ANALISI DEGLI ELEMENTI DEL TESTO NARRATIVO

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Il testo narrativo Ornella Martella - Piera Nardi 1 ANALISI DEGLI ELEMENTI DEL TESTO NARRATIVO

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ANALISI DEGLI ELEMENTI DEL TESTO NARRATIVO. Elementi del testo narrativo :. l’ ordine narrativo. la fabula (o storia) e l’ intreccio (o discorso),. insieme degli elementi narrativi nella successione logico-cronologica. - PowerPoint PPT Presentation

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ANALISI DEGLI ELEMENTI DEL TESTO NARRATIVO

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Elementi del testo narrativo:

la fabula (o storia) e l’intreccio (o discorso),

insieme degli elementi narrativi nella successione logico-cronologica

insieme dei medesimi elementi nella successione in cui vengono presentati nel racconto

l’ ordine narrativo

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Elementi del testo narrativo:

il personaggio

è l’integrazione di due funzioni fondamentali

agire

sul piano degli eventi narrati

essere

in relazione alle sue caratteristiche psicologiche,

alla concezione della vita

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i personaggi

Elementi del testo narrativo:

protagonista

antagonistaaiutante

“sistema dei personaggi”

in base al ruolo svolto nelle vicende si distinguono generalmente in

personaggi secondari/ comparse

l’insieme delle relazioni esistenti tra loro genera il

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Elementi del testo narrativo:

le coordinate spazio-temporali:

il tempo

tempo della storia tempo del discorso

in cui si svolgono i fatti narrati(fabula)

il tempo presentato dal narratore(intreccio)

=

=

prolessi

(anticipazione)

prolessi

(anticipazione)

analessi

(flash-back)

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Elementi del testo narrativo:

le coordinate spazio-temporali:

lo spazio

reale simbolico

Le sequenze descrittive di spazi o ambienti rispondono sia all’esigenza semplice di fare da sfondo agli eventi, sia a quella più complessa di creare ritmo nel racconto, provocando effetti di distensione dopo episodi particolarmente drammatici o suscitando la suspense nei punti di maggiore tensione.

spazio apertocostituisce lo sfondo di avvenimenti mossi e vari

spazio chiuso

è l’ambiente privilegiato per le storie di mistero o per quelle in cui i protagonisti vivono conflitti e drammi interiori

“luoghi dell’anima”la rappresentazione dello spazio è filtrata, a volte, attraverso la coscienza dei personaggi che vi proiettano le loro emozioni e i loro sentimenti

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Elementi del testo narrativo:

il circuito comunicativo

Autore reale

Autore implicito (narratore) (narratario) Lettore implicito

Lettore reale

la persona storica dell’autore

tutti i lettori effettivi di un’opera

l’idea di pubblico che le scelte linguistiche, stilistiche,

contenutistiche implicano

l’idea dell’autore che il lettore desume dalle informazioni presenti nel testo

chi dice “io” nel racconto ovvero chi è responsabile dell’atto di enunciazione di un racconto in terza

persona

il personaggio che eventualmente

compare nel testo come destinatario

schema proposto da Chatman: il riquadro indica il testo, le parentesi gli elementi facoltativi

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Elementi del testo narrativo:

il narratore

voce a cui è affidato il racconto

esterno

(narrazione eterodiegetica)

interno

(narrazione omodiegetica)

conosce meno dei personaggi, rappresenta ciò che vede dal di fuori (alcuni racconti polizieschi)

conosce tutto della materia narrata

narratore onnisciente (Manzoni)

autore o protagonista

testimone o protagonista

narrazione autodiegetica

(Dante/ Ortis)

narra la storia da un punto di vista soggettivo e solo ciò che rientra nella sua sfera di esperienza (Pirandello – Svevo)

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Elementi del testo narrativo:

il narratore

voce a cui è affidato il racconto

esterno

(narrazione eterodiegetica)

interno

(narrazione omodiegetica)

usa solo la terza persona (narrativa verista)

usa prevalentemente la terza persona ma anche la prima per i suoi commenti (Manzoni)

usa prevalentemente la prima persona ma anche la terza per azioni compiute da altri (Mattia Pascal) usa la prima persona

ma più spesso la terza per azioni compiute da altri essendo solo testimone (Ismahel in Moby Dick)

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Elementi del testo narrativo:

il punto di vista: focalizzazione la prospettiva scelta dal narratore per raccontare una storia

ed esprimere il suo livello di conoscenza delle vicende narrate

focalizzazione zero: il narratore (onnisciente) conosce tutta la storia, lo sviluppo delle vicende, gli stati d’animo dei personaggi, esprime giudizi ecc. (come nei Promessi

Sposi)

focalizzazione interna (fissa, variabile, multipla): il narratore riferisce quanto apprende dai suoi personaggi e quindi costruisce la storia a poco a poco attraverso i punti di vista di uno o

più personaggi (come ne I Malavoglia)

focalizzazione esterna: il narratore ignora aspetti fondamentali della vicenda e si

“eclissa”, limitandosi a registrare ciò che oggettivamente vede, senza manifestare

giudizi o commenti (come nel romanzo giallo)

secondo Genette però “la formula di focalizzazione non coinvolge sempre un’opera intera, ma un segmento narrativo determinato”: si parlerà quindi di focalizzazione ‘prevalente’

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Elementi del testo narrativo:

per esprimere voce e pensieri dei personaggi sono utilizzate varie tecniche: – discorso diretto tipico della focalizzazione esterna, è introdotto di

solito da un verbo dichiarativo; – discorso diretto libero, dove, invece, è omesso il verbo dichiarativo e

le parole dei personaggi sono riferite direttamente come in un testo teatrale

– discorso indiretto in cui il narratore riferisce discorsi e pensieri dei personaggi dal suo punto di vista; è introdotto da un verbo dichiarativo + la congiunzione subordinante; è tipico della focalizzazione zero con narratore onnisciente

– discorso indiretto libero in cui sono omessi verbi dichiarativi e congiunzioni subordinanti e discorsi e pensieri dei personaggi sono inseriti nella narrazione e si confondono con quelli del narratore

– monologo quando il personaggio parla a un interlocutore presente ma silenzioso

– soliloquio quando il personaggio parla a se stesso in assenza di interlocutori reali

– monologo interiore che designa una citazione di pensieri del personaggio in stile diretto libero e flusso di coscienza, fluire di pensieri, impressioni, associazioni opposto al pensiero intenzionale

le tecniche narrative

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Bibliografia:

H. Grosser, Narrativa Principato 1985

Materazzi – Presutti, Non solo tema Loescher 1999

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LABORATORIO: Analisi e Commento di testo letterario in Prosa

• Giovanni Boccaccio, La novella di Simona e

Pasquino

• 1. Comprensione complessiva• Focalizza in poche righe il tema dominante della novella.

• 2. Analisi del testo e interpretazione• 2.1 La rappresentazione dell’amore tra Simona e Pasquino rispetta

il codice cortese? Quali innovazioni vi sono introdotte da Boccaccio?

• 2.2 Qual è la posizione ideologica di Boccaccio nei confronti della classe sociale cui appartengono i due protagonisti della novella?

• 2.3 Chi narra la storia? Quali registri linguistici sono adottati?– Quale valore assumono i verbi sollicitare e filare più volte utilizzati?

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3. Approfondimento. Approfondisci il significato della sequenza narrativa con il colloquio tra il giudice e Simona e il “sopralluogo” nel giardino dove era morto Pasquino.

• SVOLGIMENTO1.Comprensione complessiva

È questo l’unico caso in cui Boccaccio, per dimostrare che la forza naturale dell’amore può agire in qualsiasi ambiente, rappresenta in termini tragici la passione di due giovani del “popolo minuto”.

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2. Analisi del testo e interpretazione2.1 Boccaccio, raccogliendo e ampliando il codice fissato da Andrea Cappellano, ammette che la qualità dell’amore di Simona e Pasquino non sia inferiore a quella dell’amore tra personaggi socialmente elevati: tuttavia propone il loro esempio come insolito (e la novella resta nel Decameron isolata), sottintendendo tacitamente che la povertà per lo più impedisca quella piena disponibilità di ogni energia fisica e morale che è condizione necessaria della passione.La novella rivela con chiarezza la posizione ideologica dell’autore. L’amore e il destino tragico sottraggono i due giovani, e soprattutto Simona che è il personaggio di maggior rilievo, alla loro condizione sociale, esaltandone la vitalità e i sentimenti, e quindi “nobilitandoli”; Boccaccio, così immaginando, mette in atto uno dei princìpi più importanti della sua dottrina d’amore: l’eguaglianza degli esseri umani in ciò che è bisogno naturale (cfr. Ghismunda e il suo discorso al padre).

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2.2 Questo principio egualitario nelle cose d’amore non modifica tuttavia la sua visione e la sua valutazione della gerarchia sociale: per il ceto a cui Simona e Pasquino appartengono Boccaccio non ha nessuna simpatia, e lo dimostra rappresentando i loro amici e compagni in modo da metterne in luce la rozzezza, la volgarità, la potenziale violenza e contrapponendo al loro amore l’amorazzo dello Stramba e della Lagina.2.3 La storia degli innamorati è raccontata dalla narratrice con le sue parole: ciò permette all’autore di usare un linguaggio che passa dal registro discorsivo e dimesso (i progetti per la merenda) a una tonalità più alta e commossa nella perorazione finale (“O felici anime…”).

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2.4 Il verbo sollicitare si riferisce inizialmente al lavoro di Simona, alla lana filata che Pasquino, innamorato, più spesso a lei che alle altre lavoranti richiedeva, e diventa metafora erotica; tutto il passo che precede va riletto in questa luce: il filare (e l’espressione torna in poche righe cinque volte), l’avvolgersi della lana sul fuso indicano contemporaneamente i fili d’amore, gli avvolgimenti del sentimento.(da R. Ceserani – L. De Federicis, Il materiale e l’immaginario, 1, Loescher 1991, p.1027-29)

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3. ApprofondimentoInteressa la situazione comunicativa che vede di fronte l’umile Simona e il giudice, e l’incapacità di Simona di rendere la propria versione dei fatti in maniera comprensibile: inferiore socialmente e culturalmente all’interlocutore, Simona non riesce a produrre il discorso formale che ci si attende da lei; in altre parole, il linguaggio fallisce nella sua funzione di sostituto simbolico dell’esperienza. Condotta sul luogo della disgrazia, Simona riproduce i gesti che non è capace di significare verbalmente, e muore come Pasquino: il Boccaccio ha colto in atto quello che oggi i linguisti chiamano codice ristretto (cioè competenza linguistica limitata, tipica dei ceti scarsamente istruiti), e ne fa il motivo della morte della protagonista femminile, perché i limiti della comunicazione verbale di Simona sono la causa diretta della sua morte.(da F. Bruni, Boccaccio. L’invenzione della letteratura mezzana, Bologna, Il Mulino 1990, p.385-87)