Amici della Certosa di Capri

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Amici della Certosa di Capri G li Amici della Certosa presen- tano il Festival Internaziona- le delle Arti 2010. Un evento unico nell’Isola Azzurra, giunto alla sua quarta edizione, nella storica Cer- tosa di San Giacomo, a pochi passi dalla celebre Piazzetta, dal 28 agosto al 4 settembre. In un luogo magico, sullo sfondo di un mare azzurro e di un’accattivante luna caprese, l’Isola Azzurra è simbolo di cultura, meta di intellettuali che da oltre un secolo hanno attraversato le sue strade, tra viottoli nascosti e limoneti, ispiran- dosi per le loro opere in un sapiente gioco tra storia ed arte. Ed è proprio l’arte, nelle sue svariate forme, che si celebra in questa settimana, alla Cer- tosa, gioiello dell’architettura capre- se costruita nei primi del ’300, un ap- puntamento atteso dal pubblico, che si ripete annualmente, una settimana “internazionale” con mostre di scul- tura, pittura, rappresentazioni dram- matiche, musica classica e contem- poranea, fotografia, con la parteci- pazione di artisti direttamente da Ca- nada, Stati Uniti, Italia, Belgio, Ger- mania, Corea del Sud. Si tratta di un grande evento per Capri nato grazie all’idea, alla passione e al meticolo- so lavoro della Presidente Interna- zionale dell’Associazione, la cana- dese Fawn Wilson White, che ha sa- puto riunire amanti dell’isola da tut- to il mondo in un’unica associazio- ne benefica con sedi in Gran Breta- gna, Stati Uniti e in Italia e col soste- gno di Canada, Germania e Svezia. Obiettivo, il restauro e la difesa della Certosa di San Giacomo e il sostegno de suoi programmi culturali. Tra gli Amici non mancano artisti, musici- sti, autori, storici dell’arte, avvocati, businessman, da molti Paesi, che at- traverso il loro impegno volontario e il sostegno economico, contribuisco- no alla tutela e alla difesa dell’ere- dità architettonica, artistica e cultu- rale della Certosa e dell’isola di Ca- pri. Dal Sindaco, Ciro Lembo, un in- vito a partecipare al Festival, un’otti- ma occasione per conoscere i segre- ti dell’Isola Azzurra. «Come sinda- co posso affermare che si è creato un gemellaggio tra gli Amici della Cer- tosa e Capri. Da anni, come ammi- nistrazione comunale, sosteniamo il grande lavoro e l’impegno dell’asso- ciazione che lavora quotidianamen- te per valorizzare la certosa, uno dei gioielli della nostra isola». Il festi- val è ormai un appuntamento atteso dal pubblico caprese e non. Ne par- la con grande soddisfazione, il vi- ce sindaco, Marino Lembo, assesso- re alla Cultura e al Turismo, che sot- tolinea l’internazionalità dell’even- to. «Il Festival è un appuntamento che da anni è atteso da un pubblico culturalmente preparato a questo ti- po di manifestazioni. Bisogna anche dire che il periodo in cui si svolge in- contra le esigenze di un pubblico in- ternazionale perché fra agosto e set- tembre sono molti gli stranieri che scelgono l’isola. L’edizione di que- st’anno rientra in un progetto più am- pio: per ricordare gli antichi viaggia- tori intellettuali dell’800 che visita- vano l’isola, infatti, abbiamo avvia- to “Capri Gran Tour”, organizzando più di 80 eventi, oltre quattro la setti- mana, per far conoscere la nostra sto- ria e la nostra cultura. Tra queste, la Certosa, fiore all’occhiello dei nostri siti». Da sottolineare, inoltre, che gli eventi del Festival sono tutti gratuiti. Dalla Presidente, un invito a tutti gli amanti dell’isola azzurra a conosce- re gli obiettivi dell’Associazione. «Il Festival rispecchia a pieno l’obietti- vo degli Amici di trasformare la Cer- tosa in un luogo di incontro interna- zionale per i grandi artisti, coerente- mente con lo storico ruolo di Capri nell’eredità culturale d’Italia e del mondo». Quest’anno saranno Italia e Belgio le nazioni che inaugurano il Festival. Diretto da Renato Bossa, che sta lavorando da mesi per cura- re meticolosamente gli eventi di tutta la settimana, l’appuntamento è saba- to 28 agosto alle 19.30 con Jocelyne Mottoulle, artista belga conosciuta a livello internazionale e la sua mostra di pittura e scultura “Ombra mai fu”, nel Chiostro piccolo della Certosa, patrocinata dall’Ambasciata Belga. Segue a pagina 4 Artisti di tutto il mondo a Capri per il Festival degli Amici della Certosa Agosto 2010 N on poteva fare di meglio Omero nella sua Odissea quando descrisse Capri come una “Sirena incantatrice”. Perché ancora oggi è un luogo di strega- ta bellezza, un capolavoro della natura, una meta ambita da intellettuali ed esteti. E sono proprio questi “forestieri” che hanno fatto grande Capri tra i monogrammi delle poe- sie, le pennellate di un quadro o il palcosce- nico di un film. Neruda, Proust, Mallarmé, Debussy, Diefenbach, Douglas, Gorkij, la divina Greta Garbo o Virginia Woolf. Fino ai tempi dei vaniloqui e delle goliardie del baro- ne Fersen, quando molti nobili scoprirono il Sud dell’Italia come una specie di destinazio- ne esotica e fecero la storia dell’isola. Oggi un’altra “forestiera” ha preso a cuore Capri. E, facendo leva sulla passione per l’arte e la cultura italiana, la sta portan- do al centro del mondo. Fawn Wilson White è canadese ma ha scelto Capri come terra del cuore e ha creato un’associazione interna- zionale di enti di beneficenza che si dedicano al restauro di un luogo magico dell’isola che sembra appeso alla luna: la Certosa di San Giacomo, un monastero del Trecento trasfor- mato in un tesoro d’arte. Diceva Brecht che scopo dell’arte è «pro- durre immagini efficaci della realtà». Valorizzando il patrimonio culturale e artistico della Certosa, Fawn Wilson White sta tenendo in vita questo tesoro d’Italia che, in settecento anni, neppure gli sfregi delle continue incursioni dei pirati saraceni e tur- chi, le battaglie e le distruzioni, gli incendi e i terremoti sono riusciti a distruggere. Dal XIV secolo la Certosa ha conservato il suo fascino raffinato ed asettico: orfana di gran parte degli affreschi e delle decorazio- ni, resta l’ambìto teatro di cultura così come era stata consacrata anche dalla letteratura di Munthre, Mackenzie e Soldati. L’arte come impegno. Ecco perché il Corriere Canadese ha deciso di sostenere Fawn Wilson White e gli “Amici della Certosa”. Per amore dell’Italia, un Paese ricco di storia e cultura. Ed è grazie a loro che oggi, ancora una volta, gli occhi del mondo sono puntati su Capri. Paola Bernardini Direttore del Corriere Canadese/Tandem Stregati dall’arte www.capricertosa.com Inserto del Corriere Canadese www.corriere.com a cura di Carla Bonora e Letizia Tesi

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Amici della Certosa di Capri

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Amici della Certosa di Capri

Gli Amici della Certosa presen-tano il Festival Internaziona-le delle Arti 2010. Un evento

unico nell’Isola Azzurra, giunto alla sua quarta edizione, nella storica Cer-tosa di San Giacomo, a pochi passi dalla celebre Piazzetta, dal 28 agosto al 4 settembre. In un luogo magico, sullo sfondo di un mare azzurro e di un’accattivante luna caprese, l’Isola Azzurra è simbolo di cultura, meta di intellettuali che da oltre un secolo hanno attraversato le sue strade, tra viottoli nascosti e limoneti, ispiran-dosi per le loro opere in un sapiente gioco tra storia ed arte. Ed è proprio l’arte, nelle sue svariate forme, che si celebra in questa settimana, alla Cer-tosa, gioiello dell’architettura capre-se costruita nei primi del ’300, un ap-puntamento atteso dal pubblico, che si ripete annualmente, una settimana

“internazionale” con mostre di scul-tura, pittura, rappresentazioni dram-matiche, musica classica e contem-poranea, fotografia, con la parteci-pazione di artisti direttamente da Ca-nada, Stati Uniti, Italia, Belgio, Ger-mania, Corea del Sud. Si tratta di un grande evento per Capri nato grazie all’idea, alla passione e al meticolo-so lavoro della Presidente Interna-zionale dell’Associazione, la cana-dese Fawn Wilson White, che ha sa-puto riunire amanti dell’isola da tut-to il mondo in un’unica associazio-ne benefica con sedi in Gran Breta-gna, Stati Uniti e in Italia e col soste-gno di Canada, Germania e Svezia. Obiettivo, il restauro e la difesa della Certosa di San Giacomo e il sostegno de suoi programmi culturali. Tra gli Amici non mancano artisti, musici-sti, autori, storici dell’arte, avvocati,

businessman, da molti Paesi, che at-traverso il loro impegno volontario e il sostegno economico, contribuisco-no alla tutela e alla difesa dell’ere-dità architettonica, artistica e cultu-rale della Certosa e dell’isola di Ca-pri. Dal Sindaco, Ciro Lembo, un in-vito a partecipare al Festival, un’otti-ma occasione per conoscere i segre-ti dell’Isola Azzurra. «Come sinda-co posso affermare che si è creato un gemellaggio tra gli Amici della Cer-tosa e Capri. Da anni, come ammi-nistrazione comunale, sosteniamo il grande lavoro e l’impegno dell’asso-ciazione che lavora quotidianamen-te per valorizzare la certosa, uno dei gioielli della nostra isola». Il festi-val è ormai un appuntamento atteso dal pubblico caprese e non. Ne par-la con grande soddisfazione, il vi-ce sindaco, Marino Lembo, assesso-

re alla Cultura e al Turismo, che sot-tolinea l’internazionalità dell’even-to. «Il Festival è un appuntamento che da anni è atteso da un pubblico culturalmente preparato a questo ti-po di manifestazioni. Bisogna anche dire che il periodo in cui si svolge in-contra le esigenze di un pubblico in-ternazionale perché fra agosto e set-tembre sono molti gli stranieri che scelgono l’isola. L’edizione di que-st’anno rientra in un progetto più am-pio: per ricordare gli antichi viaggia-tori intellettuali dell’800 che visita-vano l’isola, infatti, abbiamo avvia-to “Capri Gran Tour”, organizzando più di 80 eventi, oltre quattro la setti-mana, per far conoscere la nostra sto-ria e la nostra cultura. Tra queste, la Certosa, fiore all’occhiello dei nostri siti». Da sottolineare, inoltre, che gli eventi del Festival sono tutti gratuiti.

Dalla Presidente, un invito a tutti gli amanti dell’isola azzurra a conosce-re gli obiettivi dell’Associazione. «Il Festival rispecchia a pieno l’obietti-vo degli Amici di trasformare la Cer-tosa in un luogo di incontro interna-zionale per i grandi artisti, coerente-mente con lo storico ruolo di Capri nell’eredità culturale d’Italia e del mondo». Quest’anno saranno Italia e Belgio le nazioni che inaugurano il Festival. Diretto da Renato Bossa, che sta lavorando da mesi per cura-re meticolosamente gli eventi di tutta la settimana, l’appuntamento è saba-to 28 agosto alle 19.30 con Jocelyne Mottoulle, artista belga conosciuta a livello internazionale e la sua mostra di pittura e scultura “Ombra mai fu”, nel Chiostro piccolo della Certosa, patrocinata dall’Ambasciata Belga.

Segue a pagina 4

Artisti di tutto il mondo a Capri per il Festival degli Amici della Certosa

Agosto 2010

Non poteva fare di meglio Omero nella sua Odissea quando descrisse Capri come una “Sirena incantatrice”.

Perché ancora oggi è un luogo di strega-ta bellezza, un capolavoro della natura, una meta ambita da intellettuali ed esteti. E sono proprio questi “forestieri” che hanno fatto grande Capri tra i monogrammi delle poe-sie, le pennellate di un quadro o il palcosce-nico di un film. Neruda, Proust, Mallarmé, Debussy, Diefenbach, Douglas, Gorkij, la divina Greta Garbo o Virginia Woolf. Fino ai tempi dei vaniloqui e delle goliardie del baro-ne Fersen, quando molti nobili scoprirono il Sud dell’Italia come una specie di destinazio-ne esotica e fecero la storia dell’isola.

Oggi un’altra “forestiera” ha preso a cuore Capri. E, facendo leva sulla passione per l’arte e la cultura italiana, la sta portan-do al centro del mondo. Fawn Wilson White è canadese ma ha scelto Capri come terra del cuore e ha creato un’associazione interna-zionale di enti di beneficenza che si dedicano al restauro di un luogo magico dell’isola che sembra appeso alla luna: la Certosa di San Giacomo, un monastero del Trecento trasfor-mato in un tesoro d’arte.

Diceva Brecht che scopo dell’arte è «pro-durre immagini efficaci della realtà».

Valorizzando il patrimonio culturale e artistico della Certosa, Fawn Wilson White sta tenendo in vita questo tesoro d’Italia che, in settecento anni, neppure gli sfregi delle continue incursioni dei pirati saraceni e tur-chi, le battaglie e le distruzioni, gli incendi e i terremoti sono riusciti a distruggere.

Dal XIV secolo la Certosa ha conservato il suo fascino raffinato ed asettico: orfana di gran parte degli affreschi e delle decorazio-ni, resta l’ambìto teatro di cultura così come era stata consacrata anche dalla letteratura di Munthre, Mackenzie e Soldati.

L’arte come impegno. Ecco perché il Corriere Canadese ha

deciso di sostenere Fawn Wilson White e gli “Amici della Certosa”. Per amore dell’Italia, un Paese ricco di storia e cultura. Ed è grazie a loro che oggi, ancora una volta, gli occhi del mondo sono puntati su Capri.

Paola BernardiniDirettore

del Corriere Canadese/Tandem

Stregati dall’arte

www.capricertosa.com

Inserto del Corriere Canadese www.corriere.com a cura di Carla Bonora e Letizia Tesi

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Amici della Certosa di Capri

È un dialogo bizzarro e sfasato, quasi un duello, quello immaginato dal

drammaturgo Paolo Puppa fra Luisa Casati e un giovane gior-nalista fanatico di D’Annun-zio, che vuole scrivere un libro sulle sue donne. Lui si aspet-ta di trovare «una vestale, una specie di sacerdotessa del ri-cordo», invece del Comandan-te la Marchesa tende ad esibi-re gli aspetti più retrivi e a ridi-mensionare le mitologie crea-te intorno al D’Annunzio ama-tore. Lo spettacolo, intitolato “Intervista alla Marchesa” con la regia di Terry D’Alfonso, va in scena il 28 agosto alla Cer-tosa di San Giacomo, a Capri, interpretato da Milena Vukotic e Marco Gambino.

Per ricostruire il personag-gio di lei, Paolo Puppa, dram-maturgo, performer e pro-fessore di storia del teatro al-l’Università Ca’ Foscari di Ve-nezia, si è basato sulle pagine che D’Annunzio le ha dedica-to. È alla Marchesa, per esem-pio, che s’ispira il personaggio di Isabella Inghirami in “For-se che sì forse che no”, ma al-la loro relazione il poeta dedi-cò anche alcune pagine in un libro di ricordi dove racconta di aver ricevuto in dono dal-l’amante una bambola di ce-ra, una specie di doppio della Marchesa, che conservava al Vittoriale e con la quale pare facesse l’amore.

Il poeta l’aveva amata quan-do Luisa Casati era bella e ric-ca. Qui, invece, è una donna travolta dal tempo, imbruttita, devastata. La rappresentazione si svolge, infatti, nella Londra del 1956, l’anno prima della sua morte. Non c’è più alcuna traccia di lusso nella vita del-la Marchesa. Puppa immagina addirittura che si faccia paga-re per l’intervista perché, una volta caduta in miseria, è ab-bandonata da tutti. D’Annun-zio è uno dei primi a scappa-re, lasciando cadere nel vuoto le sue richieste di aiuto. «È una donna che ormai ha elaborato una filosofia di vita fatta di ci-nismo, disincanto e pietà ver-so il mondo», spiega il dram-maturgo. Dai racconti che fa del rapporto con il Comandan-te «emerge il suo cinismo di-fensivo. Sa di essere stata usa-ta come 100mila altre donne e l’idea di essere solo una del-la lista la irrita profondamen-te perché vuole sempre essere unica nel suo genere. Ma a mo-do suo cerca di difendersi, ri-vendicando una sorta di auto-nomia come tecnica di soprav-vivenza al forsennato egoismo del D’Annunzio: mai gelo-sa, sempre snob, al di fuori di qualsiasi affare di cuore, quasi una forma di frigidità».

Anche col giornalista prova la carta della seduzione, lo tor-

menta quasi, mantenendo sem-pre un atteggiamento di supe-riore ironia. «Gioca sulla non risposta o su quella sfasata: è come un duello tra la ricerca della verità di lui e le pose e i manierismi di lei». E il gior-nalista, alla fine, cade nel tra-nello e per poco non s’inna-mora. «È totalmente ipnotizza-to da lei - dice la regista Terry D’Alfonso - La Marchesa, del resto, è ancora seduttrice e sa come far scaturire certe cose nel suo interlocutore. È come se lui s’identificasse nel D’An-nunzio e man mano che parla-no è sempre più stregato per-ché vede in lei la musa del Co-mandante e s’innesca un gioco d’identificazione “in and out” da giornalista a poeta e vice-versa. Nell’ultima scena pren-de il coraggio, le chiede di to-gliersi il velo e di poter vedere gli occhi perché gli sembra di aver intravisto un sorriso: “Sa, a un certo punto nella vita basta volersi bene”, le dice. Ma poi si ritira perché coglie sul volto di lei un’espressione quasi di disprezzo. “Le manderò il li-bro, vedrà che dedica”. Alla fi-

ne cambia completamente, ma ormai si è già esposto. È un te-sto che ho trovato bellissimo - conclude la D’Alfonso - come trovo perfetta Milena per fare la Marchesa».

«Parto già sedotto dall’im-magine di lei insieme a D’An-nunzio - dice Marco Gambino, uno che di seduzione se ne in-tende e che sull’argomento a Londra, dove vive da 22 anni, è addirittura salito in cattedra insegnando ai maschi d’oltre-manica come conquistare una donna - Lei è seducente anche perché è stata l’amante del va-te e a sedurmi, quindi, sono in due. La cosa bella del mio personaggio, che la regista ha strutturato intelligentemente in modo diverso dall’originale, è che s’identifica con D’Annun-zio e si trasforma in quasi tutte le sue citazioni letterarie. Co-me attore per me è molto im-portante perché mi dà modo di essere un po’ virtuoso». È la prima volta che Gambino la-vora con la Vukotic, una col-laborazione dalla quale si sen-te «intrigatissimo». «Milena è un’icona per tutti gli italiani, una signora del teatro, del ci-nema e della televisione. Fra noi c’è un’intesa straordinaria, quasi miracolosa, consideran-do che ci siamo trovati per ca-so e non abbiamo mai lavora-to insieme. Diciamo che siamo stati vicendevolmente sedot-ti», dice ridendo. L’attore di origine siciliana ha partecipa-to al Festival insieme a Paolo Puppa anche l’anno scorso, ma torna sempre volentieri a Ca-pri perché su un’isola si sente un po’ a casa. «Per me è una sorta di liquido amniotico. Su un’isola mi sento sempre pro-tetto da un mondo che posso guardare e che mi guarda. È un po’ come essere spettatore del mondo».

La regista ha diviso il testo in tre livelli di interpretazione: nel primo il dialogo; nel se-condo voci fuori campo, mu-sica e proiezioni basate su fo-tografie, ritratti, sculture e luo-ghi connessi a Luisa Casati, ri-visitate dal videoartist Gabriel Zagni, che evocano le parti più emotivamente significative per la Marchesa; nel terzo livel-lo, invece, è lei stessa a legge-re alcune risposte, che ha pre-parato prima dell’intervista per esprimere il suo distacco da-gli episodi che descrive. «Que-sta molteplicità di piani dà di-versi colori alla pièce e richia-ma il concetto di total theatre perché ci sono musica, un pic-colo ballo e le proiezioni fuori campo». “Intervista alla Mar-chesa” potrebbe arrivare an-che a Toronto, ma per ora è so-lo un’ipotesi. Quella che va in scena a Capri, infatti, è la pri-ma mondiale della rappresen-tazione drammatica.

Amici della Certosa di Capri

È dedicato a uno dei per-sonaggi più eclettici del ’900 italiano lo spettacolo

con cui il 28 settembre s’inau-gura a Capri il Festival interna-zionale delle arti degli Amici della Certosa di San Giacomo, la Marchesa Luisa Casati che sull’isola trascorse tutte le esta-ti dal 1920 al 1935. Una donna che ha tanto amato e tanto sof-ferto e che nei primissimi anni del secolo scorso ha sfidato le convenzioni rivendicando co-me un diritto la sua diversità.

Quella che salirà sul palco del Chiostro piccolo della Cer-tosa di San Giacomo, però, non è la femme fatale che affittava Piazza San Marco per organiz-zare feste in costume, che usciva con due ghepardi al guinzaglio e un serpente al collo, l’amante di D’Annunzio e la musa ispiratri-ce di Marinetti, Depero e Boc-cioni. È una donna vecchia, che ha perso tutto tranne il suo inna-to fascino e le sue doti sedutti-ve. E che sul palco della Certo-sa di San Giacomo avrà il volto intensissimo di Milena Vuko-tic, uno dei più noti del piccolo e del grande schermo oltre che del teatro italiano. Con lei, du-rante un’intervista immaginaria nelle due stanzucce di Piccadil-ly dove si era ritirata dopo es-sere caduta in disgrazia, ci sarà Marco Gambino nei panni di un giornalista che sta scrivendo un libro sulle donne di D’Annun-zio e che si rivolge a lei speran-do di scoprire aneddoti curio-si. Alla fine, invece, anche se lo spettacolo è ambientato nel 1956, cioè un anno prima del-la morte della Marchesa, rimar-rà anche lui vittima del grande fascino che questa donna riesce a trasmettere nonostante i suoi 75 anni e il volto completamen-te coperto da un velo.

È il terzo anno che l’attri-ce partecipa al Festival orga-nizzato dagli Amici della Cer-tosa di San Giacomo, che, fra l’altro, hanno il merito di aver-le fatto scoprire l’isola. «Non c’ero mai stata - confessa l’at-trice - ma ora quello fra me e Capri è un rapporto di grande felicità. Scoprire questo luogo è stato un arricchimento». Ad af-fascinarla di più della Marche-sa, invece, è «la sua originali-tà». La Vukotic la descrive co-

me una donna dall’animo «as-solutamente insolito soprattut-to se si pensa che apparteneva a un periodo della storia in cui staccarsi dalla schemi era molto difficile. È un po’ come se fos-se stato insito nel suo destino. Nonostante sia stata ricchissi-ma e abbia avuto la possibili-tà di avere una vita molto agia-ta, rimane orfana a soli 15 anni con sua sorella che però muore lasciandola sola. Inizia quindi a inventarsi il suo mondo e ad arricchirlo, ogni volta, di sem-pre nuove possibilità. Il rappor-to con D’Annunzio ha senz’al-tro sviluppato la sua capacità di andare oltre la realtà».

La regia dello spettacolo, scritto dal drammaturgo Pao-lo Puppa, è di Terry D’Alfonso, che con Milena Vukovic ha una lunga storia di collaborazio-ne artistica da più di trent’an-ni. «Insieme abbiamo fatto Pi-randello, Le donne di Picas-so, Anais Nin, tutti personaggi molto particolari sui quali ab-biamo sempre avuto un’inte-sa forte - racconta l’attrice - il nostro è un connubio costruito prima di tutto sugli anni di la-voro passati al fianco in televi-sione ma soprattutto in teatro. E poi parliamo la stessa lingua: lei è stata assistente di Strehler e anch’io ho lavorato con que-sto grande regista, fatto che ha contribuito a creare e a conso-lidare tra noi una grande intesa artistica».

Nello spettacolo c’è anche un momento in cui la Vukotic accenna qualche movimento di danza, che la regista ha inseri-to come espressione del concet-to di “total theatre”, mentre per l’attrice è un felice ritorno di fiamma. I primi passi sul palco-scenico, infatti, Milena Vukotic li ha fatti sulle punte come bal-

lerina della compagnia Grand Ballet du Marquis De Cuevas di Roland Petit a Parigi. «In ogni spettacolo cerco sempre di inse-rire qualche movimento, seppur accennato, di danza, qualcosa che mi riavvicini a un periodo molto importante della mia vi-ta». A farle appendere le scar-pette al chiodo, quand’era anco-ra giovanissima, è stato Fellini. I suoi film sono stati una folgo-razione: «Ho capito che volevo fare cinema e ho sentito il desi-derio di conoscere Fellini, così mi sono trasferita a Roma», do-ve ha lavorato con il Maestro, alimentando il suo insaziabile amore per il cinema: «Se ne fa sempre meno e io vorrei farne sempre di più».

Il suo è un continuo alter-narsi di sentimenti in bilico fra l’amore per il teatro e quello per il cinema, ma prima di tutto, di-ce la Vukotic, lei ama recitare, mettersi una maschera e giocare a inventare sempre nuovi perso-naggi.

È quella la parte che la emo-ziona di più, anche se spesso in-sieme alla gioia arriva la «di-sperazione» dell’incognito, il mistero che porta con sé ogni nuovo “travestimento”.

Nell’immaginario di mol-ti italiani resterà indelebile an-che quello della signora Pina, la moglie bruttina e grottesca del ragionier Fantozzi. «Villaggio ha saputo catturare la parte ca-ricaturale che è in ognuno di noi e ha creato una maschera fanta-stica che rimarrà nella storia del cinema e non solo: c’è in tutti un fondo “fantozziano”, pateti-co anche se camuffato. Ma par-te del suo successo è dovuto an-che al fatto che mettendo in mo-stra il lato clownesco è riusci-to a farci ridere di noi stessi e forse è proprio questo che attira tanto l’animo umano: ridere an-che delle nostre debolezze».

C’è una grande umiltà nel-le sue parole come nel cercare di evitarne sempre una, carrie-ra: «Ho un po’ paura ad usare quella parola. È la mia strada e ogni volta mi sembra di comin-ciare sempre dall’inizio. Anche dietro alle cose apparentemente più facili, c’è sempre un gros-sissimo lavoro. Penso che sia così per tutti ed è proprio que-sta la cosa più bella».

A Capri, all’inizio del secolo scorso, il più attivo circolo rivoluzionario russo si ri-

trovò unito, in esilio, intorno alla leggendaria figura dello scrittore Maksim Gorkij. Gli esuli russi la-vorarono, studiarono e complotta-rono per sette anni. Sull’isola nel 1909 aprirono la prima Universi-tà rivoluzionaria della storia, co-nosciuta come “La Scuola di Ca-pri”. Anche Lenin arrivò, non po-teva mancare: l’isola era diventa-ta il più importante obiettivo delle attività del partito bolscevico. Ma la sua visione della rivoluzione e quella dei “Capresi” erano trop-po divergenti. Paradossalmente, fu proprio sulla mondana isola di Capri, tra i magnati, i sovrani e gli artisti decadenti, che si giocò la partita decisiva per il futuro della Russia e del mondo intero.

È proprio la storia degli esu-li russi quella raccontata nel do-

cumentario di Raffaele Brunetti e Piergiorgio Curzi, L’Altra Rivo-luzione, Gorkij e Lenin a Capri, presentato in anteprima mondiale a Capri il 4 settembre al Festival internazionale delle arti. «Il nome di Gorkij mi era fami-liare dalla prima infan-zia - racconta il regista, autore fra l’altro di Hair India presentato l’anno scorso all’Hot Docs di Toronto - Villa Pierina, l’ultima residenza del-lo scrittore russo a Ca-pri, è la stessa casa do-ve sono cresciuto. Mio nonno Alfonso allonta-nava con modi bruschi i curiosi che si affacciavano al cancello. “Perché?” gli chiedevo. E lui, con molta più pazienza di quanta non ne avesse con i curio-si, mi spiegò la storia della casa in cui viveva. Era la stessa in cui era

vissuto Gorkij. Dopo il crollo del-l’Unione Sovietica, i muri rossi di quella casa mi tornarono in mente sempre più di frequente, così co-me le foto dei rivoluzionari, dai baffi e dalle barbe lunghe, sullo

sfondo del mare calmo. Ora che molti studiosi sono impegnati a riscri-vere le pagine delle ri-voluzione russa - conti-nua Brunetti - è possibi-le dare corpo con questo documentario a una sto-ria occultata e falsifica-ta negli anni dell’Unio-ne Sovietica».

Brunetti è regista e produttore di film-do-

cumentari. Nel 1988 ha fondato la B&B Film, società che svilup-pa e produce film-documentari di creazione, spaziando dalle tema-tiche sociali, a quelle storiche e ambientali.

Agosto 2010Agosto 2010

Da Parigi a TorontoL’Art Gallery of Ontario

di Toronto (Ago) conser-va due opere d’arte dedi-

cate alla Marchesa Luisa Casa-ti. Il primo è un ritratto di Au-gustus John data-to 1919. Il pit-tore aveva fatto parte dell’eser-cito canadese durante la Prima guerra mondia-le come “artista di guerra” e alla fine del conflit-to era stato as-sunto per ritrar-re i partecipan-ti canadesi al-la Conferenza di pace di Parigi del 1919. Men-tre stava dipingendo il ritratto del primo ministro Robert Bor-den e di altri dignitari canade-si ebbe l’opportunità di cono-

scere gli esponenti della comu-nità artistica e culturale parigi-na. L’incontro con Luisa Casa-ti avvenne durante una festa or-ganizzata da un’amica comu-

ne, Maria Ruspoli. Sono tre i ritratti che John fece al-la Marchesa, ma quello conservato all’Ago è forse il più conosciuto. Il museo di Toronto lo ha acquistato per 1.500 lire nel 1943 da Sir Evan Charteris, Chair-man della Natio-nal Portrait Gal-lery di Londra. È diventato e rima-ne una delle ope-

re più popolari e più amate del-l’Ago. La seconda opera dedi-cata alla Marchesa è un busto dello scultore Jacob Epstein.

Nella rete dei musei stata-li della città di Napoli, di-pendenti dalla Soprinten-

denza Speciale, la Certosa di San Giacomo a Capri ha ritrovato un ruolo imprescindibile di presti-gioso complesso monumentale, ricco di storia e di civiltà.

La sua fondazione, infatti, ri-sale al 1371 per volontà di Gia-como Arcucci, di famiglia ca-prese, conte di Minervino e Al-tamura, cancelliere della regina Giovanna d’Angiò, su modello della certosa di San Martino. Il chiostro piccolo reca colonne e capitelli di età romana e bizan-tina, altri interventi di “abbel-limento” datano al ’600, cui ri-sale, anche il Quarto del Prio-re. Dopo la soppressione degli ordini religiosi, la Certosa pas-sò al demanio dello Stato e dal 1975 è sede del museo intitolato a Karl Wilhelm Diefenbah, mor-to a Capri nel 1913. Solo in anni recenti è iniziato l’intervento di recupero architettonico e di re-stauro per un primo lotto di la-vori con la Cappella delle don-ne, la Torre di guardia, la chiesa, il Quarto del Priore, sede attuale di mostre temporanee: in questa stagione estiva la rassegna Mim-

mo Jodice. Figure del mare, or-ganizzata dalla Fondazione Ca-pri.

Il luogo di straordinaria bel-lezza, tra chiostri e aree a verde del giardino monastico o la na-tura fortissima del parco con la

conclusione sullo strapiombo del mare coi Faraglioni a poca distanza è anche suggestiva se-de di eventi di prestigio interna-zionale: concerti di musica clas-sica, spettacoli di danza, lirica, cinema e teatro. Per il persegui-mento degli obiettivi, che ci si è prefissi - la tutela e la manuten-zione assorbono gran parte del-le già scarse risorse finanzia-rie destinate alla Soprintenden-za - dal 2007 opera in partena-riato l’Associazione Amici della Certosa di Capri, presieduta da miss Fawn White, con il patro-cinio di Ambasciate e Consola-ti in Canada, Inghilterra, Germa-nia, Svezia e il concorso di im-portanti personalità della cultu-ra e del mondo economico. Con lo scopo della promozione della conoscenza e della valorizzazio-ne del patrimonio culturale del-la Certosa di Capri, anche que-

st’anno, oltre al contributo per la tutela del parco, gli Amici rea-lizzano il prestigioso Internatio-nal Arts Festival, ricco di even-ti d’alto interesse culturale: dal-la mostra di Jocelyne Mottou-le, con lavori ispirati dalla stes-sa atmosfera dei luoghi, alla rap-presentazione in prima mondia-le, su regia di Terry D’Alfonso, dello spettacolo “Intervista al-la Marchesa”, che segna il ritor-no in Certosa di Milena Vukotic, alla riflessione su Italo Calvino con la regia del canadese Da-mian Pettigrew, senza trascura-re l’attenzione ai concerti di mu-sica jazz e alla musica indigena della lontana terra amazzonica, per ritornare, infine, a momenti di “storia caprese” con Gorkij e Lenin a Capri.

Rossana MuziiDirettore della Certosa di

San Giacomo a Capri

Dal 1300 ai giorni nostriLa storia della Certosa di S. Giacomo

Milena Vukotic, musa e seduttriceL’attrice interpreta Luisa Casati amante di D’Annunzio

Il ritorno sull’isola di GorkijAl festival anche un documentario sugli esuli russi

La vendetta al vate della MarchesaLo spettacolo inaugura la rassegna il 28 agostoIn occasione dell’inaugurazione del

Festival Internazionale delle Arti 2010, promosso dagli Amici della

Certosa di Capri, porgo il mio persona-le benvenuto ai turisti canadesi che scel-gono di visitare la nostra isola, con la speranza che la fama di Capri sia sem-pre pari alle loro aspettative. I suoi pa-norami mozzafiato su un mare d’incanto, l’allegria e la sim-patia dei suoi abi-tanti, l’accoglienza abbinata alla buo-na cucina, saranno gli indispensabili ingredienti del loro gradito soggiorno.

La sua millena-ria storia e la sua cosmopoliticità ne hanno fatto un cro-cevia di incontri e di scambi, culla di cul-tura e di arte, dove vi hanno trovato fonte di ispirazione e di confronto artisti e let-terati, intellettuali e scienziati, punto di riferimento del jet set internazionale.

Oltre, naturalmente, ai percorsi indi-cati nelle migliori guide turistiche, vor-rei suggerire loro alcune alternative che offrono un’immagine più intima e fruibi-le di Capri. Come, ad esempio, una pas-seggiata lungo i suggestivi vicoletti me-dievali del centro storico che riconduco-no sempre in Piazzetta o lungo gli anti-chi sentieri, ultimamente recuperati, che collegano Villa Jovis e il Parco Astarita a Villa Lysis e a Lo Capo, lungo un per-corso naturalistico e storico senza egua-li, lontano dal caos delle strade princi-pali. Per quanto riguarda le manifesta-zioni, Capri offre da sempre ai suoi gra-diti ospiti un calendario di spettacoli e di eventi, lungo tutto l’anno dove si fon-dono arte, natura e cultura in un mix di qualità ed esclusività, che serve a man-tenere alti i livelli della nostra offerta tu-ristica.

Ciro Lembo, sindaco di Capri

Un luogo unico al mondoe mille modi per viverlo

Paolo Puppa, Terry D’Alfonso e Marco Gambino

(foto di Adam Butler)

Page 3: Amici della Certosa di Capri

Canadese, ma caprese di adozione, Fawn Wilson White è Presidente inter-

nazionale dell’Associazione de-gli Amici della Certosa di Ca-pri. Un amore più che venten-nale con quella che ama definire «la sua isola», dove ha trascorso le estati con la famiglia, il mari-to Ken e la figlia Emily. Una pas-sione per l’Isola Azzurra che l’ha spinta a fondare un’associazione unica nel suo genere, volta alla tutela e al sostegno di uno dei si-ti storici dell’isola, la Certosa di San Giacomo.

Quest’anno, dal 28 agosto al 4 settembre, si svolgerà la quarta edizione del Festival degli Ami-ci della Certosa. Un program-ma poliedrico, ambizioso, in un teatro naturale unico al mondo, complici l’architettura trecente-sca del Chiostro e la magica luna caprese, che accompagneranno la settimana internazionale del-le arti.

Com’è strutturata l’Asso-ciazione e qual è il contributo del Canada?

«Gli Amici della Certosa di San Giacomo sono un’associa-zione di beneficenza registrata negli Stati Uniti, in Gran Breta-gna e in Italia e dotata di due co-mitati, uno in Canada e uno in Germania. Ognuno è indipen-dente e gestito da una sua leader-ship. Come canadese sono entu-siasta del lavoro svolto dalla Pre-sidente del comitato canadese, Carla Bonora. In primavera sono stata invitata dal comitato cana-dese a illustrare il lavoro dell’as-sociazione e sono rimasta colpi-ta dal grande interesse che han-no dimostrato i canadesi. Credo che il 2010 -2011 sarà un gran-de anno per il comitato canade-se. Gli Amici hanno il privilegio di aver ricevuto il patrocinio del-lo Speaker del Senato in Cana-da, dell’Ambasciatore canadese in Italia, dell’Ambasciatore ita-liano in Canada, del Console ca-nadese a Napoli, dell’alto com-missario per il Regno Unito e di molti altri illustri canadesi. Sono sempre di più, infatti, i miei con-nazionali coinvolti in questo pro-getto. Il primo evento riconduci-bile al Canada, presentato dagli Amici nel Sud d’Italia, è stato il Canada Day Concert nel 2007 con il bravissimo soprano cana-dese Wendy Nielsen. È stato un grande successo al quale era pre-

“Io sono l’isola”. Comin-cia così il testo dell’ar-tista - filosofa Jocely-

ne Mottoulle, pittrice e scul-trice di fama internazionale, che inaugura, quest’anno, il Festival degli Amici della cer-

tosa 2010. Un omaggio a Capri che la Mot-

toulle ha impara-to a conoscere e

ad amare nei suoi nu-

merosi viaggi e soggiorni sul-l’Isola Azzurra. “Un coup de foudre” per la Certosa e la sua architettura che l’ha ispirata nelle sue opere.

Che cosa ti ha affascinato della Certosa?

«Da sempre sono attratta dallo spazio, dall’atrio delle colonne, dalla loro architettu-ra e dalla luce che vi penetra. Una luce che viene dall’alto e ispira i pensieri e i sentimenti più nobili».

Qual è il processo filosofi-co che ha ispirato la tua

mostra?«Il titolo, “La for-

ma dell’om-bra”, ha

u n

significato ben preciso. È un contorno, è il silenzio appa-rente, la semplificazione for-male di ciò che siamo, è “es-senza” nel significato filoso-fico del termine perché ci ob-bliga all’interrogativo fonda-mentale: che cos’è il colore nella nostra esistenza?».

Che cosa rappresenta il Chiostro della Certosa nella tua mostra?

«Il chiostro è come un’iso-la, di cui l’orizzonte è il cielo e la luce. Filo conduttore del-l’esposizione è il simbolismo. Le sculture su cui ho lavorato sono forme tracciate attraver-so i nomi delle persone celebri che hanno soggiornato a Ca-

pri, come un grido di libera-zione che si fissa su

tessuti/veli. Pittori e sculto-ri sono la memoria di Capri. Prampolini, Zweig, Munthe, Malher, Zelda Fitgerlad, Sol-dati, Benedetta Marinetti, Co-lette, Malaparte, Medusa, Ri-lke, Tiberio, Virgilio, Dante. Tutti mi parlano e mi sono do-mandata perché hanno ama-to tanto Capri. È la forma di ciascuno che risiede nelle mie sculture e pitture».

Amici della Certosa di Capri

sente l’ambasciatore canadese in Italia. Anche la serata inaugura-le dell’anno scorso era ispirata al lavoro di un’artista canadese, la scultrice Elma Johnston McKay e quest’anno siamo molto orgo-gliosi che Damian Pettigrew ab-bia accettato il nostro invito. Pet-tigrew è un cineasta di Montréal famoso in tutto il mondo, che parlerà del soggetto del suo nuo-vo film documentario Calvino Cosmorama, attualmente in fa-se di post produzione. Verranno proietatti alcuni spezzoni di con-versazioni fra il regista e Calvino stesso mentre Pettigrew sarà in-tervistato dal produttore spagno-lo Juan Arzubialde, membro de-gli Amici della Certosa di Capri del Regno Unito».

Quali sono le novità di que-sta edizione?

«Quest’anno il Festival riuni-sce artisti di fama mondiale pro-venienti da Canada, Stati Uni-ti, Gran Bretagna, Belgio, Italia, Germania, Corea del Sud e Spa-gna, in un programma eclettico che comprende teatro, pittura, scultura, musica classica e con-temporanea, fotografia, presen-tati nella storica Certosa di San Giacomo. Per la prima volta, in anteprima mondiale, nel Picco-lo Chiostro, presenteremo una pièce di Paolo Puppa, ispirata al-la Marchesa Luisa Casati, con la regia di Terry D’Alfonso, in-

terpretata da Milena Vukotic e Marco Gambino. Presenteremo anche il film documentario L’al-tra rivoluzione, Gorkij e Lenin a Capri, diretto da Raffaele Bru-netti e Piergiorgio Curzi».

Qual è a suo parere nella storia il ruolo e l’importanza di Capri e della Certosa?

«Capri è stata al centro del-l’interesse culturale a livello in-ternazionale per più di 2000 an-ni, fin da quando gli imperato-ri Augusto e Tiberio l’avevano trasformata nel loro ritiro priva-to, costruendo residenze bellis-sime le cui rovine possono es-sere ammirate ancora oggi. Do-po il crollo dell’impero romano, nel Medioevo sono stati i mo-nasteri di tutta Europa a giocare un ruolo chiave nella conserva-zione del patrimonio architetto-nico e letterario dell’epoca clas-sica. Un meccanismo particolar-mente evidente a Capri, dove la Certosa ha avuto un ruolo cen-trale nella vita e nella storia del-l’isola. Dal 1700 fino al secolo scorso Capri ha attratto tantissi-mi artisti - scultori, scrittori, poe-ti - dando vita a una vera e pro-pria tradizione artistico letteraria che continua anche oggi. L’iso-la, quindi, con le sue bellezze na-turali, una storia secolare, monu-menti importanti come la Certo-sa e una forte tradizione artistico e letteraria alle spalle, è diventa-ta un esempio di cultura a livello mondiale. Da questo punto di vi-sta è del tutto naturale che il Ca-nada, insieme ad altre nazioni, guardi a Capri e alla Certosa co-me a un prezioso patrimonio da preservare a beneficio anche del-le future generazioni. Ed è pro-prio questo, infatti, l’obiettivo degli Amici della Certosa, un’as-sociazione internazionale di enti di beneficenza dedita al restauro, alla conservazione e alla valoriz-zazione di questo monumento d’inestimabile valore».

C’è un messaggio che vor-rebbe dare ai suoi connaziona-li canadesi?

«Vorrei invitarli tutti a visi-tare la Certosa di San Giacomo durante il periodo del Festival. Capri è un luogo magico che in-canta i suoi visitatori e la Certo-sa è l’anima dell’isola. Un since-ro benvenuto è garantito a tutti, nel frattempo si può visitare il si-to www.capricertosa.com».

Perché ha deciso di fondare l’Associazione?

«Fino a poco tempo fa la Cer-tosa è stata sostenuta solo con fondi pubblici, ma fra tagli e fi-nanziamenti ad altri monumen-ti o musei della Campania i sol-di non sono mai stati sufficien-ti. Fortunatamente la Certosa ne-gli ultimi cinque anni ha potuto beneficiare di finanziamenti per interventi massicci come il re-stauro degli affreschi all’interno della chiesa o quello rivolto al-la collezione di dipinti del pitto-re tedesco Karl Diefenbach. Ma c’è ancora tanto da fare per con-tinuare a mantenere in salute la Certosa e cercare di raggiungere l’obiettivo che si è prefissato la Soprintendenza, cioè trasforma-re l’ex monastero in un museo, centro espositivo, centro di ri-cerca e di studi e sede di incontri culturali a livello mondiale. Ab-biamo concepito l’Associazione come un veicolo per raccogliere fondi per la Certosa e per i suoi programmi a livello internazio-nale, cercando di farla conosce-re in tutto il mondo. Per raggiun-gere il nostro scopo abbiamo de-ciso di istituire enti di beneficen-za in quei Paesi dove è possibi-le scaricare dalle tasse le dona-zioni. Finora abbiamo creato en-ti in Italia, Stati Uniti e Regno Unito, e due comitati, in Canada e in Germania, ma riceviamo un massiccio sostegno anche dalla Svezia. È l’Associazione poi che tira le fila a livello internaziona-le e rimette insieme i contributi di ogni Paese. La nostra visione della Certosa coincide con quel-la della Soprintendenza. La sua conservazione va a vantaggio di tutti».

Agosto 2010

(segue dalla copertina)

Parla del Festival con gran-de soddisfazione Rossana Mu-zii, Direttrice della Certosa e Museo di San Martino di Na-poli e della Certosa di S. Gia-como di Capri, che da anni so-stiene con il suo meticoloso impegno gli sforzi dell’Asso-ciazione. «Una delle novità di quest’anno, con la mostra del-la Mottoulle, uno degli eventi del Festival - spiega - è stata la creazione di un “specific site” per l’artista, che è rimasta affa-scinata dal luogo ed ha imma-ginato delle tele leggere come il vento, che si integrano in un tutt’uno con l’ambiente clau-strale, facendo da sfondo natu-rale alla rappresentazione tea-trale della Marchesa Casati, un binomio perfettamente riuscito. Del resto dobbiamo ricordare che l’Associazione degli Ami-ci della Certosa è nata a fian-co della Soprintendenza, che da tanti anni, prima con il prezio-so apporto del professor Nico-la Spinosa e oggi della Soprin-tendente Lorenza Mochi Onori, sostiene con passione e impe-gno il lavoro dell’Associazio-ne». Ed è proprio nel Chiostro Piccolo che alle 20.30 andrà in scena, in anteprima mondia-le, “Intervista alla Marchesa”, rappresentazione drammatica ispirata alla vita della Marche-sa Luisa Casati, scritta da Pao-lo Puppa, interpretata da Mile-na Vukotic e da Marco Gambi-no, con la regia di Terry D’Al-fonso.

Seconda serata dedicata al Canada, con il patrocinio del-l’Ambasciata Canadese in Ita-lia e dell’Ambasciata italiana in Canada. A questo proposito, per i lettori italo-canadesi, è da segnalare che, da pochi mesi, si è costituito il comitato cana-dese dell’Associazione (www.capricertosa.com). Un modo concreto per stabilire ed incre-mentare rapporti culturali tra i due Paesi. E proprio nell’am-bito della serata canadese, que-st’anno, gli Amici della Certo-sa presenteranno “Calvino Co-smorama: La realizzazione di un film”, conversazione tra il regista canadese Damian Pet-tigrew, e il produttore spagno-lo Juan Arzubialde sul soggetto del nuovo film documentario, attualmente in produzione da ARTE France, National Film Board of Canada e il ministe-ro dei Beni Culturali, sulla vi-ta di Italo Calvino, con filmati del famoso scrittore italiano gi-rati da Pettigrew negli anni Set-tanta. «Siamo lieti di presenta-re anche quest’anno artisti in-ternazionali di livello mondiale in un impegnativo ed eclettico programma negli storici spazi della Certosa di San Giacomo a Capri», ha sottolineato Renato Bossa, Direttore del Festival.

Il 30 agosto, appuntamento con il jazz di qualità con il Ron Odrich Jazz Quartet di New York, il 31, invece, è di scena l’Amazzonia e la sua musica indigena con l’antropologo lin-guista italiano Maurizio Gnerre che illustrerà le tradizioni mu-sicali delle tribù indigene. Il 1 settembre ancora musica, dal-la classica alla contemporanea con “C’era una volta d’estate”, la prima italiana del quartetto di cantanti a cappella di Londra The 1607 Ensemble, con Emily

Atkinson (soprano), An-drew Pickett (contro-tenore), Robin Burl-

ton (tenore) e Greg Skid-

more (ba-ritono).

Il 2 settembre con “Una se-rata estiva musicale”, è la volta della Corea del Sud, con la vio-linista Sunmi Jung e la pianista tedesca Henrike von Heimburg in un programma di opere per violino e piano, presentato in collaborazione con l’Accade-mia Europea di Musica e Arte Palazzo Ricci, Montepulciano. Il 3 appuntamento con le can-zoni del Novecento con “Do-ve siede amore”, un repertorio di canzoni del Novecento inter-pretate da Laura Polimeno (vo-ce) e Stefano Cardi (chitarra). Ed infine, per la chiusura del Festival, il 4 settembre grande evento con l’anteprima mon-diale del film documentario L’Altra Rivoluzione, Gorkij e Lenin a Capri, una produzione di B&B Film (Italia 2010), re-gia di Raffaele Brunetti e Pier-giorgio Curzi. Un storia sulla presenza dei rivoluzionari russi a Capri nei primi del Novecen-to e la fondazione della Scuo-la di Capri, con filmati origi-nali di Gorkij e Lenin, accom-pagnati da letture dagli archivi statali russi.

A proposito della forte pre-

senza degli stranieri a Capri, la vicepresidente del board ita-liano Sara Oliviero, unica so-cia caprese, sottolinea l’impor-tanza degli stranieri nella sto-ria dell’isola. «Gli Amici del-la Certosa confermano la pre-ziosità del ruolo che, per tradi-zione, gli stranieri hanno avu-to nel riconoscimento del patri-monio culturale di Capri e nel-l’attenzione alla sua salvaguar-dia». Da non perdere, inoltre, durante tutto il Festival, la mo-stra fotografica contemporanea “Figure del mare” del fotografo italiano Mimmo Jodice, curata da Roberta Valtorta, organizza-ta dalla Fondazione Capri con il Museo Fotografia Contempo-ranea di Cinisello Balsamo.

Il Festival di quest’anno, inoltre, gode del patrocinio del-le Ambasciate di Canada, Bel-gio, Germania, Svezia, Gran Bretagna e Stati Uniti in Ita-lia, delle Ambasciate d’Italia in Canada, Gran Bretagna, del-l’Alta Commissione del Cana-da in Gran Bretagna, e dei Con-solati di Canada, Belgio, Ger-mania, Svezia, Gran Bretagna e Stati Uniti a Napoli e a Capri. Sono presenti la Regione Cam-pania, l’Azienda Autonoma Cura Soggiorno e Turismo per l’Isola di Capri, il Comune di Anacapri e la Villa San Miche-le Fondazione Axel Munthe. Un supporto prezioso, inoltre, dall’Istituto Goethe, l’Istituto Italiano di Cultura a Londra, e la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli.

Tanti Amici sparsi in tutto il mondoFawn Wilson White è la presidente internazionale

Le sculture “ombra” della MottoulleL’artista belga è stata ispirata dai visitatori illustri