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Poste Italiane Spa - Sped. in A.P . - D.L. 353/2003 (conv P P . in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB Milano In caso di mancata consegna, inviar e a CMP - Roserio per la r estituzione al mittente con tassa a suo carico 102 TECNOLOGIE - IMPIANTI - MACCHINE - ATTREZZATURE PER L INDUSTRIA DEL RICICLAGGIO Riqualificazione Syndial - Porto Marghera Riciclaggio FORSU

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sommar

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A M B I E N T E E R I C I C L A G G I O

13 Biometano: risorsa italiana inesauribile F. Delucchi

19 Si rafforza l’industria della Green Economy - 5° PARTE

25 Il test di cessione per l’ammissione dei rifiuti in discarica: soggetti obbligati D. carissimi

27 RemTech Expo

29 La qualità italiana conquista l’Europa m. mucoli

32 Anfima: dal riciclo degli imballaggi in acciaio 6 milioni di euro per le aziende italiane

D E M O L I Z I O N I E B O N I F I C H E

35 Porto Marghera: da polo chimico a porto intermodale P. NarDizzi

44 Safond-Martini, intervento ad alta quota

47 I professionisti del “Waste Management” scelgono JCB

NOVEMBRE-DICEMBRE 2015 n. 102 ANNO XIX

R E P O R T E R A T T U A L I T À

7 Rifiuti: crescono raccolta e gestione degli Pneumatici Fuori Uso

8 La filiera green del Pneumatico Fuori Uso, quanto vale e a che punto siamo

9 Relazione sui progressi delle energie rinnovabili

11 Tutela dell’ambiente e avvio a riciclo dei rifiuti

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EDIZIONI PEI SRLStrada Naviglio Alto 46/1 - 43122 Parma - Italywww.edizionipei.it • e-mail: [email protected]

sommario

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Direttore Responsabile:Carlo CagozziRedazione:M. Chiara Garavini, Elisa Zelaschi, Marianna Delgrosso, Elisa Giovati, Federica Delucchi, M. Cecilia Camozzi Collaborazioni: A.N.I.M., Domenico SavocaA.N.E.P.L.A., Francesco CastagnaA.N.E.P.L.A., Francesco CastagnaA.N.E.PFedercave, Francesco GianniniStampa: Stamperia Scrl, via Mantova 79/a - 43122 Parma

T E C N O L O G I E

53 Ecotec Solution: nuovo trituratore Untha XR,minimi costi per elevate prestazioni

55 Merlo: un unico gruppo per la movimentazione in ecologia

57 Sfridi di lavorazione dei laminati metallici F. liguori

60 Trevi Benne: orgogliosi di esserci

62 Italscania: trasporto smart, efficiente e sostenibile

64 Comedil Mangino: qualità e innovazione per l’ambiente

66 O.M.A.R. e I.T.R.: performance verdi m. mucoli

69 Iveco: nuovo Eurocargo, il camion che piace alla città

71 RUD Ketten Rieger & Dietz GmbH u. Co. KG: RUD Eco-Dos, sistemi di dosaggio con enorme risparmio energetico

72 Volvo: soluzioni per i rifiuti e il riciclaggio Volvo: soluzioni per i rifiuti e il riciclaggio V

N O T I Z I E I N B R E V E

78 Trevi Benne cambia veste

78 A Todi (PG) il primo centro ippico d’Italia con pavimentazioniA Todi (PG) il primo centro ippico d’Italia con pavimentazioniA Tin gomma da riciclo da Pneumatici Fuori Uso

80 Rev S.r.l. acquisita da Cams Group S.r.l.

80 SAL.VE 2015, il salone del veicolo per l’ecologia a Rimini Fiera

83 BKW acquista la quota di maggioranza di Casa delle Nuove Energie

83 Convegno: "La Pianificazione Sostenibile delle risorse estrattive"

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Rifiuti: crescono raccolta e gestionedegli PneumaticiFuori Uso

Ora uno sforzo comuneper aumentare il recupero dimateria e ridurre le esportazioni

“Nel 2015 oltre 325.000 tonnellate di Pneumatici Fuori Uso sono state rac-colte in Italia. Di queste il 45% viene avviato a riciclo, mentre il 55% segue la strada del recupero energetico. Dopo una fase di strutturazione, il settore può oggi consolidarsi come pilastro dell’e-conomia circolare del nostro Paese. Per farlo occorre il decreto che disciplini il momento in cui il rifiuto, dopo il trattamomento in cui il rifiuto, dopo il tratta-

mento, diventa materia prima seconda; un maggiore coordinamento nella ricerca e sviluppo; il sostegno agli acquisti verdi pubblici e privati di prodotti riciclati; l’IVA agevolata per i prodotti riciclati; l’IVA agevolata per i prodotti riciclati; l’IVprodotti realizzati con materiali riciclati (almeno nella fase di avvio del mer-(almeno nella fase di avvio del mer-(almeno nella fase di avvio del mercato)”. Sono questi alcuni dei principali spunti emersi nel corso del convegno promosso da UNIRIGOM (l’Unione Recuperatori Italiani della Gomma di FISE UNIRE/Confindustria), e tenutosi lo scorso 6 ottobre a Roma presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spado-lini”.Secondo le ultime stime UNIRIGOM sulla base dei dati della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, lo scorso anno sono state raccolte 325.096 tonnellate (erano 316.638 nel 2013) di pneumatici fuori uso, delle quali 146.752 (il 45%) sono state riciclate, mentre 178.344 (il 55%) recuperate energeticamente. 55%) recuperate energeticamente.

DESTINAZIONE DEI PFU (T) - 2013/stime 2014

2013 2014Recupero di materia 136.014 146.752 45%Recupero energetico 180.623 178.344 55%TOTALE 316.638 325.096

A quattro anni dall’entrata in vigore del Decreto Ministeriale (82/11) che ha per la prima volta regolamentato e strutturato il settore, oggi le attività di raccolta e smaltimento, gestite dai Consorzi dei produttori/importatori, stanno offrendo ottime performance, garantendo anche lo smaltimento degli stock di pneumatici fuori uso per anni accatastati irregolarmente in alcune aree del nostro Paese.A fronte di un processo di struttura-zione delle attività di raccolta e ge-stione ormai maturo, manca un’ade-guata disciplina normativa che tenga conto anche dei progressi tecnologici degli ultimi anni e dei possibili e degli ultimi anni e dei possibili e

REPORTER ATTUALITÀ

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variegati impieghi dei materiali riciclati.“Oggi il settore deve compiere un ulteriore salto di maturità”, ha evidenziato il Presidente UNIRIGOM – Andrea Fluttero, “focalizzandosi su due obiettivi: da una parte, privilegiare la crescita della percentuale di riciclo di materiale a scapito della quota destinata al recupero energetico, come ci viene richiesto anche a livello europeo dalla gerarchia della gestione dei rifiuti; dall’altra, c’è la necessità di ridurre le esportazioni di questi materiali per evitare che tali flussi vengano portati all’estero (soprat-tutto Corea e Cina) senza alcun trattamento o con trattamenti solo grossolani, sottraendo quantitativi importanti all’industria del riciclo e ai settori produttivi nazionali”.“Il settore”, ha concluso Fluttero, “attende il decreto che disciplini il delicato momento del passaggio da rifiuto a End Of Waste (quando il granulo/polverino di gomma-rifiuto cessa di essere tale e diventa materia prima seconda) tramite una normativa chiara, omogenea, basata su standard adeguati e riconosciuti. Per raggiun-gere tutti questi obiettivi e confermarsi elemento importante dell’economia circolare nel nostro Paese, è necessa-rio che tutti gli attori della filiera (aziende, consorzi, enti di ricerca e istituzioni) facciano squadra”. L’obiettivo dell’inversione tra la percenL’obiettivo dell’inversione tra la percenL -tuale di riciclo e quella di recupero energetico già dal prossimo anno consentirebbe un bilancio ambientale più efficiente, evitando il consumo di materie prime vergini grazie all’apporto di quelle riciclate.Proprio il mercato dei materiali derivanti dal riciclo degli pneumatici fuori uso oggi appare ancora giovane e non adeguatamente supportato: in passato alcuni settori di impiego (vedi le superfici sportive e i campi di calcio) hanno dovuto scontare il freno gene-rato da comunicazioni allarmistiche

Nel 2014 Ecopneus ha avviato il 36% dei pneumatici raccolti al recupero di materia per produrre granuli, polverini di gomma e acciaio. Un settore su cui Ecopneus sta puntando, con un investi-mento in conoscenza, ricerca e innova-zione che, a partire dagli inizi ha già raggiunto i 14 milioni di euro, per promuovere gli sbocchi applicativi della gomma riciclata da PFU nei settori delle pavimentazioni sportive, degli arredi urbani e aree da gioco per bambini, degli isolanti acustici per edilizia e degli asfalti a bassa rumorosità. Il rimanente 64% è destinato al recupero di energia per la produzione di cemento e di energia elettrica.Sono questi alcuni dei dati contenuti nel Green Economy Report 2014, realiz-zato in collaborazione con la Fonda-zione Sviluppo Sostenibile. Grazie all’attività di Ecopneus, nell’ultimo anno, in Italia, è stata evitata l’emissione in atmosfera di 344mila tonnellate di CO2

equivalente, un quantitativo pari alle emissioni di 75mila automobili che percorrono 30mila km in un anno; sono state risparmiate 377mila tonnellate di risorse minerali e fossili, necessarie alla produzione dei beni che il riciclo va a sostituire ed è stato evitato il consumo di 1,8 milioni di m3 di acqua, pari a cinque volte la portata media giornaliera del fiume Tevere. Un sistema, quello di del fiume Tevere. Un sistema, quello di del fiume TEcopneus che, oltre a determinare vantaggi per l’ambiente, ha creato un notevole valore in termini economici: solo nel 2014 delle risorse raccolte attraverso i contributi ambientali,

prive del necessario fondamento scienti-

fico, in altri (asfalti realizzati con l’impiego di PFU),

invece, continuano le positive sperimentazioni su tratte di strada, ma si fatica a far diventare di uso comune una

tecnica che trova una diffusione ben maggiore in

America e in altri Paesi Euro-pei. Alcuni strumenti potrebbero supportare lo sviluppo e la maggiore diffusione di questi impieghi e la valorizzazione delle attività di riciclo, su tutti l’implementazione del Green Public Procurement, ovvero l’obbligo per le PA di utilizzare una quota di materiali PA di utilizzare una quota di materiali Priciclati, e l’imposizione di un’IVA riciclati, e l’imposizione di un’IVA riciclati, e l’imposizione di un’IVagevolata per i prodotti con materiale riciclato, almeno nella fase di avvio del mercato. Dal riciclo degli pneumatici fuori uso oggi si ottiene principalmente gomma vulcanizzata (72,4% del recupero di materia) da impiegare in diversi campi, ma anche acciaio (20,3%) e materiale tessile (7,3%).

La filiera green del Pneumatico Fuori Uso, quanto vale ea che punto siamo

Ecco i risultati descrittinel 4° Rapporto di SostenibilitàEcopneus

L’equivalente in peso di 28 milioni di L’equivalente in peso di 28 milioni di Lpneumatici autovettura recuperati nel 2014, +13% rispetto all’obiettivo di legge, 344mila tonnellate di emissioni di CO2 equivalente evitate, 105 milioni di Euro risparmiati per il Paese grazie al recupero di gomma. E’ questo il bilancio dell’attività di Ecopneus, la società senza scopo di lucrotra i principali responsabili della gestione dei Pneumatici Fuori Uso (PFU) in Italia.

Materiali ottenuti dal riciclo di PFU (%) STIME 2014

“Oggi il settore deve compiere un ulteriore salto di maturità”, ha evidenziato il Presidente

crescita della percentuale di riciclo di materiale a scapito della quota destinata al recupero

fico, in altri (asfalti realizzati con l’impiego di PFU),

diffusione ben maggiore in America e in altri Paesi Euro

Gomma 72,4%

Tessile7,3%

Acciaio 20,3%

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Ecopneus - in qualità di società senza scopo di lucro - ha redistribuito alla filiera del recupero (una rete di 103 imprese e 700 addetti impegnati a tempo pieno) 66,7 milioni di euro a sostegno delle attività di raccolta, stoccaggio e trattamento dei PFU. Ecopneus garantisce, pertanto, stabilità ad un’intera filiera e contribuisce a ridurre il fabbisogno di materia prima vergine di importazione del Paese per un valore di 105 milioni di euro.“Ecopneus - commenta Giovanni Corbetta, Direttore Generale Ecopneus - sta mettendo in campo uno sforzo enorme per sostenere lo sviluppo di un’economia circolare per rendere il pneumatico fuori uso una risorsa utile in nuovi mercati e soluzioni applicative. Lavorando con etica e trasparenza verso gli obiettivi di legge, il traguardo è far diventare questa un’industria che crea lavoro, sapere e prodotti sosteni-bili che concorrono alla sostenibilità di

questo Paese”.Il bilancio sarà presentato da Giovanni Corbetta, Direttore di Ecopneus ed Edo Ronchi Presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile il prossimo 23 giugno in un incontro presso il Senato. Saranno presenti tra gli altri, il Sen. Giuseppe Marinello Presidente Com-missione Ambiente al Senato, l'On. Chiara Braga, responsabile ambiente PD e Barbara Degani, Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Ambiente.

Relazione sui progressi delle energie rinnovabili

L'Europa crede nelle energie rinnovabili

L'UE è sulla buona strada per raggiun-

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gere l'obiettivo del 20% di energie rinnovabili entro il 2020, come dimo-strato dalla relazione sui progressi in questo ambito presentata dalla Com-missione. Con una quota stimata del 15,3% di energie rinnovabili nel con-sumo finale lordo del 2014, l'UE e la grande maggioranza degli Stati membri sono sulla buona strada: è previsto che 25 Stati membri riusciranno a raggiun-gere i propri obiettivi nazionali 2013/2014.La Commissione europea ha pubblicato la relazione sui progressi compiuti che dimostra come l'UE sia sulla buona

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strada per raggiungere l'obiettivo del 20% di energie rinnovabili entro il 2020. Con una quota finale del 15,3% di energie rinnovabili nel consumo finale lordo del 2014, l'UE e la grande maggioranza degli Stati membri stanno riportando notevoli progressi: è infatti previsto che 25 Stati membri raggiun-geranno i propri obiettivi nazionali 2013/2014. Questi sono i risultati emersi dalla relazione del 2015 della Commissione europea sui progressi compiuti nel raggiungimento dell'obiet-tivo vincolante di una quota del 20% di energie rinnovabili, nell'utilizzo del 10% di energie rinnovabili nei trasporti, nonché nel raggiungimento degli obiettivi nazionali vincolanti entro il 2020. "La relazione indica ancora una volta che l'Europa crede nelle energie rinnovabili e che le energie rinnovabili fanno bene all'Europa. L'Europa può vantare tre volte più energia rinnovabile pro capite che qualunque altra parte del mondo e più di un milione di persone che lavorano nel settore delle energie rinnovabili, il cui valore supera i 130 miliardi di EUR all'anno. Ogni anno

esportiamo energie rinnovabili per un valore di 35 miliardi di EUR," ha dichia-rato Miguel Arias Cañete, Commissario responsabile per l'Azione per il clima e l'energia. Nel 2014, grazie al previsto raggiungimento di una quota del 5,7% di energie rinnovabili nel settore dei trasporti, sarà possibile raggiungere l'obiettivo del 10% - nonostante ciò costituisca una sfida, e lo dimostrano i buoni risultati in alcuni Stati membri. Si prevede che 25 Stati membri raggiun-geranno i propri obiettivi nazionali 2013/2014. 26 Stati membri hanno già raggiunto gli obiettivi 2011/2012. Dato che nei prossimi anni gli obiettivi intermedi diventeranno sempre più ambiziosi, alcuni Stati membri potreb-bero dover intensificare i propri sforzi al fine di rispettare gli impegni assunti, inclusa la possibilità di ricorrere a meccanismi di cooperazione con altri Stati membri. Il successo della direttiva sulle energie rinnovabiliDalla relazione è emerso che la diret-tiva sulle energie rinnovabili sta funzio-

nando, infatti l'utilizzo di queste energie ha prodotto i seguenti risultati:• circa 326 milioni di tonnellate lorde di emissioni di CO2 evitate nel 2012 e 388 milioni di tonnellate nel 2013;• una riduzione della domanda di combustibili fossili in Europa pari a 116 mtep nel 2013.Per quanto riguarda la sicurezza dell'ap-provvigionamento energetico nell'U-nione:• sul totale di combustibili fossili il cui uso è stato evitato nel 2013, il 30% è dovuto alla sostituzione del gas naturale con fonti rinnovabili;• quasi la metà degli Stati membri ha ridotto il consumo interno lordo di gas naturale di almeno il 7%.Inoltre, secondo la relazione, le energie rinnovabili stanno diventando una fonte di energia ampiamente accettata e diffusa, grazie al fatto che gli obiettivi 2020 sono diventati un motore per gli investimenti europei nell'ambito delle energie rinnovabili a livello globale e grazie a politiche energetiche di sup-porto che vanno ben oltre i confini dell'Europa.

ContestoA 5 anni dal 2020, la relazione sui progressi nelle energie rinnovabili costituisce una valutazione intermedia dei progressi conseguiti verso gli obiettivi 2020 nell'ambito delle energie rinnovabili. Ogni due anni la relazione monitora i passi avanti compiuti dall'UE e dagli Stati membri verso gli obiettivi legalmente vincolanti stabiliti dalla direttiva sulle energie rinnovabili adottata nel 2009 all'interno del pacchetto di politiche in materia di clima ed energia dell'UE. La relazione include inoltre una valutazione della fattibilità dell'obbiettivo di raggiungere il 10% di energie rinnovabili nel settore dei trasporti, nonché della sostenibi-lità dell'utilizzo di biocombustibili e bioliquidi. La legislazione UE

Quota risorse Quota risorse Evoluzione quota Quota risorse Evoluzione quota Obiettivo quota rinnovabili rinnov.2011/12 risorse rinnov. rinnovabili risorse rinnov. risorse rinnov. 2012 (media) 2011/2012 2013 2013/2014 2020

Belgio 7,4 6,8 4,4 7,9 5,4 13,0Bulgaria 16,0 15,1 10,7 19,0 11,4 16,0Repubblica Ceca 11,4 10,5 7,5 12,4 8,2 13,0Danimarca 25,6 24,5 19,6 27,2 20,9 30,0Germania 12,1 11,7 8,2 12,4 9,5 18,0Estonia 25,8 25,7 19,4 25,6 20,1 25,0Irlanda 7,3 7,0 5,7 7,8 7,0 16,0Grecia 13,4 12,1 9,1 15,0 10,2 18,0Spagna 14,3 13,8 11,0 15,4 12,1 20,0Francia 13,6 12,4 12,8 14,2 14,1 23,0Croazia 16,8 16,1 14,1 18,0 14,8 20,0Italia 15,4 13,8 7,6 16,7 8,7 17,0Cipro 6,8 6,4 4,9 8,1 5,9 13,0Lettonia 35,8 34,7 34,1 37,1 34,8 40,0Lituania 21,7 21,0 16,6 23,0 17,4 23,0Lussemburgo 3,1 3,0 3,6 3,6 3,9 11,0Ungheria 9,5 9,3 6,0 9,8 6,9 13,0Malta 2,7 2,0 2,0 3,8 3,0 10,0Paesi Bassi 4,5 4,4 4,7 4,5 5,9 14,0Austria 32,1 31,5 25,4 32,6 26,5 34,0Polonia 10,9 10,6 8,8 11,3 9,5 15,0Portogallo 25,0 24,8 22,6 25,7 23,7 31,0Romania 22,8 22,1 19,0 23,9 19,7 24,0Slovenia 20,2 19,8 17,8 21,5 18,7 25,0Slovacchia 10,4 10,3 8,2 9,8 8,9 14,0Finlandia 34,5 33,7 30,4 36,8 31,4 38,0Svezia 51,1 50,0 41,6 52,1 42,6 49,0Regno Unito 4,2 4,0 4,0 5,1 5,4 15,0Unione Europea 14,3 13,6 n.d. 15,0 n.d. 20,0

Panoramica dei progressi degli Stati membri verso gli obiettivi relativi alle risorse rinnovabili (%)

Fonte: Eurostat per 2012, 2013

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Tutela dell’ambiente e avvio a riciclo dei rifiuti Agli italiani la palma della soste-nibilità a livello internazionale

Secondo una ricerca realizzata per Conai su un campione di abitanti di Italia, Giappone, USA, Brasile, Russia e Cina, gli italiani stanno sviluppando un

comportamento sempre più evoluto dal punto di vista ambientale. Italiani promossi dal punto di vista della consapevolezza ambientale e della conoscenza dell’avvio a riciclo dei rifiuti, tanto da eccellere nel confronto internazionale con i cittadini giappo-nesi, statunitensi, brasiliani, russi e cinesi. E’ quanto emerge dalla ricerca “Greenability, conoscenza e utilizzo dei prodotti realizzati con materiali di riciclo”, commissionata da CONAI – Consorzio Nazionale Imballaggi, realizzata da DOXA Marketing Advice e presentata questo pomeriggio in Expo Milano 2015 nell’ambito di un confronto internazionale sui sistemi di avvio a riciclo dei rifiuti – in particolar modo quelli di imballaggio - tra giornalisti e esperti del settore. L’importanza di una corretta gestione dei rifiuti è il tema ambientale più sentito presso l’opinione pubblica nazionale, ed è indicato dal 29% dei

cittadini come la sfida più pressante del settore, e prioritaria rispetto ad altri grandi temi come la transizione energe-tica verso le fonti rinnovabili (14%) o all’inquinamento atmosferico (10%) e del sottosuolo (9%). Inoltre gli italiani ben si comportano nel confronto internazionale in termini di sensibilità ambientale, ottenendo un punteggio di 74/100, davanti a USA (63), Russia (62) e Giappone (59), secondo un indice sintetico elaborato a partire dall’analisi dei comportamenti quotidiani dei rispondenti. Si collocano invece su valori più vicini all’Italia il Brasile (73/100) e la Cina (70/100).Il buon risultato italiano è dovuto a una crescita di consapevolezza e di atten-zione nei confronti delle tematiche ambientali, sia a livello individuale, sia a livello di Sistema Paese: l’81% degli italiani ritiene infatti di essere molto più attento rispetto al passato alle informa-zioni sull’ambiente, ritenendone la

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salvaguardia una priorità (74%). L’atten-zione all’ambiente viene trasferita anche nei comportamenti d’acquisto (73%), mentre viene riconosciuto alle aziende italiane un maggior impegno in termini di sostenibilità (49%).La raccolta differenziata è tra le azioni che più attivano la sensibilità ambientale degli italiani: ben l’87% degli italiani dichiara infatti di svolgerla abitualmente, superando di gran lunga gli altri paesi oggetto della ricerca. Seguono gli italiani infatti i giapponesi (74%) e – su valori inferiori - brasiliani (64%), statuni-tensi (57%), cinesi (48%) e russi, dove la raccolta differenziata è svolta da solo un abitante su quattro (26%). Il primato italiano è dovuto innanzitutto alla conoscenza generale delle informa-zioni di base sul processo di raccolta differenziata (96%), passo fondamen-tale per consentire l’avvio a riciclo dei rifiuti, e dal consenso pressochè unanime (90%) che viene accordato alla sua importanza per la tutela dell’am-biente. Gli italiani sono anche il popolo che vanta la migliore conoscenza dei prodotti più comunemente realizzati a partire da materiali di imballaggio riciclati, con l’indicazione media di 7,5 prodotti – tra i più citati: libri e giornali, bottiglie, cassette per frutta e verdura, complementi d’arredo, confezioni di prodotti alimentari, vasi per fiori e felpe in pile, ma anche imbottiture, coperte e scope - contro i 6,9 citati dai brasiliani, i 6 degli statunitensi, i 5,9 dei giappo-nesi, i 5,8 dei cinesi e i 5,7 prodotti segnalati dai russi. Tre italiani su quattro (75%), infine, hanno dichiarato di aver acquistato dei beni realizzati con materiale riciclato, venendo superati su questo fronte solo dai brasiliani, dove l’acquisto di ri-pro-dotti raggiunge quota 82%.Nonostante i risultati che emergono dalla ricerca, che vedono ben figurare l’Italia nel confronto internazionale, solo il 20% degli italiani ritiene il sistema nazionale di raccolta, riciclo e riutilizzo dei materiali il più efficiente tra quelli dei sei paesi presi in considerazione. Dalle risposte degli intervistati italiani prevale

infatti una vocazione esterofila - in particolare nei confronti del Giappone (51%), che risulta essere il sistema con reputazione migliore a livello mondiale, essendo percepito come il più efficiente dai rispondenti di tutti i paesi ad eccezione degli USA, dove prevale una visione più nazionalista. L’attenzione all’ambiente degli italiani emerge anche nelle priorità sulle caratteristiche presenti e future degli imballaggi: l’ecosostenibilità, intesa sia come riduzione dell’impatto ambientale del packaging sia come facilità di riciclo, è la caratteristica più ricercata in un imballaggio (64%), e la maggioranza

assoluta (57%) ritiene che proprio questo dovrà essere il principale driver di innovazione del packaging nel prossimo futuro, distanziando e dop-piando l’innovazione in termini di materiali (27%) e di design (8%). L’attitudine green degli italiani nei confronti degli imballaggi condiziona anche le scelte d’acquisto, con quasi 6 rispondenti su 10 (59%) che dichiarano di aver acquistato un prodotto per via della sostenibilità del packaging. Nel confronto internazionale, cinesi e brasiliani dimostrano di essere molto attenti sul fronte della funzionalità e dell’ecosostenibilità degli imballaggi, premiando maggiormente rispetto all’Italia (74%) chi offre prodotti con un packaging più leggero e ecosostenibile.L’impegno verso un packaging green è uno dei fronti su cui Conai è più attivo, attraverso il progetto “Pensare Fu-turo”, che raccoglie le iniziative ideate dal Consorzio sul tema della preven-zione dell’impatto ambientale degli imballaggi, mentre attraverso il Bando

Prevenzione vengono premiati economi-camente quei progetti di imballaggio che più innovano in termini di risparmio idrico, energetico e di riduzione delle emissioni di CO2. “I dati mostrano chiaramente come gli italiani padroneggino le informazioni di base sulla raccolta differenziata, che viene percepita come il mezzo per consentire l’avvio a riciclo dei rifiuti” ha commentato Walter Facciotto, Direttore Generale di CONAI. “La ricerca mostra inoltre un forte interesse da parte dei consumatori, italiani e non, per l’ecoso-stenibilità, la funzionalità e la leggerezza del packaging dei beni di consumo, tanto da premiare nelle scelte d’acquisto chi propone imballaggi più green. CONAI è impegnato da tempo su questo fronte, con iniziative come il Bando Prevenzione che favoriscono l’innovazione in termini di sostenibilità ambientale degli imbal-laggi, con l’obiettivo di innescare un meccanismo virtuoso in grado di portare benefici a cascata sull’intera filiera” .“Anche qui in Expo Milano 2015” – af-ferma Gloria Zavatta, Sustainability Manager di Expo 2015 Spa – “dove nell’ultimo periodo siamo riusciti a raggiungere il 70% di raccolta differenziata dei rifiuti assimilati agli urbani, abbiamo constatato che tra gli elementi più importanti vi è sicuramente il coinvolgimento, tanto dei Partecipanti presenti nelle varie aree espositive con approcci e culture assai diverse, quanto dei visitatori. Significativo è dare un riscontro immediato, i risultati ottenuti, anche grazie al Contatore Ambientale di CONAI”.“I risultati italiani della ricerca mostrano un modello che funziona e che è riuscito a sviluppare nel Paese una vera econo-mia circolare” – ha dichiarato Joachim Quoden, Managing Director di EXPRA (Extended Producer Responsibility Alliance). “Tutto ciò è stato possibile anche grazie a un sistema che si basa sulla responsabilità estesa del produt-tore e che ha una natura no profit, esprimendo al meglio il modello che Expra rappresenta e promuove a livello internazionale”.

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AMBIENTE E RICICLAGGIO

BIOMETANO: RISORSA ITALIANA INESAURIBILE

Leccellenza del “made in Italy” tocca anche il settore energia con la produzione del biogas. L’Italia è il terzo produttore mon-diale di biogas, dopo Cina e Germania.

L’upgrade da biogas verso biometano è una grande opportunità, una strategia vincente che l’Italia ha saputo cogliere, imboccando una strada buona.Dal biogas infatti si può produrre (e già si produce oggi) il biome-tano, un biocarburante avanzato ottenuto attraverso la raffinazione del biogas proveniente da effluenti zootecnici, sottoprodotti agroin-dustriali, colture di integrazione e anche dalla frazione organica dei rifiuti urbani. In altre parole un carburante per riscaldamento, ma anche e sopratutto per le nostre auto e potenzialmente tutto il si-stema dei trasporti, proveniente solo da fonti rinnovabili.Questo significa che una risorsa (non chiamateli più rifiuti!) prati-camente inesauribile, potrebbe portare ad una rapida riduzione delle importazioni di biocarburanti e soprattutto di combustibili fossili

n Federica delucchi

dall’estero, creare nuovi posti di lavoro “green”, contribuire a rafforzare la com-petitività delle imprese agricole e delle stalle italiane. Il contributo dal punto di vi-sta della sostenibilità ambientale, nel so-stituire un prodotto da combustibile fos-sile, risorsa limitata, con uno proveniente dal corretto utilizzo e reimpiego di rifiuti e sottoprodotti dell’industria agroalimen-tare, non ha bisogno di ulteriori commenti ed è evidente a tutti. Su questi temi e sulle possibilità che il biometano offre si sono confrontati a Palazzo Italia presso Expo i maggiori attori e player del settore energia, ambiente, trasporti. Di seguito

CIB e Confagricoltura, insieme alle Istituzioni dello Stato, ai Network europei e alle Associazioni che si occupano di agricoltura e ambiente, ai maggiori player del mondo energia e trasporti, presentano a Palazzo Italia i vantaggi e le potenzialità del biometano: un biocarburante avanzato made in Italy che potrebbe giocare un ruolo chiave per lo sviluppo sostenibile del Paese

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nel dettaglio oltre ai nomi, i punti di vista, le opinioni e i commenti dei relatori al Convegno che ci hanno dato molteplici spunti di riflessione.Un’ulteriore premessa è necessaria, ol-

Il biogas è un combustibile gassoso ottenuto dalla fermentazione in assenza di

ossigeno, denominata digestione anaerobica, di materiali e residui di origine

organica, animale o vegetale. L’intero processo avviene in ambienti a tempe-

ratura controllata, ad opera di microrganismi attivi che convertono la materia

prima in biogas costituito per il 50-70% da metano e per la restante parte da

CO2 e da altri componenti. Il biogas prodotto può essere impiegato per rica-

vare energia elettrica e termina anche in modo combinato con impianti di co-

generazione. L’aspetto più interessante è quello di rendere “risorsa” le sostanze

organiche residuali altrimenti destinate allo smaltimento. Con il biogas i reflui

di allevamento si trasformano in materia prima, sempre disponibile, per la pro-

duzione di energia rinnovabile e pulita.

Il biometano è un ulteriore passo avanti: si ottiene da una raffinazione del bio-

gas e sono già disponibili i primi progetti di utilizzo del biometano anche per

autotrazione. Cioè i sottoprodotti delle attività agro-industriali e zootecniche,

in diversa combinazione con le colture dedicate diventano elettricità e calore e

oggi, potenzialmente, anche carburante per autotrazione, che l’azienda può

utilizzare al suo interno se opta per il modello dell’autonomia energetica o im-

mettere nelle reti. Il digestato prodotto dalla digestione anaerobica è un pro-

dotto stabile e inodore composto da diversi elementi che ne fanno un eccel-

lente fertilizzante organico ricco di nutrienti.

Oggi in Italia, nel solo ambito agricolo, sono attivi 1.300 impianti a biogas per

una produzione di 2 miliardi di mc di gas naturale equivalente, che potenzial-

mente trasformato in metano, corrispondono ai consumi annui di 2 milioni di

veicoli.

BIOGAS E BIOMETANO: COSA È?

tre alle definizioni riportate nei box a lato, per entrare nel vivo del discorso. Lo scorso 5 agosto il GSE, il Gestore dei Servizi Energetici ha pubblicato le tanto attese Linee Guida, ovvero le procedure

che rendono esecutive, in modalità extra rete, le disposizioni del decreto intermi-nisteriale del 5 dicembre 2013 che stabi-lisce l’incentivazione del biometano. Un via libera che segna una svolta per le po-litiche energetiche e agricole del nostro Paese, rendendo gli obiettivi di sosteni-bilità sempre più vicini. In Italia sono oltre 1.300 le imprese agricole che hanno in-tegrato un impianto a biogas nel ciclo pro-duttivo tradizionale. “Oggi le imprese ita-liane sono chiamate a darsi obiettivi di so-stenibilità” commenta Pietro Gattoni, Pre-sidente del Consorzio Biogas, indicando nell’upgrade da biogas a biometano una grande opportunità.

La conferenza a Palazzo ItaliaPer una risorsa “made in Italy”, il biocar-burante avanzato prodotto dal biogas, di cui il nostro Paese è il terzo produttore mondiale, dopo Cina e Germania, CIB, Consorzio Italiano Biogas e Confagricol-tura hanno scelto la sede di Palazzo Ita-lia a Expo per organizzare il 24 settem-bre scorso una importante e affollatis-sima giornata di approfondimento. Patro-cinata da Expo 2015 e dal Ministero per l’Ambiente la giornata ha ospitato l’evento dal titolo: “Clima-Energia: dagli obiettivi del protocollo di Kyoto ad Europa 2030: le potenzialità del biometano”.In sostanza, commentano congiunta-mente CIB e Confagricoltura all’apertura

La conferenza a Milano Expo Palazzo Italia il 24 settembre

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dei lavori, dandoci subito la corretta chiave di lettura, i vantaggi del biometano sono considerevoli sia per supportare il nostro Paese riguardo agli obiettivi sulla mobi-lità sostenibile fissati dall’Unione Euro-pea sia per raggiungere l’ambizioso tra-guardo di “nutrire la terra per nutrire il pianeta”. La produzione del biometano infatti aiuta a ripristinare la sostanza or-ganica nei suoli italiani attraverso l’utilizzo del digestato. Lo afferma il Presidente CIB Piero Gattoni: “per nutrire il pianeta, occorre salvaguardare i suoli. La filiera biogas-biometano è win-win. Da un alto produce elettricità e carburanti rinnova-bili; dall’altro contribuisce a creare un’a-gricoltura carbon negative. Il biogas “fatto bene” può diventare così motore di uno sviluppo più sostenibile e attento alla tu-tela dell’ambiente, dell’aria con l’abbatti-mento delle emissioni, del suolo con l’u-tilizzo del bio-fertilizzante da digestione anaerobica che aiuta a chiudere il ciclo del carbonio recuperando la fertilità dei terreni”.Sono intervenuti al convegno e alla ta-vola rotonda oltre a Piero Gattoni, Presi-dente CIB; l’on. Giuseppe Castiglione, Sottosegretario del Ministero per le Po-litiche Agricole e poi a seguire Camillo

degli investimenti delle rispettive So-cietà sul tema biometano. Severino Da-merini di FCA Group ha riportato le scelte del Gruppo Fiat sul biocarbu-rante, ricordando fra l’altro che con le nuove 500 a metano Fiat è sponsor di Expo; Michele Ziosi di CNH Industrial e Andrea Stegher per Snam hanno illu-strato le scelte dei rispettivi Gruppi. La giornata è proseguita con la visita del padiglione di New Holland, il quale vo-leva riprodurre il ciclo ormai “chiuso” di un’industria agricola, presentando so-pra un prato verde il primo trattore agri-colo a biometano che idealmente uti-lizza, quale carburante necessario al suo lavoro, il biometano prodotto dalla sua stessa azienda agricola: uno sce-nario possibile oggi nel breve termine.Proprio la presentazione della filiera completa del biogas, rappresentata come il ciclo ideale di una fattoria pro-duttiva sostenibile, una delle tante come ce ne sono in Italia, che producono ali-menti di alta qualità e possono oggi avere un’ulteriore grande potenziale, era il messaggio che voleva dare il Con-sorzio attraverso Expo. Durante la tavola rotonda alla conclu-sione dei lavori, moderata da Piero Gat-toni, hanno preso la parola anche Da-vide Valenzano di GSE, GB Zorzoli, pre-sidente onorario di Free il quale ci in-

Zaccarini di ISMEA che ha spiegato gli obiettivi clima-energia e il contributo dell’agricoltura al contenimento delle emissioni (verso Parigi 2015). Stefano Bozzetto, membro del direttivo EBA ha invece spiegato concretamente come avviene la produzione del biometano e le possibilità della digestione anaerobica in agricoltura; a seguire il contributo di Massimo Centemero del European Com-post Network ha illustrato la produzione di biometano dalla frazione organica dei rifiuti e le correlate potenzialità di valo-rizzazione ambientale. Sono intervenuti inoltre tre dei maggiori player del mondo dell’energia e dei tra-sporti, a testimoniare quantità e qualità

Il primo trattore CNH Industrial a biometano a Expo

A sinistra Piero Gattoni, Presidente CIB

On. Giuseppe Castiglione, Sottosegretario del Ministero per le Politiche Agricole

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vita a guardare lontano, almeno gli sce-nari del 2050 e Carlo Maria Medaglia di MATTM.Infine le conclusioni sono state lasciate a Mario Guidi, Presidente di Confagri-coltura.

Le potenzialità del biocarburante italianoIl biogas, il biometano in particolare, as-sume dunque un ruolo di primo piano nella strategia globale di riduzione delle emis-sioni. Ci ricorda Camillo Zaccarino di ISMEA che oggi anche il settore agricol-tura è chiamato a partecipare al tavolo di discussione sulla gestione e riduzione delle emissioni e contribuire al raggiun-gimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto, che pone un’importante meta da raggiungere per il 2030. L’obiettivo è rag-giungere il -40% rispetto ai dati di par-tenza del 1990. Ad oggi, in 20 anni, la ri-duzione è stata di circa il 20%. L’altra metà resta da fare nei prossimi 10 anni.“L’agricoltura deve fare la sua parte, com-menta Zaccarino, non riducendo ma im-mettendo pratiche positive cioè non chiu-dendo le stalle, ma lavorando in maniera efficiente e sostenibile”. In sostanza le “stalle” non devono chiudere, ma lavo-rare meglio, in modo sostenibile, inne-scando processi virtuosi e contribuendo addirittura alla riduzione delle emissioni e alla fertilizzazione dei suoli. La risposta

è il biometano.Prende la parola Stefano Bozzetto che spiega come nello scenario positivo del nostro Paese (altri Paesi ci starebbero copiando) con una legislazione nazio-nale buona, si apprezzano già risultati positivi e concreti, ovvero nuovi posti di lavoro e attività del settore zootec-nico, le “stalle” banalmente che erano sul punto di chiudere e invece stanno ampliandosi e costituiscono un impor-tante potenziale. “Compost e digestato sono i nuovi fertilizzanti non chimici ma organici che la produzione di biome-tano rende disponibili, che vanno con-siderati nelle buone pratiche per la ri-

Il Consorzio Italiano Biogas è la prima aggregazione

volontaria che riunisce aziende produttrici di biogas

e syngas da fonti rinnovabili (biomassa prevalente-

mente agricola), aziende o società industriali forni-

trici di impianti e tecnologie, Enti ed Istituzioni che

contribuiscono a vario titolo al raggiungimento de-

gli scopi sociali.

Il CIB, strumento tecnico voluto dai produttori per i

produttori è attivo sull’intera area nazionale e rap-

presenta il comparto italiano della produzione di

biogas e gassificazione in agricoltura. Il Consorzio

rappresenta oggi 500 produttori italiani e 200 grandi fornitori di servizi.

“Nutrire la terra per nutrire il pianeta” è lo slogan, accompagnato da una con-

vincente e simpatica campagna

pubblicitaria con cui CIB pre-

senta e dichiara il proprio punto

di vista e la grande sfida che ha

raccolto e intende portare

avanti: sviluppare soluzioni

agronomiche e tecnologiche per

produrre meglio, di più e in

modo più sostenibile. Utilizzare

un fertilizzante da digestione

anaerobica è il modo più natu-

rale ed efficiente per nutrire la

terra, renderla fertile e ricca di

nutrienti, cioè per “nutrire il pia-

neta”.

CIB: CONSORZIO ITALIANO BIOGAS

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duzione delle emissioni” conferma Mas-simo Centemero del CIC Consorzio Ita-liano Compostatori e membro dell’Euro-pean Compost Network. Queste aziende, continua il relatore, sono un esempio vir-tuoso per il Paese, che ancora per due terzi, soprattutto in meridione, è senza impianti, nonostante il nostro Paese sia stato fra i primi a promuovere i biocarbu-ranti avanzati. E’ stato fatto un grosso passo avanti, la regolamentazione è più che buona anche se ancora da comple-tare. Occorre sviluppare business plan solidi, non puntare solo sugli incentivi, ma sulla necessaria collaborazione fra agri-coltura e industria. Per poter investire ci vogliono regole chiare; gli investimenti sono importanti e dunque occorrono cer-tezze.Dalle grandi Società ospiti alla conferenza arrivano messaggi importanti sulle con-crete e ormai vicinissime possibilità che il biometano entri nella nostra quotidia-nità.Severino Damini di FCA Group ci informa che biometano al 100% oggi per alimen-tare le auto è già uno scenario possibile, essendo il digestore anaerobico per la produzione di elettricità già presente nelle aziende zootecniche. Con un’ulteriore raffinazione si ottiene il biometano. I mo-tori Fiat, che ha già investito molto sulla scelta del metano, sarebbero presto

pronti per il biometano. Lo conferma an-che Michele Ziosi di CNH Industrial che afferma che la gamma a metano dei vei-coli industriali è compatibile con il biome-tano. La multinazionale sta lavorando oggi sulle potenze disponibili perché le presta-zioni risultino a breve paragonabili a quelle dei motori diesel.Il punto di vista di Snam, presente con Andrea Stegher, ci aiuta a fare chiarezza sul tema delle infrastrutture per la distri-buzione del biogas. Oggi l’Europa spinge con una direttiva verso la scelta dei com-bustibili alternativi e impone green act per sviluppare e sostenere queste scelte, in particolare la diffusione delle reti di distri-buzione che non coprono in maniera uni-forme il Paese.Inoltre, prosegue Stegher, la scommessa del prossimo futuro è il biometano allo stato liquido l’unico che renderebbe au-tonomia per i motori fino a 800 e anche 1.200 Km aprendo uno scenario impor-tante: quello dell’alimentazione del tra-sporto strada e mare, che potrebbe pas-sare a metano prima e a biometano in se-guito. Il contributo del trasporto marittimo se convertito a biometano potrebbe of-frire scenari positivi incredibili sul tema del contenimento delle emissioni.Il trasporto su strada per il servizio pub-blico a metano compresso è già realtà (si vedano gli autobus Iveco Urban Way) an-

che se poi nella rete pubblica circola un parco mezzi estremamente datato. Sa-rebbe opportuno sostenere le Pubbliche Amministrazioni nelle scelte di aggiorna-mento dei mezzi.In conclusione dunque il messaggio delle grandi realtà industriali è proattivo e pro-positivo: non arrendiamoci all’idea della “decrescita felice”. Si può crescere in modo sostenibile.In conclusione anche il messaggio otti-mistico dell’ On. Giuseppe Castiglione del Ministero delle Politiche Agricole: “In questi ultimi due anni ci siamo fortemente impegnati, in virtù della delega conferi-tami dal Ministro Martina, per sostenere le imprese agricole che decidono di in-vestire nella generazione diffusa di ener-gia da fonti rinnovabili, anche nel settore dei trasporti. Continua il percorso verso una green economy concretamente at-tuabile dalle imprese agricole. Le Linee guida del GSE (Gestore Servizi Energe-tici), destinate agli operatori che chiede-ranno di avere accesso agli incentivi e ai certificati di immissione in consumo, com-pletano la definizione degli aspetti tecnici necessari per consentire l’effettivo avvio della realizzazione dei nuovi impianti”.Mario Guidi di Confagricoltura: “si sono fati passi avanti a livello normativo e re-golatorio per dare il via al biometano per autotrazione, un biocarburante avanzato la cui produzione si integra perfettamente nell’attività agricola portando notevoli be-nefici a livello ambientale, in linea con gli obiettivi europei di contenimento delle emissioni. L’Italia deve proseguire su que-sta strada con sempre più determina-zione completando il quadro normativo anche per l’immissione in rete del biome-tano, rendendo maggiormente traspa-rente il mercato dei certificati di immis-sione e recependo in tempi rapidi le nuove disposizioni europee sui biocarburanti che privilegiano anche l’utilizzo di colture di secondo raccolto. A livello generale occorre superare tutte le incertezze nor-mative che perdurano da diversi anni sulla fiscalità del settore sull’utilizzo del dige-stato”.

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recycling 195 - 2015 5 - 2015

AMBIENTE E RICICLAGGIO

SI RAFFORZA L’INDUSTRIA DELLA GREEN ECONOMYIn crescita aziende e occupazione nel settore della gestione dei rifiuti. Oltre il 68% dei nostri imballaggi viene avviato a riciclo (migliorano le performance delle filiere alluminio, carta, legno, plastica e vetro). Notevoli i margini di ulteriore sviluppo con un quadro normativo più chiaro e omogeneo

’Lindustria della green eco-nomy è cresciuta negli ultimi 5 anni: sono au-

mentati il numero di addetti (+13%) e di aziende (+10%) impegnati nel settore della ge-stione rifiuti, il 94% delle quali svolge attività di recupero. Il volume d’affari del settoresfiora i 34 miliardi di euro. Re-sta preponderante il numero delle piccole imprese, aumen-tano le società di capitali e cala il peso delle ditte individuali. Nonostante l’impatto della crisi dei mercati internazionali e dei consumi, l’incertezza del quadro normativo e l’inadeguatezza dei mercati di sbocco delle materie riciclate, continua a crescere il riciclo degli imballaggi (nel 2013 +1% vs 2012 nel tasso di riciclo imballaggi) che so-stiene settori industriali (siderurgia, mobili, carta, vetro) strategici per il nostro Paese.Sono queste le principali evidenze emerse nel corso della presentazione dello presentazione dello stu-dio annuale “L’Italia “L’Italia “L del Riciclo”, il Rapporto promosso e realizzato da FISE FISE Unire (l’Associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) (l’Associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, tenutasi nel corso di un cone dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, tenutasi nel corso di un con-vegno a Roma. Questa edizione dello studio, oltre ad approfondire le dinamiche delle di-verse filiere del recupero, fornisce uno spaccato sulle dimensioni econo-mico-finanziarie del settore negli ultimi anni (2008-2012). Il fatturato delle imprese che svolgono attività di recupero dei rifiuti oggi ha raggiunto i 34 mld e. Il valore aggiunto generato in totale ammonta a circa 8 miliardi di euro totale ammonta a circa 8 miliardi di euro ed è quindi valutabile in oltre mezzo punto percentuale del PIL nel suo com--plesso. Le imprese che in Italia svolgono un’attività di recupero dei rifiuti sono plesso. Le imprese che in Italia svolgono un’attività di recupero dei rifiuti sono in totale oltre 9.000, principalmente micro-imprese con meno di 10 addetti. Il loro in totale oltre 9.000, principalmente micro-imprese con meno di 10 addetti. Il loro numero è aumentato di oltre il 10% in 5 anni. Gli addetti occupati nelle imprese che numero è aumentato di oltre il 10% in 5 anni. Gli addetti occupati nelle imprese che effettuano recupero come attività principale dal 2008 al 2012 sono aumentati del effettuano recupero come attività principale dal 2008 al 2012 sono aumentati del 13%. Questa crescita, a fronte di un andamento generale negativo per il manifattu13%. Questa crescita, a fronte di un andamento generale negativo per il manifattu-riero che registra un tasso netto di natalità di aziende negativo (-11%), si può conriero che registra un tasso netto di natalità di aziende negativo (-11%), si può con-

siderare una manifestazione concreta del processo di transizione in atto verso una green economy.

5° PARTE

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La raccolta differenziata dell’umido (FORSU-Frazione Organica del Ri-

fiuto Solido Urbano) e di scarto verde (ri-fiuto organico biodegradabile proveniente da parchi e giardini) continua la propria fase sistematica di crescita attestatasi a oltre il 10% su base annua negli ultimi dieci anni (periodo 2003-2013); da quasi 2 milioni di tonnellate raccolte nel 2003 si è passati a oltre 5,2 nel 2013.Le quantità raccolte nel 2013 costitui-scono insieme il 42% dei rifiuti urbani rac-colti in maniera differenziata. La Lombar-dia è la prima Regione d’Italia per rac-colta di frazione organica, con oltre 1 mi-lione di tonnellate annue; seguono Ve-neto, Emilia Romagna e Campania con circa 600.000 t. ciascuna. A livello nazio-nale vengono intercettati 86 kg pro-ca-pite di frazione organica, con una mag-giore intercettazione media nelle regioni del Nord (108 kg pro-capite), rispetto ai

“Il settore vale il 42% delle raccolte differenziate”

dati del Centro (77 kg pro-capite) e del Sud-Italia (62 kg pro-capite). Va comun-que sottolineato che l’intercettazione ef-fettiva calcolata sulla quota della popo-lazione servita da circuiti di raccolta dif-ferenziata è decisamente superiore al

Sud, con valori, secondo indagini CIC (Consorzio Italiano Compostatori), nell’ordine delle 110-130 kg pro-capite.Nel triennio 2011/2013 la frazione orga-nica da raccolta differenziata è aumen-

tata di quasi 723.000 t, un quantitativo in grado di generare un fabbisogno (te-orico) di quattordici impianti di compo-staggio di media taglia. Questo aumento deriva per il 50% dall’espansione delle raccolte in Campania, Lazio, Puglia e Si-cilia, dove numerosi Comuni continuano ad avviare nuove raccolte differenziate. Anche Regioni “pioniere” quali la Lom-bardia registrano un aumento pari al 25% in un biennio, in buona parte derivante dall’avvio della raccolta differenziata nel Comune di Milano, con un’intercettazione attesa a regime pari a quasi 120.000 t./a. Le riduzioni registrate in Piemonte e Sar-degna sono trascurabili (ricadono entro lo 0,6% del quantitativo del 2011) e pro-babilmente influenzate dalla variazione della raccolta dello scarto verde.Il sistema impiantistico del compostag-gio ha una capacità potenziale di circa 6,3 milioni di tonnellate, quindi ampia-mente sufficiente a trattare l’intera quota di frazione organica raccolta in maniera differenziata. A tale capacità di tratta-mento va sommata la capacità autoriz-zata degli impianti di produzione di bio-gas (o di digestione anerobica).Si deve, a tale proposito, evidenziare una discrepanza esistente tra i dati nazionali di raccolta differenziata della frazione or-ganica e i quantitativi avviati a recupero negli impianti di compostaggio e di dige-stione anaerobica. Se da un lato, nel

Raccolta differenziata della frazione organica per Regione (t) – 2011/2013

Fonte: Elaborazione CIC su dati ISPRA 2014

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recycling 215 - 2015

2013, la raccolta differenziata si attesta a 5,2 Mt, nello stesso anno risultano av-viate a recupero negli impianti di compo-staggio e digestione anerobica 4,3 Mt con una discrepanza di quasi 900.000 t. In base ai dati di avvio a recupero presso gli impianti di trattamento biologico, risulta che l’88% della frazione organica viene avviata a recupero in impianti di compo-staggio, mentre soltanto il 12% viene re-cuperata in impianti di digestione anero-bica (a cui segue generalmente una fase di compostaggio del digestato). D’al-tronde il settore della produzione di bio-gas è relativamente recente, ma in fase di espansione. In Italia la frazione orga-nica (rifiuto umido e verde) rappresenta l’81% di rifiuti recuperati presso impianti di compostaggio, mentre nel caso della digestione anerobica tale quota scende al 50%.Nel giro di 20 anni si è sviluppato e con-solidato un sistema industriale dedicato alla trasformazione dello scarto organico che, nel 2013, conta 240 impianti di com-postaggio operativi, un numero inferiore rispetto al dato del 2011 e 2012.Continua anche la crescita del numero di impianti di digestione anerobica, che nel triennio 2011/2013 aumenta di quasi il 60% con un totale di 42 impianti opera-tivi, in grado di trattare la FORSU da rac-colta differenziata. Nel 2013, gli impianti di compostaggio hanno prodotto circa 1.300.000 tonnellate di fertilizzanti orga-nici, anche se soltanto per una parte ri-sulta chiaramente definito il dato e la ti-pologia; la produzione si concentra so-prattutto in Ammendante Compostato Mi-

sto, ottenuto da scarto umido, verde e fanghi.Da un punto di vista normativo gli osta-coli esistenti nella filiera della frazione or-ganica sono legati al fatto che il settore della raccolta differenziata degli scarti or-ganici e del recupero mediante compo-staggio non prevede alcuna forma di in-centivazione economica o di premialità; mancano al settore meccanismi di finan-ziamento. Servono, quindi, strumenti eco-nomici per incentivare l’uso del compost e l’introduzione della raccolta differen-ziata. Vanno, inoltre, chiarite e assicurate modalità di incentivazione del recupero, anche energetico, finalizzato alla produ-zione di bio-metano per autotrazione.Le criticità che frenano l’innovazione tec-nologica del settore sono legate all’incer-tezza sulle possibilità di approvvigiona-mento di materiale strutturante, che viene destinato in maniera significativa ad im-pianti di biomasse (con produzione di ener-gia) che ricevono sovvenzioni per la pro-duzione energetica. Per migliorare e in-

centivare il riciclo della frazione organica sono necessarie innovazioni per stimo-lare lo sviluppo del mercato del compost di qualità, considerando che in Italia il 70% dei suoli è caratterizzato da un insuffi-ciente tenore di sostanza organica e in uno stato di forte erosione. Serve una fi-scalità premiante per i Comuni che adot-tano concretamente sistemi di raccolta differenziata efficaci della frazione orga-nica ed è necessaria una revisione delle strategie dei Fondo Sviluppo Regionale che incentivino l’impiego di compost sui suoli e nell’attività agricola ordinaria.Per incentivare l’utilizzo del compost ser-virebbe l’applicazione da parte degli Enti pubblici dei criteri di GPP (Acquisti Verdi) in tutti i bandi riguardanti la manutenzione paesaggistica e la gestione del verde pub-blico. L’uso del compost dovrebbe es-sere richiesto e previsto all’interno delle concessioni per la realizzazione di grandi opere infrastrutturali, negli interventi di ri-pristino successivi ad interventi di edili-zia pubblica.

“Ancora in aumento le radiazioni per esportazione: finalmente primi passi per risolvere la criticità”

Quote delle filiere di recupero di rifiuti urbani in Italia consuntivo (%) – 2013

Fonte: Elaborazione CIC su dati ISPRA 2014

A livello europeo risulta che le princi-pali modalità di gestione dei veicoli a

fine vita sono il reimpiego e il riciclaggio, in misura minore il recupero di energia, mentre allo smaltimento in discarica (ad esclusione di alcune realtà) si ricorre in maniera residuale. Rispetto ai quantita-tivi delle varie modalità di gestione si re-gistra, dal 2009 al 2012, un generale calo

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recycling 5 - 201522

dovuto in gran parte alla crisi che ha col-pito il settore auto e alla conseguente ri-duzione del numero di veicoli rottamati.A livello nazionale il tasso di reimpiego e riciclo ottenuto per il 2012 è pari all’80,8%in diminuzione rispetto all’anno prece-dente. Il tasso di reimpiego e recupero è pari invece all’82,3%. Entrambi i tassi sono ben lontani dal raggiungimentodell’obiettivo prefissato per il 2015 a causadi alcune problematiche che affliggono la filiera dei veicoli fuori uso che vanno dall’uso incondizionato della pratica di ra-diazione per esportazione, a un’incom-pleta tracciabilità del peso dei veicoli fuori uso, a una totale mancanza di incentivi al riciclaggio di alcuni rifiuti quali vetro e pla-stiche, alla mancanza di regole certe che incentivino la produzione di CSS dal fluff e, soprattutto, alla mancanza di norma-tive chiare ed applicabili che favoriscano lo studio e la produzione di un combusti-bile derivante dal trattamento del fluff che consenta di raggiungere l’obiettivo a co-sti economicamente sostenibili.Confrontando il dato relativo all’Italia con alcuni dei Paesi tra i principali competitor

a livello europeo si rileva un distacco in negativo piuttosto consistente. In propo-sito occorre tuttavia evidenziare che il raggiungimento degli obiettivi non può prescindere da un conteggio uniforme e da un’applicazione comune delle regole: non è realistico pensare di ottenere gli stessi risultati degli altri Paesi europei se, per esempio, la Germania, che pur ha una consistente impiantistica per il recupero energetico, considera avviati a recupero sia la frazione utilizzata per il ripristino am-bientale delle miniere, sia la parte di fluff utilizzata per la copertura giornaliera delle discariche (Fonte: Ente per la protezione dell’Ambiente Tedesco). Ldell’Ambiente Tedesco). Ldell’Ambiente T ’UE sta impleedesco). L’UE sta impleedesco). L -mentando la Direttiva 2000/53/CE con la previsione di modalità di calcolo che si-ano effettuate con criteri uniformi e ac-compagnate da una relazione di enti di certificazione terzi.Va infine sottolineato il trend negativo coVa infine sottolineato il trend negativo coV -stituito dalla continua diminuzione del nu-mero di veicoli trattati passato dalle986.391 unità nel 2010, alle 955.461 del 2011 ed infine alle 902.611 del 2012 (pari a -5% rispetto all’anno precedente). Tale a -5% rispetto all’anno precedente). Tale a -5% rispetto all’anno precedente). T

fenomeno si spiega principalmente a causadella crisi economica nonché dell’emor-dell’emor-dell’emorragia di veicoli che in Italia sarebbero de-stinati alla demolizione ma che, grazie allo strumento della radiazione per esporta-zione, vengono esportati all’estero.A fronte di una consistente diminuzione del numero di veicoli radiati per demoli-zione (dal 2009 al 2013 pari a poco meno del 50%) si registra, infatti, un aumento sempre maggiore delle radiazioni peresportazione, passate infatti da quasi500.000 unità nel 2009 a oltre 750.000 nel 2013 (Dati ACI). Tuttavia, dietro a que-sta pratica si nascondono anche profili di illegalità: non sempre infatti il veicolo ra-diato per esportazione viene reimmatri-colato all’estero, in certi casi nemmeno esportato, andando ad eludere la norma-tiva fiscale, di responsabilità civile ed am-bientale.Per ovviare a tale problematica, ed agli effetti negativi ad essa collegati, l’ACI ha previsto che, a partire dal 14 luglio 2014, alle formalità di radiazione per esporta-zione deve essere sempre allegata la fo-tocopia della carta di circolazione estera o l’attestazione di avvenuta reimmatrico-lazione all’estero. Tale previsione, che da lazione all’estero. Tale previsione, che da lazione all’estero. Tsola avrebbe consentito di risolvere ap-pieno laproblematica, èstata tuttavia smi-nuita dalla possibilità che in attesa della reimmatricolazione all’estero l’esporta-zione del veicolo possa avvenire dietro presentazione di documentazione com-provante l’avvenuto trasferimento del vei-colo (es. bolla doganale, documento di

trasporto, fattura divendita ecc.).L’unica documenta-zione in grado di atte-stare che il veicolo è stato effettivamenteesportato non comeveicolo fuori uso è la reimmatricolazione nel Paese di destinazione (almeno per i Paesi UE) ovvero, in mancanza, una dichiarazione uffi-ciale, resa dalla compe-tente autorità del Pa-ese estero, che il vei-

Radiazioni dei veicoli secondo le principali cause (n.) - 2009/2013

Tassi di reimpiego e riciclo e di reimpiego e recupero in Italia e confronto con i principali competitor europei (t e %) - 2012Tassi di reimpiego e riciclo e di reimpiego e recupero in Italia e confronto con i principali competitor europei (t e %) - 2012T

FFonte: EUROSTonte: EUROSTAAonte: EUROSTAonte: EUROSTonte: EUROSTAonte: EUROST TTATAATA

Fonte: EUROSTAonte: EUROSTAonte: EUROST TATA

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recycling 235 - 2015 5 - 2015

Percentuali in peso dei rifiuti prodotti rispetto ai quantitativi di veicoli fuori uso gestiti (%) - 2011/2013

Fonte: Elaborazione FISE UNIRE su dati FIAT Crhysler Automobile e ECOEUROonte: Elaborazione FISE UNIRE su dati FIAT Crhysler Automobile e ECOEUROonte: Elaborazione FISE UNIRE su dati FIA

colo è stato ivi esportato. Solo in tal modo è possi-bile tracciare la vita del vei-colo che viene esportato, in aderenza alla norma, percontrastare in maniera de-finitiva tutti i traffici illeciti, non precludendo la possi-bilità di esportazione lecitadel veicolo stesso desti-nato a circolare nuova-mente in un altro Paese. L’analisi dei dati MUD preL’analisi dei dati MUD preL -sentati dai demolitori ap-partenenti ai Networkdelle Case costruttrici, evi-denzia come la performance di recupero (calcolato come somma dei materiali me-tallici prodotti e in uscita dall’impiantodestinati ad altri impianti di trattamento,comprese le carcasse dei veicoli) sia inlinea per quanto riguarda gli obiettivi pre-visti dalla Direttiva 2000/53/CE per il2015.

Le percentuali in peso dei rifiuti prodottirispetto ai quantitativi di veicoli fuori uso gestiti mostrano un trend negativo deter-gestiti mostrano un trend negativo deter-gestiti mostrano un trend negativo determinato soprattutto dalla vetustà dei vei-coli. Tali dati (elaborati da FISE UNIRE su coli. Tali dati (elaborati da FISE UNIRE su coli. Tdati FIAT Chrysler Automobile e ECOdati FIAT Chrysler Automobile e ECOdati FIA -EURO), tuttavia, sono espressione sol-tanto di una parte delle aziende di auto-

demolizione presenti sul territorio nazio-nale (che intercettano il 40% dei veicoli da demolire), quelle che collaborano con le Case costruttrici e che, anche per tale motivo, sono soggette a controlli ulteriori sulle proprie performance e quindi ad ope-rare per il meglio.

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5 - 2015 recycling 25

AMBIENTE E RICICLAGGIO

IL TEST DI CESSIONE PER L’AMMISSIONE DEI RIFIUTI IN DISCARICA:SOGGETTI OBBLIGATI

Il c.d. Test di cessione è un adempimento che deve essere effettuato in occasione del conferimento dei rifiuti in discarica.La normativa di riferimento è costituita dall’articolo 11 (Procedure di ammissione)

del D. Lgs. 36 del 2003 rubricato Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti, e dal D.M. 27 settembre 2010, relativo ai criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica, (così come modificato dal Decreto 24 giugno 2015, recante “Modifica del decreto 27 settembre 2010, relativo alla definizione dei criteri di ammis-sibilità dei rifiuti in discarica”).Al fine di determinare su quale soggetto incomba l’onere di effettuare il test di ces-sione alla luce delle previsioni normative di cui sopra, va evidenziato che la predetta normativa fa indistinta-mente riferimento al produttore del rifiuto – lo stesso ai sensi e per gli effetti dell’art. 183, primo comma lett. f) viene definito come “il soggetto la cui attività pro-duce rifiuti e il soggetto al quale sia giuridicamente ri-feribile detta produzione (produttore iniziale) o chiun-que effettui operazioni di pretrattamento, di miscela-zione o altre operazioni che hanno modificato la natura o la composizione di detti rifiuti (nuovo produttore)2 – e al detentore del rifiuto – lo stesso invece ai sensi e per gli effetti dell’art. 183, primo comma, lett. f) viene stabilito come “il produttore dei rifiuti o la persona fi-sica o giuridica che ne è in possesso”. E laddove tali due soggetti non provvedano tale incombenza spetta al gestore del rifiuto – per tale definizione si deve in-vece fare espresso riferimento al d.lgs. 36 del 2003 che definisce gestore (della discarica) “il soggetto re-sponsabile di una qualsiasi delle fasi di gestione di una discarica, che vano dalla realizzazione e gestione della discarica fino al termine della gestione post-operativa compresa; tale soggetto può variare dalla fase di pre-parazione a quella di gestione successiva alla chiusura della discarica”. Il detentore del rifiuto, sulla base della definizione so-pra riportata può essere anche il produttore del rifiuto,

n Avv. DAniele CArissimi

ben potendo tuttavia individuarsi altresì nei soggetti consegnatari, e vale a dire il trasportatore e il gestore dell’impianto di trattamento preliminare al conferimento in discarica, estendendosi tale definizione a chiunque sia materialmente in possesso del rifiuto da conferire in discarica. In virtù di tale definizione pertanto il test di ces-sione sarebbe più correttamente onere

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dell’ultimo soggetto consegnatario dei rifiuti e vale a dire il gestore dell’ (even-tuale) impianto di trattamento preliminare che ha in possesso i rifiuti prima del tra-sferimento in discarica. Il DM del 27 set-tembre 2010, tuttavia, pone, nell’artico-lato del testo normativo, tale onere in capo al produttore del rifiuto. Il produt-tore, al contrario, non è un mero deten-tore ma è un soggetto che svolge l’atti-vità da cui esitano tali rifiuti, il quale po-trà essere esclusivamente individuato o in un produttore iniziale laddove i rifiuti derivino da un’attività produttiva di beni e servizi (e quindi non di rifiuti); oppure in un nuovo produttore, laddove vi sia un soggetto che riceve rifiuti, tratta gli stessi, e produce quindi dei nuovi rifiuti; e non anche in qualsiasi altro detentore conse-gnatario dei rifiuti medesimi. Sulla base di tale indicazione il test di cessione andrebbe quindi effettuato non tanto dall’ul-timo detentore ma solo da quel detentore che è anche produttore del rifiuto. In altri termini, se la filiera di confe-rimento del rifiuto in disca-rica non prevede il passag-gio degli stessi ad un im-pianto di trattamento preli-minare, ma solo lo staziona-mento in un impianto di stoc-caggio, il test di cessione va effettuato dal produttore ini-ziale. Qualora invece la fi-liera preveda il conferimento dei rifiuti da un produttore iniziale ad un nuovo produt-tore, e quindi ad un impianto di trattamento preliminare, che riceve rifiuti e produce, sulla base della propria au-torizzazione, dei nuovi rifiuti, il test di cessione andrà pre-sentato da quest’ultimo. En-trambe le normative stabili-scono, in ogni caso, che lad-dove non proceda né il de-tentore in un caso, né il pro-duttore nell’altro debba pro-cedere invece il gestore della discarica. Ciò in quanto

il test di cessione è un adempimento ob-bligatorio e, in mancanza, il gestore me-desimo, seppur non preliminarmente ob-bligato, commetterebbe un illecito. Tutto ciò posto si deve rilevare che il nuovo Al-legato 3 relativo alla disciplina del test di cessione prevede che gli oneri relativi al test di cessione possono essere posti a carico, tanto del detentore del rifiuto quanto del gestore della discarica (fermo restando che il test vero e proprio deve essere effettuato da laboratori con com-provata esperienza nel campionamento ed analisi dei rifiuti e un efficace sistema di controllo della qualità). Da tale statui-zione discende in primo luogo che l’o-nere (inteso anche come onere econo-mico) può essere sopportato tanto dal detentore che dal gestore della disca-rica. Ciò significa che tale attribuzione

potrà e dovrà essere contrattualmente regolata a prescindere dall’obbligatorietà dello stesso. In secondo luogo che tale test possa essere effettuato anche da un mero detentore, e vale a dire anche dall’impianto di stoccaggio ultimo confe-ritore in discarica.In sintesi si ritiene che la normativa vada letta come segue: se i rifiuti prima di es-sere ammessi in discarica vengono con-segnati ad un mero detentore (quindi non ad un nuovo produttore, es: impianto di stoccaggio D15), il test potrà essere ef-fettuato tanto dall’ultimo detentore (im-pianto di stoccaggio) quanto dal produt-tore del rifiuto stesso, atteso che il ri-fiuto non cambia la propria natura prima del conferimento in discarica. Laddove invece i rifiuti vengano conferiti ad un im-pianto di trattamento preliminare che ri-

ceve i rifiuti, tratta gli stessi, producendone di nuovi, si ri-tiene che laddove tale sog-getto sia anche quello che poi destina i rifiuti in discarica, ri-unendo su di sé tanto la figura del detentore quanto quella del (nuovo) produttore, debba procedere al test di cessione, e non anche il produttore ini-ziale, essendo il rifiuto confe-rito diverso da quello inizial-mente prodotto proprio in virtù dell’attività dell’impianto di trattamento preliminare. In ogni caso qualora tali soggetti non procedano al test di ces-sione, dovrà provvedere il ge-store, poiché in mancanza non potrebbe accettare tali rifiuti. La norma, comunque non im-pedisce di attribuire, a prescin-dere da soggetto che si ado-pera per far effettuare il test di cessione, l’onere dello stesso (da intendersi anche nel senso di onere econo-mico), indistintamente ad uno dei soggetti della filiera.

CALENDARIO CORSI AMBIENTE LEGALE

NOVEMBRE 2015Corso: Il Produttore dei RifiutiFirenze 17.11.2015 orario 14.00-18.00Torino 18.11.2015 orario 14.00-18.00Catania 25.11.2015 orario 14.00-18.00Bari 26.11.2015 orario 14.00-18.00Corso: La Gestione dei RifiutiFirenze 17.11.2015 orario 09.30-13.00 e 14.00-17.00Torino 18.11.2015 orario 09.30-13.00 e 14.00-17.00Catania 25.11.2015 orario 09.30-13.00 e 14.00-17.00Bari 26.11.2015 orario 09.30-13.00 e 14.00-17.00Corso: Il SistriFirenze 16.11.2015 orario 09.30-13.00 e 14.00-17.00Torino 19.11.2015 orario 09.30-13.00 e 14.00-17.00Catania 24.11.2015 orario 09.30-13.00 e 14.00-17.00Bari 27.11.2015 orario 09.30-13.00 e 14.00-17.00

DICEMBRE 2015Corso: Il Produttore dei RifiutiMestre 01.12.2015 orario 14.00-18.00Verona 04.12.2015 orario 14.00-18.00Corso: La Gestione dei RifiutiPadova 02.12.2015 orario 09.30-13.00 e 14.00-17.00Brescia 03.12.2015 orario 09.30-13.00 e 14.00-17.00Corso: Il SistriPadova 02.12.2015 orario 09.30-13.00 e 14.00-17.00Brescia 03.12.2015 orario 09.30-13.00 e 14.00-17.00Roma 15.12.2015 orario 09.30-13.00 e 14.00-17.00Milano 16.12.2015 orario 09.30-13.00 e 14.00-17.00Bologna 17.12.2015 orario 09.30-13.00 e 14.00-17.00

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Organizzato da FerraraFiere, dal 23 al 25 Settembre, RemTech è giunto quest’anno alla IX edizione, con la partnership della Regione Emilia-Romagna

AMBIENTE E RICICLAGGIO

REMTECH EXPO

È un appuntamento che rende Ferrara e l’Italia centrali nel segmento ambientale - stabilmente in cima all’agenda internazionale, come dimostrano anche l’attenzione di Papa Francesco e del Segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon - per l’ampio

coinvolgimento delle eccellenze, dei più alti vertici ministeriali, del mondo dei controlli, della grande industria, dell’università e dei maggiori player, nazionali e internazionali.I numeri che fanno di questa edizione un evento globale e “circolare” sono: 230 espo-sitori (nel 2014, erano 180) da Italia, Spagna, Irlanda, Inghilterra, Stati Uniti, Canada, Cina e Corea del Sud; oltre 4.000 visitatori qualificati; delegazioni straniere in rappresentanza dei principali buyers e degli organi governativi di Romania, Turchia, Russia e Cina; quat-trocento tra i massimi esperti mondiali nella riqualificazione del territorio, tecnologie di bonifica, protezione delle coste, tutela dal dissesto idrogeologico, riutilizzo dei materiali inerti, tra i quali i maggiori general contractor e stazioni appaltanti, Italferr, ANAS, Auto-strade per l’Italia, BBT, Terna, Condotte e Expo2015; oltre cento sessioni congressuali sull’evoluzione della normativa, l’innovazione tecnologica, l’industria, i porti, la manuten-zione del Paese, le grandi opere sostenibili. Da segnalare, l’area riservata all’esposizione dei droni, l’area degli spin-off innovativi, il “box” della “knowledge”, gli spazi occupati dalle principali associazioni, Confindustria, OICE, Assoreca, Anida, ALIG, Camera di Commercio in primis, e dalle imprese asso-ciate, l’area delle Regioni, “L’Italia dei Porti”, l’area “Università & CNR” e i “cantieri” di #italiasicura.Durante la cerimonia inaugurale, Mauro Grassi, direttore della Struttura di Missione del Consiglio dei Ministri - #italiasicura, Bernardo De Bernardinis, presidente di ISPRA, Ga-etano Maccaferri, vicepresidente di Confindustria, Giovanni Agnesod, vicepresidente di AssoArpa, Paola Pagliara, del Dipartimento della Protezione Civile, e Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente, tutti hanno sottolineato la centralità di questo appuntamento, che in nove edizioni si è stabilmente posizionato come irrinunciabile oc-casione in cui il confronto tra le tecnologie più innovative e le strategie di governo del territorio si traduce in importanti acquisizioni di carattere tecnico, culturale e politico, oggi

necessarie a raccogliere una sfida ambien-tale che è anche economica e occupazio-nale. Tra i convegni in calendario, mercoledì 23 Settembre si sono tenute la sessione di apertura dal titolo “L’Italia delle opportu-nità” con un focus sul tema dell’industria, la “Conferenza Nazionale dell’Industria sulle bonifiche e sull’ambiente”, moderato da Unione Petrolifera e Federchimica, il convegno sui “Suoli Agricoli” con il saluto del vicepresidente della Regione Campa-nia, Fulvio Bonavitacola, e la Conferenza Nazionale sul Dissesto idrogeologico con la partecipazione di #italiasicura e della coalizione nazionale contro il rischio idro-

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contaminati, proseguendo così i proficui rapporti italo-russi sul fronte della reme-diation. Notevoli sono stati anche i passi avanti che la manifestazione ha compiuto sul piano della comunicazione e degli strumenti di dialogo, dal confronto tra gli attori princi-pali coinvolti nei World Cafè, al Flow Cafè organizzato dalla Regione Emilia-Romagna e da RemTech sui temi della difesa del ter-ritorio, al primo seminario sulla comunica-zione ambientale, promosso in collabora-zione con l’Ordine dei Giornalisti. All’esterno del quartiere, in parallelo alle sessioni operative e congressuali, la Pro-tezione Civile dell’Emilia-Romagna ha or-ganizzato, nonostante l’allerta meteo e la situazione di emergenza venutasi a creare in quei giorni nelle provincie di Parma e Pia-cenza, una tre giorni di esercitazioni prati-che, eventi formativi e l’allestimento di un vero e proprio campo di assistenza alla po-polazione. Nel pomeriggio del 25 Settem-bre il convegno sulla “Colonna Mobile” e la partecipazione dell’Ass. Paola Gazzolo, hanno accompagnato l’evento verso la chiusura.La dinamica comunità di RemTech Expo, nella serata centrale della manifestazione, il 24 Settembre, si è riunita al di fuori del quartiere, presso il famoso Museo di Spina di Ferrara, uno dei più importanti musei etruschi nazionali, dove ha preso parte ad un esclusivo percorso culturale per poi pro-seguire la serata in un clima di ampia con-divisione e internazionalità. La storica se-rata di gala è, sin dalla sua prima edizione, un momento riservato alle imprese, ai co-mitati, ai delegati e agli ospiti internazio-nali.

geologico.Giovedì 24 ha avuto luogo la “Conferenza nazionale dei Porti: sedimenti, dragaggi, opere e sostenibilità”, cui hanno preso parte anche il Sottosegretario all’Ambiente e alla Tutela del Territorio e del Mare, on. Silvia Velo, ISPRA, Assoporti e le princi-pali Autorità Portuali.Di grande interesse anche la “Giornata sulle Direttive Acque e Alluvioni”, con rap-presentanti di spicco del Ministero dell’Am-biente e di quello delle Politiche Agricole, delle Autorità di Bacino e di Legambiente. Venerdì 25 è stata poi la giornata delle opere pubbliche con la tavola rotonda sulla “Sostenibilità delle grandi opere” che ha visto la consegna del primo premio a EXPO2015 e delle menzioni speciali a Ital-ferr, ANAS e Terna. Altri incontri sono stati dedicati al Decreto Sblocca Italia che, per i prossimi anni, renderà disponibili circa quattro miliardi di euro per le grandi infra-strutture e la messa in sicurezza del terri-torio. Altri importanti premi, oltre a quello per la sostenibilità delle opere, consegnato ap-punto a EXPO2015, sono stati i premi di laurea e dottorato promossi da RemTech, il premio della ricerca organizzato dal GNRAC, il premio per la tutela del territo-

rio consegnato al Comune di Massa, il pre-mio per il miglior riutilizzo degli aggregati riciclati consegnato al comune di Roma. Gli Atti dei convegni ufficiali, raccolti in un volume di oltre 800 pagine, sono stati pub-blicati dalla casa editrice DEA Edizioni, main media partner di RemTech Expo.Sul fronte del programma di internaziona-lizzazione, promosso da RemTech Expo a favore dei propri espositori, è da registrare la presenza di tre delegazioni straniere: quella turca, composta da funzionari del Ministero dell’Ambiente, quella cinese pro-veniente dalla provincia di Zhejiang - con cui la Regione Emilia-Romagna ha avviato da tempo un protocollo di intesa e RemTech un fitto piano di attività congiunte - e quella rumena. Le delegazioni hanno incontrato le imprese mediante B2B riservati e wor-kshop collettivi che hanno avuto l’obiettivo di favorire l’incontro tra la domanda dei mercati emergenti e la migliore offerta, tec-nica e tecnologica, italiana, per agevolare nuove opportunità di business.Dal 6 al 9 Ottobre 2015, RemTech è stato presente, con le sue imprese, all’IPLA di Mosca, il forum mondiale organizzato da UNIDO sulla gestione dei rifiuti e sulla bo-nifica delle discariche, dove ha condotto una master class sulle bonifiche dei siti

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AMBIENTE E RICICLAGGIO

LA QUALITÀ ITALIANA CONQUISTA L’EUROPA

Il Gruppo Panizzolo ha creduto molto nel proprio prodotto, innovativo e nello stesso tempo semplice ed estremamente efficace per la separazione, la macinazione e il corretto riciclaggio dei materiali metallici, ferrosi e non, di qualsiasi tipologia essi si-

ano: dal profilato e carter in alluminio, al rottame misto, al motore elettrico fino al barat-tolo da raccolta differenziata di RSU. Negli ultimi anni quindi Panizzolo ha portato il pro-prio prodotto nelle principali Fiere di settore. Per citare solo le ultime attività promozio-nali l’azienda ha partecipato a Rimini, a Ecomondo 2014, per poi proseguire all’estero con Ekotech 2015, Pollutec a Casablanca, Recycling Active in Germania, RWM in In-ghilterra a Birmingham, REW a Istambul in Turchia e Poleco in Polonia, per citare le ul-time edizioni. I mercati europei hanno reagito in maniera estremamente veloce e positiva, a conferma della qualità e della professionalità del prodotto italiano e della sua tecnologia innova-tiva che offre una grandissima flessibilità di utilizzo a chi gestisce l’impianto, senza nulla cedere alle caratteristiche di potenza, affidabilità, produttività.Come conseguenza dell’acquisizione di importanti commesse in Italia e all’estero, l’a-zienda di Padovana, ha messo a budget per il prossimo biennio l’ampliamento della sede di produzione e montaggio dei propri impianti.Naturalmente il Gruppo Panizzolo è presente anche per l’edizione 2015 a Rimini Eco-

n Mario Mucoli

mondo. Lo trovate allo stand 47 Hall A3 con le più recenti novità del proprio set-tore.Ma vediamo nel dettaglio la tecnologia che Panizzolo porta all’estero e alcuni esempi di impianti che già funzionano in diverse regioni europee.

La flessibilità di lavorazione chiavi in mano

Sono senza dubbio le performace elevate e la flessibilità d’uso che hanno convinto i Clienti stranieri del Gruppo Panizzolo. Due case history, due impianti quasi “ge-melli” venduti l’uno in Spagna e l’altro in Francia nel 2015, lo dimostrano inequivo-cabilmente.In Spagna opera dalla prima metà di quest’anno un mulino a martelli traspor-tabile, modello Flex 1000 Drum Kompakt Mobile. Il cliente lo ha destinato alla ma-cinazione della carrozzeria auto e car fluff, abbinato all’impianto di separazione, sem-pre targato Panizzolo, modello SMNF 1000 per poter separare e valorizzare la componente non magnetica in uscita dal primo impianto. Ma spostiamoci in Francia: anche in que-sto caso lavorano già a pieno regime un

Il Gruppo Panizzolo ha conquistato in questi ultimi anni un’importante parte del mercato, in Italia ma soprattutto all’e-stero, grazie ai propri impianti innovativi, semplici ed efficaci per il trattamento dei materiali ferrosi e non di qualsiasi tipolo-gia. Parola d’ordine flessibilità di utilizzo: dai motori elettrici al barattolame da Rifiuto Solido Urbano!

Impianto trattamento profilo di alluminio (Flex 1000 Mobile Drum e Separatore SMNF 1000)

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impianto Flex 1000 fisso con mulino a martelli abbinato all’impianto di separa-zione SMNF 1000. A questi è stato ab-binato un apposito separatore densimen-trico ZIG-ZAG, studiato dai tecnici del gruppo per la perfetta separazione dei metalli pesanti (come acciaio e ottone) dal filo di rame.L’unica differenza fra i due impianti Flex 1000 è che il primo è nato per essere compatto e facilmente trasportabile, men-tre il secondo è stato progettato per es-sere un modello fisso!La tecnologia è la medesima in tutto e per tutto, ma il Cliente francese lo utilizza per il trattamento e la raffinazione dei motori elettrici e del barattolame proveniente da RSU (con presenza di componente inerte fino al 65% del peso).Gli impianti sono dunque progettati per garantire flessibilità; Grazie al sistema bre-vettato di culle e griglie intercambiabili l’impianto spagnolo può lavorare motori elettrici e viceversa l’impianto polacco può trattare rottame diverso.

Leadership dai Motori RAEE al barattolame da R.S.U.

Esempi di recenti impianti chiavi in mano venduti all’estero sono, in Polonia, un im-pianto Flex Tyre per la pulizia di acciaio armonico da PFU (che entrerà in funzione il prossimo mese di Novembre) mentre in Germania è attualmente attivo e lavora

pieno regime un altro impianto di tratta-mento e raffinazione di residui metallici da munizioni bonificate dell’esercito (es: pallottole e bossoli da armi portatili, spo-lette e proiettili da cannone).Una grossa fonderia europea ha invece acquistato un trituratore quadrialbero PZ 4 1800 per la riduzione volumetrica del profilo taglio termico, a cui è stato abbi-nato un impianto di macinazione e prima separazione Flex 1000.Entro la prima metà del 2016 sarà attivo, in un paese extraeuropeo, un importante impianto per il trattamento del pneuma-tico fuori uso e del ciabattato. In Italia l’Azienda rimane il riferimento nel settore per gli impianti per il trattamento e la pulizia del barattolame da RSU. Nel corso del 2015 per esempio ha realizzato più di un impianto Flex 1000 Drum Kom-pakt Mobile e Flex 500 Mobile per grosse aziende che raccolgono e trattano que-sta tipologia di rifiuti provenienti dalle loro Regioni. Questi impianti sono totalmente meccanici ed automatizzati e permettono di dividere perfettamente gli inerti dai me-talli e di ottenere in output un proler di qualità.L’azienda è inoltre conosciuta e ricono-sciuta leader per impianti per la macina-zione e raffinazione di motori elettrici (sia provenienti da RAEEE che quelli di medie e piccole dimensioni di tipo industriali). Per mezzo di impianti compatti e a bassa potenza energetica i tecnici del Gruppo Panizzolo hanno saputo progettare tec-nologie che efficacemente completano il

ciclo di trattamento del motore elettrico. La lavorazione in perfetta simbiosi tra i macinatori e i separatori del gruppo per-mette alle aziende del settore di eseguire perfette divisioni dei metalli ferrosi e non al fine di valorizzare specialmente il gra-nulo di rame con risultati senza eguali nel mercato. Infine l’azienda è leader più che consoli-dato nel mercato italiano anche per gli im-pianti per la pulizia dell’acciaio armonico da PFU, Panizzolo sta lavorando oggi per mettere a breve in funzione un impianto Flex 1100 Tyre da quasi 5 ton/h.La pulizia dell’acciaio armonico prove-

Panizzolo Flex 1000 Mobile - impianto di macinazione Raffinazione del granulo di rame da motori elettrici

Panizzolo SMNF 1000 - raffinazione motori elettrici

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niente da pneumatici fuori uso pone problemi importanti, di ordine tecnico e ambientale. Gli impianti Panizzolo della li-nea Flex Tyre assicurano ec-cellenti lavorazioni con un ac-ciaio armonico inquinato da tela e gomma fino al 25% del suo peso, garantendo un pro-dotto in uscita con una media dell’1% di impurità. Il pro-cesso di trattamento è total-mente meccanico e automa-tizzato, senza l’impiego di gas liquefatti, agenti chimici o si-stemi termici che sono sia costosi che pericoli per l’ambiente.La vasta gamma di impianti progettati dalla Panizzolo ha il comune obbiettivo di mas-simizzare sempre la redditività del rifiuto trattato e, nel contempo, di offrire una concreta flessibilità di utilizzo, la sempli-cità di uso e di manutenzione grazie ai si-stemi brevettati di culle e griglie veloce-mente intercambiabili.

L’esperienza diretta al passo con le esigenze del settore

I punti di forza degli impianti Panizzolo, che non sono sfuggiti ai Clienti stranieri, riguardano la tecnologia a martelli propo-sta, totalmente reinventata dall’azienda, per risolvere le problematiche e soddi-sfare le esigenze del settore merceolo-gico specifico al quale si indirizzano. Gli impianti di macinazione e prima sepa-razione permettono rapidi e semplici cambi di lavorazione grazie ai mulini a martelli in-corporati della linea Flex. Con la proget-tazione di questa tecnologia il Gruppo Pa-nizzolo ha risolto le principali problemati-che che ne limitavano l’utilizzo nel settore del riciclo dei rifiuti ferrosi. Grazie al know-how dell’azienda e alla professionalità dei propri tecnici Panizzolo ha “reinventato” la definizione di mulini a martelli, introdu-cendoli all’interno di un ciclo produttivo che permette di macinare e raffinare ec-cellentemente moltissime tipologie di ri-fiuti ferrosi e metallici, abbattendo i costi

di gestione e manutenzione senza eguali nel settore. La tecnica impiegata nella pro-gettazione dei propri mulini a martelli ha portato Panizzolo a brevettare molti com-ponenti.Gli impianti del Gruppo Panizzolo sono flessibili perché, a seconda delle neces-sità produttive dei clienti, possono essere utilizzati in due modi differenti:• A cascata: cioè in combinazione tra di loro. Con una determinata tipologia di ma-teriale, si parte da una macinazione/sgros-satura volumetrica per terminare con la raffinazione delle varie tipologie di metalli.• Singolarmente: per la macinazione o la raffinazione di specifiche tipologie di ma-teriali.Le aziende europee del settore sono ri-maste colpite dagli impianti perché le in-novative soluzioni proposte da Panizzolo si adatto perfettamente alle nuove esi-genze del settore del riciclaggio che oggi

è rivolto sempre di più verso la massima valorizzazione e la massima redditività di tutti i metalli in uscita dagli impianti.La Panizzolo ha saputo inoltre essere un punto di riferimento anche per quelle aziende che sono alla ricerca di sempre nuovi materiali da riciclare e da cui vogliono estrarre e massimizzare metalli come rame, alluminio e ferro. Un tempo queste aziende erano solo una nicchia del settore, ma oggi sono in costante e continua crescita.Oltre alla flessibilità di lavorazione, gli im-pianti sono apprezzati per i bassi consumi energetici in quanto offrono alta produtti-vità di materiale lavorato, associati a bassi costi di esercizio. Gli impianti inoltre sono compatti, non necessitano di lunghi tempi di montaggio e installazione; occupano spazi ridotti lasciando i piazzali liberi per la movimentazione dei mezzi e lo stoccaggio dei rifiuti e del materiale.Semplicità di gestione e facilità di manu-tenzione infine completano il quadro. Non occorre impiegare personale apposita-mente specializzato per gli interventi e i tempi di fermo macchina sono ridotti al mi-nimo. La struttura è robusta e materiali di prima qualità: sono prodotti totalmente made in Italy, dalla progettazione fino al montaggio e garantiscono qualità e lunghi cicli di vita dei materiali soggetti ad usura.Gli impianti vengono forniti chiavi in mano e sono progettati per essere sistemi mo-dulari, in modo da poter “crescere” in-sieme al Cliente o variare a seconda delle esigenze di output e della tipologia di ma-teriale in entrata, velocizzando soprattutto l’installazione di successivi upgrade.

Flex 500 Tyre - impianto pulizia acciaio armonico da PFU

Impianto Panizzolo Flex 1000

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AMBIENTE E RICICLAGGIO

Dimezzato in sei mesi il Contributo Ambientale Conai per l’acciaio: da 26 a 13 euro/ton. Grazie alla riduzione dei costi più competitività per le aziende produttrici di imballaggi

Il riciclo non fa bene soltanto all’ambiente, ma anche all’economia. Grazie alla riduzione del Contributo Ambientale Conai per gli imballaggi in acciaio, le imprese utilizzatrici risparmieranno quasi 6 milioni di euro. È questa la stima di An-

fima, l’associazione aderente a Confindustria che raggruppa i Fabbricanti di Imballaggi Metallici ed Affini Italiani.“La riduzione del Contributo Ambientale Conai da 26 a 13 euro/ton è un segnale dav-vero positivo per le imprese che utilizzano imballaggi in acciaio, e in ultima analisi per gli stessi consumatori – spiega Giovanni Cappelli, direttore generale di Anfima - Lat-tine, scatolette, barattoli e bombolette oltre a essere i contenitori più sicuri e robusti sono di acciaio, materiale che si ricicla all’infinito con grande beneficio per l’ambiente”.Il Contributo Ambientale Conai (CAC), stabilito per ciascuna tipologia di materiale di imballaggio, rappresenta la forma di finanziamento attraverso la quale Conai ripartisce tra produttori e utilizzatori il costo per i maggiori oneri della raccolta differenziata, per il riciclaggio e per il recupero dei rifiuti di imballaggi. Per quanto riguarda l’acciaio il CAC è passato da 26 a 21 euro/ton il 1° aprile 2015 e dal 1 ottobre 2015, è stato ulterior-

mente ridotto a 13 euro/ton. «Si tratta di un traguardo importante – aggiunge Federico Fusari, Direttore Generale di Ricrea, il Consorzio Nazionale Riciclo e Recupero Imbal-laggi in Acciaio -. 13 euro/ton è il valore più basso dalla costituzione di Ricrea, e oltre a un impor-tante fattore competitivo per le imprese consor-ziate rappresenta la misura dell'efficienza gestio-nale raggiunta dal Consorzio. L’ulteriore riduzione dei costi per le imprese infatti permetterà comun-que di garantire il ritiro dei rifiuti urbani di imbal-laggio sull’intero territorio nazionale e il riconosci-mento ai Comuni dei corrispettivi previsti dal nuovo Accordo Quadro Anci-Conai».

In Italia le aziende che producono conte-nitori in acciaio danno lavoro a oltre tre-milacinquecento dipendenti, per un fattu-rato annuo complessivo di 1,6 miliardi di euro. La produzione si concentra princi-palmente in sei settori merceologici: dalle scatole cosiddette “Open Top” per pro-dotti alimentari, ai contenitori “General Line” per vernici e prodotti industriali in genere; dalle bombolette aerosol alle chiu-sure metalliche come capsule e tappi co-rona, fino ai grandi fusti in lamierino d’ac-ciaio. I contenitori in acciaio sono facili da dif-ferenziare e possono essere riciclati un numero infinito di volte senza dare origine a scarti, mantenendo intatte le proprie qualità. Nel 2014 in Italia sono state av-viate al riciclo 335.854 tonnellate di im-ballaggi in acciaio, sufficienti per realiz-zare ben 2.239 copie dell’Albero della Vita, icona del Padiglione Italia e simbolo di Expo 2015. Il tasso di recupero, pari al 74,3% rispetto alle quantità immesse a consumo, conferma il nostro Paese tra i migliori in Europa.

RICREA

ANFIMA: DAL RICICLO DEGLI IMBALLAGGI IN ACCIAIO 6 MILIONI DI EURO PER LE AZIENDE ITALIANE

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DEMOLIZIONI E BONIFICHE

PORTO MARGHERA: DA POLO CHIMICO A PORTO INTERMODALENel 2020 le navi portacontainer attraccheranno in un'area di Porto Marghera, dove per oltre 40 anni si sono fabbricati prodotti chimici, attraverso la demolizione degli impianti di produzione inattivi e il completo recupero ambientale delle aree non più in produzione. Una vera case history attuata dalla Syndial del gruppo Eni

nata Malcontenta nasce il progetto per la realizzazione di un porto commerciale (350 ettari), un piccolo porto dei petroli (30 ettari), un’area industriale (700 et-tari) ed un quartiere residenziale (225 et-

n Pierfrancesco nardizzi

Ubicazione, storia e provenienza

Marghera e una localita di circa 5.800 ettari del comune di Venezia posta nella zona nordoccidentale della laguna. Situata sulla terraferma, (da un detto popolare ‘Mar g’hera’: mare che c’era) rappresenta l’appendice meridionale della conurbazione di Mestre. L’attuale municipalita di Marghera, istituita nel 2005, e costituita dagli ex quar-tieri 13 Marghera-Catene e 18 Malcontenta. Tra il 1917 ed il 1921 nella zona denomi-

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tari). I primi insediamenti di Porto Mar-ghera, nel Veneto, sono legati al settore petrolifero e a quello dell’agricoltura e risalgono al 1924. Nel 1926 sorge il primo insediamento legato alla raffinazione (di-stillazione e piroscissione di oli minerali) su iniziativa privata (DICSA), ceduto ad Agip nel 1934. Durante la seconda guerra mondiale il porto diventa un obiettivo sensibile per gli Alleati che lo bombar-darono a piu riprese, bloccandone le attivita e coinvolgendo purtroppo anche la popolazione. A guerra finita riprende la produzione e a partire dagli anni cin-quanta Porto Marghera diventa uno dei poli industriali piu conosciuti del Paese, sino a raggiungere negli anni sessanta la massima espansione, sia dal punto di vista delle attivita produttive che da quello demografico. Con la crisi del settore chi-mico in Italia, iniziato principalmente dalla fine degli anni ’80 il polo chimico di Porto Marghera ha conosciuto una fase ca-lante nella quale si e assistito ad una continua e costante contrazione in ter-mini di produzione e di occupati.

Situazione attuale

Attualmente il complesso industriale, dove operano varie societa, e dotato di una rete di tubazioni che consente lo

scambio di materie prime, prodotti e uti-lities. Una rete di pipeline (di proprieta Versalis) collega Porto Marghera con gli stabilimenti di Ferrara (95 Km), Mantova (125 Km) e Ravenna (169 Km), ai quali fornisce le materie prime principali (eti-lene, propilene, benzene, cumene, etil-benzene). Oltre a Syndial, operano diverse societa, tra le quali: Versalis, Vinyls Italia (ex Ineos Vinyls Italia), Autorita Portuale Venezia (Venice Newport Container and Logistics) che ha acquisito le aree ex Montefibre e

le aree ex impianti del gruppo ASD da Syndial, SPM (Servizi Porto Marghera), Dow Italia Divisione Commerciale (ex Dow Poliuretani Italia), Solvay Solexis, Arkema, Sapio, Edison, Transped, Sifa-gest, (che dall’1 gennaio 2010 e suben-trata a SPM nella titolarita degli impianti di trattamento chimico-fisico-biologico e d’incenerimento) Cofely e MPM. A seguito della sospensione dell’attivita produttiva, con conseguente fermata a tempo indeterminato degli impianti del ciclo produttivo della coinsediata societa Vinyls Italia, anche gli impianti di produ-zione cloro-soda e idrogeno e produzione di dicloroetano sono stati fermati nel di-cembre 2008.In data 11 Aprile 2014, al fine di favorire la reindustrializzazione e riqualificazione di Porto Marghera, Syndial ha sottoscritto con il comune di Venezia e la regione Ve-neto un contratto preliminare di cessione, relativo a circa 110 ettari di terreni di pro-prieta Syndial e fabbricati di pertinenza.

Cronistoria delle demolizioni a Porto Marghera

A partire dal 2000 Syndial avvia un com-plesso programma di decommissioning degli impianti inattivi situati prevalente-mente nell'area del Vecchio Petrolchi-

Impianto AS 5

Impianto AS 12

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mico. In questa area, di circa 43 ettari, erano ubicati impianti costruiti a partire dal periodo di realizzazione della prima zona industriale fino agli anni Cinquanta-Sessanta. I cicli produttivi interessati dalle dismissioni sono:- linea cloro-solventi–cloruro di vinile (PVC) - linea acetici- linea inorganici - linea isocianati Tale iniziativa era finalizzata all'allontaTale iniziativa era finalizzata all'allontaT -namento delle lavorazioni chimiche dall'a-rea urbana e dalla viabilita ordinaria e a rendere disponibili le aree industriali per nuove attivita produttive. Le demolizioni hanno interessato anche le strutture di servizio dell’area della “Centrale Termoelettrica Nord”, l’im“Centrale Termoelettrica Nord”, l’im“Centrale T -pianto di refrigerazione, le linee inter-pianto di refrigerazione, le linee inter-pianto di refrigerazione, le linee interconnecting ed una serie di fabbricati di-smessi. Nell'area del Nuovo Petrolchimico sono stati completati il decommissioning e le

attivita di bonifica dei cicli impiantistici dell'impianto Clorosoda, oggetto di ven-dita alla societa Medio Piave Marghera.

Cantiere Syndial (Eni) a Porto Marghera, Area ASD

L’intervento di decommissioning che sta L’intervento di decommissioning che sta Lrealizzando Eni-Syndial e all’interno de-gli impianti ex Acido Solforico e Derivati(ASD) presenti a Porto Marghera. Que-sti impianti, realizzati alla fine degli anni‘50, occupano una superficie di circa 25ettari, dotata di banchina per la movi-mentazione via mare dei principali pro-dotti solidi in ingresso (zolfo) e in uscita(solfato ammonico, utilizzato come fer-(solfato ammonico, utilizzato come fer-(solfato ammonico, utilizzato come fertilizzante e solfato sodico). Gli addettierano circa 300, ai quali si deve som-mare il personale addetto alle manuten-zioni. Negli impianti, interconnessi fraloro, venivano principalmente prodotti:

- acido solforico concentrato e oleum,con una produzione giornaliera comples-siva di circa 800 t/die (Impianti AS 2-9-11), utilizzato principalmente per uso in-terno dello stabilimento;- solfato sodico e ammonico, rispettiva-mente con produzioni di 200 e 700 t/die (AS 7-12);- idrammina sodico-ammonica, prodottointermedio per la produzione di capro-lat- tame (PR15) per circa 200 t/die; -acido nitrico concentrato, circa 200 t/die (AS5).- Nell’impianto AS4 avveniva lo stoccag-gio e la movimentazione del solfato so-dico/ammonico. Lo zolfo, materia prima,proveniva principalmente dal MedioOriente e veniva scaricato da grandi navipresso la banchina Sali e poi, una voltareso liquido mediante fusione in appo-site vasche riscaldate con vapore, ve-niva combusto nei forni per la produ-zione di anidride solforosa, intermedioper la produzione dell’acido solforico.

Area di demolizione

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Gli impianti

AS 12/13 – (AS12) Era un impianto che produceva contemporaneamente solfato ammonico, utilizzato in agricoltura come fertilizzante, e solfato sodico, utilizzato nell’industria dei saponi. La soluzione ac-quosa dei due Sali proveniente, come sot-toprodotto, dal reparto Caprolattame (che e la base per ottenere diversi tipi di nylon) veniva via via concentrata su due linee di produzione mediante successive eva-porazioni e, come stadio finale, mediante una centrifugazione. Considerata la di-versa granulometria dei due Sali si pro-cedeva, a valle della centrifugazione, me-diante vagliatura, alla separazione degli stessi. Infine, i Sali venivano essiccati. L’essiccamento avveniva in forni a tam-buro rotante alimentati a metano. (AS13) L’impianto trattava una soluzione di spurgo proveniente dalla sezione di la-vaggio del solfato ammonico del reparto AS12 per produrre Solfonitrato granulare, anch’esso utilizzato come fertilizzante. Anche in questo caso avveniva una con-centrazione mediante evaporazione della soluzione.AS 7 – Produceva solfato ammonico da una soluzione acquosa proveniente dal reparto Caprolattame e dal reparto di pro-duzione cianuro di potassio. Questa so-luzione subiva un trattamento simile a quello del reparto AS12, consistente in una concentrazione mediante successiva evaporazione e, infine, centrifugazione ed essicamento. Il solfato ammonico cristal-lino veniva utilizzato come fertilizzante in agricoltura. AS 5 – Tecnologia di base dell’impianto era la concentrazione dell’acido nitrico al 53% mediante distillazione sotto vuoto, fino a una concentrazione del 68%, e me-diante distillazione estrattiva con acido solforico per ottenere acido nitrico con-centrato al 99%. Tale acido concentrato veniva utilizzato negli impianti per la pro-duzione dei poliuretani. L’acido solforico utilizzato per essiccare l’acido nitrico ve-niva a sua volta riconcentrato mediante una evaporazione sotto vuoto. Fusione e stoccaggio zolfo – Questa se-zione era l’inizio della produzione dell’a-

cido solforico. Lo zolfo solido e sfuso, proveniente da miniere, veniva stoccato in un ampio piazzale; da qui veniva cari-cato, mediante pala meccanica, in vasche interrate e rivestite in materiale antiacido, riscaldate con una serpentina dove cir-colava vapore a 5 atmosfere. In queste vasche veniva liquefatto a una tempera-tura di circa 120 °C. Una volta liquido, lo si faceva passare attraverso dei filtri per eliminare le impurezze. Successivamente lo zolfo liquido veniva inviato ai forni 4,6,7 dei reparti di produzione oleum o anidride solforosa. Stoccaggio serbatoi – Parte finale degli impianti, dove venivano stoccati gli acidi prodotti a vario titolo. L’oleum veniva stoccato in serbatoi orizzontali, l’acido solforico in serbatoi verticali, completi ciascuno del proprio bacino di conteni-mento. Questi acidi erano sia distribuiti all’in-terno dello stabilimento, sia venduti a terzi.Stoccaggio pirite - Era costituito da un piazzale dove la pirite veniva stoccata

alla rinfusa. Questa sezione e stata ab-bandonata negli anni ‘80 in quanto obso-leta (dalla pirite si otteneva lo zolfo me-diante il processo di arrostimento in forni). AS 1/2/9/11 – Nei forni dell’impianto AS 1-2 (forni 4,6,7) veniva bruciato lo zolfo, precedentemente liquefatto, ottenendo anidride solforosa (SO2). L’anidride sol-forosa prodotta nei forni 4 e 6 veniva uti-lizzata nell’impianto PR15, mentre quella prodotta dal forno 7, mediante un pro-cesso catalitico che utilizzava come ca-talizzatore pentossido di vanadio, a con-tatto con l’aria calda si tramutava in ani-dride solforica (SO3). Quest’ultima ve-niva assorbita in una soluzione di acido solforico diluito per produrre o acido sol-forico concentrato al 98% o, nel reparto AS11, oleum (acido solforico concen-trato al 115%). Tali prodotti - acido sol-forico o oleum - erano utilizzati come ma-terie di base per altre reazioni all’interno di altri impianti (Caprolattame) o ceduti a terzi.Nell’impianto AS9 si trattavano tutti gli effluenti gassosi - aria che inevitabilmente

Impianto AS 9 (zona forno 6)

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conteneva anidride solforosa e ossidi di azoto - mediante assorbimento in solu-zione acquosa di soda caustica o ammo-niaca. I liquidi che ne risultavano erano riciclati negli impianti.PR15 – In questo impianto, partendo da materie prime quali ammoniaca in solu-zione al 25%, nitrito sodico al 30% e ani-dride solforosa gas, si produceva idros-silammindisolfonato sodico/ammonico che veniva inviato a sua volta come ma-teria prima al reparto Caprolattame. La reazione fra le sostanze precedente-mente citate avveniva in una colonna ver-ticale con anelli di riempimento mante-nuta a circa 0°C mediante 5 gruppi fri-goriferi dedicati. L’impianto prevedeva anche una serie di vasche dove si pro-duceva solfito e bisolfito ammonico dalla reazione di una soluzione di ammoniaca e anidride solforosa. Questa soluzione prodotta nelle vasche veniva a sua volta inviata alla colonna per produrre ulte-riore idrossilammindisolfonato.

Le demolizioni

A seguito della crisi della chimica di base, dagli anni 2000, la fermata degli impianti a valle che utilizzavano i prodotti e stata

progressiva: primo fra tutti l’impianto del Caprolattame dove si produceva nylon 6. A seguire si e avuta la cessazione di tutte le produzioni, ultima in ordine di tempo quella dell’impianto AS5, adibito alla con-centrazione dell’acido nitrico, nel 2006. L’impianto era fortemente caratterizzato dagli aspetti corrosivi dei prodotti e delle materie prime presenti nei cicli e vedeva un particolare utilizzo di materiali speciali, quali il tantalio, o l’impiego nelle linee e

apparecchiature di rivestimenti in piombo, vetro e resine speciali. Nel dicembre 2012 l’area ASD e stata ceduta da Syndial a Venice New Port, per il progetto di am-pliamento del sedime portuale, sopraci-tato, assieme alla limitrofa area ex Mon-tefibre, dove verra realizzato un terminale portuale e piattaforma logistica. I lavori di demolizione nell’area ASD verranno con-clusi entro il primo trimestre 2016. Le attivita di demolizioni e bonifiche sono

Impianto AS 12 (zona insacco) Impianto stoccaggio serbatoi

Impianto stoccaggio pirite, forni 1 e 2

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state avviate nel 2013, a seguito di una gara con assegnazione a evidenza pub-blica alla quale hanno partecipato alcuni fra i piu qualificati operatori nazionali del settore demolizioni e bonifiche di impianti complessi. Ad oggi risulta conclusa la mappatura dei cicli, la loro decontamina-zione, la bonifica dei rivestimenti esterni per coibentazione e completate le boni-fiche dei cicli impiantistici. Attualmente le attivita hanno raggiunto la fase piu visi-bile, per la quale e richiesto il maggior im-piego di mezzi e manodopera. Le aziende che stanno eseguendo i lavori di demoli-zioni, per potere eseguire i lavori com-missionati secondo i dettami della regola dell’arte della demolizione industriale,hanno messo in campo tutte le tecniche e le tecnologie piu performanti presenti attualmente sul mercato. Trovandosi di fronte ad un impianto industriale rimasto fuori servizio da diversi anni, pur avendo adottato tecniche di bonifica in grado di raggiungere performances di pulizia ele-vatissime, per aumentare i livelli di sicu-rezza Syndial ha preteso di privilegiare le tecniche di demolizione definite “afreddo”, cioe in grado di minimizzare i ri-schi di incendio ed esplosione soprattuttodurante la prima fase delle demolizione

che viene definita in gergo “demolizione primaria”. Per quanto riguarda gli edifici e gli impianti in carpenteria metallica que-sta fase consiste in una riduzione dimen-sionale denominata in gergo “a bocca di forno” che puo essere eseguita medianteulteriori tagli con cesoie di dimensioni maggiori montate su escavatori con braccistandard in grado di lavorare a livello del terreno con elevata produttivita, oppure mediante taglio con cannello ossipropa-nico eseguito da operatori a terra. Per

quanto riguarda invece i manufatti e gli edifici in cemento armato o laterizio della “demolizione secondaria” e stato neces-sario eseguire una ulteriore attivita di fran-tumazione seguita a terra con pinze fran-tumatrici con profilo delle ganasce diversoda quelle utilizzate nelle demolizione pri-maria ed in grado di “deferrizzare” il ce-mento armato, cioe di separare i ferri di armatura dal cemento e riducendo la pez-zatura massima delle macerie a poche decine di centimetri di diametro. L’abilita L’abilita L

Impianto AS 1/2/9/11

I vari reparti dell'area

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le compongono (profilati metallici) ese-guito con utensili a cesoia montati su escavatori a braccio lungo che riescono ad avere altezze operative fino oltre 40 metri. Questi escavatori sono dotati di al-lestimenti speciali che permettono di la-vorare a quote elevate pur mantenendo condizioni di stabilita eccellenti in virtu del sovradimensionamento del contrappeso e del carro cingolato. Le strutture in car-penteria vengono sezionate ed accom-pagnate a terra partendo dalle porzioni piu alte dei fabbricati fino a quelle piu basse. Le tubazioni e le apparecchiature contenute all’interno degli edifici vengono anch'esse sezionate dopo la preventiva bonifica. Sia i rottami metallici che le ma-cerie da demolizione vengono gestiti in maniera pianificata e organica nel can-tiere grazie a caricatori semoventi a po-lipo per l’handling dei rottami metallici e escavatori con benna e pale per la movi-mentazione delle macerie. I materiali ven-gono accumulati per tipologia e, nel caso del cemento, protetti dal dilavamento de-gli agenti atmosferici mediante teli in po-litene in attesa della operazioni di carat-terizzazione analitica eseguita da labora-

Montalbetti Spa nasce nel 1979 ma la famiglia Montalbetti è attiva dal secondo dopoguerra nel recupero di materiali ferrosi e nello smantella-mento di impianti industriali in disuso. Fra i maggiori lavori effettuati da questa realtà nata in provincia di Varese vi sono l'Alfa Romeo di Arese, le ex Falck, la ex raffineria Agip di Rho. Una presenza sul mercato che è testimoniata dal fatturato di circa 80 milioni di euro e da tre sedi opera-tive fisse costituite dall'impianto di trasformazione di Cairate (VA) da 80.000 m2 di cui 6.000 coperti (allestito con 3 gru ponte e magnete, 3 presse a cesoia da 1.000 t e 700 t, 2 presse impacchettatrici da 500 t) e che comprende anche le officine di manutenzione dei mezzi (5.000 m2

di cui 1.500 coperti), dall'impianto di Zocco (VI) per un totale di 40.000 m2 (quasi completamente coperti, adibiti a impianto di recupero metalli e con binari ferroviari annessi) e l'impianto di Castelseprio (VA) da 16.000 m2 di cui 2.000 coperti (adibito a centro di recupero e in cui una zona è adibita allo stoccaggio di elementi riutilizzabili e provenienti da smantel-lamenti come carriponte, pompe, valvole, ecc.). Una vocazione verso l'in-dustria che ha permesso all'azienda di crescere e fornire nel tempo il ci-clo integrato che va dalla semplice demolizione fino alla bonifica più complessa con la consegna dell'area per gli usi successivi.

MONTALBETTI SPA: DALL'INDUSTRIA ALLE BONIFICHE

Impianto AS 11/9 (zona forno 4)

degli operatori ha permesso, in alcuni casi, di eseguire dei micro crolli control-lati di piccole porzioni di solai o pilastri eseguendo degli indebolimenti progres-sivi dei pilastri fino al collasso controllato della parte di struttura individuata. Per queste importanti demolizioni nel can-tiere sono presenti escavatori speciali da

demolizione allestiti con braccio lungo in grado di seguire la demolizione delle strut-ture delle apparecchiature sia in carpen-teria metallica che in cemento armato in maniera progressiva e costante dall’alto verso il basso. Le strutture in carpente-ria metallica alte, invece, vengono demo-lite mediante il taglio degli elementi che

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tori accreditati e di avvio delle operazioni di smaltimento/recupero secondo i det-tami delle vigenti normative in campo am-bientale. Il cantiere oggi impegna circa 50 persone. Per i lavori di demolizione vengono utilizzate numerose macchine operatrici, principalmente Liebherr e P.M.I., equipaggiate di cesoie idrauliche di potenza ragguardevole che arrivano al superare le centinaia di tonnellate di sforzo, quindi capaci di sezionare parti in ferro di notevole spessore, e uniche per altezza, poiche consentono di lavorare oltre i 40 metri in totale sicurezza, privi-legiando operazioni eseguite a distanza.Nell’area ASD e in corso la bonifica forse piu complessa finora realizzata a Porto Marghera, sia per le problematiche con-seguenti alla demolizione di strutture in altezza, sia per la presenza all’interno di tubazioni e apparecchiature di residui acidi corrosivi, nonche di materiali refrat-tari nei forni e nelle caldaie. Tutte attivita che, per la loro specificita e complessita, necessitano per ogni singolo intervento di uno sviluppo progettuale “ad hoc” e

di apposite procedure a tutela della sicu-rezza. In questo ambito, che per Syndial e il primo e piu importante obiettivo azien-dale, e stato per la prima volta sotto-scritto il “Patto per la Sicurezza”, con cui i lavoratori delle imprese terze e della stessa azienda Eni si impegnano a ga-rantire e mettere quotidianamente in pra-tica i migliori standard comportamentali a tutela della sicurezza.

I materiali recuperati/smaltiti nel cantiere ASD: - ferro recuperato: 13.000 tonnellate, di cui una parte significativa in acciaio inos-sidabile; - tantalio: qualche tonnellata; - piombo: 100 tonnellate circa (era utiliz-zato come rivestimento antiacido su ser-batoi e tubazioni); - macerie da demolizioni degli edifici e delle strutture in calcestruzzo: circa 25.000 tonnellate; - rifiuti pericolosi: oltre 5000 tonnellate, tra i quali 500 tonnellate di melme acide derivanti dalle bonifiche dei cicli.

DEMICED srl al servizio delle lavorazioni edili speciali

Il futuro dell'area Monte Syndial

Venice Newport Container and Logistics Spa (VNCL) ha acquisito l’area tra il 2010 e il 2011 fondendo assieme l’area AS Syndial e l’area ex Montefibre.L’area di circa 90 ettari e destinata ad un importante progetto di riqualificazione: da ex area industriale a polo logistico por-tuale, con la creazione di due terminal per la movimentazione dei container - uno tra-dizionale e l’altro ad alta capacita -asser-vito al futuro progetto off-shore al largo della Laguna di Venezia.La localizzazione dell’area MonteSyndial nella penisola cosiddetta del “Nuovo Pe-trolchimico”, con un fronte banchina di oltre 1600 mt, e perfettamente funzio-nale alla gestione del terminal contenitori che sara in grado di gestire da 1.5 a 1.9 milioni di TEU (container) all’anno con col-legamenti stradali e ferroviari dedicati.A tale riguardo, la prima fase di costru-zione della nuova banchina in area Ex Montefibre, di circa 600 mt e con un piaz-

DEMICED, con oltre 30 anni di esperienza e lo sguardo puntato sul futuro, offre qualità e rapidità del servizio, si-curezza nell’esecuzione, rispetto dell’ambiente: tutto ciò rende l’impresa capace di affrontare con efficienza ogni tipo di cantiere nel settore delle lavorazioni edili speciali.DEMICED opera oggi su 5 principali settori di attività: demolizioni edili, civili, industriali e marittime, decommis-sioning, smontaggi industriali e bonifiche, lavorazioni spe-ciali, drenaggio acquiferi e movimentazione li-quidi, costruzioni e demolizioni.Oltre alle demolizioni più tradizionali, l'azienda offre un’ampia gamma di servizi specialistici: ri-conversione aree industriali dismesse, rimozione di rifiuti da serbatoi e linee di processo e/o ser-vizio, demolizioni speciali a seguito di incendi e crolli. Alle attività di smontaggio sono affiancati tutti i servizi di bonifica dedicati che possono in-teressare sia la struttura, che gli impianti, che il terreno, comprendendo anche la bonifica delle falde acquifere ed il trattamento on-site delle sostanze inquinanti.

Ulteriore attività del settore decommissioning e smontaggi è quella dello smaltimento, che DEMICED garantisce a copertura totale at-traverso il trasporto, lo stoccaggio provvisorio, il recupero ed il trat-tamento e smaltimento dei rifiuti speciali.Con l’ottenimento delle certificazioni ISO 9000, OHSAS 18000 e ISO 14000, DEMICED dimostra la sua attenzione alla salute e alla sicurezza di lavoratori, partner e collettività coinvolti dalle attività dell’azienda.

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zale di 12,3 ettari di retro-banchina, e stata finanziata dal Ministero dello Svi-luppo economico attraverso uno speci-fico documento siglato tra Ministero, re-gione del Veneto, Comune di Venezia ed Autorita Portuale di Venezia nel gennaio del 2015.Per quanto riguarda la banchina ex Mon-tefibre, l’attivita di progettazione e stata regolarmente appaltata e completata, con la definizione di un progetto definitivo. Quindi sono maturi i tempi per la defini-zione dell’appalto complessivo dell’opera (costo ipotizzato circa 35 milioni di e) per la costruzione della banchina e della relativa area retrostante attinente ai piaz-zali (utilizzando i 100 milioni assegnati dalla Legge di Stabilita 2014).

Terminal Onshore-Offshore di Venezia

Il progetto del terminal Offshore di Ve-nezia sara una “macchina portuale” for-temente innovativa, in grado – anche in virtu della sua connessione con piu basi portuali – di soddisfare i requisiti di mer-cato di accessibilita nautica e spazi ope-rativi portuali, risultando un’opera strate-gica per la crescita di Venezia, dell’Italia e dell’Europa.

Posizionata a 8 miglia al largo dalla co-sta dove i fondali hanno una profondita naturale di almeno 20 metri, la piatta-forma Offshore si compone di una diga foranea lunga 4.2 chilometri al cui interno troveranno spazio un terminal energe-tico e un terminal container in grado di ospitare contemporaneamente due navi portacontainer di ultima generazione. Il progetto prevede la connessione in perfetta sinergia con 4 terminal di terra: Montesyndial (Marghera), Chioggia, Mantova e Porto Levante. Il trasferi-mento dei container dalle navi oceani-che a terra sara organizzato con spe-ciali navi autoaffondanti – chiamate “Mama Vessel” – appositamente stu-diate per Venezia capaci dimezzare i tempi di percorrenza tra la piattaforma Offshore e i terminal a terra.Si creera così una sorta di nastro tra-sportatore continuo che nasce dal lavoro sinergico di gru, carrelli di trasferimento dei container e dalle “mama vessel”: un mix perfetto in grado di ridurre fortemente i tempi di percorrenza Offshore-Onshore rispetto alle normali imbarcazioni oggi sul mercato e che, combinato con i pon-toni di carico (“cassette”), consente una movimentazione a ciclo continuo ed un sistema che lavora sempre a pieno regime.

RTI

RTI Montalbetti SpA e Demiced Srl

Montalbetti SpA – mandataria

demolizioni civili ed industriali

Demiced Srl – mandante

demolizioni civili ed industriali,

bonifiche MCA e lane minerali

AZIENDE IN SUBAPPALTO

(tutte locali):

Decom Srl – demolizioni civili

ed industriali

Euroedile Srl – ponteggi

e opere provvisionali

CFM Srl – bonifiche MCA

Migen SpA – bonifiche e lavaggi

impianti ed apparecchiature industriali

Porto Industriale Società Cooperativa

– pulizie e facchinaggi

Chelab Srl – monitoraggi

e analisi ambientali

R&C Lab Srl – monitoraggi

e analisi ambientali

CMEV Società Cooperativa – impianti

elettrici

STAFF DI CANTIERE

Projet Manager

arch. Bonassi Daniele

Direttore Tecnico/Progettista

ing. Poroli Ivan

Responsabile Tec./Organizzativo

geom. Romanelli Marco

Capo Cantiere mandataria

geom. Pili Tullio

Capo Cantiere mandante

sig. Marchetti Matteo

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Bonifica e rimozione della copertura in amianto di una storica azienda legnanese

SAFOND-MARTINI, INTERVENTO AD ALTA QUOTA

Safond-Martini - azienda da oltre 30 anni impegnata nel settore delle bonifiche ambientali, nel tratta-

mento e smaltimento dei rifiuti industriali, e nella riqualificazione di aree dismesse - si è occupata dell’intervento di bonifica, rimozione e conseguente sostituzione della copertura in amianto compatto di al-cuni capannoni collo-cati all’interno dell’a-zienda Franco Tosi Meccanica, storica re-altà metalmeccanica fondata nel 1881 da

Franco Tosi, pioniere in questo campo dell’industriale, situata a poca distanza dal centro di Legnano (MI). I lavori sono stati com-missionati dal Commissario Straordinario di FTM, in vista della ces-sione del ramo d’azienda industriale e del conseguente rilancio dell’attività produttiva.L’operazione di bonifica e sostituzione si è svolta con due obiettivi principali: il primo ambientale e di sicurezza, con la rimozione dell’a-mianto, il secondo di adeguamento degli aspetti architettonici e strutturali delle aree di lavoro. In linea con i principi di risparmio energetico e di illuminazione dei luoghi produttivi, infatti, la tipolo-gia di copertura era prevalentemente costituita da un’alternanza di tratti opachi e lucernari in vetro o in vetroresina ed è stata sostitu-ita da pannelli coibentati con schiuma poliuretanica e lucernari in policarbonato alveolare e compatto. Questo ha permesso un miglioramento dell’illuminazione e dell’iso-lamento (acustico e termico) degli ambienti di lavoro.Inoltre si è provveduto all’adeguamento delle coperture alle vigenti norme di sicurezza, tramite la posa di dispositivi anti-caduta, ren-dendo accessibile la maggior parte della superficie in quota per le future e periodiche manutenzioni.L’intervento ha interessato 6 capannoni di altezza massima varia-bile dai 12 ai 40 mt per un’estensione totale di circa 10.000 mq di copertura e le lavorazioni si sono sviluppate nell’arco di circa 5

mesi, coinvolgendo un totale di 20 lavo-ratori compresi gli addetti alle installazioni di sicurezza e alle attrezzature “accesso-rie” funzionali alla rimozione. In particolare sono state utilizzate 3 gru a torre di altezza complessiva di 51 mt e 50 mt di sbraccio, e una gru automontante da 25 mt di altezza e 30 mt di sbraccio.

DEMOLIZIONI E BONIFICHE

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5 - 2015 recycling 45

L’attività di cantiere ha prodotto un totale di circa 120 tonnellate di rifiuto conte-nente amianto che è stato conferito ad impianti autorizzati allo smaltimento. Particolare cura è stata rivolta al confe-zionamento della copertura (prevalente-mente lastre in fibro-cemento), come pre-visto dalla normativa vigente, accurata-mente sigillata all’interno di doppio strato di polietilene di idoneo spessore prima del trasporto e dello smaltimento. Su al-cune porzioni di fabbricato, sono stati in-stallati ponteggi ad elementi prefabbricati e/o multidirezionali per un totale di circa 1100 mq di facciata. Laddove le altezze in quota risultavano superiori ai 12 m l’ac-cesso degli operatori alle coperture è stato garantito tramite l’installazione di montacarichi elettrici; per i fabbricati più bassi sono state invece installate scale ad elementi prefabbricati e/o multidire-zionali.“Due sono state le criticità maggiori di questo intervento” ha spiegato Federico Maggi, Direttore Tecnico di Cantiere di Safond-Martini “La messa in sicurezza del cantiere per gli operatori, viste le al-tezze di lavoro, e il coordinamento con le attività della Franco Tosi. Nei capan-noni su cui si è svolta la sostituzione della copertura, infatti, la produzione non è mai stata interrotta e le due aziende hanno lavorato in contemporanea, senza cau-sare alcun disagio o alcun ritardo al pro-cesso. Per quanto riguarda i dispositivi di sicurezza collettivi sono state instal-late circa 600 mt di linee vita provviso-rie, e 500 mt di reti anti-caduta in pros-

duta di oggetti all’interno dei ca-pannoni.”Inoltre, sempre in tema di sicu-rezza degli operatori, data la pre-senza, sulla sommità dei fabbri-cati più alti, di alcuni ripetitori di gestori della telefonia mobile, particolare attenzione è stata ri-volta all’esposizione ad onde elettromagnetiche, tramite la mi-sura in campo dei valori di emis-sione. Laddove necessario, in

accordo con i gestori delle antenne, si è concordato infatti il depotenziamento delle stesse limitatamente ai periodi di attività nelle immediate vicinanze.

simità delle porzioni di copertura non tran-sitabili (in prevalenza lucernari). Le reti anti-caduta sono state utilizzate in abbi-namento a teli protettivi la cui funzione è stata quella di impedire l’accidentale ca-

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recycling 475 - 2015

DEMOLIZIONI E BONIFICHE

I PROFESSIONISTI DEL “WASTE MANAGEMENT” SCELGONO JCB

L’individuazione di nuovi ambiti applicativi e, di conseguenza, di nuovi mercati rappresenta oggi più che mai un fattore di successo per ogni costruttore. E soprattutto per chi, cogliendone in anticipo le potenzialità, ha saputo evol-

vere la propria gamma d’offerta con soluzioni in grado di soddisfarne le esigenze. Fra questa ristretta élite si colloca senza dubbio JCB, che grazie allo sviluppo delle linee di prodotto in allestimento “Wastemaster” rappresenta oggi un partner di eccellenza per un settore in grande espansione come quello del trattamento rifiuti. A dimostrarlo sono le ormai numerose forniture e collaborazioni effettuate da JCB con alcune importanti realtà impegnate in questo ambito. Fra queste, la C.R. di San-

Grazie alla propria gamma di attrezzature specificamente sviluppate per il settore della gestione rifiuti, JCB rappresenta oggi un punto di riferimento per questo comparto in forte espansione. A testimoniarlo sono realtà come quella della C.R. di Sannazzaro de’ Burgondi (PV), nel cui impianto operano alcune delle più avanzate soluzioni sviluppate dal marchio britannico, con la “chicca” del nuovissimo movimentatore JS20 MH

nazzaro de’ Burgondi (PV), società attiva nel campo dello stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali pericolosi e non perico-losi, che nelle sue attività mette quotidia-namente in campo ormai da alcuni anni un importante parco macchine fornito dalla META di Codevilla (PV), storico conces-sionario JCB.

Le macchine JCB del parco macchine C.R.

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Un ciclo di lavoro impegnativoLocalizzata in una posizione strategica per collegare gli impianti di raccolta che si trovano al Centro-Sud Italia con il Nord del paese, e come principale “hub” logi-stico per l’invio dei rifiuti non solo a im-pianti di smaltimento finali italiani ma an-che a impianti presenti in altri mercati eu-ropei, la C.R. opera in un sito che si estende per circa 30.000 metri quadrati, dimensioni che ne fanno il quinto impianto privato autorizzato per la miscelazione dei rifiuti in Lombardia, e statisticamente quello con maggiori lavorazioni autoriz-zate tra le Regioni Lombardia, Emilia Ro-magna, Veneto e Piemonte. Principali conferitori di C.R. sono imprese private, im-pianti di terzi autorizzati al solo stoccaggio dei rifiuti e alcune aziende municipalizzate, che si appoggiano all’impianto per il trattamento di tutte le tipo-logie di rifiuti speciali non pe-ricolosi e pericolosi, che ad oggi rappresentano circa l’85% delle attività. Per conoscere meglio que-sta giovane e dinamica realtà abbiamo visitato l’impianto e incontrato Simone Zorzan, amministratore unico C.R., e Giuseppe Bosco, Direttore dell’impianto C.R. È Simone Zorzan che ci in-troduce nel “mondo” C.R.: “Il nostro impianto gestisce circa ben 900 categorie di ri-fiuti speciali che, una volta omogeneizzati e miscelati,

vengono classificati in dieci tipologie in base al tratta-mento di destinazione, da quello biologico o chimico/fisico alla termodispersione. Il tutto grazie alle diverse strutture presenti all’interno dell’impianto, che ci permet-tono una gestione ottimiz-zata di tutti i processi. Fino al 2012 la capacità di tratta-mento dell’impianto era di circa 14.000 tonnellate di ri-fiuti, ma negli ultimi due anni abbiamo registrato un incre-mento fino a 21.000 tonnel-late grazie all’avviamento di una nuova linea per il tratta-mento di rifiuti liquidi, che grazie a una capacità di stoc-caggio di 500 metri cubi ci consente di gestire giornal-mente circa 150 tonnellate di rifiuti”.

Da sinistra, Massimo Colombo (Area Manager META), Simone Zorzan (Amministratore unico C.R.), Elisa Taini (Direzione commerciale META), Giuseppe Bosco (Direttore impianto C.R.), Carlo Biella (JCB Product Manager). Sotto, lo staff META festeggia la consegna del primo JS20 MH venduto in Italia

La C.R di Sannazzaro de’ Burgondi (PV): uffici, impianti di trattamento, unità di stoccaggio

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mentazione dei rifiuti, tutte fornite dalla META con cui collaboriamo ormai da di-versi anni con piena soddisfazione. Fra questi, in particolare, gli ultimi ingressi sono un carrello elevatore Teletruk 30D 4x4 dotato di braccio telescopico adibito alle operazioni di carico e scarico, che ha sostituito un precedente Teletruk; un mo-vimentatore telescopico 550-80 Waste-master, anch’esso in sostituzione di un precedente sollevatore JCB che aveva accumulato ormai oltre 10.000 ore di la-voro, e sopratutto il nuovo movimenta-tore di materiali JS20 MH da 20 tonnel-late, specificamente dedicato al settore della raccolta e del riciclaggio dei rifiuti, macchina di cui siamo orgogliosi di es-sere stati il primo acquirente italiano”.

Le macchine al lavoroProprio il nuovo JCB JS20 MH rappre-senta, per le sue particolarità e l’elevato livello di specializzazione, uno dei fiori all’occhiello del parco macchine C.R. e la chiave di volta di molte delle operazioni quotidianamente gestite all’interno dell’impianto. Prosegue Simone Zorzan: “I consigli e suggerimenti di META hanno avuto senza dubbio un ruolo determinante Il movimentatore di materiali JS20 MH al lavoro in esterni ed impegnato nella movimentazione e

selezione di rifiuti

La gestione di così ingenti volumi di ma-teriali comporta naturalmente importanti attività di movimentazione; ed è proprio in tale ambito che la squadra di macchine operatrici JCB al lavoro all’interno dell’im-pianto, supportate dalla puntuale assi-stenza fornita da META, fa valere tutte le sue eccellenti doti prestazionali. Come ci spiega Giuseppe Bosco: “Al momento il nostro parco macchine comprende di-versi mezzi JCB cui è affidata la movi-

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Coerentemente con la propria filosofia di innovazione costante e attenzione nei con-

fronti delle esigenze del mercato, JCB ha sviluppato una gamma di macchine con

caratteristiche di versatilità ed allestimenti ad hoc che ne esaltano prestazioni e pro-

duttività nelle applicazioni della raccolta e riciclaggio dei rifiuti. Fanno parte di que-

sta gamma escavatori e movimentatori, pale e minipale, movimentatori telescopici,

carrelli telescopici Teletruk; queste tipologie di macchine, sviluppate a partire dal con-

solidato know-how della produzione JCB, si distinguono per le dotazioni aggiuntive

Wastemaster che permettono, per lavori negli impianti di trattamento rifiuti e nel set-

tore del riciclaggio di metalli o altri materiali, di incrementare prestazioni e versatilità

operativa e soprattutto assicurano l’incolumità del mezzo e dell’operatore.

Modello di punta della gamma JCB Wastemaster è il movimentatore di materiali JS20

MH, macchina appositamente sviluppata per il settore dei rifiuti che sfrutta al meglio

l’esperienza dell’azienda nella produzione di escavatori gommati ad alte prestazioni,

affidabili e durevoli e ne incrementa, spe-

cializzandole, le prestazioni e la versati-

lità. Altra macchina nuova e innovativa è

la terna 5CX Wastemaster: macchina svi-

luppata a partire dalla storica terna JCB,

la nuova 5CX WM offre livelli impareggia-

bili in termini di efficienza, versatilità e ri-

sparmio. Grazie alla sua capacità di uti-

lizzare una vasta gamma di attrezzature

speciali, il modello JCB 5CX WM è ideale

per centri di riciclaggio dei rifiuti dome-

stici, stazioni di trasferimento e strutture di

cernita, sminuzzatura o pressatura. Parti-

JCB WASTEMASTER: una gamma specializzata per il settore dei rifiuti

Le macchine dalla gamma JCB Wastemaster: il “material handler” JS20 MH e la terna 5CX WM

Il movimentatore telescopico 550-80 MW impegnato nella movimentazione di penumatici

Il carrello elevatore Teletruk 30D 4x4 dotato di braccio telescopico adibito alle operazioni di carico e scarico

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Le macchine dalla gamma JCB Wastemaster: il carrello elevatore a braccio telescopico Teletruk, la pala gommata 457 WM e l’escavatore midi 86C-1

colarità unica della macchina sono gli stabilizzatori posteriori più lunghi e un telaio an-

teriore o una pala multipla per rifiuti con pinza superiore, in entrambi i casi con piedini

idraulici. Questa combinazione consente di sollevare da terra l’intera macchina, per-

mettendo di vedere perfettamente all’interno del cassonetto, del frantumatore o della

pressa durante l’operazione di compattazione o carico dei materiali. Attrezzature ag-

giuntive garantiscono tuttavia la massima efficienza del modello JCB 5CX WM anche

per applicazioni molto diverse dal carico o dalla compattazione. Chiude il tris di no-

vità, infine, la grande pala gommata 457 WM, lanciata ufficialmente da JCB poche

settimane fa. Si tratta del primo modello di pala di grande dimensioni che grazie al po-

tente motore MTU Tier 4 Final/Stage IV, a un nuovo design e alla nuova cabina “JCB

CommandPlus” offre una migliore visibilità, livelli di rumore ancora più bassi, aumento

dello spazio interno e un miglioramento generalizzato dell’ambiente di lavoro per l’o-

peratore. Gli accorgimenti speciali dedicati per la gestione dei rifiuti dell’allestimento

Wastemaster completano il quadro di

una macchina eccezionale che si pone

quale nuovo punto di riferimento sul

mercato.

tore e di un caricatore e rispondendo per-ciò in modo ottimale a tutte le esigenze del nostro impianto. Il Teletruk, invece, è stata una piacevole riconferma: le operazioni di carico e sca-rico su semirimorchi avvengono in ma-niera fluida e sicura grazie all’eccellente visuale offerta dalla macchina, mentre la presenza del traslatore telescopico con-sente di posizionare le forche sempre nella posizione ottimale in qualsiasi con-dizione di lavoro”.Date le peculiarità dei cicli di lavoro ge-stiti all’interno dell’impianto, anche un’as-sistenza puntuale rappresenta un para-metro determinante nella scelta di una macchina. Massima, anche sotto questo aspetto, la soddisfazione per i puntuali servizi forniti da META a supporto del

Le minipale compatte

nel convincerci all’acquisto di questa mac-china, che rappresenta una novità asso-luta per il mercato italiano e ha risposto pienamente a tutte le nostre aspettative”. Le qualità operative del nuovo modello JCB sono ulteriormente sottolineate da Giuseppe Bosco: “Oltre a un’eccellente robustezza, marchio di fabbrica delle mac-chine JCB, a colpirci è stata soprattutto la sensibilità e precisione evidenziate dal JS20 MH nelle operazioni di movimenta-zione, cosa che permette di gestire que-ste delicate fasi in modo ottimale e, non ultimo, in assoluta sicurezza. In questa ottica un elemento chiave è rappresen-tato dalla cabina a sollevamento idraulico, che offre un’eccellente visuale all’opera-tore anche all’interno di container e se-mirimorchi, limitando il rischio di danni e

errori di carico”. Altrettanto soddisfacenti le performance evidenziate dalle altre due “presenze JCB” nel parco macchine C.R., il movi-mentatore telescopico 550-80 WM (si-gla che contraddistingue gli allestimenti Wastemaster) e il carrello a braccio tele-scopico Teletruk, come precisa Giuseppe Bosco: “Tutte le macchine JCB offrono un grande ventaglio di possibilità d’im-piego all’interno del nostro impianto. Il movimentatore telescopico si lascia ap-prezzare soprattutto per l’agilità e la ro-bustezza, doti necessarie per una mac-chine che quotidianamente si trova a ge-stire carichi gravosi su cicli di lavoro pro-lungati, e la flessibilità, risultando in grado di svolgere nel corso della giornata le fun-zioni di una pala gommata, di un solleva-

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Storica concessionaria JCB e realtà tra le più importanti del Nord Italia nel campo

della vendita e del noleggio di attrezzature per la cantieristica, il movimento terra

e il settore industriale, la META di Pavia deve una parte importante del proprio suc-

cesso alla capacità di evolversi continuamente, non solo tenendo il passo delle tra-

sformazioni del mercato e delle richieste degli utilizzatori, ma anche anticipandone

le tendenze. Una filosofia che proprio in questi ultimi anni ha imboccato due diret-

trici ben precise: la promozione delle attività di noleggio e l’attenzione ai mercati

emergenti come quello del trattamento rifiuti. Filosofia promossa con forza anche

grazie al ricambio generazionale che ha caratterizzato gli anni più recenti dell’at-

tività di META e che oggi vede al timone dell’azienda le due figlie del fondatore,

Paola ed Elisa Taini. Ad accompagnarci presso il cliente C.R. è Elisa Taini, Direzione

Commerciale META, che ci parla di questo percorso evolutivo che sta affrontando

l'azienda. “In questi ultimi anni - spiega Elisa Taini -, abbiamo investito importanti

risorse nel potenziamento della nostra struttura di noleggio, calibrando il parco macchine, costantemente aggiornato, anche in

funzione di settori applicativi oggi in grande espansione come quello della gestione rifiuti e, più in generale, delle applicazioni

industriali. A coadiuvare in misura importante questa strategia è stata anche la gamma d’offerta JCB, che oggi include linee di

prodotto specificamente focalizzate su queste applicazioni, oltre alle linee più tradizionali ma in continua espansione come quelle

degli escavatori di classe media e delle terne. Il tutto anche grazie a uno staff giovane, dinamico e aggiornato, che ci permette

di garantire livelli di eccellenza sia nelle attività di noleggio che di vendita così come nella sempre più determinante assistenza".

Sotto questo punto di vista, la consolidata partnership fra JCB e META, che data ormai dal 1996, ha rappresentato una solida

base per la promozione di queste nuove strategie. Come conferma Elisa Taini: "La reciproca fiducia che da sempre caratterizza

questo rapporto rappresenta non solamente un punto di forza per la nostra struttura, riconfermato anche nella transizione ge-

nerazionale che stiamo vivendo, ma anche e

soprattutto una garanzia di solidità e pre-

senza per i nostri clienti; fra questi C.R., che

proprio nell’affidabilità della nostra azienda

ha trovato il necessario punto di riferimento

per tutte le sue esigenze".

parco macchine JCB presente all’interno dell’impianto, come puntualizza Simone Zorzan: “Per le nostre attività i fermi mac-china, oltre a rappresentare un costo ri-levante, rischiano di impattare negativa-

mente sulla regolarità del ciclo di lavora-zione. Sotto questo punto di vista i pun-tuali e tempestivi servizi di manutenzione offerti da META sono una garanzia, con-solidata negli ormai molti anni di lavoro

comune con la concessionaria, e hanno rappresentato un elemento decisivo nella scelta di riconfermare la nostra fiducia al marchio JCB e alla sua rete commer-ciale”.

META: in costante evoluzione

La sede di META di Codevilla (PV) .

Da destra: le due sorelle Taini, Paola ed Elisa Taini

Da destra: Pietro Taini (Presidente META Srl), Dott.ssa Paola Taini (Direzione finanziaria META), Dott.ssa Elisa Taini (Direzione commerciale META), Marco Chiapparoli (Amministratore unico META)

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Con il rilancio dell'af-fermata serie XR, UNTHA definisce

nuovi standard nel tratta-mento di rifiuti urbani, indu-striali e ingombranti. Costi operativi minimi con il mas-simo delle prestazioni, ren-dono il nuovo trituratore di ri-fiuti una vera innovazione, sottolineata dall'utilizzo di una tecnologia intelligente.

NUOVO TRITURATORE UNTHA XR:MINIMI COSTI PER ELEVATE PRESTAZIONI

ECOTEC SOLUTION

Ecotec Solution Srl presenta ad

Ecomondo il nuovo trituratore rifiuti

intelligente UNTHA XR e annuncia tour dimostrativo in Italia

Introducendola sul mercato, UNTHA intende ampliare ulte-riormente la propria leadership in qualità di innovatore nel set-tore del trattamento dei rifiuti.Il concetto di propulsione com-pletamente nuovo “UNTHA EcoDrive”, garantisce una ri-duzione del consumo energe-

essere abbassati a un minimo i costi di gestione, in quanto accoppiamenti, cinghie, pompe idrauliche e mozzi rotore non sono più necessari.Per esaudire le esigenze indi-viduali dei clienti, la nuova se-rie XR può essere attrezzata con “sistema Ripper o Cut-ter”. In combinazione con il brevettato sistema barre a gri-glia XR o le diverse griglie fo-rate sono possibili pezzature definite da 400 mm fino a 30 mm.Durante lo sviluppo è stata po-sta particolare attenzione agli

aspetti di servi-zio e manuten-zione. Cosi il si-stema evacua-zione intriturabili

rende possibile la rapida eva-cuazione di intriturabili dal vano di triturazione, tutti i lavori di manutenzione e servizio pos-sono essere eseguiti in piena sicurezza e in posizione eretta con attrezzatura comune.Il modo di costruzione robusto e compatto con profili massicci

TECNOLOGIE

tico fino a 50% in rispetto a propulsioni elettro-oleodinami-che tradizionali. L’impiego di attuali motori sincroni garanti-sce il massimo rendimento, rendendo UNTHA Eco Drive uno dei sistemi di propulsione energeticamente più efficienti sul mercato. Inoltre possono

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e resistenti alla torsione ren-dono possibili condizioni di uso dure e corsa con basse vibra-zioni. La macchina è facile da integrare in impianti esistenti e nuovi. Grazie alla particolare geometria del trituratore, il conferimento con mezzi tipo pala gommata avviene con buona visuale.Inizio 2016 il distributore esclusivo per l’Italia Ecotec Solution stà organizzando un grande tour dimostrativo su impianti italiani. I gestori avranno la possibilità di te-stare il nuovo trituratore Un-tha XR in ogni situazione. Non importa se si vuole triturare solidi urbani, ingombranti o qualsiasi altro tipo di rifiuto.Le possibilità di prova saranno individuali perche il trituratore verrà configurato alle esigenze del gestore, un tecnico Untha si occuperà dello svolgimento delle prove. Anche i tempi di prova potranno essere decisi individualmente.Il focus sarà messo soprat-tutto sulla linea Cutter con la produzione di CDR e CSS in unico passaggio, rivoluzio-nando così la produzione del combustibile secondario per termovalorizzatori e cementi-fici.

Le adesioni al tour dimostra-tivo possono essere fatte presso lo stand Ecotec Solu-tion Srl ad Ecomondo a Ri-mini.“La nostra presenza ad Eco-mondo e l’ organizzazione del tour dimostrativo inizio 2016 sono i prossimi passi nell’ af-fermazione del marchio Un-tha e della serie di trituratori per rifiuti XR.Vogliamo dimostrare con i fatti le caratteristiche eccel-lenti ed innovative di questo macchinario.” Dichiarano i ti-tolari Ecotec Solution Alex Raich e Martin Mairhofer.Vicino alla linea completa UN-THA shredding technology saranno presentate anche le tecnologie per trattamento ri-fiuti dell’ affermato marchio EuRec technology composto da trituratori bialbero, mulini a martello, tecnologie di se-parazione, imballaggio e do-saggio.

Siamo ad Ecomondo Rimini 2015Padiglione A3Stand 172

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recycling 555 - 2015

MERLO

UN UNICO GRUPPO PER LA MOVIMENTAZIONE IN ECOLOGIA

per i rifiuti.La filosofia del Gruppo è stata applicata a macchine comple-tamente diverse rispetto al con-sueto campo d’azione dell’a-zienda ma parte comunque dalla comprensione delle reali esigenze dei clienti finali con un successo che vede i com-pattatori della TecnoIndustrie presenti nei parchi mezzi delle più grandi aziende di raccolta rifiuti italiane ed estere.Sei linee di prodotto che si dif-ferenziano per dimensioni e portate con specificità che si mettono in luce in contesti ap-plicativi molto diversi.La serie Urbis è adatta ai cen-tri storici e i piccoli paesi con cassoni a vasca ribaltabile da 2,5 a 8 m3. Sono i mezzi ideali anche nelle grandi città per le nuove modalità di raccolta porta a porta.La serie Azimut è composta da piccoli compattatori con capa-cità da 5,5 e 8 m3 per ottimiz-zare la raccolta nei piccoli cen-tri urbani e laddove gli spazi si-ano difficili. Per agevolare il la-voro nei centri storici è ora di-sponibile anche la serie Hybrid che permette di abbattere l’im-patto ambientale.La serie BVO va incontro alle esigenze di polivalenza – in piena filosofia Merlo – delle pic-cole realtà con un mezzo biva-sca dotato di un compattatore da 5,5 m3 e di una vasca di rac-colta da 3,2 m3.Salendo di capacità si ha la se-rie Kuni, mini compattatore sa-tellite da 7 m3 a pala semplice di tipo progressivo. Lo scarico avviene tramite paratia di espul-sione posteriore riducendo il rischio di ribaltamento della macchina vista l’installazione

TECNOLOGIE

senti in modo uniformemente distribuito in cui i concetti di ri-sparmio e polivalenza sono da sempre il filo conduttore della filosofia aziendale.

L’igiene urbana vista da MerloUna strada iniziata oltre 50 anni fa che segue lo stesso filo lo-gico anche nella Merlo impe-gnata nella raccolta, compat-tazione e trasporto dei rifiuti solidi urbani. L’attività del gruppo in questo settore de-riva da una frequentazione dei sollevatori telescopici negli im-pianti di smaltimento e riciclag-gio rifiuti. Un passo breve che ha portato dalla progettazione e costruzione di sollevatori verso quella dei compattatori

Il Gruppo Merlo è attivo nel mondo dell’ecologia

e del riciclaggio con una gamma di macchine

che parte dai sollevatori telescopici per arrivare

ai veicoli per l’igiene urbana.

La presenza a Ecomondo con un

unico stand che racchiude i due brand Merlo e TecnoIndustrie

identifica una chiara sinergia di gruppo

L’essenza del nome Merlo è legata a pochi ma solidi valori: voglia

di progettare in modo innova-tivo, tecnologia sviluppata in house, capacità di attribuire al lavoro quel valore etico che or-mai sembra essersi perso nel nulla della finanza creativa. Un’azienda con dei brand in grado di fare sinergia nel mondo dell’ecologia e del rici-claggio con due marchi impor-tanti e conosciuti: Merlo e Tec-noIndustrie. Sollevatori telescopici e com-pattatori per rifiuti.Due gamme in grado di coprire le esigenze delle piccole e delle grandi realtà con una gamma ampia e quanto mai articolata in cui le innovazioni sono pre-

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recycling 5 - 201556

su mezzi di piccola taglia. La serie Hornet si colloca a metà strada fra i piccoli e i grandi compattatori. Un modello da 10 m3 che somma la maneg-gevolezza dei mezzi medio/piccoli con le prestazioni di quelli più grandi. Al top di gamma c’è la serie Zenit con tre modelli la cui ca-pacità di carico varia fra i 14 e i 30 m3 con la possibilità di ri-cevere materiale dai mezzi sa-telliti e per un ambito applica-tivo che li vede operativi nelle grandi città e nelle aree urbane metropolitane di elevata esten-sione.

Prima e dopo il trasporto: movimentare in ogni contestoPrima e dopo il trasporto dei rifiuti c’è la delicata fase di mo-vimentazione che, da decenni, vede impegnati i sollevatori te-lescopici della Merlo.Una gamma che spazia dalle 2,5 ton di portata del più pic-colo P25.6 alle 12,0 ton del più grande HM120.10.In mezzo ci sono oltre 80 mo-delli in grado di soddisfare le esigenze di ogni tipo di im-pianto, azienda e operatore del settore.La nuova gamma modulare, in particolare, si propone come soluzione ottimale con la pro-

pria cabina pressurizzata e, in opzione, con sospensione per ridurre le vibrazioni trasmesse all’operatore (brevetto Merlo), con la possibilità di avere ver-sioni con cambio a variazione continua CVTronic e, soprat-tutto, con la capacità di unire dimensioni compatte a presta-zioni di assoluto rilievo sia in termini di potenza specifica che di capacità di solleva-mento. Medium Duty, TF II e

Heavy Duty: la gamma dei nuovi modulari si divide in classi che identificano in modo uni-voco prestazioni e ingombri an-dando a soddisfare le esigenze operative più disparate.Per le esigenze di movimenta-zione pesante ci sono le due gamme CS e HM dotate di bracci con leverismi specifici per sviluppare elevate forze di strappo e aumentare così la capacità operativa dei mezzi

negli impianti ad elevata pro-duttività. Si tratta di due gamme che hanno riscosso grande suc-cesso nella gestione di impianti di biogas, nell’alimentazione di impianti di trattamento rifiuti, nei grandi impianti di compo-staggio e raccolta differenziata e le cui capacità di solleva-mento spaziano dalle 5,5 ton alle 12,0 ton.

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recycling 575 - 2015

Il “Rendimento Metallo” nei processi di lavorazione indu-striale è un indice importante

perché rappresentativo dell’ef-ficienza dei processi di trasfor-mazione, per questo la sua mi-surazione nelle diverse fasi dei processi è un in-dicatore chiave di quanto questi siano affidabili, stabili e quanto pesino gli sprechi, cioè i cosid-detti sfridi di lavorazione, seppure tenuti ai livelli minimi indispensabili.Questi livelli minimi indi-spensabili sono anche un indicatore diretto del li-vello di evoluzione delle tecnologie utilizzate nei processi di trasformazione dei metalli, nonché della padro-nanza e del controllo che la ge-stione operativa, la produzione, è in grado di garantire e della sua capacità di migliorarsi e quindi di perseguire gli obiettivi di una curva di apprendimento.Naturalmente non si deve ca-dere nella trappola di conside-rare i settori maturi come terri-tori inagibili per politiche di mi-glioramento e di innovazione, che sono invece sempre pos-sibili.

SFRIDI DI LAVORAZIONE DEI LAMINATI METALLICI

Ciò detto prendendo a riferi-mento i prodotti come i lami-nati piani, la tipologia di sfridi di lavorazione interna più rile-vante, più pesante sui costi di trasformazione in prodotto fi-nito è certamente il “rifilo”, sulla cui trattazione ci soffer-miamo.Il “rifilo” di un laminato piano, di un coils di alluminio, acciaio, rame ecc, è la parte di mate-riale eccedente la larghezza del prodotto finito da realizzare, così se è richiesto un coils a larghezza finita di 1000 mm, si lavorerà nelle varie fasi del pro-cesso una larghezza maggio-rata, ad esempio di circa 1100 mm, che consente di ottenere un prodotto finito con tolleranze di larghezza e spessore entro i limiti consentiti dalle specifi-che di fornitura, eliminando con operazioni tipiche di cesoiatura longitudinale (su cesoie slitter) l’eccedenza di 100 mm che ri-entrerà nei processi di lavora-zione in fonderia come riciclo interno.Tecnicamente le motivazioni per cui si generano i rifili da scartare sono diversi tra i pro-duttori ed i centri servizi di ta-glio a misura, come sintetizzato nella fig. 2Anche per il trattamento del ri-filo, in termini di processo ope-

TECNOLOGIE

Prodotto Finito/Quantità di fuso). Un modo analogo per misurarlo rapporta il fabbiso-gno del quantitativo della lavo-razione a monte maggiorato dello sfrido, rispetto al quanti-tativo utile in uscita depurato dello sfrido perso. Gli usi indu-striali nella modalità di rappre-sentazione non sono gli stessi in tutti i Paesi, dando comun-que la stessa informazione.

Ma perché si gene-rano gli sfridi, per-ché si lavora un quantitativo di pro-dotto che poi viene scartato? La cause sono da ricercare investigando nelle diverse fasi dei pro-cessi di trasforma-zione interni, nei li-miti intrinseci deri-vanti dai limiti di pre-stazione delle tec-

nologie adottate, e nei limiti di competenze disponibili nei di-versi contesti.

Tecnologie ed aspetti economici

Gli sfridi di lavorazione sono in-fatti la quantificazione di quanta parte dei materiali viene pro-cessata inutilmente in quanto non sarà mai prodotto finito vendibile sul mercato, ma tor-nerà come scarto nel cicli di trasformazione a monte, in fon-deria. Si deve sottolineare an-che che gli sfridi sono tanto più onerosi, sprechi, quanto più vengono generati nelle fasi più

avanzate a valle, cioè più vicino allo stadio di prodotto finito, come qualitativamente rappre-sentato in fig.1.Quindi il rendimento metallo rappresenta quanta parte di prodotto eccedente, in più, il prodotto finito viene lavorata e può essere misurato come quantitativo utile della fase sul totale lavorato e quindi è una percentuale tanto più prossima al 100% quanto più il processo o la singola fase sono efficienti e senza sprechi (quantità di

Fig. 2

Fig. 1 - Costo % degli sfridi in rapporto al prodotto finito

n Francesco Liguori°

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sfrido a baluccatore: un sistema dotato di rulli adibiti al compattamento del rifilo agendo dall’e-sterno delle matasse du-rante l’avvolgitura delle stesse. La tecnica dello sminuz-zamento con taglio tra-sversale utilizza invece macchine tranciasfridi, sono sistemi di taglio a freddo con utensili a lame. Questa soluzione diventa obbligata per tutti i materiali che per caratteristiche meccani-che e spessori non sono avvolgibili in matasse. Le diverse soluzioni di-sponibili (alcuni esempi sono nella fig. 7 e fig. 8) si differenziano per la ti-pologia di taglio adot-tata, per la scelta della forma degli utensili di taglio,per il materiale con cui sono prodotti le lame della tranciatura degli sfridi.

La scelta della tecno-logia da adottare deve valutare una serie di fattori caratteristici e prioritari dei diversi contesti. Sia per i pro-duttori che per i centri di taglio, è importante valutare le interazioni chela tecnologia adat-tata ha con le linee di produzione del rifilo, gli slitter sui quali si pro-ducono i rifili e, infine, per le ricadute che avrà sui processi di tratta-mento a valle per il ri-ciclo in fonderia.Si devono quantificare una serie di vantaggi, svantaggi, implicazioni che si traducono in ef-ficienza e quindi in co-sti del processo, sop-pesandoli in funzione degli aspetti prioritari per lo specifico am-biente produttivo.Una sintesi dei para-metri rilevanti, nella prospettiva della fon-deria, ricevente il rifilo

è riportata nella fig. 9.I parametri rilevanti e prio-ritari per la fonderia si de-vono confrontare con i pa-rametri rilevanti per la linea di taglio, quindi con i fat-

tori che condizionano la scelta e l’adottabilità del si-stema di avvolgimento o di taglio, del produttore e/o

Fig. 3 - Matasse di rifilo

Fig. 4 - Avvolgitore del rifilo

Fig. 5 - Avvolgitore laterale del rifiloFig. 8 - Tranciasfridi

Fig. 7 - Tranciasfridi

centro di taglio, di questi una sintesi è riporta in fig.10.Un commento sui parametri in-dicati iniziando dalla fonderia: indipendentemente se il rifilo viene riciclato internamente o esternamente, la sua movi-mentazione e le lavorazioni eventualmente necessarie per la movimentazione, lo stoccag-

Fig. 6 - Avvolgisfrido baluccatore

rativo, si possono utilizzare di-verse tecnologie riconducibili a due modalità principali:- Avvolgere in matasse.- Sminuzzare con taglio tra-sversale.La tecnica di avvolgitura si basa essenzialmente sul re-cupero del rifilo con la moda-lità di avvolgerlo in matasse, su avvolgisfridi ad un asse orizzontale o verticale in fun-zione della migliore integra-zione sulla linea di cesoiatura di cui è parte integrante.Una versione che consente di ridurre il volume e quindi di au-mentare il peso medio delle matasse di sfridi ed anche l’au-tonomia della linea di taglio alla quale è a servizio è l’avvolgi-

Fig. 10

Fig. 9

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gio e la fusione sono un costo che incide sul valore econo-mico del rottame. Particolare attenzione è da porre, nella scelta del sistema più adatto per l’azienda utiliz-zatrice, sui rischi di mescola-mento di metalli di leghe di-verse e quindi di inquinamento, che possono provocare scarti di fonderia e costi rilevanti. Il rischio tanto più alto quanto più si lavorano leghe e metalli di-versi, tra i quali ci sono alcuni particolarmente incompatibili tra loro per la presenza di qual-che particolare elemento chi-mico.

Per la flessibilità le valutazioni sono relative sia alla flessibilità e quindi la rapidità, facilità, con cui si può passare da un mate-riale all’altro, in particolare nel settaggio del sistema di tratta-mento degli sfridi nel cambio di lavorazione di leghe diverse, sia per la possibilità di non in-terferire con le preparazioni di settaggio della linea di taglio alla quale il sistema è asser-vito.La prima delle valutazioni è co-munque l’adattabilità della tec-nologia al range di materiali da processare, con limiti evidenti derivanti dalle caratteristiche

dei materiali da trattare: in ge-nerale i materiali alto-resistenti e poco plastici, quindi con dif-ficoltà di deformazione plastica non si possono avvolgere in matasse.Nella quantificazione dei costi è necessaria un’analisi delle di-verse componenti e della loro correlazione sia per quelli diret-tamente riconducibili alla lavo-razione accessoria di recupero e trattamento degli sfridi, sia per quelli indotti sull’impianto dove vengono generati, sia per quelli di trasferimento e tra-sporto verso la fonderia.Infine, non meno importanti, gli

aspetti di sicurezza ed anche le implicazioni in termini di am-biente, particolarmente impor-tanti per i tranciasfridi che spesso possono richiedere l’a-dozione di particolari sistemi di riduzione del rumore, oltre che orientare la scelta dell’utensile da taglio e degli angoli di taglio, se non addirittura rendere ina-datta la tecnologia per talune lavorazioni.

° Ing., CMC Certified Manage-ment Consulting – Partner CDI Manager Srl

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TREVI BENNE

ORGOGLIOSI DI ESSERCI

TECNOLOGIE

Una fornitura importante per un

grande progetto che ci impegnerà per i prossimi 4 anni...

l'ampliamento del rio Magdalena in Colombia

stemi di demolizione europei grazie alla formazione profes-sionale dei propri distributori. Il rapporto instaurato con Josè Caraballo, titolare della ditta DOMATO S.A. con sede a Bo-gotà, ne è testimonianza. La maturazione tecnica, la cono-scenza del territorio, le visite periodiche a clienti e imprese locali, i primi prodotti inseriti nel mercato colombiano hanno portato alla realizzazione di uno dei più grossi pacchetti di at-trezzature Trevi Benne mai consegnato sinora. Ultimato a fine luglio e spedito via nave in container, è arrivato nel mese di Settembre al porto di Car-tagena e sbrigate le pratiche di sdoganamento è stato con-segnato al cliente. Parliamo con Simone Piva, responsa-bile per il mercato Sud Ameri-cano dell’azienda vicentina che ha seguito di persona l’intera commessa, dalle fasi di tratta-tiva con l’importatore colom-biano, al montaggio e collaudo direttamente in cantiere a Bar-rancabermeja dove è stato or-ganizzato un "trainig day" per

timi 5 anni sta puntando con forza e impegno al mercato su-damericano organizzando e istruendo una capillare rete di-stributiva, individuando e ap-poggiandosi ad un importatore per ogni paese. Un mercato che ultimamente sta manife-stando un buon interesse e cu-riosità per le tecnologie e i si-

Trevi Benne Spa, azienda vicentina leader nella co-struzione di tecnologie e

attrezzature da demolizione, ri-ciclaggio, forestale e movi-mento terra dal 1992, fa dell’ex-port un punto di forza e di di-stinzione. Per scelta e neces-sità. Una scelta dettata dalla costante ricerca di mercati emergenti, dall’inserimento continuo di nuove figure nel proprio team commerciale,

dalle numerose fiere e vetrine internazionali cui partecipa. Una necessità perché il mer-cato italiano da solo non può soddisfare l'ambizione e la vo-glia di crescere di un’azienda che vuole imporre il proprio brand. Il risultato è che Trevi Benne esporta per oltre l'85% del proprio fatturato e negli ul-

Escavatori allestiti per lavoro fluviale

Rio Magdalena

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la formazione del personale sull'utilizzo e sulla manuten-zione delle attrezzature.“Stiamo parlando di un pac-chetto di 16 attrezzature che andranno installate sulla flotta di escavatori VOLVO EC 220D e EC 380D di proprietà del con-sorzio NAVELENA. Nello spe-cifico sono state consegnate:- 5 pinze per la demolizione pri-maria Serie HC (n° 2 HC 15 e n° 3 HC 40);- 5 pinze selezionatrici/demoli-trici Serie PMG (n° 3 PMG 12S e n° 2 PMG 20S);- 4 pinze per deforestazione Se-rie WT (n° 2 WT 015 e n° 2 WT 020);- 2 pinze estrattrici Serie WE modello WE 010.

Una fornitura importante in termini numerici per un pro-getto imponente che impe-gnerà l'azienda nei prossimi quattro anni. Il consorzio NA-VELENA, del quale fa parte Odebrecht Group, si occupa principalmente di studio, svi-luppo, realizzazione di grandi opere e qui sarà impegnato nell'ampliamento del rio Mag-dalena, il fiume più importante della Colombia, al fine di ren-derlo totalmente navigabile, aumentandone le dimensioni e favorendo il traffico marit-timo.Il corso del fiume vede la for-mazione di lunghe lingue di sabbia, delle vere e proprie isole, con vegetazione spon-

tanea e con la creazione negli anni da parte delle varie comu-nità di residenti e pescatori di porticcioli, vialetti, piccoli moli in calcestruzzo. Ecco quindi la necessità di avere a disposi-zione diverse attrezzature per sopperire alle varie fasi di di-sboscamento e demolizione. Gran parte della flotta di esca-vatori VOLVO del consorzio è stata allestita in versione “draga” per la navigazione e per effettuare al meglio ogni fase in sicurezza.Le pinze primarie HC 15 e HC 40 verranno impegnate per la demolizione delle strutture in calcestruzzo presenti effet-tuando la separazione del ton-dino di armatura direttamente

Pinze HC e PMG

Collaudo pinza PMG 20S

Test pinza per deforestazione WT 020

in loco. Le pinze per deforesta-zione WT 015 e WT 020 saranno utilizzate per l’abbattimento e il disboscamento di arbusti e al-beri presenti nelle isole, sfrut-tando la capacità di lavorare in condizioni di criticità e di difficile accesso. Successivamente ver-ranno impiegate le pinze estrat-trici WE 010 con lo scopo di estrarre dal suolo le ceppaie de-gli alberi ancorate. Con questa attrezzatura sono in grado di completare il lavoro di disbosca-mento eliminando tutte le parti radicate al suolo, di ridurre le di-mensioni del ceppo estratto e renderlo idoneo alle successive fasi di trasformazione. A com-pletare l’opera utilizzeranno le pinze selezionatrici PMG 12S e PMG 20S per una selezione mi-rata e una specifica separazione dell’inerte nei centri di riciclag-gio appositi. Ultimate le proce-dure di bonifica, le isole di terra e sabbia verranno fatte “spa-rire” con escavatori e pale do-tate di benna. Un fornitura che ci ha reso or-gogliosi, ribadisce Simone Piva, non solo per il numero delle at-trezzature consegnate ma so-prattutto per la fiducia che que-sta grossa impresa ci ha dimo-strato. Un attestato di stima per il duro lavoro, per la prepara-zione dei nostri distributori e per gli investimenti di questi ultimi anni.

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Coniugare le esigenze del trasporto con la tutela dell’ambiente.

È la sfida che la svedese Sca-nia ha scelto di cogliere attra-verso importanti investimenti nel settore della ricerca e una storica spinta verso la soste-nibilità e l’efficienza dei pro-

Italscania porta a Ecomondo la sua

esperienza nella ricerca e nell’inno-

vazione, da sempre orientate al rispetto

dell’ambiente

TRASPORTO SMART, EFFICIENTE E SOSTENIBILE

ITALSCANIA

pri veicoli e motori. Il marchio del Gri-fone conferma la sua partecipazione a Ecomondo, rappresentata da Italscania Spa. Dal 3 al 6 novembre 2015 l’azienda sarà presente con un ampio spazio espo-sitivo in cui poter conoscere l’anima green che storicamente la caratterizza e la spinta innovativa che ha saputo por-tare nell’ambito dei trasporti, settore che può realmente giocare un ruolo de-cisivo nella riduzione dell’impatto am-bientale globale. Si tratta di un obiettivo che può essere raggiunto solo attra-verso la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti in un’ottica di rete, dal settore pubblico a quello privato, dagli ingegneri agli autisti, dai produttori fino ai clienti dei propri clienti, siano essi singole aziende o catene di distribuzione.Un impegno concreto che Scania de-clina in trasporti più intelligenti, efficienza energetica e utilizzo di combustibili al-ternativi. Il primo punto fa riferimento a

un’organizzazione del tra-sporto in grado di ottimizzare gli spostamenti attraverso il controllo in tempo reale della propria flotta con specifici si-stemi di connettività presenti su tutti i mezzi, abbattendo nel contempo l’inquinamento acustico e l’impatto sul traf-fico. Grazie a motori sempre più silenziosi e poco inqui-nanti, particolarmente indicati per il contesto urbano ad esempio per la raccolta dei ri-fiuti, è ipotizzabile anche la fu-tura circolazione nelle ore not-turne.L’efficienza energetica può

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TECNOLOGIE

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essere sviluppata grazie a di-versi fattori. L’innovazione tec-nologica permette continui tra-guardi in termini di riduzione delle emissioni. La ricerca è continua e all’avanguardia gra-zie ai 3500 lavoratori impe-gnati ogni giorno nel reparto ricerca e sviluppo della Casa Madre a Södertälje (Svezia). Ne è un esempio la gamma dei motori Euro6 del Grifone, ad oggi la più ampia sul mer-cato. Ma la tecnica da sola non ba-sta. Il fattore umano è cen-trale. Lo stile di guida influisce in modo considerevole sui consumi e, di conseguenza, sulle emissioni di CO2 nell’at-mosfera. I programmi Scania Driver Training e Driver Coa-ching nascono proprio da que-sta consapevolezza e si svi-luppano in percorsi formativi

per i conducenti e il monito-raggio nel tempo delle perfor-mance di guida. I risultati sono immediati, sia in termini am-bientali che economici, con un risparmio di carburante dal 10 al 15%. Tutto questo si combina con la continua evoluzione nell’uso di combustibili alternativi. L’a-zienda ha sviluppato una va-sta gamma di motori idonei a queste nuove fonti, propo-nendo soluzioni alimentate a bioetanolo, biodiesel, HVO (olio vegetale idrotrattato), metano e biometano (con la produzione di biogas che nel prossimo futuro potrebbe di-ventare un prodotto italiano a filiera corta). L’approccio si basa su una vi-sione di sistema. L’attenzione per l’ambiente è rappresen-tata dall’ampio programma

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Ecolution by Scania, che va dalla meccanica ottimizzata all’efficienza dei processi pro-duttivi, fino ai servizi di assi-stenza e tutoraggio, il tutto ri-tagliato su esigenze specifi-che. Oltre a ciò - e di questo l’azienda vuole essere sog-getto promotore - ciò che

serve è il dialogo tra i diversi attori che giocano un ruolo nel mondo del trasporto: favorire la comunicazione e la condivi-sione delle informazioni per va-lorizzare l’innovazione in ter-mini di efficienza, risparmio economico, benessere dell’am-biente e dei cittadini.

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COMEDIL MANGINO

QUALITÀ E INNOVAZIONE PER L’AMBIENTE

L’azienda dispone, altresì, di idonee attrezzature atte alla raccolta e micro-raccolta dei vari rifiuti derivanti dalle diverse attività cantieristiche ed indu-striali.L’azienda dispone di uno staff tecnico preparato e qualificato, ad assolvere anche alla cor-retta ottemperanza delle re-centi normative in materia di si-curezza del lavoro; tutto il per-sonale operante nei vari settori è altamente specializzato per i settori di attività sopra eviden-ziati, garantendo alla Commit-tente la realizzazione delle opere in modo completo con condotta competente e profes-sionale.La società ha sempre perse-guito l’obiettivo primario della Qualità, intesa come piena sod-disfazione dei propri Clienti e

TECNOLOGIE

studi di fattibilità per il recupero di siti indu-striali dismessi, atti-vità finalizzate alla di-smissione completa di strutture e impianti in-dustriali, nonchè, ese-cuzione di bonifiche ambientali.Il settore ecologico così sviluppato è stato coadiuvato anche dalla presenza di un idoneo impianto di trattamento e stoc-caggio di rifiuti perico-losi e non pericolosi, ubicato presso la sede di Olgiate Comasco.

Dalla metà degli anni ottanta, l’azienda

è operativa nel settore edile, nella

realizzazione di edifici civili, industriali,

demolizioni industriali, realizzazione

opere pubbliche e urbanizzazioni, scavi

e movimento terra

Da oltre quindici anni è stato affiancato al mero settore operativo an-

che un ramo commerciale, spe-cializzato nella vendita di ma-teriale per l’edilizia. Tale approccio ha consentito all’azienda di mantenersi co-stantemente all’avanguardia in materia di approvvigionamenti, aggiornamenti e tecnologie in-novative e, al tempo stesso, di offrire al cliente consulenza per le problematiche del settore e soluzioni mirate al miglior rap-porto tra qualità e prezzo.Nel corso del tempo sono stati notevolmente ampliati e poten-ziati i settori riguardanti le opere

di scavo e il movimento terra, nonché opere di demolizione e lavori stradali; il parco macchine di proprietà infatti non pone li-miti alla soluzione di qualsiasi tipo di problematica ed in qual-siasi condizione di lavoro.In quest’ottica, l’attenzione ha portato la Società ad inserirsi anche nel campo dell’ecologia, sfruttando le potenzialità di pro-fessionisti del settore e svilup-pando pertanto ulteriori servizi quali l’intermediazione e la ge-stione dei rifiuti industriali (e non) prodotti da terzi, nonché attività di bonifiche ambientali.L’azienda dispone di personale in grado di effettuare consu-lenza in materia di normativa ambientale, progettazione e

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mativa di legge.A fronte di una atten-zione oggi sempre più diffusa verso tali esi-genze, ha aderito alla necessità di introdurre e applicare formal-mente, a garanzia e di-mostrazione della cor-rettezza del proprio modo di operare, le Norme sulla Qualità ri-conosciute a livello in-ternazionale.La rispondenza a tali norme, oltre dimostrare i livelli di qualità, ha per-messo di migliorare e di

offrire servizi e prestazioni sempre più competitivi.L’azienda è in possesso dell’at-testazione SOA (qualificazione per l’esecuzione di lavori pub-blici) per la categorie di seguito

come condizione indispensa-bile di sopravvivenza e cre-scita.Consapevole di operare in un settore particolarmente critico per il benessere e la sicurezza

della Collettività e dell’am-biente, Comedil Mangino ha sempre posto particolare cura nella rispondenza alle aspetta-tive dei Clienti, nel pieno ri-spetto dei requisiti e della nor-

elencate:OG 1 V edifici civili e industriali;OG 3 IV opere stradali;OG 6 III Bis acquedotti, ga-sdotti, oleodotti, opere di irri-gazione e di evacuazione;OS1 IV scavi e movimento terra;OS23 II demolizione di opere.

L’azienda è regolarmente iscritta all’Albo Nazionale Ge-stori Ambientali per le seguenti categorie:Cat. 4 raccolta e trasporto di rifiuti speciali non pericolosi;Cat. 5 raccolta e trasporto di rifiuti speciali pericolosi;Cat. 8 Intermediazione e com-mercio di rifiuti prodotti da terzi senza detenzione dei ri-fiuti stessi;Cat. 9 bonifica di siti.

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PERFORMANCE VERDI

Produzione a impatto Zero è l’obiettivo dei nuovi sistemi auto-

matizzati di filtrazione dedicati all’industria del

riciclaggio progettati e costruiti in Italia da O.M.A.R. e da I.T.R.

Attiva dagli anni Settanta, e ancora oggi in pieno sviluppo e costante ag-

giornamento tecnologico per adeguarsi agli standard della green economy e alle sempre più “verdi” esigenze del mer-cato, la ditta O.M.A.R. che ha sede in provincia di Treviso ha recentemente completato un coraggioso iter di ampliamento della propria area produttiva

TECNOLOGIE

con importanti investimenti per rinnovare il parco macchine. Oggi arrivano sui mercati im-pianti con sistemi di filtrazione di ultima generazione in grado di avvicinare sempre più al con-cetto di “impatto Zero” la pro-duzione. I.T.R. nasce come divisione

nienti dalla raccolta differen-ziata e delle relative necessità legate alla valorizzazione e al recupero degli stessi, ma an-che, e sempre di più, alla sal-vaguardia ambientale, all’aspi-razione e abbattimento delle sostanze inquinanti e al tratta-mento e abbattimento di pol-veri, odori, emissioni.O.M.A.R. e I.T.R. offrono al mercato soluzioni personaliz-zate con l’obiettivo di soddi-sfare ogni singola esigenza, offrendo soluzioni all’avanguar-dia. Inoltre le Aziende del Gruppo seguono l’intero pro-cesso, dalla progettazione dell’impianto, alla sua costru-zione, fino all’installazione, all’avviamento e alla forma-zione del personale che lo do-vrà gestire. Si tratta di un ser-vizio completo, svolto in ogni fase e in ogni dettaglio all’in-segna della qualità. Tutti gli step del servizio, proprio per man-tenere su livelli altissimi gli standard di qualità, vengono svolti con personale diretto.La società O.M.A.R. è in pos-

n Mario Mucoli

aziendale del Gruppo O.M.A.R. per lo sviluppo e la progetta-zione di impianti di trattamento rifiuti industriali e urbani nel mondo del riciclaggio.Stiamo parlando, infatti, del vastissimo mondo del riciclag-gio dei rifiuti, rifiuti urbani, ri-fiuti industriali, rifiuti prove-

O.M.A.R. E I.T.R.

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sesso delle migliori tecnologie per la progettazione CAD, è in grado di supportare la propria clientela nello studio e proget-tazione di impianti e soluzioni “chiavi in mano” tecnologica-mente avanzati grazie al pro-prio dipartimento interno di En-gineering il quale, dopo un ac-curato studio delle esigenze di ogni cliente, si oc-cupa della pro-gettazione di un impianto perso-nalizzato e su mi-sura. La Società, forte di un know how acquisito in molti anni e grazie all’impegno pro-

fuso nella ricerca e nell’inno-vazione tecnologica, è in grado di operare in moltissimi settori industriali, i quali hanno proble-matiche fra loro totalmente dif-ferenti.Quello del riciclaggio oggi rap-presenta uno dei settori di mag-gior importanza; e sempre più lo sarà nel futuro.

L'aziendaO.M.A.R. nasce nel 1978 con l’obiettivo principale di diventa-re un’ azienda di riferimento per il settore delle tecnologie di trattamento dell’aria. Grazie a più di 35 anni di esperienza in questo settore, oggi O.M.A.R. rappresenta una delle principali società italiane Leader nello sviluppo e nella produzione di Impianti industriali di aspirazione ed abbattimento di sostanze inquinanti. O.M.A.R. opera con due principali Business Units interne, En-gineering e Produzione, in grado di offrire un pacchetto com-pleto di servizi e soluzioni “chiavi in mano” che garantiscono, ad ogni cliente, lo sviluppo e la gestione in modo puntuale di tutta la fase di realizzazione e di vita dell’impianto; questo grazie ad uno staff di professionisti e soprattutto ad una con-solidata esperienza in quasi tutti i settori industriali.L’anno 2014 e quello in corso sono da considerarsi molto positivi per la O.M.A.R. s.r.l. che ha visto il suo fatturato no-tevolmente in crescita grazie a importanti sviluppi tecnici in-novativi ed accordi di collaborazione su nuovi mercati. Con un portafoglio ordini importante si è reso così necessario investire compiendo scelte coraggiose. A dimostrazione di questo, l’ampliamento dell’area produttiva aziendale a 15.000 m2, conclusa lo scorso Luglio, dotata di un parco macchine completamente automatizzate e personalizzate per avere prodotti di altissima affidabilità con costi competitivi, comple-ti di sistemi di filtrazione di ultima generazione per garantire una produzione ad impatto Zero.

L'azienda sarà presente alla Fiera Internaziona-le del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile, Ecomondo di Rimini, dal 3 al 6 novembre prossimi, presso lo Stand n° 161 – Padiglione A3. In vetrina tutte le novità, gli aggiornamenti tecnologici e l’illustrazione delle ultime realizzazioni di successo.

La produzioneLe tipologie di trattamento e separazione dei rifiuti proposte dalla O.M.A.R. e I.T.R. sono differenti, dalla separazione manuale, a quella semiautomatica ed automatica, a seconda della tipologia e della quantità dei rifiuti da trattare.Alcuni esempi, fra le ultime realizzazioni della ditta veneta vi sono:• impianti di raffinazione del compost dopo biostabilizzazione aerobica per FORSU • impianti di aspirazione polveri e tratta-mento odori, completi di scrubber e bio-filtri, proveniente da impianto trattamento meccanico e biologico rifiuti indifferen-

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ziati;• impianti di selezione e riciclag-gio materiale plastico, prove-niente da raccolta differenziata; • impianti di selezione materiale plastico, sia automatici che ma-nuali, proveniente da raccolta differenziata;• impianti di aspirazione mate-riale plastico leggero (FIL/S); • impianto compostaggio di qualità per la realizzazione di una linea di cogenerazione per produzione energia elettrica.I.T.R. sviluppa e progetta prin-cipalmente impianti di tratta-mento dei rifiuti industriali. Il mo-tivo che spinge I.T.R. verso il processo dell'innovazione é ca-ratterizzato dalla valorizzazione del recupero, ovvero la ricerca di quelle che si chiamano "le Green Solutions" soluzioni mi-rate a valorizzare il rifiuto e il re-cupero industriale e urbano per la trasformazione in valore eco-nomico. I.T.R. dunque non si pone solo come un semplice fornitore di impianti di riciclag-gio, ma soprattutto come un partner strategico per miglio-rare i processi di trasformazione e conversione dei materiali per la loro commercializzazione più proficua.I.T.R. grazie al know how acqui-sito negli anni el continuo im-pegno nella ricerca e nell’inno-

vazione tecnologica è in grado di operare in quasi tutti i set-tori di riciclaggio e trattamento rifiuti con problematiche total-mente differenti.Le green solutions dell’azienda sono applicate a molteplici ti-pologie di impianti e dedicate a diversi settori meceologici:- Impianti per il trattamento del multimateriale da raccolta dif-ferenziata;- Impianti per il trattamento dei rifiuti solidi urbani talquale;- Impianti per il trattamento di selezione manuale o automa-tica del secco non riciclabile;- Impianti per la selezione ma-nuale o automatica di carta e cartone;- Impianti per il trattamento dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani;- Impianti di produzione com-bustibile da rifiuto "CDR";- Impianti di compostaggio e raffinazione del compost da raccolta differenziata;- Impianti trattamento rifiuti elettronici dismessi RAEE, pneumatici PFU, rottame fer-roso e non;- Trasportatori a nastro;- Cabine di selezione e cernita;- Vagli rotanti;- Impianti industriali di aspira-zione ed abbattimento so-stanze inquinanti.

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NUOVO EUROCARGO: IL CAMION CHE PIACE ALLA CITTÀ

Insieme al pesante Stralis e al leggero Daily, il nuovo Eu-rocargo completa l’evolu-

zione della gamma Iveco. Pro-dotto presso lo stabilimento di Brescia che di recente si è ag-giudicato il livello Argento del World Class Manufacturing (WCM), il veicolo è il perfetto

TECNOLOGIE

compagno di viaggio sulle strade di tutto il mondo.Nell’anno delle celebrazioni per il suo 40° compleanno, Iveco lancia il Nuovo Euro-cargo, il camion che piace alla

piano dei motori, della sicu-rezza, del comfort, della ridu-zione dei costi e della sosteni-bilità ambientale, completando così l’evoluzione della gamma Iveco, dopo Stralis Truck of the Year 2013 e Daily Van of the Year 2015.Pierre Lahutte, Iveco Brand President, ha commentato: “Il nuovo Eurocargo è il camion che piace alla città, un veicolo che saprà essere amato da tutti. Le città lo apprezzeranno perché è sostenibile; i clienti lo sceglieranno perché è effi-ciente e garantisce bassi costi di gestione (TCO) e gli autisti perché è un vero e proprio ‘uf-ficio in movimento’, comodo, multifunzionale, maneggevole ed ergonomico”.Il nuovo Eurocargo è l’unico veicolo Euro VI della sua cate-goria ad adottare un solo di-spositivo di post-trattamento dei gas di scarico, il sistema HI-SCR con filtro antipartico-

città. È il partner ideale nelle missioni urbane, rispettoso delle persone e dell’ambiente, rinnovato nelle funzionalità e nel design. Un veicolo che of-fre consumi ridotti, garan-tendo maneggevolezza e ver-satilità stabili nel tempo.A soli due anni dal lancio della versione Euro VI, Iveco ha in-trodotto ulteriormente miglio-rato un veicolo che è già stato scelto da mezzo milione di clienti in Europa, Africa, Me-

Ancora più elegante, ecosostenibile, sicuro, confortevole, efficiente

e maneggevole. Le città amano il

nuovo Eurocargo: il camion che rispetta le persone e l’ambiente

in cui lavora

IVECO

dio Oriente, Australia e Ame-rica Latina.Eurocargo è leader tecnolo-gico e di mercato in tutta Eu-ropa e con il nuovo modello propone novità importanti sul

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lato passivo (DPF).HI-SCR è l’unico sistema di abbattimento delle emissioni che non altera il processo di combustione, perché immette nel motore solo aria pura, non mescolata con i gas di scarico.I veicoli di gamma media sono utilizzati principalmente per missioni come la distribuzione urbana e i servizi municipali. Per questo motivo Iveco si è posta come priorità il migliora-mento delle prestazioni e la ri-duzione dei consumi del vei-colo. Con una gamma di otto propulsori, adotta due motori Iveco Tector 5 a 4 cilindri da 160 e 190 cv, ottimizzati per i regimi tipici della città.Inoltre, grazie allo sviluppo di un nuovo turbocompressore, all’aumento del rapporto di compressione e dell’eroga-

zione di coppia al di sotto dei 1200 giri, è in grado di fornire più prontezza di risposta in ac-celerazione e allo spunto, con un risparmio di carburante fino all’8%.Infine, grazie al sistema EcoSwitch, che mantiene più a lungo la sesta marcia e limita la scalata alla quarta, e alla fun-zione EcoRoll (offerta sulle tra-smissioni a 12 velocità), che sfrutta l’inerzia del veicolo in discesa, Eurocargo riduce i consumi anche sui tragitti ex-traurbani e sulle lunghe per-correnze.Al centro del rinnovamento di Eurocargo c’è la sicurezza: in aggiunta all’airbag e ai comandi al volante, il veicolo è disponi-bile con tutti i principali sistemi per l’assistenza alla guida, quali il Lane Departure Warning Sy-

stem (LDWS), l’Advanced Emergency Braking System (AEBS) e l’Adaptive Cruise Control (ACC). Per migliorare la sicurezza e la visibilità di marcia sono state adottate di serie le luci Daytime Running Lights (DRL) a LED. A richie-sta sono disponibili anche i fari allo Xeno.Nuovi contenuti, dunque, ma anche un nuovo design: Euro-cargo riprende lo stile lanciato dal Daily con le nuove prese d’aria e la nuova calandra che disegna un sorriso sotto il grande marchio centrale.Il veicolo può essere guidato con estrema facilità in città, una città in cui tutti vorrebbero abitare, e si rende parte per-fettamente integrata e inte-grante della vita delle persone comuni, nella loro quotidianità.

“Il nuovo Eurocargo – ha ag-giunto Pierre Lahutte – è il part-ner ideale in città. Rispetta le persone e l’ambiente e pre-senta importanti ottimizzazioni sul piano del design, della si-curezza e della funzionalità. Senza dimenticare che con-suma meno combustibile e, quindi, riduce le emissioni di CO2. Infine, il nuovo modello vanta la stessa manovrabilità con miglioramenti a livello di coppia motrice e di comfort di guida. Come dichiariamo nel nostro nuovo pay-off “Iveco: Your partner for sustainable transport”, che ci posiziona come uno dei costruttori più ecosostenibili in Europa e nel mondo, anche con il nuovo Eu-rocargo Iveco conferma il pro-prio impegno per un trasporto sostenibile.”

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RUD ECO-DOS: SISTEMI DI DOSAGGIO CON ENORME RISPARMIO ENERGETICO

Dal 1875 l’azienda a con-duzione familiare tede-sca RUD Ketten Rie-

Tecnologia robusta dal leader mondiale RUD

nella produzione di catene in accaio

RUD KETTEN RIEGER & DIETZ GMBH U. CO. KG

ger & Dietz GmbH u. Co. KG è leader mondiale nella produ-zione di sistemi a catena robu-sti e durevoli. Oltre alle cen-trali alimentate a carbone, i si-stemi RUD vengono utilizzati nei settori di incenerimento dei rifiuti, compostaggio e produ-zione di biogas. Specialmente per l'impiego in impianti di bio-gas e riciclaggio l'azienda RUD ha sviluppato un sistema di do-saggio versatile che rappre-

senta un'alterna-tiva con enorme risparmio ener-getico rispetto ad altri sistemi esi-stenti grazie alla tecnologia a ca-tena con un fondo di raschiamento.I l RUD ECO-DOS è fonda-mentalmente ca-ratterizzato dal fatto che, oltre

ai materiali convenzio-nali riesce anche a muovere substrati dif-ficili, come rifiuti (set-tore riciclaggio) e le-tame (settore Biogas). Grazie ai suoi conteni-tori di dosaggio volu-minosi, non solo rie-sce ad alimentare in maniera continuativa le altre sezioni dell’im-

pianto, ma riesce anche ad asportare gli eventuali corpi estranei, quali fili, cavi e reti tramite i suoi denti affilati. Per-tanto, il rischio d’intasamento della coclea o degli agitatori è notevolmente minimizzato. Nonostante le notevoli dimen-sioni dei comparti di alimenta-zione, il RUD ECO-DOS ha un consumo effettivo di meno di 3 kW. Ciò corrisponde a un in-gresso di energia da 0,1 a 0,3 kW per tonnellata di substrato. Il fondo di raschiamento scorre sempre nella direzione di spinta, così l'usura delle ca-

tene è minima, rendendo an-che possibile l’operazione in-versa. Per prevenire la corro-sione, il sistema e tutte le su-perfici di contatto sono realiz-zate in legno e acciaio inossi-dabile. Il RUD ECO-DOS può anche essere fornito con una completa unità di controllo elettrico. Possibile è anche l’in-tegrazione del RUD ECO-DOS in sistemi preesistenti.

TECNOLOGIE

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Da oltre 180 anni, Volvo Construction Equi-pment è all’avanguar-

dia nel settore del Construc-tion Equipment. Fondata nel 1832 in Svezia, Volvo CE vanta un ricco retaggio e uno spirito pionieristico che le hanno con-sentito di emergere nel suo ruolo di leader del settore. Nel 1954, Volvo Construction Equipment ha inventato una delle prime pale gommate al mondo, la H10. Nel 1966 ha lanciato sul mercato un’altra invenzione: il dumper artico-

In tal senso, il gruppo Volvo è stato fondatore e firmatario del Global Compact dell’ONU ed è stata la prima azienda di mac-chinari da costruzione a parte-cipare al Climate Savers Pro-gram (programma di salvaguar-dia del clima) del WWF e Oxfam di cui è partner strategico nelle attività di impegno sociale, comprese le iniziative di emer-genza e di aiuto. Sono stati i primi a costruire uno stabili-mento automotive a emissioni compensate di CO2 nel 2007, e nel 2013 sono stati la prima azienda di macchinari da co-struzione ad avere uno stabi-limento certificato a emissioni

compensate, in confor-mità con le norme ISO 9001 e ISO 14001.L’inserimento dell’In-dice mondiale della so-stenibilità Dow Jones

consacra ufficialmente Volvo come una delle aziende più so-stenibili a livello mondiale.

Un settore in continua evoluzione, con esigenze nuove e crescentiIl settore dei rifiuti e del rici-claggio pone sfide interessanti. La legislazione e le aspettative pubbliche in materia di uso e riuso efficace delle risorse sono un tema sempre più im-portante per tutti coloro che fanno parte di questo settore.Volvo vuole affrontare le sfide del riciclaggio intensivo, del re-cupero delle risorse e dello smaltimento offrendo una lunga esperienza nel fornire soluzioni per la gestione dei ri-fiuti e offrendo una gamma di macchine progettate e costru-ite appositamente per soddi-sfare le esigenze del settore, in termini di sicurezza, affida-bilità ed efficienza dei costi.Oggigiorno i rifiuti vengono sempre più considerati come una risorsa, tanto che l’offerta del Gruppo Volvo è stata pen-

SOLUZIONI PER I RIFIUTI E IL RICICLAGGIO

VOLVO

Al servizio dei clienti da oltre 180 anni

lato, chiamato “Gravel Char-lie”. Da allora, un impegno co-stante per l’innovazione ha dato vita a nuovi prodotti e servizi.Oltre a essere leader nel set-tore dei macchinari da costru-zione, il Gruppo Volvo è anche uno dei principali costruttori mondiali di autocarri, autobus e sistemi di propulsione per ap-plicazioni marine e industriali.Il Gruppo Volvo è anche uno dei principali costruttori di mo-tori diesel heavy duty da 5-16 litri. Gli autocarri commerciali possono essere alimentati con carburanti costituiti da fonti rin-novabili. Non a caso Volvo è pioniere nello sviluppo di bus ibridi e di veicoli completamente elettrici, puntando a diventare il leader mondiale nelle solu-zioni di trasporto sostenibile.

TECNOLOGIE

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sata per coprirne tutte le fasi di gestione.Raccolta dei rifiuti: Volvo of-fre soluzioni innovative per la raccolta dei rifiuti che vanno dalle cabine a ingresso basso per migliorare la sicurezza, la visibilità e l’accessibilità, agli autocarri alimentati con carbu-ranti di fonti rinnovabili alterna-tive.Trasferimento dei rifiuti: negli ambienti più impegnativi, le macchine Volvo offrono sicu-rezza ed efficienza, al fine di proteggere l’operatore e riu-scire a trasferire maggiori quantità di materiale.Riciclaggio dei materiali: Volvo cura sia il comfort dell’o-peratore, controllo e visibilità sono requisiti chiave per la ge-stione e la manovrabilità effi-ciente dei materiali, sia il cari-camento dei nastri trasporta-tori sia le macchine seleziona-trici presso i Centri per il Re-cupero dei Materiali (CRM).Riciclaggio di rifiuti organici: Le percentuali di riciclaggio dei rifiuti vegetali e organici stanno aumentando considerevol-mente. Le cabine Volvo con-sentono agli operatori di lavo-rare al meglio anche nelle dif-ficoltose condizioni atmosferi-che tipiche delle strutture di compostaggio.Gestione dei rottami: le mac-chine Volvo, con le loro attrez-zature speciali per selezionare e recuperare i metalli ferrosi e non ferrosi, consentono di ge-stire tutti i tipi di rottami metal-lici.Rifiuti da costruzione e demo-lizione: una vasta gamma di macchinari e attrezzature è strutturata appositamente per recuperare componenti pre-ziosi da materiale proveniente da attività di costruzione e de-molizione, facendo sì che ven-

gano ridotti sia i costi di disca-rica che l’impatto ambientale.Recupero di energia: le mac-chine Volvo gestiscono sia le risorse in entrata sia i prodotti finali della cenere di combu-stione presso gli impianti di conversione dei rifiuti in ener-gia e ottimizzano i siti delle di-scariche per il recupero del metano.Discarica: la gamma di equi-paggiamenti può essere utiliz-zata o adattata per gestire tutte le operazioni di costruzione, manutenzione e smantella-mento finale delle discariche controllate.

Volvo presente in tutti i settori del riciclaggioIl ritmo di lavoro presso una struttura di gestione dei rifiuti è incessante. Ma le pale gom-mate e gli escavatori, veloci e robusti, danno luogo a una combinazione formidabile: forza, intelligenza, comfort per l’operatore e sicurezza per agevolare il lavoro. Sono in grado di gestire grandi volumi in operazioni multi turno poi-

ché una montagna sempre in aumento di rifiuti solidi è un’op-portunità redditizia che deve essere gestita rapidamente comprimendone i carichi, al fine di mantenere il ciclo di la-voro produttivo e redditizio.Sia che si tratti di riciclare ma-teriali come carta, cartone, pla-stica, vetro sia nella gestione di rifiuti organici come i rifiuti di giardino, le macchine Volvo possono affrontare tutte le at-tività di riciclaggio.Ci sono poche attività più com-plesse del riciclaggio e della gestione dei rifiuti. Per questo gli escavatori e le pale gom-mate possono essere dotate di funzioni e componenti op-zionali che le rendano idonee ad affrontare questo ambiente impegnativo.Gestione dei rottami: non esi-ste una specifica standard adatta a tutte le attività e le strutture per la gestione di rot-tami. Dalla gestione dei veicoli a fine vita (VFV) ai rottami elet-trici, la gamma di attrezzature disponibile presso la rete di concessionarie Volvo, com-

presi resistenti polipi per rot-tami, benne e cesoie permet-tono di personalizzare la pro-pria macchina in base alle pro-prie esigenze di lavoro.Rifiuti da costruzione e demo-lizione: separare l’armatura dal cemento e rompere altri ma-teriali edilizi per caricare gli au-tocarri o alimentare i frantuma-tori è un lavoro impegnativo. Ma la gamma di benne, polipi, martelli e cesoie che potete trovare presso la rete di con-cessionarie Volvo può allegge-rire anche i lavori più impegna-tivi.Costruzioni stradali: è possi-bile impiegare le macchine Volvo anche per selezionare, caricare e accumulare pietri-sco frantumato o per recupe-rare le pavimentazioni in asfalto massimizzando i livelli di recu-pero dell’asfalto.Dalla costruzione delle disca-riche alla bonifica: Volvo è in grado di gestire tutte le vostre esigenze di trasporto, ossia di portare i rifiuti residui al luogo finale previsto per lo smalti-mento. Sia che si tratti di un

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impianto di conversione dei ri-fiuti in energia o di una disca-rica, Volvo dispone di unagamma di autocarri per uso su strada e fuori strada per tra-sportare in modo efficiente il materiale. Il dumper articolato Volvo, ad esempio, è in grado Volvo, ad esempio, è in grado Vdi affrontare fondi stradali con-nessi e può essere modificato per gestire container realizzati appositamente per applicazionispecifiche, mentre gli autocarriVolvo possono assicurare un Volvo possono assicurare un Vtrasporto rapido ed efficiente sulle strade pubbliche o suterra battuta. Così come gli escavatori possono scavare nuove celle di carico al fine di ottimizzare gli spazi in disca-rica e sistemare le coperture giornalierepermantenerleeco-logicamente stabili, massimiz-zando la resa energetica attra-verso il recupero del metano.

Una gamma versatile per applicazioni specialiL’ampia gamma di equipaggiaL’ampia gamma di equipaggiaL -menti, attrezzature e compo-nenti opzionali di Volvo può di Volvo può di V ri-spondere a tutte le esigenze di gestione dei rifiuti e riciclag-gio all’insegna della qualità,

della sicurezza e del rispetto per l’ambiente che sono i va-lori intrinseci di ogni singola macchina e attrezzatura.Per proteggere sia l’operatore sia la macchina in ambientisporchi e polverosi, Volvo ofsporchi e polverosi, Volvo ofsporchi e polverosi, V -fre un sistema filtrante origi-nale ed esclusivo che mantienel’aria in cabina sempre pulita. Motori, trasmissioni, assali,serbatoi del carburante e fun-zioni idrauliche sono egual-mente protetti e le ventole di raffreddamento, che invertonoautomaticamente la rotazione,eliminano polvere e detriti mi-gliorando le prestazioni della macchina, allungandogli intervalli di servi-zio e aumentando la disponibilità opera-tiva e la produttività.Ma lavori diversi ri-chiedono attrezza-ture diverse. Lagamma Volvo assigamma Volvo assigamma V -cura la massima pro-duttività e flessibilità, combinando mac-chine e attrezzature.Oltre 180 anni di mac-chine movimentoterra e da costruzionehanno reso il gruppo

Volvo esperto nel campo dell’iVolvo esperto nel campo dell’iV -deazione e dell’innovazione deiprodotti.È comprensibile voler modifi-care una macchina per soddi-sfare una specifica necessità. Dalla modifica del telaio flessi-bile e versatile di un dumper articolato per montare un con-tainer per le operazioni in di-scarica, al semplice montag-gio di una cabina elevata su un escavatore o a una configura-zione personalizzata per la mo-vimentazione di materiali,Volvo riesce a soddisfare qualVolvo riesce a soddisfare qualV -siasi esigenza.

Le novità Volvo Le novità Volvo Le novità Vpresenti ad Ecomondo 2015

EW210D MH: costruito per essere efficienteVoVoV lvoConstructionEquipmentha introdotto modifiche fonda-mentali alla sua gamma di esca-vatori gommati EW grazie al lancio degli escavatori serie D. Queste macchine robuste e di alta qualità offrono elevata mo-bilità, produttività e flessibilità, sia su strada che su superfici sterrate.Questi escavatori gommati

sono tra le macchine da co-struzione più flessibili oggi di-sponibili sul mercato e pos-sono essere utilizzate per lo scavo di fossati, la frantuma-zione di cemento, il livella-mento di terreno, il solleva-mento di materiale, lavori di tri-vellazione, ecc.; e oltre a tutto ciò sono in grado di spostarsi in modo indipendente da un luogo di lavoro all’altro a velo-cità fino a 35 km/h (22 mph). Con queste macchine si ha dunque la certezza di poter portare a termine il lavoro, qua-lunque esso sia, e senza com-plicazioni. Questi escavatorisono infatti ben noti per la loro robustezza, stabilità, comfort e affidabilità che li rende ideali per il settore del riciclaggio e della gestione dei rifiuti.L’escavatore EW210D MateL’escavatore EW210D MateL -rial Handling, da 23 t, modello multiuso, flessibile, ad alta ef-ficienza dei consumi ed estre-mamente confortevole da gui-dare e manovrare è stato mi-gliorato in tutti i suoi compo-nenti più importanti: motore, cabina, impianto idraulico, te-laio superiore, braccio/avam-braccio, comandi, assistenza e manutenzione e impatto am-bientale.

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Pale gommate serie H: campionesse di durata e di efficienzaCon un efficiente motoreStage IV e l’esclusivo cine-matismo Torque Parallel dimatismo Torque Parallel dimatismo TVolVolV vo, le nuove palegommateL60H, L70H e L90H di Volvo L60H, L70H e L90H di Volvo L60H, L70H e L90H di VConstruction Equipment sonostate ottimizzate per offrire un’eccezionale efficienza dei consumi senza rinunciare alle prestazioni.Le nuove pale gommateL60H, L70H e L90H di Volvo L60H, L70H e L90H di Volvo L60H, L70H e L90H di VConstruction Equipment(Volvo CE) sono macchine (Volvo CE) sono macchine (Vversatili, dotate di una cabina che è la migliore del settore e di un motore efficiente che offre una maggiore produtti-vità e minori consumi in mol-teplici applicazioni.Ogni macchina ha una robu-

Presenti ad Ecomondo Padiglione C5 Stand 040

sta catena cinematica, pro-gettata e costruita da Volvo gettata e costruita da Volvo gettata e costruita da VCE. Grazie ad anni di ricerca e sviluppo, questa catena ci-nematica Volvo offre una dunematica Volvo offre una dunematica V -rata impareggiabile e una mag-giore vita utile dei componenti.Dotate di un motore Volvo Dotate di un motore Volvo Dotate di un motore VStage IV diesel da 6 litri, que-ste pale gommate erogano una coppia elevata a bassi re-gimi per prestazioni leader nelsettore ed efficienza nei con-sumi.

Ciclone srl Via Ruzzotto, 19 A 37059 Volon di Zevio (VR) Italia Tel. +39 0456050547 Fax +39 0456050156 www.ciclonesrl.itCiclone srl Via Ruzzotto, 19 A 37059 Volon di Zevio (VR) Italia Tel. +39 0456050547 Fax +39 0456050156 www.ciclonesrl.it

Un marchio storico del settore abbattimento polveri è la Ciclone Srl di Zeri è la Ciclone Srl di Zevio.Il sistema di abbattimento polveri Ciclone è basato sulla micronizzazione dell’acqua e sulla sulla capacità delle goccemicronizzate di condensare attorno al nucleo di polvere. Non è un impianto di nebulizznebulizzazione né un impiantodi spruzzamento, visto che la dimensione delle gocce è superiore a quelle prodotte dalla dalla prima tipologia diimpianti e inferiore a quella della seconda. La macchina si presenta sotto forma di cannone,cannone, prodotto in diversedimensioni e con diffdiffdif erenti caratteristiche in termini di potenza, gettata e consumo d’acqua.acqua. Il top della gammaè rappresentato dal C52, un sistema di abbattimento polveri estremamente potente,te, grazie ad un potenteventilatore su cui sono montate tre corone concentriche, ognuna munita di 52 ugelli nebulizznebulizzanti per un totaledi 156, che permettono di esalare acqua nebulizzata in particelle finissime a notevoli distanzdistanze (circa 60 metri)e di coprire oltre 10.000 metri quadrati di superficie, il tutto gestito con il PLC di semplice utitilizzo e personalizzabileper ogni necessità. Tutti i sistemi di abbattimento polveri Ciclone sono adatti per impieghi impieghi in miniere, cave,acciaierie, cantieri edili, neutralizzazione degli odori in discariche, depuratori e siti contaminati.

CIC

LON

E

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LA PIANIFICAZIONE SOSTENIBILE DELLE RISORSE ESTRATTIVE

LA PIANIFICAZIONE SOSTENIBILE DELLE RISORSE ESTRATTIVEDELLE RISORSE ESTRATTIVEDELLE RISORSE ESTRA

Un percorso difficile tra normative in evoluzione e modelli di Economia Circolare

ECOMONDO Venerdì 6 novembre 2015 ore 14.00 - 18.00 / RIMINI FIERA Sala Gemini padiglione C3, Rimini

PROGRAMMA DEI LAVORI

13.30 – 13.45 Registrazione partecipanti13.45 – 14.00 Avvio lavori - Saluto di benvenuto Dott. Gabriele Cesari - Presidente ordine geologi Emilia Romagna

RELATORI

14.20 – 14.40 La pianificazione e la sostenibilità economica, sociale ed ambientale dell’attività estrattiva - Esperienze a confronto Dott. Paolo Zambianchi - Presidente A.N.E.P.L.ADott. Paolo Zambianchi - Presidente A.N.E.P.L.ADott. Paolo Zambianchi - Presidente A.N.E.P14.40 – 15.10 Gli obiettivi di sostenibilità economica della pianificazione estrattiva Ing. Domenico Savoca - Dirigente Struttura Cave e Miniere Regione Lombardia. Presidente A.N.I.M.15.10 – 15.30 Il Piemonte e la legge sulle cave - Esperienze e prospettive Dott. Pierpaolo Varetto - Direttore Cave e Miniere Regione PiemonteDott. Pierpaolo Varetto - Direttore Cave e Miniere Regione PiemonteDott. Pierpaolo V15.30 – 15.50 La legislazione sulle cave dell’Emilia Romagna ed il riciclaggio Dott. Emanuele Emani - Segretario Ordine geologi Emilia Romagna15.50 – 16.10 Il punto sulla pianificazione delle attività estrattive in Emilia Romagna Dopo 35 anni di piani delle attività estrattive, quale via percorrere in futuro? Geom. Massimo Romagnoli / Annarita Rizzati - Servizio difesa del Suolo. Regione Emilia Romagna16.10 – 16.30 La nuova legge sulle cave della Regione Toscana – Luci ed ombre Dott. Andrea Balestri - Direttore Confindustria Massa e Carrara17.00 – 17.20 L’economia circolare applicata al settore degli aggregati da costruzione Dott. Roberto Mangilli - Direttore tenico Flli. Mara Srl17.20 – 18.00 Conclusioni Dott. Geol. Paolo Zambianchi - Presidente A.N.E.P.L.A Dott. Geol. Paolo Zambianchi - Presidente A.N.E.P.L.A Dott. Geol. Paolo Zambianchi - Presidente A.N.E.P

Ing. Domenico Savoca - Presidente A.N.I.M.

Moderatore - Dott. Francesco Castagna - Direttore A.N.E.P.L.A

La disciplina legislativa in materia di coltivazione di cava gioca un ruolo fondamentale nel determinare le condizioni per la sostenibi-lità economica, sociale ed ambientale dell’attività estrattiva e l’avvio di un’economia circolare.Le Regioni, titolari della competenza legislativa, in assenza di precisi riferimenti legislativi a livello nazionale hanno nel tempo affron-tato il compito con approcci diversi giungendo ad esiti assai differenziati.

provveduto provveduto a a rinnovare rinnovare la la propria propria legge legge e e le le tre tre principali Regioni principali Regioni del del Nord (Piemonte, Nord (Piemonte, Lombardia Lombardia e e VVeneto) hanno ugualmente in corso un processo di aggiornamento della propria normativa vigente in materia di cave.eneto) hanno ugualmente in corso un processo di aggiornamento della propria normativa vigente in materia di cave.Veneto) hanno ugualmente in corso un processo di aggiornamento della propria normativa vigente in materia di cave.VVeneto) hanno ugualmente in corso un processo di aggiornamento della propria normativa vigente in materia di cave.VA.N.E.P.L.A. ed A.N.I.M. hanno ritenuto quindi opporA.N.E.P.L.A. ed A.N.I.M. hanno ritenuto quindi opporA.N.E.P tuno cogliere l’occasione per un confronto aperto tra i principali interlocutori regionali, estendendo il confronto all’ Emilia Romagna regione ospite, sugli aspetti principali di una legge sulle cave (Pianificazione, Autorizzazione, Ruolo degli Enti locali, Riciclaggio, Recupero al termine dell’attività). Lo scopo è di poter contribuire a far emergere le migliori soluzioni possibili ed elaborare un documento di sintesi finale, quale contributo del mondo economico e delle professioni al Decisore pubblico per la definizione di un quadro normativo di regole certe, assicurare la piena sostenibilità economica, sociale ed ambientale delle attività estrattive.

A.N.E.P.L.A.A.N.E.P.L.A.A.N.E.P A.N.I.M.

Un percorso difficile tra normative in evoluzione e modelli di Economia Circolare

ECOMONDO VenerVenerV

La disciplina legislativa in materia di coltivazione di cava gioca un ruolo fondamentale nel determinare le condizioni per la slità economica, sociale ed ambientale dell’attività estrattiva e l’avvio di un’economia circolare.Le Regioni, titolari della competenza legislativa, in assenza di precisi riferimenti legislativi a livello nazionale hanno nel tato il compito con approcci diversi giungendo ad esiti assai difDi Di recente recente Regione Regione TToscana oscana Toscana TToscana T ha ha provveduto provveduto Veneto) hanno ugualmente in corso un processo di aggiornamento della propria normativa vigente in materia di cave.Veneto) hanno ugualmente in corso un processo di aggiornamento della propria normativa vigente in materia di cave.V

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE

La partecipazione è gratuita. L’iscrizione può essere eftecipazione è gratuita. L’iscrizione può essere eftecipazione è gratuita. L fettuata, fino ad esaurimento posti, entro mercoledì 4 novembre, con le seguenti modalità: tramite email [email protected] inviando modulo d’iscrizione reperibile sul sito www.anepla.it oppure [email protected].

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA

A.N.E.P.L.A. Associazione Nazionale A.N.E.P.L.A. Associazione Nazionale A.N.E.PEstrattori Produttori Lapidei ed Affini Dott. Francesco Castagnatel. 02 54104563 fax 02 55184325 [email protected] www.anepla.it

Con la partecipazione della sezione Beni & Servizi

A.N.I.M. Associazione Nazionale Ingegneri MinerariSig.ra Maria Xibiliacell. 335 5860519 tel./fax 051 382023 [email protected] www.anim-minerari.it

Media partner: Edizioni Pei Srl - Parma (riviste “Quarry and Construction” e “Recycling”)(riviste “Quarry and Construction” e “Recycling”)(riviste “Quarr

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NOTIZIE IN BREVE

w Trevi Benne cambia veste

w A Todi (PG) il primo centro ippico d’Italia con pavimentazioni in gomma da riciclo da Pneumatici Fuori Uso

Il logo è una componente fondamentale della comunicazione azien-dale. Quel piccolo simbolo riportato ovunque è un facile mezzo per far ricordare la propria ditta e se fatto bene può incidere sul successo della stessa. Cambiare o modificare l’identità di un mar-successo della stessa. Cambiare o modificare l’identità di un mar-successo della stessa. Cambiare o modificare l’identità di un marchio costituisce un passo fondamentale nella strategia di rilancio dell’immagine aziendale. Ecco quindi che Trevi Benne Spa, aziendavicentina leader nel settore “attachments”, ha deciso di rompere con il passato e rilanciare completamente il proprio brand. Chri-stian Tadiotto, Tadiotto, T Responsabile Marketing, ci spiega le motivazioni di questa scelta. “La volontà di cambiare e lo studio grafico del nuovo marchio sono iniziati due anni fa. L’idea L’idea L di fondo era quella di rimanere sempre e comunque riconoscibili, ma allo stesso tempo di adattarsi alle nuove tendenze di marketing in modo da aumentare l’appetibilità del nostro prodotto. Non è semplice-mente un’operazione di svecchiamento del marchio ma una vera

e propria trasformazione dell’azienda in termini di obiettivi, di mes-saggio e di cultura. È un segnale di maturità, di positività, di volontà di riposizionarsi sul mercato e di propensione verso il futuro. E come in tutti i cambiamenti è necessaria una buona dose di corag-gio, di consapevolezza e di abilità strategica della Proprietà. Dal 1992 ad oggi Trevi Benne cambia veste per la terza volta: un rin-novamento che negli anni non ha intaccato i valori che da sempre ci caratterizzano: passione per il nostro lavoro, inesauribile ener-ener-energia e la soddisfazione del cliente che si affida a noi.”

Per la prima volta anche in Italia i cavalli potranno godere dei van-taggi del riciclo, passeggiando a trotto su gomma riciclata da pneu-matici fuori uso. Apre così il primo centro ippico d’Italia riqualifi-cato grazie ad un’innovativa pavimentazione realizzata con lagomma da riciclo dei Pneumatici Fuori Uso che aumenta il benes-sere degli animali, garantendo la possibilità di ridurre gli infortuni,riuscendo allo stesso tempo ad abbassare i costi di gestione emanutenzione per gli impianti equestri.A realizzare il progetto assolutamente innovativo nel centro ip-pico “Tashunka” di Tpico “Tashunka” di Tpico “T odi sono stati UISP - Unione Italiana Sportashunka” di Todi sono stati UISP - Unione Italiana Sportashunka” di TPer tutti - ed Ecopneus, la societàsenza scopo di lucro responsabiledella gestione del 70% dei Pneuma-ticiFuoriUso in Italia, cheoggihannoinaugurato l’impianto alla presenzadi Carlo Rossini, Sindaco di Todi;di Carlo Rossini, Sindaco di Todi;di Carlo Rossini, Sindaco di TAndrea Caprini,Assessore allo Sportdel Comune di Todi; VincenzoManco, Presidente nazionaleUISP; Giovanni Corbetta, Direttore

Un’innovazione realizzata con 15 tonnellate di gomma riciclata: UISP ed Ecopneus insieme per garantire maggior comfort a cavalli e cavalieri e meno costi per i gestori, con una scelta amica dell’ambiente

Ecopneus; Simone Pacciani, Vice Presidente nazionale UISP; Ste-fano Rumori, Presidente UISP Umbria; Fabrizio Forsoni, PresidenteLega Attività Equestri UISP; Francesco Porciello, Università VeteUISP; Francesco Porciello, Università VeteUISP; Francesco Porciello, Università V -rinaria di Perugia.Per realizzare gli oltre 500 metri quadri di pavimentazioni del cen-tro perugino sono state utilizzate circa 15 tonnellate di gomma rici-clata, l’equivalente in peso di oltre 1.600 pneumatici da autovettura.Una quantità di materiale utile per realizzare superfici in grado di ga-rantire sia il benessere dell’animale che una migliore gestione le-gata ai costi, alla pulizia e alla manutenzione. I tradizionali pavimenti“rigidi” in calcestruzzo sottopongono, infatti, gli arti degli animali aduna notevole sollecitazione tendinea-muscolare e sono inoltre so-litamente scivolosi, con tutte le conseguenze anche economicheche ne derivano in termini di non corretta deambulazione dell’ani-male, stress e danni causati dalle cadute. Per i gestori, invece, l’u-tilizzo di questa soluzione consente di ridurre notevolmente, e in al-

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cuni casi di eliminare del tutto, i costi per il materiale da lettieranormalmente utilizzato come truciolo o paglia. Inoltre, l’utilizzo dipiastre di grandi dimensioni come quelle impiegate nel centroTashunka permette di assorbire e compensare eventuali irregoTashunka permette di assorbire e compensare eventuali irregoT -larità del pavimento esistente, migliorando notevolmente la con-tinuità e la qualità del fondo stesso.Uno specifico progetto di ricerca dell’Università di Perugia, in col-laborazione con UISP ed Ecopneus, analizzerà inoltre i beneficidelle pavimentazioni in gomma da riciclo per la salute dell’animale,in particolar modo la minore incidenza delle patologie connessealla silicosi e i miglioramenti nei disturbi alle articolazioni del ca-vallo.Secondo Giovanni Corbetta, Direttore Generale Ecopneus, “L’eSecondo Giovanni Corbetta, Direttore Generale Ecopneus, “L’eSecondo Giovanni Corbetta, Direttore Generale Ecopneus, “L -sperienza di Todi è un ulteriore passo avanti verso un sempresperienza di Todi è un ulteriore passo avanti verso un sempresperienza di Tmaggiore utilizzo della gomma da riciclo dei Pneumatici Fuori Usonel mondo dello sport che, ad oggi, assorbe oltre il 40% dellagomma da riciclo della filiera Ecopneus. Il recupero dei materialiè un settore su cui stiamo puntando molto, con un investimentoin ricerca e sviluppo che dal 2011 ad oggi ha raggiunto i 14 mi-lioni di euro, per consolidare i mercati esistenti e svilupparne dinuovi. Nel caso delle pavimentazioni in gomma riciclata per ilmondo equestre ci sono realmente concreti vantaggi economici,ambientali e per la salute dell’animale, che ci fanno ben sperare

per una loro ampia diffusione in tanti altri Centri equestri in tutta Ita-lia”.“Grazie a questa e ad altre iniziative, in molteplici attività sportive ein varie città italiane, Uisp ed Ecopneus stanno dimostrando che losport e l’ambiente possono essere alleati e migliorare la vita dellepersone – dice Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp – L’imincenzo Manco, presidente nazionale Uisp – L’imincenzo Manco, presidente nazionale Uisp – L -pianto di Todi rappresenta un’assoluta novità in quanto concretizzapianto di Todi rappresenta un’assoluta novità in quanto concretizzapianto di Tla ricerca del benessere del cavallo, aspetto che caratterizza da sem-pre le attività equestri Uisp. Siamo per attività sostenibili e a bassoimpatto ambientale, sia per il cavallo, sia per il cavaliere. I campi diallenamento solitamente sono realizzati in sabbia, materiale che ri-lascia sostanze nocive che vengono respirate dal cavallo. Grazie allagomma da riciclo questo problema viene superato brillantemente.Inoltre, si tratta di un materiale antitrauma per il cavallo che riducela possibilità di infiammazioni tendinee”.Tecnicamente, nel campo di allenamento esterno dei cavalli di circaTecnicamente, nel campo di allenamento esterno dei cavalli di circaT70 mq, 5 tonnellate di granulo di gomma, fornite dall’azienda TerniE70 mq, 5 tonnellate di granulo di gomma, fornite dall’azienda TerniE70 mq, 5 tonnellate di granulo di gomma, fornite dall’azienda T -nergia di Nera Montoro (TR), sono state miscelate con sabbia percreare una superficie di 5cm di altezza. Nella struttura interna di440mq, dove stazionano i cavalli, sono state invece impiegate 92piastre prefabbricate in gomma riciclata di circa 1,5m x 3m di dimen-sione e 120 kg di peso ognuna, realizzate invece dall’azienda Eco-plus di Milano.

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Á

cesoia

w Rev s.r.l. acquisita da Cams Group s.r.l.

REV s.r.l., storica e s.r.l., storica e s.r affermata azienda italiana nel settore dellafrantumazione e nella selezione degli inerti, fissa e mobile, ha resonoto che intende affrontare lo sviluppo futuro consolidando la retecommerciale e finalizzando l’azione al recupero di un rapporto rav-vicinato con il cliente nelle attività di personalizzazione del pro-dotto e nei servizi di assistenza e ricambi.In questo senso l'azienda ha deciso di rivedere, per il mercato ita-liano, il rapporto di collaborazione commerciale esclusiva con CGTs.p.a., società con la quale ha percorso un positivo tratto di strada,valutando che le nuove esigenze richieste dal mercato impongononuove traiettorie e nuove soluzioni.Rev s.r.l. nei primi mesi del 2015 è stata acquisita interamente daRev s.r.l. nei primi mesi del 2015 è stata acquisita interamente daRev s.rparte di Cams Group s.p.a., altro gruppo storico e affermato nelsettore delle attrezzature, macchine e impianti per le costruzioni,in grado di offrire ulteriori ed inedite opportunità di crescita e disviluppo a Rev s.r.l., grazie alle possibili integrazioni e sinergie asviluppo a Rev s.r.l., grazie alle possibili integrazioni e sinergie asviluppo a Rev s.rlivello tecnico, produttivo e commerciale.

Lo sforzo che Rev s.r.l. intende, così, compiere non si esaurisceLo sforzo che Rev s.r.l. intende, così, compiere non si esaurisceLo sforzo che Rev s.rnell’investimento in questa unica direzione ma vuole comprenderepiù ampie azioni di consolidamento anche sui mercati esteri, ad ini-ziare da quello europeo, fino a quelli in maggiore espansione.Già dalle prossime occasioni di promozione e di presentazione deiprodotti, dei servizi e delle strategie aziendali Rev s.r.l. informa cheprodotti, dei servizi e delle strategie aziendali Rev s.r.l. informa cheprodotti, dei servizi e delle strategie aziendali Rev s.rsarà lieta di confrontarsi con i clienti e con gli operatori del settoresulla nuova sfida che intende affrontare.Per qualsiasi esigenza informativa sui prodotti, per richieste di as-sistenza, per richieste di ricambi, per altre esigenze relative ai pro-dotti e alla società, Rev s.r.l. rimanda ai seguenti contatti:dotti e alla società, Rev s.r.l. rimanda ai seguenti contatti:dotti e alla società, Rev s.r

Emanuele VignaliUfficio Commerciale - 0541 928474 - [email protected] GiardiServizio Assistenza / Ricambi - 0541 928474 - [email protected]

A Rimini Fiera, da martedì 3 a venerdì 6 novembre torna SAL.VE, il Salone del Veicolo Veicolo V per l´Ecologia, organizzato in partnership con ANFIA. L’appuntamento, in concomitanza con ECOMONDO e ANFIA. L’appuntamento, in concomitanza con ECOMONDO e ANFIA. Ltutti i saloni organizzati nelle medesime date da Rimini Fiera, dedicati alla green economy, rappresenta il principale appuntamentodedicati alla green economy, rappresenta il principale appuntamentodedicati alla green economyeuropeo dedicato ad un settore industriale strategico nel ciclo dei rifiuti.L’expo di SAL.VE, nei sedici padiglioni interamente occupati dalle L’expo di SAL.VE, nei sedici padiglioni interamente occupati dalle Lfiere sull’ambiente, sarà nel settore A7-C7, all’ingresso Ovest del quartiere, in coabitazione con i produttori di telai, complementonaturale degli allestimenti prodotti dagli associati ANFIAPartecipano a SAL.VE le principali aziende del comparto, il gotha dei costruttori di compattatori, spazzatrici e attrezzature per aspirazione e pulizia idrodinamica. In mostra l´intera gamma della

produzione dei veicoli industriali e speciali nei rifiuti solidi e liquidi, in un´area espositiva di 6.000 metri quadri.Hanno confermato la loro adesione a SAL.VE marchi come Cappellotto, Farid, Giletta, Mazzocchia, Ravo, Unieco, Nilfisk Advance, Rossi Oleodinamica, A.M.S. SPA, SPA, SP Dulevo international, Isal, Officine Pilla, Moro Kaiser, Nord Engineering, Aebi Schmidt.La qualità delle imprese garantisce la presenza dei prodotti tecnologicamente più avanzati disponibili sul mercato degliallestimenti, dando ai visitatori la possibilità di scoprire le più recentiinnovazioni e di discutere delle loro specifiche necessità con le migliori aziende del settore.“Per il Gruppo ANFIA – spiega Guido Giletta, Presidente della Sezione 'Veicoli per servizi ecologici' dell’Associazione – laSezione 'Veicoli per servizi ecologici' dell’Associazione – laSezione 'Vpresenza nel contesto di ECOMONDO è di grande importanza,

w SAL.VE 2015, il salone del veicolo per l’ecologia a Rimini Fiera

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L’aL’aL zienda avellinese I.P.S. S.r.l. .r.l. .r (centro recupero e vendita inerti) affiancherà Saint-Gobain Gyproc (brand della multinazionale

Saint-Gobain, leader nel mercato dell’edilizia sostenibile) per il recupero dei rifiuti a base gesso provenienti dal settore delle

costruzioni e demolizioni, dislocati sul territorio campano.

Saint-Gobain Gyproc opera in questo settore attraverso il progetto “Gy.eco”, .eco”, .eco” dedicato alla gestione e recupero di scarti

provenienti dalle attività di posa e post vendita di rivenditori e applicatori che operano nel mondo dei sistemi a secco in

cartongesso.

La I.P.S. S.r.l. .r.l. .r azienda leader in Campania nel settore del recupero dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione (C.& D.),

nonché nel recupero di terre e rocce da scavo e di miscele bituminose, dispone di competenze e professionalità in grado

di rispondere a tutte le esigenze del settore. Qualità dei servizi offerti, consulenza ambientale specifica, aggiornamento

continuo ne fanno un’azienda completa e dinamica. Inoltre la stessa è iscritta all’ANPARall’ANPARall’ , Associazione Nazionale Produttori

Aggregati Riciclati, associazione di categoria che rappresenta e difende gli interessi dei riciclatori dei rifiuti inerti in Italia ed

in Europa, al fine di creare le condizioni necessarie allo sviluppo ed alla crescita del mercato degli aggregati riciclati.

Entrambe le società hanno maturato, tra l’altro, una consolidata esperienza (know-how) nelle procedure, nei sistemi e nei

processi di gestione dell’attività di recupero dei rifiuti, disponendo di spazi e tecnologie idonee per la regolare esecuzione delle

predetta attività e condividendo l’obiettivo ambientale “zero waste” finalizzato a recuperare e valorizzare gli scarti generati

dal mondo dell’edilizia, preservando le risorse naturali ed evitando lo smaltimento dei rifiuti in discarica.In particolare il

corretto conferimento del cartongesso, per anni erroneamente trattato alla stregua dei rifiuti da C.&D., oggi è considerato

risorsa per nuovi usi.

L’aL’aL ccordo sottoscritto tra IPS Srl e Saint-Gobain Gyproc al fine di offrire al mercato dell’edilizia un sinergico e miglior servizio,

sfrutta il reciproco know-how in materia ambientale nel recupero degli scarti provenienti dai clienti della Regione Campania.

Il sistema Gy.eco assicura il recupero del 95% del materiale di scarto e la possibilità di dare vita a nuova materia prima

da riammettere in produzione, controllata e certificata in accordi con la vigente normativa. L’iniziativL’iniziativL a è già risultata tra i

vincitori del programma LIFE+ dell’Unione Europea, uno “strumento finanziario per l’ambiente” dedicato ai progetti che

contribuiscono alla conservazione delle risorse naturali e allo sviluppo di approcci e tecniche innovativi di salvaguardia-

ambientale.

La peculiarità della IPS è quella di avere portato la sua professionalità a conoscenza dei vari operatori del settore, partendo

dalle imprese edili, passando per le rivendite di materiali per l’edilizia, raggiungendo professionisti ed enti locali, provinciali

e regionali; per queste sue caratteristiche la IPS riesce ad avere feedback da tutti i soggetti interessati.

Oggi l’azienda recupera una quantità di materiale inerti tra le più alte della

Campania, avendo una storia aziendale che nel 2015 ha raggiunto il 10°anno

di attività. In tale ottica si inserisce l’innovativa soluzione della problematica del

cartongesso.

I.P.S. I.PI.P.S. I.P.S. I.P.S. .S. SSS...rrr...lll. . . INIZIA INIZIA INIZIA lllA COA COA COllllllABOABOABOrrrAZIONE AZIONE AZIONE CON SAINT-GOBAIN GYPCON SAINTCON SAINT-GOBAIN GYPCON SAINT-GOBAIN GYPCON SAINT-GOBAIN GYP-GOBAIN GYPCON SAINT-GOBAIN GYPCON SAINTCON SAINT-GOBAIN GYPCON SAINT-GOBAIN GYPCON SAINT rrrrOC PEOC PEOC PEOC PErrrr I I Illll rrrrECUPEECUPEECUPEECUPErrrrO O O O

DEGDEGDEGlllI SCAI SCAI SCArrrTI IN CATI IN CATI IN CArrrrTONGESSOTONGESSOTONGESSO

Sistema

I.P.S. Srl - 83018-San Martino V.C. (AV) - www.ipssrl.com

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e grazie ad un accordo con Rimini Fiera ci siamo garantiti la possibilità di vedere accostata la nostra produzione, quella dei grandi player del settore, ai costruttori di telai, così da garantire una panoramica completa e di reciproco vantaggio”.Tutto il settore ha contribuito ad invertire la tendenza negativa degli ultimi anni, molto duri in particolare per quello delle spazzatrici,continuando ad investire in innovazione anche durante il lungo periodo di calo delle commesse.“E’ così – conferma Giletta – e questo ha consentito alle imprese di cogliere subito i primi segnali di ripresa. Non dimentichiamo che l’aggiornamento normativo, in particolare l’introduzione dello standard Euro 6 per le emissioni, ha costretto ad interventi progettuali, che però sono stati tempestivi. SAL.VE 2015rappresenterà dal vivo questo progresso, mettendo in mostra le novità più importanti”.Giletta sottolinea i vantaggi della convivenza di SAL.VE con gli altri saloni in contemporanea, dedicati alla green economy.“E’ un punto di forza del sistema di Rimini Fiera, che origina sinergiecon settori affini e consente un dialogo con la domanda estera, in particolare dei Paesi emergenti. Le nostre imprese hanno già un buon livello di internazionalizzazione e il bacino del Mediterraneo,i Balcani, la Russia, oltre ai paesi europei confinanti, sono uno sbocco abituale”.Infine, un appello affinché i segnali di ripresa non siano vanificati.

“Le imprese investono in tecnologia e innovazione – conclude Giletta – ma è fondamentale che questi requisiti siano contenuti nei capitolati che regolano le gare. La flotta italiana di veicoli ecologiciè obsoleta e i centri storici sono attraversati da mezzi inquinanti e rumorosi; è quindi necessario insistere sulla strada della qualità e non cedere alla tentazione di un risparmio immediato, ma dannoso per l’ambiente e, a medio termine, anche antieconomico per le stesse Amministrazioni”.Il sistema industriale dei veicoli per servizi ecologici rappresentato a SAL.VE copre il 75% del panorama italiano, per il 90% costituito da aziende con meno di 250 dipendenti.Escluso l’indotto, il loro fatturato supera i 400 milioni di euro e sono 1.600 gli addetti occupati.In particolare per il settore delle spazzatrici, il 2014 ha segnato l’inversione di tendenza sui volumi di fatturato, che sono tornati positivi (+3,4%) dal 2011. In ogni caso, il saldo degli ultimi sette esercizi segna un calo di oltre il 50%.Anche il settore degli autocompattatori sta recuperando, sia grazie alla domanda di sostituzione di veicoli vecchi, sia grazie al passaggio di molte Amministrazioni Pubbliche dalla gestione in house all'appaltodei servizi a Privati.Gli operatori del comparto rappresentati in ANFIA osservano, purtroppo, che ad oggi la finanza non supporta adeguatamente le necessità operative.

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w Convegno: "La Pianificazione Sostenibile delle risorse estrattive"

Un percorso difficile tra normative in evoluzione e modelli di Economia Circolare

In occasione di Ecomondo a Rimini dal 3 al 6 novem-bre le associazioni A.N.I.M. (Associazione Nazionale Ingegneri Minerari) ed A.N.E.P.L.A. (Associazione Nazionale Estrattori e Minerari) ed A.N.E.P.L.A. (Associazione Nazionale Estrattori e Minerari) ed A.N.E.PProduttori Lapidei ed Affini) in collaborazione con Edizioni PEI (ri-viste Quarry & Construction e Recycling), in un Convegno offri-ranno venerdì 6 novembre l'opportunità di un confronto a tutti gli interessati del settore estrattivo e produzione inerti.La disciplina legislativa in materia di coltivazione di cava gioca un ruolo fondamentale nel determinare le condizioni per la sosteni-bilità economica, sociale ed ambientale dell'attività estrattiva e l’avvio di un’ economia circolare.Le Regioni, titolari della competenza legislativa, in assenza di pre-cisi riferimenti legislativi a livello nazionale hanno nel tempo af-frontato il compito con approcci diversi giungendo ad esiti assai differenziati.Di recente Regione Toscana ha provveduto a rinnovare la proDi recente Regione Toscana ha provveduto a rinnovare la proDi recente Regione T -pria legge e le tre principali Regioni del Nord (Piemonte, Lombar-pria legge e le tre principali Regioni del Nord (Piemonte, Lombar-pria legge e le tre principali Regioni del Nord (Piemonte, Lombardia e Veneto) hanno ugualmente in corso un processo di aggiordia e Veneto) hanno ugualmente in corso un processo di aggiordia e V -eneto) hanno ugualmente in corso un processo di aggior-eneto) hanno ugualmente in corso un processo di aggiornamento della propria normativa vigente in materia di cave.A.N.I.M. ed A.N.E.P.L.A. hanno ritenuto quindi opportuno co ed A.N.E.P.L.A. hanno ritenuto quindi opportuno co ed A.N.E.P -

gliere l’ occasione per un confronto aperto tra i principali interlocu-tori regionali sugli aspetti principali di una legge sulle cave ( Piani-ficazione, Autorizzazione, Ruolo degli Enti locali, Riciclaggio, Recu-pero al termine dell'attività). Lo scopo è di poter contribuire a far emergere le migliori soluzioni possibili ed elaborare un documento di sintesi finale, quale contributo del mondo economico e delle pro-fessioni al Decisore pubblico per la definizione di un quadro nor-fessioni al Decisore pubblico per la definizione di un quadro nor-fessioni al Decisore pubblico per la definizione di un quadro normativo di regole certe assicurare la piena sostenibilità economica, sociale ed ambientale delle attività estrattive.

Il gruppo svizzero BKW, attraverso BKW Italia, ha acquistato la quota di maggioranza della Casa delle Nuove Energie, una società che opera nel settore del risparmio energetico edell’energia rinnovabile con una rete di 75 punti vendita in tutta Italia.BKW ha una presenza consolidata nel mercato italiano della vendita di energia elettrica attraverso la sua affiliata Electra Italia S.p.A., che fornisce annualmente ai propri clienti circa 2.000.000MWh di energia. In Italia BKW produce energia per mezzo dei propri impianti idroelettrici ed eolici ed inoltre detienepartecipazioni in centrali a biomassa e termoelettriche a gas per una potenza installata di 560 MW e una produzione di circa 1.200.000 MWh (dati del 2014).Dal 2000 (anno della liberalizzazione del mercato elettrico) Electra Italia S.p.A. fornisce energia elettrica a clienti industriali e, dal 2014, ha ampliato la sua proposta commerciale con un’offerta integrata di energia e servizi di efficienza energetica anche alle piccole e medie imprese (PMI). L’acquisizione di Casa anche alle piccole e medie imprese (PMI). L’acquisizione di Casa anche alle piccole e medie imprese (PMI). Ldelle Nuove Energie, nell’ottica di questa nuova offerta

w BKW acquista la quota di maggioranza di Casa delle Nuove Energie

commerciale, mira a proporre una più ampia gamma di soluzioni di fornitura innovative a quest’ultimo segmento di clientela.Il modello di business di Casa delle Nuove Energie, principalmente indirizzato alle PMI e al settore residenziale, integra in una sola offerta le diverse fasi di erogazione del servizio: vendita,progettazione, installazione, monitoraggio e manutenzione di impiantie inoltre è basato su una capillare rete di partner commerciali e tecnici in tutta Italia.«Questa operazione si inserisce nel quadro strategico di BKW che sta potenziando il settore dei servizi, sia attraverso nuoveacquisizioni, sia attraverso lo sviluppo di nuovi progetti con l’obiettivodi proporre soluzioni integrate a tutte le tipologie di clientela», commenta Monica Dell’Anna, direttrice della Divisione Mercato del gruppo BKW.La proposta combinata di energia elettrica, gas e servizi per l’efficienza energetica permetterà un ampliamento dell’offerta ai clienti finali, mentre la sinergia tra la rete commerciale di Electra Italia e quella di Casa delle Nuove Energie favorirà un incremento delle vendite.

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84 recycling 5 - 2015

Dalla metà degli anni ottanta, Comedil Mangino Srl è operativa nel settore edile, nella realizzazione di edifici civili, industriali, demolizioni industriali, realizzazione opere pub-bliche e urbanizzazioni.Da oltre quindici anni è stato affiancato al mero settore operativo anche un ramo commerciale, specializzato nella vendita di materiale per l’edilizia; tale approccio ha consentito all’azienda di mantenersi costantemente all’avanguardia, in materia di ap-provvigionamenti, aggiornamenti e tecnologie innovative e al tempo stesso, di offrire al cliente consulenza per le problematiche del settore e soluzioni mirate al miglior rapporto tra qualità e prezzo. Nel corso del tempo sono stati notevolmente ampliati e potenziati i settori riguardanti le opere di scavo e il movimento terra, nonché opere di demolizione e lavori stradali. In quest’ottica, l’attenzione della Società è stata quella di inserirsi anche nel campo dell’ecologia, sfruttando le potenzialità di professionisti del settore e sviluppando per-tanto ulteriori servizi quali l’intermediazione e la gestione dei rifiuti industriali (e non) prodotti da terzi nonché attività di bonifiche ambientali.L’azienda dispone di idonee attrezzature atte alla raccolta e micro raccolta dei vari L’azienda dispone di idonee attrezzature atte alla raccolta e micro raccolta dei vari Lrifiuti derivanti dalle diverse attività cantieristiche ed industriali. Il personale, altamente qualificato, è in grado di effettuare consulenza in materia di normativa ambientale, progettazione e studi di fattibilità per il recupero di siti industriali dismessi, attività fi-nalizzate alla dismissione completa di strutture e impianti industriali, nonchè esecu-zione di bonifiche ambientali.

Il settore ecologico così sviluppato è stato coadiuvato anche dalla presenza di un idoneo impianto di tratta-mento e stoccaggio di rifiuti pericolosi e non pericolosi, ubicato presso la sede di Olgiate Comasco.

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Italdraghe Spa fondata nel lontano 1952 vanta oltre 60 anni di esperienza nel settore delle draghe e sistemi di dragaggio standard e personalizzati. La vasta gamma di prodotti com-prende: draghe aspiranti a fresa, stazioni di rilancio e pompe draganti oltre ad un ampia gamma di attrezzature di dragag-gio e benne draganti per escavatori. Queste ultime sono a tutti gli effetti delle mini draghe per uti-lizzi speciali e dragaggi/ripascimenti di piccole e medie dimen-sioni oltre a pulizie di invasi e dighe a grandi profondità. Le ottime caratteristiche delle BDC le fanno essere un pro-dotto molto versatile in quanto facili da montare su qualsiasi tipo di escavatore, usate con solo un operatore, bassi costi di manutenzione e utilizzano le stesse sorgenti di energia dell’e-scavatore stesso. Inoltre possono essere montate sui bracci

rigidi tipo draghe aspiranti refluenti.Le BDC sono disponibili in 5 ver-sioni, BD1-150, BD2-180, BD3-200, BD4-250, BD5-300.

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Via Malpasso, 1389 San Giovanni in Marignano (RN) Tel. 0541 955181 Fax 0541 956512 [email protected] www.italdraghe.it

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recycling 855 - 2015 5 - 2015

Ma-estro Srl, specialista nei si-stemi di controllo e ottimazione de-gli impianti di frantumazione, ha realizzato e controllato decine di impianti in Italia e soprattutto all’e-stero, dove ha maturato un’espe-rienza unica, affrontando situazionimolto diverse tra loro, che l’hanno resa un’azienda unica nel suo ge-nere. Nata nel 2006 da un’esigenza in-terna, presso una cava tutt’ora at-terna, presso una cava tutt’ora at-terna, presso una cava tutt’ora attiva, Ma-estro offre sistemi per il monitoraggio dei consumi energetici e costi produttivi, registrando la reale performance delle macchine di frantumazione e lavo-razione inerte. Questo ne permette un calcolo preciso della tonnellata prodotta, dando di fatto all’imprenditore uno strumento per calcolare la corretta marginalità sul prodotto venduto. I Sistemi possono essere installati anche a noleggio per un periododefinito.Oltre ad offrire sistemi di controllo, Ma-estro produce sistemi per gestire automaticamente il processo produttivo, permettendo un significativo risparmio e una ottimale gestione dell’impianto senza dover affrontare spese significative, normalmente l’investi-mento viene ripagato entro i 12 mesi dalla messa in servizio.

MA-ESTRO

SNF è il maggior produttore mondiale di polimeri idrosolubili utilizzati nella pota-bilizzazione e trattamento acque, miniere, petrolio e gas, carta e altre applica-zioni speciali quali tessile e cosmetica.Il gruppo industriale, con 50 filiali oltre ad una rete di numerosi rivenditori qua-lificati e 20 stabilimenti in Europa, America ed Asia, è particolarmente attentoalle esigenze dei propri clienti, ovunque nel mondo. Nel 2014 SNF ha raggiuntoun giro d’affari di oltre 2 Mld di euro, per una produzione globale di oltre 1.000.000ton di polimeri. Presso Nova Milanese, SNF Italia Srl ha un deposito strategicodi circa 1.000 ton di polimeri disponibili per i propri clienti, rafforzando così, an-che nella logistica, il ruolo di principale operatore di mercato. La competenzatecnica pre e post vendita è garantita da personale tecnico altamente qualificato ed esperto che si avvale sia del laboratorio chi-mico, situato presso la sede, che delle dotazioni da campo per condurre le opportune verifiche in situ.I principali settori di applicazione dei polimeri prodotti da SNF sono:· Lavorazione materiali lapidei · Cave e Miniere · Lavaggio inerti · Produzione di acque potabili · Agricoltura · Cosmetica· Edilizia · Carta · Petrolio · Tessile · Tolio · Tessile · Tolio · T rattamento acque di scarico civili e industriali. essile · Trattamento acque di scarico civili e industriali. essile · T

SNF ITALIA

RICORSO al Consiglio di Stato contro la classificazione di pericolosità della poliacrilammide utilizzata nella produzione e riutilizzo di limi e fanghi di depurazione da materiali lapidei.

Viale G. Caproni, 11E/26 Rovereto (TN) Tel. 0464 423647 Fax 0464 450945 [email protected] www.ma-estro.com

Via Enrico Fermi, 12 Nova Milanese (MB) Tel. 0362 36151 Fax 0362 361576 [email protected] www.snfitalia.it

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86 recycling 5 - 2015

Tecno Accise Srl, società di Tecno Accise Srl, società di Tconsulenza operante da oltredieci anni nel settore delle ac-cise, offre un servizio di con-sulenza “chiavi in mano” che permette alle aziende che possiedono autocarri e mezzid’opera di ottenere il rim-borso dell’accisa sul gasolio in tempi rapidi e certi. Il costo del servizio verrà corrisposto, solo ed esclusivamente, ad ottenimento dei rimborsi conseguiti.• Rimborso dell’accisa (defiscalizzazione) sul gasolio impiegato dalle macchine operatrici. Attualmente, è possibile ottenere un rimborso pari ad euro 0,43 per ogni litro di carburante utilizzato. Può essere richiesto sia per le macchine operatici fisse sia per le semoventi, targate e non targate (escavatori, pale meccaniche, dumper, compressori ecc.), fatta eccezione per gli autocarri.le semoventi, targate e non targate (escavatori, pale meccaniche, dumper, compressori ecc.), fatta eccezione per gli autocarri.le semoventi, targate e non targate (escavatori, pale meccaniche, dumperTecno Accise ofTecno Accise ofT fre la strumentazione necessaria all’ottenimento del rimborso (DFT - Data Fuel Tracer). fre la strumentazione necessaria all’ottenimento del rimborso (DFT - Data Fuel Tracer). fre la strumentazione necessaria all’ottenimento del rimborso (DFT - Data Fuel T

• Rimborso accisa per autocarri di massa pari o superiore alle 7,5 tonnellate. E’ possibile otte-nere il rimborso dell’accisa pari ad euro 0,21 per ogni litro di gasolio utilizzato. Nel caso specifico è di particolare rilievo la possibilità di recuperare anche gli anni pregressi (due anni precedenti la richiesta di rimborso).

TECNO ACCISE

Tecno-Beton Srl consolida 30 anni di esperienza, con una presenza attiva e dinamica nel settore. Nel corso degli anni ha realizTecno-Beton Srl consolida 30 anni di esperienza, con una presenza attiva e dinamica nel settore. Nel corso degli anni ha realizT -zato, installato e collaudato, impianti di betonaggio, di selezione inerti, casseforme per gallerie, per le più importanti società, sia sul territorio nazionale che estero. Avvalendosi di Avvalendosi di A uno staff interno altamente qualificato, che fa della professionalità, affidabilità,

flessibilità e passione i punti di forza, creando un rapporto di collaborazione e di fiducia con il Cliente. “Di fatto il Know-how specifico ed il costante confronto di-retto con Clienti/Cantiere, ci consente di valutare efficacemente le esigenze nel settore, portandoci a sviluppare soluzioni innovative con la nostra impronta tec-nica”. Tecno-Beton applica da sempre la regola del miglioramento continuo, ganica”. Tecno-Beton applica da sempre la regola del miglioramento continuo, ganica”. T -rantendo prodotti e servizi qualitativamente all’avanguardia, partendo già dalle prime fasi progettuali sino alla messa in esercizio e la puntuale assistenza post-vendita. Sicuramente per Tecno-Beton non sono meno imporvendita. Sicuramente per Tecno-Beton non sono meno imporvendita. Sicuramente per T tanti le tematiche, della sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Fiore all’occhiello della produzione ed innovazione è il sistema RCS: con brevetto concesso come invenzione indu-striale “impianto per il trattamento delle acque derivanti dal lavaggio autobeto-niere.” Il sistema RCS sviluppato e progettato completamente da Tecno-Beton Tecno-Beton T Srl permette il recupero totale dei rifiuti derivati dal processo di lavaggio delle auto-betoniere rispettando l’ambiente con un forte abbattimento dei costi. La ricerca ha confermato, il possibile completo utilizzo delle acque di riciclo provenienti dal lavaggio delle autobetoniere per il confezionamento di nuovo calcestruzzo.Valutando in modo corretto il contenuto dei solidi dispersi in acqua e apporValutando in modo corretto il contenuto dei solidi dispersi in acqua e apporV tando opportune correzioni alla composizione del calcestruzzo, è possibile confezionare calcestruzzi con prestazioni reologico-meccaniche del tutto comparabili a quelle del calcestruzzo confezionato con acqua potabile.

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Largo Richini, 6 Milano Tel. 02 58215354 n. verde 800 688 803 Fax 02 58215400 [email protected] www.tecnoaccisesrl.it

Via Enrico Fermi, 6/b Arcene (BG) Tel. 035 4193100 Fax 035 4193675 [email protected] www.tecno-beton.itVia Enrico Fermi, 6/b Arcene (BG) Tel. 035 4193100 Fax 035 4193675 [email protected] wwwcene (BG) Tel. 035 4193100 Fax 035 4193675 [email protected] wwwcene (BG) T

accise

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aneppla beni & servizi

recycling 875 - 2015 5 - 2015

Fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1994 in collabora-zione con Sicma Spa ed altri partner operativi, Uretec Srl è un’azienda specializzata nella lavorazione di materiali poliu-retanici per la realizzazione di elementi necessari a nume-rose applicazioni industriali.Affermatasi inizialmente con la produzione di componenti per i macchinari dell’industria cartaria e dell’industria estrat-taria e dell’industria estrat-taria e dell’industria estrattiva e mineraria, come coni e reti vaglianti, produce ormai una gamma di articoli molto ampia, orientata a tutte le in-dustrie che richiedono, per la componentistica delle loro macchine, materiali particolarmente resistenti come quelli poliuretanici.Grazie all’ingresso definitivo nell’ambito Sicma, perfezionato nel 2010, Uretec Srl ha acquisito una maggiore e completa capacità produttiva ed è in grado di offrire ai propri clienti una serie di servizi a più ampio raggio che vanno dalla progettazione

allo sviluppo di soluzioni personalizzate in grado di rispondere alle più diverse esigenze. Oggi, la par-ticolare esperienza consolidata in questi anni fa di Uretec Srl un punto di riferimento nella fabbrica-zione di prodotti per la cernita e la vagliatura oltre che per molti altri articoli tecnici.

Tecnoidea Impianti Srl dal 1980 è speciaTecnoidea Impianti Srl dal 1980 è speciaT -lizzata nella progettazione e realizzazione di Impianti di Depurazione e Trattamento Trattamento TFanghi e da sempre si posiziona fra le prime aziende del settore a livello mon-diale. Un mix di grande esperienza e cre-atività, insieme alle competenze di uno staffdinamico, hanno fatto di Tecnoidea Tecnoidea T ImpiantiSrl un punto di riferimento nei seguenti mercati: lavaggio inerti (ghiaie, sabbia gal-lerie), soil & sediment washing, marmo e granito, ceramica. Grazie al suo costante impegno nel ricercare soluzioni innovative, Tecnoidea Impianti Srl ha installato oltre 3000 impianti nel mondo. Questo risultato come espressione dei seguenti valori:Tecnoidea Impianti Srl ha installato oltre 3000 impianti nel mondo. Questo risultato come espressione dei seguenti valori:T- un know-how ed una esperienza accumulati in oltre 35 anni di attività,- una grande flessibilità, che le permette di offrire prodotti ad hoc per le esigenze di ogni cliente,- un ufficio commerciale competente ed informato su tutti gli aspetti tecnici della produzione,- un ufficio tecnico impegnato nella progettazione di tutte le macchine e gli impianti,- un ufficio ricerca e sviluppo dinamico, costantemente impegnato nella messa a punto di nuovi prodotti e di soluzioni tecniche per migliorare quelli esistenti.

Tutto Tutto T ciò consente a Tecnoidea Tecnoidea T Impianti Srl di soddisfare al meglio le utenze più di-verse e qualificate con impianti che non richiedono particolari manutenzioni e con-servano il loro valore nel tempo.

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Impianto di soil & sediment washing

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A.N.I.M. Associazione Nazionale Ingegneri Minerari

Ingegneri delle Georisorse delle Geotecnologie

dell’Ambiente e del Territoriodell’Ambiente e del Territoriodell’Ambiente e del T

EXPLO 20155° CONVEGNO NAZIONALE DI ESPLOSIVISTICA GENERALE E PIROTECNIA

13 Novembre 2015 - c/o LLOYD’S BAIA HOTEL - Via Benedetto Croce, 84019 Vietri Sul Mare (SA)

In occasione del 50° anniversario dalla sua fondazione, l’ANIM in collaborazione con l’Istituto Ascanio Sobrero ha organizzato questo Convegnocon il quale si propone:- di illustrare le principali novità relative al campo dei prodotti esplodenti, per quanto riguarda sia gli aspetti tecnici ed operativi che quelli legislativi;- di descrivere le ricadute sul settore a seguito dell’entrata in vigore di disposizioni normative in materia di sicurezza e tutela ambientale;- di presentare esempi significativi nel settore dell’abbattimento con esplosivi, sottolineandone le peculiarità tecniche;- di affrontare le specifiche problematiche di sicurezza e infortunistiche relative alla fabbricazione, al trasporto ed all’utilizzo dei materiali esplodentinonché a situazioni particolari quali il ritrovamento di ordigni bellici;- di prendere in esame alcune applicazioni particolari connesse all’utilizzo degli esplosivi, quali ad esempio le demolizioni, gli impieghi attinenti le at-tività di protezione civile, le utilizzazioni a scopi pirotecnici. La giornata di studio vuole essere anche occasione di aggiornamento professionale eformazione per tutti i tecnici e professionisti (Ingegneri, Geologi, Periti Industriali) che a diverso titolo svolgono il loro lavoro in settori interessatidall’esplosivistica e dalla pirotecnia.

Per informazioni rivolgersi alla Segreteria Organizzativa ANIM: Sig.ra Maria Xibilia - Cell. 335 5860519 - Tel./fax 051 382023 - e-mail: [email protected]. Nando Ferranti - Cell. 339 7087831 - e-mail: [email protected]

Coordinamento Generale ManifestazioneCalarco G. - Istituto Ascanio SobreroFerranti N. - Associazione Nazionale Ingegneri MinerariViviano N. - Associazione Pirotecnica ItalianaParente G. - Associazione Nazionale Imprese Spettacoli Pirotecnici

PROGRAMMAore 9.15 Registrazioniore 10.00 Inizio dei lavori

INTRODUZIONE AI LAVORISavoca D.-Presidente A.N.I.M.Calarco G. - Presidente Ascanio Sobrero

COMUNICAZIONI PROGRAMMATE Coordinatore: Ing. Nando Ferranti10.00 Retacchi F. - Presidente Onorario Ascanio Sobrero – Lo – Lo a legislazionecomunitaria in materia di antiterrorismo; un ostacolo per le imprese o tuteladella sicurezza pubblica?10.20 Abersten L. - Abbattimento di 70.000m3 di roccia avanti alla Powerhousedella GIBE 3 in Etiopia10.40 Cardu M. - Politecnico di Toi Toi T rino – Va– Va– V lutazione dell’impiego di carichedisaccoppiate non coassiali per il rispetto del contorno di scavo: sintesi deirisultati ottenuti da studi sperimentali in cantieri civili e estrattivi nello Statodi San Paolo, Brasile11.00 Della Bella R.- Barco E. - Sei Epc Italia –a –a L – L – a tracciabilità degli esplosivia sei mesi dall’entrata in vigore della Direttiva 2008/4/4/ 3/CE11.20 Travanini C.- Calarco G. - Istituto Ascanio Sobrero – Go – Go li effetti dellebarriere naturali o artificiali sulla sovrappressione e sulle proiezioni in casodi esplosione

11.40 Coffee break

12.00 Dizioli A. - Aniceti M. – Imi Fabi – Ottimizzazione delle risorse impiegateinsotterraneoattraverso lostudiodivolatesperimentalinellaminiera“Brusada-Ponticelli”12.20 Fozzato F. - Bisognin M. - S.A.S.V. – C.N.S.A.S. – P – P – roblematiche sull’uso degli esplosivi nella Protezione Civile e nelle disostruzioni12.40 Nardin G. - Sensitive Blasting internamente al Forte di Fortezza (BZ)13.00 Grella G. - Lovera E. - Italcementi – Li – Li ’ – L’ – L impiego degli esplosivi nel GruppoItalcementi; pratiche correnti e best practice

In collaborazione con

Istituto Ascanio Sobreroper la Ricerca sugli Esplosivi e la Detonica

13.20 Buffet14.30 Ripresa dei lavori

Coordinatore: Ing. Vincenzo Correggia14.30 Correggia V. - Ministero dello Sviluppo Economico - La direttiva2013/29/UE sugli articoli pirotecnici14.50 Muratti P. - Artificiere ex Polizia di Stato –o –o Pr – Pr – evenzione furti esplosivi.Sicurezza dello stoccaggio degli esplosivi in cave e miniere e sicurezza neltrasporto. Normativa e giurisprudenza attuale15,10 Longo L. - Artista Pirotecnica – L’– L’– Lestetica della distruzione..15.30 Giantomaso M. - Esplodenti Sabino – Do – Do al militare al civile

15.50 Coffee break

16.10 Viviano N. - Parente G. - Presentazione di buone pratiche nellefabbriche pirotecniche16.30 Masciarelli G. - Utilizzazione dei fuochi artificiali - Principi di controllodi sicurezza su artifizi da divertimento16.50 Aniceti G. - Conclusioni e chiusura dei lavori

QUOTATAT DA DA I PARTECIPAZIONEEuro 80,00 - Soci ANIM ed Ascanio Sobrero: Euro 60 - Studenti: Euro 40,00

Quota comprensiva di:- Ingresso al Convegno - Attestato di partecipazione - Coffee break - Buffet -L’L’L iscrizione al convegno da inoltre diritto all’Iscrizione ad ANIM sino a tutto il 2016

Scheda d’iscrizione: www.anim-minerari.it

Modalità di PagamentoBonifico Bancario intestato ad ANIM, c/o CARISBO S.p.A.Filiale 05408 – Bologna – Via di CorticellaIBAN: IT83P0638502492100000002833Si prega di inviare via fax o via e-mail copia dell’avvenuto bonifico bancario

La partecipazione al Convegno da diritto a 5 crediti formativi (CFP) per i PeritiIndustriali; per gr gr li Ingegneri saranno riconosciuti crediti formativi secondo le lineed’indirizzo del Regolamento CNI

1965 - 2015 Cinquant’anni di Promozionedella Cultura Mineraria in Italia

Hanno contribuito all’Organizzazione del Convegno:

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QUARRY and CONSTRUCTIONÈ la rivista tecnica che, con oltre 50.000 lettori, si rivolge dal 1964 a tutti gli operatori del mondo

dell'escavazione, della frantumazione e del movimento terra, alle imprese di costruzioni, edili e

stradali, ai prefabbricatori, alle grandi committenze pubbliche e private, agli uffici

tecnici di enti pubblici centrali e periferici. Nelle sue rubriche «Reporter», «Cave e

Cantieri», «Macchine e Materiali», «Suolo e Sottosuolo», «Appunti di Architettura»,

«Strade e Costruzioni», «Notizie e Fiere», Quarry and Construction tratta i temi più

attuali ed interessanti, fornendone un quadro completo ed approfondito con ar-

ticoli, anticipazioni, studi, relazioni ed interviste ad autorevoli tecnici del settore ed

esperti del mondo politico-economico e finanziario.

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RECYCLING demolizioni & riciclaggioÈ la rivista tecnica italiana che puntualmente informa su tutte le attività di demo-

lizione e riciclaggio. La trattazione è articolata attraverso varie rubriche che ap-

profondiscono le problematiche sul piano tecnico, economico e legislativo in un

confronto con le varie realtà operanti nel settore; dalle imprese specializzate alle

ditte produttrici di impianti e fornitrici di tecnologie, nonché ai tecnici ed addetti

sia pubblici che privati. Recycling, come punto di incontro e valido strumento di

informazione, vuole suggerire in termini imprenditoriali, ma nel rispetto dei valori

ambientali, concrete proposte inerenti l’intero ciclo produttivo del settore.

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GUIDA AL TUNNELLINGL'evoluzione e la sfida

Giunta alla 2° edizione, suddivisa in 42 capitoli, e ricca di una documentazione fotografica, analizza, in maniera ampia, progressiva e concreta le molteplici fasi che conducono alla realizzazione di un'opera in sottosuolo

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CONSOLIDAMENTI & FONDAZIONI 2° edizione

Suddivisa in 4 sezioni e 42 capitoli, descrive con chiarezza le molteplici fasi di un’opera di consolidamento con particolare attenzione agli impianti di cantiere.

Autore: M. Bringiotti, D. BotteroVolume di 600 pagine a colori a 70,00

GEOTECNICA & MACCHINE DA PERFORAZIONE Metodologie e Innovazioni

Lo sviluppo di nuove macchine, me-todologie ed esperienze: tutto questo in oltre 750 pagine raggruppate in 7 macro sezioni tematiche e 100 capitoli.

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FRANTOI & VAGLIÈ un compendio delle esperienze in materia di attività estrattiva e delle tecnologie della frantumazione e classificazione degli inerti. Articolato in oltre venti capitoli e 500 pagine, ampiamente illustrato a colori è completo di disegni e tabelle.

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MANUALE PRATICO DI ESPLOSIVISTICA CIVILE 3° edizione

La versione riveduta, corretta e aggior-nata del Manuale di esplosivistica più diffuso in Italia. Grazie al linguaggio sem-plice ed ai molti esempi pratici, frutto della reale esperienza dell’Autore, il libro, riccamente illustrato, è adatto ai neofiti ma anche agli operatori più esperti.

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SILENZIO SI VOLATesto per la pratica del volo veleggiato, traduzione italiana del celebre “Stre-ckensegelflug” di Helmut Reichmann, il lettore scoprirà approfondimenti su aeromodelli veleggiatori, volo libero, a vela, di distanza in aliante ed anco-ra su meteorologia e strumentazioni.

Autori: L. Kanneworff, D. Porta, P. Pugnetti, H. Reichmann, A. Bardelli, R. BindiVolume di 362 pagine, 400 foto a 49,00

CLS CALCESTRUZZO• Componenti e mix-design vol. 1• Impianti e tecnologie vol. 2

Composto da più di 100 capitoli è suddiviso in due volumi e persegue lo scopo di informare in maniera sintetica ma sistematica il lettore sull'argomento calcestruzzo.

Autore: M. BringiottiVolumi di 1200 pagine a colori a 50,00

STABILITÀ DEI PENDII E DEI FRONTI DI SCAVO IN ROCCIAUn approccio tecnico-scientifico di tutte le dinamiche di stabilità dei versanti in roccia ed i complessi fenomeni che le regolano. Case histories, interventi e sistemazioni.

Autore: P. Gattinoni, E. M. Pizzarotti, E. Scattolini, L. Scesi Volume di 280 pagine a colori a 55,00

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