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Angeli biondi”, “single esuberanti” e “ragazze normali”. La rappresentazione (e la strumentalizzazione politica) della violenza contro le donne nei telegiornali italiani Elisa Giomi (Università di Siena) Fabrizio Tonello (Università di Padova)

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“Angeli biondi”, “single esuberanti” e “ragazze normali”.

La rappresentazione (e la strumentalizzazione politica) della violenza

contro le donne nei telegiornali italiani 

Elisa Giomi (Università di Siena)Fabrizio Tonello (Università di Padova)

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• Allarme per violenza contro le donne + diffusa retorica anti-immigrazione dal 2006-7

• Tema ‘sicurezza’ nell’agenda politica

• Interventi normativi emergenziali e repressivi, per “tutelare” il corpo femminile (decreto anti-romeni 2007, anti-stupro 2009, ordinanze dei sindaci di tipo razzista…)

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• Secondo semestre 2007 più alta concentrazione di cronaca nera sui TG italiani: 3.500 notizie (contro una media di 2.100 nel 2005-2010)

LA RICERCA• Analisi copertura violenza

contro le donne (solo omicidio) nei TG Rai e Mediaset (2006)

• 473 servizi esaminati (+ aggress. sessuale/stupro 292= 765; in media 2 notizie al giorno)

• Audiece 6 tg 2006:95%; quotidiani: 4,5 milioni; solo (TG1 h. 20) circa 5,2 milioni; 6 TG = 18 mil. (1 cittadino/a ogni 3)

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Domande di ricerca

a) La copertura fornita agli omicidi di donne rispecchia l’effettiva fisionomia del fenomeno?

b) L’allarme per l’integrità fisica e sessuale delle donne diffusosi a partire dal 2006 è suffragato da dati empirici o appare piuttosto classificabile come fenomeno di ‘panico morale’?

c) Quali sono le forme qualitative della copertura televisiva? (“frames” impiegati, rapp. degli attori sociali coinvolti, processi di idealizzazione/rivittimizzazione delle vittime e di deresponsabilizzazione/stigmatizzazione autori)?

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Impianto metodologico

• Analisi quantitativa: confronto tra omicidi effettivamente compiuti e omicidi riportati da almeno un tg

• Analisi qualitativa: (discourse analysis) su 7 casi di saturation coverage (250 servizi)

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Analisi quantitativaConfronto tra omicidi avvenuti e loro copertura

188 uccisioni di donne nel 2006

Casi risolti: 162 (153 autore uomo), 81 notiziati, 81 no

Tutti i casi codificati in base a 3 parametri:

- Relazione vittima/autore (1:partner/marito o ex; 2:altro parente; 3:persona conosciuta; 4:persona sconosciuta)

- loro nazionalità e loro età

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Relazione a/v: due fotografie opposte

1) Tipologia più diffusa: 100/162 (61,7%) partner o ex

Tipologia meno notiziata: 40/100 (40%)

2) Tipologia meno diffusa: 7/162 (4,3%) sconosciuto

Tipologia più notiziata: 5/7 (70%)

• Rapporto donne uccise da scon./entro relazioni intime:1/12 • Ma gruppo 1: 4 servizi in media (160 vittime:40 servizi)• Gruppo 2: 16,6 servizi in media (83:5)

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Nazionalità a. e v.: due fotografie opposte

Tipologia meno diffusa di autore: 22/162 (13,58%) straniero (17 cittadini non EU, 2 Polonia e 3 Romania)

Visibilità sproporzionata, categoria più notiziata: 14/22 (63,6%)

I 14 casi da soli producono un quarto (24,8%) di tutti i servizi in tema trasmessi nel 2006 (119/473)

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Analisi qualtitativa 1:immigrazione=criminalità

• L’analisi dei 7 casi di saturation coverage (250 servizi x 7 casi e 223 servzi per gli altri 74 femmicidi riportati da almeno un tg) conferma i parametri di notiziabilità individuati, in particolare il pregiudizio verso gli stranieri:

• In tutti immigrati come sospetti e/o autori (lo sono solo in 2).

• Viene creato legame immigrazione-criminalità, a volte in modo esplicito:

• (Luciana Biggi) ‘Qui, in migliaia, vivono a contatto con bande di extracomunitari che vivono di scippi e spacciano droga e minacciano e aggrediscono i passanti’ (TG4 30.4); ‘Qui gli abitanti – in molti stamani hanno portato fiori sul luogo del delitto – hanno paura, subiscono, e non reputano certo un fatto isolato questo orrendo delitto (…) “Sono stato aggredito un po’ di volte, da extra-comunitari’ (TG4 29.4)

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• Elena Lonati, Hina Saleem, Marzenne Topar: diversi ma coincidenza spazio e tempo= ‘ondata di crimine a Brescia’

• ‘la paura cresce, fuori e dentro casa’ (TG1 28.8, 2°),gli abitanti sono ‘pronti a evacuare Brescia’

• Si riporta sit-in Lega e manifestazione Azione Giovani ‘per chiedere più sicurezza contro questa mattanza’ (Calderoli, TG2 29.8)

• tutti affrontati come casi di ordine pubblico=centralità sicurezza

• Implicazioni xenofobe

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Le vittime idealiLe vittime ideali

• Incrementano la pericolosità dei loro aggressori (immigrati)

• Idealizzazione: operata attraverso 4 costruzioni retoriche, ovvero le vittime sono rappresentate come:

a) la ‘ragazzina’b) la ‘madre devota’c) la ‘donna angelica’d) la ‘ragazza normale’

• Figure spesso compresenti nella rappresentazione della stessa vittima

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Madre devota: Madre devota: es. Jennifer Zacconi, 20 anni, 29 servizi in tutto. Uccisa al nono mese di gravidanza dall’ex-amante, sposato con prole

• I servizi delle 6 testate considerate riscrivono la sua biografia assumendo la maternità – non pianificata! – come snodo essenziale (una ‘gravidanza molto desiderata’, TG5 8.5)

• Sono retrospettivamente costruite come sacrificio consapevole e tenace:

la sua morte: ‘un calvario’ (TG5 9.5) l’intera gravidanza: ‘ha lottato per 9 mesi accanto

al suo piccolo Hevean’ (Studio Aperto 12.5) la stessa scelta di tenere il bambino: ‘una scelta

che ha pagato con la vita’ (TG5 8.5)

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Donna angelicaDonna angelica: • Maria Pane, 18 anni (39 servizi: uccisa insieme al resto della

famiglia da un cugino, per ragioni economiche): ‘angelo’ (Tg1 30.3) ‘faceva la catechista, studiava la chitarra e suonava

l’organo. Domenica era stata tutto il giorno al monastero, a insegnare ai bambini più piccoli a pregare. Niente discoteca, ma canti di chiesa’ (SA 28.3)

• Elena Lonati (23 anni, 24 servizi: visione SA 20.8, 3°, min. 02.20):

‘una ragazza buona e per bene (…) vistosa ma non eccentrica’ (SA 22.8, 1°)

‘angelo biondo’ (TG4 23.8) ‘Frequentava la parrocchia accanto a casa, voleva fare

l’assistente sociale, lavorare con i bambini’ (SA 21.8) Tutti I TG specificano che è ststa uccisa da un sagrestano

dello Sri Lanka nella chiesa dove ‘era stata mandata dalla mamma a accendere una candela’

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Funerali: servizi talmente stereotipati da sembrare un’unica elegia per un’unica vittima:

• ‘rose bianche sulle bara di Elena, per simboleggiare la sua gioventù e purezza’ (TG4 23.8)

• Maria Pane ‘aveva già compiuto 18 anni, ma è stata messa in una bara bianca proprio per esaltare la sua pulizia’ (TG2 1.4)

• ‘una sola bara bianca, dove Jennifer e il suo bambino riposeranno per sempre, abbracciati l’uno all’altra’ (TG5 12.5)

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Madre + donna angelicaMadre + donna angelica: Raffaella Castagna (33 anni, 47 servizi per ‘La strage di Erba’)

- Descritta come ‘mamma e moglie felice’ (TG1 12.12)

- Abnegazione personale/sacrificio: ‘voleva fare la crocerossina, il Buon Samaritano’ del marito tunisino, ‘salvarlo a tutti i costi’ (TG1 12.12)

- ‘lavorava in una comunità di recupero/in un centro anziani/faceva l’assistente sociale’

- Paola Galli, madre di Castagna: ‘sempre pronta ad aiutare: gli altri, suo nipote venivano prima di tutto’

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Idealizzazione basata su:

• Conformità a femminilità normativa: Devozione alla sfera privata, accudimento,

abnegazione, ‘lavoro di cura’ (anche come professione), aiuto alle categorie più deboli

• Conformità a sessualità normativa: Brave ragazze’: pure = asessuate (la bambina e

la donna angelica) o caratterizzate da una sessualità “appropriata”, sviluppata entro i limiti e secondo i dettami della norma eterosessuale (la madre)

• Centralità della ‘storia sessuale’ della vittima: Virgin and Vamps (Benedict 1992 nel discorso mediale), Madonnas and Whores (Feinman 1981 nel discorso giuridico)

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• Interazione tra discorso su razza e discroso su genere variano lo schema: Hina Saleem (uccisa dal padre e da altri uomini di famiglia perché non si conformava alle leggi Islamiche, 66 servizi) potenzialmente vamp (‘fumava e a volte beveva’, SA 13.8), ‘indossava la minigonna e usciva di sera’, (TG1 13.8); ‘voleva fare l’attrice’, TG1 14.8) + immagini che la ritraggono semi nuda

• Qui idealizzazione=normalizzazione=occidentalizzazione Comportamenti di Hina normalizzati: ‘Vestiva come una

ragazza italiana, jeans, maglietta che le scopriva la pancia…come una ragazza normale’ (TG5 12.8)

Vengono occidentalizzati e celebrati come ‘segni del suo desiderio di libertà’ (SA 15.8)

Comportamenti del padre presentati come prodotto della sua appartenenza etnica: ‘atto imposto dalla sua credenza religiosa’ (TG2 12.8, TG1 16.8); punizione per una ‘figlia che non aveva rispettato le regole islamiche’ (tg4 16 ago), ‘della loro etnia, della loro cultura’ (TG5 16.8), ‘della sua comunità’ (SA 12.8)

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• E’ qui in gioco un frame di scontro tra culture, diffuso soprattutto nei TG Mediaset (TG5: 16 occorrenze su 9 servizi, TG4: 19/12, Studio Aperto: 29/19, TG1: 11/10, TG2: 7/7, TG3: 5/5)

• Implicazioni connesse all’uso di questo frame: • 1) si idealizzano donne uccise (simboli della libertà e

superiorità occidentale) e si accresce la pericolosità dell’aggressore – spesso solo suppostamente – straniero e della sua ‘barbara’ civiltà

• 2) Immagine femminile vulnerabile, che necessita la tutela degli uomini di famiglia e in genere degli uomini buoni (=italiani)

Hina: ‘il fidanzato (…) non è riuscito a proteggerla’ (Sa 14.8), ‘Il suo sogno sentirsi osservata e protetta’ (SA18.8), ‘gli uomini di famiglia (…) avrebbero dovuto amarla e proteggerla’ (SA 13.10)

Anche per Luciana Biggi

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Le vittime cattiveLe vittime cattive

• Luciana Biggi, potenzialmente ‘vittima ideale’:

‘Trovata senza vita, con la gola tagliata in questo vicolo del centro storico di Genova, stanotte, intorno alle tre: una giovane donna, di carnagione chiara, età tra i 30 e i 40 anni, nessun documento addosso. (…) L’abbigliamento - felpa, jeans, stivaletti- fa pensare che la vittima non appartenga all’ambiente della prostituzione’ (SA 28.4)

• Ma quando le generalità divengono note…

‘Luciana Biggi era attirata dalle notti bianche, da passare in questi vicoli’ (TG4 29.4); ‘single, frequentatrice abituale dei locali del centro storico (…) qui, secondo gli investigatori, Luciana potrebbe aver coltivato amicizie pericolose: Non disdegnava compagnie occasionali…anche di uomini, cittadini extracomuitari’ (TG5 28.4)

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Immagini eloquenti rafforzano sospetto che ‘se la sia cercata’ • Stigmatizzazione necessaria, nell’ordine simbolico del tg: varca

confini imposti al suo genere (‘esubernate’ vs. ‘non eccentrica’ di Lonati)

Li varca in senso letterale: occupa lo spazio pubblico + ‘azzarda’ avvventurandosi in ‘un’area della città decisamente non sicura’ (TG5 28.4), dove ‘la paua striscia lungo i muri’ (SA 28.4)

In senso metaforico: invade i territori ‘maschili’ (autonomia di movimento, libertà sessuale): pone minaccia ai sistemi di regolmentazione e controllo del patriarcato

• Però costruzione antinomica: Da un lato ‘eccedente’ (sicura si sé, esuberante, “estroversa”

TG5 29.4), Dall’altro insufficiente (‘si fidava troppo delle persone’, ‘ingenua’, SA 29.4) = facile bersaglio dell’immigrato criminale: fragilità per suscitare empatia deli spettatori e istinto di protezione degli uomini buoni (gli italiani)

• Costruzione tra “iper” e “ipo”, comunque troppo: deroga dalla giusta misura, stabilita dai modello di genere convenzionali, e quindi finsice in ogni caso finisce per colpevolizzare/ri-vittimizzare la vittima

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Uomini come carnefici:portatori di alterità

1) Alterità sociale (= folle)a) Autore mentalmente instabile (anche

satanismo)b) Autore “vittima di”, “in preda” a “raptus di

follia” o “moto di rabbia” improvvisa perdita del raziocinio (dolo d’impeto). Lucio Niero 22/29 (75,8%)

• Attenua responsabilità autore e Individualizza comportamento

• Esorcizza violenza e degenderizza violenza maschile sulle donne

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2) Alterità etnica/culturale

• Saleem e Niero: padri ‘degeneri’ ma bianco=patologia/aberrazione individuale (Niero: folle, ‘mostro’, ‘maledetto’) vs. ‘minoranza’ etnica= generalizzato a intera comunità (Kozol 1995)

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• Alterità etnico-culturale costruita con diverse strategie (aumentano pericolosità dello straniero o servono a insinuarne la colpevolezza=sospettato preferenziale)

esoticizzazione: non meglio precisati ‘rituali di sepolutra’ (Hina), uccisa con un ‘machete’ (Castagna, invece uccisa con coltello da cucina), ‘barabara esecuzione’ + ‘killer dall’Est’ (Topar)

stupro, incontenibile ardore sessuale immigrato: in nessun caso aggressione sessuale ma evocata per Biggi e Lonati

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Conclusioni: un fenomeno di panico morale • Allarme per la violenza contro le donne= fenomeno di

panico morale, con grande impatto su opinione pubblica e agenda politica (questione di ordine pubblico=sicurezza=consenso politiche reporessive)

• Donne continuano a essere uccise ento relazioni intime, ma massima visibilità solo a quelle uccise fuori e/o da sconosciuti e/o da stranieri

• Sui 162 delitti risolti nel 2006, solo uno è stato commesso da autore straniero e sconosciuto alla vittima (come caso Giovanna Reggiani del 2007, che susciterà reazioni isteriche: le ruspe di Veltroni sgomberano il campo nomadi distruggendo il processo e il governo guidato da Prodi vara il cosiddetto ‘decreto anti-romeni’)

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Conclusioni: l’immaginario di genere nei TG italiani

• La strumentalizzazione del fenomeno si appoggia anche a un immaginario di genere molto stereotipato, in cui si invocano (e si rafforzano) concezioni notmative del maschile e del femminile

• Il corpo delle donne - solo di quelle “buone” - viene utilizzato come arma nella guerra agli immigrati

• La violenza contro le donne strumentalizzate non una ma due volte nel discorso pubblico:

• Anche per riafermare norma etereosessuale e ordine delle relazioni di genre attraverso produzione di ‘vittime ideali’ che servono da monito alle ‘donne rispettabili’

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Frontiere sociaili, di razza e genere per occultare un continuum: l’uomo normale, l’uomo buono che ‘protegge e tutela’ figli e donne, e l’uomo cattivo, il carnefice che controlla, punisce e uccide, sono in realtà il diritto e rovescio di una stessa concezione del maschile (peraltro istituzionalizzata dal nostro stato di famiglia fino al 1975) come ‘arbitro’ del destino di donne e prole, accomunati in una condizione di minorità sotto la tutela e l’autorità paterna; anche le vittime buone e quelle cattive sono ugualmente complementari a questa figura, e al sistema di potere che la sottonde: le prime idealizzate proprio perché fragili, ingenue, bisognose, addirittura ‘desiderose’ di tale protezione e impazienti di concedere in cambio lavoro riproduttivo, lavoro di cura e subordinazione ai bisogni altrui; le seconde stigmatizzate perché pongono una minaccia ai sistemi di controllo e regolamentazione del patriarcato