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di Corsa IL PUROSANGUE Anno 2014 - Numero 14 Settimanale di informazione ippica a cura di A.N.A.C. e S.G.A. RaimondoVisione La notizia buona è che in pista di saranno due fratellastri di der- bywinner figli di Sea The Stars, lo stallone caldo di queste setti- mane che al momento in cui furono concepiti i puledri costava 85.000 euro. Sono Dark Sea (fratellastro di De Sica) e Sopran Ni- colo (fratellastro di Cima de Triomphe). Leggere questi nomi signi- fica che l’allevamento italiano è ancora in piedi, anche se i puledri del Derby 2014 erano stati pensati tra l’inverno del 2009 e la pri- mavera del 2010, prima che la crisi esplodesse in maniera clamo- rosa. La notizia cattiva è che in campo ci sarà solo un portacolori estero, il tedesco Oil of England che è ancora maiden ma va co- munque temuto. Potevamo avere anche l’irlandese Good Tradi- tion, ma Dermot Weld dopo aver predisposto tutto per la trasferta non è stato soddisfatto di un lavoro e ha abbandoto il progetto. Che Derby sarà? Un Derby figlio del suo tempo, come sempre, perché le corse non sono slegate dalla realtà che hanno intorno. Un Derby di crisi, oseremmo dire boicottato dagli stranieri, che hanno un sacco di buone ragioni e un solo torto, quello di pensare all’ippica europea come a una somma di entità nazionali – magari in battaglia tra di loro – e non come a un’unica “industria”, in cui c’è spazio per i fortissimi, i forti e i deboli. Oltretutto i ruoli spesso si scambiano. Paesi che sembravano forti sono diventati deboli come nel caso dell’Italia, altri che vent’anni fa erano sull’orlo di una crisi di sistema (la Francia) si sono risollevati e rappresentano il nuovo Eldorado. La cosa certa è che l’Itala deve mettersi a norma per tornare a sedersi senza complessi al tavolo europeo. Il disastro del 2012 sarà lungo da riparare, la prima pezza è stata messa, ora manca la seconda, il saldo dei premi alle scuderie ita- liane almeno per le corse di gruppo e le listed. Sarà solo un salvataggio in corner ma ce l’ha insegnato l’Uruguay del Maracanazo. Si può anche difendere la sconfitta aspettando di creare le condizioni per ribaltare la partita. Il galoppo, l’alleva- mento, hanno davanti almeno un lustro di sangue sudore e la- crime, di lenta ricostruzione. Lo sappiamo tutti e non ci sono bacchette magiche, l’unica solu- zione è quella di abbassare la testa e lavorare, di investire con maggior saggezza dato che i mezzi a disposizione sono minori, di raccontare sempre la verità. Forza, signori, il Derby sta arrivando e alla corsa che tutti vogliono vincere è dedicato questo numero. Buon Derby a tutti, per un giorno almeno cerchiamo di divertirci con le corse e i cavalli. ...Tra storie e ricordi Gastone degli Albizi alla fine degli anni 50 scrisse la Storia del Derby italiano dalla fondazione ai suoi giorni. Nel 1985 , del tutto immeritatamente, fummo chiamati dalla Lancia che sponsorizzava la nostra massima corsa a colmare la lacuna degli anni che erano trascorsi. Il volume fu curato da Cesare Beltrami per la edizioni Derby e fu dedicato alla amicizia verso Enrico Arcari. Sono passati altri 30 anni, l’ippica sta vivendo e da diverse stagioni il suo “day after”. Non c’è più nulla, intorno a noi rovine e desolazione. Se chi ha la età giusta si guarda indietro si mette a piangere, eppure l’av- venire non è dietro le spalle ma sempre dinanzi a noi e , sempre noi, siamo gli artefici del nostro destino. Ci vuole molto coraggio a pensare ad un avvenire per l’ippica italiana . Proviamoci lo stesso adesso che forse ci è stata riconsegnata ope legis ( vedremo come) la nostra Istituzione di riferimento. Il primo passo. Pensare di trovare un editore ippico nell’anno di disgrazia 2014 è più di una barzelletta. Eppure solo la Cultura può salvarci, solo le giuste coordinate intellettuali possono essere la base per un tentativo di ricrescita o per resettare il settore. Della Cultura vuole essere ba- luardo anche fastidioso a volte ma non rinuncia alla sua missione. Per questo ci proponiamo di rivivere insieme (ognuno ovviamente condirà il tutto con i preziosissimi personali ricordi) i trenta anni che separano il Derby 1984 , l’ultimo presente sul libro, da quello che ci andremo a gustare insieme. Un piccolo, relativo , tuffo nel passato sempre più vicino man mano che gli anni passeranno. Alcune di queste storie sono state pubblicate da Trotto & Turf, altre lo saranno. Qui proponiamo un rapido bigino che vi potrà essere utile per fare la figura dei sapienti nei conciliaboli intorno al Derby Un qualcosa che è reso possibile dalla disponibilità generosa di uno degli ultimi altri baluardi della cultura del nostro mondo , l’Anac, testimone preziosa ed operosa di un messaggio che Enrico Arcari ha consegnato a tutti colori che hanno creduto in lui. Anac è cultura e dobbiamo alla gentilezza di Alessandro Santoni il re- perimento non facile ma indispensabile del materiale di ricerca che era stato conservato con pazienza dalla cara Carla , lei si dav- vero testimone operosa di un mondo che è pian piano è svanito ma che lottiamo perché torni ad essere il nostro vero mondo. Alla nostra Carla dedichiamo questo modesto sforzo. Mario Berardelli TRENT’ANNI DI DERBY NUOVA SEDE ANAC - SGA srl Viale F. Caprilli 30, 20151 Milano Orari Ufficio 8.30 - 12,30 / 13,30 - 17,30 Tel. 02.39210416 - 02.33004116 - Fax 02.33004061 [email protected] - [email protected]

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di CorsaIL PUROSANGUEAnno 2014 - Numero 14

Settimanale di informazione ippica a cura di A.N.A.C. e S.G.A.

RaimondoVisioneLa notizia buona è che in pista di saranno due fratellastri di der-

bywinner figli di Sea The Stars, lo stallone caldo di queste setti-

mane che al momento in cui furono concepiti i puledri costava

85.000 euro. Sono Dark Sea (fratellastro di De Sica) e Sopran Ni-

colo (fratellastro di Cima de Triomphe). Leggere questi nomi signi-

fica che l’allevamento italiano è ancora in piedi, anche se i puledri

del Derby 2014 erano stati pensati tra l’inverno del 2009 e la pri-

mavera del 2010, prima che la crisi esplodesse in maniera clamo-

rosa. La notizia cattiva è che in campo ci sarà solo un portacolori

estero, il tedesco Oil of England che è ancora maiden ma va co-

munque temuto. Potevamo avere anche l’irlandese Good Tradi-

tion, ma Dermot Weld dopo aver predisposto tutto per la trasferta

non è stato soddisfatto di un lavoro e ha abbandoto il progetto.

Che Derby sarà? Un Derby figlio del suo tempo, come sempre,

perché le corse non sono slegate dalla realtà che hanno intorno.

Un Derby di crisi, oseremmo dire boicottato dagli stranieri, che

hanno un sacco di buone ragioni e un solo torto, quello di pensare

all’ippica europea come a una somma di entità nazionali – magari

in battaglia tra di loro – e non come a un’unica “industria”, in cui

c’è spazio per i fortissimi, i forti e i deboli. Oltretutto i ruoli spesso

si scambiano. Paesi che sembravano forti sono diventati deboli

come nel caso dell’Italia, altri che vent’anni fa erano sull’orlo di

una crisi di sistema (la Francia) si sono risollevati e rappresentano

il nuovo Eldorado. La cosa certa è che l’Itala deve mettersi a

norma per tornare a sedersi senza complessi al tavolo europeo. Il

disastro del 2012 sarà lungo da riparare, la prima pezza è stata

messa, ora manca la seconda, il saldo dei premi alle scuderie ita-

liane almeno per le corse di gruppo e le listed.

Sarà solo un salvataggio in corner ma ce l’ha insegnato l’Uruguay

del Maracanazo. Si può anche difendere la sconfitta aspettando

di creare le condizioni per ribaltare la partita. Il galoppo, l’alleva-

mento, hanno davanti almeno un lustro di sangue sudore e la-

crime, di lenta ricostruzione.

Lo sappiamo tutti e non ci sono bacchette magiche, l’unica solu-

zione è quella di abbassare la testa e lavorare, di investire con

maggior saggezza dato che i mezzi a disposizione sono minori, di

raccontare sempre la verità. Forza, signori, il Derby sta arrivando

e alla corsa che tutti vogliono vincere è dedicato questo numero.

Buon Derby a tutti, per un giorno almeno cerchiamo di divertirci

con le corse e i cavalli.

...Tra storie e ricordi

Gastone degli Albizi alla fine degli anni 50 scrisse la Storia del

Derby italiano dalla fondazione ai suoi giorni. Nel 1985 , del tutto

immeritatamente, fummo chiamati dalla Lancia che sponsorizzava

la nostra massima corsa a colmare la lacuna degli anni che erano

trascorsi. Il volume fu curato da Cesare Beltrami per la edizioni

Derby e fu dedicato alla amicizia verso Enrico Arcari. Sono passati

altri 30 anni, l’ippica sta vivendo e da diverse stagioni il suo “day

after”. Non c’è più nulla, intorno a noi rovine e desolazione. Se chi

ha la età giusta si guarda indietro si mette a piangere, eppure l’av-

venire non è dietro le spalle ma sempre dinanzi a noi e , sempre

noi, siamo gli artefici del nostro destino. Ci vuole molto coraggio

a pensare ad un avvenire per l’ippica italiana . Proviamoci lo stesso

adesso che forse ci è stata riconsegnata ope legis ( vedremo

come) la nostra Istituzione di riferimento. Il primo passo. Pensare

di trovare un editore ippico nell’anno di disgrazia 2014 è più di

una barzelletta. Eppure solo la Cultura può salvarci, solo le giuste

coordinate intellettuali possono essere la base per un tentativo di

ricrescita o per resettare il settore. Della Cultura vuole essere ba-

luardo anche fastidioso a volte ma non rinuncia alla sua missione.

Per questo ci proponiamo di rivivere insieme (ognuno ovviamente

condirà il tutto con i preziosissimi personali ricordi) i trenta anni

che separano il Derby 1984 , l’ultimo presente sul libro, da quello

che ci andremo a gustare insieme. Un piccolo, relativo , tuffo nel

passato sempre più vicino man mano che gli anni passeranno.

Alcune di queste storie sono state pubblicate da Trotto & Turf, altre

lo saranno. Qui proponiamo un rapido bigino che vi potrà essere

utile per fare la figura dei sapienti nei conciliaboli intorno al Derby

Un qualcosa che è reso possibile dalla disponibilità generosa di

uno degli ultimi altri baluardi della cultura del nostro mondo ,

l’Anac, testimone preziosa ed operosa di un messaggio che Enrico

Arcari ha consegnato a tutti colori che hanno creduto in lui. Anac

è cultura e dobbiamo alla gentilezza di Alessandro Santoni il re-

perimento non facile ma indispensabile del materiale di ricerca

che era stato conservato con pazienza dalla cara Carla , lei si dav-

vero testimone operosa di un mondo che è pian piano è svanito

ma che lottiamo perché torni ad essere il nostro vero mondo. Alla

nostra Carla dedichiamo questo modesto sforzo.

Mario Berardelli

TRENT’ANNI DI DERBY

NUOVA  SEDE  ANAC   -   SGA   srl

V iale  F .  Capr ill i   30 ,   20151  M ilano

Orar i  Uff ic io  8 .30   -   12 ,30   /   13 ,30   -   17 ,30

Tel .   02 .39210416   -   02 .33004116   -   Fax  02 .33004061

info@anacpurosangue .com   -   info@sgasales . com

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2©ANAC-SGA

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Elezioni ANAC il momento delle scelte

VOLTI NUOVI E PASSIONI

Una volta, quando l’ippica era ricca e potente, le elezioni per

le cariche sociali dell’Anac facevano discutere per mesi,

come gli antichi congressi della Democrazia Cristiana, tra

notti dei lunghi coltelli e liste bulgare. Ora che siamo asser-

ragliati alla difesa del fortino l’assemblea di Roma arriva

quasi sottovoce. Eppure domenica si sceglieranno gli undici

consiglieri chiamati a reggere l’associazione in un momento

estremamente delicato. Massimo Parri della Le.Gi. ne ha la

piena consapevolezza: “Qui si continua a discutere e tutti

pensano a difendere il loro orticello, dimenticando che se

non ci sarà uno sforzo comune, tra poco non avremo più

l’orto e nulla di cui parlare. I numeri sono chiari, il calo delle

nascite è arrivato oltre il livello di allarme. Se non riparte la

produzione viene a mancare una delle ragioni fondamentali

per fare le corse e gli ippodromi non potranno più difendere

il loro diritto a ospitare una giornata in più o in meno…”

L’allevatore di Biz The Nurse ha un disegno in mente: “Più

che altro sono pronto a dare il mio contributo all’associa-

zione, adesso che serve una svolta nel modo di pensare.

L’allevamento è la spina dorsale dell’attività ippica, forse lo

dico perché sono allevatore, ma credo che senza una pro-

duzione nazionale degna di questo nome le corse non ab-

biano significato. Per questo gli allevatori vanno tutelati. In

passato c’erano incentivi forti, ora non c’è più nulla e questo

spostamento di risorse ha avviato la crisi della produzione.

Non potremo far conto – ma non sarà diverso in altri settori

- sugli aiuti dello Stato ma sulle risorse che sapremo pro-

durre e dovremo essere molto vigili sulla distribuzione delle

stesse. Per questo serve un’associazione degli allevatori

forte, che sappia valorizzare il contributo di tutti, di chi si af-

faccia per la prima volta alla “politica” e di chi si occupa da

anni dell’associazione”.

Alfonso Litta Modignani (Razza di Vedano) può diventare,

con i suoi 35 anni, uno dei più giovani consiglieri della storia

dell’Anac: “Ho accettato di candidarmi perché il galoppo è

lo sport che amo e mai come adesso servono volti nuovi e

il contributo di tutti per uscire da una situazione di grande

difficoltà”. L’Anac che immagina il giovane allevatore mila-

nese è legata alla tradizione, alla conservazione dei valori del

settore, ma anche battagliera. “Nei prossimi mesi dovremo

affrontare una fase molto delicata, quella del passaggio –

che ormai sembra deciso – dall’ippica “statale” a quella pri-

vatizzata della Lega o Unione.

Proprio per questo serve un’associazione degli allevatori

forte e battagliera, capace di fissare dei punti fermi, di es-

sere rappresentativa e di ribadire la centralità dell’alleva-

mento. Speravo in vista di queste elezioni si potesse

arrivare alla riunificazione delle associazioni degli allevatori.

Purtroppo non è accaduto ma mi auguro che ci si possa

giungere nel breve periodo perché siamo una parte di un

settore già piccolo, che non può permettersi il lusso di di-

visioni all’interno delle categorie stesse”. Carlo Borsani è

probabilmente il più riservato tra i protagonisti del’ippica

italiana. Se dovesse fondare un partito lo chiamerebbe Sot-

tovoce… “Ho sempre avuto un approccio diverso, le corse

sono un divertimento e un impegno sportivo. I colori di fa-

miglia esistono da decenni però non avevo mai pensato a

un ruolo in un’associazione. Me l’hanno chiesto e, per spi-

rito di servizio, ho accettato. Cercherò di portare il mio con-

tributo di lavoro e di passione”. Borsani, sottovoce, è

proprietario e allevatore sia al galoppo che al trotto, com-

proprietario di Red Rocks, impegnato a tutto campo. Non

aspettatevi proclami, piuttosto suggerimenti e passione. Un

altro nome nuovo per il consiglio ANAC è quello di France-

sca Turri, che lavora con grande passione e ama poco par-

lare. “Se c’è da dare una mano sono a disposizione, anche

se il tempo, con tutti gli impegni che ho con i cavalli, non è

molto. Penso di poter fare da punto di riferimento per la To-

scana, che è una regione importante, dove ci sono com-

plessi grandi ma anche tanti piccoli allevatori” spiega

Francesca.

E la sua presenza permetterà una rappresentanza a una

“forma allevatoria” particolare. “Allevo per correre, selezio-

nando tra le mie cavalle quelle che meritano di andare in

razza. Sono arrivata a nove fattrici, non sono poche” rac-

conta.Domenica si voterà, questi quattro sono i volti nuovi

per l’ANAC. Rimangono da riempire altri sette sgabelli e a

riguardo alcuni tra i consiglieri in carica hanno offerto la di-

sponibilità a continuare nel loro impegno, per spirito di ser-

vizio. I tempi delle grandi battaglie per un posto in consiglio

sono ormai lontani.

C’è da rimboccarsi le maniche e lavorare. L’ippica sta cam-

biando e l’ANAC è sempre stata il timone e l’esempio del

settore.

Gentile concessione di Trotto & Turf

Giovedì 15 maggio

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3©ANAC-SGA

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Palmares del Derby Italiano

Anno Vincitore Scuderia Fantino

1884 Andreina T. Rook W.Wright

1885 Rosenberg Razza Sansalva W. Smith

1886 Enio Gen. Agei F.Chapman

1887 Carlandrea Sir Rholand H.Rhymes

1888 Filiberto Princ. d’Ottajano J. Hunter

1889 Rabicano Cav. C.Calderoni A. E. Dodge

1890 Doralice Cav. C.Calderoni A. E. Dodge

1891 Barone Razza Sansalva F. Rossiter

1892 Arcadia Duca di Marino W.Wright

1893 Festuca Don Rodrigo W.Hemmings

1894 Sansonetto Cav. C.Calderoni J.Horan

1895 Oranzeb G.Modigliani W.Wright

1896 Goldoni T. Rook A. Rook

1897 Hira Sir Rholand R.Allen

1898 Simba Sir Rholand J.Horan

1899 Elena March. di Serramezzana W.Wright

1900 Cloridano B. D. T. E. Jones

1901 Karibo Sir Rholand E. Jones

1902 Tocsin Razza Volta E. Jones

1903 Esquilino Sir Rholand B. J. Rigby

1904 The Oak Razza Casilina A. Goddard

1905 Pamphilj Onorio Princ. Doria T.Emery

1906 Creso E. & F. Bocconi E. Bartlett

1907 Belbuc E. & F. Bocconi E. Bartlett

1908 Demetrio Princ. Doria Pamphilj A. Childs

1909 Dedalo Razza di Besnate E. Bartlett

1910 Saturno Razza di Besnate M.Barat

1911 Guido Reni F. Tesio A. Langham

1912 Rembrandt F. Tesio A. Langham

1913 Nettuno Sir Rholand D. Blackburn

1914 Fausta F. Tesio A. Langham

1915 Van Dyck Federico Tesio P. Orsini

1916 Kosheni Sir Rholand D. Blackburn

1917 Gianpietrina F. Tesio F. Regoli

1918 Carlone March. L. Corsini P. Orsini

1919 Meissonier F. Tesio F. Regoli

1920 Ghiberti F. Tesio F. Regoli

1921 Michelangelo F. Tesio F. Regoli

1922 Melozzo da Forlì F. Tesio F. Regoli

1923 Cima da Conegliano F. Tesio F. Regoli

1924 Manistee Razza Villa Verde F. Andor

1925 Lui Bar. A. Levi F. Regoli

1926 Apelle F. Tesio F. Regoli

1927 Senecio Razza Oldaniga F.Andor

1928 Dervio Nob. G. de Montel P. Orsini

1929 Ortello Nob. G. De Montel P. Caprioli

1930 Emanuele Filiberto Gr. Uff. D.Centurini L. Varga

1931 Oberon Razza di Stupinigi S. Pacifici

1932 Jacopa del Sellaio Tesio-Incisa P. Orsini

1933 Pilade Razza del Soldo P. Caprioli

Anno Vincitore Scuderia Fantino

1934 Fossati G. Radice J. Romero

1935 Ugolino da Siena Tesio-Incisa V. Lamberti

1936 Archidamia Razza del Soldo P. Caprioli

1937 Donatello II Tesio-Incisa P. Gubellini

1938 Nearco Tesio-Incisa P. Gubellini

1939 Vezzano Razza Felina M.Grilli

1940 Bellini Dormello-Olgiata P. Gubellini

1941 Niccolo dell’Arca Dormello-Olgiata P. Gubellini

1942 Arco Razza del Soldo P.Caprioli

1943 Orsenigo Nob. G. de Montel E. Camici

1944 Torbido Donna L. Tesio P. Gubellini

1945 Traghetto Scuderia Mantova S. Pacifici

1946 Gladiolo Razza del Soldo P. Caprioli

1947 Tenerani Dormello-Olgiata E. Camici

1948 Leon de San Marco Scuderia Mantova S.Pacifici

1949 Golfo Scuderia Miani I.Gabbrielli

1950 Stigliano Razza del Soldo S. Parravani

1951 Daumier Dormello-Olgiata E. Camici

1952 Zamoretto Razza di Rozzano I. Gabbrielli

1953 Rivisondoli Scuderia Aterno O. Fancera

1954 Botticelli Dormello-Olgiata E. Camici

1955 Altrek Scuderia Castelverde P.Caprioli

1956 Barba Toni Scuderia Mantova S. Pacifici

1957 Braque Dormello-Olgiata E. Camici

1958 Sedan Razza Ticino G. Bonvicini

1959 Rio Marin Razza Mantova S.Pacifici

1960 Fils d’Eve Ettore Tagliabue O. Fancera

1961 Lauso Razza del Soldo O. Fancera

1962 Antelami Dormello-Olgiata B. Agriformi

1963 Braccio da Montone Razza Spineta R. Antonuzzi

1964 Diacono Conte N. Da Zara M. Andreucci

1965 Varano Razza del Soldo M. Andreucci

1966 Appiani II Dormello-Olgiata R. Hutchinson

1967 Ruysdael Razza Dormello-Olgiata G. Sala

1968 Hogarth Razza Dormello-Olgiata C. Ferrari

1969 Bonconte di Montefeltro Razza Spineta Lester Piggott

1970 Ortis Dott. C.Vittadini B. Taylor

1971 Ardale Dott. C.Vittadini G. Dettori

1972 Gay Lussac Scuderia Cieffedi S. Fancera

1973 Cerreto Scuderia Alpina Lester Piggott

1974 Suffolk Scuderia Aurora M. Cipolloni

1975 Orange Bay Dott. C.Vittadini B.Taylor

1976 Red Arrow Scuderia Diamante William Carson

1977 Sirlad Razza La Tesa A. di Nardo

1978 Elgay Razza Ascagnano G. Doleuze

1979 Marracci Dormello-Olgiata M. Depalmas

1980 Garrido Dormello-Olgiata M. Depalmas

1981 Glint of Gold Mr P. Mellon J. Matthias

1982 Old Country O.Abegg P. Eddery

1983 My Top Scuderia SIBA P. S. Perlanti

1984 Welnor Scuderia Concarena B. Raymond

1985 Don Orazio Lady M Stable M. Jerome

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4©ANAC-SGA

di CorsaIL PUROSANGUE

Anno Vincitore Scuderia Fantino

1986 Tommy Way Scuderia Erasec William Carson

1987 Zaizoom Fahd Salman Tony Quinn

1988 Tisserand Agr.Allev. V. Mezzatesta

1989 Prorutori Scuderia A.J.B. M. Roberts

1990 Houmayoun Lady M Stable S. Soto

1991 Hailsham Mohammed Sheikh Steve Cauthen

1992 In A Tiff M.J.Smurfit M. Kinane

1993 White Muzzle White Star S.R.L. J. Reid

1994 Time Star Salman Fahd Tony Quinn

1995 Luso Saeed Manama M. Kinane

1996 Bahamian Knight Lucayan Stud Ltd R. Hughes

1997 Single Empire Collins A.K. D. Harrison

1998 Central Park Godolphin Racing D. O’Donohoe

1999 Mukhalif Godolphin Racing L. Dettori

2000 Kallisto Gestüt Röttgen A. Boschert

2001 Morshdi Darley Stud P. Robinson

2002 Rakti G.A.Tanaka M. Demurro

2003 Osorio Newsells Park Stud M. Esposito

2004 Groom Tesse Scuderia L3C D.Vargiu

2005 De Sica E Borromeo M Monteriso

2006 Gentlewave Gary Tanaka M Montersio

2007 Awelmarduk Scuderia Effevi E. Botti

2008 Cima de Triomphe Scuderia Cocktail S Mulas

2009 Mastery Godolphin L Dettori

2010 Worthadd Incolinx Mirco Demuro

2011 Crackerjack King Scudiera Effevi Fabio Branca

2012 Feuerblitz Stall Eivissa Robert Havlin

2013 Biz The Nurse Scuderia Aleali Andrea Atzeni

2014 - I PARTENTI (18)

Alegro Scuderia Siba M. Esposito

Autre Qualite Scuderia Effevi A. Atzeni

Bertinoro Dioscuri C. Fiocchi

Collateral Risk Scuderia Effevi U. Rispoli

Dark Sea Allev. La Nuova Sbarra C. Demuro

Dylan Mouth Scuderia Effevi F. Branca

Grey Greezly Immobiliare Casa Paola D. Vargiu

Hoovergetthekeys Soc. All. Clodia M. Demuro

Oil Of England Renstall LA T. Thulliez

Ratmansky Soc. Agr. Sabina S. Diana

Salford Secret Carlo Lanfranchi D. Perovic

Slowpoke Luigi Riccardi Racing F. Dettori

Sopran Nicolo Leonardo Ciampoli L. Dettori

Steaming Kitten K.L. & S.K. Ramsey G. Bietolini

Svatantra Luigi Riccardi Racing A. Fresu

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5©ANAC-SGA

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Sir GaylordHabitat

Little HutHoming

St PaddyHeavenly Thought

Wishful ThinkingTom Fool

Silly SeasonDouble Deal

DebutanteHook Money

Grove HallSki Club

Il Derby di Don Orazio. Tante considerazioni, ognuno, se c’era,

potrà fare le sue. Su tutte il coraggio di Toto di San Marzano che

ha voluto Marco Paganini, diciotto anni, in sella al dormelliano

Reco, un figlio di Marracci che il Derby lo aveva vinto e per una

corta testa in lotta con Ladislao di Oppelm. Un coraggio secondo

noi premiato perché Marco montò benissimo, al limite della di-

stanza per il suo allievo, e poi dimostrò di essere un grande fan-

tino. Da altri invece parecchie critiche sulla scelta definita

azzardata. Altra notazione: Lady M ovvero Giancarlo Gorrini, ippico

doc e a tutto tondo dalla passione sconfinata, crediamo sia an-

cora la unica scuderia a vantare di aver vinto Derby di galoppo, di

trotto e Merano, Chapeau. Dei primi due protagonisti purtroppo

nessuno è ancora tra noi. Non Giancarlo Gorrini oppure Jovine e

Jerome, non Mario Incisa, San Marzano e Marco Paganini che

come sappiamo è scomparso tragicamente in corsa e il destino

volle che l’elicottero inviato in suo soccorso fosse proprio quello

di Giancarlo Gorrini. Altro commento: che formidabili cravaches in

pista, le nostre migliori è vero ma anche alcuni pezzi da novanta

del turf britannico, una costante in quei tempi, come Mercer, Car-

son, Cauthen Murray, Raymond. Cosa vuol dire? Che in trenta

anni il nostro turf ha fatto tanta strada e i nostri fantini, grazie molto

alla scuola di Pisa, oggi sono loro ad andare all’estero. Una bella

soddisfazione. Michel Jerome: bravo, gentile, educato, un grande

professionista, perfetto in sella figlio di Homing. Tutti i primi quattro

al traguardo discendono da Nearco. Don Orazio era stato allevato

in Inghilterra dal Littleton Stud. Ha vinto anche il Filiberto e a due

anni è stato terzo nel Gran Criterium. Deve probabilmente la sua

tenuta ai 2400 (più facili con la racchetta dei 2200 attuali con dop-

pia dirittura) alla seconda madre Grove Hall e alla presenza di St

Paddy nel pedigree del padre Homing che era un miler avendo

vinto le Queen Elisabeth ed essendo stato secondo nel Moulin.

E’ un Habitat (grande padre anche di discreti riproduttori ma poi

esauritosi) quindi ramo Royal Charger di Nearco attraverso Sir

Gaylord. In razza anche la valida Chapel Cottage. Sezione ma-

terna (Silly Season e Hook Money i nonni) che trova forza nella

presenza consanguinea di Swiss Maid campionessa assoluta di

Champion e Sun Chariot e pluripiazzata di pattern. Si fa forte

anche del coriaceo Hazard e alla lontana di The Creditor gran ca-

valla (Queen Elisabeth e Lockinge) e ottima madre di Abwah e

Owen Dudley.

AristophanesForli

TrevisaThatch

NantallahThong

Rough ShodTamerlane

Dschingis KhanDonna Diana

TiliaKythnos

CoralbaNestan Darejani

Primo vincitore allevato in Italia dalla apertura del Derby a tutti ma

non anche allenato. Tommy Way è allenato in Inghilterra da John

Dunlop uno dei trainer che negli anni 80 e 90 ha stabilito una ri-

levante connection con il nostro turf. La toscana Le Sondraie ha

allevato il figlio di Thatch che Gezio Mazza per la sua Erasec (il

nome del figlio Cesare letto allo specchio) con felice intuito e con

la mediazione di Paolo Benedetti seppe acquistare in allena-

mento. Continua la massiccia presenza di ottime cravache estere

a fianco dei nostri migliori ed alcuni hanno anche scelto l’Italia

come base costante di lavoro. Questo è il periodo in cui molti

proprietari, meglio allenatori, esteri inviano loro cavalli nel nostro

Derby da pochi anni aperto. Alcuni , come lo sceicco Mohamed,

ovviamente per vincerlo, altri per cercare di vendere tra la sera

del sabato e la domenica mattina a buon prezzo il loro cavallo.

L’ippica italiana, non ridete, è molto ricca rispetto proprio a quella

Inglese, i proprietari spendono e il sogno del Nastro Azzurro non

ha prezzo. Talvolta anche negli anni successivi questa moda avrà

1985 - DON ORAZIO

RAZZA DEL SOLE...RAZZA DEL SOLE... Dove crescono i Campioni!Dove crescono i Campioni!

2 1 0 4 0 - V i n a g o d i M o r n a g o ( VA ) t e l / f a x 0 3 3 1 . 9 0 3 6 3 1 i s a b e l l a @ r a z z a d e l s o l e . i t - w w w . r a z z a d e l s o l e . i t2 1 0 4 0 - V i n a g o d i M o r n a g o ( VA ) t e l / f a x 0 3 3 1 . 9 0 3 6 3 1 i s a b e l l a @ r a z z a d e l s o l e . i t - w w w . r a z z a d e l s o l e . i t

Fondato nel 1985, e sito in provincia di Varese, in una valle delimitata da verdi boschi. A disposizione dei puledri allevati circa trentacinque ettari a

prato stabile e quaranta boxes. La produzione è di circa dieci puledri l’anno. Solo negli ultimi anni I migliori cavalli allevati sui nostri terreni sono stati:

LUI E LA LUNA - VOLA E VA - PECCATO DI GOLA - IL FENOMENO - ARIA DI FESTA - QUEEN SENSAZIONE - L’INDISCRETA -

ZENONE - TITUS SHADOW - PIPERITA - STORM MOUNTAIN - FAIRY EFISIO - PERMESSO - ZAR SOLITARIO -

PIETRO IL GRANDE - MIA DILETTA - URGENTE - LUNA NEL POZZO - ORPEN SHADOW - FAIR NASHWAN!!!

1986 - TOMMY WAY

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di CorsaIL PUROSANGUE

successo, altre volte verranno acquistate alcune bufale. Continua

la sponsorizzazione della Lancia. E’ evidente che il fatto clamoroso

è dato dal quarto posto di Tony Bin, poi secondo e poi vincitore di

Arc, forse in quella parte della stagione non ancora pienamente

maturato a dimensione tecnica e agonistica come avverrà suc-

cessivamente. La scuderia White Star schierava nella circostanza

anche lo stimato Alex Nureyev. Va detto che il Tommy Way di quel

periodo era davvero al suo top perché un mese dopo saprà far

suo anche il Milano, un doppio epocale, per darvi una idea riuscito

a Nearco e ripetuto solo 27 anni dopo da Biz The Nurse. In auge

la linea di Hyperion attraverso la mediazione di Forli molto in voga

grazie anche al figlio Thatch di moda e capace di eccellenti risalti.

Uno stallone molto gettonato nel periodo anche dagli allevatori ita-

liani. Cavallo da corsa notevole perché è tale chi vince le St James,

le Sussex e pure la July Cup. Preciso miler e anche flyer ma con

produzione in grado di saper allungare. In fondo è sempre un Hy-

perion. Nel caso di Tommy Way c’è anche il contributo solido di

Tamerlane e Neckar per la stamina. Thatch in razza ne ha dati tanti

di buoni cavalli: Final Straw, Masarika, Stifelius, Shulic, Tres Gatè,

Tanque Verde, Thatching, Kilian, come si vede e come già detto

molti allevati in Italia. La sezione materna è marca Aterno, sovente

aveva fatto ricorso a stalloni tedeschi, numerosi vincitori ma non

da neretto fino ad Overboard seconda di mille ghinee irlandesi.

momento (ben 10 fantini su 19 sono stabili all’estero) ma ab-

biamo già fatto notare come nei trenta anni che poi sono tra-

scorsi siano adesso i nostri ad essere ingaggiati quando un

cavallo straniero viene a correre da noi. Nearco e i suoi discen-

denti in vedetta ancora una volta. La Mercedes fa il suo ingresso

sostituendo la Lancia come sponsor del Nastro Azzurro e conti-

nua nella tradizione di offrire al pubblico davvero un gran pome-

riggio sotto tutti gli aspetti. Diventerà proverbiale e ricercatissimo

il gran pranzo prima delle corse. La casa automobilistica metterà

sul piatto per il vincitore anche un modello importante della sua

gamma. Ecco la strada che occorre di nuovo percorrere: partners

di assoluto prestigio con la voglia di investire sul serio. Il rilancio

del settore passa dal recupero di tutti questi aspetti, in primo

luogo quello intellettuale e culturale. La deriva di mediocrità che

ha travolto il settore a tutti i livelli se non interrotta lo sommergerà

senza speranza. Altra notazione: in questa edizione manca il no-

stro cavallo buono a differenza delle due precedenti dove nel mar-

catore c’erano ottimi cavalli come Tommy Way, Tony Bin, Don

Orazio, Reco e Fire of Life. Il migliore dei nostri è Jung di casa

D’Alessio che finisce al quinto posto. Va osservato che la giubba

di Fahd Salman è nel periodo una delle più prestigiose del mondo.

Zaizoom è inbreed addirittura tre volte su Nearco e il nick del

padre, Al Nasr, è forse anche audace perché incrocia Northern

Dancer con Nasrullah. Al momento del Derby Al Nasr è relativa-

mente giovane, alle sue prime stagioni essendo di 8 anni. E’ uno

dei tantissimi figli di Lyphard di successo in Europa e non solo.

Lyphard sembrava essere destinato ad essere forse il grande

continuatore con Nijinsky del caporazza Northern Dancer ma

dopo aver dato benissimo forse ha leggermente esaurito la spinta

con i figli in razza ma va tenuto conto della pazzesca esplosione

di Sadler’s Well e di Danzig che hanno sconvolto la evoluzione

delle genealogie. Al Nasr ha corso a due e tre anni per 11 volte ,

ha vinto sette e per tre si è piazzato. La sua perla forse l’Ispahan

ma nel suo palmares anche il Dollar, il Cote Normande o anche

l’Exbury. Insomma buono ma i campioni sono altri. La madre Plu-

movent ha corso una sola volta piazzandosi, poco. Ha dato una

sfilza di vincitori normali e alla fine anche Zaizoom che è costato

poco (30.000 dollari) e che prima del Derby era stato terzo nel

Classic Trial, un bel passaporto per Roma. Forse anche il pedi-

gree è in linea con la annata che non vale i tre bicchieri canonici.

A G R I C O L A   D E L   P A R C O

A l l e v i a m o   i   W o r l d   R e c o r d !P r e s s i n g   e   h u r r i c a n e   F l y  

hanno vinto 30 Corse di Gruppo di cui “21” Gruppi Uno!

V I A D I A Z ,   1 7   -   A N Z A N O D E L P A R C O ( C O )   -   P h .     + 3 9   0 3 1 . 6 3 2 0 0 1   M A I L :   G C A I A N @ T I N . I T

1987  - ZAIZOOM

Northern DancerLyphard

GoofedAl Nasr

CaroCaretta

KlainiaRoyal Charger

Turn-ToSource Sucree

PlumoventWindfields

Pink NightiePink Sapphire

Annataccia per i nostri colori quella del Derby di Zaizoom. Ca-

diamo su tutta la linea e nessuno dei nostri, neppure uno degli ac-

quisti della ultima ora tra i vari dichiarati partenti, un po’ la moda

del periodo, trova remunerazione. Da notare che ovviamente

anche i quattro fantini al palo sono tutti stranieri, altra moda del

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Grey SovereignZeddaan

VaretaNadjar

OrsiniNuclea

NixeHornbeam

ClaudeAigue-Vive

TandinaCrepello

TejadaTiberia

Non bistrattiamolo tanto il nostro derby e senza scomodare Ne-

arco. Pensate che nel 1986 Tony Bin era nel marcatore e questa

volta tocca a Carrol House essere secondo in lotta. Ebbene sono

due vincitori di Arc. Questo anno il campione di casa Gaucci pla-

smato dal grande maestro Luigi Camici e l’anno dopo il pupillo di

Antonio Balzarini, italianissimo come colori, felicemente pescato

da Saverio Brenciaglia e dalla sua connection con Michael Jarvis.

Insomma due laureati di Arc che passano dalla via Appia… Non è

poi male e ci viene in mente pochi anni prima anche Glint of Gold,

ottimo, soprattutto secondo nel Derby di Shergar, quello di Epsom

non fate confusione. Dopo un anno buio, quello di Zaizoom, ecco

una stagione molto ma molto super. Hai voglia a storie e ricordi,

non vorremmo togliervi la soddisfazione di bruciare le vostre ma è

chiaro che il circoletto rosso va dedicato al ragazzino, 18 anni, che

si presenta con le stimmate del grande fantino. Ecco irrompere

Vincenzo Mezzatesta che si regalerà davvero una grande carriera

e che in sella al dormelliano di nascita compie esaltandosi la pro-

dezza assoluta di respingere Bruce Raymond, giocandoci anche

a palla, e di sconfiggere un laureato futuro di Arc. Altra notazione:

ecco il primo derbywinner dell’era moderna (quella aperta a tutti)

allenato da noi, allevato da noi, di proprietà nostra e montato da

uno di noi. Cosa si vuole di più dinanzi ad un pubblico in delirio

con l’ippodromo stracolmo?

Onore a Mario Vincis che a quel tempo allenava a Bolgheri e che

ha cesellato le sorti del campione da Tandina una delle ultime dor-

melliane di Ubaldo Pandolfi. Altra storia che dura ancora oggi :

Dino e Massimo Di Paolo si avvicinano casualmente al turf, co-

noscono Vincis e Calchetti, comprano un cavallo, si uno solo al-

l’epoca, proprio lui Tisserand e dopo il Fiuggi vinto sui 1800 (il

Campobello dei poveri perché per indigeni). La Madia raccoglie

nel nome le iniziali dei soci Mario, Dino, Alberto. Una piccola fa-

vola, anzi una grande favola. Adesso la giubba, leggermente mo-

dificata, corre sempre eccome e nel tempo tanti altri buoni, ottimi

cavalli, la hanno portata al traguardo. Esatto: è la San Paolo

Agri Stud. Certo se parti con Tisserand è dura migliorare ma il

seme ha attecchito e benissimo tanto che il complesso adesso

possiede centro privato di allenamento, scuderia e allevamento.

Ah, le radici del turf. Antonio Balzarini dai e dai il suo Derby finirà

per vincerlo ma non vogliamo anticipare capitoli. Che gioia vedere

un nostro fantino che bagna il naso alla solita serie di grandi cra-

vaches ospiti che abbiamo visto essere la costante del periodo:

Raymond, Carson, Quinn, Swinburn, Roberts, Kinane. Oltre la

metà del campo. Attenti nelle gabbie c’erano anche un plurivin-

citore di pattern futuro come Knight Line Dancer, ne mise insieme

quattro di fila se la memoria non ci inganna da anziano, e un ca-

stigatore come Roakarad. Eh si , quel pomeriggio valeva proprio

la pena di esser stati alle Capannelle e chissà quanti altri ricordi o

aneddoti in ciascuno di voi. Certo un testa a testa cosi vibrante

resta una delle pagine più alte del nostro nastro azzurro, 300 metri

a chiudere che non finivano mai, si può anche dire con la tifoseria

divisa a metà perché la giubba di Antonio Balzarini era al suo

apice e molto cara al pubblico romano. Alla fine fu proprio Vin-

cenzino a far pendere dalla parte di Tisserand il cuore della gente,

come fai a non scattare in piedi quando a tre anni dal quasi mi-

racolo di Marco Paganini riesce a pieno quello di Vincenzo Mez-

zatesta?

1988  - TISSERAND

Tom RolfeRun The Gantlet

First FeatherProvidential

PrimeraPrudent Girl

Bride ElectNever Bend

TorsionFairway Fun

Miss Flower BelleNational

Patriotic PetuniaFloral Park

Tutti noi abbiamo personali ricordi di avvenimenti ippici, Derby ov-

viamente compreso. Se abbiamo vissuto quello del 1989 sarà

per forza cosi, un particolare, un fatto, un’intuizione… E’ la vera

grande bellezza del turf i cui avvenimenti, tranne che i risultati uf-

ficiali, puoi piegare alla tua interpretazione.

Quelli del Derby 89 li affidiamo alla penna e alla cultura di Gigi

1989  - PRORUTORI

Azienda Agricola

LA ROVERE

S t r a d a D e l l a R a m a t a 10 1 0 1 4 - M o n t a l t o D i C a s t r o ( V T )

t e l & f a x - + 3 9 0 7 6 6 . 8 9 3 6 2a z . a g r . l a r o v e r e @ g m a i l . c o m

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Gianoli un maestro. Pizzichiamo in ordine sparso alcune sue af-

fermazioni contenute appunto nel numero del Purosangue che

davvero per trenta anni ha rappresentato la vera cultura del turf

italiano.

“…A Roma ha vinto Antonio Balzarini che con il derby italiano

aveva tre conti in sospeso che si chiamano Bob Back, Carroll

House, battuti di un soffio tutti e due, e il più doloroso, Silk Topper,

fratturatosi in retta di arrivo....”

“… Balzarini ha vissuto in ansia la vigilia della corsa nel timore di vio-

lenti temporali che hanno colpito inattesi i dintorni di Roma ma per

sua fortuna non sono arrivati ad allagare la pista di capannelle. Infatti

sul pesante, almeno cosi si dice, Prorutori non fa un passo. Chi in-

vece sperava nella pioggia era Gezio Mazza per il suo Arctic Envoy

cavallo dalla azione agile e potente come del resto Sikeston e so-

prattutto il pupillo dell’altro Balzarini, quello di Yellow King che so-

miglia ormai al cavallo del Colleoni tanto è carnoso e potente ma di

una potenza che è capace di emergere solo su terreni impossibili...”

“... Cosi si è arrivati ad uno splendido travolgente finale con Pro-

rutori insediato al comando con bella sicurezza e Arctic Envoy che

si produceva nelle sue ultime potentissime folate. Se Prorutori è

scattato in avanti con un lieve anticipo, e cioè non appena Roberts

ha visto declinare il favorito Free Sweater, a 400 dal palo, Arctic

Envoy ha potuto mettere in campo la sua progressione lunga, bi-

sognosa di spazio, un po’ tardi quando cioè è riuscito a svincolarsi

dal gruppo compattissimo...”

“...Rimontando il gruppo trafelato come già nel Parioli, il pupillo di

Mafalda Osthaus, Trioso, si è classificato ottimo quarto superando

quel Vilandrado che ha fornito una corsa a dir poco commovente,

prendendosi sulle spalle l’incarico della andatura, piuttosto mode-

rata all’inizio ma scatenatissima in dirittura…”

“…Con Balzarini si è complimentato il Presidente della Repubblica,

Cossiga, il quale, pur in un ambiente sconosciuto, ma istruito via via

da un esperto quale Giulio Andreotti, era riuscito ad afferrare ivalori

morali e sportivi della magnifica vittoria del cavallo di Balzarini…”

con la giubba di Sheik Mohammed, e tanti acquisti da parte delle

nostre scuderie operati in Inghilterra e Francia . Un record frantu-

mato che resisteva da quasi 50 anni, tante storie da raccontare.

Balzarini che la settimana prima aveva pescato il terzo asso nelle

Oaks, rilancia per far scappare i rivali, nessuno abbocca, vengono

tutti a scoprire l’ultima carta, il piatto ricco lo esige. Benzine e

Shout and Sing non sono dello stesso colore di Atoll e Candy

Glen. Antonio Balzarini rimane con il suo tris, il poker sfuma. Tra

tutti gli altri chiama banco Giancarlo Gorrini. Houmayoun vola!

Stuzzica la fantasia anche dei più teneri, emerge possente al

largo, maestoso nella sua falcata, prepotente nell’incedere. Li-

quida in poche battute ogni rivale, pone fra se e i suoi battuti il

distacco di una classe. Santiago Soto è impeccabile nella inter-

pretazione... Houmayoun è figlio di Shernazar, il fratello povero

di Shergar, il nobile, tragicamente scomparso senza lasciare trac-

cia di se nel turf... Houmayoun è un atto di fede, di intuito, ecco

di nuovo il movente personale, di Giancarlo Gorrini. Ma come,

dopo Silver Tornado naufragato lo scorso anno, di nuovo un fran-

cese proprio alla vigilia del Derby? Ha avuto ragione a credere in

Roger Nataf ma soprattutto nel suo intuito (il cavallo era allenato

da Royer Duprè ndr). Cosi ha chiuso la coppia con Don Orazio.

Il nostro turf ha ritrovato un proprietario di prima grandezza, guai

a perderlo... Cosa vale Houmayoun? Speriamo maledettamente

tanto. (errore ndr). Pier Diamiani ha volato, ha sofferto in corsa

troppo di attesa, è stato preso contro tempo dal vincitore, si è

messo sulle gambe e alla fine volava.. Luciano Monaldi talent

scout alla Liedholm dei tempi d’oro. Ogni anno eccolo pronto al-

l’acquisto, gliene basta uno solo con il quale si giostra al meglio

nelle pattern. Welsh Guide, Trioso ed ora Treble Eight protagoni-

sta non solo a Capannelle ma anche ad Epsom nella sua galop-

pata mozzafiato in avanti a demolire gli avversari ma per ora

anche se stesso. Intanto ha nel carniere il quarto posto di

Roma…

1990  - hOUMAYOUN

CrepelloBusted

Sans Le SouShernazar

Val De LoirSharmeen

NasreenNorthern Dancer

The MinstrelFleur

HalwahBold Lad

HerilaHerbissima

Nel 1990 toccò a noi scrivere del derby e delle classiche di prima-

vera sul Purosangue, la nostra Bibbia. Magari facendo postuma

brutta figura ecco, tra le altre, qualche stupidaggine.

…. Si danno battaglia in 22, i nostri migliori, un ospite di riguardo,

Scuderia Blueberry

NEG

LIU

LTIM

I 3 AN

NI: Rosa Eglanteria

Dan Loose DaughterChoisir Shadow

Kyllachy Loose

... ALLEVAMENTO E SCUDERIA

ONLY BLACK-TYPE!

Tiger Day... Fairy Nayef

Salure

Dancer Destination

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9©ANAC-SGA

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Forse è mancato il nostro allevamento ma non dimentichiamo che

due anni fa era stato Tisserand , tutto italiano, a dominare. La sfida

è di quelle da far rabbrividire, siamo certi che la parte migliore del

nostro stud saprà rispondere al meglio per dimostrare la propria

vitalità, per attingere a quelle soddisfazioni che tanta passione

esige e merita. Torniamo ad oggi. Da quel Derby di Tisserand l’al-

levamento italiano ha iniziato un magnifico volo, piaccia o non

piaccia a tanti detrattori di professione (quel tipo di gente che tanti

danni fanno anche oggi), in venti anni ha raccolto soddisfazioni

immense, è stato possibile grazie alla cultura del settore, allo stu-

dio e alla passione e molto anche al giusto ed oculato impiego

degli incentivi economici indispensabili. Lo dimostra l’elenco dei

tantissimi cavalli di spessore internazionale che abbiamo prodotto.

Poi l’Allevamento Italiano è stato ucciso dalla inetta burocrazia e

dalla partitocrazia che hanno assassinato anche la cultura ippica

in Italia, quindi l’ippica tutta. Anche in quel pomeriggio festoso non

è mancata la presenza Mercedes (regalava una macchina da 100

milioni mica una targa), non è mancata la cornice di grande pub-

blico come dimostrano le foto, non è mancata la presenza impor-

tante di Francesco Cossiga, di Giulio Andreotti, presidenti di

Repubblica e Consiglio, di Calogero Mannino ministro Agricoltura,

di Franco Carraro sindaco di Roma oltre che di tutte le autorità ip-

piche e di tutti i veri ippici. Questo era il turf di quegli anni.

1991  - hAILShAM

NasrullahNever Bend

LalunRiverman

Prince JohnRiver Lady

Nile LilyHail To Reason

HaloCosmah

Halo’s PrincessViceregal

TaberetTabola

Eravamo stati abituati bene nelle ultime edizioni, se ricordate per-

sino due vincitori di Arc passati per il marcatore di Roma.

Hailsham è stato superiore nella circostanza nelle mani di Steve

Cauthen, nei 500 finali è stato capace di due allunghi. E’ comun-

que un quarto di Craven, ha vinto la pattern di Sandawn, è se-

condo di Dante, vince il Derby per il nostro sceicco Mohammed e

poi lo allena il Pittore ovvero Clive Brittain ex caporale di Noal Mur-

less che si è fatto onore per tutta la sua carriera che ha sovente

incluso, da buon giramondo, l’Italia come tappa. Clive tutto som-

mato è stato un moderno, ha fatto grande uso della piscina per

preparare i suoi allievi, ha sempre avuto una cura maniacale del

loro peso forma. E’ vero, correva con una certa disinvoltura e, per

l’epoca anche con impegni abbastanza ravvicinati. E’ per questo

che durante un pomeriggio in casa di Luca Cumani a Bedford

House, crediamo mentre stavamo guardando una Olimpiade in tv,

Francesco D’Alessio e forse lo stesso Luca coniarono il sopran-

nome di “ Pittore” per Brittain. Perché in Italia esisteva negli anni

70 una scuderia, del Pittore, i cui effettivi, tra cui Citera una valida,

erano pochi ma correvano molto ma molto spesso. Cosi è nato

quel soprannome, per significare uno che corre tanto ma poi da

canzonatorio oggi possiamo trasformarlo in elogiativo, diciamo

che Clive Brittain ha dipinto parecchi capolavori. Quattro cavalli

ai primi quattro posti sono nati oltreoceano e sono figli di River-

man, Palace Music, Timeless Moment e Roberto. Che errore

compimmo allora nel sottovalutare, meglio nel non valutare, gli

Usa nel panorama ippico, da dementi. In dieci anni Gezio Mazza,

uno degli altri grandi proprietario del periodo magnifico ha vinto

un Derby con Tommy Way e per tre volte è finito secondo con

Teofane, Arctic Envoy e Marcus Thorphe. Chapeau. In pista un

allievo di Alec Head ed già un onore: Beau Sultan che però non

si piazza. Per fortuna di Antonio Balzarini che lo aveva cercato

fino all’ora di pranzo. Il primo allenato in Italia si piazza ottavo,

succede ma non dimentichiamo altre belle edizioni. Anche tra i

fantini ne troviamo solo quattro dei nostri su 20 partenti. E’ la

moda, l’Italia sta scoprendo, giustamente, la sua dimensione

mercuriana e all’inizio si esagera sempre. Mercedes sempre

sponsor della corsa. Lo Sceicco non ci ha onorato della sua pre-

senza, pazienza. Nel pomeriggio Tinte Blu vince il Buontalenta

(si correva in maggio e sul miglio), Me Ne Vado il Lazio, Dirce il

Perrone, Dordone il suo terzo WWF, l’ospite parigino Idle Son il

Nearco, poi Manhiaj con Pucciatti in sella vince il Borghi, c’è gloria

anche per Noci nel Perretti, Kracovia a tavolino nel Ricchi, Tourath

nel Botti, Star Grey nel Righetti, Full Listing nerl Tor di Valle e Bet-

tino Marchetti nel Corriere dello Sport. Evviva. Il gotha del nostro

turf presente in forze nel pomeriggio, che bello!

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10©ANAC-SGA

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Northern DancerNijinsky

Flaming PageCaerleon

Round TableForeseer

Regla GleamForli

ThatchThong

TifrumsNo Robbery

Persian ApplePersian Garden

Annata che forse si può archiviare come mediocre, del resto anche

con il vino è cosi. In a Tiff vince dopo aver fatto suo un handicap

in provincia in Irlanda ma veste la giubba appassionata di Carlo

Maria Schiavi, vulcanico e anche geniale proprietario, grande pas-

sione , non de course Camma. Per quasi un decennio con diversi

cavalli buoni ha giocato un eccellente ruolo nel nostro panorama

ippico.

Il Derby è stata la sua perla, una soddisfazione meritata e incan-

cellabile. Ha tolto la gioia ad un proprietario allevatore che ha se-

gnato la storia del nostro turf, la purissima passione di Riccardo

Zanocchio, uno dei pochissimi se non l’unico ad essere stato

tanto presidente degli allevatori come dei proprietari. Confidava in

Masad, nientemeno che un rampollo allevato in casa ma da Sa-

dler’s Wells e Marmolada che aveva corso per i suoi colori. La per-

fezione . Presentato al meglio da Luca Cumani alla fine si è dovuto

come Merzouk accontentare del piazzamento. Continua ma in

maniera minore l’afflusso degli esteri, solo quattro, e degli acquisti

italiani. Edizione comunque a ranghi ridotti, solo 13 perché in effetti

Masad sembrava difficile da battere dopo aver maramaldeggiato

nello Scheibler che tuttavia ancora una volta si è rivelata corsa tra-

ditrice. In tutto i 13 al via prima del derby avevano vinto comples-

sivamente 27 corse. Due erano i laureati di gruppo: Captain

Horatius (Grosser Preis Von Deutschland) e Taff’s Acre (Filiberto

che allora era di gruppo). Due i piazzati: In a Tiff (quarto nelle Fu-

turity di gruppo tre) e Merzouk (quarto nel Bryon, gruppo tre) .

C’erano i listed winner Capirossi (Botticelli), Masad (Scheibler) poi

i piazzati come Beldi (terzo nelle Predomninate) Guado d’Annibale

e John Rose. Insomma anche considerando ciò che è poi acca-

duto in carriera ai vari protagonisti diciamo che abbiamo assistito

ad edizioni di maggior profilo e diverse le abbiamo vissute proprio

in questo racconto. Se non altro sul traguardo ancora la griffe Mer-

cedes. Per In a Tiff nick Nearco – Hyperion ovviamente un po’ alla

lontana. La sezione paterna si incentra su Northern Dancer attra-

verso Ninjinsky e quindi Caerleon il padre, uno dei tanti eccellenti

campioni che in fondo Nijinsky ha prodotto, forse più che conti-

nuatori anche se Caerleon non è stato male e soprattutto avercene

di fattrici se mai sue figlie. Di suo Caerleon presenta un altro nick

di successo, quello Nearco – Princequillo che arriva in sezione ma-

terna attraverso Round Table. Bei nomi non mancano nel pedigree

del derbywinner. Come detto il nick con sezione materna si ottiene

attraverso Thatch che è il padre della madre, a sua volta un Forli

che arriva ad Hyperion attraverso il ramo Aristophanes. L’incrocio

ad esempio è lo stesso di Sharastani in quel tempo. Ottima la

madre Tifrumus che ha dato anche Pennine Walk, avercelo uno

cosi che al Royal Ascot vince le Queen Anne e poi va a bersaglio

anche nelle Diomed. In terza o quarta generazione ci agganciamo,

un po’ come fanno tutti, a qualità assoluta garantita da Mag Iran,

Mah Mahal e poi dalla madre base Mumtaz Mahal che permette

a The Tetrach un po’ di mantello e poi di combattere l’oblio.

1992  - IN A TIFF

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1993  - WhITE MUZZLE

Northern DancerLyphard

GoofedDancing Brave

DroneNavajo Princess

OlmecPitcairn

Ela-Mana-MouRose Bertin

Fair Of The FurzeTyrant

AutocraticFlight Table

Finalmente ci rifacciamo gli occhi e il trucco. Dopo una o forse

anche due annate non proprio esaltanti torniamo su standard

formidabili. Poche chiacchere White Muzzle è un campione, lo di-

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mostreranno Arc e King George, due sensazionali secondi posti e

non solo. Forse è anche il segnale di un ciclo, di una parabola me-

ravigliosa che sta per chiudersi.

Colpa del Perugia che lo assorbe sempre di più, fatto sta che Lu-

ciano Gaucci pian piano si allontana fino al definitivo congedo da

un mondo a cui ha dato tanto ma dal quale ha ricevuto anche tan-

tissimo. Sull’altare del calcio il nostro proprietario aveva già sacri-

ficato Dr Devious e tra poco farà altrettanto con il derbywinner.

Sono stati tre lustri allungati indimenticabili. Se qualcuno avesse

dei dubbi sulla grandezza e sul successo del progetto White Star

e quindi sulla bravura di Luciano Gaucci e di Giampiero Brotto

sempre al suo fianco ebbene, tra i tantissimi, ricordate che ha pos-

seduto Tony Bin, Dr Devious, Sikeston e White Muzzle. Chapeau

sempre ed in ogni caso e come detto non aggiungiamo altro.

Noi se in 50 anni di ippica militante avessimo posseduto un vinci-

tore di Queen Anne come Sikeston pretenderemmo la statua e

cammineremmo comunque un metro sollevati da terra perché in

fondo quanti sono i proprietari italiani che hanno vinto al Royal

Ascot? Non arriviamo alle dita di due mani, no non ci arriviamo.

Certo ripensandoci il Perugia è stata una dannazione. Immaginate

il percorso di Gaucci senza il calcio e con Dr Devious a Epsom e

White Muzzle tra Ascot e Longchamp e soprattutto immaginate i

successivi reinvestimenti.

D’accordo nulla si può fare con i se e con i ma, voltiamo pagina

ma prima ricordiamo anche che sono anche gli anni dell’inizio della

fine, più lenta comunque, di un’altra grande parabola meravigliosa

del turf ovvero quella di Antonio Balzarini, oltre 20 anni di grandi

trionfi, come abbiamo bisogno sempre di grandi proprietari o alle-

vatori. Torniamo a questa edizione super del nastro azzurro perché

il secondo è stato Neddle Gun uno di primissima in giro per il

mondo ma anche in patria eccome. Questo si che è stato un

derby gruppo uno. E il tempo? Date una bella occhiata: 2.24.5

strarecord. In un contesto cosi alto, al quarto finiva il favorito In-

frasonic con le carte in regola, ecco il terzo posto di Mr Richard,

di più non avrebbe potuto ed anzi nella circostanza il cavallo di

casa Rima dava il suo top, andando oltre la soglia ed infatti non si

sarebbe più ripetuto. Non era facile stare dietro o a contatto di

quei due. Ovviamente il nome del vincitore deriva proprio da una

lista vistosa e bianca sul muso. In effetti se ripensiamo al tempo

significa che si sono percorsi mediamente ogni 200 metri in 12

secondi. Il team: in regia Peter Chapple Hyam, è stato allevato

dall’Airle ancora una buona garanzia in quei tempi, siamo in Ir-

landa, in sella ecco un talismano per casa Gaucci ovvero John

Reid. Pescato in asta da Brotto e Alessandro Gaucci al cambio di

un centinaio di milioni dell’epoca. Non gratis come Tony Bin ma

sempre un affarone. Hanno corso in 16, diversi gli stranieri ma

anche di ritorno come il laureato. Sesto posto per il vincitore dello

Scheibler, allora solo indigeno, ovvero Scribano.

Northern DancerLyphard

GoofedManila

Le FabuleuxDona Ysidra

MatriarchCaro

RingaroGuanajibena

ValdemosaUtopico

Val D’IsereVictorieuse

Il principe è tornato. Negli anni 80 e anche nei 90 la giubba di

Fahd Salman uno dei principi del sangue della Arabia Saudita in

Europa ma dovremmo dire nel mondo è stata importante, certo

non siamo a livello di Khaled Abdullah ma il suo lo ha fatto ec-

come. Ha sempre anche avuto una certa predilezione per le no-

stre corse e infatti dopo Zaizoom eccolo di nuovo primo nel

Nastro Azzurro. Per onestà va detto che per un buon ventennio

e anche di più, Sheik Mohammed in testa, i proprietari arabi sono

sempre venuti volentieri da noi, purtroppo ad eccezione della

giubba che più di tutte il vero ippico deve amare ma non si può

avere tutto. Del resto se prendiamo l’accoppiata di questo Derby

eccoli li entrambi ovvero Fahd Salman e Sheik Mohammed, primo

e secondo. C’è nel marcatore , cerchiamo di fotografare il tempo,

il solito acquisto AJB, ci sono altri ospiti, ci sono i soliti fantini

esteri ma verso la fine dei 90 caleranno, c’è in campo la dozzina

abbondante di protagonisti, 15. Tuttavia stavolta il campione non

c’è. Certo l’anno prima ci eravamo scialati di lusso con White

Muzzle e Needle Gun, pazienza.

Time Star è comunque onesto, diremmo non male perché in se-

guito se è ben fatto onore, è nel gruppo di tutti gli altri che non

c’è materia neppure media come nell’anno precedente.

Altra notazione: sono anni, diciamo un lustro, nei quali persino

Paul Cole si sposta per venire da noi e non soltanto quando c’è

il Nastro Azzurro. I primi tre jockey sono tutti esteri: Quinn, Kinane

e Reid ma il quarto è Jorge Caro che ha vissuto da noi delle belle

1994  - TIME STAR

S t o r m M o u n t a i n Il Montjeu d’Acciaio

M o n t j e u - L a d y S t o r m ( M u j a d i l )

Storm Mountain è classe e solidità:

un cavallo d’acciaio, più forte di

ogni sfortuna, figlio di Montjeu, 

il padre di Camelot (Derby Epsom), 

Authorized (Derby Epsom), 

Hurricane Run (Arc de Triomphe)

S t o r m M o u n t a i n f u n z i o n a p r e s s oA z . A g r . A l e s s a n d r a V i g l i a n i - M o a s c a ( A s t i )

p e r v i s i t e e c o n t a t t i : D o t t . s s a A l e s s a n d r a V i g l i a n i

O+39 335 6849353 m [email protected]

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stagioni. Contiamo poi Roberts e Holland ma tra i nostri ecco che

si affacciano Mario Esposito, Fernando Iovine, Endo Botti, Maurizio

Pasquale e c’è ancora in pieno spolvero Santiago Soto. Siamo in

un periodo di ottima ricchezza, al primo arrivato diamo via 400 mi-

lioni, sono tanti, significa che il Derby vale circa un miliardo e per

il 94 è un buon cachet. Nel cassetto grazie al gioco in ascesa, alle

corse estere, si trovano molti soldi. Si decide di spenderli, meglio

di usarli anziche governare una crescita controllata. Tutto e subito,

purtroppo ma i contrari si contano sulle punte delle dita di un

monco. La colpa è di tutti, c’è poco da dire. Le maiden diventano

di 34 milioni, ci sono soldi per premi aggiunti, per buoni a vario tu-

tolo, insomma se vinci una maiden tra una cosa e l’altra se sei

anche l’allevatore ti metti in tasca quasi 70 milioni o giù di li. Per

forza poi tornare indietro fa soffrire. C’è denaro un po’ per tutti e

da tutte le parti. Forse il ‘94 è quasi lo spartiacque: il turf colto con-

tinua ad esistere e produce una serie di meravigliosi campioni per

altri 15 anni ma la macchina burocratica sfugge pian piano al con-

trollo del settore e subdolamente inizia una china che da perico-

losa diventerà con l’inizio del 2000 esiziale. Balliamo e stappiamo

champagne e nessuno si è accorto che in sala macchine si è

aperta una falla e i motori sono in panne.

Il bello deve ancora venire!

olmore, ve lo immaginate adesso gli eredi ovvero Aidan O’Brien

e soci che vengono da noi? Ecco perché ci sgoliamo invano per

predicare la nostra internazionalità mentre invece la maggioranza

di noi pensa alla propria reclamare o al proprio handicap di mi-

nima e vorrebbe un programma solo di queste corse senza capire

che solo Milano e Roma ci possono agganciare al vero turf. Pa-

role al vento, le scriviamo solo per noi. Kinane, Quinn, Reid, Ryan

i jockey dei primi arrivati. Ebbene come fate a non constatare che

quando si è fatta autentica cultura di settore si sono raggiunti ri-

sultati ragguardevoli. Oggi abbiamo fantini veramente internazio-

nali, si spostano, purtroppo spesso emigrano, ma sono nel

contesto autentico del vero turf. E’ uno dei frutti, uno dei tanti,

di una cultura per la quale ci siamo spesi tutta la vita invano. Se

in particolare abbiamo fantini all’altezza e con la giusta mentalità

lo dobbiamo alla scuola, anzi alla università, di Pisa ma c’è chi

volta le spalle per non sentire, non è argomento che interessa e

invece dovrebbe essere al primo punto di un progetto di cultura

del nostro turf se vuole rinascere. Solo una dozzina nelle gabbie,

tra i nostri buona carriera per Oxford Line, generoso sempre, e

Thomire . A proposito, oltre alle iscrizioni e ai forfaits il laureato si

porta via 340 milioni diciamo 450 totali alla fine che non sono, in

quei tempi, ricchi per noi inutile negarlo, una bella somma che fa

gola. Parliamo di 20 anni fa ma forse già qualche appassionato

a differenza dei 10 anni che abbiamo già affrontato comincia a

sentire aria di casa, diciamo che molti c’erano o cominciavano

ad esserci e ancora di più da ora in avanti farà premio il ricordo

personale, l’episodio cui si resta legati, anche questo è una delle

bellezze del turf. Cominciano anche a passare gli anni dalla vittoria

di Tisserand, quasi un sortilegio perché in fondo il nostro stud sta

facendo faville a tutto campo. Un po’ di pazienza , anche in que-

sto caso rimetteremo presto la chiesa al centro del villaggio.

1995  - LUSO

Northern DancerTopsider

DrumtopSalse

Prince JohnCarnival Princess

Carnival QueenHigh Hat

High LineTime Call

Lucayan PrincessSir Gaylord

Gay FranceSweet And Lovely

Batosta, niente da dire ma il rating proprio grazie a Luso è di quelli

che tengono, pensate che alla fine della stagione il Racing Post lo

gratifica di ben 121, un po’ perché non si tira mai indietro e molto

perché se fai secondo a tre anni nel Saint Cloud devi valere. Certo

solo il Pittore poteva sapere che nella corsa dove corrono sempre

e solo anziani erano ammessi anche i tre anni. Alzi la mano chi ne

era al corrente, ma onestamente. Abbiamo detto batosta ma non

fa niente, allora ci si abbatteva terribilmente, non avevamo del tutto

coscienza di essere in un villaggio globale e che ciò che contava

era proprio la internazionalità dell’esserci, era il respiro mercuriano.

Se al secondo posto arriva un cavallo di Sangster, Court of Honour

neppure malaccio, ha il suo significato e il suo valore, vuol dire che

sul serio eravamo nelle agende dei trainer e dei proprietari e non

soltanto di quelli un po’ di risulta, senza offesa, come capita negli

ultimi anni, quando vengono, oltretutto. Sangster significava Co-

1996  - BAhAMIAN KNIGhT

Northern DancerDanzig

Pas De NomAscot Knight

Better BeeBambee TT

Golden BeachBold Ruler

Top CommandPolly Girl

Muskoka CommandStratus

Victory SongsterVictory Chant

18 anni non sono trenta. Forza che qualcuno di voi comincia

davvero a ricordare bene, si rende conto che magari c’è stato e

non parliamo ai fedelissimi che hanno i capelli bianchi e che

c’erano anche 40 anni fa. Siamo a meno di 20 anni, sembra

quasi ieri potremmo già dire, forse tra un lustro ci siamo davvero

con i ricordi di ognuno di noi che sono poi quelli autentici, i migliori

che noi cerchiamo modestamente di suscitare provando a farli

riaffiorare con qualche citazione. Intanto non tutti i derby riescono

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con il buco, l’andamento qualitativo è alterno, ne imbrocchiamo

un paio e neghiamo altrettanti. Eppure sono ancora anni di pre-

senze importanti estere, non più come negli ‘80 quando in gran

parte venivano per fare mostra e cercare acquirenti. Vengono co-

munque spesso, vincono come stiamo vedendo. La sagoma di

Tisserand si allontana sempre di più e giustamente si comincia a

temere che, dati tempi e il trend, forse non ne avremo mai più un

altro. Non è cosi, pazienza che arrivano i nostri e non per caso ma

solo perché l’allevamento italiano sta producendo il suo mirabile

sforzo che è il frutto di una cultura e non del caso ed i risultati sono

eccellenti . L’elenco dei nostri allevati, grazie alle mirate provvi-

denze e alla mentalità giusta, è straordinario dalla fine degli ‘80 ad

ancora la metà dei primi del 2000. Fa niente se in questa circo-

stanza dobbiamo subire Bahamian Knight con in sella Richard Hu-

ghes che poi non la più imbroccata e che è finito in ostacoli e se

anche in altre nostre pattern finisce allo stesso modo. E’ il con-

fronto che ci fa più forti e soprattutto ci tiene nel salotto buono ma

teniamo conto che questo è l’anno in cui abbiamo perrduto Glory

of Dancer un quarto di Epsom che nelle Dante vinte ha lasciato

lontano proprio Bahamian Knight. Ha ragione Fabio Brogi: alle Ca-

pannelle avrebbe vinto di corta dirittura. Sono anni in cui il nostro

turf porta all’economia europea e un filino anche a quella ameri-

cana tanti soldi, pensate che 600 fattrici vengono coperte al-

l’estero e pagano quindi fior di monte, gran parte di loro ci vivono

e pagano pensioni come i foal e poi ci sono i trasporti e poi ancora

i parecchi acquisti di fattrici gravide e cavalle out of training oppure

degli stessi foal o yearling. Un bel movimento di denaro che allora

non puzzava evidentemente visto che gli stessi Paesi che adesso

ci vogliono punire perché siamo stati obiettivamente in ritardo se

lo prendevano. Cosi va il mondo, il maledetto dio denaro è il più

potente e idolatrato ma vedrete che non appena saremo di nuovo

in regola con i pagamenti dei premi esteri profumeremo di nuovo.

Intanto Sangster che è stato un leader assoluto tra i proprietari,

moderno come forse pochissimi dopo la guerra fino ai giorni nostri

continua a venire a farci visita e il secondo è un suo cavallo. Noi

siamo comunque terzi e quarti e al quinto posto finisce Kafar in-

fortunato sul quale giurava Lorenzo Brogi, era una delle sue grandi

chance per coronare il sogno di una vita. Vengono ancora anche

tanti fantini esteri, ne contiamo otto e in tutto corrono in 15. Il

piatto è sempre ricco, 340 milioni più entrate varie sono tanti in

quel periodo soprattutto se paragonati al montepremi di tante altre

corse straniere. Siamo ricchi, balliamo, brindiamo e nessuno si sta

accorgendo dell’iceberg a prua: si chiama scommesse sportive,

slot machine , video lottery e tutto quello che volete . Noi siamo il

transatlantico inaffondabile ed invece ….

AtanSharpen Up

RocchettaKris

RelianceDoubly Sure

Soft AngelsNorthern Dancer

NorthfieldsLittle Hut

Captive IslandBallymore

Icy MoreArctic Wave

Siamo ormai nel passato prossimo, ciascuno di noi vede riaffio-

rare nella mente ricordi un po’ più nitidi che nel passato. Ci siamo

quasi. Comunque serve ancora rinfrescare la memoria. Anni ‘90

uguale grande presenza di ospiti perché noi mettiamo sul piatto

parecchi soldi e un black type che fa comunque gola. Non ci

stancheremo mai di ripeterlo: la peggiore tra le innumerevoli scia-

gure che ci sono capitate negli ultimi 10 anni è di gran lunga la

progressiva mancanza di ospiti in numero sufficiente e anche per

qualità per determinare un buono status delle nostre pattern.

Come il cane che si morde la coda. Più abbiamo ospiti più poi

corrono in giro per il mondo - eterna gratitudine al “Pittore” - più

prendono rating solido che si riversa a pioggia anche sulle nostre

corse che mantengono lo status. Interrompere il circuito virtuoso

è stata la nostra fine. Quando adesso osserviamo le varie iscri-

zioni senza ospiti ci vengono i brividi, dove andremo a finire ag-

grappati solo alle chance dei nostri in caso di trasferta? In questo

Derby che a Sangster fa gola e ciò conferma l’assunto i cavalli

ospiti sono nove su 16 al via, i fantini esteri sono la metà e anche

questo fa allegria, status, internazionalità. Arrivo pazzesco in faz-

zoletto: muso, una, testa, testa. Marcatore tutto estero ma fa

niente, quinto posto per il gaucciano Ivan Luis che poi correrà

anche stabile da noi. Il nostro migliore è Risiat. Chapple Hyam ci

ha preso gusto e ride con il suo Single Empire, un Kris che poi

farà anche lo stallone da noi. La corsa è migliore del suo vincitore,

questa è la nostra storia o chiave di lettura. Ungaro che è se-

condo di un baffo è anche il vincitore del gruppo uno di Gelsen-

kirken e due volte del Deutchland Preis altro gruppo uno. Da noi

tornerà anziano a vincere il Milano ma in patria farà suo anche il

St Leger. Uno buono insomma. Come il terzo sul palo, Panama

City il cavallo sul quale puntava deciso Robert Sangster. Uno che

poi sarebbe stato nel marcatore delle King Edward e delle Geof-

frey Freer ma che aveva vinto il Chester Vase in avvicinamento e

in ottobre a due anni aveva fatto prove generali nel Gran Crite-

rium, secondo. Se vogliamo c’è materia anche tra i non piazzati

perché Musical Dancer finirà poi terzo proprio di King Edward.

Ecco cosa scriveva allora Franco Raimondi e dobbiamo il recu-

pero del pezzo all’amico Giuseppe, ormai bibliotecario ufficiale

del turf italiano . “ Poteva essere un Derby storico ed è un Derby

di cronaca grigia. Poteva essere il primo Nastro Azzurro del ga-

loppo tedesco se il fotofinish non avesse detto di no a Ungaro, il

1997  - SINGLE EMPIRE

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fiore di Herr Blume. Poteva essere il Nastro Azzurro della riscossa

grazie a Risiat se il bad boy Kieren Fallon non gli avesse avvolto al

collo il suo Musical Dancer. E’ stato invece il Derby di Single Em-

pire cavallo insipido nell’aspetto e nelle attitudini, un purosangue

in mezze maniche che ha timbrato il cartellino ed è passato alla

cassa lasciando invariato o quasi il suo valore alla borsa mondiale.

Lui e il modesto David Harrison entrano nell’albo d’oro passando

per la porta di servizio... Battuti da un avversario che non era il mi-

gliore in campo. Questo titolo tocca di diritto ad Ungaro, atleta

vero, di spessore, frutto di una selezione antica e autoctona, di in-

serimenti esteri misurati, di una politica allevatoria che non ha mai

cercato scorciatoie... Il costume da cavallo speranza domenica se

lo è infilato Risiat. Mill Borromeo con il magone giurava che senza

lo strangolamento di Musical Dancer il suo avrebbe vinto. Parole

d’amore ma non irrazionali come dimostrano le due lunghezze sul

traguardo... Il purosangue lumbard rappresenta un messaggio al-

levatorio importante e coerente. In un mondo di scarsa memoria

Risiat può vantare le prime due madri appartenenti allo stesso al-

levatore.”

Leger e soprattutto Hong Kong sempre per parlare di Derby te-

nuto a galla benissimo? Ecco Central Park ci ha dato lustro anche

tornando a vincere il nostro Repubblica, valendo a due anni in-

torno al 115 perché aveva vinto le Vintage di Goodwood, poi è

stato terzo nelle Eclipse, quarto nella Coppa di Dubai, ha toccato

anche la Germania insomma mercuriano fino al midollo. Buon

Derby questo perché Mario Hofer piazza al secondo posto Na-

dour Al Bahr che poi farà altrettanto nel Deutsches Derby, mica

male come linea. Il quarto è Mowbray che era stato il runner up

nel nostro Gran Criterium a due anni e si era piazzato nelle Na-

tional. A proposito, di nuovo batosta ma chi se ne importa, le

corse di gruppo esistono per essere appunto momento di asso-

luta internazionalità, deve essere cosi. Cinque ospiti ai primi cinque

posti, uno timolo a far bene ed infatti cosi è stato anzi cosi era,

derby a parte. Su 16 in pista , 11 ospiti, dieci fantini stranieri. Una

bella lezione, adesso i nostri fantini girano loro il mondo e tolgono

le belle soddisfazioni, questo lo sappiamo e lo abbiamo detto fino

alla noia. Si, abbiamo disperato bisogno di ridare autentico re-

spiro internazionale alle nostre corse, oggi più che mai e lo dimo-

strano una volta di più tutte le annate che abbiamo esaminato.

Northern DancerSadler’s Wells

Fairy BridgeIn The Wings

Shirley HeightsHigh Hawk

SunbitternRelko

RelkinoPugnacity

Park SpecialBalidar

BalillaFighting

Che fai attualizzi ? Si, ne approfittiamo, siamo sul pezzo e non ci

facciamo scappare la opportunità. Tanto chi volete mai che tra-

sformi in un libro queste storie del Derby Italiano. Se avete ancora

dei dubbi su quanto sia fondamentale, vitale, importantissimo che

il turf del nostro paese debba restare ancorato saldamente al vil-

laggio globale, debba avere un respiro internazionale per conti-

nuare ad esistere sul serio e non per finta ebbene eccovi serviti

proprio dal nostro derbywinner. E’ fondamentale che le nostre

pattern siano frequentate da ospiti esteri: a volte sono anche

buoni, altre volte no ma fa lo stesso, inevitabilmente ci daranno

una dimensione, diranno delle nostre corse nel proseguimento

della carriera e ne stabiliranno il valore. Senza facciamo ridere e

sprofondiamo pian piano verso la eliminazione o il livellamento al

gradino più basso. Sapete che Central Park, un derby winner ita-

liano è stato persino secondo di Melbourne Cup all’altro capo del

mondo? Ecco, questo è il respiro mercuriano dal quale non pos-

siamo prescindere per vivere. In ogni caso non finiremo mai di rin-

graziare i proprietari esteri che sono venuti, vengono e verranno

da noi e in particolare Sheikh Mohammed che lo ha fatto per tanti

anni e per tantissime volte. Vi ricordate Mastery che poi vince il St

1998  - CENTRAL PARK

Northern DancerNijinsky

Flaming PageCaerleon

Round TableForeseer

Regal GleamAhmad

PotrillazoAzalee

Potri PePepenador

PrestigiadoraPor Cabala

Il 99 è l’anno in cui tocchiamo il cielo con un dito, l’ippica va a

gonfie vele, tocchiamo i 3 miliardi e cento milioni di euro, rappre-

sentiamo il 40% di tutti i giochi in Italia. Eppure il nostro iceberg

è visibile a prua, altro che nebbia, è li bello grande e noi, chissà

se per incuria o per calcolo di qualcuno, ci andiamo a sbattere in

pieno e logicamente iniziamo ad andare a fondo. Certo mentre

ciò accade, quasi tutti noi, chi scrive per primo, da incoscienti

siamo nei saloni a ballare, stappare bottiglie di vino pregiato, in-

somma non capiamo nulla. I giochi vengono liberalizzati, l’ippica

non sa fare quadrato o almeno chiedere garanzie, aggio sui mo-

vimenti, nulla . Andiamo felicemente incontro alla catastrofe men-

tre sotto i baffi alcuni se la ridono e pensano a se stessi, per loro

cambia poco, anzi. Dopo 12 o 13 anni si giocano in Italia quasi

90 miliardi di euro e noi invece del 40% rapprendiamo l’uno.

Colpa nostra per carità ma solo nostra? “ Derbaccio”. Va am-

messo, ci sono le annate dove non si struscia una palla. Questa

è una di quelle, pochi agganci e pensare che invece le altre pat-

tern, diverse almeno, sono sopra media. Il Nastro Azzurro tutto

1999  - MUKhALIF

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15©ANAC-SGA

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“sceiccoso” grazie all’uno due sul palo fa felice il nostro amico del

Dubai che, non dimentichiamolo, per almeno venti anni non si è

mai tirato indietro dal portare i suoi allievi da noi a dare rating e

linee. Felice lui quel giorno ma per noi un Derby sotto tono. Il se-

condo Iscan non ci ha salvato, diciamo che con un po’ di fantasia

e ottimismo ci può tenere appena a galla con il secondo nelle King

Edward ma non è il massimo come lo stesso secondo nelle

March, la chiamata di Goodwood per il St Leger che già è una

condanna di suo. Prima di venire da noi era stato terzo di Chester

Vase, dignitoso. Curiosità: vince il Godolphin di Saed Bin Suroor

e il secondo, casa Mohamed ancora, lo allena Michael Stoute,

quasi una rarità da noi. Consoliamoci con il fatto che in sella c’era

il nostro Lanfranco che ci teneva da morire a vincere il Nastro Az-

zurro italiano per fare strike in Europa. Ecco almeno a qualcosa di

grande questa edizione cosi è servita. Il terzo di casa Caruso è

Best Grey che poi sarà quarto di Milano e di Italia. Timboroa forse

fuori dalla distanza almeno nella stagione, Bagni di Petriolo pagava

lo Scheibler vinto in lotta feroce con Sumati che salta dopo il Parioli

e aspetta il capolavoro autunnale nel Jockey dove, battendo con

in sella un divino Mirco, Silver Patriarch in un colpo, volendo essere

sempre ottimisti, risolleva le sorti della generazione perché Silver

Patriarch nel suo Derby è stato secondo, lo abbiamo visto insieme,

alla grande. Al via sono in 13, pochi quindi, sei sono ancora i fantini

esteri più Lanfranco.

meno internazionale e che vale il suo status come negli anni pre-

cedenti dove ad edizioni al pelo, ma salve, si sono succedute

come abbiamo visto altre addirittura sopra standard. Gli ospiti qui

sono otto, i fantini stranieri accorrono in dieci.

Kallisto con in sella Boschert e per il training di Blume si porta a

casa il Nastro Azzurro e lo fa in maniera perentoria, sei lunghezze

non consentono discussioni. Sarebbe stato un buon cavallo se

dopo il quarto posto nel Derby Tedesco non avesse chiuso car-

riera ma la linea la ha presa e soprattutto a questa edizione che

vede ospiti ai primi tre posti, il quarto è Davide Umbro, il buon li-

vello lo garantisce il terzo sul palo che è Paolini. Si proprio lui che

diventerà meraviglioso mercuriano giramondo. In questo, ecco la

differenza, i tedeschi ci hanno surclassato perché spinti dalla

fame, sembra paradossale affermare una cosa del genere, solo

nell’ippica comunque, si sono ingegnati e sono andati la dove si

sentiva odore di soldi, in qualunque parte del mondo. E’ in queste

stagioni che hanno costruito magari inconsciamente la loro at-

tuale mentalità che ne ha fatto una potenza tecnica, pochi cavalli,

ottimi allenatori, grandi proprietari e allevatori, un settore di nicchia

che vince Arc e King George, il massimo.

Noi, ricchi, siamo stati a guardare aspettando lo zio d’America

che non è mai venuto come Babbo Natale. Paolini ha vinto il Duty

Freee, è secondo nell’Arlington Million, terzo nella Queen Eliza-

beth Cup di Hong Kong, secondo ancora ad Hong Kong nella

Cup sui 2000, secondo nel Canadian International, secondo a

Singapore, e da noi primo di Milano e Repubblica. Ha nobilitato

tre nostri gruppi uno. Il secondo sul palo fu Windsor Boy altro

sfortunato con solo una corsa successiva ma comunque, training

di Cole, con nel carniere il posto d’onore del Chester Vase dopo

di che è venuto al nostro derby esattamente come adesso non

accade più. Buono il tempo su un terreno ben scorrevole, 2.27.10

sui 2400 metri.

2000  - KALLISTO

KalamounKalaglow

RossitorSternkonig

WauthiSternwappen

SternwachtDschingis Khan

KonigsstuhlKonigskronung

KaliniktaPrince Ippi

KassiopeaKleine Ballerina

Ventuno partenti, una festa. Continua soprattutto il momento d’oro

del nostro turf sotto il profilo economico. Il 2000 è davvero lo spar-

tiacque, iniziamo ad inabissarci ma siamo ancora ovviamente in

superficie e tutti credono di volare. I giochi sono liberalizzati, la no-

stra fine è certa ma non lo sappiamo o meglio lo sanno in pochi e

nessuno di noi ippici o sedicenti tali pensa di chiedere e ottenere

una sorta di royalty percentuale sui futuri movimenti di slot e altri

giochi. La avessimo ottenuta saremmo salvi oggi come oggi. Ab-

biamo ancora bilanci sontuosi e il Derby elargisce al vincitore

175.000 euro, ci permettiamo Repubblica e Roma da un miliardo

di lire globali. Le nostre pattern sono ricche e come accade da

20 anni gli stranieri anche di spessore non mancano mai o quasi

mai. Siamo in Europa e non rubiamo il posto a nessuno anche se

ovviamente siamo in seconda fila. Magari fosse cosi anche ai

giorni nostri. Il Derby è fotocopia delle altre pattern. Una corsa al-

2001  - MORShDI

Mill ReefShirley Heights

HardiemmaSlip Anchor

BirkhahnSayonara

SuleikaNorthern Dancer

Sadler’s WellsFairy Bridge

Reem AlbaraariHabitat

HabibtiKlairessa

Falbrav è partito a una quota superiore al 18 contro in due delle

sue 26 corse. Una l’ha vinta – grazie San Frankie! – a Nakayama.

L’altra l’ha persa, il Derby di Capannelle, 27 maggio 2001. Il bello

è che quel pomeriggio grigio della Japan Cup si è rivelato poi solo

una tappa nella fantastica avventura del campione che ha vinto

otto gruppi 1, su otto piste diverse, dai 1600 ai 2400, in cinque

Paesi diversi.

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16©ANAC-SGA

di CorsaIL PUROSANGUE

Il 2001 è l’anno del’11 settembre, del G8 di Genova che ci ha fatto

sembrare simili a un Paese sudamericano, della prima vittoria di

Blair in Inghilterra e del primo Amerique di Varenne, della banca-

rotta Argentina e della Swissair che lascia gli aerei a terra perché

non aveva più un bottone. E’ l’anno in cui Morshdi vinse il Derby.

Chissà che fine avrà fatto? L’ultima volta, bolso e castrato, è stato

visto ad Abu Dhabi nel 2007, quando aveva 9 anni. L’ultima vittoria

l’aveva ottenuta un anno prima. Storia maledetta quella del figlio

di Slip Anchor, portacolori di Sheikh Ahmed al Maktoum, cavallo

buono per davvero. Il Derby fu la sua quinta corsa e la sua se-

conda vittoria (la prima, ironia della sorte, la ottenne a spese di La

Vita E’ Bella…). Lo allenava con sapienza Michael Jarvis che

scelse il Derby Italiano perché cadeva a fagiolo. A Epsom ce

n’erano almeno cinque o sei troppo buoni e da evitare. A Capan-

nelle, su una pista più semplice, si correva per un primo premio di

395.000 euro (più le entrate). A Epsom vinse Galileo su Golan e

Tobougg. A Capannelle andò a segno facile Morshdi, caricando a

traguardo lontano come fanno i cavalli buoni. Mentre lui si stac-

cava e il favorito Vinnie Roe (che poi vincerà quattro volte l’Irish

St. Leger) non riusciva a trovare il passaggio, finiva a bomba dalla

coda di un gruppo di 19 partenti il giovane Falbrav.

Galeotto fu il Filiberto, nel senso di Emanuele. Luciano D’Auria sa-

peva di avere in mano qualcosa di importante e aveva scelto il più

classico dei trial per Capannelle. Purtroppo a Milano in maggio

può anche piovere e nei due giorni precedenti scaricarono piscine

d’acqua su San Siro. Risultato: sole e terreno pesante. Un bacio

per Baciale, che era uno forte e aveva in sella Olivier Peslier. Con

i piedi incollati Falbrav arrivò secondo e terzo c’era un altro leg-

gero: Altieri. Vittorio Caruso decise di passare la mano con il sauro

che sul pesante ci andava ma non era ancora maturo per il Derby.

Luciano D’Auria ottenne luce verde, ma con prudenza. E con pru-

denza Falbrav corse, scatenandosi in quel finale che accese dav-

vero i riflettori su di lui.

Con in testa il cappello della cronaca forse ci sfuggì il valore reale

di quel Derby. Cinque settimane dopo al Curragh, pur senza dav-

vero avvicinare Galileo, Morshdi dimostrò di essere uno dei primi

tre o quattro d’Europa. A inizio settembre, dominando il Grosser

Preis von Baden Baden, lo confermò. Poi si fece male e andò in

razza, in Germania. Risultò sterile e lo rimisero in allenamento nel-

l’inverno 2002, negli Emirati. Falbrav aveva vinto da qualche set-

timana la Japan Cup, Vinnie Roe aveva già portato a casa tre dei

suoi cinque Gr1 ed era finito quarto nella Melbourne Cup.

Che Derby, quei Derby. A proposito, nel 2001 si corse per

1.980.000.000 lire, con una dotazione più che raddoppiata ri-

spetto all’anno precedente. Falbrav portò a casa 173.529 euro,

da moltiplicare per due dato che si trattava di Gr1, più il premio

all’allevatore. Insomma, più di Morshdi. Eravamo ricchi e a qual-

cuno quel tesoro non sembrava sufficiente.

Northern DancerDanzig

Pas De NomPolish Precedent

BuckpasserPast Example

Bold ExampleBlushing Groom

Rainbow QuestI Will Follow

RageraHigh Top

SmagetaChristine

I bottegai hanno applicato il cambio alla velocità della luce: dall’1

marzo 2002, il primo giorno “lira free” dell’Italia, i prezzi si sono

trasformati. Per comprare quello che prima costava una millelire,

ora ci vuole un euro. In realtà la parità sarebbe a 0,516 euro per

ogni millelire ma questa è l’Italia. Se non l’ha cambiata Garibaldi…

L’ippica continua a tirare e la fonte dei miracoli sembra inesauri-

bile. L’aumento della dotazione del Derby viene confermato: a

Capannelle si correrà per 1.022.560 euro, la stessa cifra conver-

tita dell’anno precedente. L’Italian Derby ha un valore facciale

quasi uguale a quello del Jockey Club (1.100.000) e non molto

lontano da quanto distribuito al Curragh (1.300.000). Epsom è in

un’altra dimensione (2.151.340 euro al cambio di allora). I tede-

schi, che nel 1993 avevano fatto il Derby milionario (in marchi),

dopo aver abbassato la dotazione a 800.000 nel 2001, l’hanno

divisa per due come da regola della conversione in euro.

Vincere il Derby Italiano non garantisce l’ingresso in razza ma se

per quello van di pugnetta anche fior di laureati all’estero. In com-

penso offre soldi buoni e mercato. E’ per questo che Godolphin

e Ballydoyle iscrivono a man salva. Mica puoi mettere tutte le

uova nello stesso paniere con il rischio di fare la frittata.

Nel 2002, anno primo dell’era euro, Godolphin aveva una squa-

dra come si dice a Milano di mal tra’ insema (raccolti in qualche

maniera la traduzione) anche se Moon Ballad seppe volare una

notte a Nad al Sheba. Tanto che non trovarono nemmeno un ca-

vallo per Chantilly. Aidan O’Brien aveva la scuderia che scoppiava

di 3 anni e dirottò a Chantilly Black Sam Bellamy, Castle Gandolfo,

River Dancer e un battistrada. High Chaparral e Hawk Wing (in

ordine inverso nei preventivi) erano quelli per Epsom, pure con

un battistrada. L’avanzo da mandare a Capannelle era Ballingarry

che a 2 anni aveva capeggiato il trenino O’Brien (Castle Gandolfo

e Black Sam Bellamy gli altri) nel Criterium de Saint Cloud e al

rientro aveva scanterallato nel Noailles. Si, c’era l’ennepi nel

Lupin, ma un Sadler’s Wells del genere sembrava perfino troppo

buono per l’Italian Derby.

Ballingarry parte favorito a 2,56 in un campo di 16 e gli italiani di

training sono sei. La nostra selezione è Rakti, allevato dai Rosati

Colarieti, colori del Poggio, training di Bruno Grizzetti e monta di

Mirco Demuro che aveva 23 anni, e due stagioni prima aveva la-

sciato l’ala di Babbo D’Auria. Mirco aveva già montato quattro

volte nel Derby Italiano e non si era mai piazzato.

2002  - RAKTI

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17©ANAC-SGA

di CorsaIL PUROSANGUE

Rakti era arrivato al Derby seguendo un tragitto non banale. A 2

anni era andato a cogliere la prima vittoria – alla terza uscita – sui

2000 metri di San Rossore per chiudere la stagione il 25 novembre

nel Furigolo. A 3 anni il rientro in condizionata il 10 marzo (primo

di otto), poi il Botticelli (primo di sette) e via verso il Derby, con l’eti-

chetta di front runner naturale. E invece Rakti in testa non ci va,

anzi Mirco lo para per un attimo in coda. Ma se l’è, matt? In curva,

mentre il gruppo si compatta, Mirco muove in aggiramento e

senza un vero parziale va in percussione su Ballingarry. Il mondo

al contrario, quello che doveva essere attaccato diventa attac-

cante e viceversa. Rakti passa e sacrifica Ballingarry (sempre

mondo al contrario, Fallon danneggiato non è l’uomo che morde

il cane) e arriva sano e salvo alla meta. C’è intervento, Kieren –

dolcevita nero e borsa in mano – dice che il suo cavallo stava rea-

gendo all’attacco e avrebbe vinto. I commissari non gli credono.

Rosso pagare! L’Italia torna a vincere il Derby 15 anni dopo Tisse-

rand. Dopo la corsa venne ufficializzato il passaggio di Rakti a Gary

Tanaka. Dal vivo Mirco Demuro ci era sembrato matto e, invece,

riuscì a portare sano e salvo alla meta sui 2400 un cavallo che poi

avrebbe toccato i vertici (Champion, Prince of Wales’, Queen Eli-

zabeth II, Lockinge) dai 1600 ai 2000 metri. Rakti ha corso in Italia

12 volte con sette vittorie, sei delle quali a Roma. A San Siro ha

fatto zero su tre. La storia ci aiuta a capire che gli allenatori non

fanno le cose per caso. A proposito, sapete perché abbiamo fatto

tutto quel discorso sulle dotazioni? Rakti ha stabilito un record:

nessun cavallo ha mai vinto in Italia, in un anno, quanto lui. Premi

aggiunti e all’allevatore compresi – entrate escluse – nel 2002

portò in cassa 1.327.778. Purtroppo è un record che non sarà

mai battuto nemmeno dal fratello veloce di Ribot.

hanno i francesi e noi faremmo volentieri cambio. La generazione

italiana 2000 non era scarsa, anzi comprendeva tre cavalli di ca-

ratura internazionale: Le Vie Dei Colori, Prince Kirk e la femmina

Marbye. Il problema è che per fare i 2400 metro avrebbero dovuto

correre a staffetta. L’Italia arrivò al Derby con quello che poteva

raccogliere. Godolphin aveva un favorito sotto la pari, Songlark,

che era stato secondo nell’UAE Derby di uno vero come il suda-

fricano Victory Moon ma aveva preso calci nel sedere tanto nelle

Ghinee che nelle Dante. C’era un Sangster (Private Charter) pro-

veniente da Chester e Lundy’s Lane, che poi corse il Derby. La

verità è che mancava il cavallo ammazza-Epsom e, quindi, le

strade alternative come quella di Capannelle erano meno interes-

santi. Osorio, pur tedesco, aveva carriera tutta italiana e si pre-

sentava da netto vincitore dell’Emanuele Filiberto. Era una scelta

logica, bastava non farsi incantare dalle serene del deserto. Vinse

facile, di due e mezzo, per la gioia di un Mariolino Esposito im-

peccabile in corsa e nella preparazione del cavallo, nella sua ge-

stione di tappa in tappa. E’ stato un derbywinner degno ma è

praticamente impossibile giudicarlo “storicamente”. Dopo il suc-

cesso di Capannelle si fece male e tornò in azione dopo due, pra-

ticamente “tocco”, con in Inghilterra con il trainer di Mark

Johnston. Il migliore di training italiano si dimostrò Mac Monarch

che dopo il secondo posto nel Filiberto per Quinlan rimase in To-

scana da Angelo Macchi. Nessuno di quei 13 diventò famoso.

La dotazione di quel Derby scese simbolicamente sotto il milione

(990.000) ma in fin dei conti erano anche troppi per il valore dei

contendenti. In Italia il ministro Sirchia proibiva il fumo nei locali

pubblici. Il mondo aveva ben altro di cui occuparsi. C’era la guerra

all’Iraq, la Cina doveva fare i conti con la Sars, l’Ebola impazzava

in Congo e nell’ippica sbarcava Panzironi…

2003  - OSORIO

BirkhahnLiterat

LisSurumu

RelianceSurama

SuncourtPhaeton

VitigesVale

OcotalLe Haar

OcanaOrnata

Ma pensa un po’… Un povero allenatore svizzero che lavora in

Germania viene a debuttare in Italia con un cavallo da Derby e si

prende sul muso un futuro vincitore dell’Ispahan. La sorpresa non

era vedere i campi pieni di tedeschi a caccia di maiden ricche

(10.625 euro al vincitori) ma rimandarli a casa con le croste. Capitò

a Osorio, training di Urs Suter, colori Newsells Park – Fahrhof.

Scese a Milano e trovò Prince Kirk… Peggio per lui.

Osorio è stato in un certo senso un cavallo simbolo: il tedesco che

non ha mai corso in Germania. Adesso questo problema ce l’-

2004  - GROOM TESSE

Red GodBlushing Groom

Runaway BrideGroom Dancer

LyphardFeatherhill

Lady BerryKenmare

Highest HonorHigh River

Vicomtesse MagShakapour

VigorineVigorelle

Groom Tesse è stato il primo derbywinner ad aver debuttato in

Sardegna ed il primo con paraocchi (giusto per fissare un paletto

temporale) dall’apertura del Nastro Azzurro. Il grigio della L3C è

stato soprattutto il primo derbywinner associato al nome di Luigi

Camici – insieme con il figlio Fabrizio – nella colonna degli alleva-

tori. Il capolavoro di uno straordinario uomo di cavalli, ancor più

dell’Arc di Tony Bin perché ottenuto plasmando una materia

prima meno pregiata. Groom Tesse arrivò in Continente per pro-

vare il De Montel portando nel baule due successi a Chilivani.

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di CorsaIL PUROSANGUE

Il Sor Luigi lo provò nell’estate napoletana, lavorando di scalpello,

e continuò a Roma, con l’ausilio del paraocchi. Una vittoria, un

ennepi nel Rumon, e poi il colpo a 45 contro uno nel Berardelli,

battendo un altro grigio di lusso come Vol De Nuit e una femmina

sopra la riga come Noble Stella. A 3 anni riprese il cammino con

un successo sui 2000 metri, senza paraocchi, e le prese da DI-

stant Way nel Botticelli. Un paio di settimane prima del Derby ci

capitò di chiedere al Sor Luigi come mai Groom Tesse non aveva

portato il paraocchi nelle due prove di collaudo. “Non serviva, ma

al momento giusto verrà buono” rispose con la solità calma

aguzza. Altro che buono, con il cencio in testa Groom Tesse,

spinto alla grande da Dario Vargiu, cappottò gli avversari. Il tede-

sco Dayano, che aveva preparato la corsa a Pisa facendo carte

false per essere al massimo, lo vide passare. L’inglese Privy Seal,

favorito della corsa, finì terzo a più di cinque lunghezze, battendo

il successivo duplice Presidente Distant Way. E Lorenzo Brogi, im-

precando contro la sfortuna che gli aveva messo al tappeto Vol

De Nuit, a mesi di distanza continuava a ripetere: “Un Derby di

caimani, non lo potevo perdere mai. Vol de Nuit e Distant Way non

sono della stessa categoria”. Lady Luck non è stata amica di

Groom Tesse. Alla riprova, quella antica del Gran Premio di Milano,

si fece male e il Sor Luigi fu costretto a metterlo in bacino di care-

naggio. Groom Tesse rimase lontano dalle piste per 15 mesi, tornò

con ancora il cartello lavori in corso, vinse nell’autunno dei 4 anni,

e fece ennepi nel fango del Roma. Non era un cavallo finito e lo

dimostrò a 5 anni, con il terzo posto nel Presidente, e il secondo

nel Milano di Shamdala, in cui sconfisse il coetaneo e rivale giova-

nile Vol de Nuit, e nel Grand Prix de Deauville. In mezzo ci fu una

vittoria, nel Carlo d’Alessio. Era il giorno del Derby di Gentlewave.

Groom Tesse se la prese con i più piccoli e vinse di tre lunghezze.

Dopo la corsa chiedemmo al Sor Luigi: ma questo paraocchi è

nuovo, un po’ diverso dal solito? No, rispose, è sempre quello di

Lara’s Idea, un po’ straccio ma fa sempre il suo lavoro. Se mai

verrà creato un museo del galoppo quel paraocchi dovrà essere

esposto, come lo strumento con cui un grande artigiano ha saputo

creare capolavori.

lizzato dal 1969, l’anno di Bonconte di Montefeltro. Dopo un’eter-

nità è un Derby senza stranieri e non si capisce il motivo perché

c’erano i soldi e venivano pagati (306.000 più le entrate al pro-

prietario del vincitore). E c’era l’impresa nell’aria. Quel cavallo di

cui San Siro parlava da un po’, che aveva debuttato solo a 3 anni

per via di problemi burocratici poi risolti da Mario Siveri e i suoi

ragazzi, si presentava all’esame da imbattuto. Tre vittorie in 25

giorni: debutto, Rumon e Parioli per un totale di 14 lunghezze di

vantaggio. Farà la distanza era la domanda che lo accompa-

gnava? Martino Alonso era uno stallone debuttante che molti

nemmeno avrebbero fatto debuttare, visto il carattere. La madre

Fosca era stata nulla in corsa. Quindi pochi appigli dal pedigree.

Alla fine il pubblico a stragrande maggioranza (pagava 1,48) de-

cise che contro avversari inferiori Ramonti avrebbe fatto la di-

stanza. A Endo Botti il compito di accorciarla il più possibile. In

testa, ad andatura moderata ma senza trottare, Ramonti si tenne

gli avversari alla coda. Ai 400 un allungo, quello decisivo, a cui

pochi seppero resistere. Alle spalle di Ramonti una mischia fermò

alcuni rivali ma non De Sica, che venne fuori dalla scia ai 150, se-

condo un piano preordinato. Attacco finale, lieve calo dal favorito

e il Derby è suo. Mil scoppia in lacrime e abbraccia tutti, ha vinto

il Derby con un cavallo fatto in casa, usando una fattrice (Drifa)

che aveva allenato e faceva 950 metri. Con uno stallone come

Sri Pekan si poteva pensare a un buon 2 anni, saltò fuori De Sica,

con cui Mil fece una cosa nuova, il doppio trial. La sua prima

scelta era il Parioli e De Sica andò in campo, con il dubbio del

trainer sulla distanza un po’ breve, e il paraocchi perché nel Gar-

done aveva lasciato l’impressione di aver mangiato la michetta.

Finì quinto, bene, ma senza mai entrare nella stessa inquadratura

di Ramonti, a più di sei lunghezze. Dal Parioli al Derby c’erano

quattro settimane, troppe per un cavallone come De Sica, e per

questo Mil decise, senza paraocchi, di allungare in una condizio-

nata a Capannelle. Missione compiuta, facile vittoria e biglietto

per il Derby conquistato. Da qui a vincere… Mill fu perfetto, Marco

Monteriso pure, De Sica anche e per un giorno, quello più impor-

tante, ebbe dalla sua parte Lady Luck che gli girò le spalle. La Si-

gnora fortuna fece una pernacchia a Ramonti che finì a tre cilindri

per colpa di un ferro girato e poi perse l’autunno. Tornò più forte

e miler a 4 anni, vinse Turati (allora si chiamava così) e Di Capua,

provò senza esito il Jacques le Marois, chiuse la stagione con il

terzo posto nell’Hong Kong Mile e venne venduto a Godolphin.

A 5 anni completò prima la triplice corona inglese dei miler anziani

(Queen Anne, Sussex e Queen Elizabeth II) e chiuse una stagione

super arrivando a 2000 metri nella Hong Kong Cup. Il dubbio sulla

sua sconfitta nel Derby ci è rimasto, senza il ferro avrebbe parato

l’attacco di De Sica? Non lo sapremo mai, però quello doveva

essere il Derby di De Sica e del Mil.

2005  - DE SICA

RobertoRed Ransom

ArabiaSri Pekan

Son AngeLady Godolphin

Flying NeedlesDanzig

HamasFall Aspen

DrifaWoodman

RarissimaIcecaprice

Il Derby di De Sica, il Derby di Mil, anzi del Mil con la preposizione

come si usa a Milano. Doveva essere quello di Ramonti, che an-

dava per il doppio Parioli – Nastro Azzuro che nessuno aveva rea-

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19©ANAC-SGA

di CorsaIL PUROSANGUE

Dschingis KhanKonigsstuhl

KonigskronungMonsun

SurumuMosella

MonasiaRainbow Quest

SaumarezFiesta Fun

SaumareineHabitat

Charming QueenCharming Friend

Gentlewave è stato il primo e unico derbywinner supplementato e

la colpa è tutta di Olivier Peslier… Cosa c’entra il nostro caro

Olive? Il figlio di Monsun non aveva iscrizioni classiche perché

aveva debuttato solo in marzo a Saint Cloud, per i colori di Bob

Lalemant. A 10 giorni dall’esordio vincente bis in listed a Saint

Cloud, con il terreno a mezza gamba, battendo Numide. A quel

punto si inserisce nella storia Gary Tanaka, che aveva vinto già

mezzo Derby con Rakti, e stacca l’assegno per acquistare Gen-

tlewave, alla vigilia del Prix Noailles, una delle tradizionali prove di

preparazione al Jockey Club che quell’anno, per la seconda volta,

si correva sui 2100 metri. Gentlewave vince battendo Bremen, poi

fa l’Hocquart e perde su una punta di velocità da Numide.

E’ un cavallo da 2400, lo vede anche un cieco, figurarsi Andre

Fabre che riuscirebbe a distinguere un cavallo buono da uno nor-

male anche a 100 chilometri di distanza. Per questo Dedè, che

odia il Jockey Club corto, cerca un obiettivo possibile, senza dover

aspettare fino all’Irish Derby. Ci sarebbe quello Italiano che è ricco

e apparentemente facile. Si, ma è in Italia che sul mappamondo

di Fabre non è segnato. E poi c’è il problema del fantino perché in

contemporanea con il Derby day romano c’è il pomeriggio del

Saint Alary e dell’Ispahan. Peslier è impegnato con Manduro, gli

altri francesi hanno obblighi di scuderia vari. Il fantino ce l’ho io,

dice Peslier a Fabre, e chiama Marco Monteriso. “Tieniti libero che

potrebbe esserci un cavallo nel Derby”. Il nome di Gentlewave

spunta giovedì a mezzogiorno nella lista degli iscritti, nel pomerig-

gio arriva la dichiarazione dei partenti con il nome di Marco Mon-

teriso. Gentlewave è un favorito evidente anche se abbiamo da

opporgli un buon vincitore del Filiberto come Storm Mountain, un

laureato del Parioli che sembra in grado di poter tenere la distanza,

Monachesi che ha sorvolato il Botticelli. Pensate che un cavallo

super che diventerà poi bi-milionario come Pressing era a 36.

Gentlewave vince come si spera faccia sempre un cavallo che

paga 1,71. Si presenta in mezzo alla pista, mette la freccia e saluta

la compagnia. Storm Mountain finisce secondo su Rockmaster.

Un Derby di spessore, quella fu la prima sensazione. Cinque set-

timane dal Curragh ci arrivò la conferma: Dylan Thomas largheggiò

e alle sue spalle Gentlewave conquistò un comodo secondo posto

battendo il vincitore del Jockey Club Darsi e il runner up di Epsom

Dragon Dancer con un distacco simile a quello a cui aveva lasciato

Stom Mountain. Quel giorno a Capannelle Storm Mountain

avrebbe battuto quasi tutti i derbywinner italiani che gli sono suc-

ceduti e parecchi di quelli che l’avevano preceduto. Si fratturò e

tornò a essere competitivo. La fortuna spesso fa la differenza nella

carriera di un cavallo. Anche Gentlewave si fece male dopo l’Irish

Derby e non corse più. Ma Olive, non potevi farti gli affari tuoi?

Grazie Olive, dice Monteriso.

2006  - GENTLEWAVE

Mr ProspectorMachiavellian

Coup De FolieAlmutawakel

Green DesertElfaslah

Fair Of The FurzeSadler’s Wells

BaratheaBrocade

Claba Di San JoreLaw Society

ClawCrodas

Claba di San Jore non era ancora Claba di San Jore. Anzi, per la

Effevi era stato un acquisto non troppo fortunato, aveva vinto un

handicap da 6.800 euro al primo, ed era stata messa in razza

anche se El Sciur Villa ha sempre avuto anima da proprietario più

che da allevatore. Il primo stallone scelto fu Almutawakel che nel

2003, l’anno in cui coprì Claba verginella, costava 7.000 euro per-

ché allora come oggi a una vittoria nella Dubai World Cup gli al-

levatori credevano poco. Saltò fuori un cavallone, tardivo, che

richiedeva pazienza e venne chiamato Awelmarduk.

Alduino Botti ci impiegò quattro corse a fargli vincere la sua mai-

den, in un laborioso autunno milanese. Il cavallone aveva bisogno

di “svegliarsi fuori” e di imparare a correre. Il successo arrivò in

una maiden sui 1800 metri, da favorito sotto la pari contro 20 av-

versari. Awelmarduk andò a nanna per l’inverno e tornò in azione

il 21 aprile, 29 giorni prima del Derby. Vinse bene una seconda

maiden portando per la prima volta il paraocchi e andò, 10 giorni

dopo, al Filiberto. Lo Zio Aldo è un allenatore vecchia scuola, non

gli piace correre ravvicinato, ma nemmeno portare i cavalli agli

appuntamenti importanti senza averli affilati come si deve. Awel-

marduk è favorito nello storico trial ma corre un po’ da “pistolone”,

finisce terzo dietro Sopran Promo e Zolango.

Addio sogni di gloria? Vuol dire con non conoscete il fighting spirit

di casa Botti. Si lavora e si spera. A Capannelle giocano l’italiano

d’Inghilterra Zar Solitario che ha fatto un canter nel Botticelli, il te-

desco Shrek a segno in un gruppo 3 a casa oppure Depp, il fra-

tellastro di De Sica che aveva fatto un finalone in preparazione a

San Siro. Awelmarduk parte a 38 contro uno, come un cavallo in

pista per la bandiera e un tavolo al ristorante. Figurarsi…

Dalla prima e allora unica vittoria nel Derby, quella di My Top nel

1983, erano passati 24 anni. Troppi. Zar Solitario va davanti in

stile Johnson con Lanfranco Dettori ma a metà retta perde la

camminata (si scoprirà poi una frattura), Depp non avanza, Shrek

2007  - AWELMARDUK

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20©ANAC-SGA

di CorsaIL PUROSANGUE

e Rob’s Love sembrano giocarsi la vittoria ma arriva Awelmarduk,

accompagnato da qualche strillo milanese. Missione compiuta, i

Botti tornano ad assaporare il Derby, El Sciur Villa festeggia il suo

primo, e si iniziano a scrivere le prime storie su Claba di San Jore,

sulla famiglia che arrivò in Italia alla fine degli anni ’60 grazie ad

Enrico Arcari e venne poi sviluppata dagli Zanocchio. Una linea

che aveva già vinto il Derby nel 1973 con Cerreto e Lester Piggott.

Awelmarduk si fece male, il lavoro certosino di Alduino Botti – che

nel frattempo aveva passato le consegne al figlio Stefano – gli con-

sentì di tornare in pista e vince l’Unire due anni dopo. Ora è in Ka-

zakistan a fare lo stallone.

menti di Vittorio Caruso che a distanza di tempo continua ad es-

sere convinto che se non gli avessero sottratto 200 metri quel

Derby non l’avrebbe perso. E’ il primo Derby di Peo Soccini e Pie-

tro Barbarito, che hanno ripreso la giubba Cocktail e hanno ac-

quistato il figlio di Galileo e Sopran Londa, luce degli occhi di

Leonardo Ciampoli. Coup d’essai coup de maitre, dicono in Fran-

cia. La Cocktail venderà poi Cima de Triomphe a Teruya Yoshida.

Il grigio correrà un buon Arc ma per sua sfortuna battendo il naso

su Zarkava e un numero di steccato impossibile.

Il proprietario e allevatore giapponese sperava in un colpo alla

Falbrav e decise di mandare Cima da Luca Cumani per ottenere

uno stallone, figlio di Galileo e di una vincitrice classica italiana

(da Danehill). Cima iniziò vincendo le Brigadier Gerard, poi segnò

il passo (quarto nelle Eclipse e nell’Arlington Million). La spedizione

in Australia si concluse con due ennepi e Cima de Triomphe tornò

in Italia, vincendo in listed ma senza brillare in gruppo. Il meglio

l’aveva già dato e non era abbastanza per entrare nel seleziona-

tissimo roster stalloniero Shadai. Così andò in Francia, al Thenney,

e mercoledì ha avuto il suo primo vincitore di 2 anni. I primi year-

ling sono stati bene accolti in Argentina e magari diventerà un

grande stallone nel Sud del Mondo. Il Derby del 2008 sancì la re

trocessione della corsa a gruppo 2, eppure fu di buona qualità.

2008  - CIMA DE TRIOMPhE

Northern DancerSadler’s Wells

Fairy BridgeGalileo

MiswakiUrban Sea

AllegrettaDanzig

DanehillRazyana

Sopran LondaCrystal Palace

LongobardaLuisa Morales

Il Derby è in zona retrocessione per il meccanismo dei rating e per

cercare di salvarlo si tenta di tutto. La dotazione viene portata a

un milione e mille euro e la distanza accorciata di 200 metri, la-

sciando invariato il tracciato in pista Derby. A Capannelle si inven-

tano favorito l’inglese Bouguerau, forse sui ricordi degli anni d’oro

di Peter Chapple-Hyam, e in alternativa si punta sul riscatto di Far-

rel, che da favorito a 1,55 aveva mandato tutti in bianco nel Parioli

vinto da Senlis. Bruno Grizzetti decide di schierare la squadra a

tre punte. La prima monta, Dario Vargiu, va su Farrel. Papetti – im-

battuto in cinque uscite – tocca a Pier Convertino mentre su Cima

De Triomphe sale Silvano Mulas. Per uno degli strani misteri del

betting il grigio, che aveva vinto di due e mezza il Filiberto sul pe-

sante, parte addirittura dodicesima scelta. E’ vero che dopo aver

vinto di sette una seconda maiden al debutto (sul duro) e il terzo

posto (da favorito a 1,42) nel Campobello, Cima de Triomphe si

era messo all’imbrago durante l’inverno. Quarto di quattro al rien-

tro, tanto da convincere Bruno Grizzetti a mettergli il paraocchi e

correre a sei giorni in una condizionata. Leggero miglioramento:

terzo di quattro. E soprattutto la sensazione di un puledro final-

mente risvegliato dai torpori invernali. Probabilmente il pubblico

giudicò il successo nel Filiberto dovuto al terreno pesante, proba-

bilmente si fece stortare dalla scelta di Silvano Mulas (considerato

il terzo fantino), sta di fatto che nessuno ebbe il coraggio di cre-

derci. E Cima De Triomphe vinse il Derby in slalom, con pieno me-

rito, infilzando negli ultimi metri Permesso (che era stato lucidato

da Luigi Camici) e Papetti con Farrel quarto, in crisi sulla distanza,

e Voila Ici quinto in affannosa rincorsa, accompagnato dai sacra-

2009  - MASTERY

NiniskiHernando

WhakilyricSulamani

AllegedSoul Dream

NormiaSharpen Up

DiesisDoubly Sure

MoyesiiDancing Brave

Cherokee RoseCeltic Assembly

Si riparte dalla serie B con un Derby king size, da 22 dichiarati

partenti e 21 cavalli alle gabbie. Abaton è favorito a 2,2 (accop-

piato ad Acero che aveva vinto in 7 la sua preparazione, da mai-

den) forte di un canter sul pesante nell’Emanuele Filiberto, di un

lavorone a Trenno e della monta di Mirco Demuro. C’è un solo

straniero, Mastery, che aveva iniziato la carriera agli ordini di Mark

Johnston ed era statato arruolato in Godolphin dopo un buon

quarto posto al rientro in una condizionata sull’all weather di Kem-

pton. A Capannelle diventerà il primo derbywinner ad aver pre-

parato il Nastro Azzurro correndo sul sintetico. A montarlo venne

Lanfranco Dettori e il betting ne fece il secondo favorito. Il terzo

era Jakkalberry, sellato da Endo Botti che aveva appena staccato

la patente, il fratellastro di Awelmarduk, vincitore due anni prima,

che aveva convinto nel Guido Clerici ed era imbattuto. A 200

metri dal palo Abaton, dopo corsa da protagonista, alza bandiera

bianca sotto le bordate di Mastery, all’interno filtra Jakkalberry

che sembra arrivare con un'altra velocità. Passa il puledro della

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21©ANAC-SGA

di CorsaIL PUROSANGUE

Effevi ma a 50 metri dal palo, sotto la frusta, si butta contro lo stec-

cato, perde l’azione e la corsa. Mastery vince, Turati arriva in

tempo per conquistare il secondo posto, poi il mischione. Mastery

tornò a casa ma quel successo non gli fece scalare molti posti

nella gerarchia Godolphin. Lo consideravano solo un fondista e

andò a Royal Ascot per il Queen’s Vase, in cui fu terzo, un piazza-

mento replicato nel Grand Prix de Paris ma a distacco da Caval-

ryman. Gli uomini di Sheikh Mohammed decisero di spedirlo al St.

Leger, come supporto al favorito Kite Wood. La grinta e la tenuta

di Mastery fecero la differenza nei famosi ultimi 50 metri di Don-

caster. A 4 anni Mastery provò (quinto vicino) la World Cup e dopo

un lungo break tornò in autunno per vincere l’Hong Kong Vase.

Probabilmente il miglior cavallo quel giorno era Jakkalberry, che

vinse il Milano l’anno dopo. Il vecchio pirata ha trovato un posto

in razza in Nuova Zelanda dopo una gloriosa carriera che l’ha visto

vincere e piazzarsi in America, in Dubai, in Australia e in giro per

l’Europa.

giubba di Godolphin, che poco aveva fatto prima e dopo scen-

derà in pista solo una volta, finendo rallentato a Newmarket.

Una mossa di kendo, utilizzare la presunta forza dell’avversario

per trasformarla in un vantaggio. Ai 300 Ameer era già del gatto

e Worthadd, da buon miler, aveva poco da spendere. Mirco l’ha

tenuto in punta di dita, gli ha cavato quello che ancora aveva nel

serbatoio per salvarsi di una testa da Ansiei e Saratoga Black.

Il crimine perfetto. Worthadd era di due categorie il miglior cavallo

di quella generazione ma il palo dei 2200 metri era di 600 più

avanti rispetto alla sua soglia attitudinale. E forse nel Derby non

abbiamo visto il miglior Worthadd.

Quello sforzo è costato al figlio di Dubawi allevato da Franco Po-

lidori. Nell’autunno l’abbiamo visto perdere il Vittorio di Capua e

vincere il Ribot. Il miglior Worthadd si è concretizzato nella prima-

vera dei 4 anni, a Newbury nelle Lockinge, facendo sputare

l’anima a Canford Cliffs che un mese dopo avrebbe battuto Gol-

dikova nelle Queen Anne. Worthadd è stato un top miler, da

gruppo 1 internazionale, ma nella storia del galoppo italiano ri-

marrà come il primo capace di vincere Parioli e Derby, 41 anni

dopo Bonconte di Montefeltro. Meglio così.2010  - WORThADD

Seeking The GoldDubai Millennium

Colorado DancerDubawi

DeployZomaradah

JawaherBlushing Groom

RahyGlorious Song

WigmanSeattle Slew

UrjwanWhite Star Line

Quarantun anni, quattro in meno di quelli trascorsi tra la Coppa

dei Campioni di Capitan Facchetti e l’Inter del Triplete. Worthadd

è riuscito a ripetere l’impresa di Bonconte di Montefelfro, l’ultimo

capace di vincere Parioli e Derby, quando però non c’erano gli

stranieri e nemmeno gli importanti. Per riuscirci serviva un miler

capace di trasportare il suo speed 800 metri più avanti, oppure

un cavallo da 2400 in grado di farsi trovare pronto con molto an-

ticipo. La terza via è quella di avere in sella un jockey geniale e do-

minante, capace di imbrogliare le carte agli altri e tenersi l’ultima

briscola in mano. Mirco Demuro, insomma. Nel Parioli Worthadd

aveva l’handicap dello steccato, l’ultimo numero che sui 1600 di

Capannelle è spesso fatale, e Mirco gli ha permesso di superarlo

prendedola alla largo, girando fuori dalla corsa. L’obiettivo era

quello di tenere un cavallo nella sostanza ancora immaturo, ap-

pena alla quarta corsa in carriera, nel giusto equilibrio e di fargli

fare la differenza spendendo solo un po’ delle forze e della classe.

Prima del Derby avevamo immaginato uno scenario diverso. Se

corri e vinci sul miglio muovendo da dietro perché non farlo sui

2200? Perché i grandi fantini servono proprio a questo. Ecco allora

Mirco sistemare in avanti, alla corda, un cavallo su cui c’erano

dubbi di tenuta. E di fianco a lui un favorito di cartone, Ameer,

2011  - CRACKERJACK KING

Storm CatGiant’s Causeway

Mariah’s StormShamardal

MachiavellianHelsinki

Helen StreetSadler’s Wells

BaratheaBrocade

Claba Di San JoreLaw Society

ClawCrodas

Danedream non era ancora Danedream, la cavalla capace di vin-

cere per distacco l’Arc, ma per lasciarla a 6 lunghezze ci voleva

uno buono. Crackerjack King è stato un buon derbywinner, non

facile da maneggiare e pieno di classe. Infatti Stefano Botti ha se-

guito con lui un cammino abbastanza particolare. Due corse e

due vittorie – Campobello compreso – nella stagione giovanile e

una sola corsa di preparazione, cinque settimane e mezzo prima

del Nastro Azzurro, evitando di chiedergli troppo.

Per un cavallo del genere ci voleva la mano di Fabio Branca, ca-

pace di tenerlo rilassato, di fargli dimenticare lo stress della corsa

e lasciar parlare la classe. I filmati del Derby sono facilmente re-

peribili in rete. Riguardateli. Chi, ai 600 finali, mentre Figli Fanesi

andava in percussione con Cazals avrebbe puntato il grigio, che

sembra accerchiato e prigioniero? Fabio è stato così freddo da

muovere il cavallo della Effevi tra le pieghe del gruppo, ha aspet-

tato il passaggio e l’ha fatto scivolare verso la testa.

Alla pagina numero 7 del manuale, sotto la voce vincere spen-

dendo il minimo, trovate l’esempio della monta di Branca. Biso-

gnava risparmiare e non accendere la miccia perché il Derby, nei

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22©ANAC-SGA

di CorsaIL PUROSANGUE

programmi, era un traguardo ma anche una tappa intermedia

verso il Prix du Jockey Club. Purtroppo Crackerjack King a Chan-

tilly è esploso prima di arrivare alle gabbie e, all’atto pratico, non

è stato da corsa. In autunno ha vinto al rientro, confermando la

superiorità su Figli Fanesi, ma poi si è fermato per infortunio.

L’abbiamo ritrovato a 4 anni, in uno scintillante Presidente della

Repubblica, in cui ha lasciato a due e mezza Afsare, a cinque

Quiza Quiza Quiza e Waldpark, il laureato del Derby Tedesco

2010. L’Italia era diventata troppo piccola per lui ed è andato a

Newmarket da Marco Botti, dopo la cessione di una quota di con-

trollo alla Australian Thoroughbred. Ha debuttato a Sandown nelle

Eclipse, illudendo prima di eclissarsi. Poi è andato in America per

l’Arlington Million ed è finito quinto, spento, dietro ad Afsare, se-

condo a una e mezza dal vincitore Little Mike. In teoria gli sarebbe

bastato ripetere la prestazione di Roma per vincere. La pratica è

molto diversa. Crackerjack King è stato un buon, anzi buonissimo

derbywinner. In Italia è rimasto imbattuto sette uscite, fuori ha

corso tre volte e non è mai arrivato nei primi quattro. Se avesse

avuto la metà della consistenza di suo fratello Jakkalberry parle-

remmo di lui come di uno dei migliori italiani degli ultimi 20 anni.

D’altra parte anche a una mamma come Claba di San Jore non si

possono chiedere i miracoli: ha fatto due derbywinner e mezzo…

muscoli di Umberto Rispoli l’hanno convinto a reagire sotto l’at-

tacco di Feuerblitz ma quando WW ha rimesso giù la testa il te-

desco era già riuscito a passare. Feuerblitz ha confermato il suo

valore – o forse i gruppi 1 tedeschi non sono buoni come sosten-

gono – con due secondi posti al massimo livello nella stagione di

3 anni. Poi ha dovuto superare qualche problema e ha ritrovato

la condizione in tempo per il Premio Roma a 4 anni, vinto di una

categoria. E’ ancora in allenamento, ha vinto al rientro, ma nella

gerarchia dei derbywinner degli ultimi 30 anni rimane molto indie-

tro. Si, ne abbiamo visti anche di peggio ma mica troppi.

2012  - FEUERBLITZ

Storm CatSuper Concorde

Mariah’s StormBig Shuffle

MachiavellianRaise Your Skirts

Helen StreetSadler’s Wells

BaratheaBrocade

Flamingo IslandLaw Society

ClawCrodas

Doveva essere il Derby di Real Solution. Gli americani avevano

scritto la sceneggiatura con tanto di lieto fine, si erano presentati

a Capannelle come se Federico Tesio fosse nato ad Artemus (Ken-

tucky), distribuendo cappellini e gadgets come facevano i soldati

con le sigarette e le tavolette di cioccolato. Real Solution era im-

battuto (in tre corse) e sembrava imbattibile. Nel Botticelli (a 1,19)

aveva disperso la compagnia e per metterci il carico da undici Ken

Ramsey aveva ingaggiato Lanfranco Dettori. E’ partito favorito a

una quota (1,38) che poteva sembrare grassa agli speculatori. E’

arrivato sesto, cinque lunghezze e mezza dietro Wild Wolf che

aveva lasciato a 7 nel Botticelli. Cos’è successo? Niente di strano,

anzi una cosa piuttosto consueta ai cavalli americani: ha fatto san-

gue. In Italia ha ricorso una sola volta, battuto, ed è stato riman-

dato in America, dove con l’aiuto del Lasix ha realizzato quello che

da noi aveva lasciato intuire, vincendo l’Arlington Million. Peccato.

Wild Wolf ha mostrato i muscoli, con il suo galoppone, e quando

Real Solution ha gettato la spugna si è presentato da vincitore. I

2013  - BIZ ThE NURSE

DanzigDanehill

RazyanaOratorio

Vaguely NobleMahrah

MontageBarathea

TobouggLacovia

Biz BarTrempolino

UlanovaPoelish Hills

Dalla storia alla cronaca, per raccontare di Biz The Nurse, il der-

bywinner del 2013, la locomotiva di un trenino tutto Botti, che è

arrivato in stazione puntuale. Dietro di lui Wish Come True e An-

cient King, poi Lodovico il Moro e Demeteor.

Tutti italiani perché gli stranieri, visti i ritardi nel pagamento dei

premi, avevano deciso ovviamente di rimanere a casa.

Biz The Nurse ha completato il doppio storico centrando anche

il Milano. E’ andato vicino al triplone nel Jockey Club. E ha chiuso

la stagione dei 3 anni accompagnato da smorfie e sorrisini.

E’ un cavallo fortunato, che prima ha incontrato una generazione

di polpi e poi alcuni combattenti e reduci, dicono i suoi detrattori.

Giudizio severo. In realtà Biz The Nurse è una mosca bianca, un

perfomer che riesce a farsi andare bene i 2400 metri ma proba-

bilmente vorrebbe distanze più severe, e non riesce a essere bril-

lante come qualunque cavallo quando corre sottodistanza. Siamo

nel campo della filosofia pura ma sui 1000 metri Frankel contro

Sole Power e Shea Shea farebbe la stessa figura. Li batterebbe

ma a fatica.

E dopo questa bella considerazione vi salutiamo, l’appuntamento

è fra trent’anni con altre storie di Derby da raccontare!

Dal 1984 al 2000: ©Mario Berardelli

Dal 2001 al 2013: ©Franco Raimondi

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di CorsaIL PUROSANGUE

PATTERN EUROPEE

FRANCIA, 11/05/2014, Longchamp

POULE D’ESSAI DES POULAINS GR1

m. 1600, 3m, €314,270, €125,730, €62,865

1. KARAKONTIE (Jpn), 3m,

Bernstein – Sun Is Up (Sunday Silence)

P: Niarchos Family, Allev: Flaxman Holdings,

Allen: Jonathan Pease

2. PRESTIGE VENDOME (Fr), 3m,

Orpen – Place Vendome (Dr Fong)

P: Comte Andre de Ganay & Christian-Bernard Baillet

& Guy Pariente, Allev: Guy Pariente, Allen: N Clement

3. PORNICHET (Fr), 3m,

Vespone – Porza (Septieme Ciel)

P: J-M Lebrun & H Honore,

Allev: H Honore & Mrs C Rouxel, Allen: Nicolas Clement

€20,000 Arqana Deauville October Yearling Sale, All Along Llc

Altri: Muwaary, Galiway, Kiram, Giovanni Baldini, Salai, End Of

Line, Itoobeboss, Zakhar Star, Lat Hawill Non partenti: Decathlete,

Baby Foot

Dist.: inc, 1,5, testa, 1l, 3⁄4l, 1⁄2l, 1l, 2l, c.inc, 1⁄2l, lontano

Storm BirdStorm Cat

TerlinguaBernstein

AffirmedLa Affirmed

La MesaHalo

Sunday SilenceWishing Well

Sun Is UpWoodman

Moon Is UpMiesque

Sun Is Up (1998). 4 corse. Sorellastra di AMANEE (f. Pivotal),

Thekwini Stakes (Gr1), Madre di:

2004 – Solita (f. Thunder Gulch). Doll. 8.000 Keeneland Septem-

ber. 2 corse, 0 piazzamenti. Lst. 22.000 DBS April. 5 vittorie in

Spagna. Allen M. Delcher Sanchez

2005 – Upsilon (m. Aldebaran). 2 corse, Allen P. Bary. Euro 3.000

Arqana Novembre. Esportato in Marocco.

2006 – SUNDAY SUNRISE (m. Lemon Drop Kid). Doll. 50.000

Keeneland September. 28 corse, 5 vittorie e 7 piazzamenti per

185.475 dollari. Veteran Stakes (Lr). Allen S. Asmussen

2007 – BOTTEGA (m. Mineshaft). Doll. 50.000 Keeneland Novem-

ber Foal, Lgs. 42.000 Tattersalls October book 2. 38 corse, 10

vittorie. Criterium de Languedoc (Lr). VAL 39 Allen M. Delcher

Sanchez

2009 – DAWNING (f. War Chant). 6 corse, 1 vittoria e 3 pizzamenti

per 14.800 euro. Allen P. Bary

2011 – KARAKONTIE (m. Bernstein). 6 corse, 4 vittorie e 2 piaz-

zamenti per 593.260 euro. Poule d’Essai des Poulains (Gr1), Prix

Jean Luc Lagardere (Gr1), Prix La Rochette (Gr3), 2. Prix de Fon-

tainebleau (Gr3), Prix Francois Boutin (Lr). Allen J. Pease

2012 – Altitudes (m. Bago). Allen J. Pease

POULE D’ESSAI DES POULICHES GR1

m. 1600, 3f, €257,130, €102,870, €51,435

1. AVENIR CERTAIN (Fr), 3f,

Le Havre – Puggy (Mark Of Esteem)

p: Antonio Caro & G Augustin-Normand,

Allev: Mrs E Vidal, Allen: Jean-Claude Rouget

€45,000 Arqana Deauville October Yearling Sale, J-C Rouget

2. VEDA (Fr), 3f,

Dansili – Vadapolina (Trempolino)

P/Allev: H H Aga Khan, Allen: Alain de Royer Dupre

3. XCELLENCE (Fr), 3f,

Champs Elysees – Xanadu Bliss (Xaar)

P: Henri de Pracomtal,

Allev: Haras d’Ecouves & Henri de Pracomtal,

Allen: Francois Doumen

Altri: Bawina, Stellar Path, This Time, J Wonder, Al Thakhira, Won-

derfully, Indonesienne, Queen Catrina, Lesstalk In Paris, Ice Love,

Straight Thinking, Mintaka, Cape Factor

Dist.: 1,25, 2,5, c.testa, 1l, 1⁄2l, 1l, inc, 3⁄4l, c.testa, testa, 1,5,

3,5, 2l, 7l, testa

RahyNoverre

Danseur FabuleuxLe Havre

SurakoMarie Rheinberg

Marie D’ArgonneDarshaan

Mark Of EsteemHomage

PuggyMachiavellian

JakartaLunda

PUGGY (2004). Euro 16.000 Tattersalls Ireland September 2005,

Lst. 75.000 Doncaster Breeze Up. 14 corse, 1 vittoria e 6 piazza-

menti per 40.625 sterline. 2. Oh So Sharp Stakes (Lr), Bloomers’

Vase (Lr); 3. Polar Cup (Gr3). Allen Yvonne Durant. Madre di:

2010 ADJUDANT CHEF (c. Vita Rosa). 22 corse, 2 vittorie e 14

piazzamenti per 44.950 euro. Allen D. Rabhi

2011 – AVENIR CERTAIN (f. Le Havre). Euro 45.000 Arqana Oc-

tobre. 4 corse, 4 vittorie per 296.630 euro. Poule D’Essai des

Pouliches (Gr1). Allen J.C. Rouget

2013 – Taaoa (f. Rock of Gibraltar).

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24©ANAC-SGA

di CorsaIL PUROSANGUE

CLASSIFICA ALLEVATORI PIANO

ALLEVATORE Corse Vittorie Piazzamenti Pr. Allevatore Pr. Agg. Allev.

Luciani Loreto Az. Agr. 150 27 64 77.590,00 15.662

Rosati Colarieti Antonio Az. Agr. 154 25 59 63.822,73 12.177

La Nuova Sbarra Allev. Srl 150 20 61 62.076,82 9.913

Agricola dell’Olmo srl 207 26 90 53.402,28 4.759

Turri Francesca 59 11 22 32.952,73 4.252

Le.Gi. Di Parri Massimo 51 9 27 30.705,00 4.103

Velino srl Razza del 49 12 18 30.235,00 6.014

Chimax Scuderia srl 6 1 4 26.400,00 3.644

Lagoni Allev. dei Srl 42 9 14 25.200,00 4.833

Agricola Verdino Srl 54 10 15 24.320,00 1.690

Deni Az. Agr. Allev. srl 54 9 29 24.065,00 2.875

Finanza Locale Consulting srl 44 8 17 23.542,73 4.202

Emiliana Razza srl 121 15 44 23.515,00 3.289

Successori del Marchese Giacinto Guglielmi 42 7 22 19.910,00 4.323

Incolinx Scuderia 22 2 7 19.052,73 8.192

Pian del Lago Razza di Fattoria di Marcianella Srl 69 7 31 18.875,00 2.020

Pian di Neve Allev. 45 9 21 18.645,00 3.059

Sole Razza del srl 28 6 13 18.450,00 2.774

Antezzate Az. Agr. srl 65 9 37 18.215,00 3.216

Società Agricola C.I.T.A.I. Spa 56 9 18 17.492,73 1.816

Blueberry Scuderia Srl 55 6 18 17.080,00 3.216

Effevi snc 9 2 5 17.000,00 1.408

Ascagnano Spa 38 8 19 15.020,00 1.112

Montalbano Razza Srl 25 4 9 13.885,00 3.817

Grundy Bloodstock Ltd Srl 24 5 6 12.890,00 2.735

Al Ca. Torre Di Canicarao Di Latino G. 61 4 19 11.840,00 2.038

Agricola Del Parco S.S. 19 5 5 11.370,00 3.280

S. Paolo Agri Stud Srl 37 9 9 11.270,00 672

Brogi Roberto 13 1 7 11.080,00 542

Farina Massimo Az. Agr. 36 4 16 10.785,00 2.380

Ceserio Az. Agr. Razza 27 5 14 10.352,73 1.269

Allevamenti Della Berardenga Srl 31 3 13 10.341,82 2.730

Immobiliare Casa Paola Srl 23 2 12 9.780,00 4.152

Mariano Az. Agr. Spa 6 2 3 9.530,00 3.160

Intra Srl 10 1 7 9.290,00 2.320

Gialloblu Allevamento Srl 33 4 17 9.070,00 1.310

Ficomontanino Agricola Srl 30 5 17 8.895,00 2.107

Vittadini Scuderia srl 13 5 2 8.830,00 218

Valdirone Società Agricola Sas di Lualdi Lucia & C. 21 3 9 8.810,00 1.534

Brinkley Stud Sas 21 4 6 8.545,00 1.822

Vittadini Franca 3 0 2 8.140,00 1.524

Centro Equino Arcadia Srl 33 1 15 7.910,00 476

San Felice Az. Agr. 22 4 11 7.780,00 1.491

Dorna di Montaltuzzo Agricola srl 19 4 8 7.530,00 291

Colle Papa Scuderia Srl 31 4 14 7.370,00 59

Scuderia Andy Capp Srl 9 1 4 7.280,00 1.300

Luciani Stefano 35 2 12 7.160,00 1.188

Aleali Scuderia Srl 12 1 8 7.010,00 2.018

CLASSIFICA GENERALE ALLEVATORI (*SOCI ANAC IN AZZURRO)

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di CorsaIL PUROSANGUE

STALLONE PART. C.D. VITT. PIAZZ. EURO

MUJAHID 59 217 35 86 309.649

REFUSE TO BEND 27 98 21 32 276.298

BLU AIR FORCE 74 271 37 111 263.460

ORATORIO 41 139 14 66 186.940

AUSSIE RULES 30 103 13 42 172.380

DYLAN THOMAS 19 63 15 26 136.500

KHELEYF 32 110 18 40 129.446

LE VIE DEI COLORI 8 34 11 15 129.310

KING CHARLEMAGNE 36 145 15 76 125.910

HOLY ROMAN EMPEROR 25 71 13 29 109.800

DUKE OF MARMALADE 16 48 7 14 103.720

SAKHEE’S SECRET 4 14 3 7 97.640

DIAMOND GREEN 16 68 10 33 95.020

ORPEN 16 51 9 17 93.040

MASTERCRAFTSMAN 5 15 2 10 92.260

SHIROCCO 17 59 11 24 91.763

VERGLAS 23 81 12 28 83.100

RAMONTI 19 52 9 21 80.980

ST PAUL HOUSE 27 67 11 21 80.260

COLOSSUS 32 85 8 31 79.965

THREE VALLEYS 11 38 10 15 78.300

SHAMDINAN 20 111 9 45 72.980

SPIRIT OF DESERT 18 64 12 27 71.880

MOSS VALE 11 45 8 22 70.670

CELTIC SWING 36 101 11 28 70.596

KODIAC 15 47 8 24 70.500

FOOTSTEPSINTHESAND 14 60 7 28 69.950

ELUSIVE CITY 17 64 12 25 69.180

AMADEUS WOLF 22 84 7 39 67.530

GOLD SPHINX 25 83 13 28 66.875

PASTORAL PURSUITS 8 25 4 16 64.870

RED ROCKS 36 112 7 44 64.770

INTIKHAB 9 33 4 21 64.120

DUTCH ART 8 25 3 10 61.800

NAYEF 12 42 6 15 59.400

INTENSE FOCUS 7 24 4 18 57.840

DEMOCRATIC DEFICIT 16 87 7 40 57.355

HIGH CHAPARRAL 14 41 5 17 55.400

KITTEN’S JOY 6 16 2 10 55.360

CLODOVIL 12 42 6 20 55.330

DANE FRIENDLY 10 34 4 13 53.850

DR DEVIOUS 16 56 9 16 53.590

EXCELLENT ART 19 63 5 25 53.028

SHAMARDAL 7 20 4 10 51.640

MARTINO ALONSO 13 45 4 27 50.280

STRATEGIC PRINCE 12 40 7 14 49.948

DAGGERS DRAWN 21 57 5 22 48.176

DENON 29 78 6 20 47.900

RED CLUBS 7 27 2 12 46.600

WINDSOR KNOT 6 21 7 9 44.900

IVAN DENISOVICH 5 17 5 7 44.660

BERTOLINI 8 32 5 7 44.656

DOCKSIDER 16 50 7 13 43.410

HURRICANE RUN 10 33 3 14 43.240

CAPTAIN RIO 14 51 8 17 42.096

IFFRAAJ 13 43 4 18 41.660

DUBAWI 7 15 2 3 41.200

GIOVANE IMPERATORE 6 19 3 9 40.900

MEDICEAN 8 29 3 17 40.780

WHIPPER 6 27 4 12 40.400

CLASSIFICA STALLONI  (minimo € 40.000) BONUS S.I.R.E. ASTE SGA

Elenchiamo qui in calce i primi vincitori del Bonus S.I.R.E. - Aste

SGA di € 5.000 (Acquisti Aste 2013).

Vi comunichiamo che, in virtù della scadenza del contratto di par-

tnership con la S.I.R.E. scaduto per il triennio 2011-2013, anche

per le prossime aste SGA verrà riproposto il Bonus S.I.R.E., molto

probabilmente con un regolamento rinnovato.

ROMA - 1 maggio

Premio Marguerite Vernaut

INDIPENDENZA (Intense Focus - Kuaicoss)

P.: Dioscuri, Allev.: Agricola Del Parco, Allen.: S. Botti

SGA SELEZIONATA 2013 - € 20.000 Alduino Botti

MILANO - 14 maggio

Premio Menaggio

CAN CHEN JUNGA (Cima De Triomphe - Gemma Preziosa)

P. e Allen: Grizzetti Galoppo, Allev.: Razza Emiliana

SGA SELEZIONATA 2013 - € 7.000 Grizzetti Galoppo

Premio Acquaseria

SPICY JAM (Holy Roman Emperor - Jalys)

P.: Sc. Blueberry, Allev.: Razza La Tesa, Allen.: Grizzetti Galoppo

SGA GENERALE 2013 - € 25.000 Scuderia Blueberry

I Prossimi Appuntamenti:

21 maggio - Premio Moltrasio - Milano

21 maggio - Premio Pallanza - Milano

23 maggio - Premio Andreina - Roma

23 maggio - Premio Niccolò Dell’Arca - Roma

28 maggio - Premio Maroggia - Milano

28 maggio - Premio Monvalle - Milano

30 maggio - Premio Bonconte di Montefeltro - Roma

30 maggio - Premio Duccio Di Buoninsegna - Roma

09 giugno - Premio Odola - Roma

*in fase di aggiornamento

Bonus S.I.R.E. - Aste SGA

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BANCA S.I.R.E.SOCIETA’

INCORAGGIAMENTO

RAZZE

EQUINE

c/c n. 274618 Pio Bruni

Cinquemila/00

Sc. AlexPieffe

Capannelle 14/05/2013 5.000,00

FAC SIM

ILE

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di CorsaIL PUROSANGUE

PATTERN & LISTED

ROMA 11/05/2014

Premio TADOLINA M.P.GALLI UAE STA (LIS)

1600 mt., 41.800 Euro, per femmine di 4 anni ed oltre

1 LUCKY SERENA FIOCCHI C. 55.5 1.34.90

Propr: Agostino Affe’

Allen: A. Affe’

Allev: Mick Mcginn (ire)

2 Scixerboa Marcelli G. 55.5 -

3 Etoile D’argent Esposito M. 55.5 -

4 Grand Treasure Perovic D. 55.5 -

5 Dark Ray Dettori F. 57 -

6 Girl Of The Rain Branca F. 55.5 -

- Sciolina - - N.P.

Northern DancerDanzig

Pas De NomBertolini

AlydarAquilegia

Courtly DeeRed Ransom

IntikhabCrafty Example

Singora LadyRoyal Academy

UnicampHoneyspike

SEGUE4

SINGORA LADY (2005). 19 corse, 3 vittorie e 4 piazzamenti per

13.460 sterline. Allen F. Crowley / P. Midgley. Madre di:

2010 – LUCKY SERENA (f. Bertolini). Euro 4.500 Goresbridge

Breeze Up. 17 corse, 4 vittorie e 8 piazzamenti per 62.781 euro.

Premio Tadolina (Lr). Allen A. Affè

2011 – Golden Jeremy (m. Jeremy). Lgs. 1.000 Tattersalls De-

cember Foal. 6 corse, 2 piazzamenti per 2.635 euro. Allen G. Fra-

tini

2013 – N. (m. Approve). Euro 4.000 Goffs November Foal.

ROMA 11/05/2014

Premio PRES.REP.GBI RACING C.NAZ. (GR1)

2000 mt., 209.000 Euro, per 4 anni ed oltre

1 REFUSE TO BOBBIN PEROVIC D. 58 2.03.78

Propr: Chimax

Allen: Att. Giorgi

Allev: Chimax

2 Biz The Nurse Atzeni A. 58 C. T.

3 Occhio Della Mente Demuro Mirco 58 INC.

4 Lodovico Il Moro Mezzatesta A. 58 T.

5 Vedelago Esposito M. 58 1/2

6 Orpello Branca F. 58 T.

7 Demeteor Marcelli G. 58 INC.

8 Saint Bernard Bietolini Gb. 58 INC.

9 Pattaya Fiocchi C. 58 1 1/4

10 Mr Gotham Borrelli P. 58 7

Northern DancerSadler’s Wells

Fairy BridgeRefuse To Bend

GulchMarket Slide

GrenzenDiesis

Daggers DrawnSun And Shade

Super BobbinaHadeer

Lucky CoinLucky Omen

SUPER BOBBINA (2001). 9 corse, 3 vittorie e 4 piazzamenti per

137.315 euro. Premio FIA – Ebf (Lr), 2. Premio Regina Elena (Gr2),

3. Premio Lydia Tesio (Gr1), 4. Prix de Sandringham (Gr2). Allen

I. Bugattella. Madre di:

2007 – SUPER TIGRA (f. Alhaarth). 10 corse, 1 vittoria e 1 piaz-

zamento per 2.482 euro.

2010 – REFUSE TO BOBBIN (m. Refuse To Bend). 23corse, 4

vittorie e 11 piazzamenti per 152.694 euro. Premio Presidente

della Repubblica (Gr1), Premio Mauro Sbarigia (Lr). Allen Att.

Giorgi

2011 – PEARL OF GIBRALTAR (f. Rock of Gibraltar). 2 corse, 1

vittoria per 6.800 euro. Allen Att. Giorgi

2012 – Last Gift (f. Starspangledbanner)

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Copyright A.N.A.C. - S.G.A. 2012Ogni diritto è riservato. E' vietata ogni riproduzione del materiale di questa pubblicazione senza autorizzazione scritta da parte di A.N.A.C. - S.G.A.

A.N.A.C. - Associazione Nazionale Allevatori Cavalli purosangue e S.G.A. srl - Società Gestione AsteViale Federico Caprilli 30 - 20151 Milano (MI)tel. +39 02 3300 4116 - fax +39 02 3300 4061

sito: anacpurosangue.commail: [email protected]

sito: www.sgasales.commail: [email protected]

progetto grafico: [email protected]

I SOCI PREMIATI

A N A CASSOCIAZIONE NAZIONALE ALLEVATORI CAVALLI PUROSANGUE

I SOCI PREMIATI DELLA SETTIMANA

Roma 11 Maggio 2014

Pr. Tadolina LR2. SCIXERBOA

St. Paul House - Flagpole (Be My Guest)Proprietario: Scuderia Rossoblu

Allevatore: Agricola VerdinoAllenatore: Giorgio Pucciatti

Fantino: G. Marcelli

Pr. Presidente Della Repubblica GR11. REFUSE TO BOBBIN

Refuse To Bend - Super Bobbina (Daggers Drawn)Propr. e Allev.: Scuderia Chimax

Allenatore: Att. GiorgiFantino: D. Perovic

Pr. Emirates Airline LR1. MARVI THUNDERS

Catcher In The Rye - Nicoline Tuxen (Elmaamul)Proprietario: Enrico Stagi

Allevatore: Az. Agr. Rosati ColarietiAllenatore: S. Pecoraro

Fantino: A. Atzeni

A.N.A.C. - Associazione Nazionale Allevatori Cavalli purosangueViale F. Caprilli, 30 - 20151 - Milano - Tel. 02 33004116 - Fax 02 33004061

www.anacpurosangue.com - [email protected]

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SOCI

E TUTTO IL TEAM!

ROMA 11/05/2014

Premio EMIRATES AIRLINE (LIS)

1400 mt., 41.800 Euro, per 4 anni ed oltre

1 MARVI THUNDERS ATZENI A. 56.5 1.24.04

Propr: Enrico Stagi

Allen: S. Pecoraro

Allev: Az. Agr. Rosati Colarieti

SGA SELEZIONATA 2009 ROSATI COLARIETI AZ.AGR., ASSENTE

2 Peng Fiocchi C. 56.5 INC.

3 Mr Muzzare Perovic D. 56.5 INC.

4 San Medaglia D’oro Branca F. 56.5 -

5 Passaggio Borrelli P. 56.5 T.

6 Lipfix Marcelli G. 56.5 3 1/2

7 Colpevole Demuro Mirco 56.5 2

8 Cash Game Sanna F. 56.5 5

- Antidoto - - N.P.

DanzigDanehill

RazyanaCatcher In The Rye

DarshaanTruly A Dream

Truly SpecialDiesis

ElmaamulModena

Nicoline TuxenInchinor

Nicole DillonNora Campbell

NICOLINE TUXEN (2003). 8 corse,1 vittoria e 3 piazzamenti per

14.093 euro. Allen O. Pessi. Madre di:

2008 – MARVI THUNDERS (m. Catcher in the Rye). 45 corse, 9

vittorie e 18 piazzamenti per 102.417 euro. Premio Emirates Airline

(Lr), 3. Premio Emirates Airline. Allen S. Pecoraro

2010 – ENJIULY (f. Antonius Pius). 13 corse, 2 vittorie e 7 piazza-

menti per 9.902 euro. Allen C. Signorelli

2011 – N. (m. Jeremy). Euro 800 Goffs February 2012.

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