Amici di Montemario n.258

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Anno XLII - Dicembre 2010 - Roma, mensile 258 258 Una nuova presenza nel panorama da Monte Mario: il Ponte della Musica (a pagina 5).

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mensile n.258

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Anno XLII - Dicembre 2010 - Roma, mensile

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Una nuova presenza nel panorama da Monte Mario: il Ponte della Musica (a pagina 5).

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Anche questo è Monte Mario

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Rivista mensile editadall’Associazione

AMICI DI MONTE MARIO

Direzione, redazione e pubblicità00135 Roma Belsito

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Coordinatore di redazioneMARIELLA CASINI-CORTESI

In redazioneLUCIANA FRAPISELLI

ANNAMARIA MARCHESINIFRANCESCO ROCCO

MARIA ROSSARO

Ha collaborato a questo numeroGEMMA HARTMANN

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Incisione e stampaSEA, TIPOLITOGRAFIA s.r.l.

Via Cassia bis km 36,300 - Nepi (VT)Tel. 0761 527323 / Fax 0761 527323

Reg. Tribunale di Roman. 12985 del 18-9-1969

Numero chiuso il 7 dicembre 2010

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che purtroppo si riapre puntual-mente dopo il maltempo: unabuca “lunga” da segnalare è suvia Marello all’incrocio conla via Boccea, ed una buca for-mata da tombini si trova sul trat-to di via Monte del Marmo travia Azzano d’Asti e via Gron-dona, andando verso via Gron-dona. Altra serie di buche dasegnalare sono su via G. Nico-letti, ed una buca è presente suvia Viara de Ricci andando (euscendo) da via Ellero versol’incrocio con via dei Bruno. Inpiù segnalo che in vari quartieridi Roma ci sarebbero da ripas-sare con la vernice nera i nomidelle strade sulle targhe dimarmo perché sono sbiaditi;anche i numeri civici sono spes-so sbiaditi, ma a questo dovreb-bero pensarci gli amministratoridei condomini. Volevo poisegnalare anche che su via dellaGiustiniana a volte la mattina sitrova qualche sacchetto diimmondizia “fuori posto”: evi-dentemente alcuni “incivili”provano a fare centro nei casso-netti con la macchina in movi-mento. E per finire, mi chiedevose potrebbe essere utile mettereun segnale stradale sulle stradetipo via della Giustiniana, viaMonte del Marmo e simili, conscritto “pedoni sul lato oppo-sto”. Ed anche per ora è tutto, arisentirci alla prossima.

Alessio Podda

Scomparso un trattodi via della BalduinaTra gli sport meno conosciutic’è quello di occupare un terre-no abbandonato, cominciare adutilizzarlo e recintarlo, e dive-nirne proprietari, dopo un ven-tina d’anni, per la c.d. “usuca-pione legale”. Quando unbosco, o un terreno di campa-gna cambiano così il proprieta-rio, il problema è relativo.Quando si tratta però di un ter-reno comunale, o destinato astrada, il problema riguardatutti, ed è la collettività che ciperde. Nel nostro quartiere cisono, eclatanti, quattro o cin-que di queste condizioni, checoinvolgono il Comune, equalche personaggio di rilievo.Una è quella di via della Bal-duina, che, secondo il PianoRegolatore del 1971, termina-va su via Massimi con unabiforcazione. Negli anni 70,uno dei due rami fu espropria-to e sistemato (costituisce l’at-tuale ultimo tratto, all’altezzadel civico n 311); l’altro fudato dai proprietari al Comunein cambio delle vicine licenzedi costruzione (di via Massimi91 e sempre via della Balduina311/Massimi 95). La sistema-zione di questo secondo trattofu rinviata per mancanza difondi. Il terreno è rimasto perdecenni a disposizione dei cit-

tadini, abbandonato ed incolto.Un paio d’anni fa, il nuovoproprietario succeduto ad unodei due confinanti (la dittaRezza) se lo è ripreso: vi hasubito costruito una rampa, ealtre opere edili. Anche l’altroconfinante si è ripresa la suavecchia metà e ne ha sistematauna parte. Conclusione: labiforcazione è “scomparsa”, enon abbiamo dubbio che fraqualche tempo scompariràanche dalle piante urbanisti-che. Ciò è avvenuto in barba

alla destinazione (ancor oggi,di strada pubblica) e sotto gliocchi degli Uffici Comunali edei Vigili Urbani, nient’affatto“vigili”, e tutti bene informati.

M.C. (lettera firmata)

Piazzale AmmiraglioBergamini, ultimo attoIn via degli Ammiragli, in altoai piedi di Monte Mario, sulpiazzale Ammiraglio Bergami-

segue a pagina 14

A volte non ritornanoEra esasperata. I piccioni avevano fatto i nidi nella grondaiae ogni mattina volavano fino al suo terrazzo lasciando ilsegno ovunque, sul pavimento di travertino e sul bordo delparapetto. Erano arrivati a becchettare l’insalatina che avevaappena seminato nei vasi di limone. E pensare che c’eranosignore che li nutrivano attirandoli con mangime e mollichedi pane e di dolce. Il problema era stato perfino posto all’ordine del giorno nellariunione di condominio e aveva scatenato un lite furiosa trachi è per i pennuti e chi decisamente no.Doveva agire da sola. Dopo inutili tentativi, compreso unospaventapasseri artigianale, fatto con avanzi di un vecchiovestito tutto colorato infilato su una scopa, alla fine dell’esta-te aveva fatto lavare le lastre di travertino con un prodottosbiancante per la biancheria. La pietra era diventata bianca,con la complicità del sole caldo di settembre e in poco tempoi piccioni erano scomparsi.In zona, grazie ad una offerta del vicino supermercato – dueconfezioni al posto di una – è iniziata una guerra…senzaquartiere al povero volatile.Anche questo è Monte Mario

S.G.

Notiziario delle bucheSono di nuovo Alessio ed anchequesta volta Vi scrivo persegnalare qualche buca stradale,

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Recentemente, nella mostra“La Campagna Romana daibamboccianti alla Scuola

Romana” che si è tenuta al Vitto-riano, era esposto un acquerelloattribuito a François (Franz) Kei-serman intitolato Pellegrini allependici di Monte Mario. L’acque-rello, dipinto su carta, misura63x47 centimetri e appartiene aduna collezione privata.Fra la folta vegetazione di pini ecipressi spunta, come un grandefiore, nel centro, la cupola di SanPietro e un pellegrino, sedutosistanco per il lungo viaggio, colbordone ancora in mano, si è toltoil cappello in segno di venerazio-ne, mentre due altri compagni, piùbaldi, lo precedono nella discesadal monte verso la meta agognata.La vegetazione, rappresentata det-tagliatamente, svela l’influenzadel maestro del pittore, A.L.R.Ducros.L’acquerello, tutto su toni di verdescuro e dorati, ha l’apparenza diun arazzo, delicatissimo. FrançoisKeiserman (Yverdon, Svizzera1765 - Roma 1833) era parentedella famiglia di pittori Knébel.Nel 1785 partì per Roma e quidivenne allievo del Ducros.Dimorò dapprima in via degli OttoCantoni, ora scomparsa, in casadel maestro e poi in piazza di Spa-gna 31. Divenne tanto celebrecome paesaggista che eminentipersonalità italiane e straniere,come il principe Borghese e ilprincipe Sachsen-Gotha si dispu-tarono le sue opere. Ospitò Barto-lomeo Pinelli che dipingeva lefigure dei personaggi che anima-vano i suoi acquerelli. Ospitò poiil cugino Jean-François Knébel e,dopo la morte di quest’ultimo,l’altro cugino Charles-François,che poi adottò e lasciò erede deisuoi beni.In netto contrasto con l’acquerellodi Keiserman è il quadro ad olio diDietrich Wilhelm Lindau, espostonella Biennale dell’Antiquariato aPalazzo Venezia, nello stand del-l’antiquario Paolo Antonacci.Anche l’olio di Lindau rappresen-ta un gruppo di pellegrini accom-pagnati da un prete, abbigliati neicaratteristici costumi laziali. Infat-ti il quadro è un pretesto del pitto-re tedesco per illustrare i pittore-schi costumi che tanto affascina-vano i “forestieri”: non solo i tede-schi, suoi connazionali, ma anchegli inglesi, come Sir Charles LockEastlake, i francesi, gli svizzeri, idanesi, ed anche gli americani acominciare da Benjamin West, chenel 1760 fu il primo pittore statu-nitense a venire a Roma per studio

Dietrich Wilhelm Lindau (Dresda 1799-Roma 1862), Viandanti in arrivoa Roma dalla via Trionfale, olio su tela cm 51x70,5. Firmato e datato in bassoa destra Dietrich Lindau Roma 1825. Collezione privata.

che fu seguito da un gran numerodi pittori e scultori, che tutti furo-no affascinati, non soltanto daimonumenti dell’antica Roma,come il Foro Romano o il Colos-seo, ma anche e soprattutto daicostumi dei contadini e contadinedella “Campagna” e li dipinsero,come li avevano veduti sulla scali-nata di piazza di Spagna, dove sioffrivano come modelli.Il Lindau, nato nel 1799 a Dresda,fu allievo di Christian FerdinandHartmann. Giunse a Roma nel1821 e aprì uno studio in via Mar-gutta 76. Fu molto stimato dalloscultore danese Thorvaldsen. Fuuno dei fondatori dell’associazio-ne di artisti tedeschi che partecipa-vano alla feste nelle grotte di Cer-vara che egli immortalò in unacelebre tela. Lindau morì a Romanel 1862 ed è sepolto nel cimiteroacattolico presso la Piramide diCaio Cestio. È commovente nota-re qui come molti pittori stranieri,quali Keiserman e Lindau, venutia Roma per un breve soggiorno distudio, vi rimasero invece per tuttala vita, come per esempio Boguet,Catel, Coleman, Müller, Poussin,Strutt, Van Bloemen, Van Wittel emolti altri. Anche i musicisti furono attrattidal tema “pellegrinaggio”. I pelle-grini arrivati sull’alto di MonteMario, che donava loro la gioia discorgere, per la prima volta, labasilica di San Pietro e che perciòera chiamato Mons Gaudii, Montedella Gioia, si inginocchiavano eintonavano un inno latino che risa-liva all’VIII secolo il cui testorecitava così: O Roma nobilisorbis es domina.Il testo fu messo in musica dinuovo nel 1879 dal celebre FranzLiszt, ungherese, e prima di lui tra-scritto per quattro voci da Giusep-pe Baini (1775-1844), studioso diPier Luigi da Palestrina e composi-tore di musica sacra, fra cui unfamoso “Miserere”. Qui crediamointeressante riprodurre l’incisione-che orna l’incipit dello spartito diquesta trascrizione (con accompa-gnamento di pianoforte) in un’edi-zione tedesca del 1846. Essa rap-presenta un gruppo di pellegriniche incedono verso la cupola diSan Pietro fra i pini e i cipressi diMonte Mario e gli archi dell’ac-quedotto Traiano che passavanonella Valle Aurelia. Abbiamo volu-to riprodurre questa incisione perdimostrare come il pellegrinaggioper la via Francigena, che sembraessere riscoperto oggi, fosse inveceancora presente nell’Ottocentopresso gli artisti stranieri.

Luciana FrapiselliIncisione del capolettera dell’incipit dell’inno O Roma Nobilis.Hannover 1846.

François (Franz) Keiserman (1765-1833), Pellegrini alle pendicidi Monte Mario, acquerello su carta cm 63x47. Collezione privata.

Immagini di pellegrinaggio

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ZodiacoLucchetti anche qui

brevi dai quartieri

Monte Mario altoBenvenutimarciapiedi!I cittadini di Monte Mario alto hannoaccolto con molto favore la realizzazio-ne dei marciapiedi su alcune strade delquartiere ed auspicano che la provvi-denziale opera continui presto, peroffrire agio e sicurezza lungo tutti gliitinerari. Peccato che la penosa situa-

Monte Mario altoChe cosadocumentano le FS?

Ci si lamenta da anni, ma non si riescead eliminare la coda che troppo spessosi forma in direzione via Trionfale. Lacausa principale è la difficoltà dideflusso su via Trionfale, per risolverela quale si installò molto tempo fa unimpianto semaforico, poi messo al lam-

Nonostante numerose segnalazioni,non sono stati ancora spostati dei cas-sonetti per i rifiuti che, a chi percorrevia della Camilluccia in salita, riduco-

Le brecce che si vedono nella foto,nella recinzione del parco lungo viadel Parco Mellini, sono state giàriparate, ma sono evidente segno difrequentazioni non casuali e illecitenelle ore di chiusura. Si è installato nelparco qualcuno, che avrà già trovatoun’altra via per entrare ed uscire? Vi sisvolgono particolari eventi notturni?

A dieci anni dalla conclusione dei lavo-ri di ristrutturazione della tratta urbanadella FR3, in via Trionfale è semprepresente un cartello che indirizza versoil Centro di informazione e documenta-zione a suo tempo allestito presso lastazione Monte Mario. Di che cosa sipotrebbe oggi dare informazione edocumentazione: dei ritardi, delle corsesaltate, dell’affollamento sui treni,dello stato di abbandono delle fermate?

L’opinabile moda di disseminare luc-chetti a testimonianza di amori speratieterni, nata a Ponte Milvio, è arrivataanche in cima a Monte Mario. Labalaustra dello splendido luogo diaffaccio su Roma è ora cosparsa di luc-chetti, che si arrampicano anche su unapalina. Dove saranno state gettate lechiavi, visto che il Tevere è lontano?

Via IgeaIngorgo perpetuo

CamillucciaCassonetti posizionatimalamente

Parco di Monte MarioFrequentatoriabusivi

zione del parcheggio su strada abbiacostretto a sacrificare un lato, lascian-dolo senza marciapiede. E peccato chel’inciviltà di certi automobilisti abbiacostretto a difendere i marciapiedi conbarriere metalliche.

peggio perché dimostratosi inutile, anzidannoso. Il problema vero è la sostaselvaggia all’altezza di largo Cervinia,che genera un imbuto e porta anche adaffrontare le svolte contro mano. Maanche prima impera l’indisciplina; èstato cacciato il capolinea del 999 edello spazio si è impadronita la sostairregolare, cosicché l’autobus effettuaora la fermata in mezzo alla strada.

no la visibilità dei veicoli in uscita davia Stresa. Tra l’altro sono cassonetti discarso utilizzo, data la tipologia degliinsediamenti nelle immediate vicinan-ze. In generale, si rileva che troppospesso i cassonetti sono posizionati inluoghi scomodi per gli utenti o inidoneiper la sicurezza ed il decoro. Che il cri-terio sia solo quello della presuntacomodità della raccolta?

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Si avvicina l’inaugurazione del Pontedella Musica, prevista ora per il pros-simo mese di marzo, al massimoaprile, con quasi un anno di ritardosulla previsione iniziale; a giustifica-re questo ritardo sono state addottedelle revisioni progettuali e due pienedel Tevere. L’origine di quest’opera,che collega lungotevere Cadorna,all’altezza di via R. Morra di Lavria-no (della Casa della Scherma, al ForoItalico, per dare un riferimento piùchiaro) con piazza Gentile da Fabria-no, è remota, perché era già previstadal Piano Regolatore di Sanjust del1909, assieme a vari altri ponti tra iquartieri Delle Vittorie e Flaminio; diessi sono rimasti nel P.R. del 1931quello ora in costruzione ed uno trapiazza del Fante e largo A. Sarti.Scomparsi ambedue nel P.R. del1962, uno solo di essi ha trovato oradefinitiva e concreta conferma.Il progetto del nuovo ponte è stato

oggetto nel 2000 di un concorsointernazionale, vinto dall’ingleseBuro Happold, con la collaborazionedi Powell-Williams Architects. Per laprogettazione definitiva è intervenutala C. Lotti & Associati, di Roma,mentre l’appalto integrato per lacostruzione, è stato aggiudicato alConsorzio stabile Consta, che ha affi-dato la costruzione all’impresa con-sorziata Mattioli, di Padova; la pro-gettazione esecutiva è stata eseguitadallo studio romano Mario Petrange-li e associati. Italiana è anche l’azien-da fornitrice delle strutture in acciaio,la Maeg di Vazzola (Treviso). Ilcosto totale dell’opera ammonta a 7,6milioni di euro. Il ponte, lungo 190 metri, è costituitoda un impalcato appeso a due archiribassati, in acciaio, che, tramite pie-dritti inclinati in cemento armato,scaricano la spinta della strutturasulle spalle realizzate alle due testate.

Presto completato il Ponte della MusicaUn nuovo attraversamento del Tevere ai piedi di Monte Mario.Soltanto per pedoni, biciclette e tram. Una piazza sul fiume

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Sono in corso i lavori per realizzare finalmente il “Parco lineare”, il per-corso ciclopedonale arredato sulla copertura della ferrovia, tra MonteCiocci e la fermata Monte Mario. Si registra però un ritardo dovuto allasopravvenuta necessità di completare la bonifica del terreno ai lati dellagalleria ferroviaria da eventuali ordigni bellici. Nella foto una vista deltracciato da via Proba Petronia, verso sud.

Questa configurazione, nuova per iponti romani, permette di mantenereun’ampia luce libera sotto il ponte enon stona con il paesaggio urbanocircostante. La larghezza è variabile eraggiunge il massimo, di circa 20metri, nella zona centrale. I percorsiciclopedonali trovano posto all’ester-no degli archi e si allargano al centro,quasi a formare delle piazze, mentreall’interno è prevista una sede tram-viaria.In origine il ponte doveva essereaperto solo ai pedoni e alle biciclette(come il Ponte della Scienza,anch’esso in corso di costruzioneall’Ostiense), ma già prima di indireil concorso si ravvisò l’opportunità diinserirvi anche e tramviaria, vistanella prospettiva di un nuovo traccia-to che, distaccandosi dall’esistente inpiazza Ungheria, raggiunge il ponteattraverso i Parioli e la zona delParco della Musica, per poi prosegui-re, dopo aver attraversato il Tevere,In una pianta del 1939 allegata ad una guida del Touring Club Italiano

(allora Consociazione Turistica Italiana) comparivatra il Lungotevere Cadorna e piazza Gentile da Fabriano, tratteggiato,il ponte del quale si stanno ora concludendo i lavori.

Come vedremo il nuovo ponte, in un “rendering” dei progettisti. (dal sitowww.burohappold.com)

su viale Angelico verso piazzaRisorgimento. È un percorso di cuiidonee analisi hanno dimostrato l’u-tilità e che appare senz’altro preferi-bile a quello di cui ora si parla, conla riconnessione, lato Parioli, suviale Belle Arti attraverso via Civini-ni e viale Buozzi. È in ogni casoimportante che non vengano ammes-si altri veicoli, di nessun genere, pernon snaturare la concezione delponte e garantire le necessarie pre-stazioni alla linea tramviaria. Servirà il nuovo ponte ai residenti diMonte Mario? Ben poco, certamente,per gli spostamenti ordinari, giacché,pur trovandosi ai piedi della collina,è lontano dagli abitati e sul lungote-vere non transita alcuna linea di auto-bus proveniente dai nostri quartieri.Potrà però essere un modo per acce-dere ai poli culturali del Flaminio(Maxxi, Parco della Musica) nonchéal Palazzetto dello Sport facendo unapiacevole passeggiata, purché sirenda possibile parcheggiare pressoil lungotevere Cadorna. E potrà esse-re gradevole anche recarsi soltantosul ponte, specie se saranno opportu-namente arredate le zone centrali, pergodere della vista del Tevere, delForo Italico e di Monte Mario.

G.M.

In ritardo il “Parco lineare”

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ARTI E MESTIERI

Il vivaista

Incontro il signor Renzo portandodue foglie di limone in mano, tutterovinate e arrotolate. “È colpa dellalarva minatrice, detta anche serpen-tina o ricamatrice perché ricama lafoglia che, poi, si atrofizza e siaccartoccia”, mi dice subito e pro-segue spiegandomi che questalarva è molto contagiosa per lepiante vicine e che la soluzionemigliore è effettuare due trattamen-ti preventivi, uno in primavera euno in autunno, con irrorazione adistanza di dieci giorni per tre oquattro volte, usando un prodottoinsetticida specifico. Il trattamentosi può fare sia spruzzandolo diret-tamente sulle foglie, sia per irriga-zione prima o dopo la fioritura, mase sulla pianta c’è la frutta bisognaaspettare 30 giorni prima di racco-glierla perché il prodotto è nocivo.Per il momento è bene elininare lefoglie già colpite per contrastare ladiffusione della larva.Quanto ai concimi è preferibileusare quelli naturali anche se ce nesono di buoni fra quelli chimici.Il signor Renzo è arrivato a Roma,da Pistoia, nel 1960 quando aveva17 anni e faceva il meccanico dimoto, ma poi ha preferito dedicarsialla natura sotto la guida esperta e

amorevole di Quinzio Fedi, il pro-prietario del vivaio dove lavoravaanche suo padre. Frequentava lascuola serale e ha raggiunto il livel-lo di ragioneria come computista,studi fondamentali per il mestiereche tutt’ora svolge. Nel 1985 dadipendente è diventato proprietariodel vivaio acquistato, una voltadeceduto l’anziano Quinzio. A lui ilnostro Renzo deve molto dell’espe-rienza che possiede e che haampliato seguendo corsi di floricol-tura e di vivaistica, leggendo libri e,più di tutto, informandosi per poterrispondere alle domande dei clienti.Il terreno che occupa il vivaio è unpiccolo polmone verde triangolarecreato quasi per caso, quando lesuore del Cenacolo decisero di risi-stemare il giardino e il frutteto. Erala fine degli anni ’50, la zona sistava trasformando con la costru-zione di molti palazzi che sarebbe-ro stati troppo a ridosso delle stessesuore.Fu allora che si resero conto diavere una porzione di terreno inesubero che preferirono offrire inaffitto alla stessa ditta che avevaeseguito i lavori in giardino. Eranato come coltivazione di piante enon di vendita, ma poi le richieste

sempre più numerose degli abitantivicini spinsero il proprietario adaprire il cancello. “Oggi è unaazienda commerciale di piante eaccessori e una minima parte èriservata alla coltivazione – spiegail signor Renzo - le piante proven-gono da altre zone d’Italia e anchedall’estero, specie dall’Olanda.Arrivano in mastelli di plastica esubito sono sistemate nei punti ven-dita. Quelle che restano, dopo sei ootto mesi, vengono ricoltivate, cioèsi rinvasano, si concimano e sifanno crescere in attesa di esserevendute. Sono piante da esterno siarampicanti sia arbusti sfoglianti osempreverdi, agrumi, fino amagnolie, cedri.Per l’interno la gamma di piantefiorite e sempreverdi è vasta, buona

la collezione di piante grasse.Molte sono le piante stagionali confioritura periodica che servono peril cambio di stagione. Ora consigliociclamini, calendule, bellis, primu-le, pansé. Per l’estate suggeriscobegonie, petunie, impatiens, tege-tes, zinnie. A proposito di zinnie edalie, queste sono ottime per la rac-colta di tutto il periodo estivo.L’impianto si effettua verso aprile –maggio, dopo il freddo e se l’espo-sizione è soleggiata si otterrà unagrande vegetazione”.Dopo una pausa di riflessione pro-segue accoratamente: “Lavorododici ore al giorno. Sono di vec-chio stampo, nato con l’indole dellacorrettezza”.Grazie dei consigli, signor Renzo.

M.C.C.

Vecchio casale con un grande ortolungo l’antica via della Balduina,visto dalla finestra di un apparta-mento di viale delle Medaglied’Oro, 163 e disegnato dal bambi-no Claudio Midulla alla fine deglianni trenta.La moda dell’orto “fai da te” èormai esplosa anche a MonteMario. Dopo il nostro articolo incui si raccontavano orti vecchi enuovi, sono arrivati commentifavorevoli e richieste di consigliche abbiamo girato alla nostraesperta agronoma. È il momento di

raccogliere se si è seminato con laluna crescente di novembre, broc-coletti, cavoli e tutte le verdure afoglia larga. Si fa ancora in tempo aseminare broccoletti, carote, cavoli,da raccogliere a fine anno per ilcenone. Il concime suggerito e chedà ottimi risultati su tutte le piante,sia ortaggi che da fiore, è lo stalla-tico misto, non di sola pecora, che èanche il più economico. La nostraesperta agronoma, Ada Maria DiMaio suggerisce anche, per il pros-simo 2011, di procurarsi un calen-dario che indichi le fasi lunari.

L’insalata era nell’orto

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Laureato in Giurisprudenza, inrealtà il dottor Antonio Latan-za è un grande amante della

musica. Ha studiato pianoforte congrandi maestri come Carlo Zecchi,è musicologo, collezionista di stru-menti musicali meccanici, scrittore,specie su Ferruccio Busoni e sulpiano a cilindro, collabora a rivistemusicali sia nazionali sia estere, haradunato una importante collezionestorica di testimonianze sulla musi-ca italiana fra il 1800 e il 1900 confoto, documenti, rulli di carta perfo-rati, dischi, lettere, giornali e dal1984 dirige il Museo Nazionaledegli Strumenti Musicali in Roma.La sua vita è tutta dedicata allamusica, come risulta anche dalluminoso soggiorno della sua casaalle falde Monte Mario, dove tro-

neggia quello che sembrerebbe unpianoforte a coda e che, invece, è unpianoforte a rulli di carta del 1920,tanti rulli con trascrizioni per pianodi varie opere oppure con musicapianistica da fine ‘700 a fine ‘800.Tutta una parete è occupata da unalibreria, un’altra da una enormedipinto moderno su tela, in stileinformale, che rappresenta, a dettadell’autore, l’inferno, il purgatorio eil paradiso. In un angolo un carillonsvizzero del 1880, molto ben con-servato, funzionante a carica conmotore a molla, spande suoni tintin-nanti. Sotto un tavolo di cristallotrova riparo il meccanismo chefaceva parte di un orologio del ‘600.“Suona a intermittenza alimentatoda una manovella meccanica colle-gata a un argano. È una cosa curio-sa”, spiega il proprietario che, però,preferisce parlare del progetto rela-tivo alla scuola romana di Sgamba-ti, il migliore allievo di Listz. Aquesto proposito lamenta il fattoche non ci sia nemmeno una targacommemorativa, apposta al con-vento Santa Maria del Rosario, chesegnali la presenza del grande musi-cista il quale lì ha vissuto a lungo efondato una scuola di pianisti. “È una vera tragedia che un geniocome Sgambati, così importante perla storia della musica romana, siadimenticato”, dice con caparbietàAntonio Latanza, che è riuscito arealizzare sette CD dedicati al mae-stro con tutta la sua opera per pia-noforte e musica da camera e con-serva una rarissima registrazionedel 1906, molto rovinata perché dimodesto livello, nella quale lo stes-so Sgambati è al piano. Ma ciò chepiù gli sta a cuore è la situazione delsuo studio che fu tutto smantellato,conservato in casse e che ora giacedimenticato, non esposto presso ilMuseo di cui è direttore. “Si potreb-be trovare uno spazio nel Museo esistemare lo studio come era prima- continua Latanza – Lo studio è al

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Gente di Monte Mario

Antonio Latanza

Piano da caffè, costruito a Lugano,dall’aspetto grottesco con occhiali dasole floreali, bocca spiovente e fronteintagliata. Opera di Peppena Rossi &Figlio, databile attorno agli anni ‘30del 900.

completo: ci sono i quadri, le variesuppellettili, perfino le bacchetteper dirigere, i libri, il divano, la vec-chia sedia dove il maestro sedevaquando suonava un suo allievo, ilpianoforte perfettamente conserva-to e magistralmente restaurato. Sene potrebbe fare una mostra e pro-pagandare il Museo che non è abba-stanza conosciuto, ma serve l’auto-rizzazione del Ministero che non hanemmeno risposto alla mia richie-sta. Anzi, temo che il Museo vengasmantellato a favore di altri proget-ti”, conclude con amarezza. Antonio Latanza, già da molti anni,ha cercato di promuovere il distac-co del Museo dall’organizzazionecentrale accostandolo a una istitu-zione musicale, per esempio ilConservatorio di Santa Cecilia. IlMuseo dovrebbe dipendere non dalMinistero dei Beni Culturali ma dalMinistero della Pubblica Istruzio-ne. “Esiste già un disegno di leggein tal senso, ma non è stato preso inesame. Ci vorrebbe un parlamenta-re, sensibile alla musica, dispostoad appoggiarlo. Tanti anni fa, nel’98, – prosegue Latanza – andaialla Corte dei Conti ed esposi lamia idea a Luigi Pallottino, unapersona splendida. Si mostrò entu-siasta, ma non poteva fare nullaanche se convinto della bontà delprogetto. In quella occasione glisegnalai l’esistenza di una compo-sizione di Ferruccio Busoni intito-lata Su Monte Mario e conservatamanoscritta nella Biblioteca di Ber-

lino, poiché sapevo del suo interes-se per questa zona”. E prosegue:“Monte Mario era un luogo di bel-lezza unica, straordinaria per lanatura e per le testimonianze d’arte.Poi, specie negli anni ’60, hannocostruito dovunque, troppo, comein zone boscose sotto il PolicliicoGemelli. Anche nello Stadio Olim-pico sono stati inseriti elementi chenon hanno nulla a che vedere con lostile originario”.Antonio Latanza non ama solamen-te la musica, è anche appassionatodi poesia romanesca, in particolarmodo di Trilussa del quale ha cura-to la realizzazione di due CD con lavoce dello stesso Trilussa che reci-ta alcune sue poesie. Non dimenti-ca Pascarella e le sue migliaia difoto stereoscopiche, sono 4 o 5mila, scattate nelle gite a piedi,quando era uno dei “15 camminato-ri della campagna romana” di cuifacevano parte, fra gli altri, OresteSgambati e Balla, entusiasti dellebellezze naturali e storiche delLazio. Queste foto sono conservateall’Accademia dei Lincei che per ilprossimo aprile, come informa ladott.ssa Fiorella Frapiselli, in occa-sione dei 150 anni dell’Unità d’Ita-lia, organizzerà una importantemostra su Cesare Pascarella, ilquale nella sua opera Storia nostra,ha cantato l’epopea dell’Italia dallafondazione di Roma fino a Mazzi-ni, Mameli, Garibaldi, VittorioEmanuele II e Cavour.

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Quella notte Bice fece unsogno: vide sua madre chele diceva di mettere in salvo

due bambini, i figli della sua amicaebrea Elvira Perugia Campagnano,Marcello e Bianca Maria.La mattina Bice, che era sposatacon Fausto Staderini, ancoraimpressionata dal sogno, chiamòElvira e le disse: “Mandami i bam-bini”A raccontare il sogno di Bice e ifatti che seguirono, dopo più di ses-santasette anni dalla razzia degliebrei a Roma, è Bianca Maria, unasignora dall’aspetto ancora giova-ne, un bel viso e un sorriso grade-vole. L’incontro con Bianca Maria avvie-ne lontano dalla città, in unmomento di vacanza, anche seMonte Mario entra prepotentemen-te nella storia.Siamo in una casa che si affacciasul mare, insieme con altre personedi famiglia o che hanno vissutoquei fatti che, come vedremo, por-teranno fino a Gerusalemme.Si conversa, ognuno aggiunge unparticolare al racconto, sottolineauna parentela. Si apprende che lamadre di Bice si chiamava Costan-za Gilardoni e la madre di Elviraera Graziella Perugia e che le duedonne erano legate da una veraamicizia che era, per così dire,scesa per li rami.Le voci si fanno più alte, quasi siaccavallano, ma noi siamo sedutein un angolo della stanza, isolate,avvinte dal racconto, come se attor-no ci fosse silenzio. La famiglia Campagnano, nonni,genitori e figli, quando il pericoloper chi era di religione ebraica siera fatto più concreto e drammati-co, aveva trovato rifugio in un con-vento di suore missionarie canadesidi Monte Mario, in via Trionfale.Era appena stata formulata larichiesta da parte tedesca allacomunità ebraica di Roma di cin-quanta chili d’oro per non subire ladeportazione. L’idea era di restaretutti insieme – dice Bianca Maria -genitori, nonni e noi due figli,quando arrivò la telefonata di Bicea mia madre Elvira.“Mio padre e mia madre accompa-gnarono me e mio fratello Marcelloa casa di Bice, ci diedero la benedi-zione e ci lasciarono. Bice, cheaveva sei figli, disse semplicemen-te: “Ora ne ho otto”.Abbiamo vissuto tranquilli. Gio-vannella, la seconda, mi lasciò ilsuo letto e mio fratello andò a dor-mire nella stanza dei maschi.Ricordo quei nove mesi in modochiaro e poi fu come se iniziasse dinuovo la mia infanzia. Un periodo

che doveva passare…” Con vocecalma racconta la paura per i tede-schi, che controllavano ogni angolodella città, mentre al sud le truppeanglo-americane erano bloccate sulfronte di Cassino. La paura per itedeschi – sottolinea – non per laguerra e per le bombe.

I genitori di Bianca Maria, intanto,se si spargeva la voce: “Vanno avedere nei conventi”, da MonteMario tornavano precipitosamentein un appartamento di via GiovanBattista Vico, che figurava ufficial-mente disabitato. Una sera, in unadelle tante fughe dal convento tro-varono la casa invasa dalle pulci esi rifugiarono dal portiere. Poi lavoce “Hanno fatto una retata apiazzale Flaminio”, li faceva torna-re precipitosamente a MonteMario. Ci fu un giorno in cui sembrava chei tedeschi stessero per entrare nel

Il sogno di Bice16 ottobre 1943

Marcello e Bianca Maria Campagnano.

Bice Gilardoni Staderini e Fausto Staderini.

convento che aveva due diversiingressi e il padre di Bianca Mariaspinse la moglie ad uscire dal retroverso la campagna dicendo: “Apapà e mamma penso io”.Intanto a casa di Bice i due bambi-ni vivevano confusi con gli altri eaiutati da varie figure: la signorinaSansoni, una maestra che periodi-camente andava a dare lezione,Argia, una donna che aveva lavora-to in casa di una zia, che li accom-pagnava con il 35, il tram che s’i-nerpicava su per Monte Mario, atrovare i genitori e i nonni e la serali riconduceva a casa Staderini, alsicuro.“Avevamo paura e non immagina-vamo neppure che cosa potesseaccadere”, dice con voce accorata.Da piccoli Bianca Maria e Marcel-lo erano stati battezzati. “Avevoquattro anni – racconta – e pensa-vo: perché mamma piange”? Lacerimonia era avvenuta dalle Dameinglesi di via degli Abruzzi. “Ladecisione era stata presa da nostropadre e sia io che mio fratello l’ab-biamo sempre rispettata, rimanen-do dilaniati tra il richiamo delle ori-gini e la religione che ormai eraun’altra”. Bianca Maria è stata poieducata al Nazaret e all’Assunzio-ne.Il padre aveva un negozio in viadelle Convertite, Radio Armonica.Per le leggi razziali Cesare Cam-pagnano non poteva figurare edaveva due soci, uno dei quali tac-ciato di collaborazionismo. Il gior-no della liberazione un camionsfonda il negozio e lo distrugge.“Dopo la guerra mio padre rilevòla Terza saletta dell’Aragno peraprirvi Musicalradio”, dice ancoraBianca Maria. Si chiudeva cosìuno spazio che aveva ospitato pit-tori, letterati, uomini politici ma sidava vita ad un altro luogo cheavrebbe attratto generazioni digiovani. Chi non ricorda le famosecabine dove si andava ad ascoltarel’ultimo disco uscito?La famiglia Campagnano, intanto,si era riunita nella sua casa in viaVittoria Colonna, sopra Ruschena,con i balconi che si affacciano sulTevere pieni di gerani. Gli otto figlidi Bice erano tornati ad essere sei.L’adolescenza di Bianca Maria erafinalmente iniziata. In ricordo del periodo passato conle suore, quel primo Natale dopol’occupazione tedesca, la madreElvira, accompagnata al violinodalla sorella Tina cantò durante lamessa di mezzanotte “Panis angeli-cum”.Ora il nome di Bice Staderini equello di suo marito Fausto sonoscolpiti, insieme con quelli di tantialtri italiani nel Giardino dei Giustia Gerusalemme, perché resti vivo ilricordo di quanti, mettendo arischio la propria incolumità, hannosalvato uno o più ebrei dalla depor-tazione e dalla morte.

Silvia Samaritani Giordani

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All’Ostello della Gioventù al ForoItalico ha avuto luogo negli ultimigiorni di ottobre la presentazionein anteprima del volume Il Teveredipinto dei noti critici d’arte PaoloEmilio Trastulli e Pier Andrea DeRosa, specialisti della pittura delSettecento e Ottocento (Ed. Arte-mide). Il libro riproduce dipinti deipittori dell’epoca del Grand Tour,con relative schede illustrative,seguendo l’intero corso del fiume,in un commovente pellegrinaggiod’arte. La manifestazione eraorganizzata dal Comitato per ilTevere, che quest’anno festeggia ilnono anniversario della sua fonda-zione, e con l’occasione sono state

proiettate anche delle splendidefotografie scattate dal suo Presi-dente Sandro Bari che ha seguito ilTevere, dalla sorgente alla foce,mostrandone gli aspetti poetici,ma anche quelli degradati. Dopo ilBari, hanno preso la parola ancheil Vice Presidente del XX° Muni-cipio Marco Perna e l’Assessorealla Cultura, la Presidente dell’As-sociazione Hermes 2000 MarilitaMolinari, i rappresentanti dellaProtezione Civile Giovanni Tiberie Giovanni Zotti, e infine l’ing.Gioacchino Stroveglia, direttoredei lavori per il Ponte della Musi-ca, in corso di costruzione.

L.F.

Il Tevere dipinto

Franz Ludvig Catel (1778-1856):Vigna Catel presso Ponte Milvio a Roma. 1852 circa. Olio su tela cm 64x93.

Monte Mario nei libri

Vittorio De Luca La memoria e ilcoraggio. Vita di Giuseppe Lazzati,Marsilio editore.La storia di un cristiano, di un cittadi-no convinto che la fede potesse esse-re il seme dal quale far nascere unanuova Italia. Il libro, in modo agevo-le, accurato e di facile lettura, segueil percorso politico e culturale di Giu-seppe Lazzati dai giorni terribili del-l’internamento nel lager tedesco,attraverso l’impegno nell’assembleacostituente e poi nella sua attività digiornalista fino al suo impegno piùimportante, quello di rettore dell’U-niversità cattolica di Milano; ne illu-stra il suo modo di vivere la fede cri-stiana al servizio della società civile.Esso ci rende anche il quadro diun’epoca nella quale la politica era“servizio”. M.Z.

Carlo Cavaglià Il pozzo di Babele.Il disagio psichico e le sue cure,Falzea editore

L’autore interroga esperti di psi-chiatria, psicologia, psicanalisi,filosofia, come Pirella, Kaes, Vito-lo, Galimberti, con una serie diinterviste su specifici argomentiriguardanti il malessere psichico,una inquietante patologia la cuiterapia va cercata nella collabora-zione di tutte queste discipline,ancora lontane da risultati vera-mente risolutivi.

Giorgio Vindigni Il ritorno, Grup-po Albatros Il filo. Chronos nuovevoci, 2008-10.È il racconto dell’epopea di unafamiglia che da Tripoli ritorna inSicilia, a Modica, alternato dallaaccurata descrizione di usi e costu-mi siciliani e dagli avvenimentibellici e politici della seconda guer-ra mondiale. L’autore traccia unaffresco degli anni ‘30 e ‘40, undocumento delle vicende storiche abase della nostra democrazia.

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La scuola internazionale di via delleBenedettine, Saint Francis Interna-tional School, è frequentata da bam-bini e ragazzi che provengono datutte le parti della città: figli didiplomatici, di stranieri temporanea-mente residenti a Roma ed interes-sati ad un’istruzione non in italianoma internazionale, per un cinquantaper cento degli iscritti, sono prepara-ti anche a sostenere gli esami distato della scuola. Gli altri allievisono italiani e provengono in granparte dalla Balduina, dove, fino adue anni fa si trovava l’istituto,prima di trasferirsi nel 2008 a pocadistanza dalla via Trionfale, in unazona dove, lasciato il caos cittadino,ci s’inoltra lungo una strada pocofrequentata, dove c’è tanto verde.Qui si respira, dunque, un’aria inter-nazionale e insieme buona, pulita. Il Saint Francis si differenzia dalpercorso educativo della scuola ita-liana perché s’insegna in inglese e idocenti provengono esclusivamentedagli Stati Uniti, dall’Australia e dalCanada e i libri di testo sono quellidella scuola americana. All’internodell’edificio la lingua d’obbligo èsempre l’inglese; all’esterno, neimomenti di riposo, se in una classeci sono molti italiani, si parla un’in-sieme di lingue.Gli studenti sono tutti speciali amodo loro – spiega la Direttrice,Ms. Proietti. Quest’anno, aggiungela Coordinatrice, Miss Laura, ci

sono filippini, nigeriani, egiziani,indiani, oltre che italiani. Agli ame-ricani presenti si sono appenaaggiunti altri due bambini, appenatrasferiti a Roma. Vediamo passarelungo il corridoio una classe in ordi-ne sparso, ognuno vestito comevuole, senza particolari divise, eabbiamo l’impressione, a poche set-timane dall’inizio dell’anno scola-stico, che siano ben amalgamati.Ogni anno molti studenti tornanonelle rispettive Nazioni e altri siavvicendano. Ciò non è per nientenegativo, perché i bambini impara-no ad avere a che fare con nuoverealtà. Sono veramente internazio-nali.Le classi vanno dalla scuola mater-na, Early Childhood, alle elementa-ri, Elementary, fino alla scuolamedia, Middle School in sessioneunica e sono composte di 15-23allievi. Ogni bambino non si senteun numero, è chiamato per nome esa che la Direttrice e la Coordinatri-ce sono sempre pronte ad ascoltarli,anche quando hanno qualche pro-blema con i genitori.Le aule sono ampie e si affaccianosul chiostro delle Suore Benedettineo sul Parco dell’Insugherata.Il percorso didattico comprendeanche musica e informatica e dopole 15.15 si studia chitarra, danzaclassica e c’è il Club dei compiti,Homework che impegna gli allievifino al momento del ritorno a casa.

Al Saint Francissi studia in inglese

Il Premio giornalistico intitolato aGaspare Barbiellini Amidei è statoassegnato quest’anno a DanielaCorneo per l’articolo Un mondo amisura di reddito, reportage dallaCosta d’Avorio, pubblicato su “Nar-

comafie”; a Francesco Paolelli,Tommaso Rodano e Francesco Sal-vatore, per il servizio video Le casedi Riano, una storia italiana, tra-smesso su “Reporter nuovo” dellascuola di giornalismo della Luiss.

Consegnato il premioBarbiellini Amidei

L’assessorato alle Politiche Cultu-rali della Commissione del Comu-ne di Roma ha pubblicato un opu-scolo dedicato alle chiese del XIXMunicipio, redatto con la collabo-

razione dei parroci e presentato daFederico Guidi. È un vademecumper scoprire la storia, la cultura, lenotizie curiose e le attività odiernedei luoghi sacri del Municipio

I luoghi sacridel Municipio XIX

Il vecchio parco giochi della parroc-chia San Francesco è stato comple-tamente rifatto approfittando dialcuni lavori di riparazione alle spal-le della nuova chiesa. Lo spazio adisposizione dei più piccoli, invecedi ciottoli e erbacce, ora ha un mor-bido prato sintetico sempre pulito,tappeti antitraumi sotto gli scivoli, lealtalene e le altre attrezzature venu-te da Bolzano. Il parco è molto fre-quentato, anche di mattina, grazie alfinanziamento della Regione.Nella parrocchia altre attività nonmancano. Si continua con la tradi-zione dei concerti l’ultimo dei qualisi è tenuto il primo ottobre, in occa-sione dell’inizio dell’anno pastora-le che, per questa chiesa, coincidecon la festa di San Francesco. L’or-chestra Tonarius, nella quale suonaanche Padre Paolo al violino, hascelto un programma con musiche

barocche e moderne: brani diVivaldi, Albinoni, Haendel e laSimple Symphony che Britten hacomposto a venti anni, su motivirisalenti agli anni giovanili.Nell’ambito delle manifestazioniper questa ricorrenza, ha animato lamessa di San Francesco il coro divoci bianche Santa Lucia, cherecentemente ha preso dimora sta-bile nella parrocchia, una quindici-na di bambini dai cinque agli ottoanni, guidati dalla brava AnnaGiardini. Ora sta preparando il con-certo di Natale con brani a tre vocie l’accompagnamento dell’organo.Quanto al prossimo concerto il par-roco informa che probabilmente siterrà in maggio, in un’altra parroc-chia. Vorremmo chiedergli: quandoci sarà il concerto degli allievi deicorsi di violino e flauto dolce che sitengono in parrocchia?

Le iniziative di Padre Paolo

Il parco giochi di S. Francesco a Monte Mario.

Il progetto “Strade per la conoscenzadel territorio”, nato dall’unione fraesperti e uno sponsor, per la divulga-zione della conoscenza storico-ambientale del territorio Nord-Ovestdi Roma, è stato realizzato in ottobreper il secondo anno alla “Casa delParco”, presso il Parco del Pineto.Ideato e curato dalla Cooperativa“Pineto 2000” e sponsorizzato dallaBanca di Credito Cooperativo diRoma, il progetto è stato sviluppatocon la collaborazione dell’IstituzioneBiblioteche di Roma sui seguentitemi: “Strada della Valle dell’Inferno,fra orti e cave di argilla. Mappe, anti-chi documenti, immagini d’epoca”,“L’ambiente umido della Valle Aure-lia: descrizione floristica e faunisti-ca”, “Lungo via di Casal del Marmo,fra antiche tenute agricole e nuoviagglomerati edilizi: documenti eimmagini d’epoca”, “Mazzalupetto eCasal del Marmo: valori ecologici estrategici di un’area naturale protetta

e di una tenuta agricola”.L’obiettivo del progetto è svelare l’i-dentità storico-paesaggistico-ambientale dei luoghi partendo dal-l’analisi degli spazi non costruiti,preziosi brani di campagna scampa-ti all’espansione della città. Il meto-do utilizzato dai relatori, prof. DiegoD’Angeli, dott. Stefano Panella,dott. Alessandro Serafino Sauli èstato apprezzato dai molti convenu-ti, i quali sono rimasti piacevolmen-te coinvolti nell’apprendere levicende inerenti alla bonifica agrariadi Casal del Marmo e della tenuta diPalmarola, alla nascita della borgatarurale di Ottavia o inerente al ruolodi “corridoio ecologico” rappresen-tato da quegli stessi grandi spazi.Fra i cittadini intervenuti vi eranoanche rappresentati del XVIII Muni-cipio e dell’Istituzione Biblioteche iquali hanno auspicato che il proget-to si possa ancora ripetere.

A.B.

Alla Casa del Parco un progettoper la cultura del territorio

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Associazione“Amici di Monte Mario” - Onlus

www.montemario.org

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Con “Omaggio a Igor Stravinskij”ritornano all’Auditorium dell’Uni-versità Cattolica i “Concerti delMercoledì”, in tutto dodici, dal 24novembre 2010 al 18 maggio 2011.Interessante l’accostamento, perl’inaugurazione, di tre lavori moltodiversi del compositore russo: l’Hi-stoire du soldat, stimolante operinada camera, il neoclassico Ottettoper fiati e l’affascinante Concertoper due pianoforti che Stravinskijscrisse per sé e per suo figlio. Diri-gerà Edoardo Hupper, polacco-argentino molto attivo in Italia, bel

curriculum anche come pianista econ il gusto della sperimentazionesonora, coadiuvato da una laurea iningegneria. Sandro Cappelletto eElio Pandolfi saranno le voci reci-tanti, mentre ai pianoforti trovere-mo Gilda Buttà e Alessandro DeLuca, che affianca il professor Pie-tro Bria nella direzione artistica dei“Concerti del Mercoledì”.Anche quest’anno, come da tradi-zione, non mancheranno i Quartet-ti: il Quartetto di Torino (perBartók e Beethoven), il QuartettoSinopoli (in Mozart, Mendelssohn,

La nuova stagione dei“Concerti del Mercoledi”

Anche a Monte Mario, comedovunque, fervono i preparativi peri concerti natalizi che si terranno dacori polifonici, per lo più nellechiese della zona. I direttori hannoaumentato il numero delle proveper essere pronti con i nuovi branimusicali, per migliorarne l’esecu-zione perché il pubblico sta diven-tando sempre più esigente e perchéi coristi pretendono, come lo stessomaestro, di essere giustamenteapplauditi.La scelta è vasta: va dai cori di vocibianche a quelli di recente forma-zione, a quelli quasi professionali.Sarà una carrellata di musiche nata-

lizie antiche e moderne, barocche epopolari fra le quali spiccano quel-le di S. Alfosno de’ Liguori, presen-te in quasi tutti i programmi, e iclassici motivi più conosciuti comeStille Nacht, Adeste fideles, Jinglebells.Il primo concerto di Natale è previ-sto per mercoledì 8 dicembre alle20 presso la parrocchia Santa MariaMater Dei del Centro Don Orione,via della Camilluccia 112. Il“Coro” Taschler Light presenta unprogramma trasversale che va daiclassici gospel ai brani di EnnioMorricone, ai più noti brani natali-zi, con l’accompagnamento del pia-

Schubert) e il Quartetto del Conser-vatorio di Santa Cecilia (con Mah-ler, Sinopoli, Schubert e Schu-mann). Altrettante serate saranno dedicateal Trio, con musiche di Brahms,Mendelssohn, Beethoven. Da nonperdere l’appuntamento del 19 gen-naio con il Trio Fassi per un“Omaggio a Thelonious Monk”, il“santone pazzo” del jazz, pianistafavoloso e fenomenale improvvi-satore.Presenti anche compagini piùampie: l’Orchestra Spira Mirabilis,composta da giovanissimi interpre-ti di varie città europee che suona-no senza direttore (Sinfonia n. 1 diSchumann), l’Orchestra SinfonicaGiovanile Chamber Ensemble (Set-timino di Beethoven, e SinfoniaConcertante del boemo FranzKrommer, star alla corte viennese)e infine l’Orchestra Sinfonica Gio-vanile con musiche di Mozart.Da segnalare anche l’esecuzionedei Liebeslieder Walzer op. 52 e op.65 di Brahms su testi del poetaGeorg Friederich Daumes, con lapartecipazione del LaboratorioSusanna Rigacci, versatile sopranoprediletta da Morricone. Conclude-ranno a maggio la stagione gli sca-tenati dell’Aires Tango, con JavierGirotto al sax, Alessandro Gwis alpiano, Marco Siniscalco al bassoelettrico e Michele Rabbia alle per-cussioni.

Anche i “Giovani Artisti per l’O-spedale” torneranno a suonarenella hall del Policlinico, perdegenti e visitatori, il mercoledìpomeriggio alle 17, fino al 26gennaio 2011. La rassegna, natada un suggerimento del maestroSinopoli e curata dal professorPietro Bria con la collaborazionedei Conservatori di Frosinone e deL’Aquila, è arrivata quest’annoalla sua decima stagione, riscuo-tendo grande successo da parte delpubblico e prestigiosi riconosci-menti (Premio Abbiati) da partedella critica.Gli interpreti, che si esibisconotutti gratuitamente, provengono daidue Conservatori del Lazio, ma nelcorso degli anni si sono avvicenda-ti anche musicisti famosi, comeLuis Bakalov e Giorgio Carnini.La maggior parte dei concerti sonodedicati al pianoforte e al violino.Ma per l’appuntamento del 24novembre, accanto alla pianistaElisa Pagliaroli, Marco e GiuliaCarlino si esibiranno all’oboe(musiche di Haydn e Mozart) e cisarà anche un pomeriggio, il 12gennaio, in compagnia di uno stru-mento che raramente compare neiconcerti: la fisarmonica. Fuori pro-gramma, il 22 dicembre, è atteso il“Concerto di Natale” con la CoralePolifonica dell’Università Cattoli-ca.

M.R.

Natale con i nostri cori

Nella mostra che si è tenuta nelmese di ottobre a piazza Marganaerano esposte opere di personeincontrate nel tempo da RosannaBarbiellini Amidei. Quadri, scultu-re, foto, libri, oggetti, video: Gioset-ta Fioroni con un pastello che illu-stra una favola di Grimm e incisio-ni de La Bella e la Bestia, MarilùEustachio, Elisa Montessori, EllaHiltunen, Gloria Persiani, Velia Ian-notta, Anna Maria Russo, ElenaFinestauri con un ritratto della stori-ca dell’arte sullo sfondo dei CasaliMellini, Fabiana Roscioli, LiliCatalino e la nostra Sandra Fioren-tini, con le Portatrici d’acqua.Nel corso della mostra sono statepresentate le più importanti scopertefatte dalla Soprintendenza, conclu-dendo con la stupenda “Madonna diSanta Sabina” dell’VIII secolo.

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noforte, come Silent night di F. X.Gruber e Oh happy day.Si potranno ascoltare i bambini delCoro di voci bianche Santa Lucia,guidati da Anna Giardili che can-terà come soprano solista, e accom-pagnati all’organo da Hector Salce-do, venerdì 17 dicembre alle 21nella chiesa San Francesco a MonteMario, piazzale Monte Gaudio. Ilconcerto sarà aperto dal corale di J.S. Bach Jesus bleibet dalla “Canta-ta N. 147”. Seguiranno Fermaronoi cieli di S. Alfonso de’ Liguori, laNenia pastorale per due voci diBonaventura Somma e tre ninnenanne: una di W. A. Mozart: Dormimio dolce tesor, una di J. Brahms ela terza di Max Reger: Maria fra igigli per soprano e coro. Astro delciel di E. Grieg su armonizzazionedi G. Picchi e P. Catena, Vamospastores di M. B. Jiménez e Oh! Diche lode dal secondo libro deiSalmi di Benedetto Marcello chiu-deranno il concerto.Sabato 18 dicembre alle 20,45nella parrocchia San Luigi Grignondi Monfort, via dei Monfortani 50,il “Coro In Canto Vivo” ha organiz-zato la decima edizione del “GranConcerto di Natale”. Vi partecipe-ranno il neonato “Coro Leibniz” deldipartimento di matematica dell’U-niversità La Sapienza, la “Polifoni-ca Logudorese” sarda e il coro diPoggio Maiano che si esibirannociascuno per un quarto d’ora per poiconcludere tutti insieme con braninatalizi. Il coro ospitante ha in pro-gramma Cantate Domino di G. F.Händel con accompagnamento diorgano e trombe, Es ist ein Ros ent-sprungen di M. Praetorius, Pastoridi B De Marzi, In notte placida di F.Couperin, Nenia basca di Anonimo,White Christmas di I. Berlin. Que-st’anno Anna Elena Masini, chedirige il coro e organizza l’evento,ha deciso di denunciare l’eccidio dibambini avvenuto in Congo, com-presa la bambina adottata dallo stes-so coro, con l’esecuzione delRequiem per un angelo, compostoappositamente da Antonio Pergoliz-zi, al quale seguirà Signore dellecime di Bepi De Marzi.Quest’anno suor Maria Dolores haorganizzato una sorpresa con ilcoro che dirige, il “Coro JubilateDeo”, una trentina di persone dibuona volontà e di tanto entusia-smo, compresi quelli appena arri-vati. Canteranno una “Suite natali-zia”, arrangiata dal maestro MarcoDalla Chiesa D’Isasca, una serie dimotivi popolari molto conosciuti,fra i quali White Christmas di B.Crosby, Merry Christams di J.Lennon, Stille Nacht di F. X. Gru-ber, Adeste fideles di J. Readings,Jingle bells di J. Pierpont. I varibrani saranno accompagnati da ungruppo costituito da violino, clari-netto, violoncello e tastiera, cheeseguirà anche alcuni intermezzistrumentali composti dallo stessomaestro Dalla Chiesa, martedì 21

dicembre alle 19,30 presso la par-rocchia di San Cipriano, via di Tor-revecchia 169.

Il “Coro Santa Chiara”, diretto daPaolo Teodori, Il 24 dicembreparteciperà alla messa di mezzan-otte nella parrocchia Santa Chiara,piazza dei Giuochi Delfici, contradizionali canti natalizi. Offrirà ilsuo concerto di Natale, presso lachiesa di S. Eustachio il 19 dicem-bre alle 20,45 e presso la chiesa diSanta Maria in Montesanto il 6gennaio alle 17,30. In apertura:Adeste fideles di J. Reading, Diessanctificatus di G. P. da Palestrina etutto il Gloria di A. Vivaldi, poil’Ave Maria di N. Dett, El naci-miento da “Navidad nuestra” e LosReyes Magos, ambedue di A. Rami-rez. Seguiranno il dolce DormiJesu di L. Jakobs, l’allegro Hark!The herald angel sing di F. Men-delssohn. Puer natus est nobis di P.Teodori precederà i più noti StilleNacht di F. X. Gruber, Tu scendidalle stelle di S. Alfonso de’ Liguo-ri e Minuit Crétiens di A. Ch.Adams. Come finale il vivace Jin-gle bells di anonimo.

Il 6 gennaio, in occasione di altreattività che comprendono ancheuno spettacolo teatrale, il “CoroSanta Maria di Nazareth” si esibirà,nella parrocchia omonima via Boc-cea 590, in un concerto costituito daTu scendi dalle stelle di S. Alfonsode’ Liguori rielaborato dal maestrosiciliano G. Tiralongo, Quandonascette Ninno una rielaborazionedi M. Frisina su parole di S. Alfon-so de’ Liguori, Dolce casa di Naza-reth di M. Frisina e, per finire, Weare three Kings di J. H. Hopkins.

Anche se il “Coro CIMA” non siesibisce a Monte Mario ma nellaChiesa Valdese di piazza Cavour, èqui segnalato perché frequentato daun cospicuo numero di coristi pro-venienti dalla nostra zona. Il 12dicembre alle 19 il coro, diretto daSergio Siminovic, preparato daAlessandro d’Agostini che saràall’organo, eseguirà “Inni di Natalebarocchi e popolari di vari autori”,dieci composizioni dal XIV al XIXsecolo in varie lingue e di gusto eritmi diversi. Nella seconda parte sipotrà ascoltare la Messe de Minuitpour Noël di M. A. Charpentier, lacui originalità sta nell’inserimentodi ben undici motivi popolari, invoga al suo tempo, molti dei qualibasati su movimenti di danza:bourrée, gavotta, minuetto, creandouna felice continuità.

Anche la “Corale Nova Armonia”offrirà il suo concerto sabato 18dicembre alle 21 che avrà luogopresso la parrocchia San Fulgenzio,via della Balduina 296. Diretto daIda Maini e accompagnata all’orga-no da Giovanni Clavorà, la Coraleeseguirà brani di T. L. de Victoria,H. L. Hassler, G. Croce, M. Praeto-rius, F. Couperin e altri canti natali-zi della tradizione europea.

La finestra di Gemma Hartmann

Villa Mellini, torre solare e l’osservatorio astronomicoda una finestra di via Plotino.

Non è un coro polifonico “l’Orche-stra Geneticamente Modificata” tut-tavia è da segnalare il concerto cheoffrirà il 19 dicembre alle 17,30 nelPadiglione 31 del Santa Maria dellaPietà, la ex Lavanderia. È unaorchestra giovanile recentementenata a Monte Mario, diretta da Alfre-do Santoloci e caratterizzata dall’o-riginalità del repertorio. Eseguirà“Gospels & Spirituals” che sarannotrasmessi, il 26, su Radio Vaticana.

Coro di voci biancheIl coro Santa Lucia è aperto ai bam-bini, sia maschi sia femmine, dellescuole elementari e medie purchédesiderosi di cantare. Le prove sitengono il giovedì dalle 16,30 alle17,45 presso la parrocchia SanFrancesco a Monte Mario.Per informazioni rivolgersi alladirettrice del coro Anna Giardili,3332814042.

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ni c’è un giardino con beglialberi già grandi, con giochi perbambini e panchine, questo èperò maltrattato e del tutto tra-scurato; del pietrisco originalenon c’è più traccia oggi è inve-ce coperto da un tappeto di cic-che, cartacce e bottiglie dapper-tutto, i giochi dei bimbi sonotraballanti e coperti di scritte edisegni. Erbacce ovunque. Lepanchine sono rotte e le staccio-nate cadenti. Il Comune è inter-venuto per cui già da alcunimesi il giardinetto è chiuso conuna banda di plastica arancionedi quelle usate per delimitare icantieri stradali e vani foglisvolazzanti (fotocopie), oraspariti, segnalavano il divieto diaccesso. Qualcuno ha chiestoinformazioni: “quali lavorisono previsti?”, la risposta paresia stata “lavori di riqualifica-zione”. Bene, ci siamo dettitutti, il giardino sarà rimesso aposto e tornerà come era, bellis-simo, comodo e gradevole. Nonè così, sembra invece che siaprevista una “riqualificazione,ma a parcheggio”, forse permotorini. Pensate a quanti pro-blemi in meno: basta con lerarissime operazioni di pulizia emanutenzione, ed i controlliabbastanza frequenti di Carabi-nieri e Polizia dei baldi giovaniche si riuniscono la sera e chetutto sporcano e deteriorano.Basta, non servono più! Finiscecosì una bella realizzazione, evoi grandi, giovani, bimbi ecagnetti abbaianti (e non solo),andate un poco più in là su viadegli Ammiragli, c’è un altrogiardino ben cementato, pienodi sole, specie in estate, conpanchine e giochi traballanti eanche vari alberi. Anche qui diinterventi di pulizia, restauro econtrollo non se ne parla; aspet-tiamo, forse chiuderanno anchequesti giardini con la bandaarancione.

G.M. (lettera firmata)

Un suk a piazzadella BalduinaHo già scritto varie volte sultema a vari quotidiani, marisultati nulla. Piazza della Bal-duina è sempre “più invasa” davenditori sui marciapiedi cheostacolano il cammino, in più equesto ritengo sia più gravefanno una scorretta concorren-za a chi ha un negozio e pagatutte le tasse. È ovvio che seloro continuano a proliferare la“ colpa” è chiaramente nostra,cioè di chi compra e compran-do aiuta chi illegalmente vende.Ma la cosa che in più vorreisottolineare è che l’eliminazio-ne di ciò fu uno degli argomen-ti nella campagna elettoraledell’attuale sindaco, per cuipenso che chi lo abbia votatonon sia fra coloro che compra-no. Ma inoltre è anche sintomodi sconfitta da parte del Muni-

cipio che non riesce a debellaretale situazione. A questo puntovisto che la cosa non si risolvefacciamo in modo che paghinoalmeno l’occupazione del suolopubblico!

Sergio Barale

Un salutoa Maria Pia MontesiCi è giunta la notizia dellamorte di Maria Pia. Maria Pia èstata una delle persone piùimpegnate per una città miglio-re, di quelle che non cercano“riconoscimenti” ma che conpassione e disinteresse dedica-no una parte significativa dellaloro vita alla difesa del benecomune. Maria Pia è stata unadelle artefici della battagliavinta contro il parcheggio cheavrebbe deturpato il Pincio.Animatrice delle associazioniche si impegnano per la mobi-lità dolce ed alternativa. Eracon noi nelle tante mobilitazio-ni del 2003 per contrastare unPiano Regolatore devastante eal servizio dei costruttori.Maria Pia non è mai mancataneanche nei momenti impor-tanti della vertenza sul S. Mariadella Pietà. Personalmente l’hosentita ai primi di ottobre perinvitarla a partecipare agli StatiGenerali della Cittadinanza.Non sapevo della sua malattia.Era veramente dispiaciuta neldirmi che forse non sarebbepotuta venire perché “non stavatanto bene”. Come sempredisponibile ed interessata. CiaoMaria Pia

Massimiliano Taggi(Associazione Ex Lavanderia)

Voci di dissensosul nuovo assettodella TrionfaleVolevo fare alcune considera-zioni sui lavori di via Trionfaleche si protraggono ormai dadiversi mesi e credo volgano,finalmente, alla loro conclusio-ne. Lo spartitraffico creato travia dei Monfortani e via Allie-vo appare allo stato attuale unpo’ la fotocopia di quello crea-to a suo tempo in via Acquedot-to del Peschiera tra via deiMonfortani e via dell’Acque-dotto Paolo e che tanti proble-mi ha creato (e crea tuttora).Utilizzare la corsia di destrasolo per il deflusso del trafficoverso via Allievo lasciandopassare gli autobus a sinistra, secosì sarà in via definitiva,creerà non pochi problemi siadi sicurezza per i passeggeri deimezzi pubblici, costretti in pra-tica a sostare in mezzo alla stra-da su un pericoloso “marciapie-de” rialzato, sia di ingorghi sullato sinistro con il lato destroinvece presumibilmente “sot-toutilizzato”. Forse, anzi senzaforse, sarebbe stato megliosfruttare la corsia di destraanche per i mezzi pubblici cosìi passeggeri potevano continua-

re ad utilizzare la pensilinapreesistente, non essendo inol-tre esposti ai rischi di cui sopranonché alle intemperie e/o alsolleone. Così facendo credoinoltre che il flusso di autosulla sinistra sarebbe stato age-volato non essendoci “l’intop-po” della fermata bus. Il pro-blema é che bisognava fare unpo’ più corto (eufemismo) lospartitraffico, che invece fini-sce parecchio oltre via Allievorendendo complicata (altroeufemismo) la manovra direimmissione a sinistra anchesolo per le auto, figuriamociper gli ipotetici mezzi pubblici.Non parliamo poi dei parcheggia pettine tra via Allievo e viaFloridiana e dei marciapiedi,ingigantiti a dismisura, che difatto hanno ristretto la sedestradale in luogo di un suoauspicabile allargamento(secondo normale buonsenso).E che vogliamo dire della sostaselvaggia tra via Floridiana el’imbocco di via Troya? Cosa sipensa, di estirparla costruendomarciapiedi di 4-5 metri? E icassonetti dell’immondizia e illoro svuotamento? E il carico-scarico delle attività commer-ciali? Stante così le cose, alritorno dalle ferie ci aspettaqualcosa di molto superiore alcaos (altro eufemismo). Chi hapensato a queste, mi duoledirlo, geniali soluzioni viarie,ha mai provato a percorrere unasera d’inverno, magari piovosa,il tratto stradale di cui sopra?Se prima arrivare ad “imbocca-re” via Troya nella maggiorparte dei casi era impresa diffi-cile, da settembre sarà ancorapeggio, se non verranno presiper tempo dei correttivi. Nesuggerisco umilmente qualcu-no: 1) divieto di sosta perma-nente da davanti l’UnicreditBanca e fino all’inizio di viaTroya, o proprio in subordine,parcheggio per lungo e non apettine per ovvi motivi diminor spazio “ostruito”; 2) uti-lizzo della corsia alla destradello spartitraffico da parteanche dei mezzi pubblici conconseguente “scorciamento” diqualche metro dello stesso, alfine di consentire una più“dolce” reimmissione a sinistrasenza di fatto dover tagliare lastrada a chi é già da quellaparte, come avviene invece allostato attuale; 3) auspicabileriduzione (laddove possibile)delle dimensioni dei marciapie-di/ aiuole-parcheggio al fine diaumentare invece che diminui-re la sede stradale; 4) controllosistematico, quantomeno nellafase di avvio della nuova viabi-lità, dei 300 metri di strada dicui sopra da parte dei vigiliurbani al fine di evitare che isoliti furbi/maleducati possanocontinuare a provocare con leloro soste selvagge la paralisidel traffico. Sono praticamentecerto che questa mia letteraresterà inascoltata: ho comun-que voluto provare a dare unseppur minimo contributo nellasperanza che una volta su mille

le “istituzioni” ascoltino unvolenteroso cittadino qualun-que.PS: Qualora “a regime” le solu-zioni adottate saranno diverseda quelle che appaiono almomento attuale e quindi riso-lutive anche solo in parte deiproblemi evidenziati, sarò benlieto di essere stato “intempe-stivo” con queste mie osserva-zioni.

Rosichini

Non ne possiamo più! Anchestamattina un’ora per arrivareda piazza Guadalupe all’in-gresso della galleria GiovanniXXIII (circa 1 kilometro distrada), capisco che Roma ètroppo trafficata ma nel nostroquartiere sono stati fatti errorimadornali sulla viabilità. Mar-ciapiedi enormi come sale daballo, spartitraffico inutili, cor-sie inutilizzate che ostacolanoil traffico, lasciando solo dellecorsie nette per il passaggiodelle auto così se c’è un ostaco-lo alla circolazione o si fermauna macchina si blocca un inte-ro quartiere. Vorremmo saperechi è che ha deciso questi lavo-ri, almeno sapremo chi maledi-re quando siamo tutti bloccatinegli ingorghi che si creanomattina e sera.

C.M.M. (Lettera firmata)

Anche se con il completamen-to dei lavori e l’abitudine alnuovo assetto le cose andran-no un po’ meglio, non c’è dub-bio che nella risistemazione diquel tratto della Trionfalequalcosa poteva senz’altroessere fatto meglio; l’elementopiù discutibile ci pare quellafermata posta a metà di unostretto ed alto spartitraffico,con i passaggi pedonali alleestremità del suo lungo svilup-po. Certamente c’è qualcosada rivedere ed occorre assicu-rare un’efficace e assiduavigilanza, ma d’altra partenon si può continuare a sotto-mettere tutto all’automobile,mentre si ripete di voler pro-muovere il trasporto pubblicoe si fa peraltro molto poco perrenderlo attraente (gli si pre-parano, anzi, giorni peggiori).Ricordiamo che quella pedo-nale è la prima forma di mobi-lità, che ha indiscutibile biso-gno di essere riscattata; tuttidevono potersi muovere apiedi con sicurezza e como-dità, su ogni itinerario dellacittà. E bisogna interrompereil circolo vizioso per effettodel quale si viene respinti daltrasporto pubblico e si va adaumentare il traffico privato,rendendo ancor meno attraen-te l’autobus. Vogliamo il cir-colo virtuoso!

segue da pagina 2

Quest’anno per accompagnare i nostri auguri di lieto Natalee felice 2011, abbiamo scelto la copertina del calendariocon i dipinti da Franca Urban, cittadina di Monte Mario.

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L’associazione “Amici di Monte Mario” organizzazione non lucrativa di utilitàsociale (ONLUS), costituita il 28 maggio 1969, persegue fini di promozione socia-le, civica e culturale nei quartieri di Monte Mario. Non legata a partiti politici e acon-fessionale, l’Associazione dipende esclusivamente dai propri soci, nello spirito disolidarietà verso tutti gli abitanti del territorio. Per aderirvi va presentata domanda suapposito modulo. La misura della quota d’iscrizione è libera. La quota associativaannuale è di € 30,00 per i soci ordinari; € 90,00 per i sostenitori; € 10,00 per i fami-liari e gli studenti. Versamenti nel conto corrente postale n. 40706004, intestatoall’Associazione Amici di Monte Mario. Per informazioni telefonare al numero06 35503317 con segreteria automatica funzionante 24 ore su 24.e-mail: [email protected]

Con dolore diamo la notizia dellascomparsa del nostro socio ing.Bruno Moser. La Messa funebre,celebrata nella parrocchia di S. Ful-genzio, era affollatisisma di amici,poiché Bruno Moser era moltoamato per il suo valore e la suamodestia.Dopo la Messa, la vedova, Signo-ra Liliana, anch’ella nostra socia,alla quale porgiamo le nostre piùsentite condoglianze, ha preso la

parola con grande coraggio, rin-graziando tutti coloro che hannopreso parte al suo dolore: ilRotary Club; l’Archeoclub, deiquali Bruno Moser era membrodel Consiglio Direttivo per le atti-vità culturali, la società Pirelli perla quale ha lavorato in Grecia edArgentina; e l’AssociazioneAmici di Monte Mario, alle mani-festazioni della quale egli avevapreso parte attivamente.

In memoria

Corso di conversazioneinglese a livello intermedio,tenuto dal prof. Conor Rowan(di madre lingua inglese).È iniziato l’8 novembre. Sonoancora disponibili alcuniposti.Tutti i lunedì dalle 17.30 alle19, per 20 lezioni.

Training autogeno. Un corsobasato sulla tecnica di appren-dimento graduale di eserciziper realizzare l’equilibrioneurovegetativo e la calma,impartito dalla psicoterapeutadott.ssa Lucia Guerrieri in 12sedute. Il lunedì alle ore 16, acominciare dal 10 gennaio.

Libera Università di Monte Mario LUMMI corsi si tengono quest’anno presso la parrocchia S. Paola Romana,via Duccio Galimberti (fra piazza Giovenale e viale Medaglie d’Oro)

bus 990, 907, 913, 999, 991)

10Per la partecipazione ai corsi è necessaria la previa prenotazione

Per informazioni rivolgersi all’Associazione, 06 35503317 o alla dott.ssa LucianaFrapiselli 06 35453636 munito di segreteria). Ulteriori informazioni saranno anchetempestivamente pubblicate sul sito www.montemario.org.

Tradizionale cena di NataleGiovedì 16 dicembre alle ore 20.30 i soci dell’associazione“Amici di Monte Mario” ed i loro parenti e amici sono invitatia partecipare alla tradizionale cena di Natale che si terrà pressol’albergo Excel (ex residence “Monte Mario” a via degli Sco-lopi 31. Ampio parcheggio. Autobus 913, 907, 991, 911.Informazioni e prenotazioni ai numeri06 35503317 - 06 30610466 - 06 35453636 - 06 35498208.

È allo studio un viaggio in Egitto, acavallo del Capodanno, per visitaretra l’altro Alessandria, ed in parti-colare la nuova grandiosa Bibliote-

ca, ed El Alamein.Gli interessati sono invitati a pren-dere contatto al più presto con San-dra Fiorentini (06 35491943).

DICEMBRE

Viaggio in Egitto per Capodanno

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