Aldenia maggio giugno 2014

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Salute naturale Ipercolesterolemia Aterosclerosi Colon irritabile Maggio/Giugno 2014 Psicologia Quanto valgo? Propaganda elettorale e psicologia delle masse La CTU nella separazione e affidamento dei figli La Vecchiaia

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Aldenia Rivista di salute naturale e conoscenza olistica

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Salute naturaleIpercolesterolemia

AterosclerosiColon irritabile

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PsicologiaQuanto valgo?

Propaganda elettorale e psicologia delle masse

La CTU nella separazione e affidamento dei figli

La Vecchiaia

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Settore attivita’ olisticheScuola biennale di

Operatore Olistico Libertas

La scuola biennale di “Operatore olistico Libertas” inizierà in data 20 settembre 2014 e termi-nerà in data 08 maggio 2016 con un percorso di 31 week end di 17 ore ciascuno per un totale di monte ore 527.Dopo aver sostenuto un esame di idoneità verrà rilasciato dal CNS Libertas un “ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE ALLA SCUOLA PER OPERATORE OLISTICO” e l’iscrizione all’Albo del

“SETTORE ATTIVITA’ OLISTICA E BIONATURALI LIBERTAS”.I corsi che si terranno sono in conformità con l’articolo 4 della legge del 14 gennaio 2013

Le materie ed i relativi docenti: -Biotipologia umana dott.ssa Simonetta ALBI Kinioesologia applicata Eros ZANNONI Oligoelementi dott. Wilmer U. ZANGHIRATI Oli essenziali dott. Wilmer U. ZANGHIRATI Cristalloterapia Brunella TAGLIATIRiflessologia plantare Marco LO RUSSO Scienza dell’alimentazione umana dott. Antonio FINALDI Tecniche floriterapiche Antonella ZORZETTITuina e Qigong Davide IAVARONE - Sergio MARZICCHIOhashiatsu Domenico BASSI

Il costo complessivo del corso è di € 4.340,00. Comprende 31 week end di formazione, tesseramento Annuale Libertas, esame di fine corso per la qualifica di “Operatore Olistico Libertas”, iscrizioneAll’Albo del CNSLibertas per un anno.

Per informazioni: Brunella Tagliati – coordinatrice nazionale Libertas settore olistico

Cell. 3426879099e mail: [email protected]

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Bimestrale di salute naturale e conoscenza olistica

StampaDigital Team

Reg.Trib.Firenze n.5549 del 22/01/2007

Direttore responsabile:Lorenzo Cassigoli

Aldenia Edizioni sas di Luca Cecchi

Via M. Minghetti,7 50136 Firenze

AldeniaVia Marco Minghetti,7

50136 Firenze

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Maggio/Giugno 2014

Medicina Mediterranea Classica ApplicataLa vecchiaia 2Invecchiare in salute 11

Salute naturaleIpercolesterolemia. La cura naturale 22AterosclerosiLa sindrome del colon irritabile. Alimentazione e flora batterica 26

PsicologiaLa comunicazione nel mondo del lavoro.Quanto valgo? 32Propaganda elettorale e psicologia delle masse 35La CTU nella separazione e affidamento dei figli 38

In questo numero

Saremo presenti a SANA 2014Bologna 6-9 Settembre

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Medicina Mediterranea Classica Applicata

La Vecchiaia

Per l’antica Medicina Mediterranea, l’uomo è costi-tuito dei seguenti sette elementi fondamentali o fat-tori naturali:

1) I quattro elementi con le loro qualità essen-ziali o poteri primari che rispondono alla domanda di cosa è fatto il corpo.

2) I quattro Umori, i fluidi vitali, gli agenti me-tabolici dei quattro elementi il cui equili-brio o Eucrasia, costituisce la Salute ed il cui squilibrio o Discrasia, la malattia.

3) I quattro Temperamenti, i parametri valuta-tivi, il metro qualitativo per mezzo dei quali , la salute, l’omeostasi corporea e le eventuali sua deviazioni sono valutate. Rappresenta-no la base della Medicina Costituzionale.

4) Le quattro Facoltà o Poteri, le funzioni ba-silari dell’organismo comunque le funzioni essenziali della vita.

5) I Principi Vitali. Le Energie e le Essenze che danno origine all’organismo.

6) Gli Organi e le varie parti che costituiscono il corpo umano.

7) Le Forze o virtù Amministrative. I quattro vettori principali di tutte le funzioni corpo-ree.

Quando tutti questi Fattori Naturali lavorano in-sieme correttamente, è presente lo stato di Salute e omeostasi o Eucrasia. Quando c’è disfunzione o Discrasia, c’è la malattia e qualora uno soltanto di questi elementi o una delle sue componenti essen-ziali cessasse di funzionare ci sarebbe la Morte.Lo studio di questi Fattori Naturali ci permette quindi di conoscere il funzionamento della compa-gine psicofisica umana sia nello stato di salute che di malattia.La dottrina degli Umori, agenti metabolici degli Ele-menti che costituiscono il corpo, è la base teorica della fisiologia e della conseguente Dottrina delle Costituzioni Temperamentali, che è a sua volta base

essenziale applicativa della Prevenzione attuata con un’attenta Igiene(1) di vita e dell’eventuale azione terapeutica per il recupero della salute o eucrasia umorale nel caso d’insorgenza di una malattia o di-scrasia umorale.Conosciuto il proprio temperamento si è in grado di adottare tutte quelle misure alimentari e di stile di vita atte a mantenerci in perfetto equilibrio dina-mico sia psicofisico personale che con l’ambiente che ci circonda.Volendo usare un neologismo, potremo dire che l’approccio della MMCA èEcopsiconeuroimmunoendocrinologico o usando termini più antichi, ecopneumopsicoumorale.Per l’Antica Medicina Greca il mondo è formato da quattro elementi, acqua, aria, fuoco e terra, formati dall’azione delle qualità fondamentali universali, il freddo, l’umido, il caldo e il secco, su di una matri-ce amorfa distribuita uniformemente nell’Universo chiamata Etere. In Natura questi quattro elementi formano i Misti, cioè i corpi viventi di ogni regno della manifestazione, con le più svariate caratteri-stiche fisico chimiche ed energetiche, che dipendo-no totalmente dalle proporzioni di queste qualità

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in ognuno di essi. In particolare, tutti i fenomeni viventi superiori, vegetali ed animali, e quindi an-che umani, sono caratterizzati dall’avere una predo-minanza di elementi caldi e umidi in essi (la vita è Caldo/Umida, la morte è Freddo/Secca). In particolare, l’uomo è specificatamente carat-terizzato per l’avere come elementi predominanti nella sua costituzione quelli Caldo/Umido; ha in effetti un Temperamento Inerente o Innato San-guigno. Il regno vegetale è caratterizzato da avere maggiori elementi, rispetto agli altri regni, Freddo/Umido e il Regno minerale(2), risulta evidente ed intuitivo che li abbia Freddo/Secchi. Da ciò deriva che la coloritura biologica con il suo polimorfismo presente nel vivente per come noi lo conosciamo, è data essenzialmente dall’incidenza delle Qualità Essenziali o Fondamentali universali sul substrato Etereo costituente la tela di fondo di cui l’universo stesso è costituito. Nell’ambito dell’organizzazione di un particolare Misto, sia esso, vegetale, animale, minerale o uma-no, la mescolanza degli elementi con le loro relative

qualità, dà origine a realtà biologiche specifiche me-tabolicamente attive e funzionali che sono appunto gli Umori: Flemma, Sangue, Bile gialle e Bile Nera o Atrabile. Questi attengono e servono rispettivamen-te ai seguenti elementi: Acqua, Aria, Fuoco e Terra, di cui quindi manifestano nell’ambito della fisiolo-gia corporea le rispettive qualità essenziali: la Flem-ma manifesta primariamente il Freddo e seconda-riamente l’Umido, il Sangue L’Umido e il Caldo, la Bile gialla il Caldo e il Secco, e infine la Bile Nera il Secco e il Freddo.La mescolanza delle qualità elementari presente in un corpo, o crasi, fornisce allo stesso, attraverso la presenza degli Elementi, le sue peculiarità chimico fisiche nonché elettromagnetiche che essendo evi-denti, vengono qualitativamente misurate e sintetiz-zate nel concetto di Temperamento.Nel caso dell’uomo tali caratteristiche sommate a quelle fisiologiche, psichiche e mentali danno ori-gine al Temperamento Innato o Inerente sanguigno che caratterizza tutto il genere umano. Ci sono poi, tra individui delle varie razze e popoli, notevoli dif-

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ferenze temperamentali, differen-ze che vanno in qualche modo a complementare e quindi a modifi-care il Temperamento Sanguigno di base. Queste danno origine a quell’irripetibile nota qualitati-va che caratterizza ognuno dei sette miliardi di individui umani esistenti oggi, che è appunto il Temperamento Personale(3). In Natura tutto ha un Temperamen-to e riuscire a distinguerlo per-mette di conoscere esattamente la natura, le funzioni, le tenden-ze, le probabili reazioni in caso di stimoli, i punti di forza o le eventuali debolezze di ciò che stiamo analizzando.Dato che le variabili possibili nella mescolanza ele-mentare presente nei corpi umani è quasi infinita, infinite risultano essere le costituzioni tempera-mentali da esse derivate. Comunque con una cer-ta approssimazione si definiscono quattro(4) tem-peramenti di base: Il Temperamento Sanguigno o Pletorico, derivato dalla predominanza dell’umore Sangue e conseguentemente legato all’elemen-to Aria che gli dona la qualità elementare Caldo/Umido. Il Sangue è presente in maggior quantità rispetto agli altri Umori, ammonta a circa il 78% del-la quantità umorale totale presente. Generalmente considerato il più desiderabile dato che è l’essenza della vitalità e della salute. Il Temperamento Bilioso o Collerico, derivato dalla predominanza dell’umore Bile gialla, legato all’ele-mento Fuoco che gli dona la qualità Caldo/Secco. Il corpo ne contiene una quantità ridotta, circa il 3% degli umori presenti, essendo esso in effetti insieme all’umore Atrabiliare ,più un umore di modulazione metabolica e non già un umore che sostiene e nutre il corpo. E’ il temperamento più caldo, più attivo,

catabolico e digestivo di tutti gli altri temperamenti. Attiva la fisiologia, trasforma e matu-ra i substrati dove agisce, de-pura ed elimina con il fuoco. Il Temperamento Malinconi-co o Nervoso, derivato dalla predominanza dell’Umore Bile Nera legato all’elemento Terra, che gli dona la qualità freddo/secco. Il corpo ne con-tiene una piccolissima quan-tità rispetto agli altri Umori, solo l’1% . Tende a essere il più problematico dato che è

opposto per qualità e quantità al Sanguigno. Co-munque può donare salute con l’opportuna Igiene. Il Temperamento Flemmatico o Linfatico dato dalla predominanza dell’umore Flemma o siero, legato all’elemento Acqua, che gli fornisce la qualità fred-do/umido. E’ in effetti alla stregua dell’Umore San-gue un fattore di nutrimento del corpo, quindi è anch’esso presente in notevoli quantità, circa il 18% di tutti gli umori circolanti. In realtà questo umore è una sorta di sangue immaturo, in quanto che ne condivide le qualità Umide e con un po’ di calore può essere trasformato al momento del bisogno in Sangue. Depura e elimina con l’acqua. E’ il tempe-ramento più freddo, più passivo, anabolico e più tendente alla conservazione dell’energia di tutti.I classici grafici che compaiono sin dall’antico rap-presentanti i quattro elementi ci permettono di comprendere l’unità strutturale e funzionale esi-stente nella composizione dei Misti o corpi viventi. Se nell’analizzarli ci limitiamo allo studio dell’es-sere umano, possiamo osservare come questi ele-menti cosmici organizzanti la Natura (phisis), diano origine nel corpo umano, grazie ai loro mediatori metabolici, gli Umori, a specifici organi primari, se-condari, vasi ecc., che hanno poi funzioni metabo-liche e psicofisiche precise tanto da formare quella mirabile Unità Vivente psicofisicospirituale che è l’Uomo. Tali organi sono poi in effetti le naturali sedi di questi umori e degli altri sette fattori Natura-li che caratterizzano la struttura umana.Per esempio il Cuore, organo composto, l’organo più caldo di tutti, dato il suo movimento continuo, è la sede della Facoltà o Potere Vitale che si esprime in modo funzionale grazie alla Forza vitale, al calore innato(origine di tutte le Pepsi) e al Thymos(forza immunitaria) che sono il risultato della cottura e trasformazione che fa il cuore stesso del Pneu-ma crudo inviatogli dai Polmoni che lo estraggono dall’aria che respiriamo. Il cuore è la sede dello psichismo, quindi di sentimenti ed emozioni ed è collegato alla mente; ovviamente tali attività sottili lo influenzano anche dal punto di vista funzionale nonché anatomico.La Milza è la sede naturale della Bile Nera, che serve

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dal punto di vista metabolico l’elemento Terra con le sue qualità freddo/secche e con esse costruisce nel corpo le parti più solide, come le ossa, i denti, le articolazioni e i connettivi. Coagula e ripara i tessuti e trattiene il Sangue e gli organi nelle loro rispettive sedi. Nell’apparato digerente dove c’è il suo centro di gravità funzionale(colon), agisce come aperitivo a livello gastrico e come consolidante e rallentante i transiti biologici, (per permettere il giusto tempo di contatto, per esempio tra enzima e substrato) in generale, ivi compreso quello delle feci, a livello in-testinale. Essa gioca un ruolo esattamente contrario a quello della Bile Gialla che a livello gastrico è di-gestiva e a livello intestinale è lassativa. Il sistema venoso, linfatico ed il cervello sono la sede naturale dell’umore Flemmatico che serven-do l’elemento acqua ha qualità freddo/umide che a loro conferisce. Centro di gravità sono appunto la testa ed il torace, infatti le patologie catarrose si ma-nifestano principalmente in questi distretti. I fluidi corporei di ogni natura, sia funzionali, come linfa, saliva, plasma, liquido cefalo rachidiano, ecc., che di scarto, come sudore, urina e muchi, ne sono una manifestazione. La vescicola biliare è il deposito naturale della Bile Gialla che ha caratteristiche elementari caldo/sec-che, con il Fegato ad essa collegato, serve fedelmen-

te l’elemento Fuoco nel corpo ,diffondendovi la Vir-tù digestiva della quale essi sono depositari.Visto questo, che riguarda la sola fisiologia umana, dobbiamo ricordarci l’antico adagio che recita:” Così in alto come in basso” e l’altro che sancisce un rapporto specifico tra il Macrocosmo universale e il Microcosmo Umano. Usando analogie poetiche e metaforiche , del tutto legittime ancora oggi, pos-sono essere tracciati rapporti fra elementi esterni all’uomo, come le stagioni dell’anno, le ore del-la giornata, le fasi lunari e gli elementi che più lo contraddistinguono in quanto essere vivente, come il ciclo temporale della sua stessa vita con le varie età che va affrontando. Tutti questi elementi sono legati, basta svolgere una attenta analisi, da affini-tà analogiche corrispondenti di umore e quindi di Temperamento pur essendo elementi assolutamen-te disomogenei tra loro. Ricordando quanto detto in merito all’antico adagio che recita: “Così in alto come in basso” che sancisce un rapporto specifico tra il Macrocosmo universale e il Microcosmo Umano, possiamo a questo pun-to descrivere in maniera agevole il “Ciclo della Vita dell’Uomo”(5). La Primavera corrisponde alla infan-zia fino alla prima Gioventù e al periodo della cresci-ta, la energie in gioco sono ascendenti espandenti, sia in natura che nel giovane uomo che è appunto

L’umore Flemmatico, servendo l’elemento acqua, ha qualità freddo/umide

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nella primavera della sua vita. Gli umori umidi sono scaldati dal primo sole di primavera che sveglia la natura, come nel corpo gli stessi umori formano il sangue , trasformano la flemma ed insieme nutrono il corpo copiosamente che così nutrito non può far altro che prosperare e crescere. L’Umido Radicale è ancora intatto, dato che le capacità procreative, e quindi la dispersione del seme, non cominciano che con la pubertà. La pepsis è ancora forte e la conseguente trasformazione del cibo in umori ,con la successiva distillazione di questi ultimi in Umi-do Radicale alimentare è altrettanto copiosa e for-te. I corpi giovani sono sommamente caldi/umidi ed esuberanti nell’umore che li contraddistingue, quello sanguigno, il che produce una forte spinta sia del corpo che della mente verso l’esterno con la voglia di manifestarsi e fecondare o essere fecondati al suo massimo, spesso irrefrenabile. L’estate corrisponde alla gioventù, fino alla maturi-tà fisica e intellettiva, è il momento dello Zenit della vita biologica come lo è per l’anno solare, l’energia è al suo massimo in espansione, sia come intensi-tà che qualità. La vita è piena disideri e ambizioni, spesso “Biliose”. E’ il momento dello sport e dei re-cord personali, dove non si conosce limite, ma per questo può essere un periodo pericoloso in tutti i sensi , dove spesso, purtroppo, si ledono le fonda-menta strutturali del corpo e si disperde L’Umido

Radicale in più maniere, contravvenendo alle più banali regole d’Igiene: Bacco, tabacco e venere…per citare soltanto le più classiche delle trasgres-sioni. L’eccessivo calore del momento lesiona una specifica facoltà della psiche che avendo sede nel cervello non ama certo l’eccesso di calore: la facoltà del Buon Senso o Senso Comune, alla quale gli an-tiche filosofi davano molta importanza. L’Autunno corrisponde all’età della maturità, fino alla Vecchiaia. La luce ed il calore del sole hanno cominciato a diminuire , gli umori vegetali si dile-guano dalle parti apicali delle piante , le foglie in-gialliscono, cadono e diventano Secche. Così suc-cede anche alla Forza Vitale ,al calore innato ed al Thymos o Forza immunitaria all’interno del corpo umano. L’autunno è anche il mese della vendemmia e della raccolta delle olive, dove si fa tesoro delle esperienze vissute.La Melanconia, umore della maturità o anzianità porta a concepire la transitorietà della vita, il pen-siero si fa più profondo. Dati gli umori più freddi e secchi è concepibile l’immobilità fisica che se non subita a causa di patologia, libera l’anima dai legami corporali senza che la morte subentri. L’Inverno corrisponde alla Vecchiaia che con essa condivide le qualità fredde e umide per la preva-lenza dell’umore Flemmatico. La luce e il calore del Sole sono al loro Nadir, suo punto di manife-

L’Autunno corrisponde all’età della maturità, fino alla Vecchiaia

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stazione più basso nell’anno. Parimenti, la Forza Vitale prodotta dal Sole del corpo, il Cuore è al mi-nimo, L’Umido Radicale è quasi del tutto esaurito e l’IGNIS non sostiene più le pepsis o digestioni, impedendo così la formazione degli umori e dell’es-senziale Umido Radicale stesso. Si crea così un cir-colo vizioso che porta man mano verso la riduzione ulteriore delle funzioni vitali. Le secchezze acquisite precedentemente non sono compensate, le umi-dità flemmatiche residue dato l’eccessivo freddo si bloccano….l’Olio nella Lampada della vita è esauri-to, sopraggiunge la Morte. Se in Vecchiaia ancora la fisiologia è buona, anche se ridotta, la mente, il cuo-re, virano verso concezioni più dolci ed emozionali dell’esistenza e un senso di comunione compare dove i confini personali scompaiono e si fondono, come le gocce che tornano al mare da dove in effetti provengono, con la totalità dell’essere. Tanti sono i cambiamenti che l’avvicendarsi di que-ste fasi, età, impongono alla struttura psicofisica umana, anche se in definitiva, per la fisiologia ener-getica della MMCA, tali variazioni riguardano sol-tanto i due Umori che corrispondono alle qualità essenziali che determinano la vita: il Calore e L’umi-dità, a loro volta determinati dall’effetto dal rappor-to sussistente tra i due elementi cosmici primari e veri; dall’azione del Fuoco sull’Acqua. Il loro relati-vo e combinato aumentare e diminuire, determina

la totalità del divenire fisiologico e patologico nel corpo dell’essere umano e quindi anche il suo, più o meno rapido o lento procedere lungo il cammino del ciclo della vita, perché la Vita, in tutte le sue fasi è pur sempre Calda ed Umida. Dobbiamo tornare al Fegato, perché è l’organo del-la Seconda Digestione che vede l’effettiva formazio-ne degli Umori, nei loro aspetti primari. Compren-dere questi meccanismi fisiologici è assolutamente indispensabile per mantenere la salute e protrarre la durata della vita il più a lungo possibile. Inoltre, cotture, digestioni, distillazioni, sono le procedure classiche dell’Alchimia, sia interna che esterna per le quali lo scopo è lo stesso: ottenere Una quantità specifica di quest’importante sostanza che è l’Umi-do Radicale.Torniamo alle digestioni. Esaurita la Prima Digestio-ne che avviene nello stomaco e nell’intestino tenue grazie alla presenza di fluidi dotati di caratteristi-che Biliose(ac. Cloridrico e tutti gli enzimi digesti-vi secreti nelle varie parti del tubo digerente), cioè digestive, si ha la formazione di un umore crudo denominato Chilo, che tramite il circolo portale va al Fegato. Qui si attua la Seconda Digestione grazie alla Facoltà o Potere Naturale, che ha sede proprio nel Fegato e si formano gli umori completi delle loro Virtù o Forze Amministrative, che saranno poi resi totalmente maturi e vitali dal Cuore grazie alla

Si può recuperare, o aumentare, l’Umido Radicale, lavorando sull’Igiene che ovviamente impli-ca un opportuno stile di vita e alimentare

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Facoltà o Potere Vitale in esso presente. Gli Umori rilasciati nel torrente circolatorio si di-stribuiscono tramite i vasi del circolo sanguigno che non sono soltanto conduttori passivi, ma svolgono quella che è nota come Terza Digestione al fine di rendere il Sangue, ricco di tutti gli Umori, traspor-tabile in tutti i distretti organici. Giunti finalmente ai tessuti e quindi alle cellule, av-viene la Quarta e ultima Digestione che vede l’as-sorbimento e la trasformazione delle componenti Umorali del Sangue in elementi cellulari e quindi in tessuti viventi. A Questo punto interviene un meccanismo, una di-stillazione estremamente raffinata, che interessa il tema che ci siamo prefissati di trattare, quello del-la Vecchiaia, si, perché è qui che si forma il quarto Principio Vitale, l’UMIDO RADICALE che andrà a collaborare con gli altri tre che derivano dal Cuore: la Forza Vitale, il Calore Innato e il Thymos o forza immunitaria. Questa quintessenza in parte di origine ereditaria e in parte, come adesso descritto, derivante dal fine processo digestivo dei cibi, che potrebbe oggi de-scriversi come l’essenza genetica , ormonale e nu-tritiva dell’organismo, è in effetti quell’umore che determina, insieme ad altri fattori, la qualità e la quantità della vita di un soggetto. L’Umido Radicale è quindi un fluido molto importante e soltanto po-che gocce di esso vengono ottenute alla fine di ogni

ciclo digestivo, in dipendenza della qualità del cibo stesso e dell’efficacia digestiva/estrattiva dell’appa-rato digerente. Quest’Essenza, circola nel corpo per mezzo del circolo sanguigno, nei vari canali e nelle varie orbite organiche, cardiaca, epatica, cerebrale e generativa, e qui i suddetti organi principali la di-stribuiscono agli organi nobili e secondari da loro dipendenti. Gli organi generativi ne ricevono una quantità relativamente maggiore dato che la natura prevede che in età feconda siano in grado, con essa, di formare il Seme Generativo ricco di Umido Radi-cale appunto. Le proprietà fisiche di quest’Essenza assomigliano molto a quelle della Pappa Reale che è in effetti l’Umido Radicale dell’Alveare che serve all’ape Regina per specificare la sua Facoltà Gene-rativa. Va da sé l’importanza dell’oculata gestione sia dei fatti alimentari e digestivi nonché sessuali e procreativi al fine di ottenere e mantenere al meglio quest’essenza estremamente preziosa. Detto questo, si sarà già intuito quali e quanti mez-zi possa avere a disposizione la MMCA per gestire al meglio, recuperare una volta perso, o aumentare l’Umido Radicale, lavorando sull’Igiene che ovvia-mente implica un’ opportuno stile di vita. Si intuirà anche quanto questi fatti siano importanti, specie nella fase di vita della quale ci stiamo occupando, la vecchiaia. Comunque è possibile, sfruttando l’Umido Radica-le presente nei Misti di altri regni, sia animale che vegetale nonché minerale, acquisire alte concentra-zioni di questa Essenza al fine di ottenere un Farma-co Cattolico, nel senso di totipotente, e un’essenza atta ad allungare la durata naturale di vita dell’uo-mo. Non solo, le ultime scoperte scientifiche nell’ambi-to del Fitness, dimostrano che sfruttando atteggia-menti cari ai sistemi della Medicina Greca antica, inerenti l’alimentazione, il digiuno e l’esercizio fisi-co, è possibile sintetizzare all’interno del corpo, per lo meno i corrispettivi metabolici dell’Umido Radi-cale: l’Ormone della crescita, il Testosterone ecc.. Tali specifiche variazioni nello stile di vita si accom-pagnano alla modifica sostanziale della composizio-ne corporea con una forte riduzione del tessuto adi-poso, Freddo/Umido a favore del tessuto muscolare Caldo/Umido o alla ricostruzione di quest’ultimo quando ormai carente, vedendo quindi passare gli individui che vi si sottopongono, da uno stato Fred-do/Secco ad un più giovanile e desiderabile stato Caldo/Umido, caratterizzato dall’umore sanguigno. Gli antichi Greci per spiegare la fisiologia del pas-saggio dell’uomo tra le varie età, hanno usato una metafora specifica, quella della Lanterna della Vita. In essa, l’Umido Radicale del corpo, sia quello ance-strale o ereditato che quello alimentare derivato dal processo digestivo, rappresenta l’OLIO combustibi-le presente nella lampada e il Calore Innato, facen-te parte degli IGNIS del corpo ne è la fiamma che lo brucia. Questi due principi vitali complementari, formano la base della fisiologia più profonda del

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corpo umano. La combustione della Fiamma del-la lampada è analoga all’evoluzione e al procedere della vita di un uomo, che avviene in quattro fasi :

1) Quando la lampada è accesa per la prima volta al concepimento, la fiamma è piccola ma brillantissima e la sua misura cresce ve-locemente e stabilmente: molto all’inizio e via via sempre più lentamente fino a quando raggiunge il suo picco di LUCE e CALORE nella giovinezza. Questa fase è analoga ai sanguigni anni di crescita, della gestazione, infanzia e giovinezza. La fiamma è piccola perché smorzata dall’abbondanza dell’Umi-do Radicale presente, l’olio, ed è solo calda e non bollente.

2) Nella Vita adulta, la fiamma della lampa-da ha raggiunto il suo massimo in misura, luce e calore. La Fiamma (Calore Innato) e il suo olio (Umido Radicale), sono entram-bi abbondanti e in equilibrio. Questi sono gli anni del calore bilioso, dove la forza e il vigore, le ambizioni e i desideri sono al massimo.

3) Alla maturità, mezza età, la fiamma comincia a diminuire e il calore e la luce non sono più quelli di una volta, tantomeno l’olio fornito con l’alimentazione e le riserve originarie di umido radicale del quale la lampada stessa si nutre. La lampada comincia a crepitare con secchezza, questi sono gli anni dove la

Gli antichi Greci per spiegare la fisiologia del passaggio dell’uomo tra le varie età, hanno usato una metafora specifica, quella della Lanterna della Vita.

forza declina e con essa la capacità di pro-creare dato che l’umore melanconico va au-mentando.

4) In Vecchiaia, avvicinandosi la fine dell’esi-stenza, la fiamma comincia a sfarfallare per-ché i livelli dell’olio diventano sempre più bassi. La luce e il calore prodotti sono sem-pre più inconsistenti; i flemmatici anni della vecchiaia, sono più freddi e l’energia ha il livello più basso che mai.

Quando la produzione dell’Umido Radicale è com-pletamente esaurita la lampada diventa secca e la fiamma, il Calore Innato, si spenge. Subentra la Morte e ciò che ha tenuto la compagine corporea unita e funzionante si disperde dando libertà ai set-te fattori naturali che compongono il corpo che tor-nano alle loro rispettive dimore.

Marco Lo RussoNaturopata

Note:

1) Con il termine “Igiene” intendiamo la somma degli atteggiamenti che riguardano l’igiene umana e na-turale, intesi come norme di comportamento, atti a man-tenere il giusto equilibrio negli umori personali e nei rapporti con il resto della natura al fine di determinare la salute nell’individuo e nell’ambiente che lo circonda.

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In definitiva ci riferiamo alla prevenzione primaria ed al senso ecologico. Si applica nell’ambito dei Sei fattori d’I-giene classici: l’aria e l’ambiente, il cibo e le bevande, il movimento e il riposo, il sonno e la veglia; le emozioni, l’evacuazione e la ritenzione dei rifiuti.2) Per l’antichità “tutto è vivente” e anche il regno minerale ha una sua anatomia, una fisiologia sia fisica che energetica, ed una patologia. Per tanto ci sono minerali e metalli che hanno temperamento vario che possono adattarsi alle nostre esigenze preventive e terapeutiche.3) La formazione del temperamento personale è determinata dalle influenze parentali, ma influenzata fortemente da elementi determinanti esterni quali quelli descritti dai sei fattori d’igiene che oggi identifichiamo come fattori Epigenetici.4) In effetti i temperamenti probabili non sono sol-tanto quattro ed è ben difficile trovare un temperamento puro, cioè soltanto Sanguigno, o Bilioso, ecc. Più spesso si hanno temperamenti binari dove i due temperamen-ti possono essere in equilibrio tra loro o uno dei due prevalente sull’altro. Per es. temperamento Sanguigno/Bilioso o Sanguigno/Flemmatico, o ancora Bilioso/Me-

lanconico ecc. Da notare comunque che in questi casi la combinazione può avvenire soltanto tra Umori conti-gui, che condividono cioè una qualità , per esempio una Temperamento composto Sanguigno/Bilioso, vede la condivisione della qualità essenziale del calore, essendo il Sangue caldo/umido e la Bile Gialle caldo/secco. Non è possibili si realizzino temperamenti binari con umori opposti senza la condivisione di nessuna qualità essen-ziale, per es. i temperamenti Sanguigno/Melanconico e Flemmatico/Bilioso, non sono possibili. Nella realtà, c’è un’altra possibilità che è quella di vedere temperamenti composti dove partecipano fino a tre umori, per esem-pio temperamento bilioso/melanconico/flemmatico, dove però uno dei due estremi è recessivo e minoritario rispetto agli altri due.5) Le età della vita, vanno per così dire “aggiorna-te”, dato che, la vita media degli uomini odierni si è no-tevolmente allungata rispetto al tempo che vide la nasci-ta di tali teorie. Più che all’età anagrafica, è bene riferirsi all’età biologica che meglio identifica il livello energetico e funzionale di un organismo.

MEDICINA MEDITERRANEA CLASSICA APPLICATA

INNOVAZIONE NELLA TRADIZIONE

La Medicina Mediterranea Classica Applicata è un sistema di trattamento e pre-venzione biointegrate che coniuga tradizione mediterranea, tipica della medicina Ippocratico Galenica, innovazione e recenti scoperte scientifiche.

L’associazione di Medicina Mediterranea Classica Applicata nasce per iniziativa di un gruppo di specialisti nel settore delle medicine non convenzionali che si occupano da anni sia dello studio che della applicazione di queste discipline nella loro pratica quotidiana. La necessità di una riscoperta della nostra tradizione terapeutica sta alla base del nostro in-tervento, ma la tradizione da sola non sempre basta e comunque non può essere accettata senza che alla sua base sia posto un rigoroso ragionamento scientifico. Il nostro obbiettivo, pienamente raggiunto, è quello di ottenere un sistema di trattamento e prevenzione, la Medicina Mediterranea Classica Applicata, che ci permetta di coniugare la tradizione mediterranea, tipica della medicina Ippocratico Galenica, innovazione e nuove scoperte scientifiche.

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Medicina Mediterranea Classica Applicata

Invecchiare in salute

La popolazione italiana sta invecchiando, attual-mente gli ultrasessantacinquenni rappresentano il 23,5% degli abitanti ed è previsto un aumento del loro numero con un conseguente graduale aumen-to dell’invecchiamento della popolazione(1).Considerando sia la situazione attuale che gli scena-ri futuri il mantenimento della salute per questa fa-scia di popolazione in costante incremento diventa particolarmente rilevante aumentando di pari passo la richiesta di trattamento, ma soprattutto di pre-venzione, da parte delle persone anziane.Possiamo cercare dare una risposta a questo tipo di richieste anche tramite l’utilizzo della Medicina Mediterranea.

L’anziano, secondo Avicenna (2) e quindi anche se-condo la teoria umorale, è freddo e secco, almeno secondo questo punto di vista, si dice, infatti, che si prepari a tornare alla terra. Questo stesso concetto di vecchiaia come fredda e secca è presente anche in Galeno che lo difende in contrasto con coloro che vedevano la vecchiaia come umida: “Perché mai dunque alcuni fra i medi-ci illustri dichiarano che la vecchiaia è umida? Forse sono tratti in inganno dall’abbondanza delle secre-zioni? […] Ma il discorso non verte sulle secrezioni bensì sulle parti organiche, il cui naturale operare realizza la vita. Ora il vecchio è secco là dove il bam-bini era umido, proprio nelle parti solide del cor-po: ossa, membrane, giunture, arterie, vene, nervi, pellicole, carni. E giustamente Aristotele assimila la vecchiaia a una pianta disseccata […] che altro è la vecchiaia se non un cammino verso la morte? Per cui, se la morte è un’estinzione del calore naturale, la vecchiaia potrebbe essere vista come una con-sunzione (marasmos) di questo. (3)Ma la vecchiaia può essere vista anche come una prevalenza del freddo e dell’umido “chiaro riferi-mento all’abbondanza delle secrezioni dei liquidi organici ed all’incontinenza delle persone anziane (4).Anche Ippocrate, dal canto suo, non propone un quadro granché positivo della situazione dell’anzia-no, almeno per quello che leggiamo in Aforismi: “I vecchi patiscono dispnee, catarri con tosse, strangu-ria (5), disuria (6), dolori articolari, nefriti, vertigini, apoplessia, cachessia, prurito per tutto il corpo, in-sonnia, perdita di liquidi dagli intestini, dagli occhi, dal naso, debolezza della vista, cataratta e problemi di udito” (7) Possiamo però cercare di vivere una vecchiaia migliore di quella che ci descrive Ippocra-

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te, mantenendo un regime di vita equilibrato e se-guendo alcune semplici regole.Tornando alle caratteristiche dell’anziano un’altra peculiarità, individuata sempre da Avicenna, è la delicatezza: la vecchiaia non è una malattia, e non deve pertanto essere vista come tale, ma una situa-zione di fisiologica fragilità della quale è necessario tenere conto. Lo stesso Ippocrate, infatti, afferma “Generalmente i vecchi tollerano meno dei giovani i mali; le malattie diventano per loro croniche […]” (8)Attualmente si è ripreso questo concetto e i parla sempre più spesso di fragilità (frailty) riferendosi al soggetto anziano, anche se non sempre vi è chia-rezza assoluta e da tutti accettata sul reale e preciso significato di questo termine. Come affermano Roz-zini e Zanetti “Il termine fragilità identifica una con-dizione, intuitivamente comprensibile, di rischio, esprime una condizione di vulnerabilità […]” (9)E’ comunque spesso difficile stabilire quali, delle variazioni di tipo sia funzionale che anatomico pre-senti quando si invecchia, siano da attribuirsi all’in-vecchiamento in sé e quali invece siano da attribuir-

si a patologie che, durante la vita, abbiano colpito il soggetto ed i suoi organi/apparati.Probabilmente il risultato finale è un mix tra questi due aspetti per cui mantenere in gioventù uno stile di vita salubre predisporrà ad una vecchiaia miglio-re. Resta comunque evidente come sia necessario porre una particolare riflessione nel trattamento del soggetto anziano. Anche il terapeuta deve porre, nel prescrivere i suoi trattamenti, una particolare attenzione alla specifi-ca situazione dell’anziano, per cui no a prodotti o trattamenti non necessari o troppo forti, si a trat-tamenti specifici e necessari attuati tenendo conto della particolare situazione della persona che si ha di fronte.Ma cosa di preciso viene consigliato in una ottica di Medicina Mediterranea per migliorare la situazione durante la vecchiaia?Il dormire per un tempo adeguato, e con un son-no veramente ristoratore, è l’attività più semplice che porterà ad un miglioramento, questo perché il sonno tende portare il calore nella parte vitale del corpo cioè quella centrale. A questo si a aggiungo-

Il terapeuta deve porre, nel prescrivere i suoi trattamenti, una particolare attenzione alla spe-cifica situazione dell’anziano

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no una alimentazione adatta unita ad esercizi fisici, ovviamente proporzionati all’età del soggetto, ed eventualmente massaggi, meglio se eseguiti usando oli aromatici, e bagni.Per quanto riguarda il sonno l’anziano, come affer-ma Avicenna, trarrà giovamento dal dormire in una stanza in cui l’aria sia profumata da aromi che siano moderatamente caldi. (10)Troviamo qui un’applicazione tipica anche se maga-ri attualmente poco valorizzata dell’aromaterapia.Al momento si intende come aromaterapia il tratta-mento tramite “aromi”, tramite quindi i cosiddetti oli essenziali cioè quei composti, volatili, che sono contenuti in varie parti delle piante e che vengono estratti tramite adeguate metodiche. Inalare il pro-fumo di un olio essenziale diffuso nell’ambiente fa sì che la stimolazione sensoriale, grazie all’olfatto, arrivi direttamente, senza mediazioni, a livello cere-brale stimolando il rilascio e l’utilizzo di neurotra-smettitori che agiscono sulla regolazione del tono dell’umore. (11)

Porre, ad esempio, alcune gocce di olio di lavanda in un diffusore adatto e tenerlo acceso in camera per circa 15 minuti prima di coricarsi tenderà a fa-vorire l’addormentamento, ma soprattutto a miglio-rare la qualità del sonno. Altri oli utilizzabili posso-no essere quello di sandalo (12) o quello di neroli.Il fare attività fisica è indispensabile poiché questa genera calore ed è proprio del calore che l’anziano ha bisogno.Tutto questi nel rispetto della particolare struttura-zione dell’anziano. Poiché come detto in preceden-za l’anziano è caratterizzato, oltre che dall’essere tendenzialmente freddo, dall’essere organicamente più delicato, tutte le attività che vengono eseguite, in particolare l’attività fisica, devono essere svolte nel rispetto di questa delicatezza e quindi assolu-tamente senza forzature, senza seguire un ideale giovanilistico ma rispettando la natura, e le inclina-zioni, del soggetto ed in particolare non forzando le parti deboli ma cercando di mobilizzare senza, appunto, forzare. In questa ottica andrebbero evi-

Il sonno è particolarmente importante nell’anziano che, come afferma Avicenna, trarrà giovamento dal dormire in una stanza in cui l’aria sia profumata da aromi che siano moderatamente caldi.

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tate soprattutto quelle attività che non si sono mai seguite prima, in particolare in gioventù, e delle quali non di abbia pratica: iniziare a sciare a 70 anni quando non si è mai sciato prima non è un’idea sag-gia…meglio limitarsi ad una passeggiata.Nel consigliare un esercizio fisico all’anziano è quindi necessario tenere conto di diversi fattori: la condizione fisica, la presenza di patologie, in par-ticolare se croniche, l’abitudine ed attitudine alla pratica di attività ludico/sportive. (13) In particolare nell’anziano non andrebbero esercitate quelle parti del corpo che sono soggette ad una patologia o che si presentino come in qualche modo debilitate.Attualmente si è evidenziato che nell’anziano si ha una fisiologica diminuzione di fattori come la forza muscolare, la capacità aerobica (14) l’equilibro etc. Questo non deve portare ad una cessazione dell’at-tività fisica ma semplicemente ad una modulazione dell’attività stessa che dovrà essere adeguata all’età ma soprattutto al soggetto. In particolare è necessa-rio che l’attività svolta sia, oltre ad essere corretta, non stressante, inoltre “Se durante l’età adulta non si è praticata attività fisica e si desidera farlo duran-te la prima vecchiaia, l’inizio deve essere graduale e soprattutto praticato con continuità. Tutto fa ri-tenere che l’attività meno efficace sia quella dello sportivo saltuario, che si illude sulle sue capacità operative in base ai ricordi del passato, all’esempio dei più giovani o di coetanei allenati”. (15)Quindi si all’attività fisica ma svolta con modera-

zione e con piacere ed in maniera adeguata sia alle proprie capacità che alle proprie inclinazioni in par-ticolare continuando quelle attività che si erano già intraprese in età più giovanile.Il massaggio si rivela come un trattamento che porterà influssi positivi e darà benefici se fatto con olio usando delicatezza, un massaggio quindi “ad-dolcente”, morbido che darà i migliori risultati se accompagnato, o seguito, da un bagno con effetto sia riscaldante che umidificante. (16)Abbiamo parlato di alimentazione che deve essere adeguata. Questa è importante per tutti ma lo è an-cora di più nell’anziano.Quale deve essere in linea generale l’alimentazione dell’anziano secondo la Medicina Mediterranea?Avicenna ci viene in aiuto dettando quelle che sono delle linee guida in questo campo.Sono da evitare tutti quegli alimenti che producano bile nera e flemma nonché tutti quei cibi che, per la loro caratteristica, tendano a seccare proprio per non accentuare le caratteristiche proprie dell’anzia-no.Ma, nella scelta dell’alimentazione, sarà necessario tenere conto anche di un’altra caratteristica che spesso è propria dell’anziano: la cosiddetta “ostru-zione”. L’ostruzione, che possiamo anche vedere come blocco e/o paralisi (in senso lato), o comun-que come un rallentamento, è una diretta conse-guenza della secchezza e della freddezza di cui si è già parlato e si può evidenziare, anche se in forme

Il fare attività fisica è indispensabile poiché questa genera calore.

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cliniche diverse e adeguate all’organo o apparato colpiti, in tutti i distretti dell’organismo. In effetti, usando termini contemporanei, possiamo affermare che, nell’anziano, siamo di fronte ad un generale rallentamento metabolico.L’invecchiamento porta infatti ad una diminuzione sia della quota energetica indispensabile perché sia possibile svolgere le funzioni vitali a riposo (me-tabolismo basale - BMR basal metabolic rate) sia, quindi , delle necessità energetiche quotidiane. Si ha pertanto una riduzione della spesa energetica totale (TEE total energy expenditure). A questo si aggiunge sia una diminuzione della massa magra, e quindi diminuzione della massa muscolare (LBM lean body mass), che dell’acqua totale, con un a riduzione della capacità funzionale, riduzione che riguarda sia organi che apparati. In particolare si os-serva una riduzione dei liquidi intracellulari accom-pagnata da una diminuzione della quota di potassio che può essere scambiata, mentre i liquidi extracel-lulari rimangono, come volume, non modificati o, se diminuiscono, questa diminuzione è limitata.Da non dimenticare la riduzione delle capacità ome-ostatiche dell’organismo dell’anziano, diminuzione che giustifica la fragilità (delicatezza) dell’anziano stesso con tutte le conseguenza di una situazione di questo tipoQuesta situazione fa sì che l’anziano risulti partico-larmente vulnerabile di fronte a eventi che possia-mo definire “stressanti”, ma che possono apparire banali come ad esempio i marcati cambiamenti del-

la temperatura ambientale oltre che, ovviamente, alle noxae patogene (17).La diminuzione della capacità di omeostasi dell’or-ganismo può essere attribuita a vari fattori come la diminuzione della cosiddetta “riserva funzionale” dei vari organi ed apparati e la diminuzione della efficienza di sistemi importanti come l’endocrino e l’immunitario. Si passa quindi dalla omeostasi alla omeostenosi, con un parallelo aumento dei rischi di rottura del delicato equilibrio che sta alla base della salute. A proposito della riduzione della ri-serva funzionale è importante notare che questa diminuisce fisiologicamente proprio a causa dell’in-vecchiamento, ma la sua diminuzione è determina-ta anche dall’ambiente e dallo stile di vita che han-no caratterizzato il vissuto precedente per cui per invecchiare bene è necessario vivere “bene” negli anni di vita che precedono la vecchiaia..Tornando alla cosiddetta ostruzione, conseguenza diretta, come detto prima, della secchezza e della freddezza che, secondo Avicenna, caratterizzano l’età anziana, questa avrà dei risvolti importanti a livello dell’apparato gastroenterico dove spesso si evidenzierà come una stitichezza di difficile risolu-zione.E’ necessario infatti comprendere come proprio l’invecchiamento produca delle variazioni a carico dell’apparato gastroenterico per cui si tende, a livel-lo del cavo orale, ad avere una masticazione meno efficiente per problematiche dentarie (parodonto-patia, mancanza totale o parziale dei denti etc) ed

L’alimentazione dell’anziano dovrà essere “leggera” e favorire la digestione e il riscaldamento.

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una diminuzione della efficienza delle ghiandole salivari. Lo stomaco presenta una diminuzione, in genere modesta, della capacità di secernere aci-do cloridrico, ma anche della pepsina e del fattor intrinseco sia perché si ha una diminuzione della popolazione cellulare sia perché le cellule vedono ridotta la propria capacità secretiva. A questo si ag-giunge la diminuzione anche dei prodotti del pan-creas esocrino per cui le proteine vengono digerite

con maggiore difficoltà e dimi-nuisce la capacità dell’intesti-no di assorbire gli aminoacidi. Anche l’intestino in sé risulta coinvolto con una diminuzione della sua fisiologica motilità. In effetti assistiamo nell’anziano ad una diminuzione selettiva del numero dei neuroni coli-nergici facenti parte del siste-ma nervoso enterico, nonché ad una perdita, che aumenta con l’età ed è quindi progres-siva, delle cellule di Cajal sia

nello stomaco che nel colon. (18)Tenendo conto di questo, e anche della situazione di freddezza e secchezza particolare cura andrà po-sta nell’alimentazione che dovrà essere “umidifican-te, favorendo la digestione e il riscaldamento. (19)Nell’alimentazione del soggetto anziano andranno quindi evitati tutti i cibi pesanti nonché quelli sec-chi e, sotto certi aspetti, quelli piccanti. I cibi pesanti vanno eliminati poiché tendono a produrre residui che nell’anziano sono di difficile se non impossibile eliminazione, i cibi che disseccano come i cibi acidi e piccanti, ovviamente, poiché in un soggetto già secco non faranno che peggiorare la situazione. I piccanti meritano comunque un discorso a parte. Infatti questi possono essere assunti, oculatamente, anche a scopo terapeutico quindi un eccesso di cibi piccanti va assolutamente evitato pena un aggravar-si del disseccamento, una loro assunzione limitata e ponderata a seconda della situazione del soggetto può permettere di sfruttare la loro capacità di pro-durre calore ottenendo quindi un effetto benefico.Fin qui quello che va evitato, ma ci sono anche ali-menti la cui assunzione produrrà giovamento. La preferenza andrà sicuramente data ai cibi che siano sia riscaldanti che umidificanti quindi si alle verdu-re cotte come bietole e porri, ai brodi (sia di carne che vegetali), alla frutta in particolare, in estate, ai fichi e alle prugne.Le verdure andranno condite con olio di oliva. Questa raccomandazione, dettata dall’intuizione e dall’osservazione, è tuttora valida. L’olio di oli-va contiene infatti antiossidanti, rappresentati so-prattutto da carotenoidi e composti fenolici, adatti alla prevenzione della formazione di radicali liberi. Questi antiossidanti sono più presenti negli oli ex-travergini. L’olio di oliva ha la caratteristica di contenere acido oleico (che rappresenta il 70-75% egli acidi grassi presenti) che è caratterizzata dall’includere un solo doppio legame tra gli atomi di carbonio (monoin-saturo) per cui la sua sensibilità all’autossidazione, evento potenzialmente dannoso, è drasticamente ridotta. L’importanza dell’olio di oliva nell’alimen-tazione dell’anziano è sottolineata anche dalle “li-nee guida per una sana alimentazione” (INRAN Revisione 2003) per cui attualmente si ha l’indica-zione di “Preferire nei condimenti e nelle cotture l’olio extravergine di oliva che aumenta il colestero-lo buono”. (20)Data la delicatezza dell’organismo anziano sarà me-glio non concentrare l’alimentazione in pochi pasti abbondanti ma cercare di frazionarla in piccoli pasti ripetuti.Non bisogna poi dimenticare l’importanza della metodica che si usa per cucinare.Un cibo è cotto utilizzando calore, ma questo ca-lore può essere secco, come avviene negli arrosti,

Le verdure andranno condite con olio extra-vergine di oliva che contiene antiossidanti adatti alla prevenzione della formazione di radicali liberi. Il vino è ammesso ed anche consigliato da Avicenna, ovviamente senza abusarne, purché sia rosso ed invecchiato, poiché riscaldante e diuretico.

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od umido, come avviene nei lessi, portando di con-seguenza variazioni alla qualità, intesa in senso ip-pocratico, dell’alimento stesso. Da notare che se si vuole rispettare al massimo la natura dell’alimento la cottura a vapore sembra essere quella che mag-giormente ottiene questo risultato, così come la cottura a “bagno maria”, in pratica si ottiene così di aumentare la digeribilità del cibo senza alterarne la natura (o almeno alterandolo a poco).Il latte è un altro alimento che merita un discor-so a parte. Il latte è considerato da Avicenna come un alimento “benefico” ma solo per coloro ai quali, oltre a piacere, non dà effetti collaterali, quindi è positivo poiché umidificante e nutriente ma può es-sere utilizzato solo da coloro nei quali non produce disturbi (21)In effetti però Avicenna consiglia non tanto il latte di mucca quanto quello di capra e di asina con una particolare predilezione per quest’ultimo. Inoltre specifica che deve essere posta una particolare at-tenzione a ciò che hanno mangiato gli animali pro-duttori del latte che viene assunto per cui gli ani-mali non devono essersi nutriti di piante piccanti, amare, acide o particolarmente salate. Consideran-do tutti questi fattori e la situazione odierna la cosa migliore sembrerebbe essere evitarlo.Una buona notizia: il vino, al quale Avicenna dedica un capitolo, (22) è ammesso ed anche consigliato purché sia rosso ed invecchiato, ovviamente senza abusarne, poiché riscaldante e diuretico. Il vino bianco invece non ha la stessa capacità di produrre calore per cui meglio limitare il suo uso a quando si sia già assunto calore tramite il cibo o non assumerlo affatto. Da evitarsi i liquori poiché tendenzialmente pesanti.Ora sappiamo che nel vino sono contenuti flavo-noidi fra i quali spicca il resveratrolo, naturalmente presente nella buccia dell’uva. Il resveratrolo mo-stra diversi effetti positivi che vanno dall’azione car-dioprotettiva (23) a quella anti ipercolesterolemia e antiossidante (24) nonché alla prevenzione delle problematiche cardiovascolari, a questi si aggiunge un potenziale effetto positivo sull’apprendimento e la memoria nei processi di fisiologico invecchia-mento. (25)Ovviamente è quasi impossibile stabilire con esat-tezza quanto resveratrolo sia contenuto in una specifica bottiglia di vino in particolare per l’alta variazione del contenuto di resveratrolo dell’uva, variazione determinata da fattori ambientali, come le condizioni climatiche annuali, ma anche dal tipo di vitigno usato. Ma non si può ascrivere l’azione positiva del vino al solo resveratrolo anche consi-derando che di vino ne va bevuto poco e quindi sicuramente non si arriva ad avere una assunzione quantitativamente adeguata di solo resveratrolo. In effetto la comprovata antiossidante del vino va at-

tribuita alla presenza di polifenoli in generale ed in particolare si è posta l’attenzione anche sulla mal-vidina. (26) Quindi sì al vino ma preferendo il vino rosso e ovviamente, bevendolo con moderazione.Fin qui le semplici regole proposte dalla Medici-na Mediterranea per una vecchiaia il più possibile sana nel rispetto del particolare assetto fisiologico dell’anziano. Data la fragilità dell’anziano stesso e considerando che la possibilità di ammalarsi, soprattutto di forme croniche, è abbastanza elevata ed è comunque ele-vata la possibilità di sviluppare patologie che, pur non essendo mortali, possono minare la qualità del-la vita è necessario predisporre dei presidi terapeu-tici che aiutino il soggetto anziano a migliorare la propria situazione senza però creare effetti collate-rali. L’utilizzo di estratti vegetali, sempre in ottica di Medicina Mediterranea, può essere di grande aiuto.

Simonetta AlbiMedico chirurgo

1 Dati ISTAT

2 Avicenna: medico, filosofo persiano (980-1037). Elabo-rò il cosiddetto “Canone della medicina” che, tra l’altro, elabora e pone in forma sistemica le dottrine mediche sia di Ippocrate che di Galeno

3 Citato in “Vita longa. Vecchiaia e durata della vita nel-la tradizione medica e aristotelica antica e medievale”. A cura di C. Crisciani, L. Repici, P.B. Rossi. Sismel – Edizio-ni del Galluzzo

4 Marinozzi “Umido radicale e invecchiamento nel primo evo moderno” Journal of History of Medicine

5 Stranguria: emissione delle urine in modo lento e do-loroso

6 Disuria: le urine sono emesse in modo difficoltoso o ritardato

7 Ippocrate Aforismi Terza sezione XXXI a cura di L. Coco Sellerio Editore 1999

8 Ippocrate Aforismi Seconda sez XXXIX Sellerio ed

9 Rozzini, Zanetti “Fragilità e malattie” in Rozzini, Morandi,Trabucchi “Persona, salute, fragilità” Vite e pen-siero

10 Avicenna Canone–Osservazioni generali sul regime nella vecchiaia

11 Lv XN, Liu ZJ, Zhang HJ, Tzeng CM. Aromatherapy and the central nerve system (CNS): therapeutic mecha-nism and its associated genes. Curr Drug Targets. 2013 Jul;14(8):872-9

12 Ohmori A, Shinomiya K, Utsu Y, Tokunaga S, Hasega-wa Y, Kamei C. Effect of santalol on the sleep-wake cycle in sleep-disturbed rats Nihon Shinkei Seishin Yakurigaku Zasshi. 2007 Aug;27(4):167-71.

13 “L’esercizio nell’anziano varia a seconda dello stato del fisico, malattie e abitudini” Avicenna Canone Cap- 14

Note

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V^ sez

14 “Il consumo massimo di ossigeno diminuisce di circa il 60% dai 20 agli 80 anni” Biè L’attività fisica nell’anziano

15 Elementi di psicogerontologia a cura di M. Cesa-Bian-chi e T. Vecchi Ed. Franco Angeli

16 “E’ necessario che sia equilibrato sia nella quantità che nella qualità e che non contrasti assolutamente gli organi deboli o la vescica “ Avicenna Canone cap 5 Il mas-saggio nei vecchi

17 Ricordiamo che Ippocrate afferma “Generalmente i vecchi tollerano meno dei giovani i mali;[…]”

18 Rayner CK, Horowitz M. Physiology of the ageing gut. Curr Opin Clin Nutr Metab Care. 2013 Jan;16(1):33-8.

19 Avicenna Canone “Dieta degli anziani”

20 Palazzotto, Cutrupi “A tavola non si invecchia” Ausl Roma H 2009

21 “Il latte porta benefici alle persone alle quali piace e che sono in grado di digerirlo. E’ noto che è ben tollerato se non causa senso di pienezza nella zona sopra il fegato e l’epigastrio, o prurito, o dolore. Il latte è positivo per le persone anziane in quanto nutriente e umidificante.” Avicenna Canone

22 “Il vino per le persone anziane” Avicenna Canone

23 “il polifenolo resveratrolo 83,5,4’-triidossi-trans-stil-bene) ha dimostrato benefici cardioprotettivi negli es-seri umani” Tomé-Carneiro J, Gonzálvez M, Larrosa M, Yáñez-Gascón MJ, García-Almagro FJ, Ruiz-Ros JA, Tomás-Barberán FA, García-Conesa MT, Espín JC. Resveratrol in primary and secondary prevention of cardiovascular dis-ease: a dietary and clinical perspective. Ann N Y Acad Sci. 2013 Jul;1290:37-51. doi: 10.1111/nyas.12150.

24 Chen W, Rezaizadehnajafi L, Wink M. Influence of resveratrol on oxidative stress resistance and life span in Caenorhabditis elegans. J Pharm Pharmacol. 2013 May;65(5):682-8. doi: 10.1111/jphp.12023. Epub 2013 Jan 31.

25 Zhao YN, Li WF, Li F, Zhang Z, Dai YD, Xu AL, Qi C, Gao JM, Gao J. Resveratrol improves learning and memory in normally aged mice through microRNA-CREB pathway. Biochem Biophys Res Commun. 2013 Jun 14;435(4):597-602. doi: 10.1016/j.bbrc.2013.05.025. Epub 2013 May 16

26 “L’effetto antiossidante complessivo dei vini rossi è dovuto alla sinergia dell’azione antiradicalica e al com-portamento redox, attività in particolare esplicate dalla malvidina” attività antiossidante e antinfiammatoria del vino rosso e dei suoi costituenti - studio iniziato come lavoro sperimentale di tesi di laurea magistrale in Farmacia da Stella Ciatti, con la supervisione della Pro-fessoressa Daniela Giachetti e del Dottor Marco Biagi del Dipartimento Scienze Ambientali dell’Università degli Studi di Siena

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APPUNTAMENTO A SANA 2014

CON L’ALIMENTAZIONE BIO, GLI INTEGRATORI E LA COSMESI NATURALE

Il prossimo settembre nel quartiere fieristico di Bologna ri-aprirà i battenti SANA, la ventiseiesima edizione del Salone Internazionale del Biologico e del Naturale (BolognaFiere, sabato 6 settembre - martedì 9 settembre), l’appunta-mento assolutamente da non mancare se siete tra coloro che a tavola preferiscono consumare alimenti biologici e se per la cura del corpo ricorrete ai prodotti cosmetici ottenuti da ingredienti-base naturali.

Sono tre i settori in cui si struttura il Salone, la più im-portante manifestazione del settore in Italia, che si avvale della collaborazione di Federbio ed ha ottenuto il patroci-nio di EXPO 2015. Nei padiglioni dedicati all’Alimentazione i visitatori tro-veranno esposte le ultime novità in materia di prodotti biologici certificati, freschi e conservati. Nel settore Be-nessere saranno in mostra prodotti per la salute e la cura della persona: alimenti destinati ad una dieta particolare (ad esempio cibi privi di glutine, per diabetici, per sportivi), cosmetici a base di ingredienti naturali e bio, erbe officinali, integratori alimentari, cibi funzionali e trattamenti naturali. Infine, nel settore Altri prodotti naturali dedicato al vi-

vere ecologico quotidiano, si troveranno prodotti per la pulizia della casa naturali, capi di abbigliamento bio, com-ponenti di arredamento e mobili non trattati con sostanze chimiche e prodotti per il tempo libero.Come per le passate edizioni, la manifestazione espositi-va di SANA 2014 sarà accompagnata da un ricco cartel-lone di seminari e convegni di approfondimento che offriranno ai visitatori e agli espositori l’opportunità di ag-giornarsi sui temi che più stanno a cuore al consumatore orientato a seguire un’alimentazione sana e all’utilizzo di prodotti naturali per la cura del corpo e la pulizia della casa.In questo ambito, una novità dell’edizione 2014 di SANA riguarda i corsi che Akesios Group organizzerà all’in-terno del Salone in collaborazione con SANIS (Scuo-la di Nutrizione e Integrazione nello Sport) e la società scientifica SINSeB (Società Italiana Nutrizione Sport e Benessere).Target dei corsi sono medici, farmacisti, nutrizionisti, ope-ratori della salute, singoli sportivi anche dilettanti. Relatori saranno medici, medici sportivi, nutrizionisti. I temi trattati andranno dagli integratori specifici per l’attività sportiva,

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SANA ACADEMY. Il tradizionale appuntamento con i corsi gratuiti di SANA Academy, organizzati per il terzo anno consecutivo da Bo-lognaFiere e dedicati all’alimentazione a base di prodot-ti biologici, lunedì 8 settembre, dalla 14.30 alle 16.30, offrirà l’opportunità di assistere alla lezione di un docente davvero speciale: Paolo Sari, il primo cuoco bio al mon-do che può fregiarsi di una stella Michelin, assegnata quest’anno al suo ristorante Elsa di Montecarlo. Domenica 7 settembre si parlerà invece della ristorazione biologica che il biohotel Elite di Levico Terme offre ai suoi ospiti.Sabato 6 settembre e martedì 9 le lezioni di SANA Aca-demy saranno invece dedicate al benessere della persona e alla cosmetica naturale. Sul sito www.sana.it sarà inoltre possibile seguire i corsi online che avranno luogo, dalle 14.30 alle 16.30, il 12 giu-gno (e-commerce, nuovo canale di vendita in erboristeria e parafarmacia), il 26 giugno (il gelato biologico), il 25 set-tembre (benessere della persona), il 30 ottobre (la promo-zione degli alimenti bio nella ristorazione collettiva, ovvero le mense scolastiche e aziendali), il 20 novembre (integrato-ri e componenti nutraceutici).Chi ha perso i corsi della passata edizione, o chi volesse approfondirne gli argomenti, può collegarsi alla pagina http://www.sana.it/corsi-e-convegni/sana-on-air/1808.html, dove troverà i materiali e le registrazioni-video delle lezioni tenute l’anno scorso dai docenti di SANA.

A SANA 2014 LA PREVENZIONE, I CIBI FUN-ZIONALI, LA NUTRACEUTICA. La Fondazione Istituto di Scienze della Salute, presieduta dal professor Enrico Roda, offrirà al pubblico di SANA convegni di alto profilo medico scientifico sulla preven-zione e sul mantenimento della salute. I congressi medici, indirizzati anche alla comunità scientifica, andranno ad in-tegrare il mondo della salute con quello della produzione alimentare, con particolare attenzione alla produzione di alimenti che utilizzano l’impiego di elementi nutraceutici e che rappresentano gli ingredienti-base della Dieta Medi-terranea. In relazione al vasto tema dell’ “Alimentazione e della sa-

lute nel terzo millennio”, esperti del settore parleranno di “Strategie di genomica e breeding per lo sviluppo di varietà adatte ai nuovi stili alimentari e scenari colturali”, “Miglio-ramento della qualità e valenza nutritiva di colture di base della dieta mediterranea”, “Selezione di nuove varietà di fruttiferi arricchite di fitonutrienti”, “Sottoprodotti della filiera agroalimentare per la fertilizzazione dei suoli e per il recupero di molecole funzionali: la chiusura del ciclo”. Verrà approfondito anche il tema dell’ “Impatto sullo stato di nutrizione e salute di particolari alimenti e filiere”. Consi-derato il ruolo che riveste nelle abitudini alimentari dei po-poli mediterranei, un altro protagonista degli incontri sarà “Il vino: i misteri della bevanda di Bacco. Una nuova nar-razione dai geni alla buona tavola”. Ma anche l’acqua sarà al centro di un incontro che si occuperà di questa preziosa e insostituibile risorsa a rischio, dell’importanza dell’idrata-zione nel bambino e nell’anziano e nella cura dell’obesità, nonché di acque minerali e termali, di bevande funzionali (energy e sport drink), di tè e caffè. Nutraceutica protagonista anche del convegno dedicato a “I nutraceutici di successo per le malattie cardiovascolari, digestive e il cancro”, “Le possibilità di migliorare e fortifi-care la pasta e i prodotti da forno”, “Metodologie analitiche per valutare l’attività nutraceutica di matrici alimentari”.

TORNA SANA SHOP. Visto l’altissimo indice di gradimento raggiunto l’anno scorso presso il pubblico dei visitatori e gli espositori, tor-na SANA SHOP, lo spazio allestito da BolognaFiere in cui solo gli espositori di SANA potranno vendere i loro pro-dotti ai visitatori.

SANA.IT Notizie flash, approfondimenti, informazioni a 360° gradi: sul sito www.sana.it saranno caricati in tempo reale tutti gli aggiornamenti di interesse per gli operatori professionali e il pubblico dei visitatori.

sia amatoriale sia professionale, alle diete alimentari asso-ciate all’attività fisica.Il programma dei corsi si svilupperà in tre sessioni:• SANIS PRATICTIONER: il passato, il presente e il futuro della formazione nella nutrizione sportiva• 1° CONVEGNO NAZIONALE SINSEB: La nutrizione e l’integrazione sportiva fra scienza e dogmati-smi• SINSEB EXPERIENCE: Nutrizione e disturbi alimentari nel bambino atleta.

Se desiderate ricevere informazioni più dettagliate e/o vo-lete iscrivervi ai corsi, potete telefonare allo 0521 647705 oppure scrivere a [email protected], o collegarvi al sito www.akesios.it

Da sabato 6 settembre a lunedì 8 SANA 2014 sarà aperto dalle 9.30 alle 18.30; l’ultimo giorno della manifestazione, martedì 9, il Salone aprirà alle 9.30 e chiuderà alle 17.00. L’ingresso è gratuito per gli operatori del settore, previa registrazione online sul sito www.sana.itPer i visitatori non professionali il costo del biglietto è di 5 euro sia sabato 6 che domenica 7, e di 20 euro lunedì 8 e martedì 9. L’abbonamento ai 4 giorni di manifestazione costa 20 euro, l’opzione di gran lunga più conveniente per chi non voglia perdersi nemmeno un giorno della fiera.

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IpercolesterolemiaLa cura naturale

Per quanto possa apparire paradossale, il colester-olo è un normale costituente del corpo umano. E’ presente nelle membrane cellulari, è indispensabile per la sintesi di alcuni ormoni, contribuisce alla formazione della bile, fornisce il nutrimento ad al-cuni tipi di cellule.

Il colesterolo viene introdotto nell’organismo uma-no con gli alimenti. Quelli di origine animale come il burro, le carni rosse, le frattaglie, le uova ne sono particolarmente ricchi. La carne bianca, il pesce e i latticini lo contengono in quantità moderata. La pasta, il riso, la verdura e la frutta ne sono pratica-mente privi.

Una volta introdotto con gli alimenti, il colestero-

lo viene assorbito dall’intestino. Successivamente viene trasportato al fegato, che ne incrementa la quantità e lo incorpora nelle lipoproteine. Queste vengono nuovamente immesse nel sangue per rendere il colesterolo disponibile alle necessità dell’organismo. Sono principalmente di tre tipi e differiscono per la composizione (tipo di proteine e percentuale di colesterolo e di trigliceridi) e per le proprietà fisiche. Le HDL, rappresentano il cosid-detto “colesterolo buono” perché mentre circolano nel sangue raccolgono, incorporano e asportano il colesterolo presente sulla parete dei vasi. Le LDL, contengono una quantità relativamente alta di colesterolo e trigliceridi e rappresentano il “coles-terolo cattivo”, che si infiltra più facilmente nelle pareti vascolari depositandosi sotto il tessuto che

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riveste la superficie interna dei vasi sanguigni e dando inizio alla formazione della placca ateroscle-rotica. Infine le VLDL, che sono presenti nel sangue in piccole quantità e, in quanto ricche di trigliceridi, sono particolarmente nocive.

Normalmente nel plasma sanguigno la quantità del colesterolo totale dev’essere inferiore a 200-220 mg/dl, quella del colesterolo HDL dev’essere supe-riore a 40 mg/dl negli uomini e 50 mg/dl nelle don-ne e quella del colesterolo LDL dev’essere inferiore a 130 mg/dl.

In alcuni casi, tuttavia, la quantità delle lipoprote-ine circolanti nel plasma sanguigno aumenta oltre i limiti considerati normali e determina la comparsa di una condizione patologica nota come ipercoles-terolemia.

Questa può essere primaria o genetica ossia de-terminata da un’alterazione “ereditaria” su base familiare oppure secondaria a molte cause come l’alimentazione scorretta e l’obesità, il diabete, l’assunzione di alcuni tipi di farmaci, alcune malat-tie renali, malattie della tiroide, l’alcolismo.

Colesterolo - Valori normali

Colesterolo totale inferiore a 200-220 mg/dl

Colesterolo HDL superiore a 40 mg/dl per gli uominisuperiore a 50 mg/dl per le donne

Colesterolo LDLnferiore a 130 mg/dl

Purtroppo l’incremento del colesterolo circolante favorisce la sua deposizione nella parete delle ar-terie e l’innesco dell’aterogenesi. Quando questa colpisce le arterie in sedi critiche, come il cuore o il cervello, può causare l’infarto o l’ictus.

Prevenire l’insorgenza dell’ipercolesterolemia, sig-nifica, quindi, prevenire l’insorgenza dell’infarto e dell’ictus. Ma la prevenzione necessita di interventi a livelli diversi.

In primo luogo occorre modificare la propria ali-mentazione sia qualitativamente che quantitativa-mente, privilegiando il consumo di alimenti a bassa densità energetica e basso contenuto in colesterolo.

In secondo luogo occorre aumentare l’attività fisica per favorire l’utilizzazione del colesterolo da parte delle cellule.

In ultima analisi, occorre assumere integratori natu-rali ma di efficacia provata scientificamente che lim-itino l’assorbimento del colesterolo presente negli alimenti, inibiscano la sintesi di quello prodotto dal fegato e favoriscano la predita di quello immes-so nell’intestino con i sali biliari.

Tra i rimedi naturali più efficaci ricordiamo il fungo Monascus purpureus, le piante del genere Berberis, il Carciofo, il Tarassaco, l’olio di Lino e l’Aglio.

Tuttavia diffidiamo il lettore dall’autoprescrizione in quanto alcuni prodotti, se non abbinati a una dieta personalizzata e correttamente prescritti da professionisti qualificati, oltre a non sortire gli effet-ti sperati, possono addirittura causare l’incremento degli indici di funzionalità epatica e degli enzimi muscolari.

Luca Mario Pitrolo GentileMedico nutrizionista

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Aterosclerosi

L’aterosclerosi è una malattia di tipo infiammatorio cronico che colpisce le arterie caratterizzata da una specifica e caratteristica lesione: l’ateroma.L’ateroma è una placca costituita da materiale lipi-dico, come il colesterolo e i fosfolipidi, ma anche proteico e fibroso.Perché si formi un ateroma è necessaria la presenza di una “aggressione” all’endotelio dei vasi.Le arterie sono infatti costituite da tre tonache so-vrapposte in maniera concentrica che, andando dall’interno verso l’esterno del vaso sono:

• intima • media• avventizia

A tappezzare la tonaca più interna, cioè quella rivol-ta verso il lume del vaso, troviamo l’endotelio, un tessuto che ne ricopre tutta la superficie.Tornando alla formazione dell’ateroma dopo essere stato aggredito l’endotelio diventa più permeabile, arrivano i globuli bianchi e si assiste ad una migra-zione di cellule muscolari lisce che dalla tunica me-dia vanno all’intima il tutto accompagnato da una attivazione dei macrofagi. A questo punto, dato che sia i macrofagi che le cellule muscolari lisce tendo-no a d inglobare i grassi, si assiste alla comparsa delle cosiddette “strie lipidiche” a cui seguirà la for-mazione dell’ateroma vero e proprio che tenderà, con il passare del tempo ad ingrandirsi.E’ noto che gli ateromi tendano a formarsi preva-lentemente in alcuni distretti rispetto ad altri, in particolare si formeranno in prevalenza dove si ha un aumento della turbolenza del moto del sangue

e quindi, ad esempio nei punti di biforcazione dei vasi stessi.

L’aterosclerosi può essere silente, almeno per un certo periodo di tempo, o dare manifestazioni clini-che varie tra le quali l’angina pectoris, la claudicatio intermmitens o anche l’infarto miocardico o l’ictus. Il tipo di problematica che si evidenzia nonché la sua gravità dipendono da quale arteria è colpita.Alla comparsa di problematiche aterosclerotiche o, più in generale, cardiovascolari non contribuisce però solo l’assetto lipidico, vari, infatti, sono i fatto-ri di rischio che sono implicati nell’insorgere delle malattie cardiovascolari. Alcuni di questi fattori non sono modificabili mentre su altri si può agire con un intervento preventivo.Sono fattori di rischio immodificabili l’età, il sesso e la familiarità.

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In genere il rischio cardiovascolare aumenta con l’e-tà per un fisiologico processo di usura. Per quanto riguarda il sesso gli uomini presentano un indice di rischio cardiovascolare maggiore delle donne quan-do queste ultime sono ancora in età fertile mentre in post-menopausa i rischio tende ad essere uguale nei due sessi.Per quanto riguarda la familiarità, cioè la presenza di patologie cardiovascolari nei genitori, fratelli e simili, questa può essere considerata un indice del probabile assetto genetico dell’individuo e quindi un indice di probabilità per lo sviluppo di questo tipo di patologie.Oltre a questi fattori che sono ovviamente immodi-ficabili ne esistono poi altri sui quali è possibile, in qualche modo, agire. I principali fattori modificabili sono:• ipertensione• fumo• sovrappeso/obesità – in particolare l’obesità

“addominale”• colesterolemia

• diabete• stile di vita – sedentarietà• alimentazione• stress

Considerando che si può agire solo su alcuni fattori cosa si può fare?Innanzitutto smettere di fumare. Il fumo, infatti, de-termina di per sé un evidente aumento del rischio cardiovascolare, rischio che riguarda anche coloro che sono soggetti al cosiddetto fumo passivo. Il se-condo passo è costituto dall’alimentarsi in maniera sana, quindi si al pesce per almeno due volte la set-timana, no ai grassi animali che vanno invece limita-ti. Meglio limitare anche l’assunzione di sodio, cioè di sale ed aumentare il consumo di cibi ricchi di fibre in particolare assumendo un’adeguata quan-tità di frutta e verdura. Altrettanto importante sono lo svolgimento di una regolare attività fisica ed il controllo del peso.

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La sindrome del colon irritabile

Alimentazione e flora batterica

La corretta alimentazione è una delle componenti fondamentali sia per prevenire che per contribuire al trattamento della sindrome dell’intestino irrita-bile. Più in generale una corretta alimentazione è fondamentale per mantenere la salute.Alla generica corretta alimentazione si unisce il con-cetto dell’evitare quegli alimenti a cui si risulti in-tolleranti.Si parla molto di intolleranze alimentari: cerchiamo di comprendere cosa sono.Possiamo definire le intolleranze come una reazio-ne di tipo immunitario rivolta verso molecole di tipo antigenico che sono presenti negli alimenti. Entrano quindi in campo le reazioni immunitarie veicolate da particolari proteine: le immunoglobu-line.In generale le immunoglobuline sono proteine for-mate da quattro catene: due catene pesanti, che definiscono la classe dell’anticorpo, e due catene leggere.Distinguiamo quindi diversi tipi di immunoglobuli-ne: IgG, IgA, IgE, IgD e IgM.

Le intolleranze alimentari sono, quindi, delle re-azioni anomale verso uno o più alimenti. Queste reazioni non compaiono immediatamente dopo l’assunzione dell’alimento responsabile dell’intol-leranza ma, tra l’assunzione e la comparsa dei sinto-mi, può passare un periodo di tempo anche piutto-sto lungo: fino a 72 ore.Le allergie sono anche esse delle reazioni di tipo immunitario verso sostanze, e, tra queste, anche gli alimenti, che di solito sono innocue.Importante è non fare confusione tra intolleranza ed allergia.In particolare in caso di allergia la risposta è imme-diata e, soprattutto, non dipende dalla dose della sostanza introdotta, reazioni allergiche, quindi, si possono scatenare anche per dosi molto piccole di prodotto. In caso di intolleranza, invece, la risposta è lenta e si ha solo se si supera una certa dose di sostanza (dose soglia).Mentre la diagnosi di allergia è relativamente faci-le, non lo è altrettanto la diagnosi di intolleranza o, meglio, non è altrettanto facile individuare l’ali-

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mento o gli alimenti ai quali si è intolleranti.I metodi diagnostici proposti nell’ambito della in-dividuazione degli alimenti ai quali il soggetto è intollerante sono numerosi ed ognuno presenta vantaggi ma anche difetti. E’ evidente che la confer-ma della giusta individuazione è ottenibile solo alla scomparsa dei sintomi quando si attui una dieta che elimini la sostanza incriminata seguita dalla ricom-parsa, o dalla produzione di cambiamenti, quando la sostanza è reintrodotta, metodica questa di non sempre facile attuazione.Le problematiche connesse con la presenza di in-tolleranze alimentari possono riguardare qualun-que apparato con una azione diretta o indiretta, tra questi, ovviamente, anche l’apparato digerente. Il presenza di una sindrome del colon irritabile elimi-nare gli alimenti ai quali si è intolleranti porterà un sicuro giovamento. Questa eliminazione non deve necessariamente essere “per sempre”, di solito ba-sta una eliminazione completa per 4-6 settimane seguita da una graduale reintroduzione. Questo, nella maggior parte dei casi, permette all’organi-smo di disintossicarsi e di riaccettare l’alimento.

A parte la presenza di intolleranze è importante, in linea generale, mantenere una alimentazione il più

possibile corretta.E’ necessario comunque ricordare che il compor-tamento alimentare è una struttura complessa sul-la quale agiscono numerosi fattori per cui adottare una comportamento alimentare adeguato può non solo non essere facile, ma essere addirittura fonte di stress, con tutte le conseguenze negative che dallo stress possono derivare. Attualmente, almeno nelle società occidentali, le persone non sono più costrette a gestire la scarsità di cibo, ma devono se-lezionare gli alimenti tra una offerta ed una quantità praticamente illimitate ed effettuare le giuste scelte può non essere semplice, in particolare può essere difficile mantenere un equilibrio tra la quantità degli alimenti assunti e il reale bisogno dell’organismo. Il cosiddetto comportamento alimentare, cioè quel-lo che mangiamo, dipende da vari fattori come il gusto, l’olfatto, gli impulsi visivi, componenti emo-zionali e cognitive. Un regime dietetico particolar-mente rigido, anche se salutare, difficilmente sarà seguito per lungo tempo e le eventuali trasgressioni possono facilmente portare all’instaurasi di sensi di colpa e generare uno stress niente affatto positivo. Quello che appare necessario non è imporre un re-gime dietetico, ma insegnare a mangiare. La chiave sta quindi nella educazione alimentare, per cui il

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regime dietetico passa dall’essere una restrizione imposta ad essere una scelta consapevole.

Considerando la componente psichica presente nella sindrome dell’intestino irritabile non è im-portante solo cosa mangiamo ma anche come lo mangiamo quindi è sostanziale non mangiare in piedi ma seduti a tavola, possibilmente su di una tavola ben apparecchiata, meglio se in un ambiente piacevole, mangiare con calma assaporando il cibo e masticandolo bene, quindi evitare di lavorare, leggere, discutere mentre si mangia. Il momento del pasto deve divenire un momento di piacere du-rante il quale ci si prende cura di se stessi.Ci sono poi alimenti che, ovviamente, hanno delle caratteristiche che li rendono, se non proprio scon-sigliabili, almeno da usare con moderazione.Questo è il caso dei alimenti cosiddetti ad alto po-tenziale flatulogeno, cioè quei cibi che, per le loro caratteristiche, favoriscono la formazione di aria a livello dell’intestino.

Il latte, merita un discorso a parte perché, in un certo numero di soggetti, può essere causa di un particolare tipo di intolleranza, intolleranza al lat-tosio, per la presenza di un deficit dell’enzima che è indispensabile per il suo metabolismo: la lattasi.Il lattosio è lo zucchero principalmente contenuto nel latte ed è formato da due zuccheri, galattosio e glucosio, uniti tra loro. Questo legame viene rotto dalla lattasi e i due zuccheri che compongono il lat-tosio ritornano singoli. Il deficit di lattasi comporta una non completa scissione del lattosio nei sue due componenti per cui passa inalterato nell’intestino dove, arrivando al colon, subisce un processo di fermentazione ad opera della flora batterica intesti-

nale con produzione di idrogeno e acidi organici e dà origine alla tipica sintomatologia fatta di gonfio-re e dolore addominale.Sempre nell’ambito di una sana alimentazione nella sindrome del colon irritabile andrebbero evitati, o almeno assunti con moderazione, il caffè e tutte le bevande contenenti caffeina, nonché le bibite gas-sate.Sempre da evitare i dolci molto elaborati e, se pos-sibile, anche i dolcificanti.Alcuni alimenti poi andrebbero consumati con mo-derazione tra questi la frutta secca e la frutta scirop-pata, le carni ed i pesci grassi, le spezie.Da evitare in generale, ma nella sindrome del colon irritabile in particolare, i cosiddetti junk food, cibi spazzatura, alimenti che tendono ad essere oltre che oltremodo raffinati ricchi di grassi idrogenati, sale e zucchero.Da non dimenticare,poi, l’importanza di un appor-to idrico adeguato, dai 6 agli 8 bicchieri di acqua al giorno. L’acqua, ovviamente, deve essere naturale e

non gasata.In una patologia come la sindrome del colon irritabile la generalizzazione delle norme die-tetiche può comunque essere vista solo come una sintetica indicazione,infatti ogni soggetto ha poi delle esigenze specifiche. Ad esempio l’uso di alimenti ricchi di fibre, o generica-mente integrali, non dà gli stessi risultati in tutti i casi determinando in alcuni soggetti un miglioramento in altri un peggioramento a ri-prova della necessità di una personalizzazio-ne della alimentazione.In ogni caso, se si individuano delle sicure in-tolleranze alimentari, gli alimenti incriminati andrebbero evitati.In ultimo ricordiamo che l’alimentazione ha un ruolo centrale non solo nella sindrome del colon irritabile ma, in genere, per il manteni-mento della salute,e che al cibo deve essere dedicata la giusta attenzione. Giusta vuol dire non eccessiva, non ossessiva. Bratman, nel

1997, ha descritto per la prima volta la cosiddetta ortoressia, una problematica psicologica che porta ad avere una attenzione eccessiva, quasi maniacale, per i cibi sani. Bratman stesso, che si definisce un ex-ortoressico, ha creato un questionario per l’individuazione di quella situazione specificando alcuni dei comporta-menti tipici come: mangiare ciò che è ritenuto sano a prescindere dal sapore, passare più di tre ore al giorno pensando al cibo, pianificare i pasti diversi giorni prima, eliminare cibi che piacciono in favo-re di cibi considerati salutari anche se, magari, non graditi, sentirsi colpevoli quando si trasgredisce e non ci si alimenta nel modo considerato corretto. Riscoprire il piacere del cibo,mangiare in modo

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equilibrato ma senza farsi ossessionare dalla ricer-ca dell’alimento “sano” per eccellenza, mangiare rilassati e in un ambiente piacevole, personalizza-re l’alimentazione senza aderire ciecamente a degli standard precostituiti sono tutti elementi che favo-riranno la salute intestinale e saranno poi in grado di aiutare in caso di sindrome del colon irritabile.

La flora batterica intestinaleNell’apparato digerente é presente una grande quantità di batteri di specie differenti che si localiz-zano principalmente a livello del colon poiché, nel tratto superiore dell’intestino, così come a livello gastrico, l’habitat è tale da permettere solo una co-lonizzazione limitata.Per questo lo stomaco, dove il pH è particolarmente acido, non presenta una vera e propria flora ma è però possibile ritrovare, sulla parete, un particola-re batterio che è l’Helicobacter pylori, balzato agli onori delle cronache per il suo ruolo nella genesi dell’ulcera gastrica e, all’interno, degli Streptococ-chi e dei Lattobacilli. La situazione, per quanto ri-guarda il numero di batteri, già migliora nell’inte-stino tenue. La prima parte del tenue, il duodeno, tende a somigliare come flora batterica allo stoma-co, mentre l’ultima parte, l’ileo tende via via che gli si avvicina a somigliare, come flora batterica, sem-

pre più al crasso. Il colon, che è particolarmente ricco di flora batterica, mostra una differenziazione della flora stessa a seconda delle parti che andiamo a considerare.La flora batterica svolge funzioni importantissime. Innanzi tutto crea una barriera contro eventuali pa-togeni, agisce poi, con una funzione detta metaboli-ca, sulle sostanze che stanno transitando; è alla flo-ra batterica che si deve la fermentazione dei residui che non sono digeribili, la produzione di Vitamina K e delle vitamine del gruppo B, l’assorbimento di ioni ed il recupero di componenti energetiche. Ol-tre a queste svolge anche una funzione, detta trofi-ca, sulle cellule dell’intestino, controllandone equi-librio e sviluppo, e sul sistema immunitario.Attualmente si ritiene che nell’intestino di un adul-to siano presenti almeno 500 specie diverse che, la-vorando sinergicamente, contribuiscono alla salute dell’intestino, in particolare, ma, in generale, di tut-to l’organismo, ma , in effetti, quelle che conoscia-mo potrebbero essere solo una parte delle specie effettivamente presenti.Data l’importanza della flora batterica intestinale altrettanta importanza viene data a due grandi fa-miglie di cosiddetti “alimenti funzionali” che do-vrebbero agire proprio a livello della microflora: i prebiotici e i probiotici.

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Definiamo probiotici tutti quei batteri che,una volta ingeriti, sono i grado di arrivare ancora vivi e, so-prattutto, attivi a livello intestinale. Si definiscono prebiotici tutte quelle sostanze che, soprattutto a livello del colon, si dimostrano in grado di stimo-lare la proliferazione di quei batteri che hanno un effetto positivo sull’organismo.Tra i prebiotici ricordiamo l’inulina, ricavata dalle

radici della cicoriaXXXA questi si sono ultimamente aggiunti i cosiddetti simbiotici, prodotti che uniscono prebiotici e pro-biotici. La funzione dei simbiotici è quella di fornire all’organismo contemporaneamente sia i batteri di cui ha necessità sia il substrato ottimale per favorire la loro crescita.

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Vista l’importanza della flora batterica intestina-le il suo equilibrio, o, se necessario, il suo riequi-librio, potrebbero avere una certa importanza nel trattamento e nella prevenzione della sindrome del colon irritabile. In effetti l’uso dei probiotici nel trattamento della sindrome del colon irritabile è controverso, anche perché non è bene chiaro se l’alterazione della flora batterica sia da considerarsi una conseguenza od una causa di questa sindrome (Dahlqvist 2011). Esistono studi come quello di Ki Cha e al. che dimostrano come una miscela di pro-biotici sia in grado di apportare sollievo sintomato-logico in questa sindrome, ma quello che risulta ne-cessario è soprattutto considerare ogni probiotico, o, meglio, ogni prodotto probiotico, separatamente ponendolo in relazione con il paziente, i suoi sin-tomi e le sue condizioni specifiche (Ringel 2011). I benefici del trattamento con probiotici sembre-rebbero essere infatti ceppo specifici pur esistendo studi preliminari che mostrano come basse dosi di probiotici sembrino essere in grado di alleviare i sintomi di questa patologia (Whelank 2011). Da tutto questo risulta evidente che l’uso di probiotici, così come l’alimentazione, necessiti di una attenta personalizzazione che tenga conto di tutti i vari e diversi fattori che entrano in questa sindrome così complessa.

Luca Cecchi

Gli esami del sangue sono un importante mezzo per conoscere il proprio stato di salute, possono inoltre essere una guida per prevenire patologie che si stanno formando o per evidenziare stati patologici già pre-senti.La loro interpretazione, ma anche la semplice com-prensione del loro significato, non è sempre agevole soprattutto per chi non è in possesso di competenze specifiche.Il libro vuol essere uno strumento di informazione per coloro che non sono medici ma che si occupano del mantenimento del bene salute, ma anche per i pa-zienti, utilizzando un linguaggio semplice e di facile acquisizione. Il lettore viene quindi guidato alla comprensione di quelli che sono i più comuni esami del sangue. La prima parte prende in considerazione i più comu-ni esami del sangue spiegando a cosa servono e cosa possono evidenziareNella seconda parte è presente una guida, di chiara e rapida consultazione, che indica i valori ritenuti nor-mali per i più comuni esami del sangue, oltre ad un elenco delle sigle che vengono di solito usate nei re-ferti che provengono dai laboratori di analisi. Al termine del volume un pratico glossario spiega i termini tecnici utilizzati nel testo.

Simonetta AlbiLeggere e capire gli esami del sangue

ISBN: 9788896618196

Nelle migliori librerie

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La comunicazione nel mondo del lavoro

Quanto valgo?

La prima condizione per svolgere bene il proprio lavoro e non “ammalarsi “ di relazioni sbagliate, come nel burn out o nel mobbing, è l’autostima. Per spiegare cosa sia si può partire da una rappre-sentazione su una sagoma umana, della teoria freu-diana, come faceva sempre Antonella Parenti nei corsi di formazione: l’Es, ossia l’inconscio, i conte-nuti interiori che non sappiamo di avere, viene col-locato nella pancia, perché è il luogo dove vengono percepite le passioni e le emozioni; l’Io, la strut-tura psichica che mantiene in maniera organizzata e stabile il rapporto con la realtà, nella testa e il Super-Io, ossia l’insieme dei divieti e dei comandi, i modelli e i codici comportamentali ereditati dai genitori, come un cappellino appoggiato sulla te-sta. Se queste componenti sono in equilibrio fra di loro si ha il benessere, se una qualunque di esse prende il sopravvento, si verificano i conflitti. Per mantenere l’equilibrio ci serviamo dei meccanismi di difesa. Fra i più importanti possiamo ricordare la razionalizzazione, ossia il portare spiegazioni logiche e razionali a contenuti emotivi conflittuali vissuti come pericolosi, la negazione, ossia l’esclu-sione di tali contenuti dalla coscienza, e la rimozio-ne, l’allontanamento dalla coscienza di pensieri e ricordi considerati insopportabili dall’Io.

L’autostima non si forma tutta insieme nè una volta per tutte, è uno degli aspetti portanti dell’identità e della comunicazione per cui probabilmente richie-de un aggiustamento continuo, come un motore delicato. Per rendere l’idea di cosa si intenda per autostima è molto graziosa la favola della giraffa, tratta dalla raccolta di storie terapeutiche di Geor-ge Burns e che si può utilizzare anche per spiegare questo concetto ai bambini. Una giovane giraffa non era per niente contenta di sé: guardava le zebre e invidiava loro la loro corsa veloce, si imbatteva nell’elefante e sentiva quan-to le mancava quella comoda proboscide per non parlare delle gazzelle così leggere ed eleganti nella corsa! Lei era lenta, goffa, lunga, secca, con quel collo interminabile e quelle ridicole corna sulla testa.. la madre cercava di rincuorarla dicendole “tu sei una giraffa, sei fatta come tutte le giraffe. Sii te stessa!” la giovane giraffa non capiva quelle parole, soprattutto quel “sii te stessa” non le pare-va per niente incoraggiante. Un giorno capitò che una leonessa le chiedesse aiuto per recuperare il suo cucciolo salito in cima ad un albero. Per la gi-raffa era un gioco da ragazzi! Poco dopo incontrò una scimmia disperata perché la sua piccola era caduta in un dirupo e si sosteneva a delle radici di un albero, ma nessuno sapeva come toglierla da quella pericolosa situazione. La giraffa abbassò la testa e con il lungo collo raggiunse la scimmietta che si attaccò alle sue corna e poté essere riportata in salvo. A quel punto la giraffa capì cosa voleva dire la madre: era importante quello che riusciva a fare, il mettere a frutto tutte le proprie qualità e per la prima volta fu orgogliosa di essere una giraffa.Anche noi come la giraffa facciamo spesso l’erro-re di considerare con amarezza quello che non si è, quello che non si ha, e così sviamo l’attenzione da noi stessi e non riusciamo a impossessarci delle

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nostre qualità. L’autostima non equivale assoluta-mente a “gasarsi”, ma a saper far uscire il meglio di noi. Corrisponde in modo preciso alla parabola dei talenti nel Vangelo; le qualità non sono cose da nascondere sotto terra, perché danno frutto solo se vengono utilizzate. L’autostima è da preservare in modo speculare a quella dell’altro, ossia non si nu-tre di invidia e di rancore: l’autostima mia e dell’al-tro creano profondo rispetto umano, capacità di ascolto e correttezza nei rapporti. Si capisce quindi che nel lavoro è uno degli aspetti decisivi. Infatti se è vero che l’autostima fonda le sue basi nell’infanzia e nell’adolescenza, viene poi messa duramente alla prova nell’esperienza del lavoro. È difficile che si abbiano solo conferme, più facilmente si incontra-no ostacoli, equivoci, gelosie e rivalità quando non di peggio, che fanno traballare fortemente l’imma-gine di noi stessi. Forse riconoscerci tutti imperfet-ti e bisognosi di aiuto potrebbe rappresentare un buon inizio per tenere nella giusta considerazione la stima di sé e degli altri; purtroppo siamo più por-tati, ecco un’altra citazione evangelica, a vedere la pagliuzza negli occhi dell’altro che la trave nei no-stri – e lo facciamo per tutelare l’autostima!È difficile avere autostima se da bambini non siamo stati guidati in tal senso; alcune frasi sono rivelatici di come un bambino tenda ad avere un’immagine negativa di sé: “non ne faccio mai una giusta” “Non faccio mai nulla di buono”, “tutti ce l’hanno con me” , il detto “Ogni scarafone è bello a mamma soia” non fa che sottolineare come la madre sia la prima da cui ci aspettiamo una conferma, la carez-za rassicurante, perfino di essere visti belli quando non lo siamo per niente…Proviamo a chiederci: fra forza del carattere, ossia capacità di non mostrare emozioni, e forza di es-sere se stessi, cioè fragili, qual è la vera forza? La risposta non è scontata!Uno dei problemi su cui sento di volermi sofferma-re è quello dell’antinomia mente/corpo. Ogni testa pensante dimentica il corpo sottostante e lo blocca, ma il corpo chiede di esprimersi e a volte urla, fa-cendoci soffrire di questa divisione interna. Sentirsi osservati e giudicati, non potersi lasciare andare è un’esperienza dolorosa: sento quasi tenerezza ver-so chi quotidianamente è impegnato nella propria battaglia fra il ronzio del pensiero e il richiamo del corpo! Come nel mondo affettivo e familiare, la comunica-zione ha un ruolo determinante anche nel mondo economico e la possibilità di potersi disimpegnare positivamente nella giungla delle relazioni inter-personali dell’ambiente occupazionale, segue le regole dettate alla “comunicazione efficace”. Anche nel mondo del lavoro può accadere di perdere la giusta percezione di se stessi, della propria posizio-ne e l’eccessiva concentrazione sulle nostre abilità, può creare difficoltà nel compito che siamo chiama-ti a svolgere.

Antonio, un giovane promoter che svolgeva con notevole successo la sua attività era molto soddi-sfatto di come svolgeva il suo lavoro, era ammirato e continuamente ricercato nell’ambiente finanziario e commerciale ma nonostante tutto aspettava il gran-de “colpo “ per fare il salto di qualità. Finalmente un importante magnate dell ‘ alta finanza gli propose un incontro. Egli passò tutto il giorno prima pensando a come impressionare questa importante figura. Una vol-ta entrato nell’ ufficio il magnate, dopo i convenevoli, gli fa la domanda “desidero fare degli investimenti, vorrebbe dirmi qualcosa?... ll giovane promoter comin-ciò subito a presentare la sua abilità, con quante perso-ne era in contatto, facendo una lunga lista degli inve-

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stimenti da lui effettuati, espose una serie di sue idee su come gestire i vari patrimoni, di come tutti fossero soddisfatti e come fosse sempre un passo avanti alla concorrenza. Dopo oltre un’ora che “vendeva la sua merce” il magnate si alzò, lo ringraziò di quanto ave-va esposto e lo congedò. Antonio era assai soddisfat-to di come si era presentato con tutti i vari successi avuti anche se era un po’ stupito del brusco congedo. Dopo alcuni giorni venne a sapere che il magnate si era rivolto altrove...

Dov’è che qualcosa non ha funzionato? Eppure tutto sem-brava andare per il meglio. Se analizziamo la situazione vediamo come Antonio per tutto il tempo si fosse con-centrato su se stesso, preoccupato solo su come fare bella figura, su come rappresentarsi al meglio senza considerare l’altro. Quasi certamente il magnate si sarà domandato “come posso affidarmi a questa persona così concentrata su di sè che non si è preoccupata di chie-dermi cosa io volevo fare? L’immagine che ciascuno ha di sè agisce sui comportamenti, sulla comunicazione interpersonale e rappresenta un fulcro vitale nei rap-porti di lavoro. Come tutti ben sappiamo l’autostima ha ripercussioni importantissime nei legami interattivi poiché ciascuno di noi si confronta costantemente con gli altri e si crea una propria autoimmagine in base alle sensazioni che percepisce e alla considerazione de-gli altri, nel mondo del lavoro, ad esempio, siamo sem-pre a cercare di stabilire più o meno inconsciamente se il collaboratore o il collega sia più bravo o meno di noi, se il superiore ci consideri positivamente o meno, se il cliente abbia veramente fiducia in noi e via dicendo e si agisce di conseguenza. Poiché è difficile per tutti avere la certezza del proprio valore, la maggior parte delle vol-te ci stimiamo attraverso il confronto con le persone con cui siamo in contatto, cioè abbiamo bisogno del giudi-zio dell’altro: se il giudizio è positivo la nostra conside-razione è salva, mentre un giudizio negativo rappresenta una minaccia per l’autostima. Per una comunicazione funzionale è importante prendere in considerazione i diversi fattori che influiscono sull’ autostima legati ai vari condizionamenti dell’ambiente operativo, ad esempio situazioni lavorative che possono creare conflitti con la propria coscienza etica o professionale, agli apprezza-menti sulla propria persona e sulle proprie prestazio-ni, sulla considerazione che sentiamo intorno, ogni volta che interviene una lode o un complimento il senso di autostima cresce e ci aiuta ad avere più successo; viceversa si ha un calo della propria considerazione se riceviamo dei rimproveri. Naturalmente poiché l’au-tovalutazione che facciamo fino a prova contraria rap-presenta per noi la realtà, solo e soltanto quando essa coincide con il reale, le cose nel mondo del lavoro, e non solo, vanno per il verso giusto, ogni discrepanza che si verifica fra l’immagine del sè e la realtà porta a dif-ficoltà interpersonali: ad esempio una sottostima porta

alla rassegnazione e al bisogno di fuga mentre una esa-gerata considerazione di se stessi può farci dimenticare l’ascolto dell’altro. Nel caso di Antonio l’eccessiva attenzione a presentare i propri successi, forse do-vuta alla continua ammirazione manifestata dagli altri, al bisogno di dimostrare ad un “grande altro” di essere il più bravo, lo ha intrappolato in una sot-tile rete di giri a vuoto, facendogli perdere di vi-sta un aspetto importante della relazione: l’ascolto dell’altro e delle sue esigenze.

Elena MeconcelliFosco Patriarchi

L’altro che non parla. La comunicazione negli ambienti di lavoro.ISBN: 978-88-96618 -16-5

Il volume ci guida attraverso le trap-pole della comunicazione nel mondo del lavoro, portando esempi tratti dalla attività clinica degli autori, e guidando il lettore verso l’apprendimento di un modo equilibrato e corretto di comu-nicare.

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Propaganda elettorale e psicologia delle masse

I meccanismi psicologici che presiedono alle dinamiche di una propaganda elettorale rientrano nella funzione conativa, esercitata mediante messaggi e manifesti volti a persuadere i destinatari ossia i votanti. Fin dall’antichità ciò veniva espresso con testi di vario tipo, essenzialmente graffiti e iscrizioni parietali tracciate e spesso dipinte su muri di edifici pubblici e privati (tituli picti). Di questi abbiamo molti esempi soprattutto nella città di Pompei, connessi alle diverse fasi della sua storia e quindi legati alla sua vita repubblicana ed imperiale. I personaggi candidati alle magistrature locali (duoviri, edili) svolgevano la loro propaganda dapprima in forma orale, rivolgendosi direttamente agli elettori persino con suppliche, poi con ‘manifesti’ scritti su muri che denotano

il ricorrere di formule più o meno fisse (“Oro vos faciatis”, “dignus rei publicae”) e la celebrazione delle virtù del candidato (“vir bonus et egregius”, “benemerens”, “integer” ecc). La legge cercava di eliminare la corruzione e il ricorso ad elargizioni o benefici per ottenere il voto, ma non sempre conseguiva il suo intento. Col passare del tempo l’opera di persuasione elettorale ha mutato forma, avvalendosi degli strumenti sempre più sofisticati offerti dal progresso. Le modalità sono, comunque, quelle adottate da ogni specie di propaganda, inclusa quella commerciale. Se il fine è quello di indurre il destinatario ad acquistare un prodotto, si useranno messaggi semplificati, sintetici e ad effetto, caratterizzati da un livello culturale non troppo

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elevato per risultare comprensibili ad un maggior numero di persone. In questo caso il rischio è solo quello di pubblicizzare prodotti non validi presentati come eccellenti ed efficaci e, in ultima analisi, di incrementare il consumismo; nel caso di messaggi sociali e politici invece le conseguenze possono essere molto più rilevanti e coinvolgere l’intera collettività, in positivo e in negativo. Il processo psicologico su cui si fa leva è il medesimo dei tempi passati: si esaltano le doti del candidato, in particolare l’onestà, il civismo, i titoli di benemerenza e i servizi sociali svolti prima della candidatura, la passione nel caso di aspiranti più giovani. Inoltre si attua quella che è stata definita “propaganda invisibile”, ovvero si minimizzano i pregi dell’avversario, si tacciono le sue benemerenze, si falsificano e si deformano tratti della sua vita politica precedente. La mistificazione è una delle armi più potenti impiegate dagli avversari politici per mettere in ombra o denigrare l’operato del competitore, mentre aumentano le possibilità di “persuasione occulta” grazie ai moderni mezzi d’informazione. Al giorno d’oggi vecchio e nuovo coesistono, come fili eterogenei intrecciati nel medesimo tessuto sociale, a volte difficilmente distinguibili l’uno dall’altro. Somiglianti sono le formule e gli stilemi con cui vengono ‘confezionati’ i manifesti elettorali, immutata è l’amplificazione come metodo per porre in rilievo la figura del candidato e in un certo senso per imporla all’attenzione dei cittadini, uomini “di strada” e “di piazza” immersi nell’arredo urbano del luogo dove vivono, interlocutori dei comizi, nei quali la sollecitazione al voto è orale e diretta. Diversi sono i mezzi di comunicazione, perché nell’antichità romana e nei secoli passati sino all’Ottocento più limitati erano, ovviamente, i veicoli di trasmissione della propaganda e non esisteva nulla che corrispondesse ai moderni mass-media. Con la nuova era della tecnica questi ultimi hanno favorito i leader in cerca di consenso, personalizzando la politica e privilegiando l’immagine. Alcuni studi hanno analizzato il tema del carisma e dei capi carismatici, offrendo spunti interessanti per comprendere meglio la psicologia dei leader e delle masse. Da Weber a Freud a Le Bon ad altri, si è rilevata la tendenziale inerzia ed emotività delle folle, che sarebbero soggette al potere della ‘suggestione’ e attratte dall’influsso ipnotico di demagoghi e populisti, con il conseguente rischio di manipolazione sia nel momento dell’elezione sia nelle fasi successive del governo. Perciò è opportuno che i singoli filtrino le immagini e i discorsi recepiti dall’esterno affinando il loro senso critico e si tengano informati, confrontando le ideologie dei vari schieramenti politici e i loro programmi per

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prendere coscienza delle realtà in gioco e delle prospettive future. Come sosteneva Elias Canetti, l’istinto che contribuisce a formare una massa è connaturato nell’uomo alla stessa stregua di quello della sopravvivenza; essa eserciterebbe una misteriosa attrazione ma non potrebbe sussistere se non come ‘paredra’, complemento di un’altra entità: il potere. Sta quindi alle moltitudini, intese come popolo insediato in un territorio e dotato di ‘sovranità’, rivendicare i propri diritti – doveri affinché lo Stato del quale fanno parte sia gestito nel modo migliore e promuova la crescita e il benessere dei cittadini. Ma nell’era del post-moderno, in cui sono mutati i rapporti di forza e si è assistito al crollo delle ideologie tradizionali, ciò che prevale è ormai la frammentazione dei gruppi politici e la loro trasversalità. La “destra” e la “sinistra”, definite alla vecchia maniera, si sono sfaldate e sfaccettate assumendo variegature diverse, comprendendo all’interno di ogni coalizione blocchi non più monolitici ma estremamente differenziati e frantumati. Nel frattempo sono sorte nuove fazioni, che sembrano segnare una rottura ancor più radicale con il già esistente al fine di smantellare i privilegi acquisiti dalla casta al potere, gli interessi legati alle “lobby” dominanti, le consuetudini e le norme che finora erano state alla base dell’economia, della società, delle funzioni demandate agli organismi competenti in materie importanti per tutta la cittadinanza. Anche il modo di fare propaganda è in continua evoluzione, in quanto i mezzi offerti dalla presenza straripante della tecnologia consentono ai nuovi leader politici di rivolgersi alle masse con un approccio quasi esclusivamente “virtuale”, rifiutando talvolta persino il confronto e il dibattito “reale” con gli esponenti di altri partiti in lizza. Talune posizioni di questi movimenti farebbero pensare a idee riformiste di qualche anarchico moderato dell’Ottocento: ad esempio, a J.P. Proudhon, contrario all’accentramento statale e sostenitore di un tipo di economia basato sulla democratizzazione del credito e sulla giustizia sociale. Ma altri gesti più teatrali ed eclatanti degli stessi leader, volti a far presa sull’immaginario collettivo, rammentano atti altrettanto celebri che inaugurarono il fenomeno del ‘divismo’ ai primi del Novecento (si ricordi G. D’Annunzio). Come si è detto, antico e moderno si intrecciano, fin quasi a confondersi, nel processo della propaganda elettorale: identico è l’obiettivo che si vuole raggiungere (l’elezione alle cariche pubbliche), simile è in ogni tempo la psicologia della massa e dei capi che aspirano al potere o lo detengono. Diversi i metodi impiegati per ottenere consensi e voti, nella nostra società post-industriale caratterizzata da uno scambio costante

e imponente di informazioni e messaggi. Dalle ‘icone’ e dalle ‘finestre’ in continuo movimento che si aprono sul web quasi per invitarci ad entrare in mondi ignoti paragonabili a scatole magiche piene di sorprese, ai “camion a vela” che percorrono a zonzo le vie urbane solo per ‘esibire’ l’immagine di un candidato e il simbolo del suo partito ad occhi meravigliati e amichevoli o ad altri ostili e irritati per l’ulteriore aggravio di inquinamento dell’aria cittadina … non mancano le sollecitazioni a partecipare alla vita sociale, così da non rimanere “fuori dal coro” e non abbracciare la posizione di chi, in sdegnosa solitudine, preferisce astenersi da qualsiasi giudizio e lasciare che altri si assumano ogni responsabilità. Salvo poi, disapprovare l’altrui operato e precludersi la possibilità di levare in alto il vessillo della speranza in uno Stato migliore. L’epochè (o sospensione del giudizio) è consentita solo ai sapienti cultori dello scetticismo o a coloro che, utopisticamente, sulla scia di Platone considerano come ideali reggitori dello Stato i filosofi.

Donatella BaldarottaDottore in lettere classiche

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La C. T. U. nella separazione ed affidamento dei figli

Il tema della separazione è di grande attualità, poi-ché si assiste ad un momento in cui io “separarsi” è quasi una moda. Sono sempre più le famiglie che si dividono. Le coppie che “scoppiano”.Difatti sei coppie su dieci decidono di non stare più assieme e di rompere il patto del matrimonio, per vari motivi tra cui il rifiuto di sottoporsi ad un sac-rificio e cioè quello di “stringere i denti” quando vi sono problemi economici o sentirsi coppia nelle difficoltà quotidiane che la vita offre.Molte persone si rivolgono agli avvocati per avere una mano nella separazione che può essere di due tipi: giudiziale o consensuale; che fornisce la pos-sibilità di avere un regime di affidamento dei figli ad entrambe i genitori. Di solito i bambini vengono affidati ad entrambe, con il pernotto alla madre e il diritto di visita del padre due giorni la settimana ed un weekend alterno.La separazione diviene difficile quando vi sono i fi-gli che subiscono le scelte effettuate dai genitori.Per far fronte al grande problema della tutela dell’interesse del minore i magistrati nominano de-gli esperti quali: psicologi, psichiatri, neuro- psichi-atri infantili per effettuare una C. T. U. (art. 191 c. p. c.), ovvero una consulenza tecnica per decidere quale sia l’affidamento più idoneo per il minore; questo avviene quando entrambe i genitori ne rich-iedono l’affidamento.L’esperto designato dal magistrato, potrà essere uno psicologo, uno psicoterapeuta, uno psichiatra, un neuropsichiatria, un medico legale; fondamen-tale che abbia un bagaglio conoscitivo specifico in relazione alla conoscenza sull’età evolutiva ed in particolar modo che sappia adottare una metodolo-gia adeguata al bambino e al caso affidatogli.

Alla nomina di un consulente tecnico le parti pos-sono ed è il caso di affermare “devono” effettuare la nomina di consulenti tecnici di parte, C. T. P., che lavoreranno al fianco del C. T. U., effettuando delle proposte e ne controlleranno il lavoro avvalendosi anche della possibilità di fornire relazione scritta (art. 195 c. p. c.).Il C. T. P. accompagnerà il genitore tramite tutto il

percorso aiutando ad elaborare le varie fasi della C. T. U. ed i vari problemi.Per la metodologia utile all’espletamento dell’incarico il C. T. U. si deve avvalere di alcuni principi del Codice Deontologico dello Psicologo Forense:Art. 6: Nell’espletamento delle sue funzioni lo psi-cologo forense utilizza metodologie scientifica-mente affidabili. Nei processi per la custodia dei figli la tecnica peritale è improntata quanto più possibile al rilevamento di elementi sia dai sogget-ti stessi sia dall’osservazione dell’interazione dei soggetti tra di loro.Art. 7: Lo psicologo forense valuta attentamente il grado di validità e di attendibilità delle informazio-ni, dati e fonti su cui basa le conclusioni raggiunte. Rende espliciti i modelli teorici di riferimento utiliz-zati e, all’occorrenza, vaglia ed espone ipotesi inter-pretative alternative esplicitando i limiti dei propri risultati. Evita altresì di esprimere opinioni person-ali non suffragate da valutazioni scientifiche. Nei casi di abuso intrafamiliare, qualora non possa valu-tare psicologicamente tutti i membri del contesto familiare compreso il presunto abusante), deve de-nunciare i limiti della propria indagine.Art. 8: Lo psicologo forense esprime valutazioni e giudizi professionali solo se fondati sulla conoscen-za professionale diretta, ovvero su documentazione adeguata e attendibile. Nei procedimenti che coin-volgono un minore è da considerare deontologica-mente scorretto esprimere un parere sul bambino senza averlo esaminato.Art. 11: Stante il contesto in cui opera, lo psicologo forense ha particolare cura nel redigere e conser-vare appunti, note, scritti o registrazioni di qualsiasi genere sotto qualsiasi forma che riguardino il rap-porto col soggetto. Egli ricorre, ove possibile, alla video registrazione o, quantomeno, alla audio regis-trazione delle attività svolte consistenti nella acqui-sizione delle dichiarazioni o delle manifestazioni di comportamenti. Tale materiale deve essere posto a disposizione delle parti e del magistrato.Art. 14: Lo psicologo forense rende espliciti al mi-nore gli scopi del colloquio curando che ciò non

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influenzi le risposte, tenendo conto della sua età e della sua capacità di comprensione, evitando per quanto possibile che egli si attribuisca la respon-sabilità per ciò che riguarda il procedimento e gli eventuali sviluppi. Garantisce nella comunicazione con il minore che l’incontro avvenga in tempi, modi e luoghi tali da assicurare la serenità del minore e la spontaneità della comunicazione; evitando, in par-ticolare, il ricorso a domande suggestive o implica-tive che diano per scontata la sussistenza del fatto reato oggetto delle indagini.Art. 15: I colloqui con il minore tengono conto che egli è già stato sottoposto allo stress che ha causato la vertenza giudiziaria. Nel caso di pluralità di es-perti è opportuno favorire la concentrazione dei colloqui con il minore in modo da minimizzare lo stress che la ripetizione dei colloqui può causare al bambino.Art. 17: Nelle valutazioni riguardanti la custodia dei figli, lo psicologo forense valuta non solo il bambino, i genitori ed i contributi che questi psi-cologicamente possono offrire ai figli, ma anche il gruppo sociale e l’ambiente in cui eventualmente si troverebbe a vivere. Nel vagliare le preferenze del figlio, tenuto conto del suo livello di maturazione, particolare attenzione dovrebbe porsi circa le sin-cerità delle affermazioni e l’influenza esercitata so-prattutto dal genitore che lo ha in custodia.Egli dovrà effettuare, all’interno della C. T. U. dei colloqui di osservazione con il minore utilizzando la videocamera ed uno specchio unidirezionale, ove farà assistere dietro i CTP (se nominati), in modo tale che il minore non si senta a disagio ed osser-vato.Dovrà somministrare al bambino o adolescente una batteria testologica, per poter apprendere determi-nate peculiarità della personalità del piccolo perizi-ando.

Dovrà testare la realtà fattuale in cui vive il minore: - scuola, andando ad effettuare degli incontri con maestre od insegnanti e valutando le pagelle scolastiche.- casa, svolgendo delle visite domiciliari nelle case di entrambe gli ex coniugi; incontrando, inol-tre, figure familiari di riferimento quali i nonni.- eventuali attività di svago o figure profes-sionali quali pediatra o medici.Infine dovrà redigere una relazione in cui andrà a evidenziare il lavoro svolto e la risposta al quesito postogli dal giudice.

Alessia MicoliPsicologa Criminologa

Bibliografia

Durkheim E., “Il divorzio consensuale”, Armando, Roma, 2010.Fornari U. “Trattato di Psichiatria forense”, Utet, Torino, 2008.Gallo E., Marasco M., Micoli A., “La vittimologia in am-bito familiare. Il minore vittima della separazione genito-riale”, in Zacchia, Archivio di Medicina Legale, sociale e criminologia, Società Editrice Universo, aprile- settembre 2005.Gulotta G. “Elementi di psicologia giuridica e di diritto psicologico, civile, penale, minorile”, Giuffrè, Milano, 2000.Malagoli Togliatti M. “Affido congiunto e condivisione della genitorialità”, Franco Angeli, Milano, 2002.Martin C. “Le risque solitude, divorces et vulnerabilità relationelle”, Revue Internazionale d’Action Communa-taire, ed. Saint Martin, Montreal, 1993.Micoli A. “Genitori di fronte la separazione. Come affron-tare una C. T. U”, Franco Angeli, Milano, 2013.Oliviero Ferrarsi A. “Dai figli non si divorzia. Separarsi e rimanere buoni genitori”, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano, 2006.

Mariapia SpirolazziEvergreen

Come mantenere bellezza, salute e giovinezzaISBN: 9788896618356

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Scuola di Naturopatia Mediterranea

Chirone

Dall’esperienza maturata dall’Università Popolare di Firenze, prima università popolare in Italia, nasce la Scuola di Naturopatia Mediterranea Chirone.

Tre sono le gli obiettivi specifici della scuola, obiettivi che la definiscono e la qualificano:

• formare naturopati qualificati

• riscoprire e valorizzare la cultura mediterranea nell’ambito del mantenimento e del recupero della salute

• favorire e sviluppare la crescita personale degli allievi.

Tradizione Mediterranea

La tradizione mediterranea, che ci è stata tramandata nei secoli, rappresenta un patri-monio culturale attualmente poco valoriz-zato e dimenticato a favore di altre metodi-che tradizionali di trattamento.

La Scuola di Naturopatia Mediterranea Chi-rone, nel suo intervento formativo, recupe-ra questa tradizione supportandola con un solido ragionamento scientifico per dare al futuro naturopata strumenti di trattamento e prevenzione validi e applicabili nella quo-tidianità lavorativa.

Crescita personale

Un intervento formativo non può limitarsi ad essere un passaggio di nozioni; il concetto stes-so di “formazione” implica un miglioramento, una crescita determinata anche e soprattutto dal corretto rapporto individuo ambiente. In questa ottica diviene particolarmente distin-tivo e qualificante l’introduzione nell’ambito dell’intervento formativo di Gruppi Gestalt, gestiti da psicoterapeuti, in modo che ogni al-lievo possa entrare in contatto con il proprio specifico mondo emozionale per divenire e scoprire ciò che è, rendendo lo studente, al ter-mine del percorso, in grado di ottenere quella consapevolezza che lo porterà a relazionarsi nel modo migliore con gli altri avendo, alla base, una relazione consapevole con se stesso.

www.scuolachirone.itsegreteria: 055294670

direzione didattica: 3319124352

Sede Via Ricasoli, 7 Firenze

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Nelle nostre collane pubblichiamo:narrativa, poesia, libri per bambini, biografie e autobiografie.

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