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Anno XIX - n. 1 Gennaio 1980

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Anno XIX - n. 1

Gennaio 1980

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Evangefizare BOLLETTINO MENSILK DELLOPFRA NAZIONAEF PER 1L MEZZOGIORNO

DTIAL1A D1RETTA DALLA FAMIGLIA DEI DISCEPOLI Direzione - Redazione - Amministraz.: Via dci Pianellari, 7 - lei. 6541409 - C.c.p. 5 5870007

R O M A

In copertina: « COMPOSI/.IONE » (C. Blasi - L. Fame]

Sommario livangelizdre

Buon Anno! Pag. 1

Pcnsiero niariano

La maternita e la pace » -I

All a sorgente

Siil filo (.lei ricordi » '"'

La pagina del magistero » c)

Si la per dire » 11

Religione, arte, cult lira e vita

Virtu umane per un dialogo efficace . . . » \~>

La pace, dono di Dio e impegno umano . . » 11

11 poeta e i filosofi » 17

Amicizia contro » 18

Vmr di pensiero e...

Libri » 2(1

...{hi'oncia di buon sangue » - I

licbi dai nostri seminari

Olena »

Koma » Orvieto » 24

Dalle ea.;e nostre

Vencv.a » 2.!

Siponto » 2<S

Potenza . . . . 2'>

Francavilla a Mare » 50

La Sveglia » 51 Un invito che si rinnova amichevolmente » 52

Direttore Responsabile: Den ROMEO PANZONE Redattorc Capo: Patuelli Egislo; Redattori: Chouquer Mario. D'Angelo Francesco, lacobellis Salvatore, MoUnaro Tommaso, Panetta Franco. Segretario di Amministrazionc: Angelo Masciotta

Autorizz. Trib. Roma N. 8504 del 20 fcbbraio 1962 - Sped, in Abb. postalc Ciruppo 111 - 70%

Stampato dalla Tipolitografia IN.GRA.C. s.r.l. - Tel. (0776) 42065 S Elia Fiumerapido (FRl

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Ti benedica il Signore

e ti protegga.

Faccia brillare il Suo volto su di te

e ti sia propizio.

II Signore rivolga su di te il Suo volto

e ti conceda pace.

(Num. 6, 24-26)

BIGLIETTO

PER I NOSTRI LETTORI

LE SPESE PER LA STAMPA DEL NOSTRO

((EVANGELIZARE pauperibus misit me» SONO AUMENTATE VERTIGINOSAMENTE.

POSSIAMO CHIEDERE ALLA VOSTRA GENEROSITA' UNA QUOTA ANNUALE DI ABBONAMENTO ELEVATA A

L. 5.000? CI CONSENTIRESTE DI INCONTRARVI MENSILMENTE IN

QUESTE PAGINE SOPPORTANDO MINOR PESO ECONOMICO.

SE VI SARA' POSSIBILE, GRAZIE.

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Abbonamenti e rinnovi LIRE 2.000

Michetti Luciano, Ofena; Mattozzi Maria, Villa S. Lucia.

LIRE 3.000 Giacumbo Ludovico, Valsinni; Novellino Mario, Taranto; Di Lenge Grazia, Gras-

sano; Catena Teresa, Calciano; Cempini Lina, L'Aquila; Castelli Clara, Ascoli Piceno; Santarelli Edelina, L'Aquila; Di Pierro Tommaso, Roma; Ottavio Nicola, Genzano di Roma; Rocchi Enrico, Roma.

LIRE 4.000 Basil! Luca, Collevecchio Calvisio; Bruschini Loy Maria Nina, Pisa.

LIRE 5.000 lacobellis Giuseppe, Scanzano lonico; Vista Vincenzo, Pignola; Blasi Giuditta,

Roma; Lo Pergolo Antonio, Germania; Tassotti Dante, Roma; Anelli Giovanni, Roma; Di Odoardo Odoardo, Roma; Spinucci Elina, Montaldo Marche; Lisio Temistocle, L'Aquila; Berbe Pieralfonso, Pontelongo; Vendittelli Giovanni, S. Vinttore del Lazio; Conflitti M. Giovanna, Sora; Scalzini Oderisio, Roma; Piccoli Antonina, Roccadi-mezzo; Di Benedetto Antonio, Ostia Lido; lacobucci Forgione Antonietta, Frosinone; Patriarca Giovanna; Pontecorvo; Misercola Italo, Morolo; Danieletti P. Atanasio, Pa­lermo; Risi Luigi, Cervaro; Caccavo Andrea, Barile; Barilone Immacolata, S. Biagio Saracinisco; Martone Filomena, Cassino; Del Duca Rosino, Piedimonte; Fontana Elisabetta, Frosinone; Terenzio Vincenzo, Cassino; Moretta Giuseppa, Pignataro Interamna; Cerato Mario, Pontecorvo; Renzi Antonio, Roccasecca; Cunidessi Giu-seppina, Cassino; Di Camillo Pasqualino, S. Vittore del Lazio; Valente Ernesto, Cas­sino; Ferdinando Domenico, Piedimonte S. Germano; Garofano Edda, Cassino; Ciambellano M. Antonio, Piedimonte S. Germano; Lisi Adelina, Frosinone; Delicato Giuseppe, Cassino; Caccavo Francesco, Potenza; Minelli Agnese, Roma; Ciamma-glichella Nino, Chieti; Aniballi Tito, Roma; Ditta F.lli Cugini, Bergamo; Aquilio Ma-risa, Pescara; Calcaterra Gennaro, Roma; Antico Maria Antonietta, Loreto Aprutino; Famulare Canio, Benevento; Stella Mons. Giuseppe, Lerici; Saccomandi Giuseppe, S. Benedetto del Tronto; Sgorbini Gino, Genova; Di Gennaro Mario, Sestri Levante; Ferruccio Antonietta, Palazzo S. Gervasio; Giannetti Marino, Roma; Setaro Sr. Gabriella, Cannicchio; Conforti Sr. Ausilio, Castronuovo; Ferrauto Angelo, Roma; Olindo La Pietra, Roma; Armillei Ugo, Roma.

LIRE 10.000 Fonzi Olga e Giuseppina, Roma; Tessera Clementina, Roma; Tozzi Alfredo,

L'Aquila; Di Fabio Palmerino, Roma; De Nigris Teodoro, Napoli; Anconetani Fer­nando, Roma; Pace Vincenzo, Roma; Spinazzola Giovanni, Napoli; Del Pra Caterina, Trieste; Di Gravio Giuseppe, Roma; Pugliarelli Lucia, Roma; Sulli Corrado, Roma; Suore d'lvrea, Tricase; Scuola Materna, Sersale; Istituto « P. Minozzi », Gela; Lu-petti Cesare, Roma; Valentini Dante, Roma; Zanini Berto, Monterosso al Mare.

LIRE 15.000 Graffi Dario, Bologna; Valenti Mario, Roma.

LIRE 20.000 Sestili Virgilio, Rignano Flaminio; Perri Vittorio, Bari; Famiglia Di Gennaro,

Irsina.

Llhb 25.000 Benedetti Don Umberto, Pietranico; Istituto « Figli d'ltalia », Cassino.

LIRE 30.000 Minozzi Mario, Roma; D'Andrea Giuseppe, Potenza.

LIRE 200.000 G. M. C , Roma.

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BUON ANNO.' Siamo all'inizio degli anni ottanta. Nel varco nuovo del tempo, che

s'e appena aperto, non e che entri luce; vapora invece la caligine. Terrorismo, sequestri, rapine, inflazione, governo, non governo,

crisi energetica, licenziamenti, presagi e rumori di guerra, svuotamento dello Stato, scadimento delle istituzioni, offuscamento dei valori sono gli spettri che vagolano nell'oscurita dell'avvenire; e, sul piano individuale, le preoccupazioni per la salute propria, per il lavoro, per la famiglia, l'insicurezza del domani.

Nel tentativo di dissipare tale caligine, gli omuncoli traggono presa­gi e comminano scongiuri, interessati al gioco di quelle forze oscure che evocano dalla propria ignoranza.

Gli avvenimenti, con le inevitabili esaltazioni e gli avvilimenti, li determina l'uomo, cosi com'e, cattivo o buono, ateo o religioso. La sapienz^ e la onnipotenza di Dio, la misericordia soprattutto, che e una costante nella relazione di Dio con noi, fanno convergere a fine di bene gli esit: delle azioni umane.

Si sa: la vita dovrebbe essere un'alba, risultante dal notturno travaglio di bene e di male quando l'ora del tempo mette a contrasto la luce e le tenebre, e vince la luce, che introduce il giorno. Cosi nella vita dell'individuo, nella vita associata, nella intera vicenda cosmica, che dal confronto tra bene e male, e luce e tenebre, amore e odio, Dio e satana, si risolvera finalmente nella beatitudine della vita eterna « che solo amore e luce ha per confine » (Dante, 3, 28, 54).

L'uomo proviene dall'Eden, dal giardino che Dio aveva piantato a oriente (Gen 2, 8). Viene dunque da un luogo di luce, dopo essere

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derivato dalla sorgente stessa della luce, perche creato da Dio: « Dio e luce e in lui non ci sono tenebre » (1 Gv 1,5). Lo splendorc di questa luce eterna e sorta dalPalto a risplendere nel nostro mondo umano come sole di giustizia, e si chiama Gesu Cristo, « luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo » (Gv 1, 9).

Nclla prospettiva buia dell'avvenire percio a chi ci aggrapperemo? Chi ci assicurera? Chi ci fara luce di bene?

Da poco abbiamo esultato per la Nascita: « II popolo che cammi-nava nJle tenebre vide una gran luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse » (is 9,2).

La nostra fonte di luce, il nostro oriente e Cristo. Nella fedelta a Lui - - come Persona, come Verita, come Legge - - troveremo illuminato cammino, che conduce a mete di civilta, di progresso, di bonta, di pace.

Ci sia di conforto la grande antifona del tempo della Venuta o Avvento: C) Oriente, splendorc della luce eterna e sole di giustizia, vicni a illummare coloro che abitano fra le tenebre e nell'ombra di morte.

Buon Anno! D. Romeo Pciiizone, J.D.

Dio ha cura e provvidenza delle cose create; le

conserva e dirige tutte al proprio fine con sapienza,

bonta e giustizia infinita. (Dal catechismo ).

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Quest'anno 1980 diventi la nuova tappa nella storia della nostra salvezza. Porti piu verita e piu amore nei cuori degli uomini. Nelle grandi lotte della generazione contemporanea faccia prevalere il piatto della bilancia del bene e indebolisca quello del male. (Giovanni Paolo I I ) .

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LA MATERNITA' E LA PACE

Oggi e giorno di grande ed universale preghiera per la pace nel mondo. Noi colleghiamo questa pre­ghiera al mistero della Maternita della Madre di Dio, e la Maternita e un messaggio incessante in favore della vita umana, poiche si pronuncia, anche senza parole, contro tutto cio che la distrugge e la minaccia. Non si puo trovare niente che sia opposi-zione piu grande alia guerra ed all'omicidio, se non proprio la maternita.

Cosi, dunque, eleviamo la nostra grande pre­ghiera universale per la pace sulla terra ispirandoci al mistero della Maternita di Colei, che ha dato la vita umana al Figlio di Dio.

(Giovanni Paolo I I )

Madre dei Discepoli

Madre degli orfani

prega per noi

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SUL FILO DEI RICORDI

PRIMI INCONTRI: Natale 1933 - Colonia Agrkola - Gioia del Colic (BA)

Da Don Tito che parlava con mio padre per il mio ingresso nel Seminario dei Discepolini sentii la prima volta il suo nome: « Sentiro Don Minozzi — disse — e ti daro risposta ».

Domandando poi al mio parroco seppi che Don Minozzi era quel prete senza barba (laltro era P. Semeria) raffigurato nel quadro delPAsilo dell'Opera al mio paese.

Da Ofena mi inviarono, con altri Discepolini, a Gioia per la prima ginnasiale, e li, oltre che vederlo in fotografia esposta in Direzione, ero ansioso di conoscerlo personalmente, tanto piu che il Direttore e l'Assistente ce ne parlavano in attesa di una sua prossima visita.

Arrivo di sera, col treno, con il mantello sulle spalle, a Natale. Lo accogliemmo nel corridoio d'ingresso. Egli, lo ricordo benissimo, ci guardo

quasi uno per uno negli occhi, prima noi poi gli Orfani dell'Istituto, qundi abbracci"- i Confratelli dando loro dei pizzicotti e scherzando con essi e con noi, tanto da rinfrancare la nostra confidenza di fronte a quel « gigante ». Dopo cena ci parlo in cappella. Si fermo anche parte del giorno dopo; poso con noi per una fotografia e riparti per visitare le altre Case dell'Opera in Puglia e Lucania.

A mezzogiorno di Natale il Direttore, a tavola, dandoci gli auguri, disse che avremmo disputata una partita a pallone tutti insieme, Superiori, Orfani e Discepo­lini; il pallone era speciale e lo aveva portato Don Minozzi.

Tutti noi, ragazzini sui 12-13 anni, eravamo li ad attendere i particolari per 1'incontro, quando dalla cucina fu portato, grandioso a vista, (oggi non ci sono piu in commercio) un panettone che fu accolto con applausi, diviso e distribuito a tutti.

II nostra pensiero ando subito al Padre che ce lo aveva portato, a quel ricordo, a distanza di tanti anni, e rimasto vivo nella mia mente.

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1934-1939 - - Seminario di Ofena

Veniva spesso, ed ogni volta noi Discepolini dovevamo andare fino al « trattu-

ro » per togliere pietre e sterpi lungo la carreggiata di una mulattiera cambiata in

strada-auto (non autostrada!) nella quale passavano quasi esclusivamente le « quat-

troruote » che venivano, molto raramente da noi.

Anche qui era sempre una festa al suo arrivo, festa che il giorno dopo o anche

la sera stessa, si tramutava in trepidazione perche il Padre faceva il suo giro per le

aule scoiastiche durante la scuola o durante le ore di studio; si sedeva su un banco

ed incominciava ad interrogare a caso su diverse materie (latino, storia, geografia) c

si terminava quasi sempre con la recita delle poesie imparate a memoria. E le

sapeva tutte, dico tutte quelle che noi imparavamo, tanto che ad ogni nostro intoppo

egli seguitava a declamarle fino in fondo.

Noi si rimaneva stupiti, ma poi, col passar degli anni, nel ginnasio superiore e

nel liceo apprezzammo la sua vasta cultura ed il suo interesse per la nostra cultura.

Mai che avesse detto « bravo ». Era esigentissimo, tanto che quasi sempre, a fine

anno scolastico, portava Insegnanti e Presidi, suoi amici titolari deH'Aquila, ad

esaminarci (la nostra era Scuola privata) e pretendeva che non fossimo e non

facessimo i « tonti »).

Gii esami di licenzia ginnasiale, le maturita classica o magistrale, e spesso

Puna e Paltra, si sostenevano all'Aquila, da privatisti, con le commissioni statali.

Alia vigilia delle prove, veniva quasi sempre e ci diceva: « Non contate sulle

raccomandazioni; lavorate, seminate e raccoglierete. Non voglio storie ». Quest'ul-

tima frase, che ripeteva in altre circostanze, era un invito perentorio per un

impegno precise) da parte nostra.

Ed era felice quando, dopo queste prove, vedeva il gruppetto dei perseveranii.

atteso con ansia. Si recava allora per la vestizione o per la professione religiosa.

Diventava oltre che Padre, Amico ed amava passeggiare e conversare con noi piu

grandicelli.

Ricordo un giorno di Pasqua di quegli anni, Iniziammo a conversare e

camminare lungo la strada rotabile — quasi - mulattiera a tornanti su per

Calascio. Senza che ci accorgessimo giungemmo all'ultima curva in alto. Ci fer-

mammo e, contemplando il panorama primaverile pieno di sole, il Padre ci delizio

con il suo fascino letterario, declamando versi con il suo stile tutto particolare.

Discendendo per la medesima strada, ad un certo punto, indicandoci un pezzo di

terreno dissodato tra le rocce, ed una baracca di legno adibita a pollaio, tra piante

da frutto innestate su tronchi selvatici, dopo averci esaltato la vita dei campi ed i

sacrifici dei contadini poveri della zona, ci disse con una certa compiacenza che a

quel caro contadino aveva fatto assegnare, dal Ministero deH'Agricoltura, un

premio di diecimila lire!... (Non si pensi alle diecimila di oggi!...).

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P. GIOVANNI MINOZZI mentre proclama la Parola di Dio.

Per Testate, sempre di questi anni, trascorsi dieci-quindici giorni in famiglia, era la volta della villeggiatura a Roccadimezzo (AQ) alia nostra Colonia Montana, dove si rimaneva fino a settembre, molte volte sostenendo gli esami di riparazione li stesso. II Padre veniva spesso per qualche giorno e controllava di persona se le « cose » si svolgevano bene.

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E lc « cose » che bisognava svolgere bene erano: La pieta; quindi le pratiche

religiose precise per tutti. Le passeggiate: quotidiane le ordinarie per i boschi

vicini; settimanali (il giovedi) le straordinarie per le cime piu alte a gradi (Monte-

rotondo, Sirente, Velino, Gransasso d'ltalia) con partenza mattuiina prestissimo e

ritorno a sera. La Scuola e lo studio, per tutti, promossi e rimandati, con orario

regolare c lezioni impartite da Insegnanti-villeggianti (chi non ricorda P. Giannuzzi

de « La Quercia » di Firenze?) perche ci perfezionassimo nelPapprendimento e

colmassimo le eventuali lacune.

E cost il Padre raggiungeva il suo scopo di prepararci bene culturalmente.

Accadeva allora che, agli esami di stato, chi avesse riportato a giugno un 2 o un 3

al latino, greco, italiano (molto raramente) o alia matematica-fisica (piu frequente-

mente), a settembre riportava inevitabilmente 1'8 e talvolta il 9...

Un'altra cosa (quasi fuori programma, ma molto importante) il Padre esigeva

in villeggiatura: il canto, quello Sacro per la liturgia e quello ricreativo (per le

serate tll'aperto). E per il primo procure una esibizione della nostra Schola

Cantorum, ad Aielli Stazione, in occasione dell'inaugurazione tlella Chiesa Parroc-

chiale. Per la circostanza era stata invitata anchc la Cappella Sistina diretta dal

Maestro Perosi. E questi si congratulo per le nostre esccuzioni perosine (La

« Missa Pontilicalis » e mottetti a tre e quattro voci).

(contbiua) Virginia Di Marco. d.D.

t NHL GAUDIO DHL SIGNORE

Si e spcnto, confortato dai sacramenti della iede,

NICOLINO GIANCOLA. nclla Casa di riposo 'Madonna

della Pace' in Hrancavilla al mare, il 16 dicembre. Ha pre-

sieduto la concelebrazione il Superiore generalc. I leu no esc

guito i canti un gruppo di Discepolini.

Lo ricordiamo con parlicolare ajjetto. non solameute

perche cognato dell'indimenticabile P. Tito, ma per Vattac-

camento all'Opera e alia Vamiglia dci Discepoli, che condivi-

se con la jedele consorte Maria Pia.

Lc sue virtu di noma probo e di cristiano pralicanlc

nc abbellirono costantcmentc la vita.

Noi preghiamo per lib, che sentivamo come di jamiglia,

affincbe, purificato da ogni terrcna imperjezionc. sia am-

messo alia visione beatified di Dio; c preghiamo anchc per

la Signora Maria Pia, che resta, perche sia conjortala con

le eer/ezze della Pcde e ne continui a vivere pcrseveran/e-

mente le esigenzc.

( R . I ' . ]

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^^HL^L^

La pagina del magisiero

Incontrare I'uomo

II 22 dicembre in occasione della presentazione degli auguri da parte dei Cardinali, il Santo Padre enunzia la situazione di sofferenza a livello inter-nazionale e nelPambito dei singoli Sta-ti, auspica collaborazione per combat-tere i flagelli della fame e delle malat-tie, denunzia ancora una volta la man-canza della liberta religiosa da cui so-no afflitte milioni di persone, esorta i giovani a rifiutare gl'idoli del nostro tempo: edonismo, droga, violenza.

L'uomo con i diritti inalienabili del­la sua umana dignita rimane sempre al centro dell'attenzione del Papa e della Chiesa. « Mai si e sentito esaltare tan-to la dignita e il diritto dell'uomo a una vita fatta a misura di uomo — cosi nota il Pontefice —; ma mai an-che si sono avuti come oggi affronti tanto patenti a tali dichiarazioni ».

La Chiesa deve essere al fianco del­l'uomo che soffre.

Madre Teresa di Calcutta premio Nobel

Per i suoi poveri Madre Teresa ha ricevuto, come conferimento del Pre­mio Nobel per la pace, 160 milioni di lire.

L'umile Suora, ammirata universal-mente per Pattivita a favore dei pove­ri, ai quali ha dedicato tutta la sua vita per amore, ha affermato: « Credo che premiandomi abbiano voluto sot-tolineare che la voce dell'amore e la voce della pace ». E ha detto un'altra cosa: che in realta le nazioni piu po-vere (anche se possiedono piu risorse economiche) sono quelle che hanno le-galizzato la pratica dell'aborto.

Pace sulla terra

La guerra e sempre fatta per ucci-dere. La guerra e contro la vita e contro I'uomo. E l'uomo nasce per vi-vere. Ne deriva una conseguenza: bi-sogna ritornare costantemente alle ve-rita fondamentali sull'uomo, se vo-gliamo servire la grande causa della pace.

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Tutto questo ha detto il Papa il primo giorno di questo 1980. Di se-guito ha letto una previsione sintetica delle conseguenze immediate e terribili di una guerra nucleare inviata a lui da alcuni scienziati. Eccola:

- La morte, per azione diretta o ritardata delle esplosioni, di una po-polazione chc potrebbe andare da 50 a 200 milioni di pcrsone;

- Una drastica riduzione di risorse alimentari, causata dalla radioattivita residuata in larga estensione di terre utilizzabili per I'agricoltura;

- Mutazioni genetiche pericolose, sopravvenienti negli esseri umani, nel-la fauna e nella flora;

- Alterazioni considerevoli nella-

cia di ozono dell'atmosfera, chc espor-rebbero Vuomo ad incognite maggiori, pregiudizievoli per la sua vita;

— In una cilia investita da una esplosione nucleare la distruzione di tutti i servizi urbani e il terrore pro vocato dal disas/ro i/upedirebbero di offrire i minimi soccorsi agli abitanti. creando uu incubo di apocalisse.

Baslerebbero solo duecento delle cinquantamila bombe uucleari, chc si stima che gia esisiano, per distruggere la maggior parte delle piii grandi cilia del mondo. E' urgente, dicono quegli scienziati, che i popoli non chiudano gli occhi su cib che una guerra atomica pub rappresentare per l'umanita.

Don Aster

L'Evangelista San Giovanni nella prima delle sue mirabili lettere ci ha lasciato questa suprema definizione di Dio:

Dio e amore. E subito, a insegnamento di vita, aggiunge: Chi dimora nell'amore, dimora in Dio, e Dio

dimora in lui. Niente di piu grande fu mai detto. Imprimetelo profondo nell'anima, figliuoli, e

amate, riamate Dio, e i fratelli tutti in Dio, dimo-rando fedeli nel suo amore, perche Egli, il Signore, dimori perennemente in voi per la gioia vostra nel tempo e nell'eterno.

P. Minozzi - Buona notte

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Buon anno! Buon anno! Buon anno! L'abbiamo detto e sentito dire in tutti i toni, Mc I'anno sara buono se noi lo faremo buono, comunque sara come

ce lo saremo meritato. II Signore, nella sua generosita, ci ha fatto un dono grandissimo,

tanto prezioso, perb, quanto pericoloso: la liberta. Pericoloso: perche possiamo usarlo male, e allora cominciano i guai. E' sciocco attribuire a Dio, o al caso, se uno non crede a Dio, la

responsabilita dei guai che, nel corso dell'anno, immancabilmente ci verranno addosso. La colpa sara solo nostra, di noi, che non abbiamo saputo far buon uso della liberta che Dio ci ha donato.

Gia fin d'ora, e siamo appena all'inizio, le prospettive sono tutt'al-tro che rosee, soprattutto se guardiamo verso la parte dove sorge il sole.

La Russia, ripetendo I'exploit gia usato in Ungheria e in Cecoslo-vacchia, invade I'Afganistan con la scusa di essere stata invitata a farlo {da chi poi sia stata invitata rimane un mis tew. non certo dal governo del deposto e ucciso premier, e chiaro; e neppure da quello che non esisteva ancora e che si e insediato con I'appoggio degli invasori).

Un vecchio pazzo assetato di sangue (non gli basta piu quello dei gia giustiziati) scatena il fanatismo religioso di un popolo per ottenere un'altra vita da poter eliminare.

E non s'accorgono ne I'una ne I'altro di quanto pericoloso sia il gioco che stanno facendo, o, peggio, non gliene importa niente.

In casa nostra le cose non vanno meglio, anche se non contiamo abbastanza per mettere in pericolo la pace e la vita del mondo.

Gli onnipotenti sindacati vogliono far cadere il governo (e quando sara caduto, che bella festal); vogliono che i comunisti facciano parte del governc (anche se gli elettori dicono e continuano a dire di no. Ma che contano gli elettori di fronte a un potente sindacato?). E tanto per comincare I'anno nel migliore dei modi: sciopero generale. Ricatto, rapina, estorsione, hanno forse un significato diver so?

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E' propria vera ehe Deus quos vult perdere, dementat. Contro questa pazzia dominante e dilagante bisogna far qualcosa. Sarebhe gia qualcosa se si ascoltassero un po' di piii quelle esorta­

zioni al huon senso, quelle esortazioni che per lo piu restano voci di uno che grida nel deserto. Oh se le ascoltassero quelli che hanno in mano le sorti del mondo! Se le ascoltassimo anche noil

Potremmo guarire prima noi stessi dai mali endemici che ci afflig-gono e poi potremo anche dare una mano a risanare il mondo dall'inqui-namento, morale soprattutto e materiale, che minaccia di sommergerlo.

PAT

IL DECALOGO DELLA BONTA'

1. Se tu ami gli uomini e ogni cosa, allora soltanto tu ami veramente Dio.

2. Fa agli altri cio che vorresti fosse fatto a te. Fa il meglio che puoi, e lascia a Dio il resto.

3. Ritorna a te quello che parte da te: semina il bene e raccoglierai amore.

4. Sappi volere: la volonta e il mezzo piu potente per chi sa valersene.

5. Cio che tu pensi si avvera. Percio pensa a cio che e costruttivo e che ti migliora. Non essere vittima di mali immaginari.

6. II pensiero deve andare d'accordo con le tue parole e le parole con le azioni.

7. Nulla e peggiore della depressione. Accogli con viso sorridente qualunque cosa ti avvenga.

8. Questo mondo e come uno specchio: se sorridi, ti sorride: se lo guardi arcigno e diffidente, con lo stesso viso arcigno e diffidente guardera te.

9. Sii pronto ad agire sempre per il bene. Vin­ci tutte le antipatie. Se vivi come « volontario del bene » sarai una benedizione per tutti.

10. Se vuoi imparare una vita piu alta, segui fedelmente queste parole: sii buono, franco e sem-plice. Sii sereno, cortese e sicuro di te.

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VIRTU' UMANE PER UN DIALOGO EFFICACE

Nel clima post-conciliare si fa un gran parlare del « Dialogo » come mezzo di apostolato. Perche « questo mezzo », cosi prezioso, non si riduca a sterile monologo o, peggio, a discorso tra sordi, deve essere preparato e animato da virtu umane e cristiane che ne assicurano il buon esito.

A questo proposito, ecco alcune autorevoli esortazioni. II Vaticano I I , nel Decreto « Presbyterorum Ordinis » al N. 3 dice

espresso mente: « Ai fini del dialogo apostolico, risultano di grande giovamento quelle virtu che giustamente sono molto apprezzate nella societa umana, come ad esempio, la bonta del cuore, la sincerita, la fermezza d'animo e la costanza, la continua cura per la giustizia, la gentilezza ». Sono virtu necessarie per far presa nei cuori. La ruvidezza dei modi, l'impazienza, la mancanza di affabilita sono spesso la causa del fallimento del dialogo per cui molti si allontanano disgustati.

Papa Paolo VI, nell'Enciclica « Ecclesiam suam » al N. 47 dice: « II Dialogo, come mezzo di apostolato, nelle sue linee essenziali: non e orgoglioso, non e pungente, non e offensive La sua autorita e intrinseca per la verita che espone, per la carita che diffonde, per l'esempio di virtu che espone.

II Dialogo e pacifico, evita i modi violenti; e paziente, e generoso. Il Dialogo, cosi condotto, si realizza nell'unione della verita e della carita, dell'intelligenza e delPamore ».

Certo, non e difficile capire quale somma di virtu umane e cristiane si richieda per giungere a tanto. Ma appunto perche difficile, cio rientra nelPimpegno dell'apostolo, il quale deve regolare la sua condotta in modo da render si idoneo ad avvicinare tutti, specialmente i giovani,

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ispirando fiducia, confidenza, simpatia, non per sciocca ambizione perso-nale, ma per condurre gli uomini alia verita, al bene, a Cristo Gesu.

II Gird. Newman diceva: « L'apostolo, nel dialogo, deve essere un perfetto gentiluomo ». Questo e anche il pensiero di San Paolo nella Lettera ai Filippesi, 4, 8: « Per il resto, o fratelli, tutto quello che e vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che e virtu e merita lode, sia oggetto dei vostri pensieri ».

E' dunque evidente che il Cristianesimo fonda le sue radici in un sano umanesimo, nel senso che il cristiano suppone l'uomo, come la Grazia suppone la natura.

II Dialogo quindi, perche porti alia Verita, al Bene, alia Conversio-ne, deve essere la espressione di una fine educazione umana e cristiana.

Tutto cio va bene idealmente. In concreto c'e una dura realta. Oggi, il Dialogo umano e cristiano si trova a cozzare contro « il muro del suono ». contro « una corazza di bronzo » che scoraggia e avvilisce anche le persone piu preparate e meglio intenzionate.

Io penso che, oltre alle virtu umane e cristiane, per la efficacia del Dialogo, sia necessaria una paziente, costante, fiduciosa preghiera di adorazione davanti al Tabernacolo. E' vero che: « L'uomo e un baratro e il suo cuore un abisso »; (Salmo 63) ma e anche vero che « Gesu sa che cosa c'e nell'uomo » (Gv. 2, 25).

Concludendo: vuoi dialogare efficacemente con l'uomo? Dialoga prima ardentemente con Gesu.

Don Rodolfo Atzeni, d.D.

LA PACE DONO DI DIO E IMPEGNO UMANO

II messaggio della pace, che il Papa ha rivolto ai fratelli uomini di buona volonta, ha avuto e continua ad avere echi vasti in tutto il mondo A nessuno e permesso ignorare l'importanza che la pace ha nella vita e nei rapporti dei popoli. La pace e la prima tra le fondamentali valenze umane e religiose; e l'esperienza integrale di bene; e dono ed insieme costruzione quotidiana di tutti e dei singoli. Una volta, le notizie di violenze sembravano appena sfiorarci; ma ora ogni scoppio nella stanza del mondo si ripercuote in tutti i suoi angoli. Non sono frequenti nella

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cronaca i segni di pace; molto spazio invece hanno quelli della violenza, che e Pillogico sprigionarsi continuo di enormi passioni.

Cos'e la pace? Sembra strano; ma non e facile definirla. A Betlem essa e dono e promessa, semplicemente. Piu facile e dire cosa non e la pace. Pace non e solo l'assenza di guerra, di passioni, di violenze, di preoccupazioni economiche, di disordini politici, di contrasti vari. Non si ha generalmente un concetto preciso della pace. Eppure, la perennita della pace rientra tra le finalita umane.

Gli Antichi pare avessero intuito la via per cui fosse possibile la pace, giungendo alia conclusione che alia pace si arriva per una speciale educazione di se ed uno speciale intervento di Dio. Era la meta raggiun-gibile .olo attraverso la « sapienza » (intesa come verita), o contempla-zione del Bene, in cui fosse possibile estinguere l'ansia inquieta ed inquietante propria della natura umana. I sapienti pensavano che e il non sapere, la non-verita, l'ignoranza, che spinge l'uomo su passi non giusti, fuorvianti dalla pace. Platone, nel dialogo 'Teeteto', afferma che le chiavi della pace sono nella mani delPuomo che cammina per la via della sapienza, intesa come imitazione di Dio, che e sempre giusto. II cammino della pace e la tensione a costruir se stessi in pienezza. La pace resta sempre un traguardo, mai una linea di partenza, perche l'ansia nel cuore dell'uo no e invincibile.

I popoli orientali hanno anch'essi sviluppato un notevole progetto di pace che, preliminarmente, e svuotamento. Pace come vuoto, fuga da se, rinuncia all'essere. E' il Nirvana buddistico: estinguersi nel vuoto. Buddismo e Taoismo intendono superare la situazione di insicurezza dell'uomo mortificando l'esigenza profonda dell'uomo: unita con se, unita con gli altri.

II primo ostacolo sulla via della pace e la fragilita umana, che rifugge dalla conoscenza e dal dominio di se, per non impegnarsi sulla via faticosa e rischiosa della giustizia. Un passo dellTliade, libro IX, puo essere indicativo sulla mentalita greca corrente dell'epoca. E' avvertita la inevitability della colpa con il suo necessario frutto di violenza e, quindi, di guerra. Non c'e speranza, sembra, di miglioramento. La pianta male-detta della colpa, che produce la guerra, e radicata nell'uomo. La pace non puo avere spazio nella vita umana. Ma collateralmente a tale co-scienza di assoluta impotenza dell'uomo, e avvertita l'attesa di qualcosa o di qualcuno capace in se di annientare la colpa e quindi di dare la pace. Molte scuole del pensiero antico si mossero in tale ricerca. San Paolo, percio, penso di poter annunciare con gioia ai rappresentanti delle varie suole di Atene di essere in grado di dare indicazioni valide in merito. La scoperta risulto sconcertante per i sapienti greci. La pace non e un concetto; e una Persona, ed era offerta a tutti subito e con certezza.

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Questa e la novita assoluta del Cristianesimo, che riordina l'univer­so, illuminandolo con la luce della speranza, necessaria alio sviluppo della pace. Lo spirito del Cristianesimo non toglie Pinquietudine, che perdura neH'uomo, ma lo pone davanti alia scelta libera, percio respon-sabile, :ra le opere di pace e le opere di guerra. La pace gli e proposta ed insieme promessa. E' una porta che lui e invitato a varcare con una scelta sempre iniziale. Al cristiano la pace non gli piove in tasca, ma la deve 'fare'. II cristiano non e chiamato a fuggire tie dagli altri, ne dal suo essere; e chiamato invece ad essere e, come tale, ad agire. Le sue opere, se autentiche, non possono non essere opere di pace. Anche per lui la pienezza della pace e attesa all'ultima ora, quando I'uomo avra raggiunto la totale liberazione dalla condanna a vivere in solitudine; avra raggiunto Punita con se e con gli altri, che e la vita di comunione, al sicuro dalla morte, la piu terribile delle violenze. E' la meta del suo cammino dietro il Crocifisso fin dove, nel perdono, il cielo si riconcilia con la terra. Una via ignota agli antichi quella del perdono; i loro splendidi dei erano solo signori della vendetta. Soltanto dalle mani del Giusto Crocifisso I'uomo puo ricevere la spada del perdono con cui aprirsi il cammino tra la foresta delle proprie passioni.

E la guerra nel tempo cristiano? La risposta e solo umile confessio-ne: e opera di chi era, e nella menzogna, in nome di verita personali. San Tommaso chiarifica: « La pace e ordine della convivenza sul fondamento della giustizia ». Allora la pace sarebbe possibile immediatamente se tutti gli esseri fossero 'ordinati' nella giustizia, riferiti al Creatore. Avere sconvolto tale ordinamento, ponendosi I'uomo a misura e a fine ultimo dell'uomo stesso, e aver distrutta la giustizia, Punico albero su cui matura la pace. II tanto decantato Umanesimo ha fatto brillare agli occhi dell'uomo il luccichio fatuo dell'autonomia e dell'autosufficienza, 'libe-randolo' daU'intervento salvifico di Dio e lo ha incamminato per la via della potenza, che e via di colpa perche fondata sulla logica della violenza.

La logica cristiana segue altra via, intuita gia dai sapienti antichi: la via della subordinazione di tutto al Principio, ed e pace per I'uomo; la via del falso umanesimo e il potenziamento di se da affermare contro tutto e contro tutti, ed e guerra per I'uomo, con se e con tutto. La guerra nel tempo cristiano e vista molto acutamente come 'teomachia', lotta contro Dio, e percio contro la giustizia. Occorre coraggio ed umilta pel rivedersi ed accettarsi nei limiti della esistenziale incapacity a salvarsi da se. E' segno dei nostri tempi una diffusa esigenza di contemplazione per scoprire il giusto senso per Pazione umana. E' la linea indicata dallo Spirito di Dio, che e Spirito di giustizia e di pace, nei documenti del Vaticano 2° (G.S. 78). (continua) Salvatorc Jacohdlis d.D

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IL POETA E I FILOSOFI

Magni filosofi idealisti ditemi voi: Che siamo noi? Donde veniamo e dove andiamo?

Siamo degli esseri del tutto empirici: opra del caso la nostra culla, e torneremo in seno al nulla.

L'umano scibile ben si condensa nella sentenza: Tutto il reale e razionale, e il razionale tutto, e reale.

Ben detto! Poche ma come il sole ...chiare parole. Suvvia! alle corte, ditemi almeno che ne sara oh! di me misero dopo la morte?

Muori tu empirico ma vive sempre lTo universale, quindi che vale il prima e il poi?

Ah! si, benissimo bel contentino! Io voglio vivere crepate voi.

G. Meran

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AMICIZIA CONTRO

L'amicizia e l'ornamento incantevole dell'animo umano, Vamicizia contra ne e la deformazione: tra l'amicizia vera e Vamicizia contra corre la differenza che c'e tra la festa con la banda e il funerale con la banda.

L'amico e piu che un fratello — mi diceva una equilibrata persona, cara e non dimenticata —; perche il fratello qualche volta pud non esserti amico, l'amico invece ti e sempre fratello.

Strologateci un po'. Per parte mia, nel gran mare delle ipotesi possibili, mi imbarcherei sul dannunziano forse che si forse che no.

L'amicizia e una barca di navigazione placida nel mare procelloso della vita. Quanto ti trovi su un braccio di mare in burrasca, in un qualsiasi frangente di difficolta, o navighi su Pinsidia degli scogli sott'ac-qua, la tua tranquillita riposa suH'amico, che ce la mettera tutta per coadiuvare, dovesse anche crepare.

L'amicizia. Non aggiungo all'amicizia la qualifica di sincera: l'amicizia e senza

aggettivi: e o non e. Perche ti rendi conto che professare amicizia e intanto nascondere, gabbare, aizzare, amicizia non e; piuttosto e raggiro di ambizione, smania di importanza, scantonamento in acque altrui, prosopa (sic!). L'amicizia e corrispondenza di lealta, riguardosa e discre-ta, confidente e non invadente, fedele dentro e fuori.

L'amicizia. La conclusione degli anni settanta ha proposto, in campo politico,

clamorosa rottura di amicizia. Amicizie, in quell'ambito, si stringono e si infrangono, si coalizzano e poi si avversano, si incontrano e poi si scontrano. Mi sorprendo a chiedermi: l'amicizia di questo mondo e forse nemica di Dio? (cfr. Gc. 4,4).

No, rispondo. II fatto e pero che molte volte si contrae l'amicizia contra, cioe

un'amicizia che non e rivolta al bene, com'e sua natura, ma al danno e alia menomazione di qualcuno: e strumentalizzata tendenzialmente per me contro di te. In questo campo si puo arrivare addirittura all'aberra-zione: faccio del bene, lego a me, affinche la gratitudine vada contro di te: una specie di chiosca mafiosa. Capita cosi che il bene inestimabile dell'amicizia viene strumentalizzato per il danno. Sara sempre vero che

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chi vuole occultare un delitto si accaparra le amicizie. (Pr 17,9). Ma tali amicizie sono nemiche di Dio e nemiche delPuomo.

E allora? Coloro che contraggono l'amicizia devono farsi partecipi dell'amici-

zia di Dio (Sap. 7,14), che nei confronti di tutti pensa, vuole, opera il bene. Di tutti. Sara stabile cosi l'amicizia.

Ma c'e ancora un passaggio. Perche si realizzi il godimento delPamicizia e il bene che l'amicizia

procaccia, bisogna che i contraenti abbiamo il timore di Dio: un amico fedele e un balsamo di vita, lo troveranno quanti temono il Signore (Sir. 6,16).

Dunque la base, caro mio, e sempre li: la relazione con l'uomo si fonda sulla relazione con Dio. II timore di Dio e fondamento verace di amicizia.

Una distanza ancora di tempo si apre davanti al mare della vita con l'entrata degli anni ottanta. Nei percorrerla ti auguro di godere sempre della barchetta soccorrevole dell'amicizia, con la grazia di Dio.

Fiorello

LA VITA DEL RELIGIOSO

La vita di un Religioso e testimonianza di Dio come valore che sta assoluta-mente sopra tutto e sopra tutti. Egli cerca e ama Dio come suprema Ricchezza, come il piu grande Amore, e lo serve come unico Signore.

La vita del Religioso e un formidabile impegno di immolazione per la santi-ficazione di tutti. La sua morte, alia luce della fede, e un passaggio lieto alia inde-fettibile vita, il compimento d'una sempre lunga attesa, l'incontro linalmente e il possesso di Dio nella comunione beata.

La vita e la morte del Religioso sono continua attuazione della pregbiera sospirata dalle prime comunita cristiane: VIENI, SIGNORE GESU'!

* * *

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FIOR DI PENSIERO E... Raunai la jrondc spuria. (Dante - inf. 14)

LIBRI 7^ Un libro che non e degno di essere letto due volte, non e

neppur degno che si legga una. (/. Weber)

T£ II rare un libro e meno che niente, se il libro fat to non rifa la gente.

(G. Giusti) TK Una casa senza libreria e una casa senza dignita.

(De Amicis) % II destino di molti uomini dipese dall'esserci o non esserci stata

una biblioteca nella loro casa paterna. (De Amicis)

T£ La scuola e 1'indice della civilta dei popoli. 7t\ Leggete e mangiare, dice un proverbio. E' vero. Come il cibo

nutre il corpo, cosi la lettura nutre I'intelligenza, plasma I'animo, forma il cuore. Ora, se il cibo e sano, anche I'organismo si manterra sano; se il cibo e avvelenato, anche I'organismo s'intossichera. Cosi e delle letture.

7f< Victor Hugo, che scrisse pure romanzi poco buoni, in una lettera confidenziale ad un amico, parlando di una ragazza scriveva: « E' ella casta... Dunque non legge romanzi. Legge romanzi?... Dunque non e casta ».

^ Con la lettura dei libri cattivi non s'impara niente di utile; s'impara solo a conoscere il male senza orrore, a parlarne senza pudore, a commetterlo senza ritegno.

(S. Agostino) T^ Io non riguardo alcuno de' miei libri senza fremere. Invece

d'istruire, io corrompo; invece di nutrire, io avveleno. Ma la passione mi trascina, e coi miei discorsi io non sono che uno scellerato!

(Rousseau) T^ Galeotto fu il libro e chi lo scrisse!

(Dante)

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TK Oggi, la gente pensa, giudica e sente come il suo giornale! Si puo dire che oggi vi sono attorno tanti cervelli di carta..., poiche non son piu le teste che pensano per loro conto, ma e il giornale che pensa per tutti i suoi lettori.

Se i giornali sospendessero le loro pubblicazioni, quale cambiamen-to di idee si avrebbe in poco tempo!

(E. Mar tire)

...UN'ONCIA DI BUON SANGUE

% Metamorfosi Due coniugi ritornano in citta dopo aver trascorso un periodo di vacanza

in montagna: — Guarda i miei capelli, cam: I'aria di montagna li ha scuriti! — Guarda i miei, cara: il conto dell'albergo li ha imbianchitil

7̂ -11 vero motivo II direttore all'im pie gat o: — Siete licenziato! Non ammetto che nel mio ufficio vi siano dei cattivi

escmpi! — Ma se non ho fatto mai niente! — Appunto per questol

% Le Alpi Svizzere — Ah, le Alpi Svizzere! - grida estasiato il signor Dupont - Devo a loro i

momenti piu belli della mia vita. — Ma che cosa stai cianciando di Alpi Svizzere — lo zittisce la moglie, — tu

che non ci sei mai stato! — Vero — ribatte il signor Dupont, _ ma tu ci passi un mese tutti gli anni!

% Sagezza cinese — « Se sei ammalato, vai dal medico, perche anche lui ha diritto a vivere.

Quando il medico ti da la ricetta portala dal farmacista, perche anche lui ha diritto a viver<'. Quando poi torni a casa getta via la medicine, perche anche tu hai diritto a vivere ».

D. Cesario Sacchetto, d.D.

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f\fgyn-% I' tempi) vola! Gia un trimestrc e passato anche se gli

insegnanti continuano a valiitarci in quadrimestri. Meno

male perche qualche insegnante ci conosce appena essendo

venuto pochi giorni fa. Pero i mesi sono passati.

L'otto dicembre abbiamo latto una bella festa alia Ma­

donna Immacolata. E' venuto il Padre Superiore con gli

studenti di Roma accompagnati da Don Salvatore, che

tanto ha fatto per questa casa. Con la Madonna abbiamo

festeggiato anche due nostri amici: Paolo Ridolti e Vincen-

zo Tortora, che per la prima volta hanno ricevuto Gesu in

Corpo, Sangue, Anima e Divinita. La loro commozione e

stata anche la nostra. 11 Padre superiore ci ha ricordato che

si arriva a Gesu accompagnati dalla Vergine Maria, se

cerchiamo di imitare le sue virtu, come la disponibilita e la

generosita.

Le feste rompono la monotonia dell'ordinario, ci lanno

sentire piu uniti, piu fratelli. Anche il tempo e stato

magnifico, sembrava un giorno di primavera e non di tardo

autunno.

Finalmente abbiamo terminato di raccogliere le olive. I"

stata una raccolta abbondante e lunga anche se facilitata dal

be! tempo; per un mese intero abbiamo avuto sempre sole.

Anche la resa e stata buona: oltre due quintali di proluina-

to olio. Ne ringraziamo il Signore, che e sempre molto

generoso.

Una decina di nostri compagni, i cantori, sono andati

alia nostra Casa di riposo di Francavilla al Mare. Non e

stata una gita, ma sono andati per pregare e cantare per

l'anima di Nicolino Giancola, cognato dell'indimenticabile

Don Tito, che serenamente e salito al cielo a novantunanni.

1 lanno anche cercato di portare una nota diversa alia signo-

ra Maria Pia, serenamente rassegnata.

Le vacanze natalizie sono nell'aria. La nostra allegria e

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infrenabile. Siamo impazienti di gridare a tutti: « Alleluia, il Signore e nato, venite adoriamo ». Impazienti di tornare a casa, tra i nostri genitori, per testimoniare la nostra gioia e i nostri progressi.

Auguriamo a tutti: Superiori, amici, lettori, ex alunni ogni bene. II Signore a tutti porti i suoi doni: letizia, sere-nita, pace.

Quid am

La Comunita si e trovata al completo nella la meta di Novembre; frequentiamo l'« Angelicum »; ricalchiamo, quindi, ma con sprint quotidiani (per ora il record e a 12' netti!), le orme di varie generazioni di Confratelli.

Mesta la nota iniziale di queste notizie Abbiamo assi-stito il Confratello D. Vito Paradiso nell'ultimo periodo della sua malattia. Fa impressione vedere come l'uomo riduce la propria attivita ai modi essenziali della sua perso-nalita: D. Vito, che e stato mite, non c'era modo di sentirlo criticare nessuno e tagliava sempre corto alzando le mani e dicendo: « Pe' l'amore 'e Dio »; D. Vito ci ha edificato con la sua rassegnazione serena e composta. E' un Confratello che si e unito a quella parte della nostra Famiglia Religiosa, che gia fa comunita nella Casa del Padre.

Di passaggio per Roma, ospiti graditi sono stati D. Virginio, che dirige la Casa per Anziani di Francavilla al mare, e D. Bracciani, dalla nuova sede di Monterosso; ci hanno portato un po' di brezza di due mari; D. Fortunato Superiore di Cassino, e i nostri colleghi di studi impegnati nei vari esami: Marrone, Verrecchia I (per gli amici Car-letto) e Guido.

La nostra vita romana, presa tutta dallo studio non e poi tanto monotona. Un sentito grazie porgiamo al Padre Superiore, che non manca di improvvisarci dei rally tanto graditi quanto inaspettati.

II 25/11, con la gloriosa nostra 'area', risuscitato a 2a o a 3a vita da D. Antonio De Lauretis, siamo ad Amatrice per celebrare il 20° della morte del nostro Fondatore, P. Minozzi, vero Uomo e vero Sacerdote, nel cui cuore entro

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tutto il bello e il bene possibile e ne use! in servizio eroico

di carita per i Iratelli.

Festeggiamo la solennita dell'Immacolata eon i Discepo-

lini 'picciotti' di Ofena e, sgranchite le gambe eon sgambet-

tata sul eampo di calcio, il giorno seguente, eon coraggio

grosso, fede grande e mezzi ausiliari cordialmente lornitici

da D. Mario Senior, ci arrampichiamo eon la neve alta piu

di noi fino in cima al Monte Rotondo. Piu intcrcssante,

come sempre, la discesa, veramente un po' troppo libera:

non si sa se eravamo piu simili ai gatti delle nevi o ai cani

di S. Bernardo. Un grazie cordiale ai Confratelli di Amatri-

ee, di Ofena e a D. Pierino, Direttore della Casa di

Soggiorno di Rocca di Mezzo, per la fraterna ospitalita.

Intanto siamo alle porte di Natale. II 19/12, festeggia-

mo il 26" di Ordinazione del Padre Generale, in modo

improvvisato e con torta e chitarrata.

Porgiamo il nostro 'caldo' augurio di sereno e Santo

Natale, di tranquilla chiusura d'anno vecchio e di gioiosa

apertura del nuovo ai Confratelli, ai Parenti, agli Alunni

dei nostri Istituti, agli Amici e Benefattori.

Is

Per noi Discepolini, come per tutti gli studenti. il mese

di dicembre e il mese piu bello delPanno scolastico. Eppu-

re, con l'approssimarsi dell'inverno, la natura sembra offri-

re soltanto mestizia e tristezza. Le viti, orgogliose nella loro

veste estiva, adorna, col sopraggiungere dell'autunno, di

frutti color d'oro e di rubino, ormai danno uno spettacolo

di morte, ridotte, come sono, a tanti scheletri muti. I bei

pampini ora verdi, ora bianchicci, ora rugginosi, ora rossi,

non sono che un ricordo: spazzati via da un vento gelido.

La terra mostra chiare le ferite delle gelate notturne... i

pochi uccelli rimasti trovano rifugio nel cuore dei eipressi,

mentre infuria la bufera. Eppure, ripetiamolo, per noi, e

forse per tutti, il mese di dicembre e il mese piu bello, piu

atteso, perche ci reca gioie insospettate, emozioni innocenti,

palpiti di vita vera. Difatti si va incontro ad avvenimenti

che procurano sempre estasi e gioia.

Ecco apparire la Vergine Immacolata, maestra di cando-

Orvieto

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re, come di neve mai toccata. Ci appaiono i Profeti del Messia e finalmente l'umanita del Cristo, luminosa nella sua divinita salvatrice, mette la sua tenda in mezzo a noi per distribuirci la vita in abbondanza, per insegnarci a battere le vie di questo mondo, pellegrini d'amore e di pace.

E poi..., diciamolo pure, dicembre ci porta le vacanze, ci fa quindi pensare alle nostre case, al caldo e sincero affetto dei nostri cari, i quali ci attendono per constatare de visu il nostro progresso.

AlPaprirsi del mese, quindi, contempliamo la Vergine purissima. Di Lei, per nove giorni, divisi in gruppi, abbia-mo intessuto gli elogi, inneggiato alle virtii, cantato le bellezze. « Tota pulchra es Maria! » e stato il nostro inno di gioia, durante la novena, come il grido del figlio alia mamma. Gli spunti delle nostre riflessioni l'abbiamo tratti dalla preghiera del nostro Fondatore, P. Minozzi, preghiera tra le Sue, forse la piu vibrante d'amore.

Quando il Direttore ci condusse alia « tenuta » per la raccolta delle olive parve un po' smorzato il nostro ardore, il freddo pungente ci raggrinziva le mani; ma cantammo ugualmente, offrendo a Maria la nostra fatica.

Durante la novena, e precisamente giorno 5, una visita del Padre Generale. Questa volta graditissima, perche dedi-cata tutta a noi. Egli, nel parlarci, ha voluto delineare la figura del « vero discepolino ».

— Anzitutto, ci ha detto, il vero Discepolino deve avere idee chiare. Perche chi cammina con la testa nel sacco cade nel fosso o batte contro qualche ostacolo.

Ma non basta avere le idee chiare — e sempre pensie-ro di Don Romeo — cioe dire: « Io ho intenzione di farmi Discepolo »; occorre che le nostre convinzioni si traducano in pratica costante di vita. E chi dice con i fatti: « Tira oggi che viene domani », non conclude nulla e niente opera per il suo progresso spirituale. La sua vocazione rimane rachitica, ne ha il modo per svilupparsi. A nostro conforto ci viene in aiuto la Vergine Maria, nostro vero esempio e modello.

Ella pure voile avere idee chiare, quando chiese lumi all'Angelo; poi tradusse, in tutta la sua vita, il Suo « Fiat » d'amore.

Giorno otto, naturalmente, tutti i nostri pensieri, i

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nostri affetti furono per la nostra Mamma Celeste. Durante

Pomelia, il Direttore ha messo in evidenza come il privile-

gio di Maria venne avvalorato dalla semplicita ili vita della

Vergine, dalla Sua incessante orazione e dalla meditazione

dell Parola divina.

A sera partecipammo tutti ad tin altro Sacrificio Euea-

ristico nella Chiesa di S. Angelo ed elevammo canti liturgi-

ci. Dopo la S. Messa il nostro carissimo Don Marcello ci ha

accolti in casa sua e ci ha offerto un generoso rinfresco,

sempre con la sua solita squisita ospitalita.

L'indomani, domenica, abbiamo concluso i festeggia

menti mariani nel salone delle conferenze: ognuno 11i noi,

con composizioni di vario genere, ha tracciato un aspetto

particolare della Santita tli Maria, prima Discepola di ('ri­

sk).

Giorno 16 e sgorgato dai nostri cuori il grido: « Regem

venturum Dominum, venite adoremus! ». ha N'ovena di

Natale e sempre attesissima, sia dagli adtilti che dai giova-

ni. « Vieni, Signore Gesii », motivo che ci riempie I'anima

tli una inesplicahile nostalgia.

Ed eccoci a Natale, la festa della « vita ». l.a benignita

del Salvatore nostro Dio appare in mezzo a noi. l.a nostra

Casa risuona di grida gioiose, di canti, di suoni di vari

strumenti. E' tutto Lin lavorio per rendere piii solenne

possibile il Natale. L'inverno di morte scompaia da noi,

s'avanzi la primavera della vita, che nasce presso la culla

del Salvatore.

I nostri fratelli maggiori, i teologi romani, sono gia

arrivati per passare la festa con noi. Tutti si danno da I are

per completare i preparativi: il Presepe, il refettorio, Ie

varie ltici ecc. E come sono bravi!

In serata e giunta la Comunita romana al completo, pel1

prima la macchina del Padre Superiore. II freddo si la piii

intenso, ma noi, per la verita sentiamo caldo, e il gaudio

del Natale. Si ceno tutti in Refettorio, illuminato da luci

multicolori con al centro tin piccolo presepe, fatto con Ie

nostre mani e tutto tli creta... nostra. Don Romeo ci e

apparso sereno e lieto di stare in mezzo a noi. he brave

Snore, in particolare la Superiora, si sono adoprate perche

la nostra fraterna ccna natalizia losse varia e festosa; non

mancarono i buoni dolci dorati tli miele. Durante la ccna

vari nostri canti ed un « recital » accompagnato dai suono

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ora di chitarra, ora di fisarmonica, ha allietato i commensa-li. Le nostre risate sbottarono, pero, quando il forte Nozzo-lillo affronto « in singolar tenzone » il robusto Walter. La tombolata fu diretta, come ogni anno, dal Padre Superiore.

Gli auguri ufficiali li presento il nostro Cesare, auguri per tutti i presenti, uno ad uno; uno speciale venne rivolto a Don Romeo, del quale fu messa in risalto la paternita, alia quale noi volentieri ricorriamo con amore di figli. Scoccata la mezzanotte, ci recammo tutti in Chiesa per la Messa solenne. « E' la notte piu bella della vita del mondo, ha detto Don Romeo nell'omelia, perche duemila anni fa, come in questa Santa Notte, nacque il Salvatore del mondo, Cristo Signore. Questa gioia annunziamola anzitutto a noi stessi (chiamati a diventare specialisti dell'annunzio), poi ai fratelli assetati di pace e di felicita ». Parole pronunziate quasi come un augurio per tutti noi, che aspiriamo a diventare evangelizzatori.

Dopo la S. Messa abbiamo rinnovati gli auguri anche per il prossimo Anno Nuovo, perche il Padre con la Co-munita romana, valde mane sarebbe ritornato a Roma.

Durante il giorno santo, completammo la solennita par-tecipando alia Messa, celebrata in Duomo dal Vescovo. Anche Mons. Lucio ci ha detto la sua parola di Pastore che annunzia la pace ai fratelli. « II mondo di oggi, che in gran parte — ha soggiunto il Vescovo — si nutre di odio, perche non ama i fratelli, illudendosi di essere cristiano, ha assolutamente bisogno di vera pace. Possa una buona volta sradicare la malefica pianta dell'odio ».

AI tramonto di questo giorno un'altra gioia si fece strada nel nostro cuore: domani, abbiamo pensato, andre-mo a casa per sentire l'afflato amoroso dei nostri cari.

Mauri zio

LA CASTITA' DELLA CARNE FA RISPLENDERE ANCHE NEL CORPO LA LUCE DELLO SPIRITO. DIVENTA COSF OBLAZIONE DELLA PROPRIA LUCE, CHE A R D E N D O SI CONSUMA IN AMORE E IN ESEMPIO PER I FRATELLI.

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VENOSA Le Comunita delle Snore del Sacro

Costato delle Scuole materne « Ma­

donna della Scala » e « Piani dell'An-

nunziata » di Venosa hanno avvertito

il dovere e gustato la gioia di celebra-

re nel modo piu degno la paterna fi-

gura di P. Giovanni MINOZZI, nel

XX anniversario della sua santa morte.

Dopo aver coinvolto in tin interesse

comune le Comunita religiose di Ma-

schito e Forenza, che lavorano nello

stesso ambito dell'Opera Naz.le per il

Mezzogiorno d'ltalia, hanno scelto

come data cclebrativa il 2 diccmbre

1979.

Sono stati diffusi largamente volan-

tini esplicativi, di cui si allega copia.

La celebrazione e consistita nella S.

Messa di suffragio nella chiesa del-

l'lmmacolata, che e, attnalmente, la

piu accogliente. Celebrante e stato il

Vescovo della Diocesi, Mons. Arman­

do Franco. NeH'omelia il Presule, con

competenza e ardore apostolico, ha

tessuto 1'elogio della sua opera, ha de-

scritto la figura di grande sacerdote,

ha espresso la gratitudine della Dioce­

si, e di Venosa, che benelicia di questa

presenza e di questa opera benemerita.

Larga e siata la partecipazione dei

Fedeli. All'indomani, domenica, nella rubri-

ca religiosa della Radio locale, e stata

tratteggiata, nei punti essenziali, l'ope-

ra del Fondatore e del Benefattore.

Tanto si scrive a memoria di uu

doveroso servizio.

/•'. c P

SIPONTO Anche nel nostro Istitnto, come in

tutte le Case dell'Opera, nella ricor-

renza del 20" anniversario della morte

del Padre Fondatore, si e cercato di

fare qualche manifestazione per larlo

conoscere nell'ambiente cittadino.

Per la commemorazione il Direttore,

O. Ruggiero Cavaliere, ha voluto invi-

tare una persona illustre, Mons. Rena-

to Luisi, fondatore benemerito della

splendida Casa di Siponto. Nonostante

ci fossero ancora molto palesi i sinto-

mi lasciati dall'influenza, raucedine e

tosse, si e presentato puntuale. Ad a-

scoltarlo e'era anche l'Areivescovo ili

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Manfredonia, Mons. Valentino Vailati, la Senatrice Grazia Giuntoli, autorita, sacerdoti del clero dioeesano, rappre-sentanti di tutte le istituzioni religio­se: Cappuccini, Minori, Scalabrini, Suo-re della Carita..., amici, parenti dei nostri alunni, gruppi sportivi frequen-tanti i nostri campi di gioco...

L'oratore, di proposito, ha voluto parlare in modo semplice, sottolinena-do del Padre la virtu piu spiccata: la carita, spinto dalla quale viaggio a lungo per l'ltalia e per il mondo in cerca di aiuti per alleviare le miserie di tanti bambini raccolti nelle sue Ca­se « si belle e si care » delPOpera sua, case che ha volute ariose e luminose, sparse per tutta 'lltalia, particolarmen-te nel Mezzogiorno.

II Presule ha voluto anche ricordare le persone che gli hanno consentito la conoscenza del Padre Minozzi e della sua Opera grandiosa: Padre Tito Pa-squali, il primo successore del Fonda-tore, schietto per linguaggio e austero pel suo modo di vivere; Padre Romeo Panzone, Pattuale Padre Superiore dei Discepoli, che lo considera come il membro piu illustre della sua Famiglia religiosa; D. Berardino De Julis, Di-rettore dellTstituto di Napoli, che o-spita studenti di medicina, tra i quali — ha aggiunto l'oratore — ci sono tanti del nostra territorio, indirizzati da me stesso.

Dopo la commemorazione, agli at­tend ascoltatori e stata presentata la proiezione del documentario « Due A-nime una vita » che presenta alcuni particolari della vita del Padre Semeria in sintonia con fatti della vita del Padre Minozzi nella fondazione della

« l'Opera Nazionale per il Mezzogior­no d'ltalia ».

La commemorazione e stata tenuta in un'ampia sala della citta, al Ci-ne-Teatro « S. Michele :•>, sottostante alia omonima Parrocchia, approfittan-do della gentilezza e della cortesia del Parroco, D. Michele Ciccone, e dell'e-simio Direttore della Sala.

Per raggiungere la sala della com­memorazione ci siamo serviti dell'au-tobus della ditta « Palumbo », che per l'occasione, ha messo a disposizione un moderno pulman di 40 posti.

La cerimonia e iniziata alle ore 18,30 in punto con la presentazione del Direttore. Tutto e terminato verso le ore 20.

POTENZA Anche quest'anno i nostri alunni si

sono degnamente preparati alle Feste Natalizie con tre manifestazioni: la Novena deH'Immacolata, del Santo Natale ed il Presepe artistico.

I Canti delle due Novene sono stati curati dal nostra Vice Don Innocenzo. Ai giovani piace molto cantare, specie in queste circostanze per la dolce ac-quolina delle prossime vacanze in fa­miglia. II pensiero religioso e stato dettato accoratamente dal nostra Di­rettore Don Antonio Rella.

I giovani ascoltano volentieri la pa-rola paterna perche va al cuore. Noi puntiamo sul cuore perche i buoni af-fetti mantengono le buone idee.

II Presepe e stato allestito in Chiesa

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dai nostri alunni piu grandi sotto la

direzione artistica... e manuale del

nostro Preside Prof. Donato Noviello.

La notte di Natale lo ha solenne-

mente inaugurato con il consueto nu-

meroso concorso delle famiglie vicine

al nostro Istituto. I bambini hanno

anche ammirato il gioco delle stelle e

della luna... segrcto artistico del Sig.

Preside.

Noi lo ringraziamo cordialmente con

precetto di impresa per il Prossimo

Natale 1980 - et ultra -.

Per una « Lieta tombolata fine

Anno », sono convenute nel nostro Sa-

lone le famiglie degli Fx-Alunni Giu­

seppe Galotta, Rosario Giannattasio,

Giuseppe Monaco, Felice Pesce, Raf-

faele Di Nardo. Da Barile e venuto

anche il carissimo Don Sabatino e, per

causa del suo spumante, e successa u-

na baruffa a lieto fine. Tutti ci siamo

inginocchiati ai piedi di Peppino Mo­

naco supplicando perdono e pace. Tut­

ti furono da lui benevolmente assolti

con una allegra spaghettata aglio e olio.

// Cronista

FRANCAVILLA A MARE j

Era urgente l'intervento che e stato

magistralmente condotto per restaura-

re la cupola della Chiesa. dalla Ditta

MONGIARDO di Gtsalicontrada, spe-

cializzata in materia,

Anche 1'interno, ripulito ad arte, e

stato arricchito di lampadari al neon

offerti dagli Ospiti ed in piu un nuovo

Tabernacolo in onice e metallo dorato,

destinato ad essere posto, in tin pros

simo futuro in degno supporto. E' sta­

to offerto dai coniugi Nicolino e Maria

Pia Giancola, quest'ultima sorella del

venerato P. Tito, ed inaugurato il-

giorno dell'Immacolata. Anche la Si-

gnora Pringigallo Lina ha voluto offri-

re l'importo di due candelabri e di un

crocifisso artistico, a riporto del taber­

nacolo. L'altare e illuminato da due

riflettori offerti dalla Signora Antoniet-

ta Brunetti.

11 13, giorno di Santa Lucia, l'Arci-

vescovo di Chieti, Mons. Fagiolo, ha

fatto la sua visita pastorale e si e

intrattenuto aflabilmente con tutti

portando la sua benedizione a tre che

erano malati. Insieme con lui abbiamo

scoperto che nella nostra Comunita gli

Ospiti sono di svariate regioni d'ltalia

e persino una Signora Bulgara. Quindi

alia domanda: Da done viene lei:

l'Arcivescovo si e sentito rispondere:

da Pavia, Ferrara, Ancona, Firenze,

Napoli, Palermo, Trento, Roma e,

naturalmente L'Aquila, Pescara, ("hie

ti, Teramo...).

Nel periodo natalizio particolare e

stata la piccola rappresentazione del mi-

stero della Nativita, eseguita dagli a-

lunni della Seconda « D » mista, Scuo-

la Media « F. Masci », diretta dai Pro

fessore di lettere Giorgio Mancuso.

Spontaneo il loro sentimento di affetto

per questi « nonni e nonne » con i

quali si son soffermati a dialogare.

Hanno lasciato la loro simpatia ed an­

che qualche panettone nonche « un

Babbo Natale » disegnato con tutte le

loro firme.

D. V.

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L A\ a Q

A. N O T I Z I A R I O DELIA ASSOCIAZIONE EX-ALUNN

La nonna degli ex alunni

II Papa si intrattiene simpaticamente con Nonna Eugenia, appartenente al-1'affetto del nostro ex-alunno Pacifico Valle, la quale a 99 anni e venuta da Ama-trice a S. Pietro.

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UN INVITO CHE SI RINNOVA AMICHEVOLMENTE

Abbiamo ricominciato l'anno nuovo e subito tanti mi hanno invita-to a fare qualcosa, ad organizzare incontri, gite...

La mia perplessita, pero, rimane. Siamo sempre pochi, il numero che sarebbe dovuto crescere a macchia d'olio, perche nelle case sono stati in molt] a godere dell'educazione e dell'istruzione, e rimasto, invece, quello del primo anno di censimento.

Da queste pagine vorrei ancora una volta invitare quanti hanno aderito a partecipare attivamente per poter far vivere in modo atiivo la nostra associazione.

Certo non tutto e andato bene; non sempre ho organizzato al meglio, ma se tutti danno il loro contributo costruttivo faremo sicura-mente meglio. Ho 1'impressione che il riflusso del privato, di cui tanto si parla, ci ha toccati un pochino. Ma a me sembra che non c'e nulla di piu privato ed intimo di questo nostro modo di procedere e di incontrarci. Se qualcuno non e tanto di questo parere si faccia sentire. I suggerimenti sono sempre ben accetti da tutti.

Vorrei spendere due righe anche per i GEX periferici; li chiamo cost solo per individuarli, non per altro motive Gli Animatori e gli Assistenti sono vivamente pregati di far sentire la loro voce e, perche no, anche !a loro penna.

In questo ventennale della morte di Padre Giovanni Minozzi cer-chiamo di ricaricarci piu degli altri anni per poter procedere in modo piu spedito ed agile nel far funzionare al meglio l'Associazione a cui Padre Minozzi credeva molto.

Aspetto percio da tutti tanti suggerimenti e tante belle idee.

Michele Leone Gruppo A.A

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CASA DI SPIRITUALITA' E DI SOGGIORNO « MADONNA DELLE ROCCHE »

ROCCADIMEZZO (L'Aquila)

Tel. 0862/91329 a m. 1329 di altitudine

La Casa dispone di 110 posti letto, in camere singole o in stanze per famiglie, ed ha quanto altro si desidera per trascorrere un periodo di riposo e di ripresa spirituale in ambiente tranquillo e confortevole. I luo-ghi di alloggio, di riunione, di soggiorno, di studio, di refezione, di svago sono assolutamente decorosi e comodi. All'ingresso c'e subito la Cappella.

Nella Casa potranno essere ospitate famiglie che desiderano trascor­rere qualche giorno per recuperarsi e godersi e rifarsi, umanamente e cristianamente, dalla dispersiva vita di lavoro e di responsabilita; per gruppi organizzati con fini di formazione cristiana e di ricreazione; per riunioni di categoria; per incontri di studio e di preghiera; per giornate di dibattiti e di aggiornamento; per esercizi spiritual!.

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CENTRO RESIDENZIALE PERMANENTE « PADRE GIOVANNI SEMERIA » — MONTEROSSO AL MARE (LA SPEZIA)

A Monterosso al Mare (La Spezia), una delle localita piu sugge­stive delle Cinque Terre, funziona il Centro residenziale permanente per persone anziane autosufficienti d'ambo i sessi.

L'edificio, che gia ospitava l'Istituto P. Semeria, e stato ristruttu-rato, ottenendone ambienti ospitali per la permanenza degli anziani e la loro convivenza assistita da affettuosa presenza umana e cristiana.

Le domande di ammissione devono essere indirizzate alia Direzio-ne del Centro residenziale « P.G. Semeria » - 19016 MONTEROSSO AL MARE (SP) - Tel. (0187) 817514.

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EDIZIONI DELL'OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO D'lTALIA (ad esclusivo beneficio degli assistiti)

P G. Semeria

P.G. Semeria P.G Semeria

P.G. Semeria

P.G. Minozzi

P.G. Minozzi P.G. Minozzi P.G. Minozzi P.G. Minozzi P G. Minozzi P.G. Minozzi

P.G. Minozzi

P.G. Minozzi

Quel Cuore che ha tanto amato gli uomini (L. 1.000) Pater noster (L. 1.200) La famiglia umana e cri-stiana (L. 1.500)

Gli inni eucaristici (of-terta libera) P. Giovanni Semeria (L. 2.000)

Meditazioni (L. 2.000) La buona notte (L. 1.300) De profundis (L. 200] Fausto Salvatori (L. 500) Giovanni Grosoli (L. 500) Rifugi dello spirito (L. 500)

La preghiera di Dante (L. 600)

Paolo Segneri (2 volumi L. 1.500)

P G. Minozzi

P.G. Minozzi

P G. Minozzi

DR. Panzone

D.E. Patuelli

D.E. Patuelli

Edin Holme

G. Caruso

G. Toffanin

D.R. Panzone

D.R. Panzone

Pater noster (L. 1.000)

Ricordi di Guerra (II vol.

L. 2.000)

Con Lei sulle orme di Lin - La vita del Signore (7 volumi L. 3.500)

Federico Ozanam (L. 1.000)

P. Giovanni Semeria (L. 1.000) 50° anno di fondazione dell'Opera (of terta libera)

II figliuol prodigo (L. 600)

L'avvio - Poesiie (off. lib.)

P. Giovanni Semeria (of-ferta libera)

P. Giovanni Minozzi (L. 1.500) P. Tito Pasquali (L. 1.000)

Per la richiesta delle pubblicazioni rivolgersi a: OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO D'lTALIA

Via Caccianino, 19 - 20131 MILANO - c.c.p. 828202

EVANGELIZARE pauperibus misit me Bollettino mensile dell'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'ltalia e della Famiglia Religiosa dei Discepoli (abbonamento ord. L. 5.000 - sostenitore L. 10.000 - di amicizia L. 15.000).

Gli abbonamenti al Bollettino mensile devono essere indirizzati a:

OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO D'lTALIA

Via dei Pianellari. 7 - 00186 ROMA - c.c.p. 1-9019

L OPERA si aiuta inoltre:

• con la preghiera. col consiglio, con I'opera arnica; • con le offerte in generi e in denari; • sovvenendo alle necessita degli assistiti; • offrendo impiego ad alunni e a ex-alunni; • assegnando ai DISCEPOLI la celebrazione di Sante Messe; • indirizzando al SEMINARIO DEI DISCEPOLI giovinetti che aspirano a diventare

sacerdoti

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