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Marzo-Aprile-Maggio 2015 9OK_Gabbia impaginato 24/02/15 17:10 Pagina 1

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9 Editoriale: disegniamo il nostro futuro di Ivio Barlettani 10 Cevital merci, merci beaucoup di Luca Goerg12 Oggi parlo io…14 La finestra di Giampaolo Talani15 Fesso chi legge di Fabio Canessa16 Elezioni: si affilano le lame di Fiorenzo Bucci18 Cadelago, imprenditore di successo di Luca Goerg24 Fatti & persone (Porto: in arrivo 20 milioni) 25 Fatti & persone (Astorino in Legacoop)26 Fatti & persone (I 70 anni della Coop)27 Fatti & persone (Pubblica Assistenza)28 Silvia Velo, la donna del mare di Luca Goerg30 Cevital, ventata di ottimismo di Mirko Lami31 Intervista a Pasquinelli del M5s di Luca Goerg32 Fedeli, politica senza proclami di Francesca Barone34 Carletti & Mussi, fuoriclasse con i nostri trofei35 Speciale Personaggio dell’Anno40 Relax di Paolo Pachi41 La bottega vintage del “fratino” di Francesca Barone 42 Il gas della bellezza di Riccardo Vigetti42 Rafforzare le nostre difese di Allegra Ciaponi43 In cucina: tortino di carciofi di Simona Grossi43 In giardino: voglia di ortensie di Simona Grossi44 Sergio Signori e le sue foto di Pierluigi Galassi46 La magia dell’Arte di Daniele Toncelli48 Franco Parietti, un galantuomo di Luigi Cappelli50 Miscellanea51 Il ciuccio di Enzo Biagioni52 Mani in pasta da tre generazioni di Francesca Barone54 Rugby Piombino: hip hip hurrà! di Emilio Guardavilla56 In libreria di Emilio Guardavilla58 Luca Leonetti e i suoi disegni di Daniele Toncelli59 La sassaiola di Viareggio di Franco Biegi60 La parola ai lettori 61 La festa della donna di Giuseppina Toncelli62 I naufragi nell’Arcipelago Toscano (4) di Emilio Guardavilla

Anno 53 - n. 24marzo - aprile - maggio 2015

Periodico trimestraledi informazione,attualità, cultura

Direttore responsabileIvio Barlettani

[email protected]

Coordinatore redazionaleStefano Sanna

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Marketing-pubblicitàUmberto Maria [email protected]

Direzione, redazione, pubblicitàCorso Italia 95 - Piombino

[email protected] 0565 32843 - Fax 0565 474572

334 3378121Registrazione Tribunale Livorno

n. 167 in data 4/7/1962 r.s.Sped. abb. post. 70% DCB Livorno

Poste Italiane SpaEditore e pubblicità

Costa Etrusca ComunicazioneGrafica e impaginazione

Opus PiombinoStampa

Rotative RomaneTivoli Terme (Roma)

Gli articoli firmatio con pseudonimo riflettono

unicamente le opinioni dell’autoreChiuso in tipografia,

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editoriale

di Ivio Barlettani

È giunta l’ora delle de-cisioni importanti peruscire definitivamenteda quel tunnel che –fino a poco tempo fa –sembrava non aver sboc-co. Dopo le delusionidi annunci faraonici deltutto disillusi dal pessimoKhaled oggi abbiamoun gruppo industrialeserio che intende inve-stire nel nostro territorio.Sembra quasi che debba

avere la bacchetta ma-gica: tutto e subito perònon è possibile. Se Cevital ha investitoin Spagna e in Francia,raggiungendo ottimi ri-sultati, perché dovrebbefare male proprio quida noi? E se viene presodel tempo per fare ul-teriori valutazioni im-portanti, questo non si-gnifica che non abbianole idee chiare. È neces-sario naturalmente farrispettare l’accordo di

programma e vigilaresu tutte le operazioniche seguiranno con unaperfetta cabina di regia. Abbiamo voluto pub-blicare il pensiero diMirko Lami, segretarioregionale Cgil, in meritoalla eventuale riaccen-sione dell’altoforno cheCevital starebbe valu-tando.In città si sono scatenatefazioni favorevoli e con-trarie. La dialettica èstata vivace. Importante

comunque, aldilà delleparole e delle idee, la-vorare tutti insieme: sin-dacati, azienda e istitu-zioni affinchè si trovila soluzione miglioreper il futuro del polo si-derurgico. Tante lotte per arrivarefino ad oggi. Il futurova scritto tutti insieme:non facciamoci trovareimpreparati. Ora più chemai dobbiamo saperedisegnare la strada dellaPiombino che sarà.

Disegniamo insieme il nostro futuro

Costa Etrusca è distribuitogratuitamente. Le primecopie vanno agli studentie agli insegnanti dellenostre scuole. È inviato atutti i vecchi abbonati sparsinel mondo. È possibile tro-varlo nei centri di maggioreaggregazione sociale, nelleprincipali edicole del ter-ritorio e in tutti i punti ven-dita Unicoop Tirreno e nellefiliali della Banca di CreditoCooperativo di CastagnetoCarducci.

Non vogliamo sostituirci a nessuno.L’informazione è ormai veicolatada una molteplicità di strumenti,tanti che talvolta ci si può smarrire.La nostra aspirazione è quella didare un contributo di approfondi-mento e di riflessione sui moltiproblemi del nostro territorio.

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di Luca Goerg

Mister Rebrab sorri-de. È in piazzaVerdi a Piombino.

Abbraccia un cartello che loringrazia per aver investitosul nostro territorio. Questaè la foto scattata da MirkoLami, segretario di Cgil To-scana, che ha fatto il giro delmondo. In poco tempo l’im-magine, inserita sui princi-pali social network, è statacondivisa da moltissimiutenti. Il magnate, dopoaver notato uno dei cartelliallestiti da Costa Etrusca, hachiesto che gli fosse scattatauna foto simbolica da man-dare in Algeria per metterlasul sito aziendale. Dalla sua il direttore Ivio Bar-lettani dopo l’accaduto ha di-chiarato all’Ansa: «A seguitodelle grandi lotte per salvarelo stabilimento e della firmaper l'acquisto della Lucchinici è sembrato doveroso, anome dei nostri lettori e dellacittà, ringraziare Issad Rebrab.Ora è il momento di tenereancora viva l'attenzione suPiombino – ha concluso Bar-lettani –, affinché dalle belleparole si passi ai fatti».Esattamente un anno fa, marzo2014, Costa Etrusca ha pre-sentato ai suoi lettori una co-pertina simbolica: l’immaginedel nostro porto con i lavoridi ampliamento avviati, unacolata d’acciaio e il relittodella Costa Concordia ancoratoall’isola del Giglio. Il nostrobuon auspicio riportava a tutta

pagina: «Acciaio, porto, Con-cordia: tris vincente». A di-stanza di un anno il tris vin-cente si è rivelato un bis vin-cente. Meglio di niente. Infatti,se il sogno di portare la Con-cordia nel nostro porto si èvolatilizzato a favore di Ge-nova, acciaio e porto invecesono possibilità concrete.Ma fino a questa estate nientesembrava concretizzarsi al-l’orizzonte per il nostro ter-ritorio. Piombino era spacciata.La situazione tragica. La co-pertina estiva di Costa Etrusca,firmata da Francesco Masan-gui, non riportava allegre fa-miglie al mare e sulla spiaggiama raffigurava un operaio,padre di famiglia, che con gliocchi pieni di malinconia nonaveva il coraggio di guardarenegli occhi sua figlia. Lui conil giubbotto Lucchini, lei conla maglia con cui gli studentihanno sfilato in piazza perdifendere il lavoro dei genitori.Sullo sfondo l’altoforno ormaispento. Ormai morto. Mammafabbrica ridotta a un ammassodi vecchia ferraglia.

In realtà il malessere, di cuila nostra copertina d’autoreera efficace testimone, non siè presentato nel giro di pochesettimane alle porte dellenostre famiglie. È stato ilfrutto di anni, se non decenni,di mala gestione dell’economialocale e di decisioni sbagliateprese dalla politica. Solo quando ci siamo trovaticon l’acqua alla gola e lo sto-maco che bubbolava per lafame, allora ci siamo arram-picati sui tetti, abbiamo oc-cupato i simboli della nostracittà, gli studenti sono scesiin piazza. Solo allora è statalotta e denuncia sociale. Ilmalessere e la povertà, com-plice anche la crisi economicainternazionale, hanno pesatomoltissimo e tuttora pesanoda noi più che altrove. Tuttaviacome una fenice dalle sue ce-neri Piombino e la Val di Cor-nia dicono stiano per rinascere.Dicono, perché la cassa inte-grazione c’è sempre, le dittedell’indotto arrancano o fal-liscono, i disoccupati sonotroppi e la povertà dilaga

(basta andare alla mensa divia Landi).Un anno fa, in piena campagnaelettorale, il piazzale dellaLucchini è finito sulle tele-visioni e le prime pagine na-zionali. Sul piazzale non c’e-rano solo gli operai, non sa-rebbero accorsi così veloce-mente le prime firme dei quo-tidiani e i volti noti della tv,bensì c’era la politica. BeppeGrillo, leader del MoVimentoCinque Stelle tuonava: «Siamoqui per fare il funerale a unamentalità tipica italiana, diuna politica che si è disinte-ressata, celebriamo la mortedei sindacati. Siamo in questasituazione perché voi avetecreduto a questa gente qua.La politica ha pensato di darvila speranza: è con la speranzache ve l'hanno messa nel culo.Voi non dovete più sperare.Se noi avessimo vinto le po-litiche – rivendicava Grillo –oggi avremmo il reddito dicittadinanza e voi non sarestepiù sottoposti al ricatto dellavoro. Io non sono qua perchiedere voti. Se volete, con-tinuate a votare Pd – poi il

Mamma fabbrica era morta, solo vecchia ferraglia.Al vaglio gli scenari per il rilancio dell’azienda.Il magnate e la foto che ha fatto il giro del mondo

Costa Etrusca: «Dalle parole passare ai fatti»

Cevital merci, merci beaucoup

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leader pentastellato concludevacon una frase passata allastoria –. Questo è il regnoschifoso della peste rossa. Ab-biate coraggio. Non vogliovoti da voi se credete ancoranei sindacati, nella sinistra enel vostro presidente della re-gione Rossi (…)». Dalla sua Matteo Renzi, memoredi un territorio a lui ostile (nel2012 ai sostenitori dell’attualepremier fu impedito il volan-tinaggio durante la Festa delPd), non si sbilanciò più ditanto e dopo aver dato dello«sciacallo» a Grillo fece sfumarela sua visita a Piombino.Il tempo così passava e ilnostro territorio non vedevaneanche lontanamente un se-gno di rinascita. Molti immi-grati che lavoravano da anninel nostro territorio erano giàpartiti, altri erano pronti afarlo. Anche i toscani doc da-vano un’occhiata alle offertedi lavoro al nord Italia o al-l’estero. La scritta “Piombinonon deve chiudere” sembravaun auspicio finito propriomale. Un amuleto frutto diun sortilegio da fattucchierache si era ritorto contro. Ma proprio quando un Natalemolto triste era alle porte ederavamo ancora scottati dal-l’illusione Khaled il cielosopra Piombino è tornato se-

reno. Ecco Mister Rebrab,magnate algerino. Molto di-verso dal signor Lucchini,bresciano dal braccio di ferroe dal parolaio Mordashov. Iltre dicembre in un’intervistaal sito Tout sur l'Algérie ilmanager africano ha affermato:«Possiamo ora disporre di560 ettari e di un porto re-centemente ampliato dal go-verno italiano a Piombino, dicui due banchine saranno anostra disposizione. Le uti-lizzeremo per i bisogni delcomplesso siderurgico – ha

continuato il magnate –, maanche per la piattaforma lo-gistica e per altri investimentinell’industria agroalimentarein Italia. E poi ci permetteràdi sviluppare tutta l’industriameccanica in Algeria, perl’uso di acciai speciali prodottia Piombino, dove abbiamocosì acquisito un savoir-faireche gli italiani hanno accu-mulato lungo secoli».Il ricordo di Grillo che de-nunciava la peste rossa è ormailontano. Renzi intanto gongolae annuncia nel salotto di Bruno

Vespa che comincerà un girodi ascolto in tutta Italia visi-tando le aree di crisi e di ri-partenza del Paese. Prima fratutte Piombino. Il 2015 è iniziato con questomantra: «Bisogna esportareil modello Piombino. Bisognafare come a Piombino». Loannuncia Renzi in televisione.Lo grida Franchi, presidentedella nostra provincia, con-trapponendoci a Livorno, cittàsocialmente distrutta. Lo urlail presidente Rossi in pienacampagna per la rielezionein regione. Siamo davvero di-ventati un esempio? Un mo-dello da esportare? Siamo tor-nati a essere l’isola felice? Ilavoratori e le loro famiglieoggi possono sperare. Piom-bino è pronta a tornare quelcentro industriale e d’impresadi primo piano a livello na-zionale. La ex comunista Li-vorno sogna di impregnarsidella “peste rossa” piombinese.Il Pd locale continua a risultarevincente in politica economica.Renzi ha il coraggio di tornareda noi, questa volta da vin-citore, con una utilissima pas-serella mediatica. A chi devonotutto ciò? È semplice, lo de-vono a quel Rebrab che comemanna è caduto dal cielo sulgrigiore di Piombino. MisterRebrab merci, merci beaucoup.

Slitta di un mese la fir-ma del contratto di ven-

dita della Lucchini. Cevitalha bisogno di tempo percompletare i lavori di rile-vamento per acquisire tut-te le informazioni necessa-rie sullo stabilimento. Fon-ti sindacali confermanoall’interno della fabbricapiombinese la presenza diaziende di consulenza perverificare tutte le potenzia-lità del sito produttivo. L’accordo di programma in-tanto rimane in essere e siauspica un controllo stret-to sugli ultimi sviluppi, so-prattutto intensificando ilruolo della cabina di regiaregionale affinché possagarantire il buon esito del-le trattative e il corretto

procedere dei lavori. Aferpi(questo il nuovo nome del-la ex Lucchini), al momen-to di andare in stampa, èancora incerta se andareavanti col piano originario(due forni elettrici in Padu-le) oppure rimettere in mar-cia l’altoforno oltre a unforno elettrico. Valerio Fabiani, segretariodella Federazione Pd Val diCornia-Elba, non entra sul-la questione delle scelteche spettano all’aziendaalgerina ma afferma: «Ser-ve maggiore prudenza. Pernoi è inaccettabile loscambio lavoro-ambiente»,anche se la sinistra al go-

verno di Piombino e territo-rio limitrofo non ha maibrillato per politiche am-bientaliste negli ultimi de-cenni. Pane e fumo è sem-pre convenuto a tutti aPiombino. Ma perché Rebrab compraaziende italiane, francesi espagnole? Le ragioni sonomolte, lo stesso Rebrab haaffermato: «Si possonocomprare delle fabbricheper un tozzo di pane. Conla crisi in atto in Europaesistono delle opportunitàche si possono presentareuna volta ogni secolo. Nontutti i giorni l’Europa è incrisi. Oggi siamo facilitati

nell’acquisizione di impre-se che possiedono un’al-tissima tecnologia e che cipermettono non solo di ac-quisire questa tecnologia,ma anche di sviluppare lenostre attività in Algeria.Con Fagor Brandt (multina-zionale spagnola, ndr), peresempio, ora abbiamo1300 brevetti, quattro mar-chi prestigiosi a livellomondiale e una rete di dis-tribuzione globale».Riguardo al nuovo shop-ping italiano Rebrab hapromesso di voler fare diPiombino «una stella delMediterraneo – ha poi con-cluso – non ho mai avutopaura dei fallimenti, i mieiunici fallimenti sono staticolpa del terrorismo».

Il futuro della ex Lucchini

Questa foto, scattata dal sindacalista Mirko Lami, ha fattoil giro del mondo. È stata, infatti, pubblicata su molti gior-nali e riviste internazionali. I cartelloni e la foto stessahanno suscitato anche un acceso dibattito. Una parte dicittadini non ha condiviso l’iniziativa di Costa Etrusca e inmodo particolare l’uso della parola merci.

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12 marzo - aprile - maggio 2015

Loris Marchettini, dipendente ArcelorMittal, 46 annisposato con Giovanna Simonetti, padre di due gemellidi otto anni, Gianni e Mattia.Aspirazioni:«Che i miei figli abbiano una vita miglioredella mia».La tua città: «Una città con alte potenzialità, pocosfruttate».Cosa manca a Piombino: «Mancano i locali per i gio-vani e volendo anche per persone più mature».Cosa vorresti: «Vedere una Piombino con meno degra-do e più servizi».Domanda al sindaco Giuliani: «Maggiore attenzione aldecoro urbano».Cosa auguri a Piombino: «Una ripresa in tutti i settori:industria, commercio e turismo».Due parole sulle acciaierie: «Oggi percepiamo più otti-mismo. Speriamo si risollevi tutto il polo siderurgico».Renzi: «Era partito bene, ora mi sembra un po’ borio-so».Grillo: «Lo preferivo prima».Berlusconi: «Fa sempre quello che gli pare, intoccabile».Salvini: «Meglio un giorno da profughi che un giornoda Salvini».

Oggi parlo io...Annalisa Petri, suveretana, classe ‘92, studentessa. Nipote di MichelePetri, profondo conoscitore del territorio, consigliere comunale per tantianni a Suvereto e anima del Comitato festeggiamenti che ha fatto na-scere la Sagra del cinghiale.Aspirazioni: «Crearmi una buona e dignitosa posizione economica, lavo-rativa e sociale. Anche se fare l’opinionista a Buona Domenica non misarebbe dispiaciuto».Il tuo paese: «È la casa di una grande famiglia, ci conosciamo tutti etrovi sempre qualcuno con cui far due chiacchiere!».Cosa manca in Val di Cornia: «Perché non un bel festival del Cine-ma?».Cosa vorresti? «Raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissata».Domanda ai politici? «Non ho domande da fare a nessuno».Cosa auguri al nostro territorio? «Auguro, in particolare al mio paese,Suvereto, di non dimenticare mai il proprio valore storico-culturale e dirinnovarsi senza buttare via le proprie tradizioni».Due parole sull’economia locale: «Valorizzare il Made in Tuscany».Renzi: «Genio del male».Grillo: «Si è auto definito “oltre Hitler”, perché correggerlo?».Berlusconi: «Dopo il matrimonio cambierà il cognome in Pascale?».Salvini: «Mi chiedo come faccia ad avere una vita privata, tra viaggi,talk show e social. Mi mette ansia, è un iperattivo. Cosa c’entra connoi italiani?».

Roberto Magazzini, Suveretano, 44 anni, impiegato MartiniProfessionale a Venturina. Istruttore di sopravvivenza, consi-gliere comunale Assemblea popolare.Aspirazioni: «Condurre un programma sulle tecniche di so-pravvivenza in una grande emittente televisiva».Il tuo paese: «A Suvereto ci si sta bene. Il posto ideale dovevivere».Cosa manca in Val di Cornia: «Una pianificazione generaletra tutti i Comuni».Cosa vorresti: «Che finisse la crisi e che l’Italia tornasse aifasti di un tempo».Domanda al sindaco Parodi: «Tra cinque anni si ripresente-rebbe?».Cosa auguri al nostro territorio: «Maggiore crescita del turi-smo, valorizzazione delle nostre bellezze storiche, archeolo-giche e ambientali che sono il nostro oro».Due parole sull’economia locale: «È auspicabile una ripresadelle acciaierie e un maggior impulso alla diversificazione tu-ristica. Puntare sulle terme e scommettere su tutto ciò chedi bello ci circonda».Renzi: «Faccia le riforme e continui a liberarsi dalla vecchianomenclatura».Grillo: «Lo ritengo solo un grande comico».Berlusconi: «Non è riuscito a crearsi un successore».Salvini: «Certi aspetti della sua politica potrebbero esserecondivisibili, ma i modi sono sbagliati. Troppo estremista».

Roberto

Annalisa

Loris

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13Oggi parlo io...

Luigi Bellatalla, (detto Franchino) 50 anni (ben portatindr.), titolare bar Pluto’s e Brulotto. Vive con Monica eil figlio Filippo, 20 anni.Aspirazioni: «Di vedere presto Piombino su due poli: si-derurgico e turistico».La tua città:«Che assomigliasse un po’ di più alle loca-lità dell’Emilia Romagna dove c’è fermento e vita».Cosa manca a Piombino: «Le idee chiare».Cosa vorresti: «Chi di dovere dovrebbe ascoltare mag-giormente i nostri giovani».Domanda al sindaco Giuliani: «Dove sei?».Cosa auguri a Piombino: «Risollevare la testa e lo spiri-to».Due parole sulle acciaierie: «La mia famiglia operaia hasempre lavorato in fabbrica. Ora, dopo la grande crisi,la grande speranza di ripresa. Grazie a Cevital per esse-re venuta nel nostro territorio».Renzi: «Un menestrello fiorentino».Grillo: «Poverino…»Berlusconi: «Barcolla ma non molla».Salvini: «Emergente: staremo a vedere».

Franchino

Melisanda MasseiAutunnali, piombi-nese, 37 anni, scrit-trice e critico musi-cale. Addetta stam-pa federazione PdVal di Cornia-Elba.Aspirazioni: «Mi pia-ce scrivere, vorrei ri-uscire a dare sem-pre voce ai mieiprogetti letterari».La tua città: «Si tro-va in un momentodi forte cambiamen-to. Abbiamo più pro-spettive e certezzerispetto a pochi me-si fa».Cosa manca aPiombino: «Maggio-re fiducia in sestessa».Cosa vorresti: «Il ri-torno del liceo clas-

sico a Piombino».Domanda al sindaco Giuliani: «Che i locali degli ex licei po-tessero tornare ad essere un bene vivo della città».Cosa auguri a Piombino:«Di saper sfruttare a pieno il cam-biamento che abbiamo davanti».Due parole sulle acciaierie: «Appartengono alla nostra storiaed oggi assistiamo ad una loro imprescindibile evoluzione».Renzi: «Mi piace che il presidente del Consiglio abbia soloquarant’anni. Vediamo cosa riuscirà a fare».Grillo: «Il pensiero distruttivo non funziona».Berlusconi: «Le cose finiscono».Salvini: «Portatore di un populismo becero».

Enzo Biagioni, piombinese di ritorno, 70 anni, per molti anni via per lavoro. Coniuga-to, con una figlia e un nipotino meraviglioso.Aspirazioni: «Evitare per quanto possibile le banalità».La tua città: «Meravigliosa, ho addirittura scritto un libro per renderle l’omaggio dovu-to».Cosa manca a Piombino? «Non le manca proprio nulla, ha tutte le potenzialità neces-sarie». Cosa vorresti? «Abolizione assoluta delle frasi fatte».Domanda al sindaco Giuliani: «Molti ritengono che non sia molto visibile. Per me è unbene».Cosa auguri a Piombino? «Chi di dovere faccia le cose a modino…».Due parole sulle acciaierie: «Non c’era più niente all’orizzonte, non c’era nemmenopiù l’orizzonte. Cevital ci offre un approdo abbastanza credibile… approfittiamone».Renzi: «Assolutamente imbattibile, come la Juve. Mai visto perdere uno che si è fattole ossa nei boy-scout».Grillo: «Credeva in tutti coloro che sapevano usare il computer senza chiedersi se era-no capaci di leggere e scrivere. Alcuni infatti non lo erano...».Berlusconi: «Di grande simpatia. Doveva capire per tempo che in molti ridevano allesue battute solo perchè un po’ ruffiani».Salvini: «È una forma di vita padana… di impossibile comprensione per qualsiasi to-scano. Non escludo che anche lui mandi i figli all’università di Timisoara».

Enzo

Melisa

nda

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14 marzo - aprile - maggio 2015

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all'evasione si sia fatta piùaggressiva, ma le tasse

stanno aumentando ad ogniangolo e così gli aggreditisiamo noi di nuovo, non glievasori. Loro sono ancorapiù stimolati a nascondere

soldi e noi istigati a seguir-ne l'esempio, per sopravvi-vere come molti di loro delresto. In tutta serenità pareche sia un po' contradditto-ria la formula del menoevasione perché più tassa-zione. Saremmo più serenise i nostri contributi ci fos-sero almeno ridistribuiti omeglio, risarciti dai privile-gi dei privilegiati che parenon abbiano ancora fine.Serenamente stiamo aspet-tando ancora che si attendaalle nostre attese mentre

l'Iva rischia di aumentaredi nuovo. Quindi tutti unpo' meno sereni ultima-mente pur con la voglia diavere ancora fede, muo-vendoci però sempre di piùa ridosso dei muri nel timo-re che la serenità ci sor-prenda improvvisa da die-tro, e non per baciarci sulcollo.

la finestra

Noi... aggrediti dalle tasse

di Giampaolo Talani

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Fesso chi legge

di Fabio Canessa

Non sempre lescritte sui muridelle città sono

un segno di volgarità einciviltà. Chi vada allaricerca delle frasi più in-teressanti e originali chei vari grafomani, sfac-cendati o repressi, genialio coglioni, hanno vergatocon lo spray o il pennarellocome messaggi in bottigliaper i passanti, vi troveràanche esempi di creatività,occasioni di divertimentoe riflessione. Attraver-sando le vie di Piombino,è possibile raccogliere al-cune perle, che ho prov-veduto a selezionare finoad arrivare a una hitparade delle prime tre,corredata dall’ubicazionedella scritta. Una sortadi “The best of imbratta-tori” o di “Greatest hitsof writer’s genious”.

Rivendicazione a muso duro della

proprietà privata. Una dichiara-

zione a ciglio asciutto che non te-

me di affermare energicamente la

liceità del possesso: una forma di

liberalismo collegata con il mos

maiorum, cioè l’humus agricolo

della nostra storia, prima romana

poi italiana. Equidistante dallo

snobismo radical chic con la puz-

za sotto il naso (eppure i maiali

non profumano) quanto dal capi-

talismo selvaggio dei cementifica-

tori e degli adoratori del dio dena-

ro. Il segnale di una nuova destra,

tanto auspicata anche da chi è di

sinistra, capace di unire tradizio-

ne e rigore, autorevolezza e senso

della giustizia.

Premio alla carrieraPOTERE AGLI SCONVOLTI (via Cavour)

La scritta è adesso scomparsa, ma ha campeggiato per anni sul fianco si-nistro del portone del vecchio liceo scientifico.Potente slogan liberatorio che getta il cuore della politica ben oltre l’osta-colo. Senza promesse, annunci e demagogia, scardina con forza ogni pro-gettualità, spariglia destra e sinistra, dribbla qualsiasi programma e su-pera i concetti uggiosi di sostenibile e insostenibile. Europa, euro, tasse,scuola, lavoro e spread invecchiano di colpo: quello che conta non sono leidee ma lo stato d’animo febbricitante. L’unico in grado di essere in sinto-nia con i nostri tempi confusi, anzi di oltrepassarli in disordine e perico-losità. Una cura omeopatica contro il caos. Ci salveranno gli sconvolti: co-sì incasinati e fuori di testa da far sembrare lo stato attuale, al loro con-fronto, l’Atene di Pericle.

Primo premioI MAIALI SONO NOSTRI (via Cellini)

Erede dell’atellana e dei fe-scennini, prime forme latinedi teatro e di umorismo, l’an-nuncio tragicomico si presta avari livelli di lettura: uno sber-leffo polemico contro l’esage-rata dilatazione giornalisticache fa di ogni scomparso ungenio insostituibile che merita

di riempire le prime sei paginedi tutti i quotidiani, un graffio

sarcastico di sfogo postumoverso un conoscente passato amiglior vita di cui l’autoreaveva stima talmente scarsada affibbiargli un soprannomecosì poco nobile, una malinco-nica elegia sul declino delladiarrea e l’affermarsi della sti-tichezza.

Secondo premioÈ MORTO CACAIA (via Fucini)

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16 marzo - aprile - maggio 2015

di Fiorenzo Bucci

Le previsioni indicanoche, salvo terremotiimprevedibili, due dei

quattro consiglieri regionalieletti nel collegio della pro-vincia di Livorno saranno delPd. Gli altri due, con ogni pro-babilità, sventoleranno le ban-diere del Movimento CinqueStelle e della coalizione dicentrodestra capeggiata daForza Italia. Se i numeri sonoprevedibili, non altrettanto losono i nomi che andranno ariempire le liste presentate daipartiti per le elezioni regionaledel prossimo maggio. Ogniraggruppamento presenterà ilcandidato presidente, unicoper tutti i 13 collegi provincialie potrà poi gareggiare con unalista di nomi nella giostra perconquistare i seggi a livellodi ogni singolo capoluogo. ALivorno a fronte di quattroconsiglieri da eleggere si po-tranno presentare liste da unminimo di quattro a un mas-simo di otto nominativi.

PdIl partito democratico hascelto da tempo l’indicazionedi cinque nomi proposti daLivorno e di tre scelti dallafederazione Piombino Elba.Il gruppo dirigente guidatoda Valerio Fabiani è fermoda tempo sulle possibili can-didature dell’ex sindaco Gian-ni Anselmi, che ha ricucitorecenti frizioni con i verticifederali, del consigliere uscen-te Matteo Tortolini e dellarenziana Carla Maestrini (lapresenza femminile è obbli-gatoria). Esistono pressionielbane per una rappresentanzadell’isola e soprattutto di re-cente è spuntato il nome diLuciano Guerrieri di prossimauscita dall’esperienza all’Au-torità portuale. Guerrieri po-trebbe essere il candidato ingrado di scongiurare il dua-

lismo Tortolini-Anselmi che,secondo alcuni, potrebbe por-tare ad una frammentazionenell’elettorato Pd.

Forza ItaliaForza Italia ha annunciatoda tempo un accordo col Nuo-vo centrodestra per la can-didatura del presidente dellaCamera di commercio diGrosseto, Gianni Lamioni,in antitesi al governatoreuscente Rossi. In provinciadi Livorno si sta lavorandoalla lista per la quale si sonorincorsi nelle ultime settimanei nomi del coordinatore pro-vinciale Paolo Barabino edegli elbani Ruggero Barbettie Andrei Ciumei i quali sitroverebbero in compagniadell’altro isolano Luigi Lanera,già ufficialmente candidatoda An – Fratelli d’Italia.

Movimento cinque stelleDecisa attraverso la Rete lacandidatura a governatore diGiacomo Giannarelli, i grillinistanno lavorando alle listeprovinciali nelle quali – Li-vorno del sindaco Nogarincompresa – non dovrebberomancare diversi volti finorasconosciuti alla politica.

Lega NordL’accordo di Fi con Ncd hastoppato ogni possibilità diun alleanza del partito congli azzurri. La Lega meditadi allineare nella sfida a Rossiil professor Claudio BorghiAquilini.

SelNon ancora nomi ma unastrategia già decisa per Selche ha recentemente sancitonella sua assemblea regionalela fine dell’esperienza delcentrosinistra in Toscana. Ilpartito correrà in solitariocon la probabile candidaturadel coordinatore GiuseppeBrogi.

Si affilano le lame per le regionaliQuattro le poltroneper la nostra provincia

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marzo - aprile - maggio 201518

Franco Cadelago, l’uomo che non si ferma mai

Da ferrovierea imprenditoredi successo

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di Luca Goerg

Capraia. Estate 2014.Un gruppo di operaiè a terra, sul molo di

imbarco dei traghetti. Soprala nave c’è il loro capo Da-vid Meucci. Lui è sul para-petto che saluta i suoi dipen-denti. Hanno appena chiusoil cantiere, il lavoro è proce-duto a gonfie vele e rimanesolo da prendere gli attrezzie i macchinari da riportare aPiombino. Per domani saràtutto finito, anche gli operaitorneranno a casa. Quando,però, David si accende unasigaretta e la nave è già ver-so l’imboccatura del porto,vede una scena curiosa. Isuoi dipendenti, per la sod-disfazione di aver finito illavoro, di averlo fatto bene edi aver ricevuto tanti com-plimenti si gettano in mare,nell’acqua cristallina dell’i-sola. Sfogano la loro felicitàe la loro contentezza facen-do un bagno liberatorio, tutticompletamente vestiti, conle tute da lavoro e gli elmet-ti. Ridono e scherzano. So-no soddisfatti del lavoro ap-pena concluso. David, la se-ra stessa, racconta incredulola scena a Flavia Cadelago,sua moglie. Ha i “lucciconi”agli occhi, è fiero dei suoiragazzi. Il giorno dopo, tuttiquanti di nuovo a Piombino,in azienda a Montegemoli.Pronti a ricominciare, prontia lavorare, fianco a fiancocon la famiglia Cadelago.Franco Cadelago ha 87 annied è il pilastro della sua dittafondata nel 1957. Ogni mat-tina si sveglia all’alba, bevelatte e caffè e mangia unafetta biscottata col burro.Una veloce lettura al giorna-le e subito a Suvereto, in ca-va. Stessa routine per tuttala sua famiglia: le due figlieCristina e Flavia agli ufficiin via Tellini, il cognato Da-vid Meucci, invece, alla se-de dell’azienda a Montege-moli, i nipoti Giacomo e Lo-renzo, anche loro, in ditta. Ascuola Camilla, la più picco-

la dei nipoti e, in ambulato-rio, in piazza della Costitu-zione, il marito di Cristina,il noto medico piombineseAndrea Fagioli. Nella gran-de casa a Montelupinaio, so-pra il Conad di Piombino,dopo colazione rimane soloNaga: moglie, mamma enonna. È lei, la sposa diFranco, l’anima di tutto. Ladonna con la collana di perlee la felpa di lana rossa cheogni giorno, sul tavolo di le-gno in cucina, prepara pasta,pane e zuppa per il suo gran-de clan, per la sua grande fa-miglia. La donna che non hamai fatto un giorno di ferieperché «mio marito è sem-pre a lavoro – sorride Naga–. Abbiamo provato a con-cederci un’ora di sole, alme-no d’estate, ma il tempo diarrivare a Baratti che il tele-fono di Franco squillava e

bisognava subito tornare inazienda». La famosa grandedonna che sta dietro ognigrande uomo. Franco Cadelago è un uomorobusto, con gli occhi vispie la concretezza che affiorada ogni gesto delle sue manimentre parla e racconta lasua vita a Costa Etrusca. Èun imprenditore lontano da-gli stereotipi. Vicino allacultura contadina e sinceradella nostra terra, nella qua-le oltretutto è nato: «Sonodel ‘26. Piombino all’epocaera un paesotto. Iniziava alcimitero e finiva al bar Nan-fi (oggi via della Repubbli-ca, ndr). Qualche palazzo, ilcorso e piazza Bovio – af-ferma –. Nient’altro. Parec-chio lontano dal centro i pri-mi insediamenti della gran-de fabbrica che sarebbe di-ventata la seconda acciaieria

italiana. Mamma fabbricache avrebbe dato da man-giare a oltre 10mila operai ealtrettante famiglie. Lontanoda tutto questo, dopo parec-chi campi a coltivare, tra lavecchia Piombino e Baratti,c’era Salivoli. Da quassù,con l’occhio che si perde nelmare e l’Elba all’orizzonte,il podere dove sono nato edove vivo tuttora». In que-sto casolare Franco è cre-sciuto insieme a due sorelle:«Si chiamavano Franca eRita. Intanto, mentre io e lo-ro crescevamo, anche Piom-bino cresceva, tanto ched’un tratto il nostro poderedi campagna si trovava pro-prio nel bel mezzo della cit-tà». Era il ’43, la guerra al cul-mine, Franco è un giovanot-to e trova il suo primo im-piego: «Sono entrato in fer- �

Franco Cadelago nasce da mamma Malvi-na e babbo Camillo in un podere dellacampagna piombinese il 26 giugno 1927.Ha due sorelle Franca e Rita che lavore-ranno sempre con lui nella sua azienda.Nel 1943, durante la guerra, entra in fer-rovia. È alla stazione di Portovecchio finoal 1955. Si sposa con Naga Bartoli, l’amo-re di una vita. Chiede l’aspettativa alleFerrovie italiane e si lancia in un’impresadi costruzioni strade. Il primo lavoro saràla strada che da Pratoranieri porta fino alcentro di Follonica. Nel 1960 l’iscrizioneall’albo degli appaltatori. Ha due figlie: Cri-

stina, nata nel 1957 e Flavia, nata nel1959. La prima si sposa col noto medicopiombinese Andrea Fagioli, l’altra con Da-vid Meucci, all’epoca commerciante. OggiDavid è all’interno dell’azienda nei quadridirigenziali, sua moglie Flavia cura l’ammi-nistrazione e Cristina dirige gran parte deilavori della ditta. Il figlio di Flavia, Giaco-mo Meucci (25 anni) è geometra e lavorain azienda. Il primogenito di Cristina, Lo-renzo Fagioli (anche lui 25 anni), lavoranella sede suveretana della ditta. Camilla,la secondogenita di Cristina, ha 19 annied è all’ultimo anno di Ragioneria.

Chi è Franco Cadelago

Naga, Franco, Cristina, Flavia

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marzo - aprile - maggio 201520

rovia, questa la mia primavolta nel mondo del lavoro.Ero alla stazione di Porto-vecchio». Ma il tempo passae la città continua a crescereall’ombra della grande fab-brica: «Erano gli anni Cin-quanta, anni d’oro e il boomera alle porte. Ebbi un’intui-zione e chiesi l’aspettativa.Il governo e i politici localiavevano grandi progetti, nevolevo fare parte». C’era daricostruire un Paese, da co-struirlo da zero, per farlo di-ventare una potenza econo-mica. «Ho deciso quindi dimettermi in gioco: ho affit-tato camion e betoniere –racconta orgoglioso Franco– e intrapresi il mio primolavoro edile. Costruire lastrada che costeggia il mare,da Pratoranieri fino al cen-

tro di Follonica. Fu un’espe-rienza positiva così, dopoquel lavoro, decisi di conti-nuare». E pensare che la pri-ma opera di questo impren-ditore tutto piombinese e fi-glio della sua città è statarealizzata nel comune diFollonica. Infatti incalza:

«La mia strada oggi è intera-mente nel comune di Follo-nica. Ci siamo fatti fregaretroppo: prima, le nostre terreandavano dal Lido di Follo-nica fino al Nido dell’Aqui-la, a Rimigliano!». Ma pocoimporta per un piombineseconcreto e rivolto sempre al

futuro come Franco. Flavia Cadelago, la secon-dogenita, guarda il padreraccontare la storia della lo-ro azienda e della loro fami-glia con occhi orgogliosi esinceri: «Io e mia sorellaCristina, da piccine, si respi-rava un’aria strana in casa.Nostro babbo era in perennefermento. C’era un lavoro,la ditta lo realizzava e tutti sitirava un sospiro di sollievo.Pronti, magari, a qualchegiorno di relax. Niente dafare, lui era già a rovistare lecarte per preparare un nuo-vo progetto, una nuova im-presa. E con l’avanzaredell’età non è cambiato pro-prio niente, anzi!». In realtàè cambiato tutto, se non lavoglia di fare e di inventaredel signor Cadelago, di sicu-

di Umberto BarlettaniDono di natura che vor-rebbe avere?Sapere dipingere.Il tratto principale del suocarattere?Bonario.Un suo difetto?Lo deve chiedere agli altri.Stato attuale del suo ani-mo?Felice.La persona a cui chiede-rebbe consiglio?La mia famiglia.Il giorno più felice dellasua vita?La fine della guerra.E il più infelice?La perdita di mia madre.Di cosa ha bisogno per es-sere felice?Tranquillità.Una cosa che non ha maicapito della gente?L’invidia.Il vero lusso è?La libertà.

Il più bel ricordo da bam-bino?La fine della scuola.Cosa voleva fare a 12 an-ni?Già facevo il fornaio dalGiusti.Un consiglio ai giovanid’oggi?Essere lungimiranti.L’incontrò che le ha cam-biato la vita?Con l’impresa Giovannettiche mi appaltò il primo la-voro.Città preferita?Piombino.Il piatto che predilige?Gnocchi.E la bevanda?Acqua gassata con vinobianco.La qualità che preferiscein un uomo?Sincerità.E di una donna?Onestà.Quel che detesta di più?L’invidia.

Personaggio storico piùammirato?Indro Montanelli.Con quale personaggiopolitico vorrebbe parlare?Giorgio Napolitano.Ha il potere assoluto perun giorno: la prima cosache fa?Mettere d’accordo i politi-ci.Film cult?Il vecchio e il mare.Attori preferiti?John Wayne.Cantanti preferiti?Modugno.Pittore preferito?Van Gogh.Una frase che porterebbesulla t-shirt?Vivi e lascia vivere.Libri preferiti? Navi e poltrone.La soddisfazione piùgrande?Vivere in famiglia.Hobby?Mare.

Programma televisivopreferito?Forum.Il regalo più bello che haricevuto?Quello che mi faranno.Un suo rimpianto?Non aver girato il mondo.Le colpe che le ispiranomaggior indulgenza?Vivere da gigolò.Se non avesse fatto l’im-prenditore?L’imbarcato marittimo.Pensa di restare simpaticoo antipatico?Simpatico.L’amico più caro?Oriano Ottanelli detto Fifi.Ciò di cui non può fare ameno?La famiglia.Nella vita a chi deve diregrazie?Ancora una volta a tutta lamia famiglia.Io vorrei?Che i popoli del mondo tro-vassero la pace.

Botta e risposta FrancoCadelago

La cava di marmo a Suvereto

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ro è cambiato ciò che ci cir-conda. Il podere di campa-gna dove è nata la famigliaCadelago oggi è una casa inmezzo ad altre mille case.Piombino non finisce più albar Nanfi. Le acciaierie cisono sempre, per ora addor-mentate, ma pronte a riparti-re: «Negli anni Sessantaquando lavoravo comeazienda appaltatrice – inter-viene Franco Cadelago – al-l’interno degli stabilimenti,la mia ditta era arrivata adavere circa cento dipendentitra autotrasporti, lavori in-dustriali, stradali e sui bina-ri. La cosa strana era cheeravamo una delle pocheaziende piombinesi. In tantisono venuti a mangiare nel-la nostra città da fuori. E orachi si vede più? Speriamosoltanto che la nostra Piom-bino riparta, e tutti noi conlei. Mia madre Malvina –prosegue Cadelago – dicevache dopo le vacche magrearrivano sempre le vacchegrasse. Le stiamo aspettan-do, da un po’ troppo sincera-mente, ma sono sicuro chearriveranno queste benedet-te vacche grasse». «E diceva sempre – inter-viene Cristina, la primoge-nita –, hai mai visto un uo-mo in bocca ad un altro?No? Allora non c’è d’averepaura. Speriamo bene. So-prattutto per il lavoro. Su-diamo sangue per pagareogni mese puntuali i nostridipendenti. Facciamo lavo-rare tutti, un po’ di meno,ma lavorano tutti. Abbiamoil pensiero sempre fisso ainostri operai e alle loro fa-miglie. Vediamo le loro fac-ce e pensiamo ai loro mutui,alle loro bollette e ci sentia-mo coinvolti, responsabili».«E non solo adesso con que-sta crisi – interviene Flavia–. Nostro padre ci ha sempreinsegnato il rispetto. “Tratta i tuoi simili comevorresti essere trattato te” ciha sempre detto. L’impiega-to è la materia prima del-l’impresa, “prima ci sono gli

operai” è il suo motto».«Le nostre bambine – inter-viene Naga, la moglie diFranco – sono cresciute coni figli dei nostri dipendenti,è stato spontaneo. Loro ven-demmiavano nelle nostreterre e ci portavano il cin-ghiale appena cacciato. Cisono famiglie che lavoranoda tre generazioni nella no-

stra ditta. Da parte nostrac’è sempre stato affetto,qualcuno si sposava? Noi citenevamo a fare il serviziod’argento più bello. E lostesso loro a noi». «Si! Il gi-radischi, ricordi Flavia? Ilgiradischi, che bel regalo –interrompe Cristina –. E leestati passate in campagna agiocare con gli altri bimbi?

Ricordi? Bei tempi… ave-vamo le treccine», ride. Ma la ditta Cadelago na-sconde anche una storia tut-ta al femminile. Negli anniSessanta, i dipendenti piùvecchi o in pensione lo ri-corderanno, c’erano altredue donne fondamentali inazienda. Se oggi con Francoci sono le figlie Cristina eFlavia, prima c’erano le lorozie, le sorelle di Franco ap-punto: Rita e Franca. «ZiaRita la chiamavano santaRita perché ogni dieci delmese era lei a pagare gli sti-pendi. Si occupava dell’am-ministrazione. Ogni diecidel mese in ditta tutti a gri-dare: “Oggi è santa Rita, siabenedetta!”», racconta Fla-via mentre sua sorella Cri-stina ricorda: «Zia Franca,invece, con l’elmetto sem-pre in testa si occupava deivari cantieri e affiancava intutto quanto suo fratelloFranco, nostro padre». E og-gi, girando tra gli uffici, lacava dell’azienda a Suvere-to e la sede di Montegemolile cose non sembrano cam-biate affatto: «È vero lo di-cono tutti – affermano all’u-nisono Flavia e Cristina –noi due siamo la Franca e laRita del Duemila. Abbiamo

Alcuni dipendenti alla sede di Montegemoli

Alcuni dipendenti alla sede di Montegemoli

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L’azienda

La Cadelago sas nasce nel1957 per volere di FrancoCadelago. A fianco dell’im-prenditore le due sorelle Ri-ta e Franca. L’impresa sispecializza sin da subitonell’ambito degli autotra-sporti e dei lavori industriali.Al 1960 risale l’iscrizione al-l’albo degli appaltatori. Inseguito amplia la propria at-tività sia in ambito portuale,stradale che ferroviario. Èuna delle aziende appaltatri-ci, una delle poche di Piom-bino, all’interno degli stabili-menti siderurgici. Nel temposi specializza nel movimen-to terra e nell’edilizia indu-striale. Negli anni Settantanasce la Ica srl per la forni-tura di calcestruzzo precon-fezionato, asfalto e conglo-merati bituminosi e inerti.Oggi è proprietaria di unacava di marmo a monte Pe-loso (Suvereto) e esporta intutto il mondo. Nel corso de-gli anni la Cadelago ha an-che costituito diverse socie-tà di costruzioni per l’edifi-cazione di complessi abitati-

vi. Oggi, in azienda, Francolavora con le figlie Cristina eFlavia. C’è anche DavidMeucci, marito di Flavia ecolonna portante per il futu-ro dell’azienda.

La cava

La cava di estrazione di mar-mo dell’azienda Cadelago sitrova nella località di montePeloso, nel comune di Suve-reto. Nasce alla fine deglianni Cinquanta sui terreni diun’antica famiglia di originefiamminga, discesa in Italiaal tempo di Carlo VIII. Il sitoestrattivo e i terreni circo-stanti sono caratterizzatidalla presenza di un’estesaoliveta, molto suggestiva.Infatti, gli olivi sembrano av-volgere in un ideale abbrac-cio l’area dedicata all’estra-zione del marmo. Nel 2007Ica Cava, di proprietà dellaCadelago sas, acquisisce lacava e i terreni circostanti ri-vitalizzando con nuovi inve-stimenti l’estrazione delmarmo e contemporanea-mente l’attività agricola perla produzione dell’olio di oli-

va. Il marmo estratto è dellatipologia “noisette fleury”. Imarmi di monte Peloso, an-ce se meno famosi di quellidi Carrara, godono di grandefama e vengono esportatinel nord America sin daglianni Ottanta, principalmen-te in Canada e Usa. Oggi,grazie alla globalizzazione,questo materiale di pregioha conosciuto nuovi mercaticome l’India e la Cina. Il pro-getto futuro di questa por-zione del nostro territorio,terminata l’estrazione, saràquello di tornare campagnaintatta.

Forza di un uomo

Un imprenditore non si fer-ma mai e Franco Cadelagone è l’esempio: «Abbiamocominciato con l’asfaltaturadelle strade – racconta la fi-glia Flavia –, ma dovevamocomprare l’asfalto. Allorababbo ha preso, è andato aRavenna e ha rilevato un ce-mentificio. Ci serviva la ma-teria prima, il pietrisco. Celo facevano pagare troppo,a dir suo. Allora babbo ha

preso e ha comprato unacava. Il calcestruzzo? Ci ser-viva e babbo che fa? Prendee rileva un impianto per laproduzione di calcestruzzo.Chi pecora si fa lupo si man-gia ha sempre detto».

I modi di dire

Parlando con la famiglia Ca-delago sono scaturiti diversitermini, frasi e modi di diretipici del nostro territorio.Frutto della cultura della no-stra provincia e del nostromodo di vivere. Di seguito ipiù significativi. Che siaquesto modus pensandi lachiave del successo?«Chi pecora si fa, lupo lomangia».«Sudare sangue e andareavanti».«Dopo le vacche magre arri-vano sempre le vacche gras-se».«L’hai mai visto un uomo inbocca a un altro? No? Alloranon c’è da temere nulla».«Quando c’è tanta carne alfuoco si mangia. Quandoc’è miseria nemmeno duebracioline».

effettivamente preso i loroposti. Ma non poteva esserealtrimenti, ci hanno insegna-to tutto loro».Mentre erano all’universitàa Pisa, hanno deciso di in-terrompere gli studi e dedi-carsi all’azienda di famiglia.«Così io oggi mi occupodell’amministrazione, pro-prio come mia zia e, ognidieci del mese, ora chiama-no me santa Rita» dice ri-dendo Flavia. «E io, comezia Franca, ho sempre l’el-metto in testa e mi occupodei nostri cantieri» affermaCristina.Oggi la Cadelago è un’a-zienda del nostro territorioche dà lavoro a trenta di-pendenti.La ditta nel tempo ha saputodiversificare e attualmentesi struttura in tre diversi ra-mi d’azione. La Cadelagosas che si occupa di societàdi costruzioni per complessiabitativi. La Ica Impiantiche opera nel settore auto-trasporti, lavori industriali,stradali, di movimento terra

e edilizia industriale. La IcaCava, nata nel 2007, ha ri-lanciato, grazie a investi-menti importanti, l’estrazio-ne del marmo nella cava dimonte Peloso a Suvereto.«Vado in cava ogni mattina– dice Franco –. Tiriamofuori pezzi di marmo da fareinvidia. Sono bellissimi.Vendiamo a cinesi, indiani eamericani. Io ci parlo in in-glese, dopo tutto ho studiatoa Oxford – ride –, ma la co-sa che apprezzano di più? Imarmi della nostra terra?Macchè, i carciofini che gli

spedisce mia moglie. Cosìbuoni non li fanno nemme-no in America!».E cos’è in fondo la storia diquesta azienda se non pro-prio quei carciofini, cosìsemplici e concreti? Cos’èquesta azienda se non i sor-risi dei suoi dipendenti chestanchi e soddisfatti, si get-tano nel mare di Capraia aconclusione di un lavoro?Cos’è questa azienda se nonla voglia di sbarrare la stra-da al pessimismo e di nonmollare mai, perché c’è sìda guadagnare ma anche da

pagare gli stipendi a personeche contano su di te? Cos’èla storia di questa azienda edi questa famiglia se nonmamma Naga, che con lacollana di perle e la felpa dilana rossa, ogni mattina ri-mane a casa, in cucina, eprepara pasta, pane e zuppaper tutto il clan Cadelago? Eun’oretta la passa pure a in-scatolare i carciofini per gliamericani e gli indiani? Sì,la ditta Cadelago è questafamiglia e questa famiglia èun pezzo di storia della no-stra città.

Davide Meucci e un cantiere

marzo - aprile - maggio 2015

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Livio Cristiani(Agente immobiliare):

«Ho conosciuto anni faFranco Cadelago per moti-vi professionali ed ho subi-to capito che la sua storiaaveva del leggendario. Co-me imprenditore nasce ne-gli anni Cinquanta, anima-to, da par suo, da unastraordinaria lungimiranza,supportata da una grandecapacità di rischio e di sa-crificio. Su queste basi hacostruito un’impresa soli-da, i cui interessi spazianodalle cave alle costruzioniedili, stradali, industriali edaltro. Produce anche un ot-timo olio d’oliva, che hoavuto il privilegio di ap-prezzare. Credo che la for-za interiore che a tutt’oggiesprime sia scaturita dall’a-more, ricambiato, verso lafamiglia, che nel tempo ècresciuta. Penso che abbiaancora l’abitudine di ri-unirla quotidianamente apranzo, come si usava una

volta: un esempio di tradi-zione, qualità umane e vi-sioni moderne, che hannofatto grande l’uomo e l’im-prenditore. Ce ne vorrebbe-ro tanti come lui».

Bruno Pietrini (Imprenditore):

«Conosco da tanti anniFranco Cadelago. L’ho sem-pre visto lavorare con gran-de passione e professionali-tà. Franco ha avuto la fortu-na di avere al suo fianco una

gran bella famiglia che hacosì contribuito al successodelle sue aziende. In pocheparole Franco si è rivelatoun bravo e serio imprendito-re. Uomini come lui sonoindispensabili per la crescitadella nostra terra».

Leonardo Savio(Dipendente Cadelago sas):«Da ventisei anni lavorocon la ditta Cadelago. Perme è come una grande fami-glia. Non ho mai avuto al-cun problema. Tutto è sem-pre filato nel modo miglio-re. Spesso ho lavorato fian-co a fianco con Franco, il ti-tolare, instaurando con luiun bel rapporto. Ringrazioanche le figlie Cristina eFlavia, David e gli altricomponenti della famigliaper aver creato un clima se-reno in azienda».

Enzo Grandi (Titolare Etrusca Profilati):

«Ho sempre ammirato Fran-co Cadelago per la sua capa-cità organizzativa nel predi-sporre i vari cantieri di lavo-ro. Dotato di grande intuito,è passato con estrema facili-tà dai lavori stradali, alle co-struzioni civili per finire allaestrazione di marmo pregia-to dalla cava di Suvereto.Complimenti vivissimi aFranco che si è rivelato unimprenditore di valore».

Dicono di lui

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24 marzo - aprile - maggio 2015

fatti & persone

I l presidente del ConsiglioMatteo Renzi e il sotto-segretario alla Presidenza

del consiglio Luca Lotti hannofirmato il provvedimento cheassegna 20 milioni di euroalla riqualificazione del portoper lo smantellamento dellenavi, già approvati dal Cipenell'agosto scorso. Il Cipemetterà adesso i 20 milionia disposizione della RegioneToscana che, a sua volta,provvederà a trasferirli al-l'Autorità portuale di Piom-bino. Sarà quest'ultimainfatti, ad indire la gara diappalto per il completamentodelle banchine necessariealla demolizione e per il re-fitting delle navi militari. «Aquesto punto – così il sindacodi Piombino Massimo Giuliani

– si può davvero cominciarea parlare di rottamazione erefitting delle navi militari.Il porto di Piombino assumeun'importanza strategicaper l'Europa per il Mediter-raneo. I porti che si occupanodi smantellamento navalesaranno infatti strategici,in linea anche con le nuovenorme europee che dovrannostabilire i requisiti necessari

alle navi per solcare le acquedel Mediterraneo. L'obiettivo– conclude Giuliani – è infattianche quello di salvaguardaresempre più il bacino delMediterraneo dal punto divista ambientale e l'impegnodel governo italiano e delministero dell'ambiente intale direzione sono estre-mamente importanti e si-gnificativi».

Porto: in arrivo 20 milioniUn libro per ogni bambinonato nel 2014.Questa l’iniziativa del ClubSoroptimist di Piombino, chesi inserisce nel progetto“Nati per leggere”.Un gesto di benvenuto alnuovo cittadino per promuo-vere la lettura ai più piccolifin dai primi mesi di vita.La proposta, realizzata incollaborazione con Usl6 el’associazione pediatri, èstata sposata dall’ammini-strazione comunale piom-binese. A Soroptimist quindiil compito di acquistare ilibri per i 187 nuovi nati loscorso anno.I volumi saranno poi distribuitidai pediatri, a partire damaggio.

Libri ai neonatida Soroptimist

Michele Casalis è il nuovodirettore dell’Unità di Ane-stesia e rianimazionePiombino-Elba. È nato aPiombino nel 1966 e vivea Venturina. Casalis hasvolto la sua professionea Pisa e per dieci anni al-l’ospedale di Grosseto do-ve è stato responsabiledel progetto di donazionedegli organi e referenteospedaliero del progettoospedale senza dolore. Hamaturato negli anni una

lunga esperienza nellaanestesia in chirurgia ro-botica e laparoscopicaavanzata. Specializzatoanche in medicina legaledelle assicurazioni. Haconseguito infine un ma-ster in management e sa-nità conseguito al labora-torio MeS della Scuola su-periore Sant’Anna di Pisa. Al neo primario l’incaricoquindi di rilanciare un re-parto delicato come quel-lo di anestesia e rianima-zione. Una sfida importan-te che Casalis si apprestaad affrontare: «Sono con-tento di mettere a dispo-sizione della collettivitàdella mia terra l’esperien-za che ho maturato inquesti anni. Conosco tan-te persone che si aspetta-no molto da me e non vo-glio deluderle. In ospeda-le ci sono le risorse giu-ste sulle quali fare affida-mento, c’è la voglia di fa-re gioco di squadra e di la-vorare in team».

Casalis, nuovo primarioIn gita ai Parchi della Val di Cornia con lo scuolabus. Il Co-mune di Campiglia offre agli alunni delle sue scuole la pos-sibilità di visitare i parchi con una gita scolastica in cui ilviaggio è gratuito, offerto dall’amministrazione comunaleche ha rinnovato l’accordo con la ditta appaltatrice del ser-vizio che mette a disposizione dieci corse. Tale disponibilitàdi viaggio si è scelto di indirizzarla verso un progetto di co-noscenza dei Parchi della Val di Cornia.Le uscite sono state programmate per il periodo che va damarzo a maggio e saranno circa 350 i ragazzi coinvolti. Aquesta iniziativa, la Parchi ha abbinato un’agevolazione peri ragazzi: per le visite/laboratorio dal costo uguale o superio-re ai 15 euro, verrà consegnato a ogni studente, al posto delsemplice biglietto, la parcheopass residenti. Per le visite dicosto inferiore, integrando l’importo con la cifra mancante,potrà essere ugualmente consegnata la parcheopass resi-denti che dà diritto all’ingresso illimitato nel tempo ai Parchie ai Musei archeologici della Val di Cornia.

Bus gratis verso i Parchi

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Importante incarico per As-sunta Astorino, presidentedella Cooperativa sociale

Cuore di Piombino. È statainfatti eletta a Firenze vice-presidente di Legacoop To-scana. La Cooperativa Cuore è nataa Piombino nel 1988 edoggi è una tra le realtà piùimportanti della cooperazionein Toscana con una forzalavoro di oltre 350 personetra soci e dipendenti. Operanel settore sociosanitarioed educativo ponendo i bi-sogni delle persone al centrodella propria attività: daiservizi infermieristici, a quellirivolti all’infanzia, agli anziani,

all’assistenza domiciliare,all’handicap, al disagio psi-chico. Gestisce anche resi-denze sanitarie assistite suiterritori delle province di Li-vorno e Grosseto e il progetto“Mai soli” in sinergia conla Pubblica Assistenza di

Piombino.«Si tratta di un importantericonoscimento per il lavoroche la cooperativa ha portatoavanti in questi anni – sot-tolinea Assunta Astorino –per contribuire a migliorarela qualità della vita deiterritori in cui opera nonchéall’incremento dell’occupa-zione. Rappresenta ancheuno stimolo ad impegnarciulteriormente per fornireservizi sempre più mirati einnovativi – prosegue la pre-sidente – facendo rete conle istituzioni, con altre co-operative sociali, con le as-sociazioni di volontariato econ la comunità».

Astorino in Legacoop

fatti & persone

L’Oscar dell’ecoturismo di Le-gambiente assegnato a quattrohotel elbani alla Bit di Milano,la principale borsa internazionaleitaliana del turismo. I prestigiosiriconoscimenti sono stati asse-gnati all’hotel del Golfo di Procchioper l’ottima gestione ambientale.All’hotel Gallo Nero di Sant’Andreaper la creazione di un orto messoa disposizione anche dei propriospiti. L’hotel Montemerlo diFetovaia è stato premiato peril canale televisivo interno chemostra i comportamenti eco-compatibili che il cliente può ri-spettare. Infine l’hotel Barracudadi Marina di Campo per l’impegnonella ricerca degli ingredientidei cibi, come la marmellatabio e i sali aromatizzati di pro-duzione propria.

Hotel dell’Elbapremiati alla Bit

È sbarcato anche nella diocesi diMassa Marittima e Piombino il pro-getto Policoro, nato per volontàdella Chiesa cattolica italiana comeaiuto ai giovani disoccupati delsud.Promosso dalla Cei a metà anniNovanta, il progetto, nato in provinciadi Matera, e inizialmente rivolto aigiovani del sud, si è piano pianoesteso al centro nord. Non un ufficiodi collocamento, ma un percorsoconcreto per aiutare i giovani chehanno delle idee valide a inserirsinel mondo del lavoro. Ad oggi ilprogetto Policoro ha promosso lanascita di circa 800 esperienze la-vorative che hanno dato un'occu-pazione a migliaia di giovani. Lafigura centrale è quella dell’animatoredi comunità, che la diocesi di Piom-bino ha individuato in FrancescaPottieri (34 anni). Sarà suo compitoscoprire e valorizzare le potenzialitàdei ragazzi del territorio, aiutare adistricarsi tra i cavilli burocratici evalutare, a seconda del progettoda realizzare, la possibilità diaccedere ad aiuti regionali, statalio europei. A Piombino la segreteriadel progetto Policoro si trova nellasede della Caritas, a Fiorentina(tel. 0565 276149).

Giovani e lavoro,arriva Policoro

La Camera di Commerciodi Livorno prosegue lasua attività di valorizza-zione del settore vitivini-colo della provincia. Pro-duttori vitivinicoli locali ebuyers stranieri si sonoinfatti incontrati a Piom-bino e a Livorno in duegiornate dedicate allapromozione e valorizza-zione di un compartosempre più strategicodel nostro territorio conl’obiettivo di allargarne ilmercato.La prima giornata deltour, organizzata dal

Consorzio di tutela vinodoc Val di Cornia, ha vi-sto i 29 buyers stranierifare visita alle aziende vi-tivinicole di Campiglia,Suvereto e poi a Piombi-no con la conclusione alCastello dove hanno po-tuto apprezzare la bontàdei vini presentati dalleassociazioni di somme-lier Ais e Fisar. La secon-da giornata gli operatoristranieri si sono spostatia Livorno dove hanno in-contrato le aziende rap-presentative di tutte lezone Doc della provincia.

Il nostro vino in vetrina

L’ingegnere Roberto Benvenutoalla guida del Consorzio 5 To-scana. A seguito della riformaregionale, sono stati unificati iterritori precedentemente affidatial Consorzio di Bonifica Alta Ma-remma, al Consorzio di BonificaColline Livornesi e all’UnioneMontana dell’Alta Val di Cecina.Il nuovo direttore generale, 40anni, dottore in ingegneria perl’ambiente ed il territorio, è stato,dal 2005 al 2010, alla guidadel Consorzio di Bonifica AltaMaremma, dal 2011 direttoreunico Consorzio Bonifica Gros-setana e da febbraio 2014 vicedirettore generale del neo costituitoConsorzio 6 Toscana Sud.

Cambio al vertice al Consorzio

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26 marzo - aprile - maggio 2015

Maurilio Campani è stato ricon-fermato presidente dellaSezione soci Coop di

Piombino-Riotorto. Tre i vi-cepresidenti: Pablo Gorini,Simona Romanelli e TizianaValeriani. Gabriele Cam-pinoti è stato designatotesoriere. Questi gli elettidel nuovo direttivo: GiulianoFedi, Maura Fratti, EraldoRidi, Piero Ruffoli, Carlo Sal-vadori, Anna Tempestini, PieroTortolini, Marco Iantosca, AnnaMontagnani, Rodolfo Simonelli,Fausto Bianchi e Giuseppe Rinaldi. Tra i primi impegni del nuovo comitato l’as-semblea annuale autonoma dei soci tenutasiproprio in occasione della celebrazione del70° anno della Cooperativa, La Proletaria,nata a Piombino il 26 febbraio 1945. Sonostati illustrati il bilancio preventivo 2015di Unicoop Tirreno, i programmi di attivitàdella sezione soci e le azioni commercialiche la cooperativa metterà in campo pertutelare soci e clienti.Nell’anno del 70° anniversario, UnicoopTirreno intende rafforzare il suo impegnonell’efficienza aziendale offrendo ai soci e

consumatori prodotti di qualità, sicurie convenienti, sempre all’insegna

dei valori di eticità. Infine ilforte legame da sempre conil territorio, consolidando irapporti con i produttori lo-cali. Nel corso delle celebrazionil’intervista al presidenteMarco Lami Unicoop Tir-reno condotta dal direttore

dei quotidiani Finegil RobertoBernabò, il concerto dei No-

madi e lo spettacolo del Teatrodell’Aglio “C’era una volta e ancora

c’è”, sulla nascita della Cooperativa LaProletaria.

fatti & personeCampani confermato

È uscito “Il primo passo”, il disco dei Malamanera, gruppoformato da musicisti della Val di Cornia. L'album raccogliebrani originali scritti da Letizia Papi (voce) e Gianluca De Vito(chitarra e voce) e arrangiati con l'apporto di Emiliano Pasquinucci(tastiere, fisarmonica, flauto), Jury Carmignani (basso) eLeonardo Orlandi (batteria). Il disco è autoprodotto con l'utilizzodella formula del crowdfunding, cioè un sistema di micro-fi-nanziamento dal basso tramite piattaforma web, che consenteagli artisti di affrontare i costi di produzione senza sottostarealle logiche commerciali. L’operazione si distingue anche perla scelta pionieristica di affidarsi a Soundreef, il sistemaalternativo alla Siae.

È uscito il cd dei Malamanera Due storiche residentepiombinesi, splendide ter-razze affacciate sulle isoledell’arcipelago. Due immo-bili in cerca di nuovi acqui-renti. Si tratta di Villa Vitto-ria (nella foto) e Villa il Ca-naletto, entrambe in vendi-ta sul portale per immobilidi alto pregio Lionard Exlu-sive Real Estate, con sedea Firenze. A picco sul mare, Villa il Ca-naletto è quotata tra i 4 e 5milioni di euro. Progettata erealizzata nel 1926 dal ba-rone e architettofiorentino VittorioL’Hermite, comesua dimora mari-na, è stata ac-quistata, unaquarantina di an-ni fa, dalla fami-

glia Lippi Calonaci. Il prezzo di Villa Vittoria, in-vece, si sa che è compresofra cinque e dieci milioni dieuro. Da questo edificio,ubicato sulla sommità diCittadella, è passata la sto-ria: da Elisa Bonaparte Ba-ciocchi a Leonardo da Vin-ci. Negli anni Duemila, do-po la famiglia Lucchini, èsubentrata la FondazioneKepha, un’organizzazioneper la diffusione della cultu-ra cristiana e legata al Vati-cano.

Storiche residenze in vendita

La società comunale Sefi, gestoredella biblioteca dei ragazzi “Ilpalazzo dei racconti”, organizza,nell’ambito di Campiglia per Mi-lano Expo 2015, il concorso fo-tografico e letterario “Il panieredelle delizie”. Bando e modulisono scaricabili dal sito www.se-fifiere.it. Info: tel. 0565 838470;email [email protected].

Concorso Sefipaniere delizie

Il Lions club di Piombino ha do-nato all’Opera Padre GiustinoSenni un videoproiettore completodi impianto audio e schermo(costo mille euro) per l’intratte-nimento dei diciannove ragazziin affidamento all’Istituto. Allascuola materna Roberto Spranger,invece, il Lions ha corrispostoun contributo di 4.500 euro.

Solidarietà,donazioni Lions

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fatti & persone

L’ex assessore alle po-litiche sociali, Anna Tem-pestini è la presidente

della Pubblica Assistenzadi Piombino. Lo ha stabilitoil nuovo consiglio direttivo,risultato delle recenti vota-zioni. Dino Franceschini, pre-sidente uscente, è stato no-minato vice. Gli altri consiglierisono Sauro Amerighi, LucaCarrara, Deanna Del Punta,Romolo Ricci, Anna Tafi,Renzo Papini e Michela Cor-sini. Il collegio dei sindacirevisori è composto da LauraBaroni, Matteo Tonietti eLeonardo Carolini.Soddisfatta e determinatacosì Anna Tempestini in unanota: «L’incarico che ho as-sunto nella Pubblica Assi-stenza rappresenta per meun modo per continuare adoccuparmi del settore sociale,

in continuità con l’impegnoche ho avuto per 10 annicome assessore, anche seovviamente con altre moda-lità. La Pubblica Assistenzaè un’associazione storicadella nostra città, conta oltre4mila iscritti e opera in settoriche toccano da vicino i bisognidelle persone, la malattia,il disagio e la perdita di per-sone care. Settori delicatis-simi che richiedono impegno,professionalità e sensibilità.Per questo ringrazio tutti co-loro che operano nell’asso-ciazione, dai dipendenti aivolontari. Il lavoro che ciaspetta – prosegue la pre-sidente – è importante edimpegnativo, in un momentodelicato per la nostra città,dove le esigenze aumentanoal pari delle difficoltà eco-nomiche che ovviamente ri-

cadono anche sul funziona-mento delle associazioni.Sono soddisfatta della com-posizione del consiglio cherappresenta in parte la con-tinuità con il precedente,con la presenza di vecchiconsiglieri che supportanoi nuovi nella conoscenza deiproblemi e con i nuovi chestanno lavorando con impe-gno e competenza. Stiamodefinendo gli obiettivi specificiper l’anno 2015 ma credoche l’obiettivo principale siaquello di mantenere e svi-luppare la presenza dell’as-sociazione cercando di al-largare la base sociale aigiovani, mantenendo i servizial meglio della qualità e con-tinuando a garantire tariffecontenute per quelli di naturaprivata. Vorrei sottolineare– conclude Tempestini –

come il volontariato rappre-senta il valore aggiunto del-l’associazione e come siafondamentale per la garanziadei servizi che eroghiamoche ci siano sempre volontariche vogliono impegnarsi nelletante attività che svolgiamo.Spero di poter contribuireanche con il mio impegnoe con quello del nuovo con-siglio alla crescita dell’as-sociazione».

Tempestini alla Pubblica Assistenza

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marzo - aprile - maggio 201528

di Luca Goerg

Ormai è primavera esi stanno scaldandoi motori per la sta-

gione estiva 2015. Buona?Cattiva? Ai posteri l’arduasentenza. Intanto la politicaprova a muoversi e a staresul territorio. A San Vincen-zo si è svolta l’iniziativa diRifare l’Italia: “Partiamodai territori. Quale svilup-po?”. Si tratta di un eventoorganizzato dal sottosegre-tario all’Ambiente SilviaVelo con il sostegno del suoconsigliere Paolo Foti: «Ilnostro territorio è baciatodalla fortuna – ha esordito ilconsigliere Foti –. Mare,enogastronomia e culturasono le basi per sviluppareun turismo ecosostenibile. Ein questo l’onorevole Velo èun’esperta». Un momento diconfronto tra istituzioni,amministratori, imprendito-ri e operatori del mare. Mareinteso come motore di svi-luppo per il litorale dellaCosta degli Etruschi attra-

verso la chiave della soste-nibilità. Il sindaco MassimoBandini ha dato poi il ben-venuto alla sala gremita delteatro Verdi: «Sono lieto diospitare questa iniziativa nelmio comune. San Vincenzoè il comune leader nella pro-vincia per presenze turisti-che».A confrontarsi sul palco, tral’altro, due modelli diversidi sviluppo costiero: quelloromagnolo e quello toscano.A rappresentare la costaadriatica la deputata Pd e as-sessore al bilancio dell’Emi-lia Romagna Emma Petitti:«Il distretto turistico dellaRomagna può essere presocome modello di sburocra-tizzazione e semplificazioneda esportare in tutti i territo-ri costieri – ha affermato laparlamentare romagnola –.Sono anche convinta che le

politiche nazionali sul turi-smo debbano essere rifor-mate in toto. Innanzitutto bi-sogna aiutare le piccole emedie imprese del settorecon una facilitazione all’ac-cesso al credito». A farle ecoil coordinatore di “Unionedi Prodotto Costa Adriatica”Antonio Carasso, consu-lente turistico di fama inter-nazionale e fautore delbrand romagnolo “Rivieradei Parchi” che sul nostroterritorio ha detto: «L’elen-co dei motivi per venire invacanza sulla Costa degliEtruschi è senza dubbiomolto più lungo di quellodella Costa Adriatica. Lavostra materia prima non haeguali al mondo». Su questabase si è poi sviluppato il di-battito, riconoscendo i pregie le potenzialità della CostaEtrusca: poco sfruttati a li-

vello di marketing turisticoma potenzialmente enormi.Niente di nuovo.«Ma come è possibile starenel golfo di Baratti – ha in-calzato Fabrizio Lotti, pre-sidente dei balneari toscanie operatore in Costa Est – sedopo una certa ora non cisono più servizi? Come èpossibile parlare di piste ci-clabili che dopo un po’ si in-terrompono? Serve un deci-so cambio di passo». Dellastessa opinione Luca Sbril-li, presidente della ParchiVal di Cornia: «Il turismo èda ripensare in modo nuovo.Manca sinergia. La Parchiprova a fare rete gestendosia il patrimonio naturaledel nostro territorio sia fa-cendo promozione». «Pub-blico e privato devono crea-re una forte rete d’impresa»ha in seguito affermato an-che il consigliere regionaleMatteo Tortolini, riallac-ciandosi all’argomento. An-che Samuele Lippi, sindacodi Cecina, ha detto che «lacrisi è un’opportunità, dob-

Silvia Velo, la donna del mare

Importante convegno per rilanciare il turismo.Sbrilli, presidente Parchi: «Manca sinergia

tra pubblico e privato. Pensare in modo nuovo»

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biamo cancellare i campani-lismi e creare rete sul terri-torio in senso vasto». Lo-renzo Bacci, segretario Pddella Federazione di Livor-no e sindaco di Collesalvettiha aggiunto: «Occorre crea-re un brand, un marchio co-mune. Bisogna promuoverele nostre potenzialità».Il vero punto di svolta neldibattito si è poi avuto conl’intervento di Silvia Velo:«Il premier Matteo Renzi ciha chiesto di lavorare a unGreen Act, un insieme dileggi da portare in Consigliodei Ministri, rivolte al cam-bio di rotta sulle politicheenergetiche italiane. Piùecosostenibilità – ha affer-mato l’onorevole –. Dallamia, ho detto al primo mini-stro che vorrei impegnarmiaffinchè il Green Act possadiventare anche un Blue

Act: il mare è una risorsa, lanostra più grande risorsa».È stato poi il momento diapprofondire gli altri duegrandi temi del nostro terri-torio: la realtà industriale eportuale. Il sindaco di Piom-bino Massimo Giuliani hadetto: «Buona politica èmettere in rete le vocazionie le risorse di un territorio.La vocazione metallurgicadi Piombino passa da unareindustrializzazione ecoso-stenibile. Basti pensare allenuove realtà imprenditoria-li: il golfo di Piombino eFollonica su cui si affaccia-no proprio le acciaierie è og-gi tra i primi posti nell’indu-stria alimentare della mari-coltura». Il presidente dellaProvincia AlessandroFranchi (sindaco di Rosi-gnano) ha risposto: «Piom-bino è un esempio virtuoso

per l’Italia. Questa città, conla sua nuova realtà indu-striale pronta a ripartire, sa-rà un modello per tutti, so-prattutto per Livorno». Luciano Guerrieri, com-missario della Port Autho-rity di Piombino e isolad’Elba ha aggiunto: «Ilgrande sviluppo del portopiombinese, grazie all’ac-cordo di programma siglatodal governo, sarà il volanoper il nostro territorio e peraziende come Cevital. Nondeve esistere competizionetra i porti della costa – hacontinuato Guerrieri – condiatribe assurde come quellatra Piombino e Livorno, masolo sinergia».Tra gli altri sono intervenutianche Valerio Fabiani, se-gretario della FederazionePd Val di Cornia-Elba chesempre sul tema del lavoro,ha ricordato: «Il movimento

operaio e contadino dellanostra terra ha già rotto lecatene della schiavitù. Lot-tiamo senza paura. È inac-cettabile che queste cateneritornino, né per gli italianiné per gli stranieri. Il lavoroe i diritti al centro». L’asses-sore regionale GianfrancoSimoncini, invece, si è sof-fermato sull’occupazione:«La Toscana è la prima re-gione italiana per quanto ri-guarda l’export. Resistia-mo».Alla fine del convegno, ladeputata Silvia Velo, pro-motrice dell’evento ha twit-tato al premiere Renzi unaforisma di Cristoforo Co-lombo: «Il mare concederà aogni uomo nuove speranze,come il sonno porta i so-gni». Nell’attesa dei sogni,la Costa degli Etruschiaspetta fiduciosa il Blue Acte la nuova stagione turistica.

Da sx: Sbrilli, Lotti, Giuliani e Fabiani

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diMirko Lami*

Costa Estrusca mi hachiesto un parere ri-guardo la vicenda Luc-

chini/Cevital e volentieri provoa portare un contributo.Certamente l'avvento di Cevitalper cercare di acquisire lo sta-bilimento di Piombino, haportato una ventata di ottimi-smo perchè andrebbe a ri-spondere a tante domande,l'occupazione e ciò che siaspettava da anni, la diversi-ficazione, mollando la mo-nocultura industriale dell'ac-ciaio per andare verso altrimondi, in questo caso Cevitalandrebbe verso l'agroindu-striale. Adesso accade cheCevital sta muovendosi supiù fronti e vediamo quali:• Mettere a punto il contrattodi acquisto definitivo dellostabilimento.• Il mercato del costo energianel nostro Paese è dispersivo,quindi Cevital chiede, al go-verno italiano, di avere un

costo dell'energia uguale aiproduttori di acciaio del nordItalia. Organizzazioni sin-dacali, Regione, Comunepensano ad un progetto di“consorzio” tra le aziendeenergivore per abbattere icosti attraverso alti consumicon contratti di lungo periodo,proprio per avere il costouguale in tutta Italia.• Cevital si sta preparando apartire con la laminazionee la logistica dal primo diaprile 2015, attraverso degli

incontri con la struttura sin-dacale aziendale per metterea punto quella organizzazionedi lavoro che intende metterein atto.• Assume i lavoratori attraversol'articolo 2112 del codicecivile che prevede un pas-saggio diretto con dei puntifondamentali, il contrattonazionale dei metalmeccanici,il livello attuale che ogni la-voratore possiede e la man-sione dove esiste. Il resto,che fa parte della storia di

ogni lavoratore, deve esserediscusso nuovamente, attra-verso una trattativa tra or-ganizzazioni sindacali eazienda ma penso che, peralcuni punti, ci siano spaziper fare cose migliori delpassato.Poi ci sono aspetti ancora dadefinire come, le bonifiche,l'area portuale che sta model-lando il nostro porto facendolodivenire uno dei più importantidel Mediterraneo, la costru-zione del bacino per la rotta-mazioni delle navi, la Tap cheè uno strumento mangiascoriema anche produttore di unapavimentazione utile ad esem-pio alla piattaforma agroali-mentare di Cevital, ed infinela parte logistica che dovràfar arrivare la strada 398 maprevedere anche la ferroviasulle banchine, come i portipiù competitivi del mondo.Mentre riguardo al fumo bian-co che esce dall'altoforno ele voci che girano intorno, hoscritto un mio pensiero.

marzo - aprile - maggio 2015

Mirko Lami, segretario CGIL Toscana, parla della ex Lucchini

«Cevital, una ventata di ottimismo»Sotto la lente di ingrandimento le mossedella nuova proprietà. Si torna a parlaredell’altoforno. Quel cuore batte ancora

«Si tratta sicuramente di qual-cosa che riguarda alcune ope-razioni che stanno facendosu quell'impianto, come losmontaggio delle tubiere edaltro ancora, ma vedere quelfievole fumo significa che den-tro c'è ancora una lieve tem-peratura. Quel cuore batteancora. In questi giorni abbiamosentito spesso la voce cheCevital sta valutando di riac-cendere l'altoforno, in attesadella operatività di uno deiforni elettrici che saranno co-struiti per ritornare a produrreacciaio. Mi verrebbe da pensareche hanno letto alcuni nostriinterventi, fatti sulla stampa,dove scrivevamo di non ab-bandonare l'unico altofornoeuropeo sul mare, e che laGermania stava risistemandoi suoi per essere pronta allaripresa. Sarebbe davvero una

genialità riaccendere quell'al-toforno (dopo chiaramentel'adeguato ripristino impian-tistico), per produrre quellaghisa necessaria per realizzarel'acciaio di altissima qualitàche serve a Cevital - e anchea tutto il comprensorio diPiombino - per ridare queltanto atteso lavoro nel girodi pochi mesi, circa 8/9. Per-ché, nonostante la vertenzaabbia preso un verso positivocon l'avvento di Cevital, iltempo passa e le scadenzedei mutui e delle bollette,non si fermano, arrivano pre-cise alla scadenza con unapuntualità ineccepibile. Nonso se potrà ripartire anchela cokeria o se dovranno ac-quistare coke per alimentarel'altoforno, ma so che sarebbeuna manna dal cielo ancheper la centrale Edison che,

richiamando i suoi lavoratori,riavvierebbe le turbine, e sa-rebbe una cosa positiva ancheper l'impianto Tap che avrebbepane per i suoi denti. Il tuttoservirebbe a ragionare conpiù calma di tutti quegli aspettiche hanno bisogno di tempoper essere sviscerati, appro-fonditi e consolidati. Quei fu-macchi bianchi, che qualcheanno fa erano tradotti in 'Fumoe Pane', possono essere utilia tutti noi e mi auguro che siriaccenda anche temporanea-mente quell'altoforno senzamettere in discussione la di-versificazione che Cevital in-tende avviare attraverso lapiattaforma agroindustriale.Tra l'altro in questi giorni èstato siglato un importantis-simo accordo di collaborazionetra i ministeri dell'agricolturaitaliano e algerino, che darebbe

opportunità alla nostra agri-coltura e alle attività che sipossono affacciare nel portodi Piombino soprattutto at-traverso una nuova logistica.La riaccensione dell'altofornoforse resterà un sogno nelcassetto, forse rimarrà unapia illusione, ma sarebbe unaconcreta e veloce soluzionein attesa del nuovo ciclo diproduzione acciaio».

*Segretario CGIL Toscana

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di Luca Goerg

Come è andato questo pri-mo anno all’interno dellestanze comunali?«È iniziata male e continuamale».Il sindaco Giuliani?«Ha cominciato il suo man-dato affermando che sareb-be stato il sindaco di tutti.Ad oggi lui e la sua ammini-strazione hanno avuto sola-mente un atteggiamento pa-dronale».E le altre opposizioni?«Trattiamo con loro sui sin-goli temi. Stiamo cercandodi fare squadra con tutti. Ilpiù delle volte c’è dialogo,altre molto meno. Ad esem-pio Ascolta Piombino di Ge-lichi è un’emanazione diret-ta del Pd, non è opposizio-ne».Da dipendente delle ac-ciaierie e da capogruppodel movimento come guar-da Cevital?«Con molta preoccupazio-ne. È sicuramente un’azien-da con una disponibilità fi-nanziaria enorme ma sonoin grado di gestire un’ac-ciaieria? Mister Rebrab sadell’esistenza di un cartellodell’acciaio che impediscel’approvvigionamento delmateriale primo per la suaproduzione? Si stanno im-provvisando. Ci vorrebbe unmonitoraggio da Roma».A chi si riferisce?«Silvia Velo. Lei è in Parla-mento in quanto rappresen-tante del nostro territorio.Abbiamo parlato con i de-putati del MoVimento Cin-que Stelle che sono a Roma.Non ci sono stati versi, nonsono riusciti a scoprire nien-te. Rimane tutto nelle segre-te stanze».Una cosa che siete riuscitia realizzare, come M5s, inquesto anno di attività?«Asa, secondo la sentenzadella Corte costituzionale335, doveva rimborsare de-gli illeciti fatturati in bollet-ta. Il nostro ordine del gior-no, bocciato tout court dalla

maggioranza, chiedeva chetale rimborso venisse eroga-to automaticamente. Alloranoi siamo scesi in periferia,Cotone e Fiorentina in pri-mis, e con il nostro gazebo eun computer abbiamo invi-tato i cittadini a compilare,col nostro aiuto, le praticheper i rimborsi. Siamo riusci-ti a far ottenere 22mila eurodi rimborso (un’azienda haincassato 9mila euro). Que-sto grazie al nostro aiuto.Siamo arrivati là dove laconvenienza politica, eserci-tata da questo Pd padronale,non arriva».Che cosa non siete riuscitia relizzare?«Abbiamo rinunciato al no-stro gettone di presenza. Al-la fine dell’anno i 2800 eurorisparmiati, non avendo noiincassato questa indennità,sono finiti nelle casse comu-nali. Il nostro ordine delgiorno di destinarlo allescuole elementari è stato re-spinto, proprio dal Pd. Ver-gognoso».Perché non avete incassatol’indennità e non l’avetedevoluta privatamente allescuole?«Questa sarebbe beneficen-za. Quei soldi invece sono

pubblici, devono arrivare aicittadini attraverso le mano-vre comunali, non attraversoun gesto privato».Questione Asiu e Tap.«La Tap è un problema,Asiu un altro. Se fossi statoin consiglio dieci anni fa sa-rei stato il primo a sostenerel’idea di Murzi: recuperare irifiuti generati dai processisiderurgici locali per creareun prodotto, il conglomix,impiegabile nella costruzio-ne di strade. Insomma unprodotto concorrenziale aSales, fantastico. Quello checontestiamo a Asiu non èquesta idea che poi ha porta-to all’enorme buco di bilan-cio, tutto è dipeso dalla crisiLucchini. Noi contestiamo aAsiu di aver fallito nella suamission principale: pulire lestrade e gestire i rifiuti. Lenostre discariche si sono ri-empite troppo velocementee la raccolta differenziatanon va bene. E questo falli-mento non glielo contestanoi Comuni o il governo, bensìl’Europa».Con chi riuscite ad averemaggiore dialogo nellamaggioranza?«Per le tematiche trattatecon l’assessore alle politi-

che sociali Margherita diGiorgi».Un’opera della nostra cit-tà che contestate.«L’approdo turistico di Sali-voli. Ha portato solo cemen-to. Pochi posti di lavoro eturismo neanche a parlarne.Serve come posto barca allafascia medio alta della po-polazione. Inoltre addiospiaggia».Due parole su altre perso-ne della maggioranza chevedete in consiglio?«Martina Pietrelli è la gran-de assente, per essere ilprincipale esponente dell’a-la renziana si vede poco inconsiglio. Stefano Ferrini èun’enclave. Porta avanti lesue faccende, tira dritto».Un giudizio sul Partito de-mocratico.«Crea un blocco mentale aipiombinesi, li tranquillizzacon slogan come quello sul-la Concordia, ma in realtà,nel concreto, c’è poco o nul-la».Questo blocco mentale aLivorno non esiste? Là ilMoVimento 5 Stelle havinto, qui no.«Ho molta fiducia in Noga-rin, abbiamo contatti diretticon lui. È molto difficile ge-stire l’apparato di una cittàereditato da settanta anni dimonopolio. Cerchiamo dicreare una partnership stra-tegica con l’M5s livornese,può essere l’apripista peruna rivoluzione pentastella-ta in tutta la provincia».

Intervista al portavoce M5s PiombinoPasquinelli: «Il Pd creaun blocco ai piombinesi»

Daniele Pasquinelli, quarantuno anni, è il portavocedel MoVimento Cinque Stelle Piombino. Dipendenteda quasi venti anni Lucchini, reparto cokeria. Oggiè in solidarietà. Diplomato all’Itc Einaudi cittadino.Sin da giovane si interessa alla politica, infattiafferma: «Non ho mai votato Pd. La mia area tradizionaledi riferimento è stata, in passato, Rifondazione.Oggi, grazie a Beppe Grillo, ho potuto superare lebarriere ideologiche. Non volevo contestare guardandoo giudicando da una parte, volevo essere attivo».È stato membro attivo del movimento grillino sin dalsuo nascere. Oggi, dopo le elezioni del 2014, siedenel consiglio comunale con altri suoi tre colleghipentastellati. «Ora ho il coraggio di guardarmi allospecchio – afferma –, con il mio impegno politicolavoro quotidianamente per lasciare qualcosa dibuono ai nostri figli».

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32 marzo - aprile - maggio 2015

Dalla scuola a vicepresidente del consiglio regionale

Fedeli, la politica senza proclamidi Francesca Barone

Pacato, attento, riser-vato, non incline allapropaganda. Preferi-

sce che a parlare siano i fat-ti. Invece, a volte, capitache le parole di altri parlinoper lui, anzi di lui e del suoimpegno. Così è accaduto adicembre scorso, duranteuna seduta del consiglio re-gionale della Toscana. Inquell'occasione AlbertoMonaci, presidente dell'or-gano legislativo, ha dichia-rato di sentire il “dovere diringraziare pubblicamente”il suo vicepresidente che,“senza proclami, come ènel suo stile, ha seriamentecontribuito all'esito dellavicenda Lucchini. Questo èesercitare il nostro ruolo diconsiglieri”. Il vicepresidente in questio-ne è Giuliano Fedeli, elba-no di nascita, ma da sempre

piombinese. Eppure, alcuniin Val di Cornia non sannoancora che dal 2010 Fedeliè membro del consiglio re-gionale. Ed è lui che, a se-guito della richiesta di unamico, conoscente del col-laboratore di Rebrab, ha ac-

compagnato gli algerini diCevital dal governatoreRossi, perché interessati al-le acciaierie. «Poi però –spiega Fedeli – ho fatto unpasso indietro perché rite-nevo giusto che fosse Rossia gestire la faccenda. Misono messo dietro le quinte,ma ho continuato a collabo-rare affinché le cose andas-sero a buon fine».E così è stato anche per ilporto di Piombino. Fedeliha preso in mano la situa-zione quando si è trattatodi far velocemente appro-vare, in Regione, il pianourbanistico. A lui si è rivol-to il presidente dell'autori-tà portuale di Piombino.

«È vero – conferma Fedeli– sono andato dalle oppo-sizioni e ho garantito sulmio onore che non c'eraniente di strano nel pianourbanistico del porto. Leopposizioni, fidandosi dime, lo hanno votato all'u-nanimità». Fedeli è un uo-mo di poche parole. Al vi-cepresidente del consiglioregionale interessano soloi fatti. «Quando – dice –davanti ad un problema, silavora in sinergia istituzio-nale e politica, il problemasi risolve nella manieragiusta. Sono pagato perstare in Regione, sono con-sigliere di tutti i toscani eallora le cose devo farle enel migliore dei modi». Un pensiero questo che loha accompagnato anche du-rante la sua lunga carrieradi insegnante. Fedeli ha tra-scorso ben 37 anni nellascuola. «Ho amato il miolavoro – dice – ma sono an-dato in pensione perchéodiavo l'istituzione scola-stica. Fai carriera solo peranzianità, anche se sei uncialtrone». Ma i ragazzi glimancano ancora oggi. Emolti di loro continuano acercarlo, anche per farsisposare: «Ho officiato i ma-trimoni di 23 miei ex allie-vi. L'ultimo qualche mesefa a Firenze».

Consiglio Regione ToscanaGiuliano Fedeli con il figlio Gianluca

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La famiglia e la scuola han-no scandito la maggior par-te della sua vita. La politicainfatti è arrivata per caso, a53 anni. Mai iscritto ad unpartito, nel 1995, dietro in-vito di Carlo Torlai, si èpresentato alle amministra-tive con la lista civica Nuo-va Piombino. È entrato inconsiglio comunale e, con-fermato anche nella legisla-tura successiva, è stato poinominato assessore dall'al-lora sindaco Anselmi, chedopo un anno, però, ne harevocato la nomina. «AdAnselmi – dice – lo fregaun po' il carattere, è perma-loso, però è un bravo am-ministratore. Per questo hofirmato per la sua candida-tura alle prossime regiona-li». Ma l'incontro che ha segna-to il suo percorso politico èstato quello con Antonio DiPietro. Nel 1994, infatti,Fedeli, da semplice cittadi-no, scrive una lettera a DiPietro per sostenerlo nellasua azione da magistrato.«Lui mi rispose – raccontaFedeli – chiedendo la miacollaborazione per il movi-mento che stava costituen-do, “Mani pulite”. Ho ade-rito e sono diventato re-sponsabile per la Toscana.Poi è nato il partito Italiadei Valori, di cui sono statosegretario regionale. Ogginon esiste più. Purtroppoquando ci si ingrandisce ve-locemente, non si può con-trollare tutte le persone cheentrano. E così ci siamotrovati una manica di ma-scalzoni anche noi, cometutti i partiti. Con Antonio,però, è rimasto un bel rap-porto di amicizia».In Regione, il gruppo a cuiappartiene Fedeli, da giu-gno 2014, è stato rinomina-to Toscana civica riformi-sta. Con le elezioni regio-nali del prossimo maggio,la sua carica di consiglieree di vicepresidente cesserà.«Mi si potrà dire anche chenon sono stato troppo capa-

ce – dice Fedeli – ma inquesti cinque anni ho mes-so tutto il mio impegno, atempo pieno, dal lunedì alladomenica. Non ho maiguardato se una propostaavesse un colore o un altro,ne ho solo valutato la bon-tà. Credo di aver operatobene, facendo gli interessidella comunità, però mi

rendo conto che spessoqueste cose non pagano. Ivoti vanno a chi arriva al-l'ultimo minuto, a chi fa lasfilata, a chi dietro ha unpartito e tanti soldi. Il mon-do politico italiano è pro-prio buffo!». «In questi cin-que anni – continua – hosempre utilizzato la mia au-to, mai quella di servizio,

se non per le cerimonie uf-ficiali. A scuola con cosaandavo? Con la mia auto! Ecosì in Regione. L'ho com-prata nel 2011, oggi ha110mila chilometri. Nel2013 per le spese di rappre-sentanza sono segnate 392euro. Preferisco pagare ditasca mia. Però, quandoesco dal portone della Re-gione, per la gente sono co-me tutti gli altri». Fedeli, che, insieme ad altrisuoi colleghi consiglieri, harinunciato al vitalizio, nonè convinto di presentarsi al-le regionali di maggio. «Ilmio gruppo – spiega – hafatto un accordo con il se-gretario regionale del Pd eRossi: entriamo in coalizio-ne a patto di essere l'unicalista civica del presidente.Riguardo a me, invece,chiederò alla gente se can-didarmi o no. Proseguo so-lo se vedo che nei cittadinic'è un riconoscimento dellavoro fatto. Insomma, pri-ma voglio capire. Noi, conla gente, si dà troppe coseper scontato ed è sbaglia-to». E un' ipotesi di asses-sorato? «Non accetterei –risponde sicuro – sarebbeun massacro. Non mi lasciospingere da queste ambizio-ni. Preferirei sicuramentechiudere la parentesi politi-ca e fare il nonno a tempopieno».

Giuliano Fedeli nasce a Procchio, Comunedi Marciana, l'8 aprile 1942, da madre el-bana e padre aretino. A 7 anni si trasferi-sce con i genitori a Piombino.Conseguito il diploma di perito meccani-co, inizia ad insegnare all'Ipsia Volta diPiombino.Nel 1976, dopo aver vinto il concorso perle scuole medie (su 12mila concorrenti ar-riva secondo in provincia di Livorno), ottie-ne la cattedra di educazione tecnica allescuole Dieci Settembre di Piombino, dovericopre anche il ruolo di vicepreside. Va inpensione nel 1997, dopo 37 anni di lavoro.Da anni ha una tesi in antropologia fermain un cassetto, in attesa di essere discus-

sa per ottenere la laurea in pedagogia. Per sette anni è segretario regionale di Ita-lia dei valori. Nel 2009 viene nominato as-sessore ai trasporti della Provincia di Firen-ze. Nel 2010, come esponente Idv, entra afar parte del consiglio regionale della To-scana, nel quale, durante la prima seduta,viene eletto all'unanimità vicepresidente.Amante dei viaggi, Fedeli è camperista da48 anni. Sposato con Serenella Ventura, ha un fi-glio, Gianluca, membro dei corpi antiterrori-smo della Guardia di finanza (ha partecipa-to a due missioni in Afghanistan), che dapochi mesi lo ha reso nonno del piccolo Lo-renzo.

Chi è Giuliano Fedeli

Via Lombroso, 25 - Piombino - 0565 222106e-mail: [email protected]

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marzo - aprile - maggio 201534

Periodico di informazione, attualità, cultura

dal 1962

il giornale della nostra tea

Venerdi 30 gennaio 2015 - ore 18.00 Centro Giovani De Andrè - Piombino

presentac & m

Premiazione giornalista e scrittore Luigi Carletti Personaggio dell’Annoe dell’on. Fabio Mussi Premio alla Carriera

Il Premio Personaggio dell’Anno (alla sua quinta edizione) viene assegnatoal giornalista e scrittore Luigi Carletti,figlio di Piombino e della nostra terra.Un giovane partito dalla provincia cheha girato tutto il mondo grazie al suotalento e alla sua tenacia. Ha lavorato con Il Tirreno, La Repubblica,La Gazzetta di Reggio Emilia, Il Centroe La Provincia Pavese. Direttore di Ka-taweb, inviato dell’agenzia Agl, direttoreeditoriale di Finegil/Espresso conincarichi nazionali e all’estero, ammi-nistratore delegato di StudioVit. Vincitoredel premio giornalistico Il Premiolinoper le sue numerose inchieste chehanno lasciato il segno nel giornalismoitaliano. Oggi è anche un affermatoscrittore che ha sfornato molti libri disuccesso. L’ultimo è Supernotes chediventerà un film Hollywoodiano.Da Piombino a Hollywood, Luigi Carlettiè una storia di libertà, successo e pro-fessionalità che deve rendere orgogliosoil nostro territorio.

Con affetto,Costa Etrusca e i suoi lettori

Il Premio alla Carrieraviene conferito al politico e uomo dicultura Fabio Mussi, piombinese doce orgoglio del territorio. Anche quest’announa personalità che ha portato alta labandiera della nostra terra a livello na-zionale e internazionale.A soli venti anni nel Comitato Centraledel Pci, vicedirettore di Rinascita, con-direttore del l’Unità, parlamentare, vi-cepresidente della Camera dei deputatie Ministro dell’Università e della Ricerca.Oggi, è sempre sul campo, a sondaregli umori della base come membrodell’Assemblea Nazionale di Sel.Questo Premio alla Carriera celebraMussi non solo per il suo curriculumunico ma, soprattutto, per essere unuomo leale, carismatico e amato dallagente. Un uomo che non smette maidi combattere, che non appartiene aun’altra epoca e che ancora oggi hala forza della sua giovinezza e il co-raggio di dire proprio ai giovani: «Ri-bellatevi».

Con affetto,Costa Etrusca e i suoi lettori

I due fuoriclasse insieme con i nostri trofei

LUIGI CARLETTI

PERSONAGGIO DELL’ANNOFABIO MUSSIPREMIO ALLA CARRIERA

SIDER piombino S.p.A.

PatrocinioComune Piombino

Conduce Fabio Cana, coordina Umberto Barlani,interviene il giornalista Stefano Tamburini

modera il dibaito il dirore di Costa Etrusca Ivio Barlani

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Luigi Carletti nasce aPiombino il 16 luglio 1960. Stu-dia all’elementare Silvio Mina diSalivoli, alla Manzoni di Cittadel-la e al liceo scientifico Marconivicino a Marina. Nel frattempogioca a calcio, prima nel Salivoli,poi nel Piombino. A diciott’anni ancora da compie-re, mentre sta per cominciare laquinta liceo, la folgorazione delgiornalismo. Il Tirreno cerca col-laboratori all’isola d’Elba. Luigicomincia così la sua attività cheprosegue poi al Tirreno di Piom-bino. Nel frattempo termina il liceo, vaall’università a Pisa ma continuaa lavorare in redazione. Imparache nel giornalismo è importan-te saper scrivere, certo, ma ser-ve soprattutto capire le notizie esaperne analizzare i risvolti e leimplicazioni.Nel 1985 arriva la chiamata delGruppo Espresso per far partedi una task force che fondi nuo-ve testate. Luigi s’imbarca eparte. È l’inizio di una carrierache lo porterà in giro per l’Italia

attraverso incarichi di scrittura,direzione e management edito-riale. Nel 1993 è il più giovanedirettore d’Italia con la nominaal quotidiano La Provincia Pa-vese. Nel 1995 vince il presti-gioso “Premiolino” come mi-glior giornalista italiano.

Dal 2000 è a Roma come diret-tore internet dei quotidiani localidel Gruppo Espresso e poi di Ka-taweb-Elemedia. Oggi è un libe-ro professionista che, all’attivitàdi scrittore, affianca quella di di-gital strategist e docente di co-municazione multimediale. La

scrittura resta la sua prima, in-vincibile passione. Dal 1996 aoggi ha pubblicato otto romanzi,dei quali l’ultimo – Supernotes –è diventato un caso mondiale,con traduzioni in numerosi paesie un film di produzione america-na già in lavorazione.

LUIGI CARLETTI PERSONAGGIO DELL’ANNO

FABIO MUSSI PREMIO ALLA CARRIERAFabio Mussi è nato a Piom-bino il 22 gennaio 1948 da unafamiglia operaia. Frequenta il liceoclassico della città diplomandosicon la terza miglior pagella d'Italia.Nel 1967 vince il concorso d'am-missione alla Scuola Normale Su-periore di Pisa dove conosce Mas-simo D'Alema. Dopo aver passatodel tempo in Germania, pressol'università di Friburgo, si laureacon una tesi su Adorno e la Scuoladi Francoforte. Intanto la passionepolitica, che vede il suo culminenegli anni caldi del 1968, prendeil sopravvento: a soli venti annientra a far parte del Comitato Cen-trale del Pci. Nello stesso annoentra nella redazione del giornaleRinascita, di cui diviene prima,responsabile delle pagine culturalie in seguito vicedirettore.Dal 1980 al 1984 è segretario re-gionale del Pci in Calabria, inseguito entra nella Direzione Na-zionale del partito. Dal 1986 al1988 è condirettore de l'Unità alfianco di Gerardo Chiaromonte.Favorevole alla "svolta della Bo-lognina", viene eletto deputato

nelle file del Partito Democraticodella Sinistra nel 1992, per la cir-coscrizione Pisa-Livorno-Lucca-Massa. Nel 1996, dopo la vittoriadella coalizione di sinistra, è no-minato capogruppo. L'impegno politico continua poi

nei Ds. Nel 2001 è eletto vicepre-sidente della Camera dei deputati.Nel 2006, nel governo Prodi II,ricopre il ruolo di Ministro dell'U-niversità e della Ricerca. Infine decide di non seguire lamaggioranza del partito nel co-

stituire il Partito Democratico ma,nel 2007, decide di voler fondareun movimento più a sinistra delPd: Sinistra Democratica. Nel 2009il movimento confluisce in SinistraEcologia e Libertà, di cui è membrodel Coordinamento Nazionale.

Paolo Bertini, Unicoop Tirreno premia Luigi Carletti

Giuliano Fedeli consegna il premio a Fabio Mussi

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La quinta edizione delPersonaggio dell’Annoe del Premio alla Car-

riera di Costa Etrusca èstata un successo. Perso-naggio dell'Anno è statopremiato Luigi Carletti, gior-nalista e scrittore. FabioMussi (politico), invece, éstato omaggiato con il Pre-mio alla Carriera. Ancorauna volta due volti del ter-ritorio che sono arrivati aimassimi livelli, nel propriosettore, grazie alla loro pro-fessionalità.Fabio Mussi, insieme algiornalista e critico cine-matografico Fabio Canes-sa, ha ripercorso la suacarriera politica e la suavita. La folla presente at-traverso il fotoraccontoproiettato sullo schermoé riuscita ad immedesi-marsi con la vita di Mussi:nato al Capezzòlo (borga-ta operaia di Piombino,ndr), diplomato al liceoclassico cittadino e am-messo alla Scuola Norma-le di Pisa. Grazie alle suecapacità umane e a unavita spesa per la politica èriuscito a portare avanti ilproprio ideale senza scen-dere mai a compromessi.Ha raccontato del Pci, delSessantotto, della carrie-ra giornalistica a Rinasci-ta e l’Unità. Ha emoziona-to parlando degli anni du-ri, sotto scorta, spesi inuna terra difficile come laCalabria. Ha ripercorso lastoria della sinistra italia-na, toccando nel profondo

molte personalità politi-che presenti in sala: la“svolta della Bolognina”,il Pds, i Ds, gli anni in Par-lamento, l’esperienza diMinistro dell’Università edella Ricerca nel governoProdi II e infine la decisio-ne di fondare Sel con l’a-mico Nichi Vendola.Sul palco, poi, è stata lavolta di Luigi Carletti, Per-sonaggio dell’Anno 2014.Per l’occasione è salito intribuna l’amico e collegaStefano Tamburini (gior-nalista del gruppo l’E-spresso), con il quale haintavolato una piacevoleconversazione. Carletti ènato professionalmente adiciotto anni nella redazio-ne piombinese del Tirrenoe, ad oggi, è arrivato allepiù alte sfere dell'editoriaitaliana. Giornalista affer-mato del gruppo Repubbli-ca-l’Espresso, è anchescrittore di fama interna-zionale, con all’attivo benotto romanzi. E proprio iltrailer del suo ultimo best-seller Mondadori ha tenu-to col fiato sospeso ilpubblico in sala: si trattadi Supernotes, un casomondiale, di cui è già inlavorazione a Hollywood ilfilm. Carletti, insieme aTamburini, ha inoltre ricor-dato le tante inchieste dicui è stato autore durantela sua carriera, veri e pro-pri reportage che hannofatto la storia del giornali-smo italiano.

Ivio Barlettani, Mussi, Canessa e Carletti

Un ringraziamento ai nostri fotografi: Patrick Donati,Pierluigi Galassi, Guido Morelli e Raffaello Spanò.

Sala gremita al Centro Giovani

Costa Etrusca premia Carletti e Mussi

marzo - aprile - maggio 201536

Da sx Bertini, Carletti, Pellegrini, Mussi, Fedeli, Barlettani, Canessa

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Ivio Barlettani, Mussi, Canessa e CarlettiStefano Tamburini in

tervista Claudio Carletti

Costa Etrusca premia Carletti e Mussi

Tutti i vincitoriLe precedenti edizioni del premio Personaggio dell’An-no, indette da Costa Etrusca, sono state vinte dal pit-tore sanvincenzino Giampaolo Talani, dalla scrittricepremio Campiello Silvia Avallone, dall’intraprendenteindustriale Bruno Pietrini e dal calciatore Andrea Luci.Il Premio alla Carriera è stato assegnato in ordine ditempo al cineasta Luciano Tovoli, all’ex calciatore-al-lenatore-opinionista sportivo Aldo Agroppi, al direttoredel Vernacoliere Mario Cardinali e all’imitatrice-attriceGianna Martorella.

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Da sx Bertini, Carletti, Pellegrini, Mussi, Fedeli, Barlettani, Canessa

Canessa e Mussi durante il dibattito

Il successo di questaquinta edizione ha comesempre un nome: squa-dra. Fare squadra è ilmantra di Costa Etrusca.Un grazie di cuore allosponsor Unicoop Tirrenoche da anni sostiene lenostre iniziative. Un gra-zie inoltre agli altri spon-sor: Bertocci, Calidario eSiderpiombino. Un doveroso ringrazia-mento al Comitato fe-steggiamenti piombinese

e al gruppo della Comu-nità irpina ben direttodall’infaticabile presiden-te Giovanni Di Pietro.Grazie agli illustri ospiti:Giuliano Fedeli e StefanoTamburini. Grazie infineallo zoccolo duro dellanostra squadra: UmbertoBarlettani, Luca Goerg,Fabio Canessa, France-sca Barone, MarcelloCardinali, Claudio Mazzo-la, Roberto Galante, EdoMarchionni.

Grazie di cuore

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Il saluto del sindaco Giuliani

Gentile Direttore, voglio ringraziare Lei, il conduttore prof.Fabio Canessa, e tutti gli intervenuti aquesta importante manifestazioneculturale della nostra Città alla quale, condispiacere, non potrò partecipare a causaimprorogabili impegni istituzionali. Costa Etrusca, lo storico periodico da Leidiretto, è da sempre protagonista di tanteiniziative nate per valorizzare le grandipotenzialità espresse dal nostro territorio.Tra queste, l’evento che oggi si tiene alCentro Giovani il quale, in continuità conle edizioni precedenti, costituisceoccasione per valorizzare le moltecapacità che hanno saputo renderePiombino protagonista in vari campi delsapere a livello locale e nazionale. Inquesto senso Le rinnovo la miagratitudine, estendendola a tutti coloroche si sono spesi per sponsorizzare lapremiazione odierna.Pur rammaricandomi della mia assenza,mi preme sottolinearLe la forte attenzionee vicinanza dell’intera Amministrazionecomunale all’evento che, già alla suaquinta edizione, è ormai un punto fermoper l’intero comprensorio. Desideroinoltre complimentarmi con i vincitori diPersonaggio dell’Anno e del Premio allaCarriera, rispettivamente Luigi Carletti eFabio Mussi.Luigi Carletti, giornalista e scrittore disuccesso, rappresenta un elemento diorgoglio per la nostra città. La suacarriera è il frutto di una forte dedizione edi un appassionato lavoro di studio nelmondo della carta stampata edell’editoria.Fabio Mussi, da sempre impegnato nelmondo della politica, ha dato uncontributo di grande rilievo alla crescita eallo sviluppo della nostra città nei suoianni di dedizione al bene comune,raggiungendo i massimi livelli politicoistituzionali e conservando allo stessotempo un forte rapporto di vicinanza conPiombino e con i suoi cittadini.Certo del felice esito di questa meritevoleiniziativa, porgo a Lei e a tutti ipartecipanti i miei migliori saluti

Il sindaco di PiombinoMassimo Giuliani

L’emozione di MussiÈ stato il vicepresidente del consiglio regionale Giuliano Fede-li a premiare Fabio Mussi con il Premio alla Carriera di CostaEtrusca: «È un onore consegnare questo premio ad un uomoche come me ha speso la propria vita per la politica. In quan-to rappresentante della Toscana e tuo conterraneo è per meancora più emozionante essere qui, vicino a te caro Fabio, perfesteggiare la tua carriera. In questo momento ti dicono gra-zie, non solo i tuoi concittadini ma anche le persone del no-stro territorio, di qualunque pensiero politico siano. Infatti so-no molti gli uomini che si riconoscono in te e che ogni giornolottano per portare avanti il proprio ideale».

38 marzo - aprile - maggio 2015

Auguri a CarlettiIl presidente dell’Unicoop Tirreno Marco Lami è stato tratte-nuto per impegni lavorativi di rilievo nazionale a Firenze la se-ra della premiazione. Quindi non è potuto essere presente,come ormai sin dalla prima edizione. Al suo posto c’era il suobraccio destro Paolo Bertini, responsabile delle relazioniesterne di Unicoop Tirreno: «Carletti è un esempio da seguire,la parte bella del nostro territorio che funziona. È un piacerepremiarlo personalmente – afferma Bertini – perché rende or-goglioso me e la nostra azienda. Come ogni anno è bello pas-sare queste serate con la redazione e i lettori di Costa Etru-sca a Piombino e scoprire i volti positivi della nostra terra. Au-guri Luigi e al prossimo successo!».

Ivio Barlettani, direttore diCosta Etrusca e patron dell'e-vento, ha coordinato il dibat-tito con la stampa intervenu-ta nella sala del Centro Gio-vani De Andrè di Piombino.Dopo la presentazione deidue premiati, infatti, sono in-tervenuti Giorgio Pasquinuc-ci, ex redattore del Tirreno diPiombino e Umberto Barletta-ni per Costa Etrusca.Il direttore ha tra l'altro rin-graziato gli sponsor che or-mai da ben cinque anni ren-dono possibile la realizza-zione di un evento di notevo-le importanza e dimensione

come questo: «Cinque annisono tanti, soprattutto peruna realtà come la nostraprovincia.Tutto questo non sarebbestato possibile senza l’impe-gno concreto di molte azien-de come Unicoop Tirreno,Bertocci, Calidario TermeEtrusche e SiderPiombino.Un sentito ringraziamento an-che all’amministrazione co-munale di Piombino per il pa-trocinio, al personale delCentro Giovani De Andrè, alComitato festeggiamentipiombinese e al gruppo dellaComunità Irpina».

Barlettani ringrazia

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Sorpresa per CanessaL’assessore alla cultura del comune di Piombino Paola Pellegrini èintervenuta durante le premiazioni per una sorpresa. Costa Etrusca,infatti, ha voluto omaggiare il collaboratore Fabio Canessa (giorna-lista e critico cinematografico) con una targa per l’impegno e la de-dizione dimostrata verso la testata. L’assessore ha inoltre aggiun-to: «Ringrazio Canessa per l’impegno e i progetti che porta avantinel nostro comune e nelle scuole. È una figura importante e di rife-rimento per tutta la popolazione. Per quanto riguarda, invece, CostaEtrusca non posso far altro che rallegrarmi per un giornale vivace eattivo come quello del direttore Ivio Barlettani – ha affermato l’as-sessore -. Un periodico attento al clima sociale e alla realtà del no-stro territorio. Gli innumerevoli eventi organizzati dalla redazione so-no un ricco patrimonio per il territorio: “Un giorno… insieme”, la fe-sta per i diversamente abili e gli anziani del territorio, giunta allasua decima edizione, è un appuntamento fisso per le associazionie le istituzioni locali. I premi di stasera riconfermano l’attenzionedel giornale per l’eccellenza che la nostra terra riesce a produrre fa-cendo parlare di sé oltre i confini regionali e nazionali. Ed è anchedoveroso – ha continuato Pellegrini – ricordare il Pranzo della Soli-darietà, manifestazione organizzata in collaborazione con i sindaca-ti per tutte le persone che hanno partecipato alla difesa dell’identi-tà industriale della Val di Cornia. Questo in tempi meno rosei rispet-to ad oggi. Costa Etrusca è stata vicino agli ultimi e a chi chiedevavoce nel campo del lavoro sempre. E ricordiamo tutti, anche, la ma-gnifica serata in cui proprio Costa Etrusca ha tenuto a battesimo larinnovata piazza Bovio, simbolo e orgoglio cittadino, con una festasenza precedenti».

Al termine delle premia-zioni gli invitati sono statigraditi ospiti della reda-zione di Costa Etrusca al-la “cenetta dell'amicizia”per festeggiare insieme ipremiati. Il party si é te-nuto nei saloni del Comi-tato festeggiamenti piom-

binese. Volti noti del terri-torio si sono seduti a ta-vola con i lettori di CostaEtrusca e naturalmente idue fuoriclasse premiatidi questa edizione da re-cord. La nota imitatrice-attrice Gianna Martorella,già premio alla Carriera

2013, a sorpresa, ha in-trattenuto i presenti conla sua comicità dirompen-te. Con la sua simpatia èriuscita a coinvolgere pro-prio tutti, dai cucinieri chesono sbucati dalle cuci-ne, al personale di sala(gli instancabili volontari

della Comunità Irpina), ailettori, agli imprenditori epolitici locali presenti.Sotto la risata e l'amiciziatargata Costa Etrusca ilmenù è volato da una por-tata all’altra fino ad arri-vare al brindisi finale. Ungrande successo!

La cenetta dell’amicizia del Comitato

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ORIZZONTALI1. Prefisso che vale sei – 4. Sport nazionale italiano – 10. Cremona– 12. Si dice di azioni atte a scongiurare – 15. Secondo romano – 16.Figlio di Abramo e Sara – 17. Ridotta Attitudine Militare – 18. Son-drio – 19. L’aiutante di colore di Mandrake – 20. Comune in prov.Di Ferrara – 21. Telegiornale – 22. Si lavava col sangue – 23. Con-sorzio Livornese – 24. Articolo spagnolo – 25. Non classificato –27. Braciola… inglese – 29. Ha un’alea che si corre – 31. Mota ar-gilla – 32. Sudiciume – 33. Mezzo ritiro – 34. Vale noi in gramma-tica – 35. Terribili personaggi, quasi orchi – 38. Esercito Italiano –39. Congiunzione inglese – 41. Ebrei senza testa – 42. LaboratorioOftalmico Ligure – 44. Nome d’uomo – 45. Sigla associazioni senzascopo di lucro – 47. Padre Eterno – 49. Un liquore che ha molti gradi– 50. Ente Autonomo occidentale – 51. Denominazione ItalianaAgro Originale – 52. Olivicoltori Associati.

VERTICALI1. Resistere in mancanza di estremi – 2. Scilinguagnolo – 3. Inizialidi Aleardi – 4. Coincidenza – 5. L’onorevole che ha camminato suicarboni ardenti – 6. La prima composizione di Carosone al Festival

di Sanremo – 7. Concerto senza vocali – 8.Andato con il poeta – 9. Sconfitta di misura – 10. Il personaggio di Charlie Cha-plin – 11. Romolo lo usò per guadare il Tevere – 13. Lo fa il giocatore di poker – 14. Un gancio pugilistico all’inglese – 26.Il casato di Enrico di Borbone – 27. Croce Rossa Italiana – 28. Non è dispari – 30. Sede operativa – 31. Il verso del grillo –34. Producono degli effetti – 36. Carnaio senza limiti – 37. È proprio un asino – 38. Dà propulsione al motoscafo – 40. Poi– 43. Un sentimento devastante – 48. Pareggio a reti inviolate.

Le pillole di Paolo Pachi

PAROLE INCROCIATE (di Paolo Pachi)

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ESACALCIOCRSCARAMANTICHEIIISACCORAMSOLOTARGOROTGAONTACLELNCZCHOPRISCHIOCRETA

LOIANRITRCIOMACCIEIANDBREILOLUGOONLUSDIOSUPERALCOLICOEAODIAOOA

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Come apro bocca c’è un cretino che parla.

Non capirai mai gli altri se non li ascolti.

Nella tua vita il sole porta gli amici, le

nuvole la solitudine.

Il gambero se non sa di essere guardato,

cammina in avanti.

Se ha la corrente a favore la lampadina si

mette in luce.

Doppia nazionalità: di giorno italiana, ma

russa di notte.

Se la prima volta non ti va bene, non

pensarci più al paracadutismo.

Un comico di Belgrado ha sempre una

battuta in serbo.

La tv si è guastata. Non fa che trasmettere

buone notizie.

Ho visto una pecora tutta arrossata. Era

allergica alla lana.

Il mal di schiena è un vigliacco che attacca

alle spalle.

marzo - aprile - maggio 2015

Scusate, signore, potreste darmi una mano?

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di Francesca Barone

Lo trovi lì, dal martedìal sabato, nella suabottega in via Gior-

dano Bruno. Il vecchio ban-cone è quasi del tutto som-merso da scatole di bianche-ria. Ne rimane libero solo unpiccolo lato, giusto lo spazionecessario per mostrare lamerce ai clienti e per sfo-gliare il quotidiano in attesache qualcuno entri in nego-zio. Lui è lì, un giacchettonero sulle spalle e in testa uncappellino con la tesa, dacui sbucano lunghi ciuffibianchi. È concentrato nellalettura delle notizie, soprat-tutto di quelle che riguarda-no la sua città. È nato aPiombino, al Castello, nellecase che la gente chiamava“di legno”, ma che in realtàil legno lo avevano solo sulpavimento. Ha 79 anni ed èun commerciante da sem-pre. Commercianti eranoanche i suoi genitori. E lasua bottega porta sulle spal-le una lunga storia, le cuitracce si ritrovano sulle vec-chie scatoline polverose del-le sigarette da cucito Filo-fort tre cerchi rossi. Piombino, 1950. In via Co-sta apre una merceria. La ti-tolare è Pietrina Rabacchi.Ha 42 anni ed è mamma diFranco e Mario. Il marito, ilsassetano Orlandino Donati,da oltre vent'anni fa l'ambu-lante, prima con la biciclettaper le campagne e poi neipaesi con il carretto. Nel

1952 Pietrina trasferisce lasua attività in via GiordanoBruno, nel fondo lasciato li-bero dal macellaio Parietti.Trascorrono gli anni, la cittàpiano piano si trasforma, maPietrina è ogni giorno dietroil bancone. Allestisce concura le due piccole vetrine ailati dell'ingresso, soprattuttoquando è tempo della fieradel bianco, consiglia le sueclienti sul cotone da unci-netto o sui colori dei gomi-toli di lana. Partono persinodall'Eba e da Venturina perservirsi da lei. Pietrina è de-dita al suo lavoro, fino al-l'ultimo giorno della sua vi-ta, fino al 1984, quando, a

76 anni, muore. Piombino, 2015. La vec-chia bottega di Pietrina èsempre lì, in via GiordanoBruno. Il figlio Franco alle8,30 è già dentro, dietro al-l'unico spicchio di banconerimasto libero. Il pavimento,le luci e gli scaffali di legnosono i soliti, da sempre. Labottega continua ad indossa-re lo stesso abito da sessan-t'anni. E in alto, tra i ripianipolverosi, trovano ancoraspazio vecchie scatole, di-menticate lì da decenni. Tut-to è uguale, ma niente è co-me prima. Le vetrine, untempo allestite con cura daPietrina, oggi sono coperte

da vestagline che sventola-no all'aria. Fuori nessuna in-segna. Ma tutti, ormai dasempre, conoscono il nego-zio come “il fratino”. Un so-prannome che arriva da Sas-setta. Un appellativo cucitoaddosso a Orlandino, comeil saio che indossava da ra-gazzo, durante gli anni delseminario. Un saio che ave-va ispirato i sui compaesania chiamarlo “il fratino”. Unsoprannome che poi è tocca-to al figlio Franco, fin dagiovane al lavoro nella mer-ceria della madre Pietrina ein estate, per oltre vent'anni,a vendere, insieme al padre,i cappelli sul porto. Anche se oggi Franco ha 79anni, non ha alcuna intenzio-ne di chiudere la saracinescadella sua amata bottega. Haancora i suoi clienti storici,che vengono da lui persinoda Salivoli e dal Cotone. Luisi sente un'istituzione aPiombino, perchè, come so-stiene con fierezza, «da mesi possono ancora trovare imutandoni di lana!».

Da sessantacinque anni vestaglie, calze e mutandoni

La bottega vintage del “fratino”

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di Riccardo Vigetti*

La carbossiterapia è unametodica che utilizzal’erogazione dell’ani-

dride carbonica sul piano sot-tocutaneo per migliorare nu-merosi inestetismi: in parti-colare la cosiddetta cellulite,l’insufficienza venosa e lesmagliature. Questo gas unavolta iniettato ha la capacitàdi ridurre le adiposità, migliorail microcircolo, aumenta lospessore del derma e l’elasticitàcutanea. L’anidride carbonicaprovoca l’apertura degli sfinteriprecapillari, perciò si ha unavasodilatazione ed aumentodel flusso ematico. Si ha unaumento del PH e pertanto unaumento della cessione di os-sigeno ai tessuti. La tecnicaè praticamente priva di effetticollaterali, gli unici disturbi

possono essere: modestissimosenso di bruciore e/o dolenziadurante l’infusione, modestis-simo senso di peso agli artiinferiori alla fine del trattamentoper circa 5/10 minuti, possibilità

di ecchimosi dovuta all’inie-zione. Di solito sono necessarie10-15 sedute a cadenza setti-manale e la durata varia dai20 ai 30 minuti. La terapia siè dimostrata eccellente anche

per contrastare l’invecchia-mento della pelle, migliorareil colore cutaneo, ridisegnarel’ovale del volto, ridurre lerughe superficiali, ridare turgoreal collo e al décolleté, percompattare la pelle delle bracciae delle gambe.L’anidride carbonica oltre afavorire lo smaltimento di sco-rie e di tossine, svolge la fun-zione antiaging intervenendonel processo di rigenerazionecellulare, lasciando la pellepiù tonica e compatta. Vieneper questo utilizzata anchenelle patologie (tipo psoriasie fenomeno di Raynoud).La carbossiterapia può essereassociata ad altre metodichemedico estetiche come peeling,biostimolazioni, mesoterapia,filler o tossina botulinica.

*Medico estetico

di Allegra Ciaponi*

Il nostro sistema immuni-tario ci protegge da batteri,virus e altri organismi cau-

se di malattie. Le vitamine,in paricolare la vitamina C,contenute nella frutta e nellaverdura sono i primi alleatidella nostra salute ma non gliunici a garantire il benesseredel sistema immunitario. Èessenziale innanzitutto fornireall'organismo la giusta quantitàdi calorie. L’apporto di energiasembra incidere in modo si-gnificativo sull’attività im-munitaria, infatti la popolazionesottoalimentata è più espostaal rischio di infezioni. Anchei regimi dimagranti troppo ri-gidi (inferiori alle 1200 kcal)o squilibrati possono indebolirela funzione immunitaria, perquesta ragione è importante

perdere peso in modo gradualeevitando le dannose diete "faida te". Per contro, anche uneccessivo apporto di energiapuò compromettere la capacitàdel sistema immunitario dicombattere le infezioni. Un'a-

limentazione ricca di grassisaturi, può causare, oltre adun aumento del peso corporeo,un indebolimento della rea-zione immunitaria. Pertantoè consigliabile privilegiaregrassi insaturi contenuti pre-

valentemente negli oli vegetalie acidi grassi omega-3 e ome-ga-6 definiti essenziali e im-portantissimi per la nostra sa-lute. Non dimentichiamo inol-tre di arricchire la dieta quo-tidiana con quegli alimentiche aiutano a ripristinare laflora batterica e ad aumentarele difese immunitarie qualiad esempio i cosiddetti fermentiattivi probiotici che troviamonello yogurt o nel Kefir.La sola alimentazione tuttavianon è sufficiente a mantenercisani, è indispensabile ridurrelo stress che indebolisce i glo-buli bianchi abbassando leloro capacità di attivarsi controle infiammazioni e lasciandociquindi più esposti alle malattie.Un motivo in più per prenderela vita con più leggerezza!

*Dottoressa, dietista

ANIDRIDE CARBONICAIl gas della bellezza

ED ORA LA PAROLA PASSA ALLA DIETISTA

Rafforzare le nostre difese

42 marzo - aprile - maggio 2015

In

cucina

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di Simona Grossi

Odori, colori, sapori,profumi ci avvolgo-no intensi e superbi

quando la primavera esplo-de prepotente rendendo fe-conda e ricca madre terrache ciclicamente si offre anoi generosa.Ecco quindi che nell'elencodei prodotti agroalimentaritradizionali della regione To-scana il carciofo che vieneprodotto in grande quantitànella piana di Venturina, pren-de la denominazione di “Carciofo del Litorale Livor-

nese” dal sapore lievementedolce e dal retrogusto ama-rognolo, conosciuto anchecome carciofo violetto dellaVal di Cornia.Si tratta di una coltivazionetipica della zona da oltre qua-ranta anni e deve la sua tra-dizionalità, squisita bontà equalità alla tecnica di pro-duzione rimasta invariata neltempo.Il carciofo con la sua spinosae rude bellezza si accompagnaa molte virtù nutritive e cu-rative: prezioso ingredientein cucina è ambasciatore esimbolo di questa stagione.In gastronomia è estrema-mente versatile, ottimo peri primi piatti come per i se-condi o crudo in pinzimonioo ancora sott'olio. Con il suo sapore unico di-venta protagonista assolutodi questo tortino.

Ingredienti8 carciofi violetti.6 uova.1 spicchio d'aglio.Farina 00 quanto basta.Prezzemolo quanto basta.Sale e pepe quanto basta.2 cucchiai di olio extra-vergine d'oliva.

PreparazionePulite i carciofi eliminando igambi, le foglie più esternee le punte. Tagliateli a fettinedello spessore di 1,5 cm. to-gliendo con cura “ il fieno”interno e passateli nella farina.Sbattete le uova aggiungendoun pizzico di sale, il prezze-molo tritato e il pepe. In unapadella versate un filo d'olio,unite lo spicchio d'aglio leg-germente schiacciato e faterosolare le fettine per una de-cina di minuti o comunque

fino a quando non sarannorosolate per poi poggiarle inuna teglia da forno. Aggiustatedi sale. Preriscaldate il fornoa 180 gradi. Versate le uovasbattute sui carciofi, spolverateleggermente di pepe e infornateper 10/15 minuti. Servite iltortino ancora caldo.Facile no? Un piatto di sicurosuccesso che potrete proporreanche come antipasto, accom-pagnato da fette di pane ab-brustolite e che immancabil-mente delizierà il vostro palatoe quello dei vostri amici.

Polleria • GastronomiaGenuinità

e freschezza

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In

cucina

Tortin

o

di ca

rciof

i

di Simona Grossi

In primavera alberi, arbu-sti, piante rampicanti,piante in vaso o a terra

danno il meglio di loro stes-si e non è necessario esseredei professionisti per otte-nere ottimi risultati soprat-tutto quando ci occupiamodelle ortensie.Con esse possiamo ornare unastanza o un terrazzo o crearescenografie suggestive neigiardini. Bianche, rosa, azzurre,

la scelta è individuale, mentreper ritornare vigorose e fioriferele ortensie in marzo richiedonouna potatura al momento dellosviluppo della vegetazione.Così toglieremo i resti delleinfiorescenze rimaste dal-l'inverno che han-no protetto legemme, ta-glieremo irami vec-chi ed eli-mineremoi rami sec-chi. Qualorai rami si fosserogelati durante un invernorigido non crediate che lapianta sia morta e affinchè siriprenda taglieremo tutti i ramiraso il terreno. L'arbusto siriformerà durante la primaverae l'estate e rifiorirà l'anno suc-

cessivo.Quando le vogliamo in casateniamole in una stanza lu-minosa lontana dai raggi solarie annaffiamole ogni due giornisenza che l'acqua nel piattorimanga in modo permanente.

Invece quando le tra-vasiamo in giar-dino dopo laf i o r i t u r a ,esponiamolea mezz'om-bra, collo-candole in

piena terra in unsuolo leggero mi-

gliorato con terra di brughierae terriccio. Se il suolo è moltocalcareo, facciamo uno scavo30x30x30 cm. ponendo nelfondo della buca un foglio diplastica forato allo scopo difar evacuare l'acqua.

A questo punto innaffiamolecon regolarità preferibilmentedi sera. Con queste semplicimosse le vostre piante sarannosempre ricche di fiori.Per mantenere il colore dellesoavi ortensie blu da un annoall'altro spargete intorno alpiede della pianta il bleu diFrancia, sale di allume o ilsolfato di alluminio una o duevolte durante la primavera.Prodotti che reperiremo dafioristi, centri di giardinaggioe vivai.Facili da curare, manteneree creare centrotavola eleganti,non sono adatte da portare inregalo per un invito a cena oa chi si ama, infatti sembrache il loro significato indichil'intenzione di “tagliare la cor-da” in qualunque circostanza...quindi meglio evitare!

In

giard

ino

Voglia

di or

tensie

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SERGIO SIGNORI

Foto e natura,grande passione

e istinto puro

Galassi, il decano dei fotoamatoripresenta Gabriele Tinalli

SAFARI E “MAL D’AFRICA”NELLE SUE IMMAGINI

di Pierluigi Galassi

Un’attrezzatura di prim’ordine, due Nikon D80e D5000 al servizio della sensibilità (e non vi-ceversa) riscontrabile solo nei “veri” fotogra-

fi”. Questo è Sergio Signori, fotoamatore piombinese,classe 1937, magari non noto ai più, ma che come po-chi riesce a veicolare emozioni e sensazioni attraversole sue immagini.Sergio si è avvicinato alla fotografia relativamente tar-di, dopo una vita trascorsa nel mondo dell’edilizia chelo ha visto, non solo metaforicamente, costruire insie-me ad altri impresari (Marchi, Danesi, Gherardini, Pec-chioli, Quadrelli, Marchionni, Gentilini) gran partedelle abitazioni di Piombino. Giunto all’età pensiona-bile, comincia a girare il mondo e a catturarne l’animacol suo occhio fotografico. Fra le tante immagini cheho avuto modo di visionare e dalle quali ho selezionatoquelle illustrate in queste pagine, sono rimasto colpitodai suoi safari fotografici in Africa.Da queste traspare tutto l’amore di Sergio per questaterra, quello che in letteratura viene definito il “mald’Africa”; il suo modo di fare fotografia è immediato,nel senso etimologico del termine; non c’è infatti me-diazione alcuna in quanto Sergio è autodidatta puro,lontano da circoli e scuole fotografiche, cosa che gli haconsentito di sviluppare e affidarsi esclusivamente alsuo innato istinto fotografico; la fotocamera come stru-mento, come mezzo e non come fine.Benché la sua ricerca fotografica sia su un differentepiano rispetto a quella di chi vi scrive, mi sento moltovicino all’immediatezza di Sergio, magari perché ab-biamo visto le prime immagini del mondo grazie all’e-sperte mani della mitica ostetrica Adalinda; e allo stes-so tempo colgo l’occasione di ringraziarlo perché, colsuo percorso fotografico, ci insegna non solo come nonsia mai troppo tardi, ma anche e soprattutto, attraversola sua modestia, che non occorre ricercare visibilità peressere un bravo fotografo.Complimenti Sergio, sono contento di averti cono-sciuto.

In pensione si avvicina alla fotografia.Autodidatta lontano da circoli e scuole.Scatta con le sue Nikon e gira il mondo

marzo - aprile - maggio 2015

Pierluigi Galassi è il decano dei fotoamatori di Piombino.È presidente della sezione fotografica del Centro culturale Sant’Antimo. Dopola presentazione di Domenico Finno, Sergio Tanfani, Nino Marchi, GuidoMorelli, Oreste Malvisi, Luigi Tozzi, Roberto Baroni, Stefano Valdiserri, DavideBedini, Corrado Coppetta, Luca Ruffoli, Patrick Donati, Fabio Del Ghianda,Manuela Innocenti, Enrico Genovesi, Eleonora Carlesi, Luca Vangelisti, MassimoDaddi, Alessio e Matilde Ricci, Asia Giannelli, Francesco Livi, FrancescoMasangui, Gabriele Tinalli porta oggi alla ribalta Sergio Signori.

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Gli scattidi Sergio Signori

Via dell'Industria, 8 - VENTURINA (LI) - tel. 0565 850218 fax 06 91271156www.grassiarredamenti.com - e-mail [email protected]

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46 marzo - aprile - maggio 2015

Roberto Sguanci è nato a Firenzenel 1948. Ha frequentato fino al1968 i corsi della scuola d'arte e si èdedicato alla grafica pubblicitariafino al 1973. E' stato allievo di Sera-fini e ha esposto a Roma, Sesto Fio-rentino, Campi Bisenzio, Firenze,Forte dei Marmi, Livorno, Ferrara,Montecatini Terme, Reggio Emilia,Perugia, Paestum, Prato, New York,Padova e Bari

Il pittore fiorentino Roberto Sguancirappresenta nelle sue opere un mondoarcano, amato e sofferto, trasmessocon l'intensità della poesia pura. Il ca-leidoscopio della sua arte ci proponeuna vasta gamma di colori che armo-niosamente si distendono sulle telecreando il sapore antico della vita chescorre. In questo contesto appaiono isuoi personaggi carichi di profondaumanità e coinvolti nelle folcloristi-che rappresentazioni prevalentemen-te agresti. La figura umana domina lescene sgargianti nei suoi cromatismie nelle trasposizioni dei sentimentipiù puri, come la famiglia, l'amicizia,il lavoro nei campi, il tempo libero, letradizioni.Scene come Il riposo del contadino,Sull'aia, Aratura, La giostra, Ballocontadino, ci ricordano le nostre ori-gini e forse anche gli ideali di una vi-ta più vera e umana. Pur facendo rife-

rimento alla purezza delle immaginidel mondo naif, Sguanci non può es-sere considerato tale, perché i suoi di-pinti traggono esempio dalla storiadell'arte toscana, che dal Trecento inpoi, da Cimabue a Giotto, da Masac-cio a Michelangelo portano a Ligabueche è stato un grande espressionista.Roberto con i suoi colori e le sue at-mosfere crea una realtà trasformataperché immersa nel misterioso silen-zio della pittura metafisica e del ri-cordo.

Furio Cavallini è nato a Piombinonel 1929 ed è morto a Cecina nel2012, dove era tornato dopo aver vis-suto e insegnato a Milano. Nel 1952ha esposto per la prima volta a Fi-renze e nel 1957 ha ottenuto il Pre-mio Editori alla Mostra del Fiorino.Ha esposto a Milano, Firenze, Bolo-gna, Piombino, Grosseto, Fiesole,Como, Brescia e in Germania.

Il nostro territorio ha dato i natali adartisti che si sono distinti per il lorogrande talento. Tra questi Furio Ca-vallini è stato indubbiamente uno deipiù conosciuti e affermati. La sua pit-tura è un vortice di emozioni e senti-menti trasmessi con un impeto dipennellate intrise di un colore violen-to e passionale. La sua arte nasce dalprofondo del suo ego, che trasformala realtà sublimandola nella sintesi diforme che rappresentano il mondoesteriore attraverso l'emozione.Ha dipinto gli interni con gli oggettipiù comuni come le poltrone, le se-die, le giacche appese insieme ai nu-di sensuali e ai paesaggi.I paesaggi toscani, quelli dipinti daiprimi macchiaioli, quando a Casti-glioncello erano ospiti di Diego Mar-telli. Sono i luoghi della sua gioven-tù, l'alta Maremma tra Cecina e Vol-terra, visti con gli occhi dell'artistache crea suggestivi scorci di tramonti

infuocati, cieli tempestosi e alberimossi dal vento. Angoli che appar-tengono ai suoi ricordi più cari, comela grotta, lo smorto, il leccione, la be-lora, che ci vengono proposti acca-rezzati dalla memoria in una sintesiestrema della forma e del colore. Sin-tesi senza alcuna malizia, che del re-sto scopriamo in tutti i suoi soggettiche riescono ad offrirci il sapore del-la memoria attraverso la malinconiae la solitudine.

Furio Cavallini

La nostalgia del ricordo

La magia...

Roberto Sguanci I riti contadini

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Stefano Fontana è nato a CampigliaMarittima nel 1955. Fondatore nel1982 del “Gruppo di Piombino” insiemea Falci e a Modica, ha collaborato inimportanti iniziative culturali, teatralie di filmografia. Ha esposto a Roma, Milano, Firenze,Madrid, Biennale di Venezia, Napoli,Genova, Bologna, Los Angeles, Cam-piglia, Piombino, Suvereto, Pisa, Li-vorno e in Belgio

Entrare nello studio di Stefano Fontana,che poi è lo stesso di Pino Modica, èun vero piacere. È uno spazio dove iltempo non si ferma mai, per l'impulsovitale di idee che nascono in quellestanze. Lì, insieme a due gatti, abital'arte, in varie forme, teatro, musica,cinema, installazioni e sviluppo di tantiprogetti, pensati quasi casualmente,ma sviluppati con maestria e intelli-genza.Fontana ha voluto allontanarsi daiconcetti dell'arte degli anni Ottanta eperfino dalla stessa transavanguardia.Ha infatti compiuto un intervento chetrascina la realtà del quotidiano in operecreative, facendo diventare protagonistail fruitore della stessa. Gli ignari passantidi una strada, di una piazza, di unascuola, di un negozio o di un'officina,vengono coinvolti dalle strategie suggeritecon geniale fantasia, da oggetti installatiappositamente.È un'operazione artistica che prevede

l'invenzione del progetto, l'installa-zione, la provocazione di questa alpubblico e la sua reazione e infinel'esposizione in galleria dell'oggettoaccompagnata dai grafici, le foto etutti i cambiamenti creati inconsa-pevolmente dai passanti. Citiamo trale tante opere: Oggetti smarriti (dovei cittadini raccoglievano triangoli dilegno disseminati a random e li po-sizionavano su una lavagna), Passaggi,Prove di resistenza (esposta alla Bien-nale di Venezia), Unione depauperaticonsapevoli (creazione di uno pseudopartito) e il manifesto con il falsoannuncio della diga a Suvereto.

Lucia Fabiani è nata a Piombino nel1982. Dopo aver ottenuto il diplomaal liceo classico prima e artistico do-po, si è laureata con centodieci all'ac-cademia delle Belle Arti di Firenzefrequentando la facoltà di pittura adolio e studio del nudo. Nel 2009 iniziaa tenere corsi di pittura e disegno enel 2013 trasferisce la sua scuola nel-lo studio di via Garibaldi, insieme aGargano. Ha realizzato scenografie einstallazioni e collabora con il comu-ne di Piombino

Cercando nuovi talenti, sono andato aconoscere la pittrice piombinese Lu-cia Fabiani. La giovane artista ha lostudio in via Garibaldi n. 17. Qui tie-ne lezioni di pittura, disegno e recita-zione per bambini, ragazzi e adulti,insieme a Daniele Gargano. Il lorocorso “Prendi l'arte & mettila ovun-que” è nato per utilizzare l'arte comesviluppo di potenzialità e atteggia-menti attivi, propositivi e stimolo allecapacità di scelta. Per raggiungerequesto scopo vengonoutilizzati oltre alla pittu-ra e al teatro, anche nuo-vi linguaggi come per-formances, foto, video,installazioni e designgrafico. Sono i mezziespressivi che caratte-rizzano la fantastica ri-cerca di Lucia, che dopogli studi accademici hacontinuato in un primomomento lo studio del

nudo che si è evoluto raggiungendovalori di un espressionismo anchedrammatico. Dipinge su tavola e car-tone preparando le superfici con ges-so, stucco, foglia d'oro e anche cartascottex. Le forme hanno una graficadecisa e personale anche quando va-ria i suoi soggetti. Ne sono esempiogli eleganti e fantasiosi gatti e i ritrattilegati al mondo dei fumetti. Interes-santi sono i volti che compaiono suifondi finto marmo e la serie di Lady

Oscar.Sei dipinti dedicati alledonne rappresentate concolori ed espressioni di-verse. Nella sua recenteesposizione al Rivellinoha presentato una ecce-zionale ricerca sulle for-me del polpo che gra-dualmente dalla realtàraggiungono l'astratto inun incanto di colori caldie freddi.

Lucia Fabiani Dalla realtà all’astratto

Stefano Fontana

La vita che diventa arte

dell’Arte a cura di D a n i e l e T o n c e l l i

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48 marzo - aprile - maggio 2015

di Luigi Cappelli

Molti ricorderannoFranco Parietti. Èstato agente gene-

rale di Piombino della RealeMutua, per molti anni, sca-polo d’oro e assiduo fre-quentatore del Ciucheba, lo-cale cult degli anni Settanta,fino a quando incontrò Ma-risol, il grande amore dellasua vita, che è stata con luinei momenti più felici e ne-gli anni di totale disperazio-ne, assistendolo fino al gior-no della sua morte.Sono stato suo amico, suoavvocato e, mio malgrado,suo esecutore testamentario.La grave depressione in cuicadde, a causa dei fatti acca-duti tra il 2003 e il 2004, fusolo la premessa della gravemalattia che lo colpì, por-tandoselo via in pochi mesi.Prima di morire mi conse-gnò una busta, chiedendomidi aprirla solo dopo la suamorte. Per volontà di Fran-co, devo oggi rendere pub-blica una parte di quella let-tera, nella quale, dopo aver-mi chiesto di tutelare i dirittidi sua moglie, mi affidava ilcompito di riabilitare la suamemoria agli occhi dell’opi-nione pubblica.Ci sono voluti undici anniper ottenere, dal Tribunale,il riconoscimento dei suoidiritti, caparbiamente negatidalla Reale Mutua. Oggi, fi-nalmente, dopo che sua mo-glie ha avuto ciò che le spet-tava, può essere fatta chia-

rezza e può essere racconta-to ciò che realmente è acca-duto in quegli anni. Questatriste vicenda, infatti, è lega-ta ad una serie di gravi truffecompiute, tra il 2001 e il2002, dall’allora sub-agentedella Reale Mutua. Franco,che era l’agente generale diPiombino, naturalmente, sitrovò immediatamente coin-

volto nelle indagini, non-ostante la sua totale estra-neità a quei fatti. La notiziascoppiò, con tutta la sua for-za mediatica, nel 2004,quando una giovane donna,gravemente danneggiata dalsub-agente, andò, comeospite, alla trasmissione “Mimanda Rai Tre”, condottadall’allora “taglia teste” Pie-

ro Marrazzo che, come tuttisanno, dopo pochi anni è sa-lito anch’esso, agli onoridelle cronache, per fatti nonpropriamente edificanti. Nelcorso della trasmissione, co-me da copione, Franco futrattato da approfittatore edelinquente e, nei giornisuccessivi, i giornali locali enazionali, non mancarono diamplificare la notizia.La Reale Mutua chiese aFranco di non parteciparealla trasmissione, promet-tendo che avrebbe mandatoun proprio rappresentante,con il compito di spiegareesattamente come si fosserosvolti i fatti. In realtà, duran-te la trasmissione, non soloquel signore si preoccupòsolo di salvaguardare l’im-magine della compagnia,scaricando le responsabilitàsull’agenzia, ma omise an-che di dire che gli ispettoridella Reale Mutua, nei gior-ni immediatamente prece-denti la trasmissione, aveva-no eseguito una verifica neilocali dell’agenzia di Piom-bino, nel corso della qualenon avevano trovato nessu-na prova e nessun indizio diresponsabilità del loro agen-te generale. Nel corso diquell’ispezione, i verticidella compagnia, ben sapen-do di non poter revocare ilmandato di agenzia, chiese-ro a Franco di collaborarecon loro, dando le dimissio-ni, con la promessa che loavrebbero tutelato, sia per-sonalmente che economica-

È stato per molto tempo un bravo agente della Reale Mutua

Franco Parietti, un galantuomo

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mente. Lui, stupidamente,accettò.Nessuno si è più preoccu-pato né della sua dignità, nédei suoi diritti. Franco Pa-rietti fu prosciolto da ogniaccusa subito dopo l’avviodell’istruttoria, con una ri-chiesta di archiviazione delpubblico ministero, che nonammetteva dubbi: fu di-chiarato estraneo ad ogniazione criminosa e venneaccertato che l’autore deireati aveva sempre agito inpiena autonomia e all’insa-puta dell’agente generale.L’archiviazione però, perun uomo dell’onestà diFranco Parietti, non bastavaa lavare il disonore che loaveva colpito.Ricordo di un pomeriggioche venne nel mio studio;non aveva più un lavoro e sivergognava a girare per lasua città. La depressione gliaveva tolto ogni gioia di vi-vere e, l’unica cosa che sa-peva fare, era piangere. Fuiio a prendere l’appuntamen-

to da un medico, perché locurasse.Dopo alcuni mesi gli fu dia-gnosticato un tumore delpolmone.Io, oggi, non so quale sia ilmodo migliore per riabilita-re la memoria di una perso-na così onesta e così ingiu-stamente accusata. Posso di-re che, quando scoppiò il ca-so, non ho avuto bisogno dileggere le carte, per sapereche Franco era innocente.Bisognava conoscerlo percomprendere il senso diqueste mie parole. Francoera un uomo raffinato e dibell’aspetto, la poliomielitelo aveva colpito da bambi-no, lasciandogli una graveinvalidità ma, nonostante ilsuo passo claudicante, vi eranel suo portamento un’ele-ganza impareggiabile e, isuoi modi, erano quelli di unsignore di altri tempi. Quan-do morì, un suo amico delquale purtroppo non ricordoil nome, lo paragonò al per-sonaggio del “vecchio

frack” di Modugno. Dovevaconoscerlo veramente bene,perché io stesso non sapreitrovare un paragone più ap-propriato. I suoi modi eranolo specchio della sua anima:era onesto, gentile, genero-so, e riservato.È stata proprio la sua onestàe il suo anacronistico sensodell’onore a tradirlo. Nonpoteva nemmeno concepireche le persone con le qualilavorava e alle quali era af-fezionato, potessero tradir-lo. Si fidava di tutti e, questasua ingenuità, è quella chelo ha distrutto.Avrei voluto scrivere questecose subito dopo la sua mor-te, quando tutti ancora lo ri-cordavano, ma solo oggi gliesiti dei processi mi consen-tono di dire, anche a coloroche non lo conoscevano, cheil processo penale non lo hamai coinvolto e quello civileha riconosciuto il suo legit-timo diritto a percepire queicompensi che la compagniaper la quale aveva lavorato

tutta la vita, gli aveva osti-natamente e ingiustamentenegato.Ho chiesto di pubblicarequesto ricordo di Franco,ben sapendo che le parolescritte sui giornali, sia quan-do colpiscono che quandopromuovono, durano giustoil tempo di una fugace lettu-ra, mentre il ricordo dellepersone care dura per sem-pre.

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50 marzo - aprile - maggio 2015

Luigi Coppolal’infaticabile

Luigi Coppola, segretario pro-vinciale dell’Udc, è stato trom-bato alle ultime elezioni co-munali di Piombino. Eppurecontinua ad essere il piùvivace tra gli oppositori della

maggioranza Pd. Anche seimpegnato col proprio lavoroall’Elba (d’estate è sull’isolaper gestire un camping, d’in-verno gira l’Europa per pro-muovere la sua attività turisticaa Lacona, oltre ad essere di-rigente regionale Faita Feder-camping) risulta essere il piùattivo politico del comune.

Quasi ogni mattina il suoufficio invia comunicati, pun-zecchiando e stimolando ilsopito scenario politico delterritorio. «Non essendo disinistra ho perso alle elezioniper il sindaco di Piombino –afferma Coppola raggiuntotelefonicamente dalla redazionedi Costa Etrusca –. Ma nonimporta è stata una bellacampagna. Spumeggiante.Ho la fortuna di essere velocenello scrivere, così, non perdooccasione per continuare ilmio servizio alla comunità». Intanto è entrato nel direttivo

del Parco dell’Arcipelago To-scano, nominato dal ministerodell’Ambiente. Buon lavoroCoppola!Miscellanea

Anagramma del nome Sergio Mattarella:

“Matteo si rallegra”

È davvero curioso il constatare come vocali e consonanti di Sergio Mattarella,il nostro nuovo Presidente della Repubblica, si riposizionino in “Matteo sirallegra”. È superfluo, a questo punto, spiegare chi è quel Matteo…

Un grazie di cuore dal Maestro FrancoBiegi e dai suoi allievi Daniele Casillo eAndrea Fedeli alla dirigenza del TennisClub Donoratico per la cortesia e la dis-ponibilità dimostrata.

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di Enzo Biagioni

Il ciuccio è uno di queglioggetti che servono equindi non hanno biso-

gno di una grande promo-zione pubblicitaria. Servonodalla notte dei tempi e perun periodo che varia da unmese di vita talvolta fino ai4 anni. L'ultima ricerca diuna delle solite universitàamericane definisce che iltempo di utilizzo deve anda-re da un mese ad un anno divita del nascituro e questofino a quando un altro studionon suggerirà qualcosa didiverso. Il ciuccio o ciucciotto o suc-chietto ha, nella prevalenzadei casi delle varie lingue almondo, un suono onomato-peico, chupete, sucette,schunuller e così via. Gliarabi lo chiamano lahaia,qualcosa che distrae. Comeal solito sono stati gli anglo-sassoni che negli Usa nel1930 lo hanno prodotto edistribuito al mondo nellaforma che adesso tutti usia-mo. Loro quando si tratta divendere e produrre sono es-senziali e infatti il succhiet-to per loro è il comforter perdare il senso del benessereche ne ricava il neonato ed èanche il pacifier, l'oggettoche pacifica tutti. Il neonatosucchia, il babbo guarda laChampion League e lamamma è su Facebook.Hanno questo di bello, ren-

dono efficace la loro linguache non è certo il massimo.Dalla notte dei tempi fino adinizio secolo la soluzionepiù classica era il panno dicotone imbevuto in una be-vanda dolciastra oppure nelmiele. Per la mia generazio-ne dalle nostre parti il vec-chio ciuccio di caucciù ve-niva continuamente intintonella zuccheriera e riabboc-cato al bambino che magi-camente si zittiva… almenofino a quando non finiva ildolce e quindi nuova inzup-patina e tutto questo per lagioia dei dentisti che si sonoarricchiti. Oggi in commer-cio ne esistono di ben dise-gnati ed anatomicamenteperfetti ad un prezzo assolu-tamente accessibile. Il ciuccio è talvolta oggetto

di discussione in famiglia inmerito all'uso più o menoimproprio che se ne fa, in-somma quelle belle litigatedi una volta del tipo “io losveglio perchè deve man-giare alla sua ora” e la repli-ca “se dorme è già un ristorocome un pasto”. Con questedispute si sono spesso incri-nate molte amicizie. Il suc-chietto infine simboleggia lanascita in maniera perfetta emolti campioni dello sportcomunicano al mondo la na-scita del proprio figlio suc-chiando il pollice in occa-sione del loro exploit. Totti èl'esempio più eclatante eadesso anche il ciclista Ni-bali usa questo messaggio digran moda e di grande tene-rezza. Nel calcio sono pena-lizzati i giocatori della dife-

sa che raramente realizzanoil gol che li rende ambitidalla telecamera. Nell'ambito della famiglia,anche per angolazioni gene-razionali, possono capitaredelle discussioni sull'uso piùopportuno del ciuccio. For-tunatamente si arriva sem-pre al compromesso più giu-sto perchè, grazie al cielo, ilsoggetto è il neonato e il suobenessere e anche perchè,siamo sinceri, quando non siè al meglio il pianto di unbambino può essere deva-stante. Siamo stati attenti, in questaesposizione, a parlare sem-pre di succhietto e non disucchiotto che sarebbeugualmente un termine cor-retto anche perchè dalle no-stre parti il succhiotto èquello che facevamo noimaschietti nel collo dellenostre fidanzatine e che loronascondevano alle mammecon un po' di cipria.

il

ciuccio

Il ciuccio è un antidotoalla paura e al senso disolitudine che è comu-ne nel lattante, ma an-che quando il bambinoè più grande. Per que-sto motivo abituarloa cercare il ciuccionon è dannoso:l’importante è non abusarne,per non renderne poi troppo dif-ficile l’abbandono. È una sorta di

autoconsolazione quando la mamma nonc’è, ma è sbagliato ricorrervi come ancoradi salvezza ogni volta che piange.In commercio ci sono tantissimi tipi di ciuc-ci ma gli specialisti consigliano quello ana-tomico, cioè a forma di goccia, schiacciata

e ricurva verso l’alto, disegnata peradattarsi meglio alla forma delpalato del bambino. L’uso co-stante e prolungato comunque,può influire negativamente sullosviluppo dei denti e del palato.

Attenzione a non abusarne!

Suggerimenti per i genitori che non riesconoa togliere il “vizio” del ciuccio ai loro figli.Non esageriamo, può creare conseguenze

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52 marzo - aprile - maggio 2015

La Chiccheria, una storia lunga quarantasei anni

Mani in pasta da tre generazioni di Francesca Barone

Una vecchia agendadalle pagine ingial-lite. Sulla pelle

marrone della copertina,tracce di impronte, di maniche lavorano, che impasta-no uova e farina. Mani le-gate da una stessa passionee unite nella stessa fami-glia: quella di Delfo Bian-chi, classe 1928, proprieta-rio del panificio Bianchi,uno dei primi aperti inPiombino dopo la guerra, ilprimo a Salivoli. Quellavecchia agenda è passatadalle mani di Delfo e di suamoglie Franca, a quelle del-la figlia Donatella e di suosuo marito Roberto Ferrari.Poi, alle loro impronte, sisono aggiunte quelle diAlessandra, figlia di Dona-tella e Roberto. Le pagine ingiallite di quel-la vecchia agenda custodi-scono i segreti della pastic-ceria. Ingredienti, dosi,tempi di cottura, che ancoraoggi Alessandra seguescrupolosamente.La sua pasticceria, la Chic-cheria, è lì, sul lungomareMarconi, dal 1969, quando,come lei stessa racconta,«nonno Delfo, dopo avermesso tutti i familiari al la-voro nei suoi panifici, com-prò questi fondi». Prima fuil Logi, poi il Quercetani edopo ancora il Falciano aguidare la pasticceria. Finoal 1985, quando Donatellae Roberto, che lavoravano

al panificio, vollero tentareuna nuova strada e così, do-po aver ristrutturato i loca-li, inaugurarono la Chic-cheria, pasticceria (ancheall'ingrosso) e gelateria.Negli anni Noventa il ban-cone dei gelati ha poi la-sciato spazio a quello delbar. Nel 2007, in societàcon i genitori, è entrata an-che Alessandra, oggi trenta-duenne. In realtà la vita diAle (così la chiamano tutti)è da sempre intrecciata a

quella della chiccheria.«Sono cresciuta qua dentro– racconta la Ferrari – unodei miei primi ricordi è ilprofumo dei biscotti di frol-la. Da bambina tra-scorrevo imiei po-mer igg iqui, face-vo i com-piti, gioca-vo e mi divertivo a rea-lizzare i pizzicotti dipasta di mandorle.

Amo da sempre questo luo-go. Quando volevano farmiun regalo, i miei genitori dinotte mi portavano al lavo-ro con loro e io poi mi ad-dormentavo sui sacchi difarina».Poi sono arrivati gli annidell'adolescenza. In inver-no Alessandra frequentavail liceo scientifico e in esta-te, contro il volere dei geni-tori, lavorava nei ristoranticome aiuto cuoco. «Duran-te l'università – racconta –mi sono resa conto che inrealtà avrei voluto aprire unristorante. Ho preso corag-gio e con grande sinceritàl'ho detto ai miei». Una vol-ta abbandonati gli studi,Alessandra nel 2003, dopola morte di nonno Delfo,inizia a dare una mano inpasticceria. «Sapevo – spie-ga – che i miei genitori nonerano affatto contenti, per-ché conoscevano perfetta-mente i disagi che questolavoro può comportare, so-prattutto il tempo che rubaalla famiglia: le notti in la-boratorio, i giorni di festadietro al bancone. Per loroè stato un grosso sacrificio,ma io, devo dirlo, da bam-

bina non mi sono maisentita trascurata.La mia vita si èsvolta qui den-tro, in questa“casa”. I mieiricordi vivo-no qui. Tuttala mia famiglia

gravitava tra il pa-

Delfo Bianchi aprì il primo panificio di Salivoli.Ancora oggi Alessandra segue le ricette del nonno.La pasticceria fa anche produzione all'ingrosso

Da sx Roberto, Alessandra e Donatella

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nificio e lapasticceria.Anche non-no Vinicio,il padre dimio padre, hasempre aiutato imiei genitori, con le conse-gne notturne e la manuten-zione dei macchinari». Quando parla del suo lavo-ro e della sua famiglia, adAlessandra brillano gli oc-chi. Il suo entusiasmo ècontagioso. Anche oggi,che è mamma di Noah, 6anni, e Nathan, 4 e mezzo,è carica come una ragazzi-na alla prima esperienza.Lavora di notte e di giorno,partecipa continuamente acorsi di pasticceria in giroper l'Italia, ha mille passio-ni, ed è anche vicepresiden-te del Centro commercialenaturale Salivoli. Il suo ingresso in pasticce-ria, a fianco di Donatella eRoberto, ha portato ad unristrutturazione del sistema

di lavoro: aper-ti al pubblicosolo la matti-na e ingrossosette giorni su

sette. Ma nonchiedetele di rivisita-

re il suo modo di operare! «A volte – spiega – presidalla stanchezza, abbiamoanche pensato di automatiz-zare la produzione, ma lasoddisfazione di vedere lenostre brioche, fatte a manouna per una, ci ha semprestimolato ad andare avanticosì. Lo stesso vale per i bi-scotti: non abbiamo unamacchina che li produce,ma lo stampino che usa an-che la massaia! Non usiamoconservanti, mai fatto. Co-me diceva sempre nonnoDelfo, più la lista degli in-gredienti è corta e più ilprodotto è genuino».Ed è con questo spirito chequalche anno fa Alessandrae la sua famiglia sono tor-nati a produrre, rigorosa-

mente in maniera artigiana-le, pandori, panettoni, co-lombe e uova di Pas-qua.«Come mi vedo tra 30anni? Stanca, senzapensione, ma di certo or-gogliosa della mia scelta».

La voglia di valorizzare il proprio quar-tiere, la determinazione di alcuni

esercenti, un appuntamento estivosettimanale e, infine, un centro com-merciale naturale. Un percorso, que-sto, intrapreso da chi, come Alessan-dra Ferrari, ha creduto, e continua afarlo, nelle potenzialità di Salivoli. E co-sì, due anni fa, la giovane pasticcera,insieme al farmacista Marco Viti, allafiorista Manuela Ciarli e alla negozian-te Paola Minelli, ha cercato di darenuova vita al suo quartiere. «Ci chiedevamo continuamente – rac-conta Alessandra – perché tutte le ini-ziative si svolgessero solo nel centrodi Piombino, trascurando questa bellaparte della città, che in fondo contacirca 4mila abitanti. Qua non è maistato pensato di portare un mercati-no, una festa, una manifestazione oaddirittura il mercato settimanale.Perché? Una domanda che due annifa abbiamo poi rivolto all'amministra-zione comunale. Allora, ci venne dettoche noi commercianti di Salivoli era-vamo più pigri rispetto a quelli delcentro. Una risposta che mi fece ribol-lire il sangue. Quel giorno – continua– con Marco, Manuela e Paola abbia-mo deciso di fare qualcosa.Goffi, ma uniti dalla stessa convinzio-ne, cioè che Salivoli ha potenzialità

inespresse e persone in gamba, ci sia-mo rimboccati le maniche. Era il 2013.Con tanta paura e con la preziosa col-laborazione delle associazioni presentinel quartiere, abbiamo ideato “Salivolidi sera”».Da luglio a settembre, tutti i giovedìdalle 21 alle 24 i commercianti propo-nevamo ai clienti offerte speciali, men-tre le associazioni aprivano le porte deipropri mondi. E poi spettacoli, sfilate emostre. «La risposta degli abitanti di Salivoli eGhiaccioni – continua – è stata forte,ma soprattutto inaspettata. Questo ciha invogliato e stimolato». E così, lascorsa estate, “Salivoli di sera” è sta-ta nuovamente riproposta, ma con unprogramma più ricco, che ha riscosso

tra la gente un successo ancora mag-giore. «A novembre 2014 – spiegaAlessandra – siamo stati finalmente ri-conosciuti come Centro commercialenaturale Salivoli. Marco Viti è il presi-dente». Le iniziative non servono solo per auto-finanziare il Ccn, ma soprattutto persostenere il fondo sociale istituito dalQuartiere per aiutare le famiglie in dif-ficoltà che abitano a Salivoli.«Stiamo mettendo tutto l'impegno pos-sibile per dare nuova linfa a questabellissima zona – sottolinea la pastic-cera – nessuno può darci dei pigri. Oraperò abbiamo bisogno anche del so-stegno dell'amministrazione pubblica.È bello vedere che la gente ha voglia diqualcosa – conclude la Ferrari – gli abi-tanti di Salivoli, e non solo, chiedonogià cosa organizzeremo per la prossi-ma estate. Questa è la nostra più gran-de gratificazione!».

(f.b.)

Alessandra attiva per Salivoli

Delfo Bianchi con la moglie Franca

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di Emilio Guardavilla

L’A.s.d. Union RugbyClub Tirreno nasce nel2005 grazie alla fusione

dello Sporting Club RugbyEtruria, fondato agli inizi del1969 a Campiglia da FrancescoSorbi, e l’Amatori Rugby Ce-cina con l’intento di suddivi-dere e gestire al meglio le ri-sorse umane del territorio. Lastrategia risultò essere parti-colarmente azzeccata vistoche il nuovo club, già nellastagione successiva, si gua-dagnò la promozione al cam-pionato nazionale di serie B,dove tutt’ora milita con una

rosa interamente compostada giocatori piombinesi e delcomprensorio. A partire dallastagione 2012/2013 l’AmatoriRugby Cecina esce dal progetto“Union” e la gestione dellesquadre rimane esclusiva per-tinenza di Union Rugby ClubTirreno che si avvale del sup-porto del Rugby Etruria Piom-bino.L’attività sportiva è direttae coordinata da istruttori lau-reati in scienze motorie conpatentino di allenatore con-seguito presso la FederazioneItaliana Rugby. Sotto la di-rezione tecnica di StefanoGhini, nella stagione in corso,il Rugby Piombino è impe-gnato: Settore Propaganda

(Rugby Etruria Piombino):Under 6, Under 8, Under 10.Settore Minirugby (UnionRugby Club Tirreno Piombi-no): Under 12. Rugby di For-mazione (Union Rugby ClubTirreno): Under 14, Under16.Rugby Seniores (UnionRugby Club Tirreno): Under18, Serie C, Serie B.RugbyFemminile (Rugby EtruriaPiombino): Under 16, Senio-res.Nell’ambito delle iniziativesociali svolte dalle società siinseriscono le attività di col-laborazione volontaria conAmnesty International, l’Am-ministrazione comunale diPiombino, le scuole locali,l’Asl 6, gli istituti di acco-

glienza e tutela dei minori indifficoltà.Tutti i progetti coinvolgononon solo i ragazzi ma anchele famiglie in conferenze edibattiti sullo sport e il mon-do che lo circonda, l’inte-grazione multietnica e lapubblicazione di opuscoli,l’ultimo dei quali riguardantel’alimentazione. Tra le ini-ziative di maggior rilevanzadell’Union Rugby Club Tir-reno è “Palla difettosa”, incollaborazione con l’Istitutodi pena di Porto Azzurro,patrocinata dal Ministerodi grazia e giustizia e dallaFir e vede coinvolti atleti,allenatori e reclusi.

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Le squadre Rugby EtruriaPiombino – Presidente Gio-vanni Carpino.Under 6 – Allenatori: Mar-zucchi Riccardo, Pisani Filippo.Giocatori: Anselmi Yari, Bien-tinesi Davide, Borrelli Manuel,Ceccarelli Jacopo, OlusanyaOlusagun Grat, Paladini Leo-nardo.Under 8 – Allenatore: TognoniAlessandra. Giocatori: Atta-nasio Giuseppe, BaroncelliMatteo, Bollaro Maurizio,D’Arco Angelo, Dauda Ibra,El Moufati Mohamed Amine,Giusti Leonardo, LucarelliAlessio, Marzucchi Leonardo,Meucci Pietro, Pastore Ales-sandro, Pellegrini Pietro, PintusDaniele, Vitiello Edoardo.Under 10 – Allenatori: PaladiniFranco, Catta Federico. Gio-catori: Cataldo Marco, CosimiValentino, Cutini Daniele,Dolce Jacopo, GuarguagliniLorenzo, Iacopini Tommaso,Meini Emanuele, PaganoEndry, Repeti Giacomo, Ster-pin Giovanni, Tono Matthias.Femminile Under 16 – Al-lenatore: Velasco Raffaele.Giocatrici: Canaccini Marina,Capece Fatima, De FrancescoMarina, Dimiziani Carlotta,Ferrarini Jessica, Grieco Be-nedetta, Leggieri Margherita,Magri Camilla, Quarta Giorgia,Sciuto Chiara,Femminile Seniores– Alle-natore: Velasco Raffaele. Gio-catrici: Angelini Alessia, BertiniVanessa, Bonadio Virginia,Borgia Giulia, Busisi Daniela,Bussotti Serena, BussottiSilvia, Canaccini Gaia, Cop-petta Veronica, Covelli Bea-trice, Guidi Alice, MarconciniGaia, Mazzei Marta, NespoliLouise Emma, Puoti Anna-paola, Puoti Simona, RomanoAnita, Sterpin Emma, Tognoni

Alessandra, Vanni Arianna.Le squadre Union RugbyClub Tirreno Piombino –Presidente Milo Bernardini.Under 12 – Allenatore: Ve-lasco Raffaele. Giocatori: Ar-rigoni Giacomo, BatistoniMatteo, Becherini Tommaso,Bezzini Francesco, Calò An-drea, Carpino Davide, Casta-gnini Mirko, Damiani Matteo,Domenichetti Antonio, FiorinoGabriele, Gavetti Federico,Ghisu Jacopo, Giomi Nicola,Mazzuferi Giordano, OlivoniFrancesco, Oretti Niccolò,Pastore Gaetano, Rofi Lo-frenzo, Sozzi Jacopo, UklalaRonaldo, Vanni Gabriele.Under 14 – Allenatori: VolpiValerio, Paladini Valerio. Gio-catori: Agostini Sasha, AnnoviGabriele, Barsotti Federico,Casini Lorenzo, Chigiotti Gre-gorio, Da Silva Rubens, Gian-nellini Matteo, Giomi Matteo,Grandi Edoardo, Lippi Marco,Lorenzini Niccolò, MarianiAlessio, Mazzei Mirco, MeiArmando, Meini Federico,Micunco Gabriele, MilazzoRiccardo, Nocerino Giuseppe,Pisani Niccolò, RicciardiEdoardo, Salama Rachid, Sar-cina Simon Nicolas, ScaffaiMichael, Scaffai Tommaso,Terrosi Vagnoli Matteo, UkalaElvis, VanacoreAndrea, VenieroRaffaele.Under 16 – Al-lenatori: TognoniSauro, BezziniAlex. Giocatori:Andreini Mattia,Allescia Carlo,Arena Alessan-dro, Atqaoui Ai-

me, Batranu Alexandru, BertiMaycol, Carnevali Luca, DelChiappa Andrea, Demi Giulio,D’Orto Cristian, D’Orto Pas-quale, Fabbri Vittorio, FaillaGiovanni, Gavetti Lorenzo,Giovannini Elia, Iacci Lorenzo,Klymyuk Nazar, Landi Diego,Lavista Alberto, Lavista Ales-sandro, Pampana Davide, Ra-spanti Leonardo, Romano An-drea, Sanità Andrea, TicciatiAlessandro, Vallini Matteo,Xhahysa Armend.Under 18 – Allenatori: BelliniVincenzo, Puliti Lorenzo. Gio-catori: Amodei Simone, Ba-lestri Riccardo, Banti Fran-cesco, Benvenuti Federico,Cerofolini Michelangelo, Di-miziani Andrea, Fasolo Gia-como, Fiorino Luca, FranciFederico, Frascolla Giovanni,Giannellini Diego, GrandiMarco, Grieco Ariele, La VistaLorenzo, Luciano Luca, LupiGalindo Hinojosa Daniele,Mancuso Bruno, MannocciPaolo, Massari Simone, MazzeiMatteo, Mei Federico, MinardiAlessio, Orsi Gabriele, PontesLopes Alan Leodonio, RicucciGabriele, Salvasdori Lorenzo,Serafini Leonardo, SeravalleNicolas.Serie C – Allenatori: BertelliMatteo, Villani Emiliano. Gio-

catori: Alessi Francesco, Amo-roso Raffaele, Banti Francesco,Batini Niccolò, BernardiniFrancesco, Bezzini Alex, Bian-chi Gabriele, Bisso Claudio,Buti Francesco, CanacciniMatteo, Candida Gabriele,Colazzo Cosimo, CongedoGianluca, Costagli Tommaso,Donea Ion Sergiu, Drago Mas-similiano, Esposito Christian,Ferrini Alessio, Ferrini Tom-maso, Gaggiolini Luca, Gam-belunghe Enea, GasperiniMatteo, Grossi Mattia, Gui-terrez Hector, Lupi Antonio,Marchetti Andrea, MarconiAlessandro, Oretti Cosimo,Orlando Giuseppe, PaladiniValerio, Pepi Simone, Pia-centini Simone, Pieretti Fe-derico, Pizzi Alessio, PulitiSandro, Riccucci Alessio, Ri-paccioli Simone, Satta Vin-cenzo, Sinibaldi Umberto Ma-ria, Tognoni Daniele, TronconiLuca, Vagelli Nicola, Ventu-rucci Riccardo, Villani Emi-liano.Serie B – Allenatori: BezziniMassimo, Vignali Stephen.Giocatori: Catta Federico,Cilembrini Alberto, DaddiRiccardo, Danzi Federico,Dellorusso Marco, Di IorioJacopo, Dominici Dario, Er-colani Luca, Favilli Gianni,Ferretti Marco, Ghini Ales-sandro, Ghini Francesco,Iseni Harris, Kolaj Cristiano,Leggieri Federico, Mannocci

Francesco, Martinelli Ric-cardo, Marzucchi Matteo,Niccolini Dario, PaladiniLeonardo, Pallotta Da-vide, Passante Carmine,Pisani Filippo, Pizzi Ja-copo, Puliti Lorenzo, Ro-signoli Leonardo, Sera-valle Nicolas, Tiberi Lo-renzo, Vivarelli Stefano,Volpi Valerio.

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marzo - aprile - maggio 201556

Continua la saga etrusca di StelioMontomoli con la sua undicesimapubblicazione autonoma. A pocotempo dall’uscita de La rivolta diHampsicora e Josto, ancora per i tipidella Ouverture Edizioni di Scarlino,è in libreria La strega di Baratti, unromanzo ispirato dagli esiti sorpren-denti degli scavi archeologici di Ba-ratti eseguiti nel 2011 per ricerca del-la tomba di San Cerbone. In quell’oc-casione l’equipe di archeologi guidati

dal dottor Alfonso Forgione dell’Uni-versità dell’Aquila in collaborazionecon Andrea Camilli della Soprinten-denza e col finanziamento delle Fon-dazione Cassa di Risparmi di Livornononché dell’Associazione Amici diPopulonia furono riportate alla lucedopo otto secoli le spoglie di due gio-vani donne le cui inumazioni suscita-no tuttora l’interesse degli addetti ailavori di tutto il mondo. Lo scrittorepiombinese si concentra sulla “stre-ga”, il corpo seppellito con 7 chiodiricurvi in bocca e 13 attorno alloscheletro infissi nel terreno per im-mobilizzarne le vesti e costruisce in-torno ad essa un duplice plot che sidipana sincronizzato nel presente enel passato. Ai giorni nostri le vicen-de di Denise e Matteo che indaganoper ricostruire un passato dalle appa-renze nebulizzate da religione, stre-goneria e superstizione e nel tredice-simo secolo quelle dei protagonistimedievali con le loro intriganti e tor-

mentate esistenze per delineare unpresente intelligibile in grado di scio-gliere tutti gli enigmi del caso. In am-bedue le narrazioni il fascino di Ba-ratti e dei suoi scorci paesaggisticipiù singolari lievita in ogni capitolo einnesca nel lettore curiosità inaspetta-te e coinvolgimenti legittimi.La strega di Baratti, Ouverture Edi-zioni, pagine 196, € 13.50.

Undicesima pubblicazione di Stelio Montomoli

La strega di Baratti

in libreria

Tra gli eventi previsti per il centena-rio della parrocchia dell’Immacolataanche la pubblicazione di un volumecommemorativo presentato al circo-lo San Francesco da Fabio Canessa.Era l’agosto del 1914 quando nasce-va “la chiesa dei frati”, una parroc-chia francescana che celebra il suoprimo secolo di attività quando alvertice della cristianità professa ilpapa di nome Francesco. Tale coin-cidenza ha ispirato la comunità reli-giosa a celebrare questa ricorrenzacome una tappa di un cammino dicrescita spirituale in continua evolu-zione e, come facilmente si intuiscedal titolo, a proiettarsi nel futurocon quel ruolo trainante che l’hasempre contraddistinta.La stesura del libro, disseminato danumerose citazioni di Papa Bergo-glio e arricchito da una consistente epreziosa parte fotografica, è statacoordinata da Patrizia Becherini.Come definito durante la prima di

presentazione si tratta di un lavorocorale.La parte storica infatti, oltre che daMauro Carrara, è stata curata da re-ligiosi (suor Annalisa Colli, i fratiMarco Sebastiani e Guido Fineschi),

teologi (Anna Giorgi) e parrocchianicome Alberto Pecorini, CristinaMettini, Giuliana Orsini e GiovanniTorchioni. Maria Dell’Amico rievo-ca le attività della parrocchia nei pe-riodi bellici, Fabrizio Sandroni trat-ta gli anni Settanta, Lucilla Lazzeri-ni relaziona sull’operato del gruppoassistenti volontari mentre CristinaMettini ripercorre la storia della Ca-sa del Fanciullo.Tutte queste sezioni convergono inmaniera univoca sulle figure che nelcorso degli anni ne hanno imperso-nato lo natura, padre Giustino Sen-ni, padre Fiorenzo Locatelli e padreSergio Persici.

Passato – Futuro. Il cammino di unaParrocchia, una Parrocchia in cam-mino, Bandecchi & Vivaldi, pagine170.

Lavoro corale per un secolo di storia

Passato e futuro della Parrocchia dell’Immacolata

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a cura di Emilio Guardavilla

Con la collaborazione di Giacomo DiNicolò e Matteo Mancini lo scrittoreed editore piombinese Gordiano Lupicelebra la carriera di due mostri sacridel nostro cinema comico. FrancoFranchi e Ciccio Ingrassia, conosciutida tutti, appassionati e non, semplice-mente come Franco e Ciccio, sono sta-ti per decenni il binomio vincente diquel genere cinematografico che hafatto epoca oltre che sorridere una na-zione non sempre nelle condizioni og-

gettive di poterlo fare; due artisti chenel loro prolifico affiatamento nonhanno conosciuto in una così lunga at-tività soluzione di continuità nei suc-cessi di botteghino e che soprattuttohanno voluto essere, in anni di grandecontroversie politiche e sociali, solo edesclusivamente attori comici.Un duo tanto amato dal pubblicoquanto sottovalutato e disprezzato dal-la critica specializzata che con troppaleggerezza lo ha relegato ai marginidella comicità italiana con recensioninella maggior parte dei casi negative.Alle accuse di volgarità e pochezzadella vena comica di Franco e Cicciomosse dalla critica istituzionalizzatadel tempo il libro di Gordiano Lupi fada contraltare con il duplice intento direndere la meritata dignità artistica almomento opportuno negata e far co-noscere al grande pubblico e alle nuo-ve generazioni il genio dei due attorisiciliani. A tale scopo l’autore si pro-duce in una considerevole ricerca di

tutto il materiale inerente la filmogra-fia, dal recupero delle locandine origi-nali fino all’analisi, ed è in questo con-testo che Lupi compie il vero atto d’a-more in quanto imparziale ed appas-sionata, di ogni singola pellicola rivis-suta come la prima volta.

Soprassediamo! Franco e Cicciostory, Il cinema comico-parodisticodi Franco Franchi e Ciccio Ingras-sia. Edizioni Il foglio letterario, pagi-ne 530, € 18.

Gordiano Lupi celebra il cinema comico

Soprassediamo! Franco e Ciccio story

La formula narrativa scelta da SergioGalligani per la sua ultima pubblica-zione è il dialogo. Come si evince daltitolo ossimorico e al contempo am-miccante gli stereotipi scelti per laconversazione si distinguono per i ri-spettivi credi religiosi. Opposti, con-trastanti o complementari che si ve-dano le due voci permettono all’auto-re che le ha concepite di analizzaregli argomenti intavolati dalle rispetti-ve angolazioni apportando un valore

aggiunto consistente al processo co-noscitivo della materia trattata. Amaggior ragione, se l’estrazione so-cio-culturale dei due è medio-bassacome in questo caso, l’espediente ri-sulta essere tanto proficuo quanto sti-molante per il lettore. Si tratta di unoscambio di opinioni su temi comuni edi più ampio respiro filosofico, dalquotidiano al metafisico, che ha la ca-pacità di raccontare l’uomo modernoper quello che veramente è grazie aisuoi dubbi e alle sue convinzioni e al-le scelte che ha fatto per gestire en-trambi. Leggendo Ateo e credente,seppur in poltrona, su una panchina oin riva al mare si ha l’impressione ditrovarsi «nei bar, circoli sociali e nel-le piazze» per citare l’autore stessonella presentazione del suo nuovo la-voro. Tutto ciò in conseguenza delfatto che i poli opposti all’approccioreligioso rappresentano completan-dosi vicendevolmente i due spaccatidi quella umanità semplice ma genui-

na, spontanea ma sincera, mediocre(nel senso etimologico del termine)ma speranzosa che ci ospita ogni san-to giorno di questa nostra dimensioneterrena. Con La Bancarella EditriceSergio Galligani ha pubblicato nel2005 Raddrizzavano i chiodi e nel2006 Tre racconti e un poema.

Ateo e credente, La Bancarella Edi-zioni, pagine 117, € 10.

Il nuovo libro di Sergio Galligani

Ateo e credente

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di Daniele Toncelli

Da alcune edizioni lanostra rivista CostaEtrusca è arricchita

da pregevoli disegni che il-lustrano articoli o racconti.Sono artistiche immaginirealizzate da Luca Leonetti.Luca è un giovane graficopiombinese che con passio-ne e capacità, cerca di tra-smettere pensieri e senti-menti attraverso il linguag-gio fantasioso del fumetto. Isuoi enigmatici personaggirappresentano i nostri statid’animo, le nostre inquietu-dini, i nostri pensieri, im-mersi in atmosfere irreali,silenziose e forse ancorasenza una vera storia che li

unisca. Il segno che li deli-nea è sicuro, essenziale, ele-gante, ma anche molto inci-sivo nella stilizzazione esemplificazione delle forme.Le linee sono arricchite qua-si con tenerezza, da una de-licata gamma di colori checreano una tavolozza poeti-ca e suggestiva. Si avvale diuna tecnica mista molto ap-propriata, quale l’acquarelloe la china, che gli consentedi creare sfondi astratti cheaccolgono in spazi non reali,le sue figure di uomini, don-ne e animali.Leonetti vuole trasmetterecon le sue invenzioni, lestesse sensazioni che pro-voca la musica. Ritiene chequesta sia più efficace deldisegno nel coinvolgimen-to emozionale e proprioper questo studia i ritmi ele melodie musicali perevocarli attraverso le for-me e i colori.Disegna così centinaia divolti, mai uguali, colti nel-l’attimo fuggente della lorointrospezione psicologicache li accomuna ai loro stes-si corpi.

Luca Leonetti e i suoi disegni

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Le linee sono arricchite con tenerezza da una delicata gamma di splendidi colori

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Luca Leonetti è nato a Piombino nel 1980 e si è diplo-mato alla scuola internazionale di Comics di Firenze nel2006. Ha pubblicato la sua prima graphic novel per la Ni-cola Pesce editore e ha realizzato strisce a fumetti conmessaggi a sfondo sociale. Ha esposto nel 2011 pressoL’Agorà e a Palazzo Appiani e nel 2015 al Caffè Nanni.

Chi è Luca Leonetti

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Il racconto di uno spareggio passato alla storia

Quella sassaiola di Viareggiodi Franco Biegi

Nella primaveradell’anno 1931 lamaestra Targetti mi

seguiva in prima elementareper riempire di aste le pagi-ne dei miei quaderni. Nelfrattempo la FederazioneItaliana Gioco Calcio stavariorganizzando i suoi cam-pionati, e stava per nascereun nuovo girone di prima di-visione per squadre del cen-tro Italia. Fra le squadre to-scane in attesa della sospira-ta chiamata il Piombino e ilGrosseto che stavano prepa-randosi per disputare un tor-neo di qualificazione insie-me con altre squadre. Lasorte volle che proprioPiombino e Grosseto doves-sero giocare una contro l’al-tra nella prima gara di spa-reggio.Così il 29 marzo 1931, sulcampo neutro di Viareggio,dopo il tradizionale e rispet-toso omaggio delle autoritàal monumento ai caduti sce-sero in campo le rivali disempre.Le squadre furono accom-pagnate, anzi, direi scortate,dalle due tifoserie convenu-te nella città del carnevalesu due treni appositamenteapprontati per l’evento. Equella partita salì sulla ribal-ta del calcio toscano… bur-rascosamente.Le notizie di cronaca mera-mente sportive non furonomolte, si sa che a prevalerefurono i nerazzurri di Piom-

bino per 2 a 1 e che l’incon-tro fu, per così dire, un po’“ricco di intensità”, cometutti gli spareggi che si ri-spettino. Forse un tantino dipiù, soprattutto dopo il goldella bandiera del grosseta-no Arnaldi che, come si diceadesso, riapriva la partitadopo il duplice vantaggiopiombinese con Iaconi eChiavacci. Il finale dell’in-contro non fu proprio all’ar-ma bianca ma non ci mancòmolto. E adesso, finiti i resocontitecnici e documentabili da-gli almanacchi, iniziano i ri-cordi e le parole di coloroche ne hanno sentito parlaremille e mille volte e, forse,con più di uno “sfondone”vista l’alternanza dei relato-ri, testimoni più o meno di-retti. C’è chi parlò di guar-

die in campo con i manga-nelli, tristemente protagoni-sti di quegli anni, ancor pri-ma che il gioco si fermassead inseguire i bisnonni degliattuali ultras che avevanoscavalcato le recinzioni, e iprogenitori degli attuali ste-ward, cioè i volontari delpassato regime chiamati asostenere il servizio d’ordi-ne, che formavano cordonidi sicurezza. C’è chi de-scrisse con dovizia di parti-colari, anche troppi e pro-gressivamente “infiocchet-tati” da nuove aggiunte dianeddoti, il tragitto che ri-portava i cortei dei tifosidallo stadio alla stazione.Caos, urla, spintoni, fugonie qualche mano un po’ trop-po alta fino a quando i duegruppi non raggiunsero itreni inopportunamente po-

sti su binari vicini. E quandoil primo sasso colpì con fra-gore il treno dei rivali co-minciarono a piovere pietrecome se grandinasse. Conl’intervento delle forzedell’ordine ritornò, non sen-za qualche affanno, la cal-ma. I due treni poteronomettersi in moto e l’uno, ca-rico di delusione e qualchecerotto, e l’altro, inebriatodi gioia ma un po’ ammac-cato anch’esso, riuscirono arientrare a casa.I racconti e gli aneddoti le-gati alla trasferta in Versiliagiravano ancora in città a di-stanza di molti anni, anchequando io avevo finito di di-segnare aste sul quaderno diprima elementare e più tra-gici avvenimenti si stavanoaffacciando sullo scenariodella storia. Poi ci pensaro-no i successi della squadranei primi anni Cinquanta afarci parlare, con soddisfa-zione, di altre partite e di al-tri momenti esaltanti. Mac’era ancora qualcuno, nellagenerazione di tifosi primadella mia, che nelle lungheserate a chiacchiera in piaz-za Verdi aggiungeva qual-che piccolo dettaglio sullospareggio con i torelli gros-setani, aumentando le di-mensioni del sasso lanciatoo fantasticando sul numerodi avversari messi k.o. conun colpo solo. E tutti i racconti si conclu-devano con un “bimbi, ioc’ero…” pieno di nostalgicoorgoglio.

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Questa rubrica è libera. Ilcontenuto delle lettere puònon collimare col pensierodel giornale. Costa Etru-sca si riserva di ridurre lelettere e di eliminareespressioni che possanointegrare ipotesi di diffa-mazione. Gli autori, pur-chè noti alla direzione, po-tranno chiedere che la lorofirma sia omessa. Precisazioni o rettifiche sa-ranno pubblicate.

SFRATTI DALLE CASEProprietari immobilipoco tutelatiTutti si commuovono per lefamiglie sfrattate per morosi-tà. Nessuno si preoccupa delproprietario dell’abitazione.Per lo più sono comuni citta-dini che hanno investito i ri-sparmi in quella casa per ar-rotondare lo stipendio o lapensione. Questi si trovano aperdere anni di affitto, a spen-dere quattrini e tempo in av-vocati e cause civili. E devo-no comunque pagare le tasseche uno Stato sempre più vo-race impone sugli immobili.

Renato Palmieri

CANONE RAIQuel referendummai rispettatoNon è necessario ripensarele modalità di riscossionedel canone Rai: la Rai an-drebbe privatizzata, con laconseguente abolizione del-l’odiato canone. Ma questonon lo si vuole fare, non-ostante il referendum.

Antonio Massioni

CONTRATTI DI LAVOROAssenze per malattia,colpito chi si ammalaQualcuno auspica il ritorno alnon pagamento del primo giornodi malattia. Il mio contratto na-zionale (azienda privata) prevedeuna graduale riduzione dellacifra percepita a partire dal

terzo giorno di malattia con unulteriore aggravio della terzamalattia durante lo stesso anno.Non è equo colpire chi si am-mala seriamente. Sarebbe forseil caso di usare maggiormentei contratti da parte delle aziendesia pubbliche sia private.

Luca Dimuni

.RISCHI PER I GIOVANIInformare nelle scuolesui danni del fumoHa fatto molto discutere laproposta di Beatrice Loren-zin di vietare che nei film sivedano fumare i personaggiin quanto, soprattutto i gio-vani, potrebbero cominciare

a farlo per emulazione. Sidovrebbero allora vietaresparatorie, risse e violenzeper non istigare gli spettato-ri. Il problema del fumo ècertamente grave: sarebbemeglio tentare di risolverlocon una seria campagna diinformazione soprattuttonelle scuole.

Mauro Chiostri

BESTEMMIELa blasfemia,reato fino al 1999Vorrei si ricordasse, quandosi parla di blasfemia e di li-bertà di espressione, che inItalia fino al 1999 la bestem-mia era considerata reato.

Maurizio Carra

PARLAMENTOClasse politica assenteista Lo spettacolo penoso delparlamento italiano semi-vuoto durante la relazionedel ministro dell’Interno suidrammatici fatti francesi dàancora una volta la misuradella pochezza e dell’igno-ranza politica dei nostri se-dicenti onorevoli. I quali so-no invece attivissimi quan-do si tratta di perpetuare ladifesa dei parassiti dell’ap-parato pubblico (vedasi lapronta difesa dell’impiegopubblico davanti alla timidaminaccia che qualche nulla-facente possa esser licenzia-to in base alle nuove nor-me). Tema che sta evidente-mente a cuore, costituendol’impiego pubblico il serba-toio del voto clientelare e discambio. Ma quale speranzadi salvezza può avere il Pae-se con una simile classe po-litica?

Maurizio Bernardi

POMPE DI BENZINA

Mancano gli addetti,ormai solo self-service

Rimpiango la figura del benzinaio di un tempo. Faceva ilpieno, se richiesto puliva il parabrezza, controllava l’olio,rabboccava il livello del liquido di raffreddamento o dellavavetro e controllava la pressione delle gomme. Ormaitutte le pompe esibiscono il cartello «Fai da te», chesignifica «Arrangiati». E alcuni distributori non sono neanchepiù presidiati dal gestore. Credo che questo sistemadiminuisca di molto la quotidiana sicurezza in auto di tuttinoi. Io stesso ho scoperto casualmente che viaggiavo conle gomme mezze sgonfie e con il livello dell’olio al limite.Sono convinto che se ai distributori ritornasse la figura diun addetto che, su richiesta, si prestasse a fornire unservizio che un tempo costituiva la norma, grazie allemance nell’arco della giornata, guadagnerebbe non pocoe non graverebbe sui costi di gestione dell’esercente.

Paolo Novaresi

marzo - aprile - maggio 2015

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di Giuseppina Toncelli

Scienziate, medici,scrittrici, staffettedella Resistenza, in-

faticabili madri, infermie-re, suore missionarie, inse-gnanti. Sono molte le don-ne che hanno svolto al me-glio il loro mestiere. L’Ottomarzo è l’occasione per ri-flettere su queste figurefemminili. Una fra tutte è Madre Tere-sa di Calcutta. In occasionedella sua beatificazione (19ottobre 2003) sono stateraccolte le testimonianzedelle sue visite in Toscana.A Massa Marittima, nel1991, confidò al vescovoComastri di voler aprire unacasa di preghiera per le suesuore a Piombino. Con stu-pore il vescovo accettò e afebbraio dell’anno successi-vo fu aperta la comunitànella chiesina del Desco.Oggi è un punto di riferi-mento spirituale e di aiutoconcreto molto importante

per tutto il territorio. Un’altra testimonianza ciparla di quando nel 1986, invisita al carcere di Pianosa,insistette per visitare tutti idetenuti, compresi quelli del“braccio proibito”, un luogosempre negato anche allesuore. Alla fine i dirigenticedettero e Madre Teresa,

minuta e piccola com’era,sparì circondata da un grup-petto di ergastolani attenti aogni sua parola.Passando a un’altra figurafemminile da ricordare c’èun’altra Teresa: si tratta diTeresa Mattei, comandantedi compagnia a Firenze du-rante la resistenza nella for-

mazione garibaldina Frontedella Gioventù. Il suo nomedi battaglia era Chicchi. Èstata, poi, la più giovane de-putata dell’Assemblea Co-stituente nel 1946, a soliventicinque anni. A lei dob-biamo l’idea della mimosaper celebrare questa festa.Diceva di aver pensato aquesto fiore perché i parti-giani lo regalavano alle staf-fette. Un fiore povero chepoteva essere raccolto amazzi ovunque e gratuita-mente. Queste sono donne il cui ri-cordo non si appannerà coltempo. Buon Otto marzo!

61

La festa mondiale delle donneDa Santa Madre Teresa a Chicchi, la partigiana

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CAMPING VILLAGES IN ITALY

Come è nata la festa della donna

Le origini della festa dell’Otto marzo risalgono al 1908.Pochi giorni prima di questa data, a New York, le ope-

rarie dell’industria tessile Cotton scioperarono per prote-stare contro le terribili condizioni lavorative a cui eranocostrette. Lo scioperò durò diversi giorni, finchè l’ottomarzo il proprietario della fabbrica Mister Johnson, bloc-cò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaiedi uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e lecentoventinove operaie prigioniere all’interno morironoarse dalle fiamme.Successivamente questa data venne proposta come gior-nata di lotta internazionale, a favore delle donne.

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Anche in questo numeroCosta Etrusca presenta lastoria dei naufragi avvenutinelle acque dell’ArcipelagoToscano nell’epoca moder-na. In questa quarta partevengono trattati gli avve-nimenti della Seconda Guer-ra Mondiale avvenuti nel-l’Arcipelago nelle latitudinicomprese tra Marina di Ce-cina e Livorno.

di Emilio Guardavilla

In tempo di guerra l’indif-ferenza del mare rappre-senta un nemico in più

per i marittimi che hannogiurato eterna fedeltà aduna bandiera imposta daldestino. La neutralità con-naturata di cui può far van-to perde progressivamen-te il suo spessore e, a fasialterne prive di ogni logicainterpretabile, si schiera osi oppone senza ascoltarele preghiere di nessun ma-rinaio. È una terza forza incampo senza mire e sen-za ideali, né nemici dasconfiggere né alleati dasupportare, scevro dastrategie pianificate ed ob-biettivi da perseguire; in-capace di riconoscere co-lori che sventolano senzagioia o insegne che cam-peggiano senza voce,ignora le misere velleitàdegli schieramenti e delleridicole missioni delle ri-spettive unità, anchequando non ne hanno. Non navigava di certo conpropositi offensivi quel-l’imbarcazione che oggi èconosciuta come “Il relittodei marmi” e che giacefrantumata sui dolci fon-dali di Marina di Cecina,poco più di 30 metri aqualche miglio dalla co-sta. Le due ancore pres-soché intatte nelle vici-nanze della carcassa, l’eli-ca ancora in asse ma so-prattutto il carico di lastredi marmo lavorate per benaltre messe in opera par-lano di un cabotaggio in-nocente e ignaro anche se

governato da un equipag-gio dall’animo affogatonella paura. A detta deisub esperti in grado di vi-sitarlo, è anche per que-sto motivo che l’immersio-ne sul Relitto dei marmi ri-sulta essere emozionantee suggestiva, memorabilese effettuata nei rari casidi buona visibilità.Insistendo nelle basse co-ste di questa zona ci si im-batte nello sventurato de-stino del rimorchiatore di109 tonnellate (25.27 per5.64 metri) Carmelo Noli,naufragato il 23 settem-bre del ’41 a seguito dellacollisione con una minavagante durante un’opera-zione di sminamento. L’or-digno, tutto lascia pensa-re ad una mina difensivada 200kg di tritolo, fu ca-pace di inabissare la co-struzione del 1930 in bre-vissimo tempo e senzapossibilità di scampo la-sciando lo scafo con as-setto praticamente intattosul fondale sabbioso di30 metri. Nelle stesse acque, altempo rese infide da sbar-ramenti impenetrabili e le-tali da campi minati dalla

densità elevatissima datala loro importanza nella lo-gistica bellica, si perdonole tracce nel dicembre del1942 del Tabarca, unamotonave costruita a Gla-sgow nel 1917 dai lunghitrascorsi e dai numerosiammainabandiera. Le cro-nache riportano l’affonda-mento di questa unità,l’ultima immatricolazionerisale al settembre ’42 neiregistri del naviglio ausilia-rio della Regia Marina co-me trasporto bestiame, in-torno alla mezzanotte delgiorno 1 mentre le ipotesisulle cause sono ancoradiscordanti. Secondo lefonti il naufragio avvenutodurante la rotta tra Livornoe Bastia potrebbe esserestato causato da un silu-ramento, dall’urto di unamina o addirittura da unagrave avaria non gestita almeglio anche se l’analisidei registri e dei reperti,nonché le testimonianze ele documentazioni recupe-rate, accreditano l’urtocon una mina come causaprincipale. Verosimilmen-te il Tabarca incappò inuna delle 140 mine con-venzionali e magnetiche

che il posamine ingleseMaxman lasciò a sud di Li-vorno il 24 agosto del1941 e su cui, circa unanno prima, era già salta-to in aria il dragamine Car-melo Noli. Il Tabarca, chenavigava in convoglio conil Capitano Sauro e la tor-pediniera di scorta Carini,stava trasportando 233militari di truppa italiani etedeschi, ammassati sot-tocoperta e molti dei qualiaddormentati; trovaronoeterno riposo a 6 migliadalla costa in poco più di20 metri di acqua.Anche quel tratto costierodi Mar Ligure compresotra le foci dei fiumi Fine eCecina, conosciuto dai na-viganti come “Le secchedi Vada” è stato teatro disciagure e disastri maritti-mi di varia entità. Duranteil periodo bellico hannocompletato la loro ultimarotta la U Boote Jäger2223 (ex corvetta Maran-gone C 52 della MarinaItaliana impostata nel1943, catturata in fase diin allestimento ed incorpo-rata nella Kriegsmarinenel settembre dello stes-so anno), il piroscafo

Storia dei naufraginell’Arcipelago ToscanoDestinazioni mai raggiunte dalle imbarcazioni,

tesori e relitti inabissati nel blu più profondo

marzo - aprile - maggio 2015

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Campopisano e la nave dacarico Genepesca. DellaUJ2223 sappiamo per cer-to essere stata vittimanella notte tra il 14 e il 15maggio 1944 della moto-silurante PT-218 (coman-dante Robert A. Allan dellaRoyal Naval Volunteer Re-serve) che ne provocò l’af-fondamento e la morte di41 membri dell’equipag-gio mentre del piroscafo di344 tonnellate Campopi-sano, il cui relitto non èstato mai localizzato, risul-tano pesanti danneggia-menti dalle incursioni del17, 18 e 19 a seguito del-le quali si capovolse e siinabissò il giorno 22. IlGenepesca fu varato nel1940 come pescherecciod’altura e si presentava algalleggiamento con 78metri di lunghezza, 12 dilarghezza e una stazza lor-da di 1630 tonnellate.Nell’agosto del ‘40 fu re-quisito dalla Marina Milita-re Italiana e nel ‘42 pittu-rato per sfuggire agli aereialleati che pattugliavano iltratto di mare toscano. Il26 maggio 1945, in navi-gazione da Tunisi a Livor-no per un trasporto di ali-menti, incrociò un campominato e affondò spezzatoin due tronconi. Oggi, aseguito di un malsano ten-tativo di recupero non regi-strato, la parte prodiera(55 metri di lunghezza)dista da quella poppiera(lunga 20 metri) circa 40metri (ne è testimonianzauna gomena di notevolediametro), entrambi ada-giati su un fondale di circa30 metri.Poco distante dagli scogliaffioranti e i fondali sab-biosi delle secche, in alcu-

ni punti si raggiunge unaprofondità minima di 2.5,si trova anche la carcassadi un De Havilland Mosqui-to, il versatile velivolo del-la Royal Air Force, bombar-diere medio e d’assalto,ricognitore a lungo raggioe caccia pesante nottur-no, rinomato per la suastraordinaria velocità. IlMosquito fu abbattuto du-rante l’attacco alle polve-riere della pineta di Vadanel 1944.Pochi gradi più a nord, acirca 200 metri dalla co-sta di Castiglioncello gia-ce a 16 metri il relittodell’incrociatore ausiliarioPiero Foscari. Una cosìesigua distanza dalla rivaè spiegata dalla dinamicadel suo naufragio avvenu-to nei giorni dell’armistizioquando fu colpita a più ri-prese dall’inaspettato ne-mico. La ex motonave mi-sta di 3423 tonnellate distazza lorda, costruita nel1928 per la Società di Na-vigazione San Marco edimmatricolata nel luglio1941, fu bersagliata daiposamine tedeschi Pom-mern e Brandenburg e dabatterie costiere il 9 set-

tembre mentre faceva rot-ta da Genova per Piombi-no. I danni riportati, tantogravi da indurre il coman-dante ad un disperato ten-tativo di incaglio, gli furo-no fatali ed il giorno 10 ca-pitolò sotto i colpi delBrandenburg. Negli scontria fuoco di quei giorni con-vulsi trovò la morte ancheun membro dell’equipag-gio civile del Foscari, il gio-vanotto di coperta Ema-nuele De Carne.Il mare che bagna la cittàdi Livorno, a causa dell’im-portanza strategica delsuo porto, ha assistito anumerosi naufragi e affon-damenti durante l’ultimoconflitto. Il 19 dicembre1940, dopo aver urtatouna mina, si inabissaronoa un’ora di distanza l’unodall’altro i piroscafi di 160metri Geierfels e Freien-fels, localizzati nel 2013 a140 metri di profondità,15 miglia da Livorno e 3.5a est della Gorgona. Nei pressi della Meloria sitrovano il Pertinace, ex Ie-la, yacht privato di VittorioEmanuele III dal 1914, exRannoch (1902), requisitonel 1941 e registrato co-

me AS113, affondato daaerei tedeschi il 9 settem-bre 1943, e una chiatta di40 metri per dieci dalloscafo ancora integro cono-sciuta negli ambienti di di-ving banalmente con il no-me Chiattone (profondità15 metri). Sempre al1943 risalgono gli affon-damenti del rimorchiatoredi 100 tonnellate Costan-te Neri (18 giugno), canno-neggiato dal sommergibilebritannico Sickle, del fami-gerato Brandenburg (21settembre) ad operadell’Unseen e l’ammarag-gio dell’idrovolante tede-sco Arado AR 196-A, que-sti ultimi nelle vicinanzedell’isola di Capraia.L’anno successivo, perironia della sorte il 25aprile, veniva auto-affon-data la Torpedoboote Aus-land 23 (“torpedinierestraniere” catturate dai te-deschi e immatricolatenella Kriegsmarine, inquesto caso l’Impavidodella Classe Ciclone) inseguito ad un incidentedurante le operazioni diminamento che ne misefuori uso l’apparato pro-pulsivo e al contempora-neo attacco delle unitàdella Royal Navy operantinella zona.

4) continua

Uomo liberosempre avraicaro il mare.

CharlesBaudelaire,

L’uomo e il mare,1857

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Cosa SI’: I rifiuti compresi nel multi materiale sonotutti gli imballaggi, quindi contenitori in: • Plastica (bottiglie, flaconi ecc.)• Alluminio (lattine)• banda stagnata (barattoli, scatolette ecc)• tetrapack (brik di succhi, latte ecc.)• polistirolo (vassoi e altri imballaggi)• cellophane e nylon (buste, sacchi ecc)Per diventare nuove risorse e non essere scartatii flaconi, le bottiglie e le lattine non devonocontenere residui all’interno. E’ importante che all’interno della campana vadanosolo gli imballaggi, quindi solo i contenitori.Come si raccoglie: Attraverso campane di coloreverde posizionate lungo le strade e con bidonciniper la metodologia porta a porta nelle zone deivari Comuni interessate dal servizio.Cosa diventa: Il mutlimateriale, raccolto da REVETper conto di ASIU, viene portato ad un impianto diselezione a Pontedera. Qui vengono divisi tutti imateriali presenti nelle campane, a seconda della

tipologia. Una volta intercettate le frazioni omogeneevengono inviate, tramite gli accordi con i variconsorzi, alle aziende che si occuperanno dellaloro lavorazione e trasformazione in nuovi oggetti.Attraverso apposito impianto le plastiche tornanoa dar vita a profilati per la realizzazione di manufattidi arredo. Altre divengono parti per veicoli o ancheutensili per la casa.Alcuni esempi: dalle bot-tiglie di plastica si pos-sono ottenere abiti inpile, interni per auto,oggetti di arredo ur-bano come tavoli, pan-chine, parchi giochi.Dalle lattine telai dibiciclette, pentole,padelle. Il tetrapak,inviato ad appositecartiere produceun’ottima carta.

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La raccolta differenziata è unapratica importante e negli ultimianni anche la legislazione leha dato sempre più credito. Sitratta ad ogni modo di un primopasso nel circuito virtuoso chetrasforma i rifiuti in risorse daimpiegare nuovamente in ciclidi produzione e che possonocosì dar vita ad oggetti derivantiappunto da materie prime nonrecepite in natura.Questo primo passo è sicura-mente tra i più importanti ed ècompito di tutti i cittadini com-pierlo in maniera corretta. Senzauna accurata raccolta differen-ziata, infatti, è impossibile pro-seguire nella direzione che portaad un effettivo riciclo.È bene quindi rimarcare come

si debba porre la massima at-tenzione a ciò che si getta neivari contenitori, perché i ma-teriali raccolti siano di qualità. Da qui nasce la possibilità diavviare a riciclo, che nonviene effettuato appunto daicittadini e che non va asso-lutamente confuso con il dif-ferenziare i rifiuti. Sono dueazioni diverse e hanno re-sponsabilità diverse.Molto spesso, infatti, si tendea confondere un mezzo con ilfine, e si finisce per credereche una volta che si sia effettuatauna corretta raccolta differenziatale problematiche legate al temadei rifiuti, soprattutto per quantoriguarda il loro smaltimento oil loro riciclo appunto, siano

finite. Ciò risulta vero a pattoperò che i materiali raccolti inmaniera differenziata trovinouna loro adeguata collocazionenel mercato delle materie primeseconde; se cioè esiste un mer-cato di oggetti derivati da riciclodi materia.ASIU è quotidianamente im-pegnata affinché sempre piùrifiuti siano avviati a recupero,ma perché si abbia veramentela trasformazione dei rifiutiraccolti in maniera differenziatain risorse, ovvero materie prime,è necessario che vi sia attenzionea ciò che effettivamente si de-posita in ogni cassonetto, cosìche possa essere avviato a re-cupero e diventare un nuovoprodotto.

LE RACCOLTE DIFFERENZIATE DI ASIU Come, perché e cosa diventano

DIFFERENZIARE BENE È IL PUNTO DI PARTENZAPER ARRIVARE AL RICICLO

Il primo passo lo fanno i cittadini (che differenziano)

MULTIMATERIALE:

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Cosa SI’: Tutti gli imballaggi in vetro,come bottiglie, falconi, barattoli, ecc.Come si raccoglie: Attraverso campanedi colore giallo posizionate lungo lestrade. La raccolta di vetro, viene svoltaanche presso gli esercizi commercialiquali bar, ristoranti e pizzerie, con lamodalità porta a porta, tramite bidoni

da 120 lt.Cosa diventa: Il vetro raccolto in manieradifferenziata viene avviato ad un impiantodi selezione che lo trasforma in rottameda avviare alle vetrerie.Alcuni esempi: Dal rottame di vetro sipossono ottenere altri oggetti in vetroche garantiscano uguale qualità.

VETRO:

Cosa SI’: Carta dei giornali, delle riviste,dei libri e dei quaderni. Non è la cartafotografica, plastificata, o la carta chimicadi fax e scontrini, oppure carta sporcao oleosa. La carta deve essere pulita.Come si raccoglie: Con cassonettistradali di colore azzurro e con bidoncinidi colore azzurro con modalità porta aporta domestico. Il cartone viene poiraccolto presso gli esercizi commercialidel Comune di Piombino e Campigliatramite apposite postazioni dislocatein vari punti della città o con metodo

porta a porta.Cosa diventa: Viene inviata ad unimpianto di selezione che provvede adeliminare tutto ciò che non è cellulosae carta o cartone sporchi. Viene pressataed inviata, tramite gli accordi con CONAI,alle cartiere che ne ricavano altri oggettiin carta e cartone.Alcuni esempi: La carta riciclata è usatamoltissimo in commercio per quaderni,risme di fogli, cartoncini, agende, o perfabbricare penne in cartoncino, righellied altri complementi da ufficio.

CARTA E CARTONE:

Cosa SI’: scarti alimentari, avanzi dicibo, potature, foglie, fiori, fondi di teo caffè, fibre tessili naturali in piccolequantità come lana o cotoneCome si raccoglie: la raccolta differenziatadell’organico viene effettuata tramite icassonetti con il coperchio di coloremarrone o porta a porta con bidoncinidello stesso colore, e si rivolge all’utenzadomestica.Viene effettuata anche con la modalità

porta a porta per le grandi utenze, conbidoni da 120 lt (grande distribuzionee ristoranti).Cosa diventa: ASIU tratta direttamentei rifiuti provenienti da cassonetto marrone,e da grande utenza come mercati, su-permercati ortofrutticoli e ristoranti tra-sformandoli in compost.Alcuni esempi: Il compost di qualitàviene utilizzato internamente all’impiantoASIU come materiale di copertura.

ORGANICO

Cosa SI’: le isole ecologiche sonostrutture attrezzate all’interno delle qualiè possibile conferire differenziatamentei rifiuti che di norma non possono andarenei cassonetti stradaliQuali rifiuti: Alle isole ecologiche si

possono conferire ingombranti, legno,ferro, sfalci di potature, elettrodomestici,elettronici, oli minerali o vegetali, batterie,pile, farmaci scaduti ecc.Cosa diventano: I rifiuti che ASIU raccogliedifferenziatamene tramite le isole eco-

logiche seguono tutti un percorso diversotra loro, che porta ogni materiale al re-cupero e al riutilizzo, tramite i consorzidi filiera, aziende specializzate nel trat-tamento o direttamente tramite l’impiantodi Ischia di Crociano.

ISOLE ECOLOGICHE

Cosa SI’: Per rifiuti ingombranti si in-tendono tutti i rifiuti di grosse dimensioniche rappresentano l’arredo delle abitazioni;quindi divani, letti, reti, materassi ecc.I Raee sono invece tutti i rifiuti elettricied elettronici come frigo, lavatrici, TVecc. Come funziona il servizio: Sia per glielettrodomestici che per i rifiuti ingom-branti è possibile prenotarne il ritirodomiciliare gratuito attraverso il centralinoaziendale, telefonando al numero 0565

277111. Un operatore ASIU fisserà unappuntamento per il ritiro, che avverràsu strada (di norma al civico dell’uten-te).Cosa diventano: I rifiuti elettronici e gliingombranti vengono raccolti in modoseparato, così come prescritto dallanormativa, e inviati direttamente ai variconsorzi di filiera che provvedono alloro disassemblaggio e al recupero deimateriali.

RITIRO DOMICILIARE INGOMBRANTI ED ELETTRONICI

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Tenuta Eleonora di ToledoLocalità Bandita, 51 - Campiglia Marittima (Li)Tel. 339 8113977 - [email protected]

Fin dal tempo degli etruschil’olio si chiamava oro verde,rappresentava e rappresentala base di un’ottima cucina

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