Analisi di alcuni plagi nelle traduzioni italiane del ... · 1 Esist e po i una traduzion in...

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ANTONELLA CANCELLIER Università di Siena Analisi di alcuni plagi nelle traduzioni italiane del Martín Fierro (Appunti di critica semantica) II Martin Fieno, il ben noto poema della pampa di José Her- nández, conta almeno quattro traduzioni in lingua italiana ': a) Quella di Folco Testena del 1919, pubblicata a Buenos Aires, rima- neggiata e ripubblicata successivamente: nel 1930 la prima parte {La ida) e nel 1935 la seconda {La vuelta); le due parti furono ulterior- mente rivedute e corrette nel 1950 2 ; b) La seconda, quella di Mario Todesco, giovane partigiano tragica- mente scomparso nel 1944, che fu ripresa e corretta dal padre, pro- fessore di Filologia romanza, e pubblicata a Padova nel 1959 3 : si tratta di una traduzione antologica (alcuni passi sono stati omessi) e in prosa; e) Terza dal punto di vista cronologico è quella, pubblicata a Bahía Blanca (in Argentina) nel 1972, di Francesco F. Crocitto Cuonzo, "professore", "traduttore e interprete di Lingua Italiana" e del fra- tello Comm. e Ing. Giuseppe R. Cuonzo (come risulta dal fronte- spizio) 4 ; d) Infine, la quarta è quella di Giovanni Meo Zilio pubblicata per la prima parte {La ida) nel 1973 a Milano ' e inserita nell'opera com- 1 Esiste poi una traduzione in piemontese di Francisco M. Tosco {Martín Fieno - Martin Fer, Santa Fé, Ed. Belgrano, 1976). 2 È l'edizione che utilizziamo: Buenos Aires, Centro del Libro Italiano; la tra- duzione è stata riprodotta nel 1973 nell'edizione plurilingüe (Buenos Aires, EDIL S.r.L). 3 Bino Rebellato Editore. 4 Casa Editrice Palumbo Hnos. y Cía S.C.A.. 5 Accademia Editore.

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ANTONELLA CANCELLIER

Università di Siena

Analisi di alcuni plagi nelletraduzioni italiane del Martín Fierro

(Appunti di critica semantica)

II Martin Fieno, il ben noto poema della pampa di José Her-nández, conta almeno quattro traduzioni in lingua italiana ':a) Quella di Folco Testena del 1919, pubblicata a Buenos Aires, rima-

neggiata e ripubblicata successivamente: nel 1930 la prima parte {Laida) e nel 1935 la seconda {La vuelta); le due parti furono ulterior-mente rivedute e corrette nel 1950 2;

b) La seconda, quella di Mario Todesco, giovane partigiano tragica-mente scomparso nel 1944, che fu ripresa e corretta dal padre, pro-fessore di Filologia romanza, e pubblicata a Padova nel 1959 3: sitratta di una traduzione antologica (alcuni passi sono stati omessi) ein prosa;

e) Terza dal punto di vista cronologico è quella, pubblicata a BahíaBlanca (in Argentina) nel 1972, di Francesco F. Crocitto Cuonzo,"professore", "traduttore e interprete di Lingua Italiana" e del fra-tello Comm. e Ing. Giuseppe R. Cuonzo (come risulta dal fronte-spizio) 4;

d) Infine, la quarta è quella di Giovanni Meo Zilio pubblicata per laprima parte {La ida) nel 1973 a Milano ' e inserita nell'opera com-

1 Esiste poi una traduzione in piemontese di Francisco M. Tosco {MartínFieno - Martin Fer, Santa Fé, Ed. Belgrano, 1976).

2 È l'edizione che utilizziamo: Buenos Aires, Centro del Libro Italiano; la tra-duzione è stata riprodotta nel 1973 nell'edizione plurilingüe (Buenos Aires, EDILS.r.L).

3 Bino Rebellato Editore.4 Casa Editrice Palumbo Hnos. y Cía S.C.A..5 Accademia Editore.

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pietà {La ida e La vuelta) nel 1985 a Buenos Airess dal cui apparatodi commento ho ricavato, rielaborandoli, parte dei materiali diquesta comunicazione 7.

Mi limiterò a prendere in esame la traduzione del Testena e quelladei fratelli Crocitto poiché risultano i primi due tentativi in versi di ren-dere in italiano il linguaggio gaucesco. La comparazione contrastivadelle due traduzioni (rispetto all'opera di partenza) consente un'esegesisemantica del complesso testo hernandiano.

Oggetto di questa comunicazione è l'analisi di alcune equivalenzenelle due versioni non tanto per quel che riguarda le comuni soluzionipositive, dato che può essere una "tentazione" per il traduttore avvalersidi una precedente interpretazione, quanto per certi errori o deviazioniche la seconda traduzione fa propri.

Si deve intendere ovviamente il concetto di plagio con molta flessi-bilità: esso può andare da un'imitazione minima a una imitazione mas-sima per cui gli esempi che seguiranno rappresentano indistintamentevari gradi di imitazione.

Innanzi tutto, numerosi sono i casi in cui emerge il difetto meto-dologico fondamentale delle due traduzioni, ossia i salti di livello elocu-tivo (forme letterarie o rare che alternano con altre popolari) come èevidente nella prima sestina8:

HERNÁNDEZAquí me pongo a cantarAl compás de la vigüela,Que el hombre que lo desvelaUna pena estrordinaria,Como la ave solitaria,

6 Con el cantar se consuela.

6 Asociación Dante Alighieri, 2 voli..7 Cfr. anche Alma Novella Marani, El "Martín Fierro"y sus traductores ita-

lianos in Tonos y Motivos Italianos en la Literatura Argentina, La Plata, UniversidadNacional de la Plata, 1977, pp. 187-219. Il capitolo, riveduto, è stato inserito in Rela-ciones literarias entre Italia y Argentina, Roma, Bulzoni Editore, 1992, pp. 245-268.

8 Le esemplificazioni si riferiscono tutte alla prima parte (La ida).

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TESTENAIncomincio qui a cantarepizzicando la mandola.L'uomo, se anche di una solapena in cuor sente il rovello,come solitario augello

6 con il canto si consola.

CROCITTOIncomincio qui a cantarcon la chitarra sonora,perché l'uomo cui lo divoraun dolore straordinario,come augello solitario

6 con il canto si rincuora.

La ave [pron. l'ave] (arcaismo popolare por el ave), che per ilgaucho è qualsiasi selvaggina ma in questo contesto è nel senso propriodi 'uccello', viene tradotto dal Testena (e ripreso poi dal Crocitto) conaugello che si colloca su un livello linguistico letterario che un gauchonon avrebbe mai usato. La scelta, tra l'altro, del lessema augello non haattenuante poiché l'eventuale sintagma "solitario uccello" avrebbe ri-mato comunque con "sente il rovello" di Testena, e l'altrettanto even-tuale "uccello solitario" con "dolore straordinario" dei Crocitto. Oltretutto, anche metricamente, augello e uccello hanno lo stesso numero disillabe e quindi non si sarebbe sacrificato nemmeno l'ottonario.

Un'altra deviazione del Testena che viene spesso ripetuta dai fra-telli Crocitto è il calco letterale di un costrutto ispanico come è evidentenella locuzione más prendido que un botón le cui traduzioni "più attac-cato d'un bottone" nell'uno e "più attaccato che bottone [all'indu-mento]" nell'altro, calcate sul modello rioplatense, sono sì comprensi-bili dal punto di vista linguistico e iconico poiché si trovano all'internodel sistema lessicale italiano, tuttavia non sono forme realmente equiva-lenti in quanto in italiano non rappresentano frase idiomatica:

HERNÁNDEZYo también tuve una pilchaQue me enllenó el corazón;Y si en aquella ocasión

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Alguien me hubiera buscao,Siguro que me había hallao

1746 Más prendido que un botón.

TESTENAL'ebbi anch'io la mia galantedel mio cor dolce passione,e se in quella occasionem'avesse qualcun cercato,certo m'avrebbe trovato

1746 più attaccato d'un bottone.

CROCITTOEbbi anch'io la mia donnache il mio cuor fece contento.Se qualcuno in quel momentomi avesse ricercatomi trovava più attaccato

1746 che bottone all'indumento.

Questi due tipi di deviazione (la confusione di livelli elocutivi e ilcalco) pur non alterando l'effettiva interpretazione del testo hernan-diano, ne alterano però lo stile. Ma qui ci occuperemo non tanto di unacritica stilistica quanto di quella più propriamente semantica, cioè di al-cuni di quegli abbagli ed equivoci d'interpretazione in cui è caduto, perprimo, Testena e in cui a loro volta sono ricaduti i fratelli Francesco eGiuseppe Crocitto.

Vediamo alcuni materiali sintomatici seguendo l'ordine con cuiessi si presentano nel poema:

HERNÁNDEZYo llevé un moro de nùmero¡Sobresaliente el matucho!Con él gané en AyacuchoMás plata que agua bendita.Siempre el gaucho necesita

366 Un pingo pa fiarle un pucho.

TESTENAUn morello sol portai,ma era vivo il cavalluccio;

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alle corse di Ayacuchomolti premi aveva vinto.È del gaucho nell'istinto

366 cavalcar, sia pure un ciuccio.

CROCITTOIo astuto e intelligentemi portai un cavalluccio.Con lui vinsi in Ayacuchopiù denaro che acquasanta;la sua bestia il "gaucho" vanta

366 se con lui fa un afraruccio.

"Moro": 'cavallo dal pelo scuro'; "de numero": 'di razza'; "ma-tucho": 'cavallo acciaccato', 'ronzino', ma qui è detto affettivamente(per antifrasi). Traduzione letterale: 'Io portai con me un morello dirazza / Ottimo ronzino!'. Innanzi tutto Testena interpreta la locuzionede número (che significa appunto 'di razza') con l'ital. 'di numero', 'unodi numero' e traduce "Un morello sol portai". I Crocitto si approprianodell'errore semantico e traducono: "mi portai un cavalluccio".

HERNÁNDEZYo primero sembré trigoY después hice un corral;Corté adobe pa un tapial,Hice un quincho, corté paja...¡La pucha que se trabaja

426 Sin que le larguen ni un rial!

TESTENASeminai dapprima il grano,poi costrussi uno steccato,poi ricinsi uno sterrato,feci un muro, falciai paglia.Malanno, se si travaglia!

426 Ma di soldi... manco un fiato.

CROCITTOSeminai ben presto grano,feci dopo uno steccatoe un terreno ho cintato

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con mattoni di fanghiglia;tagliai paglia... meraviglia!

426 senza esser mai pagato.

"Hice un quincho, corté paja...": il quincho è 'una parete (o tetto)costruito con rami, canne o paja ricoperti di fango'. La paja (dettaanche paja brava o cortadera per le sue foglie con i bordi taglienti) è unagraminacea di colore rossastro (un tipo di giunco) con cui si ricoprono itetti dei ranchos: nel Martin Fieno non corrisponde mai all'ital. 'paglia'.Si tratta di una discrasia contestuale presente in entrambe le tradu-zioni.

HERNÁNDEZRecién entonces salíaLa orden de hacer la riunión,Y cáibamos al cantónEn pelos y hasta enancaos.Sin armas, cuatro pelaos.

450 Que íbamos a hacer jabón.

TESTENASolo allora si ordinavain gran fretta la riunione;tornavam tutti al Cantone,senza sella, scalcagnati,quattro gatti scompigliati...

450 Si faceva un figurone!...

CROCITTOSolo allora si ordinavaimpellente la riunione;venivamo nel bastionenudi, inermi, già disfatti;eravamo quattro gatti

450 e più d'uno fannullone.

"Y [...] cantón": letteral. 'E arrivavamo al fortino'; "En [...] enan-caos (enancados)": letteral. 'A pelo (cioè senza sella) e perfino sulle an-che' (cioè in due sullo stesso cavallo, uno sul dorso e uno sulle anche);"pelaos" (pelados): letteral. 'pelati' nel senso metaforico di 'miserabili',

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inoltre, "Íbamos a hacer jabón" (letteral. 'andavamo a fare sapone') èuna locuzione insolita analoga qui a hacer sebo ('non fare un belniente').

Ora, il tecnicismo gaucescò enancaos ('uno sul dorso e uno sulleanche del cavallo') viene tradotto con scompigliati da Testena e con unsuo equivalente — già disfatti.— dai Crocitto. L'errore d'interpreta-zione in Crocitto può essere definito una deviazione semantica, per con-tiguità, rispetto a quella di Testena.

HERNÁNDEZAhi empezaba el afán,Se entiene, de puro vicio,De enseñarle el ejercicioA tanto gaucho reclutaCon un estrutor... \qué... brutal

456 Que nunca sabía su oficio.

TESTENAEd allor venia l'affannod'insegnare gli esercizia quei gauchos novizi.Che insegnar! Me li salutigli istruttori? Erano bruti,

456 nati per ben altri uffizi.

CROCITTOLI incomincia il desiderioe lo fan per distrazionedi dar rapida istruzioneal plotone reclutato,con un caporal, testone,

456 che per ciò non era nato.

Ambedue interpretano erroneamente l'espressione ¡Qué brutal, eu-femismo per ¡Pittai che a sua volta è ellissi di ¡La puta madre que loparió1., con due aggettivi spregiativi equivalenti, rispettivamente bruti inTestena e testoni (più popolare) in Crocitto. Il primo calca il lessemabruta, i secondi plagiano l'interpretazione, pur con un salto di livelloelocutivo e una lieve variante semantica.

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HERNÁNDEZ¡Es de almirar la destrezaCon que la lanza manejan!De perseguir nunca dejan.Y nos tráiban apretaos.¡Si queríamos, de apuraos,

576 Salimos por las orejasl

TESTENAL'indio gioca con destrezzacon la lancia stando in groppa;se tu fuggi, egli galoppané ti lascia rifiatare:bravo sei se puoi scappare

576 per il buco della toppa.

CROCITTOCon magnifica destrezzalance e frecce maneggiavan...d'attaccarci mai lasciavane stringevan sempre più;per scappare di laggiù

576 né una breccia si scovava.

L'iperbole "salirse por las orejas" (letteral. 'uscire per le orecchie,attraverso le orecchie') allude alla furia dei gauchos inseguiti i quali, tesie proiettati in avanti, vorrebbero 'scavalcare le orecchie stesse dei cavalli'per sfuggire più velocemente agli indiani. L'immagine dinamica, estre-mamente efficace, viene sconvolta dal Testena che la interpreta come"bravo sei se puoi scappare I per /'/ buco della toppa", e i Crocitto cadonosostanzialmente nello stesso tipo di equivoco ("per scappare di laggiù /né una breccia si scovava").

HERNÁNDEZPoncho, jergas, el apero,Las prendi tas, los botones.Todo, amigo, en los cantonesJué quedando poco a poco,Ya me tenían medio loco

648 La pobreza y los ratones.

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TESTENAGli utensili, il sacco, il poncio,le cosucce, anche i bottoni,tutto, amici, nei Cantonivia sfumava tratto tratto;mi facean diventar matto

648 la miseria ed i talponi.

CROCITTO"Poncho", coltri e pur la sella,i ricordi ed i bottoni,tutto, amico, nei bastioni,noi lasciammo tratto tratto;diventavo mezzo matto

648 fra miseria e fra toponi.

Nella pampa "jergas" sono le coperte che si mettono sotto la selladel cavallo e per botones si intendono le 'monete d'argento (e anched'oro)' con cui il gaucho ornava il suo cinturone (ma anche la sella e ifinimenti del cavallo) e a cui ricorreva quando aveva bisogno di denaro(in casi di emergenza soprattutto nel gioco). Qui, per estensione seman-tica, il lessema botones ha il significato di 'cinturoni, mentre nelle duetraduzioni viene interpretato con quello generale di bottone, inadeguatoal contesto (si tratta di un altro caso di discrasia con il contesto).

Nel proseguire il racconto della vita di fortino notiamo che la voceguarani yaguané — che può significare: 'puzzola americana' caratteri-stica per le sue strisce bianche ai due lati del corpo e anche, analoga-mente, 'capo di bestiame con due strisce bianche lungo il corpo' o, an-cora, per estensione (ed è il caso che stiamo esaminando) 'pidocchio' —non viene recepita nelle due traduzioni:

HERNÁNDEZSólo una manta peludaEra cuanto me quedabaLa había agenciao a la tabaY ella me tapaba el bulto.Yaguané que allí ganaba

654 No salía... ni con indulto.

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TESTENAUna coperta spelata,— l'avea vinta alle piastrelle —per coprirmi un po' la pellesolamente mi restava;e ogni vincita ora stava...

G5A più lontano delle stelle.

CROCITTOUn mantello ben peloso,vinto al gioco dell'aliosso,mi restava solo addosso,mi copriva l'ossatura.In quel gioco per sventura

654 si perdeva fino l'osso.

La battuta amaramente scherzosa "Yaguané que allí ganaba / Nosalía... ni con indulto" (letteral. 'Il pidocchio che lì prosperava / nonusciva... nemmeno con l'indulto', 'non si riusciva a stanarlo nemmenose gli si concedeva il condono') viene interpretata da entrambi conun'immagine, completamente stravolta, collegata con il gioco andatomale, probabilmente ingannati dal verbo "ganar" che qui non si collocanel campo semantico del gioco, ma significa 'prosperare' (del pidoc-chio). Testena traduce: "e ogni vincita ora stava... / più lontano dellestelle" e i Crocitto si lasciano trascinare fuori strada dallo stesso abba-glio e traducono: "In quel gioco per sventura / si perdeva fino

osso .Nelle due versioni che corrispondono all'episodio di Martín Fierro

indignato col Governo che manda in frontiera gli italiani arruolati nel-l'esercito argentino, incapaci di sellare un cavallo e di distinguere unostruzzo da una mucca, chiacchieroni, commedianti, scrocconi... manca,perché non recepita dai traduttori, un'altra caratteristica che non facerto onore, quella di ladri, che Martín Fierro attribuisce loro duranteil suo sfogo:

HERNÁNDEZCuando llueve se acoquinanComo perro que oye truenos.¡Qué diablos! sólo son güenos

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Pa vivir entre maricas.Y nunca se andan con chicas

918 Para alzar ponchos ajenos.

TESTENAE si abbioscian quando piove,come can che senta i tuoni.Accidenti! Non son buoniche per viver tra l'ovatta;e se in donna altrui s'imbattan,

918 non la pigliano... Grullonñ

CROCITTOQuando piove si comportancome can che sente tuoni;solo sono, per Dio!, buoni,a gioir fra effeminati,e non sanno, disgraziati,

918 donna altrui quanto conforta.

La traduzione di "Y nunca [...] ponchos ajenos" risulterebbe in ita-liano come: 'Non ci pensano due volte / quando possono grattare'. Ledue locuzioni popolari presenti nei due versi significano rispettiva-mente: l'una "no andar con chicas" = 'non avere scrupoli, non andareper il sottile' e l'altra "alzar ponchos ajenos" = 'rubare' generico. L'er-rata interpretazione letterale della prima locuzione sconvolge il sensodella frase e depista i traduttori per quel che riguarda la locuzione suc-cessiva ("alzar ponchos ajenos") che entrambi interpretano con imma-gini sostanzialmente equivalenti, in modo aberrante, attribuendo a pon-chos il significato metaforico di 'donne'. Si aggiunga inoltre l'interpola-zione analoga di "grulloni" e "disgraziati".

Un altro tipo di deviazione semantica che affligge le due traduzionirisulta dal non rispetto dei tecnicismi gauceschi:

HERNÁNDEZA otro que estaba apunoAcomodando una bola,Le hice una dentrada sciaY le hice sentir el fierre,

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Y ya salió como perro1554 Cuando le pisan la cola.

TESTENAA un altro che in gran frettami lanciava il cappio a volo,lo affettai d'un colpo solocome se fosse di pane;andò traballoni al suolo,

1554 poi scappò via come un cane.

CROCITTOAd un altro che occupato/'/ suo laccio bene annoda,feci carica ben soda;lo ferì la daga mia,come cane scappò via,

1554 quando pestangli la coda.

La boia (della boleadora) è l'arma degli indios adottata dai gauchosanche come strumento di lavoro e consta generalmente di tre biglie dipietra legate a singole corde di cuoio, a loro volta unite a una estremità.Venivano fatte roteare nell'aria prima di essere lanciate contro il nemicoo contro l'animale. Ambedue i traduttori sostituiscono l'immagine dellaboia con quella del cappio (nodo scorsoio) operando però una scelta di-versa a livello iconico e lessicale: nell'una si lancia il cappio, nell'altra siannoda il laccio.

Per finire, l'ultimo esempio dimostra come la non completa cono-scenza del contesto fisico, e non solo quella del contesto socio-culturalee linguistico, possa condurre a una interpretazione non adeguata:

HERNÁNDEZY cuando sin trapo algunoNos haiga el tiempo dejao,Yo le pediré emprestaoEl cuero a cualquiera lobo,Y hago un poncho, si lo sobo,

2082 Mejor que poncho engomao.

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TESTENAQuando senza un cencio addossola stagion ci avrà lasciato,10 con un cuoio conciatodi lupatto mi faròun bel poncio, che portato

2082 mai più bello non avrò.

CROCITTOQuando il tempo né uno straccioa noi due abbia lasciato,ad un lupo, anche prestato,11 suo cuoio chiedo e concio,e con quello faccio un "poncho"

2082 superiore all'incerato.

Ma nella pampa non ci sono lupi. Per il gaucho, lobo è il lobo ma-rino, un tipo di foca che popola anche un'isola di fronte alla costa uru-guayana denominata appunto "Isla de los lobos". La pelliccia delle focheha la caratteristica di essere molto impermeabile, di far scivolare vial'acqua come la cerata. E Martín Fierro, quando il tempo l'avrà lasciatosenza neanche uno straccio, chiederà in prestito a una foca la sua pel-liccia per farne un poncho, migliore di un poncho di tela cerata.

Concludendo, i materiali qui trattati rappresentano un breve cam-pionario che solo aspira a segnalare una pista e una metodologia di ri-cerca per una più fedele esegesi semantica di un testo così peculiare comeè quello di José Hernández.

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