Alto Adige/Südtirol La terra delle mele · Turkmenistan Tadschikistan Afghanistan Iran Mongolia...

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Alto Adige/Südtirol La terra delle mele

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Alto Adige/Südtirol La terra delle mele

Mela Alto Adige IGP

L’Alto Adige rappresenta la più grande area chiusa di coltivazione di mele d’Europa. Oltre il 10% del raccolto euro-

peo proviene dall’Alto Adige, cosi come una mela biologica su tre a livello europeo è altoatesina. Tredici varietà di mela

sono state insignite del riconoscimento IGP (Indicazione Geo-grafica Protetta), il marchio certificato dall’Unione Europea

che non solo ne tutela la provenienza, ma ne garantisce anche la qualità controllata ... ed il sapore unico.

Fresche, succose e croccanti

Le mele dell’Alto Adige maturano in condizioni ottimali: aria fresca e pulita, terreni fertili, clima ideale ed un grande rispetto dell’uomo per la natura grazie all’impiego di sistemi di coltiva-zione in armonia con l’ambiente. Le Mele Alto Adige IGP crescono ad un’altitudine compresa tra i 200 e i 1.000 m di altitudine. Le giornate calde e soleggiate e le notti fresche creano le condizioni ottimali per esaltare le qualità orga-nolettiche delle mele dell’Alto Adige. Per questo sono intensamente ricche di sapore, croccanti e succose, aromatiche e ben colorite, sane, fresche e si conservano a lungo.

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CINA

Mare NeroDeserto GobiM

are Caspio

Lago Aral

Lago BalchaschKopeth Dagh

Pamir Tian ShanVia della seta

Forme primitive del melo

Lago Baikal

La mela vieneinnestata

Via della seta

I primi alberi di melo sono cresciuti nel Kaza-kistan, nell’Asia centrale, dove ancora oggi si trovano foreste di melo selvatico. ”Almaty”, già Alma Ata, capitale del Kazakistan, significa nella lingua locale ”padre della mela”.

Lungo la via della seta, un’antichissima via com-merciale tra Cina e Grecia, le piante di melo giunsero in Europa occidentale, dove gli antichi Greci cominciarono a coltivarle e a innestarle.

La mela in Europa

I Romani appresero la coltura del melo dai Gre-ci e la diffusero nei paesi da loro conquistati.

Nel Medioevo furono soprattutto i conventi ad occuparsi della pomicoltura e a custodire, in un periodo tanto travagliato, le diverse varietà e le conoscenze relative alla coltivazione della mela.

Storia del melo

Storia recente della frutticoltura

Fino alla metà del XIX. secolo non si conosceva una protezione efficace contro le malattie e i parassiti degli alberi da frutto. Negli anni Venti si diffusero i primi prodotti fitosanitari e furono introdotte innovazioni tecnologiche (trattori, irroratrici, pacciamatrici, ecc.).

Al posto di pochi alberi di grandi dimensioni arrivarono dapprima le palmette e le piantagio-ni ad alta densità. Le dimensioni degli alberi si ridussero sempre di più e vennero introdotte nuove varietà (Golden Delicious, Red Delicious, Morgenduft, Jonathan).

Nel 1988 fu fondato il gruppo di lavoro per la produzione integrata AGRIOS. Grazie a col- tivazioni a basso impatto ambientale si intende- va incrementare la quantità di insetti utili da impiegare nella lotta contro i parassiti.

Nel 2005 l’Unione Europea pose sotto tutela la definizione “Mela Alto Adige IGP”. La cosid-detta “Indicazione Geografica Protetta” (IGP) certifica la provenienza e la qualità delle mele altoatesine.

Parassiti:

carpocapsa, afidi, coleotteri di melo, ragni, psille,

cocciniglie, insetti minatori e altri.

Animali utili:

coccinellidi, crisopodi, sirfidi, branconidi, paridi,

donnole e.a.

Gli inizi della melicoltura

Per molti secoli alberi di melo furono piantati intorno ai masi e i loro frutti servirono per il con- sumo delle famiglie contadine. Questi “frutteti” fornivano alimenti preziosi e godevano anche di una speciale tutela giuridica.

Per il trasporto della frutta oltre i confini ci si serviva di appositi servizi a cavallo e dei cosid- detti “Kraxenträger”, portatori di gerle, che portavano diverse varietà di frutta locale, siste-mata su una pesante struttura di legno, verso nord attraverso i passi alpini.

La costruzione della linea ferroviaria del Bren-nero nel 1867 agevolò l’esportazione delle mele

intensificandone il commercio. Allora la mela era considerata un prodotto di lusso e giungeva fin sulle tavole delle corti imperiali di Vienna, Berlino e San Pietroburgo.

Gli interventi di rettifica del corso dell’Adige (1880–1890) portarono alla bonifica del fondo-valle, rendendo così disponibili preziose aree per la coltivazione del melo. In questo periodo i commercianti di frutta costruirono i primi ma-gazzini per lo stoccaggio del raccolto. Alla fine del XIX. secolo nel Burgraviato si costituirono le prime cooperative di frutta.

La coltivazione integrata

La coltivazione integrata impiega le forze in- site nella natura, rispetta gli insetti utili e pro-muove la loro diffusione attraverso il ricorso a tecniche ecologiche mirate.

Il 96 % dei frutticoltori segue le direttive AGRIOS per la coltivazione integrata, secondo cui il frutticoltore deve poter fruire di una formazione specifica e deve tenersi costante-mente aggiornato. Le norme impongono inoltre di scegliere tra una ristretta gamma di fitofar-maci da impiegarsi esclusivamente al raggiun-gimento della soglia di tolleranza.

La coltivazione biologica

A partire dagli anni Ottanta anche in Alto Adige alcuni pionieri cominciarono a coltivare con metodi biologici. Successivamente si affer-marono due metodi di coltivazione:

> la coltivazione bio-organica, che prevedel’utilizzo di tecniche naturali e rifiuta l’impiego di fitofarmaci e fertilizzanti chimico-sintetici;

> la coltivazione biodinamica, che prevede l’utilizzo delle stesse tecniche della coltiva-zione organica, ma in più applica gli insegna- menti dell’antropologo Rudolf Steiner, per fare in modo che ogni tecnica applicata sia in

sintonia con l’ecosistema globale terrestre.

Le misure ecologiche alle quali si ricorre nei frutteti dell’Alto Adige sono:> predisposizione di nidi artificiali per gli uccelli

utili (cinciallegra, upupa e altri)> impiego di reti contro i maggiolini> mantenimento nei frutteti di mucchi di sassi

e rami per fornire nascondigli agli antagonisti del topo campagnolo (donnole, serpenti)

> adozione del metodo della confusione ses-suale con l’impiego di feromoni e dispenser per impedire alla farfalla della carpocapsa di accoppiarsi.

Il frutteto viene concimato solo con la quantità di nutrienti minerali e organici necessari in base all’analisi del terreno. Non è consentito l’uso di erbicidi nocivi per il terreno.

Questo metodo tiene conto anche dell’in-fluenza degli astri sulla vita delle piante e sull’efficacia delle cure colturali.

La coltivazione biologica favorisce il riciclo naturale dei materiali in azienda attraverso l’im- piego, ad esempio, di concimi organici prodotti nell’azienda stessa. Tale tecnica sfrutta anche la naturale resistenza delle piante contro le ma-lattie fungine e i parassiti. Uno dei presupposti fondamentali di questo tipo di coltivazione è la scelta accurata del luogo in cui praticarla.

La produzione biologica rappresenta il 5 % circa della produzione totale di mele dell’Alto Adige, con una tendenza al rialzo.

La frutticoltura

Alto Adige, la terra delle mele

Clima

L’Alto Adige è collocato su una terrazza soleg-giata sul versante meridionale dell’arco alpino. Il territorio vanta un clima mediterraneo con estati e autunni caldi e primavere per lo più caratterizzate da abbondanti piogge.

La particolare qualità del frutto è dovuta ai 300 giorni di sereno e alle oltre 2.000 ore di sole di cui la regione gode annualmente. Le precipita-zioni medie annue di 800 mm sono sufficienti per l’approvvigionamento di base delle coltiva-zioni frutticole. Durante i mesi estivi partico-larmente caldi e secchi il coltivatore deve provvedere all’irrigazione aggiuntiva delle piantagioni.

In primavera, al momento della fioritura, si han-no spesso gelate notturne. Con temperature sotto lo zero si attiva l’irrigazione antibrina. L’acqua ghiaccia sugli alberi e il calore che vie-ne dal congelamento dell’acqua impedisce che la temperatura scenda a valori tali da danneg-giare le gemme e i fiori.

Il clima alpino-continentale si fa sentire nelle fresche notti dell’estate avanzata e d’autunno. Alle calde temperature diurne seguono fresche notti autunnali, che fanno sì che il frutto ac-quisisca la sua caratteristica colorazione rossa e gialla e sviluppi ulteriori preziosi zuccheri, aromi e vitamine.

Bassa Atesina

Val Pusteria

Alta Valle Isarco

CHIUSA

Val Venosta

Val d'Adige

Valle

Isarc

o

Sluderno

SilandroNaturno

Riffiano

Sciaves

Lana

TerlanoAuna di Sotto

Laives

Ora

Appiano

Caldaro

Salorno

BRUNICO

MERANO

BOLZANO

BRESSANONE

area di coltivazione del melo

VIPITENO

ALTO ADIGE

Area di coltivazione del melo

Con i suoi 18.400 ettari l’Alto Adige rappre-

senta la più ampia area chiusa di coltivazione

dell’UE. L’area è posta al 46° grado di latitudine

per una lunghezza di ca. 100 km da Salorno nella

Val d’Adige (200 metri s.l.m.) fino alla zona di

Malles in Val Venosta (1.000 metri s.l.m.), all’al-

tipiano del Renon e la Valle d’Isarco centrale

intorno a Bressanone.

La produzione di mele in Alto Adige è pratica-

ta da 7.000 aziende familiari mediamente di

piccole dimensioni. La superficie media delle

aziende è di di 2,5 ettari. Tali superfici sono

spesso distribuite su diversi appezzamenti che

possono essere anche molto distanti tra loro.

Il 2,5 per cento della superficie totale dell’Alto

Adige è dedicato alla frutticoltura.

Area di coltivazione del melo

Indicazione Geografica Protetta

L’Indicazione Geografica Protetta è un marchio di qualità attribuito dall’UE. Dal 2005 13 varietà di mele altoatesine sono state riconosciute nel corso degli anni a livello comunitario come specialità regionale e protette contro la con-traffazione e l’utilizzo abusivo. Il marchio ne garantisce l’origine e il metodo tradizionale di produzione e documenta il legame tra la produ-zione della mela e la sua lavorazione nella zona d’origine dell’Alto Adige.

La raccolta e la conservazione

Nel fondovalle la raccolta comincia a metà agosto con la varietà Gala e termina a novembre con la varietà Pink Lady®.

Le apparecchiature ausiliarie tradizionalmente impiegate nella raccolta erano le “Loanen” (scale), i “Tschaggel” (sacchi) e le “Steigen” (casse). Dagli inizi degli anni Settanta si lavora con mezzi moderni di raccolta come il cassone che può contenere ca. 320 kg di prodotto, il muletto e i vari mezzi ausiliari per la raccolta (impalcatura, secchio, ecc.). I cassoni pieni di mele vengono trasferiti al magazzino dove vengono depositati in celle frigorifere ad at-mosfera controllata. Il freddo e la mancanza di ossigeno portano le mele in uno stato di ibernazione e di lunga con-servazione. Con questa tecnica di conservazio-ne detta ad atmosfera controllata (CA) le mele si possono conservare fresche fino a 8 mesi.

Il raccolto delle mele in cifre:Raccolta totale: ca. un milione di tonnellatedi cui:da tavola: 85 %biologiche: 5 %per uso industriale: 10 %La raccolta in Alto Adige rappresenta ca. il 10–12 % della produzione complessiva UE.

Per ottenere il marchio IGP bisogna soddisfare i seguenti requisiti:> legame inequivocabile e dimostrato tra pro-

venienza, qualità di pregio e tradizione del prodotto;

> presenza di un ente che rappresenti gli inte-ressi del settore (Consorzio Mela Alto Adige);

> la produzione, la trasformazione e la lavora-zione del prodotto deve avvenire all’interno di un’area geografica determinata;

> la coltivazione deve avvenire nel rispetto delle direttive per la produzione integrata o biologica;

> elevati standard per calibro, colore, rugginosi-tà e tenore zuccherino;

> un organismo di controllo indipendente garantisce il rispetto delle regole.

Pink Lady®

Lavori da eseguire d’inverno

Il frutticoltore taglia i rami troppo grossi e super- flui in cima alle piante giovani. Per evitare una crescita troppo vigorosa verso l’alto, i polloni vengono piegati verso il basso con uno spago. Gli alberi in piena produzione vengono privati dei rami superflui e dei rami fruttiferi vecchi, innescandone il rinnovamento. In tal modo le piante giovani e quelle destinate al raccolto ricevono una forma conica che permette alla luce di penetrare anche all’interno della pianta, condizione necessaria per produrre frutta di buona qualità e in quantità regolare.Durante l’inverno il frutticoltore si aggiorna partecipando a convegni, seminari e corsi di formazione. Inoltre provvede alla manutenzio-ne dei suoi macchinari.

Lavori da eseguire in primavera

È questa la stagione in cui il frutticoltore prepara le eventuali nuove piantagioni. A tal fine deve arare la terra per renderla soffice. Le piantine cresciute nei vivai vengono piantate nel terreno. Il frutteto viene adeguatamente concimato, affinché le nuove piante disponga-no degli elementi nutritivi necessari alla loro crescita. Durante le notti a rischio di brina il frutticoltore sorveglia l’andamento della tem-peratura nei frutteti basandosi sui valori delle stazioni di rilevamento meteorologico del Cen-tro di Consulenza. Se la temperatura scende sotto lo zero attiva l’impianto di irrigazione antibrina. Il calore che si libera dal congela-mento dell’acqua protegge i delicati fiori dalle basse temperature.

Le api impollinano i fiori del melo consentendo di ottenere ricchi raccolti. Prima della fioritu-ra il frutticoltore si accorda con l’apicoltore affinché, durante la fioritura, sia garantita la presenza nei frutteti di numerosi popolazioni di api.

Lavori da eseguire d’estate

Il frutticoltore dirada a mano i frutti superflui e danneggiati. In caso di siccità egli mette in funzione l’irrigazione sovracchioma o quella a gocce. L’erba nello spazio interfilare viene rego-larmente tagliata e lasciata a terra dove funge da importante fonte nutritiva per i microorga-nismi del terreno.Gli alberi vengono regolarmente monitorati per verificare la presenza di insetti nocivi ed utili. In caso di necessità si ricorre a prodotti fitosa-nitari selettivi a basso impatto ambientale.

I lavori del frutticoltore Rami troppo cresciuti vengono potati o piegati verso il basso.

Lavori da eseguire d’autunno

In autunno il frutticoltore prepara la raccolta: i macchinari necessari devono essere controllati per assicurarne il perfetto funzionamento e le casse di raccolta sono prelevate dai magazzini. Il frutticoltore controlla il quaderno di campa-gna e lo esibisce al servizio controllo qualità.Dopo la raccolta il frutticoltore raccoglie cam-pioni di terreno per l’analisi chimica e provvede alla concimazione dell’impianto.Se intende creare una nuova piantagione, il frutticoltore sradica le vecchie piante, elimina le radici e lavora il terreno per renderlo soffice.

La più grande organizzazione di produttori dell’Alto Adige è il Consorzio delle Coopera-tive Ortofrutticole dell’Alto Adige VOGche conta 16 cooperative associate. Il consorzio riunisce ca. 5.000 aziende con una superficie produttiva di 10.800 ettari ed una produzione di ca. 600.000 t all’anno.L’Associazione delle Cooperative Ortofrut-ticole della Val Venosta VI.P commercializza mele, fragole e verdure. Riunisce ca. 1.700 soci con una superficie produttiva di circa 340.000 t di mele, 2.500 t di ortaggi e 690 t di fragole.I soci delle due organizzazioni gestiscono la VOG Products, impresa di trasformazione che produce soprattutto concentrato di mela, mele secche o surgelate in pezzi e mele Solid Pack. Una novità nel segmento convenience sono

le mele tagliate a pezzi confezionate in buste salva-freschezza.Una piccola quantità del raccolto (ca. 6 %) vie-ne commercializzata tramite tre società d’asta (Asta Frutta Alto Adige). L’1 % viene commer-cializzato dall’associazione dei commercianti privati riuniti nella Fruttunion.Il 60 % circa della produzione altoatesina viene distribuito sul mercato italiano in base alla stagione commerciale. Il mercato d’esportazio-ne più importante è la Germania con una quota del 15 % circa. Seguono la Scandinavia, la Spagna e i paesi nordafricani.

Selezione e confezionamento

Dopo il prelievo dalle celle frigorifere le mele vengono selezionate secondo il calibro, il co-lore, la rugginosità e i danni alla buccia. Prima del confezionamento le mele vengono lavate e spazzolate in acqua potabile.Sul mercato sono disponibili confezioni di varia grandezza. Quantità più piccole sono conte-nute in vassoi da 4, 6 e 8 frutti. Per quantità maggiori si usano sacchetti da uno o due kg o cartoni da due a dodici kg.

La commercializzazione

Il mondo dei marchi

Il marchio Mela Alto Adige IGP viene utilizza-to da tutte le società di commercializzazione altoatesine per l’esportazione, soprattutto al nord e centro Europa. Assicura al prodot-to un’immagine unitaria sui mercati esteri, garantendo al contempo l’origine geografica, l’utilizzo di sistemi di produzione tradizionali e la tracciabilità di filiera.

Il marchio Marlene® è stato lanciato dalla VOG nel 1995. Viene utilizzato soprattutto sul mercato italiano e su quelli dell’Europa meridionale. Marlene è sinonimo di innovativa ricchezza varietale per tutti i gusti. Deve il suo successo alla tradizione frutticola altoatesina e ad uno standard qualitativo elevato. Simbolo del marchio Marlene è il simpatico albero di mele che consegna personalmente i suoi frutti appena colti ai consumatori.

Il marchio Val Venosta è il marchio della VI.P, l’Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta. Esso garantisce la provenien-za del prodotto dalla Val Venosta, la qualità particolarmente elevata e l’attenta tecnica di coltivazione. Le mele a marchio Val Venosta sono commercializzate nei mercati principali della VI.P.

Le varietà “Club” Pink Lady®, Kanzi®, Rubens®, Modì® e Jazz® vengono commercializzate con il proprio marchio.

Trasformazione

Le mele possono essere trasformate in prodotti diversi.

> Il succo di mela, filtrato o non filtrato, è ricco di minerali e vitamine. Mescolato con l’acqua minerale diventa una bevanda particolar-mente dissetante.

> Dal succo di mela si ottiene il sidro, il quale, fermentato, sviluppa delicate sostanze aromatiche e diventa aceto di mele, che i gastronomi considerano un prezioso esalta-tore di sapore.

> Dalle varie tipologie di mela si ottengono distillati monovarietali.

> Una novità nel segmento convenience sono le mele in pezzi. La mela viene tagliata e il torsolo eliminato. Le fette, pronte per essere consumate, vengono confezionate in una busta salva-freschezza. Grazie all’aggiunta di vitamina C il prodotto rimane fresco per 10 giorni.

> La frutta essiccata è disponibile in numero-se varianti ed è la base ideale per una sana merenda.

Mela e bellezza

Crema, balsamo e latte a base di mela: in passato i rimedi casalinghi a base di mela erano molto diffusi. Oggi si registra un rinnovato interesse verso tali prodotti.

Creme, balsami e latte alla mela vengono oggi impiegati nella cosmesi moderna. La mela pos-siede lo stesso pH della nostra pelle ed è quindi ideale per l’utilizzo in applicazioni cosmetiche.

Bagni aromatici alla mela vengono proposti ad esempio alle Terme di Merano. I principi attivi della mela, soprattutto la pectina, rendono la pelle liscia e morbida.

Potatura fai da te

I meli vengono potati principalmente d’inverno. In questo modo si conservano i rami fruttiferi e l’albero rimane “in forma”. Qualora si intenda rallentare la crescita dei polloni, è consigliabile tagliare i rami in eccesso e troppo vigorosi (oltre 40/50 cm) nella seconda parte dell’estate.

Piante giovani> È consigliabile dare alla pianta una forma

conica (come un albero di Natale), ciò per-mette di sfruttare bene la luce

> tagliare i polloni più vigorosi> piegare verso il basso i rami fruttiferi corti (con lunghezza inferiore ai 40 cm)> tagliare i rami cresciuti troppo in basso sul

tronco (sotto i 50 cm)> sfoltire i rami doppi e quelli cresciuti troppo

fitti sul tronco> mantenere i rametti deboli che portano fiori

Piante mature> Mantenere snella la cima> accorciare i rami vecchi> diradare i rami troppo folti> rimuovere i rami secchi e malati

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INGREDIENTI PER 1 STRUDELPer la pasta frolla: 400 g di farina, 125 g di zucchero, 250 g di burro, 1 uovo, 1 bustina di lievito in polvere per dolci, 1 bustina di zucchero vanigliato, scorza di limone grattugiata, 1 presa di salePer il ripieno: 8 mele dell’Alto Adige, Golden Deli-cious o di altro tipo, 40 g di uvetta sultanina, 20 g di pinoli, 2 bustine di zucchero vanigliato, 40 g di pangrat-tato, 10 g di zucchero, 1 punta di can-nella, scorza di limone grattugiata, 20 ml di rum, uovo per spennellare, zucchero a velo per guarnire

PREPARAZIONETutti gli ingredienti devono essere a temperatura ambiente. Imburrare la placca da forno con poco burro e riporla in un luogo fresco. Impastare tutti gli ingredienti per la pasta frolla, coprirla con un canovaccio e riporla in frigorifero. Lavare le mele, sbucciar-le, eliminare il torsolo, dividerle in quattro, affettarle e unirle agli altri ingredienti del ripieno. Lavorare ancora brevemente la pasta, stenderla con il mattarello su un piano infarinato e disporla sulla placca da forno. Se necessario, tagliare la pasta in eccesso. Versare il ripieno di mele sulla pasta, arrotolare lo strudel su sé stesso e spennellarlo con l’uovo. Con la pasta rimasta tagliare delle striscioline per decorare lo strudel a piacere. Spennellare di nuovo con l’uovo e infornare a 180° C per 50–60 minuti.

Suggerimento: Con questa pasta frolla si possono fare diversi biscotti, arricchendola con cacao, noci, cocco tritato ecc.

Strudel di mele

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INGREDIENTI PER 4 VASETTI DA 250 ML6 mele dell’Alto Adige, Golden Delicious o di altro tipo 2 rametti di maggiorana 2 rametti di timo 100 g di cipolla bianca 1 cucchiaio di olio di colza 400 g di pectina 1–2 spicchi d’aglio 300 ml di aceto di vino bianco 100 ml di aceto di mele 80 g di uvetta sultanina sale 1 presa di noce moscata

PREPARAZIONE Legare con lo spago i rametti di timo e maggiorana per fare un mazzetto. Sbucciare la cipolla e tagliarla a dadini piccoli, farla ap-passire in padella nell’olio, aggiungere le mele sbucciate e tagliate a dadini, il mazzetto di aromi, la pectina e l’aglio schiacciato e mesco-lare bene tutti gli ingredienti. Aggiungere i due tipi di aceto, 150 ml di acqua e cuocere lentamente, mescolando ogni tanto. Dopo circa 5 minuti aggiungere l’uvetta e portare a cottura per altri 15 minuti. Eliminare il mazzetto di erbe aromatiche, insaporire con il sale e la noce moscata. Riempire con il composto i vasetti caldi precedente-mente sterilizzati, chiuderli subito con un coperchio pulito e tenerli capovolti fino a quando non si saranno raffreddati.

Questo chutney si abbina benissimo a formaggi di capra e di peco-ra o con un piatto di formaggi misti.

Chutney di mele speziato

Informazioni in rete

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INGREDIENTI PER 4 PERSONE 6 mele grandi dell’Alto Adige½ bastoncino di cannella5–6 chiodi di garofano3–4 pezzetti di buccia di limone

PREPARAZIONE Sbucciare le mele e tagliarle a spicchi. Aggiungere le spezie in un sacchetto di tè. Cucinare il tutto in una casseruola con l‘utilizzo del vapore. Rimuovere le spezie, schiacciare le mele o farle a purea. Servire la mousse di mela calda o fredda.

Mousse di mela

Mela Alto Adige IGPwww.melaaltoadige.comMuseo della frutticolturawww.obstbaumuseum.it Agriturismo in Alto Adigewww.gallorosso.it Vacanze in Alto Adigewww.suedtirol.info Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adigewww.provincia.bz.it VOG Consorzio delle Cooperative Ortofrutticole dell’Alto Adigewww.vog.it VI.P Associazione dei produttori ortofrutticoli della Val Venostawww.vip.coop Fruttunionwww.fruttunion.comAsta Frutta Alto Adigewww.astafrutta.itUnione Agricoltori e Coltivatori diretti sudtirolesiwww.sbb.itCentro di Consulenzawww.beratungsring.orgCentro di Sperimentazione Laimburgwww.laimburg.it

A cura di: Consorzio Mela Alto Adige

Fotografie: Frieder Blickle, Wolfgang Drahorad, Andreas MariniLe ricette sono tratte dai libri „Die Lieblingsrezepte der Südtiroler Bäuerinnen“ (Strudel di mele) e „Genussland Südtirol“ (Chutney di mele speziato), ©Löwenzahn Verlag, Ricetta Mousse di mela: Associazione delle Donne Coltivatrici Sudtirolesi

Stampa: Fotolito Varesco, 6° edizione giugno 2016

Per informazioni: Consorzio Mela Alto Adige Via Jakobi 1/A39018 Terlano

[email protected]

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