, cosi la gente ha nella mente e sente parlare soltcnto delle ragioni contrarie, senza nepp ire le mo-tivazioni, e continua percio ;. ignorare cosa prescriva la Chiesa in ma eria. Non sarebbe bene leggere direttarrente e per intero il documento, ragion indoci su con la propria testa e col s< nso della propria fede?

Don Aster

Gesu ha indicato, inoltre, con I'esempio e la pamla. la vocazione alia verf il regno dei cieli. La verginita e vocazione all'amore: rende il cuore piu libero Dio. Libero dai doveri dell'amore coniugale il cuore vergine pud sentirsi, pert disponibile all'amore gratuito dei fratelli.

La verginita per il regno dei cieli, di conseguenza, meglio esprime la dona Cristo al Padre per i fratelli e prefigura con maggiore esattezza la realta c eterna, tutta sostanziata di carita.

La verginita, certo, implica la rinuncia alia forma di amore tipica dermat ma la rinuncia e compiuta alio scopo di assumere piu in profondita il din insito nella sessualita, di apertura oblativa agli altri e di potenziarlo e tras mediante la presenza dello Spirito, il quale insegna ad amare il Padre e i fratel Signore Gesu.

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Centenario delta nascita di P. Giovanni Minozzi

UNA VITA NELLA VERITA E NELLAMORE

Due date si richiamano nel 1984, che ci sono care e rinchiudono, per cosi dire, l'arco di una vita per vari aspetti altamente interpretativa del suo tempo: 19 ottobre 1984, 11 novembre 1959, rispettivamente nascita e morte di P. Giovanni Minozzi.

Ricordarlo, durante l'anno, e doveroso, nella vita vissuta e nel retaggio di ideali e di opere che egli lascio.

La personality di P. Minozzi fu di rilievo, come indice di una straordinaria ricchezza di natura e di grazia. Le opere, in cui tale personality si espresse, sono di conseguenza multiformi, sia sotto il profilo civile che sotto il profilo religioso. Tuttavia ebbero tutte una ben precisa connotazinoe e un senso, cosi che risultano fortemente unitarie nella loro ispirazine. £ questa connotazione che vogliamo riconoscere.

Chi scrive ebbe la Ventura di leggere su un foglietto di agendina, messo in busta da P. Minozzi insieme ad altri molti foglietti vergati di sua mano, una annotazione che rivela l'anima sottesa ad ogni opera. Riportando le due parole, che concludono il saluto d'inizio della seconda lettera di Giovanni, "nella verita e neiramore", aveva annotato: "Tutto il cristianesimo e qui".

P. Minozzi visse la sua vita nella verita e neH'amore, guidandosi nella imitazione di Cristo con le parole ispirate dell'evangelista Giovan­ni.

Infatti l'attivita minozziana e improntata alia missione e corre verso una ben definita direzione di marcia, sempre procedendo su due corsie preferenziali, sulle quali la mente e il cuore lanciavano il loro impeto di realizzazione e di conquista, attingendo man mano piu spiccata elevazione. Le corsie preferenziali erano appunto la verita e Tamore.

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P. G. Minozzi

"Unire la coltura alia carita ho sempre desiderato" — aveva scritto nel 1959 (P. G. Minozzi, Ricordi di Guerra, A mat rice, 1959, IP p. 219). La data (era 1'ultimo anno della sua esistenza terrena) testimonia chiaramente la continuita di una ricerca sempre svolta per ricondurre ad unita le molte iniziative, derivandole nel cuore stesso del m^ssaggio evangelico.

Successivamente, nel medesimo anno, egli scrisse la prefazione di un libro ormai impolverato, che allora costitui la risposta figlia le a una sua esplicita solleciatazione paterna e che oggi vanta il pregio di contenere il suo ultimo significativo scritto a stampa (Romeo Panzone, Federico Ozanam, Amatrice, 1959, pp. 33-37). Riportandolapiofessio-ne di vita dell'Ozanam ("Ho la fortuna di essere cristiano, la fortuna di credere e di mettere tutta la mia vita, tutto il mio cuore e tutie le mie forze a servizio della verita"), P. Minozzi, come continiandola, prosegue: "nella carita, aggiungeremo noi, completando la solenne dichiarazione..." (ivi, 37). ricomponevacosiilbinomioverita-carita,che gli luceva dentro: la verita e tutto il contenuto della fede cattolica; la carita e la suprema legge di vita rappresentata a noi da Cristo.

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Diciamo per inciso che si avverte chiaramente, a questo punto, la indicazione programmatica di S. Paolo: bisogna correre alia sequela di Cristo, senza farsi portare in giro da ogni vento di dottrina, crescendo nella quotidiana assimilazione al Divino Maestro: "Facendo invece la verita nella carita, sforziamoci di crescere sotto tutti i riguardi in lui, che e il Capo, Cristo..." (Ef4, 15). II senso e di spalancare a Cristo mente e cuore, fino a renderli mente di lui e cuore di lui, e di tradurre il 'mistero' in azioni di vita e di amore.

l.'eco evidente di tale programma, in questo culmine della matura-zione minozziana, si coglie ancora nella ricordata prefazione, poco appresso, quando viene riaffermata la solidarieta nella edificazione del Regno e la necessita per i fratelli di integrarsi per la salvezza: "Salvarci da soli, egoisticamente, neH'orgoglio fatuo di particolari fulgurazioni filosofico-scientifiche, non possiamo; dobbiamo lavorare tutti senza posa, con schietta umilta, al progresso della verita e della giustizia per la salvezza della intera famiglia umana". Seguitando, ancor piu esplicita-mente enuncia: "La responsabilita individuale, personale; si fa collettiva nella Chiesa e per la Chiesa; il rendiconto delle nostre azioni sale da privato a sociale, gli uni gli altri infrangibilmente attaccati come siamo alia cordata provvidenziale che porta alia vetta della luce".

Nel passo paolino si trova anche, a mio parere, il segreto della fecondita de! servizio di apostolato caritativo di P. Minozzi: in tutto la presenza centrale di Cristo; Timpegno di vita assunto con lui; il riferimento esclusivo costante a lui, da cui ogni efficienza deriva. "Senza di me non potete far nulla" dira Gesu agli apostoli nel vangelo (Gv 15, 5); e qui S. Paolo asserisce che da Cristo il corpo mistico, e quindi le singole membra, "riceve la forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carita".

Intendo semplicemente insinuare che e la parola di Dio basamento e propulsione aH'attivita di P. Minozzi.

* * *

Amore e verita abbiamo detto. Della verita P. Minozzi fu ricercatore assiduo. I.e acquisizioni nuove del pensiero, le investigazioni delle scienze, i prodigi della tecnica, la connessione della scienza con la fede lo trovavano aperto, sensibile, impegnato. Una propensione scorgemmo in lui costantemente: quella di ritornare ai suoi studi, ai suoi libri, addirittura con pausa distensiva al peso del giorno, come sospirato ritorno dello spirito ad occupazioni dilette.

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La verita era da lui contemplata, ricercata, posseduta nella Verita assoluta, accettata dalla Rivelazione non gia per evidenza o esperienza o dimostrazione, ma perche basata sull'autorita di Dio rilevantc. Era la fede il suo strumento di conoscenza ed erano il contenuto della fede il saldo possesso della mente e Timpegno della vita: la mente coirvolgeva coerentemente la volonta, muovendola ad agire con la forza del 'amore. La fede senza le opere e morta (cfr Gc 2, 260; ma anche le opere sono morte, se non scaturiscono dalla fede. "A volte infatti — precisa egli -noi facciamo delle opere materialmente buone, ma le faccic mo per apparire e allora l'ostentazione vanagloriosa che le ispira, le vizia, le scolora, le svuota di contenuto spirituale, le annulla" (P. G. Minozzi, Meditazioni, Amatrice, 1964, p. 200). Lafededunqueilluminat dirigea Dio la globalita della vita. Ma e la carita che stabilisce con Lui, 'il quale ci ha amati per primo" (I Gv 4, 10), il vero e proprio coinvolginento di vita, la comunione. L'amore verso Dio e totalizzante e, quindi unitivo contro ogni dispersione. Esso diventa forza di somiglianza, noma della condotta quotidiana, vita della vita, luce, colore, poesia, dono completo di se agli altri. Tutto si compie allora per esigenza di carita, nulla senza la carita (cfr Meditazioni, cit., p. 528). Percio I'epilogo della vita, che sara evangelicamente chiusa per tutti con un esame sull'effettiva pratica della carita (Mt 25, 31-40), e stato un epilogo di gloria per P. Minozzi.

L'attivita minozziana, pur cosi riccamente articolata, appa re come un blocco monolitico. La sintesi della vita, sia come opere che come ideale, e racchiusa in questa sua affermazine lapidaria: "La carita rende viva la verita in fiamma di fede". (F. Ozanam, I.e.).

Don Romeo Panzone, d.D.

SIN CHE VIVO RESTERO FEDELE AI POVERI, A QUA-LUNQUE COSTO. (P. G. Minozzi).

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Rifugi dello spirito

LA VERNA 11-7-19

Sono venuto quassu in pellegrinaggio d'amore. 11 desiderio mi ardeva in cuore da anni, ma non m'e stato mai possibile compierlo prima. Traverso TUmbria operosa, meravigliosamente malinconica e pia, sono salito con lo spirito semplice ed umile di fratc Masseo che un giorno, dopo una missione non troppa feconda, rivolto francamente al maestro gli chiese con ingenua schiettezza, con una naturale puntatina d'invidiola cortesissima:

"Perche a te tutto il mondo viene dietro, e ogni persona pare che desideri di vederti, ed udirti, ed ubbidirti? Tu non se' bello uomo del corpo; tu non se' di grande scienzia, tu non se' nobile: donde dunque a te, che tutto il mondo ti vegna dietro?" (Fioretti, cap. X).

Cosi da tempo martellavami l'anima una egualedomanda.divenu-ta via via piu insistente e tormentata per le povere cappelle di Rivo Torto, della Porziuncola, delle Carceri, dovunque la pieta di Francesco s'industrio con tenace amore, ottimo operaio, a edificarle con le sue mani gentili. Proprio cosi: perche tanti andaron da lui, furon tocchi e vinti dalla sua grazia, rinnovati dal suo contatto? E che siam noi cui nessuno avvicina per le parole supreme, la luce della vita? Fiaccole spente, sale scipito, cembali rumorosi... che mai siamo?

Si pensando, in forma di preghiera. salivo I'erta che da Pieve S. Stefano porta alia Verna. Lasciato presto il verde rigoglioso della valle tibenna, il dosso selvatico si leva su pel Montolone sempre piu squallido e misero. II sole di luglio avendoaffocata la breve erta che locopriva, ha steso per tutto il cinereo color della zona. Si ha netto il senso profondo e misterioso del raccoglimentoedel silenzio. II mondo si fa lontanoa ogni istante. Piu che in ogni altra ascensione alpina si sente di dominarlo appieno, di spogliarsene interamente, d'abbandonarlo tutto con incon-

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sueta prestezza come zavorra ingombrante. Entrati siamo in una Tebaide sacra ove la vita ritrova le sue radici semplici e pure. La fresca polla montana ci par quasi che gorgogli ai nostri piedi, piaro piano, nascosta; ancora un poco, ancora un'altra liberazione e sum sicuri ch'essa affiorera per noi.

Un canto sommesso, timido e dolce, d'uccellini sparsi per i rarissimi alberelli stremenziti e tisici, accompagna la sicura speranza. precede blando e carezzevole la rivelazione, come un preludio informalt; alia vita novella, mai scritto, mai umanamente scrivibile.

Ed ecco, superata l'ultima salita, il Penna subitamente appare di tra la nebbia come immensa ala d'aquila possente che disviticchi il suo volo audace verso il sole. II vento, agitando con violenza la massa lebbiosa venata di nuvolaglia nerastra, nasconde e vela con alterno gioco la verde ala pennuta, avida d'azzurro e di luce... L'incanto e maestoso. L'anima si libra a volo, immediata, pe' regni deU'eterno. Ogni rumore tace, ogni piccolezza e svanita. Lo spirito trionfa con epica gloria. Ccntemplo ammirato e commosso, fatto migliore di colpo.

Intorno, pe' declivi del monte, nelle insenature quiete, per gli scoscendimenti sassosi, per la cerchia di alture che digradando chiude il Casentino e s'ammassa e s'insegue varia e forte verso le M irche, la Toscana e l'Umbria, tutto prepara, dispone l'animo ad accogliere il messaggio dell'alto. In basso, ai piedi quasi della Verna ombrosa, su una piccola radura bianchiccia un contadino rivolta al sole con anti»:o aratro le magre zolle. II quadro e completo. L'umile terra e l'altissimo cielo si toccano.

* * *

In tal modo disposto m'addentro nel recinto sacro e la fresca pace che vi regna tutto mi prende e mi avvolge. Dimentico ogni fruscio terreno, levato in una beatitudine nuova. Poi di subito mi riarde in cuore la umana curiosita di Masseo: perche tanta gioia attorno al poverello di Cristo? Disfatte nella penitenza le sue non bellissime forme giovanili, quali ce le tramandd Tommaso da Celano, sopita e fiaccata la baldanza festosa de' primi anni quand'ei regnava elegante pe' conviti, licoperte ormai le fragili membra di panno rude e duro, che aveva egli pei attrarre a se le dissipate anime del mondo? La stramberia forse che lo fece denudare in cospetto del Vescovo per rendere pur i minimi beni al padre terreno e riserbarsi esclusivamente al Padre de' cieli? La stramberia folle che lo fece disposare a monna Poverta, che gli faceva condire di cenere solo il pochissimo cibo nella incomprensibile lode che "la sorel a cenere e casta?". (continua)

P. Giovanni Minozzi

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Costruire la vita

PARLIAMONE ANCHE NOI

Viviamo in tempi di inflazione galoppante in materia di sessualita. La merce viene continuamente svilita. Hanno composto, per i tend connessi eon questo argomento, una grande varieta di salse pieeanti, e condiscono ogni cibo e ogni hevanda, tanto da hanalizzare ogni cosa. II peperoncino forte loglie ogni altro sapore ai cihi squisiti; cosi la sessualita, quando diventa ossessione, cancel/a ogni altro elemento pur significative) delle relazioni umane e delta loro validita.

Vogliamo parlarne anche noi, perche si tratta di cosa seria, anche se si e tentati di pensare il contrario, appunto perche la contraffazione e venduta a vileprezzo sopra tutte le hancarelle dei mercati improvvisati. sot to I'imperversare del giovanilismo e la pretesa delta liherta assoluta e I'arremhaggio del femminismo deteriore.

Facciamo una constatazione immediata: I'essere umano e sessuato. Non si scappa. L'uomo o e maschio o e femmina. Consegue che "la maturazione della persona a personalita deve rispettare la tipicita maschile o femminile". Una donna mascolina e shag Hat a alio stesso niodo che un uomo effeminato, perche il fat to di essere uomo o essere donna coinvolge la persona umana nella totalita, non solamente riguardo a/le rispettive particolarita fisiche e funzionali occorrenti per generate, ma, direi soprattutto, riguardo alia sfera sensihile delle emozioni, degli affetti, delle tendenze e a quelle spirituali della intelligenza e della volonta. Per intenderci possiamo dire che la sessualita e il modo tipico di essere e di comunicare a livedo hiologico, psicologico, sociale: se sono maschio, devo comunicare da maschio; se sono femmina, devo comunicare da femmina. Intendiamoci chiaramen-te: gli organi del corpo e le loro funzioni fisiche sono inclusi nella sessualita umana, ma ne costituiscono una parte soil an to, e neppure la piu degna, come vedremo.

Mettiamo ora un punto fermo. Ogni crealura umana deve costruirsi durante la vita pienamente e a regola d'arte. La perfezione della specie viene da ciascuno realizzata come uomo o come donna, sviluppando cioe le caratteristiche o maschili o femminili. Ma I'indivi-

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duo, in questa edificazione, si sperimenia carente. Cerca percio il proprio completamento mediante I'unione del corpo e dello spirito con I'individuo di sesso opposto.

Qui accenniamo alio spettacolo della vita, ineludibile, perche a produrlo e I'esigenza irresistihile scritta nella natura stessa. L'uomo tende alia donna, la donna all'uomo. LA sessualita sprigiona in ognuno un vicendevole dinamismo di avvicinamento e sono istinti, impulsi, tendenze, attrazioni a tutti i livelli vitali, che si orientano pr^potente-mente all'unione personale e ricercano il bene autentico della persona.

La sessualita e una realta positiva che mi costituisce ede un bene. Non posso ignorarla. Tutti anzi dohbiamo educarla disponendola a plena espansione psicoaffettiva, sociale, spirituale, sviluppanc'ola ordi-natamente e nella giusta proporzione con alt re component i della vita personale. La sessualita non e tutta la vita, ne e soltcnto una componente e serve per aprire me a te e te a me nel dono vicendevole, accrescendoci nella perfezione mediante la comunicazione della nostra umanita. Dunque ilproblema della sessualita va collocato e sv ilto nella complessa realta della vita e nel rapporto con gli altri.

La volgarita, in campo sessuale, e fuori posto; ma il pericolo della volgarita in materia e sempre imminente. Quando entriin argomento, ti accorgi subito di trovarti di fronte a un maleducato, perche sbatti immediatamente nella sua sguaiataggine ridanciana e ne sperimenti il degrado. Potremmo traslare una frase di vangelo: "Non gettaie le perle davanti ai porci". Sono di categoria porcina i casanova, idongovanni, i vitelloni, i pappagalli e simile lordura.

A che serve la diversita dei sessi? La diversita dei sessi ha lo scopo della procreazione, nascita,

allevamento, educazione deifigli. Talefinalita l'uomo consegue, nongia perche cos tret to dall'istinto come la bestia, ma perche, avendo consape-volezza dell'istinto sessuale e del suo fine, vi collabora responsabilmen-te, assoggettandolo a lie esigenze dell'amor e, che unisce le par, i contra-enti in profonda stima e in dono mutuo, totale e definitivo per la procreazione e per il reciproco perfezionamento. Qui non si tratta ne di tabu, ne di esorcizzazioni. II fat to di essere uomo o donno implica puntualmente il rimando aU'altro, alia donna o all'uomo. E tale questa forza di relazione, che non si pud in nessun modo prescindere da essa, sotto pena di diventare uno scarabocchio.

Qui vorrei ricordare, a tutti che aspettano la fata o il principe azzurro, che non si sposa un corpo, si sposa la persona, ci: i unisce, attraverso il corpo, essenzialmente all'animo dell'altro, stab'lendo la condivisione della vita, per cui il vero incanto della sessualita non sta nel fremito del corpo, ma nell'arricchimento del cuore.

Concludiamo. Tu tendi. Ella tende. Tutti tendiamo. La forza di attrazione, che

natura ci diede, spinge ognuno a cercare, a trovare, a realiz:.arsi con

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I'altra Dicta nel matrimonii), integrandosi. Ma quella comunione poi finisce, a conclusione della vita su questa terra. Dunque e una comunione provvisoria, serve per prepararsi adaltro incontro e adaltro destine

Mi viene una curiosita. Ho ascoltato un prete. Tutti, diceva, ahhiamo la vocazione a fare la comunione con Dio. II richiama forte e do he alia comunione di vita, che tu parti in te e io porta in me, ci spinge verso Dio, che e il nostra Tu definitive, plena, heato. Tutti gli stati di vita, in cui ci troviama a vivere, servono, in defmitiva, per prepararci all'unione can Dio, bene infinite).

Piripicchio

m La genitalita, orientata alia procreazione, e I'espressione massima, sul piano

fisico, della comunione d'amore dei coniugi. Avulsa da questo eontesto di reciproco dono — realta che il cristiano vive sostenuto e arricchito in modo particolare dalla grazia di Dio — essa perde il suo significato, cede all'egoismo del singolo ed e un disordine morale.

la sessualita, orientata, elevata ed integrata dall'amore, acquista vera qualita umana. Nel quadro dello sviluppo biologico e psichico, essa cresce armonicamente e si reali//a in senso pieno solo con la conquista della maturita affettiva, che si manifesta nell'aniore disinteressato e nella totale donazione di se.

II corpo in quanto sessuato, esprime la vocazione dell'uomo alia reciprocity, cioe alPamore e al mutuo dono di se. II corpo, infine, richiama I'uomo e la donna alia loro costitutiva vocazione alia fecondita, come a uno dei significati fondamentali del loro essere sessuato.

\niore e fecondita sono comunque significati e valori della sessualita, che si includono e richiamano a vicenda e non possono quindi essere considerati ne alternativi ne opposti.

La vita affettiva, propria di ciascun sesso, si esprime in modo caratteristico nei diversi stati di vita: I'unione dei coniugi, il eclibato consacrato scelto per il Regno, la condizione del cristiano che non ha raggiunto il momento dell'impegno matrimoniale o perche rimane tuttora celihe, o perche ha scelto di conservarsi tale. In tutti i casi questa vita affettiva deve essere accolta e integrata nella persona umana.

Da "Orientamenti educativi sull'amore umano ".

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LU SFRATTE!

Nu balcone 'n facce a lu mare nghe vase di garuofane e vasanicole; 'na finestre senza vetre ne tendine, vasciate dall'arie de la marine. nu baujje viecche e tarlate, 'na chitarra scurdate, nu quadrette appiccicate nghe ni fiore. Ricuorde di tante serenate di morte, che strazie lu core. 'Na mana sante m'accarezze 'n sonne, mentre sussurre lu Rusarie a la Madanne. Lu ciele ere nuvelose, lu Sole face' capuline; nu signore nghe lu cappelle toste se presente be botte' na matine. Mamme tremave, se dave curagge, lu signore parlave di legge. Nghe nu mumente tutte fore... se trattave de sfratte! Addije! Nide di ggioje e dulore, la miserie ha 'nnullate lu cuntratte. 'Na lacrimucce ma 'ppannate l'uocchie e da lu core, ma scite nu suspire di dulore.

Stefano Ru/li

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PENSIERI CON DISTACCO

So per esperienza che quando I'amicizia e la pieta \ anno incontro, anche il mistero di cui sono portatore diventera accettabile. Una teologia senza cuore puo tenere cattedra, mai puo diventare sale della terra e luce del mondo. II sacerdote prima deve comprendere e poi insegnare. (D. Salvatore Russu)

l e uniche manie di grandezza tollerabili sono quelle dei piccoli: divertono. (Dino Basili)

Alcuni uomini assomigliano al tazebao. ( hiunque passa puo liberamente attaccarci idee, notizie, farneticazioni. (Dino Basili)

II peggior nemico o il miglior amico lo trovi in te stesso. (Proverbio inglese)

Ho paura quando le masse fanno riferimento alle persone e non alle istituzioni. (C. De Mita)

Guai quanti scendono in Egitto per cercar aiuto, e pongono la speranza nei cavalli, confidano nei earri perche numerosi e sulla cavalleria perche molto potente, senza guardare al Santo di Israele e senza cercare il signore. (Isaia)

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Sono trascorsi ormai vari mesi da quando st rivemmo le nostre ultime notizie; noi abitualmente abbiamo continuato tutte le nostre attivita, percio avremmo tanto da dire, ma ci limitiamo al mese di dicembre, che e iniziato con una abbondante quanto inattesa nevicata. E stata ttnta la neve che ha bloccato le vie d'accesso al seminario e tutte le strade circonvicine, tanto da costringere il Sindaco a chiudere le scuole per qualche giorno. E che freddo! Per fortuna il P. Superiore, qualche sera prima, era venuto a portarci in regalo delle soffici e fiammanti coperte di lana inviateoi da alcuni benefattori. Grazie di cuore a tutti.

Dicembre si e aperto con la novena deH'Immacolata, gia iniziata. Noi abbiamo celebrato con molta >olennita e devozione la funzione di ogni sera, in preparazione di una bella festa dell'otto dicembre, con una Liturgia del la Parola di Dio e la Benedizione Solenne. Un gruppo di noi, a turno, rendeva vivace la cerimonia, chi con il servizio liturgico, chi come lettore, chi come guida. Ogni sera siamo stat invitati dal celebrante a considerare una virtu della Madonr a SS. che e Mamma della Vocazione. Ci e stato sempre raccomandato, ma soprattutto in questa novena, di essere figli ievoti della Madonna, se vogliamo seguire l'invito di Gesu.

Con altrettanta solennita e tanta fede abbiamo celebrato poi la festa dell'Immacolata. II candore della neve che copriva monti e prati ci invitava a considerare il candore Verginale di Maria SS. e il candore che deve avere ogni no di noi. L'Immacolata, ci han detto, non e la festa piu importante della Madonna, ma sicuramente e la piu bella e la piu sentita.

Quel giorno ha celebrato la S. Messa ed anche la funzione serale il caro Don Mario Chouquer, che abbiamo visto piu solenne e piu ieratico; forse presen:iva la sua prossima dipartita. Infatti, appena la mattina dopo, cessava di vivere aH'improvviso, lasciando sgomenti tutti noi che lo conoscevamo bene e ne apprezzavamo la gentilez?a e la figura sacerdotale.

Tutti indistintamente abbiamo avuto modo, in quella triste occasione, di riflettere seriamente sulla nosti a vita, della quale dobbiamo render conto, quando meno ce I' ispettiamo. Solenne ed austera la Messa funebre concelebraU , assiemeal Vescovo, dal P. Superiore e da numerosi Discepoli.

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Noi abbiamo partecipato con la preghiera e il canto. Abbiamo anche seguito fino al cimitero la salma del caro I'adre die tanto ci amava, anche se non ce lo mostraya.

Adesso la sua anima ci guarda dal cielo e prega pet ciascuno di noi, perche il suo posto venga rimpiazzato.

A smorzare la tristezza procurataci da questo improvvi-so vuoto, e stata l'Ordina/ione Diaconale di Don Giuseppe Marrone, nostro solerte Vicerettore, e di Don Carlo Verrec-chia. Questo. per loro. e stato l'ultimo gradino. prima del Sacerdo/io. II Vescovo, nella sua esorta/ione ha messo bene in rilievo il compito e il significato del Diacono. Fgli c il Ministro incaricato di annunciare la parola di Gesu, e 1'uonio dclla carita verso i fratelli.

Ci siamo stretti affettuosamente attorno ai due neo ordinati. col segreto desiderio e proposito, i piu generosi di noi, di percorrere la stessa strada e raggiungere la stessa meta.

II sedici dicembre abbiamo ini/iato la suggestiva novena del S. Natale.

A presiedere la liturgia serale e stato il nostro P. Spirituale, Don Antonio Di Mascio. die con la sua convin-cente parola ci ha invitato a ben prepararci alia venuta di Gesu nel S. Natale. E ogni sera abbiamo cantato, anche se in italiano, le stupende melodie gregoriane «Regem venturum Dominum, venite adoremus»... <-En clara vox redarguit»... l a novena ci ha tutti elettri//ati anche perche si avvicinavano a grandi passi le sospirate vacan/e.

Intanto, alcuni dei nostri compagni piii grandi, sotto sicura guida, han dato inizio alia costru/ione del presepio tradizionale, mettendo in evidenza la scena principale. Spe-cializzato nel fare le montagne si e rivelato Don Giuseppe; pero. stranamente. gli riuscivano rettangolari e a forma di cassette di frutta; si vede che I'artista trascurava qualche piccolo dettaglio.

Costruttori dclla grotta sono stati invece Giuliano, Vincenzo e Rino, che han fatto largo uso di ciocchi di ulivo, dando un'apprezzabile rusticita aH'insieme, die e risultato squallido come la grotta di Betlemme. Bravi!

Bravi anche i pittori Ivan e Massimo che han colorato le carte per le montagne. Bravo, inline. Fuzio die e stato il manovale. Complimenti anche a Tortora Sergio, che con pa/ienza e tanto gusto, ha disegnato numerose letterine di Natale che sono state spedite ai vari Discepoli.

Finalmente tutto era pronto e tutti preparati ed il 22 siamo partiti per le vacanze natalizie.

I superiori ci han vivamente raccomandato die il buon discepolino non dimentica isuoidoveridicristianodurante le vacanze; il vera Natale si fa con l'anima. stando il piu vicinoa Gesu, come Maria e Giuseppe.

In seminario son rimasti i Superiori e le snore, che finalmente potranno riposarsi per un po\ ma che sen/'altro sentiranno la mancanza della nostra vivacita.

Cogliamo 1'occasione per augurare a tutti i Padri Disce­poli, gli amici e i benefattori buone feste.

// Cronista

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FRANCAVILLA A MARE Casa di riposo "Madonna della Pace"

Sul "Corriere di Francavilla", il 1° gennaio 1984, e stato puhhlicalo il seguente servizio, the volentieri riportiamo:

Non tutti sanno che a Francavilla al Mare esiste una casa di riposo. L'edifi-cio, di linea rr.oderna ed a mattoncini rossi, sorge nella parte alta della citta, a ridosso del celebre"conventino Michet-ti" e domina uno degli angoli piu sugge-stivi della sottostantemarira. L'istituto. che dipende dall'Opera Na 'ionale per il Mezzogiorno d'ltalia, e attualmente di-retto da religiosi appartenenti alia "Fa-miglia dei Discepoli". In questa casa possono essere ospitate per>oned'ambo i sessi, anclie coniugi, autosufficienti e non, che presentino domaida-conven-zione alia direzione.

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la retta e di lire 350.000 mensili "tutto compreso".

Siamo andati nell'istituto per render-ci conto del grado di vivibilita al suo interno e scambiarequattro parole con i suoi ospiti. Un elemento ha subito col-pito la nostra attenzione: l'estrema cura igienica con cui sono tenuti i locali. I.'ordine regna sovrano in ogni angolo: insomnia non si nota il disordine die solitamente caratterizza questo tipo di strutture. Vi sono ampi locali adibiti a sala ricevimento, sala trattenimento e una cappella in cui ogni mattina si celebra la Messa. Recentemente e stato istituito anche un mini-bar che si affac-cia nel salone centrale: e un minuscolo locale, civettuolo nella forma estetica e funzionale nei servizi. Vi sigusta infatti, tra I'altro, un'ottima tazzina di caffe. II localino rappresenta il fiore all'occhiel-lo della intraprendenza e della capacita di autogestione di questi simpatici vec-chictti. I.e stanze sono confortevoli e munite di apparecchi radio-televisivi collegati agli impianti con antenna een-tralizzata.

Non manca qualche camera munita di apparecchio telefonico. "II vitto c a carattere familiare e tiene conto delle esigen/e dietetiche dell'anz.iano e delle disposi/ioni mediche", ci rassicura il direttore, Don Virginio. che ci presenta poi alcuni ospiti.

II decano degli anziani e "zi' Nicola", di anni 97. una vita \ issuta in America a lavorare duro nelle miniere.

"Mi sento benissimo" ci informa e poi. con una punta di orgoglio

contadino, aggiunge "sono in grado di farmi la barba da solo tutte le matti-ne".

Ci congratuliamo con il buon /\ Nicola per i suoi anni. magnificamente portati e passiamo a conoscere un si-gnore dall'aria distinta nei modie nell'a-spetto: il comm Armando Di Iorio, papa dell'ex presidente dell'Ordine dei Medici di Chieti. Non nascondiamo il

nostro stupore per la sua presenza nell'i­stituto, ma il commendatore si affretta subito a chiarire che la sua e stata una libera scelta.

"Qui sto bene, godo di un regime di assoluta liberta che mi permette di uscire quando voglio. Non mi sento emarginato, an/i apprezzo di piii il piacere delle numerose visite di mio figlio". II comm. Di Iorio ci tiene poi a farci sapere che e andato in pensione con il grado di direttore delle Poste. ma viene dalla gavetta, avendo ini/iato la camera da semplice portalettere.

In questa galleria di personaggi non mancano pero le note tristi. La signori-na Ciiustina D'Arcangelo, ex crocerossi-na dell'ospedale di Chieti, afferma per esempio, di essersi decisa a questa scelta soprattutto per la debolez/.a e la manife-sta "inferiority sociale" di una persona anziana.

"Ero stanca di lottare ogni giorno per ottenere quei piccoli servi/i di varia natura che rendono serena e tollerabile la vita di un anziano. Non trattateci pero da emarginati, veniteci a trovare spesso!".

Una nota di internazionalita all'isti-tuto viene dalla presenza di una bulga-ra, nata a Sofia: Pilotti Angela di anni 90, costretta a vivere in carrozzella per una paralisi totale degli arti inferiori. Poliglotta, parla infatti correttamente tre lingue, e una divoratrice di libri in genere.

Con animo lievemente commosso ci congediamo da questo "microcosmo umano" per il quale non facciamo mai abbastan/a avendo ancora nelle orec-chie l'eco delle struggenti parole della signorina Giustina:

"Veniteci a trovare spesso!". Fuori. nell'ampio parco verde, il lieve

stormir delle fronde ed il rado cinquet-tio degli uccelli sono la giusta cornice di questa splendida mattina d'autunno.

A. P.

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POLICORO II nostro Natale

Dopo due lunghi mesi di insolito rigido inverno, il Tempo cli Natale e giunto con un tiepido sole di primavera.

In questi santi giorni, 1'ittivita nel nostro "Centro Giovanile" t stata mol-teplice e, per molti aspetti, singolare c feconda di bene.

Quest'anno il Presepio, rella nostra Chiesa, e stato allestito dcgli Alunni della Scuola Media "Aldo M oro" dove i Discepoli insegnano Religio le. Sotto la guida del Prof. Giuseppe Pggliuca, no­stro fedelissimo amico tu tofare. gli alunni hanno preparato circa quaranta cartelloni con loro disegn e scritte, disposti a destra e sinistra della Capan-na. I temi piu ampiamente illustrati erano due: la violenza e la fame nel mondo. E cosi, i cari ragazzi, hanno presentato a Gesii Bambino queste due piaghe dell'attuale umanita, con l'invo-cazione alia Pace ed alia Giustizia. Tutti, specialmente i genitori e gli inse-gnanti, hanno ammirato e lodato la singolare esposizione.

La Novena di Natale e stata animata dalle preghiere e dai canti dei nostri giovani del gruppo "Emmaus" a cui Don Bartolomeo ha rivolto. ogni sera, un breve sermone di circostan/a. Al

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termine, tutti sono stati premiati con una festosa tombolata.

Siamo riconoscenti al Sindaco locale per il dono di un grande Albero di Natale, innalzatoeaddobbato in Piazza P. Minozzi; ed al Capo Sta/ione Sig. Antonio per il dono di una grande Stella luminosa che e stata posta sul portale della nostra Chiesa.

II giorno 22 Dicembre. tutti gli Alun-ni della Scuola "Aldo Moro" con i loro Professori, sono convenuti per una loro Santa Mcssa conclusiva del primo qua-drimestre. Ha celebrato Don Rodolfo che tutti ha ringra/iato ed esortato ad essere portatori di Pace e di Giusti/ia nella scuola, in famiglia. con i compa-gni. 1 lorocanti festosi hannoallietato la commovente cerimonia. Al suo termi­ne, il Preside Prof. Rocco Lista, nostro Ex-Discepolino, ha ringra/iato i Padri Discepoli, le Suore e, soprattutto i giovani scolari, per la toccante manife-sta/ione di fede e di gioia.

La tradizionale Messadi Mezzanotte e stata allietata dal canto e dall'orche-stra della nostra scuola di musica diretta dal simpatico Maestro Gudo D'Amico. I canti e le tradizionali melodie natalizie di questi giovani hanno entusiasmato la folia dei fedeli stipati all'inverosimile. Tutti hanno gioito e cantato con loro. 11 nostro vivo ringraziamento a tutti.

Nei giorni 27-28 Dicembre abbiamo organizzato un Convegno di aggiorna-mento sul tenia: "I Religiosi nel Nuovo Diritto Canonico"con Relatore il Prof. Don Sabino Ardito.

I nostro Vescovo Mons. Gerardo Pierro ha aperto i lavori di studio con una solenne S.ta Messa concelebrata con tredici Padri "Discepoli" qui conve­nuti per la circostanza.

Mons. Vescovo, nella commossa omelia. ha preso spunto dalla festivita di San Giovanni Evangelista. protettore dei "Discepoli". per ringraziare la no­stra umile "Famiglia Religiosa" per l'apporto benefico di promozione uma-na e cristiana al Mez/ogiorno d'ltalia ed, in particolare, a Policoro.

Per l'occasione sono qui convenuti il nostro Padre Generale Don Antonio De Lauretis con i Sacerdoti Discepoli: Ragone Innocenzo, D'Amelio Savino, Di Corleto Francesco. De lulis Berardi-no. Cavaliere Ruggero. Corsini I.uigi. Rella Antonio. Di Girolamo Aldo. Iacobellis Salvatore, Atzcni Rodolfo. D'Achille Bartolomeo, De Giacomo Michele, Celiberti Michele.

Erano presenti anche i nostri giovani studenti in Teologia. viva speranza del nostro avvenire. i carissimi Chierici: Cirippo Rocco, Zarriello Guido, Miner-vini Domenico. Carozza Antonio. Mar-rone Giuseppe e Ferroni Orazio. Per il convegno erano presenti anche la festo­sa schiera di quaranta Suore dei nostri Asili ed Istituti Femminili di I ucania e Calabria. Ai Sacerdoti e Chierici "Dis­cepoli" ed alle fedelissime Suore, nostre preziose collaborated, il nostro ringra­ziamento ed augurio per 1'avvenire.

Nei giorni 29-30 Dicembre. sono al-tresi convenuti nel nostro "Centro Gio-vanile" numerosi Sacerdoti della Dioce-si di Tursi per un altro Corso di aggioi -namento sul Sacramento della Peniten-za. I.. I.uigi Marranzini e P. Sabino Ardito sono stati gli ottimi relatori. Inline dobhiamo cordialmente ringra­ziare tutte le nostre Suore Ancelledel S. Cuore per la loro collaborazione al servizio di accoglienza a tutti i conve-gnisti di queste quattro lunghe e labo-riose giornate. Dex gratias!

/). Rodolfo Atzcni

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N O T I Z I A R I O DELLA A S S O C I A Z I O N E E X - A L U N N I

PENSIERO RELIGIOSO

Ad una cultura dell'egoismo e della morte e necessario opporre una cultura della carita e della vita; ad una cultura della guerra una cultura della pace; ad una cultura del consumismo una cultura della sobrieta; ad una cultura del piacere una cultura della rinuncia; ad una cultura del libertarismo sessuale una cultura dell'amore. (Civilta Catloli-

AMORE REDENTIVO

Papa Giovanni Paolo secondo, subito il vile agguato, ch'il livore d'un nucleo sacrilego ed immondo ordi per gli sciacalli del terrore;

grondante sangue dal suo cuor profondo per il cordoglio, il panico e Torrore che la violenza perpetra nel mondo, moltiplica sua fede neH'amore.

Per le comunita perseguitate propizia la divina intercessione; per le dilette chiese separate

il cuore aperto alia conciliazione; per miscredenti, scettici e ostinati lumi e carismi per la conversione.

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CASSINO "ISTITITO FIGIJ D'lTALIA" I'n gruppo di Ex-alunni, del GEX recentemente costituito.

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A MARGINE DELLA GITA A NAPOLI

In occasione della ricorrenza della morte di Padre Giovanni Mino/zi, noi ex-Alunni dell'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'ltalia abbiamo pa tecipato al solenne rito, nell'Istituto "Darmon" di Camaldoli, vicino Napoli.

Abbiamo approfittato per fare una visita alia grande citta velocemerte, girando per le localita piu note, come in un film bellissimo, ma velocissimo, purtro ipo. Percio ho creduto opportuno fissare piu a fondo le nostre impressioni, su principali monumenti e su quelle opere d'arte da noi viste e vissute in uni giornata indimenticabile.

Le notizie le ho attinte dalla pubblicazione di "Napoli e dintorni', edito dal Touring Club Italiano.

In mattinata, il 13-10-1983, cisiamodiretti a CastelNuovo, a Napoli. I ucostruito da Carlo I d'Angio (1279-1282). Distrutto, percausadiguerreericostruitoda Alfonso I D'Aragona. Vi collaborarono artisti catalani e toscani. I bastioni difensivi furono modificati da Antonio da Settignano, tra il 1509-37 e li sostituirono con bastioni spagnoli. II castello fu poi trasformato da G. Filangieri.

Fu abitato da Carlo d'Angio (1289-1309); ospitato da Celestino V eta in cui rinuncio al papato. Re Roberto (1309-1349) vi tenne la sua corte frequentata dal Petrarca e da Boccaccio, mentre Giotto vi era chiamato per l'esecuzione c i affreschi. Fu assalito, il 1346, dal popolo alia notizia dell'assissinio di Andrea d'Urigheria. Fu occupato dal fratello Luigi, il 1348. Si susseguirono varie lotte tra Angioini e Aragonesi. II 1442, il re Alfonso d'Aragona lo trasformo radicalmente, mi nendolo di una cinta di mura per ospitare le sue celebri colubrine, famosa artiglieria del tempo. Celebri artisti vi furono ospitati.

II re Ferdinando I di Borbone, ospito altri illustri artisti. II 1492 dirroro Ettore Fieramosca, fedele a Federico degli Aragonasi. Nel 1495 Carlo VIII occupoil castello, che fu ripreso da Ferdinando II; poi dai francesi. Vi dimoro Carlo V, nel l:i95, reduce dall'impresa di Tunisi. II 1575 e '76 vi dimoro Giovanni d'Austria. II 1647, dopo la rivolta di Masaniello, il vicere vennea patti col rappresentantedel popolo. II1784 don Carlo di Borbone lo tolse alle truppe dall'imperatore Carlo VI.

II 1799 ebbe sede il Direttorio della Repubblica Partenopea. Attualmente, nella Sala dei Baroni, si riunisce il Consiglio Regionale della

Campania e il Consiglio Comunale di Napoli. Vi e una Biblioteca Corrunale, con 170.000 volumi e preziose collezioni di manoscritti, disegni e stampc.

II Castel Nuovo ha una pianta a forma di trapezio, circondato da in fossato, intorno al quale si levano cinque torri cilindriche, rivestite di marmi e oronate da merli. Racchiude un'artistica cappella, abitazioni reali ed opere artistichm di grande pregio.

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"A volo d'uccello", come si espresse il grandc filosofo Benedetto Croce nella sua opera: "Breviario di estetica. abbiamo potuto ammirare, in una limpida giornata di sole. Castel Nuovo. Poi ci siamo diretti verso le popolate vie del lungomare, del porto, abbracciando con lo sguardo attonito il mare azzurro e livemente increspato; il Vesuvio. dalle linee frastagliate, le navi possenti. le grandi petroliere. Poi alle rcggia, poi via come in un film incantevole.

Diamo uno sguardo al Palazzo Reale di Napoli: Fu eretto nel 1600-02 da Domenico Fontana. per volere del vicere Ferrante di Castro. Fa costruzione originaria comprende la facciata su Piazza Plebiscito e il cortile d'onore. Poi fatto rinnovare ed ampliareda Gioacchino Murate Carolina Bonaparte.con decorazioniedarredamenti neoclassici. Danneggiato da un incendio nel 1837. fu fatto restaurare da Ferdinando 111 bombardamenti, durante la II Guerra Mondiale. causarono gravissimi danni. La Sopraintendenza ai Monumenti, ha curato i restauri.

La grandiosa facciata. al portico terreno. conserva le forme classicheggianti originarie. II 1888, per volere di Umberto I, furono collocate otto statue, raffiguranti i fondatori ed i piu iMustri sovrani delle dinastie. che hanno regnatoa Napoli: Ruggiero il Normanno, Federico II di Svevia, Carlo V di Spagna, Carlo III di Borbonc. Gioacchino Murat. Vittorio Emanuele II. Sono collocate sulla facciata di Piazza del Plebiscito.

Nell'interno del Palazzo Reale, si accede al vasto cortile quadrato a portico e loggia, opera del Fontana. Nell'atrio, ai piedi dello scalone d'onore, e collocata la porta bronzeadi Castel Nuovo, ricca di figure storicheed opered'artedigrande valore. Nell'atrio e posto lo scalone d'onore, con ricca balaustrata a volta a padiglione, con rivestimento di marmi colorati (portovenerc, lumachino di Trapani, rosso di Vitulano, breccia rosata di Sicilia). Una meraviglia. un sognoad occhi aperti. Si notanoquattro statue e basso rilievi. Salito lo scalone, si giunge alia loggia, che gira intornoal cortile, ove inizia I'appartamento storico. Si trova I'ingresso al teatro di corte. Si passa poi al Museo, per una sala decoratada stucchi. Sientra nel Salone centra le. ornatodi quadri, di arazzi, di vasi di porcellana cinesi, di specchi, di lampadari, di mobili di stile barocco.

Un incanto! Nelle varie sale si notano pitture di celebri autori, come quella del "Battista" di

Guido Reni, di "Pier I.uigi Farnese" del Tiziano, "La sacra Famiglia" di Filippino I.ippi; poi la sala del trono. l'abitazione di re e regine. Poi ancora specchi. mobili. candelabri, orologi, vasi di Limoges, tavoli di bronzo, libreria c armadi stile impero... Un patrimonio estimabile. nelle varie sale del palazzo reale, d'immenso valore. Non si dimentica l'immenso terrazzo sul mare azzurro di Napoli. ornato di piante, sul paesaggio incantevole: il mare, il Vesuvio, la citta immensa. Pare che una regina non sia mai uscita dalla reggia. Viveva in un Paradiso di bellezze e di ricchezze, beata lei!

Non abbiamo potuto vedere altre opere ammirevoli, ma sempre di corsa: uno sguardo al Featro dell'Opera e poi in pullman, per l'lstituto "Darmon", a Camaldoli. Un edificio importante. di sette piani, con saloni, camere, cappella interna e lunghi corridoi. opera \eramente moderna, fatta edificare da Padre Minozzi, ideata e diretta dall'architetto Tassotti, ex-Alunno dell'Opera Nazionale.

Ci siamo ritrovati a Roma di ritorno. Pioveva e l'aria era oscura e triste. Ci rivedremo in altra occasione piu luminosa. speriamo; vibra in noi la meravigliosa domenica trascorsa a Napoli; il ricordo di Padre Minozzi. vivo, e sempre presente nel nostro animo.

Anelli Giovanni

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PADRE GIOVANNI SEMERIA

PADRE GIOVANNI SEMERIA Barnabita, nacque a Coldirodi (Imperia) il 26 settembre 1867.

Fu sempre all'avanguardia nelle lotte del pen-siero, mantenendosi, pur tra incomprensioni ed o-stilita, fedele alia Chiesa, come indiscutibilmente at-testano il pensiero e la vita.

Predico instancabilmente e fu il conferenziere e I'oratore sacro piu grande, piu efficace, piu popo-lare del suo tempo.

Lo scoppio delta grande guerra 1915-1918 lo trasse fra i soldati al fronte, divenuto Cappellano del Comando Supremo.

Dopo la guerra si consacro all'apostolato senza soste a favore degli Orfani, dei quali si fece servo per amore di Dio, fondando, itisieme a D. Giovan­ni Minozzi, l'OPERA NAZIONALE PER IL MEZ-ZOGIORNO D'lTALIA, Ente morale che si pro­pone, gia da sessant'anni, di favorire la elevazione civile, morale e religiosa delle popolazioni nelle regioni piu povere d'ltalia.

Concluse la mirabile sua esistenza logorando-si, giorno a giorno, nel faticoso esercizio di ardi-mentosa carita. Mori a Spar anise (Caserta), tra le sue orfanelle, il 15 marzo 1931.

PADRE GIOVANNI MINOZZI

La vita di P. Giovanni Minozzi fu vissuta tutta nella verita e nell'amore e le opere della cultura e della carita ne sono i frutti piu validi. Preminente fu la carita.

Nato a Preta, un paesino d'Abruzzo, nel 1884, complet6 gli studi a Roma conseguendo brillanti successi nelle discipline re­ligiose storiche letterarie. Ordinato Sacerdote, si dedic6 all'eser-cizio del ministero pastorale tra i poveri dell'Agro romano, perche* i poveri, soprattutto i fanciulli, gli orfani, furono sempre il ter-mine della sua predilezione.

Anima aperta intelligentemente ai tempi, si interessb ai pro-blemi religiosi sociali politici, che tratt6 appassionatamente nelle pubblicazioni varie e nelle molteplici relazioni di amicizia con gli uomini piu rappresentativi dell'epoca, sempre mirando ai su-premi interessi della Chiesa e al bene delle anime. Sentl forte l'amor di patria e perci6, senza esitazione, parti volontario come cappellano militare durante la campagna di Libia e la guerra 1915-18, dove organizz6 prima le Biblioteche per gli Ospedali da Campo e poi la vasta rete delle Case del Soldato alia Fronte, istituzioni che ben meritarono della vittoria.

Conclusa vittoriosamente la guerra, fond6, insieme a P. Gio­vanni Semeria, 1'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'Italia, ente morale per Passistenza degli orfani di guerra e per la eleva-zione religiosa, morale e civile delle popolazioni meridionali.

Fond6 anche Je due Congregazioni religiose: «Famiglia dei Discepoli » e « Ancelle del Signore ».

Mori a Roma I ' l l novembre 1959, nel pieno svolgimento del suo servizio verso le creature piu derelitte.

PRENOTA UN POSTO, PER TE E PER LA TUA FAMIGLIA A:

POLICORO (MT) Centro giovanile "P.G. MINOZZI" Tel. 0835/972557

ROCCADIMEZZO (AQ) Casa "Madonna delle Rocche" Tel. 0862/91329

ORVIETO (TR) Casa dei Discepoli Tel. 0763/33169

ROMA Collegio P.G. Minozzi Via dei Gigli d'Oro, 15 Tel. 06/6564561

Esercizi Spirituali

A Roccadimezzo nella casa "MADONNA DELLE ROCCHE" anclie quest'anno dal 9 al 14 luglio il Rev. Don Romeo Panzone terra un corso di esercizi spirituali per Suore. Sara specificato prossimamente il programma.

Tel. 0832/91329.

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