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Anno VI n. 3 Dicembre 2009

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ASSOCIAZIONE SENIORESDEL COMUNE DI TORINO

Via Garibaldi 25 1° piano - 10122 TorinoTelefono: 011 - 4431954-52-51

Fax: 011 - [email protected]

www.comune.torino.it/lavoratorianzianiCod.Fisc. 80099240014

Orario di ufficioMartedì, Mercoledì, Giovedì: dalle 9,30 alle 11,30

PRESIDENTE: Vittorio FERRANDO

VICE PRESIDENTEper i Soci in Servizio: Fausto SORBAper i Soci in Pensione: Antonio NACCA

SEGRETARIO: Giovanni AJMARSEGRETARIO AGG.: Pier Lorenzo RAVERA

TESORIERE ECONOMO: Liliana VALENTINI

CONSIGLIERI: Enzo BRAIDALivio CROSETTOAldo LANTERIMarisa MODICALuisella NIGRAPier Vittorio PRATOPieralberto ROLANDOLaura SILVAMaria TITTARELLIRenza VARVELLO

PROBIVIRI: Mario BIGNARDIDomenico PAVARINValeriano TEMPO

REVISORIDEI CONTI: Loredana IGUERA

Aldo PICCHETTO

IN…FORMA!

Direttore Responsabile:Vittorio FERRANDO

Comitato di redazione:Antonio NACCA

Pier Vittorio PRATOPieralberto ROLANDO

Hanno collaborato a questo numero

Anna BraghieriEdmondo Paganelli

Autorizzazione del Tribunale di Torino 1921 del 17 febbraio 1968

Stampato presso Graficat, Torinodicembre 2009

Sommario

Editoriale Pag. 1San Giovanni Bosco 3Viaggio in Spagna 8Itinerari in bicicletta 12Allergie Alimentari 19Viaggi e Gite 23Convenzioni 24

In copertina: Piazza Carlo Felice

Veduta prospettica della piazza Carlo Felice con l’attuale via Roma, litografia a colori firmata Demetrio Festa, su disegno di Enrico Gonin, 1835 (Collezione Simeom, D 252)

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Editoriale

C on il ricordo ancora vivo del 23 ottobre 2004 quando con un’intera giornata abbia-mo festeggiato i primi 50 anni di vita dell’Associazione, domenica 18 ottobre ci siamo

ritrovati al Conservatorio G. Verdi per celebrare il 55° anniversario della fondazione.In attesa di tempi meno “grami” ci siamo attenuti a criteri di sobrietà senza richiedere

all’Amministrazione Comunale alcun contributo in denaro, ma il solo utilizzo gratuito dellaSala Concerti.

Ancora una volta i Maestri Ceretta e Cognazzo hanno offerto un saggio della loro bra-vura proponendo un programma gradevolissimo e di facile ascolto per tutti che ha riscos-so un successo strepitoso.

Durante il breve intervallo a Pier Vittorio Prato e a Pier Alberto Rolando è stato conse-gnato il distintivo d’oro quale modesto ma doveroso riconoscimento per il loro determinan-te contributo alla causa dell’Associazione.

Al termine del concerto è stata offerta ai presenti, a ricordo dell’evento, una tavoletta dicioccolato con impresso lo stemma della città ed il numero 55.

Con grande soddisfazione, personale e dei più stretti collaboratori, la sala del Conser-vatorio si presentava pressoché gremita con pochissimi posti rimasti vuoti per gli incomben-ti malanni di stagione.

Credo di essere nel giusto interpretando la massiccia partecipazione come testimonian-za non solo della vicinanza all’Associazione ma anche del consenso per quanto si è riusci-ti a realizzare in questi anni.

Si sono mossi in tanti da casa certamente per ascoltare della buona musica ma ancheper il desiderio di “stare insieme” alcune ore e condividere una significativa tappa della vitadell’Associazione.

Abbiamo lasciato alle spalle altri cinque anni e l’attuale Direttivo sta per concludere il suomandato. Come ho ricordato molto brevemente nei preliminari del concerto qualcosa diimportante dovrebbe rimanere nella storia dell’Associazione: il radicale rinnovamento delNotiziario, il cambiamento della denominazione del sodalizio già tentato in passato da altrisenza successo, la gestione informatizzata dei soci, l’attenzione particolare verso la culturaconcretizzatasi con la visita delle principali capitali europee e con la stipula della conven-zione per gli abbonamenti musei.

A taluni potrà sembrare poca coso, ma il tutto va rapportato con le risorse umane edeconomiche di cui disponiamo nonché all’ampiezza degli spazi in cui operiamo.

55 anni e oltre

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Occorre essere realisti cercando comunque di guardare al domani con serenità ed otti-mismo nonostante i grandi o piccoli acciacchi che, per quanto indesiderati, sono divenutiabituali compagni della nostra quotidianità.

L’avanzare dell’età o le condizioni di salute personali o dei più stretti familiari hannocostretto Livio Crosetto, già da alcuni mesi e Luciano Scalone a fine anno, a porre terminealla loro collaborazione. Mentre ad entrambi esprimiamo tutta la nostra gratitudine per ilprezioso contributo offerto all’Associazione avvertiamo con sempre maggiore insistenzal’esigenza di poter fare affidamento su nuove forze per garantire il buon funzionamento delnostro Sodalizio.

Entro il mese di febbraio dovranno essere presentate in Segreteria le candidature perl’elezione a consigliere e la scheda elettorale verrà allegata al notiziario di marzo.

Con l’ennesimo appello ad offrire la vostra disponibilità giungano a tutti i più fervidiauguri di Buon Natale.

Vittorio Ferrando

Un momento del concerto

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Quest’anno si è celebrato, con solen-nità, un importante avvenimento di

risonanza mondiale: il 150° anniversariodella fondazione della “Pia Società Sale-siana” da parte di San Giovanni Bosco. IlSanto rimane una delle figure più rappre-sentative della vita torinese e nazionale;infatti, sia sul piano religioso che civile,campeggia con le sue intuizioni in fatto dieducazione delle masse popolari, capacidi pilotare un momento determinantedelle istituzioni civili verso piste nuove.Don Bosco fu infatti sensibile ai bisogninuovi di una società che si stava trasfor-mando rapidamente sotto l’influsso dellaprorompente rivoluzione industriale, col-mando vuoti che si andavano creandofra le attività religiose tra le contraddizio-ni nascenti dalle contrapposizioni, ancheaspre, fra Stato e Chiesa nella nascenteItalia unita. In questa sede non si deside-ra tracciare la vita ufficiale del Santoormai nota e divulgata, ma sottolinearemomenti significativi della sua opera siaecclesiale che pedagogica che tanta riso-nanza hanno avuto nel vasto ambito uma-no e sociale. Il Santo nacque nel 1815 inun piccolo borgo agricolo (Castelnuovo

d’Asti - frazione Becchi) ed ebbe un’infan-zia tormentata e costellata da forti diffi-coltà esistenziali sia in famiglia, per lamorte prematura del padre, che per leristrettezze economiche, sempre superategrazie alla fermezza morale della ma-dre: Mamma Margherita che fu, fino allamorte, la sua ispiratrice. Già all’età dinove anni, dice la leggenda, ebbe un so-gno premonitore che sarebbe stato pro-fondamente impresso nella sua mente: gliapparvero in un grande cortile tanti ra-gazzi festanti ed insieme a loro un uomomaestoso vestito di bianco ed una gentiledonna che gli predissero che in futuro luisarebbe stato la guida dei ragazzi e cheavrebbe dovuto indirizzare la sua vita aquesta attività. La creazione della Fami-glia Salesiana avvenne in un momento diforti tensioni sociali e politiche legate allaFondazione del nuovo Stato Italiano, sog-getto a pulsioni politiche forti e determi-nanti per gli equilibri delle potenze euro-pee; a ciò aggiungansi le difficoltà inter-ne derivanti dalla ormai cronica “questio-ne romana” che avviò un periodo di reci-proca diffidenza, se non di ostilità, fraStato e Chiesa, lamentandosi una notevo-

San Giovanni Bosco. Vita poco nota di un personaggio carismatico

I grandi piemontesi

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le incomprensione culturale e sociale frale due istituzioni. Perciò, in un tale climateso e poco incline ad affrontare soluzio-ni di compromesso e di collaborazione, siinserì nel 1859 la fondazione della “PiaSocietà Salesiana”, così chiamata pernon incorrere nei rigori delle leggi vigen-ti che vietavano la costituzione di nuoviordini religiosi. Essa si ispirò al SantoFrancesco di Sales, prototipo di sacerdo-te tutto al sevizio della comunità, e siinserì profondamente nel periodo crucia-le del Risorgimento Nazionale negli annidal 1859 in poi quando si evidenziò lafaticosa creazione del nuovo “StatoItaliano” che si fece luce faticosamente nelconcerto politico europeo mentre si for-giavano nel mondo risorgimentale nuovedignità e speranze, spesso deluse, mache caratterizzarono le nuove generazio-ni. Don Bosco, negli anni dal 1841 al1846 creò quell’Istituzione di cui ebbesempre fama: “l’oratorio giovanile” cheiniziò ad operare in diverse sedi provvi-sorie, sempre inseguito da diffidenze edisavventure causate dalla sua novitàsociale, in quanto si riteneva sovversivaper l’epoca la riunione di tanti ragazzi,spesso scioperati, in un’unica sede; nel1846 ottenne finalmente una sede defini-tiva in regione Valdocco – a quel tempoperiferica e disagiata – confidando conti-nuamente nella generosità e nella lungi-miranza di tanti benefattori. Il Santo col-tivò sempre con un occhio di riguardo i

rapporti con le autorità statali anche sequeste non sempre furono benevole: il ReCarlo Alberto intervenne spesso a suofavore, conscio delle positive novitàpatrocinate dal Santo a favore delle clas-si disagiate sia giovanili che adulte; pari-menti Cavour gli fu amico ed ebbe a direspesso che il Santo avrebbe avuto in luiun sostenitore sincero. Anche il primo Red’Italia – Vittorio Emanuele II – stimò sem-pre il Santo, aiutandolo discretamente.

Fu proprio poi nell’Istituzione oratoria-le, ispirata al modello di San CarloBorromeo del secolo XVII, momento fon-damentale per affrontare i crescenti peri-coli per i giovani, provocati dalla rivolu-zione industriale, che Don Bosco speri-mentò nuovi modelli educativi con la“Pedagogia preventiva” atta a stabilirenuovi modelli culturali e civili per affronta-re i bisogni fondamentali di classi nonadeguatamente considerate. Don Boscocon metodologie innovative, si inserì in unpiù vasto rinnovamento delle strutture sco-lastiche europee e si attirò l’attenzione dieminenti pedagogisti come Pestalozzi,Aporti ed altri; la sua dottrina fu compiu-tamente elaborata nella sua opera intito-lata “Sistema Preventivo nell’Educazionedella Gioventù” scritto nel 1877. Conti-nuando nello spirito di questo scritto, chevede la figura del Santo anche nella suaquotidianità, innumerevoli sono da anno-verare eventi tristi e lieti come la morte dimamma Margherita nel 1856, la visita di

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Rosmini – suo grande estimatore – l’at-tentato alla sua vita nel 1848 nei cortilidell’oratorio, le Guerre d’Indipendenza,dal 1848 al 1866, con il loro seguito dilutti e speranze; la nascita della “PiaSocietà Salesiana” il 18 dicembre del1859 ed il 3 aprile 1864 quando il PapaPio IX approvò solennemente le “Regole”con la consacrazione ufficiale della nasci-ta dell’istituzione religiosa. Essa avrebbeavuto subito una diffusione rapidissima,sia in Italia che nel mondo, diffondendonovità pedagogiche e moderno spirito cri-stiano tra genti di ogni continente; infattigià nel 1875 i Salesiani furono presenti inFrancia e Spagna e nel 1879 iniziaronole prime partenze per l’America latina el’America del Nord, al seguito della rile-vante massa migratoria italiana in quelleterre. La presenza salesiana in questeterre non fu solo stimolo religioso masoprattutto culturale e di appoggio all’ita-lianità dei nostri cittadini colà emigrati;inoltre in Argentina – specie in Patagonia– i Salesiani costituirono con il confratellopadre Agostini un valido nucleo di valoro-si studiosi della civiltà locale, cooperandoalla salvezza di culture in rapida estinzio-ne. In tale contesto sovviene nuovamenteraccontare un episodio significativo chepuntualizza l’attività missionaria dellaFamiglia Salesiana: l’incontro di GiovanniCagliero bambino con il Santo nell’orato-rio di Valdocco nel 1854. Cagliero eragià da circa tre anni con Don Bosco a

Torino, quando nel 1854 scoppiò il coleraa Torino e Cagliero fu colpito dal male eridotto in fin di vita, tanto da essereammesso ai sacramenti ultimi. Allora ilSanto, addoloratissimo, andò a fargli visi-ta e si fermò di colpo sbalordito: una bel-lissima colomba bianca, con un rametto diulivo nel becco, con sprazzi di luce vivissi-ma, illuminava la camera; dopo alcunigiri raccolse il volo sul letto del moribon-do, ne toccò le labbra con il ramoscello diolivo e poi lo lasciò cadere sul suo capo;scomparve subito in una luce intensa. DonBosco comprese che Cagliero non sareb-be morto, anzi, sarebbe diventato prete evescovo e la colomba era lo Spirito Santoprotettore. Poi il Santo vide sparire lepareti della stanza come d’incanto edapparire lo spettacolo straordinario dipopoli selvaggi, coperti di pelli che fissa-vano supplicanti il volto dell’infermo. IlCagliero effettivamente guarì, fu sacerdo-te ed andò missionario nella Patagoniameridionale, nella Terra del Fuoco, l’estre-mo lembo sud dell’Argentina. In 40 annidi lavoro missionario assistette material-mente e spiritualmente migliaia di Indiargentini e fu fatto Vescovo e Cardinaleper meriti eccezionali; ancora oggi è rico-nosciuto da parecchi Stati per benemeren-ze eccezionali e molte vie, piazze e montiportano ancora il suo nome Si vuole quiricordare un altro fatto poco noto, madecisamente profetico nella sua interezza:è noto come il Santo, alcuni anni prima di

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morire, fece molti sogni profeticisull’America Latina, legati alla diffusionedelle sue missioni salesiane in questaparte del mondo; ma il sogno sulla nasci-ta della capitale del Brasile moderno –Brasilia – ha perlomeno del sorprendentenella sua precisione. Infatti la scelta defini-tiva dell’imponente progetto cadde preci-samente sulle coordinate di ben 5820 kmquadrati, fra il 15° edil 20° parallelo, esat-tamente come avevadescritto Don Boscoquasi ottant’anni pri-ma. Il Santo descrisseanche la forma dellaCittà di Brasilia similead un grande gab-biano e questa parti-colare configurazio-ne, opera dell’urbani-sta Lucio Costa, vinsela gara su ben 22altri progetti e la pre-cisione del sogno diDon Bosco è tale chenacque il dubbio che tutto il progetto aves-se avuto come superiore architetto ilSanto. A tutt’oggi il visitatore di Brasiliaammira una chiesa stupenda che dedicaal Santo con straordinarie vetrate e unalapide che Lo ricorda con particolareaffetto, insieme a documenti che fannoparte della storia della città. Si richiama,sebbene ammantato di un po’ di folclore,

l’episodio del “cane grigio” che divenne ilcane da guardia di Don Bosco dal 1854sino al 1866, difendendolo spesso da cat-tivi incontri con persone malintenzionate.Non si comprese mai da dove provenissel’animale così affezionato al Santo cheaccompagnava tutte le sere nei suoi tra-sferimenti nelle varie sedi di apostolatoed infine nel 1866 il Grigio scomparve. Il

Santo, nel 1872, aduna domanda di al-cuni visitatori sullaprovenienza di quelcane, disse sorriden-do che “dire che siaun angelo farebberidere, ma neppure sipuò dire che sia uncane ordinario”. Nel1877 a Lanzo Torine-se si riunì il primo Ca-pitolo Generale dellaSocietà Salesiana ediniziò la pubblicazio-ne del famoso “Bol-lettino Salesiano” che

ha sempre tenuto i collegamenti fra tutte leopere salesiane in Italia e nel mondo. Glianni che vanno dal 1880 sino alla mortenel 1888 sono anni di intensa attivitàdedicati ad un’estenuante peregrinazionein Italia ed in Europa per sempre più faremergere l’albero salesiano e per esten-dere fin dove possibile i suoi rami. Ormaicon una salute sempre più precaria, al-

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l’età di 73 anni, il 31 gennaio del 1888 sispense nella sede storica di Valdocco inmezzo ai collaboratori di tante iniziative efu canonizzato nel 1934 dal Papa Pio XI.Chiudo questo scritto con le significativeparole che Mamma Margherita ebbe adirgli quando espresse l’intenzione di ab-bracciare il sacerdozio “pensaci con calma

e, quando avrai deciso, segui la tua stradasenza guardare in faccia nessuno. Da tenon voglio niente e non mi aspetto niente,sono povera e rimarrò povera, fai lavolontà del Signore e, se ti facessi prete ediventassi ricco, non mettere mai piede inquesta casa …”

Alfonso Adda

Auguri!Il Consiglio Direttivo porge le più vive felicitazioni a:

Avidano Giuliana e Moscone Enricoche il 3 settembre 2009 hanno festeggiato 50 anni di matrimonio

Roccia Rosanna e Nacca Antonioche il 4 ottobre 2009 hanno festeggiato 40 anni di matrimonio

Cena Maria e Franco Giovanniche il 6 ottobre 2009 hanno festeggiato 63 anni di matrimonio

Carella Maria e Colasanto Gerardoche il 27 febbraio 2010 festeggeranno 50 anni di matrimonio

Muscio Maria e Narini Renatoche il 28 febbraio 2010 festeggeranno 50 anni di matrimonio

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L’anonimo autore di un raro manua-letto stampato a Torino dai celebri

Reycend nel 1771 ammoniva: «niuno sipuò formare dell’universo una giustaidea se non ha viaggiato con ispirito dicuriosità e di osservazione» (Del viaggioossia istruzione a’ viaggiatori, p. V).Saggio avvertimento, valido sia ieri,quando il viaggio era il pilastro dellapedagogia aristocratica (e poi alto-bor-ghese), sia oggi, dacché partire perdiporto verso mete senza confini è diven-tato felice consuetudine per molti.

Quale partecipe entusiasta al viaggioorganizzato dal nostro sodalizio nella pri-mavera scorsa a Madrid e in alcune cittàdella Castiglia, non ho dunque mancato dimettere in valigia gli ingredienti necessaria trasformare l’approccio a luoghi, perso-ne e cose in bagaglio di conoscenza esoprattutto di emozioni. Corroborata dainformazioni colte nei meandri della vastaletteratura iberica, della saggistica e dellacronaca (che in questa estate torrida harivelato le irrisolte inquietudini e gli scom-pensi di un Paese dall’ascesa rapidissima),per la seconda volta dopo lunghi anni, conla serena curiosità della giovane emble-matica Muchacha en la ventana di

Salvador Dalì, mi sono affacciata allacapitale della Spagna del 2000 percoglierne le vecchie e le nuove suggestioni.

La nuova Madrid non ha deluso. Bellae grandiosa, accogliente e vitale, lametropoli spagnola ostenta oggi audacimonumenti alla modernità e splendori an-tichi: strade ampie e percorribili, polmoniverdi lussureggianti, palazzi regali ricchidi storia e d’arte e immensi musei inespansione, fresche fontane e imponentiedifici consacrati alla finanza, alle comu-nicazioni, alla tecnologia, alla cui som-mità svettano talora gruppi scultorei disoggetto mitologico. Miscela curiosa dileggenda e attualità e di ulteriori aspira-zioni, che trovano compendio nella cen-tralissima Fuentes de Cibeles, simbolo pa-gano di una dea dell’abbondanza incon-dizionatamente idolatrata nei tempi anti-chi quanto nell’età presente.

La bellezza autentica della capitalemadrilena non sta tuttavia nel mito e nellesue celebrazioni; piuttosto si rivela nellaquotidianità di certi siti, come la sma-gliante e ospitale Plaza Mayor, con le fittebottegucce allineate sotto il lungo portica-to, dal quale si dipartono interessanti stra-dette ove il turista s’abbandona, talora

Viaggio di primavera nel cuore della Spagna

I nostri viaggi

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invano, al desiderio (ah, non aver potutosuperare la lunga coda per oltrepassarela soglia dello straordinario negozietto diespadrillas d’ogni colore, misura e fog-gia, additato frettolosamente dall’impie-tosa guida!). Una bellezza che si manife-sta nella vivacissima Puerta del Sol, conl’allegro incessante chiassoso andirivieni dipersone di etnie diverse, nella Gran Via,nelle opulente piazze, nelle grandi arterie,con la loro fre-netica anima-zione che sispegne dopo iltramonto, maanche nel fittointreccio dellemisteriose vieavvolte nel cal-do silenzio del-la sera, che in-tersecano i luo-ghi frequentatidel passeggio. Appassionante il giocomadrileno dei contrasti: che agli smisura-ti parchi en plein air oppone un grangiardino tropicale negli spazi conchiusidella vecchia stazione ferroviaria di Atocha,rammodernata e funzionale o che innalza,in una periferia solitaria, curiosi multiformigrattacieli.

La sosta nella metropoli spagnola haofferto spunti davvero suggestivi. Come nonpensare al sontuoso Palacio Real, ove lamagnificenza dell’antico assolutismo mo-

narchico è temperata da un concetto nuovodi regalità? E alla sorprendente visita attra-verso spazi aulici ormai inusitati, quali lagran sala del trono, o tuttora vissuti, come laraffinata stanza ove la Regina di tanto intanto assiste ai concerti con le amiche?Quante preziose, garbate informazionisulla vita di corte ha saputo fornire la bravaaccompagnatrice occasionale, già incon-trata al Prado. Nel grande museo, con peri-

zia e un impa-gabile sorriso,ella ha vivace-mente illustratocapolavori dimaestri italiani,fiamminghi,spagnoli, evi-denziandonele peculiarità: eattraverso il suosguardo speri-mentato è stato

facile cogliere il messaggio e il fascinodelle meravigliose pennellate di Tiziano,Veronese, Tiepolo, Caravaggio, ovvero diVan Dyck, di Goya e di molti altri artistidi varia formazione e provenienza. Teleceleberrime, conosciute attraverso i re-pertori d’arte, che osservate ad vivumcon gli occhi appassionati dell’esperta,hanno rivelato qualche segreto in piu: sipensi alla forza narrativa di Las Meninasdi Velàzques, che attraverso una sapien-te alternanza di luci, ombre, figure e pro-

Madrid di notte

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spettive racconta la vicenda dinastica diFilippo V e della piccola Marianna.

L’arte sacra e profana con le sue sugge-stioni ha dominato molte tappe del nostroitinerario: nel Real Monastero di SanLorenzo all’Escorial, Filippo II e i successo-ri raccolsero tesori inestimabili, quadri,arazzi, tappeti, lampadari e arredi, maanche oggetti sacri e simboli di morte, pro-fusi nel cupo sotterraneo del Pantheon, overiposa tra le regine Maria Luisa Gabrielladi Savoia, infelice madre di Luigi I, e ilsonno avvolge sotto la fredda coltre di orie marmi una folta schiera di infanti preco-cemente passati a miglior vita.

La grandiosa architettura, frutto dell’o-pera silenziosa di maestranze al soldodei sovrani, domina prepotentemente ilsito: poco lontano, la raccapricciantesepoltura di Francisco Franco e dei suoimiliti si nasconde invece nelle visceredella montagna, scavata con il sudore e ilsangue dei tanti prigionieri avversi alregime. Esito entrambi di ambizioni smi-surate e di prepotenti pulsioni umane, idue monumentali manufatti hanno susci-tato un gran bisogno di silenzio. Un silen-zio sciolto dall’abbraccio mistico e pos-sente della città di Avila, che entro lalunga sequela di murallas e di torrioniaccoglie i monasteri permeati dall’aura disantità che avvolse Teresa, la grande ri-formatrice del Carmelo.

Nella ridda di ricordi e sensazioni unposto a sè merita la splendida caldissima

Toledo, che conserva le impronte di molteciviltà e del prestigio antico, mostra trac-ce importanti dell’arte mudéjar, e custodi-sce un gran numero di opere di El Greco,suo figlio illustre: tra cui il celebre Entierrodel conte de Orgar, capolavoro di tra-sposizione storica e di metafora. La sostanelle celebri botteghe artigianali quicome altrove è stata breve: il rigore pro-fessionale dell’ accigliata guida madrile-na nei sei giorni non ha concesso pauseimpreviste o digressioni, tanto fitto era ilprogramma e le cose da vedere.

Tra i vari luoghi dell’itinerario dichiara-ti Patrimonio dell’umanità, Segovia s’èmostrata bella e imponente, con l’impres-sionante mole dell’acquedotto romanodel I secolo e la vasta cattedrale interse-cata, come d’uso in Spagna, dal grandecoro gotico fronteggiante la cappellaMayor, da cui una preziosa Virgen de laPaz regala un promettente sorriso e unasperanza.

Dominata dall’antica università che dasecoli distilla cultura alta e incorona illustriprotagonisti della letteratura e della sto-ria, Alcalá de Henares custodisce la casanatale di Miguel de Cervantes, oggi tra-sformata in un piccolo museo che acco-glie le edizioni rare del Don Chisciotte, ilcui paziente simulacro, in compagnia delfedele rubicondo Sancho Pancha, attendein panchina nuove Dulcinee per l’imman-cabile foto-ricordo: così come nella plazade Toros di Madrid un immobile torero

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aspetta rassegnato per un “clic” l’abbrac-cio dei turisti. Macchine digitali e cinepre-se hanno immortalato tutto ciò che dibello, fantastico o curioso ha offerto que-sto viaggio: senza tralasciare la vanacorsa sul trenino attraverso il parco dellareggia di Aranjuez e gli innumerevoli nididi cicogne che s’ incontrano un po’ ovun-que nell’assolata terra castigliana, abbar-bicati su torri, campanili e vetusti palidella luce.

Ogni programma, per quanto fitto,prevede una parentesi di tempo libero:alcuni di noi hanno dedicato la brevepausa a una fugace visita al Museo d’ar-te contemporanea Reina Sofia, ove, soli-taria, in una gran sala, la celeberrimaGuernica di Picasso rievoca la follia

distruttiva della guerra. Opera difficile edrammatica, dominata dalla paura e daldisfacimento. Quale contrasto con laserena immediatezza di un Raffaello, chenella Visitazione custodita al Prado, nelmostrare Maria e Elisabetta con le cavi-glie gonfie e il ventre ingrossato dall’atte-sa, innalza un sublime inno alla mater-nità e al mistero grande della vita.

A ben riflettere ogni racconto corri-sponde a un’ emozione e ha una propriastoria e un senso. E, come accade alla finedi ogni viaggio fortunato, i ricordi a manoa mano si sovrappongono e si confondo-no, non senza restituire fresche suggestio-ni: e ... il desiderio di ripartire, «con ispi-rito di curiosità e di osservazione».

Rosanna Roccia

Toledo

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C on quest’ ultimo itinerario si conclu-dono le proposte ciclabili per il

2009; per il prossimo anno sono in pro-gramma tre passeggiate alla scoperta dellealberate torinesi.

Chi ha già percorso in bicicletta i due iti-nerari descritti in precedenza, può tranquil-lamente affrontare quest’ultima passeggiatadi circa 45 km, ipotizzando un tempo nettodi percorrenza, escluse quindi le soste, dioltre 5 ore. È la durata ideale per dedicarealla passeggiata una giornata intera, com-prendendo visite storico-culturali di primacategoria e premiate soste culinarie.

Il punto di partenza e di rientro lo si fissa inpiazza Statuto da dove, compatibilmente coni mobili cantieri del passante ferroviario, siimbocca il corso Principe Oddone lato ovest(numeri dispari) per svoltare poco dopo, supe-rato corso Regina Margherita, in corsoUmbria. Giunti sulla piazza omonima si svol-ta a destra in via Livorno, si supera la Dora esi risale via Orvieto sino a largo Giachino invia Stradella. Svoltare a sinistra sulla passeg-giata centrale sopraelevata della cosiddettaSpina Reale, in quanto in futuro la passeg-giata ciclo-pedonale alberata con leccio,(Quercus ilex), sulla copertura della ferro-via Ciriè-Lanzo dovrebbe proseguire sino aVenaria Reale e alla reggia.

Proseguire sulla Spina Reale in linearetta sino a largo Grosseto: qui giunti, conun po’ di fortuna e senza spaventarsi del-l’apparente intrico stradale, raggiungerecon la protezione dei semafori il controvia-le nord di corso Grosseto. Proseguire, su unabbozzo limitato di ciclopista, sullo stesso(non imboccare la traccia di pista ciclabileche ci si trova di fronte su via Confalonieriche ci porterebbe fuori mano) verso ovest -valle di Susa, attraversare il giardino dipiazza Manno e poi l’incrocio con viaSansovino sino a raggiungere l’incrociocon strada di Altessano. Girare a destra instrada di Altessano e proseguire diritti sinoall’incrocio con strada di Druento. Sullasinistra si possono osservare, con delusio-ne, i soldi sprecati per costruire lo stadioDelle Alpi per Italia ’90, stadio demolito percostruirne uno nuovo, in barba alla crisi!

Superato l’incrocio si entra in comune diVenaria Reale lungo corso Garibaldi (dapiazza Statuto 40’); dopo circa 250 m por-tarsi nel contoviale sulla destra fino a supe-rare il ponte sulla tangenziale da dove,proseguendo su una banchina laterale pa-rallela alla ferrovia per Ceres, si entra nel-l’edificato di Venaria, superato il semaforodi accesso alla tangenziale. Proseguiresempre sul corso Garibaldi senza utilizzare

Dalla Reggia di Venaria alla Palazzinadi Stupinigi in bicicletta

Itinerari torinesi

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la malnata ciclopista, discontinua e pocopraticabile, sino all’incrocio, superate alcu-ne rotatorie, con viale Roma e via Mensa,dove si incontra un’altra rotatoria. Prima diquesta si traversi a sinistra entrando cosìnella via Mensa, ciclopedonale, sullo sfon-do della quale si delinea la bianca sagomadella Reggia (da via Garibaldi in comunedi Venaria 30’; da piazza Statuto 1h,10’).

Raggiunto il piazzale della reggia, aven-do osservato la circolare piazza dell’Annun-ziata nel tragitto, si ritorna su via Mensa persvoltare nella pri-ma via a destra,via XX Settem-bre: costeggian-do la Reggia eseguendo, al fon-do di detta via, leindicazioni stra-dali per Savo-nera con duesvolte successiveprima a destrae poi a sinistra,si perviene in via don Giovanni Sapino.Di fronte si apre un lungo rettilineo, albe-rato nel primo tratto con un doppio fila-re di tigli: alle spalle abbiamo la Reggia,sulla destra un parcheggio e sulla sinistradelle case. Percorrendo via don Sapinosi incontrano successivamente sulladestra un’area militare, la campagnacoltivata intervallata da capannoni indu-striali, la vista delle vicine montagne di

Valdellatorre (monti Musinè e Arpone) euna roggia in cui scorre veloce l’acqua.Sulla sinistra, dopo le case, si trovano, insuccessione, un parco, il cimitero e poi lacampagna con sullo sfondo la collina diTorino.

Tenere rigorosamente la destra, perchéla strada non è larga e le auto, non fre-quenti, sfrecciano veloci. Superato un primosemaforo si prosegue ancora diritti sinoad un secondo semaforo, non sempre funzio-nante, che immette in Savonera: superato

l’incrocio por-tarsi subito sullato sinistro divia Villa Cristi-na, su un largomarciapiede,che dopo circa150 m diventaciclopista. Si sot-topassa con per-corso protetto latangenziale e sisbuca di fronte

a Villa Cristina: qui giunti si piega subitoa sinistra e, su uno stradello asfaltato consuccessive curve a destra e a sinistra afianco della villa e di una antica cascina,sisbuca tra i campi di fronte al quartiereVallette con sullo sfondo la collina; sulladestra si indovina il fabbricato del carceree più lontano la piramide del Monviso. Siraggiunge e si attraversa via delle Primuleper portarsi sul marciapiede di sinistra

Reggia di Venaria

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– lato case – dove è tracciato il segnodella ciclopista e la si percorre in tutta lasua lunghezza sino all’incrocio con viaPianezza, dove si svolta a sinistra sempresu marciapiede ciclopedonale, fino a rag-giungere poco dopo un semaforo chepermette di attraversare in sicurezza lastessa via Pianezza (dalla Reggia 40’, dapiazza Statuto 1h,50’).

Attraversata la via Pianezza si proseguediritti per circa 200 m sino ad una piccolarotonda che distribuisce il traffico perifericodel nuovo quartiere E 29. Ci si immette nelmezzo del quartiere entrando nell’areaverde centrale (accesso protetto da dissua-sori in cemento), si attraversa tutto il giardi-no verso est per giungere alla fine, girandoattorno ad una rotonda, su via Pietro Cossa;la si attraversa di sbieco con il semaforo e siscende lungo via Paglieri nel quartiere chesta di fronte, zona Frassati-E27. Superata lachiesa dedicata al beato si piega subito adestra e, costeggiando le case, si puntaall’area verde che si trova al fondo. Vi sientra e al secondo stradello si gira a destrapervenendo così alla passerella ciclo-pedo-nale che scavalca corso Regina Margheritae immette nel parco Carrara-Pellerina.Percorrendo la stradina verso sinistra si notadal lato opposto lo stagno che si è formatonaturalmente durante l’alluvione dell’autun-no 2000 che sommerse il parco dellaPellerina, e si punta verso la zona dei duelaghetti scavati in occasione della costruzio-ne del parco negli anni ’80.

Per chi vuole concedersi una brevesosta, il chiosco-bar posto tra i due laghet-ti offre un caffè “più buono” a chi dice diessere stato indirizzato lì dal Settore VerdePubblico del Comune.

Sorseggiato il caffè occorre rimontare insella perchè Stupinigi è ancora lontana.Partendo dal chiosco, dirigendosi a destra,si scavalca la Dora su un ponte ripidamen-te arcuato, si gira a destra risalendo la cor-rente sino alla diga per poi rimontare alcorso Appio Claudio; di qui si svolta adestra e sul largo marciapiede ciclopedo-nale si raggiunge il semaforo all’incrociocon corso Bernardino Telesio. Attraversatocorso Appio Claudio si risale la rampa dicorso Telesio e si raggiunge via Servais (davia Pianezza 20’, da piazza Statuto 2h,10’).

Di qui quasi in linea retta lungo i corsiTelesio e, oltre corso Francia, FilippoBrunelleschi, si raggiunge, al fondo di que-st’ultimo e attraversato il corso Monte Cucco, ilparco Ruffini. Si noti che nel primo tratto dicorso Brunelleschi, tra corso Francia e viaBardonecchia-Vandalino, la ciclopista è occu-pata, al mattino e per tutto il giorno nei prefe-stivi, dalle bancarelle del mercato, per cuioccorre viaggiare nella carreggiata veicolareovest. Entrati nel parco Ruffini si punta versoest per raggiungere l’ingresso principale difronte a corso Rosselli, dove si trova un chio-sco bar (da via Servais 30’, da piazza Statuto2h,40’).

Da qui a via Castelgomberto angolo viaFiladelfia vale quanto già scritto nel prece-

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dente articolo “La circolare ciclabile diTorino”, vedi “In…Forma” n. 2, luglio 2009.

Si percorre via Castelgomberto oltre viaFiladelfia sino all’incrocio con il futuro corsoCosenza (oggi in quel punto è solo una strettastradina) su cui si gira a sinistra per sbucare inpiazza Pitagora che si aggira sulla destra perraggiungere il dirimpettaio corso Cosenza,ampio, a due carreggiate separate da unabanchina alberata, Si imbocca la ciclopistasulla banchina di destra e al terzo incrociosi svolta a destra in via Sanremo, larga epoco trafficata.Al fondo si rag-giunge corsoEnrico Tazzolidove si svolta asinistra sulla ci-clopista postasulla banchinacentrale e si pro-segue diritti sinoa corso Giovan-ni Agnelli. Poi-ché la meta è la palazzina di Stupinigi, inquesto caso suggerisco di non portarsi sullato est del corso per utilizzare la ciclopista,ma ci si semplifica la vita se si percorre ilcontroviale ovest che corre parallelo allaFIAT Mirafiori sino a portarsi in piazzaleCaio Mario. Appena superato sotto sema-foro corso Settembrini si piega di 90° asinistra (ignorare la palina segnaletica cheindica di tirare dritto sul marciapiede perandare a Stupinigi) per raggiungere,

senza superarli, i binari del tram dellalinea 4, ma invece correre paralleli ad essisulla ciclopista di buona concezione. Siprosegue così sino all’incrocio con stradadel Drosso, capolinea circolare del tram, dadove, ponendo molta attenzione alla salva-guardia della propria pelle, ci si sposta versodestra sul marciapiede ciclopedonale dicorso Unione Sovietica per raggiungere ilponte sul Sangone.

La Palazzina di Caccia ci sta di frontema… occhio: per raggiungerla si deve supe-

rarare il ponte:qui fare atten-zione agli ac-cessi, anche sesemaforizzati,alla tangenzia-le, perché le au-to in svolta in-terferiscono allagrande con laciclopista. Oltreil ponte il trac-

ciato ciclabile punta dritto alla palazzinadapprima tra due filari di pioppi cipressini,poi, dopo il semaforo di strada perBorgaretto, tra due filari di querce rosse. Inquesto secondo tratto ci si imbatte nelle rugo-sità delle radici affioranti, in paracarri in pie-tra e nelle immissioni veicolari dalla carreg-giata centrale, tre inconvenienti poco visibili.

Si è così di fronte a Stupinigi (da parcoRuffini 60’, da piazza Statuto 3h,40’): comepremio alla fatica, (volendo c’è un bar in

Palazzina di Caccia di Stupinigi

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loco), non resta che girare la bicicletta, risa-lire in sella e pedalare per raggiungere piaz-za Statuto. Si torna indietro tra le querce sinoal semaforo di Borgaretto e, appena lo sisupera, si svolta a destra, si attraversa vialeTorino e si punta diritti sulla ciclopista di vialeXXV Aprile verso Nichelino che si intravvedepoco lontano. Superato il ponte sulla tangen-ziale si incontra una lieve discesa che condu-ce ad una rotonda: qui arrivati, seguendo lafreccia di un cartello posizionato in modoche non ne è facile la lettura (il cartello ripor-ta la scritta: ”Ciclopista Stupinigi - Vallere”),si piega leggermente a sinistra e poco dopoa destra per imboccare via Pracavallo che,superata poco avanti via dei Cacciatori consemaforo, conduce direttamente al parcoBoschetto-Accampamento sulla spondadestra del Sangone. Tirando diritto in mezzoal parco si raggiunge la vistosa passerellagialla sul corso d’acqua e si risale sull’arginesinistro, con alcuni tornanti,sino a raggiun-gere il piano sommitale dove un antico muroin ciottoli e mattoni rappresenta ciò che restadel vecchio castello di Mirafiori.

Giunti di fronte al vicino Mausoleo dellaBela Rosin lo si aggira, sterzando sulla de-stra, per scoprire il primo ampliamento delnuovo parco del Sangone, godendo diun’aprica veduta sulla valle del Sangone,sulle Alpi Marittime e Cozie (Monviso) esulla collina. Puntando in direzione di que-st’ultima, verso est,si raggiunge nel parco lazona degli orti dati in concessione a cittadi-ni, così come gia avviene anche nel parco

del Meisino a Sassi e nel parco dell’Arrivoresulla Stura in via Botticelli. Dagli orti si piegaa sinistra, si attraversa a piedi (mancano gliscivoli, sacucin!) strada Castello di Mirafiorie si entra nel parco Colonnetti. Lo si attraver-sa tutto in direzione nord e ci si porta all’in-crocio di via Onorato Vigliani con via Artom(da Stupinigi 40’, da piazza Statuto 4h,20’)

Attraversata quest’ultima si piega a sini-stra, si supera via Onorato Vigliani (attraver-samenti semaforizzati) e si imbocca la ciclo-pista di via Pio VII percorrendola sino all’in-crocio con via Bossoli, dopo aver superatocorso Traiano e via Passo Buole. Giunti in viaBossoli si svolta a destra e si prosegue in dire-zione della stazione Lingotto, fino a giungeresull’alto del piazzale della stazione stessa,senza però scendere in basso; infatti di qui,girando a sinistra attorno alla rotatoria,ci siimmette sulla ciclopista di via Zino Zini che sipercorre sino a sottopassare, al termine didetta via, il cavalcavia di corso Bramante.

Lungo via Zino Zini si osservano, sulladestra, il rosso arco della passerella olimpi-ca, l’oval, il Lingotto rielaborato dall’arch.Renzo Piano con sul tetto la pista per gli eli-cotteri, la bolla azzurra per le riunioni vip,la galleria d’arte Marella Agnelli, la collinae, di fronte, lontane, le Alpi con il MonteRosa. Attenzione però ad alcuni scivolipericolosi, che si incontrano all’altezza diun parcheggio autobus sul retro dellacaserma della Finanza: sono messi di stor-to e hanno troppa faccia a vista, per cui sipuò anche cadere.

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Dopo questa breve digressione si riprendela descrizione del tragitto: dopo aver sottopas-sato il cavalcavia di corso Bramante se ne per-corre il controviale, si supera corso Turati elungo corso Lepanto si raggiunge piazzaCostantino il Grande. Per attraversarla in sicu-rezza si svolta subito a destra sul controvialedi corso Re Umberto e lo si percorre per 100m sino al semaforo all’incrocio di via Barrili,quindi si gira a sinistra e così, sotto semaforo,si attraversano i corsi Re Umberto e GalileoFerraris per girare successivamente a destra incorso Giovanni Pascoli, pedonalizzato sì e no,e raggiungere via Tirreno. Attraversarla e,localizzate le rampe (attenzione a non imboc-care le scale soprattutto per scendere) che con-sentono di superare la cosiddetta “clessidra”,area verde di copertura della ferrovia, si svol-ta a sinistra in corso De Nicola, dove, utiliz-zando l’area pedonale e la carreggiata di

destra più tranquilla, si perviene in pochiminuti in largo Orbassano (da via OnoratoVigliani 40’, da piazza Statuto 5h,00’).

Ormai il più è fatto, con un unico rettifilolungo i corsi Duca degli Abruzzi e Vin-zaglio, costeggiando la linea tramviaria del10, si giunge finalmente a via Cernaia, la siattraversa sotto semaforo e, oltrepassati iportici, si imbocca la dirimpettaia via Man-zoni che sbuca finalmente in piazza Statuto.In quest’ultimo tratto si incontrano alcunidisagi: le radici affioranti di Celtis di fronteal Politecnico (è però prossima una soluzio-ne attenta sia alle esigenze dei ciclisti chedelle piante) e gli attraversamenti non pro-prio lineari e semplici degli incroci con icorsi Stati Uniti e Vittorio Emanuele II.

Fine della passeggiata! (da largoOrbassano 20’, da piazza Statuto a piazzaStatuto 5h,20’).

p.zza Statuto - Venaria Reale (via Garibaldi) km 5,0via Garibaldi - Reggia km 3,0Reggia - via Pianezza km 5,0via Pianezza - via Servais km 3,0via Servais - Parco Ruffini km 4,0Parco Ruffini - Stupinigi km 10,0Stupinigi - via Artom km 5,0via Artom - l.go Orbassano km 5,0l.go Orbassano - p.zza Statuto km 4,0

TOTALE km 45,0

Distanze parziali e totale

Paolo Odone

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Pagamento quote associative per l’anno 2010

Si rammenta che sono aperti i rinnovi per l’anno 2010. Con il rinnovoo la nuova iscrizione al Socio saranno offerti il consueto panettone edun piccolo omaggio.Le quote, rimaste invariate secondo quanto deciso nell’AssembleaGenerale del 10 maggio u.s., sono, come in passato, diversificate al fine dipermettere, a coloro che lo desiderano, di offrire al Gruppo un più solida-le e consistente contributo per le sue attività sociali.

Socio ordinario € 10

Socio sostenitore € 15

Socio benemerito € 20

Simpatizzante € 15

II versamento può essere effettuato presso la sede dell’Associazione:Via Garibaldi, 25 - 1° piano

nei giorni di martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 9.30 alle ore 11.30 e dal 2 al 23 dicembre anche al lunedì e venerdì, con lo stesso orario,

oppure tramite il conto corrente postale n. 24352106 intestato al Gruppo Lavoratori Anziani del Comune di Torino,

specificando il motivo del versamento.

La quota di iscrizione o di rinnovo all’ANLA (Associazione Nazionale Lavoratori Anziani)

comprensivo dell’abbonamento al mensile “Esperienza”è stata confermata in

€ 16 per i soci ed in € 7 per i famigliari conviventi nonché, per il triennio 2010-2012,

in € 42 per i soci ed in € 16 per i famigliari conviventi.

Si invitano cortesemente i soci a presentarsi per il rinnovo muniti della tessera sociale.

N.B. La Segreteria rimarrà chiusa dal 24-12-2009 al 6-1-2010.

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La nostra salute

L’allergia alimentare si presenta conmolteplici manifestazioni che, solo

raramente, sono di natura allergica, piùfrequentemente sono delle reazioni avver-se (di diversa natura).

La classificazione, universalmente rico-nosciuta, di queste reazioni è di tipo pato-genetico.

� Reazioni tossiche e non tossiche La prima distinzione è tra reazioni tossichee non tossiche: quelle tossiche sono legatea tossine batteriche o a tossine naturalipresenti nei cibi. Quelle non tossiche, inve-ce, si distinguono in immunologiche e nonimmunologiche.

Tra le reazioni non immunologiche so-no comprese le intolleranze alimentari e leincompatibilità (che liberano aminevasoattive, come l’istamina, responsabilidella sintomatologia allergica).

L’istamina è un potente mediatore,responsabile sia della vasodilatazione conconseguente ipotensione, sia dello spasmodella muscolatura liscia bronchiale ed inte-stinale. La sua attività inizia già pochiminuti dopo l’incontro allergene-anticorpo.L’intestino gioca un ruolo molto importantenelle reazioni allergiche, infatti, nella sotto-mucosa intestinale, ha sede parte del S.I.(Sistema Immunitario), che ha la funzione

di barriera con l’intento di contrastare lasensibilizzazione. Fin dalla nascita è pre-sente una tolleranza orale che si traducenel riconoscimento del cibo normalmenteintrodotto senza reazione. Questa tolleran-za, col tempo, può venir meno a causa dialterazioni della mucosa intestinale, chepermettono il passaggio di molecole ali-mentari (non riconosciute) dal lume intesti-nale verso l’interno, con sensibilizzazionedell’organismo. Il passaggio di questemolecole può anche essere dovuto adimmaturità del S.I., per cui nella pratica cli-nica si possono osservare nei bambinidelle reazioni alimentari che scompaionocon l’età adulta.

� Gli alimenti come allergeniGli allergeni alimentari sono delle sostan-ze proteiche o glicoproteiche di bassopeso molecolare, capaci di stimolare il S.I.a reagire in senso allergico. Sono presentiin quasi tutti gli alimenti, assieme ad altresostanze chimiche non allergeniche, natu-rali e non, in grado di scatenare reazioninon immunomediate. Quando si indagasulle reazioni avverse da alimenti è neces-sario conoscerne la composizione e lecaratteristiche. Numerosi cibi sono ricchi diistamina (pesce azzurro, avocado, birra ebevande fermentate, salumi, crauti, con-

Allergie Alimentari

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serve, formaggi stagionati), altri sonocapaci di stimolarne il rilascio (alcool,banana, ananas, bianco d’uovo, cioccola-to, fragola, frutti di mare, papaia, pomo-doro); questi alimenti vanno evitati nei casidi idiosincrasia. È importante ricordare l’e-ventualità che sostanze alimentari sianopresenti in maniera occulta (alimentinascosti); per l’utilizzo, in piccole quantità,nelle preparazioni alimentari, per conta-minazione tra alimenti, per scarsa chiarez-za delle etichette, per alimenti non dichia-rati o con indicazioni non corrette sull’eti-chetta. Da alcuni anni esiste una normati-va europea molto severa, che imponeun‘etichettatura con notizie complete e difacile comprensione. Pertanto è opportunoche gli allergici leggano con attenzione leetichette con l’elenco del contenuto.

Inoltre, la cottura altera i cibi e le pro-teine labili al calore, si modificano; puòinfatti succedere che un cibo, causa diimportanti reazioni da crudo, sia ben tol-lerato se cotto.

� Gli additivi Gli additivi sono sostanze aggiunte ai cibiper migliorarne la conservazione e l’a-spetto esteriore; per citarne alcuni ricor-diamo i benzoati, i sorbati, l’acido ascor-bico, i gallati, la gomma adragante e ara-bica, vari coloranti, dolcificanti e aromi.Sintetizzando si può dire che tutte questesostanze danno preferenzialmente rea-zioni di tipo farmacologico o da idiosin-

crasia. La sintomatologia che possonoscatenare è varia: va da reazioni cutanee(orticaria, dermatite) all’asma (da solfiti,salicilati), a disturbi gastroenterici, a rea-zioni anafilattoidi (da coloranti quali latartrazina).

� Le manifestazioni cliniche � dell'allergia alimentareLe manifestazioni cliniche dell’allergia ali-mentare sono molteplici e dipendono dalmeccanismo patogenetico che le sostiene.

Le meno frequenti sono quelle a caricodell’apparato respiratorio (rinite, asma,otite, sinusite) tipiche del meccanismo rea-ginico. Le più frequenti invece sono l’orti-caria e l’angioedema, che possono pre-sentarsi in forma acuta o cronica. L’acutaè rara e compare in genere dopo un testdi scatenamento, mentre quella cronicararamente è di origine allergica, in gene-re è accentuata e /o mantenuta dall’as-sunzione di alimenti ricchi di istamina ocontenenti conservanti e additivi. L’orti-caria dovuta al contatto con alcuni ali-menti (in genere proteine animali) è soste-nuta dall’incontro di questi alimenti con leIgE presenti sulla cute del soggetto sensibi-lizzato. Le manifestazioni gastroentericherappresentate da: gastriti, enteriti, entero-coliti, retto-proctiti, molto raramente sonomediate da un meccanismo reaginico, piùfrequentemente sono dovute a reazioni daintolleranza o anche a cause psicosomati-che.

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� La gestione del pazienteLa gestione corretta di un paziente con

reazioni avverse da alimenti prevede duemomenti importanti: l’anamnesi e le indagi-ni diagnostiche. L’anamnesi deve esseremolto accurata e deve dare indicazioni sulcibo assunto, sul tipo di sintomatologia, sullasua durata, sul periodo di latenza (cioè iltempo intercorso tra l’assunzione e la com-parsa dei sintomi). Queste notizie moltospesso sono incomplete e frammentarie, percui può essere necessario far compilare undiario clinico, nelle 2-3 settimane successive.

Le indagini diagnostiche sono rappre-sentate dai test allergometrici in vivo (cutanei)ed in vitro (di laboratorio), dalle diete dia-gnostiche, dal tesi di scatenamento specificoin doppio cieco. Per i test cutanei, che rivela-no le IgE sulla cute, viene utilizzala la tecnicadel prick test con estratto commerciale o concibo fresco (prick by prick) o la metodica delpatch test, nel caso si tratti di orticaria dacontatto o di reazioni da additivi e con-servanti. Il RAST è un test in vitro di 2° livelloper la ricerca di anticorpi specifici nel siero disangue, invece che sulla cute; la sua utilità èevidente in caso di precedenti reazioni gra-vi, nei casi dubbi, nei casi in cui non è pos-sibile eseguire i tesi cutanei. Le diete diagno-stiche sono diete che contemplano l’elimina-zione dell’alimento sospettato per un perio-do di 2-3 settimane, (tempo necessario pervalutare l’andamento dei sintomi durante l’e-sclusione assoluta). Il test di scatenamento indoppio cieco contro placebo DBPCFC

rappresenta il goal standard, per fare unadiagnosi di allergia alimentare. Va eseguitoin casi selezionati ed in ambiente ospedalie-ro, per evidenti motivi di sicurezza. La me-todica consiste nel somministrare in giornidiversi il placebo e l’alimento liofilizzato,entrambi contenuti in capsule uguali, e nelverificare se compare la reazione: per evita-re la componente psicologica né il mediconé il paziente conoscono la composizionedelle capsule. Nei giorni successivi si pro-segue con dosaggi crescenti o con altri ali-menti fino al completamento dell’indagine.

� La terapiaLa terapia può essere specifica (quan-

do si è individuato il cibo allergizzante),e/o sintomatica in tutti gli altri casi. Laterapia specifica consiste nell’eliminazio-ne dalla dieta dell’alimento, in qualsiasimodo sia presentato (attenzione ai cibinascosti). In alcuni casi e per alimentiessenziali, è possibile instaurare (sulla fal-sariga di quella per gli inalanti) unadesensibilizzazione, che consiste nellasomministrazione orale, a dosi crescenti,dell’estratto del cibo in causa, per rein-durre una tolleranza a livello del S.I. Laterapia farmacologia è rappresentatadagli antistaminici e dai corticosteroidi,da somministrare a cicli, in presenza deisintomi e dai cromoni (disodiocromogli-cato) che svolgono un’azione preventiva.Va ricordata la dieta istamino povera,che comprende i cibi ricchi di istamina o

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capaci di indurne il rilascio (formaggi fer-mentati, fragole, pesche, cavoli, pomodo-ri, agrumi, salumi, pesci, vino, birra);questi alimenti vanno limitati nei casi incui siano presenti sintomi di intolleranza.Tale accorgimento rappresenta un valido

aiuto, insieme ai sintomatici e ad atten-zioni per non irritare la pelle, nelle fre-quenti patologie cutanee di incerta natu-ra con accentuazione dopo i pasti.

Dr.ssa Maria Teresa GallesioCortesia LARC

OblazioniSi ringraziano i soci che hanno voluto offrire al Gruppo la loro concreta solidarietà.

BIANCHINI Edmea, BORDON Pio, BORDON QUIRINI Matilde, CARRETTO Lorenza, CHIABOTTO Anna, CONTI Alfonso, CORDERO Sabine, DONATO Alessandro, FABBRI Lidia,FARINA Luciano, FEGIC Giovanni, FERRANDO Vittorio, GAMERRO Carla, GIANOGLIO Ida,GODONE Domenico, GRAMAGLIA Felice, IGUERA Loredana, LOPRESTI Giuseppe, LUCCO BORLERA ERBETTA Umberto, MANGIONE Nunzia, MARINONI Guido, MELON Ernesto, NACCA Antonio, PAGANELLA Silvia, PIOVANO TAUBER Lelia, RAVERA Pier Lorenzo, RIGON Giovanni, ROCCIA Anna Maria, ROLLO Elena, SARACCO Clara, VALENTINI Liliana, oltre ai soci che hanno voluto mantenere l’anonimato.

ABBONAMENTO

MUSEI TORINO PIEMONTE

Presso la Segreteria è in corso la vendita degli abbonamenti scontati con validità dal 1° dicembre 2009 al 31 dicembre 2010

(€ 40 anziché 45 e, per gli ultra 65enni, € 25 anziché 28).

Come per l’anno scorso, il Consiglio direttivo ha stabilito di concedere ai soci un ulteriore contributo di € 5.

Si rammenta che l’abbonamento permette di visitare oltre 150 musei, residenze reali, castelli, giardini e fortezze garantendo l’accesso libero

e illimitato alle collezioni permanenti e alle mostre temporanee. Consente inoltre di ottenere riduzioni nei circuiti teatrali e musicali della città ed a tutti gli abbonati verrà recapitata a domicilio la rivista quadrimestrale

di informazione “Lettera dei Musei”.

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Viaggi e GiteViaggi

25-26-27 marzo

“Arte, colori e sapori della Marca Trevigiana”Castelfranco Veneto per la mostra dedicata a Giorgione - Treviso - Villa Barbaro aMaser - Villa Sandi sulla strada del prosecco.Il programma è disponibile in Segreteria.

Primi giorni di giugno: Vienna - Bratislava

Sei giorni in pullman. Il programma sarà a disposizione in Segreteria e sul sito del-l’Associazione dalla seconda metà del mese di gennaio.

Prima metà di ottobre: Andalusia

6 o 7 giorni in aereo con programma da definirsi.

Gite di un giorno

Considerato l’esiguo numero di partecipanti alle gite giornaliere degli ultimi anninonostante il cospicuo contributo dell’Associazione per contenere il costo a carico deisoci, per il 2010 è stato deciso di proporre solamente:

Sabato 29 maggio

Assemblea annuale che si terrà in una sala del Palazzo Comunale di Castelnuovo Belbo.

Seconda metà di ottobre Pavia e la Certosa

A quanto sopra si aggiungeranno diverse altre mete selezionate dalla programma-zione di “Gran Tour”, che prevede un’ampia serie di località del Piemonte di partico-lare interesse con l’assistenza di guida e possibilità di fruizione del pasto a costi deci-samente contenuti.Maggiori informazioni a disposizione in Segreteria a partire dal mese di marzo.

Tempo libero

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CONVENZIONI� ALBERGHI

VILLA MARTINI HOTEL **** Via Diego Martelli, 3/A - Castiglioncello (LI) tel. 0586/75.21.40

�����

ALBERGO TORINETTO Via Calchesio, 7 - 12020 Sampeyre - tel. 0175/97.74.59�����

HOTEL RIVÈ **** Località Campo Smith - 10052 Bardonecchia - tel. 0122/90.92.33

� AGENZIE DI VIAGGIO

IL SOLLEONE EASY NITE S.r.l. - Via Sacchi, 22 - tel. 011/54.39.53Sconto dal 5% all’11% sui cataloghi dei principali Tour Operator.

� LABORATORIO ANALISI

POLIAMBULATORIO LARC (convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale) C.so Venezia, 10 - tel. 011/24.84.067 C.so Sempione, 148/C - tel. 011/24.22.106

� STUDI DENTISTICI

LUCIANI dr.ssa Marina - C.so Tassoni, 79/4 - tel. 011/75.67.24�����

VACUPAN Italia - Via Galvani, 18 - tel. 011/ 47.38.111�����

OSENGA Dr. Giuseppe - P.zza Campanella, 13 - tel. 011/ 71.00.15�����

STUDIO MEDICO ODONTOIATRICO - C.so Giulio Cesare, 99 - tel. 011/ 85.81.81�����

GRANONE dr.ssa Antonella - Via Basse di Dora, 37 - tel. 011/72.68.66

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� PRODOTTI FARMACEUTICI

FARMACIA EUROPEA - Via Mazzini, 31 - tel. 011/81.26.935Sconto dal 10% al 15% su prodotti da banco, cosmetici, igiene personale,

elettromedicali, dietetici, fitoterapia.Sconto del 20% su prodotti in offerta.

� ORTOPEDIA

ORTOFARMA ISABELLA - Via Sacchi, 28E - tel. 011/56.04.128Sconto del 5% su plantari, scarpe, busti e corsetti su misura

anche per articoli a prezzo imposto.

� LIBRERIE

TORRE DI ABELE - Via Pietro Micca, 22 - tel. 011/53.77.77Sconto del 10% su libri, videocassette e giochi educativi in legno

�����

FONTANA - Via Monte di Pietà, 19/C - tel. 011/54.29.24Sconto del 10% per i testi scolastici ed i CD rom scolasticiSconto del 15% per i dizionari in latino, greco, italiano, inglese e francese;Sconto del 12% per altri libri.

� SOLIDARIETÀ

C.I.L.T.E (Cooperativa sociale di solidarietà)Servizio di telesoccorso per la sicurezza degli anziani che vivono da soli.

� STUDI CONSULENZA FISCALE

E.D.P. SERVICE S.a.s. - C.so Galileo Ferraris, 7 - tel. 011/56.23.112�����

STUDIO MASSUCCO (Dott. Luca Daffonchio) - Corso Svizzera, 30 tel. 011/4345590

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Un caloroso e affettuoso augurioper un lieto Natale

e un felice Anno Nuovoda parte del Consiglio Direttivo

Un caloroso e affettuoso augurioper un lieto Natale

e un felice Anno Nuovoda parte del Consiglio Direttivo

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