ALLUVIONE DI ORVIETO (12 novembre 2012) · ulteriormente ( slide 1 ). ... Tavola sinottica delle...

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ALLUVIONE DI ORVIETO (12 novembre 2012) Silvio Manglaviti [1] Centro Studi Ricerca e Documentazione HUBVETUS – GeoStOR Chiunque si sia affacciato dalla Fortezza dell’Albornoz quel livido mattino di novembre 2012 ha potuto effettivamente constatare cosa fosse accaduto nel Piano di Orvieto. Un lago limaccioso si estendeva dalle Colonnacce, e prima ancora verso Allerona Scalo, al limitare della recente zona residenziale de La Svolta dopo lo Stadio, oltre Villa Ciconia, oltre il De Martino, fin sotto la Stazione ferroviaria dove delle auto parcheggiate si poteva vedere a malapena il tetto; ed ancora, quel lago di fiume che si era mangiato di nuovo i “Laghetti” aveva invaso persino la rotonda dove la scultura di Valentini ora pareva un faro su uno scoglio; da qui, si intuiva che la Corea, i Pompieri, le carrozzerie e le attività a Santa Letizia erano sott’acqua … un fiume di fango che andava fino all’orizzonte verso i “Fori di Baschi”, dietro l’Acquafredda e Camorena.L’osservazione degli effetti visibili ha consentito di definire una sorta di «zonazione empirica» – di massima – da, ovviamente, elaborare ulteriormente (slide 1). La finalità di questa mappatura empirica è quella di fornire semplici elementi di valutazione da poter comparare eventualmente con la cartografia ufficiale vigente in materia (Regione Umbria; Provincia di Terni; Autorità di Bacino), in merito ad un evento si straordinario ma non certo imponderabile. Sulle mappe della provincia (slide 2), le zone inondabili, oltre le aree golenali, si limitano a: riva destra del Paglia: parcheggio ferroviario, altre aree depresse nei pressi del casello A1 (R3); riva sinistra del Paglia (in sistema con Chiani – Carcaione): da La Svolta (R4) a Ponte dell’Adunata. In passato si è dovuti intervenire per mettere in sicurezza almeno quelle zone R4 (da La Svolta a Ciconia e Mossa del Palio, plessi scolastici). (slide 3) L’inondazione attuale ha interessato aree non contemplate rispetto a quelle dichiarate ufficialmente . Dall’osservazione diretta, si è rilevato che il parcheggio sottostante alla stazione (“parcheggione”), compreso tra quota 113.75 e 116.70 m slm (CTR), è stato inondato fino a sommergere le auto. Ciò sta a dimostrare che le acque alluvionali hanno superato almeno gli 1,70 m. (slide 4) Dunque, da questo evento in poi, tutto quanto insista nel Piano di Orvieto, di antropico e non, sotto quota 117 m slm (zona della rotonda, su carta IGM, scala 25.000), DOVRÀ essere ritenuto e seriamente considerato quale a comprovato RISCHIO DI ALLAGAMENTO. In tali aree sono presenti CRITICITÀ, tra cui, oltre alle abitazioni private ed ai plessi scolastici, nonché all’unico, finora, collegamento tra Orvieto Scalo e la “new town” Mossa del Palio-Ciconia-La Svolta, ovvero con l’Ospedale: il Ponte dell’Adunata, si evidenziano, VVFF; il POLSTRADA; la ASL; l’uffico postale; varie attività commerciali (almeno 3 supermercati alimentari); molteplici situazioni ad alto rischio ambientale (depositi combustibili e carbolubrificanti; officine, carrozzerie, concessionarie auto; magazzini di elettronica). Criticità rilevanti da aggiungere a quelle relative alla presenza di elettrodotti, gasdotti, sistema acque reflue ed acquedotti. IL RISCHIO HA A CHE FARE ESCLUSIVAMENTE CON LE ATTIVITÀ UMANE. (slide 5) [1] ITALIA NOSTRA - Ufficiale Geografo dai Corsi regolari Superiori di Geografia dell'IGM. Operatore ed insegnante sistemi GIS/GPS presso Scuola Superiore di Geografia (già “di Geodesia, Topografia e Cartografia”), IGM, Firenze. Volontario con la colonna soccorsi del Comune di Orvieto a Laviano (PZ), terremoto dell'Irpinia, 1980. Autore monografia su area sisma Umbria-Marche. Relatore di Topografia e Cartografia ai Corsi ProCiv e CRI. Ha fatto parte dell'unità di crisi IGM per evento alluvionale in Campania (Sarno/Quindici). Promotore, in materia di prevenzione e gestione dell'emergenza, sull’utilizzo dei sistemi GIS per la rilevazione di aree sommerse da fango/detriti/valanghe, per la ricerca di superstiti. Cfr. Silvio Manglaviti, studio geocartografico relativo all'area in “L'Universo”, Anno LXXVIIII n° 6 del nov/dic 1998: "Sarno e Quindici, l'evento alluvionale del 5 maggio 1998".

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ALLUVIONE DI ORVIETO (12 novembre 2012)Silvio Manglaviti [1]

Centro Studi Ricerca e Documentazione HUB VETUS – GeoStOR

“Chiunque si sia affacciato dalla Fortezza dell’Albornoz quel livido mattino di novembre 2012 ha potuto effettivamente constatare cosa fosse accaduto nel Piano di Orvieto. Un lago limaccioso si estendeva dalle Colonnacce, e prima ancora verso Allerona Scalo, al limitare della recente zona residenziale de La Svolta dopo lo Stadio, oltre Villa Ciconia, oltre il De Martino, fin sotto la Stazione ferroviaria dove delle auto parcheggiate si poteva vedere a malapena il tetto; ed ancora, quel lago di fiume che si era mangiato di nuovo i “Laghetti” aveva invaso persino la rotonda dove la scultura di Valentini ora pareva un faro su uno scoglio; da qui, si intuiva che la Corea, i Pompieri, le carrozzerie e le attività a Santa Letizia erano sott’acqua … un fiume di fango che andava fino all’orizzonte verso i “Fori di Baschi”, dietro l’Acquafredda e Camorena.”L’osservazione degli effetti visibili ha consentito di definire una sorta di «zonazione empirica» – di massima – da, ovviamente, elaborare ulteriormente (slide 1 ).La finalità di questa mappatura empirica è quella di fornire semplici elementi di valutazione da poter comparare eventualmente con la cartografia ufficiale vigente in materia (Regione Umbria; Provincia di Terni; Autorità di Bacino), in merito ad un evento si straordinario ma non certo imponderabile.Sulle mappe della provincia (slide 2 ), le zone inondabili, oltre le aree golenali, si limitano a:riva destra del Paglia: parcheggio ferroviario, altre aree depresse nei pressi del casello A1 (R3);riva sinistra del Paglia (in sistema con Chiani – Carcaione): da La Svolta (R4) a Ponte dell’Adunata.In passato si è dovuti intervenire per mettere in sicurezza almeno quelle zone R4 (da La Svolta a Ciconia e Mossa del Palio, plessi scolastici). (slide 3 )L’inondazione attuale ha interessato aree non contemplate rispetto a quelle dichiarate ufficialmente. Dall’osservazione diretta, si è rilevato che il parcheggio sottostante alla stazione (“parcheggione”), compreso tra quota 113.75 e 116.70 m slm (CTR), è stato inondato fino a sommergere le auto. Ciò sta a dimostrare che le acque alluvionali hanno superato almeno gli 1,70 m. (slide 4 )Dunque, da questo evento in poi, tutto quanto insista nel Piano di Orvieto, di antropico e non, sotto quota 117 m slm (zona della rotonda, su carta IGM, scala 25.000), DOVRÀ essere ritenuto e seriamente considerato quale a comprovato RISCHIO DI ALLAGAMENTO .In tali aree sono presenti CRITICITÀ, tra cui, oltre alle abitazioni private ed ai plessi scolastici , nonché all’unico, finora, collegamento tra Orvieto Scalo e la “new town” Mossa del Palio-Ciconia-La Svolta, ovvero con l’Ospedale : il Ponte dell’Adunata, si evidenziano, VVFF; il POLSTRADA; la ASL; l’uffico postale; varie attività commerciali (almeno 3 supermercati alimentari); molteplici situazioni ad alto rischio ambientale (depositi combustibili e carbolubrificanti; officine, carrozzerie, concessionarie auto; magazzini di elettronica). Criticità rilevanti da aggiungere a quelle relative alla presenza di el ettrodotti, gasdotti, sistema acque reflue ed acque dotti .IL RISCHIO HA A CHE FARE ESCLUSIVAMENTE CON LE ATTI VITÀ UMANE. (slide 5 )

[1] ITALIA NOSTRA - Ufficiale Geografo dai Corsi regolari Superiori di Geografia dell'IGM. Operatore ed insegnante sistemi GIS/GPS presso Scuola Superiore di Geografia (già “di Geodesia, Topografia e Cartografia”), IGM, Firenze. Volontario con la colonna soccorsi del Comune di Orvieto a Laviano (PZ), terremoto dell'Irpinia, 1980. Autore monografia su area sisma Umbria-Marche. Relatore di Topografia e Cartografia ai Corsi ProCiv e CRI. Ha fatto parte dell'unità di crisi IGM per evento alluvionale in Campania (Sarno/Quindici). Promotore, in materia di prevenzione e gestione dell'emergenza, sull’utilizzo dei sistemi GIS per la rilevazione di aree sommerse da fango/detriti/valanghe, per la ricerca di superstiti. Cfr. Silvio Manglaviti, studio geocartografico relativo all'area in “L'Universo”, Anno LXXVIIII n° 6 del nov/dic 1998: "Sarno e Quindici, l'evento alluvionale del 5 maggio 1998".

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Centro Studi Ricerca e Documentazione HUB VETUS – GeoStORSilvio Manglaviti

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Areaallagata

PIANO DI ORVIETO – AREA INTERESSATA DA ALLAGAMENTO (l imite isoipsa 117 m slm) – 12 NOVEMBRE 2012Paglia – Romealla - Nona

ChianiCarcaione

onda riflusso confluenza Tevere

1-Ospedale2-VVFF3-PolStrada4-casello A15-staz.FS

CRITICITA’

1-park FS2-scuole3-PT4-ASL5-BUS6-canile

centricomm.lialimentari

depositi carbolubrificanti

1-ponteAdunata

2-passerella3-ponte

Chiani

sottopassi

confluenzaPaglia-Chiani

1

2

3

5

1 5

2 3-4

6

1

2

3

rotonda

SR 71

SR 71

SR 79 bis

SR 205

A 1

A 1

AV

AV

FS

FS

Legenda

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Quota 117 (Rotonda)

Quota 113 - 117 (Park FS)

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Tempo RitornoTempo Ritorno50 anni50 anni

Aree inondabili:

CiconiaLa SvoltaPalasportFosso La Nona

Casello A1 - AREA A RISCHIO“R3”: rischio elevato

possibili problemi incolumità personedanni funzionali edifici/infrastrutture – inagibilità

interruzione funzionalità/attività socioeconomiche

danni rilevanti patrimonio ambientale

Aree inondabili:Tempo Ritorno 200 anni

(park FS – cas. A1)

Provincia di Terni

Ciconia, La Svolta, Chiani/Carcaione,La Nona/Romealla - AREA A RISCHIO

“R4”: rischio molto elevatopossibili perdita di vite umane/lesioni gravi persone

danni gravi edifici/infrastrutture/patrimonio ambientaledistruzione attività socio-economiche

Tempo Ritorno 200 anni

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PAI - http://www.abtevere.it/taxonomy/term/92?page=4Tavola sinottica delle aree a rischio R4 sul reticolo idrografico

secondario, minore e marginaleIdentificazione dei dati

Identificatore:00028 Titolo:

Tavola sinottica delle aree a rischio R4 sul reticolo idrografico secondario, minore e marginale Descrizione:

Tavola 7 - Tavola sinottica delle aree a rischio R4 sul reticolo idrografico secondario, minore e marginale del PAI

Data:2006/11/10 - data di approvazione del PAI

Riferimento:P.A.I. - ”Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico”

Editore:Autorità di Bacino del Fiume Tevere

Punto di contatto (tale soggetto può dare informazioni e/o spiegazioni solo su quanto contenuto in questo documento):

Ufficio UPP - Tel. 0649249220 - [email protected] Formato:

pdf (formato portabile) Tipo:

Cartografia Categoria tematica:

Pianificazione/Catasto Lingua:

itaSet caratteri:

utf8 Tipo di rappresentazione spaziale:

Carta digitale (file pdf) Risoluzione spaziale:

1:250.000 Sistema di riferimento spaziale:

UTM 33 ED50

…Informazioni sulla usabilità del dato

Limitazione d'uso:Nessuna

Vincoli di accesso:Dato pubblico

Vincoli di fruibilità:Dato pubblico

FASCE FLUVIALI E ZONE DI RISCHIO DELRETICOLO PRINCIPALE

NOTANUMERI della tabella sottostante in grigio riportan o le

perimetrazioni adottate con Delibera n. 101 del 01/0 8/2002 del Comitato Istituzionale, mentre quelle accanto a des tra IN BLU, riportano le stesse perimetrazioni modificate con su ccessiva

Delibera n. 114 del 05/04/2006, con successivo Decr eto Segretariale n. 25 del 16/07/2008 (Tavola n. 20), co n

successivo Decreto Segretariale n. 40 del 10/11/201 0 (Tavola n. 42) , con successivo Decreto Segretariale n. 15 d el

08/03/2012 (Tavola n. 45) e con successivo Decreto Segretariale n. 24 del 21/06/2012 (Tavola n. 15) .

ORVIETOTR185 TR 19 TR 20 20 TR 21 TR 33

Carta vigente PAI-AB TevereR4: La SvoltaR3: Casello A1

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1900

RISCHIONULLO

nov 2012

RISCHIO ELEVATOMOLTO ELEVATO

Piano Nuovo - La Svolta – Adunata: ANTROPIZZAZIONE ZERO

Fonte: Autorità Bacino Fiume TevereDefinizione del rischio (relazione di Varnes):

R = P x V x K in cui:R: danno riferito a costo sociale, recupero e ristrutturazione beni materiali danneggiati da agente calamitoso;P: pericolosità/probabilità accadimento evento di data

intensità;V: valore esposto, identificazione valore sociale, economico, persone, beni infrastrutture che ricadono nell'area soggetta al fenomeno;K: vulnerabilità, quale percentuale del valore esposto che

andrà perduto nel corso dell'evento.

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LA PIANURA ALLUVIONALE

GENESI, “SALTO” E SCOMPARSA REPENTINA DI MEANDRI

LA DISTRUZIONE/INAGIBILITÀ DEI PONTI

RACCONTANO LA FORZA IMPETUOSA DEL FIUMECONOSCERE LA STORIA GEOGRAFICA DEL LUOGO AIUTA A PR EVENIRE EVENTUALI RISCHI

IL PAGLIA, CHE HA GENERATO LA PIANA ALLUVIONALE TRA ALLERONA ED ORVIETO,

HA DISTRUTTO o reso inagibili i PONTI ANTICHI (ETRUSCHI, ROMANI E MEDIEVALI):

pons de subtus, ponte de la mola, le colonnacce, po nte di mastro janne, dal nome di uno dei capimastri del duomo, poi detto ponte giulio da papa Giulio II che lo restaurò (ponte che andò in secca x la migrazione del letto del fiume), santa illuminata e poi dell’adunata, per il fatto che qui si uniscono Paglia e Chiani

«… martedì a dì quattro di ottobre, cioè la notte di Sant o Francesco, fu un grandissimo diluvio di acqua, e fu si grandissimo, che diede a terra il ponte di Sa nta Luminata, e una parte del ponte di Mastro Janni ; e diede a terra il ponte di Rigo Meialla e fece grandi ssimi pericoli pel piano di Paglia e molti altri lu oghi …»(in Biblioteca rara – Cronaca di Orvieto dal 1342 al 1363 già pubblicata da Ludovico Antonio Muratori, G. Duelli e C., Milano 1845, pag. 15, anno 1345)

… E BISOGNA RICORDARSI CHE ORVIETO E L’ORVIETANO NON SONO SOLTANTO STORIA E GEOGRAFIA UMBRA,MA ANCHE STORIA E GEOGRAFIA DI TOSCANA E LAZIO: DI UN A REGIONE ANTICA, DA OLTRE TREMILA ANNI,

LA TUSCIA

«… QUANNO BALENA VERSO SIENA TUTTI LI FOSSI FANNO LA PIENA …»(detto popolare monterubiagliese, in Chiasso A., Jacobelli J., Miscetti Don Marzio, et al., “Monterubiaglio”, Ceccarelli, 1980, pag. 17)

PER NON DIMENTICARLO MAI +

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Volo AM prima del 1930: il meandro

PAGLIA: UN FIUME TURBOLENTOIL MEANDRO DEL PAGLIA A LE COLONNACCE PRIMA DEGLI A NNI ‘30

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IGM100kRilievi ‘42-‘43-‘44

Agg.’53il salto del meandro

Sand point bar

cutbank

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IGM100kRilievi ‘42-‘43-‘44

Agg.‘53

Volo AM ‘54

IL MEANDROSCOMPARSO

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Nelle pianure alluvionali l’evoluzione dei meandri si esplica per l’azione concomitante dell’erosione laterale sulla sponda concava (nelle curve infatti la corrente del fiume è spinta dalla forza centrifuga) e dalla contemporanea sedimentazione sulla riva convessa per effetto della minore velocità. Questo movimento si realizza a ogni curva, per cui i punti di massima velocità si spostano ora da una parte ora dall’altra dell’alveo, facendone di conseguenza mutare anche la sezione. Il fiume, in tal modo, accentua sempre più le anse per effetto degli spostamenti laterali e, contemporaneamente, si ha una migrazione di tutte le anse verso valle.

Spesso accade che due di esse risultino molto vicine e il lobo che le separa sia estremamente ridotto. In questo caso, soprattutto durante eventi di piena, la corrente im petuosa invece di seguire l’andamento meandriforme, prosegue dritta e taglia il lobo, isolando così il meandro . Come èaccaduto nel caso del meandro delle Colonnacce.

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Volo AM ‘54ROVINE PONTE DELL’ADUNATA

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Alluvione successiva al ‘54?

Esondazione Paglia ai Laghetti, 5 gennaio 2010

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