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Algoritmi matematici, modelli numerici ed elaborazioni di calcolo
automatico per lo studio delle interazioni tra water mist e scenari
di incendio di progetto
Prof. Ernesto Damiani
Intervento nell’ambito del seminario tecnico“Come evolve la sicurezza antincendio con la tecnologia Water Mist”
Belluno, 14 maggio 2010
Introduzione
• Il sistema water mist ad alta pressione utilizza gocce d’acqua di dimensioni molto ridotte, che riescono a controllare l’incendio attraverso i seguenti meccanismi:
– Raffreddamento della fiamma e dei fumi
– Riduzione dell’ossigeno disponibile per la
combustione, grazie alla formazione di vapore
– Attuazione del flusso di calore radiante grazie alla
presenza di goccioline di acqua nell’ambiente
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Classificazione del Water Mist
• NFPA 750
• Class 1, Dv0.1=100 µm, Dv0.9=200 µm
• Class 2, Dv0.1=200 µm, Dv0.9=400 µm
• Class 3, Dv0.9>400 µm
Water Mist in azione
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Modellizzazione della soppressione degli incendi
• La modellizzazione in scala della soppressione degli incedi tramite sistema water mist coinvolge molti aspetti differenti, tra i quali:
– fenomeno della combustione
– dinamica dei fluidi e delle correnti d’aria
– atomizzazione e evaporazione delle gocce d’acqua
• Modelli noti in letteratura
– a campi
– a zone
Modello a campi
• Suddividono l’ambiente in migliaia (anche milioni) di celle tridimensionali
• Alle celle vengono assegnate grandezze termodinamiche in base al materiale che le compone
• Nel sistema le equazioni di conservazione (massa, energia etc.) vengono risolte per ogni cella
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Modello a campiVantaggi e svantaggi
• Applicabilità in ogni situazione
• Previsioni più precise
• Complessità nell’utilizzo
• Tempi lunghi per la preparazione dello
scenario d’incendio e per lo sviluppo dei
calcoli
• Necessità di computer potenti e veloci
• Minimo errore di definizione dell’ambiente
invalida la simulazione
Modello a zone
• Dividono l’ambiente in due zone
omogenee:– Zona superiore: fumi e gas prodotti della combustione
– Zona inferiore: libera dal fumo e più fresca di quella
superiore
• Le grandezze caratteristiche del sistema
vengono stimate tramite risoluzione per
via analitica delle equazione di
conservazione e sulla base del variazione
del rapporto delle altezze delle due zone
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Modello a Zone
Modello a zoneVantaggi e svantaggi
• Facilità nell’utilizzo e nella definizione dello
scenario di incendio
• Rapidità nello sviluppo dei calcoli
• Impiego di computer anche non troppo
potenti
• Indicati per ambienti con plano-volumetrie
non troppo complesse e volumetrie
relativamente ridotte
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Modello a zona singola
• Evoluzione del modello a zone
• Noto per descrivere l’azione estinguente
dei sistemi water mist
• Con questo modello, se opportunamente
progettato, l’aria può considerarsi una
miscela omogenea
• L’ iniezione dell’acqua è trattata come se
arrivasse da un’unica fonte in grado di
distribuire uniformemente le gocce
d’acqua
Obiettivi della simulazione
• Esaminare l’azione estinguente del
sistema water mist in ambienti dove la
ventilazione è limitata o controllata
• Analizzare le prestazioni del sistema water
mist in termini di abbassamento della
temperatura che si verifica all’interno del
locale incendiato e tempi di estinzione
dell’incendio
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Modello WaMi (1)• Il modello considera durante lo studio analitico
dell’evoluzione dell’incendio
– Il locale come zona singola
– I principi di conservazione della massa e di energia
per arrivare all’equazione del bilanciamento termico
– La tipologia e la quantità del combustibile
– La superficie di ventilazione del locale in relazione
alla grandezza, alla forma e al posizionamento delle
aperture
– Le caratteristiche dei materiali delle pareti del locale
– Il diametro medio delle gocce d’acqua del sistema
water mist
Modello WaMi (2)
• La potenza termica generata dell’incendio viene dissipata dai seguenti processi:
– riscaldamento dell’aria presente nel locale
– riscaldamento dell’aria che entra nel locale se ci sono
aperture
– riscaldamento dell’acqua iniettata dagli ugelli del
sistema water mist
– evaporazione
– riscaldamento delle pareti
– dispersione termica delle pareti
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Estinzione dell’incendio• Prevede l’estinzione dell’incendio quando la
concentrazione di ossigeno non è più sufficiente per sostenere la combustione
• Per determinare la concentrazione di ossigeno il modello considera:
– La quantità inizialmente presente
– L’ossigeno consumato dalla combustione
– La diluizione provocata dall’evaporazione delle gocce
d’acqua al’interno del locale
– Il bilanciamento indotto dai flussi di aria uscenti e di
quelli entranti attraverso le aperture di ventilazione
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Combustione
• Nell’ipotesi che la combustione sia completa, nell’ambiente ci dovrà essere una sufficiente quantità di ossigeno
• Per valutare la quantità di ossigeno consumato e i prodotti della combustione è necessaria la formula bruta del combustibile
• Dalla reazione stechiometrica vengono determinati:
– I prodotti della combustione
– La quantità di ossigeno consumato
Potenza termica (1)• La potenza termica “Rate of Heat Release”
(RHR), ossia la rapidità con la quale viene
rilasciata l’energia termica incide sulla temperatura e sulla portata di fumo e gas nocivi
• La procedura analitica per stimare la variazione della potenza termica:
– Considera che, nella fase iniziale di crescita
dell’incendio, la potenza termica totale rilasciata,
aumenta con il quadrato del tempo
– Verifica del raggiungimento del flashover
– Determina dell’RHR massimo
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Potenza termica (2)• Considera che dopo il flashover nell’ambiente si
instaura un regime controllato dalla ventilazione e la potenza termica raggiunge il suo valore massimo
• Da questo momento l’andamento di RHR, tipico per la fase di incendio pienamente sviluppato, sarà costante fino a quando il combustibile inizialmente presente verrà consumato per il 70%
• Determina la durata della fase di decadimento dell’incendio, ossia il tempo necessario per consumare il combustibile rimanente
RHR
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Ventilazione
• Lo sviluppo dell’incendio in fase avanzata di evoluzione all’interno di un locale dipende dal valore assunto da un fattore di ventilazione
• Il fattore di ventilazione influenza significativamente il massimo valore della velocità di combustione
• Considerando la ventilazione naturale e la differenza di pressione che si instaura tra l’esterno e l’interno del locale incendiato, il modello analizza le portate massiche di aria entrante e uscente
Sistema water mist (1)
• L’acqua ha l’effetto di:
– raffreddare le sostanze che bruciano fino a valori di
temperatura inferiori a quelli necessari per il
mantenimento della combustione
– soffocare l’incendio creando una atmosfera inerte
formata dal vapore acqueo che si libera nell’aria a
causa della evaporazione
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Sistema water mist (2)
• Il modello considera che la distribuzione delle dimensioni delle gocce d’acqua è caratterizzata da un diametro medio per determinare:
– il calore trasferito alle gocce d’acqua, che dipende dal
diametro medio
– la quantità di acqua che può evaporare
Temperatura
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Analisi di sensitività
• Il modello è stato sottoposto a un'analisi di sensitività prevista dallo standard ISO-13387 seguendo l'impostazione di disegno fattoriale definita in NIST-GCR-95-683
– Sono stati individuati quindi i parametri critici che
necessitano di una modellizzazione iniziale molto
accurata
Adattabilità
La caratteristica modulare permette una
grande adattabilità ai possibili scenari
presi in analisi
Possono essere presi in considerazione
anche:• scenari con assenza di ventilazione
• scenari con assenza di fiamma
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Sviluppi futuri
• Integrazione con software CAD
• Introduzione di scenari multiambiente
Riferimenti
1. Modeling of water mist fire suppression, J. Vaari
2. A Transient One-zone Model for Total Flooding Water Mist Fire Suprresion, J.Vaari, Proc. of the 5ht Fire Suppression and Detection Research Application Symposium,
3. Ingegneria della sicurezza antincendio antincendio, A La Malfa, Legislazione Tecnica Editrice
4. Problemi pratici risolti di ingegneria antincendio, A. La Malfa, Legislazione Tecnica Editrice
5. The effect of door angle on fire induced flow through a door way, L. R. Clark, Master thesis of Department of Civil Engineering, University of Canterbury
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Riferimenti
6. Wighus, R and Brandt, A.W., ' WATMIST – a one-zone model for water mist fire suppression', Proceedings of the Halon Options Technical Working Conference, Albuquerque, NM (2001)
7. ESTIMATING TEMPERATURES IN COMPARTMENT FIRES - William D. Walton and Philip H. Thomas
8. Status Report on Water Mist Fire Suppression Systems –1996’, J. R. Mawhinney and J. K. Richardson, NISTIR 6030, National Institute of Standards and Technology, Gaithersburg, MD (1997) pp.137-144.
9. ‘Advances in the Technology of Intermediate Pressure Water Mist Systems for the Protection of Flammabel Liquid Hazards’, J. S. Pepi,Proc. of the Halon Options Technical Working Conference, Albuquerque, NM (1998) p.417.