Al via la quarta edizione di Imprendocoop · 2017. 9. 15. · Bologna (20,7), Ravenna (20,6) e...

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Anno 30 - N. 4 - 8 settembre 2017 Quindicinale della Confcooperative Modena Via Emilia Ovest, 101 - Modena - Tel. 059/384011 Società editrice: Uniservizi Società Cooperativa Via Emilia Ovest, 101 - Modena Direttore responsabile: Gaetano De Vinco Reg. Trib. Mo n. 914 dell’1/3/2005 Poste Italiane S.p.A. Sped. in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 CN/MO N° iscrizione al R.O.C. 26175 del 5/2/2016 Stampa Grache TEM Modena - Via Tamburini, 157 Testi a cura di Silvio Cortesi Impaginazione di Giovanna Vallini Costo 1,00 Euro Dopo il successo delle prime tre edizioni riprende Imprendocoop, il progetto per favorire l’occupazio- ne e l’imprenditorialità ideato da Confcooperative Modena. Chi desidera creare cooperative in settori innovativi può usufruire di un percorso formativo di alto livello, premi in denaro, assistenza, consulenza e servizi gratuiti per un anno. Anche la quarta edizione di Imprendocoop è svi- luppata in collaborazione con la Fondazione De- mocenter-Sipe di Modena, l’ente che si occupa di ricerca, innovazione, trasferimento tecnologico e formazione a favore delle imprese. Il progetto è sostenuto dal Comune di Modena, Emil Banca e Coop Up, la rete di Confcooperative nazionale per le idee, l’innovazione e lo sviluppo di imprese. Inol- tre è patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna, dall’Università di Modena e Reggio, dalla Camera di commercio di Modena. «La cooperativa si conferma lo strumento più adatto per dare forma e sostanza a idee e progetti innova- tivi sviluppati da persone che hanno voglia di fare impresa – dichiara il presidente di Confcooperative Modena Carlo Piccinini – Nelle prime tre edizioni di Imprendocoop si sono candidate 85 idee d’impresa, 50 delle quali erano start up. Ne abbiamo premiate complessivamente tredici, che si sono costituite in cooperative e danno lavoro a una cinquantina di persone». «A volte, per spiegare un’azione concre- ta o un processo, si dice che parlano i numeri e ai numeri si affida il compito di dare valore a quel che si è fatto – aggiunge Erio Luigi Munari, presidente Fondazione Democenter-Sipe - Questo concetto è sicuramente vero anche per Imprendocoop, con le sue quattro edizioni, le decine di idee di impresa valutate e la tante start up costituite in società cooperativa e non solo. Credo, però, che rispetto a Imprendocoop a parlare siano soprattutto i volti delle persone, donne e giovani, che in questo per- corso hanno trovato una risposta occupazionale e Continua il progetto che favorisce occupazione e imprenditorialità Al via la quarta edizione di Imprendocoop Nelle prime tre edizioni sono nate 13 cooperative che danno lavoro a 50 persone professionale. Se vi capita di incontrarli, guardateli bene: loro ci credono». La nuova edizione del concorso si sviluppa tra l’autunno 2017 e la primavera 2018. È prevista la selezione finale di tre progetti che saranno premiati con 2.500, 1.500 e mille euro. Il quarto, quinto e sesto progetto classificato riceveranno da Emil Banca un finanziamento agevolato per l’avvio d’im- presa. «Promuovere la cooperazione come modello di sviluppo equo e solidale è uno degli obiettivi per cui facciamo banca – spiega Matteo Passini, vicedirettore generale Emil Banca - Le prime edizioni di questo progetto ci dicono che, oltre a essere più attento alle persone, il modello cooperativo è anche vincente. Pro- prio in questi giorni, infatti, stiamo definendo un’operazione molto im- portante con una cooperativa nata grazie a una delle scorse edizioni di Imprendocoop. Questa operazione ci permetterà, tra l’altro, di mantenere e coltivare un proficuo rapporto di collaborazione e consulenza con la cooperativa iniziato proprio su questi banchi». I progetti vincenti potranno avere, inoltre, uno spazio co-working per sei mesi, servizi amministrativi, fiscali ed elaborazione servizi del personale gratuiti per tutto il 2018, accesso ai servizi di Confcooperative Modena e conto corrente Emil Banca a canone zero per dodici mesi. L’erogazione dei premi e servizi è vincolata alla costituzione entro il 15 luglio 2018 di un’impresa in forma cooperativa aderente a Confcooperative Modena. La raccolta delle candi- dature avviene on line su www.imprendocoop.it e si conclude il 31 ottobre. A novembre gli aspiranti imprenditori selezionati cominceranno il percorso formativo (undici tra incontri, laboratori e seminari) per apprendere le competenze necessarie a concre- tizzare un’idea e creare un’impresa. Durante questo periodo, che finirà a metà febbraio, i partecipanti a Imprendocoop saranno sempre affiancati da men- tor, tutor, esperti e dirigenti di cooperative che li aiuteranno nella fase di start up. Entro marzo 2018 i progetti d’impresa saranno valutati da un comitato tecnico scientifico. Dopo la premiazione dei pro- getti vincenti, manager e imprenditori cooperativi trasferiranno agli aspiranti cooperatori parte del loro know how e, grazie alle loro reti di relazioni, accelereranno l’ingresso delle neo cooperative nel mercato. In questa fase i tutor di Confcooperative e Democenter garantiranno supporto nella ricerca di fondi, accesso al credito e partecipazione a bandi per finanziamenti pubblici. Info: tel. 059.384602; www.imprendocoop.it; Cresce il ruolo delle donne nelle cooperative mode- nesi. In oltre un terzo delle 200 imprese aderenti a Confcooperative Modena è una donna a ricoprire il ruolo di presidente, amministratore unico, vicepre- sidente o componente del consiglio di amministra- zione. Nel dettaglio, sono 22 le cooperative guidate da una donna (presidente o amministratore unico) e 14 quelle con una vicepresidente, mentre altre 42 donne fanno parte dei consigli d’amministrazione di cooperative; tredici tra presidenti e vice hanno meno di 40 anni. La stragrande maggioranza di queste cooperative a “trazione” femminile (54 su 78) si occupa di servizi alla persona (assistenza anziani, disabili, minori, in- serimento lavorativo ecc.), mentre otto di esse sono specializzate in attività culturali, spettacolo e turismo. «Le donne hanno trovato nelle coope- rative le imprese che più si prestano a essere ascensore sociale ed economico perché, più di altre forme di imprese, si sforzano di coniugare le esigenze di vita familiare e lavoro, anche a costo di sacrificare gli utili – afferma il presi- dente di Confcooperative Modena Carlo A Modena 78 cooperative hanno donne presidente, vicepresidente o consigliere Cooperative, una su tre è a guida femminile Le cooperative si sforzano di conciliare le esigenze familiari e lavorative delle donne Piccinini - Non a caso nelle cooperative le donne rappresentano circa il 60 per cento anche degli occupati. La conciliazione tra famiglia e lavoro resta il prerequisito per accrescere la presenza delle donne nel mondo del lavoro, in particolare per affidare alle donne ruoli di responsabilità nelle imprese. Da questo punto di vista, però, c’è ancora molta strada da fare». A Modena a fine 2016 le imprese femminili (non solo cooperative) erano 15.287, pari al 20,5 per cento del totale delle imprese registrate. In Emi- lia-Romagna, dove le imprese femminili risultano quasi 94 mila (un quinto del totale), il maggiore tasso di femminilizzazione spetta a Ferrara (23 per cento), seguita da Piacenza (21,6), Rimini (21,1), Bologna (20,7), Ravenna (20,6) e Modena, che però è seconda (dopo Bologna) per valori assoluti. In Italia, invece, le imprese femminili sono 1,32 milioni (pari al 21,8 per cento di tutte le imprese). «A livello nazionale possiamo dire che la ripresa è trainata dalle imprese femminili, le quali nel triennio 2014-2016 sono cresciute dell’1,5 per cento rispetto a una media dello 0,5 del sistema imprenditoriale nel suo complesso – aggiunge Piccinini citando il focus Censis/Confcoopera- tive “Donne al lavoro, la scelta di fare impresa”, presentato a Roma in luglio – La voglia delle donne di creare imprese l’abbiamo constatata anche con Impren- docoop. Nelle prime tre edizioni le donne erano in maggioranza sia tra i partecipan- ti al percorso formativo che – conclude il presidente di Confcooperative Modena - tra coloro che hanno presentato progetti d’impresa e costituito cooperative». MARCELLA STERMIERI (SECONDA DA DESTRA) PRESIDENTE DELLA COOPERATIVA MEDIANDO DA SINISTRA: LUIGI ROVATI (UNIMORE), STEFANO BELLEI (CAMERA DI COMMERCIO), CARLO PICCININI, ERIO LUIGI MUNARI (DEMOCENTER), MATTEO PASSINI (EMIL BANCA) E L’ASS. LUDOVICA CARLA FERRARI

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Anno 30 - N. 4 - 8 settembre 2017

Quindicinale della Confcooperative ModenaVia Emilia Ovest, 101 - Modena - Tel. 059/384011Società editrice: Uniservizi Società CooperativaVia Emilia Ovest, 101 - ModenaDirettore responsabile: Gaetano De VincoReg. Trib. Mo n. 914 dell’1/3/2005Poste Italiane S.p.A. Sped. in abbonamento postaleD.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 CN/MON° iscrizione al R.O.C. 26175 del 5/2/2016Stampa Grafi che TEM Modena - Via Tamburini, 157Testi a cura di Silvio CortesiImpaginazione di Giovanna ValliniCosto 1,00 Euro

Dopo il successo delle prime tre edizioni riprende Imprendocoop, il progetto per favorire l’occupazio-ne e l’imprenditorialità ideato da Confcooperative Modena. Chi desidera creare cooperative in settori innovativi può usufruire di un percorso formativo di alto livello, premi in denaro, assistenza, consulenza e servizi gratuiti per un anno. Anche la quarta edizione di Imprendocoop è svi-luppata in collaborazione con la Fondazione De-mocenter-Sipe di Modena, l’ente che si occupa di ricerca, innovazione, trasferimento tecnologico e formazione a favore delle imprese. Il progetto è sostenuto dal Comune di Modena, Emil Banca e Coop Up, la rete di Confcooperative nazionale per le idee, l’innovazione e lo sviluppo di imprese. Inol-tre è patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna, dall’Università di Modena e Reggio, dalla Camera di commercio di Modena. «La cooperativa si conferma lo strumento più adatto per dare forma e sostanza a idee e progetti innova-tivi sviluppati da persone che hanno voglia di fare impresa – dichiara il presidente di Confcooperative Modena Carlo Piccinini – Nelle prime tre edizioni di Imprendocoop si sono candidate 85 idee d’impresa, 50 delle quali erano start up. Ne abbiamo premiate complessivamente tredici, che si sono costituite in cooperative e danno lavoro a una cinquantina di persone». «A volte, per spiegare un’azione concre-ta o un processo, si dice che parlano i numeri e ai numeri si affida il compito di dare valore a quel che si è fatto – aggiunge Erio Luigi Munari, presidente Fondazione Democenter-Sipe - Questo concetto è sicuramente vero anche per Imprendocoop, con le sue quattro edizioni, le decine di idee di impresa valutate e la tante start up costituite in società cooperativa e non solo. Credo, però, che rispetto a Imprendocoop a parlare siano soprattutto i volti delle persone, donne e giovani, che in questo per-corso hanno trovato una risposta occupazionale e

Continua il progetto che favorisce occupazione e imprenditorialità

Al via la quarta edizione di ImprendocoopNelle prime tre edizioni sono nate 13 cooperative che danno lavoro a 50 persone

professionale. Se vi capita di incontrarli, guardateli bene: loro ci credono». La nuova edizione del concorso si sviluppa tra l’autunno 2017 e la primavera 2018. È prevista la selezione finale di tre progetti che saranno premiati con 2.500, 1.500 e mille euro. Il quarto, quinto e sesto progetto classificato riceveranno da Emil Banca un finanziamento agevolato per l’avvio d’im-presa. «Promuovere la cooperazione come modello di sviluppo equo e solidale è uno degli obiettivi per cui facciamo banca – spiega Matteo Passini, vicedirettore generale Emil Banca - Le prime edizioni di questo progetto ci dicono che, oltre a essere più attento alle persone, il modello cooperativo è anche vincente. Pro-prio in questi giorni, infatti, stiamo definendo un’operazione molto im-portante con una cooperativa nata grazie a una delle scorse edizioni di Imprendocoop. Questa operazione ci permetterà, tra l’altro, di mantenere e coltivare un proficuo rapporto di collaborazione e consulenza con la cooperativa iniziato proprio su questi banchi». I progetti vincenti potranno avere, inoltre, uno spazio co-working per sei mesi, servizi amministrativi, fiscali ed elaborazione servizi del personale gratuiti per tutto il 2018, accesso ai servizi di Confcooperative Modena e conto corrente Emil Banca a canone zero per dodici mesi. L’erogazione dei premi e servizi è vincolata alla costituzione entro il 15 luglio 2018 di un’impresa in forma cooperativa aderente a Confcooperative Modena. La raccolta delle candi-dature avviene on line su www.imprendocoop.it e si conclude il 31 ottobre. A novembre gli aspiranti imprenditori selezionati cominceranno il percorso

formativo (undici tra incontri, laboratori e seminari) per apprendere le competenze necessarie a concre-tizzare un’idea e creare un’impresa. Durante questo periodo, che finirà a metà febbraio, i partecipanti a Imprendocoop saranno sempre affiancati da men-tor, tutor, esperti e dirigenti di cooperative che li aiuteranno nella fase di start up. Entro marzo 2018 i progetti d’impresa saranno valutati da un comitato tecnico scientifico. Dopo la premiazione dei pro-getti vincenti, manager e imprenditori cooperativi

trasferiranno agli aspiranti cooperatori parte del loro know how e, grazie alle loro reti di relazioni, accelereranno l’ingresso delle neo cooperative nel mercato. In questa fase i tutor di Confcooperative e Democenter garantiranno supporto nella ricerca di fondi, accesso al credito e partecipazione a bandi per finanziamenti pubblici.Info: tel. 059.384602; www.imprendocoop.it;

Cresce il ruolo delle donne nelle cooperative mode-nesi. In oltre un terzo delle 200 imprese aderenti a Confcooperative Modena è una donna a ricoprire il ruolo di presidente, amministratore unico, vicepre-sidente o componente del consiglio di amministra-zione. Nel dettaglio, sono 22 le cooperative guidate da una donna (presidente o amministratore unico) e 14 quelle con una vicepresidente, mentre altre 42 donne fanno parte dei consigli d’amministrazione di cooperative; tredici tra presidenti e vice hanno meno di 40 anni. La stragrande maggioranza di queste cooperative a “trazione” femminile (54 su 78) si occupa di servizi alla persona (assistenza anziani, disabili, minori, in-serimento lavorativo ecc.), mentre otto di esse sono specializzate in attività culturali, spettacolo e turismo. «Le donne hanno trovato nelle coope-rative le imprese che più si prestano a essere ascensore sociale ed economico perché, più di altre forme di imprese, si sforzano di coniugare le esigenze di vita familiare e lavoro, anche a costo di sacrificare gli utili – afferma il presi-dente di Confcooperative Modena Carlo

A Modena 78 cooperative hanno donne presidente, vicepresidente o consigliere

Cooperative, una su tre è a guida femminileLe cooperative si sforzano di conciliare le esigenze familiari e lavorative delle donne

Piccinini - Non a caso nelle cooperative le donne rappresentano circa il 60 per cento anche degli occupati. La conciliazione tra famiglia e lavoro resta il prerequisito per accrescere la presenza delle donne nel mondo del lavoro, in particolare per affidare alle donne ruoli di responsabilità nelle imprese. Da questo punto di vista, però, c’è ancora molta strada da fare». A Modena a fine 2016 le imprese femminili (non solo cooperative) erano 15.287, pari al 20,5 per

cento del totale delle imprese registrate. In Emi-lia-Romagna, dove le imprese femminili risultano quasi 94 mila (un quinto del totale), il maggiore tasso di femminilizzazione spetta a Ferrara (23 per cento), seguita da Piacenza (21,6), Rimini (21,1), Bologna (20,7), Ravenna (20,6) e Modena, che però è seconda (dopo Bologna) per valori assoluti. In Italia, invece, le imprese femminili sono 1,32 milioni (pari al 21,8 per cento di tutte le imprese). «A livello nazionale possiamo dire che la ripresa è

trainata dalle imprese femminili, le quali nel triennio 2014-2016 sono cresciute dell’1,5 per cento rispetto a una media dello 0,5 del sistema imprenditoriale nel suo complesso – aggiunge Piccinini citando il focus Censis/Confcoopera-tive “Donne al lavoro, la scelta di fare impresa”, presentato a Roma in luglio – La voglia delle donne di creare imprese l’abbiamo constatata anche con Impren-docoop. Nelle prime tre edizioni le donne erano in maggioranza sia tra i partecipan-ti al percorso formativo che – conclude il presidente di Confcooperative Modena - tra coloro che hanno presentato progetti d’impresa e costituito cooperative».

MARCELLA STERMIERI (SECONDA DA DESTRA) PRESIDENTE DELLA COOPERATIVA MEDIANDO

DA SINISTRA: LUIGI ROVATI (UNIMORE), STEFANO BELLEI (CAMERA DI COMMERCIO), CARLO PICCININI, ERIO LUIGI MUNARI (DEMOCENTER),

MATTEO PASSINI (EMIL BANCA) E L’ASS. LUDOVICA CARLA FERRARI

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UNIONE NOTIZIE 2

Si chiama aMoDo (acronimo di assistenza Modena a domicilio) il nuovo servizio di assistenza familiare per la non autosufficienza del Comune di Modena. Realizzato attraverso il Consorzio di Solidarietà Sociale di Modena, è stato inaugurato il 5 settem-bre presso il Polo sociale 3 di via Viterbo, presenti la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elisabetta Gualmini e l’assessore al Welfare del Comune di Modena Giuliana Urbelli. Il progetto, promosso dal Comune con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, in-tende estendere l’accesso a prestazioni domiciliari appropriate, sostenendo anche economicamente utenti e famiglie, e rafforzare il ruolo del pubblico nella fase di ricerca, selezione e gestione dell’as-sistente familiare (la cosiddetta “badante”) con un’azione di intermediazione, favorendo la rego-larizzazione delle assistenti e la qualificazione del lavoro. Il Comune mantiene presso di sé un ruolo di regia che garantisca tutti gli attori coinvolti in più fasi: la scelta della ‘badante’, la sua contrattualiz-zazione, la formazione e il supporto alle assistenti stesse. Inoltre, sostiene gli utenti con un contributo economico. La persona che ha bisogno di un’assi-

Il servizio è affidato al Consorzio di Solidarietà Sociale

Con “aMoDo” il Comune di Modena sostiene l’assistenza familiareIl progetto prevede sostegni economici agli utenti e formazione delle badanti

stente familiare o un suo familiare può recarsi allo sportello aMoDo, telefonare al numero verde 800 493797 oppure al numero 059 2034281. Presso lo sportello si ricevono consulenza e informazioni sull’intera gamma dei servizi domiciliari per la non autosufficienza e si può attivare il nuovo servizio aMoDo per individuare e assumere in maniera tra-sparente l’assistente familiare adatto al contesto e alla persona che deve essere assistita. Il servizio è rivolto a chi si trova in condizione di non autosufficienza permanente, come nel caso degli anziani, o temporanea, come nel caso di persone in dimissione protetta o con lunghe con-valescenze post-operatorie. Lo sportello raccoglie immediatamente la richiesta di assistenza e ne valu-ta l’ammissibilità. In tempi brevi aMoDo comunica, quindi, l’accettazione della richiesta, o le eventuali motivazioni della non accettazione, e attiva l’iter di assistenza familiare. Fissa una visita presso il domicilio della persona non autosufficiente per la valutazione del bisogno assistenziale, propone una rosa di tre assistenti familiari selezionati e formati, gestisce le pratiche contrattuali. La famiglia della persona non autosufficiente viene poi seguita nel

percorso assistenziale e contrattuale e riceve un riferimento per il pronto intervento da parte del gestore, che si fa anche carico delle attività di sostegno e aggiornamento rivolte agli assistenti familiari. È, inoltre, previsto un contributo econo-mico erogato dal Comune pari alla prima mensilità lorda corrisposta all’assistente familiare come da contratto stipulato.

Nuovo consiglio di amministrazione (nel quale è entrato anche il direttore di Confcooperative Modena Cristian Golinelli) e conferma di Chiara Nasi nella carica di presidente. Queste le novità di Cir food, i cui ricavi 2016 sono arrivati a quota 560 milioni di euro, con utili per 15,7 milioni. «L’esperienza positiva di Expo ha contribuito a dare un nuovo slancio a Cir food, che negli ultimi due anni ha incrementato gli investimenti nel segmento commerciale, dando vita ai nuovi format di ristorazione Chiccotosto, Let’s Toast, Aromatica, Viavai e l’ultimo nato Tracce – ha dichiarato la presidente Chiara Nasi – Nel 2016 abbiamo aperto dieci locali in centri commerciali, stazioni e ospedali, continuando a presidiare la qualità dei servizi di ristorazione pubbli-ca, che ci vede leader in Italia nel segmento scolastico e socio-sanitario. Sono risultati importanti sostenuti anche da un piano di investimenti di 21 milioni di euro per una crescita che si prefigge l’obiettivo di raggiungere 800 milioni di euro di ricavi nel 2020». Per scuole, ospedali, aziende e, più in generale, per chi mangia fuori casa (39 milioni di italiani/anno 2016, fonte Fipe 2017) Cir food ha prodotto nel 2016 84 milioni di pasti (+2,4%), grazie all’impegno di 11.500 dipendenti in servizio nei 1.300 centri cottura e negli oltre cento locali commerciali in Italia. Dalla ristorazione collettiva proviene il 73,6% dei ricavi 2016, dalla commerciale il 12,4%, dal segmento buoni pasto il restante

Numeri positivi per la cooperativa di ristorazione

Cir food: fatturato 2016 a quota 560 milioniQuasi l’80 per cento dei ricavi proviene dalla ristorazione collettiva e commerciale

14%. A questi numeri va aggiunto l’impegno dei soci della cooperativa, che vanta un capitale sociale in costante crescita a 25 milioni di euro (+8,7%) e un patrimonio netto del gruppo che supera i 141 milioni di euro. Una solidità confermata anche dal ristorno di 2,6 milioni di euro ai 7 mila soci lavoratori, ai quali è destinato anche un nuovo buono cultura per un valore complessivo di 350 mila euro. Grande attenzione, poi, va anche al territorio e alle comunità di riferimento, con 2,4 milioni di euro destinati negli ultimi tre anni a iniziative e associazioni locali.

Saca “sposa” la tecnologia. All’interno della coope-rativa bolognese, attiva anche a Modena nel settore

I ricavi sfiorano i 45 milioni di euro

Saca: il bilancio 2016 viaggia in positivoDa giugno attivo un collegamento da Reggio all’aeroporto di Bologna

della mobilità delle persone e merci, è iniziata l’era 4.0. Nella prima fase la digitalizzazione interessa

i processi operativi, amministrativi di controllo e i rapporti con gli stakeholders. Questa innovazione proseguirà anche nei prossimi anni fino a coinvol-gere l’intera organizzazione aziendale. «La rivoluzione tecnologica si coniuga perfettamente con la filosofia della cooperativa che, negli ultimi anni, per garantire alla propria clientela la massima qualità del servizio, ha scelto tra l’altro di modificare l’assetto interno dei mezzi di trasporto e ha puntato su sicurezza, formazione continua dei conducenti e rispetto dell’ambiente – sottolinea il presidente di Saca Alessio Passini – A questo proposito nel 2016 abbiamo investito oltre 3 milioni di euro per sostituire alcuni autobus e pullman con nuovi mezzi a ‘impatto ambientale zero’. Con questa opera-zione, la nostra cooperativa prosegue il percorso che in poco più di 24 mesi l’ha portata a cambiare oltre trenta automezzi e a innovare tutta la filiera». Continua, quindi, il processo di aggiornamento di autovetture, mezzi commerciali, pullman turistici e autobus per il trasporto pubblico locale, alcuni dei quali alimentati a metano. Con queste ultime immissioni nel parco veicolare, oggi la flotta di Saca risponde interamente alle clas-si ambientali Euro 5 e Euro 6. Il bilancio 2016 si è chiuso con quasi 45 milioni di euro di ricavi e oltre 5 milioni di patrimonio netto. Sono aumentati soci (169) e dipendenti (212), con l’assunzione non solo di giovani, ma anche di 50 enni espulsi dai cicli pro-duttivi e riqualificati dopo un’adeguata formazione. Ora l’età media si attesta sui 35 anni.

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UNIONE NOTIZIE 3

Si è tenuta il 14 luglio la festa per celebrare i 50 anni di attività del 4 Madonne Caseificio dell’Emilia, costituito nel 1967 da un gruppo di allevatori della zona di Lesignana. «La nostra è una storia di crescita, sviluppo e, possiamo dire, anche di successo, che purtroppo è stata bruscamente interrotta il 29 mag-gio 2012 dal sisma, causando alla nostra struttura un danno per 7,5 milioni di euro e costringendo la maggior parte di noi imprenditori, agricoli e non, a rimboccarsi le maniche e fare i conti con un futuro incerto – ha ricordato Andrea Nascimbeni, presi-dente del caseificio – Ciò nonostante, già nell’aprile 2014 siamo riusciti a inaugurare la riapertura del nostro stabilimento di Lesignana, rinnovato e am-pliato con un investimento di sei milioni di euro. Abbiamo continuato a impegnarci al massimo e usare le nostre competenze per mantenere elevata

A Lesignana festa con soci e autorità

I 50 anni del 4 Madonne Caseifi cio dell’EmiliaFortemente danneggiato dal terremoto, si è rinnovato e ampliato

la qualità di un prodotto che da secoli racconta la storia del nostro territorio». 34 dipendenti, 29 aziende agricole associate che producono 250 mila quintali di latte, trasformati ogni anno in 50 mila forme di Parmigiano Reggiano. Questi i numeri del caseificio il quale, oltre che a Lesignana, produce anche a Varana e Montardone, dove nasce il Parmigiano Reggiano biologico e delle Vacche Rosse denominato “Prodotto di Montagna”. «Il 4 Madonne rappresenta bene le nostre cooperati-ve e le aziende agricole socie che, dopo il terremoto, sono ripartite più forti di prima – ha detto il presi-dente di Confcooperative Modena Carlo Piccinini, che ha consegnato una targa commemorativa del 50 esimo - Questo caseificio, poi, è un modello per tutti, perché abbina modernità e tradizione, inno-vazione e genuinità».

Alla cerimonia dell’anniversario hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Regione Stefano Bonaccini, il sindaco di Modena Gian Carlo Muzza-relli e il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Nicola Bertinelli.

ANDREA NASCIMBENI E CARLO PICCININI

Entrambi carpigiani, erano figure storiche della cooperazione

Addio a Rossi e Cavazzuti

Nell’ambito del più ampio progetto per lo svilup-po di una “agricoltura di precisione”, finalizzato a monitorare e rendere più efficienti tutti i vari input necessari per le coltivazioni effettuate dai produttori associati, Conserve Italia ha avviato un importante investimento sul proprio parco macchine utilizzate per la raccolta dei prodotti orticoli, acquistando due nuovissimi mezzi all’avanguardia, fabbricati dall’azienda olandese Ploeger. Si tratta di macchine raccogli - sgranatrici semoventi, modello EPD 540, che si contraddistinguono per l’ampia dotazione di tutti i più recenti accorgimenti tecnologici, sia in termini operativi che di emissioni, per i ridotti con-sumi di gasolio e per la presenza di cingoli anteriori, che consentono la raccolta anche in condizioni non ottimali, riducendo al minimo il compattamento del terreno. «Ancor più che in passato, in agricoltura la redditività dipende dalla produttività sia delle super-fici coltivate che del lavoro degli operatori – spiega il direttore generale di Conserve Italia Pier Paolo Rosetti – In tale contesto è fondamentale anche il ruolo della meccanizzazione, che mette a disposi-zione mezzi versatili, perfettamente adattabili alla diverse condizioni pedoclimatiche, funzionali anche al mantenimento della fertilità del terreno». Costrui-ta nei cantieri di Roosendaal in Olanda, la macchina EPD 540 può essere impiegata per la raccolta dei piselli e dei fagioli e presenta numerose nuove solu-zioni che rendono più efficiente l’attività di raccolta.

Con le due nuove macchine raccogli-sgranatrici semoventi

Conserve Italia investe nella raccolta delle orticoleSono mezzi all’avanguardia che consentono di avere ottime rese, con una sensibile diminuzione del consumo di gasolio e delle emissioni di CO

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Se nei vecchi modelli il sistema trebbiante era co-stituito da cinque battitori, nella EPD 540 troviamo tre battitori e una coclea/satellite. Il nuovo sistema permette una distribuzione più veloce del raccolto all’interno del cestello, portando l’utilizzo della su-perficie trattata a un livello d’inclinazione più alto. Questo sistema consente una sgranatura più delicata della materia prima raccolta. Il battitore principale è stato migliorato: dotato di lame battenti e ricoperte da uno speciale film di nylon per eliminare possibili danneggiamenti del prodotto raccolto, esso friziona i baccelli in piccole porzioni contro la superficie del tamburo trebbiante. Il raccolto è quindi distribuito dal battitore principale e dal primo satellite del bat-titore nel secondo satellite del battitore e, quindi, convogliato alla parte opposta del cestello contro i setacci. Il raccolto torna quindi verso il battitore principale per essere inviato alla coclea/battitore del satellite, che assicura una distribuzione ottima-le del vegetale nel cestello. Il sottoprodotto lascia il cestello dalla parte posteriore della macchina. Il prodotto raccolto, setacciato dal cestello, viene pulito tramite due nastri a tele senza fine, montati sotto l’intera lunghezza del tamburo, e scorre dai due nastri su di un nastro convogliatore centrale per l’invio alla successiva fase di pulitura. La nuova EPD 540 è lunga più di 11 metri, con un’altezza di 4 metri. La larghezza della barra di taglio è poco inferiore ai 4 metri, mentre la capacità del cassone è

di circa 37 quintali, con un’altezza media di scarico di 3 metri. La velocità massima di avanzamento su strada è di 25 km/h, mentre quella in pieno campo è fino a 7 km/h, in funzione delle condizioni del terreno. «Le nuove macchine Ploeger acquistate da Conserve Italia sono già state ampiamente collau-date nella corrente campagna, con la raccolta dei piselli da industria, effettuata nei mesi di maggio e giugno – sottolinea il responsabile agronomico delle colture orticole Claudio Pennucci – Le due macchine sono state poi utilizzate nel mese di luglio su circa 150 ettari di coltivazione di fagioli borlotti di primo raccolto; in settembre e ottobre effettueranno la raccolta dei fagioli borlotti di secondo raccolto. Ab-biamo potuto constatare, inoltre, una diminuzione del consumo di gasolio di circa il 30%, che comporta una pari riduzione delle emissioni di CO2».

È Alessandro Mastrotto, 47 anni, imprenditore e titolare di un’azienda agri-cola a Rovereto di Novi, il nuovo presidente della Cantina di Carpi e Sorbara. Mastrotto, già vicepresidente vicario, è stato chiamato a ricoprire il nuovo incarico in seguito dall’improvvisa scomparsa di Fausto Emilio Rossi. Ad affiancare il neo presidente in qualità di vice presidente vicario sarà Carlo Pic-

cinini, che già ricopriva la carica di vice presidente assieme a Mastrotto nel precedente consiglio. Con Mastrotto la Cantina di Carpi e Sorbara punta sia alla continuità di indirizzo, sia al ringiovanimento del gruppo dirigente. «Ringrazio i consiglieri della Cantina per la fiducia e per aver dato subito una nuova guida alla canti-na – ha dichiarato il neopresidente – La prematura scomparsa di Fausto ci ha costernati e profonda-mente addolorati, lasciandoci nella convinzione che il modo migliore per onorare la sua memoria sia proseguire già da oggi il lavoro da lui intrapre-

so. La sua è stata una presidenza illuminata che ha indicato un percorso ben preciso, nel segno dell’innovazione. Continueremo, quindi, a puntare sulla diversificazione della produzione e dell’approccio ai mercati, oltre al processo di ammodernamento delle strutture produttive. La mia missione sarà di fatto proseguire con determinazione la strada tracciata da Fausto, convinto che sia l’unico modo per creare valore aggiunto da distribuire tra gli associati».

È stato eletto il 10 agosto

Mastrotto alla guida della Cantina di Carpi e SorbaraIl neo presidente: «Proseguiremo sulla strada tracciata da Fausto Emilio Rossi»

Questa estate due gravi lutti hanno colpito la cooperazione mode-nese. Il 6 agosto è scomparso Fausto Emilio Rossi, presidente della Cantina di Carpi e Sorbara. Rossi, che aveva compiuto 61 anni a marzo ed era scapolo, è stato stroncato da un malore mentre si trovava nella sua casa di Carpi. Il 28 giugno, invece, sempre a Carpi è deceduto, vittima di infortunio sul lavoro, Emilio Cavazzuti, vice-presidente del caseificio Oratorio S. Giorgio. Aveva 78 anni, lascia la moglie e tre figli. Rossi e Cavazzuti sono state figure storiche della cooperazione, non solo di Carpi. Confcooperative Modena ha espresso le proprie condoglianze alle famiglie, ai dirigenti, dipendenti e soci della Cantina di Carpi e Sor-bara e del caseificio Oratorio S. Giorgio.

ALESSANDRO MASTROTTO

FAUSTO EMILIO ROSSI EMILIO CAVAZZUTI

Page 4: Al via la quarta edizione di Imprendocoop · 2017. 9. 15. · Bologna (20,7), Ravenna (20,6) e Modena, che però è seconda (dopo Bologna) per valori assoluti. In Italia, invece,

UNIONE NOTIZIE 4

Si legge spesso di come in Italia ed Europa recu-perare denaro sia divenuto tanto attuale quanto complesso, con conseguenti perdite ogni anno di milioni di euro in crediti insoluti. Con riferimento all’Unione europea, il tema del recupero credito è stato caratterizzato dall’entrata in vigore, a partire dal 18 gennaio 2017, del nuovo regola-mento 655/2014 che stabilisce la procedura per l’ordinanza europea di sequestri conservativi sui conti correnti bancari al fine di facilitare il recu-pero transfrontaliero dei crediti in materia civile e commerciale. Grazie a questo sistema, i creditori possono, quin-di, chiedere l’adozione di un’ordinanza europea che consente di evitare, in attesa di una decisione giu-diziaria sul merito, che il patrimonio del debitore non sia più rintracciabile. Le magistrature nazionali possono, pertanto, emettere ordini europei di pre-servazione del conto che sono validi in tutti gli Stati facenti parte dell’Unione. Basti pensare che ogni anno, secondo i dati della Commissione europea, le piccole e medie imprese si lasciano sfuggire crediti per circa 600 milioni di euro. Per evitare questi dan-ni, attraverso il pacchetto giustizia per la crescita è stata introdotta la misura cautelare dell’ordinanza

Il recupero credito in ambito Ueeuropea che permette di cristallizzare la situazione fino alla decisione sul merito. L’applicazione di quest’ordinanza è limitata ai casi trans-nazionali in cui il creditore è domiciliato in uno Stato membro dell’Unione europea e l’autorità giudiziaria e il conto corrente bancario su cui si in-tende effettuare il sequestro conservativo sono in un Stato membro. Tale procedura, però, non può essere applicata per tutti i crediti: sono esclusi i crediti deri-vanti da procedure di insolvenza, da materia fiscale, doganale o amministrativa, i diritti patrimoniali de-rivanti da un regime matrimoniale e i testamenti. Il nuovo strumento comunitario prevede, inoltre, che nel caso di mancati pagamenti, una società possa rivolgersi alla magistratura del Paese debitore la quale, dopo aver verificato il rispetto di una serie di condizioni, potrà emettere un ordine valido in tutto il territorio dell’Unione, a eccezione di Regno Unito e Danimarca. Il regolamento 2016/1823 chiarisce che, nel procedimento per ottenere un’ordinanza di sequestro conservativo, non è richiesta la rap-presentanza di un avvocato o altro professionista del diritto. La decisione giudiziaria deve giungere entro dieci giorni dalla richiesta e costringerà le autorità nazionali del Paese in cui il debitore ha

la propria banca a congelare sul conto corrente di quest’ultimo la somma non pagata in modo da poter garantire il pagamento. Questi dieci giorni servono a evitare che il debitore possa spostare il denaro da una banca all’altra o da un Paese all’altro pur di evitare l’obbligo di pagare il proprio debito nei confronti del creditore. Il debitore, a sua volta, qualora vi siano i motivi tassativi indicati nell’art. 33, può chiedere all’autorità giudiziaria competente dello Stato membro di origine la revoca della misura o la modifica. Con l’introduzione di questo rego-lamento si è voluto garantire alle società europee un recupero del danaro più rapido, meno costoso e più efficiente. Alla società creditrice è sufficiente, infatti, trasmettere alla magistratura locale il nome del debitore e della sua banca senza precisare altro. Occorre far presente che, attualmente, una società può certamente rivolgersi all’autorità nazionale del Paese del debitore per ottenere lo stesso risultato, ma con elevati costi legali per aziende che spesso non conoscono la legislazione locale. L’ufficio legale di Confcooperative Modena (059.384739; [email protected])resta a disposizione per eventuali chiarimenti e approfondimenti.

Crescono raccolta, soci e clienti, mentre l’utile si attesta sopra gli 8,4 milioni di euro. A pochi mesi dalla fusione con l’ex Banco Coopera-tivo Emiliano, operativa dal 1° aprile scorso, sono positivi i risultati del primo semestre della nuova

Emil Ban-ca. «Nonostan-te sei mesi difficoltosi d a l p u n -to di vista organizza-tivo e con molti costi a m m i n i -strativi le-

gati alla fusione, la semestrale 2017 si è chiusa in maniera positiva - dichiara Daniele Ravaglia, direttore generale di Emil Banca, che oggi opera con 84 filiali in sei province (Modena, Bologna, Fer-rara, Reggio Emilia, Parma e Mantova - Il risultato già oggi ci permette di assicurare ai nostri oltre 44 mila soci la distribuzione di un dividendo il prossimo anno. Questo utile andrà a potenziare la

La semestrale chiude con oltre 8,4 milioni di euro di utile

Emil Banca, primi sei mesi 2017 con il segno +Dopo tre anni, torna il dividendo ai soci ex Banco Cooperativo Emiliano

solidità della banca in quanto è stato ottenuto pur avendo contestualmente aumentato la copertura su sofferenze e posizioni anomale. Sottolineo anche il rapporto sofferenza/impieghi, pari all’8,33 per cento, uno dei più bassi del sistema». Nei primi sei mesi 2017 Emil Banca ha registrato l’ingres-so di oltre 3.600 nuovi clienti (un migliaio sono under 35) e di circa mille nuovi soci. La raccolta totale ha superato 4,6 miliardi di euro, mentre gli impieghi si sono attestai a 2,3 miliardi di euro, facendo salire il totale dei mezzi amministrati a circa 7,1 miliardi di euro. «È stata giusta la scelta del Fondo Temporaneo delle Bcc di sostenere le aggregazioni per consolidare le banche in vista della partenza del gruppo nazionale cooperativo - afferma il presidente di Emil Banca Giulio Maga-gni, impegnato in questi mesi a definire la nascita del Gruppo Iccrea a cui da subito Emil Banca ha dato il proprio sostegno – Abbiamo appoggiato con convinzione la scelta delle aggregazioni perché ci aiuterà ad affrontare il futuro con le spalle più robuste». Nel primo semestre dell’anno la nuova Emil Banca ha erogato oltre 190 milioni di euro di mutui, il 10 per cento in più rispetto alla somma dei mutui erogati dalle due banche nello stesso

periodo dello scorso anno. Di questi, oltre 60 milioni sono stati erogati per l’acquisto della casa, con un incremento del 26 per cento sullo scorso anno. «Ci siamo presentati ai soci dicendo che la fusio-ne con Emil Banca era necessaria per riportare la nostra banca su terreni più solidi e que-sti numeri ci danno ragione - conclude la vicepresidente di Emil Banca Paola Pizzetti, già nel consi-glio di ammi-nistrazione del Banco Coope-rativo Emilia-no - Dopo tre anni in cui non ne hanno ricevuti, grazie a questa operazione potremo distribuire dividendi anche ai soci ex Banco Cooperativo Emiliano, oggi soci di Emil Banca».

PAOLA PIZZETTI

DANIELE RAVAGLIA E GIULIO MAGAGNI

Il presidente di Confcooperative Modena Carlo Piccinini è inter-venuto il 30 ago-sto alla Festa de l’Unità di Modena a un incontro sui 130 anni della co-operazione italia-na. All’iniziativa hanno partecipa-to anche Mattia Granata (docen-te universitario), Mauro Lusetti (co-pres idente Alleanza delle

Cooperative Italiane), Mauro Veronesi (presidente Agci Modena e Reggio Emilia) e Andrea Benini (presidente Legacoop Estense).

Intervento di Carlo Piccinini

Alla Festa de l’Unità dibattito sulla cooperazione italiana

Nel le sett imane scorse sono anda-ti in pensione tre dipendenti di Uni-servizi : Graziella Cavazzoni (dell’uf-ficio di Modena), Arnaldo Ricchi e Maurizio Tebaldi (dell’ufficio di Pa-vullo. A loro vanno i ringraziamenti, i saluti e gli au-guri dei colleghi che li hanno avuti a fianco per tutti questi anni. Nella foto il direttore di Confcooperative Modena Cristian Golinelli “omaggia” Graziella Cavazzoni che, assunta il 1° aprile 1976, ha lavorato a palazzo Europa per 41 anni.

In pensione tre figure “storiche” di Uniservizi

Grazie a Graziella, Arnaldo e Maurizio

L’avvocato rispondeL’avvocato risponde Avv. Pietro LafioscaAvv. Pietro Lafiosca