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1 Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 1 MEDICINA 18-11.- 09 Anatomia: studio del corpo umano. Istologia: studio dei tessuti Fisiologia: studio del funzionamento normale degli organi Patologie: malattie LA CELLULA Unità più piccola e funzionale del corpo umano. Struttura della cellula: Ogni cellula è costituita da una membrana cellulare che la circoscrive e da una struttura interna costituita dal citoplasma nel quale è immerso il nucleo e gli organuli citoplasmatici: Mitocondri, Apparato del Golgi, Reticolo endoplasmatico (liscio e rugoso), Ribosomi, Lisosomi, centrioli. Le cellule possono essere ricondotte a due tipologie: 1) Cellule procariote (es: batteri) 2) Cellule eucariote o eucariotiche (es: animali e vegetali) Cellule eucariote: Membrana cellulare. Circonda la cellula, impedisce la fuoriuscita dei componenti della cellula. Funziona anche come barriera protettiva per la cellula. Interscambio con le altre cellule. E’ un sottile rivestimento che delimita la cellula ed è costituito da un doppio strato fosfolipidico (grasso). Citoplasma. Parte liquida (soluzione acquosa di consistenza gelatinosa) della cellula in cui si trovano i componenti cellulari o citoplasmatici: i Ribosomi sintesi proteica. Lisosomi - fagocitano i corpi estranei (ad es: i rifiuti della cellula, risultato del metabolismo della cellula), sono ricchi di enzimi. Reticolo endoplasmatico liscio o rugoso (con sopra i ribosomi). E’

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 1

MEDICINA

18-11.- 09

Anatomia: studio del corpo umano.

Istologia: studio dei tessuti

Fisiologia: studio del funzionamento normale degli organi

Patologie: malattie

LA CELLULA

Unità più piccola e funzionale del corpo umano.

Struttura della cellula:

Ogni cellula è costituita da una membrana cellulare che la circoscrive e da una struttura interna costituita

dal citoplasma nel quale è immerso il nucleo e gli organuli citoplasmatici:

Mitocondri, Apparato del Golgi, Reticolo endoplasmatico (liscio e rugoso), Ribosomi, Lisosomi, centrioli.

Le cellule possono essere ricondotte a due tipologie:

1) Cellule procariote (es: batteri)

2) Cellule eucariote o eucariotiche (es: animali e vegetali)

Cellule eucariote:

Membrana cellulare. Circonda la cellula, impedisce la fuoriuscita dei componenti della cellula.

Funziona anche come barriera protettiva per la cellula. Interscambio con le altre cellule.

E’ un sottile rivestimento che

delimita la cellula ed è costituito

da un doppio strato fosfolipidico

(grasso).

Citoplasma. Parte

liquida (soluzione acquosa di

consistenza gelatinosa) della

cellula in cui si trovano i

componenti cellulari o

citoplasmatici: i Ribosomi �

sintesi proteica. Lisosomi -�

fagocitano i corpi estranei (ad

es: i rifiuti della cellula, risultato

del metabolismo della cellula),

sono ricchi di enzimi. Reticolo

endoplasmatico � liscio o

rugoso (con sopra i ribosomi). E’

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un “tavolo” dove avviene la sintesi proteica. Apparato del Golgi.

Nucleo. Parte responsabile della divisione cellulare (Mitosi). Dentro il nucleo si trova il corredo

genetico che identifica la cellula (DNA e RNA). DNA contiene 2 catene, l’RNA 1 sola. Serve in medicina legale

per conoscere il DNA di una persona.

Mitocondri. Sono la centrale energetica, produce energia per le cellule; convertono le molecole

ricavate dal cibo in energia.

Apparato di Golgi. Composto da “sacche” con la funzione di modificare (metabolizzare) le proteine,

i lipidi e i glucidi che devono essere trasportati dall’interno all’esterno della cellula.

Reticolo endoplasmatico. Formato da una serie di membrane ripiegate una sull’altra a formare

tubuli e sacchetti. Sulla sua superficie si trovano i ribosomi che producono proteine tramite il processo di

sintesi proteica.

I Lisosomi. Sono corpuscoli che hanno la funzione di inglobare/digerire tutte le sostanze inutili e

dannose per la cellula.

Ci sono organismi unicellulari = virus, pluricellulari = animali.

Organismi come l’uomo (che contiene oltre 100.000 miliardi di cellule) sono definiti pluricellulari.

Un gruppo di cellule formano un tessuto, un gruppo di tessuti forma un organo. Un gruppo di organi forma

un apparato. Gruppo di apparati � corpo.

I TESSUTI:

Epiteliale

Connettivo. Responsabile della nutrizione degli organi. Comprende Sangue, Tessuti di supporto

quali � Ossa, Cartilagini; Adiposo.

Nervoso.

Muscolare.

TESSUTO EPITELIALE

E’ tessuto costituito da cellule di forma geometrica regolare che aderiscono l’una all’altra. Ha funzioni di

rivestimento, trasporto, secrezione e assorbimento.

Epitelio di rivestimento. Ha la funzione di rivestire le cavità interne ed esterne del corpo.

Cute: ha lo scopo di proteggere l’organismo da traumi fisici, sostanze nocive (chimiche) e

dall’ingresso di virus e batteri.

Tonaca mucosa. Riveste le cavità interne del corpo comunicanti con l’esterno. Es. apparato

digerente, respiratorio, urinario e genitale (urogenitale).

Tonaca sierosa. Non comunica con l’esterno. Tra la pelle e le mucose, riveste le cavità NON

comunicanti con l’esterno.

Epitelio ghiandolare. Costituito da strutture che producono sostanze utili (enzimi e ormoni) per

l’organismo.

Epitelio sensoriale. Formato da cellule disperse nell’epitelio che ricevono e trasmettono determinati stimoli

esterni alle cellule nervose. Es. cellule gustative.

TESSUTO CONNETTIVALE

Provvede al sostegno e al nutrimento dei tessuti. Es: cartilagine, ossa (sostegno), sangue (nutrimento). E’

costituito da diversi tipi di cellule, fibroblasti, macrofagi, linfociti, mastociti, adipociti.

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 3

I Fibroblasti producono le fibre e altri componenti della

matrice extracellulare. Sono cellule fondamentali del

tessuto connettivo

I Macrofagi assorbono ed eliminano elementi esterni quali

virus, batteri e anche

molecole pericolose

per l’organismo

(fagocitosi).

I Mastociti sono costituiti da vescicole che secernono istamina ed eparina (anticoagulante).

I Linfociti sono cellule del sistema immunitario, libere nel sangue (linfociti T – B)

Gli Adipociti formano il tessuto adiposo e hanno funzione di riserva energetica, contribuiscono anche al

riscaldamento del corpo.

Le fibre del tessuto connettivo sono fibre collagene, fibre reticolari, fibre elastiche.

I più importanti tessuti connettivi sono:

- Cartilagine Osso Sangue Linfa

Il tessuto cartilagineo non contiene vasi sanguigni, linfatici, nervi. � Le cellule di questo tessuto sono

chiamate condrociti. Si divide in 1) Ialino: nelle articolazioni, naso, trachea, bronchi, laringe. 2) Elastico: nei

padiglioni auricolari, epiglottide, ugola. 3) Fibroso: tendini, dischi intervertebrali.

Il tessuto osseo ha funzioni di sostegno strutturale di tutto l’organismo ed inoltre è un deposito di calcio e

fosforo. E’ costituito da due tipi di cellule: osteoblasti (costruiscono), osteoclasti (demoliscono l’osso).

Sangue: è un tessuto fluido contenuto nei vasi sanguigni. E’

costituito per il 55% dalla parte liquida (plasma), nel quale sono

immerse numerose proteine di cui la più importante è

l’Albumina, e da una parte corpuscolata per il 45%. La parte

corpuscolata è formata da Globuli rossi (eritrociti/emazie) da 4 a

6 milioni/ml, Globuli bianchi (leucociti) da 4 a 10 mila/ml –

granulociti basofili, eosinofili e neutrofili, monociti, linfociti.

Piastrine.

Esame emocromocitometrico per analizzare la quantità,

la qualità e le dimensioni del componente figurato del

sangue.

Es: aumento dei linfociti infezione, se elevato linfoma.

I G.R. trasportano ossigeno a tutto l’organismo, tutte le

cellule ricevono l’ossigeno e le sostanze nutritive dal

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sangue. I globuli bianchi (G.B.) difendono il

corpo da batteri e virus. Le piastrine

svolgono un ruolo importante nel processo

della coagulazione del sangue.

TESSUTO MUSCOLARE

L’insieme di tessuti che permette la

locomozione del soggetto e lo scorrimento

di sostanze organiche come sangue e cibo.

Ci sono due tipi di muscoli:

1. Volontari (circa 1000) di natura striata e

che permettono il movimento. Sono legati

all’osso tramite i tendini. Vengono spesso

indicati come muscoli scheletrici.

2. Involontari: sono di natura liscia e

vengono detti muscoli viscerali perché si

trovano a ricoprire gran parte delle pareti

degli organi interni come nel tratto digestivo, vescica, arterie e vene. Fatta eccezione del muscolo cardiaco

detto “miocardio” (striato involontario)

E’ responsabile dei movimenti volontari ed involontari del corpo.

Si divide in: tessuto muscolare striato (volontario) responsabile della mobilità dei segmenti ossei; tessuto

muscolare liscio (involontario) che costituisce la muscolatura dei vasi sanguigni e i visceri; tessuto

muscolare cardiaco (striato) involontario e costituisce la muscolatura cardiaca (miocardio).

Nel cuore: endocardio, miocardio, pericardio.

Ipertrofia: aumento volume Ipotrofia: diminuzione

volume.

E’ importante la correlazione tra apparato muscolare e il

sistema nervoso il quale partecipa alla contrazione del

muscolo.

ARTICOLAZIONI – Tessuto connettivo

Sono dispositivi giunzionali tra corpi ossei. Possono essere

di tipo mobile (es; articolazione della spalla), semimobile

(es:vertebre) oppure fisso (es: cranio)

A fianco = articolazione del ginocchio. �

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Il SISTEMA LINFATICO è un tessuto connettivo, una complessa rete composta da: Linfonodi, vasi linfatici.

Il più importante è il dotto toracico che drena i tessuti dalla

linfa versandolo nella vena cava. E’ un sistema di difesa

immunitaria.

Il sistema linfatico ha quattro funzioni: 1) rimozione dei fluidi

in eccesso dai tessuti, 2) Assorbimento di acidi grassi

versandoli nel sistema circolatorio, 3) Produce cellule

immunitarie (linfociti, monociti), 4) Produce anticorpi.

La linfa è un liquido chiaro, trasparente, incolore che circola

nei vasi linfatici ed è costituito da acqua, proteine, grassi,

linfociti.

APPARATO CARDIO-CIRCOLATORIO: Cuore e vasi. Arterie, vene,

capillari.

Le valvole cardiache, vasi afferenti ed efferenti

del cuore.

L’unica arteria che porta sangue venoso è la

arteria polmonare.

Le valvole cardiache permettono il passaggio

del sangue dall’atrio al ventricolo e

impediscono il reflusso,ovvero il passaggio dal

ventricolo all’atrio.

La contrazione ventricolare si chiama SISTOLE,

durante la sistole si crea una pressione nei

ventricoli, qs pressione chiude le valvole. Se le

valvole non chiudono bene, si verifica un soffio

(vortice)� insufficienza es: mitralica. Sangue

passa dalla valvola aortica all’ aorta e dalla

polmonare all’arteria polmonare.

Nella DIASTOLE si riaprono.

La vena cava (sup e inf) raccolgono il sangue ricco di CO2 all’atrio

destro � ventricolo dx � (piccolo circolo) arteria polmonare �

scambio CO2 �O2 � vena polmonare � atrio sinistro � (diastole)

�ventricolo sinistro � aorta. (Grande circolo).

Pressione arteriosa normale: normoteso

Pressione arteriosa alta: iperteso.

Pressione arteriosa bassa: ipoteso.

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TESSUTO NERVOSO

Costituito da

- Neuroni (responsabili della ricezione e della trasmissione degli impulsi nervosi)

- Gangli (Glia): cellule di sostegno

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APPARATO SCHELETRICO

Responsabile del sostegno delle parti molli del corpo, costituisce la parte passiva dell’apparato locomotore,

le cui altre parti sono: il sistema muscolare e il sistema articolare.

Lo scheletro umano costituisce la struttura portante del corpo ed è formato dall’insieme delle ossa unite tra

di loro per formare struttura più o meno mobile che prendono il nome di articolazioni.

Lo scheletro oltre alle funzioni di sostegno

1. Consente il movimento del corpo tramite le contrazioni muscolari

2. Protezione degli organi vitali e delle altre parti molli. (cuore, cervello, polmoni)

3. Produce le cellule del sangue (midollo)

4. Riserva importante per i minerali di vari generi (Ca, P)

Lo scheletro del soggetto adulto è formato da 206-214 ossa. Durante lo sviluppo le ossa cambiano numero

evolvendosi e diminuendo dopo i 45 anni, formando i due segmenti dello scheletro.

A) Scheletro Assiale: cranio, sterno, costole, sacro, coccige

B) Scheletro Appendicolare: arti superiori e inferiori

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La connessione tra lo scheletro assiale e appendicolare prende il nome

di “cinture”

Cintura scapolare formata dall’articolazione clavicola-scapola �

Cintura pelvica formata da ossa dell’anca e osso sacro. (sotto)

Le ossa vengono suddivise sostanzialmente

in base alla loro forma

1. Ossa lunghe: omero, femore, tibia,

perone, radio, ulna

2. Ossa piatte: ossa del cranio,

scapola, rotula.

3. Ossa corte o brevi: vertebre, falangi

Le ossa contengono il midollo osseo che

produce i globuli rossi, i globuli bianchi e le

piastrine.

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LA PELLE (Cute) – APPARATO TEGUMENTARIO

E’ un organo composto da uno strato che protegge i muscoli e gli organi sottostanti, è ricoperto di peli la cui

principale funzione è migliorare l’isolamento termico della pelle.

Costituito da 3 strati: Epidermide, Derma, Ipoderma.

1. Epidermide - Epitelio

2. Derma - Connettivo

3. Ipoderma – Tessuto sottocutaneo

Lo strato più esterno della pelle è composto da cellule indurite dalla presenza di una sostanza (cheratina).

Funzioni della cute:

a) Barriera naturale contro microorganismi e tossine per la presenza sulla sua superficie di un sottile

film idrolipidico costituito da acqua contenuta nel sudore e dal sebo e dalle cellule dello strato

corneo superficiale. pH 4,2- 5,6. L’alterazione di questa barriera causa la penetrazione di germi che

provocano infezioni locali o sistemiche oppure possono favorire l’azione lesiva di sostanze tossiche

di varia natura.

b) Termoregolazione. Ciò si effettua tramite la sudorazione e la traspirazione, riflessi di

vasocostrizione al freddo e vasodilatazione al caldo.

Annessi cutanei: Follicoli piliferi, Unghie, Ghiandole sebacee e sudoripare (apocrine, eccrine)

1. Epidermide: spessore 0,04 mm (palpebre), 1,6 palmo della mano. Costituito da quattro tipi di cellule

dall’interno all’esterno.

a) Strato inferiore; cheratinociti, producono una proteina che si chiama cheratina, molto resistente �

desquamazione – ogni 12-48 giorni.

b) Strato basale: melanociti, producono la melanina che il colore alla pelle. protezione da UV. Sono

identiche nelle razze ma differenti nella produzione di melanina.

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c) Strato soprabasale: cellule di langerans, cellule immunitarie.

d) Strato superficiale: corneo (cellule morte senza nucleo, vera barriera)

Il follicolo pilifero (pelo + unghie). Il pelo è formato

da un segmento libero (fusto) e da una radice (nel

derma) - Unghia costituita da cellule cornee.

Da Internet:

organizzazione delle cellule

dall’interno verso l’esterno sono riconoscibili 5 strati: 1. basale germinativo o malpighiano (A)

2. spinoso (B)

3. granuloso (C)

4. lucido (D)

5. corneo (E) Strato basale germinativo o malpighiano

singolo strato, costituito da cellule staminali (cubiche-prismatiche) con intensa attività mitotica caratteristiche cellulari:

■ eucromatina

■ ribosomi liberi

■ mitocondri

■ microfilamenti di actina

■ filamenti di cheratina

■ emidesmosomi Strato spinoso

diversi strati, costituito da cellule spinose caratteristiche cellulari:

■ eucromatina

■ poliribosomi

■ filamenti di cheratina

■ melanosomi

■ desmosomi Strato granuloso

costituito da cheratinociti maturi (si appiattiscono ed hanno nucleo picnotico) caratteristiche cellulari:

■ eterocromatina

■ rete di fasci di filamenti, carboidrati, lipidi e profilagrina

■ granuli grandi (5 µm) basofili (presenza di cheratoialina)

■ granuli piccoli densi contenuti in vescicole di 0,1-0,3 µm (cheratinosomi) costituiti da

un insieme di membrane lipidiche, esocitate poi nell’ambiente extracellulare creando una sorta di barriera contro la disidratazione e le sostanze estranee che potrebbero penetrare all’interno ■ desmosomi

Strato lucido traslucido, costituito da cellule morte appiattite (no organuli) all’interno delle cellule si notano:

■ filamenti densamente stipati e inclusi in una matrice, l’eleidina Strato corneo

diversi strati, costituito da cellule morte appiattite caratteristiche cellulari:

■ filamenti inclusi in filagrina

■ rivestimento proteico (cheratolinina ed involucrina) del lato interno della membrana

■ materiale lipidico esterno e ponti disolfuro, che stabilizzano tutta la struttura

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2. Derma: costituito da fibroblasti, fibre collagene elastiche e di sostanza fondamentale. Ci sono anche

vasi e nervi. Nel derma viene prodotto 1. Elastina, 2. Acido ialuronico. Le ghiandole cutanee localizzate

nel derma sono di tre tipi: a) sebacee, b) sudoripare. Le ghiandole sebacee associate ad un follicolo

pilifero si aprono nel derma, producono

lipidi. Si trovano in tutto il corpo, escluso

palmo della mano e piede. Sono influenzate

dagli ormoni (androgeni). Il secreto è il

Sebo. La loro attività è più intensa nella

pubertà. Il sebo si riversa nel follicolo

pilifero e raggiunge la superficie della cute

dove contribuisce a formare la barriera

protettiva e lubrificare la pelle.

Le ghiandole sudoripare apocrine. La

porzione secretoria si trova nel derma, il

dotto va nel follicolo pilifero dove si apre

(nel cavo ascellare, regione genitale, canale

uditivo esterno).

Le ghiandole sudoripare eccrine si trovano

in tutto il corpo in particolar modo nelle

piante dei piedi, palmo della mano, fronte,

ascelle. La porzione secretoria si trova nel

derma profondo, il dotto va verso la

superficie cutanea (poro). Il sudore, liquido ipotonico rispetto al plasma, contiene acqua, sodio, cloro;

mantiene costante la temperatura.

3. Ipoderma- Il tessuto sottocutaneo: tessuto adiposo le cui funzioni sono: isolamento, deposito di grasso

� energia, ammortizzatore e di mobilità della cute.

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PATOLOGIA DELLA PELLE

Ferite

Sono traumi aperti, più esposti alla contaminazione dei germi patogeni. Si dividono in:

Semplici

Abrasioni, Escoriazioni

Si può distinguere: ferite semplici da taglio, punta, contuse

Complesse: da avulsioni, da strappo, da lacerazione.

A seconda della localizzazione, le ferite possono essere:

Ferite superficiali: interessano soltanto lo strato cutaneo o il sottocutaneo.

Ferite profonde: quando oltrepassano lo strato cutaneo e coinvolgono le strutture sottostanti.

Ferite penetranti: mettono in comunicazione l’esterno con una delle grandi cavità (torace e addome)

Ferite interne: quando sono a carico degli organi interni (fegato, polmoni)

Definizioni di:

A) Abrasione: lesione superficiale della pelle causata da un trauma.

B) Escoriazione: lesione superficiale della pelle con la fuoriuscita di sangue.

C)

Le ferite, a seconda della modalità con cui vengono condotte, si distinguono in:

1. Ferite da taglio: prodotte da agenti taglienti(coltelli, bisturi, schegge, carta), se sono più estese

bisogna fare pulizia scrupolosa e detergere con MercurioCromo e se necessario anche �

antitetanica o immunoglobuline (e derivati).

2. Ferite da punta: piccolo foro di entrata profondo (chiodi, aghi). Sono più dolorose di quelle da

taglio, scarsa emorragia; il sangue non esce a determinare il lavaggio della ferita con trasporto

verso l’esterno dei germi.

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3. Ferita da taglio e punta: sono conseguenza ad azione combinata di pressione e strisciamento di

agenti traumatici quali es; spade e lance.

4. Ferite lacere: per strappamento o stiramento, viene esercitato su un tessuto una azione traumatica

sufficiente � una ferita lacera con margini irregolari e aree necrotiche.

5. Ferite contuse: quando un agente traumatico smusso portato con sufficiente energia riesce a

vincere lì elasticità dei tessuti, ne consegue una ferita contusa. L’area appare edematosa con zona

emorragica o ecchimotica.

6. Ferita lacero-contusa: 4+5.

7. Ferite da arma da fuoco: azione traumatica di proiettili, foro di entrata più piccolo, tragitto più o

meno lungo e foro di uscita più largo.

Ustioni

Lesione della pelle causata dall’esposizione del tessuto stesso a fonti termiche o sostanze chimiche o

sorgenti elettriche. In base alla loro profondità vengono suddivisi in:

I. Superficiali o di primo grado, se interessano solo l’epidermide.

II. Profonde, se interessano l’epidermide e il derma.

III. E

IV. grado se interessano l’epidermide, derma, sottocutaneo e a volte il tessuto articolare, tendini e

ossa.

In base alla sintomatologia vengono divisi in

Localizzati e generalizzati.

La sintomatologia delle ustioni locali si manifesta in base al grado della ustione.

- Nel primo grado � eritema.

- Nel secondo grado � grandi bolle (flittene)

- Nel terzo grado � tessuto necrotico.

- Nel quarto grado una vera carbonizzazione del tessuto.

Le sintomatologie generali sono febbre, oliguria, shock.

Nelle lesioni elettriche si manifesta calore all’organismo e la fibrillazione.

Assideramento, ipotermia.

E’ l’effetto del freddo su tutto il corpo esposto per lungo tempo a temperatura bassa.

L’ipotermia si verifica quando la temperatura del corpo scende sotto i 35°C.

Sintomi: brividi, pelle secca, rallentamento del metabolismo basale, respiro rallentato.

Intervento: somministrare liquidi, ambiente caldo ed eventualmente sottoporre a respiratore.

Emorragia: fuoriuscita di sangue dal torrente circolatorio all’esterno. (emorragia esterna) o all’interno del

corpo (emorragia interna).

La gravità delle emorragie dipende dalla quantità di sangue perduta.

Emorragia esterna:

Arteriose, venose, capillari. Sono secondarie ad una lesione della pelle.

Emorragia interna:

Sono dovute ad una rottura di una arteria o vena o di un capillare, senza che vi sia una lesione sulla cute.

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Emorragie Esteriorizzate:

La perdita di sangue avviene all’interno con successiva fuoriuscita all’esterno attraverso un orifizio naturale.

In tutte le tre tipologie di emorragie se la quantità di sangue perduta è elevata si manifestano i sintomi di

shock, essi sono:

- Pallore esterno con cianosi delle labbra, cute fredda e umida, brividi e tremori, polso piccolo

(debole) e frequente, respiro rapido e superficiale.

- Agitazione e sonnolenza.

Le emorragie esteriorizzate:

- Epistassi, rinorragia.

- Emoftoe: emorragia dell’apparato respiratorio, si presenta con espettorato rosso vivo con minima

presenza di muco che si manifesta in seguito ad un colpo di tosse. (di solito piccola quantità di

sangue).

- Emottisi: emissione di grande quantità di sangue in seguito ad un colop di tosse.

- Ematemesi: (melena), vomito di sangue con emissione di materiale liquido di colore bruno. Di solito

nelle patologie gastriche e esofagee. (es: ulcera esofagea, varici esofagee = tipico di chi ha la cirrosi

epatica, epatite C e nonB/nonC).

Principali lesioni del sistema muscolo-scheletrico.

E’ un dolore muscolare improvviso e violento causato dalla contrazione involontaria di uno o più muscoli.

I crampi sono causati principalmente da una insufficienza di ossigenazione di un muscolo e dalla perdita di

liquidi e minerali in conseguenza di uno sforzo prolungato o improvviso. I crampi possono manifestare

anche per mancanza di potassio, calcio e magnesio.

Il soggetto presenta dolore localizzato al muscolo colpito che appare rigido. Il dolore si estingue

spontaneamente in alcuni minuti.

Lo stiramento: è una lesione di media entità che colpisce il tono muscolare, lo stiramento è molto

frequente in ambito sportivo ed è caratterizzato dall’eccessivo allungamento delle fibre muscolari. Nello

stiramento si ha un dolore lento e improvviso a cui segue uno spasmo muscolare (contrazione).

Lo strappo muscolare (rottura del muscolo): è una soluzione di continuità muscolare che appare durante

una contrattura violenta. Si può avere una rottura parziale di qualche fibra muscolare che si manifesta con

ematoma e dolore oppure rottura totale del muscolo che si rompe in un punto debole (dove era presente

in passato un vecchio trauma o cicatrice). I sintomi sono: dolore, impotenza funzionale, ematoma,

depressione e rigonfiamento muscolare.

Distorsione:

Si intende la sollecitazione ad una articolazione oltre il limite della normalità o della normale articolarità

tale da provocare un eccessivo stiramento della componente capsulo-ligamentosa con conseguenza di un

danno parziale o totale di capsula, legamenti, tendini, menischi intraarticolari.

La localizzazione più frequente della distorsione è al � ginocchio, caviglia, polso, gomito e dita della mano.

L’articolazione colpita si presenta tumefatta, dolente, calda e, nei casi più gravi, versamento emorragico.

Lussazioni

E’ un evento traumatico che causa la perdita dei rapporti tra i corpi articolari di una articolazione.

La lussazione è detta “completa” se la perdita dei rapporti tra le due superfici è totale. Quando invece

esiste un contatto parziale si parla di lussazione incompleta o sublussazione.

La lussazione avviene di solito a causa di un trauma (un colpo o una caduta).

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 15

Ci sono poi le lussazioni patologiche che si verificano in articolazioni che hanno già subito uno o più episodi

di lussazioni.

Lussazioni congenite: si manifestano dsalla nascita.

Le più comuni lussazioni: (in ordine per frequenza in %)

- Spalla

- Gomito

- Ginocchio

- Polso

- Caviglia

Sintomi: dolore improvviso acuto, impossibilità dei movimenti dell’articolazione, deformazione

dell’articolazione, intorpidimento e formicolio dell’articolazione (una specie di parestesia).

Apparato cardiocircolatorio. (approfondimento, anatomia, fisiologia e patologia)

L’apparato cardiocircolatorio o cardiovascolare è costituito da cuore e vasi o sistema circolatorio (arterie,

vene e capillari).

Cuore.

Muscolo principale del corpo, ha forma circa piramidale con la base rivolta verso l’alto e gli apici verso il

basso. E’ formato da 4 camere (atri e ventricoli), due superiori e due inferiori. Il ventricolo sinistro è il più

importante nella funzione.

Tra l’atrio sinistro e il ventricolo sinistro c’è una comunicazione tramite la valvola mitralica.

Tra l’atrio destro e il ventricolo destro la comunicazione è tramite la valvola tricuspide o atrio-ventricolare.

Non esiste comunicazione tra parte sinistra e destra del cuore dove si trova il setto interatriale e

interventricolare.

Nel ventricolo sinistro c’è la valvola aortica da cui parte l’arteria principale del corpo = aorta.

Piccolo circolo detto anche circolo polmonare.

Inizia al ventricolo destro, valvola semilunare (?) � arteria polmonare �polmoni � (scarica CO2 e si

arricchisce di O2) � vena polmonare � atrio sinistro � ventricolo sinistro (mitralica) � grande circolo.

Grande circolo.

Inizia dal ventricolo sinistro � aorta ascendente � arco aortico � aorta discendente � organi interni e �

femorali.

L’aorta porta sangue ricco di ossigeno e materiale nutritivo a tutti gli organi. � arterie � arteriole �

capillari.

Ogni organo del corpo riceve una arteria e emette una vena.

Dai capillari il sangue torna al cuore.

Contrazione cardiaca = sistole.

Rilasciamento del cuore = diastole.

La pressione arteriosa massima: pressione esercitata sulle arterie dall’immissione di sangue dal ventricolo

sinistro. La massima è nella sistole (pressione sistolica), la minima è nella diastole (diastolica).

I tono (rumore prodotto dalla valvola mitralica e tricuspidale nella chiusura).

II tono (rumore prodotto dalla chiusura delle valvole aortica e polmonare).

Nella prima fase si svuota il cuore (sistole), nella seconda fase il cuore si riempie (diastole).

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 16

PATOLOGIE CARDIACHE

Angina pectoris

Sindrome clinica che dipende da una ischemia miocardica transitoria, dovuto ad un restringimento delle

arterie coronariche. Le sintomatologie sono:

- Dolore toracico di tipo oppressivo, costrittivo. Insorge da un aumento del lavoro cardiaco (sforzo,

emozione, pasti pesanti, freddo).

- Irradiazione del dolore al collo, alla mandibola, alla parte interna del braccio sinistro.

- Il dolore cessa entro 15 minuti.

- Dispnea durante uno sforzo o emozione.

Patogenesi dell’angina pectoris: riduzione del flusso ematico alle coronarie.

Nell’ECG l’ischemia si vede con la T invertita.

Infarto miocardico (IMA: infarto miocardico acuto)

Sindrome clinica grave che dipende da una ischemia miocardica dovuto ad un’ostruzione/occlusione delle

arterie coronariche temporanea o permanente. Causa mortalità.

Porta a necrosi del miocardio a valle dell’ostruzione. Il danno è endoteliale � aggregazione piastrinica �

trombosi coronariche = evento finale.

Le cause sono:

- Ipertensione arteriosa

- Dislipidemia

- Diabete mellito

Sintomatologia:

- Dolore toracico (morte imminente) – da 30 min a 1 giorno

- Ipertono adrenergico (agitazione, tremore, cute pallida e sudorazione)

Questo porta a:

� Aritmia

� Dispnea per insufficienza del ventricolo sinistro (che non pompa)

� Sincope

� Onda q invertita e sottoslivellamento tratto st.

Complicanze

- Aritmia

- Perforazione

- Rottura del muscolo cardiaco.

Infarti silenti sono in percentuale dal 15 al 20%. In particolare nei diabetici.

Ipertensione arteriosa

Aumento della pressione arteriosa (PA) stabile nel tempo con cui il sangue circola nelle arterie del corpo

umano.

RIPASSO � Il sistema circolatorio è costituito dal cuore e dai vasi che portano il sangue ricco di O2 e

sostanze nutritive in ogni punto del corpo. Il motore che da la spinta a questa circolazione è il cuore. Con le

sue ritmiche contrazioni, il cuore spinge il sangue verso la periferia.

La contrazione del cuore provoca un aumento della pressione all’interno dei vasi. Il cuore si comporta come

una pompa che ritmicamente aspira e preme.

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 17

La pressione del sangue all’interno delle arterie non è uguale nel tempo, aumentando in corrispondenza

dell’impulso (contrazione) = pressione sistolica o massima.

Nel rilassamento o rilasciamento del cuore la pressione è detta minima o diastolica.

Se la pressione diastolica è alta il cuore si affatica. (Il cuore si riposa durante la diastole).

La pressione arteriosa è determinata da una serie di fattori dei quali i più importanti sono:

- la forza di contrazione cardiaca

- stato di rilassamento delle arterie periferiche

- I reni (funzionalità renale)

- Densità del sangue.

Infatti in inverno la pressione aumenta per la vasocostrizione periferica. Per far arrivare il sangue in

periferia il cuore deve pompare con maggior forza; in estate è il contrario.

La pressione normale circa 135/85.

Sopra 95 di minima si parla di ipertensione arteriosa.

Ci sono due forme di ipertensione:

1. Ipertensione arteriosa essenziale (la più frequente) – le cause sono:

a) Familiarità (predisposizione ereditaria)

b) Difetto renale nella eliminazione del sodio.

2. Ipertensione arteriosa secondaria (può essere renale e vasale).

Fattori ambientali che determinano l’incremento della pressione e � ipertensione:

1. consumo di sodio

2. consumo di alcool

3. ridotta attività fisica

4. fattori psico-sociali

5. stress

6. consumo di acidi grassi

Altri fattori:

1. obesità

2. Ipotiroidismo

Complicanze:

- Ipertrofia vascolare

- Aneurisma dell’aorta

- Ipertrofia cardiaca.

Le cause dell’ipertenzione arteriosa secondarie:

1. Stenosi arteria renale

2. Ischemia renale

3. Insufficienza renale

4. Ipertensione da iperaldosteronismo.

Apparato respiratorio:

Bocca

Trachea – ha mucosa ciliata

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 18

Bronchi

Bronchioli

Alveoli: unità funzionale dei polmoni. ogni alveolo è avvolto da un capillare sanguigno � scambio gas

Meccanica respiratoria:

La funzione respiratoria, ovvero lo scambio di gas tra sangue e aria atmosferica, avviene al livello degli

alveoli. A riposo il ritmo respiratorio oscilla tra 12 a 16 atti al minuto con l’introduzione di circa 7/8 litri al

minuto. Saturazione in aria da 93% in avanti.

PATOLOGIE dell’apparato respiratorio

Pleurite:

Infiammazione della pleura. La pleura è una membrana sierosa costituita da due foglietti: parietale

(esterno) e viscerale (interna). In questo processo infiammatorio i due foglietti diventano edematosi e

arrossati, pertanto il loro sfregamento durante il respiro provoca dolore intenso (primo sintomo), altri

sintomi sono: febbre, tosse secca, respiro superficiale. Spesso le pleuriti sono complicanze di una

polmonite. In qualche caso l’infiammazione provoca formazione di liquido (pleurite essudativa) =

versamento pleurico. Qs può essere anche una complicanza cardiaca o il cancro dei polmoni o TBC. Le

pleuriti possono manifestare anche senza la presenza di malattie polmonari.

Di solito il versamento pleurico si manifesta nei soggetti cirrotici (mancanza di albumina � l’acqua va negli

spazi � versamento ascitico).

Causa pleurite =batterica, talvolta virale.

Pneumotorace:

in condizioni normali, sulla superficie esterna dei polmoni si esercita una pressione inferiore alla pressione

atmosferica. Questa differenza di pressione fa si che l’organo resti pieno d’aria disteso e possa così svolgere

correttamente la sua funzione fisiologica.

Il pneumotorace è la presenza nella cavità pleurica di gas determinata, indipendentemente dalla causa, che

porta ad una scomparsa della depressione atmosferica. L’aria non riesce più ad uscire e si accumula nel

cavo pleurico fino a schiacciare il polmone stesso. In questa condizione si definisce pneumotorace

spontaneo. Si dice emopneumotorace se c’è presenza nella cavità pleurica di sangue.

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 19

Piopneumotorace presenza di pus nella cavità pleurica.

Possono essere : traumatiche, patologiche (polmoniti, enfisema, TBC), spontanee.

In base al meccanismo possono essere: aperte (comunicazione con l’esterno) e a valvola .

I sintomi: dispnea, ipossia, cianosi (volto e labbra), sudorazione, tachicardia, dolore toracico in fase

inspiratoria o in flessione, agitazione.

Polmonite: infiammazione dei polmoni e del sistema respiratorio in cui gli alveoli polmonari si infiammano

e si riempiono di liquido che ostacola la funzione respiratoria.

Sintomi: tosse, febbre, dolore toracico, difficoltà respiratoria.

Può essere batterica (più frequente) o virale. Anche funghi e parassiti posso causarla.

E’ una infezione acuta.

Nella diagnosi si fa la radiografica torace e la conta dei globuli bianchi (leucocitosi): Batteri gram negativi.

Bronchite;

infiammazione (flogosi) della mucosa dei bronchi (albero bronchiale). Si associa alla tracheite.

Possono essere acute e croniche

Batteriche

Virali: virus influenzale e parainfluenzali.

Sintomi: tosse secca stizzosa (all’inizio) produttiva (dopo), rumori all’auscultazione (umidi o rantoli), febbre,

sintomi generali.

ASMA BRONCHIALE

E’ una malattia dei bronchi caratterizzata da aumento della sensibilità dell’albero tracheo-bronchiale a

stimoli di vari generi.

Caratterizzata dalla brusca insorgenza di accessi di grave dispnea dovuta a spasmo dei bronchioli.

Sintomi: dispnea espiratoria con sibili di varia entità, tosse stizzosa all’inizio e poi produttiva con

espettorato schiumoso. L’attacco viene scatenato dall’esposizione: 1. Al freddo, 2. Aria secca, 3. Allergeni,

4. Forti emozioni, 5. Esercizi fisici intensi.

Possibile risoluzione spontanea o farmacologica.

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 20

Eziopatogenesi: abnorme reazione aspecifica dell’albero bronchiale per 2 ragioni:

1. Familiarità oppure

2. Acquisita

Tutto questo � Favorisce la flogosi delle vie aeree.

EDEMA POLMONARE

Complicanza grave dell’insufficienza del cuore sinistro (ventricolo sx).

Si manifesta in genere nei cardiopatici o nei soggetti che hanno gravi situazioni cardio circolatorie.

E’ un accumulo eccessivo di trasudato (Essudato ha maggiore concentrazione di proteine) nei polmoni.

In particolar modo negli alveoli.

Avviene Il passaggio di essudato attraverso le pareti capillari fino alle vie aeree

Da Wikipedia:

Per 'edema polmonare acuto (EPA) si intende un aumento dei liquidi nello spazio extravascolare (interstizio

e alveoli) a livello del parenchima polmonare. L'edema polmonare acuto può essere secondario ad un

aumento della pressione idrostatica nei capillari polmonari (insufficienza cardiaca, stenosi mitralica) o ad

un'alterazione delle membrane alveolocapillari (inalazione di sostanze irritanti, processi infettivi).

Di solito si manifesta di notte. Il paziente è sdraiato perché il riposo da

sdraiato favorisce il ritorno venoso.

Favorito dal ritorno venoso dagli arti inferiori.

Sintomi:

Dispnea, senso di soffocamento, sudorazione fredda, pallore, tachicardia,

tosse abbondante, schiuma (anche) rosa dalla bocca.

Il respiro gorgogliante (segno dello scompenso cardiaca) = rantoli.

APPARATO DIGERENTE

Formato da

- Bocca

- Esofago

- Stomaco

- Intestino tenue (duodeno, digiuno, ileo)

- Intestino crasso (Cieco, colon ascendente, colon trasverso, colon discendente, sigma, retto, ano)

Bocca e faringe:

la prima digestione inizia nella bocca, qui si trovano gli enzimi (amilasi � digestione degli zuccheri). La

saliva viene prodotta dalle ghiandole salivari (parotide, sottomascellare, sottolinguale).

Ogni giorno viene secreto circa 1 ½ litro di saliva. La saliva ha le seguenti funzioni: - digestione,

deglutizione, mantenimento denti e bocca puliti, facilita il movimento della lingua, funzione immunitaria.

Negli anziani spesso, alterandosi il Ph nella bocca, si formano placche micotiche (bianco-giallastre).

Esofago:

Figura 1 Edema polmonare

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 21

Trasporta liquidi e solidi allo stomaco. Parte cervicale, toracica e addominale.

Ha due funzioni: 1. Propulsione del bolo alimentare con un movimento peristaltico. 2. Antireflusso.

Il cardias = jatus (valvola) tra esofago e stomaco: impedisce il passaggio dell’acido cloridrico (HCl) e del

succo gastrico presente nello stomaco all’esofago. Quando viene meno questa funzione � ernia iatale

(risalita di una parte dello stomaco). � esofagite da reflusso.

Stomaco:

il cibo (bolo) arriva dall’esofago ed inizia la vera digestione.

Lo stomaco secerne: acido cloridrico, enzimi, muco: qs associati al cibo formano il chimo.

Una funzione importante dello stomaco è la secrezione del fattore intrinseco indispensabile per

l’assorbimento a livello intestinale (tenue) della vitamina B12.

Il Ph dello stomaco è circa 1,5 (molto acido).

Piloro (orifizio pilorico)

Intestino tenue:

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 22

Duodeno, digiuno, ileo.

Nel duodeno vengono versati gli enzimi pancreatici e la bile (contenuta nella colecisti). Questi enzimi sono

molto importanti nella digestione dei grassi, zuccheri e delle proteine.

Zuccheri � glicosidasi �glucosio.

Lipidi � Lipasi � Acidi grassi e glicerolo.

Proteine � Aminoacidi

L’assorbimento è un processo attivo (richiede energia) che permette alle molecole di passare dal lume

intestinale al torrente circolatorio.

Digestione: è un processo di riduzione in

elementi assorbibili in nutrienti/materiali

introdotti con la dieta.

Intestino crasso:

Cieco, appendice. Colon ascendente,

trasverso, discendente, sigma, retto, ano.

La giunzione ileo-cecale congiunge il tenue al

crasso. Si rilascia all’arrivo dell’onda

peristaltica e impedisce il reflusso dal colon al

tenue.

Le funzioni dell’intestino crasso.

- Assorbimento dei liquidi

(completamento) � riduce il volume

fecale giornaliero.

- Assorbimento dei farmaci.

(antibiotici, antipiretici, ecc) Quando

sono somministrati come supposte.

La mucosa dell’intestino crasso produce

solo muco (non enzimi) per facilitare il transito e l’espulsione delle feci.

La flora batterica utilizza principi nutritivi e produce vitamine K, acido folico, vitamine del complesso B.

Le feci sono costituite dal 75% di acqua e 25% di solidi + cellulosa.

Fegato: è la più grande ghiandola (endocrina) del corpo. Pesa circa 1,5

Kg.

Il prodotto principale è la bile: 90% di acqua e il resto pigmenti biliari.

Malattie autoimmuni

Morbo di Chron (Ileite terminale).

E’ una malattia flogistica cronica dell’intestino a causa sconosciuta

(autoimmune). Più frequente nei giovani adulti. Colpisce

prevalentemente l’intestino tenue ma può colpire qualsiasi parte

dell’apparato digerente.

Caratteristica: colpisce un pezzo dell’intestino e poi ne salta uno (sano).

Decorso caratterizzato da alternanza di remissioni e (recidive) riacutizzazioni.

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 23

Sintomi: dolore tipo colica (addominale) o continuo nel quadrante inferiore destro. In questo caso può

simulare una appendicite acuta. Puo aversi diarrea o stipsi, malessere e dimagrimento. Leucociti son

importanti per diagnosi differenziale. Esame di laboratorio � anemia (x perdita di sangue), sangue

nelle feci. Con mezzo di contrasto (bario) si vedono le ulcerazioni.

Complicanze: Fistolizzazione verso qualsiasi organo => es: milza, peritoneo, ecc. Occlusione intestinale

di tipo meccanico/funzionale. Malassorbimento.

Diarrea acuta. Sindrome di malassorbimento.

“Eliminazione frequente di feci liquide”. E’ dovuta ad un rapido passaggio di materiale fecale lungo il

colon.

Cause:

1. Infezione del canale gastro-intestinale.

2. Eccessiva attivazione parasimpatica del colon (aumento della peristalsi)

Nel canale (lume) intestinale vengono riversate nelle 24 ore circa 8 litri di secrezioni che contengono

dal 20% al 25% dell’ acqua corporea totale. La maggior parte viene trattenuta dalla mucosa intestinale,

nel caso di diarrea la mucosa intestinale perde la sua capacità di riassorbimento. Anche la accelerazione

del transito riduce l’assorbimento, di conseguenza si ha la perdita di sodio, cloro, potassio e ioni

bicarbonato HCo.

Esami da fare: Elettroliti (per determinare sodio, potassio, cloro e calcio)

La dieta ricca di sodio ↗ pressione, la dieta iposodica ↘ pressione.

Conseguenze:

Carenza di potassio � aritmie cardiache.

Disidratazione � shock (ipovolemico).

RettoColite ulcerosa.

Interessa colon e retto. Patologia dell’intestino crasso.

Malattia di causa sconosciuta. E’ caratterizzata da:

1. Infiammazione

2. Ulcerazione della mucosa del colon

Sintomi:

1. Dolore addominale e diarrea

2. Tenesmo = tensione addominale

3. Febbre con leucocitosi

4. Anemia da sanguinamento

Malattia cronica (come morbo di chron), periodo di guarigione e periodo di ricadute.

5% può portare a complicanze gravi � cancro intestino

Complicanze molto simili al morbo di chron (anche stenosi)

Stipsi.

Riduzione del numero delle defecazioni a meno di 2 alla settimana da almeno 1 anno. Oppure meno di 3

alla settimana da almeno 3 mesi con sforzo senza lassativi, con feci dure.

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 24

Sul piano funzionale � rallentamento del transito intestinale con riduzione del contenuto di acqua e del

volume con consistenza aumentata.

Consigli per la stipsi:

- Introdurre fibre (cereali), verdure, legumi, frutta cotta e cruda.

- Introdurre abbondante acqua, meno cacao,

Epatite

Causa: farmaci, virus, alcool e disordini metabolici.

Epatite virale (è la più frequente).

Forma Acuta: E’ una infezione sistemica che interessa soprattutto il fegato.

Quattro categorie di virus:

1) Epatite A (HAV)

2) Epatite B

3) Epatite C

4) Epatite non A non B

5) Epatite (D, delta)

1) Virus RNA, non capsulato. Resistente al caldo, all’acido e all’etere. L’inattivazione del virus si può

ottenere con l’ebollizione per 1 minuto oppure in contatto con formaldeide o l’esposizione ai raggi UV.

Gli anticorpi (Anti Hav) si trovano nel sangue nella fase di infettività. La trasmissione è oro-fecale con

carattere endemico (a livello di comunità). Virus eliminato con le feci � alimenti (verdure, molluschi

marini).

L’epatite virale A non evolve mai verso la fase cronica. Incubazione da 1 a 8 settimane. Gli antigeni sono

sostanze proteiche in grado di stimolare l’organismo alla produzione di anticorpi. L’antigene è presente

nella fase di incubazione.

Incubazione = periodo dall’ingresso del virus fino alla manifestazione della malattia.

Anticorpi IgM = malattia in corso

Anticorpi IgG = infezione pregressa, contatto con virus. Se titolo alto non va vaccinato.

Il paziente ha un bel colorito giallo, con le sclere gialle (ittero).

2) Epatite B. DNA Virus. La trasmissione del virus avviene per via parenterale e soluzione di continuità (es:

togliere un dente), soprattutto dai dentisti; rapporti sessuali.

L’ Alto rischio interessa i soggetti che lavorano nel campo sanitario, i coniugi.

L’antigene si chiama HBsAg (antigene australiano). E’ stato dimostrato nel sangue nella saliva, urina, nel

liquido spinale dei pazienti affetti.

Incubazione da 28 a 160 giorni. Anticorpi = Anti HBsAg.

3) Epatite C si comporta come epatite B ma è più aggressiva. Stessa modalità di trasmissione della B.

4) L’epatite non A non B si può trasmettere per via orale o parenterale.

5) Epatite Delta (∆). Questo virus dipende dalla presenza di epatite B. L’epatite b si comporta come Helper .

Epatite B e C si evolvono verso la � Cirrosi epatica.

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 25

Sintomatologia:

Fase pre-itterica: si hanno disturbi digestivi, malessere generale, astenia, Febbre moderata

Fase itterica: disturbi digestivi si riducono, la bilirubina è alta, feci ipocoliche o acoliche (chiare), diuresi

scarsa (<500 ml/24 ore), colore urine marsala per la presenza di pigmenti di Sali biliari. In questa fase il

fegato e la milza sono aumentati (epato-splenomegalia).

Fase di convalescenza: inizia la pigmentazione delle feci, si ha il ripristino della diuresi, scomparsa

dell’ittero.

Diagnosi: aumento delle transaminasi (enzimi epatici) � Gpt e Gamma gt

Misure generali per paziente epatopatico con epatite.

1. Ospedalizzare in caso di nausea, vomito severe, e per la manifestazione dell’insufficienza della

funzionalità epatica (encefalopatia) quando il fegato non è in grado di disintossicare il sangue. (perdita di

coscienza momentanee e lipotimie). Si ricovera il paziente anche per sanguinamento gastrointestinale o

gastroenterico.

Nelle epatite più avanzate si rompono le vene dell’esofago (varici esofagee).

2. Riposo

3. Dieta leggera, abbondanti carboidrati e proteine, povera di grassi.

Colecistite acuta e cronica.

Infiammazione della Colecisti o Cistifellea: di solito consegue l’ostruzione del dotto cistico (coledoco) ad

opera di un calcolo. (Il calcolo si forma per precipitazione dei sali biliari+colesterolo)

La risposta infiammatoria può essere attribuita a tre tipi di meccanismi:

1° Infiammazione meccanica provocata da un aumento della pressione intra-luminale della colecisti

(aumento della pressione nella cavità della cistifellea) causata dal blocco del coledoco � che porta a

ischemia della mucosa.

2° infiammazione chimica: quando c’è l’ostacolo si libera la liso lecitina (che agisce sulla parete).

3° infiammazione batterica: tutti i batteri (stafilo/streptococchi…)

Sintomatologia:

Dolore da colica biliare ingravescente (inizia all’ipocondrio DX con irradiazione posteriore) � manovra di

Murphy � interruzione della respirazione per il dolore in fase ispiratoria.

Il dolore aumenta con il movimento e con il respiro (per irritazione peritoneale) – nausea e vomito.

Iperpiressia (febbre alta).

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 26

Sistema nervoso centrale

Tessuto del SNC: Neuroni e Glia (materiale/cellule di sostegno).

Sostanza grigia corteccia cerebrale

Sostanza bianca neuroni rivestiti da mielina (che da il

colore bianco) = vie nervose (dove viaggiano gli impulsi

nervosi)

TELENCEFALO

MESENCEFALO ���� CONTROLLA AUTOMATISMI

MIDOLLO SPINALE

Gli emisferi cerebrali hanno una componente esterna

grigiastra: corteccia cerebrale � composta quasi

esclusivamente dai neuroni che le conferiscono questa

colorazione.

Sotto la sostanza grigia c’è una sostanza biancastra dovuta alle guaine mieliniche dell’assone. Acidi grassi

e fosfolipidi le conferiscono questa colorazione bianco grigiastra traslucida. La componente principale del

tessuto nervoso è il neurone � cellula specializzata nel ricevere e nel trasmettere impulsi.

Aree cerebrali:

area motoria (movimenti grossolani)

nuclei talamici: regolazione dei movimenti fini

area frontale: pensiero, ideazione, inibizione

(atteggiamenti sconvenienti) – alterazione

�psicosi

area del linguaggio (lobo temporale) –

suddivisa in scritto e parlato: alterazioni �

dislessia

area occipitale o visiva: elabora le immagini

provenienti dalla retina attraverso il nervo

ottico.

Struttura a strati della corteccia cerebrale �

Ogni lobo del cervello ha una sua funzione. ES LOBO

OCCIPITALE deputato alla traduzione ed elaborazione

delle immagini ricevute tramite lk’occhio � retina �

nervo ottico.

LOBO PARIETALE: esteso e complesso: funzioni del

linguaggio, mnemoniche ecc;

LOBO TEMPORALE: centri nervosi collegati a funzioni

quali stimolo della fame, sete, di base.

LOBO FRONTALE: comanda il comportamento sociale, sede di inibizione all’aggressività e impulsività.

LOBO PREROLANDICO

IL MESENCEFALO è costituito dai peduncoli cerebrali e dalla lamina quadrigemina, infine la struttura più

caudale e posteriore è il cosiddetto ROMBENCEFALO, costituito dal Ponte di Varolio, dal Cervelletto e dal

midollo allungato (quest’ultimo viene anche detto dagli anatomisti Mielencefalo).

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 27

Il midollo allungato viene anche chiamato bulbo, per la sua forma ovalare. Il bulbo si prosegue in basso col

midollo spinale e in alto col PONTE DEL VAROLIO. Quest’ultimo è connesso a sua volta, tramite i cosiddetti

peduncoli, al cervelletto. I peduncoli che

uniscono il ponte del Varolio al cervelletto sono

sei, tre per lato, denominati peduncolo

cerebellare superiore, medio e inferiore.

Centro semiovale del cervello figura a lato �

CERVELLETTO

Fornisce la rappresentazione spaziale del corpo.

Governa il senso dell’equilibrio.

Le terminazioni del C. vanno prima al

mesencefalo

Neurotrasmettitori: aminoacidi che attivano le

sinapsi � inviano un messaggio eccitatorio o

inibitorio tra neuroni (sinapsi).

Tra due sinapsi esiste uno spazio

“intersinaptico” dove si versano i

neurotrasmettitori (attivanti e inibenti).

Adrenalina � eccitatore

Serotonina � inibitore.

Velocità di trasmissione delle connessioni mieliniche = 120 m/sec

Velocità di trasmissione delle connessioni A-mieliniche = 1-4 m/sec

MIDOLLO SPINALE

In sezione � guaina mielinica esterna ai corni anteriori e posteriori del midollo spinale

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 28

Sistema nervoso periferico (autonomo) – 10 miliardi di cellule x 200 mq.

ORTOSIMPATICO PARASIMPATICO

Nevrasse � gangli � nervi effettori Nevrasse � nervi effettori � gangli � organi

Irrora gli organi splancnici Fibre pregangliari molto lunghe.

Nervi che escono dal midollo spinale nel tratto

toracico addominale e lombare

Gangli distribuiti secondo le vertebre.

Nucleo da cui origina il nervo (lungo) si trova a

livello del tronco encefalico � nervo efferente �

proprio ganglio a ridosso dell’organo.

Breve tratto di fibra pregangliare � ganglio Origina dal tronco encefalico, ponte di Varolio

Irrorazione organi splancnici

Paraimpatico = nervo vago (il più grande insieme allo

sciatico)

Ortosimpatico = nervi specifici (nella colonna media del

midollo spinale) – vedi figura a lato.

Neurotrasmettitori:

- Dopamina

- Acetilcolina: comune sia ORTO che PARA

simpatico a livello delle fibre pre-gangliari

- Noradrenalina / Adrenalina: ORTOsimpatico (sono

catecolamine)

- 5-idrossitriptamina

- Serotonina

- GABA (acido gamma amino butirrico)

Nervi cranici:

Olfattivo, ottico, oculomotore, facciale, ipoglosso,

glossofaringeo, acustico. Il più importante è il Trigemino.

Gruppi di cellule sensitive � neurone sensoriale �

ortosimpatico � motoneurone � muscolatura

Cellule di Ruffini � Caldo

Cellule di Krause � freddo

Cellule di Merkel � Pressione

Cellule di Vater-Pacini � Pressione forte

(Battle star galactica)

Vie piramidali (vedi figura a lato)

� Vedi Scissura di Rolando e di Silvio (incrocio delle fibre

motorie e sensoriali)

Vie motrici volontarie

Vie motrici involontarie

Vie extrapiramidali

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 29

Origina a livello del lobo parietale dell’emisfero cerebrale sin/dx, passa anche dal cervelletto.

Mette in contatto la corteccia attraverso il talamo con il cervelletto e le vie motrici � posizionamento nello

spazio, condizione di tonicità muscolare, sistema antigravitario (muscoli) e muscoli estensori. Sensori

dell’equilibrio (prova di Ronberg) � vedi latero/retropulsione.

Cervelletto (300g) � spessore corteccia cerebellare = 1 mm.

Collegato attraverso il bulbo con i muscoli oculomotori (3° paio) �

adbuzione e adduzione dei globi oculari.

Circuito dell’ARCO RIFLESSO semplice

Motoneuroni alfa e gamma

M. alfa � innerva i muscoli

M. gamma � innerva il fuso muscolare.

Importante perché si trova nel ventre

muscolare e percepisce il tono muscolare, serve a far rilasciare il muscolo.

Alfa: eccitatore

Gamma: inibitore.

Vie della sensibilità:

Sensibilità 1. Epicritica � Tattile D., Termica, propriocettiva � processato dall’encefalo - conscio

2. Protopatica � Tattile non D., Termica, Dolorifica � non processato dall’encefalo

Tattile D = discriminativa, “con quale oggetto sono a contatto”

Tattile non D = NON discriminativa, “non so con quale oggetto sono a contatto”

Sensibilità propriocettiva � informazione degli arti nello spazio.

Se queste vie sono colpite da

patologie � quadri clinici

diversi.

1. T-cell � assone centrale �

midollo spinale (cordone posteriore)

sostanza bianca � bulbo �

talamo � corteccia encefalica

(lobo parietale) = via spino-bilbo-

talamo-corticale

1 b. T-cell � spino – talamo –

corticale

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 30

Morbo di Parkinson

Sintomatologia:

- Tremore (inizialmente molto fini e impercettibili)

- Rigidità di arti e tronco. Cammina con braccia

fisse. Difficoltà a iniziare i movimenti, soprattutto

di deambulazione (movimento molto meccanico).

- Acatisia, incapacità di coordinazione dei

movimenti

Decadenza delle facoltà

cognitive superiori: giudizio

critico, iniziativa, interesse,

capacità a strutturare un

discorso (pensieri semplici)

� demenza del soggetto.

Il paziente ha necessità di

assistenza continua, lavarsi e

vestirsi, mangiare (difficoltà

nella deglutizione)

Non esiste guarigione, i farmaci ritardano la malattia.

Ipertensione = fattore di rischio.

Morbo di Alzheimer

Compare tra i 60 e 65 anni.

Il cervello non presenta particolari lesioni anatomopatologiche. In

alcuni casi si è notato un aumento del volume del 3°, 4° ventricolo

del cervello. Aumentano di volume per atrofia del telencefalo

(aumento di volume secondario).

E’ una malattia progressiva che porta a demenza.

Inizialmente è difficile da identificare, hanno deficit di memoria a

breve termine. riduzione della sintesi di triptofano � difficoltà a

fissare i ricordi.

Calo generale dei loro interessi e della iniziativa.

Quando la malattia diventa grave cominciano le difficoltà anche nel

riconoscimento dei parenti.

Ictus (stroke in inglese): accidente cerebrovascolare.

2 tipi:

- Ischemico: risultato della chiusura di un vaso. Sindromi variabili a seconda del territorio ischemico.

Ipossia o Anossia. Se Anossia � infarto cerebrale � necrosi cerebrale.(urochinasi => scioglie i

trombi e ripristina il flusso sanguigno)-

Evoluzione: dopo un certo tempo il SN sviluppa bypass neurologici � mesi � il paziente può

parzialmente recuperare le capacità (specialmente dopo fisioterapia/riabilitazione)

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Approfondimento:

Cincinnati Prehospital Stroke Scale (CPSS) per la valutazione dell’ICTUS:

Paralisi facciale (chiedere al paziente di mostrare i denti o sorridere): NORMALE: entrambi i lati della faccia si muovono allo stesso modo ANORMALE: un lato della faccia non si muove come l’altro Ipostenia arti superiori (chiedere al paziente di chiudere gli occhi e portare in avanti le braccia per 10”): NORMALE: entrambe le braccia si muovono egualmente oppure entrambe le braccia non si muovono affatto ANORMALE: un braccio non si muove oppure un braccio si sposta verso il basso rispetto all’altro

Alterazioni dell’eloquio (chiedere al paziente di elencare all’incontrario i giorni della settimana): NORMALE: il paziente usa parole corrette senza farfugliare ANORMALE: il paziente farfuglia le parole, usa parole scorrette o non riesce a parlare affatto Interpretazione: se uno qualsiasi di questi 3 segni E'

anormale, la possibilita' di un ICTUS e' del 72%

- Emorragico: lesione occupante spazio, assimilabile alla tipologia del tumore cerebrale. Il cervello

soffre degli aumenti di pressione all’interno della scatola cranica.

Pressione del liquido cefalorachidiano � sui neuroni � comprime la sostanza grigia.

Liquido cefalorachidiano: protegge il cervello da shock e mantiene omeostasi.

Seconda funzione: metabolica � nutrizione delle cellule del cervello, circolazione parallela a quella

dei vasi. Le sostanze cataboliti vengono in parte eliminate attraverso il liquor (liquido

cefalorachidiano). Gli anestetici si attivano nel liquor che li veicola anestesia peridurale.

In questo sistema sono coinvolti i “ventricoli” laterali, terzo ventricolo e quarto ventricolo (sotto il

ponte di Varolio).

Patologie dei vasi cerebrali: arterie. Tipico delle civiltà

avanzate (a causa del tipo di alimentazione = colesterolo

� uno dei fattori patogenetici principali

dell’arterosclerosi).

Colesterolo � placche nell’endotelio del vaso �

ostruzione del vaso � rottura dell’endotelio � particelle

di grasso emesse nel torrente circolatorio � trombo

embolia.

Problematico è quando il trombo origina nei TSA (tronchi

sovra aortici)

Trombo � ischemia cerebrale. Fortunatamente ci sono

le anastomosi naturali che aiutano a sopperire la

funzionalità del circolo.

T.I.A. Attacco Ischemico transitorio. E’ un campanello

d’allarme per la possibilità di un secondo attacco molto grave (Ictus) che reliquati gravi.

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 32

Infarto collegato all’occlusione di una delle arterie del poligono di Willis (circolo anastomotico posto alla

base dell’encefalo)

Ischemia � Ipossia � Infarto � alterazione della permeabilità della barriera ematoencefalica � edema

cerebrale. Questo, a distanza, può creare una compressione cerebrale � ischemia. � acido lattico �

abbassamento del ph con � sofferenza cerebrale.

Emorragia: causata sempre da malattia arteriosclerotica � alterazione e cedimento della struttura della

parete vasale. Altra causa: Aneurisma congenito (MAV) � Ipertensione.

Emorragia massiva = sempre incompatibile con la vita.

Fenomeno secondario � ernia del canale cervicale (le strutture della base dell’encefalo possono

essere spostate verso il basso � foro ovale della scatola cranica dove erniano � rimangono poi compressi

all’interno del canale vertebrale.

COMI

Etilico: non si riesce a metabolizzare l’acetaldeide � tossica a livello cerebrale. Il coma dipende dalla

concentrazione dell’agente tossico; può regredire.

Diabetico: da ipoglicemia: < 50 mg/100

Iperosmolare da iperglicemia > 500 mg /100. Glucosio attivo a livello osmolare.

Sistema nervoso

periferico

( vedi a lato)

Suddivisione anatomica.

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 33

Neurone a riposo: -90 ÷ -50 mV

Neurone stimolato: +35 ÷ + 100 mV

Patologie del motoneurone centrale e periferico

- Se è colpito il Motoneurone centrale � paralisi spastica (interagisce con circuito gamma che

modula la contrazione muscolare)

Se la lesione è a livello della corteccia si ha paralisi o paresi

di tipo spastico. Danno centrale � colpiti molti muscoli

contemporaneamente (via finale effettrice) es. da trauma

cranico grave con versamento.

Ci sono vie che comandano muscoli antigravitari (permettono di stare in piedi) o flessori del braccio, es

bicipite. � non riesce più a flettere il ginocchio � gamba e piede esteso. Tipica lesione centrale della

via piramidale.

Paraplegia = paralisi arti superiori o inferiori, solitamente arti inferiori. Solitamente la paralisi di arti

inferiori presuppone quella degli arti superiori.

Se è colpito il Motoneurone periferico � paralisi flaccida. Muscolo atonico � atrofico� ipotrofia del

muscolo.

3° tipo di paralisi: deriva dalla interruzione della via motoria extrapiramidale.

Paralisi detta “rigidità cerea” o “paralisi a tubo di piombo” = saltano i meccanismi di controllo dei

muscoli flessori ed estensori � braccio estremamente rigido (come fosse di cera).

Emorragia intramidollare �emisezione midollo

� Riflesso di triplice retrazione (comportamento automatico delle vie efferenti). E’ un riflesso

primordiale di difesa dallo stimolo doloroso. Qs riflessi � diuresi e svuotamento del retto

indipendente dalla sua volontà (riflessi automatici midollari).

Qs dipende dall’altezza dove si è verificata la lesione del midollo.

Nell’uomo � perdita attività sessuale.

Qs pazienti richiedono un cambio frequente del decubito per maggiore rischio di piaghe da decubito

dovuta a ipotrofia muscolare e cutanea.

Residuo di urina in vescica dovuto allo “svuotamento paradosso” legato al muscolo detrusore. � Ristagno

vescicale.

Manifestazioni cliniche:

- Tremori (intenzionale o meno)

- Fascicolazioni = onde di contrazioni della muscolatura delle dita (soprattutto) che si esauriscono

spontaneamente dopo un po’. (a volte anche nel soggetto sano)

Patologie delle vie sensitive

- Tabe dorsale (Malattia del midollo spinale che consegue all'infezione sifilitica)

- Siringomielia (interruzione dei cordoni della sensibilità protopatica) emorragie che scavano

cavità nel midollo.

- Sifilide al 3° stadio (degenerazione del midollo a livello dei cordoni posteriori)

Paziente COMATOSO

Abolizione dello stato di coscienza, anche progressiva.

Strumenti per indagare l’attività cerebrale = risonanza magnetica � aree di lesione cerebrale

= EEG (Elettroencefalogramma)

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Anatomia (appunti di Giancarlo Errichelli) 34

Indagini tramite la

stimolazione al riflesso.

Coma vigile: il soggetto

recepisce il dolore, gli

stimoli uditivi ed è in grado

di aprire gli occhi.

Misura del diametro

pupillare: midriasi, miosi,

normali � la risposta allo

stimolo luminoso non è

normale, la pupilla non

cambia.

Nel coma depassè la

pupilla è sempre miotica.

“Occhi di bambola” =

riflesso quando c’è lesione

del tronco encefalico.

Slatentizzazione delle vie

motorie in chi ha lesioni del tronco encefalico. Deafferenziazione � comparsa riflessi primordiali.

Osservare la respirazione del paziente comatoso, quasi mai normale.

Respiro periodico di Cheyne Stokes

Respiro atassico (sotto).

Queste modalità di respirazione

dipendono da meccanismi simili a

quelli che determinano lo

svuotamento della vescica. Essi non

tengono più conto della pressione

parziale di CO2 e O2 . Normalemente

qs funzione è svolta dal centro

pneumotassico che si trova a livello

del ponte di Varolio. Sotto c’è il

centro apneustico che frena.

� pCO2 � respirazione veloce

� pO2 � respirazione lenta

VAM: Ventilazione meccanica

assistita. Oggi si fa col metodo della

CPAP (Pressione positiva continua di

ventilazione). Questo evita gli episodi di apnea.

Tracheotomia: permette di ventilare il paziente senza ingombrargli bocca e faringe. Comporta anche

problemi: decubito della cannula sulla parete tracheale.

Opistotono: il paziente non è in grado di flettere il collo, rigidità estensoria.