Alma Mater Studiorum Università di Bologna - Frutta e Bacche · SCUOLA DI AGRARIA E MEDICINA...
Transcript of Alma Mater Studiorum Università di Bologna - Frutta e Bacche · SCUOLA DI AGRARIA E MEDICINA...
1
SCUOLA DI AGRARIA E MEDICINA VETERINARIA
Corso di Laurea triennale in
Economia e marketing nel sistema agro-industriale
Introduzione alle ricerche di marketing
Il SUPERFOOD: indagine sulle abitudini di acquisto e
consumo di frutta secca ed essiccata
Tesi di laurea di: Relatore:
Elena Ferraresi Chiar.mo Prof.
Maurizio Canavari
(all’interno)
Visto, si approva la tesi
(firma del relatore)
Anno Accademico 2016/2017
Sessione unica
Alma Mater Studiorum Università di Bologna
3
Indice
1. Introduzione ........................................................................................................................... 5
1.1 SUPERFOOD: che cosa sono? Perché vengono chiamati così? ...................................... 5
1.2 Contesto di riferimento: il SUPERFOOD in Italia ........................................................... 6
1.3 Il nuovo consumatore italiano è “healthy” ....................................................................... 9
1.4 Obiettivi dello studio ...................................................................................................... 10
2. Materiali e metodi ................................................................................................................ 11
2.1 Raccolta dei dati quantitativi (progettazione del questionario) ...................................... 11
2.1.1 Somministrazione del questionario .......................................................................... 14
3. Analisi dei dati e risultati ..................................................................................................... 15
3.1 Descrizione del campione ............................................................................................... 15
3.2 Analisi univariata ............................................................................................................ 18
3.3 Analisi della disponibilità a pagare ................................................................................ 26
3.4 Analisi bivariata .............................................................................................................. 29
4. Discussione ........................................................................................................................... 34
5. Conclusioni ........................................................................................................................... 38
6. Bigliografia ........................................................................................................................... 42
Appendice 1. Questionario completo ....................................................................................... 44
5
1. Introduzione
1.1 SUPERFOOD: che cosa sono? Perché vengono chiamati così?
In un contesto in cui si fa sempre più attenzione all’alimentazione, agli ingredienti e alle
proprietà dei cibi che ingeriamo, si sta affermando una nuova tendenza: il SUPERFOOD. La
parola “SUPERFOOD” letteralmente tradotta in italiano significa “supercibo”, comprende
cioè quelle tipologie di alimenti che possiedono particolari qualità benefiche e che riescono a
fornire non solo principi nutritivi completi e ben bilanciati, ma anche benefici per la salute e il
benessere psicofisico (Biasin, n.d.). Si tratta di cibi supernutrienti di origine vegetale, che
contemporaneamente forniscono al nostro organismo una grande quantità di vitamine,
minerali, aminoacidi essenziali e non, acidi grassi sani e sostanze fitochimiche utili (“I
superfood”, n.d.). Per la maggior parte si parla di frutta, spezie, semi e bacche: la lista di
questi alimenti straordinari è sempre evoluzione in quanto la scienza scopre continuamente
nuovi principi antiossidanti e nutrienti all’interno di alcuni alimenti.
Di seguito i nomi e le caratteristiche di alcuni supercibi suddivisi per colore:
Figura 1. Lista di alcuni SUPERFOOD suddivisi per colore con relative proprietà fito-nutrizionali.
Fonte: sito web “Piùgustobio”
6
Partendo dai frutti di colore rosso-blu indichiamo le bacche di acai, l’acerola, i lamponi, il
melograno, i mirtilli, le more, l’uva rossa e il ribes. Questi contengono flavonoidi,
proantocianidine (OPC), dagli effetti antiossidanti, tonificanti dei vasi sanguigni e antivirali. I
SUPERFOOD verdi, invece, sono ricchi di clorofilla, che protegge dai radicali liberi.
Contengono anche magnesio, potassio e sali minerali (“I superfood”, n.d.). Tra i
SUPERFOOD verdi citiamo inoltre le alghe, che contengono tutti gli aminoacidi essenziali e
sono una fonte vegetariana rara di vitamina B12. Per quanto riguarda i supercibi dalla polpa di
colore arancione-giallo ci sono ananas, graviola, guaya, papaya e maracuja, i quali forniscono
alte concentrazioni di carotene, vitamina C, vitamine del gruppo B, E ed enzimi digestivi che
aumentano la digeribilità di altri alimenti (“I superfood”, n.d.). I SUPERFOOD bianchi sono
ad esempio l’aglio, che ha proprietà antibatteriche e antitumorali, e i funghi. I funghi
SUPERFOOD contribuiscono al buon funzionamento del nostro sistema immunitario e sono
un’ottima fonte di sali minerali e vitamine del gruppo B (“I superfood”, n.d.).
1.2 Contesto di riferimento: il SUPERFOOD in Italia
Gli italiani sono sempre più attenti alla propria alimentazione e sempre più interessati a
scoprire cibi salutari. Secondo le ultime informazioni disponibili, infatti, sono circa 16.9
milioni le persone che nel nostro Paese seguono uno specifico regime alimentare, di cui 7.7
milioni con assiduità giornaliera. Il rinnovamento dei gusti e delle abitudini alimentari passa
anche attraverso il consumo di alimenti non convenzionali: i cosiddetti supercibi di cui si è
parlato prima (Coop, 2015).
La loro crescente popolarità si può desumere a partire dalla frequenza delle ricerche su
Google: una crescita delle digitazioni sul motore di ricerca, infatti, corrisponde ad una più
ampia attenzione da parte dei consumatori, che tendono sempre più a rivolgersi alla rete per
approfondire proprietà benefiche e caratteristiche nutrizionali degli alimenti (Coop, 2015).
7
Figura 2. Frequenza ricerche su Google, 2010=100
Fonte: (Coop, 2015)
Questo crescente interesse porta anche ad importanti risultati economici: triplica nel perimetro
Gdo il valore dello zenzero (6.6 milioni nel primo semestre 2016), quasi raddoppia il fatturato
conseguito dalla quinoa (10.6 milioni di euro), aumenta del 40% il giro d’affari relativo ai
semi (21,3 milioni) e alla frutta secca. Piccole nicchie destinate a diventare sempre più
rilevanti nella dieta degli italiani, considerando la grande voglia di sperimentazione e il
susseguirsi di trend evolutivi differenti (Coop, 2015).
Si può affermare che dal 2016 ad oggi i SUPERFOOD abbiano vissuto un vero e proprio
boom dei consumi, con aumenti anche a tre cifre. Dal 2010 ad oggi l’avocado, ad esempio, è
cresciuto del 487%, il cavolo riccio del 791% (Minghelli, 2016). Le bacche di goji, invece,
dopo un picco nel 2014 si sono leggermente ridimensionate nei consumi, ma si parla in ogni
caso di acquisti che sono 300 volte maggiori rispetto a quelli di appena 6 anni fa (Minghelli,
2016). Sempre dal 2010 ad oggi, il consumo di peperoncino è raddoppiato, quello dei frutti
rossi quasi triplicato (+170%), idem per i datteri (160%), mentre lo zenzero è aumentato
addirittura del 670%. (Minghelli, 2016).
Secondo una ricerca condotta da Nielsen, per il 33% degli italiani i superfood possono
addirittura sostituire alcune medicine. Gli alimenti salutari preferiti dalla maggioranza degli
italiani sono yogurt e noci, venendo consumati regolarmente dal 59% e 49% degli intervistati
(Villa, 2017).
146 156 164 172 187 192 196 209 214 224 237 247 255 258 274 283 307 307 319419 456 483 544 567 568
776891
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1000
Soia
Am
aran
to
Sed
ano
Cac
ao
Men
ta
Ku
mq
uat
Cap
per
i
Pep
ero
nci
no
Spir
ulin
a
Seit
an
No
ci
Go
mas
io
Azu
ki
Dat
teri
Fru
tti r
oss
i
Tofu
Qu
ino
a
Ko
mb
u
Gra
no
sar
ace
no
Bar
bab
ieto
la
Kef
ir
Cu
rcu
ma
Dai
kon
Avo
cad
o
The
mat
cha
Zen
zero
Cav
olo
ric
cio
Frequenza ricerche superfood
Frequenza ricerche
8
La Penisola, inoltre, è al primo posto tra i grandi Paesi europei per il consumo di bacche di
Goji: ben sette italiani su dieci (68%) sono convinti che questa bacca possa essere utilizzata a
scopo curativo (multivitaminico naturale, sostegno al sistema immunitario, regolazione della
glicemia ecc.) (Capodaglio, 2017). Il secondo superfood ritenuto più salutare degli italiani è la
curcuma, spezia giudicata benefica dal 62% degli italiani. Il 27% consuma spesso anche il
mirtillo. (Capodaglio, 2017). Per il 33% degli italiani i superfood possono sostituire alcune
medicine (Capodaglio, 2017).
In questo contesto si nota un boom di acquisti di semi (sesamo, lino, girasole), frutta e
vegetali secchi o disidratati, particolarmente apprezzati nelle diete per le loro proprietà
benefiche. Oltre ad essere ricchi di enzimi, vitamine, minerali e fibre, ad essi è riconosciuto
un importante ruolo preventivo contro tumori e patologie cardiovascolari (Coop, 2015) I
consuntivi relativi al primo semestre dell’anno 2016 documentano una preferenza per noci,
mandorle, nocciole e pistacchi, che crescono a ritmi compresi tra il 10% e il 30% (Coop,
2015).
A proposito di frutta secca, è bene fare alcune distinzioni. La frutta secca oleosa si distingue
da quella disidratata poiché è caratterizzata dal guscio legnoso all’interno del quale è presente
il seme ed è detta anche frutta secca lipidica, perché povera di zuccheri e ricca di grassi
insaturi ed Omega3, che aiutano nel controllo del colesterolo (Dore, 2017). In questo gruppo
sono presenti le arachidi, le castagne, le nocciole, le noci, le mandorle, i pinoli e i pistacchi.
La frutta disidratata, al contrario, viene essiccata attraverso un processo che la porta ad avere
un contenuto di acqua < 5% (Dore, 2017). La frutta essiccata viene detta anche frutta secca
glucidica perché è ricca di zuccheri semplici e fibre e priva di grassi. All’interno di questo
gruppo si trovano le albicocche, i datteri, le prugne, i fichi e l’uva sultanina (Dore, 2017).
Per quanto riguarda la produzione di frutta secca, durante le sessioni di dibattito in occasione
dell’ultimo Inc Congress celebrato in India è stata prevista per la stagione 2017/2018 una
produzione mondiale di frutta a guscio di 4.2 milioni di tonnellate, il 25% in più rispetto alla
media dei dieci anni precedenti (Frutta secca e disidratata, le previsioni per il 2017/18, 2017).
Queste stime preliminari indicano che la costante crescita di questa coltura, osservata
nell’ultimo decennio, sia destinata a perdurare (Frutta secca e disidratata, le previsioni per il
2017/18, 2017).
9
1.3 Il nuovo consumatore italiano è “healthy”
Secondo il direttore generale di Coop Italia, Albino Russo, la crescita dei consumi di questi
super-alimenti ricade sotto quelle che definisce “nuove metriche d’acquisto”, che
caratterizzano il consumatore italiano differenziandolo da quello europeo (Minghelli, 2016). Il
Rapporto Coop 2016 traccia il profilo di un nuovo consumatore italiano che si dimostra molto
attento e consapevole circa le sue scelte d’acquisto (Minghelli, 2016).
A dimostrazione di ciò, il 55% degli italiani legge attentamente le etichette nutrizionali più di
quanto non facciano in altri Paesi d’Europa. Il consumatore italiano, rispetto al consumatore
francese, tedesco o spagnolo, non bada troppo a spese per quello che riguarda gli alimenti
salutari (Minghelli, 2016). Il 65% cerca attivamente prodotti con ingredienti salutistici e
ancora, interrogati su quali prodotti vorrebbero trovare sugli scaffali, 1 su 3 ha spiegato che
vorrebbe trovare prodotti che gli consentano di condurre uno stile di vita sano, 1 su 4 ne
vorrebbe con ingredienti naturali (Minghelli, 2016). Per questi motivi, il nuovo consumatore
italiano viene definito “healthy”.
Alla domanda: “come intendi variare la tua alimentazione nei prossimi 12 mesi?” (la somma
totale delle percentuali supera 100 perché le risposte sono multiple) il 40% risponde che
mangerà più frutta e verdura, il 29% ridurrà il consumo di alimenti ricchi di zuccheri, il 29%
ridurrà il consumo di dolciumi, il 27% ridurrà il consumo di alimenti a elevato contenuto di
grassi saturi e insaturi, il 25% consumerà porzioni ridotte, il 23% mangerà snack meno
frequentemente, il 22% ridurrà il consumo di alimenti ad alto contenuto di carboidrati, il 20%
mangerà più riso o cereali, il 19% mangerà più superfood mentre il 25% non intende
modificare le proprie abitudini alimentari. (Capodaglio, 2017).
Questi dati emergono dalla Global Survey di Nielsen Health/Wellness: food as medicine,
condotta su un campione di 30.000 individui in 63 Paesi, tra cui l’Italia, con lo scopo di
analizzare l’evoluzione degli stili alimentari e cogliere nuovi trend in anticipo.
Questo nuovo stile di vita così salutare spiega un altro fenomeno che si sta verificando nelle
tavole degli italiani: mangiare meno (fuga dalla carne, specialmente quella rossa, e crollo dei
cereali), ma mangiare meglio (Minghelli, 2016). Se infatti nel 2000 ogni giorno un italiano
mangiava 2 kg e mezzo di prodotti alimentari, oggi quel dato è sceso di 2 etti. A diminuire è
stata in particolar modo la carne, il cui consumo è sceso del 13% dal 2010 ad oggi, in
10
flessione anche il consumo di prodotti a base di cereali. È cresciuto, al contrario, il consumo
di pesce e di prodotti ortofrutticoli (+10% dal 2010 ad oggi) (Minghelli, 2016).
Al netto di tutti questi dati va detto, però, che la spesa alimentare è sostanzialmente ferma.
Entrando un po’ più nel dettaglio, si scopre che (sul progressivo dell’anno corrente) il
comparto del fresco è cresciuto di un +0.3%. Tuttavia questo dato comprende qualsiasi
prodotto fresco (carne, pesce, latticini e formaggi, salumi, frutta fresca, frutta secca e verdura)
(Minghelli, 2016). Come anticipato, tra tutte queste voci la carne è in flessione mentre il pesce
è in crescita. Tra le varie voci in crescita (frutta fresca +4.3%, verdura +0.9%) vediamo
spiccare la frutta secca con un +14.8% (Minghelli, 2016).
Figura 3. Com’è cambiato il carrello della spesa degli italiani
Fonte: (Coop, 2015)
1.4 Obiettivi dello studio
Mediante questo studio verrà svolta un’analisi sulle abitudini di acquisto e consumo del
gruppo di SUPERFOOD che, come introdotto precedentemente, è tra i più apprezzati dai
consumatori italiani e che ha portato ad un boom di acquisti negli ultimi periodi: la frutta
secca ed essiccata.
È molto importante specificare che l’indagine riguarderà solo i responsabili di acquisto e che,
in particolare, verranno valutate: la frequenza di acquisto e consumo di frutta secca ed
essiccata, le motivazioni di consumo, le modalità di acquisto, le situazioni ideali di consumo
(momento della giornata, stagione ecc.).
11
Inoltre, verrà chiarito se i responsabili di acquisto siano a conoscenza del fenomeno
“supercibi” e quali, tra alcune proposte, considerano tali e quali no.
In più, tramite una scala Likert di cui si parlerà nel capitolo 3, si indagherà in merito
all’atteggiamento del soggetto intervistato riguardo la propria salute correlata al processo di
acquisto.
Per finire, si indagherà riguardo la disponibilità a pagare per una barretta snack composta di
supercibi, al fine di comprendere se i soggetti intervistati siano disposti a pagare un prezzo più
alto rispetto al prezzo a cui pagherebbero uno snack comune.
2. Materiali e metodi
2.1 Raccolta dei dati quantitativi (progettazione del questionario)
Al fine di individuare le informazioni sopra menzionate, è stato utilizzato un questionario
online con quesiti a scelta multipla e risposta singola (con l’esclusione di alcuni di cui si
tratterà successivamente nello specifico). Il questionario è stato progettato con il software
Qualtrics ed è diviso in 5 parti principali contenenti in totale 24 domande.
Prima di essere somministrato, il questionario è stato testato da 10 persone al fine di valutarne
il funzionamento. Ideare il questionario, comporlo e fare il test pilota ha richiesto 3 settimane.
Fortunatamente il test non ha rilevato mal funzionamenti del questionario, sono stati adottati
infatti soltanto piccoli accorgimenti per facilitarne la comprensione.
Il questionario è stato diviso in 5 parti principali:
-Abitudini di acquisto generiche
-Abitudini di acquisto e consumo di frutta secca o essiccata
-Valutazione della conoscenza dei “supercibi” e DAP per una barretta SUPERFOOD
-Scala di consapevolezza riguardo la salute e lo shopping
-Domande socio-demografiche
La prima parte del questionario consisteva in domande a risposta multipla e risposta singola.
È stato chiesto ai soggetti intervistati se facessero la spesa alimentare per la famiglia e con che
12
frequenza (“sì, sempre”, “sì, spesso”, “sì, qualche volta”, “no, praticamente mai”). Soltanto
una risposta affermativa consentiva di proseguire la survey poiché, come detto in precedenza,
lo studio mira a conoscere le abitudini di acquisto e consumo dei soli responsabili di acquisto.
A chi rispondesse positivamente, veniva chiesto il numero di volte a settimana in cui veniva
fatta la spesa alimentare. Chi invece rispondeva negativamente veniva direttamente rinviato
alla fine del questionario, con un messaggio di ringraziamento per avere partecipato
all’indagine.
Con la seconda parte del questionario veniva introdotto il topic dell’indagine: la frutta secca.
Veniva chiesto ai soggetti intervistati se acquistassero frutta secca oppure no. In caso di
risposta negativa, venivano indirizzati ad una domanda in cui veniva chiesto il motivo per cui
non la acquistassero. Le possibili risposte erano: “è troppo costosa”, “non saprei come
inserirla nella mia alimentazione di tutti i giorni”, “è troppo calorica”, “non mi sono mai
informato/a a riguardo”, “altro (specificare)”. Chi sceglieva “altro” aveva la possibilità di dare
una risposta aperta. Successivamente, si veniva indirizzati alla fine del questionario, con un
messaggio di ringraziamento per avere partecipato all’indagine. Chi, al contrario, avesse
risposto di acquistare frutta secca poteva proseguire con la compilazione del questionario. Le
domande successive riguardavano per prima la frequenza di acquisto di frutta secca o
essiccata rispetto alle volte in cui veniva fatta la spesa alimentare, con possibili risposte
“raramente”, “circa una volta su quattro”, “circa metà delle volte”, “circa tre volte su quattro”,
“ogni volta che faccio la spesa”. Successivamente, veniva chiesta la frequenza di consumo di
frutta secca o essiccata con possibili risposte “raramente”, “circa una o due volte a settimana”,
“dalle tre alle cinque volte a settimana”, “praticamente ogni giorno”. In seguito, si chiedeva
per quale motivo il soggetto consumasse frutta secca con possibili risposte “perché mi aiuta
ad integrare sali minerali, vitamine e grassi buoni nella mia dieta”, “perché ha un sapore
gradevole”, “perché mi sazia”, “perché è uno snack salutare e pratico”, “altro (specificare)”.
Chi sceglieva “altro” aveva la possibilità di dare una risposta aperta. Successivamente veniva
domandato in che modalità si preferisse acquistarla e perché (“sfusa, perché posso decidere io
la quantità che voglio acquistare”, “sfusa, perché è economicamente più conveniente”,
“preconfezionata, perché la confezione è più pratica”, “preconfezionata, perché posso leggere
i valori nutrizionali riportati sulla confezione” oppure “altro”). Infine veniva domandato il
momento della giornata preferito (es. colazione, merenda..) e la stagione dell’anno (es.
autunno) in cui consumare frutta secca. Tutte le risposte di questa sezione sono state
13
precedentemente randomizzate, per fare in modo che il soggetto non venisse influenzato
dall’ordine delle stesse.
Con la terza parte veniva introdotto l’argomento “SUPERFOOD”, dando una breve
descrizione dei supercibi e chiedendo al soggetto intervistato se ne avesse mai sentito parlare.
Le possibili risposte erano “sì”, “no” o “non ne sono sicuro”. Successivamente veniva
presentato un elenco di 15 potenziali supercibi, anch’essi in ordine casuale, e si chiedeva al
soggetto intervistato quali riconoscesse come SUPERFOOD. In questo caso era consentito
dare più di una risposta. Inoltre, si è voluto indagare riguardo la disponibilità a pagare (DAP)
per una barretta snack composta da supercibi, confrontata con uno snack comune. I soggetti
intervistati hanno potuto fare un confronto basandosi inizialmente su due immagini
raffiguranti i due diversi snack. Veniva chiesto loro, per un prezzo dello snack comune fissato
ad € 1,10, quanto fossero disposti a pagare per la barretta SUPERFOOD.
In un secondo tempo, venivano presentate al soggetto 11 frasi (es. “Le informazioni riguardo i
prodotti che voglio acquistare sono molto importanti per me. Ho bisogno di sapere che cosa
contiene il prodotto”) riguardanti le abitudini di acquisto dei consumatori e il grado di
attenzione alla propria salute. È stata utilizzata la scala di gradimento Likert a 5 punti. Infatti
il soggetto intervistato aveva 5 possibili risposte: 1 = “questa frase non mi descrive per
niente”, 2 = “questa frase mi rappresenta poco”, 3 = “non mi trovo né in accordo né in
disaccordo con questa frase”, 4 = “questa frase mi descrive abbastanza bene”, 5 = “questa
frase mi descrive totalmente”. Questa sezione è stata inserita per capire se e quanto i
consumatori facciano attenzione alla propria salute durante il processo di acquisto. Vale a
dire, se acquistino preferibilmente prodotti senza additivi, di qualità ecc.
L’ultima sezione includeva domande riguardanti le caratteristiche socio-demografiche dei
soggetti rispondenti (sesso, età, Provincia di residenza, titolo di studio, occupazione). Veniva
inoltre richiesto per quante persone il soggetto intervistato facesse la spesa e quale frase
descrivesse meglio la sua situazione economica fra “devo fare molta attenzione a ciò che
spendo e a volte il mio reddito non basta per acquisti necessari”, “con un po’ di oculatezza
posso ogni tanto permettermi anche qualche piccolo lusso”, “non ho problemi economici e
quando ho voglia di acquistare qualcosa lo faccio”.
14
2.1.1 Somministrazione del questionario
Il sondaggio è stato distribuito attraverso alcune piattaforme online al fine di ottenere un
campione il più possibile diversificato. Sono stati utilizzati i social networks Facebook e
LinkedIn, per poter raggiungere più persone possibili.
Per facilitare la diffusione del questionario online, si è preferito contattare “Eurocompany
srl”, azienda leader nella produzione e commercializzazione di frutta secca e disidratata,
chiedendo loro la cortesia di pubblicare il questionario sulla propria home page di Facebook e
LinkedIn. Oltre ad essere pubblicato sulla home page Facebook di Eurocompany, il
questionario è stato pubblicato anche sulla home page Facebook di Frutta e Bacche, negozio
online di frutta secca gestito da Eurocompany srl.
Figura 4. Post riguardante il questionario sul SUPERFOOD sulla home page Facebook di Eurocompany
Fonte: home page Facebook di Eurocompany
Prima di procedere con l’analisi dei dati, però, è bene fare alcune considerazioni. Tramite il
questionario, come detto in precedenza, sono stati intervistati fino alla fine soltanto i
responsabili di acquisto che comperano frutta secca o essiccata. Gli altri, non hanno potuto
proseguire nella compilazione del questionario, ma hanno dovuto dichiarare il motivo per il
quale non acquistino frutta secca.
Va inoltre specificato che, trattandosi di una survey online tramite social network, ci si aspetta
che l’età media dei soggetti intervistati sia inferiore rispetto all’età media, ad esempio, degli
abitanti del Paese.
15
Inoltre, essendo condiviso dalla pagina di un’azienda che si occupa della produzione e della
commercializzazione di frutta secca e dalla pagina del negozio online dell’azienda stessa, ci si
aspetta che il questionario sia compilato per la maggior parte da persone che acquistano frutta
secca, parametro che, come specificato prima, è essenziale al fine di poter completare il
questionario stesso.
Per finire, dopo i chiarimenti riguardo le limitazioni di questa modalità di somministrazione
del questionario, è doveroso motivarne la scelta. Come riportano Molteni e Troilo in
“Ricerche di marketing” (Molteni & Troilo, 2012), i vantaggi derivano essenzialmente
dall’economicità della ricerca, dalla possibilità di inserire contenuti multimediali o domande
aperte, dall’effettiva rapidità di raccolta e preparazione dei dati, che risultano immediatamente
disponibili e fruibili per l’analisi, e dalla limitata intrusività (nel senso che è possibile
compilare il questionario se e quando si desidera). Un ulteriore vantaggio è legato ai minori
tempi e costi di realizzazione dell’indagine (Molteni & Troilo, 2012), aspetti fondamentali e
strategici quando si tratta di nuovi prodotti, come in questo caso i supercibi.
3. Analisi dei dati e risultati
3.1 Descrizione del campione
Nel periodo maggio-giugno 2017 è stato raccolto un totale di 229 risposte, ridotte a 198 una
volta esclusi i rispondenti che non fanno la spesa alimentare per la propria famiglia.
Il campione in esame è quindi costituito da 198 intervistati che fanno la spesa alimentare per
sé o per la propria famiglia (Domanda 1). A questi 198, vanno sottratti 59 intervistati, che alla
Domanda 2 (“Acquista frutta secca o essiccata?”) hanno risposto “no”, quindi non sono
soggetti analizzabili.
Ai 59 intervistati che hanno risposto di non acquistare frutta secca o essiccata, prima di essere
rimandati alla fine del questionario, è stato chiesto di specificare il motivo di questa risposta.
Potevano scegliere di fornire una risposta prevista dal questionario, oppure una risposta aperta
scritta da loro. Dall’analisi dei dati è risultato che la maggioranza (31.03%) non saprebbe
come inserirla nella propria alimentazione di tutti i giorni, il 27.59% pensa invece che sia
troppo costosa. Subito dopo, il 24.14% degli intervistati preferisce dare una risposta aperta e
16
tra le motivazioni più utilizzate vediamo “intolleranza o allergia” e “autoproduzione”. Infine,
il 18.97% non la acquista perché è troppo calorica e il restante 10.34% perché non si è mai
informato a riguardo.
Vediamo quindi le caratteristiche del campione in esame, come mostrato nella tabella 1:
- Sesso: il 66.17% è rappresentato da donne, contro il 33.83% degli uomini.
- Età: l’età media è 30 anni, con anno di nascita minimo 1950 e anno di nascita massimo 2000
(DS=10.86)
- Provincia: il 37.98% dei rispondenti ha dichiarato di risiedere a Bologna, il 6.98% a
Ravenna, il 6.20% a Milano, il 3,88% a Forlì-Cesena, il 3.10% a Ferrara, il 3.10% a Mantova,
il 2.33% a Rimini, il 2,33% a Roma, il 2.33% a Venezia, l’1.55% a Chieti, l’1.55% a Napoli,
l’1.55% a Padova, l’1.55% a Parma, l’1.55% a Trento, l’1.55% a Varese, lo 0.78% a Verona,
lo 0.78% a Trieste, lo 0.78% a Torino, lo 0.78% a Taranto, lo 0.78% a Siracusa, lo 0.78% a
Savona, lo 0.78% a Prato, lo 0.78% a Piacenza, lo 0.78% a Pesaro e Urbino, lo 0.78% a
Monza, lo 0.78% a Modena, lo 0.78% a Lecco, lo 0.78% a Gorizia, lo 0.78% a Foggia, lo
0.78% a Firenze, lo 0.78% a Cremona, lo 0.78% a Cagliari, lo 0.78% a Brescia, lo 0.78% a
Belluno, lo 0.78% a Bari, lo 0.78% a Arezzo, lo 0.78% a Alessandria.
- Titolo di studio: il 54.79% ha dichiarato di possedere un titolo universitario (laurea,
specializzazione, dottorato ecc.), il 44.70% ha un diploma di scuola media superiore e
l’.1.52% possiede una licenza media inferiore.
- Occupazione: il 56.82% rientra nei non lavoratori (studenti, inoccupati, casalinghe ecc.), il
29.55% è dipendente pubblico o privato (operaio, impiegato, insegnante ecc.), il 6.06% è
libero professionista, il 3.79% è imprenditore o artigiano, lo 0.76% è in pensione.
- Situazione economica: il 62.12% dichiara che “con un po’ di oculatezza può permettersi
anche qualche piccolo lusso” ed è quindi stato inserito in fascia 2, il 28.03% dichiara di “non
avere problemi economici e quando ha voglia di acquistare qualcosa lo fa” (fascia 3), il
restante 9.58% afferma di dover fare “molta attenzione a ciò che spende e a volte il reddito
non basta per acquisti necessari” (fascia 1).
In generale, il campione ottenuto rappresenta una numerosità sufficiente. Va detto che,
compatibilmente con la limitatezza delle modalità di somministrazione, non può essere
rappresentativo della popolazione.
Tabella 1. Profilo socio-demografico dei soggetti intervistati (n = 132)
17
Caratteristiche N %
Genere
Femmina
Maschio
88
45
66.2
338
Età
18-34
35-50
51-64
Oltre i 64 anni di età
104
20
7
2
78.2
15
5.2
1.5
Residenza
Provincia di Bologna
Altre province dell’Emilia-Romagna
Altre regioni d’Italia
Estero
49
27
53
3
37.1
20.4
40.1
2.3
Titolo di studio
Licenza elementare
Licenza media inferiore
Diploma di scuola media superiore
Titolo universitario
0
2
59
71
0
1.5
44.7
53.8
Occupazione
Dipendente pubblico o privato
Dirigente pubblico o privato
Libero professionista/lavoratore autonomo
Imprenditore/artigiano
Pensionato
Disoccupato/studente/casalinga
39
4
8
5
1
75
29.5
3
6
3.8
0.7
56.8
18
Numero di persone per cui l’intervistato fa la spesa alimentare (intervistato
compreso)
Una persona
Due persone
Tre persone
Quattro persone
> di quattro persone
25
37
32
30
8
18.9
28
24.2
22.7
6
Fasce di reddito
Fascia 1: basso reddito
Fascia 2: reddito medio
Fascia 3: reddito alto
13
82
37
9.8
62.1
28
3.2 Analisi univariata
La tabella 2 contiene i risultati dell’analisi univariata riguardante le risposte degli intervistati
alla domanda “In media, quante volta alla settimana va a fare la spesa alimentare?”. In media,
gli intervistati fanno la spesa due volte a settimana (DS = 1.16), con un minimo di una volta e
un massimo di sei volte.
Tabella 2. Risultati dell’analisi univariata
Variabile Media DS Mediana Minimo Massimo
Spesa alimentare settimanale (Numero di
volte per settimana)
2.08 1.16 2.000 1.000 6.000
La maggior parte dei partecipanti, 61 (45.2%), rispetto alle volte in cui va a fare la spesa
alimentare, acquista frutta secca o essiccata circa una volta su quattro. Il 21.5% dei
partecipanti (29), invece, acquista frutta secca raramente, sempre rispetto alle volte in cui va a
fare la spesa. Il 19.2% (26) dei partecipanti, diversamente, acquista frutta secca circa la metà
delle volte che va a fare la spesa, mentre il 7.4% (10) la acquista circa tre volte su quattro.
Solo il 6.7% (9) la acquista ogni volta che va a fare la spesa.
19
Per quanto riguarda invece il consumo settimanale di frutta secca o essiccata, la maggioranza
degli intervistati, 51 (37.8%), dichiara di consumarla circa una o due volte a settimana. Il
23.7% (32) degli intervistati, invece, ne consuma praticamente ogni giorno. Per finire, a pari
merito con il 19.2% (26) ci sono gli intervistati che consumano raramente o dalle tre alle
cinque volte a settimana frutta secca o essiccata.
Tabella 3. Numero e percentuali delle abitudini di acquisto e consumo dei soggetti intervistati
Variabili N %
Frequenza di acquisto di frutta secca o essiccata rispetto alle volte in cui si
fa la spesa
Ogni volta
Circa tre volte su quattro
Circa metà delle volte
Circa una volta su quattro
Raramente
9
10
26
61
29
6.7
7.4
19.2
45.2
21.5
Frequenza di consumo di frutta secca o essiccata
Raramente
Circa una o due volte a settimana
Dalle tre alle cinque volte a settimana
Praticamente ogni giorno
26
51
26
32
19.2
37.8
19.2
23.7
Nella tabella 4, invece, sono esposti i motivi per i quali i soggetti intervistati consumano frutta
secca o essiccata. Dal momento che, per questa domanda, gli intervistati potevano selezionare
più di una risposta il conteggio delle risposte sarà superiore a quello degli intervistati (199,
rispetto ai 135 intervistati). Chi ha selezionato “altro” (4%), ha potuto spiegare con parole
proprie in una risposta aperta le motivazioni per le quali consuma frutta secca o essiccata. Tra
le più interessanti vi sono la versatilità del prodotto, inseribile in molte ricette, l’utilità del
prodotto prima, durante o dopo l’attività fisica e il fatto che la frutta secca sia inserita nel
piano alimentare di alcuni intervistati.
Per la maggior pare (36.7%) il consumo di frutta secca o essiccata avviene perché si tratta di
uno snack salutare e pratico. A seguire, il 29.6% la consuma perché aiuta ad integrare sali
20
minerali, vitamine e grassi “buoni” nella propria dieta, mentre il 24.6% la consuma per il suo
sapore gradevole. Soltanto il 5% la consuma per la capacità della frutta secca di rendere sazi.
Tabella 4. Risposte ricevute alla domanda a risposta multipla sulle motivazioni di consumo di frutta secca
Variabile Numero di risposte % degli intervistati
Motivo del consumo di frutta
secca o essiccata
Perché mi aiuta ad integrare
sali minerali, vitamine e
grassi “buoni” nella mia
dieta
Perché ha un sapore
gradevole
Perché mi sazia
Perché è uno snack salutare
e pratico
Altro (specificare)
59
49
10
73
8
29.6
24.6
5
36.7
4
Nella tabella 5 sono esposte le modalità in cui i soggetti intervistati preferiscono acquistare la
frutta secca o essiccata. Per modalità si intende appunto la forma in cui il prodotto viene
venduto: sfuso o preconfezionato. Accanto alle possibili risposte vi sono delle possibili
motivazioni che giustificano le scelte. Anche in questo caso, l’intervistato aveva la possibilità,
selezionando la risposta “altro”, di dare una risposta differente motivandola con parole
proprie.
La maggioranza, il 54.5%, preferisce acquistarla preconfezionata per la praticità della
confezione. Il 18.66% preferisce sempre acquistarla preconfezionata, però la motivazione è
diversa: “si possono leggere i valori nutrizionali riportati sulla confezione”. Questa risposta è
molto interessante perché è in linea con ciò che è stato detto in precedenza riguardo il nuovo
consumatore italiano, che fa più attenzione alla propria salute. Chi invece preferisce
acquistarla sfusa, perché può decidere la quantità precisa che vuole acquistare, è il 16.4%,
mentre il 5.9% la acquista sfusa, perché è economicamente più conveniente. È chiaro quindi
21
che i soggetti intervistati preferiscano la praticità della confezione e la possibilità di leggere i
valori nutrizionali, alla convenienza del prodotto sfuso e alla possibilità di acquistare una
quantità differente dalle comuni grammature delle confezioni di frutta secca. Osservando le
risposte aperte di chi ha scelto la voce “altro”, tra le più ricorrenti vi è l’autoproduzione.
Tabella 5. Risposte ricevute alla domanda sulle modalità di acquisto di frutta secca
Variabili N %
Modalità di acquisto di frutta secca o essiccata
Sfusa, perché posso decidere io la quantità che voglio acquistare
Sfusa, perché è economicamente più conveniente
Preconfezionata, perché la confezione è più pratica
Preconfezionata, perché posso leggere i valori nutrizionali riportati sulla
confezione
Altro (specificare)
22
8
73
25
6
16.4
5.9
54.5
18.6
4.48
All’interno della tabella 6, invece, sono riportate le risposte riguardanti le abitudini di
consumo di frutta secca o essiccata. Verranno analizzati il momento della giornata e la
stagione dell’anno preferiti per il consumo. Si tratta di domande a risposta multipla. La frutta
secca viene consumata come merenda o comunque lontana dai pasti, una piccola percentuale
la consuma a colazione. Molto meno a pranzo o cena (tabella 6).
Il consumo di frutta secca risulta dipendere anche dalla stagione: i partecipanti all’intervista
preferiscono consumare frutta secca o essiccata in inverno e in autunno, a seguire primavera
ed estate.
Tabella 6. Risposte ricevute a domande a risposta multipla.
Variabili Numero di risposte % dei rispondenti
Momento della giornata
preferito per il consumo di
frutta secca o essiccata
Lontano dai pasti
A colazione
A pranzo
46
29
12
26.1
18.5
6.8
22
A merenda
A cena
71
18
40.3
10.2
Stagione preferita per il
consumo di frutta secca o
essiccata
Primavera
Estate
Autunno
Inverno
73
55
79
104
23.4
17.7
25.4
34.4
Dopo le domande riguardanti le abitudini di acquisto e consumo di frutta secca, è stato
introdotto all’interno del questionario il topic SUPERFOOD. Subito prima di porre la
domanda, è stata data una breve definizione del supercibo: “I cosiddetti SUPERFOOD sono
così chiamati perché possono vantare un contenuto di micronutrienti (ad esempio vitamine,
minerali, fibre, enzimi, antiossidanti e altri fitonutrienti) superior alla media dei cibi comuni”.
Successivamente è stato chiesto se i soggetti intervistati ne avessero mai sentito parlare.
I risultati sono riportati in tabella 7.
Tabella 7. Risposte ricevute alla domanda sul SUPERFOOD
Variabili N %
Conoscenza dei supercibi
Sì
No
Non ne sono sicuro
69
51
14
51.5
38
10.4
È emerso che la maggioranza (51%) degli intervistati ha già sentito parlare dei supercibi.
Tuttavia, risulta abbastanza elevata anche la percentuale di chi non possiede alcuna
informazione sull’argomento (38%). Sicuramente si tratta di un fenomeno di cui si è iniziato a
parlare ultimamente e che si sta evolvendo in questo periodo sempre di più. Questo potrebbe
giustificare il fatto che non tutti conoscano ancora bene il soggetto dello studio.
23
Figura 5. Istogramma dei supercibi riconosciuti dagli intervistati
Successivamente, è stato chiesto ai soggetti intervistati quali fra i tipi di frutta secca e
disidratata mostrati riconoscessero come SUPERFOOD. Al primo posto ci sono le bacche di
goji, riconosciute da ben 99 persone. A seguire subito dopo le mandorle, riconosciute da 94
persone e al terzo posto le noci, con 91 persone. Successivamente, le nocciole (71 persone),
gli anacardi (58 persone), i pinoli (47 persone), i datteri disidratati (38 persone) a pari merito
con le bacche di maqui, le bacche di alchechengi (34 persone), il cranberry (32 persone), l’uva
sultanina (31 persone) e infine le more di gelso (27 persone).
Infine, per misurare i comportamenti dell’intervistato al momento in cui fa la spesa alimentare
e il suo atteggiamento nei confronti della propria salute, è stata utilizzata una scala Likert.
Essa è costituita da una serie di affermazioni collegate semanticamente agli atteggiamenti sui
quali si vuole indagare e l’intervistato deve esprimere il suo grado di accordo o disaccordo
con ciascuna affermazione scegliendo fra cinque modalità di risposta (Amaturo, n.d.). Lo
scopo è misurare gli atteggiamenti e i comportamenti utilizzando una serie di opzioni di
risposta che vanno da un estremo all’altro.
Gli intervistati hanno dichiarato il loro livello di accordo per 11 frasi nella scala Likert a 5
punti (0 = “questa frase non mi descrive per niente”, 1 = “questa frase mi rappresenta poco”, 2
= “non mi trovo né in accordo né in disaccordo con questa frase”, 3 = “questa frase mi
descrive abbastanza bene”, 4 = “questa frase mi descrive totalmente”). La lista delle frasi, il
valore medio delle risposte, la mediana e la deviazione standard si trovano nella tabella 8.
99 94 91
7158
4738 38 35 34 33 32 31 27
0
20
40
60
80
100
120
Nu
mer
o d
i per
son
e
Frutta secca ed essiccata
SUPERFOOD riconosciuti dagli intervistati
Frutta secca riconosciuta come supercibo dagli intervistati
24
La Figura 6, inoltre, dà una rappresentazione grafica dei livelli scelti all’interno della scala e
del numero dei partecipanti che ha scelto ciascuno di essi.
La maggior parte degli intervistati ha dichiarato che le informazioni riguardanti i prodotti che
acquista sono importanti, perché ha bisogno di sapere che cosa contengono i vari prodotti. Lo
stesso vale per il confronto delle etichette al fine di trovare il cibo più nutriente. Inoltre, la
maggioranza degli intervistati è solita prima confrontare le etichette per poi scegliere il
marchio da acquistare. La maggior parte dei partecipanti al questionario dichiara di essere
attenta alla propria salute: fanno attenzione ad acquistare prodotti senza additivi e ritengono
che la genuinità dei prodotti che acquistano sia un requisito importante.
La maggioranza degli intervistati si trova d’accordo nel controllare sempre i prezzi, anche
degli articoli poco costosi come acqua e farina e nota quando i prodotti che compra
regolarmente cambiano di prezzo. Inoltre, la maggioranza delle persone che hanno partecipato
a questo studio guarda spesso i giornali dei supermercati in cerca di buoni o offerte di cui
poter usufruire quando vanno a fare la spesa e dichiara di cercare la migliore qualità al miglior
prezzo possibile.
Gli stessi soggetti che si sono trovati d’accordo con tutte le affermazioni precedenti, non sono
per niente d’accordo con l’affermazione riguardante la maggior fiducia che danno i prodotti
già visti in pubblicità rispetto a quelli mai visti pubblicizzati.
Tabella 8. Risultati riguardanti la scala Likert
Affermazioni Media Mediana DS
Le informazioni riguardo i prodotti che voglio
acquistare sono molto importanti per me. Ho
bisogno di sapere che cosa contiene il prodotto.
3.022
3 0.957
Confronto le etichette (ingredienti, valori
nutrizionali..) dei prodotti per scegliere il cibo più
nutriente
2.345
3 1.255
Confronto le etichette (ingredienti, valori
nutrizionali..) dei prodotti per poi scegliere quale
marchio acquistare
2.533
3 1.282
25
I prodotti alimentari che ho già visto in pubblicità
mi danno più fiducia rispetto a quelli che non ho
mai visto pubblicizzati
1.150
1 1.097
Controllo sempre i prezzi, anche per gli articoli che
per loro natura sono poco costosi (es. acqua, farina
ecc.)
2.766
3 1.199
Noto quando i prodotti che compro regolarmente
cambiano di prezzo
2.548
3 1.208
Guardo spesso i giornali dei supermercati in cerca di
buoni o offerte di cui posso usufruire quando vado a
fare la spesa
2.195
3 1.443
Sono molto attento alla mia salute 2.887
3 0.918
Per quanto mi riguarda, la genuinità dei prodotti che
compro è un requisito importante
3.022
3 0.933
Cerco di evitare prodotti alimentari con additivi
2.661
3 1.086
Cerco sempre di ottenere la migliore qualità al
miglior prezzo
3.045
3 0.894
26
Figura 6. Rappresentazione grafica delle risposte dei partecipanti alle affermazioni riguardanti le abitudini di
acquisto e l’attenzione alla salute. I numeri in tabella corrispondono ai numeri dei partecipanti, non sono
percentuali.
3.3 Analisi della disponibilità a pagare
All’interno del questionario è stata inserita anche una domanda riguardante la disponibilità a
pagare. Prima di analizzarne i dati, è bene dare una definizione di DAP. Secondo Notaro
(Notaro, 2011), la disponibilità a pagare è l’importo massimo che un individuo è disposto a
pagare per ricevere un miglioramento o per evitare una perdita nel suo livello di benessere.
4
13
13
46
8
12
25
3
1
6
3
5
23
18
42
18
16
24
10
11
14
8
30
29
22
28
12
20
12
16
17
30
8
59
41
45
13
54
57
44
74
59
52
75
45
27
35
4
41
28
28
30
45
31
39
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Contenuto prodotti
Confronto etichette per scegliere il cibo più nutriente
Confronto etichette per poi scegliere il marchio
Più fiducia nei prodotti pubblicizzati
Controllo prezzi
Attenzione ai cambiamenti di prezzo
Ricerca di offerte nei giornali dei supermercati
Attenzione alla salute
Genuinità dei prodotti
Evitati prodotti con additivi
Miglior rapporto qualità prezzo
0 1 2 3 4
27
Agli intervistati venivano sottoposte due foto, la prima rappresentava uno snack di tipo
comune e la seconda una barretta SUPERFOOD.
Figura 7. Snack di tipo comune vs. barretta SUPERFOOD
Lo snack comune aveva un prezzo fisso di €1.10. L’intervistato, tenendo conto di questa
informazione, doveva indicare il prezzo massimo al quale avrebbe acquistato la barretta
SUPERFOOD, oltre quel prezzo, invece, avrebbe acquistato lo snack comune.
Tabella 9. Risultati della disponibilità a pagare per la barretta SUPERFOOD
Variabile Media Mediana DS
Prezzo massimo della barretta
SUPERFOOD (espresso in euro)
1.80 1.9 0.51
Dall’analisi dei dati è risultato che la maggior parte degli intervistati acquisterebbe, in media,
la barretta SUPERFOOD fino ad un prezzo pari a €1.80, benché lo snack comune costi €1.10.
Questo significa che la maggioranza acquisterebbe la barretta composta di supercibi fino ad
un prezzo superiore di €0.70 rispetto allo snack comune.
28
Figura 8. Disponibilità a pagare per la barretta SUPERFOOD misurata tramite intervalli di prezzo. *Il range di
prezzo da €1 a €1.5 è suddiviso in questo modo: 3 persone sarebbero disposte a pagare fino a €1.10 per lo snack
comune, le restanti 30 pagherebbero un prezzo compreso tra €1.10 e €1.50 per la barretta SUPERFOOD.
Per concludere, la figura 8 mostra il numero di persone che sarebbe disposto a pagare lo snack
comune fino ad €1.10 (2+5+3=10 persone), chi al contrario ha dichiarato di voler pagare un
prezzo superiore a €1.10 significa che sarebbe disposto ad acquistare la barretta
SUPERFOOD, al posto dello snack comune. I risultati ottenuti sono molto positivi per
l’indagine, poiché la maggior parte degli intervistati (56 persone) ha dichiarato che
acquisterebbe la barretta composta di supercibi per un range di prezzo che è compreso tra €1.5
e €2.00. Ben 30 persone acquisterebbero la barretta SUPERFOOD per un prezzo compreso tra
€1.10 e €1.5, e 24 persone la acquisterebbero per un prezzo compreso tra €2.00 e €2.5. 7
persone, infine, sarebbero disposte ad acquistare la barretta SUPERFOOD per un prezzo
compreso tra €2.5 e €3.00. Va chiarito che il range massimo di prezzo, in questo caso €3.00,
non era preimpostato all’interno del questionario, ma è stato stabilito dagli intervistati: ciò
significa che in ogni caso gli intervistati non pagherebbero la barretta ad un prezzo superiore
di €3.00.
25
33
56
24
7
0
10
20
30
40
50
60
0-0.5 0.5-1 1-1.5* 1.5-2 2-2.5 2.5-3
Nu
mer
o d
i per
son
e
Intervalli di prezzo
DAP barretta SUPERFOOD
Intervalli di prezzo
29
3.4 Analisi bivariata
L’analisi di un fenomeno attraverso la statistica monovariata consente di trarre interessanti
indicazioni sul fenomeno stesso, è tuttavia opportuno nella maggior parte dei casi, studiare la
relazione che intercorre tra due variabili misurate per meglio evidenziare le caratteristiche del
fenomeno indagato; questo è possibile tramite l’analisi bivariata (Molteni & Troilo, 2012). Lo
scopo delle tecniche di analisi bivariate è di stabilire se esiste una associazione tra le due
variabili, dove “associazione” viene considerata l’opposto di “indipendenza” (Canavari,
2016).
Le variabili che verranno prese in considerazione sono le seguenti:
- Frequenza di consumo di frutta secca o essiccata (Variabile 1), con possibili risposte
“raramente” (Variabile 1_1), “circa una o due volte a settimana” (Variabile 1_2), “dalle tre
alle cinque volte a settimana” (Variabile 1_3), “praticamente ogni giorno” (Variabile 1_4).
- Sesso (Variabile 2), con possibili risposte “maschio” (Variabile 2_1) o “femmina”
(Variabile 2_2).
- Frequenza di acquisto di frutta secca o essiccata rispetto alle volte in cui si fa la spesa
alimentare (Variabile 3), con possibili risposte “raramente” (Variabile 3_1), “circa una volta
su quattro” (Variabile 3_2), “circa metà delle volte” (Variabile 3_3), “circa tre volte su
quattro” (Variabile 3_4), “ogni volta che faccio la spesa” (Variabile 3_5).
- Fascia di reddito (Variabile 4), con possibili risposte “con un po’ di oculatezza posso
permettermi anche qualche piccolo lusso” (Fascia 1, Variabile 4_1), “con un po’ di oculatezza
posso permettermi anche qualche piccolo lusso” (Fascia 2, Variabile 4_2), “non ho problemi
economici e quando ho voglia di acquistare qualcosa lo faccio” (Fascia 3, Variabile 4_3).
- Disponibilità a pagare per la barretta SUPERFOOD (Variabile 5).
La prima coppia di variabili che verrà messa a confronto è “frequenza di consumo di frutta
secca o essiccata” (Variabile 1) e “sesso” (Variabile 2). Lo scopo di questa associazione è
verificare se il sesso dei soggetti intervistati possa influenzare la loro frequenza di consumo di
frutta secca. I dati verranno disposti in una tabella a doppia entrata, ovvero una tabella di
contingenza per due variabili qualitative, che contiene le frequenze assolute (Moore, Statistica
di base, 2013).
Generalmente, quando si vuole studiare la relazione tra due variabili categoriche, si prende in
considerazione l’ipotesi nulla Ho secondo la quale non c’è alcuna relazione tra le due variabili
30
categoriche inserite nelle righe e nelle colonne della tabella a doppia entrata (Moore, 2013).
Per verificare Ho, bisogna confrontare le frequenze osservate nella tabella con le frequenze
teoriche, che sono le frequenze che ci si aspetterebbe di osservare se Ho fosse vera (Moore,
2013). Se le frequenze osservate sono molto diverse rispetto alle frequenze attese, allora è
probabile che ci sia un’associazione fra le due variabili (Canavari, 2016).
Prima di introdurre l’analisi della prima coppia di variabili, va chiarito che per frequenza
osservata si intende il numero dei dati di una cella effettivamente rilevati, mentre per
frequenza attesa si intende la frequenza teorica che si dovrebbe ottenere sulla base delle
frequenze delle due variabili se tra queste non esistesse alcuna associazione, ed è calcolata
come rapporto fra il prodotto del totale di riga e il totale di colonna, diviso il totale della
tabella (Canavari, 2016).
La statistica test che permette di effettuare tale confronto è la statistica chi-quadrato, che
misura quanto differiscono le frequenze osservate da quelle teoriche in una tabella a doppia
entrata. La formula è 𝑋2 = 𝛴 (frequenze osservate−frequenze teoriche)²
frequenze teoriche (Moore, 2013). Se le due
variabili sono indipendenti X² vale 0. A parità di gradi di libertà, maggiore è il valore di X²,
maggiore è la probabilità che esista un’associazione tra le variabili, poiché maggiore è la
distanza dall’ipotesi di perfetta indipendenza (Canavari, 2016). Il p-value di un valore di X² è
la probabilità che quel valore sia generato dalla combinazione di due variabili casuali binarie
indipendenti, e quando assume un valore pari o inferiore a 0,05 il risultato va interpretato
come rifiuto dell’ipotesi nulla Ho (Canavari, 2016).
In seguito a questo breve riassunto riguardante la statistica chi-quadrato, possono essere
messe a confronto le prime due variabili oggetto di analisi: la variabile “sesso” e la variabile
“frequenza di consumo”. Come si può intuire dalla tabella sottostante, non c’è dipendenza fra
le due variabili, poiché il test chi ha riportato “0” come risultato. Ancora prima di effettuare il
calcolo del test Chi, era possibile fare una previsione del risultato poiché le frequenze attese
sono molto simili a quelle osservate. Questo risultato significa, di conseguenza, che la
Variabile 1 e la Variabile 2 sono indipendenti.
31
Tabella 10. Test Chi-quadrato “Sesso”-“Frequenza di consumo di frutta secca”
Distribuzione reale
VAR2
VAR1 1 2 Totale
1 10 15 25
2 17 33 50
3 8 18 26
4 10 22 32
Totale 45 88 133
Distribuzione attesa se indipendenti
VAR2
VAR1 1 2 Totale
1 8.458 16.541 25
2 16.917 33.082 50
3 8.796 17.203 26
4 10.827 21.172 32
Totale 45 88 133
Test CHI 0
Tramite lo stesso tipo di test statistico, si è deciso di analizzare anche la seconda coppia di
variabili: “Frequenza di acquisto di frutta secca o essiccata rispetto alle volte in cui si fa la
spesa alimentare” (Variabile 3) e “Fascia di reddito” (Variabile 4). Lo scopo di tale analisi è
capire se la fascia di reddito dei soggetti intervistati possa influenzare la frequenza di acquisto
di frutta secca; ci si aspetta pertanto che chi appartiene ad una fascia reddituale più alta,
acquisti più spesso frutta secca, dato il suo elevato prezzo di mercato.
Come riportato in Tabella 11, il confronto tra queste due variabili non ha riportato alcune
dipendenza statistica, perciò anche la variabile “Frequenza di acquisto di frutta secca o
essiccata rispetto alle volte in cui si fa la spesa alimentare” e la variabile “Fascia di reddito”
sono indipendenti.
32
Tabella 11. Test Chi-quadrato “Frequenza di acquisto di frutta secca”-“Fascia di reddito”
Distribuzione reale
VAR4
VAR3 1 2 3 Totale
1 2 20 7 29
2 6 36 17 59
3 2 15 9 26
4 2 5 3 10
5 1 6 2 9
Totale 13 82 38 133
Distribuzione attesa se indipendenti
VAR4
VAR3 1 2 3 Totale
1 2.834 17.879 8.285 29
2 5.766 36.375 16.857 59
3 2.541 22.195 7.428 26
4 0.977 6.165 2.857 10
5 0.879 5.548 2.571 9
Totale 13 82 38 133
Test CHI 0
Per poter analizzare l’ultima coppia di variabili, ossia “Fascia di reddito” e “Disponibilità a
pagare per la barretta SUPERFOOD”, bisogna utilizzare un test statistico diverso dal chi-
quadrato: l’ANOVA a una via. Il termina ANOVA viene usato di norma come abbreviazione
per “analisi della varianza”, in inglese ANalysis Of VAriance, (Moore, 2013) e serve per
determinare se le medie in diverse serie di dati che dipendono da un fattore siano
significativamente diverse (Winston, 2004).
Si vuole verificare l’ipotesi nulla che non vi sia alcuna differenza tra le medie delle DAP per
la barretta SUPERFOOD per le tre fasce di reddito considerate:
H0 : μ1 = μ2 = μ3
L’ipotesi alternativa è che non tutte le medie considerate siano uguali, ovvero:
Ha : almeno una media tra μ1, μ2, μ3 è diversa dalle altre (Moore, 2013).
Verificando queste ipotesi in Excel, se il p-value calcolato è inferiore o uguale a 0,15, si può
concludere che l’ipotesi alternativa è vera (cioè che le medie sono significativamente diverse),
33
se il p-value è maggiore di 0,15 è vera l’ipotesi nulla (cioè che le popolazioni hanno medie
identiche) (Winston, 2004).
Tramite l’analisi della varianza ad un fattore si vuole capire se la disponibilità a pagare per la
barretta SUPERFOOD (Variabile 5) sia maggiore per gli intervistati appartenenti ad una
fascia di reddito più alta. Come si può vedere in Tabella 12 sotto la voce “Media”, le DAP
medie per ogni fascia di reddito (1, 2 e 3) sono le seguenti: €1,72 per chi appartiene alla fascia
di reddito più bassa (1), €1,74 per chi appartiene alla fascia di reddito intermedia (2) e €1,99
per chi appartiene alla fascia di reddito più elevata (3). Poiché il p-value di 0,053 è inferiore a
0,15, possiamo concludere che queste medie sono significativamente diverse (Winston, 2004).
Tabella 12. I risultati dell’analisi della varianza ad una via
Analisi varianza: ad un fattore
RIEPILOGO
Gruppi Conteggio Somma Media Varianza
VAR5_1 11 18,95 1,722727 0,342862
VAR5_2 80 139,93 1,749125 0,263765
VAR5_3 35 69,7 1,991429 0,207648
ANALISI VARIANZA
Origine della variazione SQ gdl MQ F Valore di significatività F crit
Tra gruppi 1,530168 2 0,765084 3,004057 0,053237426 3,069894
In gruppi 31,32609 123 0,254684
Totale 32,85625 125
err std prev 5,596971
Un tipo di grafico che permette di osservare se il tipo di fascia di reddito abbia un effetto sulla
disponibilità a pagare è il “grafico a scatola”, detto anche “box-plot”. L’utilità del box-plot
deriva dal fatto che in una sola rappresentazione grafica si evidenziano tutti gli aspetti
principali di una distribuzione di frequenza (Fortunato, 2017). Il primo e il terzo quartile
rappresentano gli estremi della scatola la cui lunghezza è perciò rappresentata dalla differenza
interquartile. La mediana, invece, è indicata dalla linea orizzontale all’interno della scatola,
perciò a seconda di quanto essa sarà posizionata centralmente verranno individuate
distribuzioni più o meno simmetriche. Le due linee esterne al di fuori della scatola, dette
anche “baffi”, sono delimitati rispettivamente dai valori minimo e massimo della
distribuzione (Fortunato, 2017)
34
Grazie a questo tipo di grafico, mostrato in Figura 9, possono essere effettuati
contemporaneamente dei confronti: come da aspettative, all’aumentare del reddito i rettangoli
si spostano verso l’alto e si restringono, indicando una DAP più elevata e meno variabile. Per
concludere, dall’ANOVA ad una via è risultato che al crescere della fascia reddituale cresce
anche la disponibilità a pagare per la barretta composta da supercibi.
Figura 9. Grafico a scatola con distribuzione della DAP divisa per fasce di reddito
Fascia di reddito
4. Discussione
I risultati ottenuti dall’analisi dei dati del questionario danno importanti informazioni circa le
abitudini di acquisto e consumo di frutta secca ed essiccata dei soggetti intervistati. Come
indicato nel Capitolo 2, i soggetti intervistati sono esclusivamente i responsabili di acquisto
per il proprio nucleo familiare. Inoltre, per quanto riguarda il topic SUPERFOOD, è stata fatta
un’indagine inerente il loro livello di conoscenza in proposito. In più, tramite la scala di
gradimento Likert, si è compreso il livello di attenzione alla propria salute dei soggetti
1 2 3
35
intervistati. Per finire, è stata analizzata la disponibilità a pagare per una barretta snack
composta di supercibi, al fine di comprendere se i soggetti intervistati fossero disposti a
pagare un prezzo più alto rispetto al prezzo a cui avrebbero pagato uno snack comune.
Dal profilo demografico degli intervistati si deduce che la maggioranza dei soggetti
rispondenti è di sesso femminile e il livello medio di educazione dei partecipanti è risultato
piuttosto alto, con più del 53% avente un titolo universitario. Per quanto riguarda l’età, il 78%
ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni. Questo dato può essere giustificato dal metodo di
somministrazione del questionario stesso, che tende a coinvolgere in genere soggetti più
giovani. Il metodo di somministrazione online del questionario può spiegare anche il fatto che
la maggioranza degli intervistati appartenga alla classe “disoccupato/studente/casalinga”, che
in genere passa più tempo sui social network ed ha più tempo libero per potere compilare il
questionario rispetto, ad esempio, ad un lavoratore a tempo pieno. Inoltre, la maggior parte
degli intervistati ha dichiarato di fare la spesa due persone, loro compresi, dato che si trova in
linea con l’età media dei rispondenti. Per quanto riguarda, invece, la fascia di reddito quella a
cui appartiene la maggioranza degli intervistati è la numero 2 (reddito medio), a seguire la 3
(reddito elevato) e infine la 1 (reddito basso). Per concludere con l’analisi demografica, la
maggioranza degli intervistati risiede nella regione Emilia-Romagna, nello specifico in
provincia di Bologna, la restante parte in altre regioni d’Italia (40%), solo il 2% vive
all’estero.
Prima di analizzare le abitudini di acquisto e di consumo di frutta secca ed essiccata, va
specificato che gli intervistati in media fanno la spesa alimentare due volte alla settimana. La
maggioranza, più del 45%, rispetto alle volte in cui fa la spesa acquista frutta secca circa una
volta su quattro. Più del 21% dei partecipanti, invece, acquista frutta secca raramente e il 19%
acquista frutta secca circa la metà delle volte che va a fare la spesa, il 7.4% la acquista circa
tre volte su quattro e solo il 6.7% la acquista ogni volta che va a fare la spesa. Questi dati
vanno interpretati con particolare attenzione poiché la frutta secca, al contrario ad esempio
della frutta fresca, per via del bassissimo contenuto residuo di umidità può essere conservata
per lunghi periodi di tempo (Bottazzi, n.d.). Questa può essere una delle motivazioni per cui
la maggioranza dei soggetti intervistati abbia dichiarato di acquistarla solo una volta su
quattro. Un’altra motivazione potrebbe essere la seguente: secondo uno studio condotto
dall’INRAN (Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione) si raccomandano 30
grammi giornalieri di frutta secca, al netto dei gusci. Per questo motivo, essendo sufficiente
una così poca quantità giornaliera, è plausibile che non venga acquistata ogni qual volta si
36
faccia la spesa alimentare al contrario, ad esempio, della frutta fresca per la quale sono
consigliate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ben tre porzioni al giorno (Barus,
2017). Per quanto riguarda invece il consumo settimanale di frutta secca o essiccata, la
maggioranza degli intervistati dichiara di consumarla circa una o due volte a settimana.
Successivamente è stato domandato il motivo del consumo di frutta secca o essiccata e la
maggioranza, più del 36%, è solita consumarla poiché è uno snack salutare e pratico, a seguire
più del 29.6% la consuma perché aiuta ad integrare sali minerali, vitamine e grassi “buoni”
nella propria dieta. Solo il 24% la consuma per il suo sapore gradevole e, infine, il 5% per la
capacità della frutta secca di rendere sazi. Analizzando, invece, le modalità di acquisto di
frutta secca o essiccata, la maggioranza degli intervistati (54%) preferisce acquistarla
preconfezionata per la praticità della confezione. Questa affermazione risulta coerente con il
dato rilevato in precedenza riguardo le motivazioni di consumo di frutta secca, dove la
maggioranza degli intervistati ha dichiarato di consumarla per la salubrità e la praticità del
prodotto. Successivamente, si è deciso di indagare riguardo il periodo della giornata e
dell’anno preferito per il consumo della frutta secca. Dall’analisi dei dati è risultato che gli
intervistati preferiscono consumarla come merenda (40%) o lontano dai pasti, e
preferibilmente in inverno (34%) e in autunno (25%).
In seguito all’analisi delle abitudini di acquisto e consumo di frutta secca ed essiccata, è stato
analizzato il livello di conoscenza dell’argomento “SUPERFOOD”. È emerso che la maggior
parte degli intervistati (51%) ha già sentito parlare dei supercibi, benché sia un fenomeno di
cui si è sentito parlare soltanto negli ultimi anni. È interessante notare che la maggioranza
degli intervistati riconosce come “SUPERFOOD” al primo posto le bacche di goji, a seguire
le mandorle e poi le noci. Probabilmente, in molti hanno riconosciuto le bacche di goji perché,
negli ultimi anni, sono state fortemente pubblicizzate per i loro effetti benefici ed è nata una
vera e propria moda. È inoltre interessante notare come gli intervistati attribuiscano il
significato di supercibo a frutta secca comune quale “mandorle” o “noci” rispetto ai nomi di
frutti più ricercati, quali ad esempio “l’alchechengi” o la “pitaya”.
Dalla scala di gradimento Likert è risultato che la maggioranza degli intervistati ritiene che le
informazioni riguardanti i prodotti che acquista siano importanti e ne confronta abitualmente
le etichette per scegliere il cibo più nutriente. Inoltre, la maggioranza degli intervistati
solitamente prima confronta le etichette e in seguito sceglie quale marchio acquistare, questo
significa che i soggetti intervistati in media durante l’acquisto fanno più attenzione agli
ingredienti dei prodotti che al loro marchio. Per finire, la maggior parte dei partecipanti al
37
questionario di essere attenta alla propria salute: preferisce acquistare prodotti senza additivi e
ritiene che la genuinità dei prodotti sia un requisito importante per poi concludere l’acquisto.
Al contrario, l’affermazione con la quale la maggioranza dei soggetti intervistati non si è
trovata d’accordo è stata la seguente: “I prodotti alimentari che ho già visto in pubblicità mi
danno più fiducia rispetto a quelli che non ho mai visto pubblicizzati”. Da questa
affermazione risulta che i rispondenti al questionario ritengano di non farsi influenzare dalla
pubblicità nell’acquisto dei prodotti.
Per quello che concerne, invece, la disponibilità a pagare, come è stato introdotto nel sotto
capitolo 3.3, agli intervistati sono state sottoposte due immagini: la prima raffigurante uno
snack comune e la seconda una barretta SUPERFOOD. Lo snack comune riportava un prezzo
fisso di €1.10 e l’intervistato doveva indicare il prezzo massimo al quale avrebbe acquistato la
barretta composta di supercibi, oltre quel prezzo invece avrebbe acquistato lo snack comune.
Dall’analisi monovariata dei dati è risultato che la maggioranza degli intervistati
acquisterebbe in media la barretta SUPERFOOD fino al prezzo di €1.80, nonostante il prezzo
dello snack comune sia di €0.70 inferiore. Questo dato è molto interessante poiché è in linea
con i risultati della scala Likert; viene perciò confermata l’attenzione degli intervistati alla
propria salute. La maggioranza dei soggetti rispondenti al questionario, pertanto, sarebbe
disposta a pagare in media fino a €0.70 in più per uno snack più salutare e nutriente. È bene
specificare che questo studio è ipotetico e che i dati rilevati vanno interpretati con cautela
poiché i soggetti intervistati si sono confrontati con una situazione di scelta del tutto ipotetica
e non con una situazione di acquisto reale dove devono spendere concretamente i propri soldi.
Successivamente, all’analisi univariata è seguita la bivariata per verificare se alcune coppie di
variabili precedentemente studiate si influenzassero l’una con l’altra. Innanzitutto si è cercato
di capire se il sesso dei soggetti intervistati (Variabile 2) potesse influenzare la frequenza di
consumo di frutta secca (Variabile 2). Questo tipo di analisi è stato effettuato attraverso il test
chi-quadrato e le variabili sono risultate indipendenti, ciò significa che una non influenza
l’altra. Dopo di che, si è indagato riguardo l’influenza della fascia di reddito (Variabile 4)
sulla frequenza di acquisto di frutta secca (Variabile 3): ci si aspettava che al crescere del
reddito crescesse anche la frequenza di acquisto settimanale del prodotto. Al contrario delle
aspettative, la statistica Chi ha dato un risultato analogo a quello precedente. Le variabili
anche in questo caso sono risultate indipendenti, perciò la fascia reddituale dei soggetti
intervistati non ha influenzato in alcun modo la loro frequenza di acquisto di frutta secca.
Infine, si è cercato di scoprire se all’aumentare del reddito dei rispondenti al questionario
38
(Variabile 4) aumentasse anche la loro disponibilità a pagare per la barretta SUPERFOOD
(Variabile 5). Dal momento che sono state incrociate una variabile qualitativa ed una variabile
quantitativa, per poterne descrivere la relazione si è utilizzato un confronto tra le medie della
variabile numerica all’interno delle categorie definite dalla variabile misurata a livello
ordinale (Molteni & Troilo, 2012). È risultato che la DAP media dei rispondenti cresceva al
crescere della fascia di reddito. Da questa analisi si è scoperto che, per la barretta composta di
supercibi, gli appartenenti alla fascia di reddito 3 (la più elevata) sono disposti a pagare più
degli appartenenti alla fascia di reddito 2 (media), che a loro volta sono disposti a pagare di
più di chi è in fascia reddituale 1 (bassa). Perciò la variabile “fascia di reddito” in questo
influenza la variabile “DAP”.
5. Conclusioni
Con il termine SUPERFOOD, in genere, si indicano frutta, bacche, spezie e semi che
contengono principi attivi particolarmente interessanti per la salute. La lista di questi
ingredienti si evolve giorno per giorno poiché la scienza scopre continuamente nuovi principi
antiossidanti e nutrienti negli alimenti (Il Sole 24 Ore, 2017).
L’alimento SUPERFOOD di cui si occupa questo studio riguarda la frutta secca oleosa e la
frutta disidratata le quali, come confermano due revisioni scientifiche pubblicate tra il 2015 e
il 2016, sono un vero toccasana (Dore, 2017). L’aumento nel consumo di frutta oleosa e
disidratata può infatti migliorare lo stato nutrizionale generale e ridurre il rischio di malattie
croniche, come ipertensione e diabete. In particolare è stato riscontrato che mangiare
quotidianamente una porzione di 30 gr di frutta oleosa aiuta a diminuire i livelli di trigliceridi
nel sangue (Dore, 2017). Inoltre, uno studio iraniano pubblicato quest’anno (The Tehran
Lipid and Glucose Study), che ha esaminato per sei anni duemila persone, ha riscontrato che
l’insorgenza del diabete è minore per chi consuma 4 o più porzioni di frutta secca al giorno
rispetto a chi ne consuma meno di una porzione (Dore, 2017). Alessandra Bordoni, docente di
Scienza dell’Alimentazione presso l’Università di Bologna, afferma inoltre che “non è noto
quali siano i componenti della frutta secca maggiormente responsabili di questi effetti, visto
che questi alimenti contengono molti nutrienti e componenti bioattivi protettivi è logico
pensare che sia un insieme di fattori a contribuire all’effetto finale” (Dore, 2017).
39
In questo contesto, dal Global Survey “Health/Wellness: food as medicine” dell’istituto
Nielsen, emerge gli italiani sono sempre più salutisti e attenti al cibo che consumano
(Capodaglio, 2017). Uno su tre (33%) considera infatti “superfood” tutti quei cibi che
garantiscono benefici al corpo, addirittura come possibili sostituti dei farmaci (Capodaglio,
2017). Le vendite e i consumi di frutta secca ed essiccata sono, di conseguenza, in continuo
aumento: da Febbraio 2016 a Gennaio 2017 la frutta secca a peso variabile ha fatto registrare
vendite per 185.3 milioni di euro (+11.1%), mentre quella a peso imposto è cresciuta del
12.1% arrivando a 704.9 milioni (La Repubblica, 2017). I dati Nielsen pubblicati da “La
Repubblica” mostrano che la categoria si avvicina al miliardo di euro annuo per la
distribuzione (La Repubblica, 2017).
Per questi motivi, si è deciso di condurre questo studio indagando circa le abitudini di
acquisto e di consumo dei responsabili di acquisto per il proprio nucleo familiare. Per
condurre l’indagine è stato realizzato un questionario online, distribuito mediante i social
network attraverso la pagina di “Eurocompany.srl”, azienda leader nella produzione e
commercializzazione di frutta secca e disidratata. Nonostante le limitazioni che comporta
questa modalità di somministrazione, che riguardano principalmente la presenza di un tasso di
risposta non particolarmente elevato e la rappresentatività del campione rispetto all’intera
popolazione, in quanto il campione effettivo è “autoselezionato”, si è deciso di somministrare
il questionario online per la lunga serie di vantaggi ottenibili: l’economicità della ricerca, la
rapidità di raccolta e preparazione dei dati e la limitata intrusività (Molteni &Troilo, 2012).
Inoltre, si può avanzare un’ipotesi relativa alla maggiore efficacia di una ricerca online nel
caso di indagini riguardanti prodotti ad alto contenuto innovativo (Molteni & Troilo, 2012)
Ecco che in questo contesto i vantaggi per questo tipo di ricerche riguardano anche i minori
tempi e costi di realizzazione dell’indagine (Molteni & Troilo, 2012).
Dei 198 soggetti intervistati, ben 139 (70.2%) acquistano frutta secca o essiccata. Più del 45%
di questi ultimi, inoltre, dichiara di acquistare frutta secca almeno una volta su quattro alla
settimana, e il 38% circa dichiara di consumarla dalle una alle due volta la settimana.
Successivamente alle domande riguardanti le abitudini di acquisto e consumo, si è indagato
riguardo le motivazioni di consumo dei soggetti rispondenti. La maggioranza la consuma
perché ritiene che sia uno snack salutare e pratico e, a seguire, perché aiuta ad integrare Sali
minerali, vitamine e grassi “buoni” nella propria dieta. Questi dati sono molto incoraggianti e
perfettamente in linea con le statistiche riguardanti il nuovo consumatore italiano, più attento
alla salute e al proprio stile di vita e consapevole circa le sue scelte di acquisto (Minghelli,
40
2016) e coerenti con i risultati della scala Likert, dalla quale è risultato che i soggetti
intervistati, per la maggior parte, facciano molta attenzione agli ingredienti dei prodotti che
acquistano e controllino sempre le etichette prima dell’acquisto. Per quanto riguarda, invece,
le modalità di acquisto di frutta secca, più del 54% degli intervistati preferisce acquistarla
preconfezionata per la praticità della confezione, e a seguire, perché la confezione permette di
leggerne i valori nutrizionali. Percentuali decisamente più basse invece per chi preferisce
acquistarla sfusa. Questi dato può essere molto interessante per le aziende che
commercializzano e producono frutta secca, perché lascia intendere che il consumatore
preferisca packaging pratici, riportanti valori nutrizionali e benefici del prodotto che desidera
acquistare, rispetto alla semplice vendita del prodotto sfuso. Per quello che riguarda i
momenti della giornata e dell’anno preferiti per il consumo di frutta secca, al primo posto
risultano rispettivamente “la merenda” e “l’inverno”. Dal momento che i soggetti intervistati
preferiscono consumarla come snack lontano dai pasti, da quest’ultima analisi si potrebbe
prendere spunto per realizzare packaging contenenti mix di frutta secca e disidratata sul cui
retro si possano trovare indicazioni per realizzare una merenda sana e bilanciata contenente
tutti i macronutrienti.
All’interno del questionario si è deciso di introdurre anche l’argomento “SUPERFOOD”, per
valutarne il livello di conoscenza dei soggetti intervistati. Dalle analisi dei dati è risultato che
il 51.5% ne aveva già sentito parlare prima di svolgere il questionario, tuttavia una buona
percentuale (38%) non ne è a conoscenza, mentre il 10.4% non è sicuro di averne sentito
parlare. Questi dati lasciano intendere che, sebbene la maggioranza sa cosa significa la parola
“supercibo”, un buon numero non è ancora al corrente dei molteplici benefici che potrebbero
derivare da un consumo regolare e bilanciato di frutta secca ed essiccata. A tal proposito, le
aziende che commercializzano questi prodotti, potrebbero ideare strategie di marketing
finalizzate alla familiarizzazione dei consumatori con questo argomento, a partire da
pubblicità di prodotto in forma pionieristica (o informativa), per fornire informazioni ai
consumatori circa le caratteristiche del prodotto, descrivendo in cosa consiste e descrivendone
nel dettaglio l’utilità (Kerin et al., 2014), e potrebbero inoltre ideare packaging che diano tutte
le informazioni necessarie ai consumatori circa l’argomento “supercibi”.
Per finire, dall’analisi della disponibilità a pagare per una barretta composta da supercibi,
messa a paragone con uno snack comune con prezzo fissato a €1.10, è risultato che la
maggioranza degli intervistati acquisterebbe la barretta SUPERFOOD fino ad un prezzo pari
ad €1.80, a discapito di quella comune. Per cui la media degli intervistati sarebbe disposta a
41
pagare fino a €0.70 in più per una barretta sana e nutriente. Infine, mettendo a confronto la
DAP per la barretta e le fasce di reddito dei soggetti intervistati, è risultato che al crescere
della fascia di reddito aumenti anche la disponibilità media a pagare dei soggetti intervistati.
Bisogna specificare, però, che i risultati di questa analisi vanno presi con cautela, poiché non
si è simulata una reale situazione di acquisto, si è trattato al contrario di una situazione di
acquisto ipotetica. Per questo motivo un contesto in cui i consumatori debbano spendere
realmente i propri soldi potrebbe portare a risultati differenti da quelli ottenuti tramite questo
questionario. In ogni caso, dall’analisi dei dati risulta che chi ha un reddito più elevato
sarebbe disposto a spendere di più per l’acquisto della barretta presentata nel questionario.
Una delle possibili ragioni di questo risultato potrebbe riguardare il prezzo medio della frutta
secca, in genere molto elevato. A partire da questo dato, si potrebbero realizzare studi futuri
che, tramite ricerche di marketing, vadano alla ricerca del segmento di mercato ideale per
l’acquisto di frutta secca ed essiccata.
Studi futuri con dati più precisi ed attendibili potrebbero essere condotti somministrando i
questionari all’interno di un numero definito di supermercati ubicati nella città di interesse,
tentando di ottenere un campione il più rappresentativo possibile della popolazione della città
stessa. Infine, per verificare nel modo il più attendibile possibile la disponibilità a pagare,
sarebbe utile organizzare delle aste sperimentali con alcune degli snack comuni e barrette
composte da supercibi che si possono trovare in commercio negli scaffali dei supermercati. Le
aste sperimentali consistono nella realizzazione di prove di assaggio di alcuni prodotti in
presenza di diverse informazioni e, attraverso protocolli scientifici, esse permettono di
rilevare le preferenze dei consumatori e le loro reali intenzioni di acquisto (Cavicchi, 2008).
Sarebbe così possibile non solo valutare la disponibilità a pagare per il prodotto in questione,
che potrebbe essere, come nel caso di questo studio, una barretta SUPERFOOD, ma anche
valutare come e se alcune caratteristiche del prodotto ed informazioni riportate sulla
confezione possano influenzare il consumatore nel processo di acquisto.
42
6. Bigliografia
Amaturo, E. (n.d.). La tecnica delle scale di atteggiamento: La scala Likert.
http://www.federica.unina.it/sociologia/metodologia-e-tecnica-della-ricerca-sociale/la-
tecnica-delle-scale-di-atteggiamento-la-scala-likert/
Barus, D. (2017). Ogni giorno 5 porzioni e 5 colori.
https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/ogni-giorno-5-
porzioni-e-5-colori
Bersanetti, F. (2016). Nel carrello salute e sperimentazione - Rapporto Coop 2016.
http://www.italiani.coop/wp-content/uploads/2017/01/coop-consumi-dicembre-
2016.pdf
Biasin, M. (n.d.). Superfood. https://www.fruttaweb.com/it/279-superfood?p=8
Bottazzi, E. (n.d.). FRUTTA SECCA.
http://www.guidaconsumatore.com/alimentazione/frutta-secca.html
Canavari, M. (2016), Materiale dal corso “Introduzione alle ricerche di marketing”.
https://www.unibo.it/sitoweb/maurizio.canavari/didattica
Capodaglio, O. (2017, 13 Aprile). PER IL 33% DEGLI ITALIANI I SUPERFOOD
POSSONO SOSTITUIRE ALCUNE MEDICINE. http://www.nielsen.com/it/it/press-
room/2017/for-33-percent-of-the-italian-superfood-can-replace-some-medicines.html
Cavicchi, A. (2008, Dicembre). Qualità alimentare e percezione del consumatore.
https://agriregionieuropa.univpm.it/it/content/article/31/15/qualita-alimentare-e-
percezione-del-consumatore
Coop. (2015). Consumi e distribuzione: Assetti, dinamiche, previsioni. pp. 224-225
Dore, M. (2017, 4 Gennaio). Tutti i benefici della frutta secca.
https://www.galileonet.it/2017/01/benefici-frutta-secca/
Fortunato, F. (2017). https://www.unibo.it/sitoweb/francesca.fortunato3/pubblicazioni
Frutta secca e disidratata, le previsioni per il 2017/18. (2017, 17 Luglio).
http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/40375/mercati-e-imprese/frutta-secca-e-
disidratata-le-previsioni-per-il-201718
43
I superfood. (n.d.). https://www.piugustobio.it/cosa-sono-i-superfood.html
Il Sole 24 Ore. (2017, 19 Aprile). SUPERFOOD.
http://argomenti.ilsole24ore.com/parolechiave/superfood.html
Kerin, R. A, Hartley, S. W, Rudelius, W., & Pellegrini, L. (2014). Marketing (3. ed.). Milano,
Italia: Mc Graw Hill.
La Repubblica. (2017, 27 Marzo). Frutta secca, ascesa inarrestabile: i dati Nielsen.
http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/38768/mercati-e-imprese/frutta-secca-ascesa-
inarrestabile-i-dati-nielsen
Minghelli, A. (2016). Nel Rapporto Coop 2016 emerge il nuovo consumatore italiano, attento
alla salute e consapevole. http://www.freshplaza.it/article/84638/Nel-Rapporto-Coop-
2016-emerge-il-nuovo-consumatore-italiano,-attento-alla-salute-e-consapevole
Molteni, L., & Troilo, G. (2012). Ricerche di marketing. Milano, Italia: Egea.
Moore, D. S. (2013). Statistica di base. Milano, Italia: Apogeo.
Notaro, C. (2011). http://www.bankpedia.org/index.php/it/96-italian/d/19772-disponibilita-a-
pagare
Villa, A. (2017, 24 Aprile). Food as med: gusto e salubrità conquistano gli italiani.
http://www.nielsen.com/it/it/insights/news/2017/food-and-medicine.html
Winston, W. L. (2004). Analisi dei dati e modelli di business con Excel. Milano, Italia:
Mondadori informatica.
Ringraziamenti
Vorrei ringraziare il mio relatore, il Professor Maurizio Canavari, per avermi dato
l’opportunità di approfondire questo argomento, per avermi aiutata e consigliata ogni volta in
cui ho avuto bisogno di supporto e per la precisione e la disponibilità durante il periodo della
stesura della tesi. Un grande ringraziamento va ai miei genitori e ai miei nonni, che mi hanno
sostenuta ed incoraggiata in ogni momento, stando sempre al mio fianco. Per ultimi, ma non
meno importanti, tutti i miei amici. Vi ringrazio per essermi stati vicini nei momenti più
difficili e per avere condiviso con me i momenti più belli. Non potrei chiedere di meglio,
grazie di cuore!