Annibale Wikipedia

download Annibale Wikipedia

of 32

description

Storia

Transcript of Annibale Wikipedia

  • Annibale

    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

    bussola Disambiguazione Se stai cercando altri significati, vedi Annibale

    (disambigua).

    Annibale Barca

    Mommsen p265.jpg

    Un busto di marmo, ritenuto di Annibale, ritrovato a Capua; alcuni storici

    hanno messo in dubbio la sua autenticit[1]

    247 a.C. - 183 a.C.

    Nato a Cartagine

    Morto a Libyssa

    Cause della morte suicidio con veleno

    Dati militari

    Paese servito Cartagine

    Impero seleucide

    Forza armata Esercito cartaginese

    Anni di servizio 226-190 a.C.

    Grado generale comandante in capo

    Guerre Seconda guerra punica

    Guerra contro Antioco III

    Battaglie Assedio di Sagunto[2]

    Battaglia del Ticino[3]

    Battaglia della Trebbia[4]

    Battaglia del Lago Trasimeno

    Battaglia di Canne

  • Battaglie di Nola

    assedio di Capua

    Battaglia del Silaro

    Prima battaglia di Herdonia

    Seconda battaglia di Herdonia

    Battaglia di Numistro

    Battaglia di Ascoli

    Battaglia di Grumento

    Battaglia di Crotone

    Battaglia di Zama

    Comandante di Corpo di spedizione in Spagna (221-219 a.C.)

    Corpo di spedizione in Italia (219-202 a.C.)

    [senza fonte]

    voci di militari presenti su Wikipedia

    Annibale Barca (Cartagine, 247 a.C. Libyssa, 183 a.C.) fu un condottiero

    e politico cartaginese, famoso per le sue vittorie durante la seconda guerra

    punica. Theodor Mommsen lo ha definito "il pi grande generale

    dell'antichit"[5].

    Figlio del comandante Amilcare Barca, Annibale, sin da piccolo

    profondamente nemico di Roma e deciso a combatterla, concep ed esegu

    un audace piano di guerra per invadere l'Italia. Marciando dalla Spagna,

    attraverso i Pirenei e le Alpi, scese nella penisola, dove sconfisse le legioni

    romane in quattro battaglie principali battaglia del Ticino (218 a.C.)[3],

    battaglia della Trebbia (218 a.C.)[4], battaglia del Lago Trasimeno (217

    a.C.), battaglia di Canne (216 a.C.) e in altri scontri minori.

  • Dopo la battaglia di Canne i Romani evitarono altri scontri diretti e

    gradualmente riconquistarono i territori del sud Italia di cui avevano perso il

    controllo. La Seconda guerra punica termin con l'attacco romano a

    Cartagine, che costrinse Annibale al ritorno in Africa nel 203 a.C. dove fu

    definitivamente sconfitto nella battaglia di Zama, nel 202 a.C.

    Dopo la fine della guerra, Annibale guid Cartagine per alcuni anni, ma,

    costretto all'esilio dai Romani, nel 195 a.C. si rifugi dal re seleucide

    Antioco III in Siria dove continu a propugnare la guerra contro Roma.

    Dopo la sconfitta di Antioco III Annibale si trasfer presso il re Prusia I in

    Bitinia. Quando i Romani chiesero a Prusia la sua consegna, Annibale prefer

    suicidarsi; era il 183 a.C..

    Dotato di grandi capacit tattiche e strategiche, avveduto e sagace,

    Annibale, dopo le impressionanti vittorie iniziali, continu a battersi

    tenacemente in Italia per oltre 15 anni con il suo piccolo esercito di veterani

    isolato in territorio nemico, cercando fino all'ultimo di contrastare il

    predominio di Roma[6]. Per le straordinarie qualit dimostrate durante la

    sua carriera militare, Annibale considerato uno dei pi grandi generali

    della storia[7]. Polibio, suo contemporaneo, lo paragonava a Publio Cornelio

    Scipione Africano[8]; altri lo hanno accostato ad Alessandro Magno, Giulio

    Cesare e Napoleone[9][10].

    Indice [nascondi]

    1 Biografia

    1.1 Origini familiari e giovent

    1.2 Ascesa militare (221 - 219 a.C.)

    1.3 Assedio di Sagunto (219 a.C.)

    1.4 La seconda guerra punica (219-201 a.C.)

    1.4.1 La lunga marcia: da Nova Carthago alle Alpi (218 a.C.)

  • 1.4.2 Passaggio delle Alpi (218 a.C.)

    1.4.3 Le grandi vittorie in Italia: dal Ticino a Canne (218-216 a.C.)

    1.4.4 Gli anni trascorsi nell'Italia meridionale (215-203 a.C.)

    1.4.5 Ritorno in Africa (203-202 a.C.)

    1.5 Annibale a Cartagine (201-195 a.C.)

    1.6 L'esilio

    2 Annibale nella Storia

    2.1 Fonti antiche

    2.2 Valutazioni moderne

    2.3 Letteratura

    2.4 Cinematografia

    3 Note

    4 Bibliografia

    5 Voci correlate

    6 Altri progetti

    7 Collegamenti esterni

    Biografia[modifica | modifica wikitesto]

    (LA)

    si verum est, quod nemo dubitat, ut populus Romanus omnes gentes

    virtute superarit, non est infitiandum Hannibalem tanto praestitisse ceteros

    imperatores prudentia, quanto populus Romanus antecedat fortitudine

    cunctas nationes

    (IT)

    Se cosa certa, e nessuno la mette in dubbio, che il popolo romano ha

    superato tutti gli altri popoli in valore, non si pu tuttavia negare che

  • Annibale super tutti gli altri comandanti in abilit, quanto il popolo romano

    sta al di sopra di tutte le genti in forza

    (Cornelio Nepote, Liber de excellentibus ducibus exterarum gentium, XXIII.

    Hannibal. 1-2)

    Origini familiari e giovent[modifica | modifica wikitesto]

    Annibale (dal punico Hanniba'al , Dono [o Grazia] di Baal) era il figlio

    maggiore del condottiero cartaginese protagonista della Prima guerra

    punica. Amilcare che era stato soprannominato "Barca" (da Barak che in

    punico significava "fulmine"); egli era nato nel 247 a.C. e i suoi fratelli

    minori erano Asdrubale Barca e Magone Barca.

    Claudio Francesco Beaumont, Annibale giura odio ai Romani (olio su tela,

    330 630 cm del XVIII secolo)

    Il padre Amilcare, dopo la sconfitta di Cartagine nella Prima guerra punica e

    dopo aver domato la rivolta dei mercenari e dei sudditi libici,[11] era

    determinato, in contrasto con i propositi conservatori del partito

    aristocratico di Cartagine, a sviluppare un importante programma di

    espansione e rafforzamento della citt in funzione anti-romana. Secondo la

    tradizione storiografica antica egli avrebbe contato in prospettiva per la

    lotta contro Roma, sul supporto dei suoi tre figli maschi, "i tre leoncini"

    allevati "per la rovina di Roma"[12]. Amilcare riusc a convincere il "Senato"

    cartaginese a dargli un esercito per conquistare l'Iberia che alcune fonti

    indicano come un dominio cartaginese perduto.[11] Cartagine forn solo una

    forza relativamente ristretta e Amilcare accompagnato dal figlio Annibale,

    che allora aveva nove anni, intraprese nel 237 la marcia lungo le costa del

    Nord Africa fino alle Colonne d'Ercole. Gli altri due figli, Asdrubale e

    Magone, restarono a Cartagine. In questo momento si colloca il celebre

    episodio del giuramento di Annibale bambino. Secondo la tradizione

    storiografica iniziata da Polibio e perpetuata da altri storici antichi, prima

    della partenza per la Spagna, Amilcare avrebbe fatto giurare solennemente

    al figlio che egli non sarebbe mai stato amico di Roma; l'evento, messo in

    dubbio dagli storici moderni, divenuto esemplare per rappresentare

  • simbolicamente il sentimento di odio eterno di Annibale verso Roma che

    rimase effettivamente l'elemento dominante della vita del condottiero

    cartaginese[13].

    La campagna di Amilcare in Spagna ebbe successo: pur con poche truppe e

    pochi finanziamenti, egli sottomise le citt iberiche scegliendo come base

    operativa la vecchia colonia punica di Gades, l'odierna Cadice. Egli riapr le

    miniere per autofinanziarsi, riorganizz l'esercito e inizi la conquista.

    Fornendo alla madrepatria convogli di navi cariche di metalli preziosi che

    aiutarono Cartagine nel pagamento dell'ingente debito di guerra con Roma,

    Amilcare ottenne grande popolarit in patria. Sfortunatamente rimase

    ucciso durante l'attraversamento di un fiume. Venne scelto come suo

    successore il marito di sua figlia, Asdrubale.[14] Per otto anni Asdrubale

    comand le forze cartaginesi consolidando la presenza punica, edificando

    una nuova citt (Carthago Nova oggi Cartagena). Asdrubale, impegnato

    nel consolidamento delle conquiste cartaginesi in Iberia, approfitt delle

    relativa debolezza di Roma che doveva fronteggiare i Galli in Italia e in

    Provenza per strappare il riconoscimento della sovranit cartaginese a sud

    del fiume Ebro.[15]

    Ascesa militare (221 - 219 a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

    Invasione di Annibale dalle Alpi, durante la seconda guerra punica.

    Asdrubale mor nel 221 a.C. pugnalato in circostanze mai veramente

    chiarite.[16] I soldati, a questo punto, acclamarono loro comandante

    all'unanimit, il giovane Annibale.[17] Aveva ventisei anni e ne aveva

    passati diciassette lontano da Cartagine. Il governo cartaginese conferm

    questa scelta.[18]

    I veterani credevano (nel vedere Annibale) che fosse stato loro restituito

    Amilcare giovane (il padre), notando nello stesso identica energia nel volto

    e identica fierezza negli occhi, nella fisionomia del suo viso.

  • (Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 4, 2.)

    Annibale cominci ad attaccare la popolazione degli Olcadi, che si trovavano

    a sud dell'Ebro, sottomettendo poco dopo la loro capitale Cartala (l'odierna

    Orgaz) e costringendoli a pagare un tributo (221 a.C.).[19] L'anno

    successivo (220 a.C.), dopo aver trascorso l'inverno a Nova Carthago carico

    di bottino, fu la volta dei Vaccei, che sottomise anch'essi riuscendo ad

    occupare le loro citt di Hermantica e poi Arbocala (identificabile forse con

    la moderna Zamora), dopo un lungo assedio.[20] Gli abitanti di Hermantica,

    in seguito, dopo essersi ricongiunti con il popolo degli Olcadi, riuscirono a

    convincere i Carpetani a tendere al generale cartaginese una trappola sulla

    via del ritorno, nei pressi del fiume Tago.[21] Annibale riusc per a battere

    i loro eserciti congiunti, composti da ben 100.000 armati (principalmente

    Carpetani). Egli infatti riusc in un primo momento a evitare l'imboscata che

    gli avevano teso presso il fiume Tago, e quando le forze nemiche, a loro

    volta, cercarono di attraversarlo cariche di armi e bagagli per disporsi a

    muovere battaglia contro i cartaginesi, furono irrimediabilmente sconfitte e

    sottomesse.[22] Annibale, dopo due anni trascorsi a completare la

    conquista dell'Iberia a sud dell'Ebro, si sent pronto alla guerra contro

    Roma.

    Assedio di Sagunto (219 a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

    Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Assedio di Sagunto.

    Gli ultimi giorni di Sagunto (Francisco Domingo Marqus, 1869)

    Decise cos di muovere guerra a Sagunto[23] citt alleata a Roma con

    la motivazione che si trovava a sud dell'Ebro e quindi rientrava nei territori

    di competenza dei Cartaginesi e non dei Romani, anche se le era stata

    imposta dai Romani, con la violenza e l'inganno, un governo fantoccio

    filo-romano che ora attaccava gli alleati dei Cartaginesi (vedi Polibio e lo

    storico M. Bontempelli). L'assedio dur otto mesi e termin nel 219 a.C. con

    la conquista della citt.[24] Conquista agevolata da Roma che, impegnata

    su altri fronti, credeva di avere tempo a disposizione: "Ma, facendo ci, i

    Romani sbagliarono. Li prevenne Annibale, occupando Sagunto." (Polibio).

  • Per questo la guerra non si svolse in Spagna, nonostante i Romani avessero

    come base Sagunto, ma in Italia. "I Romani, avendo notizia della disgrazia

    occorsa a Sagunto, non stettero affatto a discutere se fare o non fare

    guerra, come assurdamente riferiscono alcuni scrittori" (Polibio). Invece,

    appena saputo dell'attacco a Sagunto, essi inviarono un'ambasceria a

    Cartagine per lamentare queste violazioni[25] e in cui comandavano di

    consegnare Annibale e tutti i suoi generali o di aspettarsi un tremendo

    attacco.

    Il senato cartaginese, ricevuta alla fine di marzo 218 a.C. un'ambasceria

    romana, capeggiata dal princeps senatus Marco Fabio Buteone, non accett

    le condizioni dei romani (restituzione di Sagunto e consegna di Annibale).

    La guerra divenne inevitabile.[26]

    La seconda guerra punica (219-201 a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

    Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Seconda guerra

    punica.

    La lunga marcia: da Nova Carthago alle Alpi (218 a.C.)[modifica | modifica

    wikitesto]

    La traversata del Rodano da parte dell'armata di Annibale (disegno di Henri

    Motte del 1878)

    Nella primavera del 218 a.C., sul finire di maggio, dopo aver lasciato il

    comando della Spagna centrale e meridionale al fratello Asdrubale il

    giovane, Annibale, inizi la grande marcia. 80.000[27]-90.000 fanti[28][29]

    e 10.000[27]-12.000 cavalieri,[28][29] oltre a 37 elefanti,[28][27]

    lasciarono Carthago Nova con meta l'Italia.

    Dopo aver valicato il confine del fiume Ebro,[30] iniziarono i primi problemi.

    L'opposizione delle genti iberiche stanziate a nord dell'Ebro fu molto forte.

    Polibio scrive che Annibale "dovette combattere contro almeno quattro

  • trib": gli Ilergeti, i Bargui, gli Ausetani e i Lacetani. A difendere le nuove

    conquiste Tarragona, Barcino (l'odierna Barcellona), Gerona e tutta quella

    che oggi nota come Costa Brava, Annibale lasci Annone con 11 000

    uomini. Altri uomini furono congedati e tornarono in Spagna.[31]

    Tolti dal numero i congedati, i morti in battaglia, i dispersi e i disertori, 50

    000 fanti, 9 000 cavalieri e i 37 elefanti raggiunsero la colonia greca di

    Emporion (attuale Ampurias) ed oltrepassarono i Pirenei valicando il Colle

    del Perthus durante il mese di agosto.[32] Dopo un relativamente facile

    attraversamento dei Pirenei, Annibale dovette scontrarsi con le trib

    galliche alleate alla colonia greca di Marsiglia e contrariamente alle

    aspettative del generale cartaginese del tutto indifferenti alla situazione

    delle consorelle che occupavano la Pianura Padana e sentivano la pressione

    delle armi romane. Raggiunto il Rodano agli inizi di settembre, Annibale

    trov ad aspettarlo Magilo, re dei Boi (popolazione della Gallia Cisalpina),

    venuto ad aiutare il generale cartaginese ad attraversare le Alpi al fine di

    combattere il comune nemico: Roma.[33]

    Nel frattempo il console Publio Cornelio Scipione (padre del futuro Scipione

    l'Africano), che aveva radunato in agosto il suo esercito a Pisa per

    imbarcarlo alla volta della Spagna, venne raggiunto dalla notizia che

    Annibale aveva varcato i Pirenei e decise di bloccarlo sul Rodano poich,

    non essendo il fiume guadabile, Annibale avrebbe dovuto costruire un ponte

    di barche per attraversarlo col suo imponente esercito, con conseguente

    rallentamento nella marcia. Cos il console veleggi verso la citt alleata di

    Massilia, l'odierna Marsiglia, alle foci del fiume.[34]

    Annibale dopo aver annullato la resistenza di alcune trib celtiche, mand la

    cavalleria numidica in avanscoperta e avvenne il primo contatto con

    l'esercito nemico: trecento cavalieri che pattugliavano la zona. Fu solo una

    scaramuccia, ma le distanze fra i due eserciti si erano ormai annullate.

  • Passaggio delle Alpi (218 a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

    Le possibili vie seguite da Annibale per raggiungere l'Italia romana.

    Uno dei "passi" da dove potrebbe essere transitato Annibale con il suo

    esercito e i suoi elefanti: il passo del Moncenisio.

    Il generale cartaginese volle evitare lo scontro immediato con Scipione,

    poich il suo scopo era di arrivare in Italia con il massimo di forze e poi

    infliggere una serie di sconfitte umilianti ai romani favorendo in questo

    modo la defezione delle popolazioni italiche assoggettate; cos dopo aver

    fatto passare il fiume all'esercito, elefanti compresi, punt verso nord

    risalendo il corso del Rodano. Polibio e Livio hanno descritto con molti

    dettagli la tecnica impiegata da Annibale per far attraversare gli elefanti che

    erroneamente gli antichi ritenevano incapaci di nuotare. Nei racconti dei

    due storici il condottiero cartaginese avrebbe fatto costruire grandi zattere

    coperte da uno strato di terreno per ingannare gli animali che docilmente

    salirono sulle imbarcazioni; alcuni avrebbero attraversato camminando sul

    fondale e usando le proboscidi mantenute fuori dall'acqua per respirare[35].

    Lo storico greco Polibio scrive che Annibale arriv col suo esercito all'altezza

    del fiume Isre, affluente di sinistra del Rodano, ma non aggiunge nessuna

    informazione circa il valico delle Alpi: probabilmente se ne era gi persa la

    memoria o la cosa era ritenuta superflua.[36] Se avesse risalito la val

    d'Isre Annibale avrebbe potuto raggiungere diversi passi, come il

    Moncenisio oppure il lontano colle del Piccolo San Bernardo (Cremonis

    iugum) che viene citato anche da Cornelio Nepote con il nome di Saltus

    Graius.[37] Anche lo storico romano Tito Livio cita l'Isre, ma subito dopo,

    come se Annibale avesse fatto una inversione, ci presenta il condottiero

    cartaginese presso il fiume Durance (Druentia, in latino), altro affluente di

    sinistra che risalendo la valle del Rodano si incontra prima dell'Isre. Dalla

    Durance, scrive Livio, Annibale and "per vie agevoli" al valico delle Alpi,

    ma non lo nomina (anch'egli evidentemente non sa quale sia o non ritiene

    opportuno citarlo, trattandosi di una via forse ben nota). Livio, comunque,

  • esclude il Piccolo San Bernardo: afferma come cosa certa che il primo

    popolo che Annibale incontr dopo la discesa dalle Alpi furono i Celti Taurini,

    mentre se fosse disceso dal Piccolo San Bernardo avrebbe incontrato i

    Salassi ed altri popoli. Il Monginevro (1.850 m) uno dei passi che si

    possono raggiungere dalla Durance. Esso era attraversato da un

    antichissimo percorso che poi divenne una importante strada romana nel

    121 a.C., la via Domizia.

    Una pi recente ricostruzione, che compatibile con la risalita per la valle

    della Durance, colloca il passaggio per il Colle dell'Autaret ed il Colle Arnas

    nelle Valli di Lanzo e la discesa verso quello che l'attuale comune di

    Usseglio. L'Autaret un passo a 3.077 m. Era la fine di ottobre e Annibale

    riusc a raggiungere la Pianura Padana poco prima dell'inverno, mantenendo

    quell'effetto sorpresa che voleva ottenere.[38] Ci viene descritto in modo

    particolareggiato anche nel romanzo storico la "Druida di Margun -

    Hanniba'al"[39] e Valli di Lanzo.[40].

    Altra ipotesi di ricerca, vede Annibale impegnato pi a nord alla ricerca di

    una valico, indirizzato dalle guide degli alleati Boi: avendo verificato che le

    principali vie d'accesso alla Gallia Cisalpina (Monginevro, Moncenisio, Piccolo

    San Bernardo) fossero ben sorvegliate dalle truppe romane e alleate,

    diresse l'esercito pi a nord, fino ad Agaunum (oggi Saint-Maurice

    (Svizzera), prossima al Lago Lemano), dove si sarebbe scontrato con la

    trib dei Nantuati, subendo le pi gravi perdite nel suo tragitto alpino. Da

    qui avrebbe risalito la valle dell'Entremont, puntando a sud e giungendo in

    territorio cisalpino attraverso il Col di Menouve (m 2.801) o per il vicino Col

    di Annibale, entrambi a est del Colle del Gran San Bernardo. A questo

    punto, Annibale avrebbe eluso la sorveglianza romana in territorio

    valdostano attraversando colli minori, quali il Col Flassin (m 2.615) e il Col

    di Garin (m. 2805), transitando per la Val di Cogne e giungendo in vista

    della pianura sui colli del Bardoney (m. 2.833) o dell'Ariettaz (m. 2.939)

    entrambi con sbocco in Val Soana, garantendosi cos un notevole effetto

    sorpresa.[41]

  • Dei sessantamila che avevano attraversato i Pirenei, quasi 50 000 tra fanti

    e cavalieri e tutti i 37 elefanti (di cui, secondo Polibio, solo uno, Surus il

    Siriano, in un primo momento riuscir a sopravvivere all'inverno, per poi

    morire l'anno successivo durante la discesa in Etruria), riuscirono ad

    arrivare nella Pianura Padana. Sconfiggendo trib montane, difficolt del

    terreno e intemperie, Annibale aveva compiuto una delle imprese militari

    pi memorabili del mondo antico. Assai dettagliata la descrizione

    dell'attraversamento in Livio che cita anche un geniale metodo per spaccare

    le rocce che impedivano il passaggio (metodo confermato anche da Vitruvio

    e Plinio): Annibale riscald la roccia e un volta raffreddatasi la spezz dopo

    averla ricoperta di aceto. Interessante la visione di un gigantesco masso

    sopra Malciaussia volutamente spezzato dall'uomo.

    Le grandi vittorie in Italia: dal Ticino a Canne (218-216 a.C.)[modifica |

    modifica wikitesto]

    Annibale vincitore contempla per la prima volta l'Italia, dalle Alpi, (dipinto di

    Francisco Goya).

    La sua improvvisa apparizione fra i Galli della Pianura Padana fece staccare

    molte trib dalla appena stipulata alleanza con Roma. Dopo una breve sosta

    per lasciare riposare i soldati, Annibale si assicur le posizioni alle spalle

    sottomettendo la trib ostile dei Taurini (nei dintorni dell'odierna Torino).

    Quindi mosse lungo la valle del Po sconfiggendo i Romani, guidati dal

    console Publio Cornelio Scipione, in un combattimento presso Victimulae

    lungo il Ticino; il console rischi di essere ucciso e la cavalleria numidica si

    dimostr molto pericolosa; le legioni si ritirarono e furono costrette ad

    evacuare buona parte dell'attuale Lombardia.[42] Nel dicembre dello stesso

    anno ebbe l'opportunit di mostrare la sua capacit strategica quando

    attacc al fiume Trebbia, vicino Piacenza, le forze di Publio Cornelio Scipione

    (padre dell'Africano), cui si erano aggiunte le legioni di Tiberio Sempronio

    Longo.[43] Tatticamente la battaglia anticip quella di Canne. L'eccellente

    fanteria pesante romana si incune nel fronte dell'esercito cartaginese, ma i

    Romani furono accerchiati ai fianchi dalle ali della cavalleria numidica e

    respinti verso il fiume, dove furono sorpresi da un contingente di truppe

  • opportunamente nascosto da Annibale lungo la riva. Dei 16.000 legionari e

    20.000 alleati, si salvarono circa 10.000 uomini che ripiegarono nella

    colonia romana di Piacenza fondata da pochi anni (218 a.C.).[4][44]

    Dopo aver resa sicura la sua posizione nel nord Italia con questa battaglia,

    Annibale acquartier le sue truppe per l'inverno fra i Galli, il cui zelo per la

    sua causa cominci a scemare a causa dei costi del mantenimento

    dell'esercito punico. Nella primavera del 217 a.C. Annibale decise di trovare

    a sud una base di operazioni pi sicura.[45] Con le sue truppe e l'unico

    elefante sopravvissuto all'inverno, attravers quindi l'Appennino senza

    incontrare opposizione. Lo attendevano grosse difficolt nelle paludi

    dell'Arno, dove perse molte delle sue truppe per i disagi e le malattie e dove

    egli stesso perse un occhio.[46]

    Annibale scamp a stento, con grande pena, sull'unico elefante

    sopravvissuto, molto sofferente per una grave forma di oftalmia che lo

    aveva colpito, a causa della quale gli fu infine anche tolto un occhio...

    (Polibio, III, 74, 11 e 79, 12.)

    Nepote invece afferma che non pot pi utilizzare l'occhio destro bene come

    prima.[47]

    Annibale sfugge al Temporeggiatore, ingannandolo sulla reale entit delle

    proprie forze, applicando nella notte delle torce accese sulle corna dei

    buoi.[48]

    Avanz quindi in Etruria su terre pi elevate, seguito dalle nuove legioni

    romane.[49] Dopo aver devastato e saccheggiato il territorio, organizz un

    abile imboscata contro le truppe del console Gaio Flaminio. Con l'aiuto della

    nebbia riusc a sorprendere i romani nella Battaglia del Lago Trasimeno;

    Annibale posizion le sue truppe sulle colline che sovrastavano la via lungo

    il lago che le legioni, ignare del pericolo, stavano percorrendo; al momento

  • convenuto i soldati del condottiero cartaginese calarono all'improvviso dalle

    colline sulle truppe romane in marcia che furono intrappolate sulle spiagge

    e nelle acque del lago. La battaglia si concluse con la completa disfatta dei

    romani; mor anche il console Flaminio, ucciso da un cavaliere

    celtico.[50][51][52]

    Annibale credette forse di avere la strada per Roma aperta. Ma se da un

    lato era vero che nessun esercito si frapponeva pi fra lui e Roma, man

    mano che si addentrava in Umbria, dovette constatare che le popolazioni

    continuavano a rimanere fedeli a Roma e a lui ostili,[53] pertanto prefer

    sfruttare la sua vittoria per spostarsi dal Centro al Sud Italia tentando di

    suscitare una rivolta generale contro il dominio di Roma. Suo malgrado,

    questa strategia a lungo andare fall, nonostante un iniziale successo. Infatti

    la maggior parte delle citt sottomesse a Roma non si ribellarono come lui

    aveva sperato.

    Controllato e infastidito da vicino dalle truppe del dittatore Quinto Fabio

    Massimo che sar detto "il Temporeggiatore"[54], in questa fase Annibale

    riusc solo parzialmente nel suo intento di minare la solidit dello stato

    romano. Dal punto di vista militare invece egli continu a mostrare una

    grande abilit tattica: in un'occasione, anche se apparentemente in difficile

    posizione nella pianura campana, riusc a sfuggire con uno stratagemma e a

    raggiungere le ricche pianure dell'Apulia, dove i Romani non osarono

    affrontarlo per timore della superiore cavalleria cartaginese.[55] Annibale

    inoltre non manc di seminare confusione e sospetto nel campo nemico

    incendiando e devastando i terreni attraversati dal suo esercito ma

    risparmiando i possedimenti di Fabio Massimo, insinuando in questo modo il

    dubbio su possibili accordi segreti con il dittatore romano.[56]

    Annibale percorre trionfalmente il campo di battaglia di Canne dopo la

    vittoria (stampa ottocentesca).

  • Nel complesso durante la campagna del 217 a.C. Annibale non riusc a

    ottenere la collaborazione delle principali popolazioni italiche, ma l'anno

    seguente, grazie a nuove, impressionanti vittorie, ebbe l'opportunit di

    mettere in grave difficolt il sistema di alleanze di Roma con i popoli alleati

    dell'Italia meridionale. Un grande esercito romano costituito da otto legioni

    e comandato dai consoli Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Varrone, avanz

    verso di lui in Apulia e accett battaglia nei pressi di Canne.[57] Ponendo al

    centro dello schieramento la fanteria ibero-gallica (che come previsto

    cedette rapidamente sotto l'urto dell'attacco frontale dei legionari) e sui due

    lati la fanteria pesante africana, armata in parte con armi romane catturate

    nelle precedenti battaglie, Annibale attir la massa delle legioni romane in

    una trappola.[58] Nel tentativo di sfondare le linee dei Galli, i Romani

    furono attaccati sui fianchi dalla fanteria pesante africana e presto,

    compressi in uno spazio ristretto, non poterono far valere la loro superiorit

    numerica e furono messi in difficolt. Inoltre la cavalleria pesante numidica

    sbaragli subito la cavalleria romano-italica, e, mentre la cavalleria leggera

    numidica, inseguiva i resti della cavalleria nemica, rientr in campo alle

    spalle delle legioni romane gi in grave difficolt, completando

    l'accerchiamento.[59] Annibale riusc quindi a circondare le legioni e a

    distruggerle quasi completamente.[60] Le legioni romane, attaccate da

    tutte le direzioni e senza spazio di manovra, furono progressivamente

    distrutte; quasi 45.000 legionari, novanta senatori, trenta tra ex-consoli,

    pretori ed edili, caddero sul campo di battaglia, venne ucciso anche il

    console Emilio Paolo; 10.000 furono i prigionieri e solo 3.000 circa

    riuscirono a rifugiarsi a Venusia con l'altro console Varrone[61]

    Le perdite di Annibale furono circa 6.000 uomini. Questa vittoria favor

    finalmente importanti defezioni e port al suo fianco gran parte delle

    popolazioni meridionali, tra cui la Daunia, parte del Sannio, la Lucania e il

    Bruzio, mentre l'Etruria e i Latini restarono fedeli all'Urbe. Il condottiero

    sper forse in un primo tempo di aver raggiunto la vittoria finale; alcuni

    prigionieri furono inviati a Roma per trattare il riscatto ma il senato romano

    rifiut ogni discussione e si dimostr deciso a continuare la guerra. In

    queste condizioni egli non ritenne possibile portare un attacco diretto a

    Roma nonostante questa apparisse indebolita dopo le gravi perdite subite.

  • Annibale quindi prefer dispiegare le truppe sul territorio occupato nel

    meridione per consolidare le sue posizioni e favorire ulteriori defezioni[62].

    Dopo la battaglia di Canne l'evento pi importante della guerra in Italia fu

    l'alleanza di Annibale con Capua, allora la seconda maggior citt

    d'Italia.[63], dove l'esercito cartaginese trascorse l'inverno del 216-215

    a.C., avendo finalmente la possibilit dopo tre anni di continui

    combattimenti, di riposare[64]. La tradizione storiografica romana ha dato

    grande importanza a questi cosiddetti "ozi di Capua" che avrebbero

    compromesso la solidit e la combattivit di Annibale e del suo esercito,

    fiaccati dai piaceri del soggiorno nella citt campana[64]. Questa

    interpretazione tradizionale peraltro non trova alcun riscontro in Polibio ed

    stata fortemente svalutata dalla storiografia moderna che la ritiene

    tendenziosa ed errata; in realt Annibale e il suo esercito avrebbero

    continuato a dimostrare la loro superiorit per altri undici anni in Italia

    senza subire reali sconfitte[64].

    Gli anni trascorsi nell'Italia meridionale (215-203 a.C.)[modifica | modifica

    wikitesto]

    Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Trattato tra Annibale

    e Filippo V di Macedonia.

    Negli anni successivi Annibale dovette rinunciare a grande manovre

    offensive e limitarsi a controllare le principali citt dell'Italia meridionale.

    Non riusc pi a costringere i suoi nemici ad una nuova grande battaglia

    campale; i romani ritornarono alle tattiche di logoramento di Quinto Fabio

    Massimo e dispiegarono sul campo un numero sempre pi elevato di legioni

    per controllare il territorio e recuperare lentamente le posizioni perdute[65].

    Annibale cerc inizialmente di sfruttare la grande vittoria di Canne; invi a

    Cartagine il fratello Magone per illustrare i brillanti successi raggiunti e

    richiedere rinforzi, ma i dirigenti della citt, preoccupati per la situazione in

    Spagna, si limitarono ad inviare un piccolo contingente di cavalleria[66]. Il

    condottiero cartaginese nel 215 a.C. tent di estendere il suo dominio in

    Italia meridionale ma sub alcuni insuccessi nel tentativo fallito di occupare

  • Nola difesa dal tenace Marco Claudio Marcello.[67] Egli cerc anche di

    organizzare una grande coalizione internazionale contro Roma e concluse

    un importante trattato di alleanza con Filippo V di Macedonia[68], Annibale

    inoltre entr in contatto anche con gli inviati del giovane re di Siracusa,

    Geronimo, che sembrava disposto a cooperare nella lotta contro Roma.[69]

    Campagna di Annibale in Campania nel 214 a.C.

    Nel 214 a.C. Annibale occup il Bruzio e conquist gli importanti porti di

    Locri e Crotone da dove sperava di poter entrare in contatto con la

    madrepatria[70], ma un nuovo attacco a Nola venne respinto da Claudio

    Marcello; nel 213 a.C. la situazione sembr volgere nuovamente a favore di

    Cartagine: Siracusa ruppe l'alleanza con Roma e l'intera Sicilia si ribell;

    Annibale riusc a conquistare, grazie alla collaborazione di una fazione della

    citt, la colonia greca di Taranto, anche se la rocca che controllava

    l'importante porto, rimase in mano ai Romani.[71]. Nel 212 a.C. il centro

    delle operazioni divenne Capua dove i Romani concentrarono sei legioni per

    assediare e riconquistare la citt: la situazione del cartaginese divenne pi

    difficile. Annibale continu tuttavia a battersi coraggiosamente e raggiunse

    altre vittorie locali[72]; dall'Apulia ritorn in Campania in soccorso di

    Capua;[73] il pretore Tiberio Sempronio Gracco venne ucciso in un agguato,

    due formazioni legionarie romane furono distrutti nella battaglia del Silaro e

    nella prima battaglia di Erdonia[74]; i romani sospesero temporaneamente

    l'assedio di Capua.

    Nel 211 a.C. tuttavia le legioni romane, in assenza di Annibale, ritornarono

    ad assediare Capua la cui situazione divenne drammatica. Annibale rientr

    ancora in Campania, ma dopo soli cinque giorni, temendo che a Capua

    potesse trovarsi intrappolato dall'arrivo dei nuovi consoli, che lo avrebbero

    cos tagliato fuori dai necessari rifornimenti, giunse alla conclusione che era

    impossibile sbloccare un simile assedio con un attacco di forza.[75] La

    soluzione che egli escogit fu quella di marciare in modo rapido e

    inaspettato contro Roma stessa, che era il centro della guerra,

  • provocando negli abitanti un tale spavento, da indurre Appio Claudio a

    sbloccare l'assedio e correre in aiuto della patria, oppure dividere il proprio

    esercito, nel qual caso sia le forze inviate a Roma in aiuto, sia quelle

    lasciate a Capua sarebbero state facilmente battibili.[76]

    [...] il desiderio di una tale impresa non lo aveva mai abbandonato. [...]

    Annibale non si nascondeva dall'essersi lasciato sfuggire l'occasione dopo la

    battaglia di Canne

    (Livio, XXVI, 7.3.)

    La marcia prosegu attraverso il Sannio ed arriv a tre chilometri dalla citt

    sperando in questo modo di alleggerire la situazione di Capua.[77]

    L'improvvisa avanzata del cartaginese provoc il panico nella popolazione,

    ma, non disponendo delle forze e dell'equipaggiamento per un lungo

    assedio, egli ben presto dovette ritirarsi nuovamente[78]. Tito Livio nel suo

    resoconto di questa famosa incursione di Annibale fino alle porte di Roma

    (Hannibal ad portas) inserisce elementi scarsamente attendibili su eventi

    climatici soprannaturali che avrebbero scosso la risolutezza del condottiero

    e riferisce del comportamento impavido del Senato di Roma[79]. In realt

    Annibale, avendo raccolto un notevole bottino dopo il saccheggio del

    territorio intorno a Roma e ritenendo che il suo piano per distrarre le legioni

    romane dall'assedio di Capua fosse sostanzialmente fallito, decise

    autonomamente di ritornare in Campania.[80] Il condottiero cartaginese

    inflisse una sconfitta alle truppe romane che, al comando del console Publio

    Sulpicio Galba Massimo, lo avevano seguito,[81] ma non pot pi impedire

    la caduta di Capua.[82] Nella citt campana, le autorit locali ritennero

    impossibile prolungare la resistenza; ritenendo che Annibale non potesse

    pi portare aiuto e sperando nella clemenza di Roma, decisero di

    arrendersi. La repressione di Roma fu spietata: i nobili campani vennero in

    buona parte giustiziati e tutti gli abitanti vennero venduti come schiavi;

    Capua, ridotta in rovina, venne trasformata in borgo agricolo sotto il

    controllo di un prefetto romano. La brutale vendetta di Roma fece vacillare

    la decisione delle altre popolazioni vicine.

  • Nel 210 a.C., Annibale non riusc pi a sferrare grandi offensive, e Roma,

    attenendosi ai principi tattici di Fabio Massimo, continu a contendere

    territorio e risorse al cartaginese senza farsi coinvolgere in grandi battaglie

    campali. Cos Tito Livio descrive il particolare momento della guerra in corso

    ormai da otto lunghi anni:

    Non vi fu un altro momento della guerra nel quale Cartaginesi e Romani

    [...] si trovarono maggiormente in dubbio tra speranza e timore.

    Infatti, da parte dei Romani, nelle province, da un lato in seguito alle

    sconfitte in Spagna, dall'altro per l'esito delle operazioni in Sicilia (212-211

    a.C.), vi fu un alternarsi di gioie e dolori. In Italia, la perdita di Taranto

    gener danno e paura, ma l'aver conservato il presidio nella fortezza contro

    ogni speranza, gener grande soddisfazione (212 a.C.). L'improvviso

    sgomento ed il terrore che Roma fosse assediata ed assalita, dopo pochi

    giorni svan per far posto alla gioia per la resa di Capua (211 a.C.). Anche la

    guerra d'oltre mare era come in pari tra le parti [...]: [se da una parte]

    Filippo divenne nemico di Roma in un momento tutt'altro che favorevole

    (215 a.C.), nuovi alleati erano accolti, come gli Etoli ed Attalo, re dell'Asia,

    quasi che la fortuna gi promettesse ai Romani l'impero d'oriente.

    Anche da parte dei Cartaginesi si contrapponeva alla perdita di Capua, la

    presa di Taranto e, se era motivo per loro di gloria l'essere giunti fin sotto le

    mura di Roma senza che nessuno li fermasse, sentivano d'altro canto il

    rammarico dell'impresa vana e la vergogna che, mentre si trovavano sotto

    le mura di Roma, da un'altra porta un esercito romano si incamminava per

    la Spagna. La stessa Spagna, quando i Cartaginesi avevano sperato di

    portarvi a termine la guerra e cacciare i Romani dopo aver distrutto due

    grandi generali (Publio e Gneo Scipione) e i loro eserciti, [...] la loro vittoria

    era stata resa inutile da un generale improvvisato, Lucio Marcio.

    E cos, grazie all'azione equilibratrice della fortuna, da entrambe le parti

    restavano intatte le speranze ed il timore, come se da quel preciso

    momento dovesse incominciare per la prima volta l'intera guerra.

    (Livio, XXVI, 37.)

  • Annibale era particolarmente angosciato dal fatto che Capua, assalita dai

    Romani con maggior decisione di quanto non fosse stata difesa, aveva

    allontanato dai Cartaginesi molte popolazioni dell'Italia meridionale. Del

    resto egli non avrebbe potuto mantenerle in suo potere distribuendo tra loro

    le dovute guarnigioni, poich questo avrebbe frantumato l'esercito in

    numerose e piccole parti, esponendolo ad un attacco congiunto delle forze

    romane. D'altro canto, ritirando i presidi, avrebbe perduto la fedelt degli

    alleati. Fu cos che prefer saccheggiare quelle citt che non poteva

    difendere per abbandonare ai nemici solo luoghi devastati.[83] Egli infatti,

    quello stesso anno, ottenne ancora una vittoria, ad Herdonia (oggi Ordona,

    in Apulia), dove sconfisse un altro esercito proconsolare, ma che non influ

    sul corso della guerra in corso. Quinto Fabio Massimo, nonostante i suoi

    quasi settant'anni, assal Taranto che espugn l'anno successivo. Qui

    30.000 dei suoi abitanti furono venduti come schiavi. Era il 209 a.C. e

    Roma, con 10 delle sue 21 legioni attive (parie 100.000 cittadini circa ed

    altrettanti alleati), continuava la graduale riconquista del Sannio e della

    Lucania.

    Nel 208 a.C. i nuovi consoli, l'esperto Marco Claudio Marcello, la "spada di

    Roma" e conquistatore di Siracusa,[84] e Tito Quinzio Crispino, sembrarono

    decisi finalmente ad attaccare in campo aperto Annibale in quel momento

    accampato con il suo esercito a Venosa; ma il cartaginese si dimostr

    ancora una volta superiore: i due consoli furono attirati in un'imboscata,

    Marcello venne ucciso sul posto e Crispino mortalmente ferito. L'esercito

    romano, rimasto senza capi, batt in ritirata. Annibale subito accorse a Locri

    nel Bruzio dove disperse le forze romane che l'assediavano; cadde

    prigioniero anche il comandante romano, il futuro storico Lucio Cincio

    Alimento; la campagna del 208 a.C. si chiuse favorevolmente per il

    condottiero cartaginese[85].

    Annibale ritrova il capo mozzato del fratello Asdrubale, ucciso dai Romani,

    affresco di Giovambattista Tiepolo, 1725-1730 ca, Vienna, Kunsthistorisches

    Museum.

  • Nel 207 a.C. sembr che finalmente la madre patria avesse deciso di fornire

    importanti aiuti ad Annibale; il fratello Asdrubale riusc a superare

    l'opposizione del giovane Publio Cornelio Scipione e marci dalla Spagna

    fino in Italia dopo aver attraversato le Alpi. Annibale, informato dell'arrivo

    del fratello, dal Bruzio mosse verso nord; il console Gaio Claudio Nerone

    non riusc a bloccarlo e il condottiero raggiunse con il suo esercito l'Apulia,

    dove sperava di riuscire a concertare un ricongiungimento con un esercito

    cartaginese che stava discendendo l'Italia agli ordini del fratello[86]. In

    realt i romani intercettarono i messaggeri inviati da Asdrubale e quindi

    Annibale rimase all'oscuro delle sue intenzioni e rimase fermo in Apulia; il

    console Nerone con abile manovra tenne impegnato Annibale mentre con

    una parte delle sue forze marci a nord dove insieme all'altro console Livio

    Salinatore sconfisse Asdrubale nella battaglia del Metauro[87]. Il fratello di

    Annibale venne ucciso e la sua testa venne gettata nell'accampamento

    cartaginese[88].

    Annibale decise quindi di ritornare nelle montagne del Brutium dove era

    intenzionato a perseverare ancora e resistere. Il fratello superstite Magone

    venne fermato in Liguria 205 a.C. 203 a.C. e l'alleanza con Filippo V di

    Macedonia non gli port alcun vantaggio a causa del tempestivo intervento

    della flotta e dell'esercito romano in Grecia.

    Dal 205 al 203 a.C. Annibale rimase praticamente bloccato nel Bruzio; egli

    difese tenacemente le sue ultime posizioni; non pot impedire la caduta di

    Locri ma i comandanti romani, ancora intimoriti dalla sua impressionate

    reputazione, rinunciarono ad attaccarlo[89]. Dopo il fallimento di Magone in

    Liguria nel 203 a.C. e le vittorie di Cornelio Scipione in Africa, giunse

    l'ordine da Cartagine di ritornare in patria e infine nell'autunno 203 a.C.

    Annibale dovette abbandonare l'Italia portando con s i suoi veterani e i

    volontari italici disposti a seguirlo[90]. Egli in realt era consapevole da

    tempo che la sua lunga campagna nella penisola era fallita; fin dal 205 a.C.

    aveva fatto incidere, secondo la tradizione dei condottieri ellenistici,

    un'iscrizione in bronzo al Tempio di Hera a Capo Lacinio dove venivano

    descritte le sue imprese in Italia[91].

  • La capacit di Annibale di rimanere in campo per quindici anni senza soste

    in Italia in mezzo agli eserciti nemici, nell'ostilit della popolazione, senza

    mezzi e aiuti adeguati; le sue quasi continue vittorie in grandi battaglie

    campali e in numerosi scontri minori e soprattutto la capacit del

    condottiero cartaginese di mantenere sempre la coesione e la fedelt delle

    sue truppe nel corso dell'interminabile ed estenuante campagna, sono state

    considerate da Polibio i maggiori successi della sua carriera militare[92].

    Anche Theodor Mommsen ha espresso grande ammirazione per la capacit

    di Annibale per oltre dieci anni di combattere una guerra difensiva di

    logoramento contro un gran numero di eserciti nemici; lo storico tedesco

    ritiene "meraviglioso" che il condottiero cartaginese sia riuscito a

    combattere con "eguale perfezione" due tipi di guerra completamente

    diversi: l'audace campagna offensiva dei primi anni in Italia e le lunghe

    operazioni difensive dal 215 al 203 a.C.[93].

    Ritorno in Africa (203-202 a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

    Particolare da un affresco (ca 1510) al Palazzo del Campidoglio (Museo

    Capitolino) di Roma.

    Nel 204 a.C. Publio Cornelio Scipione Africano, che l'anno prima era stato

    eletto console, port la guerra in Africa con 25.000 uomini. Scipione si alle

    con Massinissa, re numida avversario dell'altro re numida, Siface, che lo

    aveva cacciato dal regno con l'aiuto dei cartaginesi, e ne pot usare la

    cavalleria, molto pi adatta alle nuove tattiche belliche di quella romana.

    Cartagine cerc di intavolare trattative di pace ma Scipione sconfisse le

    forze di Asdrubale e Siface in due consecutive battaglie.

    Il ritorno di Annibale in Africa tuttavia rinforz la resistenza cartaginese e

    rinsald il morale della popolazione, ridando il vantaggio al partito della

    guerra; il condottiero ricevette il comando delle truppe disponibili, un misto

    di milizie cittadine e dei suoi veterani e mercenari trasferiti dall'Italia.

  • Nel 202 a.C., dopo un'inutile conferenza di pace con Scipione, si scontr con

    lui nella battaglia di Zama. Scipione disponeva di un esercito efficiente e

    addestrato e poteva impiegare l'ottima cavalleria numidica di Massinissa,

    ma Annibale ide un nuovo piano di battaglia che mise in difficolt le legioni

    romane. La battaglia fu aspra e combattuta, l'intervento delle riserve di

    veterani di Annibale sembr dare ancora una possibilit di vittoria al

    cartaginese ma alla fine l'arrivo della cavalleria di Massinissa fu decisivo; la

    vittoria di Scipione fu completa e Annibale dovette fuggire ad Adrumento

    con pochi superstiti[94]. La sconfitta a Zama pose fine alla residua

    resistenza di Cartagine e alla Seconda guerra punica, ma Annibale diede

    un'ultima prova delle sue grandi qualit di condottiero, dimostrandosi in

    grado, anche nelle circostanze sfavorevoli del momento, di concepire e

    controllare l'andamento tattico della battaglia meglio del suo brillante

    avversario[95].

    Annibale a Cartagine (201-195 a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

    Annibale aveva appena 46 anni e dimostr di saper essere non solo un

    condottiero, ma anche un uomo di stato. Dopo un periodo di oscuramento

    politico, nel 195 a.C. torn al potere come suffeta (capo del governo). Il

    titolo era diventato abbastanza insignificante, ma Annibale gli ridiede potere

    e prestigio.

    L'economia cartaginese, pur se deprivata degli introiti del commercio, stava

    riprendendo vigore con un'agricoltura specializzata. Annibale tent una

    riforma dello Stato per incrementare le entrate fiscali, ma l'oligarchia,

    sempre gelosa di lui, tanto da accusarlo di aver tradito gli interessi di

    Cartagine quando era in Italia, evitando di conquistare Roma quando ne

    aveva avuto la possibilit, lo denunci ai sempre sospettosi Romani.

    L'esilio[modifica | modifica wikitesto]

  • Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra contro

    Antioco III e lega etolica.

    Annibale prefer scegliere un volontario esilio. Prima tappa fu Tiro, la

    citt-madre di Cartagine. Dopo fu a Efeso alla corte di Antioco III, re dei

    Seleucidi. Questo re stava preparando una guerra a Roma. Annibale si rese

    subito conto che l'esercito siriaco non avrebbe potuto competere con quello

    romano. Consigli quindi di equipaggiare una flotta e portare un esercito nel

    sud Italia aggiungendo che ne avrebbe preso lui stesso il comando. Antioco

    III, per ascolt piuttosto cortigiani e adulatori e non affid ad Annibale

    nessun incarico importante. Nel 190 a.C. Annibale fu posto al comando della

    flotta fenicia, ma fu sconfitto in una battaglia alle foci dell'Eurimedonte.

    Dalla corte di Antioco che sembrava pronto a consegnarlo ai Romani,

    Annibale fugg per nave fino a Creta. celebre l'aneddoto del suo inganno; i

    Cretesi non volevano lasciarlo pi partire a meno che non lasciasse nel loro

    tempio principale l'oro che aveva con s come offerta votiva. Egli allora

    finse di acconsentire. Consegn un grosso quantitativo di ferro appena

    ricoperto da un sottile strato d'oro e trafug invece le sue barre fondendole

    e nascondendole all'interno di statue di magnifica fattura che egli portava

    sempre con s e che i Cretesi gli permisero di portar via. Da Creta quasi

    subito ritorn in Asia.

    Racconta Plutarco che Annibale si spinse a cercare rifugio nel lontano regno

    del re Artassa, nell'attuale Armenia, dando molti consigli al proprio ospite,

    tra l'altro sulla costruzione di un nuova citt in una zona del territorio di

    natura eccellente e assai amena, ma incolta e trascurata. Artassa fu ben

    felice di conferire l'incarico di dirigere i lavori al condottiero cartaginese, che

    diede prova di ottimo urbanista, contribuendo all'edificazione della nuova

    capitale degli Armeni, nei pressi del fiume Mezamr, a nord del monte

    Ararat, che prese il nome (in onore del sovrano) di Artaxana; conosciuta

    per tutta l'antichit e presente a lungo nelle carte geografiche, oggi quasi

    del tutto scomparsa.

  • In seguito Annibale torn a volgersi ad Occidente, chiedendo rifugio a

    Prusia, il re di Bitinia, nell'attuale Anatolia. Qui fece costruire la seconda

    citt dopo Artaxana, che chiam, ancora una volta in onore del proprio

    ospite, Prusia di cui ancora rimangono le vestigia dell'Acropoli che in

    seguito diventer Bursa, futura prima capitale dell'Impero Ottomano.

    La parabola del condottiero cartaginese si concluse proprio in Bitinia, nei

    pressi di Lybissa, l'attuale Gebze, 40 km a est di Bisanzio. Secondo Nepote,

    un legato bitinico inform per errore l'inviato romano Tito Quinzio

    Flaminino, vincitore nel 197 a.C. della seconda guerra macedonica, della

    presenza di Annibale in Bitinia (Nep., Hannibal, XII). Ancora una volta i

    Romani sembrarono determinati nella sua caccia e inviarono Flaminino per

    chiedere la sua consegna. Prusia accett di consegnarlo, ma Annibale scelse

    di non cadere vivo nelle mani del nemico. A Libyssa sulle spiagge orientali

    del Mar di Marmara prese quel veleno che, come diceva, aveva a lungo

    conservato in un anello: sangue di bue.

    Curioso (ma non si sa quanto veritiero) a questo punto l'oracolo che, in

    giovane et, lo aveva sempre convinto che sarebbe morto in Libia, a

    Cartagine e che citava testualmente: "Una zolla libyssa (libica) ricoprir le

    tue ossa". Immaginiamo quale fosse il suo stupore quando apprese il nome

    di quella lontana localit in cui si era rifugiato. Le sue ultime parole si dice

    fossero: "Poich i Romani non hanno tempo di aspettare la morte di un

    vecchio, vediamo di fare loro questo favore". L'esatta data della sua morte

    fonte di controversie. Generalmente viene indicato il 182 a.C. ma, come

    sembra potersi dedurre da Tito Livio, potrebbe essere stato il 183 a.C., lo

    stesso anno della morte del suo vincitore: Scipione l'Africano.

    A Gebze, pi precisamente 40 46' 57" N 29 26' 30" E, si trova un

    monumento che ricorda il grande Annibale. Tale monumento fu voluto nel

    1934 da Mustafa Kemal Atatrk (creatore della Turchia repubblicana), e

    realizzato dopo la sua morte. Tale monumento porta incisa tale epigrafe:

  • Annibale 247 a.C. 183 a.C.

    Questo monumento stato costruito come espressione di apprezzamento

    per il grande generale nel centesimo anniversario della nascita di Atatrk.

    Annibale sconfisse i Romani dopo aver ricevuto come rinforzi degli elefanti a

    Barletta. Quando seppe che Prusia re di Bitina stava per consegnarlo al

    nemico, si suicid a Libyssa (Gebze) nel 183 a.C.

    Annibale nella Storia[modifica | modifica wikitesto]

    Fonti antiche[modifica | modifica wikitesto]

    Lo storico romano Tito Livio, che descrisse vizi e virt del grande

    condottiero cartaginese, di lui ricorda che:

    Massima era la sua audacia nell'affrontare i pericoli, massima la sua

    prudenza negli stessi, da nessun disagio il suo corpo poteva essere

    affaticato, n il suo coraggio poteva essere vinto. [...] Era Annibale il primo

    tra i fanti ed i cavalieri. Egli nell'avviarsi alla battaglia precedeva tutti, e

    finito lo scontro tornava per ultimo.

    (Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 4, 5-8.)

    Egli aveva per anche notevoli vizi secondo lo storico:

    ...una feroce crudelt, una perfidia pi che cartaginese, niente di vero o

    santo, nessun rispetto per la religione, nessun timore per gli dei, nessuno

    per il giuramento.

    (Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 4, 9.)

    Polibio riferisce che:

    certo che nei suoi confronti prevalse, tra i Cartaginesi, la fama di avaro,

    tra i Romani, quella di essere crudele.

    (Polibio, IX, 26.11.)

  • Lo storico greco peraltro, nel suo tentativo di scrivere una storia

    "pragmatica" neutrale e oggettiva, emette nel complesso un giudizio molto

    positivo su Annibale e non da molto credito alle accuse contro di lui. Polibio,

    pur essendo ostaggio greco a Roma, entrato nel circolo degli Scipioni

    acerrimi nemici del cartaginese ne loda le qualit di condottiero:

    Nessuno potrebbe non approvare il modo di comandare, il valore e la

    forza dimostrati da quest'uomo, se considerasse la lunghezza di questo

    periodo, e facesse attenzione alle battaglie grandi e piccole, agli assedi, alle

    defezioni delle citt, alle difficolt delle situazioni e inoltre alla grandezza

    dell'intero piano e della sua attuazione per il quale, avendo Annibale

    combattuto per sedici anni senza interruzioni contro i romani in Italia, non

    lasci mai le sue truppe allontanarsi dal campo di battaglia: invece

    tenendole unite sotto il suo controllo come un bravo timoniere, fece

    attenzione affinch uomini cos numerosi non si sollevassero contro di lui o

    gli uni contro gli altri anche se impieg soldati che non solo non

    appartenevano allo stesso popolo ma addirittura a razze diverse...

    (Polibio, XI, 19.)

    La figura di Annibale, il grande nemico di Roma, ha sofferto inevitabilmente

    di una storica distorsione. I soli scritti su di lui sono le fonti romane,

    ovviamente molto ostili, in quanto Roma lo consider il peggior nemico che

    avesse dovuto fronteggiare nella sua storia. Cicerone quando parlava dei

    due grandi nemici di Roma us per Pirro il termine "onorevole", mentre

    definiva "crudele" Annibale.

    Le accuse al cartaginese in realt sono in parte tendenziose e frutto della

    propaganda romana. Riguardo la sua presunta crudelt e empiet, le fonti

    ricordano peraltro che, quando al Lago Trasimeno mor il console Gaio

    Flaminio, Annibale ne cerc invano il corpo sul campo di battaglia. In

    un'altra occasione le ceneri del console Marcello furono restituite alla

    famiglia. Ma quando Marco Livio Salinatore e Gaio Claudio Nerone

    sconfissero Asdrubale alla Battaglia del Metauro, la testa del fratello di

    Annibale fu gettata nel campo cartaginese.

  • Lo storico Giovanni Brizzi ha dato una nuova interpretazione delle accuse di

    crudelt e ferocia rivolte dalla tradizione antica ad Annibale; lo studioso

    sostanzialmente afferma che effettivamente durante la campagna d'Italia il

    condottiero si comport con grande brutalit e commise numerose atrocit

    come l'uccisione di prigionieri, i saccheggi, le devastazioni dei terreni

    coltivati, le deportazioni, l'uccisione in massa di civili, la profanazione di

    luoghi santi[96]. Soprattutto nell'ultima parte della campagna egli infier

    ancor pi su avversari e popolazioni ritenute infide. Lo storico inoltre ritiene

    che il misterioso personaggio di "Annibale Monomaco" descritto da Polibio e

    ritenuto dallo storico greco il principale fautore nell'esercito cartaginese di

    un comportamento brutale e di una condotta criminale della guerra[97],

    non sia un personaggio reale ma una specie di alter ego fittizio di Annibale

    creato dalla fantasia dello storico spartano Sosilo per rappresentare

    letterariamente il "lato oscuro" della personalit del cartaginese[98].

    Valutazioni moderne[modifica | modifica wikitesto]

    Annibale Barca (scultura di Sbastien Slodtz del 1704, Museo del Louvre di

    Parigi)

    Il nome di Annibale molto conosciuto nella cultura popolare, a

    dimostrazione della sua importanza nella storia del mondo occidentale.

    L'autore dell'articolo nell'Enciclopedia Britannica del 1911 cos lo descrive:

    Sul genio militare di Annibale non vi possono essere due opinioni. Un

    uomo che per quindici anni riesce a tenere il campo in una terra ostile e

    contro potenti forze guidate da una serie di abili generali deve essere un

    comandante e uno stratega supremo. Per stratagemmi e imboscate

    certamente super tutti i generali dell'antichit. Senza dimenticare lo scarso

    aiuto fornitogli dalla madrepatria. Quando dovette fare senza i suoi

    veterani, organizz sul momento truppe fresche. Non abbiamo mai sentito

    di ammutinamenti nei suoi eserciti anche se composti di Libici, Iberici e

  • Galli. E ancora; tutto quello che sappiamo di lui proviene da fonti ostili. I

    Romani lo hanno tanto temuto e odiato che non poterono rendergli

    giustizia. Tito Livio parla di sue grandi qualit ma anche di suoi egualmente

    grandi vizi, fra cui segnala la sua pi che punica perfidia e l'inumana

    crudelt. Per la prima non vi era altra giustificazione della sua consumata

    bravura nelle imboscate. La seconda deriva, noi crediamo, dal fatto che in

    certi casi si comport come le usanze belliche dell'epoca consentivano.

    Certo non arriv alla brutalit di Claudio Nerone con la testa di Asdrubale.

    Polibio dice semplicemente che fu accusato di crudelt da Romani e di

    avarizia dai Cartaginesi. In effetti Annibale ebbe acerrimi nemici e la sua

    vita fu una continua lotta contro il destino

    Secondo il filosofo francese Montesquieu:

    Se si esaminano bene la quantit di ostacoli che si pararono davanti a

    Annibale e che quell'uomo eccezionale super tutti, si ha il pi bello

    spettacolo che l'antichit ci abbia fornito[99]

    Le parole di Napoleone Bonaparte:

    Quell'Annibale che veramente il pi audace di tutti i generali, forse il pi

    sorprendente, perch cos ardito, sicuro, di idee cos vaste in tutto...[100]

    Il politico e storico francese Adolphe Thiers, paragonandolo a Alessandro

    Magno, Giulio Cesare e Napoleone Bonaparte, ha scritto:

    Annibale a tutti superiore, perch il suo genio, vasto quanto il loro, era

    alieno da egoismo[101]

    Lo storico tedesco Leopold von Ranke:

    Nessuno ha mai eguagliato Annibale in quanto capo di un esercito in

    guerra[102]

  • Anche il grande storico tedesco Theodor Mommsen ha esaltato Annibale

    nella sua monumentale opera dedicata a Roma antica:

    Nessuno come lui seppe accoppiare il senno con l'entusiasmo, la prudenza

    con la forza[103]

    Egli era un uomo grande; dovunque egli andava gli sguardi si fermavano

    su di lui[103]

    Annibale fu anche l'eroe preferito di Sigmund Freud, come egli stesso

    riferisce ne l'interpretazione dei sogni, perch rappresenterebbe il conflitto

    tra la tenacia degli ebrei e la Chiesa Cattolica.[104].

    La storiografia moderna considera senza dubbio Annibale uno dei pi grandi

    condottieri di tutti i tempi[105], "insuperato" nell'antichit, ed evidenzia la

    sua grande capacit di comando, la esatta comprensione della strategia e

    della tattica sulla base della moderna scuola ellenistica, la perfetta

    conoscenza di ogni aspetto dell'arte militare, qualit sviluppate fin dalla

    giovane et sotto il consiglio del padre Amilcare[106]. In un lavoro di

    Giovanni Brizzi del 2011 si definisce espressamente Annibale "il pi grande

    generale di tutti i tempi"[107]. Dal punto di vista della percezione politica

    della realt invece il condottiero cartaginese apparso agli storici meno

    perspicace e non perfettamente edotto delle caratteristiche effettive dello

    stato romano-italico. Verosimilmente egli, legato alla cultura greca e ai suoi

    ideali di libert politica, si attendeva una pronta defezione generale degli

    alleati italici e una entusiastica adesione ai suoi sbandierati programmi di

    liberazione dei popoli dal predominio di Roma[106]. In questo caso Annibale

    non comprese completamente la reale solidit della struttura politica della

    Repubblica romana, sottovalut la capacit di resistenza dei suoi avversari e

    la concordanza di interessi economico-politici delle classi dominanti dei

    popoli alleati di Roma[106].

    Odiato e temuto dai romani in vita e anche dopo la sua morte, Annibale con

    il trascorrere del tempo divenne ed rimasto un personaggio quasi

  • mitologico della storia del mondo occidentale[108][109]; nei secoli la sua

    figura stata studiata con maggiore equanimit dagli storici e le colpe

    attribuitagli dalla propaganda romana riguardo la sua crudelt e la sua

    slealt sono state in gran parte messe da parte e depurate dagli elementi

    propagandistici presenti[110]. Annibale assurto a "eroe epico", non privo

    di una tragica grandezza morale per la sua coerenza, l'incorruttibilit, la

    linearit sia nei periodi di massimo successo come nelle infelici fasi finali

    della sua vita, fino al tragico suicidio con cui egli volle concludere con

    dignit la sua esistenza dedicata interamente alla lotta contro il predominio

    di Roma[111][112].