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Troppo spesso si arriva all’’Esaltazione’nell’Arco Reale senza la giusta preparazionee la giusta consapevolezza delle profondepeculiarità e significati di questo Grado (sevogliamo chiamarlo Grado, ma non è questoil tema più importante, già disquisire su ciòsignifica non averlo compreso). Per questomotivo è di fondamentale rilevanza che iPrincipali del Capitolo verifichino, prima diaccettare nello stesso un nuovo ‘Compagno’,se il Candidato sia realmente in possessodella necessaria qualificazione. Oggi vorrei brevemente ripercorrere, da unpunto di vista iniziatico, il percorso che ciporta dalla ‘Iniziazione’ alla soglia dell’’Esal-tazione’, e tentare di capire, insieme a voi, serealmente tutti coloro che chiedono di farparte della Liberamuratorìa dell’Arco Realepossiedano realmente la consapevolezza del-l’importanza di tale esperienza iniziatica e,soprattutto, le prerogative per farne parte.Sappiamo che nel momento della nostra‘Iniziazione’ ci troviamo in “uno stato di oscu-rità”, situati precisamente nell’’Occidente’della Loggia, ‘Occidente’ dove sino a quelmomento è trascorsa la nostra esistenza pro-fana, ma pur sempre uno stato nel qualesiamo ‘caduti’ successivamente dalla nostraresidenza originaria, situata all’’Oriente’, e allaquale aspiriamo, tramite il percorso iniziaticoliberomuratorio, di tornare. Nella ritualità e nella simbologia del 1°Grado, il Candidato, come magistralmentericorda lo studioso inglese W. L. Wilmshurst,ripercorre simbolicamente l’episodio dellasua nascita reale in questo mondo, in cui èentrato come un bambino cieco ed impo-tente, ed attraverso il quale nei suoi primi

anni, non conoscendo dove stava andando,dopo molte cadute e passi irregolari, dopomolte deviazioni dal vero cammino e dopomolte tribolazioni ed avversità che capitanonell’esistenza umana, egli può finalmenteascendere, purificato e reso casto dall’espe-rienza, alla vita più ampia nell’eternoOriente.1 Ed egli in effetti si comporta comeun bambino, un neo-nato che non riescequasi ad esprimersi, costretto persino a‘compitare’, o balbettare, la Parola del Gradoche gli verrà insegnata.Successivamente, percorso il nostro cam-mino all’interno dell’Ordine, arrivati al

Grado di ‘Maestro Muratore’, alla richiestadi quale sia la nostra provenienza, risponde-remo “da Oriente”, ad indicare i progressifatti nello studio dell’Arte, progressi fruttodella conseguente trasformazione ontologica ecoscienziale che si è prodotta in noi stessi.Siamo divenuti ora ‘consapevoli’ della nostranatura ‘divina’, e, soprattutto, che la fonteprimaria della nostra vita ora non è più si-tuata in ‘Occidente’, ossia in questo mondoprofano nel quale siamo naturalmente collo-cati, ma in una diversa dimensione nellaquale, lasciando i provvisori ‘Misteri sosti-tutivi’ ritroveremo finalmente i ‘Misteri ge-

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Il ruolo fondamentaledell’’Arco Reale’

nella Libera Muratoria

Allocuzione tenuta in occasionedel Supremo Gran Capitolo

Roma 12 Novembre 2016

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nuini’.Il Maestro Venerabile quindi, dopo la nostra‘Iniziazione’, ci farà collocare nella zona a‘Nord-Est’ del Tempio, sappiamo infatti chesimbolicamente il Nord da sempre indica illuogo dell’imperfezione, nell’antichità eraproprio nel lato Nord del cimitero che veni-vano collocati i suicidi, gli scellerati e i bam-bini ancora non battezzati; così“l’Apprendista” viene collocato a Nord inquanto la sua condizione spirituale è ancoraimmatura, poco sviluppata, egli è agli inizidel suo percorso di perfezionamento.Nel 2° Grado, che già in Apertura (sullaSquadra) denota un avanzamento delle capa-cità di coloro che ne sono parte, lo studiodei ‘Misteri occulti della Scienza e della Natura’porterà il Compagno ad un ulteriore avan-

zamento nel percorso intellettuale e psichico,un percorso che lo porterà della ‘purifica-zione’, ottenuta tramite la morale nel 1°Grado, alla ‘contemplazione’ e conseguente‘illuminazione’ ottenute appunto con lo stu-dio delle Scienze e della Natura. Tale Grado a volte è stato ingiustamente sot-tovalutato benché sia proprio in questoGrado che per la prima volta arriviamo aquel ‘Simbolo Sacro che è situato al ‘Centro’ del-l’edificio’, ossia al Grande Geometra dell’Uni-verso.L’edificio in questione è, ovviamente, una al-legoria, l’allegoria di noi stessi, del nostrocorpo fisico e spirituale, ed è appunto al suointerno, ossia nella nostra parte più intima enascosta, che risiede quel ‘Simbolo Sacro’.

Questo Simbolo ci riporta alla consapevo-lezza della nostra natura ‘divina’, scopo pe-culiare del Grado. Se il Primo ed il Secondo Grado ci hannoinsegnato a controllare la nostra natura sen-suale e intellettuale, a preferire la pratica dellecose interiori a scapito di quelle esteriori, ilpercorso non può dirsi ancora terminato, bi-sogna infatti ancora sradicare i ‘metalli dibase’, i più resistenti, per ottenere ciò è ne-cessaria la ‘morte iniziatica’.Sappiamo che nel Terzo Grado l’aperturadella Loggia è ancora più avanzata, è dichia-rata infatti essere “sul Centro”, essa infattipunta a un’apertura della coscienza al verocentro ed alle profondità del proprio essere. Cercare la vera conoscenza di Dio, “in-diarsi”, significa iniziaticamente ri-generarsi,

ma ogni ri-generazione, ogniri-nascita, è necessariamentee inevitabilmente precedutadalla ‘morte’, rappresentataallegoricamente nella Libera-muratorìa dalla tragedia diHiram. Già nel Fedone Platoneci insegna che la ricerca dellaverità è un esercitarsi a mo-rire, tramite l’allegoria della‘morte iniziatica’ e in lineacon le dinamiche della misticacanonica la leggenda diHiram ci illustra come permezzo di un’auto-purifica-

zione e auto-costruzione il Liberomuratoremuoia al suo “Io” attuale naturale e, sollevatodal suo stato di imperfezione, viene portatonuovamente in perfetta unione con il Si-gnore della vita e della gloria nella cui imma-gine è stato formato e conformato, come èscritto nel Rituale Aldersgate dell’ArcoReale: “Liberati dai mortali avanzi lo spirito no-stro ascenderà alla vita immortale…”. Ovvia-mente la morte alla quale allude laliberamuratoria, utilizzando l’analogia dellamorte del corpo, è quella morte-in-vita dell’”Io” inferiore di un uomo a cui San Paolo siriferiva quando dichiarò “Io muoio ogni giorno”,ossia ogni giorno il mio Ego muore.Ma, soprattutto, il 3° Grado è la parte delpercorso iniziatico in cui compare la ‘cono-

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scenza intuitiva’, esso infatti è il Grado nelquale la ‘contemplazione’, ci prepara per l’ultimaora della nostra esistenza; e quando, grazie a talecontemplazione, esso ci ha condotto attraverso gli in-tricati sentieri di questa vita mortale, ci istruisce, in-fine, su come morire”.Dalla ritualità del 3° Grado quindi risaltachiaramente come esso sia caratterizzato dalrapporto esclusivo uomo-Dio, non più col-locabile in un contesto storico e sociale, néinterpretabile con lo strumento della ragioneumana, ma, piuttosto, come un “velo misteriosoche l’occhio della ragione non può penetrare”. Ma,come detto, ci viene richiesta, per proseguireil nostro cammino, una nuova facoltà, quelladella contemplazione dalla quale affiora la ‘co-noscenza intuitiva’. Nel Grado di Maestronon si potrà più fare affidamento sulle solefacoltà morali ed intellettuali poiché l’ineffa-bile poggia sull’intuizione e non sulla ragione,sulla percezione del Tutto e non delle sueparti.Eccoci quindi all’Arco Reale, il Grado la cuiritualità e simbologia può considerarsi la na-turale conclusione e adempimento del TerzoGrado, l’esperienza nella quale la ‘realizza-zione’ completa del Liberomuratore vieneraggiunta. Come detto in principio, in taleGrado si presume che il Candidato abbia at-traversato il lungo ed impegnativo percorsodi purificazione e disciplina mentale e co-scienziale, ora infatti le dinamiche che si tro-verà ad affrontare rientrano in un ancora piùcomplesso campo e dimensione, quello della’mistica’.Il percorso iniziatico nell’Arco Reale vieneesplicitamente definito mistico nella stessaCerimonia di ‘Esaltazione’ nella quale ilPrimo Principale, l’Ecc.mo Zorobabele, ri-volto al Candidato chiede: “Siete pronto a man-

tenere inviolati i nostri riti mistici? ” , e, successi-vamente, nello stesso rituale è aggiunto chei due cubi sovrapposti, a rappresentazionedell’altare all’interno del Sancta Sanctorum,portano sul lato alcuni caratteri mistici.Ma soprattutto nel Rituale dell’Arco Realeviene esplicitato che si è arrivati alla con-clusione del percorso mistico ed iniziatico(“Noi possiamo preparare un sentiero verso il TuoTempio celeste”; Ad ogni passo vi avvicinate mag-giormente al sacro e misterioso nome di Dio”), ossiasi è raggiunta l’agognata ’unione’ con Dio (oanche, come dicono i mistici, si è fatta ‘espe-rienza’ di Dio); Dio e Uomo ora non sonopiù due soggetti separati ma essi si confon-dono l’un l’altro, ‘misticamente’. A tal pro-posito sempre nel rituale Aldersgate,leggiamo nella Cerimonia di Installazionecome il Principale Installatore, rivolgendosial 1° Principale che sta per essere Installato,così si esprime: “Lasciate perciò che vi esorti adessere uno con il Suo Santo Spirito e con la Sua Pa-rola”. Un punto su cui tutti i mistici concordano èche l’esperienza mistica in sé non può esseredescritta, in tutto o in parte, per via verbaleo concettuale. Sappiamo che la mistica nonpuò essere comunicata come una qualsiasialtra esperienza umana, la forma di espres-sione infatti è simbolica, per questo sono so-prattutto i simboli a delineare le peculiaritàdel percorso mistico nel rituale liberomura-torio dell’Arco Reale.Ogni esperienza umana, anche quella chetende all’ineffabile origina dalla nostra co-scienza e si esprime tramite il linguaggio, macome ci ricorda lo studioso e teologo spa-gnolo Juan Martin Velasco nel caso del-l’esperienza ‘mistica’ essendo il contenutodella stessa ‘inesprimibile’ “il simbolo è il lin-

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guaggio radicale, originario di questa esperienza fon-dante-fondata nella quale, proprio grazie al simbolo,il mistico prende coscienza della Presenza non og-gettiva – anteriore e fonte di possibilità del soggettoe degli oggetti – non data, vale a dire, aggiunta al-l’uomo, ma che dà, lo origina e lo pervade, come ladimensione della sua profondità ultima. Il simbolosarebbe, quindi, la parola fondamentale dell’espe-rienza mistica nella quale si rivela e si realizza larelazione con l’essere che costituisce l’essere dell’uomoe che si esprime, secondo le tradizioni, come abissosenza nome, come assoluto, come persona, comeamore”.2Il linguaggio comune stenta a esprimere l’es-senziale dell’esperienza specifica della mi-stica, questo perché il linguaggio comune èstrutturato secondo l’opposizione soggetto-oggetto, quindi funziona quando si parla diun “Io” e di un Dio come unità separate, mazoppica, balbetta, quando deve riferire del-l’esperienza della profonda unione Io-Dio,nella quale l’Io non è più il piccolo io psico-logico, centro della volontà particolare, eDio non è più l’Essere supremo, alto eAltro.3Alla luce di queste premesse, possiamo direche quella liberomuratoria è quindi a tutti glieffetti rappresentabile come una vera e pro-pria ‘esperienza simbolica’, infatti come nellamistica il suo linguaggio la porta a ricorrerea metafore sensibili come il tocco, la vista,la luce, il suono, azioni che suggerisconoun’esperienza corporale prima che intellet-tuale, anche se le due sono poi inseparabiliin quanto l’esperienza corporale è comuni-cabile sempre tramite un intermediario. Voglio concludere ancora con le parole dellostudioso che più di ogni altro ha dedicato i

suoi sforzi nella rappresentazione dell’ArcoReale come dell’evento ‘centrale’ e impre-scindibile del percorso iniziatico liberomu-ratorio, secondo Wilmshurst è infattisoltanto nella ritualità e nella simbologiadell’Arco Reale, che si evidenzia appieno lanaturale conclusione e adempimento delTerzo Grado, ossia che la ‘realizzazione’completa del Liberomuratore viene rag-giunta. Se nel Terzo Grado tramite la ‘mortemistica’ ci viene insegnata la necessità del-l’abbandono della precedente vita (o stato)e la rinascita ad una nuova vita (o stato), lasimbologia e il percorso dell’Arco Realeporta il processo ad un ulteriore stadio. NellaCerimonia di ‘Esaltazione’ infatti vi sarebbela vera e propria “Ascesa al Cielo” ed è perquesto che è soltanto nella ritualità dell’ArcoReale che si “ritrae sacramentalmente l’ultima fasedel cammino mistico” dell’anima esiliata da Ba-bilonia a Gerusalemme, in quanto essasfugge dalla sua prigionìa di questo mondoinferiore e, “oltrepassando i veli” di materia eforma, passa attraverso la schiavitù della corruzionedel mondo dello Spirito senza forma e realizza lagloriosa libertà dei figli di Dio”4.Da ciò si evince ancora una volta la fonda-mentale importanza dell’esperienza del-l’Arco Reale, sta ai suoi componentimantenere tale ‘Tradizione’ pura e inalterata.

_____________________________________________1W. L. Wilmshurst, Il Significato della Massoneria.2 Juan Martìn Velasco, Il Fenomeno Mistico, Jaca Book, 2003,pag.61.3 Marco Vannini, Introduzione alla mistica, Morcelliana, Bre-scia, 2000, pag.14.4W. L. Wilmshurst, Il Significato della Massoneria.

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Il giorno 23 Gennaio 2016 in Via Borg’untoad Arezzo si è tenuta la Consacrazione delCapito dell’Arco Reale Chimera 160 diArezzo.Erano presenti il 1° Gran PrincipaleEcc.mo Comp. Fabio Venzi quale 1° Prin-cipale Consacratore, l’Ecc. Comp. D. R.quale 2° Principale Consacratore, l’Ecc.Comp. G. P. quale 3° Principale Consacra-tore, assistiti dall’Ecc. Comp. F. C.a ScribaEsdra Consacratore ,dall’Ecc. Comp. P. C.Scriba Nemia Consacratore, dall’Ecc.Comp. P. A. DC Consacratore, dall’Ecc.Comp. B. P. Guardiano Consacratore, iCompagni postulanti ed altri per un totaledi 31 presenti coem rilevabile dal registrodelle presenze.I Grandi Ufficilai procedono alla consacra-zione del Capitolo Chimera secondo gli an-tichi rituali.Conclusa la Consacrazione viene chiesto aiComp. di lasciare temporaneamente il Tem-pio per procede all’apertura del Conclavedei Principali per istallare l’Ecc. Comp. G.Z. quale Giosuè del Capitolo, a seguirel’Ecc. Comp. L. V. quale Aggeo ed infineviene installato l’Ecc. Comp M. B. qualeZorobabele del Capitolo Chimera 160 diArezzo.Il primo Principale procede quindi a chiu-dere il conclave di 1° Principale, vengonoammessi i 2° Principali installati, viene

quindi chiuso il conclave dei 2° PrincipaliInstallati ed ammessi i 3° Principali Instal-lati, dopo di che L’Ecc.mo Zorobabele pro-cede ad Installare l’Ecc.mo Comp. A. B.come Ex 1° Principale del Capitolo, chiudeil conclave e rientrano i compagni.L’ Ecc.mo Zorobabele procede quindi adinvestire gli ufficiali del Capitolo.I Regolamenti Interni del Capitolo firmatidallo SE e dall’Ecc.mo Z. vengono conse-gnati al GSE per la loro successiva appro-vazione.L’Ecc.mo Z. ringrazia i presenti e l’Ecc.mo

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Consacrazione delCapitolo Chimera 160 di Arezzo

23 gennaio 2016

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1° Gran Principale e prosegue dicendo chequesto ulteriore passo è il completamentodel percorso della L. Chimera che conl’aiuto di altri Fr, ha aggiunto anche questorito per dare l’opportunità ai Fr della L. dipoter completare il percorso Iniziatico.Ringrazia poi i Consacratori, per il lavorosvolto, i visitatori per la loro presenza e iComp. del Capitolo per l’impegno ulterioreche li attende.In 1ª alzata, l’Ecc.mo Z. propone e l’assem-blea retifica, la nomina a Membri Onoraridel Capitolo gli Uff. Cons.Nulla in 2ª e in 3ª alzata, mentre in 4ª alzataportano i saluti, per il Capitolo Aldebaranl’Ecc.mo Comp. G. P. e per il CapitoloGiordano Bruno l’Ecc.mo Comp. D.Inolte l’Ecc.mo Z. ringrazia il Capitolo Al-

debaran non solo per l’importante e fattivapresenza fra i Comp. Consacratori maanche per il sostegno offerto per la sua Co-stituzione e da lettura dei saluti pervenuti dapare dei Capitoli Inyco 230, Tauromenitan99 e Federico il Grande 95, della RegioneSicilia, e del Capitolo Leonardo Da Vinci194 di Roma.

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Il ventisettesimo giorno del sesto mesedell’anno duemilasedici, alle ore 20,00 si ètenuta presso la sede rituale del CapitoloDEMETRA n°240 di Castelvetrano sita inVia Stelvio n.10 Mazara del Vallo (TP), laConsacrazione del Capitolo DEMETRAn°240 di Castelvetrano e l’Installazione del1°, 2° e 3° Principale e degli altri Ufficiali.Sono presenti Compagni dei Capitoli Arca-dia di Messina, Bellator di Frosinone, Fede-rico il Grande di Palermo e Inyco di Menfi.Il corteo d’ingresso dei Principali Consacra-tori è così composto: 1° Principale Consa-cratore l’Ecc.mo Comp. S. C. , 2° PrincipaleConsacratore l’Ecc. Comp. G. I. e 3° Prin-cipale Consacratore l’Ecc. Comp. A. G., Di-rettore delle Cerimonie Consacratore l’Ecc.Comp. A. C., Scriba Esdra Consacratorel’Ecc. Comp. F. C., Scriba Neemia Consa-cratore l’Ecc. Comp. G. G. e GuardianoConsacratore l’Ecc. Comp. M. S..La Cerimonia di Consacrazione viene svoltadall’Ecc. Comp A.C., compiendo pedisse-quamente e in maniera armonica tutti i pas-saggi previsti dal Rituale.Terminato il cerimoniale, viene chiesto atutti i Compagni di lasciare il Tempio affin-ché il Conclave dei Principali possa proce-dere all’installazione di Giosuè, Aggeo eZorobabale del nuovo Capitolo Demetran.240 che, come risulta dalla richiesta di ri-

lascio della Patente di Fondazione sono:quale 3° Principale l’Ecc. Comp. N. S.; quale2° Principale l’Ecc. Comp. M. M.; quale 1°Principale l’Ecc.mo Comp. F. V.. Terminata l’Istallazione e chiuso il Con-clave, vengono fatti rientrare tutti gli altriCompagni.L’Ecc.mo Comp. Zorobabele propone, as-secondato dagli Ecc. Comp. Giosuè edAggeo, di nominare quali Membri Onorarii tutti i Principali Consacratori sopra detti. I compagni del Capitolo Demetra appro-vano per acclamazione.

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Consacrazione delCapitolo Demetra 240 di Castelvetrano

27 giugno 2016

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Come da regolamento, e solo in questa oc-casione, viene posta in votazione la propo-sta, assecondata da Giosuè ed Aggeo, diaffidare alle mani del 1°Principale l’indica-zione del Tesoriere e del Guardiano. L’as-semblea approva all’unanimità edsuccessivamente vengono nomunati tutti gliufficiali del Capitolo, mentre la loro investi-tura avverrà nella prossima riunione.Alla fine delle nomine si passa alla raccoltadel Fondo della Benevolenza e quindi sipassa alle quattro alzate rituali.In 1ª alzata nessuna comunicazione da partedel Gran Capitolo;In 2ª alzata nessuna comunicazione dalGran Capitolo Regionale, perché non esi-ste;In 3ª e 4ª alzata lo Scriba Consacra-tore comunica che sono arrivare lerichieste di trasferimento al Capi-tolo Demetra degli Ecc. Comp. F.C. e M. S. e dei Comp. R. FQ M. eComp. A. S. proveniente dal Capi-tolo Inyco n.230 di Menfi.L’Ecc.mo Zorobabele proponeall’assemblea, assecondato da Gio-suè ed Aggeo, di porre in votazionele suddette richieste che vengonoaccolte all’unanimità.L’Ecc.mo Zorobabele porge il ben-venuto ai nuovi Compagni e con-giuntamente nomina l’Ecc.Comp.F. C. quale Scriba Esdra del Capi-tolo Demetra n.240, che ringra-ziando per l’onore ricevuto chiedeall’Ecc.mo di porre in votazione ilRegolamento del Capitolo che èstato inviato precedentemente a tutti iCompagni.L’Ecc.mo Zorobabele propone all’assem-blea, assecondato da Giosuè ed Aggeo, diporre in votazione il Regolamento che ri-ceve il voto unanime positivo.Lo Scriba Esdra comunica che provvederàa trasmetterlo al Gran Scriba Esdra per ladovuta approvazione.Inoltre lo Scriba Esdra comunica che, comeormai consolidata prassi presso il SGCAR,tutti i verbali delle riunioni verranno inviatipreventivamente per email ai Compagni in

piedi lista, risparmiando così il tempo chenormalmente si dedica alla sua lettura primadell’approvazione.Esauriti i punti all’ordine del giorno, sipassa, quindi, alle ore 22,30 alla cerimoniadi chiusura dei lavori del Capitolo.Segue Agape Rituale nel locale adiacente ilTempio

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Periodico di informazionedei Capitoli del Supremo Gran Capitolo dell’Arco Reale d'Italia

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