Altro #03 | Giornale di Carta

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ALTRO GIORNALE DI CARTA #03 - GIUGNO CARLO DAL LAGO CI HA LASCIATO IL NOSTRO DIRETTORE SCUOLA LETTERE, RIFLESSIONI, PAROSSISMI, MICROBI, RAGIONAMENTI PROSPETTIVE, VALUTAZIONI DI FINE ANNO CRONACA, CULTURA, PUNTI DI VISTA TUTTI GLI EVENTI DI GIUGNO PIÙ DI 50 APPUNTAMENTI IN VAL SERIANA

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Altro: riflessioni, cronache, eventi e approfondimenti a cura di giovani redattori della Val Seriana. Altro è un progetto realizzato dalla Cooperativa Diagramma con il sostegno della Fondazione Cariplo e la Cooperativa Sociale La Fenice ONLUS.

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ALTROGIORNALE DI CARTA#03 - GIUGNO

CARLO DAL LAGOCI HA LASCIATO IL NOSTRO DIRETTORE

SCUOLALETTERE, RIFLESSIONI, PAROSSISMI, MICROBI, RAGIONAMENTI

PROSPETTIVE, VALUTAZIONI DI FINE ANNO

CRONACA, CULTURA, PUNTI DI VISTA

TUTTI GLI EVENTI DI GIUGNOPIÙ DI 50 APPUNTAMENTI IN VAL SERIANA

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Alla formica

Chiedo scusa alla favola antica, se non mi piace l’avara formica.

Io sto dalla parte della cicala che il più bel canto non vende, regala.

Gianni Rodari

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Altro, anno I, numero 4Supplemento numero 3 a “Il Tambor per non perdere la trebisonda”

Registrazione n. 25 del 12.12.2013, Tribunale di Bergamo.Direttore responsabile: Paolo Aresi.

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Sul nascere della lavorazione del presente numero, mentre il numero 2 era in stampa, siamo rimasti orfani del nostro direttore Carlo Dal Lago. È così che queste pagine sono cresciute sotto l’imperativo di dover diventare più grandi, d’un tratto e troppo in fretta. Settimana dopo settimana, met-tiamo al lavoro le nostre giovani idee, nella direzione chiara che Carlo ha saputo indicarci, con la cura e il desiderio di poterci riconoscere soddisfatti nel leggere i nostri sforzi su questo specchio di carta che avete tra le mani. Sapranno i prossimi numeri custodire e diffondere lo stile che in Carlo ab-biamo ammirato? Saremo noi stessi testimoni di quel gesto che ci siamo impegnati ad apprendere.

Avrei voluto che mi dicesse “Bravo Antonello, l’articolo andava bene“. Ma non ha fatto a tempo neppure a leggerlo.Nel corso di una vita le persone di cui si ha sincera stima sono quattro, for-se cinque. Una di queste è morta. Un incidente banale. Macchina tampona bicicletta. Lui era in bicicletta. Io al computer. Non ricordo che stavo facen-do. Nulla di importante credo. Carlo stava andando non so dove. Carlo stava andando sempre da qualche parte, anche quando era fermo. Non l’ho mai visto seduto. Anzi, una volta era seduto, in casa sua, e beveva un caffè. Mi spiegava che non c’era niente da spiegare, che era solo la sua opinione, ma siccome era la sua opinione era certamente giusta, ecco! Poi mi sorrise. Carlo aveva spesso il sorriso del tipo: “ti sto prendendo in giro e mi sto divertendo un mondo“. Carlo stava andando sempre da qualche parte, anche quando era fermo. In redazione era sempre in piedi, sulla porta. Entrava un paio di volte nel corso delle due ore di riunione. Si sedeva. Diceva poche cose e si rialzava. Sembrava che avesse paura della sua presenza, sembrava pensare che la sua presenza ingombrasse, che rovinasse la spontanea idiozia delle nostre discussioni che riusciva con poche battute a mettere sulla carreggiata delle buone idee. Vorrei fosse qui ora per dirmi che questo articolo gli piace.

CI HA LASCIATO CARLO DAL LAGO

ORFANI DEL NOSTRO DIRETTORE di Luciano Cristiano

STIMA di Antonello Manenti

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Caro Carlo,che ora la redazione si trovi a scrivere una lettera alla redazione è un truc-chetto a cui non avresti negato un sorriso. Siamo alla terza uscita di Altro e ti pensiamo come l’adulto che osserva l’infante mentre muove le sue prime pedalate senza le rotelle, dopo la spinta che, accompagnando il sellino, fa sentire il novello ciclista abbastanza sicuro per potersi abbandonare a una nuova e precaria velocità. Così ti pensiamo e ricordiamo: sulla soglia della stanza in cui la redazione si riunisce. Il tuo sguardo mobile, per non far sen-tire il peso della tua esperienza e le tue orecchie concentrate sulle nostre parole. A volte seduto accanto a noi. A volte alle spalle del cerchio riunito attorno al tavolo. Altre volte ancora, con le tue passeggiate intermittenti fuori dalla stanza, che ci facevano sentire la tua presenza ma anche la libertà di potercela cavare da soli.Grazie per averci fatto accorgere che il tempo dei giovani è il presente e non il futuro, presente in cui continuiamo a trovarci per giocare di prospettiva in modo agile e sfizioso, con il divertimento e le difficoltà che pure hai visto sorgere nel nostro gruppo di personalità variopinte.Siamo con le mani pronte a scrivere e gesticolare, distribuire copie e divider-si materiali su cui confrontarsi. Con le mani pronte, insomma, per stropicciar-ci gli occhi e vedere più chiaro.Il nostro giornale è alto e snello. Lo vogliamo saltellante e pronto a danzare sul ritmo che a partire dal tuo tamburo vogliamo diffondere. Siamo qui, a mescolare il nostro sapore per offrirlo alle persone in piazza, perché – come ci hai insegnato – ogni giornale è un luogo pubblico, è cosa pubblica. Come pubblica è la scuola, a cui questo numero è dedicato.La scuola, quel posto dove si impara a fare le cose e a comprenderle. Il luogo dove ci si incontra e dove matura la propria soggettività. Quella soggettività che esprimiamo qui, grazie a quell’idea un po’ balenga – come scrivevi tu – e magari anche anacronistica di fare un giornale di carta dei giovani e per i giovani. È vero, di giornali ne hai fatti nascere diversi, ne avrai immaginati molti e ne avrai maneggiati innumerevoli. Ma è anche vero che noi abbiamo avuto il privilegio di essere uno dei tuoi ultimi semi. A chi ci legge, a chi ci sfoglia e a chi pure ci dovesse ignorare, sentiamo di poter dire: non trattateci con troppa cura. La nostra pianta madre è forte. Godetevi la lettura.

GRAZIE di Luciano Cristiano

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C’è stato un convegno a Albino, il 27 e 28 marzo: Il sapere e l’educazione: nuove tecniche per la scuola. L’hanno organizzato l’Associazione Diaforà e la Cooperativa Sociale La Fenice con la collaborazione del Comune di Albino. Si voleva ricominciare a discutere di scuola senza fare finta che la questione dell’introduzione delle nuove tecnologie sia oggi la soluzione ai tanti proble-mi della scuola. Ma non di questo parlerò. Io, che ero al convegno e che ho ascoltato i relatori, tanti e importanti, non di questo voglio dire. Non parlerò nemmeno del Prof. Sini, che ha riportato l’attenzione di tutti sulla necessità di ripensare a che cosa insegnare e perché. E nemmeno di tanti altri che, dalle loro discipline, hanno suscitato problemi e prospettato domande. Ma parlerò dell’ultimo scorcio del convegno. Quando tutti ci si guarda attorno e si contano le sedie vuote e si pensa – è sabato, sono le già le sei: tra poco è ora di cena, cosa ci faccio ancora qui-. Allora qualcuno ha cominciato a fare un discorso che suona più o meno così: - Ho iniziato nel 1974 e di soldi ce n’era-no pochi.- E ha continuato: - Basta con il dire: “la Politica “deve”, l’Assl “deve”, il Comune “deve”. Noi dicevamo: -bisogna fare così- e le cose le facevamo. Ci assumevamo la responsabilità di fare quel che andava fatto.- E’ stato Carlo Dal Lago, un ex maestro di scuola elementare, il Carlo con cui si è aperto l’editoriale di questo numero (ma a me piace parlarne qui, nascosto tra le pieghe del giornale) a dire quelle parole. Coraggio, responsabilità, far quel che si deve. Il finale è stato più di una speranza: “ce la siamo cavata, senza aspettare nessuno…La politica l’abbiamo fatta”. E’ stato un grande finale: da fuoco d’artificio.Una testimone, memore

FARE QUEL CHE VA FATTO di Alessandra Pozzi

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Non so se capita a tutti perché ogni vita è abbastanza singolare. Dovrei chiedere in giro.Comunque sia, a me capita che invecchiando non mi succede, come mi aspettavo, di sapere meglio quello che occorre fare. Mi ero immaginato che accumulando esperienza su esperienza, ad un certo punto uno diventasse più sicuro nelle scelte. Invece mi pare di essere arrivato ad una specie di saggezza negativa.Vedo meglio quello che non conviene fare piuttosto di quello che sarebbe opportuno intraprendere.Forse l’accumulo delle esperienze, e quindi anche degli errori, fornisce un aiuto a individuare le illusioni, i fantasmi che ci costruiamo per dare un sen-so a quello che facciamo o che vogliamo fare.Io vedo questo volantino di questa Associazione per un’Educazione Libera e Reciproca e mi mette a disagio.Sarà perché va a toccare argomenti, l’educazione e la scuola, di cui mi sono occupato per diversi decenni, che mi hanno dato di che vivere per decenni e hanno rappresentato una parte importante del senso della mia vita.E allora mi dispiace. Mi dispiace vedere delle buone intenzioni trasformarsi in pratiche sbagliate.vedere persone che vorrebbero migliorare il mondo o magari solo offrire esperienze più felici ai proprio figli, avviarsi su strade che secondo me sono illusorie.Ho seguito un po’ ultimamente le esperienze delle scuole libertarie, sono anche stato ad un convegno nazionale a Verona qualche anno fa.Sono esperienze che si rifanno per certi aspetti a teorie che sono state alla base del mio mestiere di maestro ed anche, se vogliamo, delle mie scelte di genitore.Nel 1972 mi presentai alla prova orale del concorso magistrale. Dopo appe-na un anno di supplenze entrai in ruolo. Magari avevano solo visto che avevo voglia di fare il maestro.

SCUOLA: POLITICHE, PROSPETTIVE E AUSPICI (2/2)

1/2 DISPIACE VEDERE DELLE BUONE INTENZIONI TRASFORMARSI IN PRATICHE SBAGLIATE

di Carlo Dal Lago

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Perché avevo voglia di farlo e di farlo in maniera nuova. Ero stato fulminato da “Lettera ad una professoressa” della Scuola di Barbiana e volevo come minimo cambiare il mondo a partire dalla scuola.Questo per dire che quando leggo di scuola libertaria ho un’attenzione par-tecipe. Dopo di che devo dire che sono proposte che – alcune più, altre meno - non mi convincono per nulla per una serie di motivi. Non mi convincono per nulla rispetto ai bambini.Mi è capitato diverse volte negli anni che dei genitori mi chiedessero consiglio per indivi-duare la scuola migliore per i loro bambini. La mia risposta è stata sempre quella: iscrivi tuo figlio alla scuola pubblica più vicina a dove abitate. Non è questione di individuare maestri più o meno buoni. L’importante è che abbia i compagni di scuola del suo quartiere perché la scuola non dura ventiquattro ore al giorno. Poi c’è il tempo libero quando può andare a gioca-re al piano di sotto con un suo compagno o nel cortile, quando c’è, della casa vicina. E se non c’è il cortile c’è il campetto, il parco dove ritrovarsi.Dirò di più: nella scuola pubblica trova la realtà. La realtà dei compagni capi-tati lì per caso, di estrazioni sociali diverse, di famiglie diverse. Magari troverà un po’ meno ricchi ma di sicuro, per esempio, troverà più facilmente figli di immigrati ed è lì che imparerà, indipendentemente dagli insegnanti, cosa significa diversità.Non si combatte il razzismo facendo prediche piene di buone intenzioni in scuole dove la pratica della vicinanza non è prevista.Quanti figli di immigrati vanno in queste scuole? Quanti disabili?Dici: ma la maestra tale è autoritaria, quell’altra non si aggiorna, quell’altra ancora non ha voglia di fare. Non vorrei che il mio bambino rimanesse male o che le sue potenzialità venissero soffocate.Siamo poi sicuri che la scuola debba esprimere le esigenze dei genitori?Io direi: ma tu che genitore sei se non sei in grado di sostenere tuo figlio in difficoltà? Non ti pare di avere anche poca considerazione delle possi-bilità del tuo bambino? Credi proprio che non abbia le risorse per resistere a qualche ingiustizia? Credi che per lui sia meglio non incontrare mai un compagno prepotente o un insegnante ottuso?

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SCUOLA: POLITICHE, PROSPETTIVE E AUSPICI (2/2)

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E poi, che genitore sei se pensi che l’educazione stia tutta nella scuola?Siamo poi sicuri che la scuola debba esprimere le esigenze dei genitori?Ho incontrato centinaia di genitori nel mio lavoro. Autoritari e permissivi in varie forme, consapevoli e inconsapevoli. Il più delle volte ho dovuto metter-mi dalla parte del bambino, magari mentendo sulle sue capacità per evitare eccessive richieste di prestazioni che al bambino venivano fatte.Ripeto, siamo proprio sicuri che la scuola debba esprimere le esigenze dei genitori? Non è forse meglio che i bambini stiano al riparo dalle credenze dei genitori?Certo non sarà la scuola ideale, certo il bambino correrà il rischio di avere un brutto rapporto con la matematica (dico la matematica perché è successo a me di scoprire quanto fosse divertente solo quando cominciai a insegnarla ma potrebbe valere per la lettura o la geografia o la pittura) ma è sensato ipotizzare una scuola dove non si corrono rischi? E’ possibile che ci sia?E’ possibile una vita senza rischi?E che strumenti di conoscenza avrà il bambino che non fa esperienze sgrade-voli? Non gli stiamo togliendo delle opportunità?A volte i cattivi esempi, come le cattive compagnie, insegnano più dei buoni. Se non altro indicano quello che non si deve fare lasciando ampio spazio libero per quello che si può fare.Un poeta ha scritto:

“Ho avuto cattivi maestri. E’ stata una buona scuola.”

(Arnfrid Astel, Sguardo retrospettivo)

Io sono abbastanza d’accordo. C’è chi pensa che costruire scuole esemplari finisca per influenzare tutto il sistema educativo.In effetti è così se penso a Barbiana o a Summerhill o all’Escuela Moderna di Francisco Ferrer. Ma credo anche che queste esperienze siano nate per-ché non c’erano alternative. Sono nate da condizioni che forse adesso non ci sono più. In un altro campo, ad esempio, le società di mutuo soccorso erano indispensabili in mancanza di un sistema pensionistico o di un servizio sani

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tario pubblico. Farsi la clinica privata oggi significa solo costruirsi un sistema d’élite per la salute riservato a quelli che se la possono permettere.Certo che la scuola va rinnovata ma va rinnovata a tutto campo. Se la scuo-la in Italia non è quella di cento anni fa dipende prima di tutto dalle lotte operaie e contadine per una migliore condizione di vita, per salari più alti e di conseguenza dall’aver ottenuto - a caro prezzo - una scuola per tutti. E poi dipende molto dalle esperienze di Celestin Freinet e Mario Lodi che hanno praticato nuovi modi di fare scuola dentro le scuole pubbliche, con le risorse delle scuole pubbliche, con bambini e genitori che si sono trovati lì.Altrimenti si finisce come con le scuole Montessori. La Maria Montessori è stata una grande riformatrice, le sue idee hanno pervaso e stimolato molte pratiche, ma le scuole montessoriane in Italia sono diventate delle riserve dell’ortodossia a cui accedono i benpensanti che possono ben pagare. Per non dire delle scuole steineriane.Isole felici, forse.Ma io sono contrario in linea di principio alle isole felici.

SCUOLA: POLITICHE, PROSPETTIVE E AUSPICI (2/2)

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SCUOLA: POLITICHE, PROSPETTIVE E AUSPICI (2/2)

Lo devo ammettere, ho sempre deriso l’arte e la scultura, ma anche le poesie. La cultura? Inutile. E, invece, quei balordi dei miei contemporanei mi hanno preso come idolo, rendendomi immortale. E ricco. Io disegnavo corpi massicci e aggrovigliati in torsioni esagerate – uno schifo insomma – e loro mi affidavano basiliche da affrescare. Allora mi sono lanciato nella scultura e per ripicca lasciavo tutti i lavori a metà. Fu tutto vano: loro in quelle cose amorfe ci vedevano un pa-thos smisurato. Mah, cose dell’altro mondo. Ho sempre sperato che l’arte venisse dimenticata. Bisogna guardare allo svi-luppo tecnologico, perbacco. Pure io mi sono modernizzato!“Dopo circa cinquecento anni, è quasi successo. Sembrava che si sarebbe presto eliminata la storia dell’arte da tutti i licei. “Già fu una piccola rivincita personale ispirare al governo la famosa riforma Gelmini, inducendolo a eliminare nel cosiddetto biennio l’arte in alcuni in-dirizzi di studio. Meraviglioso! Insomma, va bene che siamo in Italia, culla della cultura, di innumerevoli meriti e talenti nell’ambito artistico-letterario, ma i moderni, cosa se ne fanno di studiare gli intellettuali che hanno confe-rito notorietà all’Italia? Purtroppo, però, nell’apice della mia libidine, è stato tutto smentito. Che rabbia e che frustrazione. Ah, ma io ve la farò pagare, parola di Michelangelo Buonarroti.

2/2 DOPO CIRCA CINQUECENTO ANNI, È QUASI SUCCESSO. SEMBRAVA CHE SI SAREBBE PRESTO ELIMINATA LA STORIA DELL’ARTE DA TUTTI I LICEI.

di Miriam Noris

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- Oggi Sara ci esporrà la sua ricerca sul suo animale preferito, bambini. Sara, di cosa si tratta?- Ho fatto una ricerca sui koala, maestra Sandra. I koala non sono più i miei animali preferiti. I koala si drogano.- Come, prego?- Si, maestra Sandra, i koala si drogano. Ma loro non lo sanno eh. Ho scoperto che quei batuffolini di pelo si nutrono di eucalipto, che è velenoso per la maggior parte dei mammiferi. Ah, e ho anche imparato una nuova parola dei grandi: narcotico. Narcotico significa droga. Praticamente l’eucalipto è Un narcotico per i koala. Insomma, maestra Sandra, i koala si drogano! Si mangiano quasi un chilo di foglioline di eucalipto al giorno e poi non fanno altro che dormire incastrati trai rami. Eppure mangiano solo quello! Sono pigri, si drogano e non lo sanno. Che brutta vita, poverini. Adesso io ho due domande da fare maestra Sandra. Ma nessuno glielo dice ai koala che è dro-ga quello che mangiano? Che gli fa male e che si stanno distruggendo il cervello da soli?- Sara, impara il “koalese” che poi glielo dici tu! E l’altra?- E l’altra è che i koala non capiscono, ma gli umani, che si vantano di essere i più intelligenti della Terra perché loro si drogano, se sanno che fa male?

SCUOLA: RAGIONAMENTI(2/2)

1/2 LA MAESTRA MI DICE SEMPRE DI USARE LA TESTA, MA POI QUANDO LA USO MI DICE CHE VADO FUORI TEMA

di Miriam Noris

2/2 SOPRATTUTTO QUANDO HA TORTO, LA MAESTRA HA SEMPRE RAGIONE

di Antonello Manenti

Matteo alza la mano e non aspetta il suo turno di parola: “ma maestra ieri la mia sorella mi ha detto che la maestra ha sbagliato il compito”.La Maestra: “Che c’è Matteo?”Il Matteo: “Il compito sulla “cq“La Maestra: “Va bene ora correggiamo il compito“.Passano quindici minuti in cui la maestra nell’ordine: si siede, si alza, si risie-de, osserva la cattedra, si rialza, si risiede, fa un rimprovero generale su gene-rici comportamenti inadeguati, fruga nella sua borsa, prende un faldone di fotocopie, scartabella tra i fogli, ne estrae uno, si alza, si siede, risponde ad un messaggio al cellulare, chiede a Gaia di quale compito sta parlando Matteo, sgrida Giovanni, Andrea, Mustafà, Morad, Maria e Giada perchè non stanno facendo quello che dovrebbero, Giovanni, Andrea, Mustafà, Morad, Maria e Giada si chiedono che diavolo dovrebbero fare mentre non si fa niente.La Maestra: “Bene, vi ricordate qual’è la regola della “cq“? Dovete impararla bene perchè se non la sapete sbaglierete sempre i compiti e poi non venite a lamentarvi che non avete capito se non ascoltate mai!”I Bambini in coro: “Tutto ciò che riguarda l’acqua va con la “cq““.La Maestra: “Bene Matteo, inizia la correzione del compito“.Il Matteo: “Dal rubinetto scendono delle gocque d’acqua“.

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Tante domande, troppe. Così tante che non riesco neanche ad immaginarmi una risposta. O forse non ho le forze per rispondere. Ma almeno ho trovato il coraggio di pormi certe domande.Una cosa è certa: non è colpa del povero Cesare.So che non sono accoglienti. Sono muri bianchi. Sono freddi. Impersonali. Vuoti.Non è casa. Vorrei tanto potervi accogliere come una casa accoglie i suoi abi-tanti. Vorrei tenervi al caldo e proteggervi. E tuttavia per voi non sono altro che una serie di stanze. Aule. Finestre. Porte. E noia. Fatica. Apatia. Non per colpa mia, vero?Invece a me piace vedervi, sentire le vostre storie, conoscere le vostre vite, vederle crescere.Una volta tanto vorrei che quella maledetta campanella si rompesse. Niente casino per le scale, niente schiamazzi e strepiti di gente che non vede l’ora di scappare via. Sarei davvero felice se almeno una volta tutti restassero tranquilli, sereni, seduti dietro i banchi. Contenti di esserci, di stare con me. Di imparare con me. Mi sentirei importante.E avrei un po’ di compagnia. Invece la campanella risuona sempre, precisa e inesorabile, e rimango sola. Tre mesi di solitudine, tra banchi e sedie tristemente silenziosi. Quasi sembrano non finire mai. Ma aspetterò. Sono paziente. Sono genero-sa. Esisto solo per voi e per voi posso sopportare qualsiasi cosa. Anche l’in-differenza.E quando tornerete continuerò silenziosamente a puntellare le vostre vite e i vostri sogni.Come ho sempre fatto.

Seduto su una panchina di fronte alle scuole elementari di Albino vedo un signore che passeggia con la moglie e un piccolo cagnolino. Il piccolo cagnolino, con una certa fatica, tenta di fare i suoi bisogni nel prato men-tre il padrone sfoggia la tipica finta indifferenza per la defecazione del suo animale. Noto che su quel pezzetto di terra a breve avrebbe certamente scorrazzato una industriale mole di marmocchi e dopo un attimo di esi-tazione e cercando di essere gentile ricordo al gentiluomo i suoi doveri. Quest’ultimo, tuttavia, reagisce in maniera bizzarra: una incontenibile irri-tazione lo porta, nei pochi secondi in cui agevolmente svolge l’operazione di raccolta, a interrogarsi su cosa avrei detto se dei «negri» fossero venuti a orinare a casa mia; al che, penso che l’ultima volta che la mia ragazza, italiana di origini ruandesi, è andata in bagno, ciò non mi ha procurato al-cuna reazione particolare. Subito dopo, vedendomi a tal punto sconcertato da non riuscire a reagire che con un sorriso ironico, ci tiene a classificare le mie idee politiche inserendomi nella fazione dei «comunisti di merda».Si tratta forse di un modo per suggerire che la pupù del suo cane l’avremmo dovuta raccogliere un po’ per uno, che non fa male a nessuno? Non saprei, sta di fatto che persino sua moglie trova la proposta bizzarra, e lo chiama per nome, come si farebbe per richiamare un simpatico birbantello. Ah, l’amour!Nel frattempo suona l’intervallo, ma ha iniziato a piovere. Le maestre decido-no di risparmiare il cortile e tenere tutti al coperto.

SCUOLA: SE LE COSE POTESSERO PARLARE... (3/3)

di Gianluca Ravanelli

di Elisa Coria

1/3 SAREI DAVVERO FELICE SE ALMENO UNA VOLTA TUTTI RESTASSERO TRANQUILLI, SEDUTI DIETRO I BANCHI

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2/3 UN CANE FA LA CACCA, UN SIGNORE NON LA RACCOGLIE, L’INTERVALLO STA PER SUONARE... IL CORTILE DI UNA SCUOLA AL CENTRO DI UNA DISPUTA

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Sono nato da una multifunzione Epson. Nero su bianco. Io i miei fratelli: tutti della stessa risma. Siamo cresciuti in fretta. Dopo una notte passata in un corridoio di un liceo classico, ci sentivamo già pronti e preparati ad affrontare il nostro compito. Siamo stati prelevati poco dopo l’alba da un gruppo di studenti, assonnati ma volenterosi, che ci ha consegnato al nostro destino: distribuiti per mano fuori dall’edificio scolastico. Reazioni? La maggior parte degli studenti ha mostrato segni di indifferenza, contrariamente a qualcuno che si è mostrato entusiasta di riceverci (mi è capitato di sentire dei ringra-ziamenti, è possibile tanta gentilezza?), senza dimenticare la minoranza che tentava di evitarci.Sembrava avessimo compiuto il nostro dovere, quando: boom! Improvvisa-mente, alla vista dei miei fratelli che venivano letti distrattamente o addirit-tura ignorati, il mondo mi è crollato addosso. Intravedevo alcuni compagni che venivano appallottolati e gettati nei cestini o, se erano meno fortunati, finivano per terra, calpestati. Io sono stato dimenticato su un davanzale da cui potevo sbirciare il cortile, (assistendo alla caducità del senso dell’utile.) (Quasi nessuno ci aveva considerati e mi pareva assurdo che, in una scuola di tale livello, la maggior parte degli alunni ignorasse la splendida iniziativa che noi pubblicizzavamo. Un incontro culturale, un’occasione di confronto, un’iniziativa promossa dagli studenti indirizzata agli studenti: perché nes-suno se ne interessava? Perché erano tutti così dannatamente racchiusi nei rigidi schemi scolastici? Perché nessuno era capace di aprirsi al mondo, di impegnarsi in qualcosa? Erano tutti palesemente soffocati dalla loro stessa generazione, priva di ideali, di obiettivi, di interessi. I ragazzi sono ancora capaci di sognare?)

SCUOLA: SE LE COSE POTESSERO PARLARE... (3/3)

di Filippo Oggionni

3/3 SEMBRAVA AVESSIMO COMPIUTO IL NOSTRO DOVERE , QUANDO: BOOOM! INTRAVEDO COMPAGNI APPALLOTTOLATI

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2/4 Cari insegnati, prendete sul serio le vostre parole!

In terza media nel mio istituto ti facevano fare una cosa che si chiamava Orientamento, che è utile se fatta bene, il problema sta tutto lì. Dunque ti propinavano 10/20 ore di corso dove valutavano le tue capacità per indirizzarti al meglio nella scelta della scuola superiore.Fin qua tutto ok, se non fosse stato per il mio responso che diceva chiaro e tondo che le mie scelte erano assai limitate, ovvero una scuola professionale dove con un miracolo avrei avuto l’attestato di terza e ovviamente niente università.La cosa triste è che io ci ho creduto e mi sono fatta sei anni (ebbene sì, rientro anche io nella percentuale dei bocciati) in una scuola che ho odiato da subito; crescendo ho capito che le possibilità per imparare quello che volevo io le avevo, ma ormai era tardi per cambiare scuola, ma i sogni non erano cambiati, quindi sono diventata un’autodidatta in tutto quello che volevo fare e anche se non ho fatto il liceo classico, lo scientifico o ancora meglio l’ITIS, so dove voglio andare, cosa voglio fare e come riuscire. Il senso di quello che sto dicendo è che quando ci viene detto che bisogna credere in noi stessi e che i mezzi e le forze per realizzarci le abbiamo, dobbiamo crederci perché è davvero così.Postilla: ho lasciato la prima e la seconda copia di questo giornale nella cassetta delle lettere dell’allora coordinatore di classe, se l’ha letta allora sa che si sbagliava.

Cordialmente, Chiara De Angelis

Per sommi capi, quello che un genitore sente dalla maestra di suo figlio, insegnante di scuola elementare, a volte delle medie, è condensato nel fatto che non la ascolta, nei compiti è un disastro e nelle verifiche non capisce le consegne. Non sta dicendo che sia scemo, questo no, solo un po’ indietro. Magari non è tutta colpa sua, non ce la fa proprio. Insomma, ha il sospetto che sia dislessico. Di solito l’iter che poi ci si ritrova a seguire consiste nel contattare una struttura specialistica, fare un colloquio con i genitori, testare le abilità del bambino, rivedere i genitori e infine stilare una diagnosi, ovvero un pezzo di carta dove si dice con dati alla mano che esiste un disturbo dell’apprendimento. A volte si parte con un trattamento logopedico, a scuola vengono modificati i programmi e la maestra è autorizzata a trattare il bambino in modo diverso, ma non troppo, dal resto della classe. Fine.

1/4 Caro profe, o ci ho creduto davvero a quel che lo psicologo mi disse durante l’orientamento.

SCUOLA: LETTERE AGLI INSEGNANTI (4/4)

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Ore 9.02, seconda ora di una giornata scolastica fin troppo tranquilla. Parallela di latino: una prova eseguita contemporaneamente da più classi. Il docente di sorveglianza della prima ora ricorda agli studenti: «Ragazzi» sostiene «troverete sempre un modo per fregarmi, perciò è inutile che vi controlli a vista. Se vi interessa e se siete onesti con voi stessi, troverete la forza per riuscire a finire questa versione da soli. Solo voi e Cesare. So che ne siete capaci, confido in voi». Discorso sincero ma evidentemente inutile, perché, trascorsa una manciata di minuti, il testo era stato copiato da Internet da una buona parte degli studenti. Una meccanica eterna, una storia atavica che si ripete. Come un istinto di sopravvivenza che porta la specie studente a resistere all’ambiente scuola.Terza ora, cambio della guardia e il nuovo docente di sorveglianza fa una strage: tre persone scoperte a copiare la versione. Il risultato è una nota sul registro e, chissà, magari anche un due in latino.Adesso, vi prego, soffermatevi per qualche secondo sull’episodio. Concedetevi qualche istante per riflettere, lasciatevi trasportare dalle domande che questo racconto suscita: perché succede questo? E’ normale che accada da sempre? Continuerà a capitare per sempre? Cosa avrà pensato il primo professore? E il secondo? Cosa pensano i compagni onesti? Come si sentono quelli che l’hanno passata liscia? E i colpevoli cambieranno il loro modo di vedere la scuola? O, semplicemente, cambieranno strategia?

Cordialmente, Filippo Oggionni

Succede però, in certi casi, che la stessa maestra faccia percorrere questo percorso diagnostico a più famiglie, magari della stessa classe, usando le parole sopra con genitori diversi, che si ritrovano simili nel senso di disagio che segue. A loro figlio la diagnosi fa lo stesso effetto di una sentenza inequivocabile, pervasiva. Della gente che ha studiato dice a chiare lettere che non è capace di saper fare. Ma queste persone sono sempre capaci di comprendere il peso delle proprie parole?

Cordialmente, Adriano Luciano Ivan

Fui studentessa e a quel tempo pensavo che il professore perfetto esistesse solo nei film per adolescenti, poi SBAM, quinto anno, maturità e una nuova professoressa d’Italiano.Era giovane e bella, cosa che già noi non credevamo possibile in quanto con-vinti di avere il guinnes per i professori più orrendi di sempre, ma in più era brava, ti faceva amare quello che spiegava e lo capivi, no dico davvero ti faceva davvero capire che tipo era questo o quell’autore, come pensava, cosa provava.Ci piaceva quello che insegnava perché non era quel tipo che legge il libro e tu devi saperlo, lei la storia la condiva con aneddoti ed è quella che all’orale della maturità faceva domande solo su quello in cui eri più ferrato per non farti fare scena muta.Potevi discutere, essere sgridato, non essere d’accordo, ma lei non portava rancore; si poteva parlare tranquillamente di autori moderni e poteva capita-re di fare parallelismi tra Shakespeare e J. K. Rowling e la cosa non sembrava stridere nemmeno un po’. Ha spronato la mia voglia di leggere fantasy, ha capito i miei scritti introspettivi e mi ha convinta a scrivere.Ma una così dove la trovate???Ah, profe, sto ancora aspettando il caffè che mi aveva promesso dopo la ma-turità!!

Cordialmente, Chiara De Angelis

SCUOLA: LETTERE AGLI INSEGNANTI (4/4)

3/4 Cari insegnati, vi siete mai chiesti come si sentono gli studenti che copiano ?

4/4 Cara profe,sto ancora aspettando il caffè che mi aveva promesso.

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Lunedì, è un bel giorno di sole, sono uscito alle 11 da scuola e il mio pullman arriverà alle 12. Decido di andare a fare un giro per Bergamo e mi trovo in una piazza, qua vedo uno skater. Incuriosito da questo ragazzo vado su un muretto e mi siedo a guardarlo, lui si ferma… è forse infastidito dalla mia presenza? Viene verso di me si presenta: si chiama Lucas, a mia volta mi presento. Mi domanda come mai non mi trovo a scuola, rispondo che sono uscito alle 11. Pongo a lui la stessa domanda, risponde che odia la scuola, con tutto se stesso. Mi dice che non si sente se stesso dentro le quattro mura della sua scuola, cambia totalmente personalità, odia tutti e tutto, l’ambien-te, i professori, i bidelli, i compagni, tutto, TUTTO. Gli propongo di cambiare scuola, dice che non sarà certo cambiando la scuola che cambieranno le cose, allora gli dico che deve fare qualcosa, anche perché ora come ora senza un pezzo di carta non si fa più niente, risponde che tirerà a campare in qualche altro modo. Dice che deve andare. Mi saluta. Lo saluto.

Silence falls as soon as she steps through the door. Slowly, intimidatingly, she goes and takes her seat in front of the class. Taking her time, she revels in the general fee-ling that spreads among her students: fear. Pure primordial fear. Good.She starts scanning her notes and the school register. But picking someone from a list of names is not the same as watching as happiness and hope leave their faces. So, with a mischievous grin, she lifts her head from her papers and – always in that agonizingly slow movement – she looks them in the eye.And among that small crowd of innocent, young minds of course – of course! – she finds you.You who are fidgeting with your pencil case, looking for a pen that you know is not there, you who are turning the pages of a too-empty exercise book, lowering your gaze as much as possible just to avoid her piercing stare. Yes, you. Silence falls as soon as she steps through the door. Slowly, intimidatingly, You who soon are going to curse the moment you stupidly decide to look up and glance back at her. In that same moment – right then – you will realize.Oh, no. She knows! You didn’t do your homework.

SCUOLA: CURIOSITÀ (3/3)

1/3 COSA FA UNO STUDENTE QUANDO ESCE PRIMA DA SCUOLA? MA È POI VERO CHE A SCUOLA C’È ANDATO?

di Matteo De Florio

di Elisa Coria

2/3 COME CI SI SENTE QUANDO SI SA CHE LA PROFE SA CHE NON SAI E C’È L’INTERROGAZIONE?

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Ma cosa farà mia mamma tutta la mattina a casa mentre io sono a scuola, il papà è al lavoro e il nonno al circolo a giocare a carte?La sveglia per le mamme suona un poco prima di quella dei loro figli, a seconda che la scuola che abbiano scelto per loro disti o meno da casa. Si sistemano, preparano la colazione intanto che il pargolo arriva in cucina e danno una sommaria sistemata alla casa. Accompagnano i figli a scuola o alla fermata del bus e alle otto staccano provvisoria-mente il cordone ombelicale per lasciarli andare dalle loro maestre. Ed è qui che parte la parte più interessante di una madre. Non vi siete mai chiesti, almeno da piccoli, cosa possa fare vostra mamma mentre voi eravate a scuola? Ovviamente non stiamo parlando di quei titani che oltre a tirare avanti casa e famiglia per esigenze varie vanno a la-vorare con un part-time o per tutta la giornata, quelle le potete vedere anche voi. Noi stiamo parlando delle casalinghe, delle donne di casa, quelle che fanno le “commissioni”. Per un periodo della mia vita, finiti gli studi universitari e in cerca di un lavoro, sono stato proiettato dentro questo mondo. Pulire casa, fare la spesa, pagare i bollettini postali o organizzare qualche evento del-la famiglia, dai battesimi ai compleanni. Sono dell’idea che questo oscuro lavorare, nascosto agli occhi degli stessi membri della fami-glia, sia il classico “contorno”, quello che non si vede ma che serve a oliare i meccanismi della nostra vita, a semplificarla. Le mamme casalinghe si occupano proprio di fare in modo che quando arriverà il pomeriggio tutto sia nel giusto posto, ci sia l’atmosfera giusta per stare bene a casa propria. Credo non esista lavoro più sociale di questo, più artistico, mi verreb-be da dire. Nuccio Ordine, nel suo volumetto “L’utilità dell’inutile. Ma-nifesto” dà un’idea riassuntiva di quello che vuole essere il mio pen-siero: in un mondo votato alla produttività, al vendere, al possedere, ormai sono pochi quelli che si interessano di essere, di far si che la vita nostra e altrui sia migliore, anche solo offrendo una casa accogliente.

SCUOLA: CURIOSITÀ (3/3)

3/3 MA COSA FA MIA MAMMA TUTTA LA MATTINA MEN-TRE IO SONO A SCUOLA?

di Adriano Luciano Ivan

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Siamo a giugno, la maturità si avvicina. Invece di preoccuparmi di come arri-varci, penso solo ad una cosa: dove potrò andare appena l’incubo sarà finito.La conclusione della scuola superiore è sicuramente un passaggio fonda-mentale, ma ai miei occhi di adolescente cresciuto con il mito di “On the road”, non posso che essere già proiettato all’ormai prossimo viaggio di ma-turità.Dove andare? Con chi andare? Quanto stare? Mare? Montagna? Città?Ormai la testa è partita e immaginava ogni tipo di itinerario in cerca dell’e-sperienza perfetta.

Ieri sera ho sognato Leopardi. Camminava e parlava con la voce del mio inse-gnante di italiano. Sarebbe bello poter raccontare la scuola attraverso tutti gli aspetti positivi che vedevo fino a qualche mese fa. Ma me li sono dimenticati, e ora non riesco a non pensare che ad uno scarabocchio infinito, un groviglio di pennarello nero. Ripetizioni tardive di matematica, le macchinette che si inceppano, viaggi in pullman con gli occhi che vanno avanti e indietro, me-die finali con due cifre decimali, temi in classe lunghi tre ore, il caffè ad ogni cambio d’ora. Purtroppo in questo momento mi è un po’ difficile vedere le cose colorate e, parlando di scuola, non mi viene in mente niente che non sia una pro-fonda critica alla mia. La verità è che, tra un paio di mesi o i un paio di anni, ci mancherà, ma non ho idea di come né perché. Forse mi mancheranno i compagni che mi hanno fatto morire dal ridere, forse mi mancheranno gli insegnanti che più mi hanno coinvolto, forse semplicemente il fatto di avere qualcosa che ci tiene occupati. Si, perché forse tutto questo ci piace perché ci rende vivi, invincibili, ci fa sognare ancora, ci apre domande nuove a cui continueremo a cercare una risposta.

SCUOLA: CONSIDERAZIONI DI FINE ANNO (5/5)

1/5 SAREBBE BELLO POTER RACCONTARE LA SCUOLA ATTRAVERSO GLI ASPETTI POSITIVI CHE VEDEVO FINO A QUALCHE MESE FA. MA ME LI SONO DIMENTICATI.

di Giovanni Persico

2/5 NESSUNO TI DICE CHE LA FATICA PIÙ GRANDE NON È LA MATURITÀ, MA SCEGLIERE DOVE ANDARE IN VACAN-ZA DOPO. PERCHÈ SOLO UNA VOLTA NELLA VITA CAPITA DI AVERE VACANZE SENZA COMPITI

di Niccolò D’Innocenti

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Non è facile visto che lo scorso anno, non siamo andati affatto lontani rispet-to all’esperienza perfetta. Gli amici di una vita, un pulmino Fiat Panorama dell’87, e la Sardegna a disposizione. Non proprio il coast-to-coast di Ke-rouac, ma è pur sempre un inizio.Non ci siamo fatti mancare nulla: mare, montagna, amori andati male – più di uno –, amori andati bene – meno di uno –, e duemila chilometri di strada. Il tutto immortalato sul diario di lamiera che era diventato il nostro mezzo di trasporto: partito bianco neve e tornato completamente coperto di firme, disegni e saluti lasciati da chi avevamo incontrato.L’idea di ripetere qualcosa del genere è da escludere, visto che gli occhi di-segnati del nostro fedele pulmino ci hanno già chiesto solamente pace e riposo.Ad un tratto, l’illuminazione. La risposta è qui: semplice. Bastava guardarci allo specchio: siamo dei fricchettoni, inutile negarlo. E di quale vacanza non possono fare a meno dei fricchettoni? L’interrail. Decisione presa: partiremo col treno.

Ho da dire di una ragazza che il primo giorno di scuola indossa una cartella rossa e volge il naso verso l’alto per guardare tutti quelli più grandi di lei, muovendo gli occhi con stupore e meraviglia. Ho da dire dello svegliarsi presto la mattina, delle corse il primo giorno di scuola per occupare il ban-co nell’ultima fila vicino alla migliore amica, degli occhi del lunedì mattina, ancora appannati, per le feste del sabato sera. Ho da dire della mancanza di dialogo che è sempre più forte, dei rapporti che più ne fai più ne distruggi, dei compagni grazie ai quali sopravvivi, di quelli che ti ascoltano e ti rendono felice anche nei giorni tristi. Ho da dire dei rapporti con i professori, di quelli che rimangono seduti dietro la cattedra e di quelli che camminano avanti e indietro tutta l’ora, di quelli a cui brillano gli occhi quando spiegano la loro materia, di quelli che vogliono vederti realizzato e felice e di quelli a cui in-teressa solo vederti diplomato, di quelli a cui importa davvero del tuo futuro, di quelli che guardandoti negli occhi vedono emozioni, sogni, desideri tuoi ma anche paure e incertezze. Ho da dire della scuola magistra vitae che mi accoglie ragazzo e mi lascia adulto; della vita che si respira tra i corridoi, delle emozioni che si provano tra i banchi, della nostalgia che avrò appena fuori di qui. Ma soprattutto ho da dire che ora sto bene, che ora vado avanti, che imparo, che vivo e mi diverto. Ho da dire che questa è la scuola che ho scelto e non è poi così male.

SCUOLA: CONSIDERAZIONI DI FINE ANNO (5/5)

3/5 LE COSE BELLE E BRUTTE CHE HO DA DIREdi Alessia Pezzotta

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Giovanni, lo studente, si lamenta di questi professori che non hanno altro scopo nella vita che caricarli di compiti. Il prof. Donzini, professore di Gio-vanni, accusa quegli scansafatiche svogliati dei suoi studenti, che non san-no cosa fare della loro esistenza, mentre il sig. Daniele, padre di Giovanni, commenta con sua moglie Eloisa che questi professori non hanno niente da fare tutto il giorno, che sono pagati troppo, e che oltretutto la comunicazione scuola-famiglia è davvero pessima; poi torna a occuparsi della sua collezione di francobolli. La sig.ra Tentini, del comitato genitori, è dello stesso avviso, ma ritiene che il problema sia nell’atmosfera nebulosa e nelle inscalfibili abitudini dell’istituzione. Il prof. Donzini dentro di sé pensa che fa quello che può ma che non tutto può, e perciò pensa che può solo quello che già fa; Giovanni, semplicemente, non si è mai occupato della questione. Intanto il dirigente scolastico, il prof. Finzi Contini, beve una limonata mentre firma scartoffie. La cedola dell’ultima circolare è insoddisfatta del suo lavoro per-ché non è stata restituita a chi di dovere, e si interroga su quali problemi abbiano gli esseri umani intorno a lei per non riuscire a trovare una modalità decorosamente efficace per comunicare, per perseguire in armonia l’obietti-vo educativo comune.

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La scuola dovrebbe intendersi come luogo di crescita, di sviluppo, e di po-tenziamento. Così pensava Federico Oceano, un ex studente, ormai non più teenager, del Liceo Lussana di Bergamo.La sua era una classe stupenda: si era letteralmente innamorato dei suoi pro-fessori, specialmente di quelli a cui davvero importava di ciò che avrebbero potuto trasmettere ai propri studenti. Penso a Borella, un uomo di quelli che ti capita di rado di incontrare nella vita: insegnava fisica, materia che non faceva impazzire Federico, ma al contempo gli aveva insegnato la sincerità e la primaria importanza delle relazioni umane. O De Simone, una ribelle biologa la cui passione è ancora rintracciabile in Oceano ogni volta che egli realizza i suoi piccoli sogni. O Torroni, una filosofa che ha trasmesso a Fede-rico la volontà di vivere per la felicità e l’amicizia. Anche i compagni di classe non erano da meno. Molto più che compagni, molto più che amici. Grazie a loro Federico ha riso a crepapelle, ha fatto le sue prime vacanze da solo, ha imparato l’immensità dell’amore e la viva realtà dei sentimenti. Grazie a loro, forse, Federico è ancora in vita, dopo che una malattia ha minacciato la sua esistenza. La scuola dovrebbe intendersi come luogo di crescita, pensava il ragazzo. Ebbene, Federico è ora consapevole che, per lui, il suo Lussana non è stato soltanto una scuola, ma l’esperienza più bella e totalizzante della vita. Mi piace pensare che proprio ora, in quel liceo, (sta accadendo molto e molto di più.)

SCUOLA: CONSIDERAZIONI DI FINE ANNO (5/5)

4/5 LA SUA ERA UNA CLASSE STUPENDAdi Nicola Crippa

5/5 PANORAMICA TRA LAMENTELE E STUPORIdi Gianluca Ravanelli

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Esiste un piccolo e splendido film dedicato alle attività extracurricolari o più precisamente a tutto quella parte di vita scolastica che si svolge al di fuori delle ore di lezione: si tratti di sport, arte, lavori manuali o sentimenti.“Rushmore” di Wes Anderson è la storia del giovane Max Fischer, studente dotato di grande intelligenza ma sprovvisto di voglia di studiare: i suoi ri-sultati scolastici sono scadenti al punto da costargli l’espulsione dalla scuola che adora, la prestigiosissima “Rushmore”, ma Max è il Re indiscusso delle attività extracurricolari.Direttore del giornalino della scuola, presidente del club del francese, rap-presentante della Russia nella simulazione di assemblea delle Nazioni Uni-te, vice presidente del club numismatico, dirigente della squadra di football, presidente del club di calligrafia, fondatore dell’associazione di astronomia, capitano della squadra di scherma, direttore del coro, cintura gialla di kung fu, presidente del club degli apicoltori et cetera: pur di non studiare Max dedica tutto il suo genio alle attività più assurde e, tra un torneo di tiro al piattello e le prove del suo ultimo spettacolo, riesce a trovare il tempo per in-namorarsi di un’insegnante e diventare amico di un ricco industriale dell’ac-ciaio, suo rivale in amore. È proprio lui, interpretato dal mitico Bill Murray, a domandare a Max quale sia il “segreto” e sentirsi rispondere: “Il segreto, non lo so... secondo me devi trovare qualcosa che ami fare e poi farlo per il resto della tua vita. Per me è frequentare la Rushmore”.Giorgio Leali

di Chiara De Angelis

CULTURA Cinema

Alcuni giorni fa mi trovavo in macchina con un ragazzo conosciuto da poco, diciotto anni, studente ad Alzano Lombardo. Avevamo lavorato per tutto un pomeriggio su una possibile collaborazione E lo stavo riaccompagnando a casa. In macchina viene fuori la domanda scontata e un po’ interrogatoria del “che musica ascolti?”. Mi dice che ascolta molto rock classico, David Bowie, Beatles, Rolling Stones, ma non disdegna il pezzo di moda e i soliti Vasco Rossi e Ligabue. Vedendo che andava spedito sull’argomento gli chiedo cosa gli piace dei Verdena e dei vari piccoli gruppi che si sono sviluppati e continuano a venir fuori nella realtà bergamasca. La sua risposta? “Non li conosco”.

di Adriano Luciano Ivan

CULTURA Musica

ESISTE UN PICCOLO FILM DEDICATO A TUTTO QUELLO CHE SUCCEDE A SCUOLA, MA FUORI DALLA SCUOLA

LA MUSICA CHE NON CONOSCI

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APPUNTAMENTI

DOMENICA 01 GIUGNO

CLUSONE - CULTURAViviamo Clusone

Una giornata alle scoperte delle bellezze artistiche e culturali di Clusone.In collaborazione con Atelier, Circolo Culturale Baradello, Mat Club e Astra verran-no organizzate visite guidate gratuite nei luoghi di maggiore importanza artistica e culturale della cittadina clusonese.Un centro storico arricchito cono mostre, banchi di artigiani e prodotti tipici renderà più stimolante la piacevole passeggiata per le vie che ancora conservano un’atmosfe-ra ormai perduta. A partire dalle 10.00.

Evento organizzato dalla Consulta Giovani Clusone.Info: 3490789260 | [email protected]

BERGAMO - CONCERTOAmnesty International - Musica e diritti umani

Live con Richy Anelli & The good Samatitans (Svuota Tutto Tour 2014). Opening lars Franco Scarpellini.Ore 21.00 presso il Bar del Polaresco - Cafè de la Paix.

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DA MARTEDÌ 03 A SABATO 07 GIUGNO

MILANO - RASSEGNA CINEMATOGRAFICA

Festival Internazionaledel Cinema d’Arte

XIII edizione del Festival Internazionale del Cinema d’Arte che per il secondo anno si terrà nella prestigiosa sede di Palazzo Reale a Milano.Il Festival prevede la partecipazione di film provenienti da tutto il mondo e organizza due concorsi per due categorie di film: Cinema d’Arte (opere che raccontano artisti e movimenti artistici) e Art Lab (film il cui linguaggio audiovisivo si fa arte per le scelte stilistiche e per le tecniche che adotta).Grande novità di quest’anno un concorso fotografico che si presenta con due sezio-ni: Scatti d’Arte e Città d’Arte di Lombardia.All’interno della rassegna due grandi eventi: serata inaugurale dedicata a Claudio Abbado e serata conclusiva con performance dell’orchestra Cantinelli di Milano che suonerà una selezione di brani tratti dalle colonne sonore più famose.Le proiezioni inizieranno dalle 21.30, la serata inaugurale e di chiusura alle 21.15.Tutte le serate sono ad ingresso gratuito.

Il Festival Internaizonale del Cinema d’Arte è organizzato dall’Associazione Festival del Cinema, in collaborazione con il Comune di Milano e Palazzo Reale.Info: 035 237323 | fax 035 224686 | (Maria Elena Baroni) [email protected] | www.festivalcinemadarte.it

DOMENICA 01 e LUNEDÌ 02 GIUGNO

SCHILPARIOCampionato Italiano di Mini Enduro

In Località Santa Elisabetta, a Schilpario, il Motoclub Bergamo organizza il Campiona-to Italiano di Mini Enduro.Info: 0346 55059 | [email protected] |www.schilpario.info | [email protected] | www.motoclub.bergamo.it | www.axiver.com

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APPUNTAMENTI

PIAZZA BREMBANA - MERCATINI

Dalle 15.00 alle 20.00 Mercatino dell’Artigianato. Presentazione della disciplina dei Massaggi Shiatsu e possibilità di trattamenti short con gli operatori Shiatsu della Scuola Internazionale di Shatsu sede di Milano.Dalle ore 17.00 presentazione del libro di ricette “Altobrembo emozioni di sapori” con Edoardo Raspelli da Melaverde.

ALBINO - MUSICAPer parlare di musica

Incontro “Per parlare di musica”. Questa sera J. Brahms: le sinfonie.Albino alle 20.30 presso la saletta della Biblioteca di Albino via Mazzini 68.Info: http://cultura.albino.it

MERCOLEDÌ 04 GIUGNO

GORLAGOLunedì de Rumba!

Il CFS Food&Beverage organizza un tour gastronomico e musicale per il Sud America! Dalle 19.00 all’01.30 cena da 13 a 17 euro con la formula cibo no stop. A seguire ingresso libero all’animazione latina.Si comincia lunedì 02 giugno con cena e musica da Cuba, a seguire nei lunedì suc-cessivi Brasile, Bolivia, Messico, Argentina, Santo Domingo, Colombia, Cile e Perù.Serate organizzate da Danny Smile in collaborazione con Deejay Lobo.Dove: CFS Food&Beverage via del fabbricone 16, Gorlago.Info: 035 0060334 | 324 45921861

ogni LUNEDÌ dal 02 GIUGNO al 28 LUGLIO

SABATO 07 MAGGIO

ARDESIO - VESPA RADUNOSfilata di vespa e moto d’epoca per l’alta ValSeriana. All’interno della manifestazione è prevista una gara di accelerazione quale prova del circuito italiano. In serata, cena e concerto di chiusura. Ritrovo a Ponte Rino alle 13.30.Info: 347 9329326 | [email protected]

CLUSONE - FESTA DI FINE SCUOLAPresso il Parco Comunale San Vincenzo grande festa di fine scuole per tutti gli studen-ti degli istituti superiori dell’Alta Valle Seriana. Dalle 16.00 tornei di calcio a 5, beach volley e serata con animazione e dj set.

BERGAMO - MUSICAOverjam party #24

Al C.S.A. Pacì Paciana ventiquattresimo appuntamento in vista del prossimo Overjam Festival, che si terrà dal 13 al 16 di agosto in Slovenia (Tolmin).Sul palco suoneranno i Quartiere Coffè, dj set a cura di Bergamo Raggae Crew e Overjam Sound.All’Overjam Party #24 verranno messi in palio ben 2 biglietti per il week end del fe-stival, per i meno fortunati solo in questi eventi avrete l’opportunità di acquistare gli abbonamenti interi per il festival senza i diritti di prevendita. Inizio concerto alle ore 22.00 al Pacì Paciana di via Grumello 61/c.

VENERDÌ 06 GIUGNO

ALBINO - MUSICA

Live@‘TaSìSPLEEN FLIPPER (hardcore con influenze death/black/grind da Crema) + INFECTION CODE (hardcore industrial da Alessandria)Dove: TA,Sì! music bar, via Madonna del Pianto 22, Albino BG.Ingresso libero.Info: www.facebook.com/ta.si.5 | tasimusicbar.blogspot.it

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APPUNTAMENTI

ALBINO - MUSICA

Live@‘TaSìMOOSTROO (cantautoriato post punk da Bergamo Il MOOSTROO nasce nel 2012, da tre ex componenti della patchanka band bergamasca Jabberwocky: Dul-co Mazzoleni (voce e chitarra classica distorta), Francesco Pontiggia (basso a due corde) e Igor Malvestiti (batteria ridotta). Da subito il “Mostruosus trio” comincia a lavorare su una manciata di brani scritti nei cinque anni precedenti, a cui se ne aggiungono di nuovi..)

Dove: TA,Sì! music bar, via Madonna del Pianto 22, Albino BG.Ingresso libero.Info: www.facebook.com/ta.si.5 | tasimusicbar.blogspot.it

SABATO 07 GIUGNO

BERGAMO - BICICLETTECritica le mie mutande 2014

Ancora una volta il primo sabato del mese un gruppo di ciclisti occuperanno Piazza S.Anna e si metteranno… in mutande. Ed in mutande gireranno per le vie della città, mostrando a tutti le proprie nudità, pretendendo più sicurezza per il ciclista, questo si sà, ma volendo anche altro, chissà. Non blocchiamo il traffico, noi siamo il traffico. Per una città sempre meno inquinante e più lenta, a misura d’essere umano, a misura di ciclista urbano dalle 15.00 in Piazza S.Anna.Organizzato da Weekenduit Bg.

DOMENICA 08 GIUGNO

SCHILPARIO - CAMMINATA CON DEGUSTAZIONESapori di montagna

L’Albergo San Marco organizza un percorso guidato con degustazione alla scoperta delle erbe spontanee. Partenza dall’Albergo San Marco, frazione Pradella, SchilparioInfo: 0346 55024 | [email protected] | www.albergo-sanmarco.it

GIOVEDÌ 12 GIUGNO

SCHILPARIO - FESTA PATRONALESant’Antonio

Attorno al paese verso le 20:30 si accendono come di consueto i tre “Falò di S. An-tonio” costruiti ed alimentati da diversi gruppi di ragazzi. Il fuoco illuminerà la notte schilpariese fino all’alba, in onore di S. Antonio, il patrono di Schilpario.Info: 0346 55059 | [email protected] | www.schilpario.info

CASNIGO - MUSICASaggio degli allievi della banda di Casnigo

Presso il Teatro del Circolo Fratellanza (via Trento 10, Casnigo) dalle ore 14.30Ingresso libero.Info: [email protected]

ALBINO - MUSICA

Live@‘TaSìSerata musica live organizzata da IL GOST di Torre BoldoneDove: TA,Sì! music bar, via Madonna del Pianto 22, Albino BG.Ingresso libero.Info: www.facebook.com/ta.si.5 | tasimusicbar.blogspot.it

VENERDÌ 13 GIUGNO

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APPUNTAMENTI

SABATO 14 GIUGNO

BERGAMO

Notte bianca dello SportBergamo si trasforma in una palestra a cielo aperto. Portai provare diverse tipologie di Sport, anche quelle meno conosciute.Dalle 18.00 all’ 1.00 nel centro storico di Città Bassa.

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CASNIGO - MUSICAMusicasnigo

Nell’ex Chiesa di Santo Spirito esposizioni, esibizioni dal vivo e seminari di liuteria con la partecipazione di grandi liutai e solisti del panorama musicale internazionale.Ingresso libero.Info: 035 740001 (Comune di Casnigo)

SABATO 14 e DOMENICA 15 GIUGNO

LEFFE - MUSICABos Festival

Giunto alla 17° edizione, anche quest’anno il Bos Festival propone la fusione di suo-ni, luci e colori che l’hanno da sempre caratterizzato.

Programma13 giugno dalle 21.00: Let it Slide, 1000 Degrees, Atlas Losing Grip.14 giugno dalle 21.00: Rockfun show (dj set by marco Biondi e PF Colombi from Virgin Radio) maxischermo con partita Italia-Inghilterra.15 giugno a mezzogiorno: aperitivo musicale e cucina tipica Bergamasca, dalle ore 21.00: Smegmachine, SOCS (Sheeps On Creamy Spermwhale) Durcel.Tutte le sere aperitivo, pizza, griglia, cucina, birra (anche senza glutine) e cocktail. parcheggio della zona industriale di leffeIngresso Gratuito. Info: (Associazione Amici di Luca Bosio) [email protected] | (My Own Poison Music) [email protected]

da VENERDÌ 13 a DOMENICA 15 GIUGNO

da VENERDÌ 13 a DOMENICA 15 GIUGNO

SCHILPARIORaduno Camper Club Italiano

In queste tre giornate si riuniranno presso l’Alpen Camping di Schilpario gli amici del Camper Club Italiano. Nella giornata di venerdì si svolgerà un’escursione ai Campelli e al rientro un aperitivo di benvenuto per inaugurare il weekend. Il secondo giorno chi vorrà potrà partecipare all’escursione alla Diga del Gleno, seguita da una visita al caseificio della Latteria Sociale Montana di Scalve. In serata cena rustica tipica presso l’agricampeggio. Nella giornata di domenica si svolgerà una visita alle Miniere di Schilpario o in alternativa alle Cascate del Vò.Raduno organizzato dall’Agricampeggio Alpen Camping.Info: 0346 56051 | www.alpencamping.it | [email protected]

ALBINO - MUSICA

Live@‘TaSìDIEGO DEAD MAN POTRON (one man band) da Milano. Diego DeadMan Potron porta sui palchi ElectroVoodoo, l’album uscito lo scorso ottobre in cui il trash blues si sporca con lo stoner raggiungendo una sorta di psichedelia primordiale. + PUGNI NEI RENI (moody blues)Dove: TA,Sì! music bar, via Madonna del Pianto 22, Albino BG.Ingresso libero.Info: www.facebook.com/ta.si.5 | tasimusicbar.blogspot.it

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APPUNTAMENTI

CASNIGO - MUSICALacc e chesciola

Dalle ore 15.00 presso il Santuario della Santissima Trinità si terrà a tradizionale ma-nifestazione durante la quale verrà distribuito gratuitamente il dolce tipico locale, la chesciola, con latte o the.Info: 035 740001 (Comune di Casnigo)

DOMENICA 15 GIUGNO

CASNIGO - MUSICAConcerto del Santo Patrono

Dalle ore 20.45 in Piazza San Giovanni Battista, concerto bandistico dedicato al Santo Patrono. Info: [email protected]

VENERDÌ 20 GIUGNO

CASNIGO - MUSICAFesta del Santo Patrono

Dalle ore 14.00 tradizionale Festa Patronale con ambulanti, hobbisti, musica, diver-timenti per famiglie e bambini, spettacolari esibizioni di moto trial e bikers.Info: 035 740001 (Comune di Casnigo)

BERGAMO - MUSICASunfest Bergamoreggae Festival

Il Sunfest, giunto alla sua sesta edizione, è un festival reggae gratuito organizzato dall’Associazione Culturale Bergamoreggae e patrocinato dal Comune di Bergamo.L’intero festival si svolgerà al Parco Sud di Redona (Bg), in collaborazione con EdonèIngresso libero.Organizzatori: Bergamoreggae, Edonè, Comune di BergamoInfo: [email protected] | [email protected] | www.bergamoreggae.org

da VENERDÌ 18 a DOMENICA 20 LUGLIO

ALBINO - MUSICA

Live@‘TaSìSURGICAL BEAT BROS da Roma, nuovo contorto progetto di Antonio Zitarelli (gia batteria di MOMBU & NEO JAZZ) & Fabio RecchiaDove: TA,Sì! music bar, via Madonna del Pianto 22, Albino BG.Ingresso libero.Info: www.facebook.com/ta.si.5 | tasimusicbar.blogspot.it

SABATO 21 GIUGNO

SCHILPARIO - CAMMINATASentieri, badile e sipulì

Ritrovo alle 13.30 in Piazza dell’Orso per la partenza in direzione dei sentieri.Seguirà nel pomeriggio la merenda alla sede degli Alpini a base di sipulì una tra-dizionale merenda scalvina. Camminata per grandi e piccini purchè ben attrezzati e adeguatamente vestiti! In caso di maltempo l’iniziativa sarà rimandata al sabato successivo.Organizzato dall’ Ufficio Turistico Atiesse.Info: 0346 55059 | [email protected] | www.schilpario.info

CASNIGO - FOTOGRAFIAContrasti Etico Fotografici

Photo Club di Casnigo organizza la Mostra Biennale di Arte Fotografica.Info: [email protected]

20/21, 28/29 GIUGNO e 05/06 LUGLIO

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APPUNTAMENTI

ALBINO - MUSICA

Live@‘TaSìOOZE sludge band da Trieste presenteranno il nuovo album omonimo fresco di regi-strazione + NOSCRAPE (sludge da Bergamo)Dove: TA,Sì! music bar, via Madonna del Pianto 22, Albino BG.Ingresso libero.Info: www.facebook.com/ta.si.5 | tasimusicbar.blogspot.it

SABATO 21 GIUGNO

VALBONDIONEApertura delle cascate del Serio

Apertura cascate del Serio dalle 11.00 alle 11.30 a Val Bondione

LUNEDÌ 22 GIUGNO

LUNEDÌ 22 E MARTEDÌ 23 GIUGNO

BERGAMO - CONTEST RAPOlimpo degli MC

Se ti credi un dio del rap partecipa e vinci 1.000,00 euro messi in palio. Start ore 14.00 (domenica 22 Giugno) stop ore 1.00 (lunedì 23 Giugno) al Bar del Polaresco- Cafè de la Paix. 4 postazioni di battaglie.Le iscrizioni iniziano sul web nella pagina dell’evento (https://www.facebook.com/olimpodeglimc) e si concluderanno venerdì 20 Giugno alle ore 20.00. Allo Spazio del Polaresco si accetteranno le conferme delle iscrizioni. Ogni partecipante per con-fermare l’iscrizione dovrà versare 10.00 euro sul posto, oppure 11,00 euro per la prescrizione da versare al PR.Minimo partecipanti 250 max partecipanti 500.

ALBINO - MUSICA

Live@‘TaSìLET IT SLIDE (punk rock da Bergamo) + SOCS (rock, punk, stoner da Milano)Dove: TA,Sì! music bar, via Madonna del Pianto 22, Albino BG.Ingresso libero.Info: www.facebook.com/ta.si.5 | tasimusicbar.blogspot.it

VENERDÌ 27 GIUGNO

ALBINO - MUSICA

Live@‘TaSìChiusura stagione: BORN TO RAPDove: TA,Sì! music bar, via Madonna del Pianto 22, Albino BG.Ingresso libero.Info: www.facebook.com/ta.si.5 | tasimusicbar.blogspot.it

SABATO 28 GIUGNO

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SCUOLA: PROVOCAZIONI

Nei primi anni del ‘900 Ivan Pavlov studiava il riflesso condizionato sul suo cane. Tali studi si concentravano sul fenomeno per cui il cane salivava non solo quando il cibo gli veniva offerto direttamente, ma anche in assenza di questo, dopo una costante associazione del cibo a uno stimolo di natura differente, come ad esempio un campanello. Dopo il condizionamento sonoro, il cane, aspettandosi l’arrivo del cibo – tuttavia ancora assente –, inizia comunque a produrre saliva.Viene da chiedersi di certo quanto sia necessario fare un esperimento di fisiologia per accorgersi di quanto un cane possa essere pronto nei riflessi, o perfino intelligente, ma le nostre domande non toccheran-no temi animalisti.Ciò che qui ci sta a cuore sono gli studenti. Quindi, che effetto fa la campanella della scuola sui giovani in età scolare? Quale l’effetto sul loro atteggiamento, sulle loro capacità e infine sulla trasmissione del sapere?Potremmo definire due vie per sciogliere la questione. In sintesi: a volte la campanella interrompe il flusso torrenziale di una lezione appassionante; altre volte essa rappresenta l’irraggiungibile meta di un’ora terribilmente noiosa.Per la soluzione stavolta non si accetta la costruzione di una teoria da riflessologi russi (o da comportamentisti americani) ma si tratta di una questione di responsabilità.Tutto si gioca qui, cari docenti, insegnanti e educatori: cosa ne pensa-no i vostri studenti della vostra campanella?

PER CHI SUONA LA CAMPANELLAdi Luciano Cristiano

Eh, i ragazzi di oggi non hanno mica tanta voglia di studiare. A loro piacerebbe fare i mantenuti, da grandi. Come se non fossero già grandi e sul groppo delle famiglie! Io a 12 anni sono andata in fab-brica a lavorare con il filato, altro che scuola. Se c’avevo la possibilità le avrei almeno finite le scuole medie. Dopo non tutti sono così pigri, neh. Io vedo i miei nipoti che portano a casa i bei voti, perché sono proprio bravi e si impegnano tanto, così la mia nuora è soddisfatta. Ma mica son tutti così. Il nipote della Teresina, un esempio eh, c’ha 17 anni, l’età della mia nipote mezzana. Però quello lì è ancora nella classe seconda. La figlia della Teresina s’è già rassegnata, che ha già capito che non c’ha la volontà. Ecco, è proprio un peccato che ci sono ancora dei giovanotti così come il nipote della Teresina. Del resto la scuola serve per dare un futuro a questi giovani. Speriamo piuttosto che come sistema, questo qui della scuola, funga! Che se no me lo devono dire, così i ragazzi li mandiamo al lavoro a portare a casa i soldi, che quelli non fanno mica mai male.

FORSE ERA MEGLIO ANDARE A LAVORAREdi Miriam Noris

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ALT=LE ILLUSTRAZIONI DEL MESE>

<quote>SE UNO SOGNA DA SOLO, È SOLO UN SOGNO.SE MOLTI SOGNANO INSIEME, È L’INIZIO DI UNA NUOVA REALTÀ.

Friedensreich Hundertwasser </quote>

<p>Tutte le immagini di questo numero sono fotografie di edifici progettati e realizzati da Friedensreich Hundertwasser (1928 - 2000), tranne l’immagine di copertina che ritrae La Casa del Arbòl.</p>

<p>Friedensreich Hundertwasser è stato pittore, scultore, architetto e intellettuale viennese ed è considersto il precursore dell’architettura sostenibile. Friedensreich Hundertwasser nasce professionalmente come pittore ma ben presto realizza numerosi edifici in cui utilizza la vegetazione come elemento architettonico: tetti verdi, giardini pensili, loggiati, terrazze e facciate sono ricoperti di piante.In una delle sue pubblicazioni (L’albero inquilino) afferma che l’albero alla stregua dell’uomo è un vero e proprio inquilino, è parte integrante dell’abitazione e fedelmente al suo principio secondo cui la casa deve essere in armonia con la natura (“for a more human architecture in harmony with nature”) proprio le piante sono l’elemento ricorrente in ogni suo progetto. “Che tutto sia ricoperto di vegetazione”, titola un suo saggio. “Fai del bene alla tua città. Usa i trasporti pubblici”, recita uno dei numerosi poster ecologisti che ha disegnato. Era fautore di un’architettura organica, irregolare, più vicina alla natura che alla ragione. Aspramente critico nei confronti dell’edilizia moderna che riteneva essere troppo fredda, anonima, grigia, priva di emozioni e avverso alle correnti razionaliste e del Bauhaus, che utilizzavano la linea retta a tutti i costi, propose e realizzò pavimenti curvi e irregolari ritenendo “il pavimento piatto un vero pericolo per l’uomo”. Teorizzò “I diritti delle finestre” convinto che le finestre e non i muri dovessero essere gli elementi di confine e di perimetro e affascinato dall’idea di finestra come punto di vista soggettivo e unico sul mondo non ne disegnò mai due identiche, per dimensione, per colore e per decorazione. </p>

<p>La Casa del Arbòl (copertina) è una originale stazione di monitoraggio sismico che si affaccia sul vulcano Tungurahua, in Ecuador. La costruzione si trova a Baños, nella frazione Runtùn ed è raggiungibile solo a piedi. La Casa del Arbòl, letteralmente “Casa sull’abero“, è famosa per la Swing at the End of the World: l’altalena più adrenalinica del mondo. Appesa ad una sottile sbarra di ferro incastrata tra i rami dell’albero su cui sorge la costruzione, l’altalena si libra sul vuoto di un abisso scavato dal vulcano per una altezza di 342 metri.</p>

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Sono le sei e mezzo, sto uscendo dalla biblioteca e squilla il telefono: è Mat-teo. Ho cinque minuti per catapultarmi sotto i portici del comune di Albino, perché c’è da presentare il nostro meraviglioso giornale di carta all’Assem-blea dei sindaci. Un po’ frastornata, un po’ sorpresa, mi ci fiondo. Non so cosa io debba fare, ma la consapevolezza di essere lì a sostenere un progetto che mi piace è sufficiente. Saliamo le scale. Attendiamo. Infine ci chiamano, invitandoci a distribuire alcune copie di Altro ai presenti, per poi prendere posto di fronte alla schiera di sindaci di tutto il territorio, che ci guardano incuriositi.Il nostro obiettivo è sicuramente quello di fare bella figura, spiegare cosa rappresenta il nostro prodotto nel concreto e, nelle migliori delle ipotesi, ottenere un finanziamento: un giornale, il nostro giornale, ha bisogno di fondi: di certo, non è un segreto.Possiamo dire che le amministrazioni sosterranno il nostro progetto di infor-mazione e di formazione? No, ancora non possiamo; ma solo perché finché le cose non si verificano, non si può certo esserne sicuri al cento per cento. Ci sembra però di poter dire di aver fatto una buona impressione al nostro pubblico d’eccezione e che il pensiero che muove il nostro lavoro possa pre-sto trovare riconoscimento.Possiamo dire di esserci impegnati? Sì, agguerriti e determinati, in perfetta sintonia con lo stile del giornale. Noi della Redazione di Altro facciamo sul serio, mica ci piace cincischiare. Sappiamo quanto vale Atro, la sua capacità di fornire vari punti di vista freschi e di farli convivere nelle stesse pagine. Siamo al lavoro per rinforzare i punti deboli che certamente ancora abbiamo, ma sappiamo che qualche critica non significa scetticismo. Al contrario, ci piace macinare i pareri di chi ci legge, per costruire i pioli della scala che ci porteranno sempre più in alto e sempre più in Altro.

PRESENTATO IL GIORNALE ALL’ASSEMBLEA DEI SINDACI DELLA VAL SERIANAALTRO SI CONFRONTA CON LE ISTITUZIONI

di Miriam Noris

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WEB & SOCIAL ACCOUNTweb site: http://www.altrogiornaledicarta.com

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COME CONTATTARCIemail: [email protected]

(risponde Luciano Cristiano)

QUANDO E DOVE TROVARCI via Duca d’Aosta 17, Albino; ogni giovedì alle 17.00

DOWNLOAD ALTRO NUMERO 03http://ftp.coopdiagramma.org/altro/Altro03.pdf

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CONTATTI

ALTRO: PRESENTAZIONI

La FeniceSocietà Cooperativa Sociale ONLUS

ALTRO È FATTO DA

DISTRIBUITO IN COLLABORAZIONE CON

CON IL CONTRIBUTO DI

La Cooperativa Diagramma ha promosso la creazione di una redazione gior-nalistica di giovani provenienti da tutta la Media e Bassa Val Seriana che ha dato vita al giornale Altro.Un solo strumento, un duplice obiettivo: un progetto educativo che ha come target i giovani compresi tra i 16 e i 30 anni; un progetto di rete che intende raccogliere e diffondere i principali eventi della Valle.Il progetto, di respiro sovracomunale, vuole aggregare, canalizzare e valoriz-zare le energie, le abilità e il protagonismo dei giovani nella fascia d’età dai 16 ai 30. Cultura, cronaca, recensioni, testimonianze e interviste sono le prin-cipali rubriche con cui i ragazzi dovranno confrontarsi, sotto la guida di un esperto di scrittura e un educatore che guideranno la scrittura degli articoli.Inoltre Altro, grazie alla distribuzione capillare in tutti i comuni della Media e Bassa Val Seriana, rappresenta un filo conduttore tra le principali realtà sparse sul territorio: il giornale mette a disposizione alcune pagine per la pubblicazione di eventi, appuntamenti e opportunità rivolte ai giovani ma non solo, raccolte e selezionate tra tutte le proposte provenienti da istituzio-ni, Comuni, oratori, parrocchie, società sportive, biblioteche, teatri e musei con particolare attenzione alle iniziative dei gruppi giovanili presenti sul territorio.Altro è un mensile gratuito con tiratura di 5.000 copie distribuito in tutti i comuni della Val Gandino e della Bassa Val Seriana (19 comuni in totale) at-traverso biblioteche, oratori, scuole, musei, negozi e locali di intrattenimento ed in tutte e 41 le biblioteche del Sistema Bibliotecario della Val Seriana.Altro affonda le sue origini nelle precedenti esperienze condotte nell’ambito delle politiche giovanili dalla Cooperativa La Fenice, che ha ideato e cofinan-zia questa impresa. L’iniziativa è inserita all’interno del progetto L’esempio buono, sviluppato da Pandemonium Teatro, la coop Multimagine, la coop. La Fenice e Effetto Bibbia, che ha ricevuto un contributo dalla Fondazione Cariplo.La redazione si riunisce ogni giovedì alle 17.00 presso la sede della Coope-rativa Diagramma in via Duca d’Aosta 17, per parteciparvi, per chiedere la pubblicazione delle proprie iniziative, se siete interessati ad un’inserzione e per qualsiasi altra domanda potete contattare la Cooperativa Diagramma all’indirizzo [email protected].

Antonello Manentipresidente Cooperativa Diagramma

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