ALLE PAG.16-17 Pisa, 1968rassegna.be.unipi.it/20170204/SIH6032.pdf · Sapienza con un incontro che...

5
di FABIO DEMI " entre Herbert Marcuse, nel suo libro cult "L'uomo a una dimensione", regalava gambe robuste all'idea che le società europee, dietro le promesse di un continuo e di- namico rinnovamento dei rapporti so- ciali, fossero in realtà bloccate sul pia- no politico e culturale, all'università di Pisa gli studenti passavano all'azione eclatante. Nei giorni di occupazione del palazzo della Sapienza (7-11 febbra- io 1967), i giovanibarricati elaborarono un documento che divenne storico. ALLE PAG.16-17 Pisa, 1968 : assemblea studentesca in piazza dei Cavalieri

Transcript of ALLE PAG.16-17 Pisa, 1968rassegna.be.unipi.it/20170204/SIH6032.pdf · Sapienza con un incontro che...

Page 1: ALLE PAG.16-17 Pisa, 1968rassegna.be.unipi.it/20170204/SIH6032.pdf · Sapienza con un incontro che si terrà etella Gipsoteca d arte antica il lo febbraio, in concomitanza. con la

di FABIO DEMI

" entre Herbert Marcuse, nelsuo libro cult "L'uomo a unadimensione", regalava gambe

robuste all'idea che le società europee,dietro le promesse di un continuo e di-namico rinnovamento dei rapporti so-ciali, fossero in realtà bloccate sul pia-no politico e culturale, all'università diPisa gli studenti passavano all'azioneeclatante. Nei giorni di occupazionedel palazzo della Sapienza (7-11 febbra-io 1967), i giovanibarricati elaboraronoun documento che divenne storico.

ALLE PAG.16-17 Pisa, 1968 : assemblea studentesca in piazza dei Cavalieri

Page 2: ALLE PAG.16-17 Pisa, 1968rassegna.be.unipi.it/20170204/SIH6032.pdf · Sapienza con un incontro che si terrà etella Gipsoteca d arte antica il lo febbraio, in concomitanza. con la

0

chei Sc0

IC I- rivc1

Page 3: ALLE PAG.16-17 Pisa, 1968rassegna.be.unipi.it/20170204/SIH6032.pdf · Sapienza con un incontro che si terrà etella Gipsoteca d arte antica il lo febbraio, in concomitanza. con la

di FABIO DEMI

entre Herbert Marcu-se, nel suo libro cult"L'uomo a una dimen-

sione", regalava gambe robusteall'idea che le società europee,dietro le promesse di un conti-nuo e dinamico rinnovamentodei rapporti sociali, fossero in re-altà bloccate (blockierte Gesell-schaft) sul piano politico e cultu-rale, all'università di Pisa gli stu-denti passavano all'azione ecla-tante. Nei giorni di occupazionedel palazzo della Sapienza (7-11febbraio 1967), luogo nevralgicoe simbolico dell'ateneo, quei gio-vani barricati elaborarono undocumento che divenne la basedel movimento studentescopronto per assestare quel gran-de scossone che fu il Sessantot-to. Volevano cambiare il mon-do. Al di là dei giudizi e delle in-terpretazioni sul Sessantotto,sui danni che ha prodotto o suibenefici che ha lasciato, rimaneil fatto che fu un fenomeno pro-fondo.PISA CENTRO PROPULSOREIn Italia questo fenomeno ebbePisa come fulcro e centro pro-pulsore. Qui il movimento stu-dentesco partì in anticipo (i fattiche narriamo risalgono al 1967)e successivamente, quando l'in-cendio della rivolta si era propa-gato, la protesta nel mondo uni-versitario guardava a Pisa per ri-cevere le parole d'ordine e orga-

effita d'

L'università di Pisa e la città celebrano i 50z.rerei delle Tesi dellaSapienza con un incontro che si terrà etella Gipsoteca d arte antica illo febbraio, in concomitanza. con la data di pubblicazione delle Tesi,che furono elaborate durante l'occupazione del Palazzo dellaSapienza tra il7 e l'f.S.febhraio 1967. L'iniziativa mette aconfrontostudiosi e testi mosti di quel periodo e sarà aperta dal l'introduzionedegli storici Michele Bxttirei eGi2mpaolo Bor;hello. Seguirà unatavola rotonda allargata a voci e testimonianze che ripercorrerannol'esperienza di quel giorni, con Vittorio Campione eGiaet MarioCazzarti ;a, tra i principali ispiratori delle Tesi, Giuliana Biagioli, tra9li studenti che avevano occupato la Sapienza, e Raffaello Morelli,all'epoca. esponente della cultura liberale. A moderare l dibattitoBruno li92.6Rfellotto, editorialista, del gruppo L'Espresso, Nel corsodell'ietiziativasarà proiettato il video '1 giorni della Sapienza". Perl'occasione, l'ateneo Pia deciso anche di ripubblicare le Tesi, in unquaderreoedito dalla Pisa tlreiversity Press. L'incontro inaugura unciclo di iniziative per approfondire il contesto del '68, curate dauniversità e Comune di Pisa, Biblioteca Franco Scrantini, Cinema.Arsenale.

nizzare le iniziative sul campo.Erano stati proprio gli studentipisani a teorizzare che «le occu-pazioni di sedi universitarie van-no istituzionalizzate...» perché«l'università appartiene alla ba-se universitaria, e questo posses-so va affermato contro le struttu-re esistenti che lo negano».CINQUANT'ANNI FAEra il7 febbraio 1967. Sono pas-sati 50 anni. 72 studenti raggiun-gono la Sapienza, nel bel mezzo

della cittadella universitaria pi-sana, la occupano e si chiudonodentro. Non era la prima voltache succedeva: nel 1964 c'erastata un'azione analoga, seppurridotta per numeri e durata. Mastavolta tirava un'aria diversa:non erano solo studenti dell'ate-neo pisano. Venivano anche daCagliari, Firenze, Bologna, Ro-ma, Torino, Camerino. Una ri-sposta forte, nazionale, alla con-vocazione della conferenza dei

rettori, in programma proprio aPisa l'11 febbraio. Quell'avan-guardia di studenti aveva decisodi contrapporsi alle massime au-torità accademiche italiane perlanciare un messaggio chiarocontro la riforma dell'universitàvoluta dal ministro Gui. Unamossa azzardata, ma che ha fat-to la storia, perché ha dato vita aun manifesto rivoluzionario, il"Progetto di tesi del sindacatostudentesco elaborate collettiva-mente dagli occupanti La Sa-pienza di Pisa", meglio note co-me le "Tesi della Sapienza".L'OCCUPAZIONEDunque, erano in 72. Si impa-dronirono della Sapienza e sbar-rarono gli ingressi. I capi eranoGian Mario Cazzaniga, VittorioCampione e Adriano Sofri. Unavolta dentro, alzarono un alonedi mistero su quanto accadevaall'interno, alimentando curiosi-tà e attesa nella stampa a livellonazionale. Era un fatto grosso,una sfida al potere costituito,dunque molto seguito dai me-dia. Furono giorni intensi. «Cosafacevamo? Semplice - ricordaGiuliana Biagioli, allora normali-sta di 23 anni, una delle 14 stu-dentesse fra gli occupanti - cieravamo formati alla lettura diMarx, di Lenin, di Rosa Luxem-burg e di altri autori classici dellasinistra in seminari auto-orga-nizzati; il nostro pensiero era diapplicarli alla contemporaneità.Si discuteva fra noi preparando

Page 4: ALLE PAG.16-17 Pisa, 1968rassegna.be.unipi.it/20170204/SIH6032.pdf · Sapienza con un incontro che si terrà etella Gipsoteca d arte antica il lo febbraio, in concomitanza. con la

il documento, cui non tutti con-tribuirono con lo stesso impe-gno; il mio non fu rilevante. Lastesura fu dovuta principalmen-te a Vittorio Campione. A me in-teressavano soprattutto il temadell'introduzione dei Diparti-menti e il rinnovamento della di-dattica unita alla ricerca per lacrescita culturale dello studen-te. C'era molta autodisciplina,studiavamo ore e ore. Si dormi-va poco, i ragazzi si arrangiava-no sulle panche o sui tavolini.Per mangiare, c'era qualcunoche ci riforniva. Noi normalistela notte tornavamo al CollegioTimpano, salvo l'ultima notte,quando arrivò la polizia. I ragaz-zi facevano i turni di guardia alleporte della Sapienza per evitarecolpi di mano dei fascisti».CRESCE TENSIONEFuori intanto cresceva la tensio-ne. I partiti erano in fibrillazio-ne. Il Pci, che non gradiva sog-getti politici ingombranti allasua sinistra, aveva le antennedrizzatissime. Le autorità acca-demiche pisane, sorprese e irri-tate da questa sfida diretta, era-no divise tra il chiedere subitol'intervento di sgombero allapubblica sicurezza e il tempo-reggiare. Molti studenti modera-ti, di fronte all'atto di forza, pre-tendevano la riapertura della Sa-pienza e la ripresa delle lezioni.Il 10 febbraio per le strade di Pisaci fu un corteo al quale parteci-parono un migliaio di giovani.

Un tentativo di dare voce alla"maggioranza silenziosa" con-traria all'operazione degli estre-misti. La manifestazione si con-cluse con un autentico assedioal palazzo probabilmente guida-to da esponenti del Fuan (ilFronte universitario neofasci-sta). Gli assalti furono respinti.L'IRRUZIONEL'occupazione finì con l'irruzio-ne della polizia proprio nellanotte che precedeva l'inizio del-la conferenza dei rettori, F i i feb-braio. Il rettore Alessandro Fae-do aveva autorizzato l'interven-to degli agenti. «Basta con le oc-cupazioni! - diceva il rettore sulnostro giornale, che allora sichiamava Il Telegrafo - Bastacon le violenze! Gli universitaripisani vogliono lavorare, l'han-no dimostrato. Gli altri faccianopure la lotta al piano Gui ma lafacciano in forma civile. Non so-no più disposto a tollerare que-sti abusi. La Sapienza deve esse-re liberata. Sia pure la polizia arisolvere questo problema».

RAGAZZA D i ORVIETOGiuliana Biagioli veniva da Or-vieto. Famiglia comunista, pa-dre operaio artigiano e madrecontadina senza terra. Si trasferìa Pisa dopo aver vinto il concor-so nazionale di ammissione allaNormale. Fu allieva della Scuolasuperiore per la classe di letteree dell'università per lettere mo-derne. Subito dopo la laurea fre-quentò la London School of eco-nomics a Londra, dove preparòla tesi di dottorato. Rientrata inNormale, divenne dottore di ri-cerca in storia. Sarà stata ancheuna società bloccata, come dice-va Marcuse, ma se in quell'Italiain tumultuosa trasformazione lafiglia di una famiglia proletariariuscì a fare così tanta strada,vuol dire che c'era elevata mobi-lità sociale. Per anni, la Biagioliha insegnato storia economicaall'ateneo pisano, a un centinaio

di metri da quel palazzo della Sa-pienza e dalla facoltà di Lettereche aveva più volte occupato.L'AVANGUARDIA«Eravamo consapevoli di essereun'avanguardia - così ricordaquegli eventi di mezzo secolo fa- a Pisa si erano create le condi-zioni ideali per lo sviluppo delmovimento studentesco, che an-ticipò i tempi rispetto al Sessan-totto. Due i motivi principali: 1)la presenza alla Normale di pro-fessori democratici con cui noistudenti avevamo costruito unambiente di discussione e dibat-tito. Non è che ci dicevano di an-dare a fare le barricate ma noiavevamo un contatto continuocon i docenti che favorivano la li-bertà di pensiero. 2) Pisa non erauna città deindustrializzata co-me adesso. Allora c'erano laMarzotto, la Motofides, la SaintGobain con migliaia di dipen-denti. In quella Pisa operaia sipoteva pensare all'unione tra la-voratori e studenti nell'ottica diun cambiamento complessivo».ILGI UDIZIO SULSESSATOTTOFiumi d'inchiostro sono statiscritti per dare un giudizio sulSessantotto. Lo chiediamo an-che a Giuliana Biagioli, che ne èstata protagonista: «Un momen-to di apertura e di rottura rispet-to al periodo pre-boom econo-mico e all'esaurirsi della coesio-ne del discorso resistenziale. A li-vello generale un tentativo di ag-giornare l'idea di Repubblica e

di Stato fino allora accettata. Leforze politiche tradizionali di ri-ferimento di molti giovani non lirappresentavano più. Però fu an-che un movimento troppo ideo-logico e poco pragmatico, controppi nemici e pochi alleati. Ipartiti salvo frange minoritariefurono ostili. I sindacati avevanoi loro problemi di difesa deglioperai dalla crisi industriale eavevano bisogno dell'appoggiodel Pci, non degli studenti».BOTTE E MASCHILISMOIn questo senso la Biagioli ram-menta un episodio che fa il paiocon una caratteristica del movi-mento, che lei sottolinea: il ma-schilismo. «Una volta - dopo il'68 - i capi del movimento man-darono noi ragazze, con tanto distriscione, a una manifestazionesindacale. Peccato che non ciavevano detto una cosa non se-condaria, e cioè che i sindacaticonfederali non ci volevano alcorteo. Il risultato fu che venim-mo menate dal servizio d'ordi-ne, mentre i maschietti se ne sta-vano nelle retrovie. Anche du-rante le occupazioni succedevache le decisioni importanti nonle comunicavano a noi ragazze.Però non ci facevamo intimidi-re».

Dopo lo sgombero della Sa-pienza, seguirono assemblee,cortei, proteste, nuove occupa-zioni. La lotta del movimentostudentesco era appena iniziata.

©RI PRODUZIONE RISERVATA

Page 5: ALLE PAG.16-17 Pisa, 1968rassegna.be.unipi.it/20170204/SIH6032.pdf · Sapienza con un incontro che si terrà etella Gipsoteca d arte antica il lo febbraio, in concomitanza. con la

Lo si L;riente è un lavoratore e, come : ° ie.se produce, ha diritto al salario,e, se non produce non ha dirittodi resmre all'interno dell'università.

-a controparte? Li classe dominawre,

La r..a orazione del movimento progredis(ein stretta relazione alla crisi

ed allo svuotamento delle istanze parlamentaritrarlLlwiali del movimento studentesco.

il movimento respingela strumentalizzazionea fini di vertice da partedi qualsiasi partito.

i.u .I .- isiiir I.'I 'e n =' lasli.fl. I I II tF si,It ll.5-Ii^nzt.

II ricordo: «Porte

sbarrate, i

arrivò la I c'izi »

Giuliana Blagloll, una delleoccupanti della Sapienza nel 1967