ALDO MORO: UN PROGETTO POLITICO SPEZZATO · del patto, per i comunisti era diventato difficile...

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Anno IX n. 10 (110) Ottobre 2007 Foglio informativo per i soci Associazione Progetto Mistretta - Sede Legale, Via Belverde, 31 - tl 0921 381 232 - Sede sociale Via Libertà, 185 - CF 93001790836 Le ragioni di un premio Il terrorismo omicida delle Brigate Rosse ha interrotto, colpendo Aldo Moro, un disegno politico che partiva da lontano e che mirava a completare il ciclo della democrazia italiana inaugurando una nuova fase politica che avrebbe pianamente incluso nel circuito democratico le masse popolari di origine comunista e il partito che le rappresentava in Parlamento il Pci fino ad allora rimasto formalmente escluso dalla guida del Paese. Com'è noto, nel secondo dopoguerra il Pci aveva attivamente collaborato alla stesura della Carta Costituzionale, sedendo alla Costituente anche dopo l'esclusione dal governo a guida degasperiana. Un esponente di primo piano del Pci Umberto Terracini fu Presidente dell'Assemblea Costituente e i comunisti, a differenza dei socialisti di Nenni politicamente loro alleati nel fronte popolare, votarono l'articolo 7 della Carta che costituzionalizzava i Patti Lateranensi e il Concordato, sanando definitivamente una frattura storica fra cattolici e laici, fra Stato e Chiesa che pesava sul destino dell'Italia dal Risorgimento. Sembrava che potessero maturare rapidamente le condizioni per coinvolgere progressivamente nella guida dello Stato tutte le forze e i grandi movimenti popolari di matrice marxista che nati contemporaneamente al movimento cattolico democratico alla fine dell'ottocento e cresciuti nel XIX secolo non avevano ancora completato, in Italia, il loro percorso democratico. Conclusa la stagioneub della Costituente, tuttavia, il clima internazionale dominato dalla guerra fredda, e forse anche un residuo di tentazione rivoluzionaria Del pensare breve Aldo Moro ALDO MORO: UN PROGETTO POLITICO SPEZZATO di Nicola Mancino L’intruduzione al libro di AntonelloDi Mario dell’On. Nicola Manci Vice Presdente dle Consiglio Superire della Maggistratura A pagina 4 All’interno: Il Pd ascolti la lezione di Moro di Adriano Ossicini “L'ultimo messaggio politico” di Aldo Moro di Antonello Di Mario A Pagina 5 IL PASSATO PER IL NOSTRO FUTURO

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Anno IX n. 10 (110) Ottobre 2007 Foglio informativo per i soci Associazione Progetto Mistretta - Sede Legale, Via Belverde, 31 - tl 0921 381 232 - Sede sociale Via Libertà, 185 - CF 93001790836

Le ragioni di un premio

Il terrorismo omicida delle Brigate Rosse ha interrotto, colpendo Aldo Moro, un disegno politico che partiva da lontano e che mirava a completare il ciclo della democrazia italiana inaugurando una nuova fase politica che avrebbe pianamente incluso nel circuito democratico le masse popolari di origine comunista e il partito che le rappresentava in Parlamento il Pci fino ad allora rimasto formalmente escluso dalla guida del Paese.Com'è noto, nel secondo dopoguerra il Pci aveva attivamente collaborato alla stesura della Carta Costituzionale, sedendo alla Costituente anche dopo l'esclusione dal governo a guida degasperiana. Un esponente di primo piano del Pci Umberto Terracini fu Presidente dell'Assemblea Costituente e i comunisti, a differenza dei socialisti di Nenni politicamente loro alleati nel fronte popolare, votarono l'articolo 7 della Carta che costituzionalizzava i Patti Lateranensi e il Concordato, sanando definitivamente una frattura storica fra cattolici e laici, fra Stato e Chiesa che pesava sul destino dell'Italia dal Risorgimento. Sembrava che potessero maturare rapidamente le condizioni per coinvolgere progressivamente nella guida dello Stato tutte le forze e i grandi movimenti popolari di matrice marxista che nati contemporaneamente al movimento cattolico democratico alla fine dell'ottocento e cresciuti nel XIX secolo non avevano ancora completato, in Italia, il loro percorso democratico. Conclusa la stagioneub della Costituente, tuttavia, il clima

i n t e r n a z i o n a l e dominato dalla guerra fredda, e forse anche u n r e s i d u o d i t e n t a z i o n e rivoluzionaria

Del pensare breve “”

Aldo Moro

ALDO MORO: UN PROGETTO POLITICO SPEZZATO di Nicola Mancino

L’intruduzione al libro di AntonelloDi Mario dell’On. Nicola Manci Vice Presdente dle Consiglio Superire della Maggistratura

A pagina 4

All’interno:

Il Pd ascolti la lezione di Morodi Adriano Ossicini

“L'ultimo messaggio politico” di Aldo Morodi Antonello Di Mario

A Pagina 5

IL PASSATOPER IL NOSTRO FUTURO

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Il Centro Storico

Pag. 2EditorialeGiuseppe Ciccia

« .... A metà maggio sono stato a Bologna ed entrando In anni) che sa rappresentare la realtà con tale maturità e una libreria mi sono Soffermato un momento davanti allo intensità che il pensiero torna al senso della vita espresso scaffale delle guide turistiche. Per curiosità ne ho presa da Maria Messina. Giorgia se insiste avrà un sicuro una nelle mani ed ho voluto vedere quello che diceva di avvenire nel panorama letterario italiano. Non è facile Mistretta. Ho letto una splendida descrizione delle profezia o gratuita piaggeria, i suoi racconti hanno il bellezze architettoniche della nostra Città. Poi la Guida fascino silenzioso della letteratura che resiste.concludeva (vado a senso) "a questo punto voi direte che a ----Místretta si sta magnificamente...No perché a Mistretta ci Accompagnando la vignetta Enzo Salanitro scrive queste sono i mistrettesi che sono le persone più scostanti ed brevi note: “Bisognerebbe pulire alcune vie del centro indolenti che voi potete incontrare". storico periferico di Mistretta con continuità, poiché Ho chiuso amaramente la guida e l'ho posata. Poi mi son spesso vi abitano cittadini anziani (vedi via Sac. G. pentito di non averla comprata per poter commentare la Salamone) che con fatica realizzano il trend quotidiano. frase precisa inter nos e trarre le dovute conseguenze.» Colgo l’occasione per ringraziare i colleghi e i ragazzi di (lettera firmata) “Storie d’Arte” grazie a loro si è potuto realizzare il Comincio da qui il mio editoriale, con molta amarezza! “progetto mostra” di quest’anno. Non vi nascondo che ci sono rimasto male a leggere quelle Un grazie a telemistretta ed a Gaetano Purgatorio. Un righe. E se non conoscessi la persona che le ha scritte direi Grazie al “Centro Storico” per l’amicizia che mi dàe che che sono frutto di fantasia o dettate dal desiderio di ho spesso criticato con la mia monelleria. spronare i miei compaesani- invece sono costretto a Bisognerebbe aiutare “titina”Liddino che beve e che canta crederci. In parte il giudizio mi sembra esagerato, ma in una canzone che potrebbe avere un amaro finale. Auguri parte ci devo dare ragione? Indolenza forse no: scostanti? per gli amministratori ne hanno bisogno per sconfiggere i Ditemelo voi io non mi azzardo in giudizi come quel mostri dl passato. Coraggio, coraggio, coraggio . Enzo giornalista certo che quanto scritto in una guida turistica Salanitro”non ci fa onore. Come smentire. Tutto si smentisce con i Al solito mi piace farmi suggerire- Sugli amministratori fatti. E mi sembra che quanto a voglia di fare il paese mi dovremo riparlarne si dovremo perché mi sembra ci sia sembra abbia saputo rispondere. Ma poi c’è quel qualche casella fuori posto. Ed allora dobbiamo capire.maledetto inverno che intorpidisce tutti e tutto avvolge Su quella che è stata l’estate avremo più spazio a nella nebbia...io confido nei giovani (l’ho sempre fatto) novembre. nella loro voglia di fare e di costruire, di emergere. Quanto Ma voglio riprendere l’appello per “titina” Liddino. Caro ad essere scostanti, madre natura fu - ma ripeto mi sembra Enzo non è solo il barbuto Liddino a cantare una canzone un pò malevolo il giudizio. Chissà che esperienza avrà che potrebbe essere l’ultima. La società mistrettese, che avuto il cronista che ha sostato a Mistretta. E sfiga non è poi la sola, è afflitta daun male che sembra maledetta ha incontrato proprio l’uomo sbagliato! incurabile. Si chiama “birra”. Non me ne vogliano i Mettiamola così e giriamo pagina. gestori dei bar. Non è possibile che molte volte, quando - sono a Mistretta e mi piace bighellonare anche la mattina Questo è il mese del nostro concorso, il Premio Maria presto entrare in un bar e ordinare un caffè e vedere nel Messina - anche quest’anno ricco di ospiti illustri e siamo bancone più bottiglie di birra che tazzine. Vedere tanti riusciti a fare incontrare due studiose di maria Messina e bravi ed onesti operai iniziare la giornata con un bicchiere della scrittura al femminile fra le più importanti: la prof. di birra. Nulla di male se fosse l’unico o il primo di pochi. Elise Magistro, dall’America e la prof. Shoell- Purtroppo è il primo di molti. E’ la solitudine che crea Dombrowsky dalla Germania. registriamo il tutto e lo queste dipendenze. Il basso presso della bevanda, tutte e pubblicheremo sarà un grosso contributo alla conoscenza due le cose oppure i disagi di una società che crea uomini della figura e dell’opera di Maria Messina. Troverete nelle soli. A volte a Miseretta al mio paese, questa solitudine la pagine interne il resoconto di un anno di lavoro attorno al sento, la leggo sulle facce di giovani che corrono nella premio e le classifiche dei vincitori. In sede di commento notte su un’auto che sobbalza al suono di musiche devo osservare come l’apporto dei concorrenti è stato alto assordanti. Oppure nel volto di un ragazzo non più e di grande qualità. Le due vincitrici della sezione racconti ragazzo che si ferma ad osservare la gente, la camicia sono due donne di diversa età e sensibilità. Due storie bianca su una tuta scura e un giornale fra le mani, tesse la raccontate (le troverete nel libretto allegato la giornale) strada principale si ferma ed osserva in silenzio, oppure in con uguale intensità e delicatezza di sentimento l’amore quell’altro seduto sugli scalini di San Sebastiano e nelle sue vari sfaccettature, tragico come è sempre l’immancabile mezza birra frale gambe. Soli nella notte, l’amore, vi è rappresentato nella sua totale drammaticità. una come tante, che cantano la stessa canzone di “titina” Mariagrazia Di Stasi e Giorgia Affanni, seppure Liddino, come tu affettuosamente lo chiami. La canzone diversissime. Hanno lo stesso senso tragico della vita. degli uomini soli. Il lait motiv di una società che consuma Giorgia ha già vinto l’anno scorso, si è ripetuta quest’anno solitudine.vantando l’unanimità della giuria che fino alla apertura delle buste, dopo l’assegnazione dei punteggi e la proclamazione del vincitore non sapevano di chi stessero parlando. Un plauso a questa scrittrice in erba (ha solo 16

Ottobre 2007

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Pag. 4IL RACCONTO Ottobre 2007

ciclo anche se sopravvivrà a se stesso in attesa della fase nuova indicata da Moro. Ma i tempi maturarono in anni drammatici, sotto l'incalzare di avvenimenti internazionali (la crisi democratica cilena convinse Enrico Berlinguer a formulare la proposta del “compromesso storico” fu lui ad affermare che con il 51% difficilmente le sinistre avrebbero potuto governare un Paese capitalista), e quando in Italia si apriva la tragica stagione del terrorismo, di cui lo statista democristiano sarebbe stata la vittima più illustre.Moro non aderì al progetto di compromesso storico. Si adoperò, invece, per portare ancora una volta l'intero suo partito sulla frontiera più avanzata possibile nella quale continuare ad esercitare la sua funzione storica di garante degli equilibri democratici. Questo fu la politica della solidarietà nazionale, intesa da Moro come risposta ad una situazione di emergenza, come fase transitoria di collaborazione al termine della quale ognuna delle forze presente nelle file del Pci, aveva tenuto i comunisti fuori politiche contraenti avrebbe ripreso il suo cammino dal sistema democratico così come si andava strutturando disponendosi in posizione di governo o di opposizione in nelle istituzioni parlamentari (ma non nei Comuni, nelle un chiaro regime di alternanza democratica.Province e nelle Regioni, dove spesso svolgevano Il costante sforzo moroteo di contribuire al progressivo funzioni di governo). In virtù del grande consenso che coinvolgimento nel sistema parlamentare di forze e ceti riscuotevano nel Paese ad ogni appuntamento elettorale, i precedentemente esclusi, aveva raggiunto il suo culmine. comunisti potevano far pressione, incidere sulle Non si trattava tanti di individuare una nuova formula di decisioni, negoziare con i governi e nella sede legislativa; governo, quanto di un disegno ben più alto e ambizioso: ma non erano spendibili per funzioni di governo quello di un'alternanza di governo senza rischi per il nazionale del resto, dopo che i socialisti si erano liberati sistema democratico. Non è un caso se, dopo l'assassinio del patto, per i comunisti era diventato difficile di Aldo Moro ad opera delle Brigate Rosse, la brusca “conquistare” la maggioranza per il governo del paese. interruzione della solidarietà nazionale e del dialogo fra Non lo consentivano gli equilibri internazionali, che le maggiori forze popolari, insieme all'imperversare del inchiodavano l'Italia in una condizione politica di terrorismo brigatista e neofascista, aprì una delle pagine assenza di ricambio; non erano disponibili, essi stessi, ad più difficili della storia nazionale. E, senza la guida di impegnarsi in una gestione politica che avrebbe Aldo Moro, tutto fu più complicato.compromesso la loro tanto esaltata “diversità”Queste brevi considerazioni fanno da cornice al lavoro .In queste condizioni e con questi limiti oggettivi, il puntuale di Antonello Di Mario, che tratta la figura di disegno politico degasperiano di costante allargamento Aldo Moro nella sua poliedrica attività di docente non della base democratica dello Stato, da attuare con la aveva mai interrotto i rapporti con i giovani universitari progressiva inclusione delle forze politiche di sinistra di cattolico impegnato (presidente della Fuci ed amico di nell'area di consenso governativo, aveva trovato un Papa Montini nel periodo di maggiore fervore limite insuperabile. Alla fase del centrismo, guidata dallo intellettuale e di rilevante creatività politica), di dirigente statista trentino con occhio sempre attento all'ala di del maggiore partito democristiano d'Europa, di ministro sinistra dello schieramento democratico, era seguita e di Presidente del Consiglio. La forma scorrevole e la quella del centrosinistra che vide proprio in Aldo Moro, d e s c r i z i o n e insieme ad Amintore Fanfani, i protagonisti dell'apertura della vita e del ai socialisti. Moro fu allora alla guida di un'operazione p e n s i e r o d i politica lungimirante, riuscendo, pur in una fase di Aldo Moro ne ripiegamento moderato della Dc, a portare tutto il partito escono degne verso una sponda nuova e più avanzata. Il degasperiano di una lettura partito di centro che guarda a sinistra assumeva così, p i a n a e d grazie alla sua guida sagace, una funzione coerente, non appassionante.solo con la sua ispirazione ideale ma anche con la

necessità di orientare gli equilibri parlamentari di allora verso approdi nuovi e più avanzati.Già pochi anni dopo l' “apertura a sinistra”, Moro indicava, però, al suo partito e al Paese “tempi nuovi che si annunciano ed avanzano in fretta, come non mai”. Siamo nel 1969; il centrosinistra stava concludendo il suo

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Pag.5Ottobre 2007L’INTERVISTA

Il Pd ascolti la lezione di Moro di Adriano Ossicini*

Non infrequentemente, anche in riferimento al dibattito sulla formazione del Partito democratico, viene riproposta la testimonianza di Aldo Moro. In questo senso, reputo particolarmente utile il recente volume di Antonello Di Mario L'attualità di Aldo Moro Tullio Pironti Editore, con la lucida prefazione di Nicola Mancino. L'autore presenta una documentazione sulle varie fasi della vita politica e culturale dello statista; si sofferma sugli articoli scritti da Moro per il giornale Il Giorno, ma in modo particolare, sulle ultime tesi degli studenti di Moro, sull'ultimo articolo, sull'ultimo discorso pubblico e sull'ultima intervista. Ora, proprio in riferimento all'attuale stagione politica, va rilevato come Moro non credette mai a quello che venne connotato come “compromesso storico” sia nella versione berlingueriana, del tutto politica, e ancor meno in quella rodaniana, decisamente teorica. Moro credeva fermamente al bisogno di un dialogo tra la Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista, che presupponesse una pausa nella situazione drammatica per arrivare poi ad un'alternativa democratica. Ripeté la stessa cosa in un noto colloquio, a me, dopo che, avendo fatto io le stesse affermazioni, ero stato, dalla mia parte, duramente contestato. Certo, grandi tradizioni politiche hanno attraversato il nostro paese Non c'è dubbio che quel solidarismo cristiano che partiva da Rosmini, dal cattolicesimo risorgimentale e, attraverso le esperienze di Murri, di Buonaiuti, di Sturzo, del popolarismo, ai livelli teorici di Francesco Luigi Ferrari, di De Gasperi, fino a Felice Balbo, può ancora essere vitale e può incontrarsi con un altro solidarismo che, partendo dalle denunce storiche di Marx ha, in differenti forme, ma nella sostanza, contestato i rischi di una società dominata dalla leggi del mercato. Proprio nell'attuale società che soffre di una drammatica crisi di valori e spesso di un incontrollato dominio delle leggi del profitto, un incontro tra certe esperienze storiche e politiche è possibile. Ma perché questo incontro non si presti ad un'operazione confusa e di puro assembramento di forze politiche, occorre dire che non può verificarsi con forze non solo conservatrici, ma neanche fondate sul liberismo o su storiche tesi radicali. Altrimenti, non solo la lezione di Moro non sarà servita, ma neanche una coraggiosa analisi della crisi dei partiti.

*Adriano Ossicini nasce a Roma il 20 giugno 1920 è Ordinario di Psicologia presso l'Università La Sapienza di Roma, è stato Presidente, ed è tuttora membro del Comitato Nazionale di Bioetica. Adriano Ossicini è stato eletto per sette legislature al Senato della Repubblica e ha ricoperto la carica di Ministro per la Famiglia e la Solidarietà Sociale nel primo Governo Dini. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Adriano Ossicini, subì la carcerazione su richiesta del Tribunale Speciale per la difesa dello stato; quando venne scarcerato partecipò alla Resistenza romana. Fu dirigente del movimento della Sinistra cristiana, un gruppo che svolse la sua attività dal 1937 al 1945 e che non faceva parte dei sei partiti del Cln, ma vi era rappresentato dalla Democrazia del lavoro.

Lultima intervista di Aldo La Dc non basta. Neppure a sé Moro spiega le ragioni dell'alternanza. Se il suo partito resta l'unico pilastro democratico del paese, la società si sfascia di ANTONELLO DI MARIO*

Quello che può essere considerato il resoconto dell'ultimo “colloquio” tra Moro ed un giornalista viene pubblicato solo dopo la morte del politico democristiano su la Repubblica, col titolo: “L'ultimo messaggio politico”Accade il 14 ottobre del 1978 ed Eugenio Scalfari, che firmò gli appunti di quella “intervista postuma” racconta: «L'avevo incontrato scrive il fondatore del quotidiano romano che aveva la propria sede in piazza Indipendenza dopo molti anni di polemiche, seguite allo scandalo del Sifar e del generale De Lorenzo, il 18 febbraio del 1978, esattamente ventotto giorni prima del rapimento di via Fani. L'incontro era avvenuto nel suo ufficio privato, in via Savoia. Conversammo per due ore e Moro mi autorizzò a prendere appunti di quanto mi diceva. “Le serviranno prima, o poi, ma non subito; interviste in questo momento non sono opportune”‚ disse».Rispetto al riferimento che l'allora direttore di Repubblica fa al Sifar e a De Lorenzo, occorre ricordare che nel marzo 1968 Scalfari, a quel tempo direttore de l'Espresso e il giornalista Lino Iannuzzi furono condannati rispettivamente a un anno e cinque mesi e un anno e quattro mesi di reclusione (più una pena pecuniaria) nel processo intentato contro di loro da De Lorenzo in seguito alle rivelazioni sul presunto golpe del luglio 1964 e che aveva visto implicato, nel successivo scandalo provocato dall'inchiesta del settimanale romano, anche l'allora presidente della repubblica Antonio Segni. Un anno prima, in aprile, De Lorenzo era stato destituito da capo di Stato maggiore dell'esercito. Il 10 marzo 1968 l'Espresso pubblicò “Lettera di un condannato”, scritta da Scalfari indirizzata a Moro, responsabile degli omissis con i quali egli aveva coperto i documenti richiesti dal collegio di difesa dei due giornalisti. In quest'articolo s'addossava a Moro la responsabilità di aver fatto condannare i due giornalisti: «È stato scrisse Scalfari uno dei più gravi peccati che lei abbia commesso nel corso del lungo periodo di governo che porta il suo nome».Nei passaggi trascritti da Scalfari, nel “pezzo” pubblicato solo nell'ottobre del 1978 compaiono i temi dominanti dell'intervento di Moro la sera del 28 febbraio a Roma, solo dopo dieci giorni da quell'incontro al civico 66 di via Savoia: la considerazione sul ruolo del Pci, quella sui rapporti che esso aveva con la Dc, con le istituzioni; l'ipotesi sul possibile passaggio nella maggioranza che avrebbe sostenuto il quarto governo Andreotti; la ri- flessione sulla fase ancor più avanzata di responsabilità dirette ed, infine, «dopo la fase dell'emergenza, quella

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Pag. 6Ottobre 2007L’INTERVISTA

dell'alternanza». Questo è possibile. Questo è anzi necessario.Moro sottolinea all'allora direttore della Repubblica: Noi non siamo più in grado di tenere da soli un paese in «Non è affatto un bene che il mio partito sia il pilastro queste condizioni. Occorre una grande solidarietà essenziale di sostegno della democrazia italiana. Noi nazionale. So che Berlinguer pensa e dice che in questa governiamo da trent'anni questo paese. Lo governiamo fase della vita italiana è impossibile che una delle due in stato di necessità, perché non c'è mai stata la maggiori forze politiche stia all'opposizione.possibilità reale di un ricambio che non sconvolgesse Su questo punto il mio ed il suo pensiero sono gli assett i ist i tuzionali ed internazionali . assolutamente identici. Aggiungo: è impossibile anche Quando noi parliamo di spirito di servizio‚ so bene che che i socialisti stiano all'opposizione. Sono tre partiti molti dei nostri avversari non ci prendono sul serio. legati alla stessa catena» Moro delinea a Scalfari quello Pensano che sia una scusa comoda per non cedere che potrebbe essere il prossimo scenario politico: «La nemmeno un grammo del potere che abbiamo. Dc marcerà sull'ingresso del Pci nella maggioranza So anche che per molti del mio partito questo stato di subito. Ma poi credo che ci debba essere una seconda necessità è diventato un alibi alla pigrizia e qualche fase, non troppo in là, con l'ingresso nel Pci nel volta all'uso personale del potere. Sono fenomeni governo. So benissimo che sarà un momento “stretto” gravi, ma marginali. Resta il fatto che la nostra da superare. Bisognerà superarlo» Poi, il riferimento democrazia è zoppa fino a quando lo stato di necessità alla terza fase: «Soltanto dopo che avremo governato durerà. Fino a quando la Democrazia cristiana sarà insieme e ciascuno avrà dato al paese le prove della inchiodata al suo ruolo di unico partito di governo. propria responsabilità e della propria capacità, si potrà Questo è il mio punto di partenza: dobbiamo operare in aprire la terza fase, quella delle alternanze al governo ». modo che ci siano alternative reali di governo alla Dc. Nel finale del colloquio col direttore della Repubblica Se non si è profondamente convinti di questa verità non Moro si dichiara «assolutamente contrario» al progetto si può capire il perché della mia politica di questi anni e di compromesso storico sostenuto dal Pci, perché «la di questi mesi». Moro individua l'interesse egoistico società consociativa non è un modello accettabile per del suo partito premettendo che «se l'interesse un paese come il nostro» Scrive Scalfari dieci anni egoistico c'è, quella è la garanzia di miglior sincerità». dopo quell'incontro: «Passarono molti mesi e ci furono Il presidente del consiglio nazionale dello di mezzo i 55 giorni di orribile prigionia nel “carcere scudocrociato si domanda e subito riflette del popolo” e infine l'assassinio. Soltanto il 14 ottobre rispondendosi: «E qual è l'interesse “egoistico” della del 1978 mi decisi a pubblicare su Repubblica, sotto Dc a non essere più il pilastro essenziale di sostegno forma di intervista postuma, il colloquio che della democrazia italiana? Io lo vedo con chiarezza. oggettivamente era stato l'ultimo prima della Se continua così, questa società si sfascia, le tensioni catastrofe, nel quale il leader della Dc aveva spiegato sociali, non risolte politicamente, prendono la strada senza veli e riserve il suo pensiero e il suo disegno della rivolta anarchica, della disgregazione. Se questo politico» Scalfari ha fatto ripubblicare l'intervista il 16 avviene, noi continueremo a governare da soli, ma marzo 1988 sul suo quotidiano, in apertura di un inserto governeremo lo sfascio del paese. E affonderemo con di quattro pagine titolato “Moro dieci anni dopo”, esso. Ecco l'interesse “egoistico” della Dc. Perciò ho il perché «moltissimi dei nostri attuali lettori non la dovere di essere creduto se affermo che noi vogliamo conoscono; molti altri l'hanno probabilmente preparare alternative reali alla Dc» Lo schema del dimenticata» Al termine di quell'incontro del 18 ragionamento è proprio lo stesso con cui convincerà i febbraio '78, Moro congedando Scalfari, gli spiegò i democristiani riottosi dieci giorni dopo. I parlamentari motivi per i quali aveva scelto di porre, dieci anni che nicchiavano rispetto all'ingresso del Pci nella prima, degli omissis sui documenti indispensabili per maggioranza che avrebbe sostenuto il nuovo governo, la difesa di Iannuzzi e Scalfari stesso, violando un quelli che concretizzavano la loro opposizione principio costituzionale definito nel marzo del 1968 firmando il documento presentato da Carlo Donat dall'articolo su l'Espresso, già citato in questo Cattin e fatto circolare dal suo fidato parlamentare Vito paragrafo, «sacro per chi crede nella democrazia ». Napoli, verranno quasi presi per mano dalle Moro rispose di aver optato, in quanto presidente del argomentazioni morotee e condotti sul terreno consiglio, per un diverso principio: quello della tutela dell'unità con le stesse criticità, con le stesse paure, con dello Stato, anche con il segreto, quando ciò fosse le stesse motivazioni che avrebbero voluto usare contro indispensabile alla sua sicurezza. la strategia di Moro per stopparlo. Moro esorcizza i dubbi e dimostra che la Dc non può e non deve avere *Antonello Di Mario è nato a Terracina il 12 giugno del titubanze. Sul Partito comunista l'intervistato è 1966 Giornalista professionista, laureato in Scienze lapidario: «No, non credo che il Pci sia già un partito della comunicazione, lavora a Roma come con tutte le carte in regola per governare da solo. Data Responsabile dell'Ufficio stampa della Uilm la situazione internazionale non lo sarà ancora per un nazionale.pezzo. Ma il Pci può fin d'ora essere associato al governo insieme a noi e alle altre forze democratiche.

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Ottobre 2007IL RACCONTO

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Pag. 8Ottobre 2007EVENTI

Ancora titoli e articoli di giornali e riviste apocalittici: Vice presidente della Camera dei Deputati, professore di «Maturità-stangata», «I bocciati crescono», «Non pagato fisiologia umana all'Università di Messina e Rettore di i1 46% dei debiti scolastici», «Torna l'esame di essa, era dotato di personale prestigio e di obiettività riparazione: chi pagherà i professori privati?», «Strage riconosciutigli lealmente da entrambi gli schieramenti il alla maturità nelle paritarie», e cosi via, di urlo in urlo. cattolico e il marxista. Queste doti lo avrebbero portato A questo punto si mette in moto il mestolo della memoria, fino alla presidenza del Parlamento Europeo nel '62-'64.e mi spinge a ritroso, sempre più indietro, sino alle prime Nel corso di quelle riunioni a Mistretta, Martino ci esperienze personali di commissario di maturità. E arriva parlava di diversi problemi, compreso quello della cosi a Mistretta, il «paese bellissimo acchiocciolato ai scuola, sulla quale pesava un costante tentativo di riforma piedi del castello, con le sue case piccole e affumicate dai per adeguarla a nuovo spirito democratico ed agli articoli tetti rossicci e muscosi, con i suoi vicoli e terrazzini di 33 e 34 della Costituzione repubblicana. Fu durante uno pietra sotto le pergola», come lo aveva descritto Maria di quegli incontri che Gaetano Martino pronunziò e Messina, la scrittrice definita da Sciascia «la Mansfield illustrò una frase che avrebbe caratterizzato il suo operato siciliana». durante i sette mesi in cui, dal febbraio al settembre 1954, Era il 1953, l'anno delle elezioni politiche svoltesi sotto la fu ministro della Pubblica Istruzione nel governo Scelba: spada di Damocle della "legge truffa" approvata de «l'esame di Stato é l'ultima trincea contro 1a scuola non governo democristiano di De Gasperi per raggiungere la statale». Si badi bene disse proprio “contro”, caricando il maggioranza assoluta. termine di tutte le valenze di ostilità già apertamente I1 5 marzo di quell'anno era morto Stalin, ma i comunisti messe in campo dalle scuole non statali da quelle gestite italiani, tenuti in pugno da Togliatti e alleati con i da religiosi, forti dell'appoggio del Vaticano, nate per socialisti di Nenni, mantenevano alta la tensione dello trasmettere i loro valori educativi confessionali, a quelle scontro col fronte avverso. "a1 vil guadagno intese", che adescavano i fannulloni con A Mistretta insegnavo Italiano e Latino al Liceo Classico 1a chimera del "recupero anni perduti" (persino cinque in Statale, che era Sezione staccata del "Luigi Valli" di un anno!) e che non potevano vendere l'ultimo "pezzo di Barcellona Pozzo di Gotto. Ero 1'incaricato di carta", il diploma finale, per 1'impedimento frapposto dal sorveglianza della Sezione, e come tale ero considerato controllo statale. La"trincea" di Martino ha resistito a un'autorità. Parimenti autorità del paese erano lungo, fino agli anni da poco trascorsi, come diremo considerati, fra gli altri, il farmacista Di Salvo, colto e dopo.spiritoso, il Giudice Turi di Giacomo, figlio del poeta Quando, nell'ampia salone della Società Operale di Vann'Antò (a Mistretta funzionava uno dei 220 Tribunali Mistretta, Martino affrontava questi temi, ad ascoltarlo italiani), la preside del ginnasio Angela Faraci, notai, c'eravamo elettori di partiti diversi dal suo, ma tutti medici, avvocati, e il capitano dei carabinieri, giunto da civilmente sereni, pronti all"obiezione costruttiva, poco a comandare la Compagnia: era un ufficiale ancor composta, educata, rispettosa delle idee altrui. C'erano i giovane, altero e sussiegoso, padre di tre bambini dai giovani dirigenti comunisti del paese, Vicinzinu Antoci e nomi palesemente monarchici, Margherita, Ferdinando e Bittinu Monti, e c'era l'arciprete che dei due era stato i1 Simona; anche il suo era un nome monarchico: si professore di Filosofia al Liceo, padre Sciacca, da loro chiamava Carlo Alberto Dalla Chiesa, proprio quello. chiamato "patruzzu": un'atmosfera da Don Camillo e Avremmo sentito parlare di lui e dei tre figli. Peppone del Nebrodi, caratterizzata della bonaria Avevamo occasione di incontrarci ogni volta che, su tolleranza da entrambe le parti degli eccessi immancabili invito del sindaco Spinnato Vega, la nostra, presenza era nei momenti piú infuocati della campagne elettorale, richiesta come gesto di cortesia da un parlamentare molto quando dai pulpiti e nei confessionali si elargivano conosciuto in quel suo collegio elettorale che, apertamente consigli alle donne sul modo di costringere i rappresentando un partito minuscolo come quello mariti a non votare per i senza Dio attuando lo sciopero Liberale, non si avventurava in comizi di piazza, come che tanti secoli prima, nell'antica Grecia, avevano facevano i rappresentanti dei partiti maggiori, ma proclamato Lisistrata e le sue compagne. Dalla parte preferiva riunire i "maggiorenti" del paese nella sede opposta si promettevano spartizioni delle terre incolte dei della Società Operaia per intrattenerli su problemi feudi dei baroni del paese, o si imbandierava can falce e politici che il suo partito si riprometteva di affrontare. Era martello una trebbiatrice in piazza che avrebbe tolto la l'onorevole Gaetano Martino, un uomo da11'aspetto fatica della "pisata" ai contadini, o si davano i giorni aristocratico, elegante, pacato, persuasivo. contati alle odiose tasse sul grano, "'u lavuru", come è

L'ULTIMA TRINCEAGiuseppe Pasarello

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ancora oggi detto da quelle parti. della Commissione era coperto da un bel tappeto, ai bordi Forse anche pe-r questo quelle elezioni del '53 ebbero a dell'aula venivano sistemati i tavolinetti per gli Mistretta un che di festoso. Vietati, in prossimità delle immancabili giornalisti che venivano a stenografare operazioni di voto, gli inni dei partiti, dalla radio si levava domande e risposte di cui i giornali dell'indomani erano la voce calda di Nilla Pizzi per la seconda volta pieni. I bidelli non nascondevano attenzioni e trionfatrice a Sanremo con Vola colomba e Papaveri e affettuosità, verso quei giovanotti emozionatissimi che papere, dopo il successo dell'anno precedente con Grazie cinque anni prima avevano accolto bambini, magari col dei fiori. I risultati delle votazioni furono giudicati volto arcigno per insegnar loro le rego1e della soddisfacenti per tutti: la "lege truffa" non era scattata e convivenza scolastica.l'equilibrio tra cattolici e laici rimaneva pressoché Il degrado della dignità dell'esame di maturità ebbe inizio inalterato. più tardi, dopo 1968, in sintonia con le paure governative Gaetano Martino venne eletto e da lì a poco nominato dei movimenti studenteschi che si credette di arginare Ministro del1a Pubblica Istruzione. Egli, avvalendosi facilitando studi ed esami. Tuttavia non venne mai messa della collaborazione di un insigne studioso, Sa1vatore in discussione la "trincea", che resistette ancora a lungo, Valitutti (suo Capo di Gabinetto e futuro Ministro liberale sino alla Caporetto di questi ultimi anni nei quali, in della P.I., venticinque anni dopo), fu il prima a percepire concomitanza con le farneticazioni della Scuole dalle tre i le già emergenti inquietudini giovanili degli studenti che (impresa, inglese, internet), i diplomifici hanno trionfato cercò di prevenire invitando i giovani a farsi promotori di e i loro gestori hanno fatto tredici, grazie alle cultura personale, anche attraverso i giornaletti d'Istituto Commissioni di maturità formate dai loro stessi docenti.e libere attività associative, avviando cosi il processo di Quest'anno si è fatto un primo passo verso il ritorno alla apertura civile e democratica che si venne sviluppando serietà e alla dignità, peraltro ancora presupposte dal negli anni successivi. Sotto il ministero di Martino, ed dettato costituzionale. L'aumento (in verità assai anche dopo, per lunghi anni, l'esame di Stato conservò modesto) del numero dei bocciati, specialmente nelle una indiscutibile dignità persino nei suoi aspetti esteriori. scuole private, a ben riflettere e al di fuori di ogni logica Ogni scuola preparava l'aula dei colloqui per la "matura", strumentalistica, é la prova che ci si sta rimettendo sulla come dicevano nelle scuole del nord, con l'attenzione e il strada giusta.riguardo dovuti ad un evento solenne. I1 lungo tavolo

decorrenza dei termini. Ad aggravare la situazione l'indulto con cui il ministro della giustizia ha inaugurato il suo mandato; essendo le carceri sovraffollate bisognava fare “pulizia”: tutti fuori!! Fa niente se approfitta dell'indulto anche qualche mafioso, il sistema

Da anni la Sicilia, stretta nella morsa della mafia, nuota carcerario ne avrà guadagnato in “leggerezza”. Mi nel fango del compromesso. E' prassi scendere a patti chiedo: quando i nostri amati governanti si sveglieranno con gli “ uomini d'onore”, in cambio si ottengono favori e decideranno di non lasciare più soli quanti in Sicilia, e denari; c'è gente che ha costruito imperi (nella sanità, Calabria, Puglia, Campania lottano per il ripristino della nell'imprenditoria) facendo finta di non sapere. legalità? Quando avremo delle leggi in virtù delle quali Sottolineo finta, perché se è vero che spesso non si se sei mafioso, se sei colluso, se sei concusso ti prendo, hanno le prove della “mafiosità” di una persona e in un ti sbatto dentro con un processo rapidissimo e butto via sistema garantista come il nostro si è innocenti fino a la chiave della cella dove marcirai fino alla fine dei tuoi prova contraria, è altrettanto vero che nelle città come giorni? Attendiamo fiduciosi. Nell'attesa, merita nei paesi ci si conosce e il puzzo del marcio si sente. attenzione la decisione storica presa da Confindustria Nessuno ha fatto niente per arrestare l'inesorabile Sicilia di espellere dall'associazione stessa chiunque crescita del fenomeno mafioso, non ha fatto nulla lo pagherà il pizzo. E' il segno che qualcosa si muove, un Stato non ha fatto nulla la società civile. I pochi che primo ed importante passo. Si, potremmo discutere hanno cercato di arginare e combattere la mafia sono dell'opportunità di espellere gli imprenditori mafiosi; si tutti morti ammazzati nell'adempimento del loro potrebbe discutere della necessità di garantire gare dovere: giudici, uomini delle forze dell'ordine hanno d'appalto “pulite”; ma sarebbero parole e troppe ne sono lasciato vedove le giovani mogli, orfani gli amati figli. state dette. Bisogna smetterla con la teoria e passare Morti ammazzati, con lo stato che guarda incapace di all'azione. Allora, onore e merito a chi qualcosa ha fatto impedire e porre fine alla mattanza. Si ignorano le rompendo l'omertoso silenzio linfa vitale della mafia. richieste di chi, avendo deciso di lottare contro “cosa Onore e Merito a Confindustria Sicilia; è un'iniziativa nostra”, invoca leggi speciali, chiede la riforma del da lodare come il segno di una svolta, una svolta codice di procedura penale, auspica processi più brevi positiva. Un'iniziativa che avrà ancora più “peso” se la per non subire l'umiliazione di veder andare in fumo il società civile darà il suo contributo e se lo Stato, farà lo proprio lavoro perché il mafioso tal dei tali esce per Stato.

ARIA DI NUOVO?Miriam Di Salvo

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L’INTERVENTO

Premio Maria Mesina per il racconto inEdito: 1) “La vecchia che cantava canzoni d'Amore” Di Mariagrazia Di Stasi (Capo d'Orlando)2) “Il cuore altrove” Tania Fonti (Palermo) 3) “Le sorgenti del mare” di Carlo Monteleone (Palmi)

Premio Maria Messina giovani (under 18)1) “La luce del mattino” scritto Da Giorgia Affanni anni 16 di Bordighera, prov. Imperia;2) “Occhi verde speranza” , Emanuela Re da Santo Stefano Camastra, anni 16;3) “Ninuzza” di Viaviana Villardita da Reitano, anni 15

Premi speciali:Antonello Di Mario, giornalista, di Roma, per il libro "L'AttualitÀ Di Aldo Moro"Nino De Vita, poeta, da Trapani, per la cultura e il dialetto siciliano;Padre Liborio Lombardo. da Mistretta, teologo e storico;

PREMI PER LA NARRATIVA EDITA NEGLI ULTIMI DUE ANNIPaolo Maccioni, da Quartu Sant'Elena, per il libro "Tutti i segreti del Presidente" Michele Manfredi Giogliotti, da Sant'Agata di Militello, per il libro "un caso insoluto" a pari merito con Gaetano Casisi, di Licata, per il Libro "Io Italiano. DOMANI altro cantiere"

L’album dei vincitori

Concorso letterario Maria Messina 2007

Associazione Progetto MiserettaIl Centro Storico

Con il patrocinio della Aministrazione ComunaleCon il Patrocinio dell’Ente Parco dei Nebodi

Giuria internazionale del Premio: Docente alla Università Kassel - GermaniaDott.ssa Francesca SPINNATO VEGA

Prof Giovanni RUFFINO - PRESIDENTEPreside della facoltà di lettere e filosofia Palermo Dott. Franco NICASTRO - Prof. Elise MAGISTRO Presidente dell’ Ordine dei Giornalisti di Sicilialecturers di Letteratura Italiana presso lo Prof, Giovanni TRAVAGLIATOScripps Storico Ricercatore Università di PalermoCollege di Los Angeles, Usa) Prpf. Nino TESTAGROSSAProf Roswitha SCHOELL - DOMBROWSKY Presidente della Associazione Progetto Mistretta

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ATTUALITA’

Mike, 17 anni,figlio di un nostro concittadino Santino connection” per le loro origini Siciliane; insieme Portera, è stato eletto miglior giocatore di basket tentano di portare in alto il basket Maltese.Maltese al campionato nazionale Europeo divisione C Lo scorso mese è stato selezionato a far U/18 organizzato dalla FIBA lo scorso luglio nella citta' parte nella Nazionale maggiore.di Cardiff in Galles . Mike e' conosciuto a Mistretta per aver vinto per 3 anni Alto 1.95 m , atleta , ha iniziato a giocare a basket di seguito il trofeo podistico di San Sebastiano e per all'età di 13 anni con le giovanili del LUXOL basket club , essere stato il mattatore delle ultime 4 edizioni della per approdare poi alla massima serie due anni dopo . ‘ in onore Selezionato in nazionale agli inizi del 2007 di San Sebastiano. dall'allenatore siciliano Bruno Dipietrantonio, come ala, è presto diventato il capitano e leader della squadra nazionale giovanile. Alcuni giornali locali li hanno definiti “The Sicilian

Mike Portera

agile

ntinna, (il gioco della pentolacccia) sempre in

I giganti del basket - oggi Mike Portera

mistrettesi

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TRADIZIONE E FOLKLORE

Pagina a cura di Lucia Graziano

A cura di Lucia Graziano

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TRADIZIONE E FOLKLORE

LE RECENSIONI ALLE OPERE DI MARIA MESSINA Le opere di Maria Messina, sono state recensite dai più La Lettura “, periodico milanese fondato nel 1901 come autorevoli critici letterari del suo tempo. Addirittura un supplemento del “ Corriere della Sera “ che in quegli anni romanzo uscito nel 1920, “ Alla Deriva “ fu tradotto in era uno dei più famosi, non volle pubblicare nessun lavoro inglese e recensito dal prestigioso quotidiano londinese “ di Maria Messina. Ancora una volta ci si meraviglia come THE TIMES “, attraverso il suo supplemento letterario “ una scrittrice che aveva raggiunto una certa notorietà sia LITERARY SUPPLEMENT “ o più brevemente “ TLS “, stata fatta cadere nell'oblio più assoluto. Ma tornando alla nato nel 1902 ed attivo ancora oggi. Abbiamo chiesto al suo nostra recensione , la pubblichiamo nel testo originale con direttore Adrian Tahourdin se era possibile averne una la traduzione a fronte per meglio comprendere i molti pregi copia. Richiesta tempestivamente accolta . Al contrario , “ rilevati dal Literary .

Accogliamo favorevolmente questo primo romanzo di un'autrice italiana.ALLA DERIVA, di Maria Messina ( Milano: Trèves. Londra: Truslove and Hanson ), è scritto con una sobria originalità che è in piacevole contrasto con alcune forti volgarità che oggi sembrano affascinare una parte del pubblico italiano. La signora Messina non cerca di forzare le sue note, né di ostentare ultra modernità.Si accontenta di costruire la sua storia e di raccontarla con semplicità. Marcello Scalia, un giovane povero studente di un paesino isolano, e Simonetta, nipote del noto professore Montebello, sono i protagonisti. Come suggerisce il titolo, essi vanno alla deriva insieme e quindi si arenano sugli scogli sia perché sono entrambi deboli sia perché hanno intrapreso il loro viaggio senza comprendersi pienamente. Marcello era un giovane di talento ed un idealista che sognava di scalare le alte vette della letteratura accademica; ma era povero e insicuro. L'amore di Simonetta lo ha momentaneamente strappato alla sua timidezza, che poi è riemersa. Egli non riusciva ad avere fiducia né in lei né in sé stesso. Invece di permetterle di condividere il peso comune, egli desiderava tenerlo lontano dalle spalle di lei. A lei non sarebbero mancati i piccoli lussi ai quali era stata abituata. Egli avrebbe arrotondato il suo stipendio di insegnante con delle lezioni extra o scrivendo libri di testo, e lui avrebbe tenuto nascosto a lei, la sua donna ( mousmè), il peso che gravava sulle sue spalle. Il vecchio zio Cosimo a casa nel suo paese, lo sapeva bene “le giovanette sono come la cera vergine” , diceva “le dita dell'uomo danno forma alla cera”. Simonetta come constatava, aveva una certa predisposizione ad essere plasmata. Ella era solo una bambina spensierata ma pronta a sopportare qualsiasi sacrificio per amore. Marcello , nella sua insensatezza, la teneva nella casa delle bambole, con l'inevitabile risultato. Lei non poteva condividere la sua vita ed egli divenne aspro nel reprimere i suoi ideali nel tormento materiale. Quando essi sono sugli scogli , le onde li separano per un po', tuttavia la separazione li salva entrambi. Con l'istinto di autoconservazione, che è forte persino negli stolti, entrambi riescono a riemergere dal naufragio morale.Tutto andava bene pensò zio Cosimo, quando fu superata la crisi, ma la signora Messina non li avrebbe lasciati vivere felici neanche in seguito. Simonetta deve morire, Marcello deve andare in guerra e il bambino è portato dallo zio Cosimo nella casa di paese. La signora Messina non va al di là della apparenze umane, ma ha il dono di trasmettere alla mente del lettore una scena con poche parole. Nel sincero godimento di Simonetta e nell'incessante inquietudine di Marcello tra i cuori onesti e leali della sua gente, l'autrice suggerisce, con parole semplici non prive di senso artistico, la tragedia incombente.

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Pag. 18Ottobre 2007L’INTERVISTA

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Pag. 19Ottobre 2007

funzionalità. Fù anche un profondo conoscitore di Demografia che, ínfatti, insegnò per diversi anni alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Palermo. Ma quel che mi preme sot tol ineare di più, a Nell'approssimarsi del 40° anniversario della morte di conclusione di questa breve Alfredo Cucco mi sembra doveroso ricordare la figura di rievocazione, é l 'uomo un grande siciliano che tanto diede alla scienza oculistica Alfredo Cucco sia privato e alla società isolana.che pubblico in piena e totale Voglio subito precisare, a scanso di equivoci, che non assonanza nelle due vesti. intendo esaltare le sue idee politiche ma mettere di lui in Sopra ogni cosa Egli fù risalto lo scienziato, l'uomo pubblico inteso nei confini coerente fino al sacrificio personale addossatosi in tutti i della più totale coerenza e del culto dei ni più terribili frangenti della sua vita. In particolare non si grandi valori ideali.. Di Cucco, purtroppo anche può dimenticare il suo pur sofferto assenso all'incarico di recentemente, si é voluto ricordare prevalentemente vice-segretario del PNF avuto nel 1943 dopo che qualche l'insieme dei processi ai quali fù sottoposto per pretese giorno prima un distruttivo bombardamento alleato connivenze con la mafia durante il Fascismo e per aveva ridotto ad un cumulo di macerie la sua casa e il suo altrettanto pretese attività criminali per la sua adesione studio oculistico di Via Villafranca a Palermo.Da R.S.I. assieme al filosofo Giovanni Gentile. Ma Cucco segnalare, infine, la sua costante esaltazione di S. ne uscì sempre trionfante tramite assoluzioni con Francesco e di Santa Caterina da Siena di cui fù un formula piena sia per l'accusa di mafia (sentenza del 5/ sincero ammiratore e cultore come in vita 6/1931) che per quella di crimini politici (sentenza del testimoniarono i suoi scritti e le sue numerose 3/1/1947 della Corte d'Assise straordinaria di Venezia.conferenze tenute su questi due santi italiani.Ciò chiarito di Cucco oggi rimane, innanzi tutto, la figura Significativamente la città di Palermo alcuni anni fa ha dello scienzia voluto onorarne La sua fama dl grande oculista é molto legata alla sua la memoria intestandogli una piazza nel rione Malaspina scoperta della sindrone oculare contracettiva, ma in Palagonia.realtà Egli é stato anche il primo a "vedere" il profonda

legame degli occhi con tutti gli altri organi del corpo umano di cui costituiscono l'indiscutibile spia della loro

La ricorrenza Domenico Lo Iacono

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Pag. 20Ottobre 2007IL RACCONTO

Oriente ad Occidente comprendendo l'Asia fino Una moneta emessa dalla zecca della civitas decumana di all'India, il Nord Africa ed anche l'Europa centro-Amestratus intorno alla metà del III sec. a.C. suscita non occidentale i seguaci di Dioniso furono assai numerosi poche riflessioni dal punto di vista antropologico.nell'Antichità. Questa divinità ebbe diversi nomi, a I tipi raffigurati in questa nòmisma, infatti, sono molto seconda dei luoghi nei quali veniva onorata: in Oriente interessanti e rivelano importanti aspetti della vita degli prese il nome di Bassareo o di Leneo, e forse anche di Amestratini di duemilatrecento anni fa: al dritto, Zagreo; in Grecia ebbe il nome di Dioniso; e a Roma fu campeggia la Testa giovanile del dio Dioniso coronato venerata con il nome di Bacco o di Libero. d'edera volto a destra; mentre al rovescio, si staglia un Secondo la mitologia greca, la sua nascita si può Cavaliere galeato al galoppo volto a sinistra che brandisce considerare 'duplice': infatti egli era il frutto una lancia.dell'ennesimo adulterio commesso dal Padre degli dèi e Questa moneta appartiene al secondo nominale quadrans degli uomini, Zeus, stavolta con la fanciulla Semele, la della serie bronzea finora conosciuta per questa zecca quale morì perché non resistette alla vista di Zeus in tutta (per il primo nominale, sèmis, del tipo Busto di Artemide la sua magnificenza e venne incenerita dalle folgori che a destra / Apollo citaredo stante, si veda il numero di scaturivano dal dio; allora intervenne lo stesso Zeus che tolse il figlio dal grembo di Semele e lo cucì in una sua coscia finché il bimbo non fu pronto per venire alla luce; il fanciullo fu poi affidato ad Hermes, il messaggero degli Dei, ed in seguito ai coniugi reali Atamante e Ino, ai quali fu ordinato di travestirlo con abiti femminili, per proteggerlo dalla gelosia di Hera, la quale comunque lo trovò e lo fece impazzire per un breve periodo di tempo.Una volta cresciuto, Dioniso errò per ogni dove, accompagnato nel suo peregrinare da un corteggio assai particolare, costituito di volta in volta da Sileno, dai Satiri, dalle Mènadi (dette anche Lene o Baccanti), e dalle Aprile 2007 de «Il Centro Storico», pp. 14-16).Ninfe; Dioniso a volte si spostava su di un carro trainato da tigri.Il suo aspetto era quasi sempre quello di un giovane bellissimo, con il capo riccioluto e incoronato da pampini In particolare, il tipo del dritto di questo nominale e da viticci: i suoi attributi erano proprio il viticcio, il amestratino conferma la stretta correlazione esistente in mirto, l'edera, e il tirso (un bastone nodoso sormontato da età romana fra Amestratus (Mistretta) e le civitàtes di un viluppo d'edera).Calacte (Caronia) ed Halaesa Arconidea (Tusa), tutte

accomunate dal culto del dio Dioniso. In effetti, in epoca romana il tipo di Dioniso ebbe in

Per un verso dio gioviale e burlesco, per ambito siciliano un'ampia diffusione l'altro vendicativo e legato a riti oscuri, sulle monete, e la sua fortuna sembra selvaggi e talvolta violenti, Dioniso era il p r o p r i o c h e s i a s t a t a q u a s i dio del vino e dell'esaltazione orgiastica, esclus ivamente legata a l l ' a rea ma era anche in stretta correlazione con il settentrionale ed orientale della Sicilia: regno dei morti e con il mondo della a quei centri compresi nella zona vegetazione: a lui era consacrato delimitata da Halaesa Arconidea a l'inverno. Tyndaris, passando per Haluntium, a Dioniso incarnava tutto ciò che vi è di Nord; e da Tauromenium a Leontinoi, istintivo, sensuale, caotico e irrazionale passando per Catane, ad Est… nella vita (non a caso il filosofo Nietzsche insomma, quella celeberrima “Val lo prese a modello di una condotta di vita Demone”, che non si riferisce ad altri se non razionale). non proprio a questa divinità gioviale ed Questo suo carattere particolare Dioniso esuberante qual era Dioniso, in onore lo trasmetteva anche agli uomini, del quale si celebravano feste attraverso l'ebbrezza del vino, portandoli all'insegna dell'eccesso, in cui si a perdere la padronanza di se stessi e della esibivano comportamenti un po' sui propria mente, e spingendoli a generis...commettere atti inspiegabili, 'pazzeschi', L'origine del culto di questa divinità si e spesso feroci: egli toglieva le inibizioni, perde nella notte dei tempi, e da

UNA PARTICOLARE MONETA DI AMESTRATUS Parte I

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Pag.21Ottobre 2007LA NOSTRA STORIA

riconduceva gli uomini al loro stato primordiale e cicladica di Nasso, dove l'ingenua fanciulla aspettava che selvaggio, li faceva ballare, gridare, agitare, dimenare, e il subdolo Teseo la venisse a riprendere (da questo cadere nell'esaltazione parossistica che portava all'orgia e episodio, tra l'altro, ebbe origine il famoso detto «essere alla violenza (la quale era privata del suo significato piantati in asso»: travisamento e adattamento popolare negativo, in quanto nulla si riteneva giusto o ingiusto in dell'espressione «essere piantati in Nasso»); regime di delirio e in preda al puro istinto). innamoratosene perdutamente, Dioniso la sposò, ed in Ebbro di vino, il corteo dionisiaco si abbandonava alla ricordo di queste nozze sacre furono istituite delle Feste suggestione musicale del ditirambo, una danza ritmica dette Antesterie.ossessiva scandita da flauti e da tamburi e cadenzata da Queste Feste avevano una forte connotazione agreste: uno scambio di battute scherzose e gioiose che infatti con esse si celebrava sacralmente l'immissione a inneggiavano a vivere a pieno la vita, lodavano gli effetti consumo del vino nuovo, il quale portava nuova vitalità, dell'ebbrezza del vino, e prendevano scherzosamente di rendeva meno rigido il periodo invernale, e aiutava anche mira qualche personaggio. a togliere qualche freno inibitore.Una eco di questo retaggio la ritroviamo tutt'ora, nel III Insomma, nell'Antichità, anche a Mistretta, con Dioniso millennio d.C., e proprio in questi giorni nei quali in tutte ed Arianna si apriva e si chiudeva la stagione invernale le campagne a ridosso di Mistretta si raccoglie e si lavora passando dall'euforia esaltante della lavorazione dell'uva l'uva, e particolarmente in quei famosi “brinnisi” (vinnignari) fino alla trepidante attesa per il primo composti da una serie di 'botta e risposta' che hanno come sospirato assaggio (spinucciari) in cui queste due divinità tema anch'essi l'esaltazione del vino e la canzonatura di accompagnavano gli Amestratini, i quali erano molto questo o di quel personaggio dell'allegra comitiva che si è devoti e riconoscenti sia a Dioniso (raffigurato in questa formata... In questa pratica sociale, quindi, è rimasto moneta) sia ad Arianna (non dimentichiamo, infatti, che molto di “dionisiaco”: infatti a Mistretta, più che in altri ancora oggi a Mistretta esiste il “Monte Arianna”, paesi del circondario, ancora oggi la vendemmia (a località che ha restituito, tra l'altro, diverse evidenze vinnigna) è un evento, una festa, un rito! archeologiche importanti).Il mito di Dioniso, ad un certo punto, si intreccia anche con quello di Arianna, la figlia del re di Creta, Minosse, che decise di aiutare il giovane ateniese Teseo ad uccidere il mostruoso Minotauro e a trovare facilmente la via Vittorio Alfierid'uscita dall'inestricabile labirinto grazie al celebre filo. (Dottore in Beni Culturali Archeologici)L'incontro fra Dioniso ed Arianna avvenne nell'Isola

r Il Cent o Storico Anno IX o Foglio inf rmativo per i Soci

e l’ P e to arog t Mistrett d l Associazione “ ”id e oPres ente Nino T stagr ssa.t z 5 u d t Regis ra ione n. 1/197 del Trib nale i Mistre ta.

s sDirettore Re pon abile: s o .Ma similian CannataRedattore Capo: p i i Giusep e C cc a

r uSeg etaria di redazione L cia Graziano.n Redazione i ternet:

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Il Centro Storico

Pag. 22Ottobre 2007CULTURA

SBARCO IN SICILIA memoria, nel tempo e nello spazio. Fissi. Di quella fissità che si vuole mantenere tale mentre, invece, tutto cambia,

Viaggio può essere sinonimo di scoperta. Capita che il si evolve e re-interpreta.viaggio geografico fisico si sposi e si fonda con un viaggio che va al di là della fisica visione di luoghi Lo “sbarco” di Marchese assume anche un aspetto di sconosciuti o conosciuti. E ci sono viaggi dentro l'anima coralità. Coralità dalla quale emergono due figure che scoprono, mettono in luce, fanno emergere grumi e femminili (Lucia e la madre) che fungono da leit motiv, nodi che depositati nel profondo, stazionano e mettono quasi sbucando fuori da ogni angolo del romanzo. Due radici difficili da estirpare, delle quali si nutre, o si amori, seppur differenti nei ruoli, che segnano nel bene e avvelena, la pianta del proprio essere. nel male il vissuto dell'autore, lasciando segni

incancellati e incancellabili. L'essenza, comunque, della “Sbarco in Sicilia” di Alfonso Marchese, ha il sapore di coralità si esprime nella folla di personaggi tipici, a volte un viaggio introspettivo. caricaturali, ma sempre crudi e realistici negli Luoghi, posti, persone, circostanze, sono richiami a atteggiamenti e nel linguaggio, fissati e filtrati nella qualcosa che va oltre, che esiste, che sussiste e persiste memoria sia individuale che collettiva. Immutati e nel profondo intimo di ognuno, che va cercato in un immutabili, nel tempo e nello spazio, icone di una viaggio, in un approdo o sbarco nell'intimo, nel fondo più adolescenza inquieta e smaniosa di liberarsi da gabbie profondo dove il dolore si gratta con le unghie, dove si invisibili che costringono a volare basso, che chiudono incontra il sé, nudo e crudo, dove tutte le impalcature e i orizzonti liberi, che tarpano le ali. L'andare è, quindi, muri costruiti a difesa crollano, rivelando cause e motivi inventarsi, interpretarsi, è liberarsi, è spiccare il volo, di ogni inquietudine, di ogni dolore. avendo come dato di partenza, come rampa di lancio, il

luogo, il vissuto fino a quel momento sperimentato. La fatica dell'approdo, dello sbarco, è esclusivamente Luogo e vissuto che rimarranno per sempre impressi personale, pur essendo supportata da una presenza che nell'anima, come marchio di ferro rovente, nel profondo. accompagna, che riscalda, quasi, le gelide acque dell'arrivo. Presenza che è principio di realtà, il Mario del Ed è per questo che torna l'autore e si inventa uno sbarco, romanzo, che aiuta riscaldare al fuoco della nostalgia i un approdo, nei luoghi e fra la gente della sua memoria, ricordi dell'autore. Ricordi, interpretati dalla lente della per scoprire (o riscoprire) le sue radici, per stabilire distanza che restano fissi, immutati e immutabili per chi relazioni tra passato, presente e (perché no?) futuro.si allontana dal luogo delle sue radici: fissi nella Pina Sutera

A questa pubblicazione fuori commercio, degnamente favolistico. Oltre al ricercato ritmo, c'è in questi versi uno introdotta da un saggio di Vincenzo Rossi, volentieri si scorrere di paesaggi che si sostanziano in “pennellate di può dare la definizione di libricino per la graziosità colori”, mentre alle descrizioni s'accompagnano brevi o dell'aspetto grafico editoriale, per la piccola quantità di brevissime riflessioni, ora romantiche ora realistiche, pagine e quindi di componimenti, per la brevità di questi che hanno il sapore degli epifonemi: “Mare, miraggio / di ultimi, che spesso si riduce all'essenzialità e che in ogni fluide carezze, / amaca azzurra” (pag.19). Ed è ovvio che caso favorisce la lettura. Diciamo subito che sono questi i in una poesia del genere abbondano ellissi, anacoluti, libri di poesie preferiti, perché non hanno la prolissità, le anàstrofi e ipèrbati. ripetizioni, i vaniloqui e le fuorvianti divagazioni di certi Certamente un libricino siffatto “si colloca sul piano d'un mattoni. D'altronde un libricino come questo ha il gradevole poetare” ed è fonte di opportune riflessioni vantaggio d'essere tascabile e quindi di poter essere oltre che per l'autore- anche per il lettore non superficiale, tenuto come un vademecum. il quale sappia cogliere nell'essenzialità dei

Il fatto è che il Giordano in molti anni di componimenti il pulsare d'un cuore e la profondità d'una esercizio della poesia s'è scaltrito abbastanza e sa usare mente alla ricerca del bello, del saggio, dell'infinito, dettati e tecniche che colpiscono positivamente il lettore. com'è esplicitato nei versi “Ritorna spesso / ad evocare il È il caso di questi Minuetti che avevamo letto a chiusura cielo / della montagna. // Talvolta trova, /a punger la della raccolta Rami di scirocco (2000), dove per la loro poesia,/ spine di cardo” (pag.28). esiguità apparivano di qualità inferiore rispetto al resto Infine qui merita d'essere ricordata l'intensa attività del volume, e che ora qui vengono riproposti con una culturale e giornalistica svolta dal Giordano nel suo forma e una consistenza che li fanno apparire nuovi, comune e della quale è una testimonianza la recente grazie anche alla migliore disposizione e alla nitidezza raccolta d'articoli intitolata Ritagli di Mistretta dall'Unità dell'impaginazione. d'Italia ai nostri giorni (Il Centro Storico, Mistretta, Si tratta di componimenti che per lo più s'assimilano agli 2007). haiku, conservandone la sinteticità e la freschezza, mentre qualche altra volta, s'estendono con alcuni versi in più, assumendo quasi un aspetto narrativo e anzi Carmelo Ciccia

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Pag. 23Amici di versi

Pagina a cura di Filippo Giordano

Ottobre 2007

Poesia amastratinaOra vi cuntu a storia ri nautru personaggiu Prima ti ricia: “A Palermu? N-ci vaiu cchiui!”ca ri nuomu si chiamava ron-Bbiaggiu. E pui t'addumannava: “Ma tu chi vvui?” Facia a spola ri Palermu a Mistretta e ammucciuni vinnia puru a sigaretta. U so recapitu era lu negozziu, Ogni tantu viaggiava cu Pivulazza ma guai si ci ricievi “a putìa” ca cuntrabbannava ca sicarittazza. ca iddu frutta e verdura nu-nni-vinnìa. Nno trenu avia na valiggiazza ri cartuni Ogni tantu ci purtavimu na serenata e facia finta ri lassalla agnuni agnuni. Intra nni faciumu na bella cantata

E so suoru ri com'era allignata A tutti nni fici lu fauri, patati ni-nni ugghìa na pignata. ri Palermu purtava miricini e sciuri. Ri Palermu sapia ogni purtusu U iuornu ri San-Mrasi si festeggiava ma rappriessu e all'amici stritti n'ammitava nun ci putia iri mancu n-carusu. e prima ca-a sirata cominciava Quannu turnava ri Palermu facia u riscursu ma s'emozionava. vinìa a cunfusioni L'amici ci faciemu m-pensierinu ri quantu pacchi scinnìa a la stazioni. e ci u mittiemu rientra n'pacchettinu

ma avanti ca u rialu l'attruvava Ogni tantu a n'amicu l'anningava pi 'n-zi-riri nun-ciarrinunciava. quantu ra stazioni u-ia-ppigghiava. Rumani ca nuddu s'arrivorda ri tia Era na scena taliari a so suoru chi l'aspittava: resta sulu na cruci, na scritta e na fotografia.paria ca ri 'n-seculu mancava. Francesco Ribaudo Era 'm-personaggiu assai stranu però alla fini era unu alla manu.

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1 CarmeloTorcivia – Guardia municipale

9 Antonino Lo Iacono (tirinchiuni)

2 Cannata 10 Francesco Bianchi 3 Pietro Cannata – tesoriere comunale 11 Alfonso Melito 4 Monte – veterinario comunale 12 Francesco Zamblera – v- segretario 5 Podestà del comune 13 Comparato – impiegato comunale 6 Cav. Purpari – segretario comunale 14 Salvatore Patti – Impiegato comunale 7 Maresciallo dei CC 15 Antonino Sciortino 8 Don Giacomino

padre del n. 4 -

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