Ancora n 38

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ANNO XXXI N° 38 - 9 Novembre 2014 1.00 Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Vescovo Bresciani: “I santi sono modelli imperituri da imitare; ringraziando loro ringraziamo il Padre che ce li ha donati” Nella messa per la solennità di tutti i santi il vescovo Carlo ricorda che la chiesa è una grande famiglia che supera l’eternità, di cui facciamo parte noi insieme ai santi. Era il giorno di San Carlo Borromeo e il nuovo Vescovo ci è stato mandato dalla Lombardia Auguri vescovo Carlo SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nel pomeriggio di sabato 1° novembre il ve- scovo Carlo Bresciani ha celebrato la Santa Messa per la solennità di Ognissanti presso la cappellina del cimitero. Come egli stesso ha ricordato nell’omelia, tra i tanti cari defunti che riposano in questo luogo c’è chi ha già raggiunto la gloria e la pace del paradiso e che quindi può es- sere riconosciuto come santo. «Il 1° no- vembre festeggiamo una festa di famiglia», ha continuato mons. Bresciani, «la festa che celebra una famiglia quando uno dei suoi membri raggiunge un tra- guardo importante. Le gioie di uno sono le gioie di tutti, le difficoltà di uno sono le difficoltà di tutti. Se manca questo spirito manca la famiglia, che diventa come un triste albergo in cui ven- gono soddisfatti alcuni servizi per coloro che lo abitano». Il vescovo Bresciani ha ricordato il le- game che intercorre tra famiglia e chiesa: la chiesa è infatti una famiglia che si estende oltre lo spazio e il tempo, non è solo questa di cui fac- ciamo parte noi ora poiché di essa fanno parte coloro che ci sono stati prima di noi e che ora sono nella gloria del Padre. Continua poi il ve- scovo a proposito della morte: «scrisse il beato Paolo VI nel suo testamento, il suo pensiero alla morte: la morte è un progresso nella comunione dei santi. Questo perché in Dio tutto è comu- nione; egli che è il dio dei vivi non dimentica co- loro che lo hanno amato e la non dimenticanza di Dio si chiama dono della vita. Egli non si di- mentica nemmeno dopo la morte di coloro che sono stati suoi in vita e gli dona la vita eterna: questa è la santità. I santi sono coloro che hanno raggiunto il premio della vita eterna, perché in questo mondo hanno speso molto bene la loro vita secondo il volere di Dio. Noi viviamo rac- cogliendo ciò che loro hanno costruito: i santi sono stati capaci di illuminare come stelle le oscurità della vita dell’uomo e di superare le in- sidie, perché con Dio hanno vinto». In questa festa perciò dobbiamo ringraziare i santi: perché ci hanno lasciato una casa, il mondo della chiesa, più bella di quella che loro hanno trovato; grazie perché hanno reso il mondo più umano, vi hanno introdotto la luce di Dio, conforto della nostra vita; grazie perché ci hanno insegnato la strada che merita di essere percorsa anche da noi, fidu- ciosi della parola di Dio. Il vescovo ha concluso la sua omelia di- cendo che dob- biamo ringraziare i santi perché ci hanno lasciato una bella chiesa, ci hanno indicato la strada da percorrere e hanno reso il mondo più umano, introducendo la luce di Dio: «ringra- ziando i santi, ren- diamo lode a Dio che li ha chiamati e a Gesù perché è stato l’”al- lenatore” di questi campioni, poiché li ha allenati per presentarli al Padre. La festa di oggi ci ri- corda che tutti noi siamo partecipi di questa grande storia della famiglia cristiana che è la chiesa. Una storia che può e che deve continuare attraverso di noi e per noi».(…) Sono modelli imperituri che devono essere imitati. Però fare festa vuol dire anche dire grazie, a questa molti- tudine di conosciuti e sconosciuti. Grazie perché ci hanno lasciato una casa, il mondo della chiesa, più bella di qll che hanno trovato. Gr perché hanno reso il mondo più umano, e vi hanno in- trodotto la luce di dio, conforto della ns vita. Gr perché ci hanno insegnato la strada che merita di essere percorsa anche da noi, fiduciosi della pa- rola di dio. Ma la festa non si limita ad un grazie: i fratelli ci sono donati da un Padre. È seguendo lui che essi sono diventati campioni di fede e di umanità, è lasciandosi amare da lui e amando come lui che hanno vissuto la vita da vincitori. Ringraziamo loro, rendiamo lode al padre. Dio li ha chiamati. È lui che è stato l’allenatore di questi campioni. Gesù li ha allenati per poi pre- sentarli al Padre., la festa di oggi ci ricorda che tuti noi siamo partecipi di que- sta grande storia della famiglia cri- stiana che è la chiesa. Una storia che può e che deve continuare attraverso di noi e per noi. Floriana Palestini Il 4 novembre, giusto un anno fa, uno scampanio insolito che “sembrò echeggiare” da tutte le chiese della nostra città ci fece accorrere in Cat- tedrale per l’annuncio del nuovo Vescovo. Sem- brava di assistere ad una delle scene magistral- mente descritte dal Manzoni, quando giunse nel paese dell’Innominato, il cardinale Borromeo vedendo una gran frotta di gente in cammino sul fondo della valle e formata da uomini, donne, fanciulli che aumentano via via di numero e procedono allegramente… ”. Dopo anni di attesa e previsioni da parte della stampa, in cat- tedrale che nel frattempo si era riempita di fedeli e di curiosi, Mons. Gervasio Gestori, alle ore 12 in punto, proclamava il nome della persona scelta da papa Francesco a diventare la terza guida della nostra diocesi. Nessuno dei tanti annunciati dai media. Tutti a cercar notizie nei ritrovati della tecnologia da essere talmente compresse da poterle mettere in tasca. Ecco le prime foto, ecco i primi commenti. Giorno di San Carlo Borromeo, atmosfera manzoniana, il nuovo Vescovo non poteva non venire dalla Lombardia: Mons. Carlo Bresciani. Ci piace ri- cordare quel giorno, perché fu straordinario, finiva quello stato di incertezza che normalmente si avverte quando si sa per certo che occorre cambiare da un momento all’altro. Il nostro Ve- scovo Mons. Gervasio Gestori da quel momento fu pensato emerito e ci rallegrò la notizia di saperlo sempre con noi, avendo deciso di abitare ad Acquaviva Picena. Auguri Vescovo Carlo anche per il suo onomastico. Il suo primo in- contro con noi fu con gli ammalati, il mondo del lavoro e i giovani. Una scelta che ci fece subito comprendere che voleva interessarsi subito della parte fragile della diocesi. Con gennaio celebreremo un anno della sua venuta, un anno in cui, sopita la curiosità, si è cercato di conoscerci, speriamo di non averla delusa. La nostra è una diocesi giovane, anche se vanta antenati secolari. La città di S.Benedetto, cresciuta enormemente e in fretta, nel dopo l’ultima grande guerra, manca ancora di quella mentalità che la fa sentire centro della dio- cesi. L’Augurio che oggi vogliamo esprimere è sincero e cordialissimo e viene da tutte le com- ponenti della nostra dio- cesi: dal Vicario gene- rale a tutti i Sacerdoti e al popolo di Dio. A que- sto desideriamo aggiun- gere una preghiera par- ticolare perché il Signo- ra l’aiuti nel suo magi- stero per intercessione della Madonna della Marina. La Redazione C’è un cimitero in fondo al mare A pag. 2 Venti anni di amore missionario: L’Associazione Croce del Sud, un’ Opera di Dio. A pag. 3 Un po’ di San Benedetto nel ricordo del beato Papa Paolo VI attraverso i versi in latino del poeta padre Olindo Pasqualetti A pag. 4 San Paolo e la Chiesa di Corinto (lettera pastorale, 6ª parte) A pag. 5 67° CORSO DI CRISTIANITà DONNE A pag. 8

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ANNO XXXI N° 38 - 9 Novembre 2014 € 1.00

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Vescovo Bresciani: “I santi sono modelli imperituri da imitare;ringraziando loro ringraziamo il Padre che ce li ha donati”

Nella messa per la solennità di tutti i santi il vescovo Carlo ricorda che la chiesa è una grande famiglia

che supera l’eternità, di cui facciamo parte noi insieme ai santi.

Era il giorno di San Carlo Borromeo e il nuovo Vescovo ci è stato mandato dalla Lombardia

Auguri vescovo Carlo

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nelpomeriggio di sabato 1° novembre il ve-scovo Carlo Bresciani ha celebrato laSanta Messa per la solennità di Ognissantipresso la cappellina del cimitero. Comeegli stesso ha ricordato nell’omelia, tra itanti cari defunti che riposano in questoluogo c’è chi ha già raggiunto la gloria ela pace del paradiso e che quindi può es-sere riconosciuto come santo. «Il 1° no-vembre festeggiamo una festa difamiglia», ha continuato mons. Bresciani,«la festa che celebra una famiglia quandouno dei suoi membri raggiunge un tra-guardo importante. Le gioie di uno sono le gioiedi tutti, le difficoltà di uno sono le difficoltà ditutti. Se manca questo spirito manca la famiglia,che diventa come un triste albergo in cui ven-gono soddisfatti alcuni servizi per coloro che loabitano». Il vescovo Bresciani ha ricordato il le-game che intercorre tra famiglia e chiesa: lachiesa è infatti una famiglia che si estende oltrelo spazio e il tempo, non è solo questa di cui fac-ciamo parte noi ora poiché di essa fanno partecoloro che ci sono stati prima di noi e che orasono nella gloria del Padre. Continua poi il ve-scovo a proposito della morte: «scrisse il beatoPaolo VI nel suo testamento, il suo pensiero allamorte: la morte è un progresso nella comunionedei santi. Questo perché in Dio tutto è comu-nione; egli che è il dio dei vivi non dimentica co-loro che lo hanno amato e la non dimenticanzadi Dio si chiama dono della vita. Egli non si di-mentica nemmeno dopo la morte di coloro chesono stati suoi in vita e gli dona la vita eterna:questa è la santità. I santi sono coloro che hannoraggiunto il premio della vita eterna, perché inquesto mondo hanno speso molto bene la lorovita secondo il volere di Dio. Noi viviamo rac-

cogliendo ciò che loro hanno costruito: i santisono stati capaci di illuminare come stelle leoscurità della vita dell’uomo e di superare le in-sidie, perché con Dio hanno vinto». In questafesta perciò dobbiamo ringraziare i santi: perchéci hanno lasciato una casa, il mondo della chiesa,più bella di quella che loro hanno trovato; grazieperché hanno reso il mondo più umano, vi hannointrodotto la luce di Dio, conforto della nostravita; grazie perché ci hanno insegnato la stradache merita di essere percorsa anche da noi, fidu-ciosi della parola di Dio. Il vescovo ha conclusola sua omelia di-cendo che dob-biamo ringraziare isanti perché cihanno lasciato unabella chiesa, cihanno indicato lastrada da percorreree hanno reso ilmondo più umano,introducendo la lucedi Dio: «ringra-ziando i santi, ren-diamo lode a Dio

che li ha chiamati e a Gesù perché è stato l’”al-lenatore” di questi campioni, poiché li ha allenatiper presentarli al Padre. La festa di oggi ci ri-corda che tutti noi siamo partecipi di questagrande storia della famiglia cristiana che è lachiesa. Una storia che può e che deve continuareattraverso di noi e per noi».(…) Sono modelliimperituri che devono essere imitati. Però farefesta vuol dire anche dire grazie, a questa molti-tudine di conosciuti e sconosciuti. Grazie perchéci hanno lasciato una casa, il mondo della chiesa,più bella di qll che hanno trovato. Gr perchéhanno reso il mondo più umano, e vi hanno in-trodotto la luce di dio, conforto della ns vita. Grperché ci hanno insegnato la strada che merita diessere percorsa anche da noi, fiduciosi della pa-rola di dio. Ma la festa non si limita ad un grazie:i fratelli ci sono donati da un Padre. È seguendolui che essi sono diventati campioni di fede e diumanità, è lasciandosi amare da lui e amandocome lui che hanno vissuto la vita da vincitori.Ringraziamo loro, rendiamo lode al padre. Dioli ha chiamati. È lui che è stato l’allenatore diquesti campioni. Gesù li ha allenati per poi pre-sentarli al Padre., la festa di oggi ci ricorda che

tuti noi siamopartecipi di que-sta grande storiadella famiglia cri-stiana che è lachiesa. Una storiache può e chedeve continuareattraverso di noi eper noi.

Floriana

Palestini

Il 4 novembre, giusto un anno fa, uno scampanioinsolito che “sembrò echeggiare” da tutte lechiese della nostra città ci fece accorrere in Cat-tedrale per l’annuncio del nuovo Vescovo. Sem-brava di assistere ad una delle scene magistral-mente descritte dal Manzoni, quando giunse nelpaese dell’Innominato, il cardinale Borromeo“vedendo una gran frotta di gente in cammino

sul fondo della valle e formata da uomini,

donne, fanciulli che aumentano via via di numero

e procedono allegramente… ”. Dopo anni diattesa e previsioni da parte della stampa, in cat-tedrale che nel frattempo si era riempita difedeli e di curiosi, Mons. Gervasio Gestori, alleore 12 in punto, proclamava il nome dellapersona scelta da papa Francesco a diventare laterza guida della nostra diocesi. Nessuno deitanti annunciati dai media. Tutti a cercar notizienei ritrovati della tecnologia da essere talmentecompresse da poterle mettere in tasca. Ecco leprime foto, ecco i primi commenti. Giorno diSan Carlo Borromeo, atmosfera manzoniana, ilnuovo Vescovo non poteva non venire dallaLombardia: Mons. Carlo Bresciani. Ci piace ri-cordare quel giorno, perché fu straordinario,finiva quello stato di incertezza che normalmente

si avverte quando si sa per certo che occorrecambiare da un momento all’altro. Il nostro Ve-scovo Mons. Gervasio Gestori da quel momentofu pensato emerito e ci rallegrò la notizia disaperlo sempre con noi, avendo deciso di abitaread Acquaviva Picena. Auguri Vescovo Carlo

anche per il suo onomastico. Il suo primo in-contro con noi fu con gli ammalati, il mondodel lavoro e i giovani. Una scelta che ci fece

subito comprendere che voleva interessarsi subitodella parte fragile della diocesi. Con gennaiocelebreremo un anno della sua venuta, un annoin cui, sopita la curiosità, si è cercato di conoscerci,speriamo di non averla delusa. La nostra è unadiocesi giovane, anche se vanta antenati secolari.La città di S.Benedetto, cresciuta enormementee in fretta, nel dopo l’ultima grande guerra,manca ancora di quella mentalità che la fa

sentire centro della dio-cesi. L’Augurio che oggivogliamo esprimere èsincero e cordialissimoe viene da tutte le com-ponenti della nostra dio-cesi: dal Vicario gene-rale a tutti i Sacerdoti eal popolo di Dio. A que-sto desideriamo aggiun-gere una preghiera par-ticolare perché il Signo-ra l’aiuti nel suo magi-stero per intercessionedella Madonna dellaMarina.

La Redazione

C’è un cimitero infondo al mare

A pag. 2

Venti anni di amore missionario: L’Associazione

Croce del Sud, un’ Opera di Dio.

A pag. 3

Un po’ di San Benedetto nel ricordo del beato

Papa Paolo VI attraverso i versi

in latino delpoeta padre

Olindo Pasqualetti

A pag. 4

San Paolo e la Chiesa di Corinto

(lettera pastorale,

6ª parte)

A pag. 5

67° CORSO DI CRISTIANITà DONNE

A pag. 8

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Anno XXXI 9 Novembre 2014

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San Benedetto del Tronto

La Città ha reso omaggio ai defunti Ricordati poeti e scrittori dialettali e deposta una coroncina di fiori

sulle tombe degli ex Sindaci

Alla presenza di autorità civili e militari, del sindaco di San Benedettodel Tronto Giovanni Gaspari, del consigliere provinciale SilvanoEvangelisti e di numerosi cittadini, questa mattina, sabato 1° novem-bre, la Città ha reso omaggio ai defunti che riposano nel civico cimi-tero con una cerimonia organizzata insieme al Circolo deiSambenedettesi. Dopo la deposizione di una corona all’ingresso di via Conquiste, Ga-spari ha ricordato il senso della cerimonia: “Nel cimitero sono accoltiquasi 50.000 defunti, è giusto ricordare tanti uomini e donne chehanno costruito e contribuito a far crescere la San Benedetto di oggi”. Prima di passare la parola a Benedetta Trevisani, presidente del Cir-colo dei Sambenedettesi, il Sindaco ha ringraziato i dipendenti co-munali e la cooperativa Hobbit che gestisce la struttura di viaConquiste per il decoro e la pulizia che caratterizzano la struttura,come testimoniano le parole di elogio ricevute solo pochi giorni fada un cittadino e di cui Gaspari ha voluto far partecipi i presenti e, inparticolar modo, il personale addetto. Come da tradizione, la cerimonia è stata dedicata ad una particolarecategoria di persone scomparse che hanno segnato la storia cittadina.Quest’anno si sono voluti ricordare poeti e scrittori in vernacolo. Ac-canto a GabrieleCavezzi, storico euomo di profondacultura, la prof.ssaTrevisani, nomi-nando uno per unogli uomini e ledonne di lettere ac-colti nel cimitero,ha affermato che“oggi San Bene-detto è quella che èanche grazie a que-sti uomini e donnenati qui o qui vissuti, comunque ispirati da questa città. Attraverso ilvernacolo, queste persone hanno espresso il loro sentimento di amoreper San Benedetto e, visto il lungo elenco, si può dire che questa terraè feconda ispiratrice. La nostra speranza – ha concluso Trevisani – èche, ovunque si trovino, attraverso le loro opere dimostrino ancoracome si può cantare San Benedetto”. Sono state quindi ricordate tuttele persone di cultura locale. La cerimonia è poi proseguita con la deposizione di una coroncinadi fiori sulle tombe dei sindaci che, negli anni, hanno guidato l’am-ministrazione di San Benedetto. Sindaco e autorità si sono fermatiper un momento di raccoglimento dinanzi alle lapidi che ricordanoAlberto Cameli, Natale Cappella, Ugo Marinangeli, Giovanni Perottie Bernardo Speca ma anche dinanzi a quelle dei consiglieri comunaliEleonora Marcelli, Emidio Galiè e Marco Mancini, scomparsi in etàancor giovane.

Parola del SignoreDedicazione Basilica Lateranense

Dal VANGELO secondo GIOVANNI

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi;gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombedisse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». Isuoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allorai Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Ri-spose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli disseroallora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lofarai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo,e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Vangelo di GIOVANNI 2,13-22

Oggi si ricorda la consacrazione della basilica Lateranense e la sua dedicazione al SantissimoSalvatore e ai santi Giovanni Battista e Giovanni evangelista. È la chiesa madre di tutte le chiese.Non si tratta soltanto di ricordare una chiesa ma di celebrare ciò che essa rappresenta. Il tempio- la chiesa per noi - ha tutto il suo valore perché è un luogo sacro, dedicato al culto, cioè allalode e alla celebrazione dei misteri dell’amore del Signore e perché è il luogo della nostra fra-ternità: tutti fratelli nella casa e attorno all’altare del Signore. Per noi il Signore non è rimastonell’alto dei cieli, ma si è fatto sacramento e presenza reale nell’Eucarestia, Corpo e Sangue diCristo, Figlio del Dio vivente.Nella festa della dedicazione della Basilica Lateranense, ogni comunità locale, oltre a esprimerela propria comunione con la Sede di Pietro, ricorda e celebra anche la dedicazione della propriachiesa locale, piccola o grande che sia. Gesù insegna che il tempio di Dio è, innanzitutto, il cuore

dell’uomo che accoglie la sua Parola. E ogni qual voltaquesta Parola sarà accolta, dice Gesù: “Noi verremo a luie prenderemo dimora presso di lui”. Gesù nel brano delvangelo, però ci vuole indicare un’insegnamento moltoprofondo e innovativo, indica il NUOVO modo di adorareDio. Specificando che egli stesso è il tempio nuovo e ul-timo in cui cercare e adorare l’Altissimo. Anche nel collo-quio con la samaritana dice: “E’ giunto il momento, ed èquesto, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spiritoe verità” Il luogo in cui l‘uomo può entrare in contatto conDio non è Gerusalemme né il monte Garizim, ma la per-

sona di Gesù. Tempio vivo della presenza dell’Altissimo. Il centro del suo discorso è individuareil luogo dove più forte è la presenza di Dio: non il giro delle pietre, bensì il perimetro vivo diun corpo di carne. Ed ecco apparire di nuovo uno dei paradossi più alti del Vangelo: la pienezza,la piena rivelazione della divinità è l’umanità di Gesù. Per cui il culto “in spirito e verità” é perl’uomo la pratica dell’amore fedele, é collaborazione all’opera creatrice di Dio, che si pone alservizio del fratello. Il Dio di Gesù non ha bisogno di omaggi ma vuole insegnarci un amoreche come il suo tenda ad espandersi e a comunicarsi all’altro. Solo con l’amore (agape, caritas)l’uomo si trasforma in spirito a somiglianza di Dio stesso. Per cui ovunque si trovi un fratellonel bisogno (sia materiale che spirituale) quello é il luogo in cui rendere quel culto d’amoreche Dio, primo innamorato dell’uomo, va cercando nei suoi figli e fedeli. Riccardo

PILLOLE DI SAGGEZZA Un giovane desideroso di entrare a far parte del monastero fu interrogato da un anziano

che voleva sapere sino a che punto era disposto a lasciare il mondo: Se tu avessi tre moneted’oro, le daresti ai poveri? Di tutto cuore Padre. E se tu avessi tre monete d’argento?

Molto volentieri.E se avessi tre monete di rame? No Padre. Perché chiese stupito l’anziano.

Ma perché io ho le tre monete di rame.

RICORDIAMO I MIGRANTI

C’è un cimitero in fondo al mareIl 2 novembre, ogni famiglia si appresta a ricordare i “suoi” morti e a onorarli con una visita al camposanto eun’invocazione più intima, più profonda. Un rito di amore per non dimenticare chi non c’è più ma non cessa diessere presente. E allora, proviamo ad “adottare” un defunto ignoto: un pensiero, una preghiera. Come il piattoin più che su tante tavole si mette per l’angelo, per l’ospite inatteso Emanuela Vinai

C’è un cimitero in fondo al mare. Non vi sono lapidi, marmi ocrisantemi, ma lo adornano gorgonie, posidonie e coralli. Nonsi sente lo scalpiccio di passi veloci nella ghiaia, né il chiac-chiericcio sommesso di visitatori frettolosi, ma nella quiete delblu profondo nuotano lenti e silenziosi pesci e polpi. Sul fondodel Mediterraneo giacciono migliaia di vite umane affondateinsieme alla speranza, mentre cercavano di raggiungere se nonla terra promessa, almeno un approdo sicuro. Solo a settembre,nel giro di tre drammatici giorni, per mille salvati si sono con-tati quasi altrettanti dispersi, un bilancio in tragico disavanzo,fatto di morti affogati di cui spesso non si saprà nulla, senzaidentità e senza storia. Scomparsisenza nome, senza una tomba su cuipiangerli, come i soldati di dueguerre mondiali che dormono neicampi di grano e papaveri. Oggi nonc’è chi canta i migranti che riposanosul fondo del mare, vittime di unaguerra non combattuta, fuggiti daiconflitti e dalla carestia per soccom-bere per mano dei mercanti di uo-mini. Il 3 ottobre del 2013 al largo diLampedusa è affondata un’imbarca-zione proveniente dalla Libia: 366morti, 20 dispersi, 155 superstiti. Un anno dopo, le immaginigirate dal fotoreporter Francesco Zizola, ci restituiscono la stra-ziante e muta testimonianza di ciò che è accaduto, di quel cherimane, con la nave adagiata a 50 metri di profondità sul fon-dale sabbioso, giocattolo abbandonato spezzato da un gigantefanciullo. Il relitto giace sul fondo, piccolo Titanic senza laprima e la seconda classe, senza le sale da ballo e le porcellane,senza il salone delle feste e l’orchestra. Piuttosto traghetto diCaronte, la si immagina stipata di uomini, donne e bambiniimpauriti, affamati, disperati. Di loro restano pochi resti, di-spersi. Nell’azzurro uniforme una ripresa inquadra un incon-gruo luccichio rosso: una tenda damascata appesa a un oblò,che resiste e ondeggia con la marea non col vento. Nel silenziosi sente solo il respiro regolare e profondo del sub, si intuisceil rumore delle bolle che salgono verso la luce, si immagina ilfremito veloce delle pinne dei pesci che passano e corrono via.Il peschereccio è inclinato di lato, le reti ad ancorarlo sul fondo,ricoperto di alghe e incrostazioni di molluschi che vi hannotrovato e fatto casa. Inesorabile e indifferente, la natura hapreso il sopravvento e ha reso il relitto parte del paesaggio,come se nulla fosse accaduto. Come da noi in superficie.

Le incrostazioni del quotidiano e l’avanzare di altre emergenzehanno steso la patina del dimenticato su quanto accaduto. Infondo, si dice, gli sbarchi continuano, chissà quanti affondanoe non lo sappiamo, e poi sono già tanti qui che non sappiamopiù cosa farcene. Che importa di chi è morto? Non lo conosce-vamo. “Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci ri-guarda, non ci interessa, non è affare nostro – ha detto PapaFrancesco proprio a Lampedusa –. La globalizzazione dell’in-differenza ci rende tutti ‘innominati’, responsabili senza nomee senza volto”. L’indifferenza è un killer silenzioso, che crescenella mancanza di empatia e sfocia nell’individualismo egoista,

consumando la coscienza diciascuno. L’antidoto risiedeanche nella capacità di sen-tirsi parte della stessa uma-nità, che si costruisce congesti concreti di aiuto, maprende l’avvio dal ricono-scersi fratelli, anche nel do-lore. Il 2 novembre, ognifamiglia si appresta a ricor-dare i “suoi” morti e a ono-rarli con una visita alcamposanto e un’invoca-

zione più intima, più profonda. Un rito di amore per non di-menticare chi non c’è più ma non cessa di essere presente. Eallora, proviamo ad “adottare” un defunto ignoto: un pensiero,una preghiera. Come il piatto in più che su tante tavole si metteper l’angelo, per l’ospite inatteso, perché anche nel cimiteropiù silenzioso c’è sempre una campana che rintocca.

Nessun uomo è un’Isola,

intero in se stesso.

Ogni uomo è un pezzo del Continente,

una parte della Terra.

Se una Zolla viene portata via dall’onda del Mare,

la Terra ne è diminuita,

come se un Promontorio fosse stato al suo posto,

o una Magione amica o la tua stessa Casa.

Ogni morte d’uomo mi diminuisce,

perché io partecipo all’Umanità.

E così non mandare mai a chiedere per chi suona la Cam-

pana:

Essa suona per te.

John Donne

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Venti anni di amore missionario: L’Associazione Croce del Sud, un’ Opera di Dio. Nella Giornata Mondiale delle Missioni, la presenza in diocesi di Dom Josè Luiz Azcona dall’Amazzonia, vescovo della Prelatura di Marajò, per festeggiare il ven-tennale di attività dell’ Associazione Missionaria La Croce del Sud. Di Michela Galieni e Gianmarco Capecci

San Benedetto del Tronto - Un incontro missionario eccezionale conun vescovo carismatico dall’Amazzonia – considerato Santo pur es-sendo ancora in vita. La sua commovente testimonianza il 19 ottobredurante la S. Messa delle 11:00 presso la parrocchia Sacra Famigliadi Ragnola, per solennizzare i festeggiamenti del ventennale di atti-vità dell’Associazione Missionaria La Croce del Sud. Sono passati due decenni da quando un gruppetto di amici come donFrancesco Ciabattoni, Caterina Gregori, Tommaso Maria Egidi,Massimo Rosati ed altri, alcuni dei quali contagiati dalla passionemissionaria dopo un’entusiasmante esperienza in Africa presso ilmissionario di origine sambenedettese don Bruno Ruggieri, su sol-lecitazione di mons. Chiaretti ebbe ilcoraggio di costituire un’ associazionedenominata La Croce del Sud. Loscopo era semplice: aiutare il centromissionario nell’essere vicino ai mis-sionari diocesani. Un inizio in puntadi piedi per un servizio umile e gene-roso. A distanza di vent’ anni per gra-zia di Dio molto è stato fatto asostegno dei missionari. Vent’anni diamore missionario dunque, vissutinella completa generosità aiutando inAsia, Africa e America Latina. In que-st’ultimo continente l’incontro con ilvescovo Josè Luiz Azcona è stato de-terminante: una guida la sostegnodegli sforzi, delle tante difficoltà in-contrate. Grazie al suo zelo pastoralee alla sua travolgente carica umana, èda sempre uno dei più attivi sosteni-tori della Croce del Sud.L’associazione è stata artefice di nu-merosi progetti di cooperazione mis-sionaria in tutto il mondo. Alcunedelle principali opere realizzate si trovano in Brasile, nella Prelaturadi Marajò: la nave ospedale itinerante Madonna del Soccorso, attivadal 2005, e il centro di accoglienza per bambini di strada e ragazzemadri, aperto l’anno successivo nella cittadina di Breves. In questocentro ci si prende cura dei numerosi bambini adottati a distanza datante generose persone tramite la Croce del Sud.Dom Josè nel suo lavoro quotidiano pastorale denuncia il miserabilestato in cui vive la popolazione della sua diocesi, alla foce del Riodelle Amazzoni: il degrado ambientale, la prostituzione e traffico didonne e bambini verso la Guyana francese e l’Europa. Per questasua missione è stato minacciato di morte.Nella Chiesa della Sacra Famiglia, nella giornata mondiale delleMissioni, trasmette tutto il suo carisma ed il suo amore. Per tutta laChiesa è una giornata che aiuta a capire l’identità, l’essere della pro-pria Comunità, una festa che prende la realtà della prima Chiesa e lafa presente oggi nel mondo per la memoria che lo Spirito Santo col-loca nella coscienza del cristiano. Per questo la festa è stata molto cara al Vescovo dell’Amazzonia,considerando una grazia inestimabile e potente condividerla con gliamici dell’Associazione Croce del Sud. “L’associazione Croce del Sud è radicataanche in Brasile con radici profonde e si-cure. Il cristiano è di per sé stesso missio-nario. “ spiega Dom José “Quelli diMarajo erano cattolici, ma non conosce-vano la condizione missionaria. Poi i fra-telli della diocesi di San Benedetto delTronto per mezzo dell’associazione Crocedel Sud ispirata da Dio – non dalla carnené dal sangue – hanno promosso lo spiritodi Pentecoste, che altri non è che lo Spiritodella Missione. Questo contributo è ine-stimabile, non si potrà mai sufficiente-mente valorizzare. E’ arrivato lo Spiritodella missione nella Chiesa di Dio attra-verso una forma speciale: la massimaforma, in cui lo Spirito di Dio può agiresulla terra”. Rivolge allora un pensiero ai laici: “Carissimi, è dunque ora di alzarsicon la Grazia dello Spirito Santo. Il sacerdote, il vescovo, il Papasempre saranno necessari nella vita della Chiesa per istituzione di-vina, ma il laico ha la responsabilità gloriosa della missione. Chiun-que è invitato, sempre più dopo il Vaticano II, a caricare su di séquesto protagonismo, perché Dio non ci ha dato uno Spirito codardo,ma uno Spirito di amore, coraggio e sobrietà.”Questa dell’Associazione è una grazia diocesana, è la Chiesa di SanBenedetto del Tronto, è una pianta che Dio ha voluto attraverso l’As-

sociazione Croce del Sud. Un ringraziamento prioritario ai fonda-tori, specialmente don Francesco Ciabattoni ed i volontari per ciòche Dio ha fatto in maniera così grande. Grazie anche alla diocesi diSan Benedetto del Tronto che ha riconosciuto la potenza di questafede e della Chiesa che è cresciuta così lontano ed in un luogo cosìdifferente com’è l’Amazzonia ed il Marajò. Tutta la comunità di Marajò esprime il suo più sentito ringraziamentoattraverso una lettera da Brasil-Marajó-Breves per coloro che hannocreato l’opera della missione, datata 15 ottobre 2014. Così riporta:“Carissimi amici in questo giorno speciale in cui tutte le persone

care sono vicini, vogliamo esserci anche. Oggi é un giorno speciale

perché commemoriamo il venten-

nale della croce del sud; quindici

di questi 20 anni in profonda

unione ed amicizia con il Brasile,

con il Marajó, e con la gente di

Breves. Siete stati voi a far nascere

nel cuore di molti dei brevensi il

sentimento della missione, della

generosità. Siete stati voi inviati da

Dio ad aprire i nostri occhi, i no-

stri cuori e la nostra anima ai fra-

telli più bisognosi. Non possiamo

dimenticarci dei volontari italiani

che con sforzo, dedizione e molta

gioia hanno vissuto con noi l’espe-

rienza della missione, che sono ve-

nuti qui e che hanno donato di

maniera concreta una parte della

loro vita; con loro molto abbiamo

imparato molto, nei momenti belli

e in quelli di difficoltà; e le loro le-

zioni le porteremo con noi per

tutta la vita. In tutto questo tempo

quanto bene ne abbiamo fatto,

quante persone abbiamo aiutato e quanti di noi hanno conosciuto

la vera gioia di Dio, cioè amare Lui ed il prossimo come a se stessi.

Siete entrati in tante famiglie ed in particolare a contatto con i bam-

bini che con le vostre azioni di generosità siamo riusciti a aiutare.

Molti di loro oggi sono cresciuti ed hanno trovato la loro strada,

sono andati via, ma siamo sicuri che hanno portato con loro le le-

zioni imparate in questo centro sociale che avete costruito qui a Bre-

ves e che riceve ogni giorno 120 bambini da voi sostenuti. In questi

15 anni abbiamo aiutato più di 300 famiglie, e più o meno 200 bam-

bini con il progetto adozioni a distanza. Con la campagna “Natale

senza Fame” abbiamo sfamato migliaia di persone. Con la crea-

zione del gruppo di volontariato abbiamo aiutato tanti giovani che

hanno iniziato l’esperienza volontaria nel gruppo della Croce del

Sud Breves, e li hanno trovato la loro strada. All’inizio di tutto ri-

cordiamo che non sapevamo cosa fare. Poi piano piano tutto

quello che sembrava senza senso ha trovato la sua via di spe-

ranza, fede e amore perché Dio ci ha guidato nella strada giu-

sta, quella della sua volontà. Oggi il lavoro continua, sono tanti

ancora i bambini che ogni giorno vengono nel centro e che qui

trovano un abbraccio, un sorriso e uno sguardo d’amore. Que-

sto è possibile perché voi ogni giorno pensate a noi e, la forza

del vostro pensiero, del vostro amore, la generosità della vostra

azione sono capaci di arrivare a noi come un canto di speranza.

Per tutto ciò oggi vogliamo ringraziare in maniera speciale con

tutto il cuore il Presidente don Francesco Ciabattoni e Caterina

Gregori, i padri fondatori dell’ Associazione missionaria Croce

del Sud, che sempre hanno guardato con amore vero e generoso

i poveri di Breves. Ringraziammo anche don José Luiz Azcona,

vescovo del Marajó che lotta ogni giorno per il bene del suo popolo.

E a tutti i padrini, madrine, membri dal consiglio e volontari italiani

vogliamo dire: grazie! grazie mille! Ci avete sempre accolto come

veri fratelli e questo non potremmo mai dimenticarlo. Preghiamo il

Signore affinché ci doni la forza di portare avanti il bellissimo lavoro

che facciamo insieme con i bambini di Breves e affinché con la pre-

ghiera possiamo sentirci sempre vicini. Vi auguriamo un Natale se-

reno di salute e pace, che il Signore ci aiuti a pregare per

l’Associazione missionaria Croce del Sud Italia/Brasile, per il nostro

progetto e per tutti i poveri del mondo. Buon lavoro e un abbraccio

fraterno dai membri del consiglio, dai volontari e in particolare da

tutti i bambini della Croce del Sud di Breves.

Un grazie speciale è stato espresso ai volontari che hanno visitato lacomunità brasiliana: non soltanto hanno dato ma hanno anche arric-chito sé stessi, imparando reciprocamente il senso di essere missio-nari, alcuni in particolare attraverso la presenza personale fino adavere malattie gravissime col pericolo di morte. “Grazie nel nome del Signore, grazie nel nome della Chiesa di Ma-rajò. Grazie a tutti i padrini e le madrine che, con tanto affetto inquesti tempi di crisi economica per l’Italia, hanno avuto la generositàe continuato a dare molto più di ciò che possiedono. Questa è la veraChiesa, che non dipende dai vantaggi economici del benessere mache deriva dall’unità e dalla generosa comunione tra le persone, chedipende dallo Spirito Santo. Carissimi padrini e madrine e tutti i vo-lontari, questi tempi difficili sono ottimi per la purificazione dellanostra fede nello spirito cristiano e quindi missionario. La carità nonfinisce mai, nella Chiesa non può finire con una crisi. La carità è piùdella morte e del denaro, è più potente di tutte le crisi del mondo. Lacarità è Dio”.La festa si è conclusa presso il ristorante Dimora di Bacco a Monte-prandone, insieme a tutti i volontari vecchi e nuovi, i simpatizzantie i rappresentanti di altre realtà missionarie e dell’Ufficio Missiona-rio Diocesano. Durante il pomeriggio sono stati ripercorsi vari momenti di vitadell’associazione, tra i numerosi sorrisi dei soci che si riconoscevanoin vecchie foto ed il ricordo commosso dei volontari che oggi nonci sono più. Alla fine l’auspicio espresso a nome di tutti dal presi-dente don Francesco Ciabattoni, è stato quello di ritrovarsi ancorafra cinque anni per celebrare, con la stessa passione e nuove inizia-tive, le “nozze d’argento” della Croce del Sud con l’attività missio-naria.E’ stato un giorno di memoria, di riconoscenza e soprattutto di ren-dimento di grazie per quanto il Signore ha seminato in tanti anni diattività, festeggiati con chi ha permesso quest’opera di solidarietà.Quella dell’Associazione Croce del Sud e di Dom José è testimo-nianza di come la missione libera dalla paura e dalla morte, dallacondizione di questo mondo, non con la separazione dall’altromondo, ma per la presenza di Dio nella missione.

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4 Anno XXXI 9 Novembre 2014PAG

DIOCESI – Mercoledì 29 ottobre, i membridella consulta laicale diocesana si sono ritrovatiospiti del movimento Fides Vita che sta tenendoin questi giorni il proprio convegno nei pressi delPalasport di San Benedetto del Tronto.Un incontro iniziato con un momento di convi-vio in cui i vari responsabili dei diversi gruppi emovimenti hanno potuto godere degli ottimi ma-nicaretti cucinati dai volontari di Fides Vita.Dopo la cena è seguito un momento d’incontroorganizzativo sui prossimiappuntamenti diocesani.Ricordiamo che la Consultaper le aggregazioni laicali èl’organismo della Diocesiin cui si incontrano le asso-ciazioni e i movimenti ec-clesiali, con lo scopo difavorire la reciproca cono-scenza, la comune rifles-sione, il confronto di ideeed esperienze, la stima e ilrispetto reciproco per cre-scere insieme nella comu-

nione e nella carità. Mascia Moretti ci informasui prossimi appuntamenti della consulta: “In oc-casione della novena all’immacolata concezioneil 2 dicembre alle ore 21.00 ci ritroveremo pressola parrocchia di San Benedetto Martire e comeda sussidio ci incontreremo a Ripatransone il 10dicembre per la festività della Venuta della SantaCasa”.

Incontro della Consulta laicale, la gioia di ritrovarsi insieme

Dopo la cresima, e questo è un fatto ricorrente,tanti ragazzi scompaiono dalle parrocchie, nonli vedi più a messa e anche quando vengono in-vitati ad incontri o attività presentano mille pro-blemi che giustificano la loro assenza: impegniscolastici, sport, ecc. Veramente queste situa-zioni ti demoralizzano, sembra che come edu-catore semini tanto ma non raccogli niente equest’anno il Signore ci ha inviato un angelo:Valentina, una ragazza della nostra parrocchia,di soli 22 anni, ora responsabile del settore gio-vanissimi ACG. Penso sia quello che ci voleva,una persona giovane, con tanta voglia di fare,con lo spirito e l’entusiasmo propri dell’età. Leiha presentato al parroco un suo progetto: for-mare un gruppo giovanissimi con lei come co-ordinatrice, affiancata da noi catechiste “dellavecchia guardia”, rispettando il cammino indi-viduale di ogni singolo gruppo. A noi è sem-brata una bella proposta e faremo il possibileper aiutarla e consigliarla nelle scelte, cono-scendo i ragazzi da diversi anni.E così abbiamo iniziato questo cammino. Laprima avventura l’abbiamo vissuta nella parroc-chia di S.Filippo Neri nella serata del 17 ottobrecon il laboratorio, cena e celebrazione organiz-zata dall’ACG diocesana. Anche se la parteci-pazione non è stata conforme alle nostreaspettative non ci siamo persi d’animo e il 31ottobre abbiamo organizzato nel salone dellanostra parrocchia la “ festa della luce “. Essa harappresentato la voglia di festeggiare la bellezzae la gioia della santità, il recuperare le nostre

tradizioni a volte oscurate da quelle di altripaesi. I ragazzi erano proprio tanti, che bellasoddisfazione! Con l’accensione di tanti luminiè iniziata la serata attraverso la testimonianzadi una giovane signora, Laura, responsabileACR della parrocchia S.Pio X di S.Benedettodel Tronto, che ha parlato di cosa significa es-sere santi e di come si può arrivare alla santitàsenza fare cose grandiose ma nella semplicitàdi una vita rispettosa degli insegnamenti cri-stiani; per rendere il discorso più vicino ai ra-gazzi ha fatto esempi di persone della nostrazona e che loro potevano aver conosciuto. Dopoaver recitato una preghiera abbiamo iniziato lacena e fatto mille fotografie. Poi è arrivato ilmomento del gioco: sono state formate quattrosquadre e posto loro domande sui santi. Quandopensavano di avere la risposta dovevano correree suonare una campana. E’ stato un momentomolto divertente e di aggregazione dato che igruppi erano formati da classi miste. Alla finedella serata sono stati consegnati ai ragazzi deisacchetti di cioccolatini con una frase diversache parlava della “luce”.Per me è stata una bella esperienza, spero chequalcosa sia rimasto ai ragazzi di quello che èstato detto e fatto. A mezzanotte mi è arrivatoun sms di Valentina che ringraziava noi educa-tori per l’impegno nel far riuscire al meglio lafesta. E poi ha sottolineato: Santo sei tu quandosai gioire delle cose belle che la vita ti dona!Buona festa della luce! Grazie Valentina, vaiavanti così che sei nella strada giusta! Sonia Pompei

Parrocchia Madonna della Speranza

FESTA DELLA LUCE

Nei primi mesi del 1979 su una rivista bresciana,

Brixia Sacra, fu pubblicata una lunga lirica in la-

tino per ricordare la figura del Pontefice, nato e

vissuto fino all’ordinazione sacerdotale in un

piccolo centro della diocesi di Brescia prima

di essere inviato a Roma, dove, alla morte di

San Giovanni XXIII, fu eletto papa, dopo una

lunga e feconda attività diplomatica in Vati-

cano e all’Estero e il breve governo a Mi-

lano, come Arcivescovo della più grande

diocesi italiana.

Dalla sua morte, avvenuta nell’agosto del

1978, fu molto scosso il nostro concittadino,

P. Olindo Pasqualetti, che volle scriverne a

caldo la memoria subito dopo pubblicando la

laudatio funebris, sulla rivista della Città del

Vaticano, Latinitas, redatta esclusivamente in

lingua latina, in cui da anni pubblicava i suoi

scritti, sia in prosa che in poesia.

Tra l’altro il sacerdote latinista, insignito del

Premio Truentum e a cui è stato intitolato un

viale a San Benedetto, un largo a Fermo e un

piazzale nella nativa Offida, aveva conosciuto di-

rettamente Paolo VI, in particolare durante le

udienze pontificie per la consegna del premio

Certamen Vaticanum, più volte da lui vinto.

Dalla rivista vaticana Latinitas la poetica me-

moria passò successivamente alle pagine della

rivista bresciana.

Si può trovare ancora oggi in Gemina Musa,

ampio volume in cui gli estimatori e i tanti di-

scepoli, tra i quali lo storico locale, il prof. Ga-

briele Nepi, raccolsero tutte le poesie e le prose

greche e latine, presentate al pubblico sambene-

dettese su iniziativa del Circolo dei Sambenedet-

tesi, presidente allora il dott. Giovanni Perotti, in

una manifestazione pubblica.

Merita ricordare questa pubblicazione, in occa-

sione della beatificazione recente del papa, non

tanto per l’originalità dello strumento linguistico,

quanto per i contenuti della mesta lirica che sia

nella lingua classica come in quella italiana e,

ovviamente, in qualsiasi lingua è stata o sarà tra-

dotta, accentua la mestizia, il dolore e la soffe-

renza dell’esistenza di una personalità, spesso

incompresa, ma sempre degna di stima e di una-

nime valutazione a livello mondiale.

Sarà sufficiente trascrivere alcuni passi degli

oltre cento versi strutturati in eleganti distici

nella nostra traduzione:

“Tramonta il sole tra le ultime ombre del vesproe avanza l’ora dell’ oscura notte. Muore il pioPastore che ha guidato il suo gregge in un tempoiniquo: vita, parola, impegno esemplari.Il sole sembra oscurarsi per non assistere ovuole indicare che ha affrettato il suo luminosocorso per partecipare al lutto?Ma tu, Santo Padre, dissolto ilcorpo, non certo destinato allamorte, vivrai con il tuo spirito.Non può mai spegnersi la lam-pada della tua fede, che ungiorno ti consegnò il primo Pie-tro.A te, messaggero di pace, daDio ispirato, fu affidato il man-dato di comporre le superbe di-scordie del mondo e perassolverlo, pellegrino volante,hai solcato i celesti percorsi conaerea nave e oltre i mari e leterre e le mura del mondo seistato per i popoli il garantedell’amore divino.Hai ricordato a tutti i lesi dirittidell’uomo e la libertà compa-gna dell’equa giustizia.Hai fatto tua, Pastore, la vocedell’antico profeta: le armi di

guerra si trasformino in opere di pace. Non soloPietro tu eri, eri anche un altro Paolo portandoi tuoi piedi dall’ Urbe per le vie del mondo. Haivisitato, gradito ospite, l’antica gente dell’India,

hai percorso l’occidente e l’oriente fino agliestremi mari asiatici.Il supremo consesso del mondo che oltre Oceanopresiede i destini dei popoli ha ascoltato la tuaforte voce: qui ti hanno invitato coloro chehanno a cuore la pace; qui sei stato presente dipace vero mediatore.Per venerarla con ardente desiderio di vedere laculla di Cristo hai calpestato le impronte deisuoi piedi, hai baciato, prostrato, la sua terra;la gente araba ed ebraica, pur separata l’unadall’altra, è accorsa ad ascoltarti.Degli uomini, immemori che sangue fraternoscorre nelle loro vene, hai sedato le rivalità, i tu-multi, i contrasti e le liti.Una mesta urna di cipresso ora nasconde il suocorpo esangue e in pochi ti hanno pianto mentreil feretro avanzava, ma tu per tutti hai versatoabbondanti lacrime, colmo dei dolori degli altri.Il tuo triste volto, raramente si è aperto al sorrisoe le poche e contenute gioie le univi sempre al-l’amarezza.Ora che un manto purpureo ricopre le inertimembra, chi potrà più negare che poco fa le viedell’Urbe troppo sono state irrorate di sangue?Ora la Chiesa “aspetta” vigile sulla poppa unaltro Pietro che la guidi, sicuro. La sacra àncoranon sopporta una lunga attesa. Il Successore ègià presente: già benedice la città e il mondochi, ricevendo il regno di Cristo, lo governi comesuo vicario.Non c’è chi non veda nel lessico poetico i tanti

viaggi di Paolo VI in India e Filippine, in Ame-

rica del Nord e del Sud, in Europa e alle Nazioni

Unite, chi non veda la morte del suo amico Aldo

Moro in quel “fluvio nuper pro-fusi sanguinis Urbis”.In qualche modo anche la nostra

città e la nostra diocesi partecipò

allora al dolore del mondo con

questa lirica per la scomparsa di

un Papa grande, triste e spesso

solo, ed oggi venera trai beati il

beato nauta, l’esperto nocchiero

della Chiesa di Pietro.

Chi visiterà l’episcopio della

Chiesa truentina, nell’atrio dello

storico palazzo del Paese Alto di

S. Benedetto del Tronto leggerà

che lo stesso poeta Olindo Pa-

squaletti in una lapide definì il

primo vescovo della nuova dio-

cesi, mons. Giuseppe Chiaretti e,

ovviamente tutti i suoi succes-

sori, pastor et nauta, le stesse an-

tiche e sacre definizioni,

ricorrenti nel carme in memoria

del nuovo Beato Paolo VI. T.P.

Un po’ di San Benedetto nel ricordo del beato Papa Paolo VI attraverso i versi in latino

del poeta padre Olindo Pasqualetti

Padre Olindo a sx con don Mariucci

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5Anno XXXI 9 Novembre 2014 PAG

Le cinque controversie o discussioni. Leg-

giamo Lc 5,17-26. Il testo è parallelo a Mt 9,1-

8 (cf. Serie su Matteo n. 45) e a Mc 2,1-12. Con

questo brano entriamo nella serie dei cinque

brani che leggeremo in cinque puntate. Essi

hanno due parti ben distinte: una notizia e una

discussione che si lega alla notizia. Gli studiosi

chiamano questo insieme di cinque brani “Li-

bretto delle controversie in Galilea”. Quanto

all’origine viene da pensare che tale “Libretto”

fosse una delle prime raccolte, parziali e auto-

nome, che circolavano nei primissimi anni dopo

la risurrezione di Gesù (cf Lc 1,1.3). Quanto alla

sua entrata nei Vangeli si può ritenere che

Marco, per primo, lo abbia

ripreso e riprodotto nel suo

Vangelo (Mc 2,1-36). Poi,

che Luca, riprendendo il Li-

bretto o dal nostro Marco o

dalla sua fonte letteraria, lo

ha riprodotto nel suo Van-

gelo, precisamente in Lc

5,17-6,11. Nel leggere i

brani rileveremo l’influsso

lucano su di essi. Quanto, in-

fine, al contenuto c’è da dire

che siamo davanti a testi par-

ticolarmente importanti per

il fatto che presentano o approfondiscono man

mano la personalità di Gesù, l’importanza della

sua opera e il suo mistero umano e divino.

1. Una grande folla è intorno a Gesù. «Ungiorno stava insegnando. Sedevano là anche deifarisei e maestri della Legge, venuti da ogni vil-laggio della Galilea e della Giudea, e da Geru-salemme. E la potenza del Signore gli facevaoperare guarigioni» (Lc 5,17).

Queste notizie, e in forma così dettagliata,

sono esclusive di Luca, sempre attento a rilevare

il numero crescente di coloro che ascoltano la

Parola di Gesù. Fanno qui la prima comparsa i

«farisei» che spesso interverranno, in modo di-

struttivo, contro la parola di Gesù; ci sono anche

i nomodidáskaloi, i maestri della Legge «in

mezzo ai quali» Gesù dodicenne se ne stette se-

duto (2,46). Provengono dalle varie parti delle

due regioni della Palestina e dalla stessa Geru-

salemme. A questo uditorio, autorevole e rappre-

sentativo, si contrappone la personalità di Gesù

che compie miracoli con la «potenza» di Jahvè.

Con queste informazioni Luca ambienta molto

bene l’inserzione dei cinque episodi con discus-

sione che suppongono un Gesù già ben cono-

sciuto quanto alla sua personalità e al suo

insegnamento.

2.Gesù perdona i peccati del paralitico. «Edecco, alcuni uomini, portando su un letto unuomo che era paralizzato, cercavano di farlo en-

trare e di metterlo davanti a lui. 19Non trovandoda quale parte farlo entrare a causa della folla,salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo ca-larono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzodella stanza. 20Vedendo la loro fede, disse:“Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati”» (Lc

5,18-20).

Dal tetto, costruito in modo sommario e con

materiale precario, calano il paralitico davanti a

Gesù. Si pensi alle casupole che si vedono nei

ruderi di Cafarnao! Bontà sua, Luca parla di «te-

gole», ma queste coprivano il tetto delle case

greco-romane, non quelle ebraiche di Cafarnao.

«Vedendo la loro fede». A Gesù non sfug-

gono le buone disposizioni

che animano il paralitico e

gli uomini che lo avevano

portato da lui; quindi, può

ben compiere il miracolo

interiore: «Ti sono perdo-nati i tuoi peccati». L’af-

fermazione è veramente

grandiosa e rivela l’autoco-

scienza che Gesù ha di sé

stesso. Jahvè rivendica per

sé solo e con forza il potere

di perdonare i peccati: «Io,

io cancello i tuoi misfatti

per amore di me stesso, e non ricordo più i tuoi

peccati» (Is 43,25). Gesù, quindi, si sta mettendo

del tutto alla pari con Jahvè e in un attributo

strettamente divino!

3. Gesù compie il miracolo. «Gli scribi e ifarisei cominciarono a discutere, dicendo: “Chiè costui che dice bestemmie? Chi può perdonarei peccati, se non Dio soltanto?”. 22Ma Gesù, co-nosciuti i loro ragionamenti, rispose: “Perchépensate così nel vostro cuore? 23Che cosa è piùfacile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”,oppure dire “Àlzati e cammina”? 24Ora, perchésappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere

sulla terra di perdonare i peccati, dico a te –disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuc-cio e torna a casa tua”. 25Subito egli si alzò da-vanti a loro, prese il lettuccio su cui era distesoe andò a casa sua, glorificando Dio» (Lc 5,21-

25). Il miracolo, così manifesto e univoco, atte-

sta la veridicità delle parole di Gesù.

L’ammirazione corale è scontata: «Tutti furonocolti da stupore e davano gloria a Dio; pieni ditimore dicevano: “Oggi abbiamo visto cose pro-digiose”» (Lc 5,26).

Conclusione. Con quel «il potere sullaterra» di rimettere i peccati, il testo rimanda al

prete confessore che assolve i peccati: il potere

tanto divino quanto necessario, che ci fa rialzare

e camminare nella gioia riacquistata. [email protected]

Le cinque controversie. La prima: il Figlio dell’uomo e il perdono dei peccati

29. LA GUARIGIONE DI UN PARALITICO

DOMENICA 9 NOVEMBRE

Ore 10.00 San Benedetto Tr.

Ospedale “Madonna del

Soccorso”: S. Messa

Ore 16.00 San Benedetto Tr.

Parrocchia S. Antonio:

incontro con il gruppo

Orchidea

LUNEDì 10 - GIOVEDì 13 NOVEMBRE

Assisi CEI: Assemblea Generale

Straordinaria

VENERDì 14 NOVEMBRE

Ore 16.00 San Benedetto Tr.

Cattedrale: Confessioni

Ore 20.00 San Benedetto Tr.

Padri Sacramentini: Lezione

alla scuola di formazione

teologica

SABATO 15 NOVEMBRE

Ore 9.00 Montalto Marche

S. Messa per il Liceo Classico

e incontro con gli studenti

DOMENICA 16 NOVEMBRE

Ore 11.00 Paolantonio - Parrocchia

S. Giuseppe: S. Messa

Ore 21.00 San Benedetto Tr.

Teatro S. Filippo Neri:

Conclusione del Corso

di Cristianità

Impegni Pastorali del Vescovo

DAL 9 AL 16 NOVEmBrE 2014Per la riflessioneAnche all’interno della nostra comunità

cristiana esistono povertà materiali, morali

e spirituali. Come reagisco a queste po-

vertà morali e spirituali? Mi lascio andare

alla critica di tutto e di tutti? Ho mai pen-

sato che anch’io posso fare qualcosa per

renderle meno pesanti? Che cosa faccio

per superare la mia povertà spirituale e

morale? Tante famiglie sono in difficoltà,

altre sono nell’angoscia perché qualcuno

dei membri è in crisi o in difficoltà: mi li-

mito a dire “oggi fan tutti così” o cerco di

vivere meglio e con gioia i valori del

Vangelo per prevenire crisi e difficoltà e

per testimoniare che è bello vivere secondo

il Vangelo? La sessualità è vocazione al-

l’amore: la vivo come dono di me (nel ma-

trimonio o nella vi-

ta consacrata) o

come chiusura

edonistica che tut-

to giustifica e ren-

de troppo fragili

tutte le relazioni?

Poiché l’educa-

zione all’amore

non inizia con il

fidanzamento, ma mol-

to prima (almeno dalla preadolescenza) co-

sa dobbiamo e possiamo fare come parroc-

chia e come diocesi per educare all’amore?

Come possiamo preparare meglio al matri-

monio le nuove generazioni?

“NOI ANNUNCIAMO CRISTO CROCIFISSO” (lettera pastorale, 6ª parte)

San Paolo e la Chiesa di CorintoL’impiantarsi della Chiesa a Corinto attraverso l’opera di Paolo, perquanto sostenuta dalla fecondità dei molteplici doni dello Spirito,esige ancora un progressivo cammino di purificazione. Il coraggiosoannuncio del Vangelo ha bisogno della pazienza di una successivacatechesi che lo faccia penetrare nei vari contesti di vita. Paolo ècostretto ad affrontare, insieme a considerevoli fatiche fisiche e teo-logico-intellettuali, problematiche morali e ecclesiali molto diverse

da quelle che doveva affrontare la Chiesa di Gerusalemme. Egli deve confrontarsi a fondocon una cultura e una mentalità che non è quella ebraica da cui proviene. Deve calare il Vangeloche anch’egli ha ricevuto (cap. 15, 3), al quale deve rimanere assolutamente fedele e che deve es-sere mantenuto “come ve l’ho annunciato” (cap. 15, 2), dentro una cultura e una mentalità chepretende di far convivere la fede cristiana con uno stile di vita pagano. La vita dei greci era im-postata sul motto: “tutto è lecito” (cap. 6, 12). I neo-convertiti, avendo scoperto l’amore di Gesù,ritenevano fosse importante credere che è solo Lui che salva, ma sostenevano che il modo in cuipoi concretamente vivevano non avesse nulla a che vedere con la fede in Gesù e che, quindi, tuttofosse lecito. Affermavano “importante è credere, come noi viviamo è invece affare nostro privato,su cui la fede non ha nulla da dire”.Pensando così, nella Chiesa diCorinto alcuni giungevano ad-dirittura a vantarsi di compor-tamenti immorali qualil’incesto (cap. 5) o il libertini-smo sessuale (cap. 6). Si ve-niva meno alla carità verso ipoveri, si celebrava male l’eu-caristia, si dubitava della re-surrezione dei morti: tutto ciònon solo rischiava di renderevana la predicazione di Paolo,ma svuotava la novità evange-lica dell’amare come lui,Gesù, ci ha amato. Si era difronte a una Chiesa che rischiava sia di adeguarsi alla mentalità del mondo circostante senza ac-cettare fino in fondo la novità del Vangelo sia di ridurre la fede a riti. Non si era ancora compresoche la fede richiede anche uno stile di vita che si ispira a quello di Gesù, sapendosi distanziare, senecessario, dal modo di pensare del mondo circostante. Paolo scrive ai cristiani per chiarire i gravierrori in cui stanno incorrendo. Richiamandosi alla autorità di apostolo, ricevuta da Gesù stesso,afferma che non insegna idee sue, ma la volontà di Dio. Le fatiche pastorali e missionarie di Paolosono ben delineate nella sua lettera. La prima fatica che egli ha dovuto affrontare è stata quelladel primo annuncio del Vangelo a pagani che erano immersi nell’idolatria e nell’edonismo. Maora c’è una seconda fatica che deve affrontare, ed è la maggiore. Essa consiste nel far comprendereai convertiti valori cristiani che non avevano ancora acquisito: il valore e la dignità di ogni essereumano, anche nella sua corporeità e nella sua sessualità, il valore del matrimonio, il valore del-l’unità e della carità, il valore di essere Chiesa, comunità radunata nella carità. Paolo insegna loroche Gesù ci dona anche una ben precisa visione dell’essere umano come figlio di Dio, il qualedeve amare se stesso e il proprio corpo e vivere relazioni corrette anche con il proprio coniuge.Essere in Gesù comporta anche un certo modo di essere Chiesa e di far parte della società civile.L’apostolo spiega ai Corinti che il corpo dell’uomo è creato da Dio nell’unitarietà dell’essereumano che è fatto di corpo e spirito; che il matrimonio è parte del progetto di Dio sull’uomo esulla donna che ci ha creati nella dualità sessuale; che i vari doni che caratterizzano ogni singoloessere umano provengono dall’unico Dio ... Tutto ciò non può non portare, da una parte, a rico-noscere la grandezza dell’amore di Dio e, quindi, ad esserne a Lui grati, ma, dall’altra parte, deveportare anche a comprendere la necessità di accogliere e vivere tutto ciò secondo il piano di Dioe non secondo prospettive individualistiche e/o edonistiche che di fatto distruggono la persona, lerelazioni e il senso stesso di essere Chiesa di Dio, corpo indiviso di Cristo.

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Domenica 26 Ottobre la comu-nità di Ripatransone con gioiaha vissuto la visita del suo pa-store Mons. Carlo Bersciani cheha amministrato, durante la Ce-lebrazione Eucaristica domeni-cale delle ore 11, il sacramentodella Confermazione a quindiciragazzi della parrocchia. Quest’anno per la prima volta leCresime sono avvenute nelmese di Ottobre, cosa che ha permesso di vivere un momento di ritiro agli inizi di Settembre perpoi continuare con gli altri appuntamenti preparatori del catechismo e vivere l’anno pastorale inseno alle attività della parrocchia, evitando l’interruzione delle vacanze estive. Il Duomo di Ripatransone era festosamente addobbato, ma più ancora il clima era reso gioiosodalla trepidazione di questi ragazzi che si apprestavano a ricevere l’effusione dello Spirito Santo,contornati dall’affetto delle proprie famiglie. Il Vescovo nella sua omelia ha tenuto ad esortare igiovani ad essere lieti e consapevoli dell’importanza dei doni che stavano ricevendo e a sapernefare tesoro. Al termine della celebrazione le catechiste Orlanda Sabatini e Francesca Ciabattoniassieme al Vice Parroco Don Gian Luca Rosati hanno ben pensato di fare omaggio a ciascuno diuna piccola pergamena ricordo di questo giorno che sicuramente resterà impresso per l’emozionenelle loro menti. Non è mancata la presenza affettuosa dei due parroci emeriti Don Domenico Vi-telli e Don Antonio Capriotti, felici di vivere questo momento di grazia assieme alle giovani leveripane cui va l’augurio di mettere presto a frutto i propri talenti nel cammino personale e comu-nitario. Silvio Giampieri

Don Vincent Ifeme Direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo (prot. n. 46/2014)Don Luca Rammella Responsabile delle Case per Ferie di Foce e S. Lorenzo (prot. n. 47/2014)Don Stefano Iacono Assistente spirituale dell’Associazione Sportiva Sambenedettese Calcio

(prot. n. 48/2014)Diac. Giovanni Vai Collaboratore parrocchiale nella Parrocchia Sacro Cuore di Gesù in Cen-

tobuchi (prot. n. 49/2014)Il Sig. Fernando Palestini Direttore dell’Ufficio delle Comunicazioni e della Cultura (prot. n.52/2014)Il Sig. Franco Veccia Direttore dell’Ufficio di Pastorale Sociale (prot. n. 53/2014)Padre Agostino Maiolini Membro del Consiglio Presbiterale Diocesano (prot. n. 54/2014).

Il Vescovo ha nominatola Commissione diocesana per l’Arte Sacra e i Beni Culturali (prot. n. 50/2014):

Mons. Vincenzo Catani Presidente della Commissione

Mons. Federico PompeiDon Giorgio CariniProf. Paolo AnnibaliProf. Francesco CanestrariArch. Maria Rita Fiori Segretario della Commissione

Dott.ssa Paola Di Girolami

Il Vescovo ha inoltre designato i Delegati della Diocesi al prossimo Convegno Ecclesiale Nazionale Di Firenze (prot. n. 51/2014):

Don Giuseppe GiudiciAdamo di GiacintiSabatino di SerafinoAlessandra MastriChiara Verdecchia

NOMINE e DECRETIIl Vescovo S.E. Mons. Carlo Brescianiin data 1° novembre 2014 ha istituito

il Fondo di Solidarietà Diocesano tra le Parrocchie della Diocesi(prot. n. 45/2014)

e ha nominato

ALLA SCUOLA DEL VANGELO PER CRESCERE NELL’AMICIZIA DI CRISTO

Si è riaperta la catechesi parrocchiale per le Parrocchie del centro e delle frazioni montaltesi.

Anche per le Parrocchie montaltesi del Capoluogo, di Patrignonee di Porchia si sono riaperte le porte della catechesi in questonuovo Anno pastorale, già inaugurato da alcune settimane dal no-stro Vescovo Carlo. I bambini ed i ragazzi, dalla seconda elemen-tare fino alla prima classe della scuola media, si sono ritrovati,insieme ad alcuni genitori, nel pomeriggio di Sabato 11 ottobre u.s., raccogliendosi in un primo momento, in un clima festoso echiassoso, sotto il grande portico della Basilica Concattedrale diMontalto. All’invito del Parroco hanno fatto ingresso in chiesa,dove, aiutati dalle più giovani tra le Catechiste, hanno effettuatouna breve prova di canto, prima di dare inizio alla snella ma si-gnificativa celebrazione, prevista dalla liturgia proprio all’iniziodi un nuovo anno di Catechesi parrocchiale per tutte quelle com-ponenti ecclesiali (ragazzi, Famiglie, Catechisti) che ne entrerannoa far parte. Nel canto i partecipanti alla preghiera hanno manifestato la loro gioia dell’incontro ilSignore, rinnovando poi la loro appartenenza alla Comunità cristiana attraverso una memoria delSacramento del Battesimo. Nel canto hanno accolto il Vangelo del Seminatore, parabola davveroazzeccata per spiegare ai più piccoli il prezioso frutto portato da chi accoglie la Parola che il Si-gnore semina nei cuori degli uomini, pregando poi per le diverse necessità della Chiesa e delmondo. Prima della conclusione il Parroco ha invocato su tutti i presenti una speciale benedizione,ed ha chiamato vicino a sé le Catechiste presenti per benedirle in particolar modo, e consegnarenelle loro mani il libro delle Sacre Scritture, come segno e gesto di mandato e di missione tra ipiù giovani della Parrocchia. Non è mancato il momento di festa e di gioco, sulla piazza della no-stra bella Basilica, dove si è fatta un po’ di animazione e di sana confusione, consumando tutti in-sieme per merenda gli ottimi dolci che mamme e catechiste avevano provveduto in misuraabbondante per tutti. Così da ora, ogni Sabato pomeriggio, i diversi gruppi, cinque in tutto, si ri-troveranno nei locali del Seminario vescovile per stare col Maestro Gesù ed approfondire la co-noscenza e l’amicizia con Lui, in attesa che anche i più grandi, dalla seconda media in su, inizinoil loro percorso di preparazione al Sacramento della Confermazione. lauretanum

rIPATrANSONE

L’EMOZIONE VISSUTA IN OCCASIONE DELLE CRESIME

Una larga partecipazione difedeli ha colmato la Basi-lica Concattedrale di Mon-talto nella tarda mattinatadi Domenica 26 u. s., per latradizionale Celebrazioneeucaristica di rendimentodi grazie a Dio per il donoche è stato come ogni annoil Pellegrinaggio nazionalea Lourdes. L’Unitalsi dio-cesana, col presenza delsuo Presidente, di molteDame e Barellieri, di un gruppo di ammalati, portaticoi mezzi della stessa associazione fino alla piazzaantistante la Concattedrale, e di numerosissimi pel-legrini, si è raccolta così in preghiera sentita e fra-terna. Dapprima con la recita del Santo Rosario, inpreparazione alla Santa Messa, anche per far rie-cheggiare nel cuore di ciascuno quelle preziose oredi meditazione personale e di silenzio orante pas-sate davanti alla Grotta benedetta di Massabielle, illuogo delle Apparizioni mariane tra i Pirenei; e poicon la Concelebrazione presieduta dal Parroco donLorenzo e compartecipata da don Luciano Paci, conl’aiuto solenne del Coro parrocchiale e dei nume-rosi Ministri e ministranti, che hanno prestato il loroprezioso servizio di animazione liturgica. Nell’omelia il celebrante, prendendo spunto dallapreziosa Liturgia della parola del giorno, ha tratteg-giato come il servizio al prossimo, specialmente

quando questi è malato, èespressione autentica dellavicinanza di Cristo ai pic-coli, e concretizzazionedella sua legge di amore,compendiata nel duplicecomandamento della Ca-rità. Al termine della Cele-brazione non è mancatol’atto di affidamento allaVergine ed il canto tradi-zionale dell’Ave Maria diLourdes, per rinnovare,

nella comune commozione, il sentimento di devo-zione filiale verso la Madre celeste di noi tutti.Quindi per i partecipanti alla giornata unitalsianadel ‘dopo-Lourdes’, il prosieguo si è svolto pressoil Ristorante “Verde Quiete” di Montalto, dove, as-sieme alla condivisione del pranzo, nel colloquio enella fraternità, si sono rinsaldati i vincoli di ami-cizia e di solidarietà reciproci, rivivendo anche inun video predisposto appositamente per la circo-stanza, i momenti del Pellegrinaggio, colti nellaloro immediatezza e spontaneità. L’appuntamentoè ora fissato per tutti, sempre a Montalto, nel pros-simo mese di novembre, nella Parrocchia di SanPietro Apostolo in Contrada Lago, per la tradizio-nale castagnata d’autunno, ancora nella gioia enella distensione dello stare insieme come famiglia.

lauretanum

CONSUETA CELEBRAZIONE DEL ‘DOPO-LOURDES’ A MONTALTO

La Concattedrale sistina ha accolto i numerosi pellegrini del Pellegrinaggio nazionale 2014.

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

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(foto Enrico Giampieri)

AVVISOPERCORSO DI VITA E DI FEDE CON GLI SPOSI CHE VIVONO

IN SITUAZIONE DI SEPARAZIONE, DIVORZIO E NUOVA UNIONE.Domenica 9 NOVEMBRE si svolgerà il secondo incontro del PERCORSO DI VITA E DIFEDE CON GLI SPOSI CHE VIVONO IN SITUAZIONE DI SEPARAZIONE, DIVOR-ZIO E NUOVA UNIONE presso l’Oratorio della parrocchia S. Antonio di Padova dalle15,45 alle 18,00. Relatore per questo incontro sarà il nostro Vescovo Carlo. Tutti gli altri appuntamenti, di questo percorso, si svolgeranno, come da calendario diocesano,presso il Centro Pastorale in via Pizzi n° 25 la prima domenica di ogni mese, nello stesso orario.Il gruppo Orchidea attende tutti quelli che, vivendo le situazioni indicate, vorranno partecipare.

Ufficio di Pastorale Familiare

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7Anno XXXI 9 Novembre 2014 PAG

Con il patrocinio di In collaborazione con

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Anche le parole possono uccidere.No alla discriminazione. L’altro è come me.

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Con il patrocinio di In collaborazione con

Domenica 19 ottobre i gruppi di preghiera di S. Pio da Pietrelcinadi San Benedetto del Tronto: “Madonna del Santissimo Sacra-mento”, Parrocchia di San Giuseppe e di Centobuchi, Parrocchia“Regina Pacis”, insieme al coordinatore spirituale diocesano P.Diego Musso hanno organizzato un pellegrinaggio a San Gio-vanni Rotondo e a Monte Sant’Angelo per vivere insieme un’in-tensa giornata di preghiera.E’ un pellegrinaggio che P. Diego organizza ogni anno, ma si“scende” sempre volentieri perché i pellegrinaggi guidati sonosempre così “particolari”, così “nuovi” e soprattutto così gene-ratori della nostra anima la quale, se non si alimenta, si impove-risce, soffre, si ferma e infine muore. Il fine dei pellegrinagginon sta soltanto nella grazia di visitare i luoghi e conoscere lavita di un Santo, quanto attraverso di lui riconciliarsi con Cristoe con la Chiesa. Si va a venerare S. Pio perché tutti noi vogliamoincontrare Gesù, ma quali sono gli insegnamenti da trarre dallavita del Santo di Pietrelcina? E’ necessario imparare ad affidarci alla bontà e alla volontà diDio; imparare a pregare con semplicità il Signore perché inter-venga nella vita delle persone che gli raccomandiamo; impararel’obbedienza e l’amore verso la Chiesa anche quando ci costasofferenza; imparare a vivere il nostro essere cristiani nella vo-cazione che abbiamo ricevuto, giorno dopo giorno, secondo ciòche il Signore ci chiede. Appena giunti a San Giovanni Rotondoci cattura l’attenzione l’imponente struttura della Basilica Supe-riore che, in Italia, per grandezza è la seconda dopo San Pietro. La Chiesa è di per sé stessa un’opera d’arte: porta la firma del-l’architetto Renzo Piano che ha conferito alla nuova Chiesa ungrande valore artistico per le scelte architettoniche, innovativema sempre nel rispetto della simbologia cristiana. Con l’iniziodella Santa Messa ci siamo messi in ascolto della Parola di Dio. Per San Pio la messa ha un valore “infinito come Gesù”. Il Celebrante ha parlato dell’importanza e del significato del pel-

legrinaggio che non puo’ essere confuso con una gita. E’ molto di più. Andare in pellegrinaggio significa piuttosto uscire da noi stessiper andare incontro a Dio là dove Egli si è manifestato, là dovela grazia divina si è mostrata con particolare splendore. In questo senso l’uomo è sempre in cammino, è alla ricerca dellaverità e il movimento che si esprime esteriormente si deve unireal cammino verso la trascendenza. Il messaggio dell’omelia ar-riva chiaro ai nostri orecchi: non si può essere buoni cristiani senon siamo buoni cittadini del nostro Paese. Doveri religiosi ecivili sono legati tra loro. Gesù ci chiede di essere coerenti nellavita: vuole una lealtà civica verso lo Stato ma soprattutto fedeltàa Dio. Essere buoni cristiani era il motto programmatico di SanPio. Al termine della celebrazione della Santa Messa ci resta deltempo libero per visitare e pregare nei diversi luoghi del Santua-rio. Dopo aver fraternamente condiviso il pranzo ci rechiamo inpullman a Monte Sant’Angelo, a circa mezz’ora da San GiovanniRotondo. Monte Sant’Angelo è uno dei luoghi consacrati all’Ar-cangelo Michele, insieme alla Sacra di San Michele in Val diSusa e Mont Saint Michel in Normandia. Anche S. Pio è uffi-cialmente andato una volta al santuario di San Michele, eglistesso dedica a questo avvenimento un accenno nel suo Episto-lario. “Che l’angelo ti accompagni” spesso augurava il Padre alpellegrino in procinto di lasciare il convento. Sul rapporto di S.Pio con gli angeli sono stati scritti diversi libri. Il Padre haspesso inculcato nell’animo dei suoi numerosi figli spirituali ilculto verso l’Arcangelo per poter superare le discordie familiarie per ottenere il trionfo sulle tentazioni del maligno.Il nome Michele significa “chi è come Dio” (qui ut Deus), cioècolui che agisce per conto di Dio. E’ il combattente (raffiguratocon la lancia o la spada in mano), colui che ha sconfitto le forze del male vincendo la lotta con Lucifero quando questi si ribellòa Dio. Visitiamo quindi lo splendido Santuario. Nell’atrio, su una

lapide in alto, si legge la se-guente epigrafe: “terribilis est

locus iste” cioè “questo luogoincute rispetto” ed ancora “Hic

domus Dei est et porta coeli”cioè “qui è la casa di Dio e laporta del cielo”. La frase è trattada un versetto biblico in cui siricorda la visione di Giacobbedella scala che saliva al Cielo.Quindi non solo la frase vienescritta sugli ingressi degli edi-fici religiosi per incutere timore,

ma anche e soprattutto per indicare, rimandando alla visione diGiacobbe, che da qui inizia la “scala” (o il “cammino”) che con-duce al Cielo. All’interno del Santuario ci attende una guida checon una esaustiva spiegazione ci descrive minuziosamente lagrotta, la sua storia, il suo significato e la sua importanza. Per-correre la scalinata del Santuario ha significato compiere un per-corso introspettivo. Discendere quella scala fin nelle viscere della terra ci ha fatto ri-cordare quanto sia duro toccare il fondo del nostro peccato, maquanto più sia gioioso risalirvi pentiti e purificati, secondo le pa-role che lo stesso San Michele proferì nella sua prima appari-zione del 490: “la caverna è a me sacra … Là dove si spalancala roccia possono essere perdonati i peccati degli uomini. Quelche sarà qui chiesto nella preghiera sarà esaudito”. Dopo unalunga fila possiamo finalmente entrare nella chiesa-grotta re-stando ammirati per la sua bellezza, per l’armonia con cui si fon-dono gli elementi naturali della grotta con quelli architettonicidella Chiesa che vi è costruita a completamento. Vi è una bellissima statua di San Michele scolpita nel marmobianco di Carrara e collocata sull’Altare delle Impronte. Sotto la statua di San Michele posta sull’altare della Grotta è cu-stodito l’altare originale in pietra, dove è impressa un’improntaattribuita all’Arcangelo Michele, segno della sua personale con-sacrazione e custodia del luogo come è attestato nelle fonti sto-riche. Qui ognuno di noi ha lasciato una preghiera, un pensiero,un problema …. Poi riemergiamo dalla Grotta abbandonandol’atmosfera spirituale che si respira in essa e percorriamo qualchevietta di Monte Sant’Angelo comprando dolcetti locali e ricor-dini. L’orologio segna le 18,00 ed è ora del rientro. In pullmantutti eravamo stanchi ma ancora capaci di ascoltare alcune testi-monianze di fede. Sicuramente un attimo prima di addormentarcitutti noi a casa abbiamo riassaporato questo viaggio dello spirito,viaggio di trasformazione, di riscatto, di richiesta e di preghiera.Grazie P. Diego! Barbara

AGENZIA GENERALE DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

Agente Generale Cinzia AmabiliVia F. crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101

#MIGLIORISIPUÒ

ANCHE LE PAROLE

UCCIDONO

Vogliamo dire “No alla discriminazione”,

ad alta voce. Unisciti a Famiglia Cristiana,

Avvenire, Armando Testae ai giornali cattolici.

Condividi la tua testimonianzacontro la discriminazione,

raccontaci la tua esperienza.

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CONTRO LA

DISCRIMINAZIONE

PELLEGRINAGGIO A SAN GIOVANNI ROTONDO E MONTE SANT’ANGELO

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8 Anno XXXI 9 Novembre 2014PAG

Il Movimento dei corsi di Cristianitàdella Diocesi della nostra città sta pervivere una nuova esperienza con la ce-lebrazione del 67° corso donne che siterrà dal 13 al 16 novembre p.v. nellasede storica del Movimento: l’OasiSanta Maria ai Monti di Grottam-mare.Lequipe presieduta dalla rettrice AuroraVAGNONI e dall’Animatore SpiritualeP. Renato PEGORARI, coadiuvato dadue giovani sacerdoti Don Luca RAM-MELLA e Don Roberto TRAINI, ha ul-timato la preparazione e Domenica 09in occasione della giornata di ritiro al-l’Oasi predetta, durante la Santa Messadel pomeriggio riceveranno ufficial-mente il mandato per la evangelizza-

zione delle sorelle che parteciperannoal corso. Il corso, che avrà inizio alleore 18.00 del 13, si concluderà alle ore21.00 di Domenica 16 al teatro Parroc-chiale di San Filippo Neri ove sarannoaccolti da Sua Eccellenza il VescovoMons. Carlo Bresciani, dai familiaridei partecipanti al corso e dalle sorelleed ai fratelli corsisti che hanno vissutola bella esperienza negli ormai cin-quanta anni di storia del movimento inItalia e nella nostra Diocesi.Coloro che desiderano partecipare alcorso ed occupare le poche camere an-cora libere, potranno rivolgersi al pro-prio parroco o telefonare perinformazioni ai numeri: 328/7329646331/7727578. Elbano

MARTINSICURO – “Un caro saluto e un abbraccio a tutti, in questabella giornata. Ringrazio il collega sindaco di Civitella del Tronto,l’Avv. Cristina di Pietro, i colleghi amministratori di Martinsicuro, rin-grazio tutte le associazioni, il centro anziani, le maestre, e gli amicidella stampa”. E’ così che Paolo Camaioni, sindaco di Martinsicuro,con grande emozione, ha consegnato alla cittadinanza la strutturadell’asilo nido Primula, sottoposta negli ultimi mesi a lavori di am-pliamento fortemente voluti dall’Amministrazione comunale. La strut-tura venne inaugurata nel 2007. Successivamente l’AmministrazioneComunale partecipò ad un bando regionale di assegnazione di fondiPAR FAS 2007 – 2013 ai sensi della D.G.R. n. 458 del 24 Agosto2009. Inizialmente il progetto non si classificò tra quelli meritevoli difinanziamento; subito dopo l’insediamento dell’AmministrazioneCamaioni, per effetto dello scorrimento della graduatoria, venneroconcessi i finanziamenti: “Per cui abbiamo serrato le fila del nostrolavoro – ha ricordato il sindaco di Martinsicuro – per disporre, ap-punto, l’ampliamento di questa struttura attraverso la costruzione di unanuova ala. Forzando le tappe, siamo arrivati a Dicembre del 2013 avendoapprovato sia il progetto preliminare in giunta, che il progetto esecutivoda parte del Responsabile dell’Ufficio Lavori pubblici e quindi c’è statoaccordato questo finanziamento di 230.000 Euro che abbiamo ovvia-mente rimpinguato, perché ogni finanziamento sovracomunale richiedesempre una compartecipazione da parte del comune, con 71.000 Europrovenienti dalla rimodulazione di un mutuo contratto in passato per laristrutturazione del ex Cinema Ambra con un progetto ritenuto dalla no-stra Amministrazione non idoneo al contesto in cui la struttura si trova,oltre che eccessivamente oneroso, e per tale ragione l’iter è stato inter-rotto e le somme disponibili destinate alla realizzazione di interventi nonpiù rinviabili su altre importanti strutture comunali. In definitiva, il pro-getto complessivo è stato pari a 301.600 Euro. A fine 2013 è stata esple-tata la gara d’appalto: la consegna del cantiere è avvenuta lo scorsoFebbraio, l’inizio dei lavori a Marzo; la ditta aggiudicataria ed esecutriceè stata Di Teodoro Costruzioni di Teramo. I lavori sono stati seguiti congrande costanza dalla nostra Amministrazione Comunale in quanto cre-diamo molto in tutte quelle che sono le opere al servizio del migliora-mento e della fruizione formativa escolastica, come dimostra anche l’opera dirimozione dell’amianto e della sostituzionedel tetto presso la Scuola Media CristoforoColombo di Martinsicuro. La riconsegna diquesti lavori è avvenuta l’8 ottobre; pochigiorni fa è stato effettuato il collaudo e oggisiamo estremamente soddisfatti di conse-gnare alla collettività una struttura rivisitatae sicuramente più fruibile che porterà il nu-mero degli ospiti da 32 a 40. Ricordo che sitratta della sezione Primula che accoglie ibimbi dai 12 ai 36 mesi”. “Dopo aver avutomodo in questi due anni e mezzo di inau-gurare strutture e servizi che sono serviti amigliorare la vivibilità principalmente diutenti adulti oggi l’emozione e la soddisfa-zione dell’Amministrazione Comunale – haconcluso il primo cittadino – risiede nel

fatto che consegniamo alla collettività un’opera utile per i piccoli citta-dini, che rappresentano il nostro futuro, un’opera fortemente voluta datutto il gruppo consiliare e da tutta la giunta. Un rin-graziamento particolare va all’Assessore ai LavoriPubblici, Andrea d’Ambrosio ed all’Assessore al-l’Istruzione Giulio Eleuteri che hanno seguito l’evol-versi di questi lavori di ampliamento in manieracostante, competente e quasi febbrile, secondo unmodo di agire che rappresenta il marchio di fabbricadella nostra Amministrazione”. Il Comune di Mar-tinsicuro gestisce l’asilo Nido Primula grazie ancheai fondi che quest’anno la Regione Abruzzo ha in-teso riproporre. Si ricorda che la gara per la gestionedella struttura è stata vinta dalla Cooperativa “I Gi-rasoli” di Roseto degli Abruzzi. La struttura si trovain una zona tranquilla e forse tra le più belle dellacittadina e vi sono già delle iscrizioni in coda con ri-chieste provenienti anche da fuori comune.

Chiappini Janet

Martinsicuro, inaugurata la struttura dell’asilo nido Primula

Cursillos di Cristianità in Italia " Movimento di Evangelizzazione "

Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto COORDINAMENTO DIOCESANO

ORGANIZZA:

67° Cursillos di Cristianità - Donne Dal 13 al 16 Novembre 2014

Oasi Santa Maria ai Monti Grottammare

Chiusura: Domenica 16 Novembre 2014 - Ore 21,00 Teatro Parrocchiale di San Filippo Neri

Adesioni: E-mail: [email protected] Dal tuo Parroco. Oppure: 328.7329646 / 393.4635374 / 331.7727578

San Benedetto del Tronto Chiesa di San Pio X. Venerdì, 26 Settembre 2014 - Ore 21,15.

Acquaviva Picena Chiesa di San Nicolò. Venerdì, 10 Ottobre 2014 - Ore 21,15.

Martinsicuro Chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Venerdì, 17 Ottobre 2014 - Ore 21,15.

alla Vibrata . Venerdì, 24 Ottobre 2014 - Ore 21,00. Cupra Marittima Chiesa di San Basso.

Venerdì, 7 Novembre 2014 - Ore 21,15.

CURSILLOS DI CRISTIANITA’ IN ITALIACoordinamento Diocesano di San Benedetto del Tronto

67° CORSO DI CRISTIANITà DONNE

Il 14 dicembre election day

per i quartieri La data per il rinnovo dei 16 direttivi

concordata tra Comune e Presidenti uscenti

L’election day per il rinnovo dei direttivi dei 16Comitati di quartiere della città si svolgerà do-menica 14 dicembre. L’assemblea dei presi-denti, riunitasi nel pomeriggio di lunedì inMunicipio, ha accolto la proposta dell’asses-sore alla partecipazione Luca Spadoni relativaalla giornata unica in cui tutti i cittadini resi-denti con più di 16 anni potranno recarsi aiseggi per rinnovare gli organismi di queste re-altà che rappresentano le diverse voci del terri-torio nei rapporti con l’Amministrazionecomunale. Nel corso della riunione sono statedefinite le tappe che porteranno al giorno delleelezioni. A breve tutti i direttivi comuniche-ranno la data delle rispettive assemblee pubbli-che, da tenersi comunque entro il 14 novembre,durante le quali saranno definite le modalità divoto: ogni quartiere ha infatti autonomia nel de-cidere le modalità con cui farsi rappresentare.In particolare, le assemblee potranno deciderese le votazioni si terranno in un’unica giornata,quella appunto del 14 dicembre, o se tenereaperti i seggi anche nella giornata del sabato eil numero dei membri del direttivo da eleggere(da un minimo di 5 ad un massimo di 11). La successiva scadenza sarà quella del 24 no-vembre, data entro la quale dovranno esserepresentate, ai Direttivi uscenti o in Comune, lecandidature. Sarà eletto presidente colui cheavrà ottenuto più voti tra i candidati inseriti inun’unica lista. Il Comune, come sempre, sup-porterà i Comitati nella fase di avvicinamentoal voto pubblicizzando di volta in volta le variescadenze.“L’auspicio – dice infatti l’assessoreSpadoni - è che i cittadini non si lascino sfug-gire questa importante occasione per interve-nire direttamente nelle scelte pubbliche cheincidono sulla vita della comunità”. Ricor-diamo che, affinché le elezioni siano valide, do-vranno recarsi al voto almeno il 10% degliaventi diritto.

La Supercastagnata di Ripatransonecompie il suo primo quarto di secolo

Domenica 26 Ottobre a Ripatransone ha avuto luogo

la Supercastagnata arrivata quest’anno alla sua

venticinquesima edizione. Il traguardo del “quarto

di secolo” è stato possibile grazie all’impegno in-

defesso dell’associazione (“la castagnata” appunto,

presieduta da Mauro Partemi) che la promuove,

dalla imprescindibile collaborazione dell’Ammi-

nistrazione Comunale durante questi anni, e della Pro Loco. Ha

contribuito al successo anche il fatto che questo appuntamento si

sia consolidato nelle abitudini di tante persone provenienti anche

dall’hinterland, richiamandole nella cittadina per gustare caldar-

roste, dolci e vino nuovo. Da sottolineare quest’anno la presenza

dell’AVIS Comunale di Ripatrandone che in un apposito punto in-

formativo in piazza ha presentato un docufilm “Cinquanta dei no-

stri anni” che racconta la storia dell’associazione, essendo da poco

occorso il cinquantesimo (1963 -2013) di presenza di questa asso-

ciazione sul territorio ripano. Presente come di consueto anche la

Croce Azzurra di Ripatransone-Cossignano che in questa occa-

sione promuove la raccolta fondi per autofinanziarsi attraverso la

realizzazione di giochi popolari, che hanno riscosso come sempre

un buon successo. Tradizionale anche la temperatura un po’rigida

che non ha scoraggiato i tanti avventori dal gustare le castagne de-

clinate nelle varie forme tra pietanze dolci e salate, il tutto accom-

pagnato da Vin brulè alla ripana e dall’immancabile musica dal

vivo in piazza Ascanio Condivi. Per accontentare tutte le esigenze

c’è stata la possibilità di visitare i musei della città in apertura stra-

ordinaria, per chi gradiva associare al turismo enogastronomico

un momento culturale. Silvio Giampieri