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«S. TERESA DI GESÙ» Anno XI - N. 9/2012 N N OVEMBRE OVEMBRE Il Giornalino Il Giornalino MENSILE PARROCCHIALE Piazza E. Cesaro, 27 - 80058 TORRE ANNUNZIATA (NA) - Tel 0815362771 Fax 0815363694 Responsabile Editoriale: Il Parroco Collaborazione: Gruppo Comunicazioni Sociali Parrocchiale L’Avvento, tempo forte per noi cristiani, que- st’anno incomincia il due dicembre, comprende quattro settimane e coincide con l’inizio dell’an- no liturgico. Si è formato a somiglianza del perio- do quaresimale, come preparazione al Santo Na- tale. Esso ha due origini: una romana, che si svi- luppa nel V sec. della durata di tre settimane, con caratterizzazione mariana che dà significato al- l’incarnazione di Dio e alla storia salvifica dell’ umanità; l’altra gallicana-ambrosiana, lunga sei settimane con inizio a San Martino, sviluppatasi nel VI sec., a carattere penitenziale ed escatologi- co che dà risalto al giudizio universale e quindi alla fine dei tempi. Intorno al 1570 i due riti si uniscono, e la Chiesa celebra sia la venuta del Signore nella nostra storia umana, sia la sua venuta alla fine dei tempi. Infatti nel nuovo ordinamento, i temi trattati nella prima metà dell’Avvento sono il giu- dizio finale, il compimento delle promesse realiz- zate da Cristo, e la sua manifestazione della piena signoria, come giudice e signore della storia; il secondo periodo, tempo di gioia (i sacerdoti ve- stono i paramenti di colore rosa nella terza dome- nica), la liturgia ripropone l’attesa dei profeti della Vecchia Alleanza, culminante in Giovanni Battista e la Vergine Madre che attende con inef- fabile amore, il redentore che porta nel grembo. Nelle domeniche non viene intonato il Gloria, per una ragione diversa rispetto al periodo peni- tenziale pasquale: il canto degli angeli tra i pa- stori alla grotta di Betlemme “Gloria a Dio nell’- alto dei cieli, e pace in terra agli uomini che egli ama” deve risuonare a Natale come un nuovo messaggio. Dio ha educato il popolo d’Israele per tanti secoli, allo scopo di preparare e accogliere la venuta del suo regno e diffonderlo a tutte le genti. Se noi percorriamo l’Adventus (il tempo di attesa) nel senso biblico, incontriamo i grandi profeti messianici che hanno preparato questa ricerca. Isaia nel cap. 52,8 cita le sentinelle in atteg- giamento di vigilanza che gridano forte, esultano di gioia perché vedono il Signore che ritorna sul monte Sion. Maria di Nazareth, accoglie la Paro- la dell’angelo Gabriele, e si prepara al grande evento del mistero dell’incarnazione unico per l’umanità. Sono tante le attese della vita che non trova- no risposta, ma quella di Gesù che viene, ci porta un amore senza confini, che non ha misura e che ci apre il futuro. È meraviglioso! Allora prepariamoci con la preghiera, ad ac- cogliere con la mente ed il cuore nostro Signore, non solo in questo periodo, ma fino all’ultimo giorno della nostra esistenza terrena. Egidio CAIAZZA «C «C AMMINIAMO AMMINIAMO NELLA NELLA L L UCE UCE DEL DEL S S IGNORE IGNORE » » Lotteria 2012 PRO RO A ATTIVITÀ TTIVITÀ I I STITUZ STITUZ . D . DELLA ELLA P PARROCCHIA ARROCCHIA E STRAZIONE STRAZIONE 26 G 26 GENNAIO ENNAIO 2013 2013 Chiediamo, umilmente, la collaborazione di Voi tutti per la vendita di qualche blocchetto (sono solo 30 biglietti al costo di €. 2,50)

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«S. TERESA DI GESÙ»

Anno XI - N. 9/2012 NNOVEMBREOVEMBRE

Il GiornalinoIl Giornalino MENSILE PARROCCHIALE

Piazza E. Cesaro, 27 - 80058 TORRE ANNUNZIATA (NA) - Tel 0815362771 Fax 0815363694

Responsabile Editoriale: Il Parroco

Collaborazione: Gruppo Comunicazioni Sociali Parrocchiale

L’Avvento, tempo forte per noi cristiani, que-st’anno incomincia il due dicembre, comprende quattro settimane e coincide con l’inizio dell’an-no liturgico. Si è formato a somiglianza del perio-do quaresimale, come preparazione al Santo Na-tale.

Esso ha due origini: una romana, che si svi-luppa nel V sec. della durata di tre settimane, con caratterizzazione mariana che dà significato al-l’incarnazione di Dio e alla storia salvifica dell’ umanità; l’altra gallicana-ambrosiana, lunga sei settimane con inizio a San Martino, sviluppatasi nel VI sec., a carattere penitenziale ed escatologi-co che dà risalto al giudizio universale e quindi alla fine dei tempi.

Intorno al 1570 i due riti si uniscono, e la Chiesa celebra sia la venuta del Signore nella nostra storia umana, sia la sua venuta alla fine dei tempi. Infatti nel nuovo ordinamento, i temi trattati nella prima metà dell’Avvento sono il giu-dizio finale, il compimento delle promesse realiz-zate da Cristo, e la sua manifestazione della piena signoria, come giudice e signore della storia; il secondo periodo, tempo di gioia (i sacerdoti ve-stono i paramenti di colore rosa nella terza dome-nica), la liturgia ripropone l’attesa dei profeti della Vecchia Alleanza, culminante in Giovanni Battista e la Vergine Madre che attende con inef-fabile amore, il redentore che porta nel grembo.

Nelle domeniche non viene intonato il Gloria, per una ragione diversa rispetto al periodo peni-tenziale pasquale: il canto degli angeli tra i pa-stori alla grotta di Betlemme “Gloria a Dio nell’-alto dei cieli, e pace in terra agli uomini che egli ama” deve risuonare a Natale come un nuovo messaggio.

Dio ha educato il popolo d’Israele per tanti secoli, allo scopo di preparare e accogliere la venuta del suo regno e diffonderlo a tutte le genti. Se noi percorriamo l’Adventus (il tempo di attesa) nel senso biblico, incontriamo i grandi profeti messianici che hanno preparato questa ricerca.

Isaia nel cap. 52,8 cita le sentinelle in atteg-giamento di vigilanza che gridano forte, esultano di gioia perché vedono il Signore che ritorna sul monte Sion. Maria di Nazareth, accoglie la Paro-la dell’angelo Gabriele, e si prepara al grande evento del mistero dell’incarnazione unico per l’umanità.

Sono tante le attese della vita che non trova-no risposta, ma quella di Gesù che viene, ci porta un amore senza confini, che non ha misura e che ci apre il futuro. È meraviglioso!

Allora prepariamoci con la preghiera, ad ac-cogliere con la mente ed il cuore nostro Signore, non solo in questo periodo, ma fino all’ultimo giorno della nostra esistenza terrena.

Egidio CAIAZZA

«C «CAMMINIAMOAMMINIAMO NELLANELLA L LUCEUCE DELDEL S SIGNOREIGNORE»»

Lotteria 2012 PPRORO A ATTIVITÀTTIVITÀ I ISTITUZSTITUZ. D. DELLAELLA P PARROCCHIAARROCCHIA

EESTRAZIONESTRAZIONE 26 G 26 GENNAIOENNAIO 2013 2013

Chiediamo, umilmente, la collaborazione di Voi tutti per la vendita di qualche blocchetto (sono solo 30 biglietti al costo di €. 2,50)

Parrocchia «S.TERESA di GESÙ » Torre Annunziata (NA)

Ogni primo Lunedì del mese la S. Messa vespertina viene celebrata in memoria di tutti i fratelli defunti appartenenti alla famiglia parroc-chiale. Tutti possono partecipare ai frutti del divi-no sacrificio, contribuendo, se lo desiderano, con una libera offerta.

Le persone incaricate di raccogliere i nomi-nativi da menzionare all’inizio della Liturgia so-no:

Mirella SELLITTI e A. Maria MONTELLA

Novembre 20122012

IILL LABORATORIOLABORATORIO PARROCCHIALEPARROCCHIALE

È da poco più di un anno che è inizia-ta questa esperienza che vede coinvolti parrocchiani e non, di diverse età nel la-voro artigianale. Due volontarie, Piera e Ines, offrono le

loro competenze nell’arte del cucito, del ricamo, del lavoro a maglia sia con i ferri che con l’uncinetto, mentre altri si diletta-no nel comporre braccialetti per le vendite di beneficenza. Si lavora insieme serena-mente senza altro scopo che trascorrere qualche ora in armonia. Ci si incontra il Venerdì alle ore 17.00

aspettiamo nuovi amici che condividano con noi questa esperienza!

Padre, accogli nella tua Casa:

• EDDA PALAZZO • ANGELINA FIORENZA

A noi che restiamo, il compito di rendere vivo il Loro ricordo nelle nostre preghiere.

Ai genitori di:

Il Signore benedica il frutto del vostro amore

NNOEMIOEMI

“Quando lo SPIRITO SANTO interviene”

Qualche tempo fa mi è stata raccontata - non so più da chi - un’arguta storiella sulle effettive possibilità d’intervento dello Spirito Santo, nella nostra vita e nelle nostre faccen-de, ecclesiali ma non solo. Un giornalista, dopo molto pe-nare, ottiene infine un’intervista niente meno che dallo Spi-rito Santo.

La domanda che più gli sta a cuore la formula a bru-ciapelo, dopo i convenevoli, pressappoco con queste paro-le: “Ma senta, lei che in fin dei conti ha la parola decisiva nell’aiutarci a discernere le situazioni anche le più intricate e a prendere di volta in volta le decisioni più opportune, perché - a quanto troppo spesso si costata - interviene così di rado?”

La risposta è venuta subito e di getto. “Beh, veda - ha detto più o meno l’intervistato - quando mi si invoca all’ini-zio di riunioni, consigli e assemblee, subito mi precipito per offrire l’aiuto che mi è chiesto, ma quando arrivo .… i giochi son fatti e tutto è già deciso!” Irriverente? Non direi. Mi sembra piuttosto che ci sia un prezioso insegnamento che è insieme teologico ed esistenziale: non si può chiedere che lo Spirito intervenga a darci luce e forza, se di fatto noi non gliene diamo lo spazio. E ciò vale per ciascuno di noi. Occorre con coraggio azzerare incomprensioni, pregiudizi e decisioni preconfezionate, per metterle al fuoco della sua ispirazione, che il più delle volte spariglia le carte e ci sor-prende. Di fronte a Dio, occorre stare “nudi” e “vuoti” di tut-to.

Ma ciò vale anche quando ci si mette insieme per capi-re il da farsi, nelle piccole come nelle grandi cose. Lo Spiri-to Santo, di fatto, altro non vuole se non inter-venire, e cioè venire in mezzo a noi per accendere i cuori ed illuminare le menti. Ma affinché ciò accada occorre non voler dettare noi a tutti i costi la tabella di marcia, i giudizi da formulare, le decisioni da prendere.

Bisogna essere distaccati, aperti gli uni verso gli altri e tutti insieme verso di Lui, mettendo a profitto ciò che pos-siamo e sappiamo come un dono.

Non per affermare noi stessi, ma per accogliere i sug-gerimenti dello Spirito, il più delle volte sussurrati a bassa voce, e che perciò, per essere captati e decifrati, esigono pazienza e ascolto di tutti in disarmata reciprocità.

In fondo, non significa proprio questo impegnarci a fare di tutti i luoghi di vita, “case di discernimento e scuole di comunione” come auspicato da Giovanni Paolo II nella NOVO MILLENIO INEUNTE, la lettera apostolica che ha voluto dare il “la” al terzo millennio dell’era cristiana?

(da Città Nuova - Pietro Coda)

Parrocchia «S.TERESA di GESÙ » Torre Annunziata (NA)

Novembre 20122012

Carissimi amici, siamo quasi arrivati alla vigilia del Natale, che bel-lo! Ma perché? È l'aria festosa che ci fa pensare in maniera fantastica, suggestiva dei giorni belli da trascorrere in famiglia e con gli amici. Però per tante persone saranno giorni comuni, giorni in cui tutto scorrerà come sempre, come negli altri giorni …. e magari in maniera triste.

San Leone Magno un giorno disse che questo giorno festoso non ha spazio per la tristezza. Ma per cosa siamo tristi? Direi per le stesse cose che ci sia-mo creati, per gli angoli in cui ci siamo isolati o ab-biamo isolato qualcuno, perché magari occupiamo un'altra classe sociale, dimenticandoci che sotto questo cielo siamo tutti uguali, sempre con gli stessi pregi e difetti .… né più e né meno.

Salmo 96 (95):

Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, uomini di tutta la terra. Cantate al Signore, benedite il suo nome, annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.

In mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le sue meraviglie. Grande è il Signore e degno di ogni lode, terribile sopra tutti gli dei.

Tutti gli dei dei popoli sono un nulla, il Signore invece ha fatto i cieli. Maestà e onore sono davanti a lui, forza e splendore nel suo santuario.

Date al Signore, o famiglie dei popoli, date al Signore gloria e potenza, date al Signore la gloria del suo nome. Portate offerte ed entrate nei suoi atri,

prostratevi al Signore nel suo atrio santo. Tremi davanti a lui tutta la terra.

Dite tra le genti: “Il Signore regna!”. È stabile il mondo, non potrà vacillare! Egli giudica i popoli con rettitudine.

Gioiscano i cieli, esulti la terra, risuoni il mare e quanto racchiude;

sia in festa la campagna e quanto contiene, acclamino tutti gli alberi della foresta davanti al Signore che viene: sì egli viene a giudicare la terra giudicherà il mondo con giustizia e nella sua fedeltà i popoli. Il salmo è un lirico invito a riappropriarsi di un

creato stupendo che è da rispettare, da curare (perché oggi è ferito, maltrattato, violentato e malato).

Proprio questa parola sacra ci persuade che il creato non ci è dato perché ce ne impossessiamo a nostro comodo.

La gioia viene a noi appena riusciamo a com-prendere quanta bellezza ci è data, quanti doni sono per noi attraverso un creato che esprime amore da parte di Dio e può diventare nostra espressione di lode e d'amore a Lui. Purché ci dissociamo dalla mentalità corrente che è idolatria: assolutizza ciò che ha e quello che vuol avere. Invece se il cuore è libero, si dilata e si dispone più facilmente a com-piere quel che deve fare, AMANDO.

S. Agostino ha una parola attualissima oltre che profonda: "Tu canta con la bocca! Salmeggia con le opere! Chi sono quelli che cantano e anche salmeg-giano con le opere? Coloro che compiono il bene con gioia. Il canto infatti è segno dell'allegrezza. Che cosa dice l'apostolo? "Dio ama chi dona con gioia". Qualunque cosa tu faccia, falla con gioia. Allora fai il bene e lo fai bene. Se invece operi con tristezza, sia pure che per tuo mezzo si faccia del bene, non sei tu a farlo. È come se reggessi il libro dei salmi ma senza cantare".

Un cuore libero da attaccamenti, da avide bra-me di possesso egoistico è un cuore capace di vivere e servire AMANDO con gioia, attraverso il dono di un creato che Dio ha ideato per noi. È la realtà del Natale che ogni anno viene per ricordarcelo.

Sia per ciascuno di noi questo Natale 2012 un "cantare un canto nuovo" che è la gioia di percepire in tutto la sovranità del Signore. Egli, lungi dallo spadroneggiare sull'uomo, è sua salvezza, se per-corre le sue strade di rettitudine, di giustizia.

Auguri a tutti voi, alle vostre famiglie e a quanti incontrerete nel vostro cammino un grande augurio di pace nella piena gioia del cuore.

Fra’ VINCENZO B.

“Q“QUALUNQUEUALUNQUE COSACOSA TUTU FACCIAFACCIA, , FALLAFALLA CONCON G GIOIAIOIA AALLORALLORA FAIFAI ILIL BENEBENE EE LOLO FAIFAI BENEBENE””

Parrocchia «S.TERESA di GESÙ » Torre Annunziata (NA)

Novembre 20122012

«PENTATEUCO»«PENTATEUCO» L’Antico Testamento si apre con il Pentateuco, nome che

deriva dalle parole greche “pènte“, che vuol dire cinque, e teuchos che significa rotoli, quindi “libro dei cinque rotoli”, ciò perché, anticamente, non esistevano i libri come li conoscia-mo oggi. I cinque libri sono: GENESI, racconta le origini; ESO-DO, narra l’uscita degli Ebrei dall’Egitto; LEVITICO, libro dei sacerdoti della tribù di Levi; NUMERI, parla del censimento; DEUTERONOMIO, libro della seconda legge.

Il Pentateuco era attribuito, dalla tradizione ebraica, a Mosè e tale idea è prevalsa fino all’inizio del secolo scorso; in seguito, accurati studi hanno evidenziato che alla stesura ave-vano concorso almeno quattro tradizioni: a) jahvista, caratterizzata da uno stile antropomorfi-co e descrittivo;

b) elohista, di stile più riflessivo e teologico; c) sacerdotale, la cui caratteristica è lo schematismo teologico;

d) deuteronomista, collegata alla riforma introdotta da Giosia al cui fondamento pose il cosiddetto li-bro della Legge.

“GENESI” Genesi è il primo libro del Pentateuco. Il titolo proviene

dal greco e tratta dell’origine del mondo, dell’uomo e del popo-lo ebraico. In esso si pongono le basi del monoteismo e si narra l’elezione di Israele a popolo amico di Dio. Il libro si divi-de in due grandi sezioni: a) Storia primitiva del genere umano da Adamo ad Abramo;

b) b)Storia patriarcale da Abramo a Giuseppe. Nella storia primitiva troviamo il racconto della creazione,

storia del paradiso e caduta nel peccato, storia di Caino e Abele, racconto del diluvio, benedizione di Noè, tavola etnolo-gica, torre di Babele e confusione delle lingue, liste di Seniti; la storia patriarcale si occupa di Abramo, di Isacco e dei suoi figli, di Giacobbe e dei suoi figli.

“ESODO” Il libro dell’esodo descrive la fuga degli Israeliti dall’Egitto

sotto la guida di Mosè, narra i prodigi operati a loro favore, la promulgazione della legge di Dio sul monte Sinai e la costru-zione del Tabernacolo del Signore. Esso propone due temi principali: la liberazione dall’Egitto e l’alleanza del Sinai.

Il faraone, preoccupato del moltiplicarsi della casa di Gia-cobbe, ordina la soppressione dei i neonati maschi e l’impie-go degli Ebrei nei lavori forzati, ma Dio affida a Mosè il compi-to di liberare i figli di Israele dalla schiavitù. Segni e prodigi per gli Ebrei, flagelli e disgrazie per gli Egizi,convincono il faraone a lasciar partire gli Israeliti. Stenti, fame e sete accompagnano questo popolo durante il viaggio attraverso il deserto, ma Dio, anche attraverso il suo servo Mosè, lo aiuta a superare tutte le avversità fino a raggiungere il Sinai dove conclude con esso un’alleanza chiedendo in cambio fedeltà ed osservanza della legge.

“LEVITICO” Il Levitico, detto anche libro dei preti, contiene le prescri-

zioni riguardanti le feste, le purificazioni, le funzioni sacerdotali

e i doveri di tutti i ministri del Tabernacolo. Il titolo deriva dal nome della tribù di Levi particolarmente attenta al culto di Dio. Questo libro codifica, come perno centrale della vita, un con-cetto teologico fondamentale, quello del “sacro” e si articola in quattro leggi : sacrifici, sacerdoti, purità, santità.

In esso si rischia di fare una separazione netta tra sacro e profano, ritenendo in pratica impuro tutto ciò che è fuori dall’a-rea sacra, e puro e prezioso ciò che è incluso in quella sacra, cadendo in tal modo nell’integralismo.

Addentrarsi nella moltitudine di norme, di prescrizioni e leggi è impresa ardua, tuttavia si percepisce che alla base c’è l’amore di Dio che ha fatto uscire dall’Egitto il suo popolo ed i gesti liturgici sono la risposta dell’uomo alla sollecitudine del Padre.

“NUMERI” A causa del censimento delle tribù accampate ai piedi del

Sinai, argomento che occupa i primi quattro capitoli del libro, quest’opera è stata chiamata Numeri. I primi dieci capitoli trat-tano dell’attesa per la partenza dal Sinai per la terra promes-sa, nel seguito è disegnata la marcia nel deserto con descri-zione dei luoghi attraversati.

La preoccupazione per i numeri si nota anche nelle offerte e nelle libagioni sacrificali, nel bestiame da immolare nelle varie feste, nel bottino di guerra e nella sua divisione, nell’e-stensione del territorio attribuito a ogni città levitica, nei giorni richiesti per la purificazione, e così via.

Del libro Numeri è difficile tracciare uno schema chiaro, la narrazione storica è spesso interrotta da leggi e regolamenti che riguardano la comunità, tuttavia possiamo dividerlo in tre parti: permanenza nel Sinai; viaggio dal Sinai a Moab; la terza parte tratta degli avvenimenti a Moab e si conclude con l’ac-campamento degli Israeliti in questo luogo.

Nel testo emergono tre grandi protagonisti: il Signore che con la sua parola campeggia fin dalla prima riga; Mosè, me-diatore fra Dio e il popolo; il popolo stesso, oggetto della pre-mura e dell’amore del Padre.

“DEUTERONOMIO” Il Deuteronomio, ossia seconda legge, più che un manua-

le di leggi, si presenta come una collezione di omelie imper-niate sull’amore per la legge divina e sul ringraziamento per il dono della libertà.

Esso è caratterizzato dall’immagine di un Dio pieno di amore, desideroso di una relazione con i Suoi figli.

La parte principale del libro è composta da tre discorsi di Mosè nella pianura di Moab di fronte a Gerico.

Il primo discorso narra gli eventi dei primi 40 anni, nel secondo ripete molte delle leggi partendo dai 10 comanda-menti, ne aggiunge altre ed esorta tutti all’osservanza e all’-obbedienza e prima di tutto all’amore di Dio, il terzo è di carat-tere profetico ed è un lungo elenco di maledizioni che sareb-bero ricadute sul popolo se non fosse stato fedele.

Il libro si chiude con la morte di Mosè.

L.C. Lettore della Parrocchia

Parrocchia «S.TERESA di GESÙ » Torre Annunziata (NA)

La Liturgia del Natale è particolarmen-te ricca: basti pensare che, per un unico giorno liturgico, sono previste ben quattro Messe con formulario diverso.

Innanzitutto la Messa vespertina della Vigilia di Natale, il 24 dicembre, che appar-tiene liturgicamente già al Natale e che e-sprime tutta l'attesa dell'umanità e del Po-polo di Israele in particolare; poi la Messa della notte chiamata la "Madre di tutte le Veglie"; la Messa dell'aurora, che ha origini in Roma poiché, presso la chiesa di Santa Anastasia sul Palatino, la comunità greca, il cui calendario collegava il 25 dicembre alla festività della Santa Anastasia, celebrava, insieme ai pontefici cattolici che vi si reca-vano il 25 mattina, una Messa mattutina che, quindi, aveva una doppia valenza; infi-ne, la celebrazione del giorno di Natale, ve-ra Messa natalizia celebrata, anticamente, dai pontefici o nella Cattedrale Lateranen-se o in Santa Maria Maggiore. Il verbo di Dio si fa carne nel momento della nascita di Gesù.

Peculiare rilievo ha la Messa della not-te, a cui molti cristiani sono affezionati, la quale ha un'evidente analogia con la Veglia pasquale.

Le Sue origini si rintracciano nella Basi-lica romana di Santa Maria Maggiore: l'im-peratrice Elena, poi Sant'Elena, madre di Costantino, portò nella Città Eterna i resti della mangiatoia in cui, nella notte santa, fu dato alla luce Gesù a Betlemme e, innanzi a questi, fu celebrata una Messa.

Da Roma si diffuse, così, in tutte le chiese di rito cattolico, un'usanza nata pro-prio a Betlemme: come testimoniato dalla pellegrina Egeria, si era soliti celebrare la Messa nella notte santa a diretto contatto

«S«SPLENDOREPLENDORE DELLADELLA L LITURGIAITURGIA DELDEL N NATALEATALE T TRADIZIONERADIZIONE EE A ATTUALITÀTTUALITÀ»»

con quello che restava del luogo della nati-vità. La Veglia di Natale si manifesta in tut-ta la sua importanza come punto di raccor-do tra passato e presente, momento in cui le due dimensioni temporali si fondono e sovrappongono, riportandoci in modo imma-ginario e suggestivo alla notte di 2012 anni orsono, collocandoci al posto dei pastori a-doranti presso la mangiatoia.

L'attesa della Vigilia di Natale termina con il suono delle campane in festa che ri-membrano la nascita del Salvatore e che danno inizio alla vera celebrazione del Na-tale.

Le luci illuminano con forza la chiesa, simboleggiando la luce che il Verbo fattosi carne ha portato nel mondo, nelle nostre vite,nei nostri cuori.

Una statuetta riproducente il Bambino Gesù viene portata in processione lungo la navata e posta sull'altare: ecco, il Cristo è fra noi. A rendere ancor più emozionante la celebrazione i canti tipici della Messa not-turna, nonché del tempo natalizio, come "Adeste Fideles" e "Tu scendi dalle stelle". Diletta BARCO

Novembre 20122012

Parrocchia «S.TERESA di GESÙ » Torre Annunziata (NA)

«La Storia dell’«La Storia dell’IIMMACOLATAMMACOLATA C CONCEZIONEONCEZIONE»» Non semplice memoria di un Santo ricorre

ai giorni nostri il giorno 8 di dicembre: ma la solennità più alta e più preziosa di Colei che dei Santi è chiamata Regina.

L'Immacolata Concezione di Maria è sta-ta proclamata nel 1854, dal Papa Pio IX, ma la storia della devozione per Maria Immacola-ta è molto più antica. Precede di secoli, anzi di millenni, la proclamazione del dogma che non ha introdotto una novità, bensì ha, sem-plicemente, coronato una lunghissima tradi-zione.

Già i Padri della Chiesa d'Oriente, nell'e-saltare la Madre di Dio, avevano utilizzato e-spressioni che la ponevano al di sopra del peccato originale: "intemerata, bellezza del-l'innocenza, più pura degli Angeli, giglio puris-simo, germe non- avvelenato, nube più splen-dida del sole, immacolata".

In Occidente, però, la teoria dell'imma-colatezza trovò una forte resistenza, non per avversione alla Madonna, che restava la più sublime delle creature, ma per mantenere salda la dottrina della Redenzione, operata soltanto in virtù del sacrificio di Gesù.

Se Maria fosse stata immacolata, se cioè fosse stata concepita da Dio al di fuori della legge dei peccato originale, comune a tutti i figli di Eva, ella non avrebbe avuto bisogno della Redenzione e questa, dunque ,non si sarebbe più potuta considerare universale. L'eccezione, in questo caso, non confermava la regola, ma la distruggeva.

Il francescano Giovanni Duns, detto Sco-to perché nativo della Scozia, e chiamato il "Dottor Sottile", riuscì a superare questo sco-glio dottrinale con una sottile ma convincen-te distinzione: anche la Madonna era stata redenta da Gesù, ma con una Redenzione preventiva, prima e fuori del tempo.

Ella fu perciò preservata dal peccato ori-ginale in previsione dei meriti del suo figlio di-vino.

Alessandro di PRISCO

Novembre 20122012

IILL DOPOSCUOLADOPOSCUOLA ININ P PARROCCHIAARROCCHIA

Lunedì, 5 Novembre, ha preso il via, un nuovo ser-vizio nella nostra Parrocchia : il doposcuola per i bam-bini delle elementari e delle Medie.

Il Lunedì, il Mercoledì ed il Venerdì, infatti, alcuni docenti in pensione, coadiuvati da due giovani volon-tari, offrono la loro disponibilità nell’affiancare i ragazzi nella loro crescita umana e culturale. Abbiamo chiesto loro le prime impressioni ed eventuali suggerimenti: Come è per voi questo tempo trascorso di pome-riggio per i compiti?

• Mi trovo benissimo esordisce Valentina, perché, dopo i compiti, si scherza un pochino e si sta bene insieme.

• È più semplice fare i compiti, afferma Chiara, per-ché, a casa, la mamma non sempre ha il tempo di darmi spiegazioni e poi si sta bene, non è noioso fare i compiti insieme”.

• Sono contenta di venire al doposcuola perché si studia tutti insieme, aggiunge Maria.

• Mi piace perché oltre a lavorare insieme ci aiutiamo anche tra di noi dice Arturo.

• Mi piace, dice Ciro, mi aiuta ad essere più veloce, ma preferirei un altro giorno a settimana.

• Vengo con piacere, aggiunge Francesca, perché le spiegazioni sono esaurienti.

Sembra quindi, per adesso, un’esperienza positiva perché il lavorare insieme dà la possibilità di conoscer-si più a fondo ed aiuta ad essere “famiglia” ma occor-rerebbero altri volontari che offrissero, anche per un solo pomeriggio settimanale, la propria generosa di-sponibilità nell’aiutare questi nostri piccoli a fare bene il proprio dovere.

Parrocchia «S.TERESA di GESÙ » Torre Annunziata (NA)

Scautismo torrese dal 2005 ad oggi di Aurelio BOFFA

Il 2005 e’ l’anno che in qualche modo segnò la fine di un percorso per il gruppo.

Si spense Don Mario Albertino lasciando dentro ognuno di noi un vuoto incolmabile. Il Gruppo non potrà mai dimenti-care la sua benevolenza e generosità che hanno consentito a tanti ragazzi di crescere avendo come riferimenti i valori insegnatici da Cristo.

Inoltre nello stesso anno, per altri motivi, ma come se-gno del destino di un percorso che finisce, in seguito ad in-comprensioni di alcuni ragazzi del clan con i loro capi e dell’-effetto sull’intera Comunità Capi che ne scaturì, la Co.Ca. stessa subì uno stravolgimento alla fine dell’anno.

Molti capi decisero di andar via dal gruppo. Così, dopo anni di guida da parte di Giovanni Monaco, le redini del Gruppo passarono ad Aurelio Boffa e a Giuseppina Balzano (attuali capi Gruppo). Furono anni molto difficili, dove ci fu molto da lavorare per recuperare e attenuare il più possibile le mancanze in ogni ambito: con la Zona, con la parrocchia, con i genitori, con i ragazzi stessi.

In questo periodo buio, dove anche la luce di Don Mario si era spenta anzitempo, un grosso aiuto ci fu dato da Don Ciro Cozzolino come sostituto temporaneo di Don Mario (sostituito poi a sua volta l’anno successivo da Don Pasqua-le Paduano - attuale Assistente Ecclesiastico del Gruppo).

Come contrappasso a tante difficoltà, tuttavia, il Gruppo riuscì a realizzare cose di grande livello: nel 2006 il noviziato partecipò allo Challenge regionale (sul lago Matese) e i ra-gazzi del Torre Annunziata erano nelle squadre che vinsero il primo e il secondo posto dell’evento; il clan, dopo anni di sufficienza, riuscì a progettare e realizzare una route a San-tiago de Compostela in Spagna (route che segnò profonda-mente tutti coloro che vi parteciparono)! I capi ripresero atti-vamente la partecipazione alla Zona e alle attività esterne al Gruppo.

Quante cose avrei voluto aggiungere, ma …..

La stesura di questo libro non deve essere un libro di vecchi ricordi, ma uno stimolo a scrivere la propria storia in modo da non perdere le cose belle, mentre dobbiamo dimenticare gli eventi brutti che sono delle piccole parentesi insignifi-canti,ma anch’esse sono servite per crescere.

La vera storia è questa miriade di sensazioni positive che ognuno mi ha trasmesso, mentre o-gnuno scriveva la sua pagina di ricordi.

Questo libro, mi auguro che sia un libro aper-to, aspetto pertanto, altri contributi che serviran-no a svegliare in ognuno di noi i valori vissuti nel proprio periodo scoutistico.

Mi auguro che anche altri gruppi, che legge-ranno questo libro, siano stimolati a scrivere la propria storia, perché le parole o le persone van-no via, mentre la storia scritta di ogni gruppo re-sta.

Da buono scout come mi sento ancora di esse-re, anche se gli anni sono tanti, sogno che ogni gruppo dopo aver scritto la propria storia invierà una copia al sottoscritto, in modo da poter estra-polare una pagina più bella da ogni storia e con l’intreccio di tante storie, tante esperienze , creare così un unico libro che potrà essere venduto nelle rivendite scout il cui ricavato potrà essere utiliz-zato affinché la bella storia dello scoutismo pos-sa continuare.

Avrei voluto aggiungere tante altre cose, ma poiché è la prima stesura di questi ricordi, è mio desiderio che i tanti, sia uomini o donne,che han-no vissuto le loro esperienze nel Gruppo Scout di Torre Annunziata 1 o 2, nel gruppo nautico o nel gruppo A.G.I. possano loro aggiungere qualche cosa , inviando il testo e, se possibile qualche fo-to, attraverso una e-mail a :

[email protected] specificando, il periodo della loro permanenza agli Scout. Grazie

Alfonso SCOGNAMIGLIO

Novembre 20122012

(n. 8) Dal libro “ STORIA DELLO SCAUTISMO TORRESE” a cura di Alfonso SCOGNAMIGLIO

Il Bollettino mensile e tutte le informazioni Parrocchiali sono redatte grazie al prezioso contributo del

GGRUPPORUPPO C COMUNICAZIONIOMUNICAZIONI S SOCIALIOCIALI

Mensile a diffusione interna - Composizione e stampa in proprio - Copia gratuita

Durante i mesi di: DICEMBRE 2012 - GENNAIO e FEBBRAIO 2013 La prima S. MESSA festiva è alle ore 08.30

� DAL 29 NOVEM. AL 7 DICEMBRE

Novena dell’IMMACOLATA ore 17.15 S. Rosario. A seguire celebrazione dei Vespri; ore 18.00 S. Messa della Novena.

� LUNEDÌ 03 “SUFFRAGIO PARROCCHIALE MENSILE” La S. Messa delle ore 18.00 viene celebrata in memoria di tutti i fratelli defunti appartenuti alla famiglia parrocchiale.

� GIOVEDÌ 06 Al termine della S. Messa vespertina Adorazio-ne Eucaristica prolungata fino alle ore 22.00

� VENERDÌ 07 Primo Venerdì del mese ore 17.15 esposizione del SS. Sacramento - S. Rosario della Divina Misericordia, a seguire: celebrazione dei Ve-spri ore 18.00 S. Messa.

� SABATO 08 Solennità dell’«IMMACOLATA CONCEZIONE». SS. Messe ore 08.00 - 10.00 - 12.00 - 18.00

� GIOVEDÌ 13 Ore 17.15 S. Rosario animato dal gruppo di preghiera “San PIO” da Pietrelcina a seguire: celebrazione dei Vespri; ore 18.00 S. Messa.

� DAL 16 AL 24 “NOVENA DI NATALE” - Ore 17.15 S. Rosario. A seguire celebrazione dei Vespri; ore 18.00 S. Messa della Novena. Durante il Tempo di AVVENTO visita dei ragaz-zi del catechismo, accompagnati dai catechisti, alle famiglie dalle ore 16.00 alle ore 19.00: auguri per il prossimo Natale.

� VENERDÌ 21 Ore 18.00 presso la parrocchia dello “SPIRITO SANTO” (Carmine) celebrazione comunitaria del Sacramento della Confessione con l’inter-vento di diversi confessori

� LUNEDÌ 24 VIGILIA DI NATALE ore 23.00 Ufficio delle Let-ture - S. Messa della Notte Santa.

� MARTEDÌ 25 Solennità del “NATALE DEL SIGNORE” SS. Messe ore 08.30 - 10.00 - 12.00 - 18.00

� DOMENICA 30 Festa della SACRA FAMIGLIA, durante la cele-brazione delle ore 12.00 rinnovo delle promes-se coniugali.

LUNEDÌ 31 Ore 16.00 S. Messa di ringraziamento per l’anno trascorso con il canto del “TE DEUM ”.

� DOMENICA 1 GENNAIO 2013

MARIA SS. MADRE DI DIO SS. Messe ore 08.30-10.00-12.00-18.00

Durante le Feste Natalizie ci sarà la TOMBOLATA COMUNITARIA

AAGENDAGENDA DIDI DICEMBREDICEMBRE

SANTE MESSE FERIALE: Ore 07.30 Celebrazione della Parola di Dio. Ore 18.00 Celebrazione S. Messa vespertina. FESTIVO: Ore 08.30 - 10.00 - 12.00 - 18.00

Il Parroco riceve tutti i giorni ore 17.00/20.00

OORARIORARIO DELLEDELLE C CELEBRAZIONIELEBRAZIONI

Una Comunità che pregaUna Comunità che prega

Puoi pregare con la Comunità ogni giorno feriale

Ore 07.30 Lodi Mattutine Ore 17.15 S. Rosario, a seguire il Vespro

Ore 18.00 S. Messa Vespertina

1° Giovedì ore 18.30/22.00 Adorazione Notturna Ogni Giovedì ore 18.30 Adorazione Eucaristica

Ultimo Martedì ore 18.00 Celebrazione del “SACRAMENTO DELLA CONFESSIONE”

CCORSIORSI DIDI C CATECHESIATECHESI 2012/2013

SACRAMENTO DEL BATTESIMO

Si celebra ogni quarta Domenica del mese È previsto un incontro di Catechesi per i genitori e i/Padrini / e Madrine dei bambini: il Sabato che pre-cede la Celebrazione del Battesimo alle ore 17.30

CATECHISMO DEI RAGAZZI

Ha luogo il: LUNEDÌ e GIOVEDÌ (ore 17/18) Sabato (16.30/17.30) Pre-Adolescenti il LUNEDÌ 18.30/19.30 (Scuola Media)

Giovanissimi (15/18 anni) il Venerdì ore 19.30 Giovani e Cresimati il Sabato ore 20.00

Adulti il Lunedì ore 19.00 Genitore il Sabato ore 16.30 - 17.30

SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE

(Cresima)

Corso di recupero per Giovani e Adulti da metà No-vembre - Sabato ore 20.00 e Domenica ore 11.00 Celebrazione a Pentecoste (18 o 19 maggio)

Le iscrizioni sono aperte

SACRAMENTO DEL MATRIMONIO

Il corso di preparazione avrà luogo dal 26 Novembre: il Lunedì alle ore 20.00

La Segreteria Parrocchiale è aperta: Da LUNEDÌ a SABATO tranne il GIOVEDÌ

dalle ore 18.00 alle ore 19.00