Alchimia .... La Grande Opera

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    Al di sopra di noi, nelle sfere eterne dalle quali prorompono Luce e Vita, regna il mistero, insondabile esplendido, dell’ASSOLUTO. 

    L’Assoluto avvolge il nostro essere come un involucro e delimita l’ambito ristretto dei nostri precisi

    concetti; in ogni cosa egli ha impresso la sua somiglianza.

    Tenebre, Ignoto per quelli che non hanno la Scienza, egli non è che un velo che ricopre la Causa Prima, e si

    solleva davanti agli Iniziati.Beato colui che l’avrà saputo strappare prima dell’ora: 

    giacchè la Luce che conoscerà non l’abbaglierà con la sua visione inattesa. 

    Ma coloro che si saranno consumati in un timore inesistente troveranno il Guardiano della soglia stessa ascartarli.

    Alla vista di quello che essi non avevano supposto o appena presentito, precipiteranno annientati nelle profondità, dove, non avendo più coscienza di sè, perderanno la propria entità.

    Oh! la pochezza, e la piccolezza dei dotti in così decisivo momento. Qual rimpianto per gli atti noncompiuti, per i progetti non eseguiti!

     Non potendo riparare alle omissioni e agli errori, in che misura accettare  — imperfetti, incompleti, impuri — il loro stato definitivo!

    Seguimi dunque, Discepolo mio, nella Via dell’Assoluto, che t’insegnerò; seguimi, e io ti prometto che ungiorno cingerai la tua fronte con la Corona di Luce, col Diadema d’Oro dei Saggi, riservato a coloro che,

    durante la loro vita, avranno realizzato l’Opera che riassume tutte le opere.

    Molto si parla e si è parlato della Grande Opera. Alcuni propongono di dedicarvisi, ma ben pochi lo fanno.

    Dicono: «Più tardi, quando avremo agio e calma necessari, ci impegneremo». Ma l’agio e la calma nonvengono mai; sino a che giunge il momento supremo, quello in cui l’Assoluto ci richiama a sè, poiché siamosuoi, ed allora è troppo tardi.

    Passare su questa Terra senza aver decifrato l’enigma, senza aver penetrato il segreto inesprimibile chealcuni, fra i nostri avi, conobbero. Forse lo potrai tu, tu che hai sollecitato la Sapienza fra tanti che nonl’hanno fatto. 

    La Grande Opera! La Grande Opera! Vocabolo prestigioso! Fulgido Splendore. Alcuni, nelle età passate,avrebbero dunque contemplato questa meraviglia, l’avrebbero posseduta completamente, e tu, tu la lascerestiinsoluta nei libri?

     Nell’aldilà, con la pienezza della tua lucidità percettiva, vedrai la falange trionfante dei Sapienti inondarsi di

    una gioia radiosa, sperdersi nella beatitudine e nella felicità. Dilettarsi, nutrirsene per l’Eternità, mentre tunon avrai alcun posto in questo banchetto.

    Udrai le bianche teorie degli Iniziati gridarti, come Dante:

    « Guai a Voi Anime Prave non isperate mai veder lo Cielo! », mentre s’allontaneranno per sempre nella

    Luce e ti lasceranno solo, in seno alle tenebre crescenti, mentre il loro sinistro diazoma si stenderà attorno ate.

    Sia questo pensiero sufficiente ad ispirarti disgusto per la tua negligenza del Magistero dei Saggi.

    Piaccia a Dio che non sia troppo tardi, e che ti possa trovare non lontano dalla Via che ti introdurrà allacompiutezza.

    Se l’ascesi non ha inizio nella adolescenza è dubbio che tu possa mai pervenire alla perfezione. E’ in questo

    senso che Nicolas Valois ha detto: «La Primavera precede l’Opera». E San  Tommaso D’Aquino: «Nei primigiorni è importante alzarsi di buon mattino per vedere se la vigna è in fiore ».

    Applicati senza ritardi, con la benedizione di Gesù Cristo, alla sua mathesi e alla sua agnizione.Discepolo mio, è proprio per dirigerti in questa Via che io ho intrapreso, invocato lo Spirito Santo, a scriverele XII meditazioni che seguiranno.

    Lode a Dio.

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    MEDITAZIONE PRIMA  

    Il Soggetto dell’Arte 

    L’alchimista Nicholas Valois ha detto: « La Scienza dei Filosofi è la conoscenza della potenza universaledelle cose ».

     Nella notte oscura dell’anima tua hai aspirato talvolta, o mio Discepolo, ad una Luce incommensurabile che

    verrà, in un giorno lontano e indefinito, ad illuminare la tua miseria.

    Hai sognato, visione confusa, d’allegria e d’armonia sovrumana, d’onniscenza, di illimitata potenza. Hai intuito lo splendore, al di là delle tenebre e della cupa tristezza del caos ove confusamente ti agiti.

    Ed ecco che la linea d’orizzonte della tua vita s’impor  pora e ti lascia intravedere qualcosa di meglio, di più perfetto.

    Sii solerte a dirigerti verso questo indeciso bagliore. Seguilo, è la Stella dei Magi che si leva per te e ticondurrà, se non la perderai mai di vista al Maestro del Mondo.

    Lasciato a te stesso, sei caratterizzato dal disordine delle idee e degli atti. Il rimedio specifico per questodisordine è di rientrare in te stesso.

    Questo rientro esige lo sforzo di una volontà continua e tenace. Lo sforzo di una Volontà continua e tenace

    necessita di una regola di vita.La regola di vita comporta una serie di atti spirituali che bisogna compiere scrupolosamente.

    La prima norma, che riassume tutte le altre, sta nel completo disinteresse prestato alle parole e agli atti dellagente.

    Che l’indifferenza sia per te come una magica cappa con la quale avvolgerti; ecco la chiave della vitamagica.

    Liberati dalle contingenze. Liberati da ogni hylophilia. Racchiuditi nel tuo pensiero e nella tua Scienza. Sii ilsolitario, il vero Monias; fabbricati una cella nel tuo Cuore.

    Accettare una vita oscura, quando si è affamati di Gloria è il sommo della perfezione alchemica; così,

    rigorosamente, i Santi hanno compiuto la Grande Opera.L’ideale che ti sei creato è un regno nel quale sei sovrano maestro; cosa desideri di più?

    Tu sei Re quando i troni crollano! Tu sei il Sacerdote nel momento in cui le ierofanie vacillano.

    Disprezza la folla, disprezza il popolo, disprezza la massa; fuggi le facce patibolari. Solo l’essere

    d’eccezione è degno del tuo interesse. 

    L’espansione popolare non è da considerare se non è gerarchizzata. Una folla disciplinata ha costruito ilmonumento occulto per eccellenza, il monumento che non getta ombra: la Piramide; le folle indisciplinatenon hanno mai saputo che gridare e saccheggiare, cosa che è alla portata di tutti; vuoi tu aggiungerti,semplice unità, a quelli? Rinuncia allora alla Grande Opera, la Via dell’ASSOLUTO non s’aprirà mai a te.  

    Voler possedere la Sapienza e al contempo l’approvazione della gente è cosa assurda e derisoria.L’agire sta anche nel «non-agire», ha detto Lao-Tse; non dimenticarlo. Quando fuori la folla urla e battagliatu, Discepolo mio, veglia sull’Athanor della tua anima e non immischiarti nelle lotte.  

    Se non provi alcuna pena nell’ignorare quello che si pensa e quello che si dice di te, coraggio! hai già progredito nella Via dell’ASSOLUTO. La reputazione non è niente; solo la testimonianza del la coscienzaimporta. A cosa ti serve il passare per Santo, se non hai la pace Ermetica nel tuo Cuore?

    Bisogna, seguendo la Scala Philosophorum, cominciare l’Opera quando il Sole è in Ariete e la Luna nelToro.

    Ripley ed il Rosario ci assicurano che è necessario un anno per ottenere la Pietra Filosofale in tutta la sua

    stabilità e fermezza. Bernardo il Trevisano vi aggiunge sette giorni.Comprendi e medita queste parole. Sforzati di sviluppare le forze latenti che sussistono in te. Ordina la tuavita seguendo le arcane norme. Tu sei la materia stessa della Grande Opera: fatti candido, spiritualizzati,

     purifica la tua astralità, svincolati dalle ombre Cimmerie.

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    Che le tue mani e le tue intenzioni siano pure, altrimenti il soccorso celeste ti sarà totalmente rifiutato.

    E’ l’influenza spirituale, il lampo celigeno sgorgante dalla nube sopra l’athanor, il legame che unisce il

    macrocosmo al microcosmo. Senza di essa non puoi approdare a nulla, ma con essa sei forte di ogni forza.

    Zaratustra lo chiamava Berezesengh, il fuoco che arde davanti a Ormazd; Mosè l’ha chiamato ‘wr; e i Magil’hanno inciso sui vasi caldei; contempla questa effige:

    E’ lo spirito stesso di Dio che discende impetuosamente nel Filosofo, e che si combina con il fuoco centrale,cioè l’aspirazione della sua anima verso il Mistero, lo fa vaticinatore e gli dona il potere di fare miracoli. 

    Concentrati, Discepolo mio, devi essere il tempio di questo ardente spirito che opera grandi cose.

    Ricordati che le ceneri dei Filosofi contengono il diadema del loro Re. Sia chiuso il tuo animo alleimpressioni esterne. Luta il tuo athanor con il luto di Sapienza. Non guardare all’esterno nelle tenebre; resta

    al centro; avvicinati il più possibile all’ignizione, sicché ti sia possibile sfuggire all’avvolgimento del vorticeghiaccio del maledetto che ruggisce, quaerens quem devoret.

    Stai in guardia dai Lemuri mortiferi, dagli spiriti cata bolici che s’aggirano attorno a te. Guarda gli empi chetorvi ti guatano; invoca le influenze spirituali, r iscalda bene nel tuo seno l’uccello d’Ermete. 

    L’Alcione sta per nascere, Discepolo mio, rallegrati; e se tu sai provocare questa corrente magnetica che

    deve stabilirsi fra te e le sfere superiori, allora possiedi il Magistero e il resto non è che un gioco da ragazzi.

    Osserva, scolpito sul portale destro di Notre-Dame de Paris, il Vescovo appollaiato sull’aludello in cui sisublima, incatenato nei limiti del recipiente, il Mercurio Filosofico. Egli ti insegna donde proviene il fuocosacro; e il Capitolo, lasciando per tradizione secolare questa porta chiusa per tutto l’anno, ti indica chequesta è la Via non volgare, sconosciuta alle folle e riservata al piccolo numero di eletti della Sapienza. Nonè permesso di dire di più su questo argomento.

    MEDITAZIONE IV 

    Dissoluzione

    Ruggero Bacone ha detto: « è necessario che il corpo divenga spirito e che lo spirito divenga corpo ».

    Questa è la soluzione dell’opera. 

    Per realizzarla, il tuo corpo, incendiato dal fuoco filosofico, corroso dall’acqua ardente delle contrizioni,deve raggiungere un tal grado di purezza da spiritualizzarsi veramente.

    Allora, trasfigurandosi, come su di un Thabor, diventerà inalterabile; non costituirà più un impedimento allavita spirituale, ma al contrario, al pari dei Corpi Gloriosi, parteciperà a questa e contribuirà lui stesso  — o

     prodigio —all’Opera. 

    Corporifica poi il tuo spirito, lancia cioè uno sguardo scrutatore su quella tua impalpabile sostanza; di cui può darsi tu non abbia mai pensato di conoscerne la misteriosa natura, sebbene, costantemente, accompagniil tuo corpo.

    Studiane meticolosamente gli occulti meccanismi, affinché sappia dirigerla ed amministrarla nella sua

     potenza e sostenerla con il nutrimento intellettuale che gli è conveniente.Tu possiedi, Discepolo mio, un tesoro immenso di possibilità non manifeste che ignori, forze immense einvincibili, piegate in te, che sorpassano tutte le possibilità grossolane; apprendi a servirtene, a farle obbedirealla tua volontà, a rendertene assolutamente maestro e signore.

    Per far ciò devi, fin dall’inizio, mondare il tuo intelletto da tutto ciò che è superfluo e antiquato. Pota vigo-rosamente il fogliame dei tuoi pensieri volgari. Taglia arditamente dall’albero i luoghi comuni e le banalità

    che possono ancora occuparti. Sfronda da te tutto quanto non sia vigore e forza; l’insana vegetazione, fontesolo di dispersione di energia spirituale.

    Il pensiero è una sostanza di natura pressoché fluida. Una volta emessa essa esiste.

    Il pensiero è immutabile. Provoca nella sfera dell’esistenza pura un’eco che risuoni nell’eternità. Guardatidal dare vita a cogitazioni infernali che ti si attaccheranno per la tua dannazione.

    Sii puro, perché è questa tua stessa virtù che devi profondere nell’Athanor al fine di animarlo. Evita gli atti

    indifferenti in se stessi. Che il tuo sguardo non erri mai un istante sopra gli oggetti che non valgono un

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    istante della tua attenzione; è una particella di te, del tuo essere che perderai senza mai più poterlarecuperare.

    Poi, allorché sarai libero dal fardello delle superfluità, raccogli preziosamente quello che vuoi conservaredelle forze vive e dirigile sull’Opera con veemenza. Osserva con attenzione i colori del Magistero e fai

    convergere verso lo scopo finale anche i tuoi più piccoli atti.

    Alcuni ti diranno che la potenza miracolosa si acquisisce e si trasmette per mezzo di un soffio, di una parolamormorata cabalisticamente all’orecchio, o dalla lettura di qualche pagina di Grimorio, o alla confezione di

    una magica bacchetta.Impara, al contrario, che un tale potere non ti sarà conferito che per mezzo di una laboriosa e lenta colturadelle possibilità in te latenti.

    E’ necessario che ti astragga nella vita superiore, esaltandovi potentemente la tua volontà; che operi una verasegregazione di te stesso dal mondo fisico ed esterno.

    Alza attorno a te un muro che trattenga ciò che da te si effonde verso le cose sensibili; chiuditi così nellacittadella ermetica dalla quale un giorno uscirai, invincibile eroe solare, invulnerabile.

    Senz’altro già scorgi spuntare un pò di quella luce che ti ho promesso, e te ne rallegri.

    Pazienta, pensa alla tua imperizia. Non sei che al IV grado della Via dell’ASSOLUTO. 

    Ti resta ancora più della metà del cammino da percorrere e puoi ancora vacillare, cadere sulla strada.

    Altri più abili di te sono caduti quando erano già vicini alla fine dell’Opera. Un dito sulla bocca, comeArpocrate, e prega, Discepolo mio, nel Silenzio della tua anima.

    MEDITAZIONE V 

    Congiunzione

    Basilio Valentino ha detto: « La voce melodiosa della Regina giungerà graditissima alle orecchie del Re difuoco; egli l’abbraccerà amorevolmente per il gran bene che le porta, e sarà avvinto ad essa fino a che i due

    spariranno e di essi non sarà fatto che un unico Corpo ».

    La Grande Opera è un’ Etica Trascendente.

    Ora è facile all’Adepto eliminare dalla sua vita gli impedimenti frapposti dalle persone e dagli esseri

    importuni.

    Ma incontrerà serie difficoltà, se vuole — obbedendo alla norma di attività e di passività su cui è costruito ilmicrocosmo  —  ricostruire in se stesso lo stato androginico dell’Eden, grazie all’assimilazione di un’altravita alla sua. In ciò è l’ostacolo, il vero offendicolo. 

    E’ vano, Discepolo mio, che tu compia le abluzioni preparatorie e che ti vesta di lino bianco, se il tuo cuore

    non è puro; non sarà certo l’abito che ti occulterà all’occhio scrutatore della Divinità.

    La dispersione psichica provocata dal sorgere di brame e vani desideri non ha paragone con nessun’altra

    causa di dispersione.

    E’ questo un incantesimo, un maleficio al quale neppure lo stesso Salomone seppe sottrarsi, nè resistere.

    «Qui purus est, is certus est augur»: è Parcelso che te lo insegna con la sua preziosa parola.

     Non incamminarti sulla strada delle innominabili voluttà, dei torbidi desideri, delle sfrenate ambizioni. Noncingerti la gamba con la giarrettiera di pelo di lupo. Guar dati dall’accendere il cero verde che la donna dirigeverso le tenebre luminose. Abbi timore delle malìe d’amore, dei filtri e delle parole sussurrate alla argentea

    Ecate; porta al dito il topazio che raffrena la lubricità e la nefasta azione dei filtri e caccia i vaghi fantasmi,ombre nella notte. Scaccia da te il rospo della stregoneria, non vagare, come Merlino l’incantatore, nella

    foresta di Brocelandia, altrimenti la perfida Viviana incatenerà pure te per i secoli.

    Se scegli una compagna, il legame che ad essa ti unirà dovrà essere indissolubile, poiché, un giorno, tutti e

    due contemplerete l’ASSOLUTO. Con lei dividerai le gioie eterne. I suoi pensieri, con i tuoi, debbono, tutti, convergere verso la realizzazionedell’Assoluto. 

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     Non puoi che vivere vicino a colei che con te, la mano nella mano, cammina nella Via che con te ricercal’oggetto dai tre angoli e con te coopera alla Grande Opera.  

    La sposa dell’alchimista è discreta e sapiente, ha al dito l’anello del supremo legame, riflette i pensieri del

    Maestro e veglia, quando l’ora lo esige, sull’Athanor. 

    Se hai scelto male, getta un ultimo sguardo su questo mistero non destinato a te, riempi gli occhi con la tuachiarezza e chiudi questo libro.

    Puoi lasciare la via dell’Assoluto, al quale mai potrai pervenire. Scendi nella gheenna o sfortunato! Con

    l’essere inutile che hai attaccato alla tua carne, con la vuota scorza che trascini, e rientra nella via della

    mediocrità che ormai è la tua e dalla quale mai potrai più uscire.

    Ma se la tua compagna orna veramente la tua vita, continua con lei la progressione contemplativa versol’ASSOLUTO. 

    Ella deve trarre, o meraviglia, il tuo stesso frutto dalle presenti meditazioni.

    Ma non dimenticare mai che la sua Via di perfezione, malgrado l’omogeneità dello scopo finale, è diversadalla tua e ciò lo saprai ancora meglio se ti curerai, con attenzione, di studiare la sua costituzionemicrocosmica.

    Paracelso l’ha insegnato espressamente: « Archoeus alius in viro, alius in foemina ».

    E’ da te che essa deve ricevere l’iniziazione così come tu l’hai ricevuta dalla divinità. Ricordati questi punti

    essenziali e guardati dall’indirizzarla su di una Via che non sia la sua. Ponile in una mano il pomo d’oro enell’altra la fiaccola accesa. 

    Il fuoco è il mestruo dissolvente, ecco la Chiave dell’Arte Maggiore. 

    Se tu la conosci, sei allora nella Via Regale e presto vedrai il giorno eterno, il giorno che mai tramonta, « quinescit occasum dies ».

    MEDITAZIONE VI 

    Putrefazione o Hylazione sive Mors

    Ha detto il Cosmopolita: « Chi non scende non salirà ».

    Si ha qui, Discepolo mio, la prova delle prove quella in cui, pallide e sogghignanti, ti aspettano le torbide in-fuenze psichiche. L’anima la speranza di vederti vacillare, ricadere nelle tenebre esteriori.

    Se resisti, la Fenice, sostituendosi all’Alcyone si schiude per te.

    Il mondo non ha coscienza delle nature superiori che nascono. Prendi dunque la santa abitudine disopportare il dispregio di quelli che valgono meno di te.

    Compenetrati nella verità che non ti sarà mai resa giustizia se non quando passerai nella Luce.

    E’ necessario che tu divenga completamente indifferente alle opinioni degli uomini, cosa facile da dire ma

    assai difficile da realizzare.

    Che t’importa se la massa dice dite: «sta sulle nuvole è un vagulo . . .» se hai coscienza della tua regalitàintel lettuale?

    Opera secondo la tua coscienza e non ti dar pena de risultati.

    Accetta la Gloria come un fardello e desidera solo la Gloria Eterna, quella dei Filosofi: l’ASSOLUTO. 

    Se cerchi il consenso umano cammini verso le tenebre, sei fuori della Via.

    Se desideri divenire Santo solo perché si dica: « Signori, questo è un Santo! », stai pur certo che non lodiverrai mai.

    La potenza miracolosa si concentrerà in te quando ormai non la brami più, quando avrai ucciso in te l’am - bizione di possedere.

    Allora, usando questo potere che stupirà gli uomini, il tuo Cuore, divenuto insensibile, non si inorgoglieràaffatto.

    Ma quanta strada devi percorrere per raggiunge e questo risultato!

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    Annientati, Discepolo mio, in un abisso di umiltà. Sii infimo fra gli infimi. Nasconditi come quel discepolodi Khoung-Tseu che, strappando lacrime di ammirazione al maestro, gli faceva dire: « Oh! come era saggioHoei. Egli dimorava in un ridotto, in fondo ad una strada stretta e abbandonata; nonostante ciò, la suaserenità non mutava. Oh! come era saggio Hoei! ».

    Ricordati queste parole: « La pazienza è la scala dei Filosofi e l’umiltà è la porta del loro giardino ». 

    Abbassati ora e un giorno ti trasfigurerai risvegliandoti brillante e radioso Re di gloria, Re Orientale assisosul suo trono, come dicono i maestri, ed entrerai nel Mare Purpureo che è il Magistero dei Filosofi.

    Ma tu, ancora, non sei che il Mercurio lebbroso che ha fatto morire il Sole di Giustizia sull’effige del quater -nario, ricordalo.

    MEDITAZIONE VII 

    Sublimazione, Distillazione

    Ha detto Nicolas Flamel: «Questa operazione è un vero labirinto, mille vie ti si presentano nel medesimeistante, così che devi andare all’altro capo procedendo per la direzione contraria a quella iniziale ». 

    L’afflizione è il seme menstruo della perfezione dei Saggi; è il Leone Verde dei Filosofi, l’acqua Pontica che

    non bagna le mani, l’acetum acerrimum, o aceto molto aspro grazie al quale si estrae la testa del Corvo, ilvero Latte d Vergine, l’Elisir di moltiplicazione. 

    Devi far convergere verso lo scopo supremo ciascuna circostanza della tua vita, ma principalmente le pene esofferenze quotidiane: te ne verrà molto, poiché « i discepoli dei Sapienti non trovano riposo in questomondo » diceva Rabbi Issachar Bàer.

    Ti conviene trarre da tutto ciò partito, ed ottener l’acqua regale che corroderà tutte le impurità. 

    Saper estrarre dalle difficoltà stesse della vita un fermento di perfezione e saperne trarre altrettanta forza nel piano sottile è l’alchimia più grande, contro di essa nulla potrà prevalere; è il magnifico imbiancamento,

    l’aurun de stercore di Virgilio, il morbus quilibet purgatorium di Paracelso.  

     Non mormorare e non inveire se uno dei tuoi progetti non verrà coronato da successo. Poiché non tarderai acapire che era necessario che avvenisse così e non diversamente e che le momentanee delusioni saranno per 

    te foriere di vantaggi inaspettati.Geber insegna che, per l’alchimista, è quasi obbligatorio errare molte volte.

    Accontentati dunque, nell’avversità, di pensare, senza inasprirti, che la tua vista intellettuale si trovava in

    quel momento offuscata e che la via dalla quale sei stato rigettato e che credevi eccellente non lo era affatto.Acquisirai ben presto la certezza di ciò e riconoscerai ovunque l’amorevole concatenazione degli effetti edelle cause. Guardati dall’invidiare i trionfatori del giorno e dell’ora. Li sentirai beffarsi, Discepolo mio,

    della tua ascesi e disprezzare i tuoi sforzi.

    « Noi non preghiamo  —  dicono i vanitosi  —  non preghiamo affatto e nonostante ciò i nostri affari prosperano! Noi bestemmiamo Dio, e Dio non paralizza la nostra lingua».

    Ma cosa prova questo? Soltanto che il Padre Celeste è buono e che essi sono malvagi; niente di più.

    Tu, Discepolo mio, prosegui il tuo andare sulla Via con perseveranza. Non ti stancare; gli stessi Maestri han-no ricominciato l’opera più volte. 

    Ma sappi comprendere che nessun insegnamento esoterico o exoterico potrebbe rimpiazzare la lentaassimilazione della dottrina alchemica, prodotta da un approfondito e coscienzioso studio dei testi deiMaestri.

    Solo dopo lunghi anni inizierà a spuntare per te la Luce.

    Allora, in quei testi in cui il profano non vede altro che oggetto di scherno, tu scoprirai sottili rapporti, puntidi riferimento che ti guideranno nell’oscurità della Via.  

    L’Alchimia non è cosa di un giorno, ma l’opera di una vita intera; essa fa corpo unico con l’esistenza

    dell’Adepto. Il possesso della Grande Opera è il coronamento della Vita. Non l’otterrai che una volta, così

    come non vivrai che una sola volta su questo mondo. Raggiungere l’Assoluto a venti o trent’anni è illusorio;

    a queste età sei solamente sulla Via e non puoi abbandonarla senza perdere, allo stesso tempo, la speranza dimai più rientrarvi.

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    Unica, in effetti, è la modalità per la quale si ricerca e si conquista l’Assoluto. 

    Colui che s’incammina verso la vera Perfezione si eleva al di sopra della natura: solo chi è sopra alla natura può comandare ad essa.

    E’ così che potrai fare miracoli e trasmutar metalli e gemme. 

    Hai compreso, Discepolo mio, la sottile difficoltà dell’Opera? 

     Non otterrai la Pietra che quando sarai perfetto. Ma non sarai mai perfetto fintanto che ricercherai la pietra

     per ricchezza e avidità. Quando l’avrai realizzata, la per fezione da te raggiunta ti spingerà ad un supremo edassoluto disprezzo per i vantaggi materiali che essa ti potrà offrire.

    Quando avrai raggiunto l’enstasi, potrai renderti invisibile, evocare i morti e, in un istante, superare le piùgrandi distanze. Vivrai una vita sovraumana, avente in se stessa la propria alimentazione e sussistenza, sìche non sarai toccato nè da bisogni nè da desideri.

    I profani coltivano strani sofismi: «Se possedete la pietra, sarete enormemente ricchi — essi dicono — esul-terete di gioia ».

    Altri, senza fede nelle loro anime e senza purità nei loro cuori, hanno aperto i libri degli alchimisti; hannomanipolato sostanze, soffiato negli athanor, calcinato i misti e non hanno capito — i poveretti — che primadi osar entrare nel laboratorio occorre aver fatto una lunga sosta nell’oratorio.  

    Davanti al fatale insuccesso, gonfi di vanità e tracotanza, non hanno esitato a dichiarare ingannevole ed illu-soria la parola dei maestri, invece di riconoscere d’essersi sbagliati. Ignora le scurrilità e la dabbenaggine diquesti censori da strapazzo, ignoranti e vacui.

    Canzonano gli Alchimisti che son morti in stato d’indigenza e sono stati dimenticati. Sappi, Discepolo mio,che quando possiederai la pietra, disdegnerai di fare l’oro fisico. Poiché tu sarai un Santo e comanderai agli

    elementi.

    Che emozione ti potranno ancora date, quando sarai giunto alla soglia dell’infinito e ti perderai nella

    contemplazione dell’ASSOLUTO, le ricchezze materiali? Come potresti essere perfetto se non avessi estintoin te ogni desiderio umano, ogni necessità vitale?

    E’ per questo che Grosparmy afferma che « non si ha ricordo di un avaro che abbia posseduto la Pietra ». La pratica della Pietra e il desiderio dell’oro sono inconciliabili. Iniziare la Grande Opera con l’idea di arric-chirsi economicamente equivale ad entrare a ritroso nella Via dell’ASSOLUTO.  

    In tal modo obbediresti ad un istinto malvagio, mentre in te non se ne devono trovare. Come potraicomandare alla natura se, prima di iniziare, non avrai saputo comandare a te stesso?

    Ma ciò non significa che un giorno, per motivi supe riori, non debba tentare l’opera sul piano fisico e possatrasmutare materialmente i vili metalli in oro. Vari Adepti, come Flamel, Saunier, Zaccaria ed altri, l’hannofatto.

    Ma rammentati che un altro, e non tu, userà le ricchezze così prodotte e profuse dal tuo Athanor. Questoessere, dotato di una vita ardente e selvaggia, brillante e impetuoso, crudele e senza anima come l’animaledelle foreste, seminerà ovunque disordine e terrore, spavento e sfortuna, sino al giorno in cui soccomberàsotto gli invisibili colpi di uno dei tuoi fratelli, in Sapienza, che avrà riconosciuto in lui l’incarnazone delmaledetto.

    MEDITAZIONE X 

    Lilium Artis. Quintessenza o Elixir Perfetto

    Alberto Magno, arcivescovo di Ratisbona, ha detto:

    « Qui sono nascosti tesori inestimabili e nessuno che Dio non voglia li può scoprire ».

    Risplendi nella Gloria, Discepolo mio.

    Ti ho condotto sino al X° 

    grado. Sulla vera Via, hai appreso a purificare i tuoi concetti e ad affinare il tuo pensare. L’uccello d’Hermes s’è ora trasformato in Pellicano e, a momenti, quel velo che occultal’ASSOLUTO ti si toglierà davanti.

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    Ora ti trovi come l’Uomo Primordiale, nel Pardes, alla presenza dei due alberi: quello della Vita e quellodella Scienza.

    Il primo è la via iniziatica della contemplazione, èl’anagogia, l’enstasi. L’altro è la via del ragionamento,

    dell’obiezione e del dubbio, la strada dei sofisti.

    Scegli quello da cui vuoi raccogliere frutta e bada, l’errore è fatale. 

    E’ qui che la via presenta un grande pericolo, ma sappi, per illuminarti nella tua scelta, che tutto quello che

    la scienza ci insegna grazie a migliaia di volumi, puo acquisirlo in qualche secondo grazie all’illuminazioneinteriore: ti sarà possibile in quanto il tuo spirito, nella contemplazione dell’ASSOLUTO, afferra la chiave

    dell’armonia Universale. 

    Questa chiave i libri non te la daranno mai!

    Invano ti affannerai a leggere tutto quello cbe i maestri hanno scritto sull’arte nostra, se non lo possiedi già;niente di quel linguaggio ti sarà comprensibile.

    Saprai trionfare sulla sottile prova del dubbio? Stai in guardia! In questa partita tutto il tuo avvenire eterno èimpegnato. Se soccombi, mai potrai vederne lo splendore; ricordati cbe l’occasione di essere iniziato è, nellavita, unica. Se la lasci passare, non ti si ripresenterà mai più.

    Chiedi Luce alla stessa Luce, non c’è altro modo per ottenerla. 

    «Lavate l’ottone e strappate i vostri libri, così che i vostri cuori non siano lacerati dalla paura e dall’irrequie -tezza», scriveva il saggio Morieno.

     Non è che i libri manchino, anzi, forse, sono anche troppo numerosi, ma è l’energia e la volontà che sovente

    mancano per fare la Pietra.

    La Grande Opera è scritta ovunque, esposta agli sguardi più indiscreti; così chiaramente espressa che è possibile attuarla senza venir meno al segreto degli Adepti.

    Puoi leggerla sul portale destro di Notre-Dame de Paris, sulla Torre di Saint-Jacques la Boucherie.

    Io l’ho trovata istoriata isagogicamente sulle vetrate del coro della Maddalena, a Troyes, e scolpita nel

    Palazzo dell’alchimista Jacques Coeur, a Bourges. 

    « Lavate l’ottone e strappate i vostri libri! ». 

    Si, Discepolo mio, l’Opera nella sua interezza è là.

    Conquista l’Urim e il Thummin. Cogli il frutto dello gnostico albero d’Edot. Il gioiello è nel loto. Ricordalo,

    e l’Universo è tuo. 

    MEDITAZIONE XI 

    Moltiplicazione

    Disse Bernardo il Trevisano: «Talvolta, il Mercurio dei Filosofi si sublima in un corpo risplendente ecoagulato ».

    Se hai esercitato potentemente e quotidianamente, secondo le norme che ti ho insegnato, la tua Volontà, potrai già cogliere, Discepolo mio, i frutti del Magistero.

    La diatesi dell’animo tuo e del tuo spirito t’indicherà in modo manifesto questo risultato. 

    Quando tutte le circostanze della tua vita cominceranno a concatenarsi secondo la trama dei tuoi desideri,quando le difficoltà si appianeranno miracolosamente davanti a te, quando vedrai tutte le volontà piegarsidavanti alla tua Volontà, quando vedrai i tuoi nemici concorrere incosciamente alla realizzazione dei tuoi

     progetti e del tuo destino, avrai allora la conferma e la certezza d’essere molto innanzi nella Via. 

    Ti dirò l’ultima operazione della Filosofia Ermetica, riservata solo a coloro che sono pervenuti all’apogeo

    della Sapienza; confido nella tua prudenza e nella tua perfezione.

    Le forze che hai acquisito sussistono in te allo stato latente, come un tesoro nascosto. E’ la Pietra nel suos plendore che hai ottenuto, grazie al Mercurio, al Fuoco e all’Elixir. 

    Per porre in atto queste segrete possibilità non resta che praticare e conoscere la moltiplicazione dei Saggi.

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    Quando i tuoi fratelli con i cuori fortemente contriti e le anime sublimate saranno riuniti in assemblea per la preghiera, tu, stando in mezzo a loro, valuterai l’atmosfera sottile satura di benevoli intenzioni e di ardentivolontà, ti impadronirai con astuzia ed energia di queste sparse irradiazioni, le riunirai in un’unica cor renteche dirigerai a tuo piacimento e grazie alla quale vincolerai il tuo voto, formulato in un modo così speciale.

    Così facendo, innalzerai fra la Terra ed il Cielo, impregnata dalla tua potenza volitiva, una specie di colonnasottile che si animerà di un violento moto rotatorio producente il rumore di un torrente o d’un impetuosovento che, a volte, potrà divenire visibile, infiammandosi all’im prossivo di una luce scintillante.

    Vedrai allora, per tuo mezzo, compiersi grandi cose, senza che gli uomini possano sospettare lo splendoredell’anima tua. 

    Sarai, figlio mio, nell’oscurità, uno degli eletti, uno di quelli che sanno! 

    Eccoti dunque chiamato, nel tuo secolo, a continuare la Tradizione di quei Maestri illustri che ti hanno pre-ceduto nell’Assoluto. 

    Vedrai, Discepolo mio, i Geber, i Raimondo Lullo, vedrai Arnaldo da Villanova e Morieno, e Artefio, eSchelomoh e Maria la Profetessa, che ti contempleranno nella loro Gloria.

    Possiedi, ormai, i loro segreti, l’arcano supremo che essi, preziosamente, hanno nascosto agli sguardiindiscreti della folla dei profani.

    Sii dunque degno di questi magnifici, di questi Superbi.Che possano essi salutare il tuo ingresso nell’Assoluto e che mai ti rigettino, come traditore e spergiuro,

    nelle tenebre esterne.

    MEDITAZIONE XII 

    Maggiorazione o Proiezione

    Ha detto Ermete Trismegisto: «Venite Figli dei Saggi cantiamo insieme. Facciamo manifesta la nostra gioiacon grida d’allegria. La morte è superata. Nostro Figlio regna ed è rivestito e adornato dalla sua porpora 

    Osanna! Discepolo mio. Sei giunto all’ultimo giro della Ruota; hai salito l’ultimo grado della scala di perfezione.

    Rivesti la Pietra con il suo mantello reale. Esulta, rubificati.

    Eccoti investito di uno splendido potere. Sei nell’anagogia, nel Pardes. A tuo piacimento, puoi entrarenell’en-stasi, inondare i tuoi occhi di Celeste luce, astratti, lontano da qui, nella contemulazionedell’ASSOLUTO. 

    I misteri si svelano ai tuoi occhi, non serbano più il loro geloso segreto. La tua potenza è illimitata.

    Raggiunto il sommo grado del cammino della perfezione, tutte le tue possibilità e modalità sottili, sonointeramente integrate nel tuo animo.

    Il tuo vivere si sorreggerà su sè medesimo giacchè, ormai, sei giunto alla sorgente stessa della Vita.

    Per te, ora, non esisteranno più nè distanze, nè ostacoli; comanderai alla Natura e agli Elementi; vedrai i mu-tamenti futuri e leggerai nelle coscienze.

    Avrai ricostituito così lo stato edenico primordiale. Questa esistenza superiore sarà per te immortalità, ovesussisterai, immoto ma pur mobilissimo.

    Discepolo mio, questa non è altro che la Resurrezione del Re di Gloria che ti viene incontro splendente dellasua Luce. Ricordati dei Maestri. Essi hanno compiuto la trasmutazione del Mercurio il giorno di Pasqua alsuono delle campane e degli allegri canti d’Alleluia. 

    Sii anche tu raggiunto da questo dono divino che in questo fausto giorno ti viene fatto.

    E’ il vero carbonchio, il vetriolo rubificato, il balsamo di vita triangolare, il balsamum perfectum che ti offre

    la mano del Dio Eterno; è la rosa del mattino, la quintessenza nobilmente distillata, il pesce senz’ossa che

    nuota nel mare Filosofico, tutto ciò che gli Alchimisti chiamavano con una sola parola: l’Universale.  Eccoti ora divenuto Aquila dallo sguardo fisso nel Sole. Ho compiuto la mia promessa e ti ho condotto per mano sino alla soglia dell’Assoluto. 

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    Se qualche frutto hai tratto dalla lettura di queste pagine, ringrazia il Signore e, quando sarai entrato nellaGloria, accorda, Discepolo mio, qualche pensiero a colui che t’ha indicato la Vera Via, quella che noninganna:

    LA VIA REGALE DELL’ASSOLUTO. 

    I - L’ASSOLUTO E’ LA SINTESI DELLA PERFEZIONE UNIVERSALE.

    II - L’ESSERE CHE POSSIEDE IN SE IL SENTIMENTO DELLA PERFEZIONE E’ SULLA VIADELL’ASSOLUTO. 

    III - L’ESSERE CHE HA INTRODOTTO IN SE UN ELEMENTO DI PERFEZIONE, HA CAMMINATOSULLA VIA DELL’ASSOLUTO. 

    IV - LA VIA DELL’ASSOLUTO CONDUCE AL RIASSORBIMENTO NELLA CAUSA PRIMA. 

    V - LA CAUSA PRIMA E’ IDENTICA ALL’ASSOLUTO.

    VI - LA CAUSA PRIMA E’ UNA, INFINITA, ETER NA. 

    VII - L’ESSERE CHE IN SE HA ESALTATO LE TRE NOZIONI D’UNITA’, D’INFINITA’ E D’ETER - NITA’ FINO AD ASSIMILARLE ESCLUDENDO OGNI ALTRA COSA SI E’ ASSORBITO,

    INTEGRATO, ANNIENTATO NELLA CAUSA PRIMA; HA REALIZZATO LA SUPREMAPERFEZIONE; HA PERCORSO LA VIA DELL’ASSOLUTO. 

    VIII - L’INFLUENZA RECIPROCA DEL MOVIMENTO SULLA IMMOBILITA’ E DELLA IMMO-BILITA’ SUL MOVIMENTO SI MANIFESTA IN TUTTE LE COSE PERCETTIBILI. 

    IX - IL MOVIMENTO E’ PERFEZIONE, L’IMMOBILITA’ E’ PERFEZIONE. 

    X - LA CAUSA PRIMA, IMMUTABILE, E’ L’UNIVERSALE MOTORE. E’, INSIEME, MOVIMENTOE IMMOBILITA’. 

    XI - LA DISTRUZIONE, NELL’ESSERE, DI QUESTO DUALISMO, IL RIGETTO DI QUESTOBINARIO, OPERATO DALLA UNIONE DI QUESTI DUE PRINCIPI, CONDUCE ALLA PERFEZIONE

     NELL’IMITAZIONE DELL’UNITA’ DELLA CAUSA PRIMA. 

    XII - LA CAUSA PRIMA POSSIEDE L’ESISTENZA PURA. 

    XIII - TUTTO CIO’ CHE SI ALLONTANA DALLA CAUSA PRIMA TENDE, ATTRAVERSO GRADISUCCESSIVI, AL NON-ESSERE.

    XIV - QUELLO CHE NON TENDE ALLA PURA ESISTENZA NON E’ NELLA VIA DELL’ASSO-LUTO.

    XV - OGNI COSA HA, NELL’ASSOLUTO, IL SUO PERFETTO ARCHETIPO. 

    XVI - LA INTEGRAZIONE DI OGNI COSA ALLA PURA FORMA DEL SUO ARCHETIPO CO-STITUISCE LA REDENZIONE UNIVERSALE.

    XVII - CERCARE IL REDENTORE UNIVERSALE EQUIVALE A CAMMINARE NELLA VIA DEL-

    L’ASSOLUTO. E’ LAVORARE EFFICACEMENTE ALLA GRANDE OPERA.XVIII - LE CHIAVI DELL’ASSOLUTO SONO SCRITTE NEI NUMERI, POICHE’ QUESTI RIFLET-TONO L’ECONOMIA DELLA CAUSA PRIMA E DEL PIANO DELLA PURA ESISTENZA. 

    XIX - MA LA VIA DELL’ASSOLUTO NON E’ NEI NUMERI POICHE’ L’INFINITO NON E’ NE’ LASOMMA NE’ IL LIMITE DEI NUMERI. 

    XX - PRIMA DELLA PENETRAZIONE DELL’INFINITO E’ NECESSARIO AVER EFFETTUATO LARIDUZIONE DI TUTTI I NUMERI ALLA UNITA’. 

    XXI - POICHE’ UNITA’ ED INFINITO NON SONO CHE I NOMI DI UNA UNICA E STESSA COSA;LA VIA DELL’ASSOLUTO PIU’ CHE UNA VERA PROGRESSIONE E’ UNA ASCESA. E’ IN CIO’

    CHE STA LA GRANDE OPERA CHE I FILOSOFI HANNO INSEGNATO.

    Tale è, o mio Discepolo, tutto il Magistero. Comprendi e trova la ventiduesima chiave, il Tau Misterioso chenon si scrive.

    Ricorda: non vi è che una sola opera; vi sono due lavori, tre regimi, quattro operazioni, sette gradi in cia-scuno dei regimi e dodici case celesti nelle quali si compiono le quattro operazioni.

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    Così è stabilita la formula della Pietra:

    Poni per un anno e sette giorni i quattro elementi, o Thou-va-Bohou, chiusi nell’Athanor sotto l’azionecalamitante del Ruach Elohim.

    Quando conoscerai il diametro spagirico, potrai compiere la quadratura del Cerchio Filosofico. Contemplal’Unità e il suo logaritmo, l’infinito ed il suo logaritmo, lo zero ed il suo logaritmo e, possiederai la Chiavedell’Universo.

    Eccoti fornito, Discepolo mio, del viatico della Scienza suprema.

    Dai Maestri hai ricevuto l’imposizione delle mani. 

    Rivestito ora da questa unzione sacerdotale, puoi rientrare nel mondo brumoso e triste dei tuoi precedentigiorni. Bisogna che ti mischi di nuovo nella folla degli uomini e che il tuo orecchio intenda, come prima, levolgarità, i luoghi comuni, le blasfemità.

    Senz’altro l’amarezza di questa singolare prova ti recherà tristezza, ma ti sarà agevole trionfare, poiché sei loierocophoro dell’antica Sapienza. Porti nel cuore un tesoro che deve consolarti da ogni dolore terrestre, una

    luce che illumina eternamente la tua vita. La tua missione ti pone sopra tutti gli altri uomini e la tua felicità èincomparabile, perché per te si avverano le parole di Ermete: « Ciò che è occulto e nascosto diverràmanifesto ».

     Nessuna angoscia potrà mai colpire colui che ha ricevuto l’insegnamento della Via dell’ASSOLUTO! Ascolta San Paolo che ti annuncia il grande Arcano:

    Patres nostri omnes biberunt de spirituali, consequente eos, petra:

    PETRA autem erat CHRISTUS.

    (I Cor., X., 4)

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    1. La Grande Opera 

    Gesù disse: «Colui che cerca non desista dal cercare fino a quando non avrà trovato 

    e quando troverà sarà commosso e si stupirà,e così commosso contemplerà e regnerà sul Tutto» Il  Vangelo di Tommaso, verso 2 

    L’Alchimia rivela nel simbolo  della Grande Opera, il processo con cui l’Uomo può arrivare aRealizzarsi, ossia a divenire cosciente della propria vera Realtà Spirituale. 

    In questo lavoro spiegheremo le allegorie ed i simboli presenti nei testi alchemici, illustrandonel’insegnamento che essi velano. 

    Nel Medio Evo l’occidente puritano considerava un’eresia il solo pensare che l’essere umanopotesse assurgere alla conoscenza della propria realtà divina. Per questo gli Iniziati di alloradovettero velare in simboli e allegorie i propri insegnamenti. Oggi questa necessità non sussistepiù, ovviamente, ed è particolarmente interessante comprendere i paralleli che leganol’Insegnamento Iniziatico Occidentale a quelli espressi  in Oriente sotto tutt’altre forme, ma conun’identica sostanza. 

    La Tradizione Iniziatica dai tempi più remoti tramanda la Conoscenza della realtà divina dell’uomoe lo fa in modi e maniere che si adattano nella forma ai diversi periodi storici ed alle caratteristichedella società dell’epoca. E’ compito dell’Iniziato decodificare e “aprire” le antiche forme e gli antichi

    simboli, portando così alla propria coscienza, l’unità degli Insegnamenti tramite i quali sarà ingrado egli stesso di raggiungere la Meta alla quale è destinato: la Reintegrazione del Sé o, in altritermini, la Realizzazione.

    Dice un antico motto che l’Iniziato è in grado di parlare mille lingue. Ciò non si realizza,naturalmente, studiando semplicemente gli idiomi antichi e moderni, quanto invececomprendendo quei principi che sono l’unica realtà, al di là del velo dell’Illusione, e sapendoriconoscerli nelle “mille lingue” ossia nei mille modi in cui sono stati trasmessi dalla Tradizione.Uno di questi modi è per l’appunto l’Alchimia. Altri possono essere l’Ermetismo, la Massoneria, ledottrine orientali, le religioni (anche le religioni hanno una componente esoterica, benché di solitomisconosciuta dai più) e così via. 

     Vogliamo allora tentare di “aprire” i significati del linguaggio alchemico, così da dare perlomenouna prima chiave per comprenderne gli Insegnamenti. 

    1.1 Vitriolum 

    … e fin quando non avrai la saggezza, 

    muori per divenire, sarai soltanto un triste ospite su questa terra oscura. Goethe 

    Colui che vuole entrare nel regno divino, deve prima entrare nel corpo di sua madre, 

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    e morirci. Paracelso 

    Carl Gustav Jung  disse: "Chi guarda in uno specchio d’acqua, inizialmente vede la propriaimmagine. Chi guarda se stesso, rischia di incontrare se stesso. Lo specchio non lusinga, mostradiligentemente ciò che riflette, cioè quella faccia che non mostriamo mai al mondo perché la

    nascondiamo dietro il personaggio, la maschera dell’attore. Questa è la prima prova di coraggionel percorso interiore. Una prova che basta a spaventare la maggior parte delle persone, perchél’incontro con se stessi appartiene a quelle cose spiacevoli che si evitano fino a quando si può

     proiettare il negativo sull’ambiente." 

    L’acronimo V.I.T.R.I.O.L.U.M., che viene usato nella letteratura alchemica, è formatodall’espressione latina Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem Veram

     Medicinam, che significa “Visita l’interno della terra, e rettificando troverai la pietra nascosta che èla vera medicina”. 

    L’alchimista scava la terra. Scavare o penetrare la terra  è ilprimo passo del processo alchemico. La terra  è il corpo, o sestessi. Penetrare la terra corrisponde a penetrare, conoscere, ilproprio sé interiore. 

    Siamo quindi invitati adiscendere nella terra, negliinferi, nell’inconscio. La terra è ilsimbolo  dell’uomo f isico.L’uomo deve prendere coscienzadel suo mondo interiore, di chi è,cosa sta facendo, quali sono lesue motivazioni eccetera. Una

     volta rivolta l’attenzione versol’interno, si scoprirà un mondonuovo: gli inferi dell’Ade, il

    regno oscuro delle ombre e deimostri. 

    Questa discesa viene anche chiamata regressus ad uterum,  “ritorno nell’utero”, un termine che viene spesso usato nei riti d’iniziazione. È un ritorno simbolico a un particolare stato primordialedell’essere che accomuna ogni uomo nell’inconscio collettivo. 

    Nel profondo dell’uomo, nell’oscurità della sua psiche, risiedono i moventi delle sue azioni. Dunqueil regressus ad uterum, il prendere coscienza di questi moventi profondi, è una condizionenecessaria per entrare nella zona di morte illuminata dalla luna, e successivamente sperimentare larinascita. Terra  Mater, la Madre Terra, è sempre stata collegata alla nascita, con l’unione tra uomoe donna (conscio e inconscio); unione dalla quale la nuova vita sgorgherà dopo la morte. 

    http://www.esopedia.it/index.php?title=Carl_Gustav_Junghttp://www.esopedia.it/index.php?title=Carl_Gustav_Junghttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Simbolohttp://www.esopedia.it/index.php?title=Simbolohttp://www.esopedia.it/index.php?title=Luna_%28astrologia%29http://www.esopedia.it/index.php?title=Luna_%28astrologia%29http://www.esopedia.it/index.php?title=Luna_%28astrologia%29http://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Luna_%28astrologia%29http://www.esopedia.it/index.php?title=Simbolohttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Terrahttp://www.esopedia.it/index.php?title=Carl_Gustav_Jung

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    I popoli primitivi svolgevano le loro iniziazioni al buio o sottoterra, ad esempio nelle grotte. InEgitto, le iniziazioni si svolgevano nelle piramidi o nelle cripte interrate dei templi. In Persia siusavano principalmente nelle grotte, mentre gli indiani d’America avevano apposite capanne. Imisteri di Mitra venivano eseguiti in templi costruiti sottoterra. La stessa iniziazione erasimboleggiata dalla penetrazione della pancia della Grande Madre, o del corpo di un mostromarino o animale selvatico. 

    Nella mitologia  greca, Orfeo discese nell’Ade per cercare Euridice (il simbolo  della sua animaperduta). Il Dio  hindù Krishna discese negli inferi per cercare i suoi sei fratelli (i sei chakra,essendo Krishna il chakra della corona). Dice una leggenda che, dopo la sua morte, anche Gesù discese nel regno di Satana per salvare l’anima di Adamo (l’uomo puro). 

     La porta della saggezza  eterna (Heinrich Khunrath, Amphiteatrum Sapientiae, Hanau, 1604). 

    Nell’alchimia, l’entrata dell’inconscio èspesso rappresentata dall’entrata delle

    grotte, da racconti di viaggi negli inferi ostrani luoghi lugubri del mondo. Talvolta

    si trova negli scritti alchemici larappresentazione del re che si fa il bagno.L’acqua, alchemicamente parlando,rappresenta proprio l’inconscio. Il Re, cheè invece la nostra coscienza, vi si immergeproprio per venire a contatto con i suoicontenuti e così portarli alla luce, allapropria coscienza. 

    Un altro modo in cui questo contatto tra coscienza ed inconscio viene rappresentato è il simbolo della “coniunctio”   (congiunzione) o “concepito”  (concezione) tra il Re e la Regina, che avviene

    principalmente nell’acqua, in una sorgente o in una fontana. La Regina quindi rappresenta ilfemminile, l’acqua, l’inconscio. 

    La discesa nell’inconscio non è priva di pericoli. In senso psicologico può ad esempio sfociare nellaschizofrenia. Nella mitologia, l’eroe penetra gli inferi per lottare contro mostri e demoni. La GrandeMadre  gli appare sotto forma di un essere terribile, spesso il Signore della Morte. Per il suocoraggio e la sua audacia, la Grande Madre, Dea della fertilità, gli offre grande conoscenza e grandesaggezza. 

    Quando nell’alchimia si lavora con i metalli  (così vengono chiamate le passioni e le emozionidell’uomo), il piombo viene usato come materiale iniziale. Gli alchimisti dicono che nel piombo vi è

    un demone che può causare la pazzia. Il piombo è sotto il dominio di Saturno, il Dio  dellamalinconia, che causa disturbi e visioni demoniache. 

    Il piombo, il più impuro dei metalli, deve essere trasformato nel metallo puro, l’Oro,  simbolo delloSpirito. In generale, il piombo rappresenta le passioni inferiori e più terrene dell’uomo. E’ su di loro

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    che l’alchimista opera, rettificandole (rectificando) e sublimandole sempre più. Cosa significaquesto? Ce lo spiega un testo del Taoismo  moderno: “ Ecco perché Buddha Jou-lai (Tathagata),nella sua grande misericordia, ha rivelato il metodo, il lavoro alchemico del Fuoco, e hainsegnato al popolo a rettificare la propria vera natura e pienezza”. 

    (Solomon Trismosinus, Aurum vellus, Hambutg, 1708) 

     Nel bordo, la frase latina di vitriolum.

     Il  sole  e la  luna  sono gli opposti che nell’uomo devonoessere uniti. Il calice è il “vaso” o vasca alchemica,simbolo  del corpo. I segni planetari rappresentano i diversi stadi del processo alchemico. La doppia aquila èil Mercurio, il leone è lo Zolfo e la stella è il Sale, i treingredienti del processo. Il globo sinistro con le nuvole èil microcosmo, il globo destro con le stelle è il macrocosmo. 

    “ Rectificando”, al centro dell’acronimo VITRIOLUM, significa “correggere” gli aspettinegativi della propria psiche, purificare leemozioni negative. Serve a drizzare ciò che ècresciuto storto durante la vita. L’alchimistadeve purificarsi da tutta la “sporcizia”, da tuttele sue “scorie”. Deve lavare “il corpo” permigliorarlo e perfezionarlo. I metalli devonoessere purificati da “elementi esterni impuri edistruttivi”. I metalli in questo caso possonoessere interpretati come emozioni. 

    Il Taoismo  sottolinea l’importanza della purificazione dalle tendenze egoistiche che separano

    l’uomo dalla sua natura eterna. Un uomo che si sforza d’ottenere il Tao deve rinunciare alla bramae al desiderio e divenire un bambino che si unisce al Tao. Con questa purificazione, avviene larinascita. Pertanto un alchimista deve rifuggire le masse e iniziare il processo di meditatio, auto-riflessione, in silenzio.

     Anche il Buddhismo  insegna la purificazione. L’uomo può arrivare alla salvezza separandosi dallefaccende mondane che lo fanno deviare dal suo vero sentiero. Egli vede che la vita terrena di per sénon è soddisfacente. L’uomo è insoddisfatto perché i suoi desideri sono senza limiti. Deve liberarsidalle catene dei suoi desideri.

    Entrare nell’inconscio significa anche entrare nell’inconscio collettivo che tutti condividiamo. Nella

    mitologia greca vi era il Tartaro, nome originariamente usato per indicare gli inferi. Il Tartaro è ilmondo psichico nel profondo dell’uomo, dove risiedono tutti gli istinti inferiori, come la brama diuccidere e distruggere, la sete di sangue, la paura, l’odio, la vendetta, il desiderio di potenzaeccetera. Non è facile da ammettere a se stessi, ma tutte risiedono in noi. Abbiamo represso tutte le

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    nostre emozioni oscure confinandole nel profondo regno di Tartaros. Questa è l’eredità umana,risalente a tempi antichi. 

    È compito dell’uomo conoscere, sentire ed essere responsabile di tutte le proprie emozioni. Essenon devono essere semplicemente represse, poiché così facendo si otterrebbe l’unico effetto di“comprimerle” in qualche angolino della propria psiche, dal quale potrebbero emergere quandomeno ce le aspettiamo. Vanno invece sublimate, cambiate e trasmutate in sentimenti più elevati. Larepressione incatena l’uomo proprio agli oggetti che reprime, ma la purificazione li trasmuterà inelementi positivi, portandolo più vicino alla sua vera essenza. Fin quando non intraprenderemoconsapevolmente la Grande Opera, dolore e sofferenza disturberanno le nostre vite. Dobbiamoaffrontare i mitici mostri nella profondità del nostro inconscio e illuminarli. Essi fanno partedell’essere umano. Non possiamo scartarli, ma possiamo controllarli, dominarli, imparare da loro,e trasformarli in servitori del Divino. I mostri non sono mostri di per sé. Sono soltantocaratteristiche della natura umana che sono state distorte o che quantomeno non ci sono più utili.Noi possiamo rettificarle ed utilizzarle a nostro vantaggio, per ascendere alla Consapevolezza delSè. 

    Questo compito non è per l’aspirante iniziato. È soltanto per gli audaci che osano affrontarel’oscurità dell’anima. Il coraggio di molti fallirà, ed essi torneranno a casa. Perciò il pellegrino nonintraprende un sentiero facile, perché il mondo del piacere non è più suo. Egli ha scelto il percorsodi Arete (Dea della Virtù), che lo porta verso molti pericoli e strade difficili, in solitudine e confatica, ma infine diverrà immortale. Chi perderà la vita, la otterrà. 

     Se sei davvero deciso a trovare il Tao,  puoi farlo anche quando sei in una città e hai una posizione di rilievo in faccende mondane. Questo non è contraddittorio. 

     Il lavoro è semplice e vicino, il segreto è così semplice, che, se fosse rivelato, 

    vi sarebbero risate tutt’intorno. 

    1.2 Il Drago 

     L’acquietarsi del cuore è la vera alchimia 

    che trasmuta il mercurio in argento. 

    Inayat Khan 

     Mentre l’uomo comune cerca di biasimare gli altri e biasimare il fato, il nobile cerca il difetto dentro se stesso. 

    I Ching 

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     Alcune fonti sostengono che nella testa del drago  si trovi una pietra, un chiaro riferimento allapietra grezza, ‘prima materia’ o materia prima. 

    L’uccisione del drago  richiama anche un evento cosmico. È la penetrazione della materia primacome oceano primario, o caos primario del fuoco segreto o spirito divino. Il serpente di fuocoemanò fuoco e luce nelle acque primarie. Quando il drago (o serpente, dato che il gatto di Ra, il dio sole, tagliò la testa del serpente Apophis), venne ucciso, il caos originale cessò e il processo dievoluzione cosmica ebbe inizio. 

    Nella mitologia greca, anche l’idra di Lerna era un tipo di drago, e aveva un simbolismo analogo.Ercole uccise l’idra durante la seconda delle sue fatiche. L’idra di Lerna viveva in una palude, ladimora degli istinti primari, delle passioni, le brame, i desideri. Chiunque venga coinvolto inqueste emozioni entra in una palude in cui rischia di annegare. Dunque Ercole tirò frecce di fuoco(il fuoco alchemico) per stanarla dal suo nascondiglio. Dapprima tagliò le teste dell’idra, ma essericrebbero. Un approccio energico non è il metodo adatto. Poi suo nipote Joales venne in suosoccorso. Cominciò a bruciare i tagli con tronchi infuocati in modo tale che le teste non potesseroriformarsi. Ciò indica che è un atteggiamento sistematico, paziente, riflessivo e profondo, quelloche viene richiesto. 

    Bisogna notare che quando l’alchimista parla del Drago   Verde, egli si riferisce allo spiritouniversale presente in tutto, da non confondersi quindi con lo stesso concetto del drago  degliinferi. 

    1.3 La Nigredo – L’Opera al Nero 

     Il saggio non è sorpreso dalla morte, 

    egli è sempre pronto ad andarsene. 

    La Fontane 

    Questo stato melanconico è così potente che, secondo scienziati e dottori, può attrarre demoni al corpo, anche al puntoche si può entrare in confusione mentale o avere visioni. 

     Agrippa 

    Nigredo, o “nerezza”, nel linguaggio alchemico significa putrefazione, decomposiz ione. Conla penetrazione del fuoco esterno, il fuoco interno viene attivato e la materia inizia a putrefarsi. Ilcorpo si riduce alla materia prima da cui originò. Questo processo viene anche chiamato “cottura”.La terra nera è chiusa in un vaso o in una borraccia e scaldata.  

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    Basilius Valentinus, Azoth, Paris, 1659 

     Il corpo deve essere decomposto. Ciò significa spostare laropria consapevolezza all’io interiore.  I pianeti  

    rappresentano entrambi stadi di questo processo durante il quale le energie del corpo devono essere trasmutate. La stella Saturno è nera, giacché Saturno simboleggia la Nigredo. Il  Sole e la  Luna sono gli opposti da unire, e il fuoco e l’aria sonogli elementi che stimolano la decomposizione. Il corvo nero èun altro  simbolo  della Nigredo. I due uccelli che escono dal 

    corpo sono l’anima e lo spirito. Bisogna diventare consapevoli della propria anima e del proprio spirito. Il cerchio evidenzial’idea dell’unione o unificazione.

    "La putrefazione è così efficace che distrugge lavecchia natura e la vecchia forma dei corpi indecomposizione, li trasmuta in un nuovo statodell’essere per dar loro un frutto completamentenuovo. Tutto ciò che vive, muore; tutto ciò che è mortosi putrefà e trova nuova vita” (Pernety, 1758) 

    Nella mitologia, la Nigredo rappresenta le difficoltàche l’uomo deve superare durante il suo viaggio negliinferi, ossia all’interno di se stesso. La Nigredo ètalvolta definita “più nera del nero più nero”. Ercoledoveva portare a termine dodici compiti quasiimpossibili. Il pellegrino incontra tradizionalmenteombre, mostri, demoni. Negli antichi misteri icandidati dovevano subire prove iniziatiche difficili, a volte dolorose e addirittura pericolose. 

    Oltre alla testa di corvo (“caput corvi”), uno dei simboli della Nigredo in alchimia  è la“decapitazione”. Tutti questi simboli fanno riferimento alla morte dell’uomo comune, intesa comemorte del suo caos interiore e dei suoi dubbi, poiché egli è incapace di trovare da solo la veritàdentro di sé. In una delle sue fatiche, Ercole pulisce le stalle di Augias, a rappresentare la pulizia ditutte le impurità interiori. 

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    Johann Daniel Mylius, Philosophia reformata, Frankfurt,1622 

    Un frate in meditazione  in una crepa della  terra  mostra che l’alchimiaera innanzitutto una pratica spirituale. Le due figure assomiglianti auccelli sono l’anima e lo spirito di cui si deve divenire consapevoli. 

    Psicologicamente, la Nigredo è ilprocesso in cui ci si dirige verso ilritrovamento dell’auto-conoscenza.Un problema riceve piena attenzione e viene ridotto alla sua essenza. Ciònon viene fatto in manieraesclusivamente mentale ointellettuale, ma soprattutto usando

    le emozioni. Con la vera immersionesi causa la putrefazione, ladecomposizione di ciò in cui si eraincastrati. 

    Il confronto con la realtà interna è spesso doloroso e può portare alla depressione. Ma una voltaentrati nella profondità del buio, con la scoperta del seme del problema - il seme nella materiaprima - nasce la luce bianca (albedo, bianchezza, la fase seguente). Sorge uno stato di riposo. Lapresa di coscienza del problema è stata ottenuta, il problema è stato emotivamente elaborato ed

    emerge la conoscenza su come affrontarlo in un modo più positivo e costruire così unatteggiamento più puro. 

    Gli alchimisti parlavano di sciogliere “il miscuglio” (l’uomo con tutte le sue complessità) allo scopodi tornare al germe.

    “Ciò da cui una cosa è stata fatta in modo naturale, attraverso quella stessa cosa deve tornare a unostato dissolto nella sua stessa natura. Tutto deve essere dissolto e ridotto a quella forma da cuiscaturì” (Anton Joseph Kirchweger, 1728) 

    La “Materia” deve essere spogliata delle sue superfluità per arrivare al centro che contiene tutto il

    nucleo del “miscuglio”. Il seme è l’essenza e contiene tutte i poteri essenziali del corpo. Bisognaarrivare al centro dei problemi, al centro delle emozioni, il centro di se stessi. Lì risiede il poteredella trasformazione. 

    Saturno è il pianeta che simbolicamente governa la fase della Nigredo. Analogamente a Mercurio,il  simbolo di Saturno viene usato, in alchimia, come simbolo del caos, della materia prima sottoforma di pietra grezza e della pietra filosofale. Questi sono tutti simboli che indicano l’uomoall’inizio del processo alchemico. Saturno, coi suoi strumenti tradizionali - la falce e la clessidra - èil dio della morte e della putrefazione, dalle quali sorgerà nuova vita. Come la lancia e la spada, lafalce è uno strumento di penetrazione. Saturno è il piombo del filosofo. È il dio  che causamalinconia e visioni demoniache. La “Malinconia” è un altro termine che indica la Nigredo. Dato

    che può sorgere la malinconia quando si lavora alchemicamente su se stessi, l’alchimista consiglial’uso della musica per innalzare l’anima. 

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    Saturno è anche il dio della fertilità. Da qui l’espressione alchemica: “la nostra terra nera è terra fertile”, che esprime la trasformazione della morte a nuova vita, chiaramente descritta nellatredicesima carta dei tarocchi. Per dar vita a un nuovo inizio la putrefazione è una fase necessaria.La vita stessa è un ciclo di morte e rinascita, con la continua creazione di nuova vita che daall’uomo l’opportunità di lavorare su se stesso e sforzarsi di perfezionare la propria condizione.  

    Gli alchimisti sostengono che la Nigredo dura quaranta giorni. Questo periodo di quaranta giorniha un valore simbolico: Gesù digiunò per quaranta giorni nel deserto; ci sono quaranta giorni didigiuno  tra la Pasqua e l’Ascensione; gli israeliti girovagarono nel deserto per quaranta giorni; ildiluvio universale, con il quale Dio mondò la terra dai peccatori, durò quaranta giorni e quarantanotti; Sant’Antonio passò quaranta giorni nel Sahara, tormentato da estreme visioni erotiche edemoni. 

    1.4 La Coda del Pavone 

    "Ciò che impedisce agli uomini di vedere e udire  Dio è il loro udito, la loro vista, la loro volontà. Con la loro propriavolontà essi si separano dalla volontà di   Dio. Vedono e sentono con i propri desideri, i quali impediscono loro di vedere e sentire  Dio. Cose terrestri e materiali li tengono all’oscuro e non riescono a vedere al di là della loro naturaumana. Se stessero fermi, desistessero dal pensare e dal sentire con i propri egoismi, se vincessero la loro volontà,entrassero in uno stato di abbandono, in una divina unione con Cristo che vede   Dio, ode  Dio e parla con Lui, che

    conosce il mondo e la volontà di   Dio, allora l’eterno udire, vedere e parlare sarebbe loro rivelato.” Jacob Boehme (1575-1624 C.E.) 

    La ‘Cauda Pavonis’ , la coda del pavone, o il pavone stesso, simboleggia una fase in cui appaionomolti colori. La maggior parte degli alchimisti collocano questa fase prima dell’Albedo, la

     bianchezza. Solo pochi la situano dopo. 

    Gerhard Dorn (XVI secolo) ebbe a dire: “Questo uccello vola durante la notte senza ali. Alla prima rugiada del cielo, dopo un ininterrotto processo di cottura, ascendendo e discendendo,

    dapprima prende la forma di una testa di corvo, poi di una coda di pavone; le sue piumediventano bianchissime e profumate, e finalmente diviene rosso fuoco, mostrando il suocarattere focoso”. 

    I colori si riferiscono ai tre stadi della Grande Opera, con la Rubedo, o rossezza, per ultima. 

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    Manoscritto del XVIII secolo dalla

    Collezione del Dott. C. Rusch, Appenzell 

     Il disegno rappresenta Distillatio,“distillazione”. A un certo punto delladistillazione apparirà la coda di pavone. 

    Il simbolo della coda del pavone fu scelto a causa dei suoitanti colori e dei brillanti “occhi”. Si narra cheoriginariamente questi fossero gli occhi del greco Argus,il cui nome significa “colui che vede tutto”. Argus era ungigante fortissimo con cento occhi. In ogni momentocinquanta di essi erano aperti e cinquanta dormivano. Fu

    decapitato da Hermes. Hera, la dea madre, pose i suoiocchi sulla coda del suo uccello preferito, il pavone. 

    La fase dei tanti colori era anche simboleggiatadall’arcobaleno, o dalla dea dell’arcobaleno, Iris, lamessaggera degli dei, che in particolare faceva da tramitetra Zeus e i mortali. 

    Nella Grande Opera  la coda di pavone può avere duesignificati. Può essere la raccolta e la totalità di tutti icolori nella luce bianca. Ricordiamo che la luce bianca si

    riferisce al secondo stadio, l’Albedo, o bianchezza. Inquesto senso, in tempi antichi, il pavone era consideratoun uccello reale e corrispondeva alla fenice. 

    Il secondo significato è che rappresenti il fallimento del processo alchemico. Secondo un testocinese sugli esercizi yoga, quando il conscio penetra l’inconscio “ogni parte di un pensiero può

     prendere forma e diventare visibile in colore e aspetto”. Si inizia vedendo tanti tipi di forme che

    sembrano reali e paiono avere una vita autonoma. Ma non si può indagare perché porta aldisaccordo della mente e addirittura alla schizofrenia. L’alchimista cerca l’unità, espressa dallaluce bianca. 

    È noto che durante la meditazione  possono verificarsi sentimenti di esaltazione e osservazioniinusuali. In sostanza vi sono due tipi di osservazioni. La prima tenta di rifuggire la disciplina dellameditazione, cosa che i praticanti Zen chiamano makyo.  Makyo è costituito dalle illusioni cheproiettiamo sulla realtà allo scopo di evadere dalle linee guida della meditazione. Ad esempio,l’oggetto della meditazione comincia a irradiare meravigliose luci e colori, o si espande e contraeritmicamente. Ci si comincia a sentire più leggeri o più pesanti, o si sentono energie piacevolipassare nel corpo. Possono verificarsi tutti i tipi di sensazioni. Molti meditatori vengonofacilmente distratti da questi fenomeni e addirittura se ne interessano molto, trascurando così il

     vero scopo della loro meditazione. Di questo è necessario essere consapevoli. 

    Una seconda causa di distrazione è un cambio di coscienza in cui guardiamo il mondo in un mododiverso da come facevamo in passato. Può essere uno shock che riverbera a livello psichico ofisico. I sentimenti coinvolti possono essere davvero meravigliosi, ma il consiglio è: goditeli, nonprenderli sul serio e continua a meditare. 

     Anche le visioni distraggono. Molti saggi e mistici hanno segnalato questo tipo di pericolo. “ Nondovremmo desiderare o aspettarci delle visioni. Con tutte le nostre forze dovremmo astenercenee sospettare di loro” (Ignazio da Loyola). Essi sottolineano che visioni di luce, di angeli, sì, anchedi grandi maestri, dovrebbero essere trascurate, poiché bloccano il progresso interiore. 

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    1.5 Albedo - Bianchezza 

     Je ne craignais pas de mourir mais de mourir sans etre illumine. (Non avevo paura di morire, ma di morire senza essere illuminato) Comte de Saint-Germain, La Tres Sainte Trinisophie 

     Il messaggero della luceè la stella del mattino. Così l’uomo e la donna si avvicinanoall’alba della conoscenza, poiché in esso è il germe della vita,una benedizione dell’eterno.Haji Ibrahim of Kerbala 

     Lucifero, Lucifero, tendi la tua coda, e portami via, a tutta velocità attraverso lo stretto passaggio, la valle della morte, alla luce brillante, il palazzo degli dei. 

    Isanatha Muni 

     Alla fine della Nigredo, appare una luce bianca. Siamo arrivati al secondo stadio della GrandeOpera: l’Albedo, o bianchezza. L’alchimista ha scoperto dentro di sé la sorgente della sua vita, lafonte da cui l’acqua della vita scorre, donando giovinezza eterna. 

    La sorgente è una: maschio e femmina sono uniti. Nelle immagini alchemiche vediamo unafontana da cui due flussi entrano nella stessa vasca. 

     Albedo è la scoperta della natura ermafrodita dell’uomo. In senso spirituale, ogni uomo èermafrodita. Questo è appurabile nella prima fase embrionale del feto. Non vi è sesso fino a dopoun certo numero di settimane dopo la concezione.  

    Quando l’uomo discese nel mondo fisico, entrò un mondo di dualità. A livello fisico ciò simanifesta attraverso la differenziazione dei sessi. Ma il suo spirito è ancora androgino, contiene ladualità nell’unità. La sua unità non è legata allo spazio, al tempo o alla materia. La dualità è unacaratteristica del nostro mondo fisico. È transitoria e infine cesserà di esistere. Quando maschio efemmina saranno di nuovo uniti si avrà l’esperienza del vero Sé. Il conscio e l’inconscio sarannocompletamente uniti. 

    L’albedo avviene quando il sole sorge a mezzanotte. È un’espressione simbolica che rappresenta ilsorgere del sole  nel profondo del buio della nostra coscienza. È la nascita di Cristo nel cuoredell’inverno. Nel prof ondo di una crisi psicologica, avviene un cambiamento positivo. 

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    L'Aurore, Henri de Linthaut 

     Albedo, simboleggiato da Aurora,dall’alba, la stella del mattino(Venere-Afrodite), e dal  sole  chesorge dal Mare Filosofale.

    L’Albedo viene anche rappresentata con Aurora, la dearomana dell’alba. Suo fratello è Elio, il Sole. Con un gioco diparole, Aurora è collegata con aurea hora, l’ora d’oro. È unostato di coscienza supremo. 

    Pernety (1758) ebbe a dire: “Quando l’Artista (Alchimista)vede la bianchezza perfetta, i filosofi dicono che bisogna

    distruggere i libri, poiché sono divenuti superflui ”. 

    L’Albedo è anche rappresentata dalla stella del mattino Venere/Afrodite. Venere ha un posto speciale nella GrandeOpera. In tempi antichi Lucifero   veniva identificato colpianeta Venere. Originariamente Lucifero  aveva unsignificato molto positivo. Il suo nome etimologicamentesignifica “Portatore di Luce”. Egli era infatti l’angelo cheportava agli uomini la Luce della Conoscenza. Non vaconfuso con Satana, l’Avversario. 

    Nella Bibbia viene detto, in Pietro 1.19: “ finché non arriverà il giorno e la stella del mattinosorgerà nei vostri cuori ”; nell’Apocalisse, 12.16, Cristo stesso dice: “ Io sono la stella del mattino”,identificandosi come Portatore di Luce egli stesso.  

    Troviamo lo stesso concetto nella letteratura mistica. In tempi antichi Lucifero  era un essere diluce positivo. Un sol uomo, tale Ieronimo, cambiò significato al termine Lucifero, quando lesseuna frase da Isaia 14.12 (Isaia parla con un vizioso re di Babilonia): “Come mai sei caduto dal cielo, astro mattutino, figlio dell'aurora? Come mai sei atterrato, signore dei popoli? ”. Ieronimousò questa frase per identificare Lucifero  con il drago  scacciato dal paradiso da Michele. Conl’interpretazione di un sol uomo, quindi, Lucifero fu trasformato da essere di luce splendente nelpiù diabolico e oscuro essere al mondo. 

    Nell’alchimia troviamo Lucifero  associato ai metalli impuri, inquinati dallo zolfo grezzo, arappresentare che la luce dentro di noi è “oscurata” da ciò che gli alchimisti chiamano “superfluo”,le “scorie” emotive, psichiche e mentali causate dall’uomo stesso. 

    Mercurio e Lucifero sono uno, la stessa identità. Si parla di Mercurio quando è puro: zolfo bianco,fuoco in cielo. Come “spiritus”, egli dona la vita, come “spiritu