allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

100
1 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PERUGIA FACOLTA’ DI AGRARIA DISPENSE DI CONIGLICOLTURA Marcella BERNARDINI BATTAGLINI Cesare CASTELLLINI

description

tutto sull'allevamento del coniglio da carne

Transcript of allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

Page 1: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

1

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PERUGIA

FACOLTA’ DI AGRARIA

DISPENSE DI CONIGLICOLTURA

Marcella BERNARDINI BATTAGLINI

Cesare CASTELLLINI

Page 2: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

2

Capitolo Titolo pag

1.1 Introduzione 4

1.2 Origine e domesticazione del coniglio 4

1.3 Coniglicoltura a livello europeo e mondiale 5

1.4 La coniglicoltura italiana 6

2.1 Caratteristiche e sistematica della specie 11

3.1 Anatomia e fisiologia: conformazione e struttura corporea 14

3.2 Pelliccia 16

3.3 Sistema scheletrico 17

3.4 Anatomia e fisiologia apparto digerente 19

3.4.1 Funzionamento dei diversi organi 20

3.4.2 La ciecotrofia 22

3.4.3 Comportamento alimentare 22

3.5 Anatomia e fisiologia dell’apparato riproduttore femminile 24

3.6 Anatomia e fisiologia dell’apparato riproduttore maschile 29

3.7 Fisiologia post-ovulatoria 34

3.8 Inseminazione artificiale 35

3.8.1 Fattori legati al maschio 36

3.8.2 Fattori legati alla femmina 37

3.8.3 Tecnologia di condizionamento del seme 39

4.0 Sistema immunitario 42

5.0 Benessere, stress e loro effetti sulla produzione 45

6.1 Lattazione e fattori di crescita pre e post-svezzamento 47

6.2 Svezzamento e crescita dei coniglietti a pagina

48

6.3 Fattori che influenzano la crescita e la composizione corporea 48

6.5 Caratteristiche della carcassa a pagina

50

6.6 Caratteristiche della carne 51

7 Richiami di genetica 58

Page 3: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

37.1 Caratteri qualitativi 58

7.2 Caratteri quantitativi 60

7.3 Sistemi di selezione applicati in alcuni paesi 63

7.4 Formazione e classificazione delle razze domestiche 64

7.5 Descrizione delle principali razze 66

7.6 Ibridi commerciali 67

8. Alimentazione 69

8.1 Fabbisogni degli animali e valore nutritivo degli alimenti 69

8.2 Razionamento 76

9 Ricoveri e attrezzature 80

9.1 Ambiente e fattori che lo condizionano 81

9.2 Gestione dell'allevamento 86

10 Cenni di patologia 89

10.1 Il danno sanitario 89

10.2 Patologie della riproduzione 89

10.3 Patologie intestinali 90

10.4 Patologie respiratorie 92

10.5 Malattie della pelle e zoonosi 92

10.6 Mixomatosi 955

10.7 Malattia emorragica virale-MEV 97

10.8 Conduzione igienica dell'allevamento ed interventi profilattici 97

Bibliografia 99

Page 4: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

4

1.1. INTRODUZIONE

L’interesse per l’allevamento intensivo delconiglio risale agli inizi degli anni ’70, quandoper far fronte ad un fabbisogno carneocrescente, stante la impossibilità di coprirlo conla carne bovina, si intensificò l’allevamento diquelle specie che per brevità del ciclo produttivoe buona conversione degli alimenti erano ingrado di fornire un prodotto competitivo.

Dieci anni prima il processo aveva interessato ilpollo da carne che aveva consentito unadiffusione capillare del consumo di proteineanimali.

Per ragioni analoghe il coniglio è uscito dallabassa corte inserendosi in aziendespecializzate, di consistenza più o meno ampiama comunque basate su sistemi e tecnichemirate al suo sfruttamento intensivo, ai fini dellaproduzione di carne.

É così che dal 1970 ad oggi la produzionenazionale annua è passata da 94.200 a 300.000t ed il consumo pro capite da 1,93 a circa 4,5kg. Sono prevedibili ulteriori aumenti perché ilconsumatore si dimostra sempre più attento allequalità dietetiche delle derrate che acquista esotto tale aspetto la carne di coniglio non temeconfronti.

Ma sono anche altri i motivi che giustificanol’interesse per questa specie: la sua elevataprolificità, la buona utilizzazione dei foraggi edelle proteine contenute in alimenti ricchi difibra, la capacità di fissare il 20% delle proteinealimentari sotto forma di carne commestibile,considerando anche l’alimento consumato dairiproduttori. Tra le altre specie solo il pollo dacarne fornisce un miglior rendimento proteico(22-23%) mentre per il suino il valore si attestasul 16-18% e per il bovino sull’8-12%.

Il costo energetico, espresso in kcal alimentarinecessarie per produrre 1 g di carne, è ancorapiù vantaggioso, considerata la più elevataproduttività dei conigli rispetto, ad es., a ovini ebovini (105 kcal/g coniglio; 427 ovini da carne;442 bovini).

Un altro punto a favore del coniglio è la bassacompetitività con l’uomo per le fonti alimentari,dal momento che la razione può esserecostituita per oltre 1/3 da farina di medica;pertanto la produzione di carne di coniglio puòessere interessante anche per quei Paesi chedevono importare cereali.

1.2. ORIGINE DEL CONIGLIO E SUADOMESTICAZIONE

Il coniglio (Oryctolagus cuniculus) è unmammifero molto primitivo conosciuto sin dallapreistoria; si pensa infatti che comparve sulla

terra verso la metà dell’era terziaria. La suaorigine è incerta: secondo i più, proverrebbedall’Asia centrale e da qui sarebbe emigrato inEuropa durante l’era glaciale, quando i freddinordici lo avrebbero spinto alla ricerca di climipiù favorevoli, come quelli del sud dellaPenisola Iberica e del nord Africa. Fu appunto inqueste terre che lo scoprirono i Fenici quando,con le loro spedizioni, raggiunsero verso il 1000a.C. la Spagna. Hisfania significa infatti “terradei conigli” e deriverebbe dalla parola I-shafan-im, poi latinizzata. La parola ebraica shafanriportata nella Bibbia significa “colui che sinasconde”, ma quasi certamente si riferisce aduna piccola marmotta, il daman di Siria, o Hyraxsyriacus, che scava nascondigli tra le rocce delLibano, visto che non esistono conigli nel Sinaio in Palestina.

Sembra che il coniglio non fosse conosciuto daiGreci, mentre i Romani apprezzavano molto lasua carne e, analogamente agli spagnoli,preparavano con i feti o con i neonati un piattoconosciuto come “laurices”.

Sono numerose le testimonianze di quel temposul coniglio: Catullo denominò la penisolaIberica Cunicolosa celtiberia, mentre le isoleBaleari, note come “Cunicularie insulae”, furonosegnalate da Plinio per i danni ivi procurati dalconiglio, che richiesero l’intervento delle legionidell’imperatore Augusto per il contenimentodella specie. Nelle monete ispano romane diAdriano il coniglio appare come uno dei simbolidell’Iberia. Furono i Romani a disseminare ilconiglio in tutto il loro impero e fu Varrone aproporre di proteggerlo nei “leporaria”, ovvero inspazi recintati da muri destinati a contenerelepri ed altre specie selvatiche. I “leporaria”rappresentarono il primo passo verso le“garenne”, che si svilupparono nel Medioevo eche in Francia costituivano un diritto signorile.

La domesticazione si fa risalire alla fine delMedioevo e se ne attribuisce il meritosoprattutto ai monaci che, apprezzando molto lacarne di coniglio, allevavano gli animali ingabbia per una loro più facile cattura; avevanoanche l’abitudine di consumare i “laurices”durante la quaresima perché, a loro avviso,erano cibi acquatici.

Nel XVI secolo l’allevamento era diffuso inFrancia, Italia, Fiandre e Inghilterra. Nel 1606Olivier de Serres parla di tre tipi di conigli:selvatico, di garenna, e domestico e cioèallevato in gabbia. All’inizio del XIX secolo, dopol’abolizione dei privilegi signorili e quindi dellagarenna, l’allevamento in gabbia si diffuse intutta l’Europa occidentale e dagli europei fuintrodotto in tutto il mondo raggiungendol’Australia e la Nuova Zelanda.

Gli allevamenti di allora erano costituiti dapoche femmine riproduttrici, che producevano2-3 nidiate l'anno. L’alimentazione eraassicurata soprattutto da foraggi verdi raccolti

Page 5: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

5giornalmente, che in inverno venivano integraticon fieno, cereali e sottoprodotti. Oltre allacarne si attribuiva valore anche alla pelliccia e alpelo.

A partire dal XIX secolo, ma soprattutto dagliinizi del XX, grazie all’allevamento confinato, lerazze si moltiplicarono a seguito della selezionee diffusione di forme mutate più adatte alla vitadomestica. Gli allevatori si riunirono in clubs e letecniche di allevamento vennero razionalizzate:migliore igiene, sistemazione dei riproduttori ingabbie individuali, alimentazione sempre a basedi foraggi e cereali ma con rapporti piùrispondenti alle esigenze degli animali. Durantel’ultima guerra mondiale l’allevamento delconiglio si sviluppò in tutta l’Europa e anche inGiappone, per sopperire alla penuria di carneproveniente dalle grandi specie. Nel corso deglianni ’50 si verificò una forte regressione inGiappone e nei Paesi dell’Europa del nord, chesi accontentavano della carne bovina congelataproveniente dall’emisfero sud, diversamente daquanto avvenne nei Paesi latini, checontinuarono a prediligere la carne di coniglioanche perché sapevano cucinarla.

Alla fine degli anni ’50 la Coniglicoltura subìcambiamenti ben più sostanziali: furonointrodotte dagli Stati Uniti razze specializzateper la produzione di carne, con cuscinettiplantari più spessi per un migliore adattamentoal fondo grigliato delle gabbie metalliche, cherappresentavano ormai la struttura diallevamento più comune. Il clima dell’Italiasettentrionale e della Francia, meno clemente diquello della California, impose l’introduzionedelle gabbie in ricoveri chiusi, con conseguentenecessità di risolvere i problemi di aerazione edi illuminazione. Le tecniche di gestionesubirono notevoli modifiche, con risparmio deitempi necessari per la pulizia e lasomministrazione di alimenti ed acqua, epossibilità di dedicare più attenzione aglianimali. I ritmi riproduttivi si intensificarono e ladurata dell’allattamento scese dalle 8 alle 4settimane; anche l’età di macellazione siridusse sensibilmente. Le razze tradizionalipersero la loro importanza a vantaggio di quelleintrodotte dagli Stati Uniti (Bianca di NuovaZelanda e Californiana) che furono moltomigliorate e vennero anche utilizzate,soprattutto dai francesi, per produrre gli ibridi iquali, alla fine degli anni ’70, varcarono i confinidella Francia verso l’Italia, la Spagna, il Belgio ela Germania Federale.

Allo stato attuale il coniglio viene allevatoessenzialmente per produrre carne cheproviene in gran parte dagli allevamentiintensivi, anche se quelli tradizionali sonoancora molto diffusi e rivestono un’importanzanotevole soprattutto in alcuni Paesi in via disviluppo ove rappresentano un’importante fontedi reddito.

1.3. LA CONIGLICOLTURA A LIVELLOMONDIALE E COMUNITARIO

Una rassegna del 1996 sulla produzione di 186Paesi, differenzia tre tipi di aziende:

• di piccole dimensioni, con meno di 8femmine riproduttrici, con produzionedestinata all’autoconsumo e conutilizzazione degli alimenti semplicidisponibili;

• di medie dimensioni, con un numero difemmine compreso tra 8 e 100, conproduzione destinata sia all’autoconsumoche al mercato e con alimentazione in partebasata su mangimi completi;

• grandi aziende, con più di 100 fattrici,orientate verso la commercializzazione ditutto il prodotto e verso l’uso di soli mangimiindustriali.

Nella tabella 1 sono stati riportati solo i dati chesi riferiscono ai 17 Paesi che si collocano aiprimi posti.

I sei Paesi che producono oltre 100.000 t/annodi carne concorrono per il 58% alla produzionemondiale; essi sono, nell’ordine, Italia, Francia,Ucraina, Cina, Spagna e Russia. Se invece siconsiderano i 17 Paesi che producono oltre20.000 t/anno, il loro apporto alla produzionemondiale sale all’80%. Ai 6 già menzionati siaggiungono: Indonesia, Nigeria, Egitto, USA,Germania, Bielorussia, Belgio, Polonia,Marocco, Portogallo, Repubbliche Ceche.

Globalmente l’Europa occidentale produce il43% del totale, quella orientale il 24% e l’Asiadell’estremo oriente il 14%; l’Africasettentrionale, centrale e meridionale fornisconodal 5 al 10% della produzione mondiale.

Un trend analogo si riscontra facendoriferimento al numero di fattrici: i sette Paesicon più di 3.000.000 di femmine incidono per il52% sul totale, mentre considerando i 16 Paesicon oltre 1.000.000 di femmine l’incidenza saleal 75%. La percentuale di fattrici per grandiRegioni mondiali presenta minori oscillazionirispetto alle produzioni: 30% nell’Europaoccidentale, 21% in quella orientale, 20%nell’Asia dell’estremo oriente; l’Africa del Nordpossiede il 9% di femmine ma produce solo il5% di carne, a causa della bassa produttività.Quest’ultima si diversifica come segue: 36 kgcarne/fattrice/anno nell’Europa occidentale,27,5 kg in quella orientale, 17,5 kg nell’Asiaorientale, 14 kg nel Nord Africa. Se il numero difattrici viene riferito a 1000 abitanti si evidenziala ben nota importanza del coniglio nei Paesidell’Europa mediterranea. Seguendo questocriterio i due Paesi che occupano i primi postisono Malta e Cipro, mentre Italia, Spagna,Francia e Portogallo si collocano tra i primi 9Paesi.

Page 6: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

6La produzione mondiale di carne di coniglio èstimata pari a 1.600.000 t di carcasse l'anno,prodotte da 64.000.000 di femmine. Il numero difemmine /1000 abitanti è 12.

La produzione di carne di coniglio riveste unanotevole importanza nell’economia di moltiPaesi in via di sviluppo (Nigeria, Egitto, Ghana.Isole del Capo Verde, Sri-lanka, Marocco, etc.)e in alcuni Paesi dell’Europa orientale (Ucraina,Cecoslovacchia, Bielorussia, RepubblicheCeche, etc.). L’Africa del Nord, l’Europaorientale e l’Africa meridionale sahariana sonole tre Regioni dove la produzione cunicolaraggiunge o supera l’1% della PLV nazionale; alivello mondiale è pari allo 0,25%.

Il consumo, riferito ad abitante, conferma l’altapopolarità della carne di coniglio nei Paesidell’Europa latina e limitrofi: Malta, Italia, Cipro,Spagna sono i 4 maggiori consumatori; Francia,Belgio, Lussemburgo e Portogallo si inserisconotra i 10 principali consumatori. Il consumo è altoanche nei Paesi dell’Europa orientale (Ucraina,Bielorussia, Repubbliche Ceche,Cecoslovacchia) o in alcune isole africane oamericane con influenza latina (Martinica,Guadalupe, Isole del Capo Verde, etc.). NeiPaesi dell’Europa occidentale il consumo annuoè di 2 kg/ab., in quelli dell’Europa orientale di 1kg/ab. e nel nord Africa di 0,5 kg/ab. La mediamondiale è di 0,3 kg/ab.

L’esportazione è dominata da 3 Paesi: Cina,Ungheria, Belgio. Anche Polonia, Francia,Olanda, Danimarca, Repubbliche Ceche e USAesportano discrete quantità. L’importazione èinvece dominata da 5 Paesi: Italia, Belgio,Francia, Regno Unito, Germania, ma ancheOlanda, Spagna, Svizzera, USA, Canada eGiappone figurano tra gli importatori.

Belgio, Francia e Olanda sonocontemporaneamente grandi importatori edesportatori.

Per quanto concerne le strutture produttive, leaziende tradizionali sono predominantinell’America centrale (75%), nel Medio Oriente(70%), nel Nord Africa (65%), nell’Africameridionale sahariana (58%), nell’Europaorientale (56%) e nell’Asia centrale. Da questeaziende proviene il 40% della carne prodotta nelmondo, che si ottiene dal 58,3% delle fattricipresenti. Le aziende di dimensioni intermediesono molto numerose nell’America del Norddove il coniglio viene allevato soprattutto perhobby, nell’Asia orientale (la Cina è una grandeesportatrice) e nel Sud America, dove il coniglioè consumato da minoranze etniche. Questeaziende producono il 33% del totale. Le aziendedi tipo commerciale sono molto comuninell’Europa e in Oceania.

Se si fa riferimento all’economia nazionale, laproduzione cunicola risulta relativamente più

importante in molti Paesi in via di sviluppo chein Europa.

Da quanto detto emerge chiaramentel’importanza che ancora rivestono gliallevamenti tradizionali nella produzione dicarne di coniglio, anche se la loro produttività èmolto bassa: 17,3 kg di carne/fattrice/annorispetto ai 28,8 kg e ai 54,3 kg prodotti negliallevamenti di dimensioni intermedie e in quellicommerciali, rispettivamente.

Nell’ambito della UE la situazione è quellariportata nella tabella 2. Va peraltro sottolineatoche dal 1989 al 1994 la produzione ha subitouna diminuzione annuale mediamente pari allo0,69%, con bilanci sempre negativi (tabella 3). Ilprimato delle esportazioni è stato mantenutodall’Ungheria fino al 1993, passando nel 1994alla Cina che ha contribuito col 47% del totale. Ilprimo Paese importatore è l’Italia, seguita dallaFrancia, che occupa il primo posto comeesportatore. La esportazione comunitariarappresenta comunque solo il 7% di quellamondiale. Il consumo, pari a 1,7 kg, è diminuitodi circa l’1% all’anno; l’autosufficienza si èattestata in media sul 95%. Per quantoconcerne la produzione, il 43,5% del totalespetta all’Italia, il 25% alla Francia e il 16% allaSpagna.

1.4. LA CONIGLICOLTURA ITALIANA

La coniglicoltura italiana, grazie ai sostanzialimiglioramenti di tipo strutturale e gestionalerealizzati negli ultimi anni, occupa un segmentomolto importante nell’ambito delle carni bianchee sta incontrando sempre più il gradimento delconsumatore anche per il costante aumento diprodotti porzionati e lavorati.

Con 260.000 t/anno di carne prodotta e100.000.000 di capi allevati la coniglicolturarappresenta il 4° settore della zootecnianazionale coprendo ben il 9% della PLVzootecnica.

Page 7: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

7

Carne prodotta t 230.000Conigli prodotti n 100.000.000

Fattrici in produzione “ 3.700.000Fattrici allevamenti intensivi “ 1.200.000

Fattrici allevamenti rurali “ 2.500.000Addetti “ 10.000

Importazione t 2.250Disponibilità “ 232.180Esportazione “ 70

Consumo pro capite kg 4,1Autoapprovvigionamento % 98.8

Mangime prodotto dall’industria t 670.000Costo di produzione della carni £/kg 2.800

Prezzo medio mercato diVerona 2000 “ 3200

Anche in termini di consumo pro capite,facendo riferimento a tutte le altre specie diinteresse zootecnico, i conigli si collocano alquarto posto dopo pollame, suini e bovini, con4,1 kg.

Il progressivo e continuo incremento delleproduzioni ha risposto più cheproporzionalmente all’aumento dei consumi edè pertanto migliorato il grado diautoapprovigionamento (vedi grafico).

Le potenzialità del comparto sono comunquenotevoli considerata la notevoleframmentazione delle imprese e il fatto che lapolitica di marketing è solo ai primi passi.

La mancanza di coesione all’interno del mondoproduttivo è da attribuire alla forte disparità nellaconsistenza numerica degli allevamenti e alladiversa capacità imprenditoriale degli allevatori.

Ne deriva una produzione poco omogenea neltempo e nello spazio, che non risponde aprecisi standard qualitativi riconosciuti in tutto ilPaese.

Prima di individuare possibili soluzioni ad unsiffatto stato di cose è opportuno ricordare chein Italia sono presenti circa 8000 allevamenti, il90% dei quali di tipo intensivo, la cuiconsistenza numerica è di almeno 500 fattriciche, in alcune regioni (Veneto, Piemonte, EmiliaRomagna, Marche e Puglia) raggiunge le 5.000unità.

Il restante 10% è costituito da aziende con unnumero ridotto di fattrici (fino a 100) e con largoimpiego di manodopera familiare. Spesso sitratta di allevamenti di tipo amatoriale cherivestono una notevole importanza per laconservazione delle razze pure e la tutela del

loro patrimonio genetico, ma con scarsaincidenza sulla produzione di carne.

Le caratteristiche del prodotto commercializzatosi differenziano sensibilmente passando dalnord al sud della penisola: nell’Italiasettentrionale il peso di macellazione si aggirasui 2,6 – 2,8 kg, con punte di 3 kg in Piemonte;nel centro il peso scende a 2,4- 2,5 kg, mentrenel sud si macellano conigli di circa 2 kg.

Il Nord Italia (Piemonte, Lombardia, EmiliaRomagna, Veneto e Friuli) si caratterizza per lapresenza di grandi aziende (400 – 1000 fattrici)e per un elevato livello tecnico. Negliallevamenti è frequente l’alimentazioneautomatica, l’inseminazione artificiale ed èpressoché generalizzata la ciclizzazione;l'allevatore è un vero e proprio imprenditore.Nonostante la presenza di alcune formecooperativistiche, l’associazionismo èpressoché inesistente. La redditività di questeaziende è sicuramente elevata, anche se ilmercato non sempre gratifica gli sforzi profusi.

Nell’Italia Centrale si riscontra un tessuto dimedi e grandi allevamenti nelle Marche e nelLazio; in Toscana, Umbria e Abruzzo è invecepresente un numero elevato di piccoliallevamenti (< 50 fattrici) anche se nonmancano i grandi complessi.

Nell’Italia meridionale sono presenti piccoli emedi allevamenti ma anche aziende con oltre500 fattrici, che dispongono di un macelloproprio. La coniglicoltura è in espansionesoprattutto grazie ad interventi Europei asostegno dell'occupazione.

Più in dettaglio, la situazione italiana è quella diseguito specificata:

Veneto: si colloca al primo posto, con circa400.000 fattrici, allevate in aziende di medie egrandi dimensioni, con una produzione di circa

Andamento delle produzioni e dei consumi

0

50

100

150

200

250

1973

1975

1977

1979

1981

1983

1985

1987

1989

1991

1993

1995

1997

1999

anni

tx 1

000

produzioneconsumo

Page 8: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

850.000 t/anno che viene commercializzata nelcentro e sud d’Italia. La provincia di Treviso,con 150.000 fattrici distribuite in 400 allevamentiè la più importante. Le dimensioni medieaziendali sono molto elevate (circa 600 fattriciper allevamento). Negli ultimi anni le strutture dimacellazione si sono andate concentrando.

Lombardia: si caratterizza per la presenza digrossi allevamenti nel bresciano, ma anche diun grande numero di piccole aziende. Letecniche produttive sono all’avanguardia, laproduzione è di circa 15.000 t/anno.

Piemonte: ha una produzione di 20.000 t/anno.Il mercato di riferimento è Cuneo (prezzo circa150 £/kg più alto di Verona). La struttura dimacellazione è molto frazionata, con macelliche lavorano 4-5.000 conigli/settimana. É laseconda regione italiana per la coniglicolturaintensiva.

Friuli Venezia Giulia: lo sviluppo del compartoè stato notevole negli ultimi anni ed ora laregione conta 100 allevamenti e circa 50.000fattrici. É presente una discreta formacooperativistica. Le province più interessatesono Udine e Pordenone, mentre quelle menocoinvolte sono Gorizia e Trieste. Il livelloprofessionale degli allevatori è superiore aquello medio e gli allevamenti sonotecnicamente all’avanguardia.

Emilia Romagna: si colloca al 3° posto epresenta allevamenti di grandi dimensionisoprattutto nelle province di Forlì, Bologna eModena. Sono numerose anche le medie epiccole imprese. La regione è sede di uno deimercati più importanti per la quotazione delconiglio vivo, quello di Forlì, che si tiene ognilunedì e influenza le vendite del centro e sudItalia.

Lazio: nella provincia di Latina si trovano i piùgrandi allevamenti del centro Italia. Laproduzione è destinata a Napoli, oltre che allacapitale. Anche il Lazio dispone di allevamentiben condotti, con tecnologie molto valide.

Toscana e Umbria: sono regioni per lo piùcaratterizzate da piccoli medi allevamenti. Nonmancano però le grosse realtà produttive.

Marche: regione con una coniglicolturadinamica ed in forte crescita. Gli allevamentisono di medie dimensioni, con una marcatapresenza di strutture cooperativistiche, sia diproduzione sia di macellazione.

Campania: è la regione più importante del sudItalia anche se la sua produzione non è in gradodi soddisfare gli elevati fabbisogni. Si stima in16 kg/abitante il consumo di carne di coniglio,con punte di 40 kg/abitante nell’isola di Ischia.Gli allevamenti sono per lo più di piccoledimensioni nel napoletano, mentre si stanno

diffondendo strutture più ampie ed organizzatesoprattutto in provincia di Avellino. Il coniglioprodotto pesa 2-2,2 kg. La coniglicolturatradizionale è molto diffusa così come quellahobbista.

Puglia: il settore rappresenta una realtàimportante, ma neppure in questo caso laproduzione è sufficiente a coprire i fabbisogni.

Calabria: la coniglicoltura è di tipo tradizionale esolo recentemente sono sorti allevamentiintensivi ben organizzati.

Sicilia: accanto alla coniglicoltura tradizionalestanno sorgendo allevamenti di grandidimensioni. I macelli scarseggiano e i pochifunzionanti sono a carattere aziendale. Percoprire i fabbisogni deve importare conigli daaltre regioni.

Sardegna: nell’ultimo decennio sono sortiallevamenti di medie dimensioni (200-400fattrici), ma la coniglicoltura tradizionale èancora molto diffusa.

Nel complesso la distribuzione della produzionein ambito nazionale vede al primo posto l’Italiasettentrionale col 55%, seguita da quellacentrale col 32,5%, dall’Italia meridionale conl’11% e da quella insulare con l’1,5%.

Le regioni che si collocano ai primi 9 posti, per ilnumero di fattrici presenti, sono nell’ordine:Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte,Lombardia, Marche, Toscana, Lazio, Campania,Abruzzo. Un andamento analogo si ottienefacendo riferimento al consumo di mangimi perconigli, che per il 55,4 del totale si concentranelle regioni Veneto (25,4%), Piemonte(11,3%), Emilia-Romagna (9,4%) e Lombardia(9,3%). Il peso vivo medio dei conigli allamacellazione è variabile: 2,8-3 kg in Piemonte,2,5-2,6 kg in Veneto e in Lombardia, 2,4-2,5 kgnell’Italia centrale, 1,8-2 in Campania e nelLazio.

Page 9: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

9

Tabella 1 - Dati tecnici ed economici sulla produzione di carne di coniglio nei 17 Paesi del mondo il cuiapporto è più rilevante

Paese Produzionet 000

Esportazionet 000

Importazionet 000

Femminen x 103

Consumokg/ab/anno

Femmine/Ab. (103)

Valore$/103

PLVItalia 300 0,65 23,0 7376 5,587 126,81 0,923Francia 150 4,00 10,0 3916 2,756 69,19 0,423Ucraina 150 0,20 0,0 4958 2,886 95,53 3,252Cina 120 40,00 0,0 6061 0,069 5,25 0,938Spagna 120 0,50 3,5 3864 3,152 99,02 0,803Russia 100 0,00 0,0 4246 0,673 28,59 0,602Indonesia 50 0,10 0,0 2698 0,273 14,78 1,415Nigeria 50 0,00 1,0 2107 0,455 18,79 5,275Egitto 38 0,00 0,0 3235 0,696 59,24 3,996USA 35 2,00 3,0 2422 0,142 9,56 0,020Germania 30 0,00 6,5 1458 0,461 18,41 0,058Bielorussia 30 0,00 0,0 1341 2,913 130,22 2,683Belgio 25 10,30 11,0 553 2,612 56,21 0,434Polonia 25 6,00 0,0 867 0,497 22,67 1,281Marocco 20 0,00 0,0 992 0,779 38,66 2,465Portogallo 20 0,00 0,5 702 1,938 66,39 1,084Rep. Ceche 20 2,50 0,0 597 1,699 57,98 2,529da Colin e Lebas, 1996 - 6° Congr. Mond. Conigl.

Tabella 2 - Produzione e consumo di carne di coniglio nei Paesi UE

Paesi Produzionetotale

t

Produzioneper abitante

Kg

Consumototale

t

Consumopro-capite

Kg

Importazioni

t

Esportazioni

t

Saldo

t

Fattrici

n x 103

Germania 30.000 0,37 35.000 0,44 5000 0 -5000 1800Belgio 20.000 1,9 26.100 2,5 8.500 2.400 -6.100 480Danimarca 1.500 0,3 1.000 0,2 0 500 500 65Spagna 100.000 2,5 100.500 2,5 1.500 1.000 -500 3000Francia 150.000 2,5 157.000 2,6 11.500 4.500 -7000 4000GranBretagna

8.000 0,13 15.000 0,25 7.000 0 -7.000 300

Grecia 7.000 0,7 7.000 0,7 0 0 0 270Irlanda 1.000 0,28 800 0,23 0 200 200 50Italia 260.000 4,3 282.500 4,7 22.500 500 -22000 6800Lussemburgo 400 1,25 960 0,6 460 0 -460 10Olanda 9.500 0,63 9.450 0,63 3.700 3.750 50 210Portogallo 2.000 2 2.00 2 200 0 -200 550

TOTALE UE 589.400 1,66 637.310 1,79 60.360 12.850 -47510 17.535

Page 10: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

10Tabella 3 - Importazioni ed esportazioni di carni di coniglio all’interno della UE (t/anno)

Stati

Importazioni 1989 1990 1991 1992 1993 1994

Italia 18.427 17.944 15.930 15.887 13.362 8.600Germania 2.728 2.289 3.398 4.339 4.975 7.156Francia 13.215 9.687 4.542 6.051 5.491 6.322Olanda 600 675 290 163 5.388 5.285Gran Bretagna 2.215 2.277 608 562 732 1.428Belgio/Lux 1.854 1.531 929 2.139 1.756 1.160Totale CE 12 39.579 34.559 25.810 29.288 31.746 29.997Totale CE 15 30.024

EsportazioniFrancia 2.342 1.935 1.742 1.367 1.267 1.036Italia 59 58 131 126 110 147Olanda 129 2.732 2.679 2.146 2.099 1.990Totale CE 12 2.853 2.732 2.679 2.146 2.099 1.990

Tabella 4 - Andamento delle produzioni, dei consumi e dei prezzi di conigli e mangimi

Anno coniglivivi£/kg

coniglimacellati

£/kg

prezzomacellato/ vivo

mangime perconigli

£/kg

Prezzo con.vivi/mangime

Consumo

tx103

Produzione

tx103

Consumopro capite

kg1970 605 1016 1,67 94 6.5 103 94 1,931975 1054 1635 1,55 130 8,1 167 139 3,011980 1918 3641 1,89 209 9,2 205 183 3,641985 2753 5693 2,06 390 7,0 224 207 3,921990 2997 6531 2,17 360 8,3 232 213 4,001995 3242 6730 2,08 405 8,0 241 228 4,182000 3199 7200 2,25 440 7,3 242 230 4,20

Page 11: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

11

2.1. CARATTERISTICHE SISTEMATICHEDELLA SPECIE

Il coniglio è un Mammifero appartenenteall’ordine dei Lagomorfi (Roditori Duplici-dentati), famiglia dei Leporidi, sottofamiglia deiLeporini, genere Oryctolagus, speciecuniculus.

Le principali caratteristiche dei Leporidi sono leseguenti:

- non posseggono ghiandole sudoripare, fattaeccezione per l’area plantare;.

- le narici si aprono in una zona glabra, a formadi Y, detta rhinarium;

- il labbro superiore presenta una fenditura chelo attraversa dall’alto in basso, denominataphiltrum. La pelle prossimale, per contrazionedella sua muscolatura, può ricoprire lasottostante zona glabra e obliterare le narici;

- la mano ha cinque dita, con forte sviluppo delterzo e riduzione del primo mentre il piede hasolo quattro dita;

- la dentatura comprende, sulla mascella, duepaia di incisivi (i posteriori meno sviluppati),tre coppie di premolari e tre di molari. Sullamandibola invece sono presenti: una coppiadi incisivi, due coppie di premolari e tre dimolari. Mancando i canini resta uno spaziovuoto, detto “diastema”. Gli incisivi sonotagliati obliquamente a scalpello e sono assairesistenti; i premolari e i molari hanno formaprismatica e presentano una superficie durae rugosa. Tutti i denti sono ad accrescimentocontinuo, che è particolarmente intenso negliincisivi: 104-106 mm/anno nei superiori, 122-

128 mm/anno negli inferiori. Questo giustifical’attitudine alla rosura con conseguentelogorio dei denti;

- i padiglioni auricolari sono molto sviluppati;

- la fisiologia digestiva è caratterizzata dalfenomeno della ciecotrofia che consiste nellaproduzione e reingestione di un tipo di“excreta”, elaborato dal cieco. Il fenomeno,scoperto dal veterinario Morot nel 1882, fuconfermato da Drane nel 1895 nelle lepri. Lefeci dure che si rinvengono sul pavimentodella gabbia sono generalmente emessedurante il giorno mentre nelle ore notturnel’animale espelle pallottole rotondeggianti,con diametro compreso tra 2 e 12 mm, moltoumide, circondate da muco e riunite ingrappoli. Il coniglio le afferra con le labbraalla loro uscita dall’apertura anale e leinghiotte senza masticarle. Al mattino essepossono rappresentare fino a ¾ delcontenuto gastrico. Tale processo consenteall’animale di sfruttare al massimo i principinutritivi e l’acqua degli alimenti, garantendonela sopravvivenza anche in condizioniprecarie;

- la ovulazione è provocata dal coito.

Le principali caratteristiche differenziali traconiglio e lepre; sono quelle di seguito elencate:

Coniglio: 44 cromosomi, orecchie generalmentepiù corte della testa, iride di colore bruno scuro,muscoli volontari bianchi, zampe posteriori piùlunghe delle anteriori, assenza di cuscinettoplantare, area di spostamento limitata, conraggio di 500-600 m, ricovero naturale scavatonel terreno anche profondamente, gravidanza di30-32 giorni, nidiate di 4-12 piccoli che nascononudi, con palpebre chiuse e incapaci di spostarsi(prole inetta), allattamento 4-6 settimane. É unanimale che non batte ampi territori e, sespaventato, fugge anche più rapidamente dellalepre; la velocità massima per brevi tratti è di 38km/ora.

Lepre: 48 cromosomi, orecchie più lunghe dellatesta, iride giallastra, zampe posteriori molto piùlunghe delle anteriori, unghie del piede confenditura, muscoli volontari rossi, gravidanza di40 giorni, con possibilità di superfetazione,ovvero contrarre una nuova gravidanza durantela precedente gestazione, prole ricoperta di peli,con occhi aperti e capace di spostarsi. É unanimale solitario che resta in coppia evagabonda in un ampio territorio. Grazie alnotevole sviluppo degli arti posteriori puòeffettuare balzi di circa 4 m raggiungendovelocità fino a 80 km/h.

Il coniglio selvatico è un vegetariano polifago chesi nutre di piante erbacee, steli, radici e grani.Durante l’inverno rode le scorze succulente deigiovani alberi arrampicandosi anche sullebranche più basse. Beve poco, ricavandol’acqua dai vegetali freschi, che ne hanno

Page 12: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

12un’elevata quantità endogena e sono spessocoperti di rugiada. É un animale con ritminictemerali e con abitudini crepuscolari; i suoimezzi di difesa sono occultazione, mimetismo,udito spiccato, elevata capacità riproduttiva,perfetta conoscenza del territorio prescelto.

É per questo che preferisce vivere in zonesemicoperte o scoperte che gli consentono unadifesa attiva con spostamenti a zig-zag lungopercorsi costanti, senza essere costretto aimprovvisare la fuga. Predilige i terreni secchi edemarca il suo territorio strofinando il mento(provvisto di ghiandole odoripare) contro alberi oasperità del terreno, che servono come punto diriferimento e indicano la delimitazione. Durante ilgiorno si riposa sotto la copertura dei cespugli o,più frequentemente, nella sua tana, la quale sicompone di più gallerie disposte quasi ad angoloretto che vanno a sboccare in una camera diabitazione, restringendosi in prossimità del suoimbocco; alcune gallerie si aprono all’esterno.

Nelle garenne molto popolate le gallerie scavatedai diversi animali comunicano tra di loro (vedischema 1). Gli escrementi vengono depostiall’esterno in un luogo prestabilito (2). Lefemmine, in prossimità del parto, costruisconouna tana più profonda e a cul di sacco, aqualche centinaio di metri dalla tana comune (3).Per preparare il nido trasportano e poiammassano nella tana, paglia, fieno, fogliesecche e peli che si strappano dal petto e dalventre.

La gestazione dura 30-32 giorni e dopo il parto lamadre mangia la placenta e le membrane fetalirecidendo il cordone ombelicale. I piccolitroveranno nel nido un rifugio caldo e morbido,indispensabile per la loro sopravvivenza (proleinetta). Nei primi 18 giorni la loro alimentazione è

esclusivamente a base di latte materno mal’allattamento può protrarsi per oltre 6 settimane.La madre abbandona la nidiata durante il giornoper evitare che il suo odore attiri i predatori echiude l’apertura della tana con terra. Lachiusura diviene sempre più debole via via che ipiccoli crescono e verso le tre settimane di età latana non viene più chiusa, ma la madre rimanenelle sue vicinanze. L’allattamento avviene nelleprime ore della sera o della mattina,generalmente 1-2 volte al giorno. I maschipossono uccidere la prole per accoppiarsi con lafemmina e si battono accanitamente per il suopossesso fino a castrarsi morsicandosi i testicoli.Tanta aggressività contrasta con iltemperamento pavido ed emotivo del maschio,quando non è preda degli istinti sessuali.

Il coniglio è un animale molto resistente allecondizioni avverse, perché la protezione dellapelliccia e i suoi meccanismi digestivi gliconsentono di vivere anche in ambienti freddi ecarenti di risorse alimentari e idriche. Neiconfronti dell’acqua, ad esempio, riesce aricavarne elevate quantità dagli alimentiproducendo escrementi molto disidratati ed orinaconcentrata.

É un animale timido, schivo e diffidente versoindividui delle altre specie. É invece moltosocievole con i suoi consimili e forma clanfamiliari entro i quali la gerarchia e l’ordinesociale rivestono un’importanza fondamentale.Nell’ambito di ciascun gruppo si stabilisconorelazioni sociali regolate dalla emissione diferomoni, la cui azione si può esplicare inmaniera diversa in relazione agli organi recettori,anche se la via più comune di comunicazione èquella olfattiva. Le ghiandole situate sul mento eai lati dell’apertura anale producono sostanzecon odori peculiari e quelli dei vari individui delclan si mescolano originando un odore di gruppoche tiene lontani gli intrusi della stessa specieestranei al clan. I maschi emettono odori piùintensi rispetto alle femmine, ad indicare il loropredominio su di esse, ma esistono differenzeanche tra maschi che esprimono il grado didominanza. L’odore rappresenta anche unmezzo di attrazione sessuale. La gerarchiasociale implica la presenza di un maschiodominante che funge da capo e sottomette tuttoil clan; si forma poi una piramide discendentenella quale gli uni sottostanno agli altri. Ladominanza è marcata dalla intensità deiferomoni e dalla aggressività sessuale: i coniglidominanti battono con forza i loro piedi al suoloallontanando i competitori. I fenomeni gerarchicisi sviluppano a partire dalla pubertà ed è aquesta età che conviene individuare ed isolare iriproduttori, per evitare che si verifichino le lottecruente che, come già detto, possono culminarenella castrazione.

Anche nel coniglio domestico le abitudini varianoin rapporto all’ora della giornata. In generale, ilperiodo di massima attività corrisponde al

Page 13: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

13crepuscolo e alla notte, quello di minima attivitàalle ore mattutine.

A titolo esemplificativo si riporta quanto scaturitoda alcune osservazioni che hanno consentito diquantificare i tempi dedicati alle diverse attivitàgiornaliere: riposo 16 ore; ingestione di alimenti5 ore; pulizia e cura della pelliccia 2 ore;lattazione e movimenti vari 1 ora.

Riposo: le coniglie lattanti trascorrono i 2/3 dellaloro giornata riposandosi; il riposo può essere“raccolto”, con posizione simmetrica, immobilità,orecchie semi-rigide e occhi aperti, oppure“rilassato”, con posizione asimmetrica,semidistesa, orecchie rilassate, occhisemichiusi. La seconda forma è molto più rara esi verifica con frequenza dopo il tramonto odurante le ore più calde della giornata.

Ingestione di alimenti: il tempo dedicato allaingestione di acqua è minimo in confronto aquello richiesto per il cibo, che viene masticatocon molta cura. I periodi di alimentazione piùattiva sono quelli tra le 1 e le 4, poi tra le 18 e le20 e tra le 22 e le 24. In un esperimentocondotto su conigli di 4-5 kg, la quantità dimangime ingerito oscillava tra 133 e 252 g, confrequenza variabile da 23 a 33 volte; ogni presaera di 6-9 g. I conigli si sono avvicinatiall'abbeveratoio da 13 a 18 volte, con presevariabili da 13 a 19 g. L’acqua ingerita oscillavatra 134 e 294 ml.

Pulizia e cura della pelliccia: comprende sia imovimenti che l’animale effettua per mantenerein ordine il suo pelo, che la leccatura dellezampe e delle orecchie, il raschiamentodell’addome, lo strofinio delle orecchie con lezampe. Le operazioni di pulizia si svolgono informa minuziosa e precisa e ad esse vienededicata buona parte della notte.

Allattamento: le poppate avvengonoprevalentemente di notte, senza un orario fisso.Il loro numero è in media di 2. Su 76osservazioni eseguite, 60 poppate si sonoverificate tra le 21 e le 7, con una durataindividuale da 3 a 8 minuti (media 7 minuti).

Movimenti vari: sono poco frequenti e irregolari;comprendono: osservazione, spostamenti,trasporto di materiale, depilazione, minzione,defecazione.

Page 14: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

14

3.1. ANATOMIA E FISIOLOGIA:CONFORMAZIONE E STRUTTURACORPOREA

Il corpo del coniglio è simmetrico, allungato, concapo piccolo e grandi padiglioni auricolari, conarti posteriori molto più sviluppati di quellianteriori. Il corpo è totalmente coperto di pelo,che può presentarsi con diverse tonalità dicolore, sebbene nel coniglio selvaticopredominino i colori mimetici (bruno, grigiastro).

Il capo è tronco conico e presenta una boccamolto mobile, con una fenditura sul labbrosuperiore, che consente di vedere gli incisivi.Sulla sommità del labbro sono situate le narici,disposte obliquamente nel rhynarium. Il muso èmolto mobile, coperto di pelo corto e fino; unaserie di peli sensitivi lunghi e divergenti, inseritisulle guance, completa la configurazionedell’estremità facciale. Lateralmente sidistaccano due prominenze a forma di borse enel bordo del mento sono collocate dueghiandole esterne.

Gli occhi sono grandi, vivaci e talora sporgenti; lafronte è spaziosa e piana; i padiglioni auricolarihanno un grande sviluppo, sono situatisimmetricamente sulla sommità del capoformando un angolo a V, presentano una base

carnosa e sono ricoperti di pelo corto e fino. Alleorecchie, che sono mobili, spetta il compitofondamentale di indicare agli animalil’approssimarsi di un pericolo e nei periodi dicaldo contribuiscono alla termoregolazione,perché presentano un grande sviluppovascolare.

Il collo del coniglio è molto corto, talvoltainapparente, e inferiormente può presentare unaduplicatura cutanea, detta giogaia.

In condizione di riposo il corpo presenta unaforma raccolta e arrotondata, con un profilo più omeno convesso. Il dorso è molto corto e ingenerale poco evidente. La regione lombare èallungata, ampia e flessibile e termina con unagroppa corta e raccolta, alla cui estremità siimpianta la coda. L’addome è molto piùsviluppato del torace, come in tutti gli erbivori, eporta le mammelle disposte, in numero di 8, indoppia fila. L’estremità posteriore presenta l’ano,gli orifizi sessuali e le ghiandole perianali.

Gli arti anteriori sono brevi, dotati di grandemobilità e terminano con una mano piccola,

munita di 5 dita, armate di robuste unghie.

La zampe posteriori sono molto forti e adatte percompiere passi lunghi e per gli spostamenti azig-zag. Il piede è molto compatto e fermo,

Page 15: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

15contornato completamente di pelo; presenta 4dita ed è privo di cuscinetto plantare.

Nella fase di riposo gli animali adottano unaposizione plantigrada, durante la locomozionedigitigrada.

Le diverse razze si differenzianomorfologicamente in rapporto alla struttura, chepuò essere brevilinea (conigli nani), mesolinea(conigli da carne), longilinea (tipo lepre); anchela taglia può oscillare a seconda che trattasi dirazze giganti (6-8 kg), medie (3,5-5 kg), piccole(1,2-2,5 kg) o nane (< 1 kg).

Page 16: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

16

3.2 PELLICCIA

Quando i coniglietti nascono sono nudi; entrobreve tempo il loro corpo si riveste di una finecopertura di pelo che verso i 12-15 giorni di età èestesa a tutto il corpo.

La pelliccia dei neonati può avere un colorediverso da quella degli adulti, come si verificanelle razze Californiana e Argentata diChampagne, i cui piccoli alla nascita sonogrigiastri e neri, rispettivamente.

La qualità della pelliccia esprime lo stato disalute dell’animale. In condizioni ottimali il pelo èfino, pulito, liscio e brillante; passando la manocontropelo esso riacquista rapidamente la suaposizione.

Macroscopicamente la pelliccia appare formatada due tipi di peli ma ad un esame più attento lastessa risulta costituita da 5 tipi di peli:

- giarra tipici, lunghi 30-40 mm, molto numerosi(in certe razze sono prevalenti), robusti eresistenti, con una zona midollare moltosviluppata ricca di pigmenti;

- giarra con base a spirale, lunghi 20-30 mm,più radi dei precedenti, con una porzionebasale fine e spiralata, che conferisce loro unaspetto cotonoso (simile alla borra);

- sostegno, poco numerosi, assai robusti emolto lunghi (28-45 mm) tanto da sporgere insuperficie. Hanno funzione di sostegno e diprotezione;

- borra, corti 20-25 mm e fini; sono abbondantinei giovani e in inverno. Sono poco pigmentatianche perché sono molto sottili;

- borra con punta visibile, più robusti eresistenti dei precedenti, con un diametromaggiore (più ricchi di pigmento) e con unaspetto cotonoso; misurano 20-35 mm.

La pelle del coniglio è molto resistente,caratteristica che aumenta con l’età e che è piùspiccata nel maschio.

A partire da 3 mesi di vita il pelo è sottoposto acicli di rinnovamento che si denominano mute, lequali si verificano durante i periodi più caldidell’anno e comportano la caduta della borra,che si riforma soprattutto in autunno. La mutaavviene lentamente ed è evidenziabile attraversole irregolarità della pelliccia e il facile distacco diciuffi di peli. Quando il pelo viene ricostituito ilconiglio ha bisogno di proteine ricche diaminoacidi solforati; gli animali sono meno vivacie alcune funzioni fisiologiche risultano depresse(< fertilità). Sulla muta esplicano la loro influenzafattori genetici, alimentari e ambientali.

Il colore della pelliccia varia secondo le razze. Sipossono avere tinte uniformi (bianco, nero, fulvo,etc.) , oppure colori diversi distribuiti sullo stesso

pelo (Argentato di Champagne, Cincilla, Leprebelga) o, infine, colorazioni diverse localizzate inparticolari zone del corpo (Californiano,Olandese, piccolo Russo).

Page 17: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

17

3.3 SISTEMA SCHELETRICO

Lo scheletro della testa o teschio è un vero eproprio astuccio, rigido e resistente, formato daossa piatte saldate o inamovibili, fatta eccezioneper la mandibola. Si distingue un cranio neurale(cavità o scatola cranica) e un cranio viscerale(faccia).

Fanno parte del cranio neurale l’occipitale, losfenoide e l’etmoide, ossa impari e mediane; itemporali, i parietali e i frontali, pari e simmetrici.

L’occipitale è l’osso più aborale e si articola con

la prima vertebra o atlante.

Lo sfenoide forma la maggior parte delpavimento della scatola cranica.

L’etmoide ha una posizione profonda e delimitaanteriormente il neuro cranio con la sua laminacribrosa, mentre partecipa alla formazione delsetto nasale con la sua lamina perpendicolare.

I temporali sono formati da una lamina chedelimita lateralmente la scatola cranica e da unaporzione petrosa che racchiude l’organodell’udito.

I parietali chiudono dorsalmente il cranio neuralee si saldano posteriormente con l’occipitale eanteriormente con i frontali; questi ultimi

delimitano in parte le orbite e presentano nel lorospessore ampie cavità (seni).

Il cranio viscerale comprende le ossa nasali,incisive, zigomatiche, lacrimali, mascellari,palatine, pterigoidee, tutte pari e simmetriche; ilvomere, la mandibola e lo ioide, impari emediane. A tali ossa devono aggiungersi ifrontali e l’etmoide che appartengono sia alcranio neurale che a quello viscerale.

La porzione supero-anteriore è delimitata dalleossa nasali, quella laterale dai lacrimali chechiudono le orbite e dai mascellari che sicollegano posteriormente con le ossa parietali

per formare l’arco zigomatico. I mascellariportano sul loro margine ventrale gli alveoli ovesi impiantano i denti premolari e molari;anteriormente si articolano con i premascellari oincisivi, ove si inseriscono i denti incisivi.

Inferiormente il cranio viscerale contiene partedella porzione anteriore dell’etmoide e le ossapalatine che fondendosi formano il palato duro.

La mandibola, unico osso mobile della faccia, hala forma di una V aperta all’indietro e porta glialveoli per i denti incisivi, premolari e molari.

Tra incisivi e premolari vi è uno spazio liberodenominato diastema.

Page 18: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

18Il vomere va a formare il setto nasale insieme alprolungamento orale dell’etmoide e al settocartilagineo.

Lo ioide è un insieme di ossicini situati nellospazio mandibolare, che sostengono organiprofondi come la lingua, il faringe e la laringe.

La colonna vertebrale è costituita da un insiemedi ossa metameriche, le vertebre, che sisuddividono in:

Cervicali (n. 7), piccole e articolate,. La primavertebra, o atlante, ha il corpo assai ridottoperché saldato per la maggior parte con quellodella seconda; è inoltre dotata di processitrasversi molto estesi. La seconda vertebra, oepistrofeo, ha invece un corpo molto allungato.

Toraciche o dorsali (n. 12 o 13); hanno unprocesso spinoso assai sviluppato e portanofaccette articolari per l’inserzione delle costole.

Lombari (n. 7), oltre ad un processo spinososviluppato e robusto, hanno processi trasversiassai espansi. Sono molto mobili.

Sacrali (n. 4), sono saldate a formare l’ossosacro.

Caudali o coccigee (n. 16), le prime presentanoun orifizio vertebrale; a partire dalla 5a siatrofizzano progressivamente, riducendosi apiccoli cilindri pieni che vanno a formare unacatena lineare appuntita.

Le costole (12 o 13) sono ossa allungate,incurvate, con la convessità rivolta versol’esterno. Il loro numero corrisponde a quellodelle vertebre dorsali, con le quali si articolanomediante un processo, o testa. Distalmente siprolungano in una cartilagine che si articola inapposite depressioni dello sterno. Solo le prime7 costole sono vere o sternali, le altre, dettespurie, sono saldate con le estremità cartilagineee collegate alle vere mediante tessutoconnettivo. Le ultime 3 sono del tutto fluttuanti.

Lo sterno è un osso impari, mediano, che chiudeventralmente la gabbia toracica. É costituito dasegmenti distinti, saldati insieme, e comprendeuna porzione anteriore o manubrio ed unaposteriore o processo xifoideo, con omonimacartilagine.

ll cinto scapolare ha una clavicola rudimentale.La scapola, invece, è un osso piatto, di formatriangolare, che si articola distalmente mediantela cavità glenoidale con la testa dell’omero.

L’omero è un osso lungo, dotato di ampiamobilità grazie a un legamento capsulare;distalmente si articola con le ossadell’avambraccio (radio e ulna), concorrendo aformare l’articolazione del gomito.

Il radio ha una forma cilindroide e distalmente èsaldato all’ulna, osso più irregolare con unprocesso detto olecrano, che sovrastaprossimalmente il radio.

Il carpo è formato da 9 elementi, disposti in 2file, le ossa metacarpali sono 5, come le dita, lequali presentano 3 falangi ad eccezione delpollice che ne ha 2. Tra metacarpo e falangi siinseriscono le ossa sesamoidee.

Il cinto pelvico deriva dall’unione dell’osso sacrocon il coxale.

Il coxale, pari e simmetrico, è formato da 3 ossa,l’ileo, l’ischio e il pube; le ultime due si unisconoper sinfisi sul piano mediano con lecorrispondenti del lato opposto. L’ileo è ilsegmento più ampio, ha una forma triangolarecon la base libera rivolta verso l’avanti e l’alto.Presenta una tuberosità interna o sacrale ed unaesterna o dell’anca, la quale ultima determina lacaratteristica sporgenza che va appunto sotto ilnome di anca.

Il pube si trova ventralmente all’ileo eanteriormente all’ischio, il quale rappresentaquindi l’osso più caudale del coxale. Le 3 ossadelimitano la cavità dell’acetabolo, che accogliela testa del femore.

Il femore, base scheletrica della coscia, è moltolungo e robusto.

Le ossa della gamba sono la tibia e il perone ofibula, la prima lunga e tozza, il secondo sottile eridotto. In corrispondenza della parte anterioredistale del femore si colloca la rotula o patella: ilcomplesso dell’articolazione femoro-tibio-peronale-rotulea forma il ginocchio.

Alla gamba fa seguito la regione del garretto cheha per base scheletrica le ossa del tarso, moltograndi e in numero di 6; tra esse si evidenzianol’astragalo e il calcaneo.

Le ossa metatarsali sono 5, ma il 5° èpraticamente atrofizzato; le dita sono 4, ciascunacon 3 falangi.

Page 19: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

19

3.4 ANATOMIA E FISIOLOGIADELL’APPARATO DIGERENTE

L’attività digestiva del coniglio presenta alcunepeculiarità che gli consentono di utilizzare al

massimo gli alimenti vegetali di cui si nutre, chesono spesso assai poveri di principi nutritivi. Unmezzo efficace per raggiungere questo obiettivoè rappresentato dal fenomeno della ciecotrofia,che presuppone la produzione e reingestione diun tipo di excreta, con presenza di due ciclidigestivi.

Il coniglio, essendo un roditore, ingeriscelentamente gli alimenti, assumendoli in bolipiccoli e frequenti. Anche la triturazione è moltometicolosa per consentire alle particelle deglutitedi venire attaccate più facilmente dai succhidigestivi.

L’apparato digerente è formato da un lungocondotto, munito di dilatazioni e restringimenti,che percorre in senso cranio-caudale il corpodell’animale, iniziando con l’apertura boccale eterminando con quella anale.

Il diaframma lo divide in due porzioni: una pre-diaframmatica ed una post-diaframmatica.

Fanno parte della prima la bocca, la faringe el’esofago; della seconda una piccola parte diesofago, lo stomaco e l’intestino (tenue e

crasso). Nella cavità addominale si trovanoinoltre due grosse ghiandole annesseall’intestino, il fegato e il pancreas.

La bocca, adibita alla prensione e allamasticazione, dispone degli elementi necessariper tali compiti: labbra, denti, lingua e palato. Il

labbro inferiore è arrotondato e quello superiorepresenta la caratteristica fenditura; l’aperturaboccale è piccola ma dotata di grande mobilità. Identi sono adatti a rodere e triturare alimentitalora molto duri e sono a crescita continua percompensare l’usura cui sono sottoposti. Moltocaratteristici sono gli incisivi, tagliatiobliquamente a scalpello e assai resistenti, cheformano nella mascella una doppia coppia, laposteriore delle quali è più piccola. Mancano icanini per cui resta uno spazio interdentariodopo il quale si impiantano i premolari e i molari,che presentano una superficie dura e rugosa. Ladentatura è composta di 28 elementi, distribuitisecondo la seguente formula:

2 0 3 3i ----- c ----- p.m. ------m. ------- 1 0 2 3

La lingua è grande e dotata di bottoni gustativi epapille; le ghiandole salivari (parotidi,sottomascellari e sottolinguali) sono voluminose.Il palato presenta una porzione dura a festoni, ed

Page 20: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

20una molle o velo palatino che separa la boccadalla faringe.

La faringe o retrobocca è un organo cavocomune alle vie digerenti e respiratorie. Sullasua parte anteriore si aprono le coane e l’istmodelle fauci; lateralmente le trombe di Eustachio.Ventralmente si rinviene l’apertura dell’esofago eal di sotto di essa quella della laringe. Nellafaringe sono presenti le tonsille.

L’esofago è un condotto che percorre il collo (alato della trachea) e la cavità toracicaattraversando poi il diaframma fino a sboccarenello stomaco.

Lo stomaco è un organo voluminoso a forma diborsa, che può contenere 90-100 g di unamescolanza di alimenti più o meno pastosi.Comprende due parti: il sacco cardiale o fundus,prossimo all’ingresso, privo di ghiandole e conpareti sottili, e l’antro pilorico con mucosaghiandolare e pareti molto più spesse.Attraverso il piloro comunica con l’intestino, chesi divide in tenue e crasso.

L’intestino tenue misura circa 3 m di lunghezza e0,9 cm di larghezza; il suo contenuto (20-40 g) èliquido, soprattutto nella prima porzione.Comprende a sua volta il duodeno (piuttostolungo), il digiuno e l’ileo. Quest’ultimo sboccanell’intestino crasso con una apertura, protettadalla valvola ileo ciecale.

Anche l’intestino crasso si divide in tre parti:cieco, colon e retto.

Il cieco è lungo da 30 a 50 cm ed ha un diametrodi 3-4 cm, contiene una pasta omogenea col

20% di sostanza secca e termina con unaappendice tubulare chiusa lunga 13 cm. É unorgano fondamentale per il coniglio come denotail suo grande sviluppo; è disposto a spirale epresenta caratteristiche bozzellature. Da unpunto di vista strutturale si differenzia in treporzioni: il corpo, l’appendice e il sacco rotondo;le ultime due sono molto ricche di organi linfatici.In prossimità dello sbocco dell’intestino tenue nelcieco si rinviene anche l’ingresso del colon,cosicché il cieco appare come un diverticolo,lungo l’asse intestino tenue-colon; nonostanteciò rappresenta un luogo di passaggio obbligatoove il contenuto circola dalla base verso la punta

per tornare verso la base, scendendo lungo lepareti. Al cieco segue il colon, lungo circa 1,5 m,il quale si divide in due parti ben distinte: colonprossimale con pronunciate bozzellature (50-55cm), e colon distale con pareti lisce (90-95 cm).

Più in dettaglio le porzioni che lo compongonosono 5:

• ampolla ciecale, a forma di cupola convessa,è ricca di noduli linfatici e funziona da valvolatra tenue colon e cieco;

• parte iniziale del colon prossimale, lungacirca 6 cm, si caratterizza per le sue grossebozzellature; struttura e contenuto sono similia quelli del cieco per cui nell’alimentoproseguono i processi fermentativi;

• parte restante del colon prossimale, conbozzellature più ridotte, mucosa costituita daun epitelio cilindrico e sottomucosa ricca dighiandole ramificate;

• fusus coli di appena qualche mm ecorrispondente al passaggio tra l’epiteliocilindrico e quello cubico; è povero dighiandole ramificate;

• colon distale, allungato e con aspetto lineare,ha una mucosa formata da cellule cubiche ericca di ghiandole mucipare.

Il retto è lungo 10-15 cm ed assume un aspettoa rosario per la presenza delle pallottole fecali.Lo sfintere anale presenta ai lati due ghiandole,la cui secrezione giuoca un ruolo fondamentalenel comportamento sociale della specie.

Il fegato è la più grossa ghiandola dell’organismoed è situata nella cavità addominale, a ridossodel diaframma. Ha un colore rosso bruno, èmolto friabile e presenta una superficie anterioreconvessa a contatto con il diaframma ed unaposteriore leggermente concava, a contatto conlo stomaco e le anse intestinali. Sulla facciaposteriore si trova l’ilo attraverso il qualepenetrano ed escono i vasi ed esce il condottoescretore. Il suo corpo è suddiviso in 4 lobi.Funzionalmente, come ghiandola annessaall’intestino, produce la bile ma nell’economiagenerale dell’organismo svolge importantissimefunzioni, quali quella glicogenetica. Le vie biliarisono rappresentate dai condotti epatico e cistico,che si riuniscono nel condotto coledoco. Ilcondotto cistico fa capo alla vescichetta biliare ocistifellea.

Il pancreas è la seconda ghiandolaextraparietale annessa al duodeno; elabora unsecreto che si riversa nel duodeno mediante ildotto pancreatico.

3.4.1 FUNZIONAMENTO DEI DIVERSIORGANI

0% 10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Cavallo

Coniglio

Polig.

stomacotenueciecocolon

Page 21: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

21La bocca svolge tre funzioni: prensione deglialimenti; masticazione; insalivazione.

La prensione degli alimenti si effettua mediantemovimenti labiali e con intervento diretto degliincisivi superiori; gli alimenti ingeriti vengonofinemente sminuzzati nel vestibolo della cavitàorale per azione degli incisivi. Sono gli incisiviinferiori a tagliare il cibo mentre i superioriservono come base di appoggio (incudine). Lamasticazione avviene mediante spostamentitrasversali e laterali della mandibola, la quale èmunita di un’articolazione monocondila. Questimovimenti sono necessari perché la linee molaridella mandibola sono più ravvicinate di quelledella mascella. Come già visto, tutti i denti hannoradici aperte che ne consentono l’accrescimentocontinuo; la ingestione di alimenti duri stimola illoro sviluppo. La masticazione è molto rapida esi attua con movimenti di scarsa ampiezza. Glialimenti, triturati dagli incisivi, vengono spintidalla lingua verso i molari che li macinano conmovimenti laterali. La lingua interviene nellospostamento e rimescolamento del cibo più chenella prensione, perché nei roditori non fuoriesceall’esterno. Simultaneamente alla masticazionesi attua la insalivazione e il bolo alimentare siimpregna di ptialina.

Nello stomaco gli alimenti deglutiti subiscono iprimi processi digestivi; il contenuto gastrico èrappresentato dal bolo alimentare, dall’acqua edai ciecotrofi, con predominio degli uni sugli altria seconda dell’ora della giornata.

I due settori dello stomaco svolgono compiti bendefiniti; la zona cardiale o fundus funge dariserva, mentre l’antro pilorico ha funzionisecretorie. I ciecotrofi ingeriti rimangono intattiper un certo tempo, protetti dalla pellicola dimuco che li riveste; successivamente i singoliacidi si dividono, si reidratano e aumentano divolume disintegrandosi lentamente. Lo stomaconon ha mai un contenuto omogeneo perché iciecotrofi si accumulano nella zona cardiale.L’umidità del contenuto gastrico oscilla tra l’81 el’83%, il pH tra 1,5 e 2. Il tempo di digestionegastrica è piuttosto lungo ma varia in funzionedei componenti. L’antro pilorico lascia passarepiccole quantità di cibo rimanendo sempresemipieno ed assicurando così la regolazionedel transito verso l’intestino. Nella zona cardialesi mantiene una certa attività microbicagiustificando la presenza dopo il pasto dicospicue quantità di acido lattico. I ciecotrofi,grazie all’azione tampone della mucina,conservano l’attività microbica per circa 6 ore, altermine delle quali si liberano gli acidi grassivolatili, le proteine, le vitamine e i mineraliprodotti. A questo punto passano nella zonapilorica per subire la digestione gastrica insiemeal restante alimento. Lo stomaco secernepepsina e acido cloridrico e alberga una certamicroflora che, anche se non è abbondante, èmolto regolare: i microaerofili predominanodurante la lattazione, gli anaerobi stretti negli

animali adulti. Il succo gastrico ne inibisce losviluppo.

L’intestino è una zona molto importante ai finidigestivi per la presenza dei succhi enterico epancreatico e della bile. Le ghiandole dellamucosa duodenale secernono un liquidovischioso ricco di bicarbonati (pH circa 7,5), cheneutralizza l’acidità del chimo il quale vi giungecon un pH di 1,8- 2,2.

Le attività enzimatiche presentano un forteaumento a partire dal 24° giorno di vita delconiglietto come conseguenza dell’alimentosolido ingerito che stimola la biosintesi di amilasie di tripsina.

La bile viene secreta in quantità cospicua; l’acidobiliare quantitativamente più importante è ilcolico, ma è presente anche l’acido lattico. Nelduodeno il chimo, diluito dalle sue secrezioni,raggiunge un contenuto idrico del 90-95%; inquesta zona talvolta si riscontra anche del gas,conseguente alle fermentazioni gastriche. Neldigiuno inizia la disidratazione e l’acqua scendeall’86-88% raggiungendo nell’ileo l’80-85%; il pHoscilla tra 7,5 e 8,0.

Il cieco presenta contrazioni regolari che varianoda 10 a 15 ogni 10’; durante il pasto la frequenzapuò raddoppiare mentre si annulla subito dopo. Imovimenti del cieco producono unaomogeneizzazione del materiale, che vi sosta untempo considerevole subendo modifiche del suocontenuto di tipo biochimico e biologico; il pHoscilla tra 5 e 6,4 e il livello di sostanza secca trail 20 e il 25%. Le secrezioni enzimatiche sono discarsa entità ma continuano ad agire alcunienzimi intestinali; unica secrezione è quelladell’appendice vermiforme che consiste in unfluido alcalino e isotonico con pH 7,8-8,0.

La microflora ciecale è molto abbondante ed ècostituita da una serie di germi che colonizzanol’organo. Il coniglietto quando nasce ne èsprovvisto ma già nel primo giorno di vitaacquisisce i primi germi per contatto con il pelodel nido e con i capezzoli della madre.

La popolazione batterica varia con l’età. Fino a14 d di vita si riscontrano Enterococchi eClostridi (C. tertium). Tra 14 e 21 d subentrano iColiformi ma si verifica anche l’impianto, informa stabile e dominante, degli anaerobiobbligati Gram- del genere Bacteroides.

Dopo lo svezzamento sono sempre iBacteroides a dominare (>107/g di contenuto),ma subentrano popolazioni sottodominanti efluttuanti costituite da anaerobi facoltativi(coliformi, bacilli) e obbligati (clostridi).

La microflora ciecale del coniglio si caratterizzaquindi per l’assenza di lattobacilli e stafilococchie per la presenza di una flora “di barriera”(Bacteroides), che si impianta precocemente esvolge un ruolo fondamentale sullo stato

Page 22: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

22sanitario e sul rendimento produttivo deglianimali.

Su questa base Morisse ha definito dei valoriche caratterizzano le condizioni fisiologiche equelle patologiche del coniglio ovvero:

I Bacteroides infatti attaccano la cellulosaproducendo acidi grassi volatili (AGV) che, seraggiungono livelli adeguati, conferiscono alcontenuto ciecale un pH sfavorevole allosviluppo dei germi potenzialmente patogeni.

Condizione pH NH3µmol/g

AGV%

AGV tot.µmol/g

Colibacillin.

Acetico Propionico ButirricoFisiologica 5,8-6,0 ≤ 20 65±5 6±1 27±5 80±5 ≤ 103

Patologica > 6,5 ≥ 30 65±5 15±3 17±3 35±5 >106

L’intestino crasso è la sede di formazione dellefeci e di riassorbimento dell’acqua; il prodottoche vi entra perde quasi il 40% dell’acqua chepossedeva.

La motilità dei tratti ileo, cieco e colon èstrettamente collegata; sembra infatti che lamaggior parte delle contrazioni del cieco sianoprecedute da un’attività peristaltica dell’ileo eantiperistaltica del colon prossimale e che lamotilità del cieco sia seguita da una forte motilitàdel colon.

Il retto svolge il compito di frammentare le feciriassorbendo una grande quantità di acqua: ilcontenuto vi entra con il 50-56% di umidità e viesce con il 15-18%. Le pallottole fecali dureprodotte da questo tratto vengono espulseritmicamente dall’ano.

L’apparato gastroenterico è ripiegato due voltesu se stesso e l’intestino tenue in particolareforma varie curvature a gomito presentando solol’ultimo tratto rettilineo.

3.4.2 LA CIECOTROFIA

La fisiologia della digestione del coniglio èdominata dal fenomeno della ciecotrofia. Si parladi ciecotrofia e non di coprofagia in quantol’animale non ingerisce le feci ma il materialeelaborato dal cieco, che può essere consideratoun vero e proprio alimento. Il processo consisteappunto nella produzione e assunzione di un tipodi excreta con peculiari caratteristiche fisiche echimiche, il ciecotrofo, che l’animale, a partiredalla 3a settimana di vita, espelle e recuperadirettamente dall’ano e, dopo insalivazione,deglutisce senza masticare; le vere feci invecevengono lasciate cadere al suolo. Il coniglio,quindi, partendo dai residui del cibo che ha giàsubito la digestione gastrica ed enterica preparaun nuovo alimento.

Ripercorrendo le varie tappe della digestione sipuò affermare che le particelle alimentarigiungono rapidamente nello stomaco overestano da 3 a 6 ore senza subire rilevantitrasformazioni chimiche. Il contenuto gastricopassa nel tenue poco alla volta e viene diluitodalla bile, dalle secrezioni enteriche e dal succo

pancreatico. I principi degradati vengonoassorbiti mentre la parte rimanente, dopo unsoggiorno di circa un’ora e mezza, giunge nelcieco ove sosta da 2 a 12 ore per subire ladegradazione da parte dell’abbondante florabatterica ivi presente. Gli acidi grassi volatiliderivati dalla fermentazione della cellulosaentrano in circolo mentre il contenuto ciecalepassa nel colon: esso è costituito per metà circadalle particelle non degradate e per l’altra metàdai corpi batterici, che si sono sviluppati a spesedei residui alimentari giunti nell’organo. A questopunto inizia l’originalità del coniglio: il duplicefunzionamento del colon prossimale. Se ilcontenuto ciecale arriva in questo tratto all’iniziodella mattinata subisce poche trasformazionibiochimiche; la parete del colon secerne mucoche riveste le pallottole via via formatesi, che siaggregano in grappoli allungati costituendo iciecotrofi. Se vi giunge in altri momenti dellagiornata nel colon si verificano movimenti di

peristalsi e di antiperistalsi, i primi dei qualiconsentono la normale evacuazione delcontenuto mentre gli altri lo respingono verso ilcieco.

É la frazione liquida contenente le sostanzesolubili e le piccole particelle (< 0,1 mm) cheviene rinviata per la maggior parte nel cieco,mentre la frazione solida contenente soprattuttole particelle grossolane (> 0,3 mm) proseguiràverso il colon distale dove si formeranno le fecidure, dopo assorbimento di acqua e minerali. La

3-6 h

1-2 h

2-12 h

AGV

acqua

Digestione: ciclo convenzionalesera-notte

Page 23: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

22

cellulosa, quindi, viene preferenzialmenteincorporata nelle feci dure; se però durante laloro produzione le particelle grossolane presentinel colon difettano, si verifica un forte reflusso dimateriale “fine” verso il cieco, con conseguenteaumento del tempo di soggiorno e riduzionedella velocità di transito. Tali condizionifavoriscono lo sviluppo dei batteri proteolitici chetraggono energia dagli aminoacidi producendoNH3. Per quanto invece concerne i batteri chericavano energia dagli zuccheri fermentescibili, siviene a creare una forte competizione tra quelliche producono AGV e quelli che sintetizzanoproteine a partire dall’ammoniaca. Ne deriva unaccumulo di NH3 che, oltre ad essere tossica perse stessa, alza il pH favorendo lo sviluppo deibatteri patogeni, a loro volta produttori di tossine.

Il ciecotrofo si presenta sotto forma di 5-10piccole sfere riunite a grappolo e circondate daun sottile strato di muco; si differenzia dalle fecinon solo per la destinazione e la consistenza maanche per le caratteristiche nutrizionali.Chimicamente, rispetto alle feci, è nettamentepiù ricco di proteine, aminoacidi essenziali,vitamine, minerali ed acqua, mentre è più poverodi fibra grezza, come indicano i dati di seguitoriportati.

Composizione delle feci e dei ciecotrofi: valorimedi ed estremi ottenuti con 10 diversi alimenti

Feci Ciecotrofi

X Estremi X Estremi

%

Umidità 41,7 34-52 72,9 21-37

Sostanza secca 58,3 48-66 27,1 18-37

% s.s.

Proteine 13,1 9-25 29,5 21-37

Fibra grezza 37,8 22-54 22,0 14-33

Lipidi 2,6 1,3-5,3 2,4 1,0-4,6

Minerali 8,9 3,1-14,4 10,8 6,4-10,8

Estrattivi inazotati 37,7 28-49 35,1 29-43

L’attività del cieco viene da alcuni paragonata aquella del rumine (pseudoruminazione) perl’analogia di obiettivi nutrizionali dei due sistemibiologici: arricchimento extralimentare diproteine e aminoacidi, di vitamine del complessoB, utilizzazione dell’azoto ureico, fermentazionedella cellulosa con formazione di acidi grassivolatili.

Il transito digestivo nel coniglio, se si considera ilriciclaggio di una parte dell’alimento (da una aquattro volte), dura da 18 a 30 ore (in media 20ore).

La ciecotrofia, quindi, riveste una notevoleimportanza sul piano applicativo consentendo: -di ricavare dalla fibra il 30% della energiametabolizzabile necessaria alle funzioni vitali; - diintegrare la razione con proteine di elevatovalore biologico (circa il 20% rispetto a quellealimentari), con vitamine, minerali ed acqua.

É pertanto opportuno che l’allevatore adotti tuttigli accorgimenti di natura alimentare, ambientalee gestionale atti a favorire questo processo. Tra ifattori alimentari rivestono una grandeimportanza il livello, la natura e la forma fisicadella fibra. Il transito digestivo è infatti tanto piùrapido quanto più elevato è il contenuto di fibra epiù grossolane sono le particelle. Se l’alimentone contiene poche e se le stesse sono moltodigeribili il reflusso verso il cieco è notevole e ilsuo contenuto s’impoverisce dei principi nutritivinecessari allo sviluppo armonico dellapopolazione batterica, con il rischio che sisviluppino dei germi patogeni.

Nei conigli alimentati a volontà la ciecotrofia siverifica dopo il picco di ingestione, in quellirazionati, dopo il pasto; nei primi dipende anchedal fotoperiodo.

Nel caso di stress, acustici, termici o di altranatura (persone o animali estranei, manualità,etc.), la ipersecrezione di adrenalina rallenta lamotilità intestinale favorendo le turbe digestive.

La ciecotrofia inizia a circa 3 settimane di età,quando i coniglietti cominciano a consumarel’alimento solido.

3.4.3. COMPORTAMENTO ALIMENTARE

I coniglietti vengono allattati una volta al giornoper 2-3 min; in rari casi due volte. Nella terzasettimana cominciano a muoversi e a ingerirequalche grammo di alimento solido e un po’ di

AGV

Digestione: formazione ciecotrofomattina presto

Funzionamento cieco-colon

ciecotrofiafeci dure

ileo

cieco

colonprox.

Particelle > 300 µm; movimenti peristalticiLiquido e particelle fini

Page 24: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

23acqua. Nei giorni successivi le modifichecomportamentali sono notevoli: le assunzionisolide e liquide diventano numerose e sialternano più o meno irregolarmente nel corsodella giornata. A sei settimane il tempo dedicatoai pasti supera le 3 ore, poi decresce scendendoal di sotto delle 2 ore. Distribuzione delleassunzioni ed entità delle stesse (cibo ed acqua)variano in funzione dell’ora della giornata: lequantità ingerite sono molto superiori nei periodidi buio; con l’aumentare dell’età si accentua ilcarattere notturno e si allunga il periodo di riposomattutino. Anche la temperatura ambientaleesercita la sua influenza; quando aumentadiminuisce il numero di prese solide e liquide: 37pasti solidi di 5,7 g a 10° C, 27 di 4,4 g a 30°C;relativamente all’acqua, la quantità ingerita ognivolta passa da 11,4 a 16,2 g. Se l’acqua mancadel tutto il consumo di sostanza secca si annulladopo 24 h, il coniglio sopravvive 4-8 giorni, ma ilsuo peso si riduce del 20-30% in una settimana.Se manca il cibo la sopravvivenza raggiunge 3-4settimane ma l’ingestione di acqua aumenta di4-6 volte in pochi giorni.

Page 25: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

24

3.5 ANATOMIA E FISIOLOGIADELL’APPARATO RIPRODUTTOREFEMMINILE

L’apparato genitale della coniglia consta di 2ovaie, di 2 ovidutti, di 1 utero doppio, di 1 vaginae di 1 vulva.

Le ovaie o gonadi femminili sono organiintraddominali adibiti alla produzione degli ovuli ealla secrezione degli ormoni che necondizionano la formazione e la funzionalità.Hanno una forma ellittica, un colore giallo chiaro,una superficie irregolare, un peso massimo di800 mg e una lunghezza di 1-1,5 cm.

Gli ovidutti, o tube uterine, sono condotti sottili,ad andamento flessuoso, lunghi da 10 a 16 cm ecomprendono 3 porzioni:

• il padiglione o infundibolo, molto sviluppato,che si apre nella cavità addominale sottol’ovaia ricoprendola parzialmente senzacontinuità. É destinato ad accogliere l’ovuloal momento della deiscenza del follicolo;

• l’ampolla è il sito di fecondazione ed èprovvista di numerose cellule ciliate, chefavoriscono l’avanzamento dei gameti;

• l’istmo è un condotto molto più stretto,tappezzato di cellule secretrici e menodotato di cellule ciliate.

L’utero è formato da due condotti coniformiseparati, lunghi 10-12 cm, che si unisconoposteriormente in un solo corpo senza peraltrocomunicare tra di loro. Presentano infatti 2 collidistinti, di circa 2 cm, che si aprono nella vagina.Le corna uterine ricevono le uova, che siimpiantano nella loro mucosa se sono statefecondate.

La vagina è lunga 6-8 cm ed ha una mucosapercorsa da pliche longitudinali; nel suo primoterzo si apre il meato urinario. Al momento dellaeiaculazione riceve gli spermatozoi. Il vestibolovaginale, lungo 2-3 cm, presenta le ghiandoleprepuziali e si continua con la vulva, delimitatada 2 paia di labbra (le esterne grandi, le internesottili), con un clitoride molto sviluppato (2-3 cm).

L’ovaia può essere assimilata ad una ghiandolaa vescicole chiuse (follicoli), dapprimasprofondate nello spessore dell’organo e infinesporgenti sulla superficie. Ciascuna ovaiacomprende una porzione profonda o midollare,ricca di vasi sanguigni e linfatici, di nervi e ditessuto connettivo, ed una zona corticale esternache contiene i follicoli oofori e le cellule nutrici.

La successione delle fasi che conducono da unacellula primordiale ad una cellula uovo atta adessere fecondata, prende il nome di oogenesi. Ilnumero di oogoni è costante fin dalla nascita.

L’oogenesi inizia con una fase di moltiplicazione,caratterizzata da una serie di intense divisionidelle cellule germinali embrionali, che determinala loro differenziazione in oociti primari (diploidi).Subito dopo la nascita i medesimi subiscono unadivisione meiotica divenendo aploidi. A questopunto inizia la fase di accrescimento: gli oocitiprimari aumentano di volume circondandosi dicellule nutritive appiattite e vanno a formare, al13° d di età, i follicoli primordiali (0.085 mm).Questi a loro volta si accrescono fino araggiungere una diametro di 0,20 mm, verso 2mesi e mezzo di vita. Durante la crescita lecellule nutritive divengono cuboidi e colonnari,formando una membrana, detta granulosa.Successivamente l’epitelio si stratificadifferenziando una teca interna benvascolarizzata ed una esterna ricca di tessutoconnettivo e di fibre muscolari. Tra la membranavitellina e lo strato più interno di cellule dellagranulosa (corona radiata) si accumula unostrato di muco-polisaccaridi o zona pellucida ilcui compito è quello di proteggere l’ovulo dalleaggressioni meccaniche e di intervenire anchenel meccanismo della fecondazione.

L’accrescimento del follicolo comprende quindidue fasi: nella prima l’oocita subisce una crescitamolto rapida fin quasi a raggiungere il volumedefinitivo; nella seconda fase è invece il follicoloa crescere rapidamente determinando laformazione di una cavità che si riempie di liquidorappresentato essenzialmente da β-estradiolo.L’oocita si dispone eccentricamente restandoancorato alla granulosa mediante un ammassodi cellule epiteliali (cumulo proligero od ooforo)che lo avvolge completamente. Questocomplesso prende il nome di follicolo di Graaf.

Via via che la cavità si ingrandisce il follicolo siavvicina alla zona superficiale dell’ovaia ove simantiene in condizioni preovulatorie.

Quando poi si instaurano le condizioni neuro-ormonali favorevoli completa la sua maturazionee, a seguito della rottura della parete follicolare,fuoriesce insieme con la corona radiata, con ilcumulo ooforo e con l’estradiolo.

Avvenuta la deiscenza, nell’antro si forma unapiccola emorragia seguita dalla formazione di uncoagulo che viene invaso da gittate proliferativea spese della teca interna e dei vasi sanguigni. Ilcomplesso si arricchisce di un pigmento lipoide(luteina) assumendo un caratteristico coloregiallo, da cui il nome di corpo luteo. Se l’ovulonon è stato fecondato il corpo luteo (spurio ofalso) scompare dopo 16-18 giorni; in casocontrario resta attivo per tutta

Page 26: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

25

la gestazione, alla fine della quale degenera e sitrasforma in un residuo cicatriziale (corpusalbicans) che col tempo scompare. Il ricorrentesusseguirsi dello sviluppo follicolare edell’ovulazione, seguiti dalla formazione delcorpo luteo, costituisce i cicli ovarici che sonosotto il controllo degli estrogeni e delprogesterone.

I primi sono responsabili del calore o estro e ditutte quelle modifiche che si verificano a livellodei condotti genitali per favorire la discesa degli

ovuli e la risalita degli spermatozoi.

Il progesterone invece induce quei cambiamentinecessari per l’impianto e la nutrizionedell’embrione (quiescenza e fase secretoriadell’utero). In realtà esiste un sinergismo diazione tra estrogeni e progesterone neldeterminare quelle manifestazioni che, perpraticità, vengono attribuiti ad un solo ormone.Come è noto, nella maggior parte dei mammiferidomestici l’ovulazione avviene a intervalliregolari nei periodi di calore o estro e l’intervallotra 2 estri rappresenta la durata del ciclo estrale.

La coniglia, invece, non presenta cicli regolaricon comparsa di calori nel corso dei qualil’ovulazione avviene spontaneamente. Lafemmina viene considerata in estro più o menopermanente e l’ovulazione si verifica inconcomitanza con l’accoppiamento: si definiscein estro se accetta il maschio; in diestro se lorifiuta. Numerose osservazioni hannoevidenziato l’alternanza di periodi di estro e didiestro, ma è difficile prevederne la durata eindividuare tutti i fattori ambientali e ormonali cheli influenzano.

É stato comunque accertato che il 90% dellefemmine con vulva rossa accettano il maschio eovulano, mentre questi eventi si verificano solonel 10% delle coniglie con vulva bianca. Il coloredella vulva è quindi un buon indicatore dell’estroed esprime la recettività della femmina,confermata dalla posizione di lordosi cheassume in presenza del maschio.

0

5

10

15

20

0 204 8 12 16 24 32 3628giorni

ng/m

L pseudogravidanzapseudogravidanzagravidanzagravidanza

Page 27: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

26La coniglia può restare in estro parecchi giorniconsecutivi; successivamente i follicoli che nonhanno raggiunto lo stadio finale di maturazione

regrediscono e vengono rimpiazzati da nuovifollicoli, che restano qualche giorno allo stadiopreovulatorio prima di regredire anch’essi. Lecondizioni di estro e l’accettazione del maschiopossono verificarsi anche durante la gestazione,soprattutto nella seconda metà; l’accoppiamentonon ha conseguenze negative sui feti e non èmai seguito da una nuova gravidanza, come siverifica nella lepre (superfetazione).

Normalmente l’ovulazione è indotta dagli stimoliassociati al coito. Il riflesso ovulatorio si esplicaattraverso 2 vie: la via nervosa o afferente chetrasmette lo stimolo al sistema nervoso centrale;la via umorale o efferente che trasferisce l’ordineall’ovaia.

Il messaggio erotico non è comunque il soloresponsabile del fenomeno, dal momento chel’ovulazione si verifica anche anestetizzandovagina e vulva. La sede di destinazione èl’ipotalamo (campo copulocettivo) che integral’informazione con altri messaggi interni (livello disteroidi) ed esterni (olfattivi, gustativi, visivi,uditivi); nella femmina pluripara questo insiemeviene confrontato con gli elementi contenuti nellamemoria.

L’ipotalamo libera allora picogrammi diReleasing Factor (GnRH) che attraverso ilcircolo sanguigno raggiunge l’ipofisi anteriorestimolando il rilascio da parte delle cellulebasofile delle gonadotropine FSH e LH. La primadetermina la maturazione finale del follicolo (1,2-1,5 mm), con formazione di un ovulo aploide;sembra inoltre che influenzi il riflesso ovulatorioamplificando l’azione dell’LH. L’aumento dellivello plasmatico di FSH è evidente nel 2° mindopo il coito, ma il valore massimo vieneraggiunto tra 50 min e 2 ore dallo stesso.

L’LH è responsabile dell’ovulazione, che avviene10-12 ore dopo l’accoppiamento per deiscenzadel follicolo di Graaf. Stimola inoltre la

produzione di estradiolo, progesterone, 20α di-idrossiprogesterone e prostaglandine.

Il GnRH induce anche la liberazione di ossitocinache favorisce l’ovulazione; questo ormone èsecreto dall’ipotalamo, ma viene depositato nellaneuro ipofisi.

Dopo 4-5 ore dal coito il livello di LH è tornato alvalore minimo, mentre tra le 16 e le 22 ore siriscontra un altro picco di FSH, che induce la

formazione di nuovi follicoli cavitari, pronti per lesuccessive ovulazioni.

Nell’ipotalamo esistono 2 centri di controllo dellegonadotropine: la regione mammillare ogeneratore tonico; la zona basale, i nucleiarcuati ventro mediali e l’eminenza mediana, ogeneratori fasici.L’ipotalamo produce molte endorfine che nonesplicano azione diretta sulla ipofisi, come iReleasing Factors, ma modulano le secrezioniormonali in loco. Così, un elevato livello diendorfine, conseguente a condizioni di stress,interferisce sulla produzione di GnRH e quindi di

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

0 10 20 30ore

ng

mL-

1

0

0.5

1

1.5

2

2.5

3

3.5

4

LHFSH

ratto

IPO TA LAM O

ipofisi anteriore

GnRH

FSH LH

follicolo

m aturazione

ovulazione

crescita

lutein izzazione

luteolisi

progesteroneestrogeni

conig lio

O VAIO

Page 28: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

27gonadotropine. Sempre l’ipotalamo producedopamina che funge da fattore inibente neiconfronti della prolattina, prodotta dalle celluleacidofile dell’adenoipofisi, che ne controllaautonomamente la liberazione.

La prolattina è indispensabile per la lattogenesi,ma se presente ad alti livelli pregiudica lefunzioni riproduttive, perché riduce la sensibilità

della ipofisi al GnRH, con conseguente minorrilascio di gonadotropine. Sembra che la suaazione si esplichi anche in sede ovarica coninterferenze sul numero dei recettori specifici perl’LH, nonché sui processi di maturazione edeiscenza del follicolo. L’ormone infatti inibirebbel’attività dell’enzima (PA = plasminogen activator)che trasforma il plasminogeno in plasmina,responsabile della degenerazione edecomposizione dell’epitelio follicolare e deldisfacimento del sottostante connettivo. Glieffetti negativi della prolattina continuano amanifestarsi durante la gravidanza, conincremento della mortalità embrionale tardiva.

Si ricorda per inciso che gli ormoni di naturaproteica (FSH, LH, prolattina, ossitocina)vengono immagazzinati nei tessuti che liproducono e sono liberati quando si rendononecessari. I loro recettori si trovano nellemembrane delle cellule bersaglio perché non

riescono a penetrare all’interno a causa del loroelevato peso molecolare (>10.000). L’LH, adesempio, giunto nel corpo luteo si lega alrecettore di membrana, il complesso stimolal’enzima adenil-ciclasi a convertire l’ATP inAMPc, il quale fornisce energia per la sintesiproteica.

Gli ormoni steroidei, invece, entrano in circolo

appena prodotti legandosi a specifiche proteine:CBG (corticosteroid-binding globuline), che fissai corticosteroidi e il progesterone; SHBG (sexhormone-binding globuline), che si attaccaall’estradiolo e al testosterone. Il legame originauna forma inattiva che limita la diffusionedell’ormone ma lo protegge dalla degradazioneed eliminazione; una piccola quantità dicomposto resta comunque in forma libera.Raggiunto l’organo bersaglio gli steroidi, grazieal basso peso molecolare (circa 300), entranonelle cellule ove si legano al recettoreintracellulare. Il complesso raggiunge il nucleo, icromosomi producono RNA messaggero chelascia il nucleo e stimola il reticoloendoplasmatico a sintetizzare la proteinanecessaria all’attivazione dell’ormone.

Non sempre il recettore specifico è presente inun solo organo; l’estradiolo, ad esempio, harecettori sia nell’utero che nella vagina.

Sviluppo e regressione follicolareSviluppo e regressione follicolare

LH

tunica albuginea

teca esterna

teca interna

capillari artero-venosi

epitelio superficiale

strato di granulosa

oocita

fluidofollicolare

LHLH

colesterolo

cAMPprogesterone

androgeni

5αααα-androgeni

cellula della teca cellula della granulosa FSHFSH

LHLH

cAMP

colesterolo

progesterone

androgeni

5αααα-androgeni

ESTROG

InibizioneAumento

utero

pubertàFSH

PGE, F2α

Page 29: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

28Un cenno a parte meritano le prostaglandine(F2α ed E2) che sono sostanze di tutt’altranatura, essendo costituite da acidi grassi insaturia 20C, con un anello ciclo-pentano tra C8 e C12.Il loro precursore è l’acido arachidonico. Nonhanno una sola localizzazione e spessomanifestano in loco la loro azione; non

corrispondono quindi alla classica definizione diormoni.

Le prostaglandine prodotte dall’ovaia, dall’utero edalle blastocisti regolano importanti processiriproduttivi e precisamente: ovulazione,fecondazione, sviluppo embrionale, impianto,parto, lattogenesi.

Nella ovulazione contribuiscono alla dissoluzionedel connettivo follicolare della zona ove siverifica la deiscenza; favoriscono inoltre laliberazione di LH.

L’effetto positivo della PGF2α sulla fecondazioneè invece dovuto alla migliore efficienza ditrasporto degli spermatozoi nei condotti genitalifemminili; aumentano infatti la contrattilità,esplicano attività collagenolitica nella cervice,provocano occlusioni funzionali.

Le prostaglandine secrete dall’utero e dalleblastocisti favoriscono l’impianto, modificando lapermeabilità dello stroma interessato. Allaprostaglandina F2α, prodotta dall’utero vuoto,viene attribuita un’azione luteolitica.

Lo stesso corpo luteo sintetizza prostaglandine econtiene enzimi per la trasformazione dellaPGE2 in PGF2α.

La PGF2α induce il parto sia esplicando azioneluteolitica, sia favorendo le contrazioni uterine.

Anche il miglioramento della lattogenesi può

dipendere dalla luteolisi, che riduce l’inteferenzadel progesterone; non si può escludere unainfluenza diretta delle prostaglandine sullaliberazione di prolattina.

LATTAZIONE:LATTAZIONE: ruolo della prolattinaruolo della prolattina

FSH

LH

< crescita follicolare

< recettori LH

< progesterone > mortalità fetale tardiva

Asse ipotalamo-ipofisi parto (atttudini materne)

Page 30: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

29

3.6 ANATOMIA E FISIOLOGIADELL’APPARATO RIPRODUTTOREMASCHILE

L’apparato genitale maschile è costituito daitesticoli, dalle vie genitali, dalle ghiandoleaccessorie e dall’organo copulatore.

I testicoli, nell’animale pubere, sono voluminosi(1,5-2 g), ovoidali e molto allungati (3-3,5 x 1-1,5cm); durante l’accoppiamento appaiono tumefattie sporgenti.

Alla nascita sono situati nella cavità addominalee discendono nella borsa scrotale verso i 2 mesidi età. Successivamente possono risalirvi (ripososessuale, stress) per poi ridiscendere, grazieall’azione del muscolo cremastere (speciealternativamente esorchide o enorchide).

I testicoli sono divisi in logge monolobularicontenenti i tubuli seminiferi, nel cui epitelio sonolocalizzate le cellule del Sertoli e le cellulegerminali. Le prime, oltre a costituire una matricedi sostegno per le seconde, forniscono lesostanze nutritive necessarie per la lorodifferenziazione e moltiplicazione. Il tessuto

Page 31: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

30interstiziale è invece formato dalle cellule diLeydig che sono adibite alla biosintesi esecrezione degli steroidi androgeni,

indispensabili per il normale svolgimento dellaspermatogenesi.

I tubuli seminiferi sono dapprima contorti,assumono poi un andamento rettilineo e vannoinfine a formare la rete testis con sbocco neicanalicoli efferenti.

Le vie genitali iniziano all’interno del testicolo coni tubuli retti e proseguono con l’epididimo, che èmolto voluminoso e aderisce alla gonade con latesta e il corpo, mentre la coda se ne distaccacollegandosi al fondo del sacco scrotale. Lacoda è il sito di deposito degli spermatozoi. Faseguito il canale deferente lungo 12-15 cm erelativamente ispessito. Molto flessuoso a livellodel testicolo, dopo un decorso in direzionecraniale descrive una curva ad uncino percontornare l’uretere e portarsi caudalmente aldisopra del collo della vescica. Qui si dilata inuna espansione o ampolla, lunga 2 cm, chescorre sotto la vescichetta seminale e si aprenella sua parte caudale, entrando incomunicazione con l’uretra attraverso il condottoeiaculatore.

Le ghiandole annesse, responsabili dellaproduzione del plasma seminale, sono:

• vescicola seminale, impari, è situatadorsalmente al collo della vescica e alleampolle dei deferenti. Appiattita dorso-

ventralmente e lunga circa 2,5 cm èricoperta, nei suoi 2/3 caudali, dallaghiandola vescicolare e dalla prostata.Caudalmente si restringe in una specie dicollo che riceve i dotti deferenti, prima disboccare nell’uretra;

• prostata, costituita da un complesso dighiandole: ghiandola vescicolare o prostatacraniale, prostata propriamente detta oprostata caudale, ghiandole paraprostatiche.

• La ghiandola vescicolare copre la maggiorparte della faccia dorsale della vescichettaseminale e delle ampolle. La sua facciadorsale è coperta caudalmente dallaprostata propriamente detta. Le ghiandoleparaprostatiche, piccole e arrotondate, sonosituate ai due lati dell’uretra, a livello dellaterminazione dei dotti deferenti,ventralmente alla prostata.

• ghiandola bulbo-uretrale o di Cowper, èunita a quella del lato opposto a formare unavoluminosa massa bilobata che si apre,mediante 2 coppie di canali, nell’uretracarvernosa.

Il pene, praticamente sprovvisto di glande, incondizioni di riposo è diretto obliquamenteall’indietro ed è racchiuso in una duplicatura

Page 32: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

31cutanea (guaina). Durante l’erezione assumeuna posizione orizzontale ed è diretto in avanti.Misura circa 8 cm di cui 4-5 appartengono allaparte fissa.

Dietro l’organo copulatore sono situate dueghiandole prepuziali che secernono unasostanza dall’odore penetrante, che stimola ilriflesso ovulatorio.

La successione delle fasi che dalla cellulamadre, o spermatogonio, conducono ad unospermatozoo maturo prende il nome dispermatogenesi e comprende 2 tappe

successive: la fase di elaborazione,corrispondente al ciclo spermatogenico, e la fasedi maturazione a livello dell’epididimo.

Alla nascita l’animale possiede uno stock dicellule madri diploidi o spermatogoni; nei tubuliseminiferi essi andranno incontro ad una serie didivisioni e differenziazioni, che si susseguono incicli e conducono da uno spermatogonio a 16spermatociti di secondo ordine, che sitrasformeranno in spermatidi e spermatozoichiudendo il ciclo. Gli spermatozoi così ottenutivengono liberati nel lume del tubulo seminifero emigrano nei canali efferenti.

Differenziazione e maturazione spermatozoi

Tipo cellulare Durataprocesso in

giorni

Principalifunzioni

Spermatogoni ASpermatogoni stadio intermedio 1 9

Spermatogoni Stadio intermedio 2

Spermatogoni B

Rinnovo stock

Spermatocita I

Spermatocita II 18.5 meiosiFase II

SpermatideSpermatozoi testicolo 11 Liberazione

tubuliMaturazione

Spermatozoi testa epididimoMaturazione Spermatozoi coda epididimo 11 Maturazione

finale

totale 48-55 d

Per ottenere da uno spermatogonio unospermatozoo epididimale (testa) occorrono da45 a 55 giorni. Il transito dalla testa alla coda,facilitato dalle contrazioni delle vie efferentiindotte dal testosterone, dura da 8 a 10 d edurante questo periodo gli spermatozoisubiscono una fase di maturazione conmodifiche a livello dell’acrosoma e delrivestimento glicoproteico: migrazione eriassorbimento della goccia citoplasmaticapresente nella parte prossimale della zonaintermedia, disidratazione, perdita di lipoproteineda parte della membrana plasmatica; adesionedi proteine provenienti dalle secrezionidell’epitelio seminifero; modifiche metaboliche acarico delle desossiribonucleine e dei lipidi. Ilnuovo assetto è responsabile della comparsadelle proprietà agglutinanti dello sperma nonché

dello sviluppo della sua attitudine fertilizzante edella capacità di riconoscere l’ovulo.

Quando gli spermatozoi entrano nell’epididimosono immobili, via via che progredisconocominciano a spostarsi autonomamentepercorrendo circonferenze sempre più ampie;quando hanno raggiunto la coda presentanomovimenti di progressione rettilinea.

Lo spermatozoo maturo è costituito da una testae una coda. La testa contiene l’acrosoma, cheoccupa i 2/3 anteriori, e il nucleo; l’acrosoma ècostituito da glico-proteine e da enzimilisosomiali che intervengono nella penetrazionee fecondazione dell’ovulo. La coda è a sua voltaformata da: collo, parte intermedia e flagello. Laparte intermedia contiene i mitocondri, cheproducono l’energia necessaria al movimentodel flagello.

Page 33: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

32La produzione giornaliera di spermatozoi siattesta sui 250 milioni, ma circa il 30% vieneriassorbito durante il tragitto e lo stoccaggio,mentre il 20% viene eliminato con l’urina. Questariduzione numerica è dettata da leggi biologicheperché lo spermatozoo che giunge all’ovulo deveessere perfettamente integro ed efficiente.

La quantità di seme prodotto dipende danumerosi fattori (individuo, età, fotoperiodo,temperatura, alimentazione, stress, farmaci) edè correlata al peso del testicolo.

La maggior parte degli spermatozoi vengonoimmagazzinati nella coda dell’epididimo maanche nel testicolo e nelle altre vie efferenti sene ritrova un certo numero, come di seguitoindicato:

testicolo: 130-180 milioni/gtesta e corpo epididimo: 150 milionicoda epididimo: 1200-1500 milionicanale deferente: 50 milioni

La spermatogenesi e la steroidogenesidipendono da un complesso meccanismo dicontrollo a feedback che agisce sul sistemaipotalamo-ipofisi. Le due gonadotropineipofisarie sono entrambe essenziali sia per laspermatogenesi che per la steroidogenesi. Laproduzione e secrezione del testosterone èregolata dalla gonadotropina ICSH (LH) ma ènecessario anche l’intervento dell’FSH cheinduce la maturazione delle cellule di Leydig. Iltestosterone, a sua volta, regola la produzione digonadotropine agendo direttamente sulla ipofisi

e intervenendo anche sull’ipotalamo ove rallentala formazione e liberazione del GnRH.

La spermatogenesi dipende sia dai livelli di FSHche dalla corretta funzionalità delle cellule diLeydig, perché gli steroidi androgeni sonoessenziali nella fase iniziale del processo e nonvengono prodotti dalle cellule di Sertoli, anche sele stesse sono in grado di trasformare iltestosterone proveniente dal tessuto interstizialein estradiolo e in diidrotestosterone.

Il testosterone, quindi, esplica la sua influenza suuna vasta gamma di funzioni biologiche: nellostesso testicolo favorisce l’inizio e ilmantenimento della spermatogenesi, nella ipofisicoordina i processi di formazione e liberazionedelle gonadotropine, nell’ipotalamo la sintesi e ilrilascio del GnRH, nelle ghiandole accessorie,infine, stimola la secrezione del plasmaseminale.

Il testosterone esplica la sua funzione entrandonelle cellule bersaglio per diffusione passiva e inquesta sede può essere convertito indiidrotestosterone ad opera dell’enzima 5α-riduttasi. A questo punto il testosterone o il suoderivato si legano ad un recettore proteicospecifico per gli androgeni presente nelcitoplasma. Il complesso viene trasformato inuna forma attiva che si lega al DNA e passa nelnucleo ove si attacca a speciali siti cromosomali,con trascrizione di un nuovo RNA e comparsa,nel citoplasma, di una nuova proteina.

La secrezione di FSH può essere inibitadall’ormone peptidico inibina, prodotto dai tubuliseminiferi.

Altri due ormoni coinvolti nella attività riproduttivadel maschio sono la prolattina e la ossitocina. Laprima agisce a livello delle cellule di Leydig (checontengono gli specifici recettori), migliorando laloro risposta all’ICSH. La ossitocina, invece,insieme alle prostaglandine, stimola lecontrazioni dei tubuli seminiferi e delle vieefferenti facilitando il transito degli spermatozoi.Sembra che stimoli anche la secrezione delleghiandole accessorie e che favoriscal’eiaculazione.

L’evoluzione della vita sessuale del maschio siattua in diverse tappe. Il periodo che va dallanascita a 40 d di età costituisce la fase infantile,caratterizzata da bassi livelli plasmatici di FSH etestosterone e da una crescita lenta dei testicolie delle vescicole seminali.

Tra 40 e 60 d si verifica un consistenteinnalzamento dei livelli di testosterone e FSH, lacrescita dei testicoli aumenta, le cellule di Leydigcominciano a funzionare stimolando le primedivisioni cellulari a livello dei tubuli seminiferi.Verso i 60 giorni, quando il livello di androgeniraggiunge punte elevate, si intensifica la crescitadelle vescicole seminali e si attuano le primedifferenziazioni degli spermatogoni.

I primi spermatozoi compaiono verso 110 d dietà, ma gli stessi presentano moltemalformazioni; cominciano anche a verificarsi leprime manifestazioni di aggressività.

A questo punto finisce la fase prepubere e iniziala pubertà, che viene definita come il momentoin cui i testicoli sono in grado di produrre in modocontinuativo spermatozoi atti a fecondare l’ovulo:ciò si verifica versi i 4-5 mesi.

Ipotalamo

GnRH

FSH

cellule del Sertoli

ICSH(LH)

cellule di Leydig

Ossitocina

ipofisi

transitoepididimo

eiaculazione

Testosterone Vesc. seminalePGE, PGF2αααα

App

arat

o ri

prod

utor

e:

cont

rollo

end

ocri

no

Page 34: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

33Un maschio si considera sessualmente maturoquando la produzione giornaliera di spermaraggiunge un valore costante. Nella Bianca diNuova Zelanda la completa maturità vieneraggiunta verso il 7° mese; sembra invece che ilvolume, e quindi la secrezione di plasmaseminale, aumenti fino a 12 mesi. Ilcomportamento sessuale del maschio, oltre adipendere dal livello di testosterone, ècondizionato dalla recettività della femmina.

Tabella 5. Composizione del plasmaepididimale.

Ionici meq/litroNa “ 20,2 ± 1,8K “ 23,1 ± 2,1Mg “ 14,4 ±0,8Ca “ 0,94 ± 0,1Zn “ 0,21 ± 0,1Cl “ 9,8 ± 0,8Non enzimaticiFruttosio mg/100ml 40-400Glucosio “ tracceInositolo “ 30Sorbitolo “ 80Acido citrico “ 110-150Proteine totali “ 4440 ±38Glicerilfosforilcolina “ 1609 ± 266Carnitina “ 1017 ±141Acido sialico totale “ 157 ± 24,7Azoto totale “ 932 ± 103Azoto ureico “ 23,4 ± 2,9Azoto acido-solubile “ 495 ± 21Ammonio “ 2,1 ± 0,4Fosforo totale “ 231 ± 6,8Fosforo inorganico “ 12,2 ±1,1Fosforo acido-solubile “ 226 ± 12,9Fosforo lipidico “ 1,8Carboidrati totali “ 415 ± 22Carboidrati acido-solubili “ 57 ± 8,9Carboidrati etanolo-solubili

“ 160 ± 3,2

Exosamina (dopo idrolisi) “ 330 ± 23,1Acido lattico “ 5,5 ±0,8Colesterolo “ 81,2 ± 2,9Acidi grassi liberi Meq/100

ml0,001

Acidi grassi volatili “ 0,134pH “ 6,8 ± 0,1EnzimaticiFostatasi acida UI 360 ± 68Fosfatasi alcalina (UI x 10) 37,5 ± 5,9α-Mannosidasi “ 0,936 ±

0,085,9β-N-Acetilglucosaminidasi

“ 51,57 ± 6,22

Jaluronidasi UI 70 ±12,2Deidrogenasi lattica UI 1184 ± 1565- Nucleotidasi UI 258Fosfodiesterasi UI 4,4L’atto eiaculatorio consiste di 2 fasi: nella primaviene prodotta la frazione spermatica, nellaseconda quella muco-gelatinosa. L’eiaculazionedetermina la mescolanza degli spermatozoi con

il plasma seminale il quale proviene siadall’epididimo che dalle ghiandole accessorie. Ilplasma contiene numerose sostanze di diversanatura (tab. 5) che esplicano funzioni essenzialiper il mantenimento della capacità fertilizzante eper il trasporto del seme. Le sue caratteristiche

variano in funzione della zona nella quale èprodotto. Il plasma testicolare, ad esempio, èmolto ricco di Na e povero di K, mentre quelloepididimale presenta molto K e poco Na;contiene inoltre quantità molto più elevate disostanze organiche (glicerilfosforilcolina,glicerilfosforilinositolo, ipotaurina, acidoglutammico, lipoproteine, enzimi diversi,carnitina) tanto che la sua osmolarità dipendepiù da queste ultime che dagli ioni inorganici.Non tutte le sostanze sono sintetizzatedall’epididimo, alcune sono prodotte daglispermatozoi, altre vi giungono per viasanguigna. Così la glicerilfosforilcolina deriva dalmetabolismo dei lipidi del seme ed anche l’acidoglutammico è prodotto dal testicolo.

All’accoppiamento, o all’inseminazione artificiale,il seme viene deposto nella parte superiore dellavagina le cui contrazioni ne favoriscono larisalita. Il primo ostacolo gli spermatozoi lo

incontrano a livello della cervice per il suo esiguodiametro e per la presenza di muco; ne

cervice 10-25%

utero 5%

congiunzione utero-tubarica 2%

infundibulo 0.02%

Contrazioni muscolari

Inte

razi

one

app.

rip

rod ! !!!""""

PGE2, 19 OH-PGE modulanorisposta immune (bilanciocitochine)• inizio riducono (<infiam.IL-10,12 < Natural Killer)• poi > riassorbimentodell’eccesso spz. (> IL-8)

virus (HIV, HPV, MIXO)

Struttura spermatozoo

testatesta

TrattoTrattointermediointermedio

FlagelloFlagello

nucleonucleo

FlagelloFlagello

airpirinaairpirina

MembMemb. plasmatica. plasmaticam. acro.m. acro. ext ext..

m. acro.m. acro.intint..

acrosomaacrosomaenzimienzimi

acrosomaacrosoma

MitocondriMitocondri

equatorialeequatorialeppppppppostostostostostostostost

Page 35: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

34consegue che solo il 10% di essi riesce aproseguire. Un’altra barriera è rappresentatadalla zona di passaggio tra utero e tube, perchéil condotto si restringe e l’endometrio è ricco divillosità.

Sembra che la presenza di spermatozoi nellavagina induca modifiche istologiche incorrispondenza dell’estremità superiore dellavagina stessa e nella cervice.

Nell’utero, il fluido secreto rappresenta uneccellente veicolo e il seme può progredire confacilità grazie anche alle contrazioni delmiometrio e alla presenza, nel liquido seminale,di prostaglandine e di altre sostanzespasmogene.

La risalita lungo le tube è facilitata dallecontrazioni muscolari e dai battiti delle ciglia; nelpunto di passaggio dall’istmo all’ampolla lecorrenti discendenti si scontrano con quelleascendenti e ostacolano il cammino. Le quantitàrelative di spermatozoi presenti nei diversi trattidelle vie genitali, 10 ore dopo l’introduzione,sono indicate nella figura.

La durata dell’intero percorso è pressochéuguale nei due condotti (destro e sinistro).

Il seme eiaculato acquisisce il suo poterefertilizzante in un periodo di 5-6 ore(capacitazione) grazie al contatto con gli epitelidell’utero e dell’ovidutto, che inducono icambiamenti di superficie necessari per laperfetta adesione dell’acrosoma alla membrana

vitellina. La capacitazione è un fenomeno moltocomplesso e ancora non completamenteconosciuto, di sicuro giocano un ruolo gli ionibicarbonato e l’albumina. Anche la presenza diuna modesta quantità di perossidi gioca un ruolofondamentale nell’innesco della capacitazione edella successiva reazione acrosomiale. Talisostanze determinano un efflusso di colesterolodalla membrana ed un aumento di Caintracellulare. Lo spermatozoo presenta unaaccresciuta attività cinetica conosciuta comeiperattivazione che consente allo stesso disuperare il muco la corona radiata e di attaccarela zona pellucida.

A 5 ore dall’accoppiamento (o dallainseminazione) gli spermatozoi raggiungono gliovidutti, ove possono mantenere una certavitalità fino a 32 ore, anche se dopo 16 orehanno perduto buona parte della lorofunzionalità.

3.7 FISIOLOGIA POST-OVULATORIA

Al momento della deiscenza del follicolo ilpadiglione si avvicina all’ovaia per accoglierel’ovulo, che viene spinto verso il lumedell’ovidutto dalle contrazioni muscolari e dalbattito delle cellule ciliate che tappezzano il suoepitelio; anche le contrazioni e dilatazionidell’ampolla determinano una pressione negativache favorisce l’aspirazione dell’oocita. Nella tubal’ovulo continua a dividersi emettendo il primocorpuscolo polare. La progressione è rapida edentro pochi minuti raggiunge l’ampolla ove verràfecondato; al momento della fecondazioneproduce il secondo corpuscolo polare.

La sopravvivenza dei 2 gameti nelle vie genitali èdiversa: gli spermatozoi perdono la loro capacitàfertilizzante dopo 30-32 ore dal coito; gli ovulinon sono più fecondabili dopo 8 ore dalladeiscenza del follicolo, ovvero 18-20 ore dopo ilcoito. In realtà la fecondazione avviene tra le 12e le 14 ore dall’accoppiamento, quando èmassima la funzionalità di entrambi i gameti (fig.18).

Al momento del processo fecondativo lospermatozoo si fissa sulla membrana pellucidadell’ovulo e idrolizza i suoi costituenti con glienzimi prodotti dall’acrosoma (reazioneacrosomiale); dopo la penetrazione l’ovuloriorganizza lo strato proteico della membrana perimpedire l’ingresso di altri spermatozoi.

Lo zigote si forma circa 30 min dopo la fusionedei gameti e comincia a dividersi, raggiungendolo stadio di 8-16 cellule, 48-54 ore dopo lafecondazione.

I suoi spostamenti lungo l’ovidutto fino allamigrazione nell’utero sono favoriti dagliestrogeni, dall’ossitocina e dalle prostaglandine.

A partire dal 3° d la secrezione di progesteroneda parte del corpo luteo aumentaprogressivamente e contrasta l’azione deisuddetti ormoni, anche perché impedisce lacompleta maturazione dei follicoli preovulatori.L’utero quindi diviene sempre più quiescente e siprepara ad accogliere l’embrione. Va comunqueprecisato che gli estrogeni esplicano un ruolofondamentale nel mantenimento dell’attivitàsecretoria del corpo luteo il quale, a partire dal 5°d, non riesce a produrre progesterone se non èdisponibile il 17 β estradiolo. Sembra chequest’ultimo regoli la produzione e lo stoccaggiodel colesterolo necessario per la sintesi degli

Capacitazione B, reazione acrosomiale C efusione F

B fluidi uterini, inattivanofattori decapacitanti; presenzadi ioni HCO3

-, SAIperattivazione perattraversare muco, coronaradiata e ZP.Efflusso colesterolo eaumento di Ca++

oocitaC lisa pareti ZP, forte aumento di Ca ++

F fusione airpirina-oolemma

Page 36: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

35steroidi; non è escluso che regoli anche il ritmodi conversione del colesterolo in progesterone.

Sotto l’azione del progesterone la cervice sichiude, l’endometrio si ispessisce, le sueghiandole si ipertrofizzano e vanno araggiungere il miometrio (dentello uterino),l’epitelio forma numerose villosità, l’attivitàsecretoria diviene intensa.

Tra 72 e 96 ore dall’accoppiamento le blastocistipenetrano nell’utero ma restano raggruppatenella zona prossimale; verso il 5° d la loro massastimola le contrazioni del miometrio per cui siripartiscono lungo il corno uterino continuando adividersi. Al 7° d perdono la membranapellucida, assumono una forma ellissoidale, sifissano e poi si annidano.

A partire dal 6° d le blastocisti secernono unasostanza ad azione luteotropa favorevole allapersistenza dei corpi lutei, i quali devono esserepresenti per tutta la gestazione perché laquantità di progesterone secreto dalla placenta èminima, a differenza di quanto si verifica in altrimammiferi ove nella seconda metà dellagravidanza è il progesterone placentare agarantire la sopravvivenza dei feti. Per questacarenza di secrezione da parte della placenta,nel coniglio sono necessari almeno 4 corpi luteiaffinché la gestazione possa procedereregolarmente; in caso contrario si va incontro adaborto, a seguito dell’azione luteolitica esplicatadalle prostaglandine secrete dall’utero vuoto.

La placenta (emocoriale) comincia a funzionaredal lato materno a partire dal 10° d mentre dallaparte del feto diviene funzionale dal 12° d; fino aquesto momento il feto deve attingere ilnutrimento dai tessuti che lo circondano.

Durante lo sviluppo embrionale e fetale siverifica una elevata mortalità, concentrata neiprimi 15 d, in concomitanza di alcuni periodicritici e precisamente: fecondazione e inizio dellosviluppo embrionale, annidamento, formazionedella placenta fetale. La vitalità degli embrionipuò essere compromessa quando si sviluppanotutti nello stesso corno uterino, quando vanno adannidarsi nella estremità distale o prossimale delcorno, quando si dispongono troppo ravvicinati emanca lo spazio per lo sviluppo di una delle 2placente. Le perdite prima dell’impianto siaggirano intorno al 20% e quelle dopo intorno al10%.

L’accrescimento dei feti progredisce con l’età: a14 d di gestazione pesano 1 g circa e misurano1 cm, a 20 d i valori passano a 4-5 g e 4 cm, a25 d a 22-25 g e 7 cm, a 30 d pesano 50 g emisurano 10 cm (fig. 21). Negli ultimi 15 giorni ilpeso iniziale risulta moltiplicato per 120 (dallanascita all’età adulta il fattore di moltiplicazionevaria da 60 a 80). Il peso dipende comunque siadal numero di embrioni presenti in ciascun cornouterino sia dallo stato nutritivo della madre.

Verso il 25° giorno di gestazione sono gliestrogeni e la prolattina a dominare il quadroormonale, con induzione dell’istinto allacostruzione del nido.

Successivamente, la continua diminuzione dellivello di progesterone e il contemporaneoaumento degli estrogeni, delle prostaglandine edella ossitocina stimolano l’attività contrattiledell’utero che culmina nella espulsione, favoritadalla pressione esercitata dai feti edall’allentamento dei legamenti interpubiciconseguente alla produzione di relaxina.

La gravidanza dura 30-32 giorni, con variazioniche dipendono dalla stagione (maggiore duratain estate) e dal numero dei feti.

La fase di espulsione dura da 10 a 30 minuti (1min circa per feto) ma in casi eccezionali puòprotrarsi per ore o addirittura per giorni (partilanguidi).

Le nascite avvengono generalmente tra le ultimeore della notte e le prime del mattino. Dopo ilparto la madre mangia la placenta e gli invoglifetali e sfrega con il muso i neonati stabilendocon essi i primi rapporti di mutuoriconoscimento, che si andranno intensificandodurante l’allattamento quando i piccoli emettonoanche dei suoni che, insieme alla suzione,stimolano le cure materne.

Le femmine eccessivamente nervose edemotive possono manifestare anomalie dicomportamento, che si accentuano inconcomitanza con anomale situazioni ambientalie che si estrinsecano con atti di cannibalismo,con abbandono della nidiata e con mancanzadelle cure richieste.

3.8 INSEMINAZIONE ARTIFICIALE

L’Inseminazione Artificiale (IA) in coniglicoltura èconosciuta e praticata da circa 60 anni, anche seha assunto una dimensione industriale solonell’ultimo decennio con la diffusione dellagestione ciclizzata dell’allevamento, che prevedela formazione di gruppi di soggetti nella stessafase fisiologica e l’esecuzione delle operazioni diallevamento in giorni fissi della settimana.

I vantaggi della IA possono essere sintetizzaticome segue:

• IGIENICO SANITARI mancato contatto fisico degli animali durantel’accoppiamento; rimonta dei riproduttori con introduzione dimateriale seminale anziché di animali; possibilità di effettuare la produzione ciclizzata,con vuoti sanitari periodici; • IMPRENDITORIALI

Page 37: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

36 migliore organizzazione del lavoro, delleproduzioni, del trasporto e dellacommercializzazione; migliore organizzazione-esecuzione deiprogrammi di alimentazione, profilassi e terapia, più semplice raccolta dei dati;

• ECONOMICI diminuzione dei tempi di lavoro e dei costi; diminuzione del numero di maschi; aumento del numero delle fattrici produttive; aumento del fatturato globale/addetto; maggior produzione in momenti di mercatofavorevole; • SELEZIONE E MIGLIORAMENTO

GENETICOpiù facile individuazione dei buoni riproduttori edei caratteri da selezionare;più agevole e preciso testaggio dei riproduttori;più facile attuazione dei programmi di incrocio;possibilità di conservazione del patrimoniogenetico nel tempo.Il successo della IA dipende da fattori legati almaschio, alla femmina e alla tecnologia dicondizionamento del seme.

3.8.1. Fattori legati al maschio

Prelievo del materiale seminaleIl prelievo del seme si esegue con vaginaartificiale, che presentano un serbatoio internoche, riempito di acqua calda (circa 42 °C), va aformare un orifizio. L’estremità più largacostituisce l’apertura destinata ad accogliere ilpene, mentre l’estremità opposta è collegata aduna provetta di raccolta previamente sterilizzata.

Esistono vari modelli di vagina artificiale, ma iparametri da considerare sono soprattutto diordine pratico e igienico-sanitario. I primiriguardano la manualità d’uso e il mantenimentoper il maggior tempo possibile della temperaturaottimale per l’eiaculazione; ciò può essererealizzato sia tenendo la vagina o le vagine in uncontenitore termostatato, sia introducendo nelserbatoio acqua calda ogni quattro o cinqueprelievi. Va sottolineato che la presenza di unabassa carica microbica nel seme è unaprerogativa fondamentale, soprattutto se ilmateriale viene utilizzato in allevamenti diversida quello di provenienza, con la possibilità cheuna flora potenzialmente patogena possa darluogo ad un’infezione ad eziologia esogena; nonva inoltre sottovalutata la produzione di tossineletali per gli spermatozoi. Il problema può essererisolto aggiungendo idonei antibiotici eimpiegando metodi di raccolta più igienici.

Va anche ricordato che la flora battericapresente nel seme è formata da duecomponenti: quella propria del seme e quella diorigine ambientale (polvere, deiezioni, operatore,ecc.). La prima è pressoché inconsistente e

costituita principalmente da germi non patogeni,quali Lattobacilli, Streptococchi, Stafilococchi,che colonizzano l’uretra. Le fonti dicontaminazione esterna sono rappresentatedalla vagina artificiale, dalla provetta di raccoltae dal diluitore aggiunto. Per tale motivo sonostati messi a punto modelli di vagina artificialeche riducono al massimo il contatto del pene conla guaina elastica e permettono l’isolamentodella provetta di raccolta. É comunqueindispensabile applicare una rigida profilassi nelcorso di tutte le operazioni (sterilizzazione dellavetreria in stufa, conservazione delle vagine inambiente pulito, impiego di guanti mono-usosterili, ecc.).

Per ottenere l’eiaculato, l’addetto alla raccoltatiene con una mano la vagina artificiale e conl’altra sostiene il manichino o l’animaleaddestrato; tenendo l’apertura della vagina frapollice ed indice. L’operazione, dallapresentazione del manichino all’eiaculazione,può durare da qualche secondo a qualcheminuto.

Caratteristiche del semeLe caratteristiche del seme variano in funzione dinumerosi fattori e in particolare:

a) età e tipo genetico: la maturità sessualecorrisponde al momento in cui la produzionegiornaliera di seme (PGS) si stabilizza eviene generalmente raggiunta intorno al 5°mese di vita; occorre però attendere fino al7°-8° mese prima di stabilire la pienaaffidabilità del maschio, dopo i testaggipreliminari. In media, circa l’80% dei soggettisi abitua alla raccolta del seme mediantevagina artificiale. I riproduttori devono essereselezionati sotto l’aspetto morfologico esanitario e poi testati per le caratteristichequanti-qualitative del materiale seminale. Ingenerale una selezione accurata comporta iseguenti scarti:• morfologico-sanitario 25%• attitudinale 10%• zootecnico 25%

b) Ritmo di utilizzazione e ordine di prelievo:il ritmo di raccolta del materiale seminaleinfluisce in maniera significativa solo suglispermatozoi accumulati nella codadell’epididimo; confrontando tre ritmi (1, 2 o 3volte la settimana con doppio prelievo ad unintervallo di 30 min) è stato evidenziato che intermini di volume, concentrazione, motilità espermatozoi vivi, i migliori risultati siottengono con il sistema più estensivo. Ilritmo di prelievo è condizionato dalla PGS edalla capacità di stoccaggio dell’epididimo.Quest’ultima è in genere uguale a 4-6 volte laPGS. Lo sfruttamento intensivo del maschiodetermina l’esaurimento di tutte le riserve e

Page 38: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

37per la loro ricostituzione è necessario unriposo di almeno 3 settimane. Per quantoconcerne l’ordine di prelievo è stato accertatoche il secondo eiaculato ha un volumeinferiore a quello del primo, ma è piùconcentrato e gli spermatozoi presentano unamotilità superiore.

c) Stagione e habitat: i parametri più importantida considerare sono la temperatura, l’umiditàe il fotoperiodo. L’attività sessuale è massimain aprile, maggio e giugno, essendo correlatanegativamente con il livello di melatonina incircolo. Aumentando il fotoperiodo (16 vs 8 h)aumenta la libido, e il numero di spermatozoieiaculati, mentre le alte temperaturedeterminano una significativa perditadell’ardore sessuale.

d) Preparazione sessuale: è stato osservatoche una falsa monta, poco dopol’introduzione della coniglia in calore nellagabbia del maschio, determina un incrementodella concentrazione spermatica.

e) Fattore uomo: anche l’operatore puòinfluenzare la produzione spermaticadell’animale; infatti, dal confronto tra unneofita e un tecnico esperto si è visto che ilprimo, impiegando molto più tempo per laraccolta, otteneva più seme e con maggiorepercentuale di spermatozoi mobili.

3.8.2. Fattori legati alla femmina

Tecnica di inseminazioneTale operazione si esegue introducendoprofondamente in vagina il materiale seminale amezzo di una pipetta di vetro, previamentelavata e sterilizzata, lunga circa 25 cm, con unapunta leggermente ricurva e smussata.

Al momento dell’inseminazione l’operatoreafferra la coda della coniglia con l’indice e ilpollice della mano sinistra sollevandolaleggermente. Con il pollice della stessa manospinge verso il basso ed allarga l’aperturavulvare, facilitando l’introduzione della pipetta,che va indirizzata con l’incurvatura verso il dorsodell’animale. Dopo alcuni centimetri, il contattocon il meato urinario ostacola l’avanzamentodella pipetta, per cui è necessaria una suarotazione di circa 180°, per evitare l’introduzionedella stessa in uretra. Superato tale ostacolo, lapipetta può essere introdotta per un totale di 18-20 cm, al fine di realizzare un’inseminazionecervicale profonda. Per l’inoculazione si utilizzauna siringa collegata ad un tubicino di gomma.La coniglia può essere tenuta in posizioneverticale appoggiata sul piano superiore dellagabbia, oppure mantenuta tra le gambe o infineinserita in una particolare struttura “a tubo”; nonsono state osservate differenze significative tra itre metodi.

La dose da inoculare è generalmente pari a 0,5ml di materiale seminale diluito.

Vista la particolare fisiologia riproduttiva dellaconiglia, mancando lo stimolo del coitonecessario per innescare il meccanismo neuro-ormonale responsabile della ovulazione, nelcaso di IA, si deve ricorrere ad un trattamentoormonale per con GnRH o analoghi al momentodell’inseminazione o qualche ora prima.

Entro 90-120 min dall’iniezione si ottiene unpicco di LH che provoca la deiscenza dei follicolinel giro di 9-13 ore. Il trattamento determinaanche, 14-16 ore dopo, quel picco di FSHnecessario per la maturazione di nuovi follicoli,che a loro volta produrranno l’estrogenoindispensabile per il normale funzionamento delcorpo luteo.

L’applicazione della IA richiede attrezzature emateriale idonei. Disponendo di una solapersona è necessario un apposito tavolinettocollocato all’interno di un capannone benilluminato. Un operatore esperto riesce adinseminare 60-100 coniglie all’ora, anche per piùore di seguito.

Condizioni fisiologiche della conigliaI fattori che maggiormente condizionano leprestazioni riproduttive della coniglia sono:

1. ORDINE DI PARTO (nullipare, primipare,pluripare)

2. FASE RIPRODUTTIVA (lattazione, nonlattazione)

3. RECETTIVITÀ SESSUALE (recettive, nonrecettive)

1) Ordine di partoLe prestazioni riproduttive, espresse in termini direcettività al maschio, fecondità e fertilità, nellenullipare sono generalmente buone, nelleprimipare risultano meno soddisfacenti, speciese inseminate durante la lattazione, nellepluripare presentano caratteristiche intermedie.Le cause di queste differenze vanno ricercatenell’antagonismo lattazione e riproduzione e nelcospicuo deficit energetico che si verifica nelleprimipare contemporaneamente gestanti elattanti, dovendo le medesime completare ilproprio sviluppo e nel contempo coprire gliingenti fabbisogni per la produzione di latte e losviluppo del feto. Va infatti ricordato che le fattricisono messe in produzione quando, ad un’età dicirca 18 settimane, pesano 3,4–3,6 kg, checorrispondono all’80-85% del peso vivo daadulto.

2) Fase riproduttivaLa lattazione influenza negativamente l’attivitàriproduttiva della femmina, per il già citatoantagonismo della prolattina. Anche ilprogesterone riveste grande importanza

Page 39: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

38essendo stato dimostrato che una sua riduzioneaumenta la percentuale di mortalità embrionaletardiva.

3) Recettività sessualeAnche se la coniglia può ovulare in qualsiasimomento del ciclo estrale, la frequenza diovulazione, la fecondità e la fertilità sonofortemente influenzate dalla recettività. Perdiagnosticare lo stato di recettività di unafemmina si può esaminare il suo comportamentoportandola nella gabbia di un maschio oppure,più semplicemente, controllando lo stato diturgescenza e il colore della vulva: ad unacolorazione rossa corrisponde una situazioneestrale molto favorevole per l’accoppiamento oper l’IA .Pur essendo numerosi i fattori(ambientali e genetici) che influenzano larecettività, in generale la stessa manifesta unandamento piuttosto costante: immediatamentedopo il parto presenta valori molto alti per larapida inversione del rapportoestrogeni/progesterone, poi decresce per 5-6giorni, e torna infine ad aumentare grazie allosviluppo dei follicoli pre-ovulatori e all’estrogenoda essi prodotto. Per i motivi sopra menzionati eper l’antagonismo prolattina-funzioni riproduttive,i maggiori problemi si riscontrano nelle fattricilattanti non recettive. Per risolvere taliinconvenienti sono state messe a punto strategiebasate principalmente su: somministrazione diormoni; biostimolazioni; impiego di ritmiriproduttivi idonei.

I trattamenti ormonali applicabili alle conigliesono molteplici e hanno diverse finalità. Per lasincronizzazione dell’estro si ricorre allasomministrazione di ormoni 2-3 giorni primadella IA al fine di stimolare lo sviluppo e lamaturazione dei follicoli. I prodotti maggiormenteusati sono la PMSG e le prostaglandine.

La PMSG è una glicoproteina ad azionefollicolostimolante e luteinizzante prodotta dallecellule trofoblastiche dell’endometrio, con un altocontenuto di acido sialico che ne aumental’emivita. Attualmente il protocollo più comuneprevede una iniezione intramuscolare di 20 UI,48-72 ore prima della I.A, in grado di miglioraresensibilmente le prestazioni delle fattrici lattantinon recettive, che restano comunque inferiori aquelle delle non lattanti, perché non si riesce adeliminare completamente l’effetto negativo dellaprolattina. É stato inoltre evidenziato chetrattamenti ripetuti e ravvicinati provocano inmolte coniglie una reazione immunitaria,influenzata dal ritmo di somministrazione e dalladose di impiego. Altri aspetti negativi sonorappresentati dalla eccessiva iperemia del trattogenitale, dal notevole aumento del peso delleovaie e dalla presenza di numerosi follicoliemorragici. Anche la qualità degli embrioni e laloro capacità di sviluppo in vitro risultanocompromessi. In fattrici trattate ripetutamente èstata riscontrata una mortalità perinatale più altaed un numero più elevato di nidiate a rischio (<5

e > 12 redi). Tenuto conto di talicontroindicazioni, ma anche del fatto che laPMSG resta ancora l’ormone più utilizzato, siconsigliano alcuni accorgimenti: usare 20 UI;associarla con altri prodotti a minor rischio dirisposta immunitaria; limitarne l’impiego neiperiodi stagionali più critici e destinarla solo allefattrici che hanno problemi o che producononidiate poco numerose. É infatti sconsigliabiletrattare le nullipare la cui fertilità è buona e leprimipare per le quali conviene applicare unritmo meno intensivo, considerate le difficoltàche si incontrano per coprire i loro elevatifabbisogni energetici; evitare categoricamentedue interventi successivi in coniglie rimastevuote alla IA e che non hanno quindi partorito.

Al fine di ridurre il numero di trattamenti che unafattrice riceve nel corso della sua carrierariproduttiva, è stato proposto un protocollo“differenziato” che tiene conto dello stato direcettività al momento dell’inseminazione: lefemmine recettive vengono inseminate senzaalcuna sincronizzazione, mentre le altre vengonotrattate con PMSG ed inseminate 3 giorni piùtardi. Il problema di questo protocollo consistenella difficoltà di adattarlo alla ciclizzazioneproduttiva, che prevede l’inseminazione un sologiorno alla settimana.

Le prostaglandine sono sostanze (naturali osintetiche) che possono essere utilizzate ancheper la sincronizzazione degli estri. La PGF2αinoculata 72 ore prima della IA , in alcunecondizioni di corpo luteo persistente determinaun aumento della fertilità. Tale prodotto ha uncosto più basso della PMSG, non provocareazioni immunitarie ed ha un’emivita più breve.L’unico inconveniente è che il suo effettodipende in maggior misura dalla situazioneovarica ed ormonale al momento dellasomministrazione, che modula il suomeccanismo d’azione e quindi la risposta dellafattrice.

Le prostaglandine vengono comunque utilizzatesoprattutto per la interruzione della pseudo-gravidanza e per la sincronizzazione dei parti. Ilprimo obiettivo si raggiunge trattando le coniglierisultate negative alla palpazione con 200 µg diPGF2α; così facendo è possibile ridurre di 3-4giorni il periodo di pseudogestazione e anticiparedi una settimana (dal 21° al 14° giorno) il nuovointervento di IA Per la sincronizzazione dei partivengono invece iniettate al 29°-30° giorno digravidanza e inducono il parto entro 24-48 oredalla somministrazione, lasciando alla coniglia iltempo di preparare il nido. Ciò non si verifica conl’ossitocina che determina parti affrettati, conforte riduzione dell’istinto materno e dellacapacità di allattamento. La prostaglandinamigliora inoltre la recettività sessuale 6-8 giornidopo il parto.

Attualmente si sta diffondendo la tendenza adimpiegare biostimolazioni per la sincronizzazione

Page 40: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

39degli estri, in alternativa agli ormoni; ciò al fine diconservare un’immagine naturale alla carne diconiglio e di rispettare le direttive della politicacomunitaria in tema di residui farmacologici nellecarni e di benessere animale. Le tecniche piùimpiegate sono: cambiamento di gabbia pocoprima della IA ; variazioni del fotoperiodo(durata, alternanza, etc.); momentaneaseparazione della madre dalla nidiata; flushing.La preclusione dell’accesso al nido per 24-48 oreprima della IA migliora la recettività perchésfrutta la caduta del picco di prolattina che siverifica immediatamente dopo la suzione. Ilflushing è basato sulla somministrazione, nei 15giorni che precedono la IA , di un mangime riccodi energia e proteine. Le suddette tecniche sonostate per il momento applicate solo in viasperimentale e non hanno fornito risultati univoci,tali da consentire la definizione di protocollioperativi.

Un’ultima strategia da mettere in atto perottimizzare l’efficienza riproduttiva delle fattrici èbasata sulla scelta di un adeguato ritmoriproduttivo. Va tenuto conto al riguardo che laconiglia è molto recettiva subito dopo il parto epotrebbe quindi essere accoppiata o inseminatacon successo in questo momento. Non va peròdimenticato che l’intensa selezione operata peraumentare la prolificità e la produzione di latteha notevolmente incrementato l’outputenergetico, rendendo di fatto impraticabile lapiena sovrapposizione lattazione – gravidanzache porta ad una riduzione della fertilità e dellaprolificità, e ad un incremento del tasso dirimonta. Il ritmo attualmente più utilizzato èquello semi-intensivo, con accoppiamento o IA10-12 giorni dopo il parto, che rappresenta unottimo compromesso tra economicitàdell’impresa ed esigenze fisiologiche emetaboliche delle fattrici.

3.8.3 TECNOLOGIA DI CONDIZIONAMENTODEL SEME

Caratteristiche del semeLe caratteristiche biologiche del seme dipendonodal tipo genetico, dall’alimentazione, dallo statosanitario, dalle condizioni di allevamento, dallemodalità di raccolta, dalla stagione, dal ritmo edall’ordine di prelievo. Subito dopo il prelievo sieffettua un esame macroscopico degli eiaculatiper valutare: volume, colore, odore, densità,presenza di “tappo mucoso”. Il volume si aggiramediamente intorno a 0,6 ml; la quantità e laqualità migliorano fino all’età di 8-9 mesi erimangono poi pressoché stabili per tutta lacarriera riproduttiva. Il colore consente unavalutazione preliminare della qualitàdell’eiaculato; se bianco crema esprimegeneralmente buone caratteristiche del seme; segiallastro indica mescolanza con urina e inducea scartare l’eiaculato. Un colore grigiastro siassocia alla precipitazione di cristalli e cellule di

escoriazione provenienti dai tessuti genitali; uncolore rossastro è legato alla presenza disangue e, se persiste, il maschio deve esseremesso a riposo o in casi estremi eliminato.

La valutazione microscopica dell’eiaculato ècomunque la sola che permette di definirecorrettamente la qualità del seme in termini diconcentrazione e motilità degli spermatozoi. Perla conta degli spermatozoi si utilizzano appositivetrini (camere Thoma, Burker, etc.) mentre iparametri cinetici devono essere valutati su unpiano riscaldato a temperatura costante (37 °C).Per completare le analisi si può verificarel’integrità acrosomiale ricorrendo a colorazionivitali o al dosaggio di particolari enzimi (GOT,LDH, Acrosina, Jaluronidasi). Sono attualmentedisponibili analizzatori di seme computerizzatiche consentono di individuare il numero dispermatozoi, la loro morfologia, il livello e il tipodi mobilità. Tali apparecchi distinguono le cellulespermatiche dalle altre particelle presenti nelmateriale seminale in base al movimento, allaluminosità e alle dimensioni, ovvero:

• Movimento: è il parametro che definisce lavelocità alla quale una cellula può considerarsimobile. Lo spermatozoo, per essere consideratomobile, deve possedere una velocità compresatra un valore minimo e uno massimo. La velocitàminima permette di eliminare le cellule che nonsi muovono di moto proprio, ma che possonoaver acquisito una certa velocità dalla collisionecon cellule mobili; la velocità massima, che è unparametro tipico di ogni specie e che nel coniglioè di circa 100 µm/sec, permette di evidenziareeventuali cellule con velocità anomala.• Dimensioni: determinando le dimensionidegli spermatozoi, si possono escludere altrecomponenti del plasma seminale, di dimensionimaggiori o minori..• Luminosità: è rappresentata, nell’immaginedel monitor digitalizzata, dal diverso livello digrigio assunto dalle cellule. Può veniremodificata per ogni campo, fin quando la parteintermedia e quella principale dello spermatozoonon sono più visibili (rimane visibile solo la testa,cioè il centroide) e la maggior parte deicorpuscoli nel plasma seminale, avendo unaluminosità diversa da quella dello spermatozoo,scompaiono dall’immagine digitale. La corretta scelta dei parametri è fondamentalepoiché è in base ad essi che il sistema riesce aidentificare le cellule, a seguirle nellospostamento e a classificarle come mobili oimmobili.

L’analisi computerizzata consente di valutare iparametri, di seguito descritti.

• Concentrazione: se l’oggetto vieneconsiderato uno spermatozoo il centroide e lesue coordinate x y sono fissate. Le immaginipossono venir acquisite con diversefrequenze ma in genere superiori a 25 Hz.

Page 41: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

40• Spermatozoi mobili: comprende tutte le

cellule con velocità compresa tra i livelliminimo e massimo definiti precedentementenel settaggio dei parametri.

• • Velocità rettilinea lineare (VSL)• Velocità curvilinea (VCL)• Velocità media (VAP)• Linearità (VSL/VCL)

I valori della linearità progressiva vanno da 0 a100 ed il massimo si riferisce alle cellule che simuovono su una linea retta. Il valore diminuiscecon l’aumentare degli spostamenti laterali (ALH)ovvero della non coincidenza del tracciato dellospermatozoo con la traiettoria ideale, fino araggiungere il valore zero quando lospostamento è circolare.

Diluizione e conservazione del materialeseminale Il seme ha una vita relativamente breve e puòessere utilizzato tal quale solo se l’inseminazioneavviene entro 2 o 3 ore dal prelievo, nel qualcaso è sufficiente inoculare 0,3 ml. Per garantireuna migliore e più lunga sopravvivenza deglispermatozoi sono necessari speciali mestruinutritivi-diluitori, che consentono anche diottenere un maggior numero di dosi. Per averebuoni risultati la dose inseminante (circa 0,5 ml)deve contenere almeno 10 milioni dispermatozoi mobili. Nella pratica le diluizioni piùusate vanno da 1:10 a 1:20. Per unaconservazione di poche ore si può utilizzare lasemplice soluzione fisiologica, mantenuta atemperatura ambiente (20 °C); per tempi piùlunghi occorrono diluenti più completi etemperature più basse. Se si superano le 24 oresi consigliano: un mestruo tipo TRIS BUFFER1 e

1 Composizione del TRIS BUFFER Tris ammino metano g 3,028 Acido citrico monoidrato g g 1,675

una temperatura compresa tra 5 e 15 °C. Cosìfacendo si può conservare e spedire materialeseminale anche a lunga distanza, in contenitoriisolati o termostatati; i risultati sono buoni,sempre che l’utilizzo avvenga entro 48 ore dalprelievo e le modalità di trasporto siano corrette.

Crioconservazione Il congelamento del seme assicura un trasportopiù sicuro, un impiego più esteso, una riserva delmateriale seminale di maschi di elevato valoregenetico. La disponibilità di una banca del semepuò consentire la diffusione di materiale geneticodi buona qualità in molti allevamenti, chealtrimenti non potrebbero usufruirne; ciò potràverificarsi anche dopo il decesso dei maschiriproduttori.

I fattori che maggiormente influenzano la riuscitadel processo sono la velocità di raffreddamento-scongelamento e la natura del crioprotettore.Durante il congelamento (soprattutto nella fase -5 - 15 °C) si formano cristalli sia all’interno cheall’esterno della cellula; i cristalli interni possonodanneggiare le membrane cellulari mentre quelliesterni, modificando la concentrazione salinanello spazio interstiziale, creano le condizioni peruno shock osmotico. Ogni cellula hacaratteristiche ed esigenze del tutto peculiari, infunzione del proprio rapporto volume/superficie edelle caratteristiche di permeabilità dellemembrane. L’individuazione di una velocitàideale di congelamento, che non danneggi lacellula per la formazione di cristalli intracellulari(se troppo rapida) o di ghiaccio esterno (setroppo lenta), rappresenta una necessitàimprescindibile. Qualunque sia il sistema dicongelamento si rende comunque necessarial’aggiunta di sostanze (crioprotettori) perproteggere le cellule dai danni delcongelamento. I prodotti dotati di questa azionesono numerosi: eritritolo, glicole etilenico, glicoledietilico, glicole propilenico, glicerolo, propilene,dimetilsulfossido, etanolo, dimetil-formamide,acetamide, lattamide.

Un crioprotettore per essere efficace devepossedere alcuni requisiti fondamentali ovvero:

• basso peso molecolare• capacità di penetrare entro le cellule• elevata solubilità in soluzioni elettrolitiche

acquose• bassa tossicità per le cellule.

I crioprotettori possono agire nell’ambienteextracellulare o in quello intracellulare. Quelli adazione extracellulare sono efficaci se utilizzati inbasse concentrazioni e con congelamenti rapidi.

Fruttosio g 1,250 Acqua distillata sterile ml 100 pH 7,0

Page 42: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

41Le loro modalità di azione sono ancora pococonosciute; probabilmente agiscono sul sistemaelettrolitico della cellula e riducono la diffusionedi liquidi intracellulari. Diminuendo la quantità dipotassio intracellulare si verifica un flusso dielettroliti attraverso la membrana durante ilcongelamento-scongelamento e si evita ungradiente osmotico troppo elevato.Appartengono a questo tipo il saccarosio e illattosio. Alcuni crioprotettori ad azioneintracellulare, quali il glicerolo, il dimetilsulfossido(DMSO), l’etanolo e le ammidi, svolgono la loroazione anche nell’ambiente extracellulare.Inducono una minore formazione di ghiaccio,con conseguente minore disidratazione dellacellula; rispondono bene con lente velocità dicongelamento.

Il congelamento provoca modificheultrastrutturali a livello dell’acrosoma,responsabile della penetrazione nella cellulauovo e del tratto intermedio, sede dei mitocondrie quindi del metabolismo energetico.

Gli spermatozoi di coniglio sono molto sensibilialle soluzioni ipertoniche e meno permeabili alglicerolo, rispetto a quelli di altre specie:aumentando oltre certi limiti la concentrazione diquesta sostanza si verifica una notevoleriduzione della motilità. I crioprotettori più validisono quelli contenenti gruppi ammidici o metilici,piuttosto che idrossilici (glicerolo), e la miglioreprotezione si ottiene con acetamide (43%spermatozoi mobili verso 32% con glicerolo eDMSO).

É comunque certo che il congelamento e ilsuccessivo scongelamento riducono lapercentuale di nemaspermi mobili (83% primadel congelamento, 43% dopo) e incrementano laproporzione di quelli con alterazioni acrosomiche(23% verso 11%)

Il metodo più adottato è quello basato sullacollocazione del materiale biologico nel collo delcontenitore di azoto liquido, con variazioni dellasua posizione per regolare la velocità diraffreddamento. Esistono diversi sistemi dicontrollo della velocità di congelamento; gliapparecchi più utilizzati sono:

• con camera a temperatura costante in faseliquida o in fase gassosa

• con camera a temperatura variabile• con controllo elettronico

Per lo scongelamento si immergono le paillettecongelate in un bagno di acqua tiepida o calda,secondo 3 metodiche :

1. lento: immersione per 60 sec in acqua a37°C;

2. rapido: immersione per 20 sec in acqua a40°C;

3. rapidissimo: immersione per pochi sec inacqua a 60°C.

Le numerose difficoltà connesse alla tecnica dicongelamento e alla selezione degli eiaculati piùidonei, rendono per il momento improbabile l’usoroutinario di materiale congelato, soprattuttoperché la reviviscenza si aggira intorno al 25-35%, anche utilizzando seme di ottima qualità.

Leggi e sentenze relative alla IALe leggi che disciplinano l’uso della IA sono le

seguenti:

Legge 1366 del 29.06.1929Legge 1009 del 25.07.1952Legge 74 del 11.03.1974Legge 30 del 15.01.1991DPR 1256 del 28.01.1958Sentenza del Consiglio di Stato del27.07.1987.

L’art. 12 della legge n° 30 del 15.01.91 prevede:gli interventi per la pratica della IA degli animalidevono essere eseguiti:

1. da veterinari iscritti all’albo professionale;2. da operatori pratici di IA che abbiano

ottenuto l’idoneità, ai sensi dell’art. 2, operantinell’ambito di un impianto di IA , o pressoallevamenti o stalle, purché convenzionatecon un centro di produzione di materialeseminale che si assume la responsabilitàcirca l’impiego del seme”.

Page 43: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

424. SISTEMA IMMUNITARIO

Il sistema immunitario difende l’organismo dalleaggressioni, in particolare da quelle deimicrorganismi presenti nell’ambiente.I sistemi di difesa sono di due tipi:aspecifici uguali per tutti gli agenti causali;specifici con risposte diversificate in rapportoall’agente.Questi sistemi agiscono in sinergia edeterminano frequentemente una protezionecontro l’aggressione che viene identificata come

immunità.Il sistema linfatico che produce o che permettela maturazione delle cellule implicate nellarisposta immunitaria è organizzato in organilinfoidi primari e secondari.

Tutte le cellule del sistema immunitarioprendono origine dal midollo osseo a partire dalinee cellulari di diversa origine:cellule ematiche (globuli rossi e piastrine);cellule mieloidi che si differenzianoulteriormente in leucociti (globuli bianchi) emacrofagi.La linea dei linfociti è distinta in linfociti B, T ealtri linfociti noti come “Natural Killer”. I linfociti Bproducono anticorpi o immuno globuline mentregli T agiscono in sinergia con altre celluleimmunitarie distruggendo gli antigeni.

I linfociti divengono maturi negli organi linfoidiprincipali. Nel corso dello sviluppo acquisisconola capacità di sintetizzare molecole diverse(marcatori di superficie CD4, CD8). I linfociti B sidifferenziano completamente nel midollo,mentre gli T terminano la loro maturazione neltimo. Una particolarità del coniglio è il ruolodell’appendice vermiforme del cieco che, nelle

Organi linfoidi secondariMilza (M), Gangli linfatici (GL)Tessuti linfatici associati alle mucose :Intestinale ed Uro-genitale (TLAIU),Placche di Peyer (PP),Nasale (TLAN), Bronco-alveolare (TLAB)

Da Fortun Lamothe et al. 2001 mod.

GT

A

TLA

TLAIU

TLA

P

M

G

M

Organi linfoidi primariMidollo osseo (MO), Timo (T)Appendice vermiforme (AV) neigiovani

Page 44: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

43prime settimane di vita, produce e maturalinfociti B, funzionando nell’animale adultoanche da organo secondario.Una volta differenziati i linfociti migrano versoorgani linfoidi secondari dove proliferano.Tali organi presentano una struttura simile:zona con follicoli primari ricca di linfociti Bcircondate da zone ricche di linfociti T; zone confollicoli secondari ricche di B a differente stadiodi maturazione, circondate da cellule fagocitariee antigeni.

REAZIONE IMMUNITARIA

Esiste una reazione immunitaria innata ed unareazione immunitaria indotta. La risposta

naturale inizia con unadiversi fagociti (mononeutrofili) si ripartisconove entrano in giocoseriche (PRC) e acomplemento. I fcombinazione con i linfatto anche alla reazionI linfociti T a loro volta stimolano i fagocimicrorganismi.La reazione specifica rpreliminare dell’elemedell’ospite. Si tratta dicomplesso cui concorr(recettori di membrana

molecole del Complesso Maggiore diIstocompatibilità (CMH) che sono caratteristichedi ogni individuo.La risposta umorale consiste essenzialmentenella moltiplicazione dei linfociti B, alcuni deiquali vanno a costituire una memoriaimmunitaria a lungo termine. Tali cellule sitrasformano e cominciano a secernere differentitipi di anticorpi (IgM, IgG, IgA, IgE in caso diallergia e raramente IgD). Le prime γ-globulinesecrete sono le IgM seguite dalle IgG e IgA:Una volta legate all’antigene tali globulinepossono attivare la cascata enzimatica delcomplemento o altre vie meno classiche chenella maggior parte dei casi portanoo alladistruzione dell’antigene.Nel corso della gestazione alcune γ-globuline

à

CPA: cellula portatB o T: linfociti, (TAcitotossici; Ta: ausNK: natural killer

Distruzione dellacellula infetta

reazione infiammatoria:citi e polimorfonucleatio sul sito di aggressione anche delle proteineltre del sistema delagociti agiscono infociti T partecipando die specifica.producono citochine cheti a distruggere i

ichiede il riconoscimentonto estraneo da parte un meccanismo moltoono numerosi compartii) e in particolare alcune

possono essere trasmesse al fplacenta e ciò avviene nel conidella gestazione quando la pemocoriale. Anche il colostroglobuline. Le IgG possono edirettamente a livello intestinalhanno un ruolo protettore intestinale. Questa trasmissioserve a proteggere i giovandell’ambiente materno, ha peròdi ritardare l’instaurarsi di specifica.La risposta immunitaria a medè complessa richiedendo il ricocellule ad opera dei recettori l’interazione attraverso la sostanze chimiche (citochine).Le citochine possono essere rfamiglie: Interleuchine (ILs), Factor (TNFs), interferone (IStimulating-Factors (CSFs) principalmente sui linfociti T

T

a

N

T

T

T

T

B

pr e

rice di antigeni: attivati; TC

iliari)

Rispostacellulare

citotossicit

Attivazione deimacrofagi

Rispostumorale

Attivazione

Proliferazione e

oduzione di citokin

Produzionedi anticorpi

Fagocitosi oendocitosi

CPA

eto attraverso laglio verso la finelacenta diventa trasmette talissere assorbite

e, mentre le IgAsulla mucosa

ne da un latoi dai patogeni l’inconvenienteuna immunità

iazione cellularenoscimento delledi membrana esecrezione di

aggruppate in 4Tumor NecrosisFNs) e Colonyche agiscono. Tali linfociti

Page 45: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

44possono esplicare un ruolo citotossico (CD8) oun ruolo ‘helper’ in cooperazione con altrecellule (CD4).

In sostanza l’immunità naturale e specificainteragiscono fortemente anche se nella primafase predomina quella naturale perché quellaspecifica necessità un certo tempo per divenirecompletamente efficace.Altri aspetti importanti sono la capacità deilinfociti di concentrarsi verso i siti dove èmassiva la presenza del patogeno (ecotassia) equella del sistema immunitario di tollerareelementi non nocivi che però non costituisconol’individuo. Tale fenomeno è regolatoprincipalmente dall’alimentazione e dalla florasaprofita. Se ciò non avviene si possonomanifestare patologie quali dette auto-immuni.Tenuto conto che l’alimentazione gioca un ruolofondamentale nell’instaurarsi di una rispostaimmune sarebbe importante valutare ifabbisogni alimentari anche considerandol’entità di tale risposta.In questo ambito l’azione immuno-modulatricedi alcune sostanze (vitamine E, A, D, acidigrassi polinsaturi è abbastanza conosciuta,essendo stato accertato che le stessemodificano i sistemi e le comunicazioni intra edextra-cellulari.

Antigene

Penetrazionenell’organismo

Migrazione

Moltiplicazione

TossineLesioniTurbe

metaboliche

Riconoscimento agenteindesiderato- riconoscimento non-specifico - proteine complementari - fagociti- riconoscimento specifico

f

Informazione cellulare - citochine - mediatori di infiammazione

Ruolo dei nutrienti

Moltiplicazione - fagociti - linfocitiCooperazione cellulare - attivazione - presentazione antigene

Eliminazione dell’agenteindesiderato - inattivazione - citotossicità - fagocitosi

Sintesi proteica

Integrità

Molecole

Moltiplicazione

Modulazione

SVILUPPOPATOLOGIA

RISPOSTA

IMMUNE

Page 46: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

455. BENESSERE, STRESS E LORO EFFETTI

SULLA PRODUZIONE

La UE è molto attenta a temi quali il benessereanimale, la sostenibilità ambientale e quindi asistemi di produzione biologica.In tema di stress e benessere animale il giudizioè abbastanza complesso perché a fronte deidiritti degli animali esistono delle compatibilitàeconomiche che un maggior rispetto delbenessere può compromettere.Oltre alla innata tendenza a scavare buche etane, il coniglio ha anche le caratteristichecomportamentali elencate nel progetto diraccomandazione UE (1997) sul benessere deiconigli:• vita di gruppo con comportamento

aggressivo per stabilire la gerarchia• marcatura del territorio• ciecotrofia e suo utilizzo alimentare• pulizia personale accurata• attività crepuscolare ed ingestione di molti

pasti/giorno• comportamento di ricerca e di locomozione• allattamento dei neonati 1 volta/ giorno, in

pochi minuti (4-8 minuti)• reazione ai predatori mediante

immobilizzazione “freezing” e/o fuga, qualoralo spazio a disposizione lo consenta.

Tali caratteristiche comportamentali debbonoessere rispettate per garantire un sufficientelivello di benessere agli animali allevati. Lostesso progetto si preoccupa che i conigli:• non siano utilizzati in spettacoli e/o

manifestazioni che possano costituirepericolo per la loro salute;

• non siano allevati con metodi che possonocausare danno e/o sofferenza;

• non siano sottoposti ad un ritmo diriproduzione troppo stressante e nonvengano trattati sistematicamente confarmaci anche a tutela del consumatorefinale;

• siano alloggiati in strutture idonee, accuditida personale specializzato ed alimentaticorrettamente, senza variazioni bruschedella dieta;

• siano protetti sia dai predatori che daeventuali parassiti e/o agenti infettivi.

Il livello di benessere del coniglio, come quellodegli altri animali, può essere individuato solosulla base di osservazioni e di studi scientificiche forniscono degli indicatori e dei parametriobiettivi, basati su criteri di tipo diverso:• comportamentali• fisiologici ed immunologici• sanitari• zootecnici.Le basi della “Convenzione sulla protezione deglianimali” si fondano essenzialmente su dueconcetti:

1) rispettare l’integrità fisica dell’animale2) lasciare all’animale la possibilità di esprimereil proprio comportamento naturale, nel rispettodei suoi fabbisogni fisiologici.Le mutilazioni (talvolta praticate in altre specieanimali: taglio della coda, delle unghie, delleorecchie, del becco) sono praticamenteinesistenti nel coniglio di allevamento, che, tutt’alpiù, può essere soggetto a ferite accidentaliprovocate dalla sua contenzione in gabbia.L’allevamento in gabbia sembra in contrasto conla libera espressione di comportamento emovimento. Si deve però considerare, che ladomesticazione dell’animale può averparzialmente cambiato le sue abitudini,rendendolo meno esigente in termini di spazio.Si è riconosciuto come indispensabile “diritto”per ogni animale allevato il poter usufruire di unospazio e di una superficie adeguati.Per assicurare uno spazio vitale minimo, ledimensioni di gabbia consigliate da variorganismi sono le seguenti:

Attuali World RabbitScience Assoc

UE

m2 Altezzacm

m2 Altezzacm

m2 Altezzacm

Riproduttori fino a 4,0 kg0,16 30 0,20 35 0,40 40

Riproduttori fino a 5,5 kg0,16 30 0,30 40 0,45 40

Riproduttori oltre 5,5 kg0,40 40 0,50 50

Conigli ingrasso fino a 6 sett.0,04 30 0,04 35 0,04 40oltre 6 sett.0,08 30 0,08 35 0,08 40

Allevamento a terra su lettiera 0,12 m2/capo.

Anche se il dibattito è concentratoprincipalmente sulle dimensioni delle gabbie esull’ambiente, indubbiamente molti altri fattori tracui il management giocano un ruolo primarionell’assicurazione di un certo livello dibenessere. È infatti necessario:# creare condizioni di non eccessiva rumorosità

e/o illuminazione (sia in intensità che indurata)

# realizzare condizioni ambientali tali daagevolare l’ispezione giornaliera di tutti glianimali presenti in allevamento da parte deglioperatori.

# evitare gruppi troppo numerosi e densitàeccessive rispettando i seguenti parametri: <13 capi/m2 di gabbia; rapporto fra gabbie-nidoe posti-ingrasso >= 1/10; animali incolonia/m2 di gabbia: 1 coniglia + relativanidiata (fino a 35 d); 7 conigli in svezzamento-accrescimento (fino a 55 d); 4 conigli infinissaggio (fino a circa 100 d)

# attuare un piano di autocontrollo diallevamento, sotto sorveglianza di un tecnico,

Page 47: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

46per il controllo delle zoonosi e dei residui deifarmaci e della protezione animale;

Per quanto riguarda le modalità di macellazioneesistono le seguenti norme:# eseguire carico-trasporto degli animali da

macello nel rispetto del Decreto Legge N°532 (30/12/92);

# le partite degli animali destinati al macellodebbono essere accompagnate da unascheda o dischetto magnetico che permettadi identificare l’allevamento e le buonecondizioni di trasporto

# gli animali non possono essere macellati instabilimenti che distino più di 300 Km e/o 8ore di viaggio dall’allevamento di origine.

# Effettuare macellazione in stabilimenti

autorizzati dalla autorità sanitaria e nelrispetto delle norme di protezione animalepreviste dal Decreto Legislativo 333 del01/09/1998.

Gli stress che l’animale subisce prima dellamacellazione causano produzione dicatecolamine, contrazioni muscolari, aumentodella temperatura corporea e contribuiscono adaccelerare la glicolisi, con esaurimento delleriserve energetiche, come si verifica anchesottoponendo gli animali ad un digiuno di 24 h.

I lunghi trasporti determinano un innalzamentodel pH perché le riserve energetiche si riduconoe l’acido lattico prodotto viene trasferito nelfegato.Il meccanismo fisiologico secondo cui uno stresssi ripercuote sulle produzioni animali èrappresentato nella figura seguente.

Controllo ormonaleRegolazione circadiana

Stress(emozioni, ipoglicemia)

neurotrasmettitori

CRH

POMC

Surrenegluc-corticoidi

ACTHBeta-LPH

epinefrina

Attivatore circolatorio

vasopressina

endorfine

Page 48: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

476.1 LATTAZIONE E FATTORI DI CRESCITA

PRE E POST-SVEZZAMENTO

La coniglia ha quattro coppie di mammelledistribuite lungo il torace e l’addome: una coppiainguinale, due addominali, una pettorale.

La lattogenesi è regolata dalla prolattina, la cuiazione durante la gestazione è inibita dagliestrogeni e dal progesterone. Al momento delparto la diminuzione del livello di progesterone ela produzione di ossitocina stimolano lasecrezione di prolattina e quindi la montatalattea. Successivamente, l’azione riflessa dellasuzione favorisce la produzione di ossitocina cheaumenta la pressione entro la mammella e neprovoca lo svuotamento.

Il latte prodotto aumenta quindi in funzione dellaconsistenza numerica della nidiata, anche se laquantità a disposizione di ogni conigliettodiminuisce con l’aumentare del loro numero.

La produzione di latte è di 30-50 g/d nei primi 2giorni, poi aumenta progressivamente fino araggiungere un picco di 250-300 g/d verso la finedella terza settimana; successivamentediminuisce in misura più o meno graduale infunzione dello stato fisiologico della coniglia; sesubentra una gravidanza la caduta è repentina(curva pp –post partum vs psv post-

svezzamento).

I coniglietti si alimentano generalmente 1 volta algiorno e in pochi minuti riescono ad ingerirequantità di latte pari al 15-20% del proprio pesocorporeo. Si spostano con frequenza da unamammella all’altra e questa rotazione consentealla madre di allattare un numero di piccolisuperiore a quello delle mammelle.

Il latte di coniglia, rispetto a quello di altre speciezootecniche, ha un valore nutritivo più elevato,perché più povero di acqua e quindi più ricco diprincipi nutritivi, ad eccezione del lattosio:

Composizione (%) e valore nutritivo (Kj/l) dellatte di diverse specie

Vacca Capra Pecora Scrofa ConigliaAcqua 87,6 86,8 80,5 81,9 69,5Lipidi 3,5 4,6 5,5 6,2 10,5Protidi 3,4 3,4 6,2 6,3 15,5Lattosio 4,7 4,5 4,9 4,6 2,0Ceneri 0,78 0,73 0,92 1,01 2,56Calcio 0,13 0,17 0,19 0,22 0,80Fosforo 0,09 0,13 0,14 0,15 0,42Energia lorda 3,01 4,14 5,31 4,77 8,20Raddoppio delpeso allanascita (d)

47 22 15 14 6

É per questo che il coniglio raddoppia in 6 giorniil suo peso alla nascita e lo moltiplica per venti in5 settimane.

Pesi corporei, incrementi ponderali ed indici diconversione dei coniglietti sono riportati nelquadro sottostante:

Pesi e incrementi ponderali a diverse etàEtà (d) Peso (g) Incremento (g/d) I.C.1 502 60 103 70 10 1,524 80 105 90 106 100 107 115 1514 220 15 1,6521 335 16 2,0028 500 23,535 770 38,5

La composizione chimica del latte varia neltempo. Nei primi 2-3 giorni viene prodotto ilcolostro, che è molto ricco di lipidi (15%), protidi(14%) e ceneri (2%). Subito dopo lacomposizione si stabilizza e rimane costante finoa 24-25 giorni. Da questo momento diminuiscela produzione totale ma aumenta il contenuto disostanza secca, grazie all’aumento di protidi,lipidi e minerali; il lattosio invece diminuisce.

Anche la composizione acidica del grassosubisce modifiche: a partire dalla 3a settimanagli acidi predominanti sono il C8 e il C10. Ladigeribilità delle proteine e dei lipidi del latte siaggira sul 72%; il 70% dell’energia ricavata dallatte viene utilizzata dai coniglietti per produrrecalore.

Una mortalità pre-svezzamento fisiologica sicolloca tra il 10 e il 20% ed è concentrata nellaprima settimana di vita. Le cause sonosoprattutto di natura traumatica: abbandono delnido, schiacciamento, mancanza di latte.

0

50

100

150

200

250

300

1 4 7 10 13 16 19 22 25 28 d

g/d

pppsv

Page 49: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

486.2 SVEZZAMENTO E CRESCITA DEICONIGLIETTI

Lo svezzamento corrisponde al momento dellaseparazione dei piccoli dalla madre e vienegeneralmente eseguito a 4-5 settimane.

Nell’allevamento ciclizzato è la madre ad essereallontanata dalle nidiate, che rimangono nellastessa gabbia fino a 55 giorni, età alla qualevengono spostate nel reparto ingrasso overestano fino alla maturità commerciale (11-12settimane).

Dopo lo svezzamento la curva di crescitaponderale è di tipo sigmoide, con una flessionetra la 5a e la 7a settimana; da questa etàdiminuisce gradualmente fino a divenirepressoché nulla verso i 6 mesi. Fino a 10-15 o20 settimane (crescita rapida, media o lenta) nonsi riscontrano differenze tra i due sessi,successivamente le femmine presentano unosviluppo superiore.

Il peso allo svezzamento risente le influenzematerne (ambiente uterino, numerosità dellanidiata, produzione lattifera).

La velocità di crescita può subire rallentamentiper cause diverse; in questa evenienza quasisempre i conigli, rimossa la causa, manifestanouna crescita compensativa.

La velocità di crescita si esprime comeincremento medio giornaliero e, in buonecondizioni di allevamento e di alimentazione, puòvariare tra 35 e 45 g/d nei soggetti di mediamole.

Durante lo sviluppo somatico i diversi tessuti edorgani si accrescono con velocità diverserispetto alla crescita corporea totale (peso vivonetto) e i gradienti di crescita si modificano neltempo. Quando c’è sincronia si parla diisometria; se il tessuto o l’organo si sviluppa piùrapidamente si parla di allometria maggiorante,se invece la sua crescita è più tardiva la suaallometria è minorante.

La conoscenza dei gradienti di crescita e deimomenti in cui si verificano i cambiamenti diallometria, consente di prevedere l’evoluzionedella composizione corporea e di decidere qualeè il peso di macellazione ottimale, tenendo contodelle caratteristiche qualitative richieste dalmercato.

Il cervello è l’organo più precoce, il tessutoadiposo quello più tardivo.

Coefficienti di allometria dei principali tessuti edorgani

Cervello 0,27Reni 0,70Pelle 0,79Apparato digerente 0,79Scheletro 0,81Fegato 0,94Sangue 0,94Tessuto muscolare 1,15Tessuto adiposo 1,31

Tessuti ed organi ricevono i nutrienti disponibilisecondo i loro gradienti di crescita. Solo quandoi tessuti prioritari (cervello, apparato digerente,scheletro) hanno coperto i loro fabbisogni dicrescita, quello che resta è disponibile per itessuti e gli organi più tardivi.

In caso di sottoalimentazione i diversicomponenti dell’organismo si depauperano inordine inverso all’accumulo; dapprimadiminuisce il grasso, poi i muscoli e così via, inmaniera che restino sempre coperte le necessitàdei tessuti prioritari.

Anche in seno allo stesso tessuto si verificanodisarmonie di crescita tra regioni anatomiche.Sono stati messi in evidenza due gradienti dicrescita ben evidenti riguardanti lo scheletro e lamuscolatura: un gradiente antero-posteriore cheva dalla regione cervicale a quella caudale ed ungradiente infero-superiore che risale dallaestremità degli arti verso la cintura pelvica.Relativamente ai muscoli né deriva che, via viache l’animale cresce, aumenta l’importanza diquelli delle regioni dorsale e addominale, chesono poi i muscoli nobili della carcassa.

Coefficienti di allometria delle principali regionimuscolari

Muscoli del collo 0,82Muscoli dell’arto anteriore 0,89Muscoli superficiali del torace 0,94Muscoli pettorali 0,91Muscoli sotto lombari 1,04Muscoli degli arti posteriori 1,06Muscoli addominali 1,07Muscoli profondi del dorso 1,17

In seno al tessuto adiposo il più precoce è quellosuperficiale, seguono il periviscerale,l’intramuscolare e infine il perirenale. Pervalutare l’adiposità della carcassa si fariferimento al grasso perirenale che, essendol’ultimo a depositarsi, è il migliore indicatore dellostato di ingrassamento dell’animale.

Come già detto, durante la crescita la maggiorparte degli organi e tessuti presentacambiamenti di allometria. Il sangue, adesempio, ha una crescita isometrica nel periodotra 10 e 182 giorni; pertanto durante questointervallo la massa sanguigna ha un rapporto

Page 50: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

49costante rispetto al peso corporeo netto.L’apparato digerente presenta primaun’allometria maggiorante e poi minorante. Loscheletro passa da un’allometria leggermenteminorante ad una fortemente minorante. Lavelocità di crescita della muscolatura è dapprimapiù rapida di quella dell’intero organismo poidiviene minorante. Il tessuto adiposo presentatre cambiamenti di allometria: sub-isometrica(maschi) o isometrica (femmine); maggiorante;fortemente maggiorante. Anche per la pelle ilcoefficiente di allometria aumenta con l’età epoiché c’è corrispondenza con le modifiche deltessuto adiposo si pensa che l’incremento possaessere dovuto all’accumulo di grasso nel derma.In ogni caso, i coefficienti sono sempreminoranti. Il fegato, dopo una fase di allometriamaggiorante si accresce più lentamentedell’organismo.

L’allometria di crescita della carcassa èleggermente maggiorante (1,09), essendominoranti quelle del sangue, dell’apparatodigerente e della pelle. Pertanto la resa allamacellazione aumenta con l’età.

L’evoluzione post-natale della composizionedella carcassa è la risultante della disarmonia dicrescita dei tessuti osseo, muscolare e adiposo;i gradienti di precocità, che sono poi comuni atutte le specie produttrici di carne, vedono,nell’ordine: scheletro, muscoli, tessuto adiposo.

Zone ponderali di cambiamento d’allometria deiprincipali tessuti ed organi

Digerente 1,13 650 0,46Pelle 0,44 850 0,86T.adiposo

0,82 950 1,87 2100 3,21

Scheletro 0,91 1000 0,55Muscolare 1,20 0,50 2450

Cambiamenti di allometria non simultanei tra lanascita e il peso di macellazione, rendono piùcomplessa l’evoluzione della composizionecorporea. In effetti la velocità di crescita relativadello scheletro diminuisce ad un peso netto di1000 g mentre per la muscolatura la diminuzionesi verifica a 2450 g. In questo intervallo, quindi, imuscoli crescono sensibilmente raggiungendo ilmassimo sviluppo in corrispondenza delsecondo peso critico. Per quanto concerne iltessuto adiposo la sua velocità di crescitarelativa è molto lenta fino al peso netto di 950 g,è rapida fino a 2100 g e diviene rapidissimadopo questo peso.

Se si prende in esame l’aspetto biochimico, iprincipali costituenti della carcassa di un conigliodi razza BNZ presentano, tra 14 e 84 d, iseguenti coefficienti di allometria:

minerali 0,90acqua 0,96proteine 1,06lipidi 1,22

Il contenuto di acqua passa da una fase diisometria ad una di allometria minorante; acquae lipidi presentano quindi un comportamentocomplementare durante la seconda fase diallometria.

6.3 FATTORI CHE INFLUENZANO LACRESCITA E LA COMPOSIZIONECORPOREA

1 - Fattori genetici1a Variabilità tra razze

Il coniglio presenta una grande variabilità delpeso corporeo e quindi dei relativi parametri dicrescita.

Il confronto tra tipi genetici il cui peso allamaturità somatica è diverso non è valido né aparità di età né a parità di peso perché si tratta distadi fisiologici troppo diversi. Sarebbe preferibileeffettuare una comparazione sulla base delgrado di maturità (stessa percentuale del pesoda adulto), oppure alla stessa età metabolica o,infine, alla medesima età fisiologica.

Esiste una correlazione positiva, alla stessa etàdi macellazione, tra grado di maturità ponderalee tenore in lipidi della carcassa. In certi tipigenetici l’attitudine a raggiungere rapidamente ilpeso da adulto non si traduce in un’analogaattitudine ad acquisire l’insieme dellecaratteristiche fisiologiche dell’adulto. Questaindipendenza di criteri di maturità corporeaimplica relazioni tra taglia, forma corporea edetà, tipiche di ciascun genotipo. In effetti siriscontra una forte variabilità nei coefficienti diallometria di molti componenti anatomici echimici della carcassa e, in particolare, delleossa, del tessuto muscolare, dell’acqua e deilipidi.

Allometria di crescita dei tessuti muscolare eosseo e di alcuni costituenti chimici dellacarcassa in diversi tipi genetici.

Tipigenetici

Tessuti artoposteriore

Componenti della carcassa (1)

Osso Muscolo Minerali Acqua Proteine LipidiGb x NZb 0,83 1,15 0,95 0,97 1,05 1,14NZb 0,77 1,11 0,90 0,96 1,06 1,22PR xNZb

0,76 1,11 0,90 0,94 1,05 1,37

(1) Priva di organi cavitari e quindi costituita da ossa,muscoli e grasso

Gb: Gigante bianco; NZb: NeoZelanda bianco;PR:Piccolo Russo

Questa variabilità contribuisce a spiegare ledifferenze di composizione corporea tra tipigenetici di differente taglia quando il confrontoviene effettuato allo stesso grado di maturitàponderale. Le carcasse di conigli che impieganomolto tempo per raggiungere il 50% del peso daadulto, sono meno mature, meno ricche di

Page 51: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

50sostanza secca e lipidi di quelle che loraggiungono più precocemente:

Composizione corporea di conigli di tagliadiversa, allo stesso grado di maturità

Grado di maturità 50%

Caratteri GB x NZb NZb PRxNZb

Peso vivo (g) 2400 2050 1650

Età (d) 75,0 63,8 52,5

Resa della carcassa % 51,2 52,5 52,1

Muscolo/osso (arto post.) 5,3 6,1 5,7

Carcassa

Acqua %

Lipidi

68,8

6,9

67,3

8,3

65,2

10,1

1b Variabilità intra razza

Nell’ambito di una stessa razza possono esistereindividui più o meno precoci. Al riguardo è statovisto che, a parità di peso della carcassa (1500g), i conigli a crescita rapida (74 d vs 106 d perraggiungere il peso indicato) presentavanocarcasse con più grasso e con ossa degli artiposteriori più corte. A parità di età (11 settimane)sono state ottenute, sempre negli animali piùprecoci, carcasse più compatte (pesocorporeo/lunghezza carcassa) e dotate dimaggiore adiposità.

La variabilità genetica intra-razza dei caratteriponderali è media o elevata; le stime deicoefficienti di ereditabilità variano comunquesecondo il periodo di crescita considerato. Siriportano di seguito i valori di h2 per alcunicaratteri:

h2

Peso allo svezzamento 0,17

Peso a 70 d 0,35

Velocità di crescita 30-70 d 0,40

Peso carcassa calda 0,36

Consumo alimento 30-70 (g/d) 0,32

Il peso a 70 d e quello della carcassa sonocorrelati negativamente con la consistenzanumerica della nidiata e positivamente con lavelocità di crescita. Ai fini della selezione èquindi preferibile basarsi su quest’ultimocarattere, piuttosto che sul peso allamacellazione che risente ancora l’influenzamaterna. D’altra parte il ritmo di crescita dipendedall’alimento ingerito e l’appetito è un caratteread ereditabilità media o alta. Pertanto la sceltadovrà cadere su quei soggetti che meglio siadattano allo stress da svezzamento e chehanno più appetito.

Per quanto concerne le caratteristiche qualitativedel prodotto destinato al mercato, sono elevati icoefficienti di ereditabilità della resa allamacellazione e dell’adiposità della carcassa,

mentre per altri parametri i valori sono quelli diseguito indicati:

Carattere h2

Peso della pelle 0,25

Tessuto adiposo perirenale 0,22

Compattezza della carcassa 0,31

Muscolo/osso (arto post.) 0,28

pH 24 h B. femoris 0,11-0,56

pH 24 h L. dorsi 0,20

2 - Fattori alimentariI fattori che possono interferire sulla crescitasono:

• livello nutritivo;• equilibrio tra i vari costituenti

(proteine/energia; tenore di ADF);• contenuto di principi essenziali: vitamine,

oligo-elementi, aminoacidi o acidi grassiindispensabili.

Una restrizione alimentare oltre l’85% delconsumo volontario, un tenore di fibra elevatonon compensato da fonti energetiche integrative,un basso rapporto proteine/energia, unadeficienza di principi nutritivi essenziali, riduconola velocità di crescita aumentando il temporichiesto per raggiungere il peso commerciale.Ne derivano modifiche a livello di resa e diqualità della carcassa: la resa alla macellazionediminuisce per la maggiore incidenzadell’apparato digerente, diminuisce anchel’adiposità, aumentano il peso dello scheletrononché i contenuti di acqua, minerali e proteine.

6.4 CARATTERISTICHE DELLA CARCASSA

Prima di descrivere le caratteristiche dellacarcassa di coniglio è opportuno esaminarecome la viene ottenuta.

Nella catena di macellazione, dopo lostordimento dell’animale si procede alladeiugulazione con conseguentedissanguamento, poi alla scuoiatura. La pelleviene separata incidendola a livello della terzavertebra caudale e delle epifisi distali delle ossaradio e tibia; una parte di grasso ipodermicoresta attaccato ad essa. La successivaoperazione è la eviscerazione, che consistenell’asportazione dell’apparato gastroenterico euro-genitale.

Entro 1 ora dalla macellazione la carcassaottenuta (comprensiva di testa, fegato, reni,polmoni, esofago, trachea, timo e cuore) vienerefrigerata a 0-4° C per 24 ore. Si ottiene in tal

Page 52: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

51modo la carcassa commerciale alla quale ci siriferisce nel calcolo della resa di macellazione(carcassa commerciale/peso vivo x 100).

La carcassa di riferimento deriva dalla carcassacommerciale dopo asportazione della testa edegli organi cavitari del collo e del torace (timo,trachea, cuore e polmoni).

Una prima valutazione della carcassa puòessere effettuata attraverso tre misurazioni:

lunghezza del dorso, tra l’atlante e la 7a vertebralombare;

lunghezza della coscia, tra la 7a vertebralombare e la parte distale dell’ischio;

circonferenza lombare, a livello della 7a vertebralombare.

Dal punto di vista commerciale la carcassa,privata della testa, può essere divisa in treporzioni:

1. anteriore, dall’atlante alla 7a vertebratoracica

2. mediana, dall’8a vertebra toracica alla 6a

vertebra lombare3. posteriore, la parte restanteA titolo esemplificativo si riportano di seguito lecaratteristiche di una carcassa di coniglio dirazza Bianca di Nuova Zelanda macellato ad unpeso vivo di 2250 g:

Composizione delle diverse parti di una carcassa(1019 g) senza testa ed organi cavitari

Porzioni Pesog

Percentuale dei diversitessuti

Muscoli/ossa

Ossa Muscoli GrassoAnteriore 288 22,65 70,97 6,43 3,13Posteriore 371 15,62 83,73 0,65 5,36Intermedia 360 11,05 82,27 6,68 7,44

6.5 CARATTERISTICHE DELLA CARNE

La carne deriva dai muscoli degli animali damacello, a seguito delle trasformazioni che essisubiscono dopo la morte e che si caratterizzanoper 2 eventi biochimici: l’instaurarsi del rigormortis e la maturazione.

Ogni muscolo è avvolto da uno strato di tessutoconnettivo, l’epimisio, dalla cui faccia internapartono sepimenti che riuniscono le fibremuscolari in fasci e che costituiscono ilperimisio. Da quest’ultimo si dirama una fitta reteconnettivale che va a circondare ogni fibra,formando l’endomisio. Le fibre, che costituisconole unità strutturali primarie del muscolo, sonocellule allungate, strette e multinucleate, che sipossono estendere da una estremità all’altra delmuscolo fino a raggiungere una lunghezza di 34cm, mentre il loro diametro è molto esiguopotendo variare da 10 a 100µ. Ogni fibra è

costituita da numerose unità più piccole, lemiofibrille, a loro volta composte da altre unitàfunzionali, i sarcomeri, delimitati da 2 linee scure(linee Z). Al di sotto dell’endomisio c’è unalamina, il sarcolemma, che racchiude lemiofibrille le quali sono immerse in una faseliquida, il sarcoplasma.

I muscoli scheletrici sono composti per il 75-90%del volume totale di fibre muscolari e per lo 0,5-5% di connettivo i cui costituenti principali sono ilcollagene (70-80% ss) e l’elastina. Essicontengono mediamente il 19% di proteine;quelle sarcoplasmatiche rappresentano il 5,5% esono enzimi; le proteine miofibrillari si attestanosull’11,5% e sono costituite da miosina (6,5%),actina (2,5%), tropomiosine (1,59%), e da altreproteine meno rappresentate (troponine,actinine, etc., 1%).

La contrazione e il rilassamento delle fibre(actina e miosina; troponina e tropomiosina qualiregolatori) richiede energia che viene ricavatadalla idrolisi dell’ATP in presenza di ioni Ca++. Ilcatabolismo del glucosio si può attuare per viaossidativa, fino alla scissione in H2O e CO2 conproduzione di 37 molecole di ATP o per viaanaerobica con produzione di acido lattico eliberazione di 3 molecole di ATP. In funzionedella prevalenza dell’una o dell’altra viametabolica le fibre si distinguono in rosse ebianche. Le prime sono ricche di mitocondri, dimioglobina e di enzimi respiratori; sono inoltremolto sottili, presumibilmente perché utilizzano invia preferenziale i precursori proteici perprodurre energia piuttosto che per fini strutturali.Le seconde hanno un diametro maggiore, sonopovere di mioglobina, ma presentano unaelevata attività lattico deidrogenasica. Le fibrerosse (R) funzionano per lunghi periodi senzasosta mentre quelle bianche (W) agiscono conscatti brevi e veloci, alternati con frequentiperiodi di riposo e di ricostituzione.

Tenendo conto del tipo di metabolismo e delritmo di contrazione, le fibre si differenziano in:ossidative a contrazione rapida (αR), conmetabolismo ossido-glicolitico ed elevata attivitàATPasica; ossidative a contrazione lenta (βR),con metabolismo ossidativo e bassa attivitàATPasica; glicolitiche a contrazione rapida (αW),con metabolismo glicolitico dominante e altaattività ATPasica.

I muscoli sono detti bianchi o glicolitici secontengono in prevalenza fibre αW, rossi odossidativi se contengono numerose fibre βR. Nelconiglio i muscoli rossi si trovano soprattuttonella parte anteriore del corpo, i bianchi in quellaposteriore.

Caratteristiche dei diversi tipi di fibre

αW αR βR

Page 53: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

52Diametro +++ + +

Vascolarizzazione + ++ +++

Contrazione rapida +++ +++ +

Metabolismo glicolitico +++ ++ +

Metabolismo ossidativo + ++ +++

Contenuto di mioglobina + +++ +++

Contenuto di glicogeno +++ +++ +

Contenuto di lipidi + ++ +++

Il passaggio da muscolo a carne inizia con lamorte dell’animale e si attua attraverso una seriedi reazioni biochimiche. Al momento dellamacellazione i muscoli presentano un pHpressoché neutro, o meglio debolmente alcalino,che si modifica nelle prime ore a seguito dellaglicolisi anaerobia. L’arresto della circolazionesanguigna, e il conseguente mancato apporto diO2 ai muscoli, determina infatti la caduta delpotenziale di ossidoriduzione bloccando lasintesi di ATP ad opera del sistema enzimaticodei citocromi; rimane quindi funzionale il solomeccanismo anaerobio a spese del glicogenoche rappresenta praticamente la sola sorgente dienergia, essendo il livello di fosfocreatina moltobasso. Poiché, come già detto, l’efficienza diquesta via metabolica è assai ridotta si verificauna progressiva e rapida diminuzione del tassodi ATP e quando il suo livello scende a circa il50% compare il rigor mortis per la formazione dicatene rigide di actomiosina. Il pH terminale oultimo (pHu) si raggiunge per carenza diglicogeno o per inattivazione degli enzimiglicolitici, dal momento che il valore di 5.5corrisponde al punto isoelettrico di molteproteine muscolari.

Il processo di maturazione interessa l’AMP chesubisce una deaminazione seguita dafosforilazione trasformandosi in ipoxantina. Laprincipale caratteristica del fenomeno ècomunque rappresentata dalla idrolisidell’apparato contrattile sotto l’influenza delleproteasi (CAF e catepsine) che richiedono pHspecifici. É infatti la proteolisi che riduce ladurezza miofibrillare. Il pH muscolare, il cuivalore finale dipende dalle riserve energeticheante-mortem, tende ad aumentare comeconseguenza delle reazioni di deaminazione(AMP, aminoacidi liberi).

Il pH è un parametro molto importante perché,oltre ad essere un valido indicatore del tipo dimetabolismo energetico, influisce su moltecaratteristiche qualitative della carne, cherisentono della sua evoluzione post-mortem.Poiché la carne è un semi-solido, il suo pH èquello della fase liquida e viene definito come ilcologaritmo della concentrazione in proteine: pH= - log [H+]. La sua misurazione può essereeseguita in situ, inserendo un elettrodo adalmeno 1 cm di profondità, oppure in vitro.

Quest’ultima determinazione si effettua in unasoluzione omogenea costituita da 1 g di muscoloe 10 ml di acqua distillata contenente iodio-acetato, che blocca la glicolisi e stabilizza il pH.É un sistema più preciso e ripetibile, consigliabileper i muscoli con pH elevato e durante i primistadi di acidificazione quando la fase liquida èesigua.

Subito dopo la macellazione il valore del pHdiminuisce rapidamente, poi il decremento è piùlento. In conigli ibridi di 77 d di età il pH delmuscolo Biceps femoris passa da 6,4 a 30 min,a 5,8 a 24 h (carcassa refrigerata a + 4°C). Ingenere il pH ultimo (pHu) si può considerareraggiunto dopo 20 h. L’acidificazione èinfluenzata dal potere tampone che a sua voltadipende dal livello di N non proteico. Il massimodel potere tampone si ha con valori di pHcompresi tra 7,23 e 6,28 ed il minimo con valoritra 5,45 e 4,99.

I valori del pH sono influenzati da fattori biologici,alimentari e tecnologici.

I muscoli si differenziano tra di loro per lacinetica di acidificazione e per il pHu. Così adesempio il Biceps femoris a 15-20 min dallamacellazione ha un pH più basso delLongissimus dorsi e a 24 ore più alto. La piùrapida acidificazione iniziale del Biceps femorispuò essere attribuita a una migliore irrorazionesanguigna che lo rende più suscettibile allostress da macellazione, al quale consegue unapiù rapida glicogenolisi e a un minore poteretampone. Il più alto pHu dipende invece dal suopiù basso potenziale glicolitico.

I muscoli della parte anteriore della carcassahanno un pHu superiore rispetto a quelli dellaparte posteriore; all’ultimo posto si collocano imuscoli del lombo. Ciò è in relazione allatipologia delle fibre che li compongono. É infattievidente che i muscoli costituiti da fibre βR(Soleus, Semimembranosus proprius), ricchi dienzimi ossidativi (isocitrato deidrogenasi,succinato deidrogenasi) e poveri di glicogenoraggiungono un pHu elevato. All’opposto imuscoli formati da fibre αW (Psoas major) ricchidi glicogeno e di enzimi glicolitici, (fruttosio 1.6difosfato aldolasi) presentano un pH più acido.

I valori del pH e del rapporto aldolasi/ICDHconsentono di classificare i muscoli in tre gruppi:

- ossidativi, ricchi di fibre βR(Semimembranosus proprius, Soleus, etc.);

- glicolitici, ricchi di fibre αW (Psoas major,Longissimus dorsi – parte posteriore eintermedia, etc.);

- intermedi, con proporzioni diverse dei 3 tipidi fibre (βR, αR, αW).I più ossidativi sitrovano nella parte anteriore (Triceps eBiceps brachii, Longissimus dorsi parteanteriore) e nella gamba (Gastrocnemius) e imeno ossidativi nella coscia

Page 54: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

53(Semitendinosus, Adductor, Biceps femoris,etc.).

Il pHu può variare anche nell’ambito dello stessomuscolo. Nel Longissimus dorsi, ad esempio, siabbassa da 5,88 a 5,6 procedendo dalla parteanteriore a quella posteriore, perché lapercentuale di fibre βR passa dal 10% al 3%mentre quella di fibre αR aumenta dal 34 al41%.

Nel corso della differenziazione metabolica post-natale l’equilibrio energetico si sposta a favoredella via più glicolitica, con variazioni legate altipo di muscolo e alla sua funzione. Cosìl’aumento del metabolismo glicolitico, e quindi lariduzione del pH, è più pronunciato nel Bicepsfemoris che nel Longissimus dorsi.

Le variazioni dipendono anche dall’allometria dicrescita dei diversi muscoli e possono nonverificarsi nei periodi in cui la loro crescitarelativa è uguale a quella corporea.

Il ritmo di crescita, geneticamente determinato,svolge un ruolo importante nell’equilibrio tra ledue vie metaboliche; se si selezionano tipigenetici per aumentare il peso commercialedella progenie, si può correre il rischio di favorirei processi glicolitici a spese di quelli ossidativicon peggioramento delle caratteristichequalitative della carne (pH acido, elevate perditedi refrigerazione).

É pur vero che le differenze riscontrate nelconiglio nei valori del pHu non hanno maisuperato 0,23 unità, tanto da poter affermareche in questa specie non si manifestanocinetiche di acidificazione così anomale dadeterminare quelle caratteristiche negativeriscontrabili nei suini.

L’alimentazione ha effetti sulla cinetica diacidificazione dei muscoli solo se provocamodifiche dell’accrescimento ponderale.

Così, un basso livello nutritivo (restrizionealimentare, scarso contenuto calorico, altotenore di fibra) o una dieta squilibrata (altorapporto proteine/energia, carenza di nutrientiessenziali) riducendo il ritmo di crescita dannoluogo a carni con pHu elevato, presumibilmentea causa delle più basse riserve di glicogeno. Ilcontrario si verifica nei casi in cui gli interventialimentari provocano un’accelerazione dellacrescita.

I fattori che incidono maggiormente sullemodifiche del pH sono comunque quellitecnologici: carico e scarico degli animali,trasporto, densità, sosta prima dellamacellazione, elettroanestesia, refrigerazionerapida, conservazione.

Come già visto gli stress che l’animale subisceprima della macellazione contribuiscono adaccelerare la glicolisi, con esaurimento delleriserve energetiche. I lunghi trasportideterminano lo stesso effetto; una sosta di

alcune ore può consentire una parzialericostituzione del glicogeno.

Nonostante lo stordimento, la macellazionerappresenta uno stress molto violento.Generalmente si ricorre a stordimenti elettricicon basso (< 100 V, 50 Hz) o alto voltaggio (finoa 320 V, 50 Hz). Queste tecniche produconotetania dei muscoli, innalzamento dellatemperatura e intensa secrezione dicatecolamine. Rispetto alla dislocazionevertebrale l’elettrocoma accelera la caduta delpH nel muscolo Longissimus dorsi (conmetabolismo glicolitico predominante) e laritarda nell’adduttore della coscia (piùossidativo). L’elettroanestesia acceleral’acidificazione e provoca un temporaneoaccorciamento dei sarcomeri, ma non modifica ilpHu.

Un intervento tecnologico, poco impiegato nelconiglio, è l’elettrostimolazione della carcassa,che favorisce l’acidificazione e quindil’esaurimento dell’ATP, con ricadute positivesugli aspetti igienici sulla “contrattura da freddo”e sul “rigor da scongelamento”.

La refrigerazione rapida (2° C per circa 1 h) èuna pratica utilizzata nei mattatoi per motiviigienici, che ritarda la glicolisi ma può provocareuna “contrattura da freddo” se viene applicataante-rigor. I muscoli ossido-glicolitici sono piùsensibili a questo fenomeno perché le loroATPAsi non sono inibite dalle basse temperaturee perché acidificano più lentamente. Problemi diquesto tipo, riscontrati con frequenza nei bovini enegli ovini, sono rari nel coniglio e possonocomunque essere prevenuti appendendo lecarcasse.

La conservazione della carne medianterefrigerazione (2-4° C) determina due fenomeniche agiscono in maniera antagonistica sul pH:incremento del livello di azoto ammoniacale eproduzione di acidi grassi liberi. In generale,comunque, la refrigerazione provoca unincremento del pH, che sta ad indicare laprevalenza dei processi di deaminazione suquelli di idrolisi lipidica. Sulla evoluzione del pHinfluisce anche il tipo di confezionamento che, sein atmosfera modificata (anziché sotto-vuoto),non arresta il processo di acidificazione efavorisce lo sviluppo di umidità sulla superficiedella carne, pregiudizievole per la suaconservabilità.

Il congelamento mantiene stabile il pH dellacarne per circa 3 mesi; nel periodo successivo siverifica un lieve aumento (5,71 vs 5,60 nelLongissimus dorsi; 6,02 vs 5,98 sul Bicepsfemoris). Se la carne viene congelata ante-rigor,è frequente la comparsa del rigor dascongelamento, che aumenta la durezza.

Il pH esplica un ruolo determinante su alcunecaratteristiche della carne, quali: capacità di

Page 55: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

54trattenere l’acqua, calo di cottura, tenerezza,colore, aroma, conservabilità.

La capacità di ritenzione idrica (WHC) misural’attitudine della carne a trattenere l’acqua dicostituzione o quella aggiunta. Tale parametrointerferisce sull’aspetto della carne cruda, sullasuccosità alla masticazione, sulle perdite durantela conservazione e la cottura, sulla tenerezza esul colore.

L’acqua è presente nel muscolo in tre forme:

- strettamente legata alle proteine mediantecarica elettrica;

- immobilizzata negli spazi intermicellari, instrati mono o plurimolecolari;

- libera nella struttura spaziale.

La proporzione relativa delle tre frazioni èdifficilmente definibile perché sono in continuatransizione. Nel coniglio circa l’8% dell’acqua èstrettamente legata alle proteine mentre il 92%può trasudare a seguito di particolari trattamenti.

I metodi più impiegati per la sua determinazionesono 3:

- Grau-Hamm - Pressione (50 kg/cm2)esercitata per 5 min su 0,3 g di carne postisu carta da filtro tra due lastre di plexigascon valutazione planimetrica dell’acqualiberata, rapportando poi l’area totale (pianodella carne e corona circolare che locirconda) a quella occupata dalla carne.

- Lawrie – Pressione, come nel casoprecedente, appoggiando la carne su seta evalutando la perdita di peso (riferita alsecco).

- Centrifugazione di 1 g di carne, avvolta incarta da filtro, in tubo di plexiglas a 3000rev/min per 4 min L’acqua residua vienedeterminata per essiccamento in stufa a 70°C per 24 h. La WHC viene calcolataapplicando la formula seguente:

peso dopo centrifugazione – p. dopo essiccam.

peso iniziale

Il sistema proposto da Lawrie è quello piùsemplice e ripetibile.

L’acidificazione post-mortem riduce il potere diritenzione idrica perché quando il pH si avvicinaal punto isoelettrico delle proteine miofibrillari (~5) la carica elettrica si riduce e la strutturadiviene più compatta anche a seguito dellafissazione di ioni bivalenti (Ca++ e Mg++) nellecariche negative. Inoltre, la denaturazione delleproteine sarcoplasmatiche e miofibrillari,responsabile, (a temperature elevate) di unarapida caduta del pH, accentua la riduzione dellaWHC. Quest’ultima raggiunge il suo minimo allacomparsa del rigor mortis, quando il volumedelle miofibrille è diminuito di circa il 40% sia per

la formazione di actomiosina sia per le modifichestrutturali determinate dall’acidificazione.

La carne di animali stressati prima dellamacellazione, il cui pH è elevato, presentanoun’alta WHC ed hanno una consistenzacompatta e secca.

Il calo di cottura è strettamente legato allacapacità di ritenzione idrica e condizionafortemente le caratteristiche della carne almomento del consumo. Può essere determinatocuocendo il muscolo Longissimus lumborum(porzioni cilindriche di 6 x 2 x 2 cm, peso 20 g)fino al raggiungimento della temperatura internadi 80 °C con tre sistemi:• Arrosto - la cottura viene eseguita in forno

stabilizzato a 200 °C;• Bollito - i campioni vengono posti in busta

sigillata di plastica da sottovuoto ed immersiin bagno-maria a temperatura stabilizzata a100 °C;

• Fritto - i campioni sono immersi in oliobollente di friggitrice a 200 °C e mantenuticompletamente sommersi.

I dati raccolti hanno consentito di costruire lecurve di cottura e stabilire i tempi per ognisistema, che sono risultati pari a 15, 8 e 3 minuti,rispettivamente per arrosto, bollito e fritto. I calidi cottura ottenuti sono stati pari al 27.2, 28.8 e39.5% e la perdita è avvenuta essenzialmente aspese dell’acqua (96.5, 93.7 e 98.9% dellaperdita totale), essendo la carne di coniglio moltopovera di grassi.

La tenerezza è una delle sensazioni provatedurante la masticazione e misura la capacità conla quale la carne può essere sminuzzata.

Dipende da numerosi fattori quali: quantità equalità del tessuto connettivo, struttura delsistema miofibrillare, che a sua volta dipendedalle condizioni del rigor mortis e dellamaturazione, succosità, quantità di grasso,WHC. Le carni “PSE” (pale, soft, exudative)sono molto dure.

Con l’avanzare dell’età aumentano i legamicrociati nelle catene polipeptidiche, ma lapresenza di lipidi intramuscolari rende più apertala struttura del collagene.

Per la valutazione della tenerezza il metodo piùimpiegato è quello basato sulla misurazionedello sforzo di taglio (kg/cm2) medianteapparecchiatura Warner-Blatzer montata suInstron. Si ricavano carote del diametro di 1,25cm dal muscolo cotto tagliandoloperpendicolarmente alla direzione delle fibre.

Il colore della carne cruda è principalmentedovuto alla mioglobina, formata da un nucleo diematina, con quattro anelli pirrolici legati da unatomo di Fe bivalente centrale, e da una globina.A contatto con l’aria la mioglobina si ossida adossiemoglobina (colore rosso vivo); sel’esposizione è prolungata si forma

Page 56: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

55metaemoglobina (colore bruno) che conferisceuna colorazione sgradevole quando rappresentail 60% del pigmento totale. Il colore dipende dallaspecie, dal sesso, dall’età dell’animale, dal tipodi muscolo e dal suo pH, dalla direzione di taglio,dall’infiltrazione di grasso e dallo stato diidratazione.Le variazioni del colore sono dovute al livello dimioglobina, al suo stato di ossidoriduzione, algrado di ossidazione del Fe eme e alla eventualedenaturazione della globina. A seguito dellaacidificazione, che causa un restringimentodell’apparato miofibrillare, aumenta la luceriflessa dalla superficie e la carne diviene piùluminosa, come si verifica nelle carni “PSE”. Lostress da trasporto, che determina invece uninnalzamento del pH, riduce la lucentezza. Neicasi estremi, il completo esaurimento delleriserve energetiche, porta all’ottenimento dellecarni “DFD” (dark, firm, dry) con alto pH e colorerosso scuro.Per la determinazione dei parametri colorimetriciil sistema attualmente più usato è il CIELa*b*che misura i valori di L (Luminosità), a* (indicedel rosso), b* (indice del giallo) con possibilità diricavare dagli stessi i valori di saturazione (S =√(a2 + b2) e tinta (H = tan-1 b/a). Il colore puòvariare in rapporto al tipo di muscolo, all’età dimacellazione e al tipo genetico, ma non al pianoalimentare e al sesso. Il Longissimus dorsiappare un po' più luminoso, ma menointensamente colorato del Biceps femoris. Inrelazione all’età, le differenze sono pocoevidenti, ma fanno comunque emergere unatendenza alla diminuzione dei valori cromatici colprogredire della stessa, presumibilmente acausa di un maggior spessore delle fibremuscolari e del metabolismo più glicolitico.L’aroma è una sensazione complessa, rilevatamediante il gusto e l’olfatto e legata a sensazionibuccali. L’odore ed il sapore della carne cottaderivano da precursori idro e liposolubili e dallaliberazione di sostanze volatili; essi vengonogeneralmente valutati mediante proveorganolettiche. La conservabilità è influenzata dal pH che, seacido, esplica un’azione batteriostatica. La carnecon pH > 6 non è conservabile perchérappresenta un pabulum ideale per lo sviluppodei microrganismi proteolitici.

Il valore nutritivo della carne vienedeterminato mediante analisi chimiche. Icostituenti principali sono: acqua, proteine, lipidi,ceneri, glucidi, e vitamine. I metodi di analisi piùdiffusamente adottati sono quelli propostidall’A.O.A.C. che vengono continuamenteaggiornati e descrivono in maniera dettagliata lemetodiche di preparazione e analisi della carne.

L’azoto viene determinato con il sistemaKjeldahl. La presenza di quantità variabili dicomponenti azotati non proteici e di proteine deltessuto connettivo, quali il collagene e l’elastina,può condurre ad una valutazione errata se si

applica il coefficiente 6,25 per risalire alcontenuto di proteine. É consigliabiledeterminare il tenore di collagene sia percorreggere la stima delle proteine che pervalutare la digeribilità e il valore biologico dellacarne (PG = 6.25-0.0085 x A; A = % collagene).La carne di coniglio contiene circa il 20 % diproteine; Il contenuto di collagene delLongissimus dorsi (circa 0.38 g/100 g disostanza edibile) è analogo a quello del petto dipollo ma è inferiore a quello dell’anatra e dell’ocae, soprattutto, a quello del Longissimus dorsi divitello. Il collagene presenta un’elevata solubilitàche, insieme al suo basso livello, rendono lacarne molto digeribile. La carne di conigliopresenta un contenuto di purine (basi azotate dacui deriva l’acido urico) paragonabile a quello deltacchino e molto inferiore a quelli di pollo, maialee manzo. La composizione aminoacidica, che influenza ilvalore biologico della carne, viene valutatamediante cromatografia liquida con lettura influorescenza. La carne di coniglio per ilcontenuto in aminoacidi essenziali èsostanzialmente paragonabile alle altre carni edè ricca soprattutto di lisina e treonina. Poichè lalisina è l’aminoacido limitante delle proteine deicereali, abbinando questi due alimenti puòessere valorizzata la qualità dietetica della carne.L’aminoacido limitante è il triptofano, in analogiaa quanto si osserva per la carne di pollo.

I lipidi si determinano con il metodo Soxlhetusando n-esano che distilla a 40-60 °C. Neltessuto muscolare sono presenti:lipidi semplici: colesterolo, acidi grassi liberi,mono, di e triglicerididi;lipidi complessi: fosfolidipidi e sfingolipidi.Questa frazione contiene molti composti cheassumono notevole interesse per la saluteumana, come ad esempio gli acidi grassipolinsaturi delle serie n-3 e n-6.Gli acidi grassi vengono determinati estraendo ilgrasso con metanolo-cloroformio (2:1) e, dopoaverli trasformati in metil esteri vengonoanalizzati e dosati con un gas-cromatografo.

Nei lipidi del coniglio l’acido grasso piùrappresentato è il linoleico che, essendoessenziale, è di origine esogena e proviene perla maggior parte dall’olio e dalla farina diestrazione di soia. Al secondo e al terzo posto sicollocano gli acidi oleico e palmitico, di originesia endogena sia alimentare, che possonosubire variazioni importanti in rapporto allacomposizione dei lipidi della dieta. Il grasso e lacarne di coniglio risultano relativamente ricchi diacidi grassi delle serie n-3 e n-6, che rivestonouna grande importanza nutrizionale.

Per quanto concerne i minerali, nella carne diconiglio è presente un livello superiore di P, K, eMg rispetto alle altre specie, mentre risultanoinferiori le quantità di Ca, Na e Fe. Il livello diminerali varia in funzione del tipo di muscolo edell’età di macellazione; il Longissimus dorsi ne

Page 57: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

56presenta concentrazioni inferiori rispetto aimuscoli del quarto posteriore, mentre con ilprogredire dell’età diminuisce la quantità diceneri.Relativamente alle vitamine, nel coniglio rispettoalle altre specie sono presenti minoriconcentrazioni di riboflavina e di biotina, mentrela vitamina B12 risulta molto abbondante. Inparticolare il tenore di niacina è in grado dicoprire più del 45% del fabbisogno giornaliero.In sintesi si può quindi affermare che la carne diconiglio è caratterizzata da un basso tenoreenergetico e da proteine di buon valore biologico(vedi dispensa avicoltura pag. 120). Il rapportoproteine/energia della frazione commestibilerisulta compreso tra 19,7 e 32,3 g/MJ, mentrequello della carcassa è 24,3 g/MJ.

Nella tabella successiva vengono riportate lacomposizione dei lipidi e il contenuto dicolesterolo della carne di alcune specie diinteresse zootecnico, compreso il coniglio.

Composizione dei lipidi e contenuto dicolesterolo

Pollo Coniglio Maiale VitelloLipidi totali 1,0 1,0 1,5 2,4Fosfolipidi 0,5 0,5 0,5 0,6Acidi grassi saturi 39,9 35,5 34,7 32,9Acidi grassimonoinsaturi

23,1 19,2 21,0 34,3

Acidi grassipolinsaturi

37,1 44,8 44,2 32,8

P/S 0,9 1,3 1,1 1,0Colesterolo mg/100 g 90 50 105 125

La carne di coniglio presenta caratteristicheinteressanti anche sotto l’aspetto salutistico.Prima di analizzarle si ritiene necessariopremettere alcune nozioni di carattere generale.Come è noto i grassi e il colesterolo sono ritenutii principali responsabili della comparsa dellemalattie cardiovascolari e di alcune formedegenerative anche se è stato accertato chel’effetto del colesterolo alimentare è influenzatodal tenore di lipidi, ma soprattutto dalla quantitàdi acidi grassi saturi.Il colesterolo ematico è veicolato in formaesterificata da due tipi di lipoproteine a diversadensità:1) LDL (low density lipoprotein);2) HDL (high density lipoprotein).Circa l’80% del colesterolo plasmatico ècontenuto nelle LDL, che lo trasportano agliorgani extra-epatici (corteccia surrenale, linfociti,muscolo e rene), a livello dei quali gli esterivengono scissi con liberazione di colesterolo,che viene utilizzato per la sintesi dellemembrane cellulari e degli ormoni steroidei.Quando la concentrazione di lipoproteine superacerti livelli gli esteri vengono degradati daimacrofagi e il colesterolo si lega alle HDL; daqui, previa reisterificazione, torna nelle LDLricominciando il ciclo. Buona parte di esso vienecomunque trasportato al fegato, captato dai

recettori delle LDL ed escreto con la bile. Ilcolesterolo LDL è sicuramente dannoso mentrel’HDL è addirittura annoverato tra i fattoriantirischio, essendo stata riscontrata unacorrelazione positiva tra cardiopatie ischemichee bassi livelli di HDL.Nell’ambito degli acidi grassi monoinsaturil’oleico (C18:1 serie n-9) esplica un ruolopositivo favorendo la produzione di HDL el’eliminazione di LDL. Gli acidi polinsaturi sonoanch’essi compresi tra i fattori antirischio, anchese l’acido linoleico (C18:2 serie n-6), se presentein alte concentrazioni, può favorire l’instaurarsi ditrombi, trasformandosi nel tromboxano A2,responsabile dell’aggregazione delle piastrineplasmatiche. Funzioni antiaggreganti sonoinvece attribuite all’acido arachidonico (C20:4serie n-6) e a due acidi grassi della serie n-3,abbondanti negli oli di pesce: EPA(eicosapentaenoico C20:5) e DHA(docosapentaenoico C22:5). I medesimi, oltreche inibire l’aggregazione delle piastrine,modulano il livello dei trigliceridi.Per quanto sopra detto nell’indice ditrombogenicità assume un ruolo rilevante ilrapporto tra gli acidi delle due serie n-3/n-6, chedeve essere alto; va specificato inoltre cheavendo l’uomo capacità minime di sintetizzare gliacidi grassi della serie n-3 a partire dallinolenico, li deve ingerire attraverso la dieta.Tali aspetti qualitativi si possono valutarecalcolando 2 indici:

L + 4M + Pa) aterogenico = ---------------------------

(n-6) + (n-3) + M

M + P + Sb) trombogenico = ----------------------------------------

0,5M+0,5(n-6)+3(n-3)+n-3/n-6

dove:

L = acido laurico; M = ac. miristico; P = ac.palmitico; S = ac. stearico; M = monoinsaturi; n-3e n-6 polinsaturi delle rispettive famiglie.

Nel grasso di coniglio sono stati ottenuti valoripari a 0,57 e 0,75, che possono considerarsibuoni, almeno a giudicare da quelli trovati in altrespecie: 0,54 e 1,22 (grasso sottocutaneo dorsalesuino); 1,27 e 3,06 (grasso perirenale ovino);0,91 e 3,10 (grasso perirenale bovino).

La presenza di elevate concentrazioni di acidigrassi polinsaturi, soprattutto a lunga catena,oltre ad avere ricadute positive, può esserepregiudizievole per la qualità e la conservabilitàdel prodotto. I suddetti acidi grassi, infatti, sonomolto sensibili ai processi di perossidazione checonducono alla formazione di prodotti chealterano le caratteristiche organolettiche dellacarne e sono dannosi per la salute umana.

Page 58: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

57Per la valutazione dello stato di perossidazionelipidica si utilizzano vari parametri fra cui l’indiceperossidi, i dieni coniugati e il TBARS(sostanze reattive all’acido tiobarbiturico).

Il colesterolo, viene dosato per via colorimetricacon kit enzimatici, o determinato medianteHPLC. Il contenuto medio di colesterolo delmuscolo Longissimus dorsi si aggira intorno ai40 mg/100 g e varia in funzione dell’età dimacellazione, palesando valori più bassi a 90 d,rispetto a 75 d, come conseguenza del minorrapporto superficie/volume delle fibre muscolari.

Page 59: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

58

7. RICHIAMI DI GENETICA

7.1 Caratteri qualitativi• Colorazione del pelo Secondo la maggior parte degli studiosi lacolorazione del coniglio selvatico sarebbedeterminata da 5 geni dominanti:

fattore cromogeno A, che condiziona lacomparsa del pigmento;

fattore B, che regola la distribuzione delpigmento nero o bruno e inibisce l’estensione delgiallo;

fattore C per il pigmento nero;

fattore di intensità D, che conferisce a ciascunatinta la massima tonalità;

fattore G che regola la distribuzione dei varipigmenti su ciascun pelo; inibisce al nero e albruno di sovrapporsi alla zona gialla e condensail pigmento in talune parti del corpo. Ad esso sideve il caratteristico colore della specieselvatica, che si ritrova anche nell’Aguti (roditoredel centro e del sud America).

Un coniglio selvatico presenta quindi la formulagenetica AABBCCDDGG ed identica formulahanno le razze Gigante di Fiandra e Lepre belga.

Vediamo ora cosa accade quando ad uno diquesti fattori si sostituisce, per mutazione, il suoantagonista.

Quando il cromogeno A è sostituito dal recessivoa (situato nel cromosoma 1), scompare ilpigmento e il coniglio è bianco (albino).

Se a B viene sostituito il recessivo b, mancandola inibizione all’estensione del giallo la pellicciadiviene gialla o fulva (Fulvo di NuovaZelanda:AbCDG).

Se al gene C si sostituisce il recessivo c, chedetermina la scomparsa del nero, la pellicciaassume un color cannella (ABcDG).

Se il gene D che regola l’intensità è sostituito dalrecessivo d, si verifica una diluizione delle tinte eil nero, ad esempio, diviene blu (ABCdG).

Se al gene dominante G si sostituisce ilrecessivo g si ha una pelliccia completamentenera, poiché questo colore maschera tutti gli altri(razza Alaska: ABCDg).

Generalmente vi è corrispondenza tra coloredella pelliccia e colore dell’iride: nei conigli dicolor grigio selvatico l’iride è bruno-scura; neglialbini è rossa perché la totale assenza dipigmento rende visibile per trasparenza i vasisanguigni. Infine, in quelli che posseggono ilfattore di diluizione per il pigmento nero l’iride ègrigio-blu.

Le modifiche su esposte possono combinarsi traloro in vario modo, sempre che i geni non

risiedano sullo stesso cromosoma come siverifica per a e c; anche per questi si ècomunque visto che le possibilità di crossingover sono molto elevate (35%).

Qualora si trovino insieme il fattore di diluizioned e quello per l’assenza del colore grigioselvatico g si ottiene il Blu di Vienna (ABCdg); sepoi è presente anche c la pelliccia assume uncolore azzurro più chiaro (Blu di Beveren,Abcdg).

Ciascuna razza, quindi, è l’espressione di unacombinazione di fattori cromogeni, con uno o piùgeni recessivi allo stato omozigote, che hannosostituito i corrispondenti dominanti del grigioselvatico. É pertanto facile comprendere come lecolorazioni delle razze domestiche possanoessere così numerose.

C’è inoltre da aggiungere che alcuni dei suddetti5 loci possono risultare poliallelici, con effettisubordinati. Così ad esempio fra la presenzaintegrale del pigmento (A) e la sua assenza (a)esistono diverse gradazioni subordinatamenterecessive. Il mantello della razza Cincilla èdovuto appunto ad un fattore subordinato ad A,che viene indicato con Achi e rappresenta unaprima tappa della perdita del colore, cheinteressa il giallo. La pelliccia del Cincilla(AchiBCDG) è quindi di colore grigio cenere per lapresenza e regolare distribuzione dei pigmentinero, grigio e bianco. I peli sono grigi alla base eneri o bianchi all’apice.

Anche nei riguardi di G è stato identificato unfattore go intermedio tra G e g, che non producela totale scomparsa del colore selvatico e quindil’estendersi completo del nero, ma limitaquest’ultimo colore al dorso della pelliccia,mentre il ventre, il muso, le orecchie, gli occhi ela nuca hanno una tinta più chiara (Nero focato,ABCDgo).

Il fattore B presenta a sua volta una serie di alleli(Be, B, Bj, b) ciascuno dei quali determina unadiversa tonalità di grigio, così Be fa assumereuna colorazione grigio ferro come si verifica nelGigante di Fiandra.

La comparsa della razza Bianca di Vienna adocchi azzurri ha fatto emergere l’esistenza di unaltro fattore. Il Bianco di Vienna, infatti, nonpresenta il fattore per l’albinismo (a) perché lasua iride è blu. Esiste pertanto un fattorespecifico per la colorazione bianca che è statodenominato x e fa supporre la presenza nelconiglio selvatico del dominante X.

Inoltre la colorazione del coniglio Pezzatoinglese viene attribuita ad un particolare fattore Kdominante, (presente nel cromosoma 2),presumibilmente assente nel selvatico o maimanifestatosi.

Un altro carattere comparso per mutazione èl’argentatura: alcuni peli, più o meno numerosi,risultano bianchi mentre altri sono colorati nella

Page 60: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

59parte basale e privi di pigmento all’estremità. Ilgene dell’argentatura, presente in molte razze,viene indicato col simbolo P e presenta moltialleli (P, P1, P2, P3, etc.) il cui effetto si somma.Tale carattere si può combinare con gli altri cosìda ottenere Argentati neri, bruni, gialli, etc. Darilevare che i piccoli, bruni alla nascita, diventanopoi neri e acquisiscono l’argentatura verso il 5°mese di vita.

• Lunghezza del pelo Le mutazioni riguardanti la lunghezza del pelohanno determinato la comparsa di pelliccerasate e del pelo Angora.

Una mutazione del primo tipo si è verificata nel1890 in Francia ed ha originato una razza diconigli con pelliccia a pelo corto (rex), chefaceva pensare ad una rasatura artificiale. In unprimo tempo si è supposto che fosse scomparsala giarra, ma poi si è visto che entrambi i tipi dipelo si sono accorciati, anche se la riduzione di

lunghezza della giarra è stata più sensibile. Si èinoltre manifestato un cambiamento di forma,anch’esso più accentuato nella giarra: il pelo sipresentava increspato facendo sembrare più fittala pelliccia. I primi mutanti erano di color castoroe furono denominati Castorrex. Trattandosi di uncarattere recessivo è stato possibile fissarlo inmolte razze (Blu rex, Bianco rex, Cincilla rexetc.).

Due mutazioni analoghe sono comparse piùtardi, l’una nel 1926 in Germania (dek o pelocorto tedesco), l’altra nel 1927 in Francia (nok opelo corto normanno). Le tre mutazioni sonodovute a geni diversi, come dimostra il fatto cheincrociando dei rex con dei dek o dei nok siottengono soggetti con pelliccia normale.Secondo alcuni si tratterebbe di geni cheinfluenzano per via indiretta la qualità del pelo; laloro azione si esplicherebbe a livello dellesecrezioni endocrine, derivandonemanifestazioni di vario tipo tra cui quella

riguardante la crescita del pelo. Sembra, inoltre,che i conigli a pelo corto siano più linfatici epresentino una mortalità perinatale e neonatalemolto elevata, nonché un metabolismo pocoattivo.

Un’altra mutazione molto antica (1809) haprodotto, al contrario della precedente, unallungamento del pelo (fino a 13 cm) originandola razza Angora. Il gene angora (v) è recessivo equindi facilmente fissabile in qualunque razza.Sembra però che i geni per la pezzatura (inglesee olandese) e quello per la lunghezza del pelo(v) si trovino sullo stesso cromosoma, per cui lacomparsa di soggetti con questa mutazione siverificherebbe solo per crossing over. I conigli Angora preferiti dal mercato sono albini,ma ne esistono anche bianchi con occhi scuri.

• altri caratteri Dei 70 loci conosciuti nel coniglio circa un terzointerviene nella colorazione o nella struttura delpelo, un altro terzo regola i gruppi sanguigni e laproduzione di anticorpi, mentre il resto èresponsabile di anomalie ereditarie (tare). Tra letare più comuni si ricordano:

• atassia, che consiste nella mancanza dicoordinazione dei movimenti e compareverso i 2 mesi e ½ di età;

• grasso giallo, che si forma per mancanzadell’enzima degradante la xantofilla, la qualeva a colorare i grassi corporei (fattore y, nelcromosoma 1, condizionante la presenzadell’enzima);

• idrocefalia, che è responsabile della presenzadi vescicole piene di liquido nella voltacranica, ma può essere dovuta anche aeccesso di Vitamina A;

• ipogonadismo, che determina un ridottosviluppo dei testicoli e degli ovari, conconseguente sterilità;

• nanismo*; sono stati descritti vari geniresponsabili di questa tara, il più conosciuto èdi natura dominante e provoca una forteriduzione della taglia (circa 1/3). Di solito sitratta di un carattere letale che conduce amorte gli animali entro il loro primo mese divita;

• zampe divaricate: le zampe anteriori o leposteriori, o entrambe, appaiono distese ecompletamente aperte; la malformazione puòessere dovuta a mutazioni recessive a caricodelle ossa, dei muscoli o del midollo spinale;

• prognatismo mandibolare (fig. 26), cheimpedisce il contatto degli incisivi delle duearcate i quali si allungano in modo abnorme,per mancato consumo;

• resistenza alle malattie. Il coniglio èabbastanza resistente alla tubercolosi e allabrucellosi; certi ceppi australiani resistonoanche alla mixomatosi;

* Il nanismo armonico è dovuto ad un gene dominanteDw, presente nel cromosoma 4.

Page 61: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

60• torcicollo, consiste in una deformazione delle

vertebre, ma può essere anche di naturapatologica (Pasteurellosi);

• mancanza di borra, letale, è dovuta al gene f,situato nel cromosoma 5;

• incompleta formazione degli arti (gene b, nelcromosoma 5).

7.2 Caratteri quantitativi

Esprimono le attitudini riproduttive e produttive,valutabili nella madre, nel padre e neidiscendenti analizzando alcuni parametri eprecisamente:

• interparto;• fecondità: tasso di concepimentil riferiti a 100

accoppiamenti o inseminazioni;• fertilità: tasso di parti, riferiti a 100

accoppiamenti o inseminazioni;• prolificità: numero di nati vivi e totali per parto

o per parto utile (con più di 3 redi);• produzione di latte;• numero di nati, svezzati e venduti;• peso della nidiata alla nascita a 21 giorni e

allo svezzamento;• mortalità nascita - svezzamento;• mortalità svezzamento - macellazione;• peso individuale allo svezzamento e alla

macellazione;• consumo volontario di alimento;• peso della carcassa e delle parti non edibili;• peso del muscolo;• caratteristiche fisico-chimiche della carne;• caratteristiche quanti-qualitative del seme. Dai suddetti parametri si possono ricavare:accrescimento giornaliero, indice di conversione,rese alla macellazione e allo spolpo. L’attitudinelattifera si può valutare direttamente pesando lamadre prima e dopo l’allattamento, oppureindirettamente attraverso il peso della nidiata a21 giorni (anche a 28-30 d, essendo i valori alle2 età molto correlati tra loro). I caratteri relativi alperiodo di crescita e alla qualità della carcassa edella carne vengono selezionati sulle lineepaterne.

Ereditabilità dei caratteri quantitativi Come è noto si tratta di caratteri composti, la cuiespressione è controllata da numerose coppiealleliche con limitata influenza singola, cherisentono in forte misura l’effetto dei fattoriambientali. Poichè non è possibile seguireindividualmente la segregazione dei numerosigeni che li controllano, le informazioni relative aquesti caratteri, definiti a variabilità continua, sidevono ricavare dalla stima delle loro medie,varianze e covarianze. Si ricorda che lavariabilità osservata, misurata come varianzafenotipica σ2

P comprende una componentegenetica σ2

G e una ambientale σ2E ovvero: σ2

P =σ2

G + σ2E

Bisogna peraltro considerare che la varianzagenetica (σ2

G) è dovuta all’effetto globale delgenotipo dell’individuo ed è a sua volta ripartitain varie componenti: varianza genetica additiva(σ2

A) determinata dagli effetti genetici semplici oadditivi dovuti ai singoli alleli che controllano undeterminato carattere; varianza genetica didominanza (σ2

D) dovuta agli effetti di dominanzache si stabiliscono fra i 2 alleli presenti nei loci;varianza genetica di interazione (σ2

I) dovuta aeffetti di interazione (epistasi) tra alleli ocombinazioni di alleli a loci diversi. Di tutti questieffetti solo quelli additivi vengono trasmessi allaprogenie per cui l’ereditabilità si calcola come:

σ2A

h2 = ------------------- σ2

P

che consente di prevedere in modo preciso ilprogresso genetico conseguibile con laselezione.

I valori della ereditabilità sono compresi tra 0 e 1,così da poter distinguere caratteri a:

• ereditabilità bassa < 0,20• ereditabilità media tra 0,20 e 0,50• ereditabilità alta > 0,50 I caratteri che esprimono l’attitudine riproduttivasono a bassa ereditabilità, mentre quelli relativiagli accrescimenti, ai consumi e allecaratteristiche commerciali del prodotto hannouna ereditabilità medio-alta.

Nel coniglio, come in altri mammiferi domestici, icosiddetti effetti genetici materni sono importantiper i caratteri a bassa ereditabilità (peso allosvezzamento, numero di nati vivi e di svezzati)ove possono spiegare fino al 25% dellavariabilità totale; si tratta di quegli effetti chehanno una base genetica nella madre ma simanifestano nei figli (es. produzione lattiferadella femmina sul peso della nidiata). Analogaimportanza rivestono per questi caratteri glieffetti dovuti alla interazione tra geni (dominanzaed epistasia) che in certi casi possonorappresentare fino al 60% della variabilità.

Correlazione tra caratteri In un programma di miglioramento genetico ènecessario conoscere le correlazioni esistenti trai vari caratteri così da poter scegliere quelli piùfacili da selezionare. Il coefficiente dicorrelazione, che può assumere valori compresitra 0 e ±1, può essere calcolato partendo daivalori fenotipici o da quelli genetici. Quest’ultimosistema è ovviamente il più preciso perchéindica la proporzione di geni comuni ai duecaratteri considerati.

A titolo indicativo si riportano alcuni esempi dicorrelazioni positive:

Page 62: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

61• attitudine lattifera e peso dei coniglietti a 21 d

(o a 28 d);• numero di coniglietti svezzati e numero di nati

vivi;• peso allo svezzamento e peso alla

macellazione;• ritmo di crescita e consumo alimentare;• ritmo di crescita e peso alla macellazione;• motilità degli spermatozoi e fertilità. Sono invece negative le correlazioni tra velocitàdi crescita e pH finale della carne, tra numerositàdella nidiata e peso individuale allamacellazione.

I programmi di miglioramento genetico possonoessere:

chiusi - se si attuano nell’ambito di unapopolazione e mirano ad ottenere linee o stirpimigliorate

aperti - se finalizzati all’incrocio.

Parlando di popolazione si deve far riferimento a4 distinte entità: razza, varietà, stirpe e linea.

La razza è costituita da un gruppo di animalidella medesima specie che hanno alcunecaratteristiche comuni, in gran parte di tipomorfologico.

Il concetto di varietà è analogo al precedente,ma di ordine inferiore; le similitudini, nel coniglio,si basano essenzialmente sul colore e sullastruttura del pelo.

La stirpe è un insieme di animali della stessarazza che si riproducono in consanguineità,generazione dopo generazione, per conseguirenotevole uniformità genetica. Il numero diindividui che la compongono è di solitosufficientemente grande da evitare gli effettinegativi di una omozigosi molto elevata, purconsentendo di raggiungere la previstaomogeneità.

Se nell’ambito di una stirpe si sceglie un numeroridotto di animali che vengono fatti riprodurre traloro per alcune generazioni si ottiene una linea,costituita da individui con un elevato grado diconsanguineità.

Il miglioramento genetico si attua attraverso laselezione dei riproduttori, seguitadall’accoppiamento tra gli individui selezionati.

Selezione Rappresenta la prima tappa di un programma dimiglioramento. Poichè un riproduttore trasmettealla discendenza la metà del suo valore geneticoadditivo, la previsione potrà essere fatta solosulla base del fenotipo che viene generalmentevalutato attribuendo a ciascun individuo unpunteggio di merito, che consente di stabilire seè il caso di sceglierlo o di scartarlo. Poichè nellapratica si devono migliorare molti caratterisimultaneamente, si rende necessario il calcolo

di un indice di selezione che sommi i valoriattribuiti ai diversi caratteri.

La strategia di selezione adottata varia infunzione del grado di ereditabilità dei caratteri damigliorare e può essere:

• individuale o massale, se tiene conto delvalore fenotipico dell’animale oggetto diselezione;

• familiare, se si basa sul valore fenotipicodella famiglia;

• combinata, se comprende entrambi i criteridi valutazione.

La selezione individuale (performance test) puòessere applicata quando i caratteri sono adelevata ereditabilità.

Nella selezione familiare si scelgono le migliorifamiglie, senza tener conto del valore degliindividui che le compongono. Risponde bene peri caratteri a bassa ereditabilità ed èindispensabile per quelli che non si manifestanonei maschi (attitudine lattifera). Le informazioniper la selezione familiare possono essere trattedagli ascendenti (pedigree), dai collaterali (sibtest) e dai discendenti (progeny test). Laselezione basata su famiglie di fratelli e sorelle èla più utilizzata; la prova di discendenza, chesarebbe in teoria la migliore, è poco usata nelconiglio perché lunga e costosa.

La selezione combinata tiene conto del valoreindividuale e di quello della famiglia: è unsistema eccellente, ma poco impiegato per lacomplessità dei calcoli richiesti.

Un altro tipo di selezione, che risponde bene peri caratteri influenzati dall’effetto materno, è quellointrafamiliare o intranidiate che prevede laselezione degli animali il cui fenotipo si discostamaggiormente da quello medio della famiglia.

Vediamo alcuni esempi:

a) se vogliamo migliorare la velocità di crescita,il sistema più idoneo è la selezioneindividuale basata sul peso degli animali a28 e a 70 giorni.

b) Se si vogliono migliorare caratteri cherichiedono il sacrificio dell’animale(caratteristiche della carcassa e della carne)si dovrà ricorrere al progeny test.

c) Per la numerosità della nidiata è opportunovalutare il fenotipo individuale insieme aquello dei collaterali e della madre; perottenere valutazioni in tempo utile ai finiselettivi le informazioni devono esserericavate dalle prime tre nidiate.

d) Per migliorare il peso alla macellazione ci sipuò basare sul peso dei coniglietti a 28giorni, ma è necessaria la selezione tranidiate per eliminare le influenze materne.Un’alternativa è quella di eseguire laselezione individuale tenendo conto dellavelocità di crescita post-svezzamento,perché non risente dell’effetto materno.

Page 63: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

62 L’efficacia di un programma di selezione si stimaattraverso la risposta alla selezione, o guadagnogenetico, che dipende dalla ereditabilità, dallavariabilità della popolazione, dalla percentuale dianimali che si selezionano (intensità diselezione) e dall’accuratezza della stimadell’indice genetico degli individui selezionati.Quanto maggiore sono la variabilità (varianzafenotipica) e l’ereditabilità e quanto minore ilnumero di individui scelti rispetto al totale, tantomaggiore sarà il progresso genetico. Scegliendouna percentuale troppo bassa di animali si correperò il rischio di perdere combinazioni genetichefavorevoli, non più recuperabili. La intensità diselezione è condizionata anche dalla necessitàdi avere una certa quota di rimonta, che imponela conservazione di un numero più o menogrande di soggetti; in generale si consideraottimale una proporzione pari al 20%.

La risposta che più interessa non è pergenerazione ma per unità di tempo (di solito unanno); nel coniglio i due parametri si identificano.

Accoppiamento La seconda parte del programma dimiglioramento consiste nel pianificarel’accoppiamento tra gli animali selezionati.

Gli accoppiamenti possono essere:

• affidati al caso;• per vincoli di parentela ;• basati sul fenotipo. L’accoppiamento per vincoli di parentela puòessere positivo o negativo. Nel primo caso siparla di endogamia, nel secondo di esogamia o,talora, di incrocio.

Anche gli accoppiamenti basati sul fenotipopossono essere positivi o negativi. Sono positiviquando si accoppiano individui simili; gli estremisi raggiungono quando, dopo avere fatto unagraduatoria del fenotipo di maschi e femmine, siaccoppia il primo maschio della graduatoria conla prima femmina, il secondo con la seconda ecosì via. Sono negativi, se si accoppiano animalimolto diversi tra di loro, vale a dire un maschiocon alto valore fenotipico con una femmina conbasso valore o viceversa; anche qui il casoestremo si verifica quando si accoppia il primomaschio con l’ultima femmina.

L’accoppiamento tra individui legati da strettivincoli di parentela (fratelli pieni, figli e genitori)conduce rapidamente ad una elevata quota diomozigosi, con risultati positivi se sono coinvoltigeni favorevoli alla manifestazione dei caratteriproduttivi. Quando invece interessa geni letali osubletali si verifica una riduzione della vitalità edella efficienza riproduttiva, che può determinarela perdita della linea in formazione. Questoinconveniente va considerato ed accettato nonesistendo la possibilità di formare lineeconsanguinee del tutto esenti da deficienze nellariproduzione o nella vitalità.

C’è comunque da tener presente che le lineeconsanguinee non sono fini a se stesse, maservono a produrre ibridi commerciali e quindi lamancanza di vigore è solo un problemacontingente.

Gli accoppiamenti tra parenti meno stretti (mezzifratelli, zio e nipote, nonno e nipote, cugini, etc.)determinano i problemi sopracitati in forma piùlenta e graduale.

Nella popolazione la consanguineità media, oltreche dal tipo di accoppiamento, dipende dalnumero di maschi necessari per la riproduzione.Poichè nel coniglio il rapporto maschi-femminecon la monta naturale è di circa 1 : 10 usando 4maschi con 40 femmine la omozigosi aumenta dicirca il 3% ogni generazione; se invece siutilizzassero 10 maschi l’aumento sarebbe solodell’1%.

Nella pratica si può incrementare laconsanguineità senza ricorrere adaccoppiamenti tra parenti stretti, masemplicemente lavorando su piccole popolazioni.

Incroci La produzione degli incroci può essere attuatapartendo da stirpi o linee. Il prodotto finale, ossiaquello commerciale, si ottiene nella fase dimoltiplicazione; esso combina le caratteristichedelle stirpi o linee da cui deriva e sfrutta ivantaggi dell’eterosi (vigore ibrido). Le stirpi o lelinee possono provenire dalla medesima razza oda razze diverse; in coniglicoltura si preferisconoqueste ultime. In rapporto al numero di stirpi olinee coinvolte, gli incroci possono esseresemplici o a due vie, a tre vie, doppi o a quattrovie. É sempre conveniente che la linea maternadel prodotto commerciale provenga da incrocioed è per questo che si preferiscono gli ibridi a treo a quattro vie.

Le stirpi vengono create nell’ambito dipopolazioni chiuse con un’ampiarappresentatività di maschi e di femmine chevengono accoppiati tra loro per 6-8 generazioni.Ottenute le stirpi, si saggia il maggior numeropossibile di combinazioni al fine di individuarequelle più rispondenti sotto il profilo dellaproduzione e della riproduzione. Individuate lestirpi che dovranno fornire il prodottocommerciale, si potrà operare secondo duedirettive:

• selezionare le stirpi per il loro valore, senzatener conto delle caratteristiche dell’incrocio,sperando che esso sia altrettanto buono omigliore delle due stirpi di partenza;

• selezionare le stirpi considerando lecaratteristiche dell’incrocio, senzapreoccuparsi del loro valore.

Nel primo caso si parla di selezione in stirpechiusa; nel secondo caso di selezione perattitudine combinatoria.

Page 64: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

63La prima alternativa è quella più utilizzata inconiglicoltura perché un primo guadagno siricava dalle stirpi selezionate e un ulterioremiglioramento si realizza con l’eterosi. Si puòanche scegliere una soluzione intermedia ovveroselezionare in base alla qualità dell’incrocio,tenendo però conto anche delle caratteristichedelle stirpi di partenza.

Le linee vengono create medianteaccoppiamenti fratello-sorella per variegenerazioni. Dopo 3-4 generazioni cominciano amanifestarsi gli effetti negativi dellaconsanguineità che possono portare allascomparsa di molte linee. Quelle che restano sivalutano attraverso gli incroci, come nel casodelle stirpi. La linea si considera formata dopo 4-5 generazioni, con una consanguineità del 60-70%; non conviene mai superare l’80% diconsanguineità (8 generazioni). Può peròaccadere che, non essendo raggiunta lanecessaria omogeneità, alcune linee già formatee dotate di eccellenti attitudini combinatorie, sideteriorino con il tempo.

Gli incroci tra linee consanguinee sono moltomeno utilizzati di quelli tra stirpi per tre ragioniprincipali:

1. elevato costo, conseguente al gran numero dilinee che devono essere mantenute esaggiate e alle perdite dovute alle loropessime attitudini riproduttive;

2. poca flessibilità nel cambio del prodottogenetico, che potrebbe rendersi necessarioper variazioni delle richieste del mercato odeterioramento casuale delle linee;

3. impossibilità di miglioramento per mancanzadi variabilità.

Tali inconvenienti prevalgono sui vantaggi, chesono rappresentati soprattutto dalla maggioreuniformità del prodotto finale.

Esistono incroci che non comportano l’impiego distirpi o di linee, e precisamente:

incrocio di assorbimento (o di sostituzione) checonsiste nell’accoppiamento tra femmine di unapopolazione e maschi di un’altra fino ascomparsa della prima.

incrocio sintetico, che implica la creazione di unanuova stirpe partendo da altre stirpi, consuccessiva riproduzione degli incroci tra di loro,così da omogeneizzare il prodotto finale, cherappresenta la stirpe sintetica

Incrocio alternato, che non può essereconsiderato un vero mezzo di miglioramento, perla mancanza di uniformità nel prodotto finale. Inquesto caso si conservano le stirpi originali (A,B, C) e il prodotto commerciale è rappresentatoin ogni generazione dall’incrocio alternato degliindividui della generazione precedente con quellidi una delle stirpi:

B x A

C x BA

A x CBAB x A/CBA

C x B/ACBA

etc.

7.3. SISTEMI DI SELEZIONE APPLICATI INALCUNI PAESII caratteri oggetto di selezione fanno capo a duegruppi: il primo riguarda la madre e intervienenella produttività numerica; il secondo si riferisceal padre e concorre alla determinazione dellaquantità e qualità della carne prodotta.

In alcuni Paesi vengono presi in considerazionenei due sessi ambedue i tipi di caratteri(selezione mista), mentre in altri casi siconsiderano separatamente nei maschi e nellefemmine (selezione specializzata).

a) selezione per attitudine mistaBelgio: viene utilizzato un indice di valoreglobale che consente di calcolare un valoremedio ponderato a partire da una serie dicaratteri:

• gestazione - fino a 10 punti, a secondache si verifichi dopo il primo, il secondo oil terzo accoppiamento;

• prolificità - fino a 10 punti, secondo ilnumero di coniglietti nati vivi

• indice latte - fino a 20 punti, in rapporto alpeso della nidiata a 3 settimane;

• accrescimento - fino a 25 punti, sulla basedel peso medio all’età di 11 settimane;

• resa alla macellazione - fino a 10 punti, infunzione del peso della carcassa rispettoal peso vivo.

Germania: il metodo utilizzato tiene conto dellafecondità, della prolificità, delle attitudinimaterne, della vitalità e della velocità di crescita.Il punteggio assegnato si basa sui risultatiproduttivi realizzati in un determinato tempo:

1 punto per ogni nidiata con tutti nati vivi;1 punto per ogni coniglietto svezzato;1 punto per ogni kg di carne ad un’età

commerciale fissa.

Italia: L'organismo responsabile della tenuta deilibri genealogici e della selezione è l’ANCI(Associazione Nazionale ConiglicolltoriItaliani).Per le razze cunicole da carne Bianca diNuova Zelanda, Californiana e Argentata diChampagne, l'Associazione ha adottato unmetodo di miglioramento genetico basato sualgoritmi e sistemi di valutazione del valoregenetico dei riproduttori molto moderno edefficiente (Blup Animal Model). In particolare,

Page 65: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

64vengono raccolte dall'ANCI le genealogie e i datidi peso e di parto per soggetti nati da primipare.La selezione si svolge in due momenti: a 19 e 60giorni.

Nella prima fase (19 giorni) vengono indicizzatidue caratteri che sono

a) il peso totale della nidiata

b) il numero di nati vivi.

Per il carattere a) il soggetto indicizzato è lanidiata (tutti i singoli coniglietti della nidiataavranno lo stesso indice genetico) e sonoprodotti indici genetici per l'accrescimento deisoggetti e per il cosiddetto effetto materno, cioèper l'attitudine dei soggetti a dare cure parentalialla progenie.

Per il carattere b), il soggetto sul quale si fal'osservazione è la fattrice, e si ottiene un indicegenetico che permette di poter selezionare persoggetti che abbiano una buon numero di nativivi.

Il modello per la valutazione genetica per il pesototale della nidiata a 19 giorni prevede unacorrezione per l'età della fattrice al parto, perl'anno-mese in cui ha partorito e per il numeromedio di allattati nei 19 giorni. Per il numero dinati vivi, il modello prevede la correzione perl'età della fattrice e per l'anno-mese di parto.

Gli indici genetici per il peso della nidiata a 19giorni (diretto e materno) e per il numero di nativivi sono poi standardizzati (per renderlicomparabili) ed uniti, sommandoli, in un indice"globale". Tale indice globale viene preso ariferimento per la scelta delle femmine, in quantoci permette di selezionare soggetti con buonaattitudine materna e, possibilmente, buonaccrescimento, senza penalizzare le dimensionidella nidiata.

Nella seconda fase (60 giorni) vengono rilevati ipesi individuali di tutti i soggetti, per cui a questopunto non si parla più di nidiata. Il peso a 60giorni non è più fortemente influenzatodall'effetto materno, cioè dalle cure della madre,ma è sicuramente un indicatore dell'attitudinealla crescita del soggetto sottoposto ad un certoambiente. Ottenere l'indice genetico per il peso a60 giorni e scegliere i riproduttori maschi in basea questo peso significa allora poter avere unalinea maschile che permetta alla progenie direalizzare forti accrescimenti.

Il modello per la valutazione genetica del peso a60 giorni prevede la correzione per l'età al partodella fattrice, per il sesso dei soggetti, per l'anno-mese di nascita dei soggetti e per il numero dipesati.

Selezione specializzataÉ quella che si impiega nella selezione di stirpi olinee destinate alla formazione degli ibridicommerciali.

Il metodo funziona dal 1972 in Francia, ove èstato elaborato un programma nazionale diselezione del coniglio da carne, grazie allacollaborazione tra l’Istituto Nazionale di RicercaAgronomica e l’Istituto Tecnico di Avicoltura(ITAVI). L’INRA è incaricata della selezione, delcontrollo e della moltiplicazione delle stirpimaterne. La selezione dei maschi è eseguita davari operatori integrati nella Società; ad ogniunità di selezione corrispondono cinque unità dimoltiplicazione. L’obiettivo della selezione èquello di ottenere maschi utilizzabili con femminecomuni, con femmine di razza pura o confemmine provenienti dall’incrocio tra due razze.

La Società che provvede alla selezione dellefemmine ha come obiettivo l’ottenimento diconiglie ibride. Vengono selezionate tre stirpi chesono mantenute in un Centro di conservazione:ciascuna di esse è costituita da 200 femmine e25 maschi. I moltiplicatori ricevono i prodotti dalCentro e realizzano gli accoppiamenti tramaschio e femmina di due stirpi opportunamentescelte ottenendo le femmine ibride che poivendono ai produttori.

7.4. FORMAZIONE E CLASSIFICAZIONEDELLE RAZZE DOMESTICHELe numerose razze domestiche sono derivatedalla specie selvatica a seguito delle mutazioniche essa ha subito in domesticità e degli incrocitra le forme mutate, avvenuti spontaneamente oper opera dell’uomo.

Le mutazioni del coniglio, comparse in cattività,sono di vario ordine: alcune si riferiscono acaratteri osteologici o morfologici, altreriguardano la mole corporea, il colore dellapelliccia e la qualità del pelo.

La razza che per le sue forme raggiunge ilmassimo di aberrazione rispetto al selvatico èl’Ariete francese (Bèlier) o inglese, con orecchiependenti, lunghe più del doppio di quelle deiconigli comuni, con un profilo facciale convesso,simile a quello della pecora e con una moleconsiderevole.

Molto anomala è anche la razza Lepre belga, lacui conformazione corporea ricorda quella dellalepre: di tipo longilineo, ha le orecchie assaisviluppate e gli arti posteriori molto più lunghi diquelli anteriori.

A prescindere dalle suddette aberrazioni, lemodificazioni salienti hanno riguardato il pesocorporeo che può variare da circa 1 kg (razzenane) a 6-9 kg (razze giganti).

Relativamente alle mutazioni riguardanti lacolorazione della pelliccia va premesso che ilpigmento melanina, prodotto a partire dallatirosina, può essere di due tipi: feomelaninagialla ed eumelanina nera o marrone. Lafeomelanina può occupare tutta la estensione

Page 66: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

65del pelo, ma generalmente si localizza in unafascia intermedia, tra la base e la punta diciascun pelo.

Nella pelliccia del coniglio selvatico la porzionebasale dei peli più lunghi e i peli più corti hannoun colore cenere; la seconda zona, invece, nelleparti superiori del corpo è nero bluastra, con unafascia intermedia gialla. Tra questi peli se netrovano alcuni completamente neri. Il ventre èmolto più chiaro perché la parte terminale deipeli è biancastra.

Le razze possono raggrupparsi in base adifferenti criteri e precisamente:

a) - colorazione:• selvatiche o aguti;• albine;• colorate (nero, argentato, avana, blu,

fulvo, etc.);• macchiate (californiana, olandese, etc.);• pezzate (inglese).

b) - conformazione corporea.Tenendo conto della lunghezza del corpopossono distinguersi in

• compatte,• tarchiate• allungate;

facendo riferimento alla forma possono essere• rettangolari (il terzo anteriore e posteriore

hanno pressoché lo stesso sviluppo);• triangolari (il terzo posteriore è più

sviluppato).c) - lunghezza del pelo, che può essere

• extracorto, meno di 1,5 cm (rex);• corto, fino a 2,5 cm (polacco);• normale, tra 2,5 e 3 cm (razze comuni);• semilungo da 3 a 7,5 cm (Gigante di

Bouscat);• lungo, più di 7,5 cm (Angora);

d) - finalità dell’allevamento:• da esibizione (Giapponese, Lince,

Ermellino, etc.);• da pelliccia (Rex, Cincilla, Argentato);• da pelo (Angora);• da carne (California, Neo Zelanda bianco,

Fulvo di Borgogna, Blu di Vienna).

La destinazione di alcune razze può variare neltempo e secondo i paesi. Il Cincilla, ad es., siconsidera una razza da carne nella Germaniaoccidentale e una razza da pelliccia in Olanda.

e) - peso corporeo alla maturità somatica, checonsente di classificare le razze in:

giganti, con un peso medio superiore ai 5 kg(Gigante di Fiandra, Gigante bianco, Gigantepezzato, Ariete);

medie, con un peso che oscilla dai 3 ai 5 kg(Argentata di Champagne, Hotot, Bianca di

Nuova Zelanda, Argentata grande, Californiana,Rossa di Nuova Zelanda, Bianca di Vienna,Giapponese, Pezzata tricolore, Alaska, Lepre,Turingia);

leggere, con peso generalmente inferiore ai 3 kg(Ariete piccolo, Pezzata inglese, Argentatapiccola, Olandese, Cincilla piccolo, Focata,Russo, Ermellino).

Le razze giganti sono tardive e raggiungono lamaturità verso i 6 mesi. Hanno un buon ritmo dicrescita e un buon indice di conversione, ma laqualità della carne e della carcassa sonomediocri perché alla maturità commerciale èbasso il rapporto muscolo/osso. La fertilità e iltasso di ovulazione è medio, la prolificitàabbastanza buona, ma è bassa la vitalità dei fetie dei coniglietti nel periodo perinatale. Un altroinconveniente è che si adattano male al grigliatodelle gabbie, essendo molto pesanti.

Le razze leggere sono precoci, ma hanno unbasso ritmo di crescita e quindi un elevato indicedi conversione, mentre forniscono una carnematura e sapida. L’ardore sessuale, il tasso diovulazione e la fertilità sono generalmente buoni.Le razze di media mole presentano attitudiniintermedie tra quelle delle categorie precedenti,con una notevole variabilità. In Italia è statodefinito lo standard di 41 razze, con attribuzionedi un punteggio alle diverse caratteristicheoggetto di valutazione.

Indipendentemente dai caratteri specifici, pergiudicare un soggetto si considera il suo aspettogenerale e le proporzioni tra le varie parti delcorpo. La forma del tronco, raggiunge le sueproporzioni ideali quando:

altezza = larghezza = 1/3 della lunghezza.

Le singole parti del corpo devono presentarsicome di seguito indicato: occhio vivo e brillante;testa con fronte larga, muso e guance bensviluppate, profilo nasale convesso; orecchierobuste, arrotondate all’estremità, pelose, lunghecirca ¼ della lunghezza corporea; collosaldamente attaccato al corpo ; petto pieno,largo e consistente; giogaia (se tollerata nellostandard) poco pronunciata, semplice e diritta;arti anteriori diritti, con limitato appoggio al suolo;arti posteriori forti, mantenuti in posizioneparallela al corpo; cosce piene e muscoloseaderenti al tronco; dorso ben arcuato senzapassaggio visibile dalla regione delle spalle.

La pelliccia deve essere morbida e lucente, conpelle sottile e facilmente staccabile dal corpo maanche elastica.

Le colorazioni uniformi più comuni sono: Grigio(selvatico, lepre, ferro) - Avana - Blu - Nero -Giallo - Bianco.

Page 67: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

66Tra le varie razze l’allevatore potrà sceglierequelle che meglio rispondono alle finalità che siprefigge: amatoriale, produzione di pelo, dipelliccia o di carne.

Se si considera quest’ultima destinazione, che èpoi l’unica ad interessare le imprese di tipointensivo, il campo di scelta si restringenotevolmente perché sono soltanto 5 le razzeche consentono di realizzare prestazionieconomicamente valide. La descrizione verràpertanto limitata a queste, che sono tutte dimedia mole. Attualmente, per ottenere unacarcassa più pesante destinata all’industria ditrasformazione, si fa ricorso ad alcune razzegiganti (Gigante di Fiandra, Ariete) che siutilizzano come linee paterne.

7.5 DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI RAZZE

Bianca di Nuova Zelanda:Originaria degli Stati Uniti, ha acquisito leprerogative che attualmente lacontraddistinguono attraverso un lungo lavoro dimiglioramento genetico.

Ha un corpo a forma di parallelogramma, conconformazione raccolta, masse muscolarifortemente sviluppate, petto e torace ampi, lombicarnosi, groppa arrotondata, linee addominale edorsale diritte, dorso ben fornito di carne. Lapelliccia è di color bianco puro e gli occhi sonorossi, essendo albina. Si adatta beneall’allevamento in gabbia perchè ha uncuscinetto plantare ricco di peli. Le sue attitudiniproduttive sono ottime: elevato ritmo di crescita,buona resa alla macellazione. Raggiunge il pesocommerciale di 2,3-2,5 kg in 11 settimane; ilpeso da adulto si aggira sui 4,5 kg. Esistonoanche una varietà nera ed una rossa, ma laselezione è stata concentrata sulla biancaperchè di taglia superiore alla rossa e dotata dimaggiore rusticità e prolificità rispetto alla nera.

Californiana.Anch’essa originaria degli Stati Uniti è stataottenuta incrociando maschi meticci GrandeRusso x Cincilla con femmine Bianca di NuovaZelanda (BNZ); nelle generazioni successive imaschi ibridi sono stati accoppiati sempre confemmine BNZ ottenendo un prodotto il cuipatrimonio genetico proviene per la maggiorparte da quest’ultima razza anche se la foltezza

del peloderiva

dalCincillà e

la

colorazione della pelliccia dal Russo

(Himalaiano). Quest’ultima si presenta biancacon pigmentazione nera sul naso (maschera),sulle orecchie, sulle zampe e sulla coda; il colorebianco puro e la depigmentazione dell’iride fannodefinire questa razza semialbina.

Ha una taglia leggermente inferiore (4-4,2 kg) aquella della progenitrice BNZ, ma ne conserva leottime attitudini riproduttive e produttive.Presenta la tipica conformazione di una razza dacarne: raccolta, tozza, con ossatura leggera eottimo sviluppo di tutte le masse muscolari. A 11settimane raggiunge un peso di 2,2-2,4 kg, conuna resa alla macellazione del 62-64%.

Fulva di Borgogna.

É una delle più antiche razze francesi, derivatada un coniglio comune della Borgogna. Ha unapelliccia di colore fulvo brillante, divenuto piùintenso dopo l’incrocio effettuato nel secondodopoguerra con il Rosso di Nuova Zelanda, cheha reso più scure soprattutto le zone ove ilcolore era più sfumato e tendeva al bianco(addome, parte interna delle zampe e dellacoda). Molto rustica e prolifica, ha buoneprestazioni produttive e fornisce carne di ottimaqualità. Il peso commerciale si attesta sui 2,4-2,6

Page 68: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

67kg e la resa sul 60-62%. Viene utilizzata comelinea maschile per la produzione di incrociinterrazziali.

Argentata di Champagne.Di origine presumibilmente francese, eraconsiderata il prototipo delle razze da pelliccia,che è folta e compatta, con un colore blu-grigioargento, tendente al nero sul muso, sulleorecchie e sulle estremità delle zampe. Questatipica colorazione è dovuta alla presenza di pelicompletamente neri frammisti ad altri conestremità bianco argentea e con un sottocoloreblu ardesia. I piccoli nascono bruni, diventanopoi neri e acquisiscono la completa argentaturaintorno al quinto mese di vita. É quindiimpossibile produrre contemporaneamentecarne e pelliccia. Viene anch’essa utilizzatacome razza incrociante per la sua rusticità el’elevato peso corporeo (4,7-4,9 kg).

Blu di Vienna.La sua creazione viene attribuita ad un allevatoretedesco che l’avrebbe ottenuta partendo da unaforma mutata della razza Ariete (orecchie erettee colorazione bluastra) mentre la suadenominazione deriva dal fatto che venneesposta la prima volta ad una mostra cunicolatenutasi a Vienna. Ha un aspetto molto elegante,una forma del corpo allungata, con troncocilindrico e masse muscolari ben sviluppate. Ilpeso da adulto si aggira sui 4,5-4,7 kg. Rispondebene come linea paterna.

7.6 IBRIDI COMMERCIALILa loro produzione risale ad una quindicina dianni or sono e si deve soprattutto ai genetistifrancesi che li hanno ottenuti, come verrà piùdettagliatamente descritto in seguito, incrociandotra loro linee o stirpi consanguinee, con icaratteri desiderati allo stato omozigotico.

Page 69: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

68La forma tradizionale per un programma dimiglioramento è quella piramidale, che partendodagli allevamenti di selezione giunge a quelli diproduzione, attraverso la fase di moltiplicazione.Un’alternativa a questo sistema è quella dellecooperative, costituite da allevamenti di varianatura integrati in una organizzazione comune.

Gli ibridi sono generalmente a 4 vie e i caratteriselezionati sono:

Linee parentali maschili (A x B)fecondità; velocità di crescita e peso; resa allamacellazione; indice di conversione; massemuscolari; elevato rapporto carne/osso

Linee parentali femminili (C x D)

fertilità; prolificità; attitudini materne e lattifereresistenza alle malattie; carriera riproduttiva;uniformità delle nidiate; numero di conigliettisvezzati; peso dei coniglietti svezzati.Nelle figura riportata sono schematizzati alcunischemi di selezione.

LINEE MASCHILI

Linea A Linea BX X

GP A GP B

LINEE FEMMINILI

Linea C Linea DX X

GP C GP D

P AB

Presso i moltiplicatori le fattricvengono selezionate secondo i seguenti parametri: resistenza alla malattie massimo 2 interventi fecondativi a vuoto minimo 8 nati/parto

P CD

RIMONTA ESTERNAABCDprodotto da carne

P AB P CD

GP C GP D

RIMONTA INTERNA

ABCDprodotto da carne

Le 4 linee pure sintetiche (A, B, C, D) allevate inconsanguineità vengono selezionate per i seguentiparametri:- tutte le linee: resistenza alla malattie

- linee C e D: attitudini materne Fertilità Prolificità Attitudine lattifera

- linee A e B: attitudini maschili Fecondità Velocità di crescita Indice di conversione Resa alla macellazione

Page 70: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

698. ALIMENTAZIONE

Il ruolo preminente che l’alimentazione svolgenell’allevamento delle specie di interessezootecnico, rende obbligatoria l’ottimizzazione diquesto fattore anche perché il medesimo incideper oltre il 65% sul costo di produzione.

Un corretto razionamento presuppone laconoscenza delle caratteristiche anatomo-fisiologiche del sistema digerente e delcomportamento alimentare della specieinteressata. Nel caso del coniglio è necessariotener presente che:

lo stomaco e il cieco sono molto sviluppati tantoche il loro contenuto rappresenta il 10% del pesocorporeo;

l’attività della flora digestiva si esplicaesclusivamente nel cieco, perché lo stomaco haun pH troppo basso per consentire lo sviluppodei batteri;

i principi alimentari che si formano nel cieco(proteine, vitamine) sono utilizzati dall’animaleattraverso la ciecotrofia;

il coniglio assume il cibo in numerosi piccoli pastigiornalieri (25-30 di 2 -8 g) concentrati nel tardopomeriggio e nella notte; la mattina mangia 1volta ogni 2-3 ore e reingerisce il ciecotrofo.

Sempre ai fini del razionamento è necessarioconoscere l’efficienza di utilizzazionedell’alimento, tenendo contemporaneamenteconto dell’influenza che la sua composizioneesercita sullo sviluppo della microflora ciecale,con particolare riferimento al rapporto tra batteriutili e batteri potenzialmente patogeni.

Relativamente alla digeribilità dei principialimentari va ricordato che:

l’amido e il saccarosio vengono digeriti (90-100%) nell’intestino tenue con produzione diglucosio e fruttosio, che sono metabolizzati a finienergetici;

gli oligosaccaridi e gli α-galattosidi (da 3 a 6-7molecole di glucosio, fruttosio e/o galattosio)sono poco digeriti nell’intestino tenue mavengono completamente idrolizzati nel cieco,con produzione di AGV che vengono assorbiti edutilizzati per produrre energia;

i glucidi di membrana (cellulosa, emicellulose)sono degradati esclusivamente nel cieco ovesono parzialmente trasformati in AGV. In generela loro digeribilità non supera il 20-30%;

la lignina, che è un altro componente dellaparete cellulare, è un complesso polifenolico cheviene in parte trasformato dalla flora digestivama i prodotti della degradazione non sonoassorbibili. La presenza di lignina rappresenta unostacolo per la digestione dei glucidi dimembrana mentre la sua parte solubile puòdirettamente inibire l’attività dei batteri;

i lipidi, che nei comuni alimenti completidifficilmente superano il 4%, hanno unadigeribilità del 90-100%. Gli acidi grassi che daessi derivano passano rapidamente in circolo evengono utilizzati o a scopi energetici o comemateriale di riserva;

le proteine, la cui digeribilità si attesta sul 70-80%, per 2/3 sono degradate nell’intestino tenuee per 1/3 nel cieco. Gli aminoacidi che siformano per idrolisi sono assorbiti ed utilizzatiper la produzione di enzimi, muscolo, latte, pelo,embrioni, etc.. Le proteine che invece giungonoal cieco vengono degradate ad ammoniaca, apartire dalla quale molti batteri sintetizzano leproprie proteine corporee. La parte di NH3 chepassa in circolo viene trasformata dal fegato inurea ed eliminata con l’urina.

Si potrebbe pensare che l’efficienza diutilizzazione di un mangime sia tanto maggiorequanto più lo stesso è concentrato in principidigeribili (amido, lipidi, proteine), ma in realtànon è così perché anche la frazione indigeribiledeve raggiungere certi livelli affinchè non siacompromesso lo stato di salute dell’animale. Vainfatti tenuto conto che un coniglio si mantienesano quando:

il transito digestivo è rapidoil livello di AGV è elevatoil contenuto di NH3 è basso

Perché il transito digestivo sia veloce ènecessario che la razione contenga una buonapercentuale di componenti strutturali, necessarianche per la produzione degli AGV. Ma il rapidopassaggio, diminuendo la digeribilità, fa giungereal cieco maggiori quantità di proteine conconseguente aumento della concentrazione diNH3.

Da quanto detto emerge chiaramentel’importanza della presenza di un limite minimodi carboidrati fibrosi, tale da consentire lamassima efficienza di utilizzazione digestivadell’alimento senza compromettere lo stato disalute dell’animale. Un altro aspettofondamentale che riguarda i carboidrati è quellorelativo all’amido, il cui contenuto nella razionedeve essere moderato fino a 6-7 settimane divita perché ancora l’animale ha un bassocorredo di amilasi, mentre successivamentel’amido può rappresentare un’utile fonte dienergia, perché il coniglio riesce a modulare laproduzione di amilasi in funzione del contenutodi amido dell’alimento.

8.1. FABBISOGNI DEGLI ANIMALI E VALORENUTRITIVO DEGLI ALIMENTI

EnergiaNel coniglio il fabbisogno energetico e il valorenutritivo degli alimenti si esprimono in energiadigeribile (ED) per diversi motivi:

Page 71: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

70la ED rappresenta una frazione relativamentecostante (94-96%) della energia metabolizzabile(EM);

la brevità del ciclo biologico e riproduttivo delconiglio rendono difficile la differenziazione deifabbisogni nelle diverse fasi fisiologiche(mantenimento, crescita, gestazione elattazione), perché quasi sempre sisovrappongono l’una all’altra. Inoltre ladeterminazione della energia netta (EN) richiedetecniche molto complesse (prove in camererespiratorie, macellazioni comparative) per cuispesso si preferisce stimarla sulla base diequazioni partendo dalla ED o dalla EM.Essendo poi, come già visto, molto stretta larelazione tra queste due misure, nella praticaviene preferita la ED.

La ED si ricava per differenza tra la energia lorda(EL) ingerita e quella emessa con le feci (EF). Ineffetti, il valore energetico così determinato noncorrisponde alla reale ED dell’alimento perchénelle feci si ritrova anche una quota di energiaderivata da sostanze endogene (enzimi digestivi,sali biliari, materiale di desquamazionedell’epitelio intestinale, corpi batterici, prodottidelle fermentazioni) la cui stima richiedetecniche sperimentali e analitiche complesse.C’è infine da considerare che il parziale riciclodegli excreta mediante la ciecotrofia, rende piùcomplessa la misura della digeribilità realedell’energia alimentare. Per tali motivi, quando siparla di ED solitamente si intende ED apparente(EDa), ovvero quella misurata direttamenteattraverso il bilancio. La ED si può determinarecon prove “in vivo” piuttosto semplici ed è bencorrelata, nel caso di animali alimentati avolontà, alla EN dell’alimento. L’unità di misura èil joule (J) con i suoi multipli (kJ, MJ), anche lacaloria (cal), pur non essendo più utilizzabile pernorma UE, è tuttora diffusa. Le equivalenzesono:

1 cal = 4,184 J1 kcal = 1.000 cal = 4,184 kJ1Mcal = 1000 kcal = 4,184 MJ1J = 0,239 cal1kJ = 239 cal1MJ = 239 kcal

DigeribilitàLa misura più corretta del contenuto di ED di unmangime completo richiede una prova “in vivo”che consente di valutare anche l’utilizzazione deiprincipi alimentari e che deve essere condottasecondo procedure standardizzate.

Gli animali, dello stesso tipo genetico e sesso,devono provenire da diverse nidiate (escludendoi conigli con pesi estremi) ma devono avere unpeso omogeneo e la stessa età; quest’ultimapuò variare da un minimo di 42 d a un massimodi 56 d; devono in ogni caso essere trascorsialmeno 7 d dallo svezzamento. Se i conigliprovengono da un altro allevamento sono

necessari almeno 4 giorni di adattamento. Ilnumero iniziale di soggetti può variare da 8 a 10,ma alla fine i dati devono essere ricavati daalmeno 7 animali.

Per la prova sono necessarie apposite gabbieche consentano di controllare il consumoindividuale di alimento (mangiatoia antispreco) ela quantità di feci prodotte (non contaminatedalle urine). Agli animali devono essereassicurate condizioni di benessere: temperatura18-20°C, umidità relativa 65-85%, ammoniaca ≤10 ppm

La prova comprende 2 fasi successive:

1 - periodo di adattamento (minimo 7 d) nelcorso del quale i conigli devono abituarsi alnuovo alimento (somministrato a volontà) e alnuovo ambiente (gabbia di digeribilità);

2 - periodo di raccolta (4 d).

Il controllo dei consumi volontari si effettuapesando la mangiatoia individuale contenente ilmangime necessario per i 4 giorni di prova,all’inizio e alla fine. Eventuali pellets rinvenutinella griglia di raccolta delle feci vannorecuperati e conservati in congelatore; nondevono invece essere separati eventualiciecotrofi. La raccolta delle feci deve esseretotale, giornaliera e individuale.

All’inizio del periodo di raccolta e durante ilriempimento delle mangiatoie si prepara uncampione di alimento (circa 1 kg) e si conservain un sacchetto a chiusura ermetica. Dalcampione iniziale si prelevano poi 4 sub-campioni di 50 g che si utilizzano per ladeterminazione della sostanza secca (SS, a 103°C per 24 h). Un altro sub-campione, di almeno100 g, viene macinato (griglia 1 mm) econservato fino al momento delle analisichimiche, essendo necessario effettuare unaseconda determinazione della SS (effettomacinazione e conservazione) da utilizzare neicalcoli analitici.

Le feci raccolte da ciascun animale vanno postein un’ampia vaschetta di alluminio ed essiccatein 2 fasi: a 80 °C per 24 ore; a 103 °C per 24ore. Il materiale pre-essiccato sarà utilizzato perle analisi chimiche.

La SS viene calcolata come segueSS excreta = (P1 -T) x (P3 - T)/ P2 - T

dove:T = peso vaschettaP1 = peso vaschetta + feci essiccate a 80 °CP2 = peso vaschetta + aliquota (circa metà deltotale) feci da essiccare a 103 °CP3 = peso vaschetta + feci essiccate a 103 °C

La digeribilità apparente della SS si calcolasecondo la formula classica:

CUDa SS = 100 x (SS ingerita - SS excreta)/(SSingerita).

Page 72: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

71

Calcoli analoghi si faranno per l’energia e pertutti i principi alimentari.Se non si ha la possibilità di misurare ilcontenuto di EL con la bomba calorimetrica, sipuò stimare il valore nutritivo con equazioni diregressione, semplice o multipla, basate sulcontenuto di sostanze nutritive digeribili o, piùsemplicemente, sulla composizione chimica delmangime. A titolo di esempio si riportano leequazioni proposte da Maertens e coll. (1988):EDa = 13,50- 0,1812 ADF R2 = 0,76

EDa = 13,68- 0,2472 FG R2 = 0,72

EDa=7,54+0,297PG+0,503EE+0,234E R2 = 0,90

Una soluzione alternativa, indicata sempre daMaertens e coll., è quella di determinare lacomposizione chimica della dieta e di attribuire aivari principi nutritivi i seguenti valori medi didigeribilità:

PG = 73,1%EE = 74,8%FG = 17,4%EI = 70,6%

La determinazione del valore nutritivo dellematerie prime è molto più difficile per diverseragioni: alcuni alimenti vengono inclusi nellarazione in piccole quantità perché si vuolconoscere la funzione di quel prodotto proprio abassi livelli; il livello di inclusione non potrà maiessere tanto elevato da modificare in modosostanziale le caratteristiche chimiche e nutritivedella dieta.

Per le prove di digeribilità si possono seguire 3vie:

Dieta basale con unico livello disostituzione. Un gruppo di animali(controllo) viene alimentato con una dietabasale bilanciata; il gruppo sperimentalericeve invece una razione formata per almenoil 60% dalla dieta basale e per il resto dallamateria prima in esame. L’attendibilitàaumenta con alti livelli di inclusione, che sidiscostano però da quelli usati nella pratica.

In alternativa, si può lavorare su un sologruppo di animali che dapprima ricevono ladieta basale e successivamente quellacontenente l’alimento in prova.

Il valore nutritivo si ottiene per differenza trala EDa della dieta basale e quella della dietasperimentale, rapportata al livello disostituzione adottato. Perché i risultati sianosufficientemente validi è necessario che ladieta basale venga adattata ad ogni tipo dialimento per evitare che si verifichino squilibrinutritivi; se ad esempio si vogliono valutaredei concentrati proteici la dieta basale deve

essere leggermente ipoproteica. C’ècomunque da dire che l’uso di un’unicacombinazione non consente di valutareeventuali effetti associativi tra diete ealimento.

b) Dieta basale semipurificata consostituzione di un componente didigeribilità nota. Nella dieta basalecontenente una certa quantità di una materiaprima purificata di digeribilità nota (es. 10-20% amido con presunta digeribilità del100%; 5-10% di lignina con digeribilità nulla),il componente di digeribilità nota vienesostituito con la materia prima da valutare.Con questo metodo è impossibile stimarel’effetto di livelli crescenti di alimenti, inoltre ilvalore nutritivo delle diete purificate osemipurificate è diverso, a parità dicomposizione chimica, da quello delle dietenaturali, perché le varie sostanze nutritivesono nel primo caso semplicementemescolate, nel secondo intimamente legate einteragenti (sostanze fibrose).

c) Dieta basale con livelli multipli disostituzione. La materia prima va asostituire la dieta basale a livelli crescenti emultipli (10-20-30-40% oppure 2-4-6-8%, infunzione del tipo di alimento). La digeribilitàdell’alimento viene desunta per regressionelineare, o di grado superiore, ipotizzando latotale sostituzione della dieta basale. É unatecnica che consente di evidenziare effettisinergici, positivi o negativi, e di stabilire ilivelli massimi di inclusione, anche se dalpunto di vista statistico non è del tuttocorretta perché le previsioni sono validesoltanto entro i limiti considerati. Anche inquesto caso è indispensabile adattare la dietabasale al tipo di alimento in prova per evitareche con le sostituzioni più elevate la razionesi discosti troppo dagli standard consigliati.Relativamente alle valutazioni “in vitro” nonsono ancora disponibili tecniche riproducibili,anche se recenti prove eseguite nei laboratoridi Madrid e Padova hanno dimostratol’efficacia di un metodo enzimatico a 3 fasiper la determinazione della sostanza secca edella sostanza organica dei mangimicomposti. Il medesimo prevede l’impiego, insuccessione, di pepsina, pancreatina e di unamiscela di enzimi (cellulasi, emicellulasi,arabinasi, xilanasi, beta-glucanasi epectinasi) che riproduce l’attività battericaciecale.

Fabbisogni energetici dei conigli inaccrescimento (svezzamento-macellazione)

Ai fini di un corretto razionamento va tenutoconto che il coniglio è capace di regolarel’assunzione volontaria di alimento in funzionedella densità energetica dello stesso, per lomeno entro un range che va da 9,5 a 11,5 MJED/kg dieta, così da ingerire una quantitàpressochè costante di ED (920-1000 kJ ED/d/kg

Page 73: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

72PM). Il limite inferiore dipende, ovviamente,dall’ingombro del tubo digerente che, nonostantel’accelerato transito, è tale da indurre lasospensione del pasto. Relativamente allaquantità massima, sembra che la medesimapossa subire un incremento utilizzando dietegrassate, forse perché il coniglio allo statonaturale non dispone di alimenti ricchi di lipidi.Con tale integrazione è stato raggiunto il limite di1127 kJ ED/d/kg PM.

Il fabbisogno di mantenimento per il coniglio inaccrescimento, ricavato da prove dimacellazione compartiva, sarebbe di 484 kJED/d/kg PM e il rendimento della ED in energiacorporea del 44,2% per la proteina e del 70,2%per il grasso. Se il rendimento viene riferitoall’incremento corporeo si ottiene un valoremedio del 47% e questo è dovuto al basso livellodi grasso che caratterizza il guadagno di peso.

Fabbisogni energetici della coniglia fattriceNella coniglia fattrice la vita produttiva puòessere divisa in 3 fasi: la prima va dallosvezzamento (30-35 d) al 1° accoppiamento(120-130d); la seconda è quella della primagravidanza; la terza corrisponde al periodo dipiena capacità riproduttiva e va dal primo partoalla fine della carriera. In questa fase la coniglia,in funzione del ritmo di sfruttamento, può esserein lattazione, in gestazione o in lattazione +gestazione. I tre periodi sono fortementeconcatenati tra di loro perché le condizioni dellafattrice dopo il primo parto, che dipendono dallasua precedente preparazione, possonoinfluenzare le successive prestazioni riproduttive.

Nella prima fase l’alimentazione deve garantireun’adeguata forma fisica ed un buon ritmo diaccrescimento senza provocare sovrappeso eingrassamento. La dieta, quindi, non dovràessere eccessivamente calorica. Il fabbisogno dimantenimento non si discosta molto da quellodel coniglio in accrescimento.

Durante la prima gestazione i fabbisognienergetici sono particolarmente elevati negliultimi 10 giorni di gravidanza quando l’intensacrescita dei feti costringe la fattrice ad utilizzarele sue riserve corporee. Infatti l’energia che siaccumula nell’utero deriva per il 30-40% dallamobilizzazione catabolica dei tessuti. La EDrichiesta per il mantenimento è superiore nellafemmina gravida (G) rispetto a quella vuota (V),soprattutto alla fine della gestazione (398 V vs421 G al 21° d vs 431 kJ ED/d/kg PM G al 30°d). L’efficienza di trasformazione della ED per lacrescita e per l’utero gravido è pari al 44,7%.

Durante la prima lattazione il bilancio energeticodiventa negativo a partire dal 14° d e la conigliapuò perdere fino al 30% delle riserve corporeeche aveva alla fine della gestazione. Infattil’energia del latte proviene per l’80%

dall’alimento e per il 20% dal catabolismo deitessuti corporei.

Va precisato che la curva di lattazione presentaun andamento crescente che raggiunge il suomassimo nella 3a settimana per poi decrescere;quando la produzione diminuisce il latte divienepiù concentrato, come risulta dal seguenteprospetto:

Composizione chimica e valore energetico dellatte

Giorni di lattazione 14 29

Acqua % 71,8 64,2Proteine (N x 6,38) “ 10,5 14,6Lipidi “ 12,1 16,9Ceneri “ 2,1 2,7Lattosio* “ 3,5 1,6Energia lorda** kJ/g 7,75 9,84• per differenza** EL ponderata per tutta la lattazione 8,29 kJ/g

Un andamento analogo si verifica nelle conigliegestanti e alallattanti, le quali producono menolatte di quelle solo alallattanti (-40 g/d) ma laconcentrazione energetica dello stesso passa da7,65 a 8,66 kJ/g.

Quando la giovane coniglia è gestante eallattante, i fabbisogni nutritivi delle due fasientrano in competizione tra loro e interferisconoanche con quelli della crescita perché lo svilupposomatico deve ancora completarsi fino araggiungere il peso e la composizione chimicadell’adulto. In questa situazione il deficitenergetico è notevole, con conseguenzenegative sulla sopravvivenza dei feti e quindisulla numerosità della nidiata, nonchè sullavitalità dei coniglietti. Infatti nel secondo parto inati totali diminuiscono del 10% rispetto al primoe i nati vivi del 20%. Inoltre la loro composizionecorporea mostra un maggior contenuto di acquae minore di lipidi, condizione che diminuisce lepossibilità di sopravvivenza.

Nelle femmine solo alallattanti il fabbisogno dimantenimento è di 432 kJ ED/d/kg PM mentresale a 468 in quelle contemporaneamentegestanti.

In entrambe le fasi l’efficienza di utilizzazionedella ED per la sintesi del latte è 0,63; sel’energia proviene dai tessuti corporei ilrendimento va da 0,77 a 0,81. Per la sintesi delfeto l’efficienza di trasformazione della ED è0,27-0,30.

Le fattrici, come i conigli in accrescimento,regolano la ingestione di alimento in funzione delsuo contenuto energetico, con differenze traprimipare e pluripare. Nelle prime l’assunzionevolontaria è di 1130 kJ ED/d/kg PM, nelleseconde di 1255 kJ ED/d/kg PM. Questi valori siriferiscono a femmine con 8 redi; ad ogniconiglietto in più o in meno corrispondono 100 kJED/d.

Page 74: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

73Per meglio chiarire quanto è stato detto siriportano due esempi, nei quali vengono utilizzatii dati scaturiti da una ricerca basata sulla tecnicadella macellazione comparativa (calorimetriaindiretta).

Coniglie in lattazione

Alimento base: 10,96 MJ ED/kg;

Coniglie: peso v. 3,6 kg; PM 2,61 kg

EDingerita = 3385

latte prodotto 199 g/d; EDlatte = 7,61 kJ/g

Energia richiesta

EDmantenimento = 432 x 2,61 = 1128

EDlattazione = 199 x 7,61:0,63 = 2404

EDfabbisogni totali 3532

EDfabbisogni-input =3532 - 3385 = -147

Efficienza utilizzazione riserve corporee = 0,81

Valore energetico grasso = 35,56 kJ/gQuindi la perdita di grasso sarà:

147 : 0,81 : 35,56 = 5,10 g/d

Alimento Grassato (2,5%): 10,71 MJ ED/kgEDingerita = 3581

latte prodotto 210 g/d; EDlatte = 8,03 kJ/g

Energia richiestaEDmantenimento = 432 x 2,61 = 1128

EDlattazione = 210 x 8,03:0,63 = 2677

EDfabbisogni totali 3805EDfabbisogni-input =3581 - 3805 = -224

Grasso perduto 7,78 g/d

Pertanto nessuno dei due mangimi, pur avendoun elevato livello di ED, riesce a coprire ifabbisogni della fattrice. La grassatura haincrementato la capacità di ingestione senzaperaltro migliorare la situazione, perché hafavorito una maggior produzione di latte, che èrisultato anche più ricco di lipidi. É quindievidente che la vita riproduttiva di una conigliacon deficit nutrizionali fin dalla giovane età, nonpuò durare a lungo. É anche chiaro che uncorretto razionamento non riesce da solo arisolvere il problema. É quindi necessariointervenire nella gestione evitando, ad esempio,un ritmo intensivo dopo il primo parto oriducendo il numero di coniglietti allattati

(soprattutto in estate). Potrebbe risultare utileanche la somministrazione di un mangime riccodi fibra (19-20%) dallo svezzamento al primoaccoppiamento.

Nella fattrice pluripara le cose vanno un po’meglio perché la sua capacità di ingestione èsuperiore (1255 vs 1130 kJ ED/d/kg PM)

Esempio:

Peso corporeo 4 kg (PM = 2,83 kg)nidiata: 9 conigliettiProduzione latte 190 g/dEDi (1255 x 2,83 + 100) = 3652 kJ ED/dFabbisogniEDm (432 x 2,83) = 1223 kJ ED/dEl = (190 x 8,29 : 0,63) = 2500 kJ ED/dTotale 3723 kJ ED/dDeficit 71 kJ ED/dGrasso perduto 2,46 g/d

FibraIl livello di fibra condiziona il contenuto caloricodella razione. Infatti, nei comuni mangimi perconigli i costituenti di membrana presentano unadigeribilità compresa tra il 10 e il 30% e quindi illoro apporto energetico è del tutto irrilevante. Ilruolo fondamentale esplicato dalla fibra è invecequello di garantire l’ingombro necessario astimolare la peristalsi intestinale, consideratoche le contrazioni della muscolatura non sonosufficienti per una adeguata motilità. I tenori difibra richiesti per un normale funzionamentodigestivo e per un armonico sviluppo della florapresente variano con l’età degli animali. Nelconiglio in accrescimento si ritengono ottimalilivelli intorno al 13-14% anche se tra il 12 e il15% lo stato di salute non risulta pregiudicatocome invece si verifica al di sotto o al di sopra ditali valori. Se il contenuto di fibra è inferiore al12% il transito digestivo è rallentato e si creanocondizioni favorevoli allo sviluppo dei batterianaerobi potenzialmente patogeni. Inoltre la floramicrobica non dispone di idrati di carbonio inquantità sufficienti per i suoi fabbisogni edutilizza proteine come fonte di energia,derivandone una eccessiva produzione di NH3.All’opposto, livelli molto alti di fibra possonoabbassare il contenuto calorico della razionetanto da superare la capacità di assunzionevolontaria; l’animale si trova quindi in deficitenergetico. Se poi il tenore di proteine non èequilibrato la quantità in eccesso giunge al ciecoe favorisce lo sviluppo dei batteri proteolitici;anche in questo caso aumenta la quantità diNH3. Se invece viene raggiunta la soglia minimadella regolazione energetica e la quantità diproteine supera i fabbisogni si corre il rischio diun blocco digestivo per costipazione ciecale.Una situazione simile può essere provocataanche da un eccesso di sali minerali. In ognicaso, un elevato contenuto di fibra pocodigeribile (ricca di lignina) pregiudica ladigeribilità degli altri principi nutritivi sia per

Page 75: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

74azione meccanica diretta sia per il rapidopassaggio dell’alimento nel digerente.

Nelle coniglie in lattazione il tasso può scendereal 10-11%, grazie alla più elevata capacità diingestione.

I tempi di soggiorno dell’alimento nel tubodigerente dipendono anche dalla forma fisicadella fibra; se le particelle sono di piccoledimensioni (0,1-0,2 mm) la permanenza è piùlunga. Nella pratica comunque, poiché neimangimifici i fori delle griglie possono andare da2 a 7 mm, non si riscontrano differenze nelladigeribilità dell’alimento, nelle prestazioni deglianimali e nel loro stato di salute.

Proteine e aminoacidiIl coniglio, come gli altri monogastrici, riducel’assunzione di alimento quando lo stesso èsquilibrato in aminoacidi essenziali. Lareingestione dei ciecotrofi non modifica questocomportamento anche perché il loro contributoall’apporto di proteine raggiunge appena il 15%dell’assunzione alimentare quotidiana.

Gli aminoacidi essenziali per il coniglio sono 10:arginina, lisina, metionina + cistina, triptofano,leucina, isoleucina, treonina, valina, fenilalanina,istidina. Un undicesimo aminoacido, la glicina, èsemi-essenziale. La tirosina può sostituireparzialmente la fenilanina, la cistina puòrimpiazzare la metionina.

I livelli ottimali di tali aminoacidi sono statistudiati nel coniglio in accrescimento solo peralcuni di essi: lisina, arginina, cistina, metionina,treonina e triptofano. Per i rimanenti gli apporticonsigliati sono stati calcolati sulla base dellaprestazioni ottenute con diete appositamenteformulate. Le prove effettuate hanno evidenziatoche nel caso della lisina e dell’arginina i livelliche consentono di perseguire le prestazioniottimali si discostano molto dalla soglia ditossicità, mentre per gli aminoacidi solforati ilmargine è molto ristretto.

I fabbisogni delle coniglie fattrici sono pococonosciuti ma si ritiene che non si discostinomolto da quelli dei conigli in accrescimento, fattaeccezione per la lisina le cui richieste sarebberosuperiori.

A livello pratico risulta interessante la capacitàdel coniglio di utilizzare, meglio di altrimonogastrici (pollo e suino) e poligastrici (ovino),le proteine dei foraggi (farina di medica, farina disemi di girasole non decorticati etc.).

Un altro aspetto importante da considerare è chementre per l’energia digeribile la regolazione delconsumo consente al coniglio di compensare levariazioni di concentrazione del mangime, nelcaso della componente azotata si verifica ilcontrario. Così, se le proteine sono insufficientiin relazione all’energia digeribile, l’animalediminuisce l’ingestione perché ha bisogno di

meno energia per la sintesi delle proteinecorporee (muscoli, enzimi etc.) venendogli amancare la materia prima. Ovviamente ildiscorso va esteso a ciascuno degli aminoacidiindispensabili. Se all’opposto l’apporto azotatosupera la possibilità di sintesi il coniglio nonriduce il consumo perché il medesimo è regolatodal fabbisogno della energia necessaria perchéle sintesi si realizzino al più alto livello. L’eccessodi proteine alimentari richiede il catabolismo diuna parte di esse e la eliminazione della urea,con sovraccarico degli organi escretori. C’èinoltre da tener conto che in queste condizioniaumentano le necessità di arginina, direttamentecoinvolta nel catabolismo degli altri aminoacidi.

Quindi, a parità di contenuto energetico, se leproteine difettano, l’assunzione volontaria dialimento si riduce aggravando il deficit; se invecesono in eccesso i consumi non vengonomodificati ma, in mancanza di una efficienteeliminazione dei prodotti catabolici, si corre ilrischio di tossicosi.

In taluni casi, nei conigli all’ingrasso vieneutilizzato un livello proteico più elevato di quellonecessario, allo scopo di ridurre l’adipositàperché il catabolismo richiede una spesaenergetica e limita quindi l’accumulo di grasso.

Nei conigli in accrescimento le proteine richiesteper il mantenimento dell’equilibrio sono pari a3,68 g/d/kg PM e il loro rendimento ditrasformazione in proteine corporee è del 94,9%.

Nelle fattrici primipare il fabbisogno dimantenimento varia da 3,73 (alallattanti) a 3,80g/d/kg PM (alallattanti + gestanti).

L’efficienza di trasformazione delle PD alimentariin proteine del latte oscilla tra lo 0,76 e lo 0,80 edi quelle corporee dallo 0,59 allo 0,61. Nel casodel feto i rendimenti sono 0,46 e 0,61rispettivamente per le PD e per le proteinecorporee. Questi bassi rendimenti spieganoperché, anche con diete ricche di proteine, legiovani coniglie contemporaneamente alallattantie gestanti abbiano un bilancio proteico negativo.

I rapporti PD/ED ritenuti validi variano da 10,5per i conigli in accrescimento a 12,3 per le fattriciin lattazione; ciò significa che la razione devecontenere 10,5 g o 12,3 g di proteine per ogniMJ di ED. Questa relazione dovrebbe esserevalutata per tutti gli aminoacidi indispensabili oper lo meno per quelli per i quali è più probabilela carenza (aminoacidi solforati, arginina, lisina).

Generalmente le dosi raccomandate per i diversiprincipi nutrititivi sono espresse in % della dieta,piuttosto che in fabbisogni giornalieri, ancheperché negli allevamenti intensivi i coniglivengono alimentati esclusivamente con mangimicompleti.

Page 76: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

75Utilizzazione dell’azoto non proteicoTutti i tentativi fatti per verificare le possibilità diimpiego di fonti azotate non proteiche (urea, salidi ammonio, ossicellulosa) sono stati senzasuccesso perché questi prodotti vengonoidrolizzati ed assorbiti prima di giungere al cieco.

Qualche risultato è stato conseguito con ilbiureto nei conigli in accrescimento perché unacerta quantità di ammoniaca è giunta al cieco edè stata utilizzata dai batteri per la sintesi delleproteine corporee.

In ogni caso, anche nelle migliori condizioni,l’apporto di aminoacidi indispensabili con laciecotrofia può raggiungere il 15-20% deifabbisogni.

MineraliCalcio, fosforo, magnesioI fabbisogni di Ca e P sono molto elevati nellaconiglia in lattazione la quale, al massimo dellaproduzione, elimina 1,5-2 g/d di Ca e 0,6-1 g/d diP. Eccessi o difetti di P riducono la fertilità e laprolificità. Un tasso elevato di P (1,9%) ètollerato abbastanza bene dalla fattrice maaumenta la mortalità dei coniglietti e abbassa illoro ritmo di crescita. L’apporto ottimale vadall’1,1 all’1,3% della razione. Un elevato tassodi Ca riduce le digeribilità del P ed anche la suaescrezione renale; accresce invece la digeribilitàdel Mg. La digeribilità del P è bassa (50%) omolto bassa (15%), come nel caso della medica(forse perchè ha un elevato tenore di Ca). Ilfabbisogno minimo di P è stato stimato pari allo0,22% della dieta per i conigli in accrescimento,ma si consigliano livelli più elevati tenendo contodi una eventuale interazione negativa con unapporto eccessivo di Ca. Per il Mg i livelliraccomandati sono di 400 mg/kg anche sealcuni AA hanno ottenuto, con diete moltoproteiche (che nel ratto aumentano i fabbisognidi Mg), prestazioni migliori nei conigli inaccrescimento con livelli 10 volte superiori.

Sodio, potassio, cloro e zolfoUno squilibrio degli apporti alimentari dei primitre elementi può determinare nefriti, riduzione dicrescita e problemi nella riproduzione. Siconsiglia di integrare le razioni con lo 0,5% diNaCl. Il contenuto di K deve essere pari allo0,6%, mentre per lo S si ritiene sufficiente untasso dello 0,25%.

Oligo-elementiAlcune ricerche hanno evidenziato risultatipositivi effettuando integrazioni con una misceladi oligolementi (Fe, Zn, Cu, Mn, Co). É statoanche visto che una deficienza di Zn altera lostato immunitario della mucosa dell’apparatodigerente, per riduzione del tessuto linfoide. Ilselenio non sembra avere un ruolo importante

come in altre specie, essendo elevato il livello diglutatione perossidasi non selenodipendente ecomunque basso il livello di glutatione.

Vitaminea) vitamine idrosolubili

Le sintesi operate dalla microfloraconsentono, grazie alla ciecotrofia, lacopertura dei fabbisogni di vitamine delgruppo B e di vitamina C sempre che sirichiedano prestazioni medie; se invece simira ad una produttività elevata è necessariauna integrazione della dieta. La sintesi dellavitamina C parte dal ciclo del glucosio6-fosfato.

É stato riscontrato che in condizioni di stressl’aggiunta di vitamina C evita la comparsa diforme patologiche (in vitro la vitamina Cinibisce la produzione di tossine da parte delClostridium spiroforme). Nel caso di razioniricche di colesterolo sembra che la vitaminaC (250 ppm) riduca l’assorbimento intestinaledi tale sostanza.

b) vitamine liposolubiliI fabbisogni di vitamina A risultano coperticon una integrazione di 300 UI/kg dietamentre i comuni mangimi del commerciovengono integrati con 10.000 U.I. senza tenerconto che il β-carotene contenuto nellematerie prime potrebbe da solo coprire ifabbisogni (il 20% di medica disidratataapporta, sotto forma di β-carotene,l’equivalente di 20-30.000 U.I. di vitaminaA/kg dieta). La cosa non va sottovalutataperché se è vero che il fegato del coniglioriesce ad immagazzinare grandi quantità divitamina A, è anche vero che, raggiunta lasaturazione, l’estere del retinolo che entra incircolo esplica effetti tossici che si traduconoin aborti, nascita di coniglietti idrocefali (moltospesso nati morti), riduzione della vitalità.

I fabbisogni di vitamina D non sono stati bendefiniti ma si ritengono sufficienti integrazionidi 100-200 U.I./kg dieta. Anche in questocaso la copertura è più che garantita daimangimi commerciali ove raggiunge 1000U.I./kg. Non sono infrequenti i casi diipervitaminosi D (calcificazione aorta e reni,soprattutto in concomitanza con alti livelli diCa) anche perché spesso gli allevatori,quando la produttività di abbassa,somministrano nell’acqua di bevanda miscelevitaminiche A-D3.

Per quanto concerne la vitamina El’integrazione di 40-50 mg/kg dieta risultaadeguata se si considerano le performanceproduttive. Quando si prendono inconsiderazione anche le caratteristichequalitative delle produzioni, quali la shelf-lifedella carne o, nel caso dei riproduttori, laresistenza delle cellule germinali alle

Page 77: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

76manipolazioni, conservazioni etc. un livellomolto superiore (200 mg/kg) risultaconveniente. Va anche considerato che unasupplementazione adeguata di vitamina C“risparmia” la E consentendo una suacontinua riduzione e riciclo.

8.2. RAZIONAMENTO

La formulazione dei mangimi va fatta tenendoconto dei fabbisogni delle diverse categorie dianimali, del livello di performance che si intendeperseguire, delle condizioni igienico-sanitariedell’allevamento, della qualità delle produzioni.

Per conseguire questi risultati è necessarioconoscere le caratteristiche chimiche e nutritivedegli alimenti semplici destinati al coniglio.

Nella pratica, gli ingredienti utilizzati sono: cereali(avena, orzo, grano, sorgo, mais) e sottoprodottidella loro molitura, erba medica disidratata,panelli e farine di estrazione (soia, girasole,arachide, colza), semi di leguminose (pisello,fava, lupino, soia), residui dell’industria dellozuccherificio (melassa di canna, di barbabietolao derivata dalla lavorazione dell’amido),sottoprodotti di scarto, grassi animali e vegetali.

Il primo aspetto da considerare è la qualità dellematerie prime e la sua costanza nel tempo. Aquesto riguardo va tenuto conto della durata diconservazione e dell’efficienza di isolamento deisilos e dei magazzini. É infatti noto che, oltre allemodifiche che possono verificarsi a carico dialcuni principi nutritivi, la conseguenza piùnegativa di uno stoccaggio troppo lungo o maleseguito è la comparsa di muffe (aflatossina)alle quali il coniglio è particolarmente sensibile.

Individuati gli alimenti più idonei e disponibili sidevono miscelare nelle dovute proporzioni, cosìda ottenere un mangime completo rispondentealle esigenze delle diverse categorie di animali.Ma questo potrà essere conseguito solo dopol’aggiunta di integratori e additivi, checonsentono di :

colmare eventuali deficienze (supplementiminerali e vitaminici, aminoacidi)

migliorare l’appettibilità (aromatizzanti,appetizzanti);

migliorare la utilizzazione (enzimi, emulsionantidei grassi);

migliorare le caratteristiche tecnologiche(antiossidanti, antimicotici, agglomeranti);

migliorare o correggere il contesto fisiologicodell’animale (promotori di crescita, ormoni,anabolizzanti)

migliorare lo stato sanitario dell’animale a livelloprofilattico (coccidiostatici o antibiotici) eterapeutico (antibiotici, chemioterapici).

Gli additivi, per essere incorporati in unmangime, oltre ad esplicare un’azione positiva

alla dose prestabilita, devono possedere alcunirequisiti, prescritti dall'Organizzazione Mondialedella Sanità e precisamente:

• assenza di residui nelle produzioni oltre ilivelli consentiti;

• innocuità per l’animale;• esistenza di metodi analitici validi• stabilità fisica e chimica• compatibilità con gli altri prodotti

Per quanto concerne gli additivi, un cenno aparte meritano i probiotici e i fruttoligosaccaridi(FOS) che vengono impiegati per mantenere ilcorretto equilibrio della flora intestinale e quindiper migliorare le performance degli animali.I probiotici sono costituiti da microrganismiviventi (lattobacilli, streptococchi, bacilli), ospitiabituali od occasionali del canale digerente main numero molto ridotto. L’integrazionealimentare (100-120 milioni di microrganismi pergrammo di alimento) impedisce lo sviluppo e lacolonizzazione dei germi patogeni (Colibacilli,Clostridi) manifestando anche una interazionepositiva con la flora colibacillare saprofita,normalmente poco rappresentata nel coniglio inallevamento intensivo. Quest’ultimaraggiungerebbe livelli più fisiologici, simili a quelliche si riscontrano nel coniglio selvatico. I prodotticommerciali sono termoresistenti, essendocostituiti da spore o da germi vivi incapsulati. Ipiù importanti sono:

Page 78: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

77

Nomecommerciale

Paciflor

Toyocerin

Lactosacc

Biosaf

Costituenti

Spore di Bacillus CIP 5832

Spore di Bacillus toyoi

Batteri (Lactobacillus acidophilus,Streptococcus faecium) e lieviti(Saccaromyces cerevisiae eKluyverromyces fragilis)

Lievito Saccharomyces cerevisiae

I fruttoligosaccaridi (FOS), presenti anche innatura (cipolle, asparagi, banane), vengonoottenuti per sintesi dal saccarosio che, trattatocon un enzima di origine micotica (fruttosiotranferasi), si arricchisce di 1, 2, o 3 molecole difruttosio.Resistono all’idrolisi degli enzimi digestivi eraggiungono quindi il cieco dove vengonoutilizzati dalla flora utile (Bacteroides,Streptococchi). Sono considerati dei pre-probiotici, perché forniscono un substratoalimentare anche per i germi presenti nelprobiotico.Gli additivi sopra menzionati sonoparticolarmente indicati negli allevamentiintensivi ove le cause di stress sono numerose(microclima, microbismo ambientale,cambiamenti di gabbia, alimentazione) esoprattutto nella fase di svezzamento, quando laflora dei coniglietti non si è ancora stabilizzata. Ivantaggi conseguenti al loro uso si estrinsecano

in una riduzione della mortalità e dell’indice diconversione.Sono stati impiegati con successo anche nelleconiglie riproduttrici ove hanno diminuito il tassodi riforma.

Integratori minerali vitaminiciI macroelementi più richiesti sono il Ca e il P chepossono essere somministrati sotto forma difarina d’ossa, fosfati di calcio, carbonato dicalcio. Anche il cloruro di sodio è essenziale,soprattutto per l’apporto di sodio; si considerasufficiente una integrazione dello 0,35%. Altriminerali che vengono aggiunti per aumentare ilgrado di durezza dei pellets sono le bentoniti(terre di natura argillosa). In loro sostituzione sipossono usare i lignosolfiti (sodico, calcico,ammonico) derivati dal legno, che sono ottimiagglomeranti.

Complessi oligominerali e vitaminici

Vengono generalmente preparati dalle industriefarmaceutiche e possono contenere additivi(antiossidanti, aminoacidi, coccidiostatici,antibiotici). Sono sempre mescolati ad uneccipiente (di natura vegetale o minerale) e siaggiungono nelle dosi consigliate dalla dittafornitrice.-

Proposte praticheTenuto conto di quanto specificato sui fabbisognidel coniglio in funzione dell’età e dello statofisiologico si propongono le seguenti 4 diete:

Page 79: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

78

Conigli in accrescimento Avviamento Ingrasso

Medica disidratata 17% 30,0 25,0

Orzo 25,0 29,0

Soja f.e.- 44% 16,0 14,0

Mais 8,0 10,0

Avena 10,0 11,5

Paglia frumento 6,0 4,5

Bietola polpe dis. 2,0 2,0

Olio di soja ---- 1,0

Integratore vitamina min 1,0 1,0

Fosfato bicalcico 0,7 0,7

Carbonato di calcio 0,6 0,6

Cloruro di sodio 0,7 0,7

Composizione chimica e valore nutritivoSostanza secca % 89,04 89,03

Proteina grezza “ 16,71 15,81

Fibra grezza “ 14,20 12,54

ADF “ 17,57 15,50

Amido “ 21,82 25,74

Proteina digeribile “ 12,04 11,65

Energia digeribile MJ/kg 10,02 10,90

PD/ED g/MJ 12,01 10,69

Page 80: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

79Coniglie fattrici

Svezzamento - accoppiamento Periodo successivo

Composizione centesimaleMedica disidratata 17% 36,0 26,0

Orzo 23,0 29,0

Soja f.e.- 44% 13,0 . 19,0

Mais -- 8,0

Avena 13,5 8,5

Paglia frumento 8,5 3,5

Olio di soia 1,0 1,0

Bietola polp. dis. 2,0 2,0

Fosfato bicalcico 0,7 0,7

Complesso vit-min 1,0 1,0

Carbonato di calcio 0,6 0,6

Cloruro di sodio 0,7 0,7

Composizione chimica e valore nutritivoSostanza secca% 89,33 89,03

Proteina grezza “ 15,90 17,56

Fibra grezza “ 16,67 12,42

ADF “ 20,58 15,40

Amido “ 16,96 23,35

Proteina digeribile “ 10,64 12,94

Energia digeribile MJ/kg 9,58 10,75

PD/ED g/MJ 11,11 12,04

Page 81: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

809. RICOVERI E ATTREZZATURE

Per fornire un ambiente confortevole al coniglioè necessario tener conto di alcunecaratteristiche comportamentali della specie,presenti anche allo stato domestico consideratoche la sua domesticazione è piuttosto recente (almassimo 300 generazioni).

I conigli di garenna sono animali sedentari esociali, che vivono in un territorio la cuiestensione dipende dalla disponibilità di risorsealimentari. Essi marcano il territorio e gli individuidel proprio clan familiare con il secreto delleghiandole situate sotto il mento e con l’urina (imaschi). In presenza di eventi perturbatoril’animale che li avverte per primo comincia abattere con forza al suolo le zampe posteriori,trasmettendo lo stato di panico a tutto il gruppo.La tana rappresenta un luogo di rifugio in caso dipericolo ma anche una zona di riposo dove iconigli trascorrono la maggior parte della lorogiornata, in condizioni di temperatura ed umiditàmolto più favorevoli che all’esterno. Le societàsono costituite da un maschio e da più femminele quali spesso aggrediscono la prole di altremadri. Raggiunta la pubertà i maschi lottanoaccanitamente per il possesso della femminafino a ricorrere alla castrazione per eliminare irivali.

Nello schema successivo sono riepilogate leprincipali differenze tra coniglio selvatico edomestico, da un punto di vista circadiano esociale

SELVATICO

attività prevalentemente notturnaall’aperto riposo diurno nella tana

Periodi di attività e diriposo piuttostoprolungati

habitat con tane complesse eterritori individuali (per i dominanti)e di gruppo (home-range)gerarchie di gruppo: difesa delterritorio, della femmina, deipiccoli, del ciboAccoppiamento durante lastagione riproduttiva (febbraio-luglio)DOMESTICOattività diurna e notturna, riposodiurno e notturno

Periodi brevi diattività e riposo, confrequenti alternanze

habitat creato dall’uomo (lettiera ogabbia)Gerarchie (se a contatto con altriindividui): familiari (elementi dellastessa nidiata), di gruppo; miste(elementi di nidiate diverse)accoppiamento durante tuttol’annoLa conoscenza degli aspetti reattivo-comportamentali del coniglio, anche in relazionealla evoluzione filogenetica della specie, assumeuna importanza notevole nel contesto

dell’allevamento intensivo, che prevedel’utilizzazione di tecnologie sempre più avanzate.

Gli aspetti etologici più significativi riguardano:capacità di apprendimento, intesa comereazione a specifici stimoli (luce, calore, odori,rumori);comportamento sociale:formazione di gruppie gerarchie all’interno deigruppi;influenza e significato degli odori emessi(feromoni);caratteristiche degli habitat preferenziali,formazione e dimensione dei “territori”;tempi e caratteristiche delle attività sessuali edell’accoppiamento;comportamento materno pre e post-parto (cureparentali fino allo svezzamento);attività neonatale della prole;ritmi circadiani (alternanza di attività e di riposo);alterazioni e anomalie comportamentali (nonaccettazione del maschio, difficoltà diaccoppiamento, rifiuto ed abbandono dei piccoli,cannibalismo)

Molto importanti sono le fasi di accoppiamento,in quanto costituiscono un rituale stereotipatoche prelude al buon esito dell’unione. Essecomprendono: corteggiamento; presentazionedella coda; emissione di urina; intromissione-eiaculazione; caduta laterale; grooming.

La femmina accetta il maschio nelle situazioni diseguito indicate: apice del calore fisiologico;buone condizioni di salute; stato sociale delmaschio (deve essere adeguato al rango dellafemmina); stagione (microclima); assenza di fortistress.

La costruzione e la qualità del nido dipendonosia da fattori endogeni (livello di progesterone)che esogeni (ambiente). Essa comprende 2 fasi:straw nest (utilizzazione dei materiali adisposizione) e maternal nest (aggiunta di peloda parte della coniglia). Un ritardo nellacostruzione del nido o la cattiva qualità dellostesso sono all’origine dell’abbandono dellanidiata e del cannibalismo. La qualità del nidomigliora dal 1° al 3° parto e condiziona la vitalitàe la sopravvivenza dei coniglietti. Il nido deveessere costituito da materiale assorbente esufficientemente morbido. L’accesso deveessere facile e sicuro ma non deve consentire lafuoriuscita dei piccoli perché la coniglia nonmanifesta il retrieving (comportamento direcupero del piccolo). La madre inoltre non deverestare nel nido più del necessario perchépotrebbe imbrattarlo con urina e feci oschiacciare i piccoli.

La fattrice può presentare comportamentimaterni anormali e precisamente: non strapparsiil pelo; posizionare il nido fuori della cassetta;non allattare; cannibalismo dei piccoli, totale oparziale; sporcare il nido;

Page 82: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

81Le cause di tali anomalie sono da imputare a:nervosismo; condizioni fisiche non idonee;mancanza di latte; alimentazione inadeguata;scarsa igiene ambientale; presenza di animaliestranei; cambiamento di ambiente; temperaturaelevata; sovraffollamento; limitata esperienza;muta; fattore uomo; patrimonio ereditario.

9.1. AMBIENTE E FATTORI CHE LOCONDIZIONANO

TemperaturaÉ il fattore più importante perché interagisce contutti gli altri. Va ricordato che il coniglio è unanimale omeotermo e, come tale, riesce amantenere costante la sua temperatura rettale(38,5-39°C) attivando processi ditermoregolazione con produzione o dispersionedi calore. Nell’animale adulto queste possibilitàsussistono, per lo meno ai fini dellaconservazione dello stato di salute, entro lafascia compresa tra - 5 e +35°C; ai fini produttiviil range si restringe tra + 5 e + 30°C. Il campodelle temperature ideali, o delle omeotermie, ècomunque compreso tra 15 e 20°C. I processimessi in atto per variare la produzione di caloresono di natura biochimica e si traducono inmodifiche della ingestione alimentare. Quando latemperatura esce dal campo delle omeotermie siverifica una diminuzione dei consumi pari all’1-2% per ogni grado di innalzamento tra 20-22°C e26-27°C mentre sale al 3-4% tra questi valori e28-29°C. Per modificare la dispersione di caloregli animali sfruttano 3 possibilità: - posizione delcorpo e delle orecchie; - ritmo respiratorio; -temperatura periferica (orecchie in particolare).Se la temperatura scende al disotto di 10°C iconigli si raggomitolano a palla e abbassano latemperatura delle orecchie (vaso-costrizione); seinvece supera 25-30°C adottano una posizioneallungata con le orecchie distese ed aumentanola temperatura delle orecchie (vaso-dilatazione).Contemporaneamente accrescono il ritmorespiratorio poiché la respirazione è l’unica viapossibile per la perdita del calore latente, vistoche le ghiandole sudoripare non funzionano eche la traspirazione è insignificante per lapresenza della pelliccia.

Si riportano di seguito le variazioni del caloredisperso e quelle della temperatura rettale edelle orecchie, in funzione della temperaturaambiente:

Tambient

e

Dispersione totale di

calore

Dispersionedi calorelatente

Tcorporea

Torecchie

°C W/kg °C5° 5,3 ± 0,93 0,54 ± 0,16 39,3± 0,3 9,6 ± 1,0

10° 4,5 ± 0,84 0,57 ±0,15 39,2 ±0,2 14,1±0,815° 3,7 ±0,78 0,58± 0,17 39,1± 0,1 18,7± 0,620° 3,5 ± 0,76 0,79 ± 0,22 39,0± 0,3 23,2± 0,925° 3,2 ± 0,32 1,01 ± 0,23 39,1± 0,4 30,2± 2,530° 3,1 ± 0,35 1,26 ± 0,38 39,1± 0,3 37,2± 0,735° 3,7 ± 0,35 2,00 ± 0,38 40,5± 0,8 39,4±0,5

Le modalità di regolazione descritte si verificanoa partire da un mese circa, quando i conigliettihanno acquisito la loro autonomia motoria ealimentare e sono ben ricoperti di pelo. Prima diquesta età le cose vanno diversamente. Infatti,non avendo la possibilità di regolare laingestione di alimento, i redi devono ricorrerealla riserva di grasso accumulato prima dellanascita, ma la medesima consente ilmantenimento della temperatura corporea solonel caso in cui quella del nido si aggiri sui 30-32°C. Non essendo poi in grado di modificare laforma del corpo, devono “far massa” con gli altriconiglietti della nidiata per ostacolare le perdite.Se però si verificano frequenti modifiche ditemperatura sono costretti a disperdersi eraggrupparsi in continuazione; se a questo siaggiunge un abbassamento brusco ditemperatura potrebbero non riuscire araggiungere il gruppo in tempo utile e morire. Vainfatti tenuto conto che i neonati non vedono edhanno movimenti scoordinati (incompletamielinizzazione del sistema nervoso).

Relativamente alle orecchie, giova ricordare chela loro temperatura è di 1-2°C inferiore a quellacorporea; ne consegue che le razze conorecchie grandi sono più resistenti alle elevatetemperature e quelle con orecchie piccole allebasse.

Anche il colore della pelliccia, oltre che lafoltezza e la lunghezza del pelo, sono importantiper la tollerabilità alle temperature anomale. Lerazze bianche sono più resistenti al calore diquelle scure. I conigli “Himalaya” hanno leestremità del corpo (muso, orecchie, zampe,coda) nere per la più bassa temperatura di talizone. Se si depila una parte bianca del corpo esi pone l’animale al freddo il pelo ricresce nero,se invece si depila un’area nera e si tiene ilconiglio al caldo il pelo che si riforma è bianco.

IgrometriaIl coniglio è molto sensibile alle basse umiditàrelative (< 55%) così come ai bruschicambiamenti di igrometria. All’opposto, convalori ottimali di temperatura, sopporta tassi diumidità molto elevati, forse perché in naturanella tana ove trascorre la maggior parte del suotempo spesso si trova in condizioni di

Page 83: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

82saturazione (100%). Non altrettanta tolleranzamanifesta in presenza di temperature estreme.Se la temperatura ambientale si avvicina aquella corporea e l’igrometria è elevata, l’animalenon riesce ad eliminare il calore latente e cade inprostrazione. Quando all’opposto la temperaturaè bassa e l’umidità relativa è prossima allasaturazione l’acqua si condensa sulle superficipiù fredde (pareti, plinti, gabbie, pelliccia deglianimali). Inoltre, essendo l’acqua un buonconduttore di calore, il freddo diviene più intenso,con conseguenti perdite di calore per convezionee conduzione. L’eccesso di umidità provocaanche modifiche nella secrezione e viscosità delmuco delle prime vie respiratorie. Gliinconvenienti sono ancora maggiori in ambientesecco (60% UR) e caldo che, oltre ad influiresulla secrezione del muco, provoca, a seguitodella evaporazione, una riduzione dellagrandezza delle goccioline che veicolano gliagenti infettivi, i quali riescono così a penetrarepiù profondamente.

Gas nociviI gas nocivi sono prodotti dagli animali (CO2) edalle lettiere (NH3, H2S, CH4). Tra di essi, quelloche crea i maggiori problemi è l’ammoniacaperché gli altri gas o sono poco nocivi (CO2) osono presenti in quantità minime (H2S, CH4).L’ammoniaca è una sostanza con odorepungente, già avvertibile a 5-15 ppm, più leggeradell’aria, solubilissima in acqua e molto irritante.Il coniglio è particolarmente sensibile a questogas tanto che la concentrazione massimaammissibile è di 10-20 ppm; il tasso ottimaleviene indicato in 5 ppm. I principali effetti nocivisono: irritazione agli occhi e alle mucose dellevie respiratorie; arresto di movimento delle cigliadell’epitelio, con riduzione della loro capacità difiltraggio; maggiore penetrazione di polvere emicrorganismi nelle vie profonde dell’apparatorespiratorio.

L’anidride carbonica è un gas inodoro edasfissiante, più pesante dell’aria che, sepresente a livelli elevati, peraltro difficili daraggiungere, impone agli animali ritmi respiratoripiù rapidi. Il limite di tolleranza è 2000/3000 ppm.

L’acido solfidrico o idrogeno solforato è piùpesante dell’aria ed ha un odore sgradevoleavvertibile al livello di 3 ppm. Generalmente èpresente in tracce; se supera 2 ppm provoca seriinconvenienti (irritazione delle mucose,eccitazione del sistema nervoso) sia neglianimali che nell’uomo.

PolveriPossono derivare da diverse fonti (mangime,aria esterna, pareti, pelo, escrementi), cheinfluiscono sulla loro composizione e sulladimensione delle particelle. Sono importanti in talsenso: il tipo di alimento e il sistema didistribuzione, il tipo di pavimentazione, il numero

di animali e la loro attività, il materiale dicostruzione. La grandezza delle particelle,solitamente variabile da 1 a 100 µm, assumeuna notevole importanza perché condiziona laprofondità di penetrazione nel sistemarespiratorio. La frazione inspirabile è quella chepenetra nelle vie superiori, mentre quellarespirabile penetra nei polmoni e raggiunge glialveoli, veicolando ammoniaca ed agentipatogeni. La profondità raggiunta, in funzionedella dimensione delle particelle, è quella diseguito indicata:

naso, gola 5-10 µmtrachea, bronchi primari 3-5 µmbronchi secondari 2-3 µmbronchi terminali 1-2 µmalveoli 0,1 µm

Poiché il 30% delle particelle di polvere ha undiametro < 0,5 µm , quasi 1/3 di quanto vienerespirato penetra nei polmoni.

Le concentrazioni di polvere totale possonovariare da 1 a 400 mg/m3 in rapporto a numerosifattori, i più importanti dei quali sono: polveriall’esterno del ricovero, parametri ambientali(temperatura, umidità, velocità dell’aria),mangimi. Le soglie raccomandate sono di 10µg/m3 per la polvere totale e di 5 mg/m3 perquella respirabile. Per ridurre la formazione dipolvere si consiglia di risalire, se possibile, allafonte ed evitare la sua penetrazione dall’esterno.Le variabili ambientali vanno controllate tenendoconto che:• una elevata umidità ne favorisce la

sedimentazione;• una elevata velocità dell’aria ne accelera i

movimenti;• la ventilazione deve essere adeguata;• la tecnica di lavorazione e distribuzione del

mangime deve essere buona, evitandomangimi particolarmente polverulenti;

• la eccessiva densità e frequenti spostamentivanno evitati;

• si consiglia di usare, se possibile, sistemi perridurne la quantità, quali la nebulizzazione diacqua; l’elettrofiltraggio e/o il filtraggio ericircolazione dell’aria interna.

É comunque indispensabile asportareperiodicamente la polvere sedimentata medianteaspiratori.

VentilazioneUn minimo di ventilazione nei ricoveri si rendeindispensabile per rimuovere i gas nocivi, perrinnovare l’ossigeno, per eliminare gli eccessi diumidità e di temperatura. L’entità dellaventilazione varia in funzione delle condizioniclimatiche, dell’isolamento del locale, del tipo digabbie, della densità animale. Tenendo contodei parametri temperatura, igrometria e velocitàdell’aria si può stabilire l’entità del ricambio

Page 84: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

83orario di aria per chilo di peso vivo degli animaliin allevamento, come indicato nel quadrosottostante.

Temper. Igrom. Velocitàaria

Ricambioaria

°C % m/s m3/h/kg dipeso vivo

12-15 60-65 0,10-0,15 1-1,516-18 70-75 0,15-0,20 2-2,519-22 75-80 0,20-0,30 3-3,523-25 80 0,30-0,40 3,5-4

Nei casi di squilibrio tra velocità dell’aria etemperatura si verificano inconvenienti chepossono sfociare in blocchi intestinali (correnti diaria fredda) o in disturbi all’apparato respiratorio(aria viziata). Gli eccessi di ammoniaca sonodifficilmente controllabili con una ventilazionetollerata dai conigli, per cui è necessariointervenire sulla lettiera cercando di mantenerlasecca o asportandola di frequente.

LuceLe necessità di luce, in termini di intensità e didurata, dipendono dal sesso e dall’età deglianimali. Nei maschi un fotoperiodo con 8 ore diluce migliora la spermatogenesi e la libido,mentre nelle femmine sono necessarie 14-16ore di luce per ottimizzare la recettività e lafertilità. Negli allevamenti intensivi, ove i duesessi si trovano nello stesso ambiente, si adottaquest’ultimo fotoperiodo con una intensità di 40lumen/m2 perchè i lievi inconvenienti che sipossono verificare nei maschi sono largamentecompensati dai vantaggi realizzabili nelle fattrici.I risultati che si conseguono sono comunquemigliori nei ricoveri privi di finestre e illuminatisolo artificialmente. Nei conigli all’ingrasso,anche se la luce artificiale non sembranecessaria, si applica una integrazione di 1-2ore, mantenendo più bassa l’intensità.

RicoveriInnanzitutto è opportuno scegliere la zona chemeglio risponde alle esigenze del coniglio.Rispetto al clima, va accordata la preferenza allezone sufficientemente ventilate e con limitateescursioni termiche. É importante anche: lanatura del terreno, che deve essere secco epermeabile d’acqua, la lontananza da specchid’acqua e da fonti di rumore (autostrade,ferrovie, officine, ecc.), la disponibilità di retiidriche ed elettriche, la viabilità di accesso, ladistanza dal macello e dal mercato. La scelta ècondizionata inoltre dalle disposizioni legislativee in particolare dalla legge Merli del 10.05.1976e dal decreto del Ministero della Sanità del19.11.1981. La prima stabilisce un rapporto trapeso vivo degli animali da allevare e superficieagraria disponibile (40 q/ha) e impone la

presenza di idonei contenitori per l’accumulo deiliquami. Il Decreto Ministeriale stabilisce, a suavolta, che gli allevamenti animali (accomunatialle industrie insalubri) devono essere collocatilontano dai centri urbani.

Possibilità costruttive e materialiLe scelte sono condizionate dalla zona nellaquale si costruisce e dal livello di prestazioni checi si prefigge di conseguire. Il materialecostruttivo più comune è il cemento, e relatividerivati (cemento armato, cemento-amianto,fibrocemento). Il ricovero in cemento hageneralmente una pianta rettangolare con tetto adoppia spiovenza e con strutture portanti (plintiin ferro o acciaio) regolarmente distanziate. Lepareti presentano: uno strato esterno(respirante) in cemento; uno strato centrale(isolante) formato da due materassini in lana diroccia o lana di vetro o lana di poliuretano, o inpolistirolo espanso; uno strato interno dimateriale impermeabilizzante (plastica,alluminio). La facciata interna è infine rivestita dauno strato di cemento, calcestruzzo o gesso. Lapendenza del tetto deve essere del 20-25%(almeno 1 metro di dislivello tra colmo e gronda)per favorire l’effetto camino nel caso diventilazione naturale. É indispensabile inoltre unbuon isolamento sotto tetto perché la suanotevole superficie (2,5 volte quella delle pareti)e lo scarso potere isolante dei materiali dicopertura (alluminio, lamiera, amianto-cemento)provocano una dispersione di circa il 60% delcalore ambiente. Anche i plinti (ponti termici)devono essere bene isolati. Il grado dicoibentazione del ricovero si misura con ilcoefficiente K, che presenta valori inversamenteproporzionali al potere isolante (muro in cementoK = 3,1; pannello in poliuretano espanso K =0,4). Una costruzione può ritenersi bene isolatase K < 1. Per il pavimento si fa una gettata dicemento armato sopra uno strato di sassi eghiaia, di circa 10 cm.

Un tipo di ricovero meno costoso, ma anchemeno durevole, è il tunnel in vetroresina, fornitodalle ditte costruttrici in unità modulari larghe da8 a 13 m, lunghe 2-3 m e alte al colmo 2,5-3 m,che possono essere montate dall’allevatore.Esistono anche dei tunnels in plastica peranimali all’ingrasso, ove l’isolamento termico el’impermeabilità sono garantiti da due strati dilana di vetro. Un materiale costruttivo utilizzabileè inoltre il “pannello sandwich” formato da unospesso strato isolante, rivestito da due foglimetallici.

Il ricovero può essere o meno dotato di finestre.Se presenti, sono situate sulle pareti longitudinalied hanno un’altezza di 70-80 cm, con sistema diapertura a ghigliottina o a vasistas. Le porte,meglio se di acciaio e a scorrimento, si apronosulla facciata e devono essere sufficientementelarghe da consentire l’ingresso di mezzi

Page 85: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

84meccanici per la pulizia delle fosse di stoccaggiodelle deiezioni. Le fosse, poste sotto le gabbie,possono essere più o meno profonde in funzionedelle modalità di rimozione delle deiezioni; il loropavimento deve avere una leggera pendenzaper facilitare lo sgrondo.

Sistemi di ventilazioneIl ricambio di aria nel ricovero può essere attuatomediante ventilazione naturale (V. statica) oinstallando appositi impianti (V. dinamica).

La ventilazione naturale si realizza grazie alladifferenza tra la temperatura esterna e quellainterna. Le aperture di ingresso dell’aria sonogeneralmente poste sui lati lunghi del ricovero esotto la gronda per consentire all’aria fredda dimiscelarsi con quella calda; è però necessariaanche la presenza di prese d’aria poco sopra illivello del pavimento, da utilizzarsi nel periodoestivo, quando i movimenti dell’aria sono minimie quella che entra dall’alto non riesce arimuovere i gas irritanti a livello degli animali.Una pendenza del tetto del 25% con un cupolinoregolabile di 90-100 cm garantisce un “effettocamino” sufficiente al ricambio dell’aria in uncapannone largo 10 m. La ventilazione naturaleè il sistema meno costoso ma non sempre èsufficiente a rimuovere in estate i volumi di ariaviziata mentre in inverno non consente diregolare correttamente l’entità dei ricambi e dicontrollare l’umidità. Risponde abbastanza benein allevamenti con carichi inferiori a 30 kg p.v./m2

o in capannoni con tetto ad una pendenza, ovele prese d’aria sono sistemate in una delle paretie gli sfiatatoi al colmo di quella opposta.

La ventilazione dinamica può essere indepressione o in sovrappressione. Nel primocaso si possono applicare dei ventilatori-aspiratori sul colmo del tetto con bocche d’ariadisposte in basso sui lati lunghi del ricovero.Un’alternativa è quella di sistemare gli aspiratoriin basso sulle pareti laterali, con afflusso dell’ariadal cupolino sottotetto. L’impianto è regolatoautomaticamente da un termostato collegato adun dosatore ciclico, che modifica l’asportazionesecondo le necessità. Non consente comunquedi modificare il tasso di umidità e di controllare laqualità dell’aria immessa. Nei sistemi cheprevedono l’afflusso dell’aria dall’alto, per evitareche in inverno l’aria fredda investa direttamentegli animali, si stende un telone forato a livellodella gronda così da creare una camera dipremiscelazione con distribuzione uniformedell’aria preriscaldata. Una migliore efficienza siottiene sistemando le bocche di entrata e iventilatori-aspiratori sulle due pareti opposte, alivello del pavimento. In tal modo la corrented’aria passando a velocità notevole sotto legabbie rimuove i gas tossici senza disturbare glianimali. Per evitare un possibile ristagno di ariasottotetto si può installare un cupolino.

La ventilazione in sovrappressione garantisce ilcontrollo totale dell’aria immessa mediante filtridepuratori, batterie di raffreddamento,umidificatori, impianto di riscaldamento,centralina elettrica che regola la velocitàd’afflusso. L’impianto è costituito da unventilatore aspiratore installato in una testata delricovero. L’aria aspirata dall’esterno vienepompata all’interno e passa attraverso un lungocondotto nel quale si aprono numerosi fori diuscita, che nel tratto iniziale con più intensavelocità del flusso hanno un minor diametro. Laportata del ventilatore deve soddisfare ilfabbisogno massimo di ricambio (4m3/kgp.v./ora) con un aumento del 20% per sopperirealle perdite di carico. La portata minima è pari aun terzo di quella massima. Un termostato e unigrometro controllano il funzionamento dellabatteria di riscaldamento, del gruppo diraffreddamento, di 2 serrande, le qualiconsentono il miscelamento dell’aria immessaperché si riscaldi o si raffreddi. Il raffreddamentosi ottiene vaporizzando acqua nel getto d’aria,che si fa poi passare attraverso un filtrodeumidificatore. Si può applicare anche unsistema a doppio flusso che consentel’estrazione dell’aria viziata, con successivoriciclaggio, mediante ventilatori-estrattori postinella stessa camera di immissione. Un altrosistema prevede l’estrazione meccanica dell’ariaa livello delle fosse. Anche nel caso dellaventilazione in sovrappressione è utile ricorreread una camera di premiscelazione.

Metodi di climatizzazioneSono impiegati per riscaldare o raffreddarel’ambiente. Nei ricoveri con ventilazione statica ilsistema di riscaldamento più comune è acombustibile; risponde bene l’installazione di unradiante centrale sotto tetto, al di sotto del qualesi stende un telone uniformemente forato. Per ilraffreddamento si può spargere acqua sulpavimento e sul tetto.

Impianto di illuminazioneLa fonte di illuminazione (a incandescenza o afluorescenza) va distribuita uniformemente lungoi corridoi, per facilitare il lavoro dell’operatore eper non innervosire gli animali. Nel repartomaternità è sufficiente una lampada da 40 watt(350 lumen) ogni 9 m2 mentre in quello daingrasso si può ridurre a metà sia l’intensitàluminosa che il numero di lampade.

Gabbie e accessoriNegli allevamenti intensivi le gabbie sono inacciaio o in alluminio zincato, con grigliatocostituito da fili di 2-2,5 mm di diametro e maglierettangolari (13-15 x 70-75 mm) o quadrate (20 x20 mm). Per i riproduttori, e in particolare perquelli delle razze non dotate di un foltocuscinetto plantare, si preferisce il pavimento in

Page 86: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

85listelli di plastica zigrinata. Le dimensioni dellegabbie (cm) per i riproduttori sono quelle diseguito indicate:

Larghezza Profondità AltezzaFattrici con nido interno 65-70 50 30Fattrici con nido esterno 50-60 50 30Maschi 40 50 30Futuri riproduttori(attesa)

30 50 30

Se le gabbie sono disposte su due pianisovrapposti il lato lungo deve essere rivoltoverso l’operatore.

Le gabbie per i conigli all’ingrasso devonogarantire uno spazio di 0,06-0,08 m2/capo; perl’ingrasso in colonia si possono utilizzare legabbie delle fattrici che possono servire ancheper le future riproduttrici (2 per gabbia). Esistonogabbie “autosvezzanti” corredate, oltre che delnido, di un reparto pre-ingrasso (circa 0,3 m2)ove i coniglietti della precedente nidiata sostanodallo svezzamento al 55° giorno di età. Ci sonopoi le monogabbie ove la nidiata rimane fino allamacellazione ed è la fattrice che viene spostata.Sono costituite da 2 parti uguali (una per lamadre, l’altra per la nidiata) separate da divisorimuniti di un foro di accesso. Allo svezzamento lamadre viene spostata e il divisorio può esseretolto; in caso contrario si suddivide equamente lanidiata.

Le gabbie sono fornite dalle ditte in elementimodulari e le unità sono generalmente sostenuteda cavalletti di acciaio. L’altezza dal suolo deveessere di circa 1 m (lontano dalle deiezioni) el’altezza massima, nel caso di gabbiesovrapposte su 2-3 piani, non deve superare1,70 m (facile manualità).

Fra gli accessori della gabbia fattrice il nido èsenza dubbio il più importante, considerata lafunzione che svolge nei primi 10-12 giorni di vitadei coniglietti. Oltre a fornire un riparo caldo easciutto ai piccoli, la cassetta nido deve esseremobile e facilmente ispezionabile. Il suopavimento dovrebbe trovarsi 10-15 cm sotto illivello della gabbia ed avere una lieve pendenza;ciò per evitare che i piccoli escano anzitempo dalnido o che la madre, entrando bruscamente, lischiacci. I box-nido possono essere di legno, dilamiera zincata o di plastica. I materiali più usatiper rifornirli sono invece: la paglia di cereali, lapaglietta di legno, i trucioli di legnopreferibilmente bianchi (i legni di quercia,mansonia e noce tropicale contengono sostanzetossiche e irritanti). Per assicurare latemperatura ottimale, quando ci sono problemi diriscaldamento, si può utilizzare una piastraelettrica scaldanido, in fibra di vetro e a bassatensione.

Altri accessori della gabbia sono gli abbeveratoie le mangiatoie.

Gli abbeveratoi devono essere automatici, conuna rete di distribuzione che parte da unserbatoio principale e si dirama in una retesecondaria di serbatoi posti in testa alle file digabbie. I tipi più utilizzati sono a goccia.L’impianto è costituito da un condotto che passasopra le gabbie con derivazioni in ognuna diesse. All’interno del tubo c’è un’asticella dimetallo con una sfera che chiude la derivazione.Quando il coniglio si accinge a bere tocca con lalingua l’estremità dell’asticella che si sollevaconsentendo il deflusso dell’acqua goccia agoccia. Questi abbeveratoi sono pratici e igienici;l’unico inconveniente è lo sgocciolamento che sipuò verificare nel caso di guasti. Altriabbeveratoi sono quelli a vaschetta la cui acquaè facilmente inquinabile con le deiezioni e con ilmangime e intasate con i peli.

Le mangiatoie sono generalmente a tramoggia,con fondo bucherellato per separare la fasepolverulenta, con bordi antispreco e con unaintercapedine trasversale che frena la caduta delmangime. Le tramogge si agganciano allagabbia e possono essere in lamiera o in plastica,individuali o a più posti (con divisori pieni); la lorocapacità è di circa 1,5 kg. Per evitare lacompetizione i posti devono essere i 2/3 deiconigli presenti. Nell’ingrasso in gabbie mono ebicellulari si preferiscono le mangiatoie acanaletta. In alcuni grandi allevamenti ladistribuzione dell’alimento è automatica, conserbatoi posti in testa alle file di gabbie, collegaticon il silos esterno di stoccaggio. Da ciascunserbatoio parte una tubatura sovrastante, conuna spirale che fa avanzare il mangime. Lungo iltubo sono inserite derivazioni che terminanonelle singole tramogge. Il sistema è regolato dauna fotocellula, che avverte il riempimentodell’ultima tramoggia e lo svuotamento dellaprima.

Le gabbie possono essere disposte su 1, 2 o 3piani. La disposizione su un piano (flat-deck)prevede una doppia fila di gabbie contrappostesul lato corto (fila/corridoio = 2/1). La larghezzadel corridoio deve essere di 0,90-1 m. Le file amuro sono singole. Questa distribuzione è la piùusata per la fattrici perché favorisce una correttacircolazione dell’aria, evita una eccessivadensità, facilita i numerosi controlli.

Le gabbie dei maschi riproduttori possonoessere collocate all’estremità o al centro di ognifila. Sono stati sperimentati i cosiddetti sistemi“ad harem” costituiti da unità modulari di 8-10gabbie fattrici, disposte in due file contrapposte(4 + 4 o 5 + 5) separate da un corridoio; al centrodell’unità è collocata la gabbia del maschio,posta tra due gabbie d’attesa. Il maschio halibero accesso al corridoio e quindi alle gabbiedelle femmine che vengono aperte dopo il partoo dopo una diagnosi negativa di gravidanza. Ilsistema non è scevro da inconvenienti, dovutialla maggiore incidenza delle pseudogravidanzee al fatto che il maschio non si accoppia nel suo

Page 87: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

86territorio. Per migliorare l’utilizzazione dellospazio (10-15%) si può ricorrere, sempre nelreparto maternità, alla disposizione delle gabbiesu due piani completamente sfalsati (tipoCalifornia).

Nel reparto ingrasso le soluzioni possono esserediverse, perché è minore lo spazio necessarioed è ben più ridotto l’intervento dell’operatore. Sesi fa l’ingrasso in colonia si possono utilizzaregabbie disposte in flat deck, con stoccaggio delledeiezioni in fosse. Se si preferiscono le gabbiemono o bicellulari la disposizione può essere su2 o 3 piani, totalmente o parzialmente sfalsati(munite di deflettori), con asportazione delledeiezioni tramite raschiatoi. Nel caso di 3 pianitotalmente sovrapposti la rimozione si attua connastro trasportatore.

DensitàLo spazio richiesto per una fattrice e relativocorredo può andare da 1,5-2 m2 (ricovero bencoibentato con ventilazione dinamica easportazione meccanica delle deiezioni) a 2-2,5m2 (ventilazione naturale, scarsa coibentazione,fosse profonde per le deiezioni). La cubaturarichiesta è di circa 5 m3 (altezza ricovero 2,5 o 2m), valore ottenibile col seguente calcolo:

m3 1,7-2 fattrice

m3 0,17-0,20 frazione maschio

m3 0,10 frazione rimonta

m3 1,05 (0,15 x 7) nidiata

m3 1,75 (0,25 x 7) ingrasso

m3 4,77-5,1 totale

Deiezioni, loro stoccaggio e smaltimentoLa produzione giornaliera di deiezioni, solide eliquide, varia dal 6 al 10% del peso vivo consensibili differenze tra le diverse categorie dianimali. I valori, espressi in g/d, sono:

Deiezioni

Adulti efemminegestanti

Femminealallattanti

Conigliall’ingrasso

Solide 70-75 180 40-50Liquide 100 250-300 100Totale 170-175 430-480 140-150

Come si può notare si tratta di quantità cospicueche, riferite a 100 fattrici con relativo corredo,corrispondono a 35-40 kg/d di feci e a 70-80 l/ddi urine, per un ammontare annuo di 40-45 m3

(escluse le acque di lavaggio).

La composizione chimica percentuale del letamedi alcune specie di interesse zootecnico èriportata nel quadro sottostante

Coniglio Pollo Suin Bovino

o

Sostanza secca % 26 21,7 7,4 8,3Sostanza organica % 18,2 16 5,5 6,5Azoto totale ‰ 8,5 13,5 5,5 3,7Azoto ammoniacale 1,9 4,5 3,3 1,8Anidride fosforica 13,5 8,2 4,0 2,3Ossido di potassio 7,5 6,6 3,9 5,6Ossido di calcio 9,9 21,8 3,3 3,9Ossido di magnesio 2,0 2,4 1,1 1,6

Dai dati si evince come il letame di coniglio siaparticolarmente ricco di N, P e K; grazie a ciò ilsuo potere fertilizzante è elevato e inferioresoltanto a quello del pollo. Ha inoltre un pHleggermente alcalino (7,2-7,9) e non è caustico.

La grande quantità di deiezioni presenti in unallevamento può rappresentare un problema acausa del polimicrobismo e dei gas tossici. Équindi indispensabile adottare idonei sistemi distoccaggio e asportazione delle deiezioni. Lostoccaggio nelle fosse poste sotto le gabbie puòessere più o meno lungo a seconda della loroprofondità. Nelle fosse profonde (fino a 2 m) lapermanenza può raggiungere 2-3 anni nelreparto maternità e 6-12 mesi nel settoreingrasso. In quelle poco profonde può andare da1 a 10 giorni, con rimozione mediante raschiatoi.Nel caso di gabbie con nastri trasportatori,generalmente perforati (separazioni urine) eazionati da un motoriduttore, l’asportazioneverso l’esterno del ricovero è quotidiana. Se legabbie sono dotate di canalette sottostanti, ledeiezioni vengono spinte in testa al capannonetramite getti d’acqua.

Il liquame, costituito in buona parte dalle acquedi lavaggio, viene accumulato in apposite fossebiologiche e può essere poi utilizzato comefertilizzante o per la produzione di biogas.

9.2. GESTIONE DELL’ALLEVAMENTO

La redditività di un allevamento dipende, in largamisura, da una corretta gestione dello stesso.Per raggiungere questa finalità è indispensabilecontrollare attentamente le diverse fasiproduttive ed eseguire in ciascuna di esse gliinterventi necessari, iniziando dallaidentificazione dei soggetti alla nascita oall’acquisto fino a giungere alla scelta di quellidestinati al macello. Contemporaneamente ènecessario registrare i dati più significativi inapposite schede (individuali e di allevamento),così da poter immediatamente individuareeventuali fatti anomali.

Sistemi produttiviDa un’analisi di diverse situazioni nei 3 paesimaggiori produttori di carne di coniglio (Italia,Francia, Spagna) è emerso che una fattrice può

Page 88: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

87fornire annualmente un massimo di 42 capivenduti. É stato d’altra parte accertato che inItalia per soddisfare il fabbisogno economicominimo è necessaria una produzione di almeno50 conigli venduti/gabbia madre. É così che lagabbia madre, ovvero quella che ospita lafattrice dal 29° giorno di gestazione allosvezzamento, è divenuta la unità di riferimentofondamentale, anche perché il suo costo è 10-15volte quello della coniglia. É però indispensabileche contenga sempre animali in produzione eperché ciò si realizzi il numero di coniglie deveessere superiore a quello delle gabbie-madriovvero il rapporto deve essere di 1,3/1. Lefemmine soprannumerarie verranno tenute nellegabbie “di attesa”.

Il suddetto sistema implica una modifica dellatecnica tradizionale, che era basata sullapermanenza della fattrice nella stessa gabbia,anche nelle fasi improduttive. La nuova tecnica,definita di produzione ciclizzata settimanale,prevede invece l’occupazione della gabbia-madre solo al momento del parto e durante lalattazione, dopo che la stessa è stata vuotata,lavata, disinfettata e sottoposta ad un vuotosanitario parziale di 2-3 giorni.

Il primo passo da compiere per una correttaapplicazione della ciclizzazione è quello difissare l’obiettivo produttivo minimo pianificandopoi le diverse tappe per raggiungerlo. Stabilito,come già accennato, che l’obiettivo è quello divendere 52 conigli/gabbia-madre/anno, la suarealizzazione si basa su una previsione, megliose pessimistica, delle prestazioni, come diseguito specificato:

gravide che non partoriscono % 7nati vivi/parto n. 8mortalità nascita-svezzamento % 17mortalità svezzamento-macellazione 10

In base a tali valori consegue che:

per vendere 52 capi, svezzarne 58 (+10%)per svezzare 58 capi, nati 68 (+17%)per avere 68 nati vivi 8,5 parti/gabbia madreinterparto sarà quindi 365: 8,5 parti = 42d

Per una conduzione ottimale:

il numero delle gabbie madri deve essere divisoper 6, così da avere un gruppo-parto per ognunodei periodi di interparto (6 sett.). Ogni 42 d leconiglie gravide devono essere 1,07/gabbiamadre

I gruppi settimanali saranno così composti:

• da fecondare che, nel caso di ritmo semi-intensivo (a 11 d dal parto), sarà costituitoda femmine: NULLIPARE; ALLATTANTI (a11 d); RITORNI (riaccoppiate 21 d dopo lapalpazione negativa;)

• parto, formato dalle fattrici a fine gravidanza

• svezzamento, costituito dai coniglietti che,all’allontanamento delle coniglie, restanonella gabbia di origine

• finissaggio, formato dai conigli chevengono spostati in gabbie mono obicellulari, ove restano fino a 11-12settimane.

Nelle figure allegate sono schematizzate leoperazioni e la disposizione dei gruppi.

Page 89: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

88

In applicazione di quanto detto si riporta unesempio di gestione di un allevamento con 300gabbie-madri (GM):

300 : 6 = 50 parti/settimana50 + 7% = 54 gravide/settimana 54--------------------------------- = 77 femm.insem./sett. 0.70 (%gravide)

Il numero di posti ingrasso sarà il seguente6sett./6 sett x 7 coniglietti svezzati = 7Se invece si volesse ritardare lo svezzamentoallora:7sett./5 sett. x 7sv. = 9,8 posti ingrasso GM, ovee 7 e 5 settimane sono le durate rispettive deiperiodi di allevamento e di ingrasso.

In conclusione si può dire che la produzioneciclizzata consente:

• un controllo visivo immediato dei traguardiproduttivi raggiunti

• un facile controllo globale, elaborando i datiregistrati nelle apposite schede

• un migliore controllo e addestramento delpersonale

• una migliore organizzazione del lavoro, conriduzione dei costi di manodopera

• la esecuzione di interventi mirati nei diversigruppi di animali

• la destinazione al mercato di una produzionecostante e omogenea

• la possibilità di effettuare un vuoto sanitarioparziale.

0 Gruppo parto7 Alallattanti 7d

14 Alallattanti 14d

21 Alallattanti 21d

28 Alallattanti 28d

35 Svezzamento e pulizia

42 Attesa coniglie

49 Coniglietti 49d

56 Coniglietti 56d

63 Coniglietti 63d

70 Coniglietti 70d

77 Vendita e pulizia

0 Parto

Page 90: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

89

10. CENNI DI PATOLOGIA

La comparsa di una malattia dipende dallainterazione di più variabili: animale, ambiente egerme patogeno.

L’animale, per difendersi dagli agenti che loaggrediscono, mette in atto sistemi multipli eindipendenti ascrivibili a 2 categorie:

non specifici, che sono immediati ecoinvolgono il metabolismo (mobilizzazione dizuccheri e grassi) e le funzioni fondamentali(circolazione sanguigna, respirazione);

specifici, che coinvolgono invece i meccanismiimmunitari.

Le capacità di difesa hanno comunque dei limitied è importante che l’animale non sia costretto alottare in continuazione per sopravvivere.

L’ambiente, inteso nella sua più ampiaaccezione, comprende l’habitat, l’insieme deglianimali, l’alimentazione solida e liquida, ilmicroclima, il microbismo. I germi sono parteintegrante dell’ambiente, ma divengono patogeniquando la carica è elevata e permanente.

Se le tre variabili sono in equilibrio lo stato disalute è assicurato, ma se le condizioniambientali riducono la resistenza dell’animalee/o aumentano la virulenza del germe comparela malattia.

10.1 IL DANNO SANITARIOIl danno sanitario negli allevamenti di conigli dacarne è molto elevato ed è rimasto pressochéinvariato e negli ultimi 15 anni.L’analisi degli andamenti storici degli allevamentida carne francesi e spagnoli negli ultimi anni,evidenzia che i livelli di perdite sono ancoramolto elevati.A fronte di un aumento globale della produttivitàannua/gabbia-madre, passata da 42,8venduti/anno del 1983 a 67,0 venduti/anno del1998 in Francia e da 50,6 venduti/anno nel 1991ai 58,3 venduti/anno nel 1998 in Spagna, lasituazione è rimasta stabile relativamente aiseguenti parametri :• rimonta annua delle fattrici (da 126% a

124% in Spagna e da 141% a 123% inFrancia);

• mortalità nascita-svezzamento (da 15,1% a14,6% in Spagna e da 21,3% a 20,2% inFrancia)

• mortalità ingrasso (da 5.8% a 7.7% inSpagna e da 14,9% a 14,5% in Francia).

Ciò indica che l’aumento di produzione è legatoad un aumento della prolificità e a un miglioresfruttamento delle attrezzature piuttosto che adun migliore stato di salute della conigliariproduttrice e/o dei coniglietti.

In spagna a fronte di un aumento di prolificità di0.6 animali/parto, c’è stato un aumento di soli0,3 svezzati/parto.Per incrementare ulteriormente la produtivitàoccorre quindi rivedere la tecnica di allevamentoal fine di abbassare sensibilmente le perdite e la% di rimonta, che si collocano su livelliinaccettabili.Un ritmo di riproduzione più estensivo,soprattutto nelle giovani coniglie e nei momentistagionali più stressanti, potrebbe migliorare siala durata della carriera della coniglia sia lasopravvivenza dei coniglietti in fase pre e postsvezzamento.Anche l’adozione del tutto-pieno/tutto-vuoto e/ola attuazione di vuoti sanitari programmatipotrebbe ridurre il danno sanitario.In effetti, la patologia presente negli allevamenticunicoli da carne è quasi sempre una patologiadi tipo condizionata e multifattoriale, che simanifesta in concomitanza di certi momenti e/ofasi produttive particolarmente stressanti edelicate e colpisce l’apparato che in quelparticolare momento è più sensibile perché piùimpegnato.

Solo poche malattie infettive possono essereconsiderate delle vere e proprie malattie franche,riproducibili secondo i postulati di Kochsomministrando agli animali l’agente patogenocausale e riproducendo il quadro patologico neglianimali inoculati.Fra le malattie infettive franchepossiamo annoverare la Coccidiosi, la MalattiaEmorragica Virale, la Mixomatosi, laSalmonellosi e qualche altra forma piuttostorara.

Per tutte queste malattie dobbiamo aumentaresia la capacità-tempestività di diagnosi ed anchemigliorare la strategia degli interventi di profilassie controllo.

Per la malattie condizionate multifattoriali, èinvece fondamentale migliorare il benessereanimale inteso come interazione ambiente-alimento-modalità di sfruttamento. Quandodeterminati fattori stressanti/predisponentiindeboliscono le difese degli animali possonocomparire quadri patologici sostenuti anche daagenti poco virulenti, che possono perfinoessere ospiti abituali dell’animale.

Tali patologie decorrono spesso in forma nonconclamata e subclinica, anche senza sintomiclinici evidenti.È anche per questo motivo che il rilevamentopreciso dei dati di allevamento acquista unavalenza sanitaria per la diagnosi e laprevenzione delle patologie.

Gli agenti causali di infezione costituiscono unapopolazione microbica pressoché costante(Pasteurella multocida, Stafilococco aureo, E.coli, Clostridium spp.) che, in momenti produttividiversi, può dar luogo a quadri patologici fra diloro diversificati a seconda del fattore

Page 91: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

90predisponente che entra in causa in quelmomento e/o dell’apparato che risulta più fragile.

Prima di descrivere le patologie classiche, si faràuna classificazione per apparato esuccessivamente per cronologia di apparizione.

10.2. PATOLOGIE DELLA RIPRODUZIONEComprendono manifestazioni con diversalocalizzazione che si manifestano soprattutto inanimali sottoposti ad un ritmo riproduttivo troppointensivo o, al termine della gravidanza, quandol’organismo è più suscettibile alle aggressionimicrobiche. Molto comuni sono le affezionirespiratorie, che hanno come causepredisponenti l’ambiente e l’allattamento. Anchele affezioni digestive sono frequenti e, la piùcomune è l’enterotossiemia la cui evoluzione,con o senza enterite mucoide, è molto rapida. Siverifica il più delle volte a fine gestazione o ametà lattazione e talora può sovrapporsi aepisodi di polmonite acuta.

Negli allevamenti intensivi un buon numero difemmine muore, senza sintomi premonitori, ametà lattazione (primipare o secondipare) o afine gestazione (pluripare). Si trattageneralmente di dismetabolie ad eziologia poconota, che possono essere aggravate dacomplicazioni batteriche.

La presenza di ascessi è comune nella conigliariproduttrice con localizzazione nello spaziosottomascellare, nelle mammelle e nella puntadel piede. Spesso l’agente responsabile è loStaphiloccoccus aureus ma altri germi, quali laPasteurella, possono produrre seriecomplicazioni (polmonite, setticemia, aborto).

Nell’allevamento in gabbia sono frequenti lemastiti, favorite da una congestione perraffreddamento a contatto col grigliato. Quandosi nota congestione (mammella dura earrossata) l’infezione può essere evitataapplicando, due volte al giorno, prodotti topiciastringenti e trattando con antibiotici per tregiorni.

Si possono riscontrare anche affezioni ai genitaliesterni, generalmente dovute a una spirocheta(Treponema cunicoli), che è comunque raranegli allevamenti intensivi. Le lesioni sonoall’inizio di tipo infiammatorio, poi ulceroso. Ilmaschio può essere colpito da orchite e balanitee può trasmettere la malattia conl’accoppiamento. La cura si basa sull’impiego diantibiotici.

Gli organi genitali interni sono la sede di infezionipiù gravi. Le manifestazioni patologiche piùcomuni sono le metriti (utero), sovente associatea mastiti e a turbe respiratorie. L’utero appareispessito e, a livello del sito d’impianto degliembrioni dell’ultima nidiata, si possonoosservare ascessi che invadono tutto l’organo.L’eziologia è complessa; la gestazione e il parto

rappresentano cause predisponenti, ma anche lecondizioni igieniche dell’allevamento sonodeterminanti, così come la presenza di unapasteurellosi cronica. I germi specifici(Toxoplasma, Listeria, Salmonella) sono rarimentre sono frequenti quelli non specifici(Stafilococco, Pasteurella). I trattamenti conantibiotici riscuotono un certo successo solo seeseguiti negli stadi iniziali della manifestazione.É invece molto importante la profilassi igienica.

Altre turbe della riproduzione, di natura noninfettiva, sono:

• torsione dell’utero, abbastanza frequente eattribuibile alle dimensioni dei feti ;

• ritardo del parto, con riassorbimento dei feti,che può verificarsi se le nidiate sono poconumerose (1-2);

• parto fuori dal nido, che è prerogativa delleprimipare e può essere determinato da pocatranquillità o presenza di topi nel nido;

• prolasso;

• cannibalismo, che nella maggior parte deicasi riguarda coniglietti molto deboli edestinati quindi a morire; la mancanza diacqua può rappresentare una concausa;

• abbandono della nidiata, che si verificageneralmente nelle giovani femmine, conassenza o ritardo della montata lattea.

Tali infezioni batteriche possono esseretrasmesse anche agli allattanti determinandoquadri clinici relativamente frequenti: diarreagialla neonatale, piodermite essudativa,foruncolosi ed ascessi, congiuntiviti,cheratocongiuntiviti e forme respiratorie. Fra gliinterventi di prevenzione-controllo dobbiamoannoverare almeno i seguenti:• controllo su tutto il processo della IA• igiene del parto e del puerperio• adozione di un ritmo riproduttivo non troppo

intensivo.

10.3. PATOLOGIE INTESTINALISono quelle che producono i maggiori dannieconomici, soprattutto se colpiscono i conigli trala 4a e la 10a settimana di vita. Diversamente daquanto si verifica in altre specie animali (maiali,bovini, agnelli) le diarree neonatali sono rare nelconiglio, trascorrendo molto del suo tempo nelnido, lontano dalle aggressioni. Le stesse sonoinoltre facilmente prevenibili con un minimo diigiene sanitaria e alimentare. Anche negli adulti icasi di diarrea sono poco comuni erappresentano la conseguenza di altre affezioni.I quadri clinici ed anatomo-patologici sono moltodiversificati, pur in presenza degli stessi agentimicrobici causali e possono comprendere sia leforme diarroiche-dissenteriche che le forme

Page 92: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

91meteoriche e/o i fenomeni di costipazione edenterite mucoide.

É opportuno sottolineare che il coniglio reagiscea qualunque tipo di aggressione conperturbazione del funzionamento intestinale. Éinfatti un animale molto emotivo che, per la suadomesticazione relativamente recente, nonriesce ancora a modulare le sue reazioni. Gliormoni prodotti in risposta a situazioni di allarmeagiscono sul sistema nervoso intestinale conconseguente rallentamento della peristalsi, equindi del transito digestivo, e con arresto dellaciecotrofia. La prima immediata conseguenza èl'alcalinizzazione del contenuto ciecale e lamoltiplicazione dei colibacilli, che divengono lapopolazione dominante.

La sintomatologia delle diverse enteriti èrelativamente semplice e costante, tanto darendere difficoltosa la diagnosi differenziale. Leprime manifestazioni consistono in unadiminuzione dei consumi (soprattutto solidi) edella crescita. Compare poi la diarrea, talvoltapreceduta da arresto totale dell'escrezionefecale e dell'ingestione dei ciecotrofi. Le fecisono molto liquide e imbrattano la regioneperianale, la pelle si disidrata. Dopo 2-3 giorniinizia la fase acuta che si traduce in un arrestoquasi totale del consumo, con abbondantediarrea e mortalità elevata. Gli animali digrignanoi denti perché colpiti da coliche dolorose evengono a morte dopo parecchie ore di coma,con sussulti spasmodici. Se resistono per ungiorno al coma guariscono in breve tempo.

Spesso la diarrea è seguita da costipazione conproduzione di pallottole fecali piccole, dure emalformate. Negli animali di 2-3 mesi questapuò essere la sola manifestazione.

Durante la fase acuta, la palpazione rivela uncieco ripieno di liquido. All’esame necroscopicosi riscontrano lesioni atipiche; nella fase acuta ilcontenuto intestinale è liquido e decolorato, ilcieco è pieno di gas; entrambi gli organiappaiono congesti.

Le cause delle diarree sono molteplici e possonoessere sia di natura non specifica che specifica.Tra le prime si ricordano:• trasporti, soprattutto subito dopo lo

svezzamento;• cambiamenti di gabbia;• fattori di disturbo (visitatori non abituali, e/o

rumori insoliti);• alimentazione, per difetto di cellulosa,

eccesso di proteine, macinazione fine,irregolarità nella distribuzione;

• mancanza di acqua (soprattutto per l’enteritemucoide).

Le cause specifiche sono rappresentate da:• l’uso e/o l’abuso di farmaci antibatterici

(ampicillina, lincomicina, clindamicina,penicillina)

• nitrati (nell’acqua di bevanda)• muffe• virus e batteri (corynebacterium, clostridi,

pasteurelle e soprattutto colibacilli)• coccidiI coccidi sono tra i più importanti agenti specificie saranno quindi trattati dettagliatamente.

Coccidi e CoccidiosiI coccidi sono protozoi-sporozoi, privi di ciglia eflagello, con riproduzione sessuata e asessuata.Quasi tutti quelli che parassitizzano il coniglioappartengono al genere Eimeria, con sviluppoindipendente dei gameti maschili e femminili.Sono costituiti da 4 sporocisti contenenti 2sporozoiti, con l’oocisti che rappresenta la formadi resistenza e diffusione.

Il ciclo biologico del parassita comprende 2 fasi:una interna di moltiplicazione (schizogonia egametogonia) che termina con l’espulsione delleoocisti ed una esterna (sporogonia) durante laquale le oocisti maturano e diventano infettanti,quando trovano idonee condizioni di umidità,temperatura e ossigenazione.

La fase interna del ciclo inizia con l’ingestionedell’oocisti sporulata e con la fuoriuscita degli 8embrioni (o sporozoiti) in essa contenuti. Seguela fase di moltiplicazione o schizogonia conproduzione di 1, 2 o più schizonti (2 in Eimeriamedia; 3-4 in Eimeria irresidua) che avviene inorgani diversi secondo la specie: E. stiedae nelfegato, E. magna nell’intestino tenue, E.flavescens nel cieco. L’ultima schizogoniaconduce alla formazione dei gameti. Lariproduzione sessuata termina con la formazionedelle oocisti, eliminate con le feci. La faseinterna ha una durata variabile in funzione dellaspecie: E. stiedae 14 d, E. perforans 4 d. Laparte esterna del ciclo (sporogonia) sicontraddistingue per la straordinaria resistenzadelle oocisti, soprattutto agli agenti chimici. Sulpiano pratico, quindi, la disinfestazione puòessere attuata ricorrendo ad elevatetemperature, con bassa umidità. Anche il temporichiesto perché la oocisti divenga infestantedipende dalla specie: es. a 26°C E. stiedae 3 d;E. perforans 1 d.

Le specie che parassitizzano il coniglio sonooltre 10 e sono tutte localizzate nell’intestino adeccezione della E. stiedae che colpisce il fegato.

Coccidiosi epatica: Eimeria stiedaePuò presentarsi sia in forma subclinica sia comeanoressia e debilitazione che, negli staditerminali, può accompagnarsi a diarrea alternataa stipsi. Colpisce prevalentemente i giovani, chevengono a morte sia per azione diretta sia comeconseguenza di stati anemici e dimalassorbimento. All’esame necroscopico ilfegato, molto ingrossato, mostra noduli o brevi

Page 93: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

92cordoni giallastri che conferiscono all’organo unaspetto bozzerellato. Talora si riscontra ectasiacistica ed ispessimento della parete dellacistifellea. É relativamente facile eliminare laparassitosi con misure igienico-sanitarie e con laprofilassi medica (coccidiostatici nell’alimentoper 4 settimane).

Coccidiosi intestinaleLe specie che si ritrovano nell’intestino e i dannida esse provocati sono sintetizzati nel quadrosottostante:Patogenicità Eimeria Sintomi

non patogena Coecicola nessuno

poco patogene PerforansMedia

lieve riduzione dellacrescita

patogene MagnaIrresiduaPiriformis

riduzione della crescita,diarrea, bassa mortalità

moltopatogene

IntestinalisFlavescens

forte riduzione dellacrescita,forte diarrea, elevatamortalità

Ciascuna specie si sviluppa preferenzialmente inun certo distretto intestinale, ove determinalesioni più o meno evidenti. Il duodeno e ildigiuno sono le sedi di E. perforans, E. media edE. irresidua; solo quest’ultima provoca lesionivisibili all’autopsia. E. magna ed E. intestinalis silocalizzano nell’ileo, che appare edematoso,biancastro, con netta segmentazione nella zonapiù prossima al cieco. Il cieco è la sede elettivadi E. flavescens che può danneggiare anche il

colon. A seguito dell’attacco le pareti siispessiscono e l’organo, sovente privo dicontenuto, si presenta congesto, con striaturerossastre e placche necrotiche. Il colon puòessere danneggiato anche da E. piriformis cheprovoca enterite emorragica a livello del fusus.Tutte le lesioni, sia macroscopiche cheistopatologiche (ipertrofia delle celluledell’epitelio) sono temporanee; compaiono versol’8-9° giorno e scompaiono verso il 12-13°giorno. I principali sintomi clinici delle coccidiosisono: diarrea, dimagrimento, sottoconsumo dialimento e acqua, contagio, morte. La diarreacompare tra il 4° e il 6° giorno dall’infezione(secondo la specie), la sua intensità è massimaverso l’8-10° giorno, poi regredisce in 3-4 giorni.La diarrea è il primo sintomo manifesto dellecoccidiosi insieme alla disidratazione cutaneaapprezzabile per la presenza di pliche. Lacrescita e il consumo evolvono in manierasequenziale e sistematica, seguendol’evoluzione della diarrea. Tra il 7-10° giorno leperdite ponderali possono raggiungere il 20% delpeso vivo. In seguito la guarigione è molto rapidae in 2 settimane l’accrescimento torna normale.La mortalità si verifica in misura rilevante verso il9° giorno. Accade con frequenza che, a seguitodella coccidiosi, si sviluppi una flora battericache aggrava la situazione. L’età degli animalinon sembra un fattore determinante anche se inquelli di 10-11 settimane la durata della malattiaè inferiore e la diarrea meno cospicua, ma ladiminuzione di peso e la mortalità sono spessopiù forti.

Lo schema di seguito riportato esemplifica i processi di sviluppo di una coccidiosi.

AGGRESSIONI NON SPECIFICHEFisiche : trasporto, rumori, caldo secco, freddo umido, cambiamenti di gabbia, mancanza ditranquillità, spaventiChimiche: elevati livelli di ammoniaca e gas pesanti, farmaciBiologiche: svezzamento, elevato microbismo ambientale, cambio di alimento, affezionirespiratorie

ESAURIMENTO delle capacità reattive dell’organismo

SVILUPPO di coccidi

CONTAMINAZIONE con un numero notevoledi coccidi per contagio persistente

Eventuale sviluppo colibacillare

Page 94: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

93Dallo schema si evince il ruolo determinanteesplicato dai fattori non specifici, come dimostraanche il fatto che le coccidiosi primarie sonorare, che si manifestano soprattutto conl'introduzione di animali portatori.La diagnosi delle coccidiosi intestinali è difficile erichiede esami coproscopici ripetuti e rispondemeglio dell’esame del contenuto ciecale. Lesituazioni che si possono evidenziare sono:

- nessuna traccia di coccidi/o coccidiosi(animali morti prima della fine del ciclodell’Eimeria);

- pochi coccidi e scarsi sintomi clinici, conmortalità un po’ più tardiva del casoprecedente. Questa situazione è frequentecon le specie molto patogene cheprovocano una morte rapida anche conbassi livelli di infestazione;

- molti coccidi senza manifestazione clinica,come si verifica con le specie pocopatogene.

Neppure l’esame necroscopico è del tuttoprobatorio perché le lesioni tipiche compaionoquando l’infestazione è al suo culmine epersistono solo 2-3 giorni.

La diagnosi della coccidiosi epatica è invecefacile, grazie alla presenza di piccole macchie onoduli bianco-giallastri sulla superficie oall’interno del fegato.

Relativamente alla terapia e profilassi vapremesso che in generale prima di qualunquetrattamento terapeutico è indispensabile stabilirela causa certa della malattia, cosa non moltofacile perché spesso si tratta di aggressionimultiple non specifiche. Nel caso delle coccidiosiva inoltre precisato che i trattamenti sono efficacisugli animali infestati da meno di 5-6 giorni. Neconsegue che la mortalità e la diarreacontinuano a manifestarsi per alcuni giorni tantoche spesso, dopo un miglioramento di 1-2settimane, si verifica una ricaduta. Tale evento èfacilmente giustificabile perché la presenza didiarrea nell’allevamento per un certo periodo,determina una polluzione di migliaia di miliardi dicoccidi mentre nel caso delle specie piùpatogene ne basta qualche centinaio per portarea morte i conigli.

I trattamenti terapeutici sono poco impiegatiperché si ricorre sistematicamente a quelliprofilattici. Talvolta viene praticata una terapiaantibiotica per prevenire le complicazionibatteriche secondarie. Va al riguardo sottolineatoche l’unico antibiotico di cui è consentito l’uso(DPR n. 228 dell’1.03.1992) come additivo è ilfosfato di tilosina (2-4 mg/kg di alimento).

La profilassi delle coccidiosi si basa sull’impiegodi coccidiostatici che, per limiti legislativi, sonosoltanto 2: il metilclorpindolo (125-200 mg/kg dialimento completo) e la robenidina (50-66mg/kg). La somministrazione deve essere

sospesa almeno 5 giorni o 3 giorni prima dellamacellazione, rispettivamente per ilmetilclorpindolo e per la robedinina.

Enterite mucoidePuò colpire i conigli in accrescimento (4-12settimane) e le fattrici allattanti. Si caratterizzaper l’emissione di feci molto liquide mescolate aduna sostanza gelatinosa e traslucida (muco).All’esame necroscopico il colon e il rettoappaiono ripieni di una gelatina simile all’albumedell’uovo. La manifestazione patologica èascrivibile a enteriti con diversa eziologiacausate da batteri (colibacilli) e/o da fattorinutrizionali (difetto di fibra o di acqua).

Enterotossiemia, colibacillosi, tifliteLa diversa nomenclatura fa riferimento a enteriticon eziologie diverse ma con aspetti clinici enecroscopici molto simili. L’evoluzione dellapatologia è spesso rapida (3-4 d), tanto che lamorte può precedere la comparsa della diarrea.Quando la malattia evolve in forma enzootica, sipuò riscontrare diarrea mucoide o costipazione.

All’autopsia si notano lesioni simili a quelledescritte per la coccidiosi. Un elementodifferenziale è la presenza di gas nel cieco e,spesso, di striature rosse.

I batteri più frequentemente incriminati sono iclostridi (C. perfrigens e C. spiroforme) e icolibacilli.

L’alimentazione può rappresentare un’importantecausa predisponente, per eccesso di proteine (>18%) e per difetto di fibra indigeribile (< 10%).

Le enterotossiemie sono frequentementeassociate alle coccidiosi.

Gli interventi terapeutici non riescono adesplicare la loro efficacia perché agisconotardivamente, considerato l’andamento acuto dimolte enteriti.

10.4. PATOLOGIE RESPIRATORIECome quelle intestinali, la comparsa di patologierespiratorie dipende da una serie di fattoripredisponenti quali: elevata densità, correntid’aria, bruschi cambiamenti di temperatura,eccesso o difetto di umidità, alta concentrazionedi ammoniaca e di polvere.

Il coniglio è molto suscettibile a queste patologieperché ha un apparato respiratorio ridotto,rispetto alla mole corporea, con coane strette eturbinati ravvicinati.

Gli agenti patogeni principali sono la Pasteurellamultocida (presente nel 90% dei casi), seguitada Bordetella bronchiseptica. É piuttostocomune anche l’associazione Bordetella-Streptococcus e sono state descritte alcune

Page 95: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

94virosi pur riconoscendo il ruolo determinanteesplicato dalle complicazioni batteriche.

Le patologie respiratorie possono manifestarsisia nei conigli all’ingrasso, in concomitanza conla prima muta (60-65 d), sia nei riproduttori.

Gli agenti microbici si trasmettono per viaaerogena per contatto diretto o mediatodall’uomo. Sono comuni i portatori asintomaticidi Pasteurella. La Pasteurella, normalmentepresente nelle cavità nasali, in concomitanza confattori ambientali favorevoli o a seguito delladiminuzione delle difese immunitarie deglianimali, si moltiplica in misura abnormedeterminando un processo infiammatorio locale(corizza sierosa e poi purulenta). Da qui puòraggiungere il polmone causando una polmoniteenzootica la cui eziologia viene da alcuni autoriattribuita in un primo momento a Bordetellabronchiseptica e, successivamente, astafilococchi, coliformi, streptococchi,diplococchi. Attraverso la via ematica laPasteurella può raggiungere l’apparato genitale(metriti), il cuore (endocarditi), il sottocute(ascessi) oppure può evolvere in formasetticemica. Può anche penetrare direttamenteper via transcutanea a seguito di morsi, lesioni,aghi contaminati. Dal dotto lacrimale puòraggiungere il sacco congiuntivale e da qui,passando per la tromba di Eustachio, l’orecchio(otite media purulenta) e il cervello(meningoencefalite purulenta).

I primi sintomi della malattia sono rappresentatida scolo nasale fluido e chiaro e da frequentistarnuti, con strofinio del muso mediante lezampe anteriori. Successivamente il mucodiviene giallastro, consistente e purulento,scompaiono gli starnuti e sopravviene la tosse.Questa forma, in concomitanza con fattorifavorevoli, può evolvere in polmonite, conscomparsa della tosse e con rallentamento deimovimenti respiratori (difficoltà di inspirazione).La congiuntivite si manifesta con tumefazionedella palpebra e lacrimazione. In presenza diotite media, nel 30% dei casi si ha il torcicollo.Gli ascessi, quando presenti, si localizzano nellatesta, nel collo, nel costato, nelle cosce, nellaregione retrosternale. All’inizio compaionopiccole tumefazioni che poi si trasformano inascessi grandi come un uovo di gallina, chetendono ad aprirsi con fuoriuscita di pusbiancastro, denso e cremoso.

Il controllo della sindrome respiratoria devebasarsi su un’accurata profilassi igienica chepuò essere abbinata alla vaccinazione. In casodi assoluta necessità si può ricorrere allachemioterapia con antibiotici (tetracicline) osulfamidici (sulfadimetossina).

10.5. MALATTIE DELLA PELLE E ZOONOSILe più frequenti sono quelle conosciute comerogne e sostenute da acari appartenenti alla

famiglia Sarcoptidae e ai generi: Sarcoptes,Notoedres e Psoroptes.

La rogna sarcoptica è provocata da un piccoloacaro (S. scabiei var. cunicoli) che scava gallerienella cute. La femmina fecondata si insinua nellospessore dell’epidermide e vi depone 40-50uova nel giro di 1-2 mesi che si schiudono in 3-5giorni originando larve che si sviluppano nellegallerie preesistenti o ne scavano altre che leportano in superficie. Molte di esse muoiono, lerimanenti si trasformano in ninfe in 5-6 giorni.Dopo 14-17 giorni dalla schiusa il parassitaraggiunge lo stadio adulto. La trasmissioneavviene per contatto diretto, o per via indiretta(materiale, personale). La sintomatologia èrappresentata dalla presenza di lesioni sullapunta del naso e delle labbra (essudazionesierosa e alopecia), sul mento e sul collettoungueale. In seguito si formano croste giallo-grigiastre sempre più ampie che possonoestendersi anche al margine del padiglioneauricolare, alle palpebre, al gomito, al garretto eai genitali esterni.

La rogna psoroptica è sostenuta da Psoroptescommunis var cunicoli, che vive sulla superficiedella cute nutrendosi di linfa. Il ciclo da uovo adadulto dura 7-11 giorni. Si localizza all’interno delpadiglione auricolare e provoca prurito,evidenziabile dalla inclinazione della testa versoil lato colpito, dallo scuotimento delle orecchie,dal grattamento con le zampe. L’orecchio èostruito da croste giallastre o bruno-nerastre,che contengono uova e parassiti. L’invasionesecondaria di batteri può provocare meningite,accompagnata da disturbi nervosi con torsionedella testa, perdita di equilibrio, convulsioni emorte.

La rogna notoedrica o demodettica è molto rara.Gli acari (Demodex folliculorum var. cunicoli) siaccoppiano nei follicoli piliferi dove compionol’intero ciclo.

L’applicazione di accurate misure profilattiche èfondamentale per il controllo delle rogne. Itrattamenti locali, da ripetere ogni 5-8 giorni,vanno preceduti dall’allontanamento delle crosteprevio rammollimento con acqua saponata odolio. I prodotti terapeutici utilizzabili sononumerosi (Ac. fenico, Alugan, Amitraz, Asuntol,Coumaphos, Rotenone etc.) ma attualmenteviene data la preferenza alla Ivermectina, chepuò essere inoculata ai riproduttori 1 voltaall’anno (2 trattamenti a 15 d di distanza).

Tra le manifestazioni cutanee si possonoincludere anche le piaghe podali o ascessiplantari, molto comuni nell’allevamento intensivoe di solito circoscritti alle zampe posteriori.Iniziano con una piccola tumefazione, avvertibilealla palpazione, poi la pelle diviene spessa ecrostosa, con placche talora sanguinolente. Aseguito di infezioni secondarie gli ascessipossono estendersi ai metatarsi e divenirepurulenti. Gli agenti responsabili sono diversi

Page 96: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

95(Stafilococchi, funghi) ma il più temibile è unCorynebacterium che produce una gangrenanecrosante che può raggiungere la testa ediffondersi su tutto il corpo (necrobacillosi). Lacomparsa degli ascessi è favorita dai seguentifattori:

• cattiva qualità del grigliato (rugosità, filiintrecciati, maglie troppo larghe);

• mole corporea;• assenza di un folto cuscinetto plantare;• mancanza di tranquillità (battuta del piede).

Il controllo della patologia deve basarsi sullaprevenzione perché il trattamento (alcol iodato,pomate antibiotate) è efficace solo su lesioni allostadio iniziale.

Altre malattie della pelle sono le micosi(dermatomicosi o tricofitosi) causate da funghi(Tricophyton mentagrophytes, Microsporum,Achorion) che vegetano nello strato corneodell’epidermide e poi invadono la guaina del peloprovocandone la caduta. All’inizio si notanodepilazioni circolari sul naso, seguono altrepiccole placche sulla testa, sulle orecchie, sullezampe anteriori e infine su tutto il corpo. Éun’affezione molto contagiosa che si trasmetteanche all’uomo e ad altri animali domestici(cane, gatto). Il trattamento consiste nellasomministrazione alimentare di griseofulvinaper una decina di giorni. É peraltroindispensabile pulire e disinfettarefrequentemente il materiale d’allevamento(formolo al 5%, zolfo colloidale al 3,5-4%).

Esistono altre zoonosi che sono però molto rarenell’allevamento intensivo, sia perché lacontaminazione avviene essenzialmenteattraverso i foraggi sia perché colpiscono gliadulti e la macellazione degli animali a 10-12settimane ne limita l’estensione. Quando se nesuppone la presenza, l’uomo deve prendereopportune precauzioni. Tra le misure di profilassiriveste una grande importanza laderattizzazione, considerato il ruolo principe deiroditori nella propagazione.

Le zoonosi più significative sono:

Tubercolosi, molto rara nel coniglio, può esseredi origine aviare, bovina e umana. La malattiaevolve lentamente ed è quindi solo neiriproduttori che si possono riscontrare,soprattutto nei polmoni, le classiche lesioninodulari.

Pseudotubercolosi (Yersiniapseudotubercolosis): è praticamente assentenegli allevamenti in gabbia ed è una delle causedelle artriti sinoviali dell’uomo. Provoca lesioninodulari biancastre disseminate su tutta la cavitàaddominale con localizzazione preferenzialenell’intestino e soprattutto nella milza, chedivengono ipertrofici.

Tularemia: è una malattia batterica (Francisellatularenis) molto contagiosa, frequente nella lepre

ma poco nel coniglio. Provoca ipertrofia econgestione della milza e necrosi miliare delfegato; ne conseguono forti febbri, che lascianogli animali in stato semi-comatoso

Listeriosi: sporadica negli allevamenti intensivi, èun’infezione setticemica di difficile diagnosi,dovuta a Listeria monocytogenes. Se ne puòsupporre la presenza nei casi di: turbe nervose; -aborti;- necrosi miliare del fegato e della milza(senza ipertrofia)

Toxoplasmosi. É dovuta agli stadi intermedi diun parassita interno (Isospora) del gatto e delcane. Spesso l’evoluzione è asintomatica o conmodeste manifestazioni nervose. All‘esamenecroscopico sono visibili cisti translucide nelcervello, nei muscoli e nei visceri.

Sono malattie trasmissibili o comuni sia all’uomoche al coniglio anche:

la gangrena delle zampe e della testa, causatada Spaerophorus necrophorus;

la cenurosi, provocata dalle larve della tenia delcane o del gatto;

la tripanosomiasi

10.6. MIXOMATOSIÉ una malattia virale estremamente contagiosache si è diffusa in Europa dopo l’introduzione delvirus in Francia, nel 1952. É provocata da unPoxvirus, correlato antigenicamente con il“fibroma di Shope”. Fino al 1967 si ècontraddistinta per una propagazione rapida ditipo epidemico, con forme acute o iperacutegeneralmente mortali. Al momento attuale si puòparlare di endemia generalizzata condiminuzione della recettività sia per la normaleevoluzione del rapporto ospite-parassita, sia perla profilassi messa in atto. La trasmissione dellamalattia avviene per via diretta attraverso lesecrezioni oculo-nasali e feci (se esistono lesionianali), o indiretta per mezzo di ditteri ematofagi(zanzare, pulci, pidocchi, simulidi). Il clima,l’andamento stagionale e l’umidità possonofavorire la comparsa e la moltiplicazione delvirus. I conigli selvatici rappresentano i serbatoinaturali del virus.

Dal punto di vista clinico si distinguono: unaforma classica cutaneo-nodulare ed una formarespiratoria. La prima, per la quale è richiestol’insetto ematofago come vettore, sicontraddistingue per la comparsa, dopo unperiodo di incubazione di 6-10 giorni, del mixomaprimario nel punto di inoculo,. In funzione dellavirulenza del ceppo, l’evoluzione può essereacuta, subacuta o cronica. Nella prima, laformazione del mixoma primario (alla basedell’orecchio o alla periferia delle orbite) èseguita da una reazione infiammatoriaedematosa nei tessuti della testa e da unablefaro-congiuntivite acuta. Le palpebreappaiono tumefatte, la lacrimazione èabbondante e diviene rapidamente purulenta.

Page 97: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

96Dopo 2-3 giorni si formano edemi nella regioneano-genitale che diviene prima rossa poiviolacea e infine nera. Dopo 12 giorni dai primisintomi sopravviene la morte. La forma subacuta(mortale in 20-30 d) e quella cronica sonocaratterizzate dalla presenza di piccoli mixomisulla punta del naso, sulle palpebre e alla basedelle orecchie, con scarsa essudazione seguitada disseccamento e formazione di croste.Spesso è colpito l’apparato genitale (orchiti,ovariti) con ripercussioni negative sullariproduzione (infertilità, aborti).

Le lesioni cutanee consistono in tumefazionideformanti che, nelle forme croniche, possonotrasformarsi in noduli. Nelle forme acuteassumono carattere essudativo con formazionedi una grossa vescicola, che aprendosi consentela dispersione del virus nell’ambiente. Altrelesioni possono manifestarsi a livellodell’endometrio e delle cellule seminali. Possonoessere inoltre interessati gli organi linfoidi(linfonodi, timo e milza), respiratori (blefaro-congiuntivite) e i reni.

La forma respiratoria (amixomatosica), dopo unperiodo di incubazione di 1-3 settimane, simanifesta a livello dei genitali, degli occhi(tumefazione e lacrimazione) e del naso(secrezione di muco purulento).

Non esiste per la mixomatosi alcuna terapia,mentre è fondamentale la profilassi igienico-sanitaria e vaccinale. Una scelta di fondo èquella relativa alla ubicazione del ricovero chedeve essere situato in zone a bassa densità diallevamenti cunicoli e lontano dai corsi d’acqua.Oltre alle comuni norme igieniche-ambientali èmolto importante il controllo delle micosi e degliectoparassiti.

10.7. MALATTIA EMORRAGICA VIRALE(MEV)Identificata nel 1984 nella Cina orientale inallevamenti di conigli d’Angora importati dallaGermania Federale, fu descritta dai ricercatoricinesi Lui e Xu che ne dimostrarono l’originevirale. Da allora sono state avanzate varie ipotesieziologiche in base alle quali il virus responsabileè stato inserito nella famiglia delle Parvoviridae,delle Picornaviridae e delle Coronaviridae. Leconoscenze attuali lo fanno classificare comeCalicivirus.

Oggi la malattia è presente allo stato endemicoin Europa (eccetto la Gran Bretagna), in Asiaorientale e in Nord Africa. Solo il coniglio(domestico e selvatico) si è dimostrato recettivoe la malattia colpisce animali di età superiore ai2 mesi.

La penetrazione del virus avviene per via orale,congiuntivale, nasale e cutanea. La penetrazionedel virus avviene per via orale, congiuntivale,nasale e cutanea. Il periodo di incubazione è

breve (1-3 d) e i sintomi della malattia sonoassenti nella forma iperacuta mentre in quellaacuta alcune ore prima della morte si puònotare: - depressione del sensorio seguita daimprovvisa eccitazione, - anoressia, - febbreelevata, - respiro affannoso, - epistassi, -opistotono (capo all’indietro) e lacrimazione. Lamorte avviene per soffocamento ed è precedutadalla emissione di gemiti.

La trasmissione può essere diretta (le fecirappresentano la maggiore via di escrezione) oindiretta. Quest’ultima, molto importante a causadella elevata resistenza ambientale del virus,avviene per mezzo dell’uomo e di altri animali(cane, gatto, volpe, donnola, faina, rapaci),senza escludere materiali, attrezzature e alimenticontaminati da peli, sangue e urine di conigliinfetti. In alcuni Paesi del mediterraneo, esisteuna popolazione di conigli selvatici checostituisce un serbatoio di infezione.

La MEV è molto contagiosa e determina tassi dimortalità superiori al 60% (nei riproduttori 80%).

All’esame anatomo-patologico si può notare:presenza di sangue raggrumato intorno allenarici; liquido schiumoso nella trachea, neibronchi e nei polmoni, con petecchie edemorragie nella mucosa; congestione, edema edemorragie nei polmoni, con essudato giallastronella cavità pleurica; fegato ingrossato, fragile,rosso tendente al marrone, con colecisti rigonfia;milza e reni ipertrofici (x 2 o x 3), congesti,emorragici e fragili; pericardio con emorragiepuntiformi; linfonodi ingrossati, con petecchieemorragiche e muco; intestino congesto edemorragico, con contenuto da giallo a rossochiaro.

Nel caso di sintomi sospetti della malattia vannoattuate immediatamente le seguenti misure:• quarantena dei capi affetti, fino a 3

settimane dopo l’ultimo caso;• divieto di ingresso nell’allevamento, o a casa

dell’allevatore, di estranei o di personaleproveniente da altri allevamenti infetti (per14 d dall’ultimo caso, dopo pulizia edisinfezione delle strutture);

• incenerimento negli impianti ufficiali deglianimali morti o eliminati;

• eliminazione anche dei soggetti delle gabbievicine a quelle occupate dai malati;

• spostamento in altro ambiente degli animalisopravvissuti, pulizia e disinfezione dellegabbie e accessori;

• vaccinazione degli animali sani appenapossibile.

Una utile distinzione delle patologie può esserefatta sulla base delle fasi produttive degli animali:

Inizio gravidanza - L’impianto dell’ovulonell’utero avviene circa una settimana dopo lafecondazione; quello della placenta circa 12giorni dopo la fecondazione. Entrambi sono

Page 98: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

97momenti critici per il verificarsi di riassorbimentiembrionari, che, mediamente rappresentanocirca il 28 % della mortalità embrionale-fetale eprovocano perdite soprattutto nei primi giorni digestazione, prima dello impianto dell’ovulo inutero. Gli interventi manageriali possibili per laprevenzione di queste perdite sono:• non spostare di gabbia le coniglie dopo la

fecondazione, in modo da assicurare unprofilo ormonale fisiologico, che faciliti ilregolare impianto dell’ovulo nell’utero.

Parto e periodo perinatale - Nel momento delparto e durante la prima settimana di vita deineonati le perdite si aggirano intorno all’8%.Frequentemente si possono verificare abbandonidel nido, schiacciamento dei piccoli,raffreddamento, insudiciamento, denutrizione,congestioni, diarree, ecc. Per contro, le malattieinfettive vere e proprie sono piuttosto rare e gliinterventi igienico-manageriali dell’allevatoredevono essere indirizzati a :• Controllo degli abbeveratoi automatici e della

disponibilità di acqua per la madre;• somministrazione di mangime da lattazione

(più energetico e più proteico) dopo il parto• Controllo della adeguatezza e del comfort

del nido• Pareggiamento delle nidiate con un numero

standard di 8-9 coniglietti /nidiata• Messa a balia dei coniglietti con

caratteristiche di età/peso/dimensioni simili• Inizio delle poppate controllate con accesso

della madre al nido solo una volta al giornoper circa una settimana, fino a quando iconiglietti si ricoprono di pelo ed aumentanola loro autonomia.

Lattazione - Dal 7° al 21° giorno post-parto laproduzione lattea della coniglia è molto elevata.In questo periodo, i coniglietti dipendono quasitotalmente dalla madre, con la quale hannocontatti e rapporti molto stretti. Durante questafase le perdite sono generalmente contenute (inmedia 2 %) e legate soprattutto alla presenza diinfezioni sostenute da agenti microbici trasmessio veicolati dalla madre (ad es.: piodermatite daStafilococco aureo, diarrea da E. coli,congiuntivite/polmonite da Pasteurella M.).Gli interventi più opportuni da attuare sono:• controllo quotidiano dei nidi e delle nidiate

con eventuale eliminazione di soggetti;• pulizia del nido e ripareggiamento delle

nidiate;

Svezzamento – A partire da 12-15 giorni di vita ipiccoli, acquistando una sempre maggioreautonomia motoria ed alimentare, escono dalnido e assumono quantità crescenti di mangime.Questa fase è molto critica perché, pur nonessendo caratterizzata da elevate mortalità, èdeterminante ai fini di un buon avvio dellafisiologia digestiva per la successiva fase dipost-svezzamento.

In questo periodo, inoltre, si possonomanifestare i sintomi e le lesioni dovute adermatomicosi e possono iniziare le turbeenteriche, conseguenti al passaggiodall'alimento latteo liquido a quello solido. Anchele infezioni respiratorie (Pasteurellosi inparticolare) trasmesse dalla madre, diventanogeneralmente problematiche dopo i 21 giorni divita.Gli interventi consigliati sono :• svezzamento precoce dei coniglietti (verso

24 - 25 giorni di vita), con cambio dialimentazione alla madre e alla nidiata;

• somministrazione di un alimento dasvezzamento, integrato da foraggio, alloscopo di favorire una ciecotrofia precoce,

• immissione degli svezzati in gabbie edambienti previamente disinfettati senzarimescolamento delle nidiate.

Periodo post-svezzamento-accrescimento -Dalla 5a alla 9a settimana di vita si verifica unacrisi enterica che persiste per le 4 settimanesuccessive allo svezzamento. Tale crisi ècaratterizzata da diarree acute e/o dameteorismo e stipsi, con elevata mortalità.Generalmente, in questa fase, le perdite siaggirano intorno al 6-8% degli effettivi e sonolegate ad enteriti microbiche (E. coli e/oClostridium spp.) a loro volta predisposte danumerosi fattori stressanti di natura alimentare,ambientale e manageriale. Gli interventi piùimportanti per la profilassi ed il controllo diqueste enteropatie sono :• attuazione di uno svezzamento corretto

come già visto;• somministrazione di un appropriato

mangime da svezzamento, con adeguatoapporto di fibra e contemporanea attuazionedi un razionamento tale da evitarel’eccessiva ingestione di proteine e di amido;

• integrazione della razione con fibra lunga perfacilitare la ciecotrofia;

• eventuale trattamento medicato,all’insorgenza della sintomatologia.

Periodo del finissaggio - Verso la 9a settimanadi vita si verifica la prima muta del pelo. A questaetà, gli animali hanno raggiunto una capacitàdigestiva adeguata ed un peso corporeo cherichiede una maggiore ventilazione edossigenazione dell’ambiente. Gli aumentatifabbisogni proteici-energetici necessari perricostituire il pelo e completare l‘ingrassamento-finissaggio dell’animale debbono indurrel’allevatore a controllare la densità animale.

10.8. CONDUZIONE E INTERVENTIPROFILATTICINell’allevamento intensivo si deve far ricorso atrattamenti medicati di routine per minimizzarel’effetto degli stressori. In questo contesto varicordato che molti antibiotici possono risultare

Page 99: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

98tossici o pericolosi per il coniglio, come diseguito specificato:

Rischi legati all’uso degli antibiotici

Alcuni antibiotici, soprattutto se somministrati per viaorale, provocano danni organici più o meno gravi chevanno dalla caduta del pelo, alla comparsa di diarreemucoidi o mucomembranose, sino alla morte

a) Antibiotici a limitato indice di rischio• Cloramfenicolo mg 20-50/kg p.v. per os per 3-5 d: in

situazione di stress può provocare diarrea;• Eritromicina g 3/l acqua: può provocare

rallentamento della crescita;• Oleandomicina mg 100-200/capo per os per 3-4 d:

provoca rallentamento della crescita;• Spectinomicina g 1/l acqua per 4-5 d: provoca

rallentamento della crescita;• Spiramicina mg 50/kg per os per 3-5 d: provoca

caduta del pelo sino a totale alopecia

b) Antibiotici ad alto indice di rischio:• Ampicillina mg 1,5-2,5/kg: sia per via orale che

parenterale provoca alopecia, diarrea e morte;• Cefalesina: per via orale provoca diarrea e morte;• Clindamicina mg 0,2-5/kg per os: provoca

diminuzione di peso, diarrea e morte;• Lincomicina mg 0,04-1/kg i.m.: provoca diarrea e

morte;• Penicillina per os: provoca grave diarrea, alopecia e

morte;• Tylosina per os: provoca diarrea e morte.

Va inoltre considerato che qualsiasi trattamentoimplica un costo per l’acquisto del prodotto e perla sua somministrazione. Ne deriva la necessitàdi intervenire solo dopo una sicura diagnosi dellamalattia o nei momenti di maggior rischiopatologico.

Per quanto poi concerne i trattamenti igienico-sanitari dei ricoveri e delle strutture, gli stessicomprendono operazioni successive che vannodalla pulizia e pre-trattamento (detergenza osanificazione), alla disinfezione propriamentedetta, fino al vuoto sanitario. Per la sanificazione(acqua calda e detersivi) rispondono bene leidropulitrici che, fornendo acqua o vapore apressione elevata consentono l’asportazione ditutto il materiale organico. La disinfezione vera epropria può essere fatta con prodotti diversi. Lesuperfici in muratura o in materiale noncorrodibile (tetto, pareti, pavimento) possonoessere trattate con sostanze caustiche e poiimbiancate a calce. Per le altre superfici e per leattrezzature è preferibile l’uso di disinfettantiattivi, non corrosivi, quali sali quaternarid’ammonio, cloramine, iodofori. Nel caso di localia chiusura ermetica si possono effettuarefumigazioni utilizzando la miscela permanganatodi potassio + formalina, o apposite mattonelle.

Durante l’attività di allevamento si devonoeseguire periodiche operazioni, ovvero• derattizzazione

• trattamenti antimosche e antizanzare• trattamenti mensili di disinfestazione• trattamenti antimicotici (2 volte/settimana per

4 settimane)• disinfezioni settimanali dell’ambiente• pulizia, lavaggio e disinfezione dei nidiProfilassi vaccinale

Malattie virali

Mixomatosi:1a vaccinazione allo svezzamento (5a settimana)2a “ (richiamo) alla 15a settimanavaccinazioni successive, ogni 6 mesi

MEV1a vaccinazione 10-12 settimane2a “ 16 settimanevaccinazioni successiveogni 6 mesi

Malattie battericheGli agenti microbici per i quali sono previste levaccinazioni con auto-vaccini e con vaccinistabulogeni sono Pasteurella, Stafilococchi e E.coli.

1a inoculazione sottocute di v. trivalente allosvezzamento1° richiamo a 7-8 settimane2° richiamo a 14-16 settimaneSuccessivi richiami prima IA

Interventi igienici e gestionali nei momenti dirischioFinegravidanza

integrazione proteica mineralevitaminica

1°-2° d postparto

integratore per altri 3-4 giorni,fino alla ripresa del normaleappetitoEquiparazione delle nidiateeventuale trattamento conantibiotici (infezioni puerperali)

6°-7° d postparto

controllo nidi e nidiate coneventuale pareggiamentotrattamento antibiotico nel casodi mastite

Page 100: allevare i conigli è facile Guida Allevamento Conigli

99BIBLIOGRAFIA

Facchin E., Castellini C., Cappiotti P. (1993) - Dispense di coniglicoltura. ED. LAPIVAL, En.A.I.P., Ist. Zoop. Sperimentale Venezie (Sez. Verona).

Grazzani E., Dubini (1982) - Coniglicoltura Razionale ed. Ottaviano.

ANCI/AIA - Le razze cunicole italiane.

http://www.coniglionline.com/

RINGRAZIAMENTI - Si ringrazia l'ANCI per le fotografie delle razze.