ANNO XIV - N. 2 - D ICEMBRE 2012 · al di fuori delle aule scolastiche e negli anni a venire. ......

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LICEO SCIENTIFICO “P. S. MANCINI” - VIA DE CONCILII - AVELLINO ANNO XIV - N. 2 - D ICEMBRE 2012 COPIA OMAGGIO Sono tantissimi anni che collaboro (la prima volta è stato sulle pagine regionali del quotidiano napoletano “Il Roma”) -e qualche volta ho anche diretto- a giornali quotidiani, settimanali, di varia periodicità, passando dalla carta stampata alla radio, alla televisione e, in tempi più recenti, finanche al web. Eppure è la prima volta che mi occupo di un giornalino scolastico. Forse per il semplice motivo che non me n’è mai capitata occasione. Mi accingo, perciò, a questo compito, per me nuovo, con qualche timore, ma anche con grande interesse, perchè posso finalmente coniugare insieme le mie due grandi passioni: l’insegnamento e il giornalismo. Sono consapevole di ricevere un’eredità difficile, raccogliendo il testimone da una collega amata e stimata, che ha saputo portare questo giornale scolastico a livelli di assoluta eccellenza, come testimoniano i numerosi riconoscimenti che in questi anni ha collezionato in tutta Italia. Ma, per gli stessi motivi, sono orgoglioso di curare un giornale che è divenuto punto di riferimento, innanzitutto per la nostra comunità scolastica. Mi immetto, insomma, in una strada già ben tracciata, che seguirò senza avere la presunzione di innovare ad ogni costo. Un obbiettivo, però, vorrei realizzare, sia pure nella continuità della tradizione. Vorrei che “Tiri Mancini” divenisse sempre più degli studenti, che la mano amorevole degli insegnanti (che indirizzano, sollecitano, suggeriscono, rivedono gli articoli) diventasse sempre più invisibile, che i nostri giovani fossero sempre più autonomi e responsabili, che possa nascere una vera e propria redazione che li veda protagonisti. Vorrei, infine, che questo giornalino possa essere per i suoi giovani collaboratori un impegno costante, uno stimolo per l’approfondimento, magari l’occasione per scoprire un interesse ed una vocazione da coltivare anche al di fuori delle aule scolastiche e negli anni a venire. Mi piacerebbe se qualche futuro giornalista potesse ricordare un giorno che la sua attività professionale è cominciata già sui banchi di scuola, quando faceva parte della redazione di “Tiri Mancini”. Nunzio Cignarella Una nuova avventura EDITORIALE Giuseppe Gesa LA CRISI Si avverte nel mondo un disperato bisogno di certezze... alla ricerca di un futuro più sereno per l’Umanità. Un Bosone intelligente ci salverà L a parola utilizzata più diffusamente negli ultimi tempi è “CRISI”. A ciascuno di noi appaiono evidenti i segni della condizione precaria della “vita”, in ogni sua manifestazione, situazione e forma. La “crisi”, etimologicamente, non è una condizione necessariamente negativa; essa rappresenta un processo che, lentamente o velocemente, avanza, che arriva ad un apice e che si risolve in positivo o in negativo. La “crisi” in cui versa una persona sofferente, per esempio, arriva ad un punto in cui, toccato il culmine, il “malato” o si salva o muore. Il superamento della crisi consente di cambiare “situazione”. Oggi la crisi ci appare infinita, perpetua, irrisolvibile. Stiamo vivendo una situazione di perenne disagio a livello economico, sociale, politico, morale, relazionale… Eppure la crisi può essere risolta attraverso tre passi fondamentali: valutazione analitica e chiara della situazione, scelte operative, spesso dolorose ma, comunque, sempre eque, attuazione pratica delle scelte in maniera netta, precisa, incontestabile ed inevitabile. In passato l’uomo, in condizioni diverse, certamente, ha attraversato periodi analoghi di incertezze, disagi, povertà, guerre, pensiero debole… ma sempre è giunto al passaggio ad altra “epoca”, a diverse e migliori condizioni di vita, ad una “ripresa” di un cammino e di un percorso più agevole. Oggi, per superare la “crisi”, occorre che ciascun individuo parta da se stesso… e si serva di tre “forze” fondamentali. Bisogna avere Fede e credere nella capacità dell’uomo di far rivivere i valori fondamentali della vita e di recuperare in maniera certa e condivisa una moralità smarrita. In altri tempi è avvenuto. E’ necessario che la Speranza entri nelle menti e nei cuori e dia la spinta all’azione concreta,decisa ed efficace, per evitare l’autocommiserazione e per consentire di uscire dal buio attuale e giungere alla luce. Per superare la crisi attuale non c’è bisogno, come per molte “crisi” del passato, di diluvi, cataclismi, peste, epidemie, distruzioni e guerre. Occorre, attraverso una reale, convinta e globale Solidarietà, capire che bisogna lavorare per superare gli egoismi individuali o di parte, altrimenti si va incontro al degrado della “vita” ed alla sua trasformazione e negazione; occorre convincersi che il singolo da solo non salva l’Umanità; solo l’unanimità di intenti, il rispetto della vita dell’altro, la dignità del vivere di tutti possono consentire l’evoluzione, il passaggio ad una realtà nuova, il superamento della “crisi”. Altrimenti le risorse, collettive o individuali, diminuiscono, si assottigliano, si disperdono, si annullano… Io spero che un bosone intelligente, abbandonando la sua “indeterminazione” ed il suo saltellare da una posizione all’altra, possa aiutarci a scegliere la strada giusta.

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LICEO SCIENTIFICO “P. S. MANCINI” - VIA DE CONCILII - AVELLINOANNO XIV - N. 2 - D ICEMBRE 2012 COPIA OMAGGIO

Sono tantissimi anni che collaboro (la prima volta è statosulle pagine regionali del quotidiano napoletano “IlRoma”) -e qualche volta ho anche diretto- a giornaliquotidiani, settimanali, di varia periodicità, passandodalla carta stampata alla radio, alla televisione e, in tempipiù recenti, finanche al web.Eppure è la prima volta che mi occupo di un giornalinoscolastico. Forse per il semplice motivo che non me n’èmai capitata occasione. Mi accingo, perciò, a questocompito, per me nuovo, con qualche timore, ma anchecon grande interesse, perchè posso finalmente coniugareinsieme le mie due grandi passioni: l’insegnamento e ilgiornalismo.Sono consapevole di ricevere un’eredità difficile,raccogliendo il testimone da una collega amata e stimata,che ha saputo portare questo giornale scolastico a livellidi assoluta eccellenza, come testimoniano i numerosiriconoscimenti che in questi anni ha collezionato in tuttaItalia.Ma, per gli stessi motivi, sono orgoglioso di curare ungiornale che è divenuto punto di riferimento, innanzituttoper la nostra comunità scolastica. Mi immetto, insomma,in una strada già ben tracciata, che seguirò senza averela presunzione di innovare ad ogni costo. Un obbiettivo,però, vorrei realizzare, sia pure nella continuità dellatradizione. Vorrei che “Tiri Mancini” divenisse semprepiù degli studenti, che la mano amorevole degliinsegnanti (che indirizzano, sollecitano, suggeriscono,rivedono gli articoli) diventasse sempre più invisibile,che i nostri giovani fossero sempre più autonomi eresponsabili, che possa nascere una vera e propriaredazione che li veda protagonisti.Vorrei, infine, che questo giornalino possa essere per isuoi giovani collaboratori un impegno costante, unostimolo per l’approfondimento, magari l’occasione perscoprire un interesse ed una vocazione da coltivare ancheal di fuori delle aule scolastiche e negli anni a venire.Mi piacerebbe se qualche futuro giornalista potessericordare un giorno che la sua attività professionale ècominciata già sui banchi di scuola, quando faceva partedella redazione di “Tiri Mancini”.

Nunzio Cignarella

Una nuova avventuraEDITORIALE Giuseppe Gesa

LA CRISISi avverte nel mondo un disperato bisogno di certezze...

alla ricerca di un futuro più sereno per l’Umanità.Un Bosone intelligente ci salverà

La parola utilizzata più diffusamente negli ultimitempi è “CRISI”.

A ciascuno di noi appaiono evidenti i segni dellacondizione precaria della “vita”, in ogni suamanifestazione, situazione e forma.La “crisi”, etimologicamente, non è una condizionenecessariamente negativa; essa rappresenta un processoche, lentamente o velocemente, avanza, che arriva adun apice e che si risolve in positivo o in negativo. La“crisi” in cui versa una persona sofferente, per esempio,arriva ad un punto in cui, toccato il culmine, il “malato”o si salva o muore.Il superamento della crisi consente di cambiare“situazione”.Oggi la crisi ci appare infinita, perpetua, irrisolvibile.Stiamo vivendo una situazione di perenne disagio a livelloeconomico, sociale, politico, morale, relazionale…Eppure la crisi può essere risolta attraverso tre passifondamentali: valutazione analitica e chiara dellasituazione, scelte operative, spesso dolorose ma,comunque, sempre eque, attuazione pratica delle sceltein maniera netta, precisa, incontestabile ed inevitabile.In passato l’uomo, in condizioni diverse, certamente, haattraversato periodi analoghi di incertezze, disagi,povertà, guerre, pensiero debole… ma sempre è giuntoal passaggio ad altra “epoca”, a diverse e miglioricondizioni di vita, ad una “ripresa” di un cammino e diun percorso più agevole.Oggi, per superare la “crisi”, occorre che ciascunindividuo parta da se stesso… e si serva di tre “forze”fondamentali.Bisogna avere Fede e credere nella capacità dell’uomodi far rivivere i valori fondamentali della vita e direcuperare in maniera certa e condivisa una moralitàsmarrita. In altri tempi è avvenuto.E’ necessario che la Speranza entri nelle menti e neicuori e dia la spinta all’azione concreta,decisa edefficace, per evitare l’autocommiserazione e perconsentire di uscire dal buio attuale e giungere alla luce.

Per superare la crisi attuale non c’è bisogno, come permolte “crisi” del passato, di diluvi, cataclismi, peste,epidemie, distruzioni e guerre. Occorre, attraverso unareale, convinta e globale Solidarietà, capire che bisognalavorare per superare gli egoismi individuali o di parte,altrimenti si va incontro al degrado della “vita” ed allasua trasformazione e negazione; occorre convincersi cheil singolo da solo non salva l’Umanità; solo l’unanimitàdi intenti, il rispetto della vita dell’altro, la dignità delvivere di tutti possono consentire l’evoluzione, ilpassaggio ad una realtà nuova, il superamento della“crisi”. Altrimenti le risorse, collettive o individuali,diminuiscono, si assottigliano, si disperdono, siannullano…Io spero che un bosone intelligente, abbandonando lasua “indeterminazione” ed il suo saltellare da unaposizione all’altra, possa aiutarci a scegliere la stradagiusta.

22 Tiri ... Mancini Scuola e dintorni

Sono le 8:15 e gli alunni del liceo “Mancini” sono in attesa del suono della campanella, che annuncial’inizio delle lezioni. Ci sono i ragazzi dei vari corsi che aspettano, vorrebbero che la campanella nonsuonasse mai. Si sa, il lunedì è sempre il più “tosto”. Proviamo ad ascoltare i discorsi dei ragazzi di

quinta. “Io comincio a preoccuparmi per l’esame finale, perchè mi hanno detto che non è, poi, unapasseggiata”. “Eh, già. Ma se anche ci si impegna tanto, alla fine se non hai accumulato crediti mica potrairaggiungere chissà quali risultati”. “C’è poi la terza prova! La sapete la novità? Quest’anno arriverà dalministero e, secondo voi, sarà facile?”. Sono più o meno questi gli argomenti di discussione di noi ragazzidi quinta classe e sembriamo veramente preoccupati. La spensieratezza, il menefreghismo, la voglia di fare“casino” sembrano lontani ricordi.Mi dico: “Stiamo veramente incominciando a crescere!” Già, l’esame di stato è importante, apre le porteper l’università! Ma quale sarà la facoltà più giusta? Quali prospettive per il futuro? Tutto è incerto: ogginon puoi decidere prima quello che vuoi fare dopo, perchè nelle università ci sono anche le prove di accessoda superare: Se, ad esempio, vuoi fare il medico o l’architetto, non è detto che lo farai, se non rientri inquella percentuale di fortunati nella graduatoria degli ammessi. Ma quand’anche sia ammesso e ti laurei apieni voti... devi iniziare un tirocinio lungo e difficile, devi confrontarti con gli altri e, alla fine, “spara chi hapiù cartucce”, non chi è più capace. Questa è la logica della nostra società e c’è solo da sperare che le cosecambino e che chi è veramente capace non debba andare all’estero ad investire le proprie capacità.Abbiamo, allora, provato a sondare, con un vero e proprio questionario, quali siano, più o meno, le riflessioni,i pensieri e le risposte dei ragazzi che si avviano ad affrontare l’esame di stato. Ogni domanda ha dato vitaad un acceso dibattito. In questa pagina riportiamo, sinteticamente, le risposte più “gettonate” nelle singoleclassi.

Questo è l’anno della maturità;come vi preparate? Qual è ilvostro stato d’animo?

E’ una sensazione difficile dadescrivere; c’è un forte nervo-sismo, quando pensiamo all’esa-me che dovremo sostenere.Certamente deve esserci unmaggiore impegno da parte nostra,ma occorre studiare fin dall’inizioper ottenere ottimi risultati.

Giusy Guercia V NCi sentiamo come inespertiesploratori in avanscoperta, conirrefrenabile desiderio di cono-scenza e al tempo stesso coltimore e l’insicurezza di chi sitrova di fronte a ciò che nonconosce. L’esame di stato rap-presenta un’importante tappaall’interno della nostra vita e unrilevante obbiettivo da affrontareserenamente, ma anche con unacerta serietà, nel quale convogliaretutto il nostro impegno, che ci haprogressivamente accompagnatonel corso di questi cinque anni.

Loris Picariello V GL’esame di stato è sicuramente ilmomento più importante della vitadi uno studente di liceo e forse unodei pochi casi in cui ci si mostracome persone e non come semplicialunni. L’esame è un percorso chesi costruisce nel corso degli ultimitre anni.

Vincenza Colucci V EVogliamo dare il massimo:l’esame è anche un’occasione permetterci alla prova. In questicinque anni ci siamo impegnatimolto, ma in quest’ultimo annocercheremo di far anche meglio.

Martina Picariello V LNessuna tensione e nessun timoredei professori. Cercheremo dimigliorare la nostra preparazionescolastica, ma con un occhio giàalle scelte future

Camilla De Sio V P

Se poteste tornare indietro,cambiereste qualcosa del vostropercorso scolastico?

Probabilmente no, perchè, anchese duro e impegnativo, è stato unpercorso di crescita e di for-mazione.

Maria Albanese V PLe difficoltà ci sono state; ma sonoqueste le esperienze che ci hannoaiutato a crescere e a diventarequello che siamo.

Giovanni Celoro V GAvete già le idee chiare sullascelta della facoltà univer-sitaria?Siamo ancora incerti, dopo tuttoqui c’è in gioco il nostro futuro eanche se tra poco dovremo pren-dere delle decisioni è ancora dif-ficile valutare in quale direzioneincanalare le nostre attitudini.

Mattia Dioguardi V G

Siamo tutti molto confusi alriguardo. Speriamo che durantequest’anno scolastico riusciremoa chiarirci le idee. Sarebbe op-portuno che i professori ci aiu-tassero maggiormente ad orien-tarci.

Nicoletta Guarini V LQualche idea c’è e poichè in quasitutte le facoltà è previsto un testdi ammissione, cercheremo distudiare per entrarci.

Maria Albanese V P

Aver frequentato il liceoscientifico vi sarà utileall’Università?

Sì, sono sicuro che aver fre-quentato questo liceo mi porteràbenefici, in quanto credo che sia,fra tutte le scuole, quella cheoffre una preparazione più ampiaper affrontare qualsiasi facoltàuniversitaria. Il vantaggio prin-cipale si ha soprattutto nelle

materie scientifiche, che, più ditutte, abituano al ragionamentoe ci aprono la mente.

Achille Barone V M

Sì, indubbiamente ci ha dato unabuona base in tutti i campi.

Francesca Romano V L

Avendo intenzione di iscrivermi aduna facoltà scientifica, credo chele discipline del liceo possanoessere di aiuto nel mio futurouniversitario, in particolare ilmetodo di studio acquisito.

Michele Castelli V ENon credo che aver frequentato illiceo scientifico mi sarà diparticolare aiuto nel mio futuropercorso universitario.

Carmine Greco V N

Quali pensate possano essere levostre prospettive di lavoro?

Proprio perchè siamo in unperiodo di crisi i nostri orizzontivanno allargati. Si deve esseredisposti a cambiare Paese emettere la propria mente alservizio del mondo.

Mario Vitucci V EE’ un mondo che fa paura, soprat-tutto per noi ragazzi. Possiamosolo sperare in una ripresa.

Francesca Romano V LPurtroppo la crisi c’è. Ritengo cheper noi ragazzi la cosa migliore dafare sia agire e non lamentarsisoltanto. Dobbiamo partire con ilnostro bagaglio culturale eimmergerci con ottimismo nelmondo del lavoro, per riportarecon determinazione la nostrasocietà in uno stato di serenità.

Giovanni Celoro V GIn questo periodo di crisi non c’èlavoro. Vorrà dire che una voltausciti da scuola ce lo inven-teremo.

Andrea De Maria V N

I CONSIGLI DEI PROFESSORI- Non studiare tutto all’ultimo momento.- Non trascurare alcuna disciplina, ma soprattutto concentrarsi sulle

materie che caratterizzano l’indirizzo di studio.- Cominciare a lavorare da subito per la preparazione del percorso,

che costituirà l’ossatura della parte orale dell’esame.- Prendere consapevolezza dei propri limiti e capacità.- Allenarsi con metodo, ripetendo e facendo schemi.- Alleviare lo stress negativo che impedisce di studiare e concentrarsi.- Sono inutili le giornate trascorse chiusi in casa a studiare; il nostro

cervello apprende fino a un certo punto, poi si affatica e va in tilt- Evitare di preoccuparsi eccessivamente di fare bella figura per avere

un voto alto e concentrarsi su quello che si sa.- Studiare, studiare, studiare.- Il “percorso” che ogni studente presenterà al colloquio orale è la

parte dell’esame sulla quale maggiormente si può incidere. Una“tesina” ben fatta, coerente, organica, oltre ad essere un efficacebiglietto di presentazione, può ridurre al minimo le domande deiprofessori. Se lo studente presenta un discorso ampio ed articolato,nel quale trovino spazio tutte le discipline, e sa muoversi con ladisinvoltura di chi non ha fatto un lavoro di copia e incolla ma dipersonale elaborazione... ebbene, in questo caso i componenti dellacommissione stanno ad ascoltare e si riduce lo spazio per domandeinsidiose. Se, al contrario, la “tesina” è striminzita, saranno icommissari di esame a porre domande per ampliare il discorso. Quindi,fin dal primo giorno di scuola, il consiglio è di lavorare alla prepa-razione della tesina, non trascurando la possibilità, per chi ne è capace,di una presentazione multimediale.

E, per concludere, il consiglio del professore Caputo: Esercitarsi a copiare.

Siamo arrivati alla Maturità

La parola agli studenti delle QuinteFiorella Barbato, Flavia Melchionne V M

33Tiri ... ManciniScuola e dintorni

Una mano per le nostre sceltefuture può forse venire da chiqueste esperienze le ha già fatteo le sta facendo. Abbiamo cosìpensato di rivolgere delledomande a due ex studenti delliceo scientifico “Mancini”,Federica V. e Marco P., alunnidella V F, anno 2009-10.La prima è iscritta alla facoltà diingegneria edile e architetturapresso l’università di Salerno eil secondo studia Economia eManagement presso la Luiss diRoma.

Federica, che rapporto avevicon lo studio?Ho sempre amato studiare, amoformare me stessa imparando il piùpossibile, ma nonostante questepremesse non è stato facilediplomarmi.

Come ti preparasti all’esame dimaturità?Ricordo che facevamo gruppi di

studio assurdi, orari non stop, eci lamentavamo pentendoci ditutto quello che non avevamostudiato durante l’anno.Avevamo paura di non farcela.

La preparazione del liceoscientifico ti è stata di aiutoall’università?Sicuramente sono stata avvan-taggiata, perchè, anche se tutti iprogrammi vengono svoltipartendo dalle nozioni di base, inuna facoltà come ingegneria laconoscenza delle materiescientifiche, che ho potutoapprofondire in questo liceo, mi èstata fondamentale.

Qualche consiglio per chiaffronterà quest’anno l’esamedi maturità...Molti sono i consigli che mi sonostati dati per l’esame di stato equindi so bene quanto possa esserenoioso ascoltare sempre le stessecose. Ma il consiglio che a me èservito di più è stato questo: creareuna buona tesina, ricca di

argomentazioni che permettano difare collegamenti e agganci allevarie discipline e avere la pos-sibilità di rispondere a qualsiasidomanda dei commissari.Godetevi quest’esperienza perchèsarà la prima prova di una infinitaserie di esami, sia per coloro chesceglieranno di proseguire glistudi che per quelli che siinseriranno nell’immediato nelmondo del lavoro.

Marco, quali differenze hainotato fra lo studio del liceo equello universitario?Alle superiori gli studenti tendonoa studiare il giorno prima diun’interrogazione l’intero pro-gramma di studi. All’universitàfunziona diversamente, ci sono piùesami da sostenere in un breveperiodo e quindi c’è bisogno distudiare di volta in volta gliargomenti trattati a lezione.Quali consigli daresti a unneodiplomato?

Investire sulla propria personae scegliere l’università adattaalla propria formazione, anchese questo comporta sacrifici eco-nomici.

Che possibilità lavorative tiaspetti, dopo la laurea?Al giorno d’oggi la crisieconomica e l’aumento dellasoglia di anzianità hanno spinto alivelli ancora più alti il tasso didisoccupazione, specialmentequello giovanile.Essendo bassa l’offerta di lavoro,le aziende tendono ad esseresempre più selettive nella sceltadel candidato ideale e una dellediscriminanti più importanti èsicuramente quella dell’età.Bisogna, dunque, laurearsi intempo ed evitare inutili perdite ditempo. Fatta questa premessa,appena laureato mi aspettosicuramente di fare tanta gavetta,ma soprattutto di mettere in attonuove idee che rappresentano ilmotore del progresso della società.

Dal Liceo all’Università

L’America è lo specchio delmondo, anzi il mondo è lospecchio dell’America.

Oggi, gli Stati Uniti influenzano,nel bene e nel male, le sorti delnostro pianeta, svolgendo unafunzione simile a quella cheduemila anni fa aveva l’ImperoRomano. Come un tempo,l’Impero comprendeva diverseetnie, usanze e tradizioniinnovative, allo stesso modo, oggi,l’America ingloba così tantecomunità di diversa natura ereligione che può essere, a buonpeso, considerata un mondo inminiatura. Se si vuole, dunque,comprendere la direzione che hapreso l’economia globale, maanche la società, è necessariorifarsi a tale nazione, in quantospecchio del mondo. L’America,come si sa, è il paese della libertàdi espressione e, da secoli, unadelle patrie del giornalismo diqualità, con alcune dovute ec-cezioni. Tra l’ampio panorama digiornali, riviste e periodici, ve nesono alcuni che riescono acogliere, con maggiore attenzionerispetto ad altri, il cambiamentodella società, utilizzando anche unlinguaggio più alla portata dellamassa. Tra tali periodici, la miaattenzione si è soffermata sul“Forbes” nel quale, in un recentenumero, è riportato una classificaparticolarmente interessante.Credo che, a differenza di quantomolti pensano, i dati siano piùsignificativi di centinaia di parole,perché determinano un quadro diinsieme che con le parole nonsempre si è in grado di ottenere.In tale classifica si parlava delleindustrie, o meglio delle impreseche, nell’ultimo anno, si sonosviluppate maggiormente: tra leprime dieci, sei sono americaneche diventano quattro se sianalizzano le prime quattroposizioni. Altro dato abbastanzasconvolgente riguarda la natura ditali imprese: si tratta in gran parte,almeno per le prime dieci po-sizioni, di imprese collegatedirettamente al mondo dell’in-formatica. Sette imprese su diecisono, infatti, in relazione al mondodei computer (dalla produzionedella componentistica hardware,fino alla progettazione di softwareper la ricerca di informazioni).Tutto ciò testimonia l’importanzache l’informatica ha nella societàmoderna: essa, infatti, si sta svi-luppando in tutto il mondo, sia neipaesi ricchi sia in quelli poveri, inquanto, nel Web, è di secondariaimportanza la posizione topogra-fica in cui ci si trova: è sufficiente,infatti, solo un computer e unaconnessione Internet. Di conse-guenza, anche coloro che sitrovano nei luoghi più remoti delmondo, poco abitati, o lontanidalle più note città, possono

Il futuro è nell’Informatica

Università Luiss di Roma

comunicare e far sentire al mondola loro importanza, avere amici, eanche guadagnare. Internet e ilmondo dei computer, in generale,è il futuro dell’umanità. I computeroggi sono presenti praticamente inogni cosa, anche se noi non ce neaccorgiamo: dal telefonino, cheusiamo quotidianamente, finoall’orologio, per non parlare ditutti gli oggetti o di tutte quellerisorse il cui funzionamento èstrettamente legato al mondo deicomputer (basti pensare allacorrente elettrica o anche al-l’acqua). La classifica di Forbes,quindi, non fa scalpore, anzirispecchia la situazione globale. Inun domani non troppo remoto,infatti, i computer potrannosostituire gli uomini in molteattività manuali: questo giorno, invirtù del progresso che l’infor-matica sta avendo, non è affattolontano. Per avere un’idea si pensi,ad esempio, agli smartphone che,nel giro di poco più di sei anni,hanno monopolizzato il mondodell’informatica. Immaginate unuomo che sia stato ibernato per 10anni, dal 2002 fino al 2012, edoggi esca dal suo torporeosservando, quale primo oggetto,un cellulare di ultima generazione,uno degli ultimi modelli. Il suo

volto sarà attraversato da un’e-spressione di meraviglia prima, edi sconcerto poi, perché si renderàconto di aver trascorso, dormendo,i dieci anni che hanno segnato lasvolta, per ora, del mondo dellecomunicazioni. Se in dieci anni siè passati da cellulari ad usoesclusivamente telefonico (che tral’altro avevano un costo esor-bitante) a smarthphone che hannola stessa potenza dei computer difascia media (con costi nonelevatissimi), dove potrà condur-ci la tecnologia nei prossimicinquant’anni? Oggi non è piùfantascienza l’ipotesi di computerpiccolissimi con uno schermoolografico che proiettano nel vuo-to immagini tridimensionali ingrado di interagire con l’utentecome un normale PC. La tecno-logia è il futuro ed è importanteessere aggiornati.Dedicare quotidianamente un’oradel proprio tempo a comprendereil funzionamento dei computer èun investimento che, a lungotermine, potrà tornare utile inmolte situazioni.Non bisogna restare tutta la gior-nata davanti ad un monitor, ma nonbisogna neanche ignorarlo pertutta la vita.

Francesco Rapolla V F

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Sabato, 15 settembre 2012, noi alunnidella III M, accompagnati dal nostroprofessore di storia dell’arte Renato

Freda, ci siamo recati presso l’ex carcereborbonico per visitare la mostra“Capolavori della terra di mezzo”.Il progetto, finanziato dall’Ente Provinciain collaborazione con la direzione regionaleper i Beni Culturali e paesaggistici dellaCampania, nasce da un’idea comune esentita di favorire la conoscenza, lavalorizzazione, la promozione e il sostegnoal patrimonio storico - artistico - culturaledell’Irpinia. Il territorio Irpino, nella suamagnifica varietà e nella sua riccaarticolazione di luoghi, opere, monumenti,attende solo di essere riscoperto e am-mirato.Opere d’arte dal Medioevo al Ba-rocco rappresentano l’occasione, per icittadini irpini e soprattutto per noi giovani,di riconoscersi eredi e custodi di un tesoroimpareggiabile, motivo di fierezza ed èanche l’occasione per rendere visibile lostraordinario talento di artisti sconosciuti algrande pubblico.E’ un’opportunità, soprattutto in tempo dicrisi, per ribadire che la promozione dellacultura rappresenta un obbiettivo concretoper la crescita economica e lo sviluppo dellemoderne democrazie. Investire sulla cultura,perciò, vuol dire riscoprire le nostre radicie la nostra storia, che sono fondamentaliper governare una comunità e per pro-muovere la crescita dell’intera collettività.Le circa ottanta opere provengono dachiese, monasteri e palazzi di grandi epiccoli paesi dell’Irpinia, un territorio riccodi testimonianze del passato nonostante iricorrenti eventi sismici, le invasioni, ledistruzioni e le manomissioni subite nelcorso dei secoli. Questa mostra offre lapossibilità di intraprendere un ideale viag-gio nella storia, nell’arte e nel territoriodell’Irpinia. Il percorso espositivo dellamostra è bene organizzato e strutturato incinque sale.La mostra si apre con l’esposizione dimanufatti medievali tra i quali la cosiddettaMadonna di San Guglielmo, due Capitelli

e la Cattedra lignea.La Madonna di San Guglielmo, ma in realtàraffigura la Madonna Regina che allatta ilfiglio, è così nota per la presenza nell’an-golo inferiore sinistro di un monaco in abitobianco con tonsura e cappuccio di di-mensioni piccolissime che la tradizione

vuole raffiguri San Guglielmo. Quello checolpisce in questa tavola è l’emergere,icasticamente frontale, della figura dellaVergine che si materializza, prepoten-temente, davanti agli occhi dell’osservatorecon la potenza idolica delle immagini diascendenza orientale. I due capitelli inmarmo bianco dell’abbazia di Monte-vergine, che costituiscono quanto rimanedel chiostro romanico distrutto dall’inar-restabile divenire storico, scolpiti sui quattrolati raffigurano, il primo due cavalieri chesi affrontano con una lunga lancia, ilsecondo scene di animali in lotta e trovanoun preciso riferimento nella cultura figu-rativa sviluppatasi in Campania nel XIIsecolo. La cattedra lignea così come laosserviamo oggi è il frutto di una complessastratificazione di ben quattro interventisuccessivi. Progettata e realizzata comeseggio unico, ad essa appartengono la frontedel sedile, i quattro montanti e l’esterno deibraccioli, caratterizzati da un ornatogeometrico lineare, con forti spunti disapore islamizzante sia nelle sceltedecorative che in quelle simboliche, comedimostrano i due leoni legati alla catena,attributo di potenza.Sono immagini dal sapore laico che lascianopensare ad una cattedra non destinataall’uso ecclesiastico. E’ infatti ipotizzabileche la cattedra, così come descritta, siaarrivata a Montevergine nel 1195.L’arte rinascimentale concentrò il propriointeresse sulla figura dell’uomo, nellaplasticità delle sue forme, come canone diriferimento della bellezza ed energia che,sintetizzata geometricamente, si espande-va nello spazio definito della prospettiva.La cultura artistica meridionale in questoperiodo fu fortemente connotata dalla pre-senza a Napoli di artisti provenienti dai piùcolti centri italiani che intrapresero uno

scambio dialettico diesperienze con gliautori cosiddetti “re-gnicoli”. In tutto ilsecolo XVI fu enormela richiesta di immaginidi culto e devozionaliper la crescita e laproliferazione di ordinireligiosi. Tra le operedell’arte rinascimenta-le troviamo: l’olio sutavola di San MicheleArcangelo, conservstanella chiesa di SanDomenico a BagnoliIrpino: è un’opera diimportanza rilevante, inquanto per la prima volta l’autore, di ori-gini ignote, rappresenta il diavolo sottosembianze femminili.Si narra che quest’opera sia stata com-missionata da un Cardinale che fu colpitodalle lusinghe di una giovane fanciulla e,per mandarle un messaggio, fece dipingereil demone in tale modo. L’opera presentasfumature del rosso verso il fondo checombaciano perfettamente con i capellivermigli della diavolessa, mentre sullosfondo abbiamo sfumature dell’azzurro chesi integrano con l’ideale cristiano del cielo.Nel periodo tra il Cinquecento e il Seicentol’Irpinia si manifesta validamente inseritain una circolazione di sapienti maestranzee artisti, al servizio di una committenzatutt’altro che provinciale, capace di tenereil passo con le più aggiornate esperienzenapoletane, fatte di artisti provenienti daRoma e dalla Toscana, ed espressione delleinquietudini politiche e dei drammaticicontrasti religiosi del tempo. Si inserisceperfettamente in questo contesto la tavoladi Avella del 1581, col tema del beneficiodi Cristo o, punto focale dello scontro tra ilmondo cattolico e protestante. Qui DecioTramontano, trasmette un importantemessaggio: la redenzione dell’umanitàproviene direttamente dal Salvatore, in unrapporto diretto col fedele, senza me-diazioni di fede, santi o della stessa Chie-sa; il tributo del sangue versato per laredenzione dell’uomo è dono esclusivo diCristo.Gli ultimi periodi storici, trattati dallamostra, sono il Tardo Barocco e il Roccocò.La transizione tra il Barocco ed il tardoBarocco è stata un processo continuoverificatosi tra la seconda metà del XVII

ed il primo ventennio del XVIII secolo.L’arte del XVIII secolo si sviluppaall’insegna del pensiero illuminato e sicolora di nuove e brillanti interpretazioni.Durante la mostra abbiamo ammirato diquesto periodo l’opera di Domenico DeVenuta “Tobiolo e l’Arcangelo Raffaele”.Si tratta di un’opera realizzata per

trasmettere un messaggio immediato: ilruolo di protezione dell’angelo custode acui Tobiolo si affida durante il suo viaggioper guarire suo padre dalla cecità. Laprevalenza del colore azzurro sul mantellova a rappresentare, come consuetudine, ilcolore di Dio, mentre Tobiolo viene rap-presentato in devozione ai piedi del-l’Arcangelo Raffaele.La mostra oltre a darci la possibilità di apriree rafforzare meglio le nostre conoscenze,ci ha colpito molto per la dettagliata curacon cui statue e quadri sono stati espostitramite criteri ben precisi e ha suscitato quelsenso d’arte che va risvegliato in ognunodi noi.Ringraziamo anche il Comune di Avellinoper averci fatto conoscere e visitare meglioun edificio, quello dell’ex carcere borbonicoa noi sconosciuto e per averci fattoapprezzare varie opere di tutto il territorioirpino in un’unica mostra.

Secoli XII-XIIICattedra in legno intagliato e dipinto

Mercogliano, Museo Abbaziale di Montevergine

Sec. XVIS. Michele Arcangelo

Bagnoli Irpino, Chiesa di San Domenico

Decio Tramontano (2a metà XVI sec.)Il sangue del Redentore

Avella, Chiesa di Santa Marina

Attribuito a Domenico De Venuta(Bagnoli Irpino 1687 - Napoli 1744)

Tobiolo e l’Arcangelo RaffaeleCassano Irpino, Chiesa di S. Bartolomeo

A cura di:Annamaria Amoroso, Assuntina

Petraglia, Giulia Cirelli, Giusy Tecce,Luciana De Simone, Raffaela Scannelli

III M

CAPOLAVORI DELLA TERRA DI MEZZO

Michele Ricciardi (1672-1753)Madonna delle Grazie

Forino, Chiesa di S. Maria delle Grazie

Scuola e dintorniTiri ... Mancini44

55

Noi alunni del Liceoscientifico P.S. Mancinisiamo stati i protagonisti

del progetto “English forsuccessful living” (22 agosto - 12settembre 2012) la cui finalitàprincipale è stata quella dirafforzare la conoscenza dellalingua straniera e di sviluppare lacompetenza comunicativa e lasensibilità culturale.Il corso di lingua inglese disessanta ore, svolto da docentemadrelingua, ha avuto lo scopo diprepararci all’esame per ilconseguimento della certifica-zione First - B2 (CambridgeUniversity). Purtroppo sono statiselezionati solo quindici studentitra quelli che avevano fattorichiesta e avevano i requisiti.Dettaglio da non trascurare: tuttoquesto si è realizzato a LONDRA!Per iniziare la nostra avventura direporter è opportuno partire dauna definizione.

Culture shock: “sensazione didisorientamento che un individuopotrebbe avvertire quandosperimenta uno stile di vita nonfamiliare, un paese straniero e unambiente sociale e culturaledifferente”.Ma proseguiamo per ordine.Per alcuni di noi era la prima voltache prendevamo l’aereo eatterrare all’aeroporto di LondonCity praticamente sul Tamigi èstato terrifying! Il viaggiodall’aeroporto al college che ciavrebbe ospitato ci ha subitoofferto il primo impatto con lacittà, attraversare il Tower Bridgeè stata la prima emozione e lacertezza che avremmo trascorsotre settimane vicino ad una dellemaggiori attrattive di Londra.Giunti al nostro college l’ac-coglienza è stata very friendly mala stanchezza, la fame hannoannebbiato il welcome, volevamosolo recarci nelle nostre stanze emangiare. Questo clima didisorientamento è sfociato indelusione quando abbiamo rice-vuto il temutissimo packed-dinner, un miscuglio informe didiversi tentativi culinari. Quando,

poi, siamo entrati nelle nostreaccomodation, il panico ha presoil sopravvento “Dov’è il bidet?!?”.Il tono rassicurante della prof.Vitale che cercava di trasmettercile sicurezze di chi ha già superatoda tempo il “culture shock”, ci haalleggerito questi momenti. Il giorno seguente ci siamo resiconto che gli appartamenti doveeravamo alloggiati erano ubicatipresso i Great Dover StreetApartments, un bel palazzo di stilegeorgiano con un ampio cortileinterno. All’entrata del college erapresente un servizio di sicurezzaoperativo 24 ore su 24. Lastruttura era composta di miniappartamenti di cinque o sei stanzetutte con bagno privato e minifrigo. Per ogni appartamento c’erauna cucina grande con televisore,fornelli elettrici, forno amicroonde, bollitore per fare il tèe un tavolo grande con relativesedie. La struttura era fornita di

lavanderia a gettoni e una sala condiversi computer che potevanoessere utilizzati prima di tutto dagliinsegnanti e poi da noi studenti.Inoltre le lezioni si sarebberosvolte nel Medical King’s College,situato nella centralissima zona diLondra vicino alla stazione diWaterloo, a pochi minuti dicammino dal London Bridge e conla fermata della metropolitanaproprio di fronte al college(Jubilee Line o linea delleOlimpiadi, come era stata no-minata dato che uno dei capolineaè la fermata di Stratford, area dovesi sono svolti i Giochi). Avremmoconsumato i nostri pasti nellamensa, ubicata nel building ac-canto a quello delle aule.Il primo impatto è sempre il piùdifficile, anche perché per molti dinoi era la prima volta cheaffrontavamo un’esperienza simi-le. Ma nei giorni seguenti andòmolto meglio. Dopo aver visto ilcampus, conosciuto gli insegnantie familiarizzato con altri ragazziitaliani e con alcuni giovaniactivity leaders le prospettivemigliorarono decisamente.Da quel momento, è stato un

crescendo di entusiasmo esoddisfazioni: eravamo fieri delnostro college, così vicino alleggendario Tower Bridge con lesue mille luci e la sua magicaatmosfera, e alla storica Torre diLondra. Possiamo sintetizzare lanostra giornata tipo nel modoseguente: quattro ore di lezione algiorno e visita della città. Abbiamosfruttato qualsiasi opportunità pervedere Londra con i suoi musei,monumenti, parchi e attrattive, nondovevamo perder tempo… Non èmancato, naturalmente, il mo-mento dello shopping. Dopo cena(17.45-18.45!) ci recavamo nellenostre stanze per un meritato relaxe poi organizzavamo tutti insiemecome trascorrere il resto dellaserata. Le nostre professoressesono state sempre disponibili arealizzare i nostri desideri, comerimanere in una common room agiocare, prendere un tè conbiscotti, “affogare” la nostra famenella Nutella, uscire per “assa-porare” Londra by night.Resteranno indimenticabili leserate sul Tamigi, durante ilThames festival con i fireworksche splendevano nel cielo e siriflettevano nelle sue acque, la lunache riposava sorniona, cullata daltetto di Buckingham Palace o trale torri del Tower Bridge.Le lezioni si sono svolte dal lunedìal venerdì, come in una qualsiasiscuola o università inglese, lagiornata di sabato era dedicata auna excursion fuori Londra:Oxford con i suoi famosi collegese la visita al Christ Church Collegedove sono state girate alcune scenedi uno dei film con Harry Potter,hanno “profumato” la nostra gitadi cultura. Great! Canterbury ci hadato l’opportunità di entrare nelmondo dei Canterbury Tales diChaucer, un percorso chericostruisce il setting e ipersonaggi di questa opera, inparticolare di alcuni racconti conuna voce narrante che neriassumeva il contenuto. Fantastic!Brighton, al mare, con il suo Pier(il molo), le sue caratteristichestradine e la visita al RoyalPavilion. Surprising! La domenicaorganizzavamo la giornata pernostro conto, pur di non perderel’occasione di immergerci nellacittà. “Earth has not anything toshow more fair/Dull would he beof soul who could pass by/A sightso touching in its majesty”: i primiversi di questa poesia diWordsworth su Londra riassumo-no pienamente le nostre sensazioniogniqualvolta ci facevamo rapiredalla magia dei luoghi.Dato che le Paraolimpiadi si sonosvolte nello stesso periodo in cuinoi eravamo a Londra, abbiamovissuto questa atmosfera cheavvolgeva tutta la città, inparticolare quando siamo andati a

Greenwich per visitare l’os-servatorio e vedere tracciato ilmeridiano, ci siamo imbattuti intanti volontari che avevanoprestato la loro opera per losvolgimento anche delleOlimpiadi. Inevitabile la foto conalcuni di loro che indossavano ladivisa che caratterizzava il lororuolo. Al ritorno abbiamo rag-giunto il centro (Westminster) conil battello. Passare sotto i ponti evedere la città da un’altra pro-spettiva è stato exciting.And the weather? Nel complessoè stato favorevole, anzi quando il3 settembre la prof. Famiglietti ciha raggiunti (i primi dieci giornisiamo stati solo con la prof. Vitale)è iniziata una settimana di sole estabilità climatica, con punte di 27gradi. Terrific!Ma oltre ai monumenti e aipaesaggi suggestivi, immortalatida centinaia di foto, ciò che ci hacolpito era la varietà dei pro-grammi che rendevano piene edivertenti le giornate! Le risate,infatti, erano all’ordine del giorno,e anche della sera, con lefamigerate “spaghettate”, gentil-mente organizzate dalle nostrepreziose professoresse che hannofatto di tutto per regalarci deimomenti che ci potessero farsentire a casa. Non possiamo nonricordare che il progetto haprevisto la possibilità di assisterea uno spettacolo teatrale, quindinon è mancata l’emozione divederne uno, The Phantom of theOpera a Her Majesty’s Theatrenella zona del West End.Amazing! (Troverete maggioridettagli dello spettacolo in un’altrapagina del giornalino scolastico).È stato davvero sorprendente pernoi la velocità con cui ci siamoadattati all’ambiente, come lacapacità di muoverci con facilitàper il quartiere e soprattutto permezzo della metropolitana;avevamo una travelcard gior-naliera usufruibile per tutte le seizone di Londra.Un’esperienza preziosa,senzadubbio. Siamo cresciuti e maturati,avendo dovuto fare a meno percosì tanto tempo dei genitori edella sicurezza della nostraquotidianità. E nel frattempo, oltreallo spirito di adattamento eautonomia, abbiamo miglioratonotevolmente il nostro livello

d’inglese.Abbiamo avuto insegnanti compe-tenti che hanno saputo aiutarci asuperare le difficoltà iniziali,coinvolgendoci nelle attività erendendo le lezioni interessanti. Cisiamo trovati in una situazioneideale di full immersion, che ci haconsentito di utilizzare effettiva-mente la lingua inglese comestrumento di comunicazione. Ognigiorno, era un continuo mettercialla prova, ogni cosa nuovaimparata, per noi, era una piccolaconquista. Il nostro comporta-mento e atteggiamento costruttivoverso questa opportunità unica cheil nostro Liceo ci ha offerto, ci haregalato un sentimento di gra-tificazione quando abbiamo ri-cevuto i complimenti dalla nostrateacher Kelly e dalla direttrice deicorsi. Anche gli activity leaderspreferivano accompagnare ilnostro gruppo perché eravamocorretti e cordiali.Ci siamo visti impegnati in questanon facile sfida culturale, alleprese con cambiamenti climatici ealimentari, con difficoltà lingui-stiche e ambientali, eppure contanto spirito di adattamento e conl’intelligenza di considerare questidisagi secondari rispetto allagrande opportunità di crescitapersonale e culturale che questaesperienza ha rappresentato. Èstato incoraggiante esprimersi inlingua inglese superando il pudoree la paura di sbagliare, raffor-zando, così, l’autostima e lacapacità di “mettersi in gioco”.Notevole è stato l’arricchimentopersonale, venendo a contatto conuna realtà diversa dalla nostra perquanto riguarda cultura, tradizioni,cibo e modi di fare e abbiamosoprattutto acquisito e consolidatole basi per proseguire nello studiodella lingua inglese.Questo viaggio è stato il più bellodella nostra vita, per noi è statoun sogno diventato realtà.Inutile dire che è stata così duraritornare in Italia e ambientarci dinuovo nel nostro mondo!

A. Barone, IV IM. Citro, F. Maglio V H

P. F. Criscitiello, L. Picariello,M. Saporoso IV F

A. Gaita, A. Landi, M Sfera,A. Tirri, Y Tomas IV L

M. Guerriero V I - F. Serpe IV GM. Spagnuolo V L - V. Tecce IV O

ENGLISH FOR SUCCESSFUL LIVING

Tiri ... ManciniIn Europa 55

66 In EuropaTiri ... Mancini

T he Phantom of the Operais celebrating its 25thanniversary of performance

with over 80 million people thathave seen it, among them there are15 students from Liceo scientificoP.S. Mancini thanks to “Englishfor successful living”, a greatopportunity that school gave us toimprove our English and broadenour cultural horizons.The Phantom of the Opera opened

in the West End in 1986 (it hadits World Premiere at London’sHer Majesty’s Theatre on October9) and on Broadway in 1988, andthere have been dozens ofproductions worldwide since then.It won every major British theatre,and has since won over 50 majortheater awards.It continues to captivate audiencesin London, after more than 10.000performances; we were captivatedby it, too!For this reason we’ll try to involveour readers through our researcheson the novel and the musical, andour own opinions and impressions.The Phantom of the Opera is amusical by Andrew Lloyd Webber,based on the French novel LeFantôme de l’Opéra by GastonLeroux. It is considered by manyto be the most successful musicalof all time. It is a kind of welcometo a strange new world! AndrewLloyd Webber’s darkly romanticmusical about a mysterious“Opera Ghost” who inspires ayoung singer has become a legend,drawing audiences throughout theworld. The central plot revolvesaround a beautiful soprano,Christine Daaé, who becomes theobsession of a mysterious,disfigured musical genius.Mesmerizing score along withmajestic scenery and breathtakingeffects, magically combined to

THE PHANTOM OF THE OPERAAMAZING! AMAZING! AMAZING!

bring this tragic love story to life.WHERE THE PHANTOMWAS BORNIn 1858, the Emperor Napoleon IIIof France gave an order that a newbuilding dedicated to the art ofOpera would be built in Paris. Thenew Opera House would be theenvy of the world. It would be abuilding not only for performancesof opera, but a center for upper-class society, a place where the

rich and well-to-do couldcongregate and preen.It was not until 1875 that theOpera House finally opened.France’s Third Republic had beendeclared and the people of Pariswere eager to put bloody timesbehind them. An era of culture,excess and the arts called La BelleÉpoque had begun.It was this time of refinement andpleasure, and the dark emotionsthat often lay just underneath, thatproved an inspiration to a youngand adventurous reporter namedGaston Leroux.In 1911, during one of his frequentvisits to the Paris Opera House,Leroux began to hear rumors of aghost that haunted the oldbuilding. Several unexplainabledeaths had been attributed to thisspectre, and backstage gossip onlyfueled the story. The Opera Househad already had its share ofmysterious accidents: on May 20,1896, a counterweight of the seventon chandelier had fallen into theaudience, killing a concierge. Hisreporter’s instincts aroused,Leroux studied the Opera House,exploring it from the slimyunderground caverns to thedizzying pinnacles of its rooftops.Leroux saw in the Opera House amirror of the Belle Époque societythat passed through its halls:beautiful, stately and refined on

the outside, but just below thesurface, a dark undercurrent ofsecrecy and horror. In a feverishthree months, often bounding outof bed in the middle of the nightto scribble down an image fromhis nightmares, he completed whatwould be his most memorablework. The Phantom of the Operawas born.Although The Phantom of theOpera was not a popular successas a novel, its eerie horror andromance has attracted many artiststo adapt it to other forms. Over theyears, many films of the story wereproduced. The most famousversion was the first, in 1925, duemainly to the powerfulperformance of a young actornamed Lon Chaney as the torturedPhantom.It was the success of the 1925 film,and Chaney’s performance, thatbrought attention back to theoriginal story and allowed Lerouxa last moment of popularity beforehis death in 1927. It seemed foryears that the Chaney versionwould remain throughout historyas the definitive Phantom – thatis, until 1985 when the creation ofthe musical version began.On a cold February morning in1984, producer CameronMackintosh received a phone callwhile taking a bath. It was AndrewLloyd Webber, the composer ofJesus Christ Superstar, Cats,Evita, Song and Dance andStarlight Express, with whom hehad co-produced Cats and Songand Dance. He wanted to give themask a voice.Lillian Lynne, who had done thechoreography for Cats, was askedto lend her eye and sense ofmovement to The Phantom of theOpera. Although there is littledancing in the show, her presencewould enrich the production.Lloyd Webber and Mackintoshfelt that her Royal Ballet trainingwould make her the perfect personto evoke the backstage atmo-sphere of a ballet company.

The Phantom of the Opera is aperfect way to introduce youngpeople to the pleasures andmysteries of a live theatreexperience.

Mario Saporoso IV F

vThe Phantom of the Opera’sunforgettable score andbreathtaking spectacle can showstudents that the theatre is anexciting and vital place.

Martina Sfera IV L

vFrom the creation of the ParisOpera House to Gaston Leroux,

the audacious creator of thetortured Phantom and fromAndrew Lloyd Webber’s firstinspiration to Maria Björnson’sbrilliant sets and costumes,everything is a theatrical wonder.

Angela Gaita IV L

vThe Phantom of the Opera isreally a musical about the theatreand all its secrets, grandeur,glamour and hard work. ThePhantom’s story takes us tobackstage, behind the scenes,behind the “mask” of the theatre.Pierfrancesco Criscitiello IV F

vWhen you see the musical you areunder the impression that you areinside the opera house, you aregoing into a theatre to see a pieceabout this theatre, a piece thattakes you back 110 years. And thePhantom lives, below the ground,in the theatre. The audience reallybelieves the Phantom exists.

Antonia Tirri IV L

vThe story of The Phantom of theOpera allows us a glimpse of howthe illusion of the theatre iscreated, but the story behind themusical is an adventure ofdetermination, talent and risk thatLeroux himself would haveenvied.

Federica Maglio V H

vIt is a show in which the journeydown the lake is a secret journey,one in which the audience canparticipate with the two mainprotagonists. A timeless journeyinto the unexplored regions ofhuman psyche.

Alessio Landi IV L

vI was excited by the darkromanticism wanted to bring to themusical. It is the sort of piece alighting designer loves, becauseyou’re moving around darkness aswell as light. In fact, darkness isjust as important as light. It is

extremely mystical and magical toleave gaps for the audience to fillin with their own imagination.

Manuela Citro V H

vThe weight and texture of differentfabrics creates exciting envi-ronments which persuade theaudience that they can go back intime, creating a new world theycould completely believe in.The set designer has tried to moveand disturb the audience visuallyand to get a response from them.They may not see everything shehas done, but they should feel it.

Laura Picariello IV F

vAs well as being a sweeping,fantastic story, The Phantom of theOpera evokes ideas and conceptsthat run through history andliterature: the outcast, themythology of beauty and the beast,the use of the mask, women inVictorian society and the power ofmusic. Students can learn thatideas and language which seemdry and dull on the page comevividly to life on stage.

Veronica Tecce IV O

v“Why, you ask, was I bound andchained in this cold and dismalplace? Not for any mortal sin, butthe wickedness of my abhorrentface!” (The Phantom)Christine, the female protagonist,is the only character to see “theman behind the monster” whenshe says “Yet in his eyes/all thesadness/of the world/thosepleading eyes/that both threaten/and adore”. Under the mask a manwith tender, gifted and loving soulwhose only crime was to havebeen born a freak.The phantom represents the themeof outcast for his physicalappearance, for his diversity: thatmakes this story of highly topicalissue. It can be alongside theMonster in Frankenstein by MaryShelley.

Maria Spagnuolo V L

77Tiri ... ManciniIn Europa

Phantom is about something verybasic. The story of the ugly manin love with the beautiful womangoes back to mythology. Everyoneis fascinated by the idea, and that’swhy Phantom has remained sopopular.

Alessia Barone IV I

vAlthough The Phantom of theOpera was written in 1911, itsevents take place in a time knownas the Victorian Age. It belongs toa literary genre of this periodcalled “Gothic” fiction, whichcombines horror and romance. Asmatter of fact it contains someelements of Gothic novel: itsfascination with horror, repressedsexuality and the dual nature ofman.

Mario Guerriero V I

vAgainst the backdrop of the ParisOpera they used drapes swayingdownwards and upwards, darkcorners leading off to nowhere,and candles rising out of the floorthrough mist as devices tounderline the repressed Victoriansensuality and ritualistic quality ofthe piece.

Yasmine Tomas IV L

vThe last but not the least the powerof music.“I have brought you to the seat ofsweet music’s throne… to thiskingdom where all must payhomage to music”.The Phantom Of The Opera hasan absolutely stunning soundtrack.Let us highlight the most powerfuland remarkable characteristics.First and foremost, the operarevolves around three mainthemes, the self-titled piece, ThePhantom Of The Opera, Angel OfMusic, The Music Of The Night,All I Ask Of You.Strings are omnipresent in allpieces, they are gentle backgroundof the dialogues and sometimesstrong leaders of the theme. Mostsongs have also a gradualcrescendo, a central climax, andthen again a gradual decrescendo.A quite peculiar number that

brings the listener to attention, isthe explosive and magnificentMasquerade, with its suddenchanges of rhythm, from thealmost martial beginning, to acentre of intimate dialogues, andthen back to the grand chorusagain, with continuous changes ofpace which finally collapse into agrim tinted ending.An absolute masterpiece is the selftitled number, starting with a loudpipe organ, and developing into anelectronic based rhythm andsupported by a firm orchestra,which repeats the famouschromatic theme which then fadesin the loud exhortation of thePhantom to Christine. He pretendsto be “The Angel of Music” andinspires Christine to be a greatsinger; his rich and powerful voicefloods the theatre and holdshypnotized in his presence.“Sing, my angel of music, sing forme... sing for me, my angel...”In spite of this highly dramaticnumbers, the soundtrack doesn’tlack of more delicate and romanticnumbers; one of these is Think OfMe, in which the angelic voice ofChristine is the true wonder of thepiece, hitting incredibly high notesand accompanied by a continuouscrescendo.In the end Angel Of Music, thatsets off with softly plucked chordsto accompany a sweet dialogue.Similarly The Music Of The Nightand All I Ask Of You, whichtransmit the warmest and mostreassuring atmosphere, with thebeautiful voice of Raoul,Christine’s lover, clear on abackground of stings, during atender love scene.Open up your mind, let yourfantasies unwind, in this darknesswhich you know you cannot fight,the darkness of the music of thenight...All I want is freedom, A world withno more night, That’s all I ask.The songs of the musical aremoments of magic, mystery,emotions; they are stirring,involving, seductive, they will beimpressed in our mind, in ourheart.

Francesca Serpe IV G

Lo scandalo della BancaRomana non rappresentasolo il risultato della

situazione politica in Italia di fine‘800, quanto, soprattutto, dellasituazione economica e finanziariain cui si trovava il nostro Paese,che attraversava un periodo digrande crisi. Ditte specializzate incostruzioni, costruttori improv-visati, uomini d’affari e speculatoriprovenienti da varie regionidell’Italia settentrionale e cen-trale, ma soprattutto dal Piemon-te e dal Veneto, fanno sorgereistituti bancari specializzati, con lafunzione di raccogliere capitali daiprivati e soprattutto di servire datramite per ottenere credito dallemaggiori banche ordinarie e dagliistituti di emissione. La specula-zione assume, quindi, proporzionicolossali specialmente dopo il1883. Viene a crearsi, così, un casopolitico-finanziario che coinvolgealcuni settori della Sinistra storica,accusati di collusione negli affariilleciti, quale quello della BancaRomana, che dal 1873 è uno deisei enti autorizzati all’emissione dicarta moneta nel Regno d’Italia.Con l’aumento della richiesta difinanziamenti da parte del settoreedilizio, viene concesso a taliistituti di incrementare la cir-colazione cartacea, oltre lacopertura metallica prevista. Ilministro dell’agricoltura, industriae commercio Miceli, scoperte talipalesi irregolarità, promuoveun’inchiesta amministrativa sullebanche di emissione. I ministriinteressati all’inchiesta, appuranouna serie di illeciti nella gestionedella banca:la cartamoneta supera,infatti, di ben 25 milioni il limiteconsentito con un ammanco dicassa di nove milioni, sanatoattraverso l’emissione di una serieduplicata di biglietti dal gover-natore della Banca BartolomeoTarlongo. Gli abusi vengonoricondotti alla mancanza discrupoli di Tarlongo che hautilizzato il denaro per creditispeculativi edilizi. La Banca,inoltre, ha perseguito in manieraindiscriminata, una politica diprestiti a personaggi politici tra iquali lo stesso Crispi. I risultatidell’inchiesta sono sconvolgenti,in quanto emerge l’esistenza diuna circolazione abusiva dibiglietti per ben 65milioni e lostesso Giolitti viene additato comeresponsabile principale dellavicenda. Giolitti, travolto dalloscandalo, è costretto a dare ledimissioni. Seguono una serie diprocessi, che coinvolgono Giolittie lo stesso Crispi. La questionemorale diventa centrale neldibattito del tempo ma, per i dueministri, la faccenda si risolve in

un nulla di fatto.Ne segue una riforma bancaria chevede la liquidazione della BancaRomana e la creazione dellaBanca d’Italia. Ogni riferimentoall’attuale situazione politica èpuramente superfluo.Oggi come allora attraversiamouna grave crisi economica checoinvolge particolarmente le classimeno abbienti, mentre gli scandalisi susseguono sempre più

Corsi e ricorsi storici… Ieri come oggi :Lo scandalo della Banca Romana

rapidamente facendo perderecredibilità al governo, ripro-ponendo, con forza l’annosaquestione morale.I corsi e ricorsi storici di cui parlaVico, alla luce degli attualiscandali economici che ognigiorno coinvolgono la politica,sono sempre attuali.

Martina Festa V LFrancesca Manganelli V L

Il Festival della Filosofia che si è svolto a Velia dal 18 al 21 ottobreha visto la partecipazione di centinaia di studenti provenienti datutte le scuole d’Italia. Anche il Liceo Scientifico “P.S. Mancini”ha avuto questa possibilità. Il tema del Festival di quest’anno èstato la “lucentezza”, argomento di ogni laboratorio e attività. Inquesti giorni, attraverso passeggiate filosofiche durante le qualiabbiamo assistito ad interventi di attori professionisti sulla filosofiaeleatica e grazie a dialoghi con docenti esperti in materia, abbiamoavuto la possibilità di confrontarci in prima persona con la filosofia. I corsi proposti erano: empatia, teatro, danza, pittura, musica, yogae meditazione, fotografia, parole e cinema. Noi ragazzi della quartaN abbiamo partecipato al corso di pittura con il maestro UmbertoCufrini, grazie al quale abbiamo imparato attraverso giochi di lucie ombre a rappresentare la lucentezza che si nasconde in ognunodi noi. Durante tale corso abbiamo ritratto la persona che avevamodi fronte risaltando la luminosità che essa rappresentava .Altrettanto interessante è stato dipingere l’occhio illuminatoutilizzando tela e tempere. Quest’esperienza ci ha aiutato aguardare con occhi diversi il mondo filosofico e ci ha insegnato aguardare con occhio critico ciò che accade quotidianamente,trovando la lucentezza in ogni essere che ci circonda e anche nelbuio più profondo.

Noemi Marta Nazzecone, Anna Matarazzo, Melania Moriano,Chiara Festa, Simone Pulzone IV N

Tutti a scuola di Filosofianella città greca di Velia

88 Tiri ... Mancini Note e parole88“Hapana marefu yasio na mwisho”

“Non c’è distanza che non abbia fine”

Cari Ragazzi della III B dell’Istituto Mancini,

vi ringrazio di cuore per la preziosa donazione da voi effettuata inricordo della Professoressa Lia Silvestri, che verrà destinata aiprogetti idrici di AMREF e nello specifico per la realizzazione di unpozzo di superficie in uno dei Paesi dell’Africa Orientale in cuil’organizzazione opera.Un gesto generoso e un modo speciale per ricordare una personacara, un modo per trasformare una perdita e un dolore in qualcosadi costruttivo, un modo per continuare a far vivere la persona caranel cuore di chi potrà beneficiare del dono fatto in suo ricordo.“Non c’è distanza che non abbia fine”: il mio pensiero questamattina, quando mi hanno comunicato questa vostra scelta,è andatoa questo proverbio che le comunità africane usano per parlare dellalontananza di una persona cara.Il suo significato ha radici nella profonda convinzione che, quandouna persona che amiamo si allontana da noi per un lungo viaggio operché viene a mancare, il suo ricordo rimarrà vivo nella nostramente, nel nostro cuore, e in tal modo resterà per sempre al nostrofianco.Voi, ragazzi, avete fatto in modo che il ricordo della ProfessoressaLia Silvestri venga tenuto vivo anche nel cuore di molte personeche vivono lontano.Sono gli uomini, le donne e i bambini africani dei quali AMREFsi occupa da oltre 50 anni.Il vostro speciale contributo sarà per loro un dono, una risorsapreziosa e un passo che li avvicinerà a una vita migliore nel proprioPaese.

A nome di tutti loro, grazie di cuore.

Roma 1 giugno 2012Francesca Giannetta

Raccolta FondiAMREF Italia Onlus

L’Africa, un continente che ci ha sempre fatto sognare, che desideriamovisitare da quando, si può dire, eravamo in fasce, per il fascino deiluoghi come la valle delle piramidi in Egitto, le coste attraenti del Kenya,il Nilo navigabile e tanto altro. Non sembra nemmeno possibile cheuna terra così bella sia afflitta da gravi problemi sociali, economici,politici, culturali, sanitari e alimentari. Ecco perché tutti noi, sensibilial problema, abbiamo aderito con slancio e, perché no, affettoall’iniziativa di AMREF per la realizzazione di un pozzo che ha datoacqua potabile a un intero villaggio.A dispetto dell’aridità che contraddistingue l’Africa, questo continenteè ricchissimo di acqua purtroppo non sfruttabile appieno in quanto lefalde sono sotterranee, profonde ed è poco diffusa la semplice tecnologiadei pozzi di superficie per la raccolta. Con l’aiuto di AMREF masoprattutto di tutti coloro che hanno contribuito anche con un piccolosforzo alla raccolta di fondi, abbiamo costruito e costruiremo ancorapozzi per permettere a sempre più gente di beneficiare del nostro benepiù prezioso: l’acqua. La targa che è stata incisa sul pozzo “Dissetiamocidi vita” per noi e per tanti altri ha un significato importante che speriamovenga compreso da tutti e che riesca a invogliare altri a fare quellostesso piccolo sacrificio che l’anno scorso ha permesso la costruzionedi questo pozzo. Quelli che per noi sono stati piccoli sacrifici per lepopolazioni africane hanno significato uno sviluppo e un miglioramentodella qualità della vita e questo ci fa riflettere su quanto poco ci vogliaper aiutare. Ringraziamenti speciali vanno a una donna altrettantospeciale, la nostra professoressa Lia Silvestri, che ci ha diretto versoquesto processo di solidarietà e ci ha donato l’opportunità di parteciparea un progetto così eticamente e socialmente utile.

Alfonso Luciano, Anna Vittoria Maglio II B

“ Non c’è distanza che nonabbia fine”. È con questo

proverbio usato dalle comunitàafricane per parlare della lonta-nanza di una persona cara chepreferisco ricordare la profes-soressa Lia Silvestri, che tanto siè prodigata nella raccolta fondi perla realizzazione di un pozzo disuperficie in uno dei Paesi del-l’Africa Orientale in cui operaAMREF. “Un modo per tra-sformare la perdita di una personacara in qualcosa di costruttivoteso a farla rivivere nel cuore dichi beneficerà del dono fatto insuo ricordo” come ci ha scrittoFrancesca Giannetta, la respon-sabile dei progetti idrici diAMREF.La realizzazione di questoimportante progetto permetteràagli abitanti dei paesi africani diavere acqua potabile, oggi unlusso, un privilegio di pochi. Saràgratificante vedere il sorriso ditanti bambini che per la prima voltavedono sgorgare l’acqua pulita daun pozzo, senza dover percorreredecine di chilometri con una tanicasulle spalle. Oggi la situazione inAfrica è drammatica; nei villaggipiù lontani le donne e i bambinisono costretti a percorrere parec-chi chilometri a piedi per attingerealle sorgenti oppure utilizzanopozzi scavati a mano in modorudimentale. Per la mancanza diadeguate protezioni, nei pozzifiniscono detriti e materiali prove-nienti dall’esterno, diventando unvero pericolo per la popolazioneper il rischio concreto di contrarreinfezioni.Va anche tenuto presente che iproblemi più gravi consistono nelfatto che spesso i terreni dei pozzifranano, otturandoli, o non sonoabbastanza profondi per garantirel’approvvigionamento di acquadurante la stagione secca.Proprio per arginare questa piagadell’emergenza idrica nei paesiafricani, gli allievi e i docenti delliceo “P. S. Mancini”, insieme aAMREF, intendono farsi pro-motori per offrire un sostegnoeconomico a comunità e villaggiper la costruzione di pozzi, con lospecifico scopo di mettere incondizione le popolazioni africanedi essere meno dipendenti dafattori ambientali e umani e diessere parti attive nel loro sviluppofuturo.Solo una forte volontà e solidarietàpossono gettare le basi per lacostruzione di un mondo miglioreche non cammini più a duevelocità.

Cosimo Di Dio IV B

Pozzo Località Anno Nuclei Personedi costruzione

I Kenia 2010 12 137II Tanzania 2011 14 160III Tanzania 2011 50 570IV Tanzania 2012 35 400

1267(Dati AMREF elaborati dalla IV B)

NON C’È DISTANZA CHE NON ABBIA FINE: UN POZZO PER RICORDARE

ACQUA: UN DIRITTO NEGATO

DISSETIAMOCI DI VITA

Dal 2010 il Liceo Scientifico “Mancini” costruisce pozzi in Kenya eTanzania in collaborazione con AMREF. I dati riportati sulla tabellaa fianco, forniti da AMREF e elaborati dagli alunni della IV B,mostrano quante persone oggi hanno a disposizione l’acqua graziealla solidarietà di alunni e docenti. In Africa un nucleo familiare ècomposto in media da 8 a 25 persone a cui bisogna aggiungere glianimali, parte essenziale della vita e dell’economia dei villaggi.Calcolando una media di 12 persone a nucleo, almeno 1300africani hanno visto cambiare la loro vita e avverarsi lo slogan diAMREF: “Acqua pulita vuol dire vita e acqua vicina vuol direprogresso sociale ed economico”.

Le persone che utilizzano i nostri pozzi

99quello dei quadrati.I due insiemi sono equinumerosi.

Paradosso della ruota:Facendo compiere un giro

completo alla circonferenza piùgrande fino a D, la più piccolaarriverà a B. Pertanto CD = AB.Il paradosso sta nella possibilitàdi stabilire una corrispondenzabiunivoca tra un segmentocontinuo e una sua parte.Per quanto riguarda G. Cantor, il

padre della teoria degli insiemi,egli rivoluzionò la visione diinfinito introducendo il concettodi ordini di infiniti. Cantor scoprìche esistono infiniti infiniti. Oltrea confermare la corrispondenzabiunivoca di un insieme infinitocon un suo qualunque sot-toinsieme, Cantor ebbe il meritodi chiarire in assoluto in concettodi infinito matematico che daquesto momento in poi non verràpiù definito in negativo, mapiuttosto come “qualche cosa taleche c’è una sua parte che ha inrealtà lo stesso numero di elementidel tutto”.

Fin qui l’infinito matematico,l’infinito dei numeri, il cuisimbolo, universalmente noto,simile ad un 8 sdraiato , si devea John Wallis (1616-1703). Nonè tuttavia del tutto chiara l’originedi tale simbolo perché, secondoalcuni, deriverebbe dal modo concui i Romani indicavano il numero1000, oltre alla classica M, ossiail segno , secondo altri, sareb-be una elaborazione dell’omegagreco minuscolo þ; o ancorapotrebbe rappresentare l’uroboro,il serpente circolare alchemico chemangia la propria coda, asignificare l’eterno ritorno. In ognicaso, certo è che tale simbolocombina il fascino dell’ignoto,dell’inimmaginabile, con la

precisione matematica. Proprio inmatematica, nel corso degli studi,abbiamo imparato a confrontarcicon diversi “gradi” di nozione diinfinito: dalla teoria elementare

Il concetto di infinito è statoelaborato nel corso dei secolicon numerose valenze

negative, poiché si riteneva dipoter conoscere solo ciò che fossedeterminato e finito, e l’infinito erail non-finito, l’indefinito. L’unicaidea accettata era quella di uninfinito potenziale, inteso comedivenire. Aristotele infatti af-fermava che il numero è infinitoin potenza, ma non in atto. Taleconcezione di infinito potenzialetuttavia entrò facilmente in crisidando origine a paradossi in-sormontabili.Uno dei paradossi più famosidell’infinito potenziale è quello diAchille e la tartaruga, posto daZenone di Elea, per dimostrarel’impossibilità del moto.

Fra le sue tante versioni riportiamola seguente: supponiamo cheAchille sia due volte più velocedella tartaruga, e supponiamo cheAchille dia mezzo metro divantaggio alla tartaruga. Neconsegue che Achille nonraggiungerà mai la tartarugaperché quando egli avrà percorsomezzo metro, la tartaruga sitroverà un quarto di metro piùavanti e così via all’infinito. Daquesto paradosso scaturiva tral’altro il concetto che la somma diinfinite quantità infinitesime puòrisultare finita. Questo tipo disomma è detto dai matematici“serie convergenti”. Comparivaper la prima volta l’idea di limitee di infinitesimo, ovvero accantoall’infinitamente grande c’eral’infinitamente piccolo. Con lascoperta dei numeri irrazionali,come il “pitagorico” , il con-cetto di infinito inevitabilmente si“attualizzava”: in quantorappresentabile con un segmentogeometrico diventava un infini-to in atto, concreto, non più po-tenziale.In realtà per arrivare allaconcezione moderna di infinito sidovranno aspettare Dedekind eCantor, intorno alla metà del 1800,passando per Galileo Galilei chenel 1600 parlerà di infinito attualecon il Paradosso dei quadrati e ilParadosso della ruota.

I numeri quadrati sono solo unaparte dei numeri naturali : ciònonostante è possibile stabilire unacorrispondenza biunivoca tral’insieme dei numeri naturali e

Paradosso dei quadrati:

Numeri naturali 1 2 3 4 5 6 7 8 9 ...Numeri quadrati 2 4 9 16 25 36 49 64 81 ...

Ma che cosa è questo Infinito?

A B

C D

dei numeri, con la successioneinfinita di oggetti, ovvero i numerinaturali, all’analisi matematica,definita da Hilbert “una sinfoniacoerente dell’infinito”, alla teoriagenerale degli insiemi .Qui sonoammessi come oggetti non solo inumeri naturali e altre quantitàdescrivibili in modo finito ,maanche insiemi infiniti di questi ein aggiunta insiemi infiniti diinsiemi infiniti, nella massimageneralità concepibile!E nella filosofia, nella religione,nella letteratura, nell’arte?,come è rappresentato l’idea diinfinito in questi ambiti ?Il termine greco che esprimel’infinito è àpeiron, chepropriamente significa illimitato,indeterminato, informe. Nel VIIsecolo a.C., Anassimandro diMileto trova il principio, l’archè,della realtà tutta nell’Apeiron, inquanto luogo dal quale hannoorigine tutte le cose e nel qualetutte ritornano. In generale,tuttavia, i filosofi greci asso-ciavano al concetto di infinitoun’idea di incompiutezza, diimperfezione. E’soltanto attra-verso il neoplatonismo e ilcristianesimo che si arriva in sedemetafisica e teologica ad unaconcezione positiva dell’infinito,affermando l’identità dell’essenzadivina con l’infinito, sia perché taleessenza non può avere limiti, siaperché essa, come dirà sanTommaso, ha in sé un’infinita virtùcreativa. Con Giordano Bruno,poi, l’infinito diventa il fon-damento stesso dell’universo:anzi, Bruno va oltre e arriva apostulare infiniti mondi esistentinell’infinito spazio per un infinitotempo, e per queste sue teoriefinisce al rogo. In ogni caso la viaaperta da Bruno è ripresa, con lamediazione di Spinoza, dall’idea-lismo tedesco, con l’Io puro diFichte, l’Assoluto di Schelling, loSpirito di Hegel. L’hegelismo inparticolare si configura come unaforma di monismo panteistico, percui il mondo è la manifestazione ela realizzazione dell’infinito, ossiadi Dio. In molte religioni l’infinitoè appunto identificato con ladivinità perché la natura infinita diDio supera l’estrema finitezzadell’uomo. In letteratura c’è moltissimaproduzione basata sul paradossodell’infinito. In uno dei grandiromanzi inglesi del ‘700, TristramShandy di L. Sterne, il pro-tagonista fa cominciare la propriaautobiografia prima ancora dellanascita e impiega due anni equattro volumi per raccontare iprimi due giorni della propria vita,rimandando all’infinito le varievicende, come in un frattale.I frattali si estendono in unaporzione di piano finita, ma la lineache li disegna è potenzialmente

infinita: nel loro contino reiterar-si riempiono lo spazio in modo

continuo e irregolare, ma so-prattutto infinito.Più Tristram va avanti a scrivere,più Sterne trova materiale su cuiscrivere , più la fine del romanzosarà procrastinata,perché ogni

argomento che Tristram prende inconsiderazione è la base da cuipartono altre digressioni.Altro esempio di narrativaincompiuta sono i romanzi diKafka; mentre in poesia Leopardi

dà una rappresentazione del-l’infinito come “interminatispazi”; e per Goethe: “ Se si vuolepenetrare nell’infinito,bisognaentrare nel finito da ogni lato.”Nell’arte, l’infinito viene resoattraverso l’illimitato come nelleimmagini di Escher in cui unafigura si ripete sempre più piccolalungo il bordo senza maiannullarsi.Anche il nastro di Moebius dàl’idea di infinito in quanto strutturaciclica senza differenza tra ildentro e il fuori: il nastro di

Moebius è una superficie con unasola faccia, laddove tutte lesuperfici della geometria tra-dizionale sono bilaterali con duefacce, una superiore e una in-feriore, o una interna e una esterna.E così, ancora, aprono all’illimi-tato le vibrazioni di colore di unquadro di Rothko.

Rosanna BiancoFederica De Gennaro V D

Nastro di Moebius

Moebius secondo Escher

Al giorno d’oggi a che serveparlare di infinito? C’è unametafora che paragona laconoscenza ad un’isola: man manoche l’isola della conoscenza siallarga, ovviamente si allargaanche il bordo che è il confine conl’incognito, cioè la nostraignoranza. Si potrebbe obiettareallora che non vale la penaaumentare la nostra conoscenzaperché cresce anche la nostraignoranza.La verità è che mentre la co-noscenza aumenta in manieraquadratica, l’ignoranza cresce inmaniera lineare. Quindi la co-noscenza è molto meglio del-l’ignoranza!Sapere dell’infinito è dunque unfatto positivo perché ponendo deiproblemi fa crescere la nostraconoscenza e questa conoscenzasi può applicare a tutti i campidelle scienze o anche sempli-cemente al pensiero puro.«Solo due cose sono infinite,l’universo e l’ignoranza (lastupidità) umana, e non sonosicuro della prima».

(Albert Einstein)

Eureka! Tiri ... Mancini

Quadro di Rothko

IC

C

2

2

1010 Tiri ... Mancini Scuola e dintorni

“Se questo detto” vale per molti,particolarmente emblematico e

veritiero risulta essere nel caso diGianbattista Vico, nato a Napolida una modesta famiglia e spessotravagliato da problemi econo-mici. Molto importante risultaessere il soggiorno di Vico aVatolla, nel Cilento, dove si recacome precettore dei figli delmarchese Rocca. E’ proprio inquesta località che Vico studia igrandi autori del Trecento e perintere giornate legge con cura,Cicerone, Virgilio, Orazio e altroancora le date estreme entro cui sisvolge la vita del Vico (1668-1744) hanno fatto sorgere ladomanda se il suo pensiero ap-partenga alla cultura del ‘600 opiuttosto a quella del ’700.L’isolamento in cui vive e ilcontenuto anticartesiano eantiscientifico del suo pensiero lorendono sostanzialmente estraneoal’700 Illuminista e Razionalistaappunto “Peregrinus in Saeculo”( uno straniero nel proprioTempo). E’ preferibile collocareVico nel quadro della culturadel’600 che in Italia è certamentefarraginosa, ma illuminata qua elà da geniali intuizioni anticipatricidei tempi moderni. La figurastorica di Vico è stata veramentecompresa in tempi a noi piùrecenti, quando è stato additatocome il fondatore dell’IdealismoModerno. Poco conosciuto all’e-stero, si assiste oggi a un ritorno aVico. Significativo è sicuramenteil riconoscimento da parte diJames Joyce, il quale considera ilfilosofo napoletano come uno deipiù autorevoli punti di riferimentodel suo universo narrativo. Cosapoteva, difatti, avvicinare il“Moderno” iconoclasta Joyce adun filosofo come Vico? A questoquesito è possibile trovar rispostanel 1905, data, in cui durantel’esilio volontario in Italia inizial’interesse di Joyce per l’opera delnapoletano.. Assistiamo a nonpoche analogie tra i due Grandiautori: il condiviso sentimentodell’esilio, l’uno in Italia e l’altroa Vatolla nel Cilento, la fieraconsapevolezza della novità dellaloro opera ed il fondamentalescetticismo nei riguardi del saperecoevo. Grande importanza va

Nessuno è profeta in patria:il caso emblematico di Vico.

attribuita, al superamento delleangustie della prospettiva posi-tivistica di Joyce attraverso le dueintuizioni vichiane: “la visioneciclica della storia e la centralitàdel mito”. Non è un caso che siaproprio la visione ciclica vichianagià presente nel testo di “Ulysses”ad essere tematizzata nell’incipitdi “Finnegan’s Wake”, né lacentralità della parola di centolettere che metaforizza lo scoppiodel tuono che vichianamenteindica l’inizio della storia umana.Vico celebra il senso comune, checonsidera la paura come originedella storia.Abbiamo inoltre una somiglianzacompositiva tra “La ScienzaNuova” e “Finnegan’s Wake”,riscontriamo in entrambe l’uti-lizzazione di stili narrativi com-pletamente diversi dalla conce-zione che “Chi vuol fare il poetadeve liberarsi della propria lingua”ovvero della lingua grammatica edentrare nel mondo dei corpi , nellasensibilità per fare in modo che aparlare non sia la mente, ma ilcuore”. Innegabile è il fatto cheJoyce aveva una simpatiapersonale verso Vico per essersiformato da solo, come lo stesso,che non aveva seguito accademie.E’ da notare che in un intervista aJoyce su “Hume e Freud” eglirisponde:L’istituto italiano per gli studifilosofici, la Società FilosoficaItaliana - sezione di Avellino e ilCIRPU (Consorzio irpino per lapromozione della cultura, dellaricerca e degli studi universitari) -ha organizzato la scuola estiva dialta formazione sul tema:Vico eJoyce tenuto dal prof. VincenzoPepe, i giorni 27 Settembre e 5Ottobre.“Non credo in nessuna scienza,ma la mia immaginazione siaccende quando leggo Vico noncome si accende quando leggoFreud o Hume”. Non è un caso chesia proprio la visione ciclicavichiana già presente nel testo di“Ulysses” ad essere tematizzatanell’incipit di “Finnegan’s Wake”,né la centralità della parola dicento lettere, che metaforizza loscoppio del tuono, che vichiana-mente indica l’inizio della storiaumana, che ha origine dalla pauracome ci ricorda Vico.

P. L. Limone, P. Preziosi,N. Petruzziello V H

James Joyce reckons the Nea-politan philosopher as one of theauthoritative points of referencefor his narrative universe. Vico’scyclical vision is actually presentin “Ulysses” but it reaches its totaldimension in “Finnegan’s Wake”.The novel structure is cyclicalitself: it starts in the middle of asentence and it ends with the firsthalf of that same sentence. Thecyclical structure reflects thecyclical vision of history and life. The sentence “ teems of times andhappy returns. The seim anew.Ordovico or viricordo.” gives thesense of the cycle and, mostly inthe word “ordovico” that means“Vico’s order”, Joyce declares hisintellectual debt to the Italianphilosopher of the eighteenthcentury, Gianbattista Vico. Joyce,again, refers to Vico in a passageof the novel that concerns thecycles of history - a very complexexample of language mani-pulation-: “from quiqui quinet tomichemiche chalet and Jambe-batiste to a brulobrulo!”, in which“quiqui” wants to point out thefirst of Vico’s historical eras, thedark origins of language whereas

La riscoperta di Vico trova unaconferma nei numerosi convegniche stanno interessando variambiti disciplinari: filosofico,letterario, giuridico. A confermadi ciò a cavallo tra settembre eottobre si sono tenuti vari con-vegni. Ad Avellino la SocietàFilosofica Italiana, presieduta daldirigente scolastico prof. G.Sasso e dal CIRPU (consorzioirpino per la promozione dellacultura, della ricerca e degli studiuniversitari) ha organizzato lascuola estiva di alta formazionesul tema Gianbattista Vico eJoyce, con il contributo del prof.Vincenzo Pepe, le relazioni delquale hanno riscosso grande

successo tra alunni e docenti.Contemporaneamente la facoltàdi giurisprudenza dell’Universitàdi Salerno ha tenuto il convegno“Ritorno ai principi – Il fatto, ilfarsi, il diritto”, presso il palazzoDe Vargas – Vatolla (SA). Taleconvegno ha dimostrato quantosia attuale il pensiero del Nostrodal punto di vista giuridico.Oggi siamo in presenza di undiritto che si arrende allasupremazia della finanza edell’economia, in modo daannullare le istituzioni e metterein crisi sia la legalità che lademocrazia. Risulta più che maiutile la lezione di Vico, perché ildiritto come” fatto” è in continuomovimento e per questo si deveadattare alle nuove situazioni,così d’affermare gli elementi didemocrazia che la giuri-sprudenza offre. Sta ai giuristibilanciare il diritto alle odiernesfide globali. A conclusione diquesto convegno il Preside dellafacoltà di Giurisprudenza haesclamato: “Vico è venuto aVatolla e, fuori dal mondo, haparlato al mondo”.

Maria Spagnuolo,Maria Grazia Di Falco V L

DA VATOLLA AL ROMANTICISMOGian Battista Vico è stato il primo filosofo moderno ad affrontare inmaniera sistematica e originale il problema del mondo storico, nellesue strutture e nei suoi significati. Nel ‘700 il filosofo della storia nonha avuto una grande risonanza, anche se il Romanticismo gli hariconosciuto il giusto merito, rivalutando la sua figura da più punti divista. Già con Foscolo ritroviamo i primi riferimenti a Vico, quando nei“Sepolcri” egli scrive: “dal dì che nozze, tribunali e are diero alle umanebelve esser pietose di se stesse ed altrui”. Egli in tal senso riprende lateoria del filosofo, secondo la quale la civiltà nasce, quando l’uomo,per frenare gli impulsi bestiali, inserisce nel proprio vivere le istituzionidella famiglia e dei tribunali e si dedica al culto dei morti.Il grande ritorno alla storia e la sua esaltazione, avvenuta nelromanticismo, non possono non ricondurre al grande filosofo-storico,che nei suoi scritti ha elaborato la teoria delle tre età della storia: deglidei, degli eroi e degli uomini, che corrispondono rispettivamente ai tregradi della mente: senso, fantasia e ragione.Altri punti del suo pensiero sono il concetto di poesia, frutto di sensibilitàe fantasia, che prende le mosse dal linguaggio ed esprime la naturapropria dell’umanità primordiale. Con l’espressione- teologia civileragionata della provvidenza divina- (Scienza nuova, I, IV) Vico intendela dimostrazione di un ordine provvidenziale che si va attuando nellasocietà umana a misura che l’uomo si solleva dalla sua caduta e dallasua miseria primitiva. Concetto questo ripreso in più parti nelle operedel Manzoni, con momenti di alta e squisita sensibilità.

Nicoletta Guarini, Iolanda Nittolo, Dominga Amoroso - V L

Gianbattista Vico and James Joyce

Corsi e Ricorsi:L’Eterno Ritorno

“miche” means “to hide for fear”or “bottom” in the French slang.However the word with morefacets in meaning is Jambebatiste”that suggests legs covered by asheet (the shroud covering thecorpse during the death watch)and sounds like Vico’s name(Gianbattista); “quinet” refers toEdgard Quinet, Vico’s scholar;“brulobrulo” is Giordano Bruno ,“burnt Bruno” whose theory of thecontrasts is relevant to understand“Finnegan’s Wake”.One single sentence, indeed,summarises Vico’s cycle in twolevels (historical and individual)and simultaneously the names ofthe principal bibliographicalsources of Joyce’s cyclical theory.

P. Preziosi, P.L. Limone V H

1111

LE SIGLESpesso leggendo il giornale ciimbattiamo in parole che rendonodifficile la comprensione del testo.Un esempio sono le sigle,abbreviazioni costituite da uninsieme di iniziali di denomina-zioni che vengono usate perragioni di spazio.L’uso delle sigledovrebbe essere limitato al titolo,in quanto nell’articolo andrebbeusata la forma estesa in modo taleche questo sia di facile com-prensione per tutti.Qui a seguire abbiamo riportatole sigle più ricorrenti: ABI: Associazione bancariaitaliana.API: Alleanza per l’Italia (Partitopolitico italiano di orientamentocentrista il cui leader è FrancescoRutelli).AD: Anno domini (“Anno delSignore’’, espressione usata perdenotare la numerazione deglianni).BCC: Banca di credito coo-perativo.BCE: Banca centrale europea.BOT: Buono ordinario del tesoro.BPN: Banca popolare di Novara. BTP: Buono del tesoro poliennale.CCT: Certificato di credito deltesoro.CDL: Consulenti del lavoro.CDM: Consiglio dei ministri.CGIL: Confederazione generaleitaliana del lavoro (Sindacato deilavoratori).CIG: Cassa integrazione guadagni. CISL: Confederazione italianasindacati dei lavoratori. CNR: Consiglio nazionale dellericerche.CODACONS: Coordinamentodelle associazioni per la difesadell’ambiente e dei diritti e degliutenti e dei consumatori.COPASIR:Comitato parlamentareper la sicurezza della Repubblica. CSC: Centro studi di confindustriaDC: Democrazia cristiana (Expartito politico italiano).DDA: Direzione nazionale anti-mafia.

L’Italia si colloca agli ultimi posti in Europa sia per la lettura di libri, sia per la diffusione dei giornaliquotidiani. La provincia di Avellino risulta addirittura ultima in graduatoria in Italia per quello cheriguarda l’acquisto di libri. Non è nostro obbiettivo analizzare puntualmente le cause di questo primato

poco lusinghiero ( ma qualche colpa ce l’avrà anche la scuola, che si accontenta di una conoscenza semprepiù approssimativa della lingua italiana). E’ fuor di dubbio, tuttavia, che cresce costantemente la distanzafra la lingua scritta (dei libri e dei giornali) e quella che adoperiamo tutti i giorni. Un motivo della scarsafrequentazione dei quotidiani è certamente da individuare nella difficoltà che molti hanno a comprendere lalingua italiana, appena si va al di là delle cento, duecento parole che costituiscono l’italiano che parliamoabitualmente. A ciò si aggiunge l’uso di un linguaggio specifico, per quello che riguarda gli articoli dieconomia, politica, sport, che è pienamente comprensibile solo per gli addetti ai lavori.Perciò abbiamo deciso di assemblare un piccolo vocabolarietto dei termini più frequenti e meno conosciuti,una specie di manuale pratico di sopravvivenza linguistica. Abbiamo diviso il nostro mini-dizionario in settesezioni: le parole della politica, dell’economia, i neologismi, i termini desueti e inconsueti, le sigle, le parolestraniere, i latinismi. Naturalmente la nostra indagine non ha nessuna pretesa di scientificità. Abbiamo lettoun solo quotidiano (Il Mattino) e le parole che abbiamo individuato non sono necessariamente le più frequenti,ma semplicemente quelle che ci hanno colpito maggiormente. In ogni sezione abbiamo chiarito il significatodi qualche decina di parole. Insomma, c’è ancora spazio per chi voglia ampliare il nostro vocabolario delleparole utili per leggere un giornale

DIA: Direzione investigativaantimafia.DS: Democratici di sinistra (Expartito politico italiano).FIGC: Federazione italiana giococalcio.FIFA: Federazione internazionaledelle associazioni calcistiche.FIOM: Federazione italiana operaimetalmeccanici, aderente allaCGIL. FISMIC: Sindacato autonomometalmeccanici e industriecollegate.FLI: Futuro e libertà (partitopolitico di centrodestra il cuileader è Gianfranco Fini). FMI: Fondo monetario interna-zionale.GDF: Guardia di finanza.

GIP: Giudice per le indaginipreliminari.ICI: Imposta comunale sugliimmobili, oggi inglobata nel-l’IMU, Imposta municipale unica. IDV: Italia dei valori (Partitopolitico italiano il cui leader èAntonio Di Pietro).IVA: Imposta sul valore aggiuntoIRAP: Imposta regionale sulleattività produttive.ISTAT: Istituto nazionale distatistica.MBAC: Ministero beni artistici eculturali. MIBTEL: Mercato italiano dellaborsa telematica.MIUR: Ministero Istruzione.

Università Ricerca.MPS: Monte dei Paschi di Siena ONG: Organizzazione Non Go-vernativa (qualsiasi associazionenon creata dal governo).PCI: Partito comunista italiano (expartito politico italiano).PD: Partito democratico (partitopolitico di centrosinistra il cuileader è Pierluigi Bersani).PDL: Popolo delle libertà (partitopolitico di centrodestra il cuileader è Silvio Berlusconi).PDCI: Partito dei comunistiitaliani (partito politico di sinistra).PDS: Partito democratico di sini-stra (ex partito politico italiano). PIL: Prodotto interno lordo.PM : Pubblico ministero. PNAS: Piano nazionale alcol e

salute.RC AUTO: Responsabilità civileautoSEL: Sinistra, Ecologia e Libertà(partito politico di sinistra il cuileader è Nichi Vendola).SISDE: Sistema di informazioneper la sicurezza.TAN: Tasso annuo nominale.TAR: Tribunali amministrativiregionali.TAEG: Tasso annuo effettivoglobale.TAV: Treni ad alta velocità.UDC: Unione di centro (partitopolitico di centro il cui leader èPierferdinando Casini). UEFA: Unione delle federazioni

calcistiche europea. UIL: Unione italiana del lavoro(sindacato dei lavoratori).UILM: Unione italiana operaimetalmeccanici (sindacato deilavoratori).ZTL: Zona a traffico limitato.

LE PAROLE LATINESembra strano che nell’epocaattuale dove l’inglese è divenutauna lingua internazionale, soprav-vivano in un giornale parole latinee/o da queste derivanti. Utilizzatein qualsiasi tipo di cronaca, risul-tano indispensabili per la com-prensione totale del testo. Sarebbel’ideale per la chiara assimilazionedegli articoli conoscere la lingualatina o almeno i termini solita-mente utilizzati dai giornalisti. Quidi seguito sono riportati alcuni deipiù ricorrenti:AD ADIUVANDUM: colui cheinterviene in un processo giàiniziato per sostenere le ragioni diuna o altra delle parti principali. AD USUM DELPHINI: edizionedi un testo semplificato.ALIBI: in altro luogo, altrove.BONUS MALUS: clausola cheprevede l’aumento o la riduzionedel premio annuale dell’assicurato.CAPUT: capitale.CIRCUM: intorno.DEFICIT: disavanzo di bilancio.Si usa anche in senso figurato.DE FACTO: di fatto.DOMUS: patria-casa.DO UT DES: dare per ricevere.DUO: due.EXCURSUS: digressione all’in-terno di un discorso.EX AEQUO: a pari merito. FOCUS: focolare, fuoco, fiamma,ma nel linguaggio giornalisticoindica il punto centrale di undiscorso.IN ARTICULO MORTIS: all’ul-timo momento.INTERIM: intanto, talora, qualchevolta. Ministro ad interim èl’incarico ministeriale assuntoprovvisoriamente, in attesa dellanomina di un titolare.ITER: percorso.

MEMORANDUM: documentoche contiene i termini di un’intesaPLACET: consenso.PRO DOMO SUA: chi difendecon fervore la sua causa. QUI PRO QUO: equivoco.QUORUM: il numero minimoindispensabile per la validità giu-ridica della votazione di un’as-semblea.REFERENDUM: istituto giuri-dico in virtù del quale il popoloviene chiamato alle urne peresprimersi su questioni istitu-zionali e politiche essenziali.REQUIEM: riposo.RES NULLIUS: proprietà dinessuno.SINE IRA ET STUDIO: espres-sione utilizzata per sottolinearel’imparzialità di qualcuno.ULTIMATUM: ultime proposte.VADEMECUM: manuale, piccolaguida.VIGILANTES: guardie private.

LA LINGUA DEI POLITICI

La prima definizione di politicarisale ad Aristotele. Il terminepolitica infatti deriva dal grecopolitikòs e significava l’ammi-nistrazione della polis. Dopo Ari-stotele molte altre persone comeMax Weber, David Easton,Giovanni Sartori hanno dato unloro significato al termine politica,ma in realtà cos’è la politica? Al dilà delle definizioni la politica non èchi fa politica attiva ma èl’occuparsi in qualche modo dicome viene gestito lo stato. Algiorno d’oggi però il terminepolitica ha assunto un significatototalmente diverso. Infatti questaviene usata non per il bene delloStato ma per un proprio tornacontopersonale. In questi ultimi anni,proprio per questi motivi, la politicaè sempre più sotto il mirino deigiornalisti, grazie ai quali anche illinguaggio si evolve. Qui viriportiamo alcune parole di ambitopolitico che possono aiutarci acomprendere meglio la lettura di unarticolo.

Nella foresta del vocabolario:le nostre parole quotidiane

Tiri ... Mancini Scuola e dintorni 1111

1212 Tiri ... ManciniScuola e dintorni

CAMERA DEPUTATI: È unadelle due assemblee che forma ilparlamento italiano. La camera ècomposta da 630 membri di cui618 eletti in Italia e 12 all’esteroe tali membri vengono dettideputati.CAVALIERE: Il cavaliere, sia nelmondo greco e sia in quelloromano, indica una classe socialee politica. In Italia con questotermine si suole indicare SilvioBerlusconi.CENTRO DESTRA: Il centro-destra si riferisce all’unione delcentro e della destra politica edunque a schieramenti politici diorientamento prevalentementedemocristiano, conservatore eliberale.CENTRO SINISTRA: Il centro-sinistra si riferisce all’alleanza dipartiti di sinistra con formazionipolitiche di centro avente unorientamento prevalentementesocialdemocratico, progressista eriformista.COLLE: Nel linguaggio giorna-listico il termine colle viene usatocome sinonimo del Quirinale.CONSIGLIO DI STATO: Ilconsiglio di stato è un organoausiliare del governo ed ha sia unafunzione amministrativa chegiurisdizionale. La sede di quest’organo è il palazzo Spada, aRoma.DECRETO LEGGE: Il decretolegge è un provvedimento prov-visorio avente forza di legge.Questo decreto viene adottato incasi straordinari di necessità eurgenza dal governo e deve essereconfermato dal parlamento entro60 giorni.DECRETO LEGISLATIVO: Ildecreto legislativo è uno strumentocon il quale le camere decidonodi non disciplinare una determi-nata materia non coperta da riservadi legge formale, riservandosi peròdi stabilire i principi entro i qualiil governo dovrà legiferare.DECRETO DEL PRESIDENTEDELLA REPUBBLICA: Nell’or-dinamento italiano il decreto delpresidente della repubblica (oanche DPR) è un atto di nominadegli alti funzionari e dirigentidello Stato, secondo quantostabilito dalla legge. Inoltre con il

DPR il Presidente della Repub-blica nomina i giudici costitu-zionali, i ministri e il presidente delconsiglio. Col DPR sono emanatianche i regolamenti governativi.FARNESINA: Il palazzo dellaFarnesina è la sede ufficiale delMinistero degli affari esteri.MINISTRO SENZA PORTAFO-GLIO: Il ministro senza porta-foglio è colui che ha il mandato diesercitare un determinato ufficiocivile, senza per ciò essere pre-posto ad un dicastero. Nel caso incui sia preposto ad un dicastero,si dice ministro con portafoglio.PALAZZO CHIGI: Palazzo Chigiè un palazzo situato a Roma e dal1961 è la sede del governo e delpresidente del consiglio deiministri.PALAZZO MADAMA: PalazzoMadama è un edificio sito in Romae attualmente è la sede del senatodella repubblica italiana.PALAZZO MONTECITORIO:Palazzo Montecitorio è un edificiodi Roma in cui ha sede la cameradei deputati.PARLAMENTINO: E’ il parla-mento locale, vale a dire ilconsiglio provinciale.POTERE ESECUTIVO: Il potereesecutivo è il potere di applicarele leggi. Il potere esecutivo èesercitato da organi che eseguonole prescrizioni delle leggi e attuanoin concreto le pubbliche finalità.PROVINCE AUTONOME: Leprovince autonome sono leprovince di Trento e Bolzano, chegodono di particolari autonomie.QUIRINALE: Il palazzo delQuirinale è la residenza delpresidente della repubblica italianaed è uno dei simboli dello Statoitaliano.REGIONE A STATUTO SPE-CIALE: È definita regione astatuto speciale una regione cuiviene garantita una particolareautonomia o assegnati specificipoteri delegati dall’organocentrale. In Italia solo cinqueregioni possono usufruire di questiparticolari poteri e sono la Valled’Aosta, il Trentino-Alto Adige, ilFriuli-Venezia Giulia, Sicilia eSardegna.SENATO: È un’assemblea cheinsieme alla camera dei deputati

costituisce il parlamento italiano.È composto da 315 persone di cui6 eletti all’estero.VIA VENTI SETTEMBRE: ViaXX settembre è una via di Romalunga più o meno un chilometro.Questo nome ricorda la breccia del1870 attraverso la quale i ber-saglieri entrarono nella città ca-pitolina. Questa strada indica ilministero dell’istruzione.VIMINALE: Il palazzo Viminaleè un palazzo storico di Roma e dal1925 è la sede del ministerodell’interno.

I TERMINI DELL’ECONOMIASpesso nella lettura dei giornali ciimbattiamo in parole di cuiignoriamo il vero significato. Perquesta ragione non riusciamo acomprendere a fondo il significatodell’articolo. Enormi difficoltà allacomprensione comune proven-gono soprattutto dai testi cheparlano di economia. Le parolechiave di questo settore dell’eco-nomia italiana europea e mondialesi prestano per gli ignoranti inmateria a interpretazioni spessofuorvianti in quanto hanno signi-ficato diverso che deriva dal con-testo in cui sono inseriti ed il lorosignificato è per i più un arcanomistero. La materia economica èuna tra le più specialistiche e siserve di una terminologia squisi-tamente scientifica.Esemplifichiamo una serie ditermini relativi a questa materia:ACCISA: E’ un’imposta che gravasulla quantità dei beni prodotti, adifferenza dell’IVA (Imposta sulValore Aggiunto) che incide sulvalore. Mentre l’IVA è espressa inpercentuale del valore delprodotto, l’accisa si esprime intermini di aliquote che sonorapportate all’unità di misura delprodotto.ALIQUOTA DI IMPOSTA: È lapercentuale che, moltiplicata perla base imponibile determina ildebito di imposta. Nelle impostead valorem l’aliquota è fissata intermini percentuali, mentre nelleimposte specifiche essa è deter-minata in unità monetarie.BORSA VALORI: Luogo nelquale si svolge l’attività di nego-ziazione su un listino titoli ben

determinato o di altri beni diinvestimentoCONTRIBUTI PREVIDENZIALI:Versamenti effettuati ad entistatali, quali l’INPS e l’INAIL, peri fini previdenziali ed assistenziali.I contributi previdenziali sono acarico del lavoratore e del datoredi lavoro e possono distinguersi in:- obbligatori (o effettivi), dovutidal datore di lavoro per coloro chesvolgano attività retribuita alle suedipendenze e commisurati, gene-ralmente, ad un’aliquota percen-tuale della retribuzione totale;- da riscatto, che consentono allavoratore di regolarizzare e dicoprire periodi lavorativi nonassistiti da obbligo assicurativo;- volontari, direttamente versatidal lavoratore il cui rapporto dilavoro subordinato sia cessato, osi sia interrotto, per aumentarel’anzianità contributiva;- figurativi, utili a coprire periodiin cui l’assicurato non ha svoltoattività lavorativa per causeindipendenti dalla sua volontà.L’introduzione e l’evoluzione ditali contributi sono legati allevicende storiche delle politiche perla sicurezza sociale, ma soprattuttoai bassi costi amministrativi eall’alto contenuto di illusionefinanziaria.COSTO: Termine che nel suosignificato più ampio, indica ilsacrificio che il soggettoeconomico affronta per procurarsii beni necessari al soddisfacimentodei suoi bisogni.Più in particolare, si definiscecosto di produzione l’insieme ditutte le spese che l’impresa devesopportare per ottenere una certaquantità di prodotto. Il costo diproduzione è sempre calcolatocome costo monetario ed ècostituito dai prezzi pagatidall’imprenditore per procurarsi ifattori di produzione nella quantitàche a lui appare conveniente perportare a compimento un ciclo

produttivo. Questo ammontaremonetario è detto costo totale diproduzione.CRISI ECONOMICA: recessioneche si manifesta attraversosquilibri causati da un’offertaeccessiva di beni e servizi ed unadomanda limitata e seguita da unagenerale contrazione dell’attivitàeconomica.DICHIARAZIONE TRIBUTA-RIA: È un atto dovuto del contri-buente finalizzato alla conoscenza,da parte dell’amministrazione fi-nanziaria, dell’esistenza nonchédell’entità di un rapporto giuridicod’imposta. Essa deve conteneretutti gli elementi necessari all’ac-certamento e formazione dell’attodi imposizione.ELUSIONE FISCALE: Mecca-nismo attraverso il quale il con-tribuente mira ad evitare, ricor-rendo ad opportune scappatoie allimite della legalità, il prelievo tri-butario a suo carico.Il fenomeno consiste nello sfrut-tamento delle smagliature dellenorme tributarie al fine di realiz-zare un consistente risparmiod’imposta. Ad esempio, perconseguire un certo risultatoeconomico, un soggetto puòadottare in luogo della previstaforma contrattuale tipica unaforma contrattuale anomala cheraggiunga gli stessi effetti con unminor carico fiscale (ad esempiopuò stipulare un mandato a ven-dere con procura irrevocabile in-vece di un contratto di com-pravendita).EVASIONE FISCALE: È laviolazione degli obblighi tributariche si risolve in un illecitotributario: può configurarsi comeoccultamento delle merci as-soggettate alle imposte suiconsumi (contrabbando) o comefrode fiscale (falsificazioni con-tabili per aumentare le spesesostenute e diminuire i ricavi,

da sin.: Flavia Melchionne, Antonella Guerriero e Fiorella Barbato V M

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1313Tiri ... Manciniassoluto ed indica la quantità dimoneta necessaria per ottenere unbene o un servizio.Il prezzo relativo indica, invece,la quantità di uno dei due beninecessaria per ottenere una unitàdell’altro bene.Infine, il prezzo di mercato èquello che scaturisce dall’incontrofra la domanda e l’offertaaggregata. Ovviamente, però, aseconda del bene o del serviziooggetto della contrattazione, esoprattutto a seconda della formadi mercato a cui ci si riferisce,diverse sono le modalità difissazione del prezzo.RECESSIONE: E’ una faseeconomica di diminuzione delvolume della produzione e delreddito. In particolare si parla direcessione quando il prodottointerno lordo di un paesediminuisce rispetto al periodoprecedente. E’ la fase che staattualmente vivendo l’Italia.TASSO: Espressione aritmetica,solitamente in forma percentuale,utilizzata per indicare la variazionedi una grandezza in un determinatoperiodo di tempo, oppure larelazione che intercorre tra duegrandezze ad una data epoca.Nelle analisi economiche efinanziarie il tasso è soventeutilizzato ad esempio per ladeterminazione dell’interesse,dello sconto, dell’incrementoannuo dei prezzi ecc.TITOLI DI STATO: Obbligazioniemesse dallo Stato per far frontea squilibri economici temporaneie non. Rappresentano delle quotedi prestito su cui il possessorepercepisce un interesse. Lo Statofa ricorso al debito pubblicotramite l’emissione di BOT (BuoniOrdinari del Tesoro), CCT(Certificati di Credito del Tesoro),BTP (Buoni del Tesoro Polien-nali), CTZ (Certificati del TesoroZero coupon ).VENDITA: Contratto avente peroggetto il trasferimento dellaproprietà di una cosa o di un altrodiritto verso il corrispettivo di unprezzo.

I NEOLOGISMIIl mondo del giornalismo sipresenta come un intricatogroviglio di parole, di informazionie di significati del tutto sconosciutia noi lettori. Analizzando “ilMattino’’, ci siamo imbattute intermini a noi del tutto ignoti, icosiddetti NEOLOGISMI. Cometestimonia la parola stessa,‘’neologismo’’ sta ad indicare un‘’nuovo logismo’’, vale a dire unnuovo termine mai utilizzato finora.E’ fondamentale conoscere ineologismi in quanto, grazie adessi, potremmo comprenderemeglio il senso di una frase delquotidiano. Noi ne abbiamo trovatialcuni e li proponiamo sperando dioffrirvi la possibilità di acquisirenuove conoscenze.AVERE IL VENTO IN POPPA: èun termine di marina che indica ilfatto che con il vento dalla tuaparte acquisti velocità, quindiprocedi dritto e spedito verso lameta.IL BISCIONE: sta ad indicare ilgruppo televisivo MEDIASET ein particolare l’emittente TVcanale 5 che ha un grande serpentesul proprio logo.CASTA: gruppo sociale chiusocaratterizzato da specifiche normedi comportamento e dal ruolopredeterminato. Il termine vieneusato di solito in riferimento allaclasse politica. Ma si parla anchedi casta dei magistrati, deigiornalisti ecc.CELODURISMO: fermezza edurezza di comportamento, ne èun esempio Umberto Bossi, leaderdella Lega.CRICCA: gruppo di persone chesi tengono mano in affari pocoonesti.DICASTERO: è un insieme disettori in cui è suddivisa l’am-ministrazione dello Stato. Solita-mente è sinonimo di ministero.DIETROFRONT: nel linguaggiogiornalistico indica un cambia-mento di rotta, cioè di opinione eatteggiamento.

ELICOTTERO BLU: aeromobileriservato agli uomini di stato, aipolitici.FRONDA: deriva dal terminefrancese ‘’fronde’’ che significa‘’fionda’’ e fu un movimento diopposizione alla politica delCardinale Mazzarino, durante ilXVII secolo in Francia. Quindi staad indicare un acceso movimentodi opposizione politica.GOVERNICCHI: governi insenso dispregiativo.LOGO: è la scritta che solitamenterappresenta un prodotto, un ser-vizio, un’azienda o un’organizza-zione. E’ costituito da un simboloo da una rappresentazione graficadi un nome che prevede l’uso diun ‘’lettering’’ ben preciso.MACELLERIA SOCIALE: insie-me di misure economiche checolpiscono i ceti più deboli.OPINIONISTA: il termine è statoconiato a partire dalla parola‘’opinione’’ (dal latino opinari =credere) e dal suffisso greco -istache indica colui che conosce unacerta materia. Questa parola vieneusata per definire colui che in unatrasmissione televisiva o radio-fonica è chiamato a esprimere ilproprio parere sull’argomento inquestione.PALETTI: termine usato perindicare limiti precisi.PARADISO FISCALE: è unoStato la cui normativa riguardantela fiscalità consente di attiraregrandi masse di capitale grazie acondizioni particolarmente age-volate che portano molti impren-ditori e finanzieri a investire.SCATOLA NERA: è un apparatoinstallato a bordo di un aeromobileo di un’imbarcazione per registra-re una serie di dati durante il movi-mento e preservarli in caso diincidente.SERRATA: sospensione delleattività in un’azienda attuata dalproprietario a scopo di pressione,di rivalsa o di protesta.STACCARE LA SPINA: provo-care la morte di qualcuno stac-

cando gli apparecchi medici chelo tengono in vita. Nel linguaggiogiornalistico si usa per indicare lafine traumatica di un’esperienza,per lo più politica. Esempio:“staccare la spina al governo”,significa farlo cadere.TABULATI: prospetti in forma ditabella, stampati da un elaboratoreelettronico.TORMENTONE: ossessiva ripe-tizione di qualcosa.TRONISTI: giovani che, nell’am-bito di un programma d’intrat-tenimento quotidiano, si siedonosu una specie di trono.

LE PAROLE STRANIEREConoscere le lingue straniere èfondamentale. Manuali di istru-zioni, quotidiani, settimanali, pub-blicità, computer sono invasi datermini inglesi; senza la cono-scenza di questa lingua ci diventadifficile la comprensione di tuttociò. Questa lingua è fondamentaleanche per la ricerca di un posto dilavoro che è diventata negli ultimianni quasi un’impresa. E’ fon-damentale anche per la comuni-cazione con Paesi esteri. Proprioper questo motivo è necessarioampliare le nostre conoscenzeriguardo le lingue straniere.Durante la lettura del quotidiano,tra i vari vocaboli ricorrenti,abbiamo riscontrato la presenza dinumerosi termini di linguastraniera (soprattutto inglese) cheoramai sono diventati parteintegrante del dizionario italiano.Questi termini riguardano qualsiasicampo (sia politico che economico,che sportivo). Qui di seguito pro-poniamo un elenco delle parolestraniere che ricorrentemente tro-viamo su un semplice quotidiano:AMARCORD: rievocazione no-stalgica. Non si tratta in realtà diuna parola straniera, ma deldialetto romagnolo, che si è diffusagrazie all’omonimo film diFederico Fellini. Amarcord signi-fica letteralmente “mi ricordo”.ANTITRUST: complesso delle

creazioni di società di comodoecc.).INFLAZIONE: Aumento persi-stente del livello generale deiprezzi e conseguente diminuzionedel potere d’acquisto dellamoneta.INTERESSE: Compenso chespetta a colui che presta unasomma di denaro. Dipende dal-l’ammontare del capitale prestato,dal saggio o tasso di interesse edal tempo di durata del prestito.MONOPOLIO: Forma di mercatoin cui tutta l’offerta di un dato beneo servizio è concentrata nelle manidi un’unica impresa, la quale puòinfluenzare unilateralmente ilprezzo di vendita modificando aproprio piacimento la quantitàofferta. All’offerta del monopolistasi contrappone una domandafrazionata tra numerosi acquirenti.OBBLIGAZIONI: Rappresentanoi debiti pecuniari che la societàassume verso terzi dai quali abbiaricevuto un prestito.PENSIONE: Prestazione di naturaeconomica e previdenziale corri-sposta a soggetti nei cui confrontisi sia verificato un determinatoevento previsto dalla legge.L’entità della pensione varia infunzione dell’età, della gravitàdell’evento lesivo, degli anni dicontribuzione ecc.È definita pensione di anzianità lapensione che, indipendentementedal requisito dell’età, è erogabileai lavoratori che abbiano raggiuntoalmeno 35 anni di contribuzione edi assicurazione; presuppostoessenziale è che il richiedente nonpresti attività di lavoro subordinatosalvo che si tratti di lavoroagricolo, familiare, domestico oprestato all’estero.La pensione di vecchiaia, invece,ha la funzione di garantire allavoratore i mezzi di sostenta-mento quando, raggiunto il limitedi età, non sia più capace di eser-citare attività lavorativa.Si ricor-dino, inoltre, la pensione d’inva-lidità, di inabilità, ai superstiti ecc.Ai cittadini ultrasessantacinquenniresidenti nel territorio italiano cheversano in disagiate condizionieconomiche viene erogato dal-l’INPS l’assegno sociale.PREZZO: Rapporto di scambiotra due beni. Se uno dei due beni

è la moneta allora ilprezzo si

definisce

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1414 Tiri ... Mancini1414 Scuola e dintorninorme giuridiche che sono postea tutela della concorrenza suimercati economici.AUSTERITY: austerità economica.AUTHORITY: istituzione ufficia-le con poteri di controllo, sorve-glianza e decisione in determinaticampi.BAND: gruppo musicale.BEST SELLER: libro, disco, film,spettacolo che registra unaltissimo numero di vendite o dispettatori.BISTROT: osteria.BLACK BLOCK: gruppo diindividui dediti all’azione di pro-testa caratterizzata da atti van-dalici.BLITZ: operazione rapida eimprovvisa.BOMBER: giocatore che segnamolti goal.BOOM: crescita economica.BOSS: capo.CD: compact disc.CHAMPIONS: campioni.CLASS ACTION: è un’azionelegale condotta da uno o piùsoggetti che chiedono che lasoluzione di una questione comunedi fatto o di diritto avvenga coneffetti ultra partes per tutti icomponenti.COMBINE: intesa illecita perstabilire in precedenza il risultatodi una competizione sportiva.CRAC: tracollo finanziario.DESIGN: progettazione.DIKTAT: trattato di pace impostodai vincitori .DOSSIER: complesso di docu-menti.DVD: tipo di supporto ottico edigitale.FOYER: sala in cui il pubblico diteatro si intrattiene a parlare.GAFFE: azione che generaimbarazzo.GLAMOUR: fascino.HIT: graduatoria di successidiscografici.HUMOR: umore/senso diumorismo.IDENTIKIT: procedimento diidentificazione.INPUT: impulsoINTERNATIONAL PRESS:stampa internazionale.KILLER: esecutore di un omicidioLADY: donna.LEADER: capo.LOBBY: gruppo di persone legateda interessi comuni.LOVE STORY: storia d’amore.

MAGAZINE: periodico, rivistaMATCH: gara.NEW ENTRY: nuova entrata.NO COMMENT: nessun com-mento, risposta di persona intervi-stata che non vuole rilasciare di-chiarazioni pubbliche su parti-colari argomenti.OVERDOSE: assunzione didroghe in quantità eccessiva.POLE POSITION: posizione piùavanzata in uno schieramento.PREMIER: presidente del Con-siglio.PRESSING: azione insistente epressante con cui si contrasta l’av-versario.PUSHER: spacciatore coinvoltonel traffico illegale di droga.RAIS: capo dei paesi arabi.RATING: valutazione della qualitàdei titoli obbligazionari emessi daun soggetto privato o pubblico,espressa da agenzie internazionalispecializzate.REPORTER: inviato speciale diun giornale.SEX APPEAL: fascino.SHOCK: colpo psicologico.SHOW: spettacolo.SLOGAN: frase usata in campopropagandistico.SOIREE’: ricevimento.SOLD-OUT: espressione cheindica il tutto esaurito.SPREAD: guadagno di una bancache concede un mutuo, differenzatra il prezzo più basso a cui unvenditore è disposto a vendere untitolo e il prezzo più alto che uncompratore è disposto ad offrireper quel titolo.STRESS: tensione fisica, psichica,nervosa.SUMMIT: incontro tra capi distato o membri di partito.TEST: prova.TICKET: biglietto.TRANCHE: quota, parte.TROUBLES: guai.TURN-OVER: cambio.UNDER: sotto.VINTAGE: è un attributo chedefinisce le qualità ed il valore diun oggetto prodotto almenovent’anni prima del momentoattuale.YACHT: lussuosa imbarcazione.

GLI ARCAISMIUn arcaismo o termine desueto èl’uso di un vocabolo che non è piùattuale. Più frequentemente siintende una parola non più viva

Le pagine sono a cura della classe V M:

Sigle (Barbato, Lionetti, Melchionne)Parole latine (Cucciniello, Fede, Guerriero)Parole politiche (Reppucci, Salomone, Serino)Parole dell’economia (Alborea, Frusciante, Pulzone)Neologismi (Ferragamo, Ferriero, Valentino)Termini di lingua straniera (Ricci, Spinelli, Vitiello)Parole arcaiche (Russo, Ruta, Ventre)

nell’uso linguistico comune, maconservata o reintrodotta nellalingua, per dare rilievo al discorso.Gli arcaismi si incontrano moltofrequentemente nella poesia, neldiritto, nella scienza, nella tecno-logia, nella geografia e nellinguaggio giornalistico. Un ter-mine inconsueto è, invece, unaparola poco usata.Proponiamo un breve elenco diparole desuete e inconsuete:ADDIRE: dedicare, destinare, as-segnare.AMMIRAGLIO: alto titolo diufficiale di marina, al qualespettano i gradi più elevati dellagerarchia da noi in uso.ANTESIGNANO: persona cheprima di altri sostiene idee, teorie,tecniche.ASSEDIO: complesso di provve-dimenti eccezionali che vengonopresi quando il potere civile passaa quello militare.BARATRO: abisso, precipizio,caverna oscura e profonda.Frequentissimo l’uso figurato:cadere nel baratro, cioè andare inrovina.BARRICATE: costruzione tem-poranea di vie, passaggi che im-pediscono l’accesso a personeindesiderate.CATASTALI: insieme di docu-menti mappe ed atti che elencanoi beni immobili con il nome delpossessore, le rendite che su que-sto si devono calcolare, tasse edimposte.CIMELIO: cosa preziosa e raraappartenuta ad un personaggio il-lustre o ad un’epoca lontanissima.DECLASSARE: retrocederequalcuno o qualcosa a una classedi livello inferiore.DECORRENZA: momento in cuicomincia ad avere effetto unprovvedimento, un diritto, unobbligo, ecc.DESUETO: non più di uso co-mune.DIVARIO: differenza, spesso note-vole, fra cose, persone o opinioni.FACINOROSO: sconsiderato,violento.FALLACE: colui che cade in er-rore.FAVELLARE: raccontare storie.FUNGERE: funzionare, averefunzione di.GENDARME: uomo in armi, cioèpoliziotto o militare.GENDARMERIA: organizzazio-

ne militare, di polizia particolar-mente indirizzata al controllo delterritorio, delle zone rurali.INCAPIENTE: contribuente cheha un reddito così basso da nondover presentare la denuncia deiredditi.INDIGENTE: colui che è privodell’indispensabile per vivere.INFRASTRUTTURE: insieme distrutture secondarie e comple-mentari di una struttura di base,necessarie affinché quest’ultimapossa funzionare.INIQUO: ingiusto.INULTO: non punito.IRACONDO: rabbioso.MARRANO: epiteto offensivoattribuito dagli spagnoli all’ebreoo al musulmano convertito. Oggiè sinonimo di uomo falso espregevole.MASSONE: colui che è affiliatoalla massoneria. La massoneria èun’associazione segreta costitui-

tasi in forma organizzata nel XVIIIsecolo in Inghilterra.Il termine indica oggi la tendenzaall’aiuto reciproco e alla col-laborazione fra appartenenti allo

stesso gruppo.OMOFOBA: è la persona cheprova avversità irrazionale basatasul pregiudizio nei confrontidell’omosessualità.PODESTA’: nel Medioevo era ilcapo del Comune e della Giustizia;in epoca moderna era un funzio-nario del partito fascista chesostituì il sindaco.PRESCRIZIONE: disposizione,norma.REMORA: è un piccolo pesce chesi credeva avesse la forza diarrestare le imbarcazioni, attac-candosi ad esse con le sue ventose.Da qui l’uso corrente del terminenel significato di ritardo, indugio.REPROBO: malvagio, empio.SANATORIA: atto con cui si ponerimedio a una situazione irregolareo a una mancanza condivisa da piùpersone .TAFFERUGLIO: rissa confusa erumorosa.

VITALIZIO: rendita a vita di cuigode un beneficiario in base a uncontratto stabilito su un versa-mento di capitale o per altro tipodi accordo.

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“Il ballo è una manifestazioneverticale di un desiderio

orizzontale”. Questa celebre frasedi Woody Allen suscita spessoilarità o una sorta di pensieroscandalistico nella maggior partedelle persone, le quali facendoprevalere le superficiali opinioniignorano il fatto che questa fraseesprime al meglio il significatomultiforme di quest’arte. Il balloè uno sport, è una passione e comegià detto è un’arte. Esistonomoltissimi tipi di ballo, e ognunoha una sua storia, una sua origine

e un suo preciso significato. Misono avvicinato a questo mondocirca tre anni fa, due componentila mia famiglia ballavano già daun po’, io odiavo ballare con tuttome stesso, mi sembrava che nonesistesse cosa più ridicola. Comenacque, quindi, la mia passioneper il ballo? Per una delle cose chepiù sono in grado di ammaliare lospirito umano: una ragazza.Conobbi una ragazza in vacanzaper la quale persi la testa, leisapeva ballare e vederla danzaretra le braccia di ragazzi che,intelligentemente, avevano soloqualche minima nozione di ballo,mi faceva stare male. Dopo quellavacanza, decisi che avrei dovutoa tutti i costi imparare a ballare.Iniziata la scuola di ballo, capii diaverlo nel sangue, ero bravo.Ballavo sempre, anche a casa,insegnavo qualcosa agli amici epoi pian piano sono giunto al mioattuale livello, grazie al quale ognitanto mi esibisco anche inspettacoli. I balli che pratico sonoi caraibici quali: salsa, bachata,merengue, cha cha, tutti balli dicoppia che però comprendonopezzi di freestyle, ovvero singolainterpretazione della musica.Aprendo una piccola parentesi

Ludovico Maria EnricoEinaudi) è un pianista ecompositore italiano. Figlio

dell’editore Giulio Einaudi enipote di Luigi Einaudi, presidentedella Repubblica dal 1948 al 1955,la sua carriera di musicista inizianel jazz rock, quando entra nelcomplesso torinese Venegoni &Co, con cui Einaudi incide duealbum pubblicati dalla Cramps:Rumore rosso e Sarabanda. E’ suuna composizione di LudovicoEinaudi dal titolo “NuvoleBianche” che io e il mio amicoabbiamo lavorato per un saggiopresso il Conservatorio DomenicoCimarosa di Avellino. Eh già! Lamusica è, infatti, la nostra grandepassione.Io sono uno studioso di strumenti

Le difficoltà del nostro tempo obbligano noi ragazzi a riprenderela faticosa e bella attività dei campi. Io e mia sorella,supportati dalla nostra famiglia, siamo diventati giovani

imprenditori agricoli, pur continuando a proseguire i nostri attualistudi. Contrariamente a quanto si possa credere, questa attività nonrappresenta alcun peso per noi, anzi è fonte di divertimento e spessodi soddisfazioni.La nostra attività agricola interessa la produzione di vini tipicicampani, quali l’Aglianico e il Fiano, vitigni, che producono viniapprezzati non solo nella nostra regione, ma in tutt’Italia e spessoanche in molti mercati esteri.Fino a qualche tempo fa non sapevo nulla dell’Aglianico, della suastoria, dei suoi profumi ed aromi. Questo vino prodotto pre-valentemente nelle regioni del Sud, fra cui la Campania, nasceprobabilmente nell’antica Grecia ed è introdotto nella nostra terraintorno al settimo-sesto secolo a.C. Dopo una lunga conservazionel’Aglianico può essere etichettato con il prestigioso nome di Taurasi,importante DOCG rosso del Sud Italia. Anche il Fiano di Avellino èun vino bianco DOCG, la cui produzione è iniziata proprio da Lapio,piccolo paese in provincia di Avellino.Un tempo il Fiano era un vino dolce e leggermente frizzante; oggi ilFiano di Avellino DOCG è un vino bianco secco, intenso, elegante estrutturato, adatto anche all’invecchiamento. Produrre vini comporta,comunque, grandi fatiche e continue attenzioni, sia nei confrontidella pianta che del vino stesso, specialmente durante il periodo dimaturazione.Due giovani ragazzi come noi peccano di un’adeguata preparazionein campo agricolo e, perciò, il supporto dei nostri genitori, più espertie preparati al riguardo, diventa indispensabile. Così io e la miafamiglia coltiviamo questi vitigni, portando avanti una tradizionesecolare, che si tramanda di generazione in generazione, sempre conla stessa passione e dedizione dei nostri antenati.

Gianmarco Coscia V L

Un giorno ti svegli e capisciche non puoi vivere senzala musica. E’ questo ciò

che pensano tutte le personequando ti chiedono come haicapito che quella è la tua passionepiù grande.Io,invece, ho sempre pensato cheuna passione non può nascere daun momento all’altro. Unapassione ce l’hai dentro findall’inizio. Probabilmente parlo inquesto modo perché è così che èandata a me: canto da sempre e intutta franchezza non riesco acomprendere come la gente riescaa vivere senza cantare. Infatti,come diceva Nietzsche, “senza lamusica la vita sarebbe un errore”.Sarebbe come immaginare uncielo senza stelle, un mare senzaacqua. Come la poesia, la musicati permette di esprimerti, di direcome la pensi e, per quanto latecnica vocale sia importante, lacosa fondamentale è riuscire aesprimere ciò che si sente. JimiHendrix, ovvero la chitarra chefece la storia del rock, diceva:“Tecnicamente non sono unchitarrista, tutto quello che suonoè verità ed emozione”. Nientecome la musica sa cambiare unumore e imprimersi nella vita dellepersone rendendosi diversa perognuno, facendosi colonna sonoradi mille vite, sempre diversa adogni ascolto.Platone sosteneva che la musicafosse la miglior medicina del-l’anima. Per quanto mi riguarda èun carburante, una compagna, unaconsolazione, un energetico, è lasicurezza che, seppure ti crollasseil mondo addosso, lei ci saràsempre, senza giudicarti, senzacondannarti.“La musica è intorno a noi, nonbisogna far altro che ascoltare”(Dal film August rush- La musicanel cuore).

Martina Picariello V L

Le nostre storie

Una Band formato famiglia!

Il ballo è la mia passione

a corda come: chitarra, mandolino,banjo e basso. Mentre il mioamico suona pianoforte e tastiera.Questa passione deriva dalla miafamiglia, infatti, è da quando eropiccolo che mio padre suona latromba e fa jazz, mentre miasorella studia violoncello e violinoe ha frequentato il conservatorio.

* * *Studio privatamente da quattroanni presso un maestro di Avellino.Io sono il pianista/tastierista ediscorso analogo vale anche perme, sin da piccolo ho sentito miopadre suonare la chitarra e il pia-noforte e mi sono subito appas-sionato a quest’ultimo. Ho semprestudiato musica al Conservatorio;infatti, qui ho frequentato le scuolemedie iniziando con il flauto

traverso. Poco dopo, però, ho ca-pito che non era uno strumento chefaceva per me, quindi, ho iniziatoa suonare il pianoforte. Quandosuono provo sentimenti diversi aseconda del modo in cui le mieimani imprimono la forza sui tastidel pianoforte: allegria, gioia, rab-bia, vigore sono tutte emozionicontrastanti che possono esserepresenti in un solo brano. I mieiautori moderni preferiti sono Gio-vanni Allevi e Ludovico Einaudi,ma apprezzo anche autori classicicome Bach. Le composizioni chepreferisco sono “Come SeiVeramente” di Allevi e “NuvoleBianche” di Einaudi, oggetto delsaggio.

Alessandro Cataldo III LGiovanni D’Alessandro III L

sulla gerarchia di questi balli possodire che il più importante è la salsadalla quale derivano e dipendonogli altri, anche la salsa però ha varirami, abbiamo la cubana che è lapiù antica, la portoricana che è unpo’ più moderna e poi la salsa NewYork style, che è la più attuale ela più complessa, perché è lafusione delle altre due. Ballare ilNew York è difficile perché nonci sono schemi, ci vuole inventiva,creatività. La salsa è purificazionedell’anima, nei momenti di crisi

svuoto la mente, spengo la luce eballo fino a stancarmi. Ma la salsaè, soprattutto, divertimento, nonc’è niente di più bello che sbiz-zarrirsi a ritmi frenetici, creandopassi, inventando figure. Ballareè come vivere, basta sapersimuovere.

Davide Vega V L

La musica nel cuore

NOI GIOVANI IMPRENDITORI AGRICOLI

Tiri ... Mancini

1616 Tiri ... Mancini Le nostre storie

Al di fuori dell’ambientescolastico quanti di noipraticano uno sport?! Lo

sport può essere visto comepassione, come cultura delbenessere del proprio corpo ocome passatempo. Per i piùfortunati, il proprio talento puòanche rappresentare una validapossibilità di lavoro.Nella classe V P sono arrivati dueragazzi direttamente dalla Sicilia:Carmelo Iurato e Lucio Salafia.Qualcuno li avrà già visti giocarein campo, al Palasport GiacomoDel Mauro di Avellino, poiché laloro passione, il basket, li haportati a firmare un contratto conla “S.S. Felice ScandoneAvellino”, rinomata squadra dibasket del capoluogo Irpino,militante a livello internazionale.Ponendo alcune quesiti ai nostricompagni, ho potuto capire cheCarmelo ha iniziato a praticare ilcitato sport a S. Croce Camerina,un paese molto piccolo vicinoRagusa, all’età di 4 anni. Lucio,invece, ha iniziato a giocare 4 annifa a Caltagirone, comune situatonella provincia di Catania. Gli inizidi Carmelo risalgono a quando ilpadre, volutamente, lo portò a fareun allenamento e “da quelmomento non ho mai smesso”,mentre Lucio perché l’allenatoredella squadra di Caltagirone,notandolo nel marzo 2008, loincitò a provare finché nell’ottobre2008 adocchiato da alcuniosservatori della “Nova VirtusRagusa”, che lo inserirono nellaprincipale squadra di basketmaschile di Ragusa. Restanodubbi se sia stato notato da tuttiper la sua modesta statura di2.08m. Lucio ha aggiunto che ilprimo giorno che arrivò a Ragusaandò a guardare una partita di serieC ed è stato affascinato dalpubblico, il quale acclamavacaloroso tutti i giocatori. Chi nonè mai stato ammaliato dai cori che

riempiono ogni palazzetto, fatti dachi crede, chi ama, chi festeggia?!È stato proprio a Ragusa cheCarmelo e Lucio hanno strettoamicizia, infatti anche Carmelo ciha raccontato, a proposito di unavvenimento passato che ricordacon piacere e che gli ha insegnatoqualcosa, che gli piaceva moltogiocare nella “Virtus” perché erain serie A e gli piaceva giocaredavanti a tante persone:“stupendo” aggiunge, al ricordo.Ora invece, ad Avellino,preferiscono sottolineare che nonsono qui “per lavorare” ma perchévogliono vivere di questapassione. Avellino la consideranoentrambi “una bella città, a misurad’uomo, con ragazzi socievoli,simpaticissimi e disponibili, che dasubito li hanno messi a proprioagio. Se potessero cambiarequalcosa, però, la metterebberovicino al mare “perché qui famolto freddo e piove spesso”. Mail loro sacrificio maggiore qual è?!Sicuramente stare lontano dai loroamici, dai loro affetti: Lucio haaffermato che è andato via di casaa 14 anni e per quanto possasembrare bello, inizialmente èstato molto difficile. Ora peròammette che la lontananza lo hareso più autonomo, indipendentee maturo, anche se è statofortunato a trovare persone che gli

hanno reso tutto più facile epiacevole. Carmelo invece ricordaamaramente i confort di casa sua,la sua famiglia e gli amiciragusani. Difficile, inoltre, è con-ciliare lo studio con gli allena-menti, i quali occupano la maggiorparte del loro pomeriggio: cosìLucio si sacrifica e non gioca allaplay station mentre Carmelo stalontano da facebook.Considerando gli aspetti positividel loro lavoro-passione, hannosottolineato come devono con-centrare al massimo il tempo perstudiare, possono confrontarsi conadulti che hanno molta piùesperienza sia in vita che in campoed essendo sportivi sonodisciplinati e devono rispettareregole rigide.Lucio poi ha aggiunto a riguardoche “come tutti gli sport, anche ilbasket insegna ad esseredisponibili e ad aiutare chi è indifficoltà, perché nel campo sicollabora l’un con l’altro e ci siaiuta a vicenda”.Lo sport è per loro opportunità dilavoro, ma sono stati fortunatiperché sono mossi da unapassione che non li abbandona,che fa superare loro i sacrifici,anche ad un’età così giovane.Sono da esempio, anche se nonsanno di esserlo.

Verdiana Gaita V P

Io, un creativoLe mie passioni sono il disegno libero o spontaneoe la musica. Ho iniziato a disegnare in tutte le orefin dall’inizio della scuola media. Disegnavoqualsiasi cosa che mi colpisse; in particolare facevocaricature di compagni e professori. Parecchie voltesono stato colto “sul fatto”; a volte sono statoelogiato per la mia bravura, altre volte sono statorimproverato. Ciononostante la mia passione ècontinuata inalterata nel corso degli anni. Allapassione per il disegno si accompagna la passioneper la musica. La musica mi accompagna mentredisegno ed è il sottofondo musicale di tutti i miei“scarabocchi”. E’ un’amica, disposta ad aiutarci tuttele volte che la cerchiamo ed è sempre disposta adaiutarci, consentendoci di rilassarci e di farcidimenticare le nostre “pene di gioventù”. La musica,anche nei momenti più difficili ci fa capire che lavita è bella in tutti i suoi aspetti e ad ogni età.P.s.: Sto ancora in terza e per il momento evito difare caricature dei professori...in quinta si vedrà.

Stefano Petruzziello, III L

COMPAGNI DI BANCOLui, uno sportivoLa mia grande passione è il calcio. E’ una passionedi famiglia, che ho ereditato da mio nonno, il “grandeAntonio” per i tifosi dell’Unione Sportiva Avellino.Già, sono infatti il nipote di Antonio Sibilia,presidente degli anni d’oro dell’Avellino, quandomilitava in serie A, ed affrontava la Juve, il Milan,l’Inter ecc.Come mio nonno, ho una grande passione per ilcalcio, che seguo sempre in televisione e pratico inmaniera occasionale, quando riesco ad organizzarepartite di calcetto con gli amici, soprattutto di sera.I miei genitori, infatti, non vogliono che giochi alcalcio a livello agonistico, perchè è uno sport cherichiede duri allenamenti, che potrebbero influirenegativamente con lo studio.La domenica, però, è sacra e seguo il campionato dicalcio attraverso la televisione: anche la squadra diAvellino che da quando ha cambiato denominazione(ora è A.S. Avellino) non riesce più ad attirarmi allostadio.

Antonio Sibilia, III L

(F. Nietzsche)

Ogni bambino è attratto dalla bellezza,da tutto quello che suscitain lui o in lei emozioni intense e particolari. Certamente questoè valido per tutti, ma per un bambino lo è ancora di più.

Posso affermarlo con certezza appoggiandomi a quella che è stata lamia esperienza personale. Durante la mia infanzia c’è stata infatti unacosa capace di trasmettermi in profondità l’essenza più intima dellabellezza: la danza. Sono entrata in quella sala che avevo appena treanni... mi sentivo come se qualcuno mi avesse capovolta in un mondomagico. Il parquet, la sala piena di specchi, l’odore della pece. Tuttoiniziò come un gioco... per me andare a danza significava indossarequelle scarpette rosa tanto desiderate e quel tutù da principessa, solocon il passare del tempo mi sono resa conto di quanto fosse difficilededicare la propria vita alla danza. Io l’ho sempre considerata una verae propria “vocazione”, un mondo a parte dove potersi rifugiarsi neimomenti più difficili della propria vita. Si, perché quando danzi,nonpensi più a nulla, tutti i tuoi pensieri, le tue preoccupazioni vengonorapite da quella musica e si trasformano in movimento. Purtroppo peròla vocazione non basta se non si ha la tenacia e la determinazionenell’affrontare le difficoltà che si presentano. Quando si ama davvero,ogni cosa anche la più difficile si trasforma solo in un piccolo ostacoloda superare... e per chi come me ha intrapreso questo percorso sa beneche di difficoltà una ballerina deve superarne tante: il dolore fisico,l’ansia da palcoscenico, rinunciare alle uscite con le amiche per passareore dentro a quella sala a ripetere i balletti per cercare di raggiungerela perfezione. E non parlo di perfezione fisica, un ballerino la perfezionedeve cercarla nel cuore. Molte persone rinunciano a tutto questo soloperché si sentono inadatte fisicamente, e si sentono escluse da questomondo. Ma io non credo che sia un corpo perfetto a fare una ballerina,se c’è passione, se c’è amore si può ballare ovunque... anche standoalla propria scrivania, indossando delle semplici cuffie e lasciandosiandare... è la tua anima che deve ballare, è il sentimento dentro di teche deve accompagnare la musica. Durante tutti questi anni, ho sempreavuto una mano sulla mia spalla che mi ha accompagnato in ogni sceltache questa esperienza di vita mi portasse a fare... quella dei miei genitori.La loro presenza per me è stata fondamentale, mi hanno asciugato lelacrime quando ero sul punto di mollare tutto e quando nei momenti dirabbia giuravo a me stessa che con la danza avrei chiuso. Loro losapevano che ciò non era possibile, che il giorno dopo sarei ritornatain quella sala come se nulla fosse successo. Il loro aiuto è statofondamentale per me anche perché mi hanno fatto capire che la danza,per quanto sia importante, deve lasciare spazio agli studi. Scuola -danza non sempre risulta un facile binomio e conciliare le due cose avolte sembra davvero impossibile. Essa occupa gran parte della miagiornata, e toglie molto tempo allo studio. Ed è per questo che fin dapiccina ho sempre cercato di organizzarmi per far conciliare le duecose e per non deludere i miei genitori, che mi hanno sempre minacciatodi togliermi dalla palestra se i risultati a scuola non erano quellidesiderati. Sono contenta, perché grazie alla loro severità ho imparatoa dare la giusta importanza a tutte le cose senza tralasciare nulla. Chedire, non potrei immaginare un mondo senza la danza, la mia vita senzadi essa... e mi auguro che ci siano tante persone con la voglia e ladeterminazione di intraprendere questa avventura... arricchisce la vita,ve lo assicuro.

Donatella De Stefano V F

All’inseguimento di una palla a spicchi

Bisogna considerare perduto ogni giornonel quale non si abbia ballato almeno una volta

1717Tiri ... ManciniNote e Parole

Las bellas mariposas: le bellefarfalle sono le duegiovanissime protagoniste

del film, che proprio come lefarfalle, attendono impazienti dischiudere le loro ali alla vita.Il film di Salvatore Mereu è statopresentato, con discreto successo,nella sezione “Orizzonti” dellasessantanovesima edizione delFestival di Venezia e si ispiraall’omonimo romanzo di Sergio

Si è svolta dal 3 al 12dicembre la decimaedizione della rassegna

cinematografica denominata“Laceno d’oro”.La “prima serie” di questamanifestazione partì il 1959,quando due giovani appassionatidi cinema, Camillo Marino eGiacomo D’Onofrio (entrambiscomparsi da qualche anno) silanciarono in un progetto che perl’epoca sembrava folle. Laprovincia di Avellino, infatti, eraall’epoca una terra soprattutto diemigrazione, con una economiaancora molto arretrata, la cuiprincipale risorsa provenivaancora dall’agricoltura.“E’ difficile oggi immaginare cosaabbia significato il Laceno d’oroin un’Irpinia contadina e rurale,che si collocava agli ultimi postiper reddito fra le province italiane.Molti paesi erano ancora prividelle fogne e dell’acqua corrente,ci si spostava a dorso di mulo e lebraccia emigravano, non più versole lontane Americhe, ma verso lemetropoli del triangolo industriale,che già vivevano il boomeconomico. In un’Italia doveesisteva una sola TV( in bianco enero) con un unico canale, ilcinema era ancora una fabbrica disogni e, per i paesini arroccati suimonti d’Irpinia, una finestra apertasul mondo, uno stimolo, ai suoilivelli più alti e pensosi, a prenderecoscienza della realtà, magarisedendo, nelle sere d’estate, inpiazza a veder scorrere leimmagini su un grande lenzuolobianco”. (dalla presentazione delLaceno d’oro 2010).Camillo e Giacomo intuirono chebisogna sognare in grande e che ilcinema avrebbe potuto esserestrumento di riscatto e di sviluppoper la nostra terra. Il loro progettofu appoggiato da Pier PaoloPasolini, che già era un famososcrittore e diventerà poi anche unbravo regista, e nel corso deglianni riuscirono a portare in Irpiniafamosi registi, attori che sisarebbero poi affermati e,soprattutto, le cinematografie dipaesi lontani, dal Bangladesh allaJugoslavia, dalla Bulgaria a Cuba,dall’India al Vietnam.Il Laceno d’oro andò avanti perquasi trent’anni: l’ultima edizionesi tenne nel 1988 e poi si dovettechiudere, anche perchè diven-tarono sempre più scarni icontributi degli enti locali,fondamentali per poter orga-nizzare la manifestazione.Nel 2001 un gruppo di appas-sionati cinefili (fra di loro iprofessori Antonio Spagnuolo eNunzio Cignarella, che insegnanopresso il nostro liceo scientifico;e il prof. Franco Festa, ora inpensione, ma che per tanti anni hainsegnato matematica al “Man-

cini”) decise di riprendere questamanifestazione.Naturalmente i tempi erano cam-biati, ma del “vecchio” Lacenod’oro fu continuata la linea dirigore morale e di impegno civile.Sono così venuti ad Avellino, aricevere il premio, registi famosiin tutto il mondo, come - solo percitarne alcuni - Ettore Scola, GilloPontecorvo, Kean Loach, i fratelliDardenne, i Taviani, MarcoBellocchio, Olivier Assayas.Quest’anno la rassegna si è“ingrandita”, ha toccato, oltreAvellino, anche altri centridell’Irpinia, come Mercogliano,Pietradefusi, Ariano, ha presentatodiversi film e ha portato nellanostra città registi emergenti comeSalvatore Mereu, DanieleGaglianone, Vincenzo Marra.Tutti i film presenti alla rassegnasono stati caratterizzati dal forteimpegno sociale e dall’attenzionerivolta a tematiche di grandeattualità. E’ il caso, ad esempio,di “Las bellas mariposas” diSalvatore Mereu, che racconta isogni di una ragazzina sarda e ilsuo desiderio di evadere da unarealtà di emarginazione e didegrado; o il caso di “Ruggine”,di Daniele Gaglianone, che ciparla della piaga della pedofilia,con un tono di leggerezza maanche di profonda aderenza allarealtà.La rassegna si è arricchita anchedi alcuni cortometraggi dal fortesignificato civile: I la nau va cheripercorre la traversata di protesta,da Barcellona a Genova, digiovani italiani residenti in

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RUGGINE è l’ultimo film diDaniele Gaglianone (delquale sono stati proiettati

durante la rassegna cinema-tografica del Laceno d’oro altridue film, “Nemmeno il destino”,e “Pietro”), tratto dall’omonimoromanzo di Stefano Massaron. Illungometraggio dura circa un’orae cinquanta ed affronta un tema,purtroppo, di scottante attualità,quello della pedofilia. Il titoloderiva da un deposito di materialiferrosi, alla periferia di una grandecittà del Nord, e le polveri di rug-gine volteggiano spesso nell’ariaa determinare un’atmosfera va-gamente di decomposizione.Protagonisti sono dei bambini,figli di immigrati meridionali, neglianni ’70, che fanno del deposito

di materiali ferrosi un po’ quelloche era il deposito di legname peri ragazzi della via Pal. Il raccontoalterna immagini dei protagonistida bambini e poi da adulti, trentaanni dopo. Stefano Accorsi,Valerio Mastandrea e ValeriaSolarino impersonano rispet-tivamente Sandro, Carmine eCinzia trent’anni dopo e tuttihanno avuto la vita profondamenteturbata - e ancora ne portano letracce - dall’orrore che hannovissuto da piccoli.Con accenti vagamente neo-realistici viene descritta la vita diquesti giovanissimi immigrati, leguerre fra bande nel vecchiodeposito, la naturale distribuzionedei ruoli, i primi percorsi dicrescita.

Un elemento di novità in questoambiente degradato, dove peròtutto scivola senza sussulti, ècostituito dall’arrivo nel quartieredi un nuovo medico.Elegante, dotato di buone maniere,il dottore si conquista la fiducia eil rispetto degli adulti. I bambini,invece, intuiscono che qualcosanon va e diffidano di lui. Poi, asconvolgere i loro giochi, duebambine vengono violentate euccise.La vita dei giovanissimifrequentatori del “deposito diruggine” ne viene sconvolta.Subentrano la paura, il sospetto,mentre vanno avanti le indagini.Forse a qualche nostro lettore saràvenuta voglia di vedere questo filme non ne raccontiamo la trama finoalla fine.Il regista Gaglianone affronta unaquestione di grande attualità, certosenza arrivare ad una conclusionerassicurante.Piace il realismo con cui vienedescritto questo mondo diperiferia, questa terra di confinefra la campagna e la grandemetropoli, questa sorta di riservaindiana dove i piccoli figli degliimmigrati meridionali possonoconsumare la loro spensieratezza,ma dove l’orco è dietro l’angolo.E piace anche il fatto che losguardo del regista si proietti poiin avanti, a scrutare la vita di queibambini dopo molti anni, quandoormai sono diventati adulti.Ognuno di loro è andato avanti, siè fatto una vita, come suol dirsi,ma nessuno ha dimenticato e suognuno ha pesato quella bruttaesperienza infantile.

Atzeni: appena sessanta pagina,ma che è diventato un vero librodi culto fra i giovani dellaSardegna. La vicenda si svolge aCagliari, fra la spiaggia e la città,in una assolata giornata d’agosto.La giovanissima Cate (interpretatada Sara Paddu), ha undici anni etanti sogni per la testa. Vorrebbediventare una cantante famosa,evadere da un ambiente familiaree da un quartiere degradato che

non offre alcuna prospettiva.Vorrebbe fuggire dal padre, chetrascina la sua vita sostenendosicon una pensione di invalidità;soprattutto vorrebbe evitare lasorte della sorella, Mandarina,incinta a tredici anni, o diSamantha, la giovanissimaprostituta del quartiere. In questarealtà così negativa, l’unica notapositiva è l’amore che nutre perGigi, inevitabilmente oggetto discherno da parte degli altri giovanidel quartiere.Cosa avviene in questa giornatad’agosto raccontata nel film? Daun lato c’è il fratello di Cate, checerca Gigi per ucciderlo; dall’altroCate che va a mare con la suamigliore amica, Luna (interpretatada Maya Mulas). Sono quasi duestorie parallele, o meglio, la storiadi una giornata di spensieratezza,di confidenze e di sogni (quella diCate e Luna), con sullo sfondo ilcupo presagio di una morte quasiannunciata.Particolarmente belle sono le

immagini della periferia diCagliari, dei quartieri ghetto dovele due amiche si aggiranoguardinghe.Il mare, la spiaggia e poi le stradee le periferie della città sarda sonoquasi un altro protagonista delfilm.E mi è piaciuto anche, nella primaparte del film, quella manieraparticolare che ha Cate dirivolgersi direttamente ad unpubblico, quasi a chiedere dellerassicurazioni. Non mancano lescene forti, come l’amplesso frala giovane prostituta Samantha eil padre di Cate.Però anche un contenuto cosìimpegnato, una storia cosìproblematica e per certi versidrammatica sono narrati con untono di leggerezza, a tratti ad-dirittura ironico.Nel cast, infine, va segnalata lapresenza di Micaela Ramazzotti,che interpreta la parte di CogaAleni, una strega capace di leggereil futuro delle persone.

RUGGINE: IL DRAMMA DELLA PEDOFILIAX EDIZIONE “LACENO D’ORO”

1717

LAS BELLAS MARIPOSAS: SOGNI DI FANCIULLE

1818 Tiri ... Mancini Scuola e dintorni

Spesso nella nostra città si hala tendenza a criticare tuttoindistintamente.

A volte tali critiche sono fondatema altre, invece, sono fatte apriori, senza neanche sapere dicosa si stia parlando o quale sia larealtà, quasi come se criticarefosse un hobby.Noi giovani, ad esempio, cilamentiamo in continuazione delfatto che Avellino sia una cittàmorta: “L’AV di Avellino sta perandare via” [South Noise], percitare un gruppo avellinese il cuicantante fa parte proprio dellanostra scuola. Questa frase èormai diventata una sorta dislogan, senza, forse, capirne ilvero significato!Sognare in grande è giusto, è quasiun dovere oserei dire e perrealizzare ciò in cui crediamopossiamo andare ovunque nelmondo. La cosa importante peròè non rimanere dietro un pc,passivamente, sentenziando chetutto va male, mentre ci sonoinvece persone che si impegnanoper cercare di cambiare le cose eoffrirci un futuro migliore,partendo dalla nostra piccolacomunità.“Siate il cambiamento chevorreste vedere nel mondo”[Mahatma Gandhi].Forse pochi sanno che, nel 2000,presso la Provincia di Avellino,viene istituita l’Agenzia ServiziInformaGiovani (ASIG), attuandoquanto previ-sto dalla Leg-ge Regionalen . 1 4 / 2 0 0 0 ,“Promozioneed incentiva-zione dei Ser-vizi Informa-Giovani e isti-tuzione dellarete territo-riale dellestrutture”. Nel2005 inveceviene istituitol’Ufficio Politiche Giovanili e inseguito nasce il CoordinamentoProvinciale dei Forum dellaGioventù, che attualmenteraccoglie oltre 60 ForumComunali della Gioventù inIrpinia.Ma cos’è un IG? L’InformaGiovani è un servizio pubblicocomunale e provinciale che hacome obiettivo principale quellodi raccogliere, elaborare etrasmettere, il tutto gratuitamente,informazioni riguardo quelli chesono gli interessi dei giovani(lavoro, cultura, mobilità, ecc …).InformaGiovani è un sistema dicomunicazione che crea una verae propria rete sociale, che ha ancheil compito di individuare leesigenze e le problematiche dellaplatea a cui si rivolge e del

territorio in cui opera, al fine dioffrire sostegno, consulenza edorientamento.“Il nostro obiettivo principale inquest’anno di attività è statoallargare il dialogo con i giovanianche attraverso le nuovepiattaforme web, dall’interattivitàdel sito fino alla presenza suFacebook, il social network piùdiffuso tra le nuove generazioni.Questo è servito non solo dacassa di risonanza per le notiziee informazioni più importanti, macome vera e propria piattaformadi scambio in tempo reale,rispondendo direttamente allerichieste degli utenti.”Uno dei progetti più importantiintrapreso quest’anno dall’as-sociazione è stato quello diMobilità Giovanile in ambitoeuropeo.“Il nostro sogno era quello di darel’opportunità a circa 20 ragazziirpini di vivere un’esperienzaimportante all’estero. I progetti dimobilità non sono una semplicevacanza all’estero, ma prevedonouno scambio reale di esperienze,idee e progetti che vengonocondivisi con ragazzi e ragazze dialtri paesi.Un gruppo a luglio è stato ospitatoquattordici giorni ad Ausburg, inGermania, dove ha trattato il temadello sviluppo sostenibile; un altroinvece agli inizi di settembre è statouna settimana a Calella(Barcellona) affrontando il tema

della sicu-rezza deiragazzi chen a v i g a n osul web.”Purtroppoperò, inq u e s t operiodo dicrisi, anchequesti tipi direaltà de-vono af-frontare unaserie di pro-

blemi, “Le nostre attività almomento sono in fase di forterallentamento a causa delriordino delle province e deglieffetti della spending review”.Finché c’è vita però, come si suoldire, c’è speranza; i ragazzi dell’ASIG proseguono quindi il lorolavoro con la certezza che,“nonostante quello che potrebbeaccadere nei prossimi mesi, insette anni di lunga attività si siaseminato bene e i frutti che stannovenendo fuori ne sono ladimostrazione”.

StayTuned!

( h t t p : / / f a c e b o o k . c o m /giovaniprovincia.avellino; http://www.giovaniprovincia.avellino.it)

Irene Asmonti V E

Il ruolo dell’Irpinia nella storiadella viticoltura campana ètalmente rilevante che alla linea

ferroviaria Avellino RocchettaSant’Antonio è stato dato il nomedi “Ferrovia del vino”.Completamente circondata davigneti, la provincia di Avellinooffre vini di fama internazionale,come il Greco di Tufo, il Taurasie il Fiano.Il vitigno più antico dell’avellineseè senza dubbio il Greco di Tufo,da cui si ricava l’omonimo vino,importato nell’antichità daiPelagi, dalla Tessaglia.La conferma dell’origine mille-naria di questa vite è data dalritrovamento a Pompei di unaffresco risalente al I secolo a.C.dove si menziona esplicitamenteil “vino Greco”. La coltivazionedi tale vitigno, diffusa inizialmentesulle pendici del Vesuvio, si èestesa successivamente inprovincia di Avellino, dove hapreso il nome di Greco di TufoQuesto vino molto pregiato, cherisulta essere particolarmenteindicato affiancato al pesce e aicrostacei, viene coltivato nei nostrivigneti. Noi studenti, qualche voltaanche piccoli imprenditori,proveniamo da Montemiletto,Montefusco, Tufo, posti noti, peruna ricca produzione vinicola diAglianico, Greco, Fiano. I nostrigenitori posseggono appezzamentidi terreno molto vasti per cuispesso siamo impegnati con loronella vendemmia, nella potatura enei vari “trattamenti”. Il nostrolavoro, oggi, è molto facilitatograzie alla tecnologia che vede

I vini sono la nostra ricchezza

pigiatrici elettriche, botti di acciaioe trattori di ultima generazione.Arrivato il periodo di finesettembre, inizio ottobre, vienecontrollato il grado zuccherino chel’acino possiede e se questo sitrova intorno al 24° è possibiledare inizio alla vendemmia.Compiuta la raccolta si da’ inizioalla trasformazione dell’uva invino, che sembra una cosasemplice, ma che è in realtà, unprocesso molto delicato se si vuoleottenere un prodotto di buonaqualità. Oggi giorno la classicacantina è scomparsa ed è statasostituita da moderni stabilimentienologici veri e propri laboratori,dove ogni elemento dellaproduzione vinicola vienecontrollato con attenzione. Noiessendo imprenditori agricoli, inparte ci sentiamo ancora attaccatialla tradizione e, perciò, in alcuniprocessi di vinificazione pre-feriamo usare metodi antichi,

Qualche anno fa lo stemmadella città di Avellino fuoggetto di un’interro-

gazione consiliare e fu dispostauna indagine apposita, perappurare se l’agnello che comparenel gonfalone della città debbastare in piedi oppure ingi-nocchiato. Effettivamente vi èdiscordanza anche negli attiufficiali per quello che riguarda lapostura dell’agnello, anche acausa di qualche equivoco sortonel corso degli anni.In realtà basterebbe fare rife-rimento allo stemma raffigurato inun apposito quadro che sta neisaloni del Municipio. Esso è

costituito da uno scudo nel qualeè dipinto un agnello, che sta inpiedi su un libro, con una zampaanteriore e con la testaleggermente piegate in avanti.L’agnello sostiene un’asta con unvessillo bianco che al centro recauna croce rossa. Il libro è chiusoda sette sigilli. Lo scudo èsormontato da una corona e unmantello rosso ne orna i lati.Le tre figure dello scudo, vale adire l’agnello, il libro e il vessillohanno ognuna un significato benpreciso: l’agnello simboleggiaGesù Cristo, il libro è quellodell’Apocalisse, il vessillo con lacroce è quello dell’esercito diCristo, la stessa bandiera cheinnalzò Costantino nella battagliadi Ponte Milvio e che poi fuadottata dai Crociati. Insomma lostemma di Avellino è uno stemmainteramente cristiano.“Esso venne istituito dalla SantaSede, durante o dopo il Conciliodi Trento, in esaltazione dell’Apo-

calisse e della profezia in questacontenuta del trionfo dellareligione. Avellino, quindi, non locompose, ma solo l’adottò. Eprobabilmente lo adottò dopo chegià figurava sull’alto del portaledel Duomo, sui frontespizi dei libridel capitolo, in testa agli avvisisacri, ecc., vale a dire dopo cheera già stemma della nostra chiesamadre.”Queste le conclusioni dell’insignestorico locale, generale GiovanniRotondi, al quale dobbiamo ancheuna singolare proposta di unnuovo stemma municipale, cheavrebbe dovuto raffigurare i treeventi più importanti della storiadi Avellino. Il primo di essi vieneindividuato nell’incontro che sisvolse ad Avellino nel 1130 fraRuggiero il normanno e l’antipapaAnacleto II. Nel corso di unasolenne cerimonia svoltasi nelduomo avellinese, Ruggiero venne

AgenziaServiziInformaGiovani L’agnello sta in piedioppure in ginocchio?

(continua a pag. 23)

piuttosto, che ricorrere allatecnologia. Mentre le grandicantine conservano il vino nellebotti di acciaio, noi preferiamoutilizzare nella conservazione delvino botti in rovere, in quantoqueste rilasciano un aroma cherende più amabile il vino.Non è finita qui, subito dopo lavendemmia con la caduta dellefoglie abbiamo il momento in cuila vite entra nella fase del riposoinvernale, nell’attesa di riprenderel’attività nella primavera suc-cessiva.I lavori che si rendono necessariin questo periodo sono diversi, mala potatura riveste una particolareattenzione, poiché con essa sidefiniscono i presupposti per lanuova produzione che insieme allecondizioni climatiche deter-minano una buona o cattivaannata.

Ferdinando AufieroMattia D’Andrea V H

1919

Studiare Ingegneria inItalia? Troppo banale!Essendo questa notoria-

mente una della Facoltà uni-versitarie più “accessibili”, i sot-toscritti Giuseppe e Giovannihanno pensato bene di renderel’impresa più interessantenonché più complessa andandoa studiare in Germania. Sevolessimo qui illustrare l’interoe tortuoso iter da noi affrontatoper dare seguito al nostro sogno,dovremmo iniziare la nostranarrazione - per correttezza diinformazione! - dal principio,ovvero partire con l’enu-merazione delle nostre infinitevicissitudini per ottenere lasospirata immatricolazione allaTechnische Universität diMünchen (TUM). Ma ben altrae più famosa “Odissea” è statagià scritta, per cui non ci sembraaffatto il caso di entrare inconcorrenza con il grandeOmero!Finalmente in possesso della “alungo rincorsa” immatricola-

zione al Politecnico di Monacodi Baviera e “sopravvissuti” aidoverosi festeggiamenti seguitialla notizia, è subito sorto unproblema di puro caratterelogistico ovvero trovare unasistemazione nel capoluogobavarese! E qui ci corre l’obbligodi sottolineare che trovare casaa Monaco è, a dir poco, impresadavvero molto ardua! Per darvisemplicemente un’idea: ci siamotrasferiti nel nostro attualeappartamento – “reperito” graziealla provvida intermediazione“di conoscenti di una personaamica di un tale nel quale cisiamo imbattuti per caso”(perdonate il contorsionismodell’espressione!) – solo duesettimane fa (20.10.2012),quando le lezioni universitarieerano ormai iniziate da giorni. E

vorremmo qui precisare che,terminato il nostro PON di ben4 settimane a Friburgo, abbiamoraggiunto Monaco già in data 22Settembre, eppure abbiamotrascorso il mese precedentevivendo in maniera alquantoerrabonda, “zingaresca”… E’comunque stata un’esperienzaeccitante e soprattutto “for-mativa”, degna di un vero eproprio Bildungsroman, che ciha comunque consentito diambientarci e di conosceremeglio la città [se il lettore diquesto contributo appartiene allaschiera di quanti meglioconoscono le varie peripezie dinoi poveri malcapitati in quel diMonaco, si starà sicuramentesbellicando dalle risate in questomomento!].Insomma, per farla breve,l’impatto iniziale non è statocerto dei migliori: le nostreprime due settimane nelcapoluogo bavarese sonocoincise, tra l’altro, con quelledell’Oktoberfest (ma guarda un

po’ i casi strani della vita …!!!).Non sappiamo però come mainon ci viene in mente proprionulla di particolare daraccontarvi a tal proposito: iricordi sono inspiegabilmentevaghi e confusi (e certo non pereffetto dell’ottima birra tedescache, per l’occasione, scorreva afiumi…!!!).Trascorsi i bagordi cittadinilegati all’Oktoberfest, Monaco siè rivelata la metropolirelativamente tranquilla che è inrealtà. Mezzi di trasportopubblico puntualissimi (ad uncosto ragionevole!); pulizia;sicurezza estrema (non c’èaffatto da scherzare con lapolizia e la rete di telecameredisseminate in città!); personecivili e cortesi; presenza di moltoverde (abbiamo intanto il

privilegio di abitare nellevicinanze del noto Ostpark!);piste ciclabili ovunque…Insomma Monaco è propriol’incarnazione di tutti queiluoghi comuni che gli stranierinutrono nei confronti dellaGermania! E vorremmo soprat-tutto sottolineare che Monaconon è affatto la città costosa cuisiamo abituati a pensare: èpossibile viverci più che digni-tosamente anche con i fondilimitatissimi di uno studente! Enon ci riferiamo, in questa sede,solo ai beni di prima necessità,ma anche a ciò che investe altriservizi, come mezzi di trasporto,svago etc. Esula da questa an-notazione, però, il discorso rela-tivo agli affitti degli immobili,purtroppo tra le tariffe più altein Germania!La nostra condizione di studentici permette comunque di acce-dere ed usufruire di numerosis-sime agevolazioni. E qui vorrem-mo assolutamente portare unesempio: abbiamo acquistatoTUTTI i nostri libri di testouniversitari, nuovi, per una cifradavvero irrisoria, ovvero per soli13 Euro [somma che in Italiasuona certo incredibile,concordate?].A questo punto ci sembraquantomeno doveroso accennarealla nostra vita universitaria.Inizialmente ci siamo scontraticon una serie di difficoltà: lin-guisticamente non eravamo certoin possesso della terminologiatecnica, propria delle nostrematerie di studio (Elektro- undInformationstechnik)! Ora lecose stanno decisamente andan-do meglio: riusciamo a seguireagevolmente le lezioni univer-sitarie ed impieghiamo via viasempre meno tempo per com-prendere il contenuto dellapagina di un libro. Il problemadella lingua diventa invero deltutto marginale, se rapportataall’effettiva difficoltà dei con-tenuti delle materie da noi stu-diate: a volte è senz’altro “ras-sicurante” prendere atto delleasperità che anche i nostri col-leghi tedeschi incontrano nelcorso delle varie lezioni, quandoi professori si cimentano nelleloro astruse spiegazioni: taleconstatazione ci fa sentire menosoli! In ogni caso noi teniamoduro, perché siamo certi dipotercela fare! Ma se il linguag-gio settoriale, legato alla speci-ficità della materia, ci sembraval’ostacolo più insormontabile, cisiamo subito dovuti ricredere: travita universitaria e studiodomestico è davvero difficiletrovare un po’ di tempo libero

durante la settimana! Soprattuttoil fatto di aver stretto amiciziecon altri studenti della nostraFacoltà ci ha aiutati molto.L’Università offre molteplicioccasioni di socializzazione:proiezione di film due volte allasettimana; serate la cui or-ganizzazione è curata dalla stessaFacoltà nonché una vasta sceltatra numerose attività sportive.Rilevante, da questo punto divista, è che il campus univer-sitario (che accoglie apparta-menti per studenti, piscine,campi sportivi etc.) è il famosoVillaggio Olimpico, edificato inoccasione delle (purtroppo)tristemente note Olimpiadi del’72. Ma un altro importantefattore da considerare – e da noiinspiegabilmente sottovalutato!– è che il vivere da soli comportauna serie di “obblighi” che vannonecessariamente affrontati(intendiamo qui riferirci a: cuci-nare, lavare, mettere in ordine lacasa…) e che pure richiedono uncospicuo investimento di tempo!Ad ogni modo, il fatto di esserein due nell’appartamentorappresenta certo un belvantaggio!La full immersion nello studioviene però ricompensata dalleattività del Wochenende [weekend ndr]. Il fine settimana diMonaco offre una gran varietà dipossibilità, peraltro a prezzimolto bassi rispetto all’Italia! Daquesto punto di vista è del tuttoinutile provare anche a fare unparagone con Avellino!Un esempio, in tal senso, è laKultfabrik, vecchia areaindustriale di Monaco di 60.000mq² (a sole 4 fermate di metro-politana da casa nostra!), con-vertita in uno dei centri principalidella vita notturna di Monaco.Qui si possono trovare locali eclub di tutti i tipi a prezzi davverostracciati (ad esempio una disco-teca che propone solo musicadance russa; un club in stilecubano etc.). Assolutamente darimarcare, inoltre, il ricco

panorama della musica elettro-nica, che interessa la Germaniatutta e Monaco più in particolare.Infatti, da buoni studenti diElettrotecnica, abbiamo giàavuto l’occasione (per purostudio universitario!) di assisteread alcuni concerti. Tra questi èrimasta nei nostri cuori l’epicanottata con i Digitalism… e nonci sembra il caso di aggiungerealtro! Insomma annoiarsi a Mo-naco è praticamente impossibile!Ogni volta che qualcuno ci inter-roga circa il perché della nostrascelta di studiare a Monaco, ri-spondiamo sempre scherzosa-mente che lo abbiamo fatto per-ché la Germania è il Paese conla più alta percentuale di “bion-de” (non è del tutto vero: è il se-condo dopo la Finlandia, se ciriferiamo alle ragazze; il primose intendiamo, invece, la birra!).In realtà ci ha spinti Oltralpe ildesiderio di provare nuove espe-rienze: amiamo l’Italia, ma av-vertivamo prepotente il bisognodi “cambiare aria”. Inutile sot-tacere che, in questa scelta, ci haconfortati non poco il fatto cheattualmente la Germania è unodei Paesi economicamente piùforti al mondo e che, quindi, lepossibilità di trovare un lavoroben retribuito sono molto alte. Vaaltresì rilevato che abbiamo im-parato ad apprezzare nonché adamare la Lingua e la Cultura Te-desca durante gli anni del liceo:per questo dobbiamo e vogliamoqui ringraziare la nostra scuolae, in particolar modo, la nostraProf.ssa Maria Gabriella Semen-ta. Anzi, poiché non riusciamoproprio “a staccare la spina” conil nostro Liceo “Mancini”, abbia-mo accettato con vero piacere larecente proposta pervenutaci daFrau Sementa di divenire i “cor-rispondenti dall’estero” per il be-nemerito Giornalino scolastico:presto riceverete quindi ancoranostre notizie!Un caro saluto da Monaco

Giuseppe Bergamino& Giovanni Medugno

Tiri ... ManciniIn Europa

Studiare a Monaco di Baviera: die Wende [la svolta]

2020 In EuropaTiri ... Mancini

La vita non ci dà mai quelloche vogliamo nel momentoche ci sembra adatto.

Le avventure arrivano, ma nonpuntuali.[Edward Morgan Forster]

Magari non sarà una di quelleavvincenti avventure di cui silegge in certi libri, ma anche lanostra, come ogni avventura chesi rispetti, è arrivata in ritardo…In tutti i sensi!Possiamo senz’altro affermare chela parola “ritardo” [Verspätung] hainvero caratterizzato questa nostraesperienza all’estero: già latelefonata della Prof.ssa Sementa,che ci informava dell’approva-zione del nostro Progetto PON“Erlebte Landeskunde”, ciperveniva solo a 3 settimane circadalla partenza! Il fato ha peròvoluto che quella non fosse l’unicaoccasione nella quale bisognasse“affrettarsi”… Anche il viaggioalla volta di Freiburg ci ha costrettiad una vera e propria gimcana:partiti da Napoli ed arrivatipuntualissimi a Milano – peraltrosperimentando la velocità el’efficienza dei treni “Freccia-rossa”! – le Ferrovie ci hanno poigiocato un brutto scherzo. Causalavori in corso sulla tratta Milano-Zurigo, l’orario di arrivo aFriburgo veniva purtroppoposticipato di un paio d’ore ederavamo inoltre costretti ad unaserie di cambi di treno asso-lutamente… inverosimili in terrasvizzera!!!Piuttosto “strapazzati”, giun-gemmo alla Stazione di Friburgoin tarda serata: la città si pre-sentava, ad un primo impatto,fredda ed austera, ma la nostraimpressione era assolutamentesbagliata: in quel momento nonavevamo nemmeno la più pallidaidea di cosa ci aspettasse nellesuccessive quattro settimane!!!Con circa 200.000 abitanti, situatanel Land Baden-Württemberg,Friburgo è il capoluogo delloSchwarzwald [Foresta Nera], èsede di un’antica quanto pre-stigiosa Università e domina unazona di viticoltura.Tra le attrazioni assolutamente da

non perdere:- il Münster, in stile gotico puro,

il cui campanile è alto ben 116metri;

- il vecchio ed il nuovo Rathaus[Municipio];

- tutta la bellissima Altstadt[centro storico];

- il Martinstor e lo Schwabentor[le due porte della città],

- il Gerberau [antico quartieredegli artigiani];

- lo Historisches Kaufhaus[storico edificio della dogana edel commercio];

- lo Haus zum Walfisch [Casadella Balena: l’edificio del 1515fu costruito per l’ImperatoreMassimiliano I. Dal 1529 al1531 vi soggiornò Erasmo daRotterdam dopo la sua fuga daBasilea].

Friburgo è anche soprannominatadie Dreiländereck, ovvero“l’angolo delle tre terre”, poichéè situata in una posizionestrategica, a poca distanza dallaFrancia e dalla Svizzera,caratteristica, questa, che ha resoil nostro soggiorno ancora piùinteressante e… “movimentato”!Oltre che essere ben collegata adue grandi Paesi, Friburgo vantanumerosi gemellaggi con famosecittà di tutto il mondo, dalGiappone alla stessa Italia. Atestimonianza di ciò, nella Piazzadel Municipio, è possibileammirare – ben inseriti nellapavimentazione medioevale –alcuni mosaici raffiguranti glistemmi delle varie città-partnerstraniere. Friburgo, città uni-versitaria con una forte aspi-razione futuristica, ripropone atutt’oggi, nelle sue strade e nellesue piazze, i caratteristici tratti diun’antica tradizione medievale,tratti che si possono riscontrare sianell’urbanistica stradale che inquella architettonica.Di particolare rilevanza ilMonastero (Münster), i dueMunicipi e l’Università, ma quelloche attira maggiormente lacuriosità dei turisti è senz’altro lapresenza di numerosi ruscelletti(Bächle), che costeggiano le viedel centro urbano e sono ormaiparte integrante di svariate

leggende popolari.Una tra le tante vuole chechiunque cada accidentalmente inuno di questi ruscelletti sia poifatalmente destinato a sposarsi conun cittadino di Friburgo!Comunque la realtà storica, cui sirichiama la presenza di questicorsi d’acqua artificiali, ha unaconnotazione ben più pratica:anticamente gli abitanti diFriburgo – in caso di incendio –potevano usufruire di questiBächle per spegnere il fuoco inmaniera tempestiva.Attualmente la città è un classicoesempio di agglomerato urbanomultietnico: giovani da ogni partedel mondo, infatti, la scelgono perla presenza di struttureall’avanguardia, che offrono lapossibilità di frequentare le piùsvariate Facoltà universitarie, chespaziano dalla Giurisprudenza allaMusica.Proprio la folta presenza e lamescolanza di diverse culture sulterritorio urbano ha favorito nellacittà di Friburgo il proliferare didiverse Scuole di Lingue, quali la«iOR Sprachschule». Pressoquesto istituto abbiamo frequen-tato un corso intensivo di LinguaTedesca per tutta la durata delnostro soggiorno, finalizzato alconseguimento della Certifica-zione di Livello B2, rilasciata dalprestigioso “Goethe-Institut”.Lì siamo stati affidati alle“amorevoli cure” di docentialtamente qualificati, pronti afugare ogni nostra perplessità,nonché a mettere in atto ognistrategia per consentirci diperfezionare ed approfondire lenostre conoscenze linguistiche.La Scuola di Lingua iOR ci ha datoinoltre l’opportunità di stringereamicizia con persone di culture etradizioni diverse, dandoci così lapossibilità di ampliare i nostriorizzonti.Ci sembra altresì importantesottolineare, in questa sede, chel’aver soggiornato presso famiglieospitanti tedesche, estremamenteselezionate, ha contribuito in ma-niera preponderante al raffor-zamento della nostra competenzalinguistica, così come all’arric-chimento delle nostre conoscenzein ordine alla civiltà tedesca.Inoltre, il fatto di doversi recareogni giorno – autonomamente –dal proprio domicilio alla Scuoladi Lingue iOR e viceversa, ha resociascuno di noi indiscutibilmentepiù responsabile ed avveduto.Ma la nostra lunga permanenza aFriburgo non si è semplicementelimitata alla frequenza di un corsodi lingua: abbiamo anche effet-tuato numerose esperienze “sulcampo”, e questo grazie alla spe-cificità di alcune visite guidatemirate: Basilea, le Cascate delReno, Sciaffusa, Colmar, Stra-

sburgo, escursioni in biciclettaattraverso la Foresta Nera ecc.In questa sede desideriamoillustrarvi solo alcune mete, chehanno destato in noi un particolareinteresse, ovvero le visite al

Il Progetto che resPONsabilizza

quartiere ecologico Vauban, allaBadische Zeitung, all’Europarat[Consiglio d’Europa] ed al Museodell’Automobile in Francia.

Alessia Genovese, MichelaLuciano, Alessia Pastore IV A

Seppur non molto grande, Friburgo è molto vivace, dinamica ecosmopolita, grazie soprattutto all’alto numero di studenti chehanno scelto la sua Università, una delle più antiche e rinomate

della Germania (fondata già nel 1457). Probabilmente non molto notaai più, Friburgo è però una città sicuramente all’avanguardia per quantoriguarda una certa politica architettonica ed urbanistica, per l’attenzioneriservata al verde nonché alle zone pedonali e, soprattutto,all’utilizzo dell’energia solare: non a caso Friburgo è anche nota come“Die Stadt der Sonne” [La città del sole], anche grazie al clima mite dicui gode che, si dice, sia il migliore dell’intera Germania!Tali caratteristiche della città sono riscontrabili, in special modo,all’interno di un quartiere, ormai ben noto soprattutto tra gliambientalisti, ovvero Vauban.Nel corso del nostro soggiorno a Friburgo, abbiamo avuto la possibilitàdi visitare questa rinomata e particolarissima zona della cittàaccompagnati da una guida specializzata. Sino al 1992 Vauban haospitato un dislocamento militare francese (da qui l’origine stranieradella sua denominazione); dal 2009 è invece divenuto – nell’imma-ginario collettivo – il luogo ideale dove risiedere, che deve il propriosviluppo soprattutto allo spirito d’iniziativa dei suoi abitanti. L’areasu cui sorge Vauban si presenta moderna, vivace nei suoi colori; èsituata a soli 4 km dal centro della città ed è circondata dalla famosaForesta Nera, essa accoglie, per lo più, giovani famiglie con redditinon eccessivamente elevati. Il quartiere è caratterizzato dalla presenzadi molti impianti atti alla riduzione dei consumi e di unità abitativedenominate ”case passive”, costruite quasi interamente in legno. AVauban l’acqua piovana viene raccolta ed utilizzata per uso domesticononché per irrigare i terreni; inoltre va sviluppandosi in manieraesponenziale la presenza di pannelli solari sui tetti delle singoleabitazioni. Ritroviamo ancora in Vauban particolari negozi di primanecessità come: supermercati biologici, attrezzatissime aree di giocoriservate ai bambini, realizzate con materiali naturali, e lecosiddette Spielstraßen, strade destinate al divertimento dei piccoli,dove alle auto è consentito circolare ad una velocità di soli 7 km/h.Per risolvere il problema del traffico e dell’inquinamento atmosfericogli abitanti si servono per lo più di biciclette e di mezzi di trasportopubblici (autobus e tram) che, a differenza di quanto avviene in Italia,risultano essere… più puntuali di un orologio svizzero! Tali escamotageriducono progressivamente la presenza di automobili a Vauban: qui ilmezzo proprio viene di norma lasciato in parcheggi dislocati al di fuoridel quartiere e, per incentivare la sosta dei mezzi privati in questi enormigarage, si è pensato addirittura ad una congrua serie di agevolazionisui prezzi.Pura immaginazione? Sogno? Bizzarria? No, si tratta di una città dellaGermania Meridionale, dove è già consuetudine quello che invece pernoi è purtroppo solo pura astrazione!!!

Anna Masi, Tatiana Muscetta, Luigia Salvato IV A

Un quartiere ecologico

2020

2121In Europa

Un rilevante mezzo di infor-mazione per la città diFriburgo è senz’altro la

Badische Zeitung, quotidianodiffuso in tutto il sud del LandBaden-Württemberg che, nato nel1946, conta oggigiorno ben426.000 lettori.La stampa del giornale, cherichiedeva inizialmente l’impiegodi una gran quantità d’acqua, siavvale, allo stato attuale, del-l’ammodernamento tecnologicodegli impianti, che consente oggidi stampare le copie senza far piùalcun utilizzo di acqua: ciò rap-presenta non solo un conside-revole risparmio per l’editore maanche un importante contributoalla salvaguardia del pianeta! Mal’avanguardia nella produzione diquesto quotidiano non si deve soloall’alta tecnologia delle apparec-chiature utilizzate, bensì anchealla presenza dei colori, che hapermesso al prestigioso giornaledel Baden-Württemberg diaggiudicarsi numerosi premi perla qualità della sua accattivanteveste tipografica.Al fine di garantire una perfettacolorazione delle pagine, siutilizza oggi una speciale laminadi alluminio, importata diret-tamente dal Giappone e deno-minata, in gergo tecnico,Druckblatt. Per la stampa di ognifoglio del giornale e soprattutto

La fondazione del Consiglio d’Europa, con sede a Stra- sburgo, risale al 5 maggio1949, a seguito del Trattato diLondra e conta oggi ben 47 Statimembri. Tra questi non è presentela Bielorussia, perché consideratauna nazione in cui non vige ancorauna vera democrazia.Trattasi di un’organizzazioneinternazionale che ha comeprecipui obiettivi quello difavorire la creazione di un comunespazio democratico-giuridico inEuropa, nonché quello di garantireil rispetto dei diritti umani, dellademocrazia e dello stato di diritto.Fondando su questi capisaldi,l’organizzazione ha raggiunto consuccesso taluni suoi obiettivi,sviluppandosi parallelamente alprogresso tecnologico, scientifico,politico, sociale ed economico inEuropa. Il programma delConsiglio d’Europa si occupa ditutte le questioni che interessanola società europea – ad eccezionedella difesa – facendo proprieanche talune problematiche qualila salvaguardia dei dirittidell’uomo, la questione sociale, lasalute, l’educazione, la cultura, lagioventù, lo sport. In modoparticolare, durante la nostra visitaall’imponente edificio sito a

Il viaggio d’istruzione in Ger- mania ci ha dato l’occasione di poter apprezzare tanto: diversiusi e costumi, una diversa conce-zione della vita ed una sapientevalorizzazione di ciò che lapropria terra offre. Una delle metepresenti nel nostro programma diescursioni prevedeva la visita allaCité de l’automobile.Qui abbiamo avuto la possibilitàdi immergerci nell’affascinante evariegato mondo delle caseautomobilistiche, che abbracciaoltre 100 anni di storia dei grandimarchi francesi e non, partendodai più antichi (1895-1918), pergiungere ai più moderni (ovverosuccessivi al 1945), passandoattraverso quelli d’epoca classica(1918-1938).Tutte queste auto - accuratamenteselezionate e collezionate da FritzSchlumpf - fanno bella mostra disé a Mulhouse, in Francia. InFrancia?!? Ebbene sì! La scelta diFriburgo come città in cuitrascorrere le 4 settimane PONnon è stata affatto casuale! Situatanella parte sud-occidentale delBaden-Württemberg, Freiburg èrisultata essere un punto stra-tegico, che ci ha permesso dispostarci dalla Germania allaSvizzera e dalla Germania allaFrancia in un batter d’occhio!Cavalcando quest’onda siamogiunti in meno di un’ora al MuseoNazionale francese dell’Auto-mobile, dove ci ha accolti unasimpatica sfilata di automobili dialto ingegno tecnico, accom-pagnata dall’esibizione di brillantiartisti che, in costumi d’epoca, cihanno improvvisamente traspor-tati in un fantastico passato e ci

per ottenere la colorazione piùadeguata, bisogna impiegare benquattro lamine: ogni laminadev’essere infatti intinta in ognunodei quattro colori primari. Laqualità della carta utilizzata per lastampa gioca un ruolo primarioall’interno del grande businessdell’informazione: essa vieneimportata da diversi Paesi e, perla precisione, da quelli che laoffrono al miglior prezzo, ovverol’Italia, la Francia, la Svizzera ela stessa Germania.Ogni notte, per la stampa di nuoviesemplari della Badische Zeitung,vengono utilizzati circa 50 rotoligiganti di carta da 30 km ciascuno;il quotidiano viene molto spesso

accompagnato da piccoli insertipubblicitari: la presenza dellapubblicità contribuisce in manierapreponderante al finanziamentodei costi di produzione delgiornale stesso! Al termine di ogniprocesso di produzione, le copie– accuratamente assemblate inblocchi – vengono caricate sucirca 900 furgoni che sioccuperanno di distribuire ilgiornale in tutto il sud dellaregione, con alcune eccezionirappresentate dalla Spagna e dallastessa capitale Berlino, dove lecopie vengono smistate surichiesta.

Alessia Genovese, MichelaLuciano, Alessia Pastore IV A

Strasburgo, siamo rimasti colpitidai locali solitamente occupati daitraduttori che operano per i varimembri del Consiglio d’Europa;ci è stato spiegato che le linguetradotte sono: inglese, francese,greco, tedesco, italiano e spa-gnolo. Il motivo per cui soloqueste lingue abbiano il vantaggiodi essere tradotte a dispetto dialtre, è perché esse sono le linguedelle nazioni che hanno maggiorpeso all’interno dell’economiaeuropea. Qui trovano lavoro moltigiovani traduttori italiani pro-venienti dalla Scuola Interpreti e

Traduttori di Trieste.Un’altra peculiarità del Consigliod’Europa consiste nel non essereadibito esclusivamente a Sededell’istituzione: l’edificio ospitainfatti anche molti congressi, le cuitematiche investono ambiti spessodiversi da quelli più strettamentepolitici. È inoltre possibile assi-stere a tutte le assemblee che vi sisvolgono: si vuole così incentivarela partecipazione del cittadinoeuropeo alla vita politica del-l’Unione e soprattutto avvicinarlosempre più ad essa.

C. Maietta, D. C. Melone IV A

hanno fatto quindi rivivere ma-gistralmente il tempo che fu.Visitando le varie zone della Ger-mania, della Svizzera e dellaFrancia ci siamo spesso soffermatiin alcune riflessioni. Questi popoli,differentemente da noi, hannosaputo creare poli di grande at-trazione, sfruttando sapiente-mente ogni minima possibilitàpresente sul proprio territorio, dacui poi far derivare occasioni dinotevole sviluppo economico eculturale. L’Italia, invece, pur inpossesso di un patrimonio artisti-co, culturale e paesaggistico dav-vero invidiabile, da sempre in fortesofferenza per una perenne man-canza di risorse economiche, nonè stata in grado di salvaguardarené di valorizzare le proprie ric-chezze. Il solo pensare che l’Italiapossa vantare ragguardevolirisorse - purtroppo non adegua-tamente considerate - ci amareggiaprofondamente.La nostra esperienza all’estero ciè servita quindi anche ad apprez-zare ancora di più il patrimoniopaesaggistico ed architettoniconazionale e, più in particolare,della nostra bella terra d’origine,la Campania felix.Auspichiamo che questa ri-svegliata sensibilità nei confrontidei tesori che la storia ci ha tra-mandato possa indurre soprattuttonoi giovani italiani, in un imme-diato futuro, a dare un significa-tivo contributo alla valorizzazio-ne della nostra identità!

Simone VitaleClasse 4ª Sezione A

Badische Zeitung Il museo dell’automobile

Visita al Consiglio d’Europa

2121Tiri ... Mancini

A conclusione di questa nostra serie di contributi possiamo affermareche, nel complesso, la nostra lunga permanenza in Germania non èstata solo un’esperienza formativa a livello linguistico: anche – se nonsoprattutto! – a livello personale abbiamo dovuto prendere atto di unanostra crescita, di una maturazione. Le numerose difficoltà, che siincontrano via via in un percorso educativo e che vanno affrontatenonché risolte, peraltro lontano dalle sicurezze familiari, in un Paesestraniero – dove le tradizioni e la cultura differiscono totalmente daquelle del Paese di origine – ci hanno fortificati e resi certo piùconsapevoli! Le piccole azioni quotidiane quali, ad esempio, prendere(al volo) il tram oppure il treno per raggiungere la scuola; tentare milleperipezie per evitare di perdere il mezzo di trasporto e cercare dipresentarsi puntuali alle lezioni; smarrire la strada mentre si rientra acasa e doversi rivolgere – in cerca di aiuto – al primo passante sottotiro, sono solo una minima parte delle (dis)avventure che, nel giro diun mese, hanno contribuito ad accrescere nonché a far maturare in noiun più alto senso di responsabilità… oltre che a lasciarci uno splendido,indelebile ricordo di questo lungo soggiorno-studio in Germania!Il gruppo PON – Germania 2012 - Classi 4ª - 5ª + ex 5ª Sezione A

2222 Note e paroleTiri ... Mancini

La fede non è un abito da indossare in determinate occasioni, ma è unaluce e una forza che permea tutta la vita, trasforma il nostro modo dipensare, di sentire, di agire, di essere. – Papa Benedetto XVI, l’11ottobre, 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, hainiziato, come scrive egli stesso nella lettera Apostolica “Porta Fidei”,un viaggio alla riscoperta dei “contenuti della fede professata, celebrata,vissuta e pregata”. Questo non è il primo anno dedicato alla fede, unaltro era stato indetto nel 1967 da Papa Paolo VI, nel XIX centenariodel martirio dei Santi Pietro e Paolo. L’anno della fede è un anno dimeditazione indetto dalla Chiesa cattolica. E’ un anno di riflessionesulla propria fede, queste occasioni servono a far si che all’internodella Chiesa ci sia un’autentica e sincera professione della medesimafede. Tutto ciò affinchè la Chiesa intera possa riprendere “l’esattacoscienza della propria fede”. “La Chiesa nel suo insieme, come Cristodeve mettersi in cammino per condurre gli uomini fuori dal deserto,verso il luogo della vita, verso l’amicizia con il Figlio di Dio, versocolui che ci dona la vita, la vita in pienezza”. Nel mondo scristianizzatocoloro che si riconoscono cristiani devono cercare di testimoniare laloro fede per far superare la crisi provata dagli altri perché come diceil Papa “Non possiamo accettare che il sale diventi insipido e la lucesia tenuta nascosta, dobbiamo ritrovare il gusto di nutrirci della Paroladi Dio, e del Pane della vita” poiché è Gesù, l’unico Maestro checontinua ad attrarre quanti trovano in Lui ed in Lui solo il “sensoprofondo” cui aspirano: la Fede. Costoro sono il nuovo “popolo” che,pur tra tanta sofferenza e perplessità ha iniziato a “pensare”, bastafare una capatina in Facebook per trovare pagine anticlericali almassimo, ma molti cristiani di oggi ritengono che la Fede sia in Gesùe nella sua sequela. Niente altro. La Fede non può essere raccontata daintermediari o servita come una minestra, essa non ha ricette, non puòaverne, ed è solo frutto di un incontro personale ed intimo con ilMaestro. La Fede deve essere nutrita quotidianamente, rivolgendosi aGesù, attraverso la Parola. Il credente, allora, dovrebbe essere coluiche è stato educato e si educa continuamente a seguire il Vangelo;tecnicamente si parla di discernimento, per eliminare ogni sorta diostacolo/intermediazione tra sé ed il Maestro e per volgere la propriacoscienza all’intelligenza dell’ascolto.

Immacolata Mele III L

Il Concilio Vaticano II, come af-fermato il 27 Settembre 1963,è considerato l’occasione giu-

sta per gettare un ponte tra laChiesa e il mondo contemporaneo.Noi ragazzi del Liceo Mancinisiamo andati alla ricerca di comeè nata l’idea di un Concilio…Roma, 25 Gennaio 1959,Giovanni XXIII quasi 80enne,eletto Papa quasi di “ passaggio”,in un’epoca di transizione,sconcerta il mondo con unannuncio, rende nota la decisionedi convocare un ConcilioEcumenico. Una notizia chenessuno si sarebbe mai aspettatoda un uomo di 78 anni e in caricada soli 90 giorni... Nessuno erastato consultato e quei 12Cardinali che lo ascoltarono a SanPaolo rimasero senza parole!Forse perché era una notiziatotalmente inaspettata o forseperché era ciò di cui la Chiesa etutto il Mondo aveva bisogno….Il desiderio troppo forte dicambiamenti e innovazioni por-tarono il vegliardo a decidere tuttoda solo, contro quella che era laprassi secolare che un Conciliovenisse studiato per anni.La domanda che oggi ci poniamoè: cos’è realmente il ConcilioVaticano II? Una riforma? Unalegge? No, niente di tutto questo,è qualcosa di molto più semplice,vicina a tutti noi.Grazie a questo evento si volevaportare la Chiesa al passo con itempi. Il Concilio fu la con-vocazione fatta dal Papa, di tutti iVescovi della Terra, successoridegli Apostoli, per affrontare iproblemi della storia e ritrovarenel Cristo la propria verità. Fu unagiornata splendida quando l’11Ottobre 1962 con l’ingressosolenne di 3.000 Padri Conciliari,provenienti da tutto il Mondo,nacque una nuova concezionedella Chiesa, dove fu richiamatal’autenticità, la verità, la povertàe la necessità dei valori espressidal Vangelo. Molti furono coloroche presero parte a questo eventostorico tra cui Benedetto XVI cheoggi, dopo molti anni, racconta disentire ancora vive le emozioniprovate nel vedere insieme i

Da 50 anni un’avventura ancora da vivere...

Vescovi di tutto il Mondo, di tuttii popoli e le razze. Questa è la veraimmagine della Chiesa, GesùCristo che abbraccia tutto ilMondo riunito in Pace. NellaBasilica Vaticana Giovanni XXIIIpronuncia il discorso di aperturainiziando con semplici parole“Gioisce la Madre Chiesa...” ilsemplice fatto di aver saputo dareorigine al Concilio, riempiva PapaGiovanni della gioia e dellasperanza che qualcuno dopo dilui lo avrebbe portato a termine.Quello che Giovanni XXIII siproponeva di fare era cambiarel’immagine della Chiesa, intesacome Madre amorevole con tutti,anche con i “fratelli separati’’ ecoloro che avevano perso la fedee la speranza. Bisognava an-nunciare il Vangelo, che ha Veritàimmutabili, con Parole nuove; deisuoi frutti abbondanti godiamoancora: la Messa nelle linguenazionali, la Scrittura offerta apiene mani, il rinnovato impegnoper la giustizia e la pace, losguardo amico per i fratellimaggiori Ebrei e per le Chiesesorelle, l’apertura ottimista allascienza e a tutti gli uomini dibuona volontà, credenti e non.Nella completa attuazione delConcilio c’è ancora molta stradada fare: nell’Ecumenismo, nelruolo del laicato e delle donne, peruna maggiore sobrietà e com-pagnia ai poveri, per una piùampia sinodalità e un più effica-ce ascolto delle gioie e delle spe-ranze, delle tristezze e delle an-gosce degli uomini.Il 3 giugno 1963 Giovanni XXIIImorì e sarà Giovan BattistaMontini a prendere il suo posto.Da quel giorno il Concilio venneconsiderata la più grande ereditàda salvare. Paolo VI, fu un uomosempre pronto ad ascoltare evalorizzare ciò che il suopredecessore aveva iniziato.Durante il primo messaggio alpopolo ribadì il concetto che ilConcilio sarebbe stata l’operaprincipale per cui spendere leenergie che il Signore gli avrebbedato. Con Paolo VI il Concilioentra nella storia divenendo realtà,affermando i tre pilastri della

nuova situazione: la fedeltà alConcilio, il dialogo con il Mondoe l’unità della Chiesa. L’8 di-cembre 1965 il Concilio ebbe lasolenne chiusura, la cerimoniacontrariamente a quella diApertura che avvenne all’internodella Basilica di San Pietro questavolta ebbe luogo all’esterno perevidenziare che la Chiesa si aprivaal Mondo, rivolgendosi a tutti ifedeli, lasciando loro messaggi, asette categorie di Cristiani: aigovernanti, agli uomini di pensieroe scienza, ai lavoratori , agli artisti,alle donne, ai poveri malati esofferenti, ed ai giovani.Semplicemente, oggi, dopo 50anni il Concilio riafferma che laChiesa, in tutte le sue componenti,ha il compito, il mandato ditrasmettere la parola dell’amore diDio che salva, perché sia ascoltatae accolta quella chiamata divinache contiene in sé la nostrabeatitudine eterna.Durante quegli anni furono redattii documenti del Concilio divisi in4 costituzioni, 9 decreti e 3dichiarazioni. Tra quelli piùconosciuti ricordiamo la DeiVerbum che studia la Parola diDio, la Lumen Gentium che siinteressa della Chiesa, ricordandole tre caratteristiche Cristologiche:Sacerdozio, Profezia, Regalità, LaSacrosanctum Concilium cheriguarda la Sacra liturgia e lecelebrazioni, e infine, la Gaudiumet Spes con la quale i padriconciliari posero l’ attenzionedella Chiesa sulla necessità diaprire un confronto cultura/Mondo, cioè di portare la Chiesaal passo con i tempi. Il Concilio ha posto le premessedel nuovo cammino della Chiesanella società contemporanea. Puressendo la stessa di ieri, vive erealizza in Cristo il suo ‘‘oggi’’ cheha preso il via soprattutto dalVaticano II, preparandola al suoingresso nel terzo millennio.Oggicome ieri il Concilio vieneconsiderato Luce per la Chiesa eper il Mondo, Ispirazionedell’Altissimo, fiore di inaspettataprimavera.

Alessia FebbrarielloFrancesca Romano V L

Soltanto 50 anni fa... ragazzi come noi, persone come noi, genitoricome i nostri, migliaia di credenti fedeli si riunivano per una fiaccolatanata per celebrare l’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. Unevento che probabilmente sarebbe rimasto nell’anonimato se non fossestato per il fatto che le telecamere delle diverse televisioni nazionali einternazionali erano ancora sul posto dal mattino e trasmisero in mondovisione tutta la cerimonia di apertura. Il papa volle salutare quanti eranoconvenuti davanti alla Basilica di San Pietro sorprese tutti pronunciandoil celeberrimo “Discorso alla Luna” e tenne il famoso discorso divenutocelebre per la carezza che il Papa mandava ai bambini , che non essendo“previsto” toccò in particolar modo tutti i credenti che ebberol’opportunità di ascoltarlo.Oggi dopo 50 anni dal Concilio anche a noi ragazzi di oggi, persone dioggi, fedeli di oggi è toccato vivere questa avventura magica, unica e

Anche noi alla “Fiaccolata della Fede”

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Un viaggio alla riscoperta di Cristo

Michele Raia IV O

2323Tiri ... ManciniNote e parole

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L’agnello sta in piedi oppure in ginocchio?

Spagna; o “Al di là del mare”, di Luca Pagliari, dedicato ad AngeloVassallo, sindaco di Acciaroli, nel Cilento, ucciso perchè si era oppostoalle richieste della camorra; o ancora “Lunga è la notte” , in memoriadi Peppino Impastato, vittima della mafia in Sicilia.A completare il programma, infine, di una rassegna che non è statasolo cinematografica, la mostra su Peppino Impastato, il convegnocon il figlio di Angelo Vassallo, Antonio, e il concerto “Avanti pop”dei Tetes de bois.

Pagina scientifica Domenico TucciPresidente onorario Giuseppe Gesa

Docenti referenti Nunzio Cignarella

TITOLARI DI RUBRICA

Collaboratori: M. C. Aufiero, M. G. Sementa, F. Aiello, G. Guerriero, G. De Cristofaro, C.Famiglietti, A. M. Vitale.

Redazione:F. Barbato, F. Melchionne, F. Rapolla, A. Amoroso, A. Petraglia, G. Cirelli, G. Tecce, L. De Simone,R. Scannella, A. Barone, M. Citro, P.F. Criscitiello, A. Gaita, L.M. Guerriero, A. Landi, F Maglio, L.Picariello, F.M. Saporoso, F. Serpe, M. Sfera, V. Tecce, A. Tirri, Y. Tomas, M. Festa, F. Manganelli,N.M. Nazzecone, A. Matarazzo, M. Moriano, C. Festa, S. Pulzone, C. Di Dio, A. Luciano, A.V.Maglio, R. Bianco, F. De Gennaro, P. Preziosi, P.L. Limone, M. Spagnuolo, M.G. Di Falco, P.Petruzziello, D. Vega, G. Coscia, M. Picariello, A. Cataldo, G. D’Alessandro, V. Gaita, D. Di Stefano,S. Petruzziello, A. Sibilia, I. Asmonti, F. Aufiero, M. D’Andrea, G. Bergamino, G. Medugno, M.Dioguardi, A. Genovese, M. Luciano, A. Pastore, A. Masi, T. Muscetta, L. Salvato, C. Maietta, D.C.Melone, S. Vitale, A. Febbrariello, I. Mele, F. Romano, M. Raia, Classi V M, IV e V A, ex V A.

Le vignette sono di Mattia Dioguardi e Guglielmo Galluccio

COMITATO DOCENTI

Quante volte i videogiochi(ormai ritenuti da molticome “arte interattiva”)

vengono bollati dai mass mediacome semplici strumenti cheistigano i giovani alla violenza?Ciò succede perché si consi-derano i videogiochi, erronea-mente o semplicemente perabitudine, come forma ludicaassociata all’infanzia e perché,ancora più spesso, i videogiochisono visti come sangue che scorree ammazzamenti.Un argomento del genere puòportare ad analizzare profon-damente il mondo dei videogiochida qualunque angolazione, ma milimiterò a spiegare perché siaerrata e ormai superata questaarcaica visione del videogioco.Prima di tutto, come detto prima,i videogiochi sono visti come una“forma d’arte” ed è sbagliato,quindi, ridurli a dei semplici“sparatutto”; esiste un’ ampissimagamma di videogiochi chespaziano dall’avventura ai giochidi abilità e a delle vere e proprierappresentazioni artistiche(cercate su google un giocochiamato Flower, vi sorpren-derà!); la componente sparatuttoè solo una parte del mercatovideoludico.Gli sparatutto stessi, poi, non sonoveramente “violenti”, più che altro“procurano adrenalina alvideogiocatore”, infatti, lamaggior parte dei fruitori sa chequello che vede è pura fantasia.Magari il videogiocatore medio sisfoga giocando a qualchepicchiaduro o a qualche sparatuttoma non va di certo in giro adammazzare la gente. Ciò dimostracome il problema non sia nella“violenza nei videogiochi” ma sianella mente di chi ci gioca.Esistono certamente personementalmente instabili che possonosì essere influenzate dalle azionicompiute in un videogioco ma,èanche vero, che il videogioco“violento” può avere il suoequivalente in un film violento oda un programma televisivoviolento. In sostanza i videogiochic’entrano poco o nulla con laviolenza dei fruitori, casiparticolari se ne trovano masono,appunto, casi particolari e,perciò, non si può generalizzare.L’ingiusta condanna del video-gioco ha portato quest’ultimo adessere censurato per ognielemento che esulava dai solitischemi fantasy. Chiediamoci,allora, perché se la televisionemostra servizi sulla guerra o suipiù grandi mafiosi sbattendoti infaccia ammassi di cadaveri , soloil videogioco deve esserecolpevolizzato? Non può esserciun videogioco capace di far

ragionare sulla guerra REALEsenza dover essere confinato alsemplice “sparatutto”?Ovviamente no, dato che unvideogioco del genere sarebbebollato come violento e, quindi,subito scartato.La frase “i videogiochi rendonola gente violenta” ha limitatograndemente le potenzialità delmondo videoludico, anche acausa della censura, come dettoprima. Se vogliamo vedere, poi,la questione da un punto di vistascientifico, sono molti gli studi iquali affermano che il videogioconon rende violenta la mente delvideogiocatore, semmai la ecci-tano come potrebbe dare adre-nalina una semplice partita dicalcio.I soggetti che in casi rarissimiavevano mostrato violenze inseguito ad una sessione video-

ludica lo hanno fatto solo perchéprovenivano da situazioni parti-colari (problemi in famiglia,asocialità…). Inoltre, cosa chemolti non sanno o semplicementenon notano,ogni videogioco èmarchiato PEGI (Pan EuropeanGame Information). Ciò vuol direche ogni videogioco è indicato peruna certa fascia di età(12,13,18,18+) e quindi laresponsabilità di eventuali “crisi”videoludiche è da attribuireall’utente del videogioco cheignora queste restrizioni,non a chilo produce.La vera violenza, quindi, non èquella presente nei videogiochima quella che sottilmente eimpercettibilmente viene praticatain maniera subdola nel mondo,della quale purtroppo raramente cisi accorge.

Mattia Dioguardi V G

X EDIZIONE “LACENO D’ORO”

investito da Anacleto del titolo dire di Puglia e di Calabria, cheandavano ad aggiungersi allaSicilia che già era sotto il dominiodel sovrano normanno. In altritermini nacque allora il Regnodelle due Sicilie.“E pertanto nello stemma sidovrebbe simboleggiare taleavvenimento delineando nellaparte superiore dello scudo unacorona del tipo di quelle cheusavano i re normanni, ossia

formate da un cerchio, senza puntein alto, ma ricco di pietre pre-ziose”. Il secondo evento vieneindividuato dal generale Rotondinei moti del 1820, quando unosquadrone di soldati borbonici,guidato da Morelli e Silvati,disertò e si diresse ad Avellino,reclamando la Costituzione eunendosi ai carbonari dell’Irpinia.“Il moto d’Avellino fu diretto adottenere la costituzione, lacostituzione è la “Magna Carta”,il patto d’alleanza fra re e popolo,e quindi il moto dovrebbe essererappresentato nel futuro stemmada una cartina tracciata al di sottodella corona e s’intende aperta escritta, vale a dire con entro tantelinee a puntini.”Il terzo evento, secondo il generaleRotondi, è costituito dagli atti divalore compiuti durante la primaguerra mondiale dalla BrigataAvellino, tanto che a due suoireggimenti fu conferita la medagliad’oro. In particolare i fanti dellaBrigata Avellino furono fra i primiad entrare a Gorizia, che intitolòloro una strada, e si distinseronella battaglia del Piave. Per ciò“nel nuovo stemma della cittàdovrebbe essere dipinta al di sottodella cartina una medaglia d’oroal valor militare”.

irripetibile: ed è così che il 9 Ottobre 2012 ci siamo riuniti nella stradaprincipale della nostra città quello che noi ragazzi chiamiamo il Corso,stavolta però non per la classica passeggiata del sabato sera ma pervivere quell’emozione, unica nel suo genere, di una nostra fiaccolata.Probabilmente per molti di noi è stata un’esperienza nuova che ci haavvicinato ad un mondo molto lontano ma che ci ha permesso divivere un emozione vera ed è difficile trovare parole giuste perdescriverla. Però la nostra fiaccolata non è stata improvvisa ma ha allespalle lunghi giorni di lavoro che i nostri insegnanti si sono preoccupatidi preparare in particolar modo attraverso la visione di materialemultimediale che, nello stupore di tutti quelli che avevano avuto mododi vederli a scuola, è stato riproposto alla fine della serata fornendopoi diversi spunti di riflessione. Abbiamo vissuto anche noi la nostrafiaccolata e… come afferma il Sommo Poeta nel canto XXVIdell’Inferno le nostre fiaccole sembravano le mille “lucciole” dellanotte che rischiaravano con il loro candido tepore la nostra magicasera. Ora questa non è più un’avventura ancora da vivere ma unaesperienza già vissuta, qualcosa che avvalora ancor di più la nostraformazione sia come persone che come credenti. Vedere tutti questiragazzi uniti, insieme nell’ intento di ricordare quello straordinarioevento e per aprire ufficialmente l’Anno della Fede, non può far altroche un immenso piacere , nella convinzione che la fiaccolata, oltre acelebrare un momento così importante per la Chiesa Cattolica, è stataanche il veicolo che ha permesso di passare una serata stupenda, tuttiinsieme.

Michele Raia IV O

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Anche noi alla “Fiaccolata della Fede”Salviamoi videogiochi

Tiri ... Mancini News... News... News...LE NOSTRE VITTORIE

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2424LE NOSTRE ATTIVITA’

Progetto PON a Freiburg - Germania

Dal 25 agosto al 22 settembre 2012 è stato effettuato il 1° Progetto PON in Germania. Tema dell’iniziativa: “ErlebteLandeskunde”. I 15 allievi delle Classi III – IV e V Sezione A partecipanti all’attività hanno usufruito di un soggiorno-studio di ben quattro settimane a Freiburg (Baden-Württemberg), accompagnati dalla Prof.ssa Maria Gabriella Sementa.Grazie alla favorevole posizione geografica della città tedesca, i nostri allievi hanno avuto anche l’opportunità divisitare numerose località ed attrazioni dei Paesi stranieri limitrofi (Francia e Svizzera). Al loro rientro, e precisamentein data 15 ottobre 2012, i fortunati partecipanti hanno infine affrontato gli Esami previsti dal “Goethe-Institut” per ilconseguimento della Certificazione di Livello B2.

Assistente madrelingua in servizio presso il nostro Liceo

Dal 1° ottobre 2012 – e sino al 30 marzo 2013 – è in servizio presso il nostro Liceo Frau Viola Zimmermann,assistente tedesca madrelingua, studentessa della “Humboldt - Universität” di Berlino.

Premio Enel PlayEnergyAnche quest’anno il Liceo Scientifico “P. S. Mancini” si è distinto nell’ambito del concorso Enel PlayEnergy. Infatti laclasse quarta (attuale quinta) G ha ricevuto una menzione speciale per la categoria Scuole Secondarie di secondogrado. Ad essere premiato è stato un progetto (coordinato dal professor Francesco Masi) per un refrigeratore per tendada campeggio alimentato ad energia solare con l’installazione di un pannello fotovoltaico. La giuria era composta daautorità istituzionali, scolastiche e da responsabili Enel. La premiazione è avvenuta presso “Città della Scienza” aNapoli.

PREMIO “EDUARDO R. CAIANIELLO”

Nell’ambito della settimana della cultura scientifica e tecnologica gli alunni del triennio più brillanti nelle materiescientifiche parteciperanno alla XVIII EDIZIONE DEL PREMIO “CAIANIELLO” presso l’Università degli Studi diSalerno. Il concorso consiste nella risoluzione di problemi di Matematica e Fisica. Le attività sono coordinate dal prof.Domenico Tucci.

Premio di Poesia

L’alunna Martina Semenza, della classe II C, è statapremiata nell’ambito del concorso nazionale di poesia “LaColombina d’oro”, istituito in memoria di una giovanestudentessa, Marianna De Maio, scomparsa quindici annifa. Il 15 dicembre, al Teatro Augusteo di Salerno, allagiovane Martina è stato consegnato il Primo Premio perla sezione riservata agli alunni degli Istituti Superiori diSecondo grado.

Mostra documentaria “L’Occhio del Cronista”Mercoledì 7 novembre 2012, presso l’Università degliStudi di Salerno, alla presenza del suo Magnifico Rettore,Prof. Raimondo Pasquino, ha avuto luogo l’inau-gurazione della Mostra documentaria “L’Occhio delCronista”. Curata e prodotta dal Goethe-Institut di Milano– in collaborazione con la Fondazione Corriere dellaSera, l’Archivio Storico del Corriere della Sera e laBundeszentrale für politische Bildung – la Mostra, chesarà possibile visitare sino al 21-12-2012, si propone dianalizzare l’immagine della Germania in Italia attraversole pagine del Corriere della Sera dal 1960 al 2000.Nell’archivio del prestigioso quotidiano milanese sonostati ricercati taluni articoli che illustrano, in modoesemplare ed inequivocabile, gli stereotipi più diffusi nelnostro Paese nei confronti della Germania, nonché il ruoloche questi cliché hanno svolto nella costruzione di unacerta immagine di questa nazione straniera, sino adinfluenzare addirittura la comprensione reciproca tra idue Paesi. L’iniziativa, curata dai docenti di “Lingua e diLetteratura tedesca” del Dipartimento di Studi Umanistici– in collaborazione con l’Istituto di Cultura Germanica- A.C.I.T. di Avellino, la Scuola di Giornalismo e l’Ufficiorapporti con la stampa e promozione d’Ateneo – ha vistola partecipazione degli alunni delle Classi III – IV e VSezione A.

Conferenza di servizio Italia-Germania

Nei giorni 12 e 13 novembre 2012, a Napoli, presso ilCentro Congressi della Mostra d’Oltremare, si è svoltala Conferenza di Servizio “Lavorare insieme perl’occupazione dei giovani”. L’intenso programma delledue giornate ha visto la partecipazione di tutte le Autoritàterritoriali campane, nonché gli interventi dei Ministriitaliani Elsa Fornero e Francesco Profumo, e del MinistroFederale del Lavoro e degli Affari Sociali tedesco, Ursulavan der Leyen. Su invito del Governo tedesco, quali allievidi una scuola-partner della Repubblica Federale diGermania, hanno potuto presenziare allo storico eventole Classi III – IV e V Sezione A, accompagnate dalDirigente Scolastico, Prof. Giuseppe Gesa, e dallaProf.ssa Maria Gabriella Sementa.

Rassegna Cinematografica “Reciproche visioni”

Tra Novembre e Dicembre 2012 gli allievi delle Classi3ª - 4ª e 5ª Sezione A hanno avuto la possibilità diconfrontarsi con gli studenti del Corso di Laurea in:“Discipline delle Arti Visive, della Musica e delloSpettacolo”, attivato presso l’Università degli Studi diSalerno. Nell’ambito di un’interessante RassegnaCinematografica, che ha contemplato tre incontri-dibattito, i nostri allievi, insieme agli studenti universitari,hanno assistito alla proiezione di pellicole afferenti allaciviltà italiana e tedesca nonché alle relazioni storiche,sociali, politiche e culturali tra i due Paesi. Allamanifestazione sono intervenuti – con specifici contributi– esperti e docenti di varie Università nazionali. Curatoridella Rassegna – dal titolo: “Reciproche visioni” – sonostati la Prof.ssa Maria Gabriella Sementa, docente diTedesco (Sezione A) nonché Presidente dell’Istituto diCultura Germanica – A.C.I.T. di Avellino ed il Prof.Marco Pistoia, docente di Storia e Critica del Cinemapresso l’Ateneo salernitano. L’iniziativa è stata realizzatagrazie alla sinergia tra Istituto di Cultura Germanica –A.C.I.T. di Avellino, Goethe-Institut e Cinefest diAmburgo.

MASTER DI MATEMATICA EDIZIONE 2012/2013

La XVI edizione del master di matematica si inizierà il giorno 8 Gennaio 2013. Sono stati ammessi 50 studentiappartenenti alle classi quinte dopo l’accertamento dei prerequisiti. Il corso è strutturato in quattro moduli:algebra lineare e spazi vettoriali (M. Famoso), serie numeriche e serie di funzioni (L. Buonanno), funzioni a due o piùvariabili (A. Capaldo), equazioni differenziali e sue applicazioni nella fisica (D. Tucci). Gli alunni che supereranno leprove scritte previste riceveranno un attestato di merito con la votazione riportata in centesimi.Coordinatore del master è il prof. Domenico Tucci.

PIANO LAUREE SCIENTIFICHE

Gli alunni delle classi quarte del Liceo Scientifico “P. S. Mancini” parteciperanno nei mesi di Febbraio e Marzo 2013ad un ciclo di lezioni e di attività laboratoriali che si svolgeranno presso la facoltà di scienze matematiche e fisichedell’università di Salerno. Le lezioni saranno tenute dal prof. Domenico Tucci e dalla prof.ssa Patrizia di Gironimodell’ateneo salernitano. Al termine delle lezioni gli alunni presenteranno nell’aula magna della facoltà un lavoro su“matematica e statistica”.

OLIMPIADI DELLA STORIA DELLA MATEMATICA EDIZIONE 2013

Gli alunni delle classi quinte parteciperanno alla VII edizione delle olimpiadi della storia della matematica che siterranno presso l’aula magna del liceo scientifico P.S. MANCINI e che saranno curate dal prof. Domenico Tucci inqualità di vice presidente della MATHESIS di Avellino. Le premiazioni saranno effettuate nel mese di Maggio pressol’Istituto Salesiano di Castellamare di Stabia in cui gli alunni presenteranno un lavoro sul “calcolo combinatorio eprobabilità”.