Anagrafe ç ê - cesanoinsieme.it · Adriana Cortina, Rita Dominioni Grafica e impaginazione KEYDEA...

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Battesimi 92) Diruggiero Desiree 93) Marcucci Asia 94) Molinari Alice 95) Pastore Ilenia 96) Capuano Marta 97) Dominguez Hoffmann Verena Anagrafe Defunti 103) Casarotto Lino di anni 82 104) Fardin Tina di anni 90 105) Marelli Gilberto di anni59 106) Bertoli Giacomo di anni 84 107) Pavesi Marco di anni 74 108) Gilardi Gianluigi di anni 88 109) Riboldi Agnese di anni 97 110) Merlini Luigi di anni 84 111) Briguglio Carmela di anni 88 ñ ô õ Matrimoni 27) Palladini Giovanni e Santoni Sara È possibile pubblicare la FOTOGRAFIA delle persone citate nella sezione anagrafe. Chi lo desidera, la potrà inviare in redazione all’email [email protected] ê ç Ferrario Daniele

Transcript of Anagrafe ç ê - cesanoinsieme.it · Adriana Cortina, Rita Dominioni Grafica e impaginazione KEYDEA...

Battesimi92) Diruggiero Desiree93) Marcucci Asia94) Molinari Alice95) Pastore Ilenia96) Capuano Marta97) Dominguez Hoffmann Verena

Anagrafe

Defunti103) Casarotto Lino di anni 82104) Fardin Tina di anni 90105) Marelli Gilberto di anni59106) Bertoli Giacomo di anni 84107) Pavesi Marco di anni 74108) Gilardi Gianluigi di anni 88109) Riboldi Agnese di anni 97110) Merlini Luigi di anni 84111) Briguglio Carmela di anni 88

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Matrimoni27) Palladini Giovanni e Santoni Sara

È possibile pubblicare la FOTOGRAFIA delle persone citate nella sezione anagrafe. Chi lo desidera, la potrà inviare in redazione all’email

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Ferrario Daniele

Apertura dell'anno Santo:la parrocchia sia un'oasi di misericordia

Strumento periodico di dialogo, informazione e confronto della Parrocchia S.G. Battista di Cesano Boscone - N. 230Gennaio 2016

Mensile cattolico della Parrocchia S. Giovanni Battista

di Cesano Boscone (MI)N° registro Tribunale di Milano

351 del 03/12/1975.

Direttore Responsabile: don Luigi Caldera

RedazionePatrizia Beretta, Fabio Bressan,

Pina Coldani Bellotti, Elisabetta Colombo,

Adriana Cortina, Rita Dominioni

Grafica e impaginazioneKEYDEA srl

Ufficio Grafico - Corsico (Mi)

StampaModulgamma - Trezzano sul Naviglio (Mi)

In copertina: la porta santa della chiesa in Sacra Famiglia

GRUPPI PARROCCHIALI RESPONSABILI

ACLI 02 4502147 Battista VeschettiAZIONE CATTOLICA 02 4583726 Alfredo SchirripaBANCO DI SOLIDARIETÀ 335 6975212 Cesare ColomboCASA ALPINA CHAMPORCHER 339 2074053 Francesco RomanòCARITAS - CENTRO ASCOLTO 02 4582212 Rina ColomboCENTRO DI SOLIDARIETÀ 02 4580862 / 349 5532251 Emilio SestagallICINEMA TEATRO CRISTALLO 02 4580242 Salvatore IndinoCOMUNIONE E LIBERAZIONE 347 7124105 Mario SalernoCONSULTORIO ASSAGO 02 45700030 FAMIGLIE TEMPORANEA 02 4584103 Isabella OrsiniACCOGLIENZA FEDE E LUCE 334 3618543 Nives CarioniGIOVANI COPPIE 02 4585073 MorandiGRUPPO FAMIGLIE - BETANIA 02 4501260 ZariGRUPPO MISSIONARIO 02 48600407 Mariuccia SpeziaGRUPPO ASCOLTO DELLA PAROLA 02 4585077 Rosa Ciraldo

MUSICA LAUDANTES 380 7113726 Ivana Bussoni

ORGANISTI 349 6773666 Carlo Mazzone

POLISPORTIVA S.G.B. 02 4583475 Marzio PeregoORATORIO-SEGRETERIA 02 4500482 SUORE E SCUOLA MATERNA 02 4580293

Informazioni & orari

Per donazioni alla parrocchia con bonifico bancario:IBAN IT27S0103032901000000291773

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Sommario

Indice 2

Parroco 3

Festa della Famiglia 5

Natale plurale 7

Ora di religione 8

Giubileo 9

Unità dei cristiani 12

Cristiani ortodossi 13

Città Viva 14

I ragazzi delle medie

a Champorcher 15

Anagrafe 16

Ufficio parrocchiale: 02-4580390 Fax 02-45865077(lunedì e mercoledì dalle 17.30 alle 19.00; venerdì dalle 10.00 alle 12.00)

Don Luigi Caldera parroco: [email protected] Donato Cariboni vicario parrocchiale: [email protected] Luciano Frigerio vicario parrocchiale: [email protected] redazione [email protected]

Orari ss. Messe Giorni feriali: 7.00, 8.30, 18.00Giorni festivi: ore 8.30, 10.00, 11.30, 18.00, 21.00

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continua a pagina 4

L'omelia del parroco

Il Natale di Pogliani

Caro don Pogliani (abbiamo qui il tuo ritratto nella nostra chiesa, che è stata la tua chiesa), avrai sicuramen-te gongolato domenica 13 dicembre quando si è aperta la Porta Santa nella chiesa della Sacra Famiglia.

Sicuramente non avrei mai imma-ginato quanto è accaduto, quando mi sono messo a mettere in piedi quello che ho chiamato l’ospizio.

Non sai quanto mi piace questo nome ‘ospizio’,perché richiama l’ospi-talità, richiama che la vita è ospitare, accogliere l’altro, cominciando da Dio, l’Altro con la maiuscola, e accogliendo ogni persona che si affaccia nella no-stra vita, a partire dai più vicini.

Oggi questo tema è quanto mai appropriato: abbiamo sempre letto nel vangelo che a Natale per Maria e Giuseppe non c’era posto tra gli altri e quindi Gesù è nato nel posto più interno delle abitazioni, dove c’erano gli animali e i viveri, cioè le cose più preziose. Gesù è stato l’ospite a Bet-lemme…

…e vuole essere anche oggi ospitato nelle nostre case e nei nostri cuori. Tu hai sempre curato molto la tua spiri-tualità, il tuo stare con Dio, la tua fede, la tua preghiera; e hai sempre avuto a cuore la vita spirituale delle persone che incontravi,giovani e adulti, com-presi gli ospiti della casa che hai fonda-to. Sei stato anche un prete di grande cultura, perché ti aiutava ad incontrare Dio.

Sì, perché la fede è proprio questo: fare spazio a Gesù nella mia vita. E Natale ci ricorda esattamente que-sto, che senza intimità con Gesù non esiste fede. E Maria e Giuseppe sono l’esempio di come si accoglie Gesù nella nostra vita, lasciando che Lui la metta sottosopra, cambiando i nostri progetti e restituendo a Lui la tene-rezza che Dio ha per noi.

E tu, don Domenico, questa tene-rezza l’hai resa istituzione nei con-fronti dei casi umani più problematici, vedendo in loro Gesù. Anche il fatto di aver intitolato l’ospizio alla Sacra Famiglia dice lo stile con cui volevi impostare quanto hai messo in piedi. E questo mi fa pensare a tutto l’amore che c’è nelle nostre famiglie: la fatica (affettiva, lavorativa, educativa, econo-mica) e le gioie che si vivono in esse richiamano le vicende della famiglia di Gesù.

Quante famiglie ho aiutato facen-domi carico dei loro figli o interve-nendo per sanare litigi!

Tornando al Natale, Gesù è il vol-to della misericordia di Dio e l’Anno Santo della misericordia di questo ci parla. Sono rimasto felicemente sor-preso dal desiderio di quelle migliaia di persone che hanno varcato la Por-ta Santa e hanno cercato e incontrato l’abbraccio tenero del Padre nel sacra-mento della Riconciliazione. A tutti questi non interessano tanto gli scan-dali, quanto la possibilità di essere per-

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donati. E mi piacerebbe che qualche volta i mass-media non raccontassero solo esperienze più o meno drammati-che di chi racconta il presunto diritto di abortire o di eutanasia, ma dessero spazio a chi, uomini e donne, dopo de-cenni si accostano alla confessione per chiedere perdono ancora di un aborto fatto, magari anche con motivi com-prensibili anche se non giustificabili, e a chi con dignità e coraggio guarda in faccia il dolore e la morte.

E devo dire che la mission (voi oggi dite così) della Sacra Famiglia è proprio questa attenzione alla vita, indipendentemente dal grado di per-fezione fisica o dalla capacità di avere successo economico. Mi piacerebbe che dal Natale scaturisse un inno alla vita capace di dare gioia a tutti i ‘miei’ (permettimi di chiamarli ancora così) parrocchiani, compresi gli ospiti e i dipendenti della Sacra.

Dio che si fa uomo, che si fa incon-trare nel volto di ogni uomo (l’hai visto il logo dell’Anno Santo dove la faccia di Gesù e dell’uomo sono identiche,si so-vrappongono e hanno tre occhi in due per dire che chi crede guarda tutto con lo sguardo di Gesù?), ci richiama anche a quelle opere di misericordia corpora-le e spirituale che papa Francesco ci ha

indicato nel contesto dell’Anno Santo: ‘Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’a-vete fatto a me’ (Mt. 25,40). Mi par di sentire quante volte noi risponderemo ‘Non avevo alcuna intenzione di farlo a te’ e Gesù ci dirà ‘Non importa, l’hai fatto a me!’.

Caro don Luigi, ho visto che avete fatto anche un libretto sulla mia vita e so che aspettate un miracolo per far-mi santo. Vi ringrazio, ma ricordatevi che tutti siamo santi, cioè messi da parte, riservati, consacrati a Dio fin dal giorno del nostro Battesimo.

Grazie a te, caro don Domenico. Dal 1883, quando sei stato nominato par-roco di Cesano boscone, e dal 1896, quando hai fondato la Sacra, ci ricordi di accogliere Gesù e gli altri, soprat-tutto i più deboli, quelli delle periferie esistenziali. Ma lo sai che questi sono anche i temi a cui ci richiama conti-nuamente papa Francesco? E per dirti quanto sei moderno, sappi che il tuo nome è anche la password per accedere al mio computer. Già, ma come faccio a spiegarti che cos’è? Vabbè, finiamola qui. Buon Natale, don Domenico, par-roco amato e ascoltato da tutti! Buon Natale e buon Anno Santo a tutti voi.

don luigi

segue da pagina 3

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Famiglia… se prendiamo il dizionario italiano una delle definizioni più comuni è: “nucleo elementare della società umana, formato in senso stretto e tradizionale da genitori e figli, con l'eventuale presenza di altri parenti”…ma noi? Siamo solo questo? A noi basta essere solo questo?No, non credo proprio! Papa Francesco dice una cosa straordinaria: “non solo la famiglia è un bene, non solo è una cosa buona da vivere, ma ancora di più è bella. Come sempre, il vero convince, il bene muove ad agire, ma la bellezza, soprattutto, attrae.”Allora mi viene da dire che noi, piccole o gran-di famiglie che siamo, abbiamo il compito in-trinseco di attrarre perché siamo belle per de-finizione, oserei dire! Ma questa bellezza da dove viene? Cosa vuol dire “bellezza di essere una famiglia”?Utilizzando sempre una frase del Santo Padre possiamo dire che “la famiglia è una sola: quella che abbiamo conosciuta; non ne esiste altra. È una realtà “naturale”, cioè inscritta nel-la vocazione dell’uomo e della donna a realiz-zarsi nel dono specifico di sé; questa unione è stabile, perché si fonda sulla volontà delle per-sone e non sui sentimenti, che sono mutevoli e

non sufficienti.”Quindi la prima bellezza dell’essere famiglia non dipende da quanti si è in famiglia, se si hanno figli o da quanti figli si hanno, da quan-ti parenti si hanno; la bellezza della famiglia è l’Amore che gli sposi si manifestano l’un l’altra, bisogna partire da qui per capire quanto è bello essere famiglia e rendere visibile e tangi-bile questa bellezza a chi si incontra!È vero, non sempre è facile vivere la famiglia e viversi nella famiglia, nessuno ha mai detto il contrario, spesso si sbaglia, a volte si fugge, e non più raramente ci si dimentica di quella bellezza a cui siamo chiamati, ma per questo non siamo soli! Facciamo parte di una Famiglia “allargata” il cui Padre ci è sempre vicino e ci ricorda che esiste la misericordia fatta di tenerezza e per-dono e ci mette a fianco altre famiglie che ci aiutano in questo. La bellezza della famiglia è anche questo, rendere straordinario l’ordinario che viviamo e non essere soli nell’affrontare la quotidianità e le difficoltà, perché fuggire e non scontrarsi con essa fa venir meno il senso dell’essere Fa-miglia, l’ importanza di essere, vivere e mani-festare una bellezza della Famiglia che attrae!

maria elena palladini

31 gennaio: Festa della Famiglia

La bellezza di essere famiglia

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Il Centro di Senologia della Casa di Cura Ambrosiana

Dr. Saro Oriana – Responsabile del Centro di SenologiaCasa di Cura Ambrosiana - P.zza Mons. Moneta, 1 - 20090 CESANO BOSCONE (MI)

Tel. 02.458761www.ambrosianacdc.it

Nel corso del 2002 la Casa di Cura Ambro-

siana di Cesano Boscone ha acquisito la col-

laborazione, in regime di convenzione, con

l’Istituto Nazionale Tumori di Milano per la

costituzione di un Centro di Senologia, dove

eseguire un programma di diagnosi precoce

e di terapia multidisciplinare dei tumori del

seno, disponendo in tal modo di casistiche

utili per l’attuazione di progetti di ricerca ine-

renti la patologia mammaria. L’attività del

Centro è iniziata nel febbraio 2003, secon-

do linee direttive concordate tra la Direzione

Scientifica dell’Istituto Nazionale Tumori e la

Direzione Generale della Casa di Cura Am-

brosiana, che hanno nominato coordinatore

responsabile del Centro stesso il dr. Saro

Oriana, dirigente medico dell’Istituto Tumori.

Il criterio principale che guida l’attività del

Centro è di eseguire tutti i servizi di diagno-

si e terapia all’interno della Casa di Cura.

Le visite senologiche sono effettuate setti-

manalmente presso apposito ambulatorio,

con periodicità concordata con le pazienti in

relazione al tipo di patologia. La diagnosti-

ca radiologica si avvale dell’esecuzione del-

la mammografia e dell’ecografia mammaria,

sia come esami periodici per lo studio delle

lesioni precliniche, sia come controllo com-

plementare alla visita e alla terapia eventual-

mente eseguita: è prevista l’esecuzione di

agobiopsia, anche sotto guida ecografica, di

aree dubbie e la centratura preoperatoria di

lesioni non palpabili con controllo radiologi-

co del pezzo operatorio durante l’intervento

chirurgico. Per quanto riguarda la terapia, gli

interventi chirurgici sono eseguiti con la col-

laborazione del’èquipe dell’U.O. di Chirurgia,

sia in regime di ricovero che in day hospital.

La terapia medica (chemioterapia e/o ormo-

noterapia) pre- e/o post-operatoria è pratica-

ta nella U.O. di Oncologia. Le pazienti sotto-

poste all’asportazione dei linfonodi ascellari

si avvalgono della fisioterapia per il recupero

funzionale dell’arto superiore. In considera-

zione delle problematiche individuali inerenti

alla neoplasia, è presente il supporto psico-

logico. Per la radioterapia sono in atto con-

venzioni con i servizi più vicini al domicilio

della paziente.

Sono attivi protocolli di ricerca clinico-spe-

rimentale con il Dipartimento di Biometria

dell’Università Statale di Milano con la quale

è stipulata una convenzione, e con il Diparti-

mento di Anatomia Patologica dell’Ospeda-

le S.Carlo di Milano, sui fattori prognostici e

predittivi di diagnosi precoce del carcinoma

mammario.

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Da Avvenire del 23 dicembre 2015

Per un Natale pluralema non confusoCaro direttore,è forse un mistero se e come i musulmani festeggino il Santo Natale di Gesù? In real-tà, bisognerebbe ricordare loro che la na-scita di Gesù è espressamente menzionata nel Corano e rappresenta veramente un mistero e un miracolo che inizia dalla stra-ordinaria purezza di sua madre Maryam, la cui nascita è immacolata anche secondo la tradizione islamica.Così, in molti Pesi del mondo arabo e asiati-co, cittadini cristiani e musulmani condivido-no la sensibilità per dei momenti “santi” che ogni dottrina insegna e festeggia in modo differente ma che, nel caso della nascita di Gesù, dovrebbe essere un’occasione di rin-novata fratellanza tra cristiani e musulmani anche in Occidente. Forse basterebbe tutto questo per sensibilizzare persino alcuni diri-genti scolastici che in Italia abusano del pre-testo delle differenze religiose per creare un “Natale attenuato” con la “integrazione” di elementi e note di colore che annacquano l’identità autentica di questo evento e av-vento storico e spirituale, scambiando così il culto con il “multiculturalismo” e il valore universale con un artificioso “universalismo” laicista. Quest’anno, una coincidenza simbolica ulteriore ci fa riflettere: il calendario lunare islamico, che è più corto di quello gregoria-no, fa coincidere la vigilia del Santo Nata-le di Gesù con la ricorrenza della nascita di Muhammad, il profeta servitore messaggero del’islam. Mawlid Nabawiyy, la nascita pro-fetica, è il termine islamico che viene comu-nemente usato per questa festa musulmana che commemora la nascita del sigillo della Profezia, come viene chiamato Muham-mad, ultimo di una catena profetica che ini-zia da Adamo passando da una successio-

ne benedetta nella quale sono menzionati Noè, Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Mosè, Aronne, Giovanni il Battista e Gesù, la cui qualità spirituale straordinaria è riconosciuta dai maestri.Paradossale che il fondamentalismo islami-sta, oltre a negare il culto dei santi e profa-nare le loro opere, tombe e moschee, nega persino la festività del nostro Profeta con la scusa di un puritanesimo che abbiamo già visto in altre epoche storiche. Per celebra-re rispettosamente e degnamente questa doppia ricorrenza natalizia, i musulmani dovranno evitare che quella componente ambigua di agitatori politici del radicalismo possa creare artificiose contrapposizioni o schiocche competizioni tra feste, figure pro-fetiche e sante, confessioni religiose e iden-tità culturali. Ciò che i nostri giovani musulmani italiani possono veramente celebrare e testimo-niare è il mistero di Dio che unisce in questo giorno di festa due cicli di calendari diversi, la nascita di due maestri di spiritualità che hanno dato origine a due comunità di cre-denti. Permettere che questa “vigilia dei Natali” sia una occasione eccezionale per onorare questo mistero e questi maestri, che hanno la loro specifica funzione sacrale e di insegnamento rituale, può forse aiutare tutti i credenti a cogliere anche il profondo mi-racolo della fratellanza e della condivisione nell’amore di Dio e del prossimo, un amo-re senza sconti, senza consumismo e senza confusioni ma vero amore per il Misericor-dioso.

yahya pallavicinivicepresidente comunità religiosa islamica

italiana e direttore del Comitato per il dialogo interreligioso

della moschea di Roma

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“Dal 2 settembre 2015 al 10 gennaio 2016 a Palazzo Rea-le di Milano una sequenza di capolavori assoluti per la pri-ma volta in un'unica mostra”: questo fu l’inizio del nostro pro-getto. Ma su cosa abbiamo lavorato? La mostra “Giotto. L’Italia” porta in città un artista protagonista della nostra sto-ria, una testimonianza artistica e culturale del nostro paese. Le insegnanti e gli alunni della scuola primaria Bramante han-no deciso, per questo motivo, di lavorare tutte insieme su questo autore, presentando poi il la-voro svolto ai genitori, in occasione della festa di Natale della scuola. Ogni docente è partito da un’opera e, dopo averla analizzata, ha costruito un percorso adatto all’età dei suoi studenti che prendesse in considerazione il loro vissuto: l’affet-to di Maria per Gesù ha fatto nascere una rifles-sione sui loro affetti, espressi con parole e gesti particolari; il viaggio di Maria, Gesù e Giuseppe in Egitto li ha fatti riflettere sui loro spostamenti, più o meno voluti, desiderati; l’annuncio dell’an-gelo a Maria e la sua disponibilità nel diventare madre di Gesù ha stimolato una riflessione sulle loro esperienze di accoglienza. Con gli alunni più grandi poi è stato fatto un

confronto con le storie e i vissu-ti che ci circondano allargan-do lo sguardo anche a fatti recenti. Sono state coinvolte molte discipline: italiano, arte e immagine, storia, geografia, tecnologia e persino mate-matica. Come insegnante di religione ho utilizzato questo autore per raccontare l’avve-nimento della nascita di Gesù attraverso il linguaggio dell’ar-te, molto immediato e accat-tivante. Gli alunni hanno viag-

giato indietro nel tempo, hanno conosciuto la vita del pastorello Giotto, sono entrati in modo virtuale nella Cappella degli Scrovegni di Pado-va, hanno sperimentato come ciò che li circon-da sia frutto di una storia che viene da lontano, ma che attraversa il nostro paese da secoli: una storia che ha contribuito a fare dell’Italia uno dei posti più belli e ricchi di storia da visitare. Abbiamo voluto far conoscere tutto questo a tutti i nostri alunni, italiani e stranieri,per permet-tere loro di sentirsi un po’ di più parte di questo paese, per cominciare a comprenderlo meglio, per sapere e quindi di essere liberi di scegliere in modo più consapevole… anche di parteci-pare o meno all’ora di religione a scuola.

cristina danesi

In gennaio si sceglie per l'ora di religione

La bellezza parla di Dio

“Lunedì 21 Dicembre, la scuola materna Maria Bambina di Cesano Boscone, ha interpretato la recita di natale presso la parrocchia di San Giovanni Battista.La recita è stata organizzata dalla coordinatrice dell’asilo Suor Silvia Pasotti e dalle insegnanti, ha visto la messa in scena della natività di Gesù e l’interpretazione dei valori dell’amicizia.Al termine i bambini hanno cantato tutti insieme una canzone natalizia e, per finire, i remigini hanno intona-to una canzone in inglese; corso che viene introdotto nell’ultimo hanno di scuola materna.Le suore, le insegnanti e i bambini con le loro famiglie, alla fine della recita hanno ricevuto la gradita sorpresa da parte di Babbo Natale.” Saluti, Floriano Erario

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Alla messa delle 10.00 con gli ospiti è stata aperta dal vicario

mons. Michele Elli la porta santa e nel pomeriggio si è svolto il primo

pellegrinaggio fatto dalle nostre parrocchie. Diciamo grazie a Dio, a papa Francesco e al cardinale

per aver permesso questo storico evento!

13 dicembre 2015

Si apre la porta santain Sacra Famiglia

Faccio parte della piccola associazione "Ami-co Senegal", che si occupa soprattutto della scolarizzazione dei bambini di due orfanotrofi. I bambini però hanno bisogno di essere anche nutriti e vestiti. Per questo raccolgo indumenti: controllo che siano in buono stato e puliti. È un lavoro che mi occupa molto tempo ma che mi rende anche molto felice. Rivedo la gioia nei loro occhi quando, scalzi e svestiti, rice-vono i vestitini nuovi e le scarpe. In quel mo-mento mi accarezzano e mi sfiorano come se accarezzassero un bene prezioso. Questa loro gratitudine mi fa dimenticare la fatica della lunga preparazione del container e del lungo viaggio per arrivare in Senegal. Mi sembra che la mia vita abbia più senso: quando parto per portare aiuto e amore a chi non ha nulla tor-no sempre più ricca. Non posso dimenticare la felicità di un bimbo per un dono grandissimo, che per noi è solo un indumento scartato.

regina

Vestire gli ignudiOpera di Misericordia Corporale

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CENTRO CARITAS SAN GIUSTINO MARTIRE Il centro svolge da anni opera di volontariato nel-la parrocchia di San Giustino.Tutti i lunedì pomeriggio, dalle 15 alle 17, alcu-ne volontarie provvedono alla distribuzione di vestiario che, in genere, è offerto dai nostri par-rocchiani e viene da noi selezionato scegliendo i capi più puliti ed in buone condizioni. Le persone che fanno richiesta di indumenti (italiani, no-madi e stranieri di diversa cultura ed età) sono numerose e cerchiamo di soddisfare i loro biso-gni distribuendo tutto quello che è nelle nostre disponibilità (coperte, abiti, scarpe e biancheria).L'approccio con gli utenti non è dei migliori in quanto, mentre le donne accolgono di buon gra-do quello che possiamo dare, gli uomini, a volte, sono più esigenti ed hanno un atteggiamento di prepotenza. La nostra esperienza con i profughi ospitati presso l'Istituto Sacra Famiglia è stata positiva.

GRANDE SUCCESSO DELL’INIZIATIVA EMERGENZA FREDDO PER I SENZATETTO

PROMOSSA DALLA COMUNITÀ PASTORALE MADONNA DEL ROSARIO

E DALL'ASSOCIAZIONE CIVITAS SO.L.E.Nei giorni 12 e13 novembre alcuni volontari della Comunità Pastorale Ma-donna del Rosario, e dell'Associazione Civitas SO.L.E. hanno organizzato,sul sagrato delle tre parrocchie di Cesano Boscone, una raccolta di indumen-ti invernali, coperte, giubbotti, trapunte, piumini, sacchi a pelo e scarpe da destinare ai senza tetto, attraverso le associazioni “CITY ANGELS” e “Opera San Francesco” di Milano, entrambe impegnate ad assistere i più bisognosi e i senza tetto.A nome di queste Associazioni desideriamo ringraziare le oltre duecento fa-miglie cesanesi che hanno risposto con tanta generosità al nostro appello e ci hanno permesso di raccogliere moltissimo materiale, da consegnare quanto prima agli Enti interessati.Ci è sembrato un bel modo di essere attenti ai bisogni degli altri, soprattutto degli ultimi e la cosa più importante è che si è trattato di un gesto corale, di tutta la città.In questa occasione abbiamo voluto ricordare nell'Anno Santo della Miseri-cordia una delle opere di misericordia corporale “vestire gli ignudi” proprio in concomitanza dell'Apertura della Porta Santa presso la chiesa dell'Istituto Sacra Famiglia.GRAZIE A TUTTI e… alla prossima iniziativa.

Il peccato agli occhi della fede, è la peg-gior disgrazia che possa capitarci. Dare una mano al fratello perché se ne liberi, significa volergli bene davvero. “Chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore – scrive l’apostolo Giacomo – sal-verà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati” (Gc 5,20). E la Lette-ra ai Galati: “Quando uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito cor-reggetelo con dolcezza. E vigila su te stes-so per non cadere anche tu in tentazione” (Gal 6,1). La correzione fraterna è però iniziativa deli-cata e non priva di rischi. Non bisogna mai perdere di vista la pungente parola del Si-gnore: “Come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo oc-chio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave?” (Mt 7,4). Così pregava a questo proposito sant’Ambrogio: “Ogni volta che si tratta del peccato di uno che è caduto, concedimi di provarne compassione e di non rimprove-rarlo altezzosamente, ma di gemere e pian-gere, così che mentre piango su un altro, io pianga su me stesso”. E sarà bene in ogni caso restar persuasi che “la miglior corre-zione fraterna è l’esempio di una condotta irreprensibile”.Quando dunque siamo tenuti a correggere il nostro prossimo? Quando siamo certi ch'e-gli è caduto in peccato e quando si sono vagliate le conseguenze che ne potrebbe-ro derivare; quando cioè, c'è probabile spe-ranza che la persona da correggere, una volta che sia da noi avvisata e corretta, si emendi. Se si prevedesse invece che la cor-rezione non servisse ad altro che ad inasprir-la maggiormente e a farla cadere in nuovi difetti, allora si dovrebbe tralasciareCon prudenza: avendo riguardo al tem-peramento e alla condizione sua, adope-

rando le maniere più adatte e più proprie per guadagnarlo a Dio. Al momento op-portuno: scegliendo il luogo e il tempo più adatto, ora usando parole alquanto forti, ora usando parole dolci, ed usando anche le preghiere. Ordinariamente occorre usare sempre preghiera e dolcezza, perché que-ste tutto possono e piegano anche i cuori più duri. Nella valenza più universale e più sostanzio-sa, questa terza proposta di bene ci insegna che appartiene alla missione propria della Chiesa adoperarsi perché non si perda nel-la coscienza comune il senso di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. Secondo la suggestiva pagina che apre la sacra Scrit-tura, l’azione creatrice di Dio comincia con una distinzione tra la luce e le tenebre (cfr. Gen 1,4), così come l’inizio della catastrofe dell’uomo è dato dal miraggio di diventa-re come Dio padroni del bene e del male (cfr. Gen 3,5). Perché tutto non ricada nel caos primitivo e perché il suggerimento sa-tanico non prosegua il suo avvelenamento dei cuori, bisogna senza scoraggiarsi chia-rire agli uomini che solo la legge di Dio è la misura della moralità dei nostri atti e che distinguere il bene dal male è la premessa indispensabile per una vita che sia davvero umana. E questa è la terza misericordia del-la Chiesa.

Ammonire i peccatoriOpera di Misericordia Spirituale

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Tra il 18 e il 25 gennaio, come ogni anno, si svolgerà la “settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”. Due le iniziative organizzate nel no-stro decanato: giovedì 14 gennaio, alle ore 21, verrà proiettato il film Luther - ge-nio, ribelle, liberatore (2003) di Eric Till con Joseph Fien-nes, con presentazione e dibattito, presso il salone della parrocchia di sant’Antonio da Padova (piazza Giovan-ni XXIII, Corsico), e giovedì 21 gennaio, alle 21, sempre presso la chiesa di Sant’Antonio si terrà un incontro di preghiera presieduto da un pastore luterano. Agli incontri sono in-vitati i fedeli di tutte le confessioni cristiane e quanti pregano «perché tutti siano una sola cosa» (Gv 17,21). Quest’anno si è scel-to di privilegiare la figura di Martino Lutero (1483-1546), per l’imminenza del quinto cen-tenario della Riforma protestante, iniziata dal teologo tedesco secondo la tradizione con l’affissione delle sue 95 tesi alle porte del duomo di Wittemberg nel 1517. È significati-vo che l’anniversario sia celebrato a ridosso del giubileo straordinario dedicato da papa Francesco alla misericordia perché, come ri-cordava Benedetto XVI nel discorso pronun-ciato ai protestanti evangelici nell’ex con-vento degli agostiniani di Erfurt, dove Lutero era divenuto prete: «Ciò che [al riformatore] non dava pace era la questione su Dio, che fu la passione profonda e la molla della sua vita e dell’intero suo cammino. “Come pos-so avere un Dio misericordioso?”». Dunque non la corruzione dei chierici, o la vendita delle indulgenze, ma la preoccupazione per la salvezza animava l’impegno di Lutero per la riforma della Chiesa, vale a dire la ricerca di una giustizia profonda che potesse dare

un senso alla vita e poggiasse sulla roccia dell’amore di Dio. Lutero scoprì che tale amore era percepibile in Gesù Cristo, piena rivelazione della miseri-cordia divina, e la fede per lui diventava efficace nell’aga-pe, cioè nell’amore di carità cui sono chiamati coloro che sono in Cristo. Su tale punto, cattolici e protestanti, dopo

secoli di incomprensioni, hanno trovato final-mente un accordo, come recita un recente documento del dialogo cattolico-luterano (1983): «Tutta la nostra speranza di salvez-za si fonda su Cristo Gesù e sul Vangelo per mezzo del quale è rivelata la buona novella dell’azione misericordiosa di Dio in Cristo; noi poniamo la nostra fiducia ultima unicamen-te nella promessa di Dio e nella sua opera salvifica in Cristo». Il simbolo dell’ecumeni-smo riassume questo pensiero: la figura è do-minata dalla croce in cui però non compare Cristo crocifisso per alludere alla sua resurre-zione, la posizione della croce leggermente sbilanciata verso l’alto dice l’essere Gesù figlio di Dio, redentore dell’uomo; la barca parla della Chiesa, che naviga nel mon-do, pur essendogli eccendente, ma anche dell’umanità, a cui Dio offre la sua salvezza. La scelta di un termine greco rievoca poi la centralità della Scritture nella vita del cristia-no. Tutti i cristiani – cattolici, protestanti, orto-dossi – condividono il patrimonio di fede fon-damentale, corrispondente al periodo della Chiesa indivisa: il Battesimo e, con diverse interpretazioni, l’Eucaristia come sacramenti centrali per la salvezza; la fede nel Dio trini-tario che si è rivelato ad Israele e in maniera piena in Gesù Cristo; la centralità della Bib-bia nella riflessione e nella vita cristiana.

fabio bressan

Unità dei cristiani: iniziative in decanato

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La preghiera per l’unità dei cristiani coinvolge ov-viamente anche la Chiesa ortodossa che, oggi, in Italia, costituisce la seconda confessione religiosa per numero di fedeli dopo il cattolicesimo. Alcune informazioni per conoscerla meglio. Lo Scisma d’Oriente. Sostanzialmente, eccetto le Chiese pre-calcedoniane (i Copti), i cristiani rima-sero uniti nella stessa Chiesa fino al 1054 quando si consumò, per diversi motivi, una frattura tra l’Occi-dente (cattolico) e l’Oriente (ortodosso).Sensibilità. L’Oriente eredita la tradizione intellet-tuale dell’antica Grecia e lo spirito religioso che privilegia la contemplazione, la preghiera, una visione dinamica della realtà spirituale. Diversa-mente, gli occidentali sono eredi della tradizione giuridica romana; più attivi in campo caritativo e culturale, hanno sviluppato maggiormente il sen-so del diritto, delle istituzioni, pur risentendo di una certa rigidità dottrinale. La storia. L’ Occidente e l’Oriente subiscono l’in-flusso della divisione dell’impero romano nella sua parte latina (Roma), e greca (Bisanzio, oggi Istànbul). L’impero d’Oriente sopravvisse di quasi mille anni a quello d’Occidente ed ebbe rapporti difficili con l’Europa. Il patriarca di Costantinopoli doveva convivere con l’imperatore che eserci-tava un certo potere anche sulla Chiesa. In Oc-cidente, il vescovo di Roma rimase l’unica figura universale di riferimento.Lo Spirito santo. Nel Concilio spagnolo di Toledo (589) i cristiani d’Occidente avevano modificato la formula del credo niceno-costantinopolitano, senza discuterne con gli orientali. In un passaggio del credo si aggiunse l’espressione “dal Figlio”: «Credo… nello Spirito santo che è Signore e dà la vita e procede dal Padre [e dal Figlio]. Con il Pa-dre e il Figlio è adorato e glorificato…». Gli orientali non riconoscono valida tutt’ora questa modifica, perché ritengono che lo Spirito santo, appaia in tal modo subordinato al Figlio mentre dovrebbe esse-re sullo stesso piano (le “due mani di Dio”). Eucarestia. La Chiesa cattolica riconosce l’auten-ticità dei sacramenti impartiti dai sacerdoti orto-dossi, in forza della successione apostolica; quindi è possibile «una certa comunicazione nelle cose sacre» (UR 15). Tutti e tre i sacramenti dell’iniziazio-

ne cristiana sono conferiti ai catecumeni, anche bambini, nella stessa celebrazione. Nelle Chiese ortodosse non c’è il tabernacolo per l’Eucarestia, poiché, dopo la consacrazione, deve essere con-sumata tutta durante la celebrazione della divina Liturgia. L’altare delle chiese ortodosse è chiuso da un pannello decorato pieno di icone che lo sepa-ra parzialmente dai fedeli, per rispetto del mistero.Il Papa. Secondo gli orientali, con le riforme di Gre-gorio VII (1073-1085) Roma ha trasformato il pri-mato del Papa, che gli era riconosciuto da tutte le Chiese, in un potere assoluto, mentre il primato deve intendersi in un “primato d’amore”, che vi-gila e conserva la piena comunione delle chiese locali. Chiese autonome. I cristiani di Oriente riconoscono il primato onorifico del patriarca di Costantinopoli, ma di fatto si raccolgono in Chiese nazionali, con a capo un proprio patriarca, eletto da un sinodo dei vescovi.I riti liturgici. La preghiera liturgica degli ortodossi si distingue per solennità dei riti ed anche per lun-ghezza - con Dio, come tra gli innamorati, non ha senso misurare il tempo -. Con lo splendore della liturgia si vuole suggerire simbolicamente la gloria di Dio sulla terra, un’anticipazione del paradiso. Le icone. Le immagini sacre sono molto importanti, segnalano la presenza della Trinità, della Vergine Maria e dei santi tra gli uomini. Di secolo in secolo le icone ripetono sempre gli stessi modelli (archetipi) e in genere sono dipinte da monaci che quando le preparano pregano intensamente e digiunano. I sacerdoti ortodossi che in genere portano la bar-ba, simbolo di saggezza, possono sposarsi solo pri-ma di essere ordinati preti ma se, coniugati, non possono diventare vescovi. Perciò questi vengono scelti tra i monaci. I monasteri sono il centro della cultura teologica e della spiritualità orientale.

fabio bressan

I cristiani ortodossi

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Mercoledì 27 gennaio 2016, alle ore 21.15, An-drea e Fabio presentano al pubblico del Cri-stallo la satira antinazista di Chaplin che vede come protagonista principale proprio il grande attore e regista londinese, accanto a Paulette Goddard (che è stata anche sua compagna nella vita), Henry Daniell, Jack Oakie, Billy Gil-bert e Reginald Gardiner.La versione restaurata dell'indimenticabile e discussa pellicola del 1940 esce a gennaio nelle sale, recuperando con cura il sonoro: Chaplin, che ha segnato straordinariamente la storia del cinema muto, non solo parla, ma imita perfettamente la voce di Hitler! Nel 1941 il film ha ottenuto cinque candidature all'Oscar e nel 2000 l'American Film Institute lo ha anno-verato al 37° posto nella classifica delle 100 mi-gliori commedie americane di tutti i tempi.

TramaIl barbiere ebreo Charlot di una cittadina te-desca perde la memoria a causa di un inci-dente aereo durante la prima guerra mondia-le. Quando dopo alcuni anni ritorna nella sua città, non sa che il Paese è dominato dalla dit-tatura di Hynkel (Hitler) e gli ebrei vengono per-seguitati; Charlot è costretto a fuggire, gliene capitano di tutti i colori, ma la sua incredibile somiglianza con il dittatore gli offre l'opportu-nità di pronunciare per la sua amata Hannah e al mondo intero un discorso intriso di umani-tà, dove egli, invece di annunciare l'invasione dell'Ostria (Austria), dichiara di credere in un mondo giusto e pacifico, proclamando l'ugua-

glianza, l'amore e la solidarietà tra gli uomini. La scena più celebre e suggestiva di tutto il film è forse quella in cui Hynkel, sulle note dell’o-verture del “Lohengrin” di Wagner, danza nel suo studio con un grosso mappamondo, fino a quando lo stesso mappamondo non gli esplo-de fra le mani.Ne “Il Grande Dittatore” è rappresentata la follia umana, il dolore degli uomini, la farsa, la tragedia, la pantomima (la prima parte ci può ricordare “Charlot soldato”); c’è la storia de-gli uomini oppressi, la guerra sempre ingiusta. L’apice del film si raggiunge però nell’epilogo, dove Chaplin accantona le risate, le gag, i frizzi e i lazzi per rivolgersi allo spettatore seria-mente; smette di essere un personaggio, non è Hynkel, non è il barbiere, è se stesso. I suoi occhi fissano lo spettatore, occhi che non la-sciano scampo al messaggio di speranza, oc-chi che non perdonano la negligenza; occhi di un uomo spogliato dei suoi personaggi, con le sue idee di libertà.

Le altre date della rassegna GiovaniIl cineforum al Cristallo è a cura di Andrea e Fabio, i vincitori del concorso “Schermo ai giovani!”. Nel 2016 hanno in programma una rassegna di film, grazie al sostegno di Fonda-zione Cariplo, nelle seguenti date: 27 genna-io, 1 marzo, 22 marzo, 26 aprile, 24 maggio, 21 giugno. Per essere aggiornati sui titoli e sulle iniziative della sala è possibile iscriversi gratui-tamente alla newsletter dal sito www.cristallo.net oppure seguire la pagina Facebook del Cristallo. Tutti possono partecipare. Andrea e Fabio vi aspettano!

laura rizzi

Ospite della serata: don Gianluca Bernardini, Presidente dell’Associazione Cattolica Eser-centi Cinema (ACEC) per la diocesi di Milano e la Lombardia, referente diocesano per il ci-nema e il teatro.

“Il Grande Dittatore” di Charlie Chaplin in versione restaurata: il cineforum al Cristallo per il Giorno della Memoria

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Dal 20 al 22 novembre i preado di prima, seconda e terza media hanno vissuto il ritiro di Avvento presso la casa alpina di Cham-porcher, accompagnati da don Michele, dal seminarista Luca e da noi educatori. Durante i tre giorni passati in-sieme, abbiamo avuto molte occasioni per riflettere sul tema dell’Avvento attraverso anche l’analisi della facciata della Natività della Sagrada Familia. Prendendo spunto dalle figure rappresentate nella Natività e dal significa-to che portavano con sé, i ragazzi sono ri-usciti a immedesimarsi nella situazione e a far emergere temi importanti per la loro vita: l’esigenza insita in ognuno di noi di sentirsi amati e voluti e la gratitudine per avere in-contrato il Signore.

Grazie alle riflessioni fatte dai ragazzi, questa esperienza ha significato mol-to anche per noi educatori perché, vedendo che chi accompagniamo in questo percorso si mette in gioco e si lascia interpellare dalle doman-de di significato dell’esistenza, ha permesso anche a noi di condivide-re con loro la nostra esperienza e di vivere appieno ogni momento. La bellezza di questi giorni vissuti si è

protratta anche dopo essere tornati a casa, infatti i giovani continuano con entusiasmo questo cammino e crescono nella loro ami-cizia con Gesù, aiutati anche dai loro edu-catori e don durante gli incontri settimanali del gruppo preado.

cecilia e caterina

I ragazzi delle medie a Champorcher

Qualità, Esperienza e Professionalità,per riscoprire i piaceri della tavola.

F.lli Madaffari dal 1970 a Cesano Boscone

Via Mazzini, 10 - Tel. 024584071- Fax. 024585030