ANNO IX - Numero 4 Dicembre 2006 IL BRACCO ITALIANO · Tale riconoscimento ha portato non solo...

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il Bracco italiano • Dicembre 2006 - n. 4 ANNO IX - Numero 4 Dicembre 2006 Periodico tecnico di cultura cinofila della Società Amatori Bracco Italiano Pubblicazione riservata ai soci della S.A.B.I., Direttore Responsabile: Dr Giuseppe Colombo Manfroni Editore S.A.B.I. - Via Dosso, 7 - 26856 Mirabello di Senna Lodigiana (Lodi) - Autorizzazione del Tribunale di Voghera n. 135/98 Spedizione in abbonamento postale - 70% - Pavia Stampa: Tipografia Zaffaroni snc - Via Al Corbè, 21 - Mozzate (CO) RIFLESSIONI In vista delle Elezioni pri- maverili per il rinnovo del Consiglio ENCI voglio prendere in considerazione la situazione della Cinofilia Italiana. L’ ENCI è stato riconosciu- to dal Consiglio di Stato “ENTE AUTONOMO PRI- VATO” sul quale il Ministe- ro delle Politiche Agricole e Forestali detiene solamente il controllo dei libri genea- logici dei cani di razza. Tale riconoscimento ha portato non solo chiarezza, ma ha pure ridato ai Soci la piena gestione dell’ Ente, che i trascorsi commissariamenti avevano limitato. Mi auguro cha il Consiglio ENCI approvi definitivamente il Regolamento delle Prove di Lavoro dei cani da ferma, non solo riguardo l’ armonizzazione tra le diverse razze continen- tali ed inglesi, ma che vengano unificati i differenti e spesso contrastanti regolamenti interni e internazionali. Come rappresentante dei Bracchi, spero che il futuro Consi- glio dia un aiuto effettivo alle Razze Italiane. La SABI, ad un anno dal rinnovo del Consiglio Direttivo, può vantare il conseguimento di buoni successi della razza sia nel- le Esposizioni che nelle Prove di Lavoro, spesso confortate da relazioni favorevoli degli esperti Giudici che continuano a sottolineare il suo buono stato di salute. Cito soltanto, con grande soddisfazione, il secondo posto ot- tenuto dai Bracchi Italiani nella Coppa Italia a Pego- gnaga il 4 e 5 novembre dietro gli Epagneul Breton, che contano un numero di cani dieci volte superiore ai Bracchi. Nell’ ultima Esposizione Mondiale di Potsdam, in Polonia, il 12 novembre scorso, AXEL di Monte Alago, prop. Tripoli Salva- tore e Bitte Ahrens è salito sul podio più alto, come già fece Giacherebbe dell’ An- gelo del Summano a Mila- no nel 2000. Ecco quanto è stato fatto fino ad oggi dal Consiglio S.A.B.I. seguendo le linee programmatiche 2006-2008 con la collabo- razione dei Delegati e del Comitato Tecnico: 1) Convegno tematico sull’ evoluzione della Razza a Caldès, dove è stato evidenziato come l’ allevamento del Bracco sia imperniato sul concetto di “Bello e Bravo”. 2) Controllo di peso e misure per arrivare ad un’ indagine co- noscitiva sullo stato morfologico della razza. 3) Contatti con l’Estero affinchè al di fuori dei nostri confini il Bracco sia indirizzato soprattutto verso l’ attività venatoria e l’allevamento sia sempre più aderente allo standard senza cercare inutili eccessi. 4) Incremento della base sociale di circa cento unità. Nel salutare tutti i Soci e nell’augurare BUONE FESTE a loro e alle loro famiglie voglio ricordare che il Consiglio è sempre disponibile ad accogliere suggerimenti, discutere critiche, fornire chiarimenti, nel ruolo positivo di stimolo, di proposte, di indi- cazioni nella comune passione per la razza e nell’ auspicabile superamento delle piccole incomprensioni personali. Giovanni Barbieri IL BRACCO ITALIANO Alex del Monte Alago BIS al Campionato del Mondo

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ANNO IX - Numero 4Dicembre 2006

Periodico tecnico di cultura cinofila della Società Amatori Bracco ItalianoPubblicazione riservata ai soci della S.A.B.I., Direttore Responsabile: Dr Giuseppe Colombo Manfroni

Editore S.A.B.I. - Via Dosso, 7 - 26856 Mirabello di Senna Lodigiana (Lodi) - Autorizzazione del Tribunale di Voghera n. 135/98Spedizione in abbonamento postale - 70% - Pavia

Stampa: Tipografia Zaffaroni snc - Via Al Corbè, 21 - Mozzate (CO)

RIFLESSIONIIn vista delle Elezioni pri-maverili per il rinnovo del Consiglio ENCI voglio prendere in considerazione la situazione della Cinofilia Italiana.L’ ENCI è stato riconosciu-to dal Consiglio di Stato “ENTE AUTONOMO PRI-VATO” sul quale il Ministe-ro delle Politiche Agricole e Forestali detiene solamente il controllo dei libri genea-logici dei cani di razza.Tale riconoscimento ha portato non solo chiarezza, ma ha pure ridato ai Soci la piena gestione dell’ Ente, che i trascorsi commissariamenti avevano limitato.Mi auguro cha il Consiglio ENCI approvi definitivamente il Regolamento delle Prove di Lavoro dei cani da ferma, non solo riguardo l’ armonizzazione tra le diverse razze continen-tali ed inglesi, ma che vengano unificati i differenti e spesso contrastanti regolamenti interni e internazionali.Come rappresentante dei Bracchi, spero che il futuro Consi-glio dia un aiuto effettivo alle Razze Italiane.La SABI, ad un anno dal rinnovo del Consiglio Direttivo, può vantare il conseguimento di buoni successi della razza sia nel-le Esposizioni che nelle Prove di Lavoro, spesso confortate da relazioni favorevoli degli esperti Giudici che continuano a sottolineare il suo buono stato di salute.Cito soltanto, con grande soddisfazione, il secondo posto ot-

tenuto dai Bracchi Italiani nella Coppa Italia a Pego-gnaga il 4 e 5 novembre dietro gli Epagneul Breton, che contano un numero di cani dieci volte superiore ai Bracchi.Nell’ ultima Esposizione Mondiale di Potsdam, in Polonia, il 12 novembre scorso, AXEL di Monte Alago, prop. Tripoli Salva-tore e Bitte Ahrens è salito sul podio più alto, come già fece Giacherebbe dell’ An-gelo del Summano a Mila-no nel 2000.

Ecco quanto è stato fatto fino ad oggi dal Consiglio S.A.B.I. seguendo le linee programmatiche 2006-2008 con la collabo-razione dei Delegati e del Comitato Tecnico:

1) Convegno tematico sull’ evoluzione della Razza a Caldès, dove è stato evidenziato come l’ allevamento del Bracco sia imperniato sul concetto di “Bello e Bravo”.2) Controllo di peso e misure per arrivare ad un’ indagine co-noscitiva sullo stato morfologico della razza.3) Contatti con l’Estero affinchè al di fuori dei nostri confini il Bracco sia indirizzato soprattutto verso l’ attività venatoria e l’allevamento sia sempre più aderente allo standard senza cercare inutili eccessi.4) Incremento della base sociale di circa cento unità.

Nel salutare tutti i Soci e nell’augurare BUONE FESTE a loro e alle loro famiglie voglio ricordare che il Consiglio è sempre disponibile ad accogliere suggerimenti, discutere critiche, fornire chiarimenti, nel ruolo positivo di stimolo, di proposte, di indi-cazioni nella comune passione per la razza e nell’ auspicabile superamento delle piccole incomprensioni personali.

Giovanni Barbieri

IL BRACCO ITALIANO

Alex del Monte Alago BIS al Campionato del Mondo

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I FURBETTIDELLA CINOFILIA

Così abbiamo scoperto che anche la ci-nofilia, come il mondo della finanza, ha i suoi “furbetti”!Cinofili di primo piano a livello nazionale che, con un colpo di mano, hanno cercato di sconvolgere regolamenti condivisi per tornaconto, nella migliore delle ipotesi, dei propri Clubs.Veniamo ai fatti perchè solo dalla loro conoscenza i soci del-la SABI potranno essere in grado di esprimere un giudizio compiuto.Le commissioni tecniche per le razze da ferma, continentali ed inglesi, a maggio avevano concordato un regolamento per le prove di lavoro che riordinava il vecchio testo del 1995 integrandolo con le circolari che si erano succedute nel corso degli anni, mettendo inoltre un punto definitivo sulle verifi-che in coppia per i continentali.Argomento ormai vetusto per i soci della SABI che ne hanno discusso nell’assemblea annuale di Lodi ed hanno potuto leg-gere sul nostro giornale vari articoli.Quindi non dirò nulla di nuovo se non ricordare che in pre-senza di varie tesi si era trovata la mediazione: al momento dell’entrata in vigore del regolamento, le Società Specializ-zate, ciascuna per la propria razza, per il raggiungimento dei titoli per il Campionato Italiano di Lavoro, avrebbero avuto la possibilità di scegliere il MB in coppia, tra le classiche a quaglie o le prove su selvaggina in zone DOC e con giuria designata dall’ENCI.Per rendere più chiara la vicenda ricordo che le società spe-cializzate di breton, spinoni e drahatar si erano espresse per le prove su selvaggina, mentre bracchi italiani, kothals e kur-zahar avevano optato per le classiche a quaglie.Soddisfazione generale per l’accordo raggiunto ed in coda alla riunione incarico a Lozza, presidente del CISP, e a Del-la Torre giudice inglesista di “resettare” il testo ed avanzare una proposta per l’eventuale nuovo obbligo di una qualifica su starne, l’introduzione di una prova giovani a selvaggina e quella di una prova atipica per valutare le doti di cani in mano a cacciatori utilizzabili però come riproduttori.Il 1° agosto convocazione congiunta delle due commissioni per l’approvazione del testo definitivo; qualche assenza visto il periodo per ferie già programmate, come quella del sotto-scritto, però dalle informazioni circolate nessun problema di rilievo: finalmente il testo poteva essere approvato dal Con-siglio Direttivo.I primi di ottobre gli uffici dell’ENCI inviavano a tutti i mem-bri il verbale dell’ultima riunione a 48 ore di distanza dall’ap-provazione del Consiglio.Leggo il documento più per curiosità che perchè insospettito ed invece che cosa mi trovo davanti?Le prove a selvaggina in coppia organizzate soltanto dalle Società Specializzate e non più in zone DOC con giurie de-signate dall’ENCI, riduzione della durata dei turni di tutte le

prove a 10 minuti, eliminazione del bre-vetto di riporto per i continentali, resta

invece per gli inglesi, eliminazione della possibilità che uno degli eccellenti necessari per raggiungere il campionato pos-sa essere acquisito in classiche a quaglie, introduzione di vari campionati specialistici: a beccacce, a starne ecc..... Sono rimasto allibito. Tutto stravolto, un accordo vincolante gettato alle ortiche, un colpo di mano in piena regola.Mi attacco al telefono e cadono tutti dalle nuvole, nessuno ricorda di aver approvato modifiche così radicali, anche nel Comitato dei Presidenti delle Società Specializzate dei con-tinentali il nuovo testo non è stato nè letto nè consegnato ai presenti, ma solo illustrato, delle modifiche si è discusso ma non dei turni in coppia, per i quali è stata data assicurazione che niente era stato modificato rispetto al testo approvato a maggio.Rileggo tutto, forse mi sono fatto prendere la mano.Eh no!!!L’intento dei cambiamenti è chiarissimo i club che scelgo-no la prova in coppia su selvaggina potranno farlo in zone con selvatici di recente immissione e con giurie non scelte dall’ENCI, quindi si è tolto all’Ente il diritto /dovere di con-trollo: ognuno all’interno della propria razza potrà fare quello che più gli torna utile, e la trasparenza? e la correttezza? Tutto dimenticato! L’importante è fare campioni senza che nessuno possa disturbare i manovratori.L’ENCI vuole rivalutare le classiche a quaglie per i conti-nentali, bene! Noi che facciamo? Togliamo ai continentali la possibilità che uno degli Ecc necessari per il campionato si possa acquisire in classiche, così sai chi partecipa più?Qualche razza continentale ha, presumibilmente problemi di riporto e allora eliminiamo la qualifica del riporto , ai conti-nentali, capite? non agli inglesi.Ma forse è un refuso! Anzi è certamente un refuso, la colpa è solo degli uffici dell’ENCI!! Ma come, Lozza e Della Torre non dovevano ricontrollare il testo?, si! Ma l’ultima stesura non è stata riletta.............Devo continuare?Riesco a 24 ore dall’approvazione da parte del Consiglio Di-rettivo a contattare Presidente e V. Presidente dell’ENCI, sono esterrefatti ed increduli; il giorno dopo il testo viene bloccato e l’approvazione rinviata per un esame più approfondito.Dovrei cantare vittoria invece sono amareggiato e deluso.Qualcuno però va in giro a contattare dirigenti e soci della SABI dicendo che sono un guerrafondaio, che con me non si può discutere , che ho atteggiamenti preconcetti e che mino l’unitarietà delle razze continentali, soprattutto di quelle ita-liane.Voi che ne dite?

GIOVANNI BARBIERI

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ADDESTRIAMOIL BRACCO

Prima dell’addestramento vero e proprio, la cosa più importante sarà quella di familiarizzare il massimo col cucciolo, cercando dì rafforzare il suo rapporto con il conduttore, l’ottenimento di una perfetta rispondenza sarà poi premessa indispensabile per le successive fasi dell’addestramento del cane. All’inizio sarà opportuno che la preparazione sia fatta sempre dalla stessa persona evitando anche la presenza di amici e curiosi che non sap-piano starsene in disparte e zitti. Vi dedicherete a passeggiate in campagna o nei boschi lasciando che il cane sfoghi la sua esuberanza cercando di non stancarlo e sviluppando la sua tendenza a venire a cercarvi, che sarà poi la base del collegamento naturale. Fra i sei mesi e l’anno d’età , lo porterete su1la selvaggina, se possibile buona, altrimenti anche messa, ma evitando assolutamente che il cane possa abboccarla. Ne osserverete le attitudini e soprattutto vedrete se si appassiona alla selvaggina e se andrà a cercarla in modo autonomo. In questa fase qual-che abbattimento di animali, fermati o meno, con successivo abboccamento, sarà molto utile perchè svilupperà nel cane l’istinto venatorio. Se il vostro allievo avrà messo in luce le necessarie qualità naturali, soprat-tutto la passione e di essere dotato di buone caratteristiche fisico-atletiche ed avrà dimostrato di fermare sicuramente e naturalmente, potrete cominciare a portarlo a caccia. La prima stagione sarà volta a sviluppare le naturali ten-denze ed a fargli capire come è fatto un terreno di caccia. Anche in questa fase evitate le comitive, le sparatorie e la presenza di altri cani, che servi-ranno solo a distrarre il vostro ausiliare non permettendogli di comportarsi naturalmente e soprattutto lo convinceranno che può prendersi delle licenze. Rammentate che i cani, come i bambini, imparano subito le cose negative. Durante la stagione venatoria potrete cominciare a mettergli qualche limite, a farlo ubbidire al richiamo, a farlo entrare negli sporchi su comando ed a cacciare con un po’ di ordine, facendo dei percorsi ragionevoli senza passare e ripassare negli stessi posti. Cercate di far muovere il cane più seguen-do i vostri movimenti che chiamandolo ripetutamente, i richiami dovranno essere sempre motivati e compresi dall’allievo, per esempio se c’è calura andate dove c’è una pozza d’acqua e chiamate il cane, oppure chiamatelo e poi cambiate strada in modo che lui comprenda il motivo del richiamo e se non avete altro, al suo accorrere dategli un piccolo premio. Ci vorrà tempo ma alla fine il cane verrà presso di voi piacevolmente e non per paura, come succederebbe se utilizzaste il famigerato collare elettrico (che è bene sia usato solo da chi abbia la assoluta certezza di saperlo fare senza dar luogo a reazioni negative).Sarà opportuno evitare che il vostro bracco dettagli troppo col muso in terra, soprattutto perchè se inizierà a pistare le lepri (o gli ungulati) perderà molto tempo sulle pasture delle orecchione senza alcun costrutto e poi si abituerà ad andare a naso in terra con inevitabili sfrulli, senza arrivare all’ estremo, come nei cani da prove, dove ogni pistaggio comporta fischi infuriati da parte del dresseur, sarà sufficiente interrompere l’azione distraendo il cane

di LUCIO MARZANO con un richiamo secco o allontanandovi celermen-te in modo che smetta di tenere il naso in terra e venga da voi.

A caccia qualche volta il naso in terra permette di risolvere delle situazioni difficili, anche se saranno raramente coronate dalla ferma, ma spesso porte-ranno all’ abbattimento de selvatico, che per un cacciatore rimane sempre lo scopo precipuo della caccia.Riguardo ad un ordinato percorso, ad uso venatorio, sarà sufficiente spo-starvi celermente quando il cane comincia a ripassare su terreni già esplo-rati, così come invece dovrete fermarvi quando vorrete che il vostro allievo esplori meglio un posto che ha trascurato con i cerca troppo ampia o troppo volta in profondità. Certo un dresseur professionista sorriderà leggendo queste mie note, loro i cani non hanno tempo di prepararli in questo modo e devono ricorrere a mo-dalità più “forti” ed ecco che allora, quando si vuole avviare un soggetto alla carriera agonistica, sarà opportuno verificarne , oltre alle doti naturali, anche l’equilibrio psicologico e, se si constaterà che è troppo sensibile, sarà il caso di rinunciare per non andare incontro a delusioni o peggio a dispiaceri.Ma noi parliamo di preparazioni fatte da dilettanti che hanno uno o due soggetti al massimo da preparare e possono dedicare loro parecchio tempo e che non devono necessariamente mirare ai cartellini.L’uso della braga potrà essere molto utile per rafforzare i muscoli che svilup-pano il trotto e per abituare il cane a questa andatura. Certo bisogna utilizzar-la in terreni puliti, dove non inpacci il cane e per turni non eccessivamente lunghi ma frequenti, perché il cane deve abituarsi a trottare anche quando è ancora in piena forza, allora il trotto sarà più appariscente perché più energi-co. Da’altra parte la caratteristica peculiare delle razza è proprio l’andatura di trotto ed oggi si vedono, purtroppo, molti Bracchi, anche figli di campioni di lavoro, che non trottano mai, nè quando sono freschi nè quando sono stanchi e che per trottare necessitano di questo “aiuto” applicato in conti-nuazione, ma qui il discorso è diverso e non è il caso di addentrarci in una discussione che ci porterebbe lontano dall’argomento trattato.Se vorrete partecipare a delle prove a quaglie, classiche o attitudinali o sem-plici manifestazioni da quagJiodromo dovrete insegnare al cane a fare le “famigerate” diagonali rettilinee e se non vorrete ricorrere all’ elettricità, dovrete cominciare a mettere le quaglie sui bordi in modo tale che il cane si abitui ad andare a cercarle, da voi aiutato, ai lati del terreno, alternando l’esplorazione a destra ed a sinistra del prato. Solleciterete con forza il cane a non distrarsi sui molteplici odori che troverà sul terreno e dovrete anche voi all’inizio fare dei percorsi da prova andando a destra e sinistra, richiaman-dovi ogni volta il vostro allievo. Munitevi di tanta pazienza percbè è solo perseverando che si otterranno dei risultati.Ma ricordate che questo esercizio non è adatto a tutti i cani, anche se eccel-lenti cacciatori o sperimentati garisti. Solo soggetti che si mettano in moto con solerzia ed ad andatura celere e classica, che non si lascino distrarre

dagli odori vari che trovano sul terreno e che siano dotati i ferma sicura sulle quaglie libe-rate, potranno cimentarsi, in questo esercizio con la ragionevole speranza di avere qualche successo. Ma potrebbe farvi piacere andare sul terreno col vostro cane e presentarlo in modo soddi-sfacente, specie se disporrete di un soggetto brillante e dinamico: fare della cinofilia può essere una cosa estremamente appagante a caccia chiusa. L’addestramento con quaglie liberate forse non è il massimo in funzione venatoria, ma la rispondenza che avrete ottenuto dal vostro ausiliare vi permetterà poi di metterlo sul ter-reno di caccia con un collegamento che gli altri vi invidieranno e se il cane ha i necessari “numeri” non tarderà ad adattare la cerca alle esigenze della caccia.

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L’OSCAR DELLA CINOFILIA

L’annuale appuntamento di fine agosto organizzato dall’Arcicaccia a Colle Val d’Elsa in provicia di Siena quest’anno è stato particolarmente importante per noi braccofili.Marco Ciarafoni dirigente dell’Asso-ciazione venatoria ha voluto ricordare Franco Logi, nostro socio e dirigente dell’Arcicaccia, recentemente scompar-so, mettendo in piedi una manifestazio-ne ricchissima di eventi all’insegna dei continentali italiani.Nutrito il programma del pomeriggio di venerdì 25 agosto: ricordo di F. Logi,

di GIOVANI BARBIERI assegnazione dell’Oscar della Cinofilia, conferenza su “ La caccia e le razze ita-liane da ferma nel terzo millennio”.Noi da parte nostra abbiamo contribuito, come del resto il CISP, concedendo una speciale di cui potrete leggere il reso-conto in altre pagine del giornale.La sala dell’Hotel La Vecchia Cartiera era strapiena, dai familiari del defunto agli amministratori locali, dai dirigenti dell’ARCI al vice presidente dell’ENCI, dagli amici della SABI di Siena ai giudi-ci e ai concorrenti. La figura di Logi è stata ricordata con commozione dai suoi collaboratori e dal Presidente Grecchi anche perchè la ma-

nifestazione di Colle Val d’ Elsa, riser-vata a tutte le razze da caccia, era stata una sua idea.Poi l’assegnazione dell’Oscar della Ci-nofilia, premio speciale riservato alle razze da ferma italiane. Ero a conoscenza delle nomination: Gritti, Fusi e Colombo Manfroni, ma sentire che il premiato era il nostro Di-rettore mi ha fatto un certo effetto anche per l’antica amicizia che mi lega a lui e devo dire che per la prima volta ho visto Giuseppe emozionato. La Giuria, composta da Ciarafoni, pre-sidente del Consiglio Nazionale dell’Ar-cicaccia , da Grecchi presidente della SABI e da Lozza presidente del CISP lo ha scelto per l’impegno continuo nella diffusione delle razze da ferma italiane, per la sua prestigiosa carriera di giudi-ce ENCI, per la sua intensa attività di giornalista cinofilo e per il suo essere un riferimento costante per le due Società specializzate. Grecchi e Lozza hanno concluso tracciando un breve profilo dell’allievo prediletto di Paolo Ciceri.

Lo stesso Colombo Manfroni ha poi preso la parola per relazionare sul tema del conferenza, sostenendo che le razze italiane hanno ben interpretato l’evolu-zione della caccia dimostrandosi capaci di adattarsi ai cambiamenti, tanto da es-sere in grado ormai, forse più i bracchi degli spinoni, di competere non solo con le altre razze continentali , ma anche con quelle inglesi. E’ sempre più importante, ha continuato Colombo Manfroni, che ci sia una convergenza di intenti tra la “cinofilia da vetrina” e quella legata al mondo venatorio, affinché i cacciatori e cinofili sappiano coniugare stile e rendi-mento, consapevoli che i due valori non possano essere disgiunti. Ha infine con-cluso rivolgendo un appello all’ENCI affinché l’Ente dia seguito alle modifi-che degli standard, soprattutto a quelli di lavoro, proposti dalle due società specia-lizzate proprio in virtù dell’adattamento dei bracchi e degli spinoni all’evoluzio-ne della caccia.

La premiazione

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UN’ESPLOSIONE DI BRACCHI

In altre pagine del giornale avrete letto del-l’Oscar della cinofilia e della spe-ciale bracchi italiani nell’ambito delle manifestazioni organizzate dall’Arcicaccia a fine agosto in To-scana.Quella di Colle Val d’Elsa è stata veramente una giornata memorabi-le! Avevamo autorizzato la prova dubbiosi del suo buon esito perchè si inseriva in un circuito di speciali già ricchissimo ed a fine stagione. La passione dei braccofili ci ha smentito e ne siamo particolarmen-te felici, i numeri parlano da soli: tre batterie di bracchi per un totale di 36 cani!Terreni eccezionali, per tipologia e per densità di selvaggina, che già avevamo potuto testare il vener-dì, quando, in una prova libera, in terreni incolti e difficili avevamo visto volare decine e decine di fagiani, basti pensare che la mia Kea, fresca di Campionato, in uno degli ultimi turni, su un terreno in parte battuto e sul quale tutti avevano incontrato, ha fatto quattro punti su quattro diverse covate!Il sabato mattina sorteggi e, grazie ad una organizzazione di primo ordine, partenza immediata per essere sottoposti ai giudizi di Cre-monesi, Di Pinto e Colombo Manfroni. Mi tocca in sorte Mario Di Pinto coadiuvato per l’occasione dal nostro Presidente che una assurda norma ha, speriamo solo per il momento, allontanato dal giudicare. Si corre in una ZRC che non conosco sotto l’Ospedale di Siena , praticamente dentro la città, ho il terzo turno e nel dirigermi verso la giuria mi volano sopra la testa fagiani a non finire, mentre dagli alberi intorno partono colombacci non ancora alzatisi in volo dopo il riposo notturno, non decine, ma centinaia e centinaia di “palombe”, penso ad Ugo Pucciatti che mi precede nel turno, grande appassionato di questo tipo di caccia, guidirà concentrato i suoi bracchi o si farà distrarre dal fruscio di tutti quegli stormi?Affianco Grecchi che mi soffia “terreno minato, l’è dura Giovan-ni, l’è dura”, Mario prima di sganciare mi raccomanda di entrare nel gerbido solo se vedo il cane in ferma perchè volano fagiani dappertutto, sgancio Kea contando sul suo grande equilibrio, due lacets , rallenta e a testa alta va in ferma, corro a servire la cagna e comincia una delle sue guidate al cardiopalmo, sempre tesa, alla sua destra vola un fagianello e si viene a rimettere a poca distanza dal cane, è fatta sono fuori! invece Kea continua a guidare, si bloc-ca e vola un maschio perfettamente indicato.Risgancio e di nuovo una ferma con la solita guidata fino al li-mite di un impenetrabile costone cespugliato, impossibile vedere la risoluzione, lego, rilancio di nuovo e la bracca chiude il turno riducendo un po’ l’azione per paura di sbagliare. Torno in mac-china e poi a vedere l’ultimo turno della Luna di Bencich, fre-sca di un cartellino la settimana precedente, terreno difficilissimo

dove è anche improbo seguire l’azione del cane da parte del conduttore, partenza grintosa e determinata, l’ora è calda e i fagiani cominciano a stare al fresco, la cagna non cede anzi sembra aumentare l’impegno per arrivare all’incontro e proprio sul finire due passi ed è immobile in bellissima espressione, corretta . Di Pinto si gira verso noi spettato-ri e in napoletano “ Guagliò, io gli do un cartellino grande accussì!” come dargli torto? Anche Pucciatti ha Velo in classifica , ma il turno non sono riuscito a vederlo, bene! due umbri ai primi tre posti, ci sia-mo fatti valere. Torniamo al luogo del raduno e le notizie che mi giungono sono inco-raggianti, Cremonesi ha un cane in classifica, Colombo Manfroni tre

come noi. Relazioni: incredibile! tre batterie tre CAC, Cremonesi con Sauro del Cigliolo condotto da Gabriella Pittaro, Giuseppe con Saturni-no di Cascina Croce di Tognolo e Di Pinto con la Luna di Becich, essendo in palio il CACIT ci sarà un barrage al cardiopalmo.Saliamo di nuovo in macchina, l’unico che rimane è Marco Ciara-foni , proprietario di Sauro che è troppo emozionato per assistere e ci dirigiamo verso una stoppia brulla e spoglia, bracchi e spinoni dimostrano che su questi terreni, dove qualsiasi cacciatore evite-rebbe di perdere tempo, non riescono a fingere: le esibizioni fini a se stesse non sono per i nostri cani, ma la classe non è acqua e Tognolo non dà scampo, sotto un temporale improvviso Saturnino si aggiudica il Cacit della speciale.Giornata da non dimenticare!Il giorno successivo di nuovo prove libere e ancora una volta i bracchi italiani sugli scudi, Ubaldo di Colpetrosa di Manganelli si aggiudica per somma dei punteggi la Coppa dei Campioni e Velo di Pucciatti il Trofeo Franco Logi . Ci sono io a rappresentare la SABI, perchè Grecchi è corso ad assistere all’altra speciale di Canossa e non vi nascondo che a sentire i complimenti alla razza fatti da tutti i presenti mi emoziono e non poco...Grazie magnifici Bracchi!!

di GIOVANI BARBIERI

CLASSIFICHE

I Batteria giudice Cremonesi1° Ecc CAC Sauro del Cigliolo cond PittaroII Batteria giudice Colombo Manfroni1° Ecc CAC CACIT Saturnino di Cascina Croce cond Tognolo2° Ecc Tema di Cascina Croce cond Tognolo3° Ecc Plutone dei Bricchi cond TognoloIII Batteria giudice Di Pinto 1° Ecc CAC Luna cond Bencich2° Ecc Kea cond Barbieri3° Ecc Velo cond Pucciatti

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CANOSSA

La tradizionale speciale di Canos-sa si è svolta nell’omonima Azien-da Faunistica , gentilmente messaci a disposizione dai titolari della cui ospitalità non potevo nutrire alcun dubbio conoscendo personalmente i proprietari a cui vanno i ringrazia-menti di tutti i partecipanti oltre che miei personali.Presumo che paesaggisticamente l’Azienda sia fra le più belle, se non la più bella, tra quelle da me visio-nate in questi ultimi anni, con una esplosione di contrasti di colore da lasciare senza fiato. Selvaggina di al-tissimo livello veramente DOC. Nella mia batteria, la n. 3, tutti i cani hanno incontrato e come varietà pos-so citare rosse, starne, fagiani oltre naturalmente lepri e caprioli presenti in abbondanza. Proprio il discorso dell’abbondan-za caratterizza questa riserva, con voli di rosse di 10/ 12 esemplari, starne da un minimo di due a voli di 12/14 componenti, non parliamo di fagiani che probabilmente a seguito della pioggia della nottata precedente la prova si trovavano spesso e volentieri nell’erba medica in gruppi numerosi e pur essendo fine agosto già completi di piumaggio e molto molto cattivi quando incalzati dai cani.Il giudizio degli esperti, Balducci, Colombo Man-froni e Passini è stato veramente esemplare, rivolto alla tipicità venatoria in un’ottica, però, di stile di razza e di valutazione del movimento. Anche le relazioni del dopo gara sono state ampie ed esaurienti ed hanno incontrato l’approvazione di tutti i presenti, con piacere sono state commentate le prestazioni di molti soggetti anche se non sono andati in classifica.Non sono certamente giudice di prove, per cui non voglio dare o esprimere giudizi personali, ma co-munque quello che mi sembra non sia passato inos-servato è l’ottimo livello generale della qualità del bracco italiano, almeno per quanto riguarda la mia batteria. Trotti tipicissimi sono stati mostrati da tutti i parte-cipanti , con atteggiamenti caratteristici nel reperi-mento dell’emanazione, oserei dire un lotto di con-correnti di elevato livello.

di MAURO NERVIANI

La giuria

CLASSIFICHE

I batteria giudici BalducciNessun classificato

II batteria giudice Colombo Manfroni 1° Ecc CAC Argo cond Tognolo2° Ecc R CAC Tema di Cascina Croce cond Tognolo3° Ecc 2° R CAC Zico cond Tognolo Ecc Aidy d’Aleria cond Tognolo Mb Plutone dei Bricchi cond Tognolo Mb Diana di Montericco cond Tori

III batteria giudice PassiniCQN Dante di Villa Carla cond Cortesi

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ARLUNO

Sabato 21 e domenica 22 ottobre si sono svolte nei ben noti terreni della bandita di Arluno in provincia di Milano le prove di caccia su selvag-gina naturale per continentali. Nella giornata di domenica in particolare era a calendario la prova speciale per bracchi ita-liani. I terreni, espressione della classica campagna lombarda autunnale, si sono rivelati validi come sempre; i fagiani, di buona qualità, erano presenti in buon numero.La mattina di sabato ha preso il via una batteria di bracchi italiani esaminati dall’esperto giudice Dr. Bolla. I risultati non sono stati particolarmente brillanti, infatti va annoverato solo un C.Q.N. assegnato ad Adelchi condotto da Tullio Bottani e di proprietà di Mauro Nerviani. Con molto piacere si vuole comunque rendere partecipi i lettori del fatto che il giudice, oltre che lodare i bracchi esaminati ha stigmatizzato il fatto di aver notato tra i braccofili la nutrita presenza di appassionati conduttori di giovane età. Trovo questo un fenomeno molto importante in un ambiente, quello della cinofilia, cosi legato al mondo della caccia e perciò tendenzialmente composto da persone non più giovanissime. Sicuramente questo è un impor-tante punto a favore per il futuro del bracco italiano.Tutt’altra musica si è udita la domenica nel corso della prova speciale. Due batterie di bracchi italiani al vaglio dei giudici Dr. Grecchi e sig. Banda. In entrambe le batterie è stato as-

segnato il 1° eccellente CAC. Il giudice Banda ha assegnato la certificazione a

Xeres delle Terre Alliane di Brugnone, tipico rappresentante di una pregiata dinastia di cani di valore che dura nel tem-po. Nella seconda batteria giudicata dal presidente Grecchi, Alboino condotto da Bottani, ormai molto più di una grande promessa, ha bissato il risultato fermando in bello stile in una scenario ideale un volo di starne “cattive” dopo averle guidate a buon vento in perfetta tipicità di razza.

I Risultati della prova speciale:1° Batteria Giudice Dr. Grecchi:1° Ecc. CAC Alboino proprietario Marzano conduttore Bot-tani,2° Ecc. Malvasia di Villa Carla proprietario Nerviani condut-tore Bottani,3° Ecc. Sultan di Villa Carla proprietario Nerviani conduttore Falappi.

2° Batteria Giudice Banda:1° Ecc. CAC Xeres delle Terre Alliane proprietario e condut-tore Brugnone

di CLAUDIO CORTESI

Anche quest’anno si è svolto in quel di Guiglia un appuntamento cinofilo di tut-to rispetto, il notevole lavoro di organizzazione della prova da parte del nostro socio Polacci e del suo staff ha dato i suoi frutti vedendo un’ottima presenza di continentali il sabato, più di cento, ed un più che discreto numero di bracchi italiani per la Speciale della domenica che hanno animato le batterie al vaglio dei sigg. Giudici Colom-bo Manfroni, Evangelisti, Fumi e Mocellin. Alterne le fortune dei partecipanti in quanto gli incontri sono stati un po’ al di sotto del-le aspettative, specialmente in alcune batte-rie. Al termine della prova un unico cane in classifica ma con la massima qualifica: Luna di Bencich che con questo risultato ha ac-quisito i titoli per il Campionato Italiano di lavoro. Ho avuto la fortuna di poter seguire l’intera prestazione di questa femmina che ha dimostrato tutto il suo valore con una cerca adeguata al terreno ed alle condizioni della vegetazione. Giustamente richiamata per la mancanza di incontro nel turno Luna, ben condotta dal suo proprietario, ha dato il

meglio di se andando a fermare, dopo un turno prolungato svolto sotto un sole co-

cente, una brigata di starne. Complimenti al fortunato proprie-tario che con questo risultato si è anche aggiudicato il Trofeo Ciliegia d’Oro. Per finire un sentito grazie a Polacci ed alla Organizzazione tutta.

di FLAVIO FUSETTI

GUIGLIA

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INTERVISTE BRACCOFILE

ALLEVAMENTO DI CASCINA CROCEIl mio nome è Renato Gritti,dal 1968 titolare dell’affisso di Casci-na Croce, situato a Cornaredo alle porte di Milano,sono nato il 20/07/1942 a Vanzago (Mi),allevo circa 70 cuccioli all’anno,provengo da una famiglia che alleva bovini ed equini da generazioni che si perdono negli archivi della memoria comunale di Bergamo prima e Milano poi, quindi diciamo che l’allevamento per me è un fattore genetico dominante.

Quando è nata la tua passione per il Bracco Italiano?Nei primi anni del secolo scorso mio padre si accompagnava a caccia con i leggendari bracchi-pointer,l’importante allora era il carniere non tanto l’estetica dell’attività venatoria, ancora oggi manifesto “grande avidità sul selvatico” come direbbe qualche giudice.Dalla caccia e dall’ambiente che mi circondava ho assorbito , filtrato ed elaborato la successiva passione per i bracchi italiani, apprezzan-done le sfumature e la poesia ma badando sempre al concreto.

Quali sono gli obiettivi che ti prefiggi con il tuo allevamento?Spesso mi domando dove voglio andare,cosa cerco nei miei cani e in parte ho già risposto, ritengo che il lavoro per un cane da caccia sia fondamentale,la mia selezione si basa su tre fondamenti: passione

venatoria,salute e tipicità di razza, infattimolti dei miei bracchi sono campioni assoluti e campioni riproduttori,questi risultati sono il termometro che il mio lavoro va nella giusta direzione.

Quali doti cerchi principalmente nei riproduttori?La situazione della caccia e dell’ambiente oggi è molto difficile se non drammatica e non lo scopro certo io, per una passione come la nostra che si nutre di questi elementi anche dove far correre il cane è un problema…quindiper scegliere un riproduttore le prove di alto profilo, su selvaggina vera,in ambienti probanti sono importantissime, a costo di dovermi ripetere la dote irrinunciabile per un riproduttore è la passione ve-natoria! con le prove si possono testare addestrabilità, intelligenza e la capacità di fornire una performance di livello è il frutto di anni di preparazione atletica e psicologica.

Quali sono stati i cani che più degli altri hanno dato un’impronta al tuo Allevamento?Nel cuore di un vero allevatore ci sono tanti cani ma alcuni hanno un posto speciale, ricordo la mia Silva che ferma le starne a Porec, Aiace che apre a destra improvvisamente e blocca una coppia di starne in Polonia, passando per Cassiopea, Nefertiti, Rosalinda ognuno legato a un episodio, a un’azione indimenticabile e per questo li devo rin-graziare, perché se chiudo gli occhi li rivedo ancora e mi emoziono come se fossi ancora lì…

Cosa ne pensi di prove ed esposizioni come strumento di selezio-ne?Le prove e le esposizioni devono essere degli strumenti di lavoro che ti permettono di visionare il maggior numero di soggetti in palestre idonee,con giudici esperti di razza. Tutto questo deve avere come fine ultimo selezionare dei bracchi italiani per la caccia,stando bene atten-ti allo standard di razza per non creare due cani uno per le prove e uno

per le expo come è accaduto in altre razze.

Cosa chiedi alla SABI come allevatore?La società specializzata deve valorizzare il bracco italiano ed incentivare una diffusione consapevole cioè non tanto per fare cassetta ma per cacciatori che ne apprezzino tutti gli aspetti unici di questa meravigliosa razza.La SABI deve cercare di organizzare i raduni e le speciali in luoghi che consentano di mettere in risalto le doti del bracco: Ritengo importante la scelta dei giudici che siano dei veri conoscitori della razza, in una razza come la nostra che conta qualche centinaio di cuccioli l’ anno è più difficile allevare e ancor più arduo è riuscire a pesare in una cinofilia sempre più distante dalla caccia e a volte dai cani, quindi alla società specializzata il difficile compito di difendere le ragioni del bracco italiano senza personalismi ed egoismi ma con l’apporto di tutti i soci, perché la SABI siamo tutti noi .

Cominciamo con questo numero ad intervistare tutti i soci SABI titolari di Affisso con la speranza di offrire un utile strumento di conoscenza nel panorama degli alle-vatori attivi di Bracchi Italiani.In ogni numero pubblicheremo due interviste sempre con le stesse domande. Gli allevatori sono stati divisi in nord e centro-sud in base alla loro collocazione geogra-fica ed i nomi estratti a sorte uno per ciascun blocco. La Redazione

Renato Gritti al centro

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ALLEVAMENTO DELLA CROCCIA

Titolare: Laro Santo nato a Reggio Calabria il 26/06/1949Omologazione affisso: anno 1983

Cuccioli prodotti annualmente: 40/50 soggetti Località allevamento: Gallico (RC)

Santo Laro con Nuvola Rossa della Croccia a 17 mesi

Quando è nata la tua passione per il bracco italiano?Già a 13 anni ebbi l’immensa gioia di avere in regalo da papà, come premio per la mia licenza Media la “Piccola Enciclopedia della Caccia”, 1963 Novarco Editrice – Milano, di Vittorio Palamidessi soprattutto per cercare di calmare quel sacro fuoco, che già all’età di 5 anni si era inesorabilmente im-padronito del mio essere: l’affascinante voglia di voler scoprire tutti i segreti dell’Ars Venandi; premesso che nella mia famiglia sia da parte paterna che materna , nessun cacciatore era nel mio DNA.Il 4° volume dedicato ai cani da caccia fu scritto da un altissimo sa-cerdote della cinofilia italiana: Giulio Colombo. Una tale iniziazione fu fatale, aprendo la prima pagina inizia con”Bracco Nobile”: “Cane della ragione , da piuma e da pelo, ma a olfatto e con la ferma è razza nazionale, italica, adatta al nostro habitat, a tutto: dal monte, al piano, al palude, al bosco, al coltivo, conformatosi a esso indipendentemente dal selvatico: ausiliare da tutta caccia, col fucile.A 19 anni appena arrivò il tanto agognato porto di fucile, partii su-bito per Volta Mantovana, con tutti i miei risparmi, ero studente, che assommavano a lire 65000; appena dopo rientrai a casa con Ira delle Forre, consegnatami dall’indimenticabile Dr. Amaldi e da lì iniziò la mia struggente e fantastica storia braccofila. L’utilizzo da parte dei più grandi cinotecnici di tutti i tempi, dal Delor in avanti, mi fece optare per questa nobile razza nonostante le molte dicerie da parte di tanti, mi impegnai, curioso di scoprire il vero ed il falso.

Quali sono gli obbiettivi che ti prefiggi con il tuo allevamento?Allevare è una scienza, un’arte e un sacrificio continuo. E’ dedizione totale.Al momento di un accoppiamento è bene tenere presente che la mon-ta in atto non è fatta solo tra due soggetti, ma, se mi è consentito, è “Amore di gruppo”. Intendo dire con ciò che tutti gli ascendenti del maschio e della femmina vi partecipano.

Nel mio registro d’allevamento datato 1983 l’anno in cui mi fu con-cessa l’omologazione dell’affisso, all’inizio risalta una scritta, a mo di massima: “Occorre produrre cani addestrati per istinto ed ai quali non manchino che gli ultimi ritocchi”.A prescindere dalle caratteristiche che do per scontate e cioè l’avidi-tà, l’intelligenza, la mentalità venatoria e non ultima la ferma che in un cane da caccia deve essere assolutamente solida, il bracco quando ferma deve aspettare, non indurre il cacciatore a corse ansiose e fre-netiche.Dopo diversi anni di lavoro nell’intento di fissare alcune caratteri-stiche morfologiche e funzionali di stampo bracco e naturalmente di attitudine specifica al lavoro richiesto, quello che mi sta impegnando di più in questi anni nella selezione è la ricerca del coraggio e del po-tenziale nervoso. I cani trottano con le gambe, corrono con i polmoni, resistono col cuore, ma mantengono l’azione di caccia per ore ed ore contro ogni ostacolo, contro ogni avversità sia fisica che ambientale con l’energia trasmessa dal sistema cerebro-spinale, cioè impegno e tenacia non cadente alle prime difficoltà, in pratica il pregio di posse-dere una volontà potente con molta energia nervosa da spendere.

Quali doti cerchi principalmente nei riproduttori?In linea di massima i miei riproduttori impiegati in allevamento de-vono assommare oltre le caratteristiche di eccellenza morfologica, quelle irrinunciabili di elevata tipicità nel lavoro, in tutti questi anni dopo aver fissato delle doti fondamentali per un cane da caccia e cioè passione, ferma, precocità, olfatto, consenso, forte istinto predatorio oggi più di ieri, sono sempre più intransigente nel richiedere lo stile di razza, tanto che ormai da diversi anni la nascita numerosa di soggetti di classe è diventata una frequente constatazione. Se un soggetto è un molto buono morfologicamente, per essere im-piegato in riproduzione deve avere delle caratteristiche di elevato pre-gio nel lavoro, viceversa non sarà utilizzato. Ho tralasciato per ultimo il temperamento, volutamente, non perché di secondaria importanza, anzi, perché fondamentale per questa nostra razza, troppi cani timidi con questo difetto da condannare ad oltranza e senza mezzi termini, troppi amatori per posizioni di ingiustificata pietà, utilizzano questi soggetti in riproduzione, tutto ciò a grave discapito per una proficua divulgazione della razza, non usare mai questi soggetti in riproduzio-ne, neanche con carattere al limite della timidezza, poichè questa si trasmette con enorme facilità per diverse generazioni.

Quali sono stati i cani che più degli altri hanno dato un impronta al tuo allevamento?Era l’anno 1985, che, per un caso fortuito, venni in possesso di Bosco. Un collega Medico, sconosciuto fino ad allora, della mia provincia mi chiamò al telefono, dicendo di possedere un cucciolone di bracco, lui braccofilo da una vita, forte cacciatore di montagna a beccacce e co-turne, oramai per l’età avanzata e per motivi di salute impossibilitato a frequentare queste cacce impegnative, era disposto a cederlo. Andai a vedere questo cucciolone, per essere sincero con poca convinzione, ma appena lo intravidi nel box, capii subito, ne rimasi di stucco, in-cantato, per l’elevata tipicità del soggetto, un bianco marrone, a dir poco stupendo, fu subito mio.La genealogia era ottima 80% di sangue Forre ed il resto Ronchi, come avo tanto sangue di Nardo delle Forre famoso razzatore del Dr. Amaldi, tutto ciò non lasciò alcun dubbio per avvalorare una mia scelta, superbo fermatore di grande equilibrio e carattere bracco tanto che Paolino Ciceri ospite per diversi giorni a casa mia, volle una sua

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figlia per inviarla insieme ad un suo maschio in Inghilterra per dare inizio ad un allevamento in terra d’Albione.Bosco fu padre del noto Zoran della Croccia di Massimo Scheggi, questo a sua volta padre del Campione Assoluto Tre dei Sanchi, an-che esso a sua volta, padre dei famosi campioni Pepe e Beppe dei Sanchi.L’altro soggetto, che per me è stato dopo tanti anni di selezione la realizzazione della vera essenza del bracco italiano, fu il roano Torero della Croccia, purtroppo scomparso a soli 32 mesi, per una dannata Rickettsia fulminante, non un campione di lavoro nel pedigree, ma era un bracco eccezionale, completo in tutto, le cose belle durano poco.

Cosa ne pensi di prove ed esposizioni come strumenti di selezione?E’ indubbio, che sia l’Expò che le prove sono o almeno dovrebbero essere dei banchi di prova ai fini zootecnici, per poter indirizzare gli allevatori ad utilizzare quei soggetti qualificati nelle prove di lavoro, senza ovviamente fare a meno dell’apporto di validi cani da caccia.Però, gradirei che tutto ciò, oggi, si facesse con maggiore onestà in-tellettuale, se veramente si ama questa razza tutto ciò dovrebbe essere scevro da personalismi e partigianerie, è un monito alla correttezza per il bene della razza, se questo si vuole, altrimenti tutto andrà a rotoli e la divulgazione, a cui ogni braccofilo che si reputi tale, deve aspirare, sarà una amara chimera.

Cosa chiedi alla S.A.B.I. come allevatore?Dopo trentasette anni di tessera S.A.B.I., di fedeltà e di rispetto alla società, già dai tempi dell’eclettico Avv. Camillo Valentini insupe-rabile narratore di braccofilia, mi ritrovo deluso, amareggiato e per niente tutelato come allevatore impegnato allo spasimo in tutti questi anni di selezione, solo per apportare un valido contributo alla divul-gazione di questa nostra razza al sud d’Italia.Dopo dell’allevamento di Pangallo, anni 40-50, del Conte Cutrona di Messina e dell’allevamento del Simeto del Dr. Urzì di Catania fi-nito ai primissimi anni 70, nel sud d’Italia il bracco era letteralmente scomparso sia nell’utilizzo che nella mente del cacciatore meridiona-le, considerato come un anacronistico feticcio. Dopo di allora iniziò una lenta e proficua divulgazione tanto cheoggi conta una buona diffusione, nonché stima, poiché utilizzato da numerosi validi cacciatori.Ricordo di aver ceduto il primo bracco nel 1971 ad un cacciatore di Floridia in provincia di Siracusa, poi in seguito ad un cacciatore di coturnici che, utilizzatore iniziale di setters, decise un bel momento di cimentarsi con i bracchi dopo diversi deludenti tentativi, fu con un cane del mio allevamento che poi divenne il primo delegato Regiona-le Siciliano e mi riferisco a Cesare Galazzo di Solarino in provincia di Siracusa, che da un po’ di tempo, per motivi suoi ha abbandonato la caccia, ma quanto prima tornerà nuovamente fra le nostre file, a perseguire le coturne sicule.A Modica abbiamo la presenza di un nostro delegato Raffaele Fede con Simona Pitino possessori di diversi validi bracchi e di quel ma-gnifico esemplare che è Raul della Croccia, che qualcuno forse ricor-da, poiché oltre ad essere Campione di bellezza, negli anni 90 vinse a Badia di Susinara il trofeo Mario Buroni con l’eccellente.Signori miei Raul è anche un grandissimo cacciatore su tutti i selvati-ci dalla quaglia alle coturne, dotato anche di stile di razza e con un ca-rattere che racchiude la vera essenza del bracco, tanto che il Dr. Urzì, competente cinotecnico, nonché ex allevatore di bracchi italiani, lo

ammira con struggente nostalgia. Questo bracco non ha mai avuto, dico mai, una semplice menzione, un riguardo da parte della S.A.B.I. e dei Sabisti, tanto più che con una linea di sangue importante che da trentanni non si incontrava con le solite linee fritte e rifritte del Nord, sarebbe stato una valida alternativa per apportare nuova linfa e vigore alle solite correnti di sangue.E’ anche questo che chiedo ad una società se è veramente impegnata alla tutela e alla valorizzazione di una razza.La società deve tutelare, sostenere se non altro almeno moralmen-te i veri selezionatori quelli con una produzione in media, di trenta cuccioli all’anno che poi sono quelli che reggono, che indirizzano il timone genetico di una razza; produrre una, due cucciolate all’anno con accoppiamenti occasionali senza un programma genetico crea più danno che beneficio alla razza.Per ultimo la S.A.B.I. dovrebbe farsi opera a dare un forte scossone all’E.N.C.I., affinché promulghi delle valide e fattive iniziative a so-stegno dei poveri allevatori delle razze italiane per la risoluzione delle problematiche razziali a cui queste sono confinate.

PRECISAZIONI DEL DIRETTORE

Questo giornale, oggi come ieri, vuole principalmente essere un fo-glio informativo per i Soci della SABI che giustamente desiderano conoscere i programmi e l’attività dell’Associazione e tutto quanto accade attorno alla razza prediletta. Non vogliamo neppure limi-tare lo spazio ai Soci che desiderano esprimere il proprio pensiero e fare qualche considerazione tecnica, mentre frequentemente, ma compatibilmente con lo spazio disponibile, siamo anche lieti di gra-tificarli attraverso la pubblicazione di testi e fotografie che esaltano i successi dei loro cani. A tutti i lettori e collaboratori voglio però ricordare che il nostro periodico, avendo una diffusione limitata praticamente ai soli nostri associati, non può essere considerato un mezzo di promozione e diffusione della razza, per cui certe autoce-lebrazioni possono lasciare il tempo che trovano. Lo spazio di queste due pagine che, su suggerimento di Giovanni Barbieri, abbiamo pensato di dedicare a rotazione alle interviste dei principali allevatori, devono invece rappresentare non solo una gra-tificazione per chi le scrive, ma un mezzo per istruire, aggiornare e stimolare i neofiti, nonché – attraverso la domanda “Cosa chiedi alla SABI come allevatore?”- per stimolare il Direttivo della SABI a valutare nuove costruttive proposte zootecniche o promozionali. Purtroppo sono rimasto molto deluso dalla risposta del “deluso” Santo Laro che poco propone e che invece molto critica l’operato della SABI. Non voglio fare in questa sede lunghe e noiose preci-sazioni ad un bravo allevatore che conosco ed apprezzo da vecchia data, ma a lui e tutti i lettori voglio ricordare le linee guida della SABI. Sono ancora le direttive di Paolo Ciceri che personalmen-te ho sempre fortemente condiviso e che anche l’attuale Direttivo sostiene con quanta forza gli sia concessa. La politica del protezio-nismo della razza, o di questo o quel cane, o di questo o quell’alle-vatore, porterebbe solo al regresso (esempi di altri Club purtroppo ce ne sono tanti): il bracco deve .. trottare con le proprie gambe e confrontarsi a testa alta con le altre razze; non vi siano allevatori dimenticati al sud o correnti di..”sangue rifritto” al nord; il bracco e la braccofilia devono essere coesi. (Vi rimando anche all’editoriale del nostro Presidente sul penultimo numero di questo giornale). Il nostro annuario testimonia l’impegno che la SABI per molti anni ha profuso per sostenere il lavoro degli allevatori fornendo loro impor-tanti informazioni, pubblicando le relazioni ufficiali e dando anche la possibilità di reclamizzare i loro prodotti. Oggi vi sono nuovi mezzi, nuove idee, nuove iniziative.. fatevi avanti per collaborare!

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Dopo la telefonata di Barbieri che mi invitava a formare la squadra per la Toscana, non lo nego, ho subito pen-sato di prendermi una giornata di libertà ed approfittare dell’occasione per partecipare direttamente alla mani-festazione, memore di quanto avevo visto nell’edizione precedente ed ho avuto ragione. Infatti se la Coppa 2005 aveva ottenuto un buon successo, l’edizione 2006 è stata sicuramente la consacrazione della validità della formula, accresciuta da un risultato tecnico di gran lunga superiore a quello dell’anno precedente.Quaranta soggetti a catalogo, con la prova suddivisa in quattro batterie giudicate da una giuria composta da: il Presidente Grecchi validamente assistito da Giovanni Barbieri, da Bianconi, Bucci e Principi. Molto buone le condizioni climatiche anche se, nonostante l’altitudine e considerata la data, il caldo si faceva sentire; tutto ciò non ha, però, minimamente influito sullo svolgimento della prova. Dodici sono infatti i soggetti in classifica con una conseguente prova a squadre che presenta punteggi importanti a conferma del buono stato della razza.Passiamo ora alla cronaca della giornata. La domenica mattina il ritrovo è fissato presso la casa di caccia dell’Azienda San Fiorano, alla quale, nella persona del pro-prietario signor Francesco Romiti, vanno i più sinceri ringraziamenti per la splendida ospitalità e per la riconfermata validità dei terreni. La mattina, forse non tutti puntuali, i partecipanti e gli appassionati, con le loro auto, conferivano, da subito, una concreta immagine della riuscita della prova. Volti nuovi e meno nuovi, ma in tutti una grande voglia di partire e vedere all’opera i propri soggetti.Il breve tratto di strada da percorrere ci ha consentito di godere di un bellissimo pano-rama incoronato da una catena di monti tra cui spicca il Monte Petrano, Luogo mitico per la cinofilia italiana, ricordato per le prove, ma anche per essere stato preso in pre-stito da un braccofilo come il Sig. Buroni, che aveva così intitolato il proprio affisso.Seguiamo l’accompagnatore e ci portiamo a metà costa, dopo essersi inerpicati su strade strette e tortuose. Lungo la strada troviamo le macchine dei concorrenti delle altre batterie ed alla fine in uno spiazzo parcheggiamo le auto e ci prepariamo al primo turno.L’apertura delle danze è per Ubaldo di Colpetrosa di Manganelli che per l’occasione viene condotto dal sottoscritto. Il bracco, non abituato ai conduttori dilettanti, non si inquadra immediatamente e con il vento alle spalle non svolge una cerca delle sue. Sul finire una bella ferma sicura e prolungata su di un fagiano che viene riportato con qualche incertezza. Sarà 3° MB. Segue il turno di Lord della Foresta di Vallombrosa condotto da Savioli, l’inizio è caratterizzato da una azione di grande potenza svolta su di un terreno estremamente ripido e con una intensità che ha obbligato Gaspare ad una sorta di maratona e ad alcune imprecazioni in dialetto emiliano al suono della tromba della giuria. E’ la volta di Sioux dei Sanchi un bracco, in mano ad un giovane cacciatore, Ravaglia, che si mette sul terreno con una efficace azione di caccia che lo porta a fermare e recuperare un fagiano abbattuto con bella prontezza da Giovanni Barbieri, poi in una tagliata si fa portare via dall’entusiasmo e va fuori. Di nuovo Savioli con Paco dei Sanchi altro soggetto di bella costruzione morfologica e che mette in evidenza anche una grande grinta , ma il giovane bracco caccia ancora solo per se e quindi per lui non ci sono gli onori della classifica, ma i presupposti ci sono tutti e se son rose fioriranno. Alla fine della salita e nell’angolo dell’ampio terreno a disposizione viene mollato Sicario della Valle Santa di Manganelli con alle redini il solito dilettante ed i risultati si vedono: la prova è costellata da una serie di incertezze apparentemente senza giustificazione. Nel mezzo del turno bella ferma a bordo siepe, ma per la difficoltà del terreno il bracco pensa bene di forzare e mettere in volo. La fagiana viene abbattuta e sarà valida per conseguire il brevetto di riporto.

Si cambia zona ed è la volta di Pepita dei Sanchi, in mano a Mantovani, condutto-re non cacciatore; nonostante questo l’impegno è buono anche se risulta evidente la mancanza di esperienza del bracco su terreni difficili che si ripercuote, in maniera negativa, sulla fase di realizzazione.A seguire di nuovo Savioli sul terreno, questa volta ha al guinzaglio Ben Hur di Do-radiotto. Appena mollato il bracco mette in mostra un movimento bellissimo ed una cerca di giusta dimensione, ma il cane evidenzia anche un certo soprappeso che però non condiziona troppo la prova. A bordo siepe avverte e ferma un maschio di fagiano che tende a sottrarsi, al frullo resta corretto mettendo in mostra un bel riporto in fit-

COPPA DELLE DELEGAZIONI ASELVATICO ABBATTUTO A CAGLI

di GIANCARLO CIONI to. Rilanciato termina il turno mantenendo alto il livello complessivo della prestazione.

Segue Kea condotta da Panni che parte in bello stile con una cerca ampia ed una azione continua ed impegnata. Realizzazione un punto con grande mestiere completato da un riporto alla mano. Altri due soggetti, Liuk dei Sanchi di Ravaglia e Paolo dei Sanchi di Ziron, concludono i turni senza entrare in classi-fica, entrambi però evidenziano grande impegno e doti che potranno portarli ad ottenere traguardi significativi.Alla fine sul campo viene letta la classifica della batteria che vede al primo posto Kea di Panni con Ecc seguita da Ben Hur sempre con la qualifica di Eccellente, al terzo posto con il MB Ubaldo di Colpetrosa. Brevetti di ripor-to sono assegnati a Sicario della Valle Santa e Sioux dei Sanchi di Ravaglia.Al ristorante dove avviene il raduno anche le altre batterie

portano una classifica importante sia dal punto di vista qualitativa che quantitativo con un totale di ben 12 soggetti La lettura delle classifiche conferma quello che il tam tam aveva già anticipato: la coppa, per il secondo anno consecutiva, viene assegnata alla rappresentativa delle Marche, che porta in classifica ben quattro soggetti di cui uno, Fer di Cioli con il CAC.Facile intuire la felicità degli amici Marchigiani che oltre ad avere organizzato una bella prova su terreni validissimi confermano che questa manifestazione è fatta per i cacciatori/cinofili e che molto valore viene riconosciuto alla sostanza della caccia. Una breve riflessione ed una esortazione, rivolta anche ai Delegati SABI: cerchiamo di dare risalto e pubblicità a prove della specie perché consentono di vedere all’opera soggetti che, pur essendo nelle mani di cacciatori, hanno in questi palcoscenici la pos-sibilità di evidenziare le proprie caratteristiche, risultando, in queste manifestazioni, preponderante lo spazio riservato alle qualità venatorie rispetto a quelle specifiche del dressaggio; il tutto in un’ottica di ottenere la segnalazione di un numero sempre più ampio di soggetti da destinare alla riproduzione..Per finire un ringraziamento a tutti i partecipanti, ai vincitori tantissimi rallegramenti, agli sconfitti un augurio ed un arrivederci al prossimo anno.

CLASSIFICA

BATTERIA n. 1 – GIUDICE GRECCHI1 Ecc. Kea – - Conduttore Panni UMBRIA/LAZIO/ABRUZZO2 Ecc. Ben Hur - Proprietario Doradiotto - Conduttore Savioli T O S C A -NA3 MB. Ubaldo di Col Petrosa – Proprietario Manganelli - Conduttore Cioni TOSCA-NA

BATTERIA n. 2 – GIUDICE BIANCONI1 Ecc. Zorro - Conduttore – Rebaschio LOMBARDIA2 Ecc. Taimaut dell’Oltrepò- Conduttore - Rebaschio LOMBARDIA3 M.B. Quasimodo di Casamassima - Conduttore Rebaschio EMILIA ROMAGNA

BATTERIA n. 3 – GIUDICE BUCCI1 Ecc. CAC Fer - Conduttore Cioli MARCHE2 Ecc. Cupido - Conduttore Caon UMBRIA/LAZIO/ABRUZZO3 Ecc. Peppa del Boscaccio - Conduttore Tirotti MARCHE Ecc. Dante di Villa Carla - Conduttore Cortesi LOMBARDIA

BATTERIA n. 4 – GIUDICE PRINCIPI1 Ecc. Elettra - Conduttore Tonucci MARCHE2 Ecc. Fior - Conduttore Carpiteti (riserva della squadra delle Marche)

CLASSIFICA DI COPPA 1 Marche punti 602 Lombardia punti 443 Umbria/Lazio/Abruzzo punti 344 Toscana punti 27

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COPPA ITALIA CONTINENTALIMiglior soggetto Zorro e

seconda squadra i Bracchi Italiani

A Pegognaga e dintorni, nel Manto-vano, ho avuto il piacere di far parte della giuria della sesta edizione della “Coppa Italia”. E’ stata l’occasione per entrare nel clima più vivo di una importante e interessante manifestazione, che ho visto nascere per volontà del comitato di coordinamento delle razze continentali e a cui la SABI ha aderito con grande interesse e attiva partecipazione fin da su-bito, conseguendone anche ripetuti e importanti successi. La formula, per chi non lo sapesse, comprende una prova su sel-vaggina naturale in zona DOC, una prova di riporto dall’acqua e nella giornata conclusiva, una prova di caccia con selvatico abbattuto. Le squadre sono composte da sei soggetti di cia-scuna delle sei razze continentali che attualmente partecipano al torneo, sotto la regia e la selezione delle rispettive Società Specializzate. E’ questa una manifestazione che ho sempre ap-prezzato per gli obiettivi prefissati che ci riportano, fin dalle fasi di selezione della squadra, a una verifica delle attitudini venatorie dei nostri ausiliari, compreso il riporto. Anche per questo in Coppa Italia a fianco dei più noti campioni in mano ai professionisti si confrontano spesso soggetti in mano a gen-tleman, interessanti e positivi per la loro solida esperienza di caccia. E’ un incontro che in definitiva, ci riporta coi piedi per terra, e che permette di valorizzare la praticità e la concretezza delle razze continentali.L’edizione di questo anno era l’ultima del primo ciclo e la So-cietà delegata all’organizzazione era il Club Italiano Drahthaar che si è avvalso della collaborazione del Gruppo Cinofilo Man-tovano; il bravo Campedelli con Remo Lui e famiglia si sono sobbarcati buona parte degli oneri organizzativi; a loro un gra-zie per la complessiva buona riuscita della manifestazione.La squadra dei bracchi selezionata con grande perizia da Ales-sandro Evangelisti era bene assortita e molto affidabile. Alla vigilia ero sicuro che un posto sul podio non le sarebbe sfug-gito! Così è stato: 2° la nostra squadra dopo i Breton e 1° e 3° nella classifica individuale sono figurati rispettivamente: Zor-ro condotto da Rebaschio e Laerte con Bottani.

Ma veniamo a una sintetica cronaca delle due giornate. Sabato mattina dopo la presentazione delle squadre, partenza delle tre batterie per i terreni

adiacenti al Po. Si sapeva delle difficoltà che ci sarebbero state nelle ben note ZRC per la presenza di lepri e fagiani scaltri e pedinatori, ma mai avremmo pensato a tali e tante difficoltà per reperire utilmente i fagiani. Saranno stati i primi freddi, ma la situazione al termine dei turni era sconfortante tanto che in ben due batterie sei erano i cani richiamati su dodici parte-cipanti. Alla fine su 36 soggetti si qualificherà un solo cane con 1° M.B. e questo sarà proprio un bracco: il positivissimo Zorro, vincitore anche della scorsa edizione.Nei riporti dall’acqua, svoltisi colpevolmente troppo tardi, si sono viste come sempre alcune defezioni più o meno giustifi-cate, qualche rifiuto imprevisto come quello della nostra anzia-na Rebecca, ma anche molti soggetti ben dotati ed addestrati a puntino. Sono andati 20 punti ai Korthals, 18 ai Breton solo 2 ai bracchi, merito di Laerte, un po’ in difficoltà a reperire l’anitra forse per il buio incipiente.Tutto quindi si è giocato nella prova di domenica con selvatico abbattuto dove molti soggetti si sono qualificati.Notevoli le prestazioni dei nostri sei bracchi che hanno espres-so nelle due prove eccellenti qualità di razza indipendente-mente dal risultato; per l’avvicendamento delle batterie ne ho potuti vedere quattro: sabato Laerte e Malvasia condotti da Bottani, entrambi sfortunati, ma soprattutto Malvasia aveva entusiasmato anche i miei colleghi Gaggero e Mocellin. Sul selvatico abbattuto un ottimo Zorro risultato 1° ecc. e chia-mato oltretutto a un duplice riporto poiché lo sparatore si era esibito in una coppola su fagiani! Favoloso Quasimodo, ma nel richiamo ha sbagliato. Benissimo, ma fuori classifica, mi è stato riferito di Peppa di Tirotti e anche Rebecca di Carpineti si è comportata con onore. Laerte vincerà con ecc. la sua bat-teria, portando altri punti preziosi alla squadra.Soddisfazione e strette di mano tra i braccofili con un arrive-derci alla prossima edizione.

di GIUSEPPE COLOMBO MANFRONI

CLASSIFICA INDIVIDUALE1° Zorro br.it. Cond. Rebaschio p. 342° Barone ep.br. Cond. Iacomini p. 243° Laerte br.it. Cond. Bottani p. 22

CLASSIFICA SQUADRE1° Epagneul Breton p. 712° Bracchi Italiani p. 563° pari merito Korthal e Kurzhaar p. 43

RIPORTI DALL’ACQUA1° Korthal p. 202° Ep. Breton p. 183° Drahthaar p., 15.

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ESPOSIZIONE SPECIALE DI POGGIBONSI 11 GIUGNO

Giudice EvangelistiMiglior maschioUblado di Colpetrosa prop. Manganelli Miglior femminaQuintana della Valle Santa prop. All.to della Valle SantaMigliore di razzaUblado di Colpetrosa prop Manganelli

RADUNO RAZZE ITALIANE VOLTA MANTOVANA (MN) 11GIUGNO

Migliore di RazzaPepe dei Sanchi allevatore All. dei Sanchi Prop. Savioli Gaspare

PROVA SPECIALE SU SELVAGGINA AD ASIAGO 30 GIUGNO

I batteriaGiudice Mocellin1° Ecc Baltico dell’Angelo del Summano cond Segalla2° Ecc Usmarin della bassa Brianza cond Tognolo3° Ecc Ciak dell’Angelo del Summano cond SegallaII batteriaGiudice Primon1° Ecc Bimbo di Cascina Croce cond Bolcato2° Ecc Aruno dei Sanchi cond BolcatoIII batteriaGiudice Colombo Manfroni1° Ecc Rocca di Monte Tricorno cond Valentic2° MB Ambro cond Pellizzari

ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI OBERWART (AUSTRIA)22 LUGLIO

Best In ShowSelva di Paludelonga all. e proprietario All.to di Paludelonga

Speciale di Poggibonsi

Razze Italiane

Selva Bis

RISULTATI

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PROVA SPECIALE SU SELVAGGINA A TORTONA (AL) 22 LUGLIO

I batteriaGiudice Colombo Manfroni1° Ecc Quasimodo di Casamassima cond Rebaschio2 MB Brina cond RebaschioII batteria Giudice Tarello1° Ecc Adelchi cond Bottani2° MB Sultan cond Falloppi

CAMPIONATO ITALIANO FIDASC SU SELVAGGINA NATURALE COLLACCHIONI (AR)Giudice Bovicelli1° Ecc Ambro cond Pellizzari 2° Ecc Velo cond Pucciatti3° MB Rebecca cond Carpineti MB Cupido cond Caon

MOSTRA SPECIALE GALATINA (LE) 26 OTTOBRE

Giudice Giuseppe Colombo ManfroniMaschi Bianco ArancioLibera1° Ecc Asso all. Bravin prop. NicoLavoro1° Ecc CAC Fester dell’Oltrepò all. Rebaschio prop. ZecchinelliFemmine Bianco ArancioLibera1° Ecc Asia delle Terre Alliane All. e prop. PeraniLavoro1° Ecc CAC Diana di Montericco all. Ficarelli prop. Tori

Maschi Roano MarroneCampioni1° Ecc Mosè di Casamassima all. e prop. CasamassimaLibera1° Ecc Tuono di Paludelonga allev. All. di Paludelonga prop CalimeroLavoro1° Ecc CAC CACIB Cronos all. Barbieri prop. CodeluppiFemmine Roano MarroneLavoro 1° Ecc CAC CACIB Poppea delle Terre Alliane all. e prop PeraniMIGLIORE DI RAZZACronos

Sultan

Pellizzari con Ambro

Cronos e Poppea delle Terre Alliane

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CONVOCAZIONE ASSEMBLEA ORDINARIA DELLA SOCIETA’ AMATORI BRACCO ITALIANO

Ai sensi dell’Art. 14 dello Statuto Sociale SABI, si informa che l’Assemblea Ordinaria dei Soci della Società Amatori Bracco Italiano è convocata, per il giorno domenica 25 febbraio 2006, presso il Teatro di Senna Lodigiana – Via Dante Alighieri (presso il Comune di Senna Lodigiana) - alle ore 08.30 in prima convocazione e alle ore 09.30 in seconda convocazione, con il seguente Ordine del Giorno:1) Relazione del Presidente2) Resoconto economico – finanziario 2006 3) Premiazione del Campionato Sociale e del Trofeo di Allevamento “Paolo Ciceri”4) Varie ed eventuali

Possono partecipare all’Assemblea, con diritto di voto, i Soci in regola con la quota sociale 2006 e 2007. L’Assemblea sarà valida in prima convocazione se saranno presenti almeno il 50% più 1 degli aventi diritto al voto. Sarà valida in seconda convocazione qualunque sia il numero dei presenti.

Il Presidente SABI Dott. Giovanni Grecchi

Io sottoscritto ______________________________ socio della Società Amatori Bracco Italiano, in possesso della tessera 2007 n° ___________ delego il Sig. ___________________________________ a rappresentarlo in occasione dell’Assemblea Ordinaria in programma per il giorno 25 febbraio 2007 presso il Teatro di Senna Lodigiana – Via Dante Alighieri (presso il Comune di Senna Lodigiana) _______________________

L’esercizio del voto spetta ai soci maggiorenni in regola con il versamento della quota sociale per l’anno in corso. Ciascun socio, sia esso ordinario che sostenitore, ha diritto ad un voto e può farsi rappresentare in assemblea da un altro socio mediante delega scritta e firmata; la delega è valida solo se il delegante indica il suo numero di tessera per l’anno 2007 oppure allega copia della ricevuta del relativo versamen-to; sono ammesse non più di due deleghe per persona. Le deleghe debbono essere depositate dal socio cui sono state intestate, prima che l’Assemblea abbia inizio. Non sono ammesse correzioni o cancellazioni sulle deleghe né è consentito che un socio delegato possa trasferire le proprie deleghe ad un altro socio.

PROVE

DATA LUOGO TIPO ORGANIZZAZIONE

28 gennaio Montodine (CR) Selvatico abbattuto SABI

17/18 febbraio Pasian di Prato (UD) Caccia a starne SABI Del. Friuli

17 marzo La Tollara (AL) Selvaggina naturale GC Alessandria

18 marzo Val Cerrina (AL) Caccia a starne GC Alessandria

24 marzo Coltano (LI)Selvaggina naturaleTrofeo Scheggi

SABI Del. LivornoGC Poggibonsi

25 marzo Poggibonsi (SI)Selvaggina naturaleCoppa delle Delegazioni

SABI Del. Siena GC Poggibonsi

1 aprile Piacenza Selvaggina naturale SABI

MOSTRE SPECIALI & RADUNI

DATA LUOGO TIPO ORGANIZZAZIONE

27 gennaio Milano MS GC Milanese31 marzo Grazzano Visconti (PC) Raduno SABI28 aprile Napoli MS GC Partenopeo24 Giugno Caldes (TN) Raduno SABI

NB: le giurie ed i numeri telefonici delle organizzazioni verranno pubblicati, sul nostro sitowww.ilbraccoitaliano.it

CALENDARIO I SEMESTRE 2007

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CAMPIONATO DEL MONDO

Classe Giovani1° Ecc Petra prop Montesi MIGLIOR GIOVANEClasse Lavoro Femmine1° Ecc CAC Diana di Montericco prop. ToriClasse Libera Femmine1° Ecc CAC CACIB Asia di monte alago prop. Poggio MIGLIORE FEMMINAClasse Lavoro Maschi 1° Ecc CAC Robin prop BencichClasse Veterani1° Ecc Valentino Ala d’Oro prop WebwerClasse Libera Maschi1° Ecc CAC CACIB Axel prop Aherens e Tripoli MIGLIOR MASCHIO MIGLIORE DI RAZZA e BEST IN SHOW

Si è svolto a Poznan in Polonia dal 9 al 12 novembre il

Campionato del Mondo 2006.

I bracchi Italiani sono stati giudicati

dall’Avv. Paolo Dondina, 29 i soggetti presenti di cui 8 di proprietà di Italiani.

Riportiamo alcuni dei risultati reperiti dal sito Ufficiale della FCI e confermatici dal socio

Paolo Poggio, scusandoci delle involontarie omissioni.

Asia di Monte Alago, proprietario Giampaolo Poggio

allevamento di Monte Alago