Al v v verona

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FATECI USCIRE da questo incubo! FATECI USCIRE da questo incubo! FATECI USCIRE da questo incubo! FATECI USCIRE da questo incubo! FATECI USCIRE da questo incubo! FATECI USCIRE da questo incubo! FATECI USCIRE da questo incubo! MASSIMO TAGGIASCO S e ce l’avessero detto que- st’estate non ci avremmo creduto! Dopo tredici gior- nate, l’Alessandria si trova dodice- sima in classifica con soli 15 pun- ti, a ben 5 lunghezze dall’agogna- to ottavo posto. È possibile che tutti, noi compresi, si siano sba- gliati nel prevedere una grande stagione per l’Orso Grigio? Evi- dentemente, non bastano undici buoni giocatori per fare una buo- na squadra: ci vogliono altre cose, come l’amalgama, la grinta, un progetto di gioco coerente con la campagna acquisti. Tutte cose che, col senno di poi, mancano a questa squadra. Notaristefano ha pagato per tutti, ma, forse, la sua unica colpa è stata quella di avere accettato scelte di mercato fatte da altri. Sa- remo sempre grati al Presidente Di Masi per avere rilevato l’Orso Grigio in un momento in cui sem- brava che la nostra squadra fosse Quindicinale di calcio... e non solo Direttore Massimo Taggiasco Anno V n. 16 29 nov. 2013 BOUTIQUE SILVIA PARODI Via Vochieri 100 • Alessandria Tel 0131 444078 Per soddisfare i tuoi desideri vieni in via Vochieri, qui c’è la Liolà che ha prodotti donna di alta qualità. In questo negozio di abbigliamento troverai abiti per qualsiasi avvenimento, di grande eleganza per qualsiasi circostanza. Taglie dalla quaranta alla sessanta anche per te che sei tanta. Per essere sempre attuale con stile scegli Liolà per vestire il tuo tempo con classe, gusto e originalità. Se ci tieni alla tua femminilità qualsiasi sia la tua età non rinunciare scegli Liolà NUOVA GESTIONE PIZZERIA-RISTORANTE Chiuso il mercoledì ALESSANDRIA Corso Crimea 67 Tel. 0131 445005 PIZZERIA-RISTORANTE Chiuso il mercoledì ALESSANDRIA Corso Crimea 67 Tel. 0131 445005 FATECI USCIRE da questo incubo! FATECI USCIRE da questo incubo! FATECI USCIRE da questo incubo! FATECI USCIRE da questo incubo! nuovamente destinata alla spari- zione dal calcio che conta. Adesso, però, è chiaro che occorre un nuovo sforzo, soprattutto econo- mico: a nostro parere sono neces- sari almeno tre innesti di qualità, uno per reparto, in grado di dare un volto ed un gioco precisi a que- sta squadra e di recuperare il ter- reno perduto sino ad oggi. Dopo tredici partite i valori delle con- tendenti si sono ormai delineati con una certa precisione ed è chiaro che questa squadra, al mo- mento, non è in grado di compe- tere ad alti livelli se non ritrovan- do, in tempi brevissimi, almeno grinta e determinazione, anzi, di- remmo, quella rabbia agonistica che spesso supplisce alle debolez- ze di organico. Ma, a lungo termi- ne, potrebbe non bastare: occor- rono nuovi volti per un salto di qualità. I tifosi, dopo le recenti polemiche e le trasferte disertate, hanno garantito il massimo impe- gno al fianco della squadra: la Curva Nord non ha mai tradito, anche in situazioni ben peggiori! Non lo farà certo adesso. Indub- biamente, è un momento difficile, dobbiamo superarlo tutti insieme: ognuno sappia prendersi le pro- prie responsabilità per cambiare il corso di questo campionato. C’è tutto il tempo per risalire, ma dobbiamo crederci tutti. Hurrà Grigi! FATECI USCIRE da questo incubo!

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Contro la terza squadra di Verona, per svoltare.

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FATECI USCIREda questo incubo!FATECI USCIREda questo incubo!FATECI USCIREda questo incubo!FATECI USCIREda questo incubo!FATECI USCIREda questo incubo!FATECI USCIREda questo incubo!FATECI USCIREda questo incubo!

MASSIMO TAGGIASCO

Se ce l’avessero detto que-st’estate non ci avremmocreduto! Dopo tredici gior-

nate, l’Alessandria si trova dodice-sima in classifica con soli 15 pun-ti, a ben 5 lunghezze dall’agogna-to ottavo posto. È possibile chetutti, noi compresi, si siano sba-gliati nel prevedere una grandestagione per l’Orso Grigio? Evi-dentemente, non bastano undicibuoni giocatori per fare una buo-

na squadra: ci vogliono altre cose,come l’amalgama, la grinta, unprogetto di gioco coerente con lacampagna acquisti. Tutte coseche, col senno di poi, mancano aquesta squadra.

Notaristefano ha pagato pertutti, ma, forse, la sua unica colpaè stata quella di avere accettatoscelte di mercato fatte da altri. Sa-remo sempre grati al PresidenteDi Masi per avere rilevato l’OrsoGrigio in un momento in cui sem-brava che la nostra squadra fosse

Quindicinale di calcio... e non solo Direttore Massimo Taggiasco Anno V n. 16 • 29 nov. 2013

BOUTIQUE SILVIA PARODI Via Vochieri 100 • Alessandria

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FATECI USCIREda questo incubo!FATECI USCIREda questo incubo!FATECI USCIREda questo incubo!FATECI USCIREda questo incubo!

nuovamente destinata alla spari-zione dal calcio che conta. Adesso,però, è chiaro che occorre unnuovo sforzo, soprattutto econo-mico: a nostro parere sono neces-sari almeno tre innesti di qualità,uno per reparto, in grado di dareun volto ed un gioco precisi a que-sta squadra e di recuperare il ter-reno perduto sino ad oggi. Dopotredici partite i valori delle con-tendenti si sono ormai delineaticon una certa precisione ed èchiaro che questa squadra, al mo-mento, non è in grado di compe-tere ad alti livelli se non ritrovan-do, in tempi brevissimi, almenogrinta e determinazione, anzi, di-remmo, quella rabbia agonisticache spesso supplisce alle debolez-ze di organico. Ma, a lungo termi-ne, potrebbe non bastare: occor-rono nuovi volti per un salto diqualità. I tifosi, dopo le recentipolemiche e le trasferte disertate,hanno garantito il massimo impe-gno al fianco della squadra: laCurva Nord non ha mai tradito,anche in situazioni ben peggiori!Non lo farà certo adesso. Indub-biamente, è un momento difficile,dobbiamo superarlo tutti insieme:ognuno sappia prendersi le pro-prie responsabilità per cambiare ilcorso di questo campionato. C’ètutto il tempo per risalire, madobbiamo crederci tutti.

Hurrà Grigi!

FATECI USCIREda questo incubo!

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Un punto nelle ultimetre gare, è questo ilbilancio di mister

Luca D’Angelo da quando èstato chiamato alla guidadei Grigi. Veramente poco eun ruolino del tutto preoc-cupante, che ci fa ritenere aragione, di aver un pochinotoccato il fondo. Di questose ne sono accorti anche itifosi organizzati, visto chehanno prima contestato lasquadra dopo il pari casa-lingo contro il Santarcange-lo per poi disertare la tra-sferta di Mantova.

Il Santarcangelo avevatrovato il pareggio in unmodo rocambolesco, doveun tiro in porta, apparente-mente innocuo, sporcato dauna leggera deviazione,aveva spiazzato il portiere.L’Alessandria era andata invantaggio con Michele Va-lentini (una rete tanto spet-tacolare quanto onesta-mente fortunosa), avevaspinto parecchio ma nonera stata capace a concre-tizzare le occasioni create.

Al di là del fatto che inquesta categoria quasi tuttele squadre, soprattutto intrasferta si difendono anchecon undici giocatori dietrola palla, il non saper perfo-rare gli avversari, infliggereloro il colpo del ko, è ilgrande limite di questa for-mazione. Un limite che si-nora sta compromettendo ilcampionato.

I Grigi erano poi attesi daquindici giorni di fuoco,

con ben due trasferte sucampi ostici, e hanno por-tato a casa altrettante scon-fitte.

Al ‘Paschiero’ di Cuneo èstata ancora la sterilità of-fensiva il male oscuro del-l’Orso, perché tutto som-mato il gol dell’ex Fanucchi(era necessario cederlo?)aveva rotto un equlibrio so-stanzialmente giusto. Ilvantaggio dei biancorossi èavvenuto su un doppio er-rore: quello di concedere ilcorner agli avversari, per-ché il terzino del Cuneo haportato la palla per troppimetri, conquistando il cal-cio d’angolo; poi sullo stes-so la difesa è rimasta immo-

HURRÀ GRIGI2 anno V n. 16

DETTO FUORI DAI DENTI di Mario Bocchio

Le aspettative erano diversema rimangono ancora tante

bile. Ma prima i Grigi ave-vano sciupato due occasio-ni per portarsi in vantaggioe poi non sono riusciti a pa-reggiare.

A Mantova, in quella cheera stata presentata come lasupersfida tra due deluse,l’Alessandria fino al mo-mento del rigore stava fa-cendo una buona partita.L’episodio ha stravoltocompletamente la gara.Non ci è sembrato che ilMantova in precedenza ciavesse messo sotto, anzi lapartita era molto equilibra-ta. Purtroppo stiamo par-lando di una sconfitta con-dizionata dal rigore e dal-l’espulsione del portiere

Servili, perché dopo tutto èstato più difficile, anche se iGrigi hanno tenuto bene ilcampo nonostante l’infe-riorità numerica. Se il tiro diRiccardo Taddei (uno checomunque in campo sem-bra parlare una lingua avolte incomprensibile per icompagni, vista la sua clas-se e la predisposizione psi-cologica e tecnica di chi haalle spalle una lunga carrie-ra tra i professionisti) fosseentrato, forse sarebbe arri-vato il pari.

Il tecnico D’Angelo comescusante ha anche portatoil gol annullato a Marconi,ma gli alibi non sono suffi-cienti comunque a giustifi-

avuto le sue ‘strategie’ pervolere i giocatori che attual-mente fanno parte della ro-sa, ma che ha anche chiestoadeguati rinforzi, soprattut-to per l’attacco.

Il patròn Di Masi ha assi-curato che la società ritor-nerà sul mercato, ma peraccaparrarsi elementi di va-lore ci vogliono i soldi, e quientriamo nel giro viziosodegli interrogativi: il buonDi Masi ha la solidità eco-nomica per condurre l’Ales-sandria in tempi rapidi, co-me lui stesso ha azzardato,in quelle posizioni e catego-rie che il blasone grigio im-pone? Se sì, chi c’è realmen-te dietro al presidente?

«Dobbiamo liberarci men-talmente del verbo dovere etrasformarlo in volere, nelsenso che non si vincono lepartite per forza. Questo stafermando psicologicamentela squadra, noi non dobbia-mo vincere, ma vogliamovincere», si sforza di direTaddei.

Alessandria è però unapiazza non normale, perchéla storia di questa nobiledecaduta non è comune. Igiocatori quando indossanola maglia grigia devono sa-pere sin dal primo momen-to che devono fare tutto esubito e, se non si è abituatia questa pressione moltospesso la squadra finisceper giocare in maniera af-frettata. Ecco perché nontutti possono essere all’al-tezza dell’Orso Grigio.

care una serie di negativitàche non si riducono pur-troppo ad una sola gara.

Noi non vogliamo esseredei disfattisti, ci manche-rebbe altro, però non pos-siamo, per onestà di crona-ca, tacere che nell’ambientec’è sempre più tensione. Loavevamo percepito al ter-mine della sfida contro ilSantarcangelo, quando lasquadra aveva avuto unchiarimento con la CurvaNord, ne abbiamo avutoconferma in occasione dellatrasferta di domenica aMantova.

Comprendiamo il presi-dente Di Masi e il capitanoTaddei quando riconosconolegittime le critiche, ma sot-tolineano che questo non èil momento per creare frat-ture. Onestamente, soprat-tutto per come lo stesso pa-tròn si era posto davanti al-la piazza con proclami sintroppo azzardati, i Grigihanno parecchio deluso atutti i livelli.

Si ha un bel dire che c’è lospirito, ma mancano i risul-tati e con il solo spirito nonsi va da nessuna parte e sirischia di trasformare que-sto campionato in uno deipiù cocenti fallimenti.

I cori contro il direttoresportivo Massimiliano Me-negatti sono stati giusti?Quando sono volgari certa-mente no, così come non cisembra che tutta la colpadebba essere additata solo alui, che sicuramente avrà

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HURRÀ GRIGI 329 nov. 2013

Non è servito a molto cam-biare l’allenatore: unamossa inevitabile, anche se

dalle conseguenze abbastanzaprevedibili e scontate. Quella cheera solo un’impressione ad agostosi è trasformata in una concretaevidenza a novembre (anzi, pri-ma...). Questa squadra, forse an-che ottima sulla carta, non si è di-mostrata ‘squadra’ nel vero sensodella parola. Una campagna ac-quisti fatta di nomi, con un porta-fogli gonfio, ma povera di conte-nuti veri. Non mancano i bravi,anche ottimi, calciatori ma man-cano forse quegli elementi in gra-do di gestire un pallone e anchefondamentali a gestire un gruppo,uno spogliatoio, una squadra...Mancano gli Artico, gli Zappella, iMateos, personalità in grado di farfruttare al meglio tutte le doti deicompagni di squadra, non sola-mente quelle tecniche. Compito alquale potrebbe supplire un alle-natore di spessore: ma Notariste-fano ha fatto capire fin da subitodi non essere Sarri, né Iacolino. Eallora si vivacchia, sperando nellagenialità di un singolo, che con uncolpo da artista ti risolva una par-tita. Impossibile, in queste condi-zioni, recitare quel ruolo che inestate tutti, a cominciare dal pa-tròn Di Masi, pronosticavano per iGrigi.

Per diventare squadra, con la Smaiuscola, temo che ci sia moltoda lavorare. Qualche spiffero dallazona Michelin narra di rivalità, didivisioni, di clan: la morte per unospogliatoio. Mai come in questoperiodo l’Alessandria ha bisognodi ritrovare quello spirito giustoche ha contraddistinto il suo cam-mino negli ultimi anni, negli annidelle vittorie (targate Bianchi) enell’anno dei play-off (nonostanteVeltroni). Proprio la parabola del

presidente di Capriata deve esserela traccia su cui ragionare a fondo,per tanti motivi. Il primo è un mo-tivo... affettivo: Luca Di Masi si èinnamorato dei Grigi in quell’epo-ca, trascinato dalla forza di quelgruppo. Il secondo è più tecnico:anche Gianni Bianchi aveva as-sunto il comando carico di entu-siasmo e voglia di fare, i risultati,però, sono arrivati quando lungoil suo percorso ha incontrato per-sone ‘di calcio’, che hanno saputodare risposte logiche a tutto quel-l’entusiasmo. Persone che hannoaggiunto all’insieme quelle com-ponenti ‘chimiche’ che possonotrasformare una squadra in unaSquadra (con la S maiuscola), ungruppo di persone in un monolite,in grado di superare qualsiasi dif-ficoltà mettendo insieme tante

piccole forze. Siamo sicuri che ilpresidente Di Masi voglia con tut-te le sue forze mantenere la pro-messa fatta nella scorsa estate:quell’Alessandria sul podio delcalcio piemontese rappresenta si-curamente il suo obiettivo indi-scutibile: lo si comprende daquanto soffre, da quanto si arrab-bia, da quanto si tormenta nellaricerca della quadratura del cer-chio. Tra poco riavrà Ferrari, quelterminale offensivo che tantomanca a questa squadra, quel go-leador che certo avrebbe garantitoqualche punto pesante in più in

certe sfide dove la palla non vole-va proprio saperne di entrare: unritorno importante. L’augurio èche la campagna di mercato in-vernale porti in dote alla compa-gine grigia quel giocatore che unaquarantina di anni fa il presidentedel Catania, Massimino, consi-gliato dai suoi tecnici, cercava di-speratamente per rinforzare lapropria squadra: amalgama! Luicredeva si trattasse di un fuori-classe brasiliano, gli spiegaronoche consisteva semplicementenella dote indispensabile per po-ter contare su una vera Squadra.

PUNTO GRIGIO di Giovanni Mediliano

È già l’ora della rivoluzione...

Per ricevere Hurrà Grigi gratis in anteprima basta inviare una mail a:[email protected], ma si può già sfogliaresulla nostra pagina Facebook il giovedì che precede le partite in casa.

Martedì 26 novembre una nume-rosa rappresentanza degli ‘ALES-SANDRIA ULTRAS 1974’ si è reca-ta al campo di allenamento dei gri-gi ed ha avuto un incontro schiettoe costruttivo con la squadra e lostaff sportivo.

In serata un ulteriore ‘faccia-a-faccia’ si è tenuto presso la SalaStampa dello Stadio Moccagattacon il Presidente Luca Di Masi, ilDirettore Sportivo MassimilianoMenegatti, l’Addetto CommercialeFederico Vaio e i giocatori Riccar-do Taddei e Francesco Ferrini.

Nel corso di questo incontro so-no stati toccati tutti i punti che dal-la scorsa estate in poi ci avevanolasciati perplessi e che avevanocreato seri dubbi e forti incompren-sioni.

Riteniamo che l’incontro sia sta-to soddisfacente: la proprietà e lasquadra hanno ben compreso i pro-blemi che stanno attanagliandoquesto campionato e le rispostedate alla Gradinata Nord ci fannoben sperare per il prosieguo delcampionato (e non solo).

Da parte nostra garantiamo ilnostro consueto forte sostegno al-la maglia grigia ed alla squadra al-la quale chiediamo il massimo im-pegno nella speranza di riuscireTUTTI ASSIEME a superare que-sto difficile periodo.

[Alessandria Ultras 1974Gradinata Nord

Da sempre a fianco dei Grigi]

ComunicatoUfficiale AlessandriaUltras 1974

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HURRÀ GRIGI4 anno V n. 16

vissuto anche il momento in cui laJuniores ha vinto il torneo a Catto-lica e a Rimini. Poi quei ragazzi liho ritrovati a calcare i campi piùimportanti di serie A.»

Quanta storia e chissà quantiricordi! Quale coro porti nel cuo-re e perché?

«Di cori ne sono tanti, sono unopiù bello dell’altro. Io però noncondivido i cori polemici, mi sem-

brano eccessivi. Credo comunqueche ‘Noi abbiamo i Grigi nel cuore’sia il più significativo, perché è ilfulcro e il nucleo di tutto e di tutti.Sono però dell’idea che non tutti ipresenti in curva abbiano davveroi Grigi nel cuore.»

La partita più bella e la partitapiù triste?

«La partita più bella per me èstata Alessandria-Verona, epoca

Nessuno se lo aspettava. Che fosse-ro dei ragazzi con grandi potenzialitàera evidente, ma in un girone con squa-dre come Genoa, Novara, Torino, Vare-se e Juventus non è facile ritagliarsi unposto sul podio. Ed è proprio control’ultima squadra citata, con la storiapiù gloriosa e entusiasmante d’Italia,con alcuni dei giocatori più forti almondo, con una delle tifoserie più cal-de e numerose, che i nostri ragazzi sisono portati a casa i tre punti che han-no permesso loro di trovarsi a un pas-so dalla vetta. Uno schiacciante 5-2contro la giovane generazione della

Juventus, una partita entusiasmante ecombattuta fino all’ultimo secondo.Due squadre fisicamente invidiabili,che riescono a costruire azioni che ren-dono il match molto interessante ecombattuto. Un 5-2 firmato Neirotti,protagonista indiscusso di questa pri-ma parte del campionato che domeni-ca ne ha insaccati ben tre. Lo seguonoil suo compagno di reparto Amello e ildifensore Canapa. Guidati da Limone igiovani allievi volano verso l’alto, ac-quistando di partita in partita semprequalcosa in più. Alcuni sono reduci dainfortuni pesanti, come Serio, che no-

sultati anche quando il clima e il fangonon lo permettevano. Sono ragazziumili e talentuosi, pronti ad affrontaretutte le insidie e gli ostacoli che tutti iloro idoli hanno superato per arrivarein alto. Ma prima di sognare, dobbiamotutti ricordarci che se si chiamano ‘Al-lievi’ (dal latino allevo: tirare su, am-maestrare) c’è un motivo: hanno sicu-ramente ancora molte cose da impara-re, sul campo e soprattutto fuori, poi-ché gli allievi sono proprio coloro chedevono ancora essere ‘ammaestrati’per diventare grandi e chissà... magarianche fuoriclasse. [Beatrice Bruno]

GIOVANILI GRIGIE GRANDE IMPRESA DEGLI ALLIEVI NAZIONALI ‘97 CHE SUPERANO 5-2 LA JUVE. TRIPLETTA DI NEIROTTI

Ferrarese vola con i suoi ragazzi: a un punto dalla prima

FACCE DA CURVA di Beatrice Bruno

«Di Masi ci è piovuto dal cielo»

quel così meritato secondo posto. Sisono dimostrati ragazzi tenaci e tra-volgenti, capaci di ribaltare partite ini-ziate in salita e di mantenere intatti ri-

nostante un anno di stop dovuto allafrattura del ginocchio destro è riuscitoa recuperare in fretta, contribuendopartita dopo partita alla conquista di

Servili, resta quello che ha sempredimostrato di avere il cuore grigio.A me è sempre piaciuto Bonomisulla sinistra, poi Cammaroto di-fensore centrale e... Per il resto unmisto tra la squadra di Sarri equella di Buglio!»

Sono alcuni dei nomi che an-che io ricordo con un po’ di no-stalgia, mi mancano tutta quellafrenesia, quell’entusiasmo, quel-l’adrenalina. C’è però qualchegiocatoredella stagione scorsache rimpiangi ?»

«Io direi Roselli. Un uomo delgenere secondo me in questo mo-mento sarebbe potuto venirci utile,un mastino che non molla mai acentro campo, sempre pronto a re-cuperare palloni, sempre pronto asacrificarsi per la squadra. Sonoperò contento di aver ritrovato unLuca Mora che non combacia as-solutamente a quello stesso LucaMora tanto contestato l’anno scor-so. Mi sento fiero di lui e dei suoiprogressi, si sta dimostrando sem-pre il migliore in campo.»

Fai una critica costruttiva allanuova dirigenza.

«A livello di merchandising e dipubblicità è stato fatto un lavoromai visto prima. Quindi un dieci elode all’amministrazione perquando riguarda ciò che è al difuori del ‘Mocca’. Guardando sulcampo direi che c’è ancora da la-vorare, trovo che però arrivare adaccusare organi ‘secondari’ non siaproduttivo. A fine anno tireremo lesomme, ma trovo che la personacon la più alta percentuale di re-sponsabilità sia il presidente. Sot-tolineo il fatto che Di Masi sia sta-to soprannominato da alcuni ‘Ge-sù Bambino’. È arrivato qui quasicome un angelo caduto dal cielo ea trovarlo, siamo stati fortunatissi-mi. Auguri a lui e al suo staff soloun’ottima continuazione.»

Sarri, gol di Artico sotto la curva.Che partita! Poi di partite piùbrutte beh ce ne sono state tante,trovo che però quelle più bruttesiano quelle dove non traspare al-cun tipo di gioco. Sono dell’ideache se un giocatore gioca male o haun’altissima percentuale di errore,non è perché non riesce ma perchénon ne ha voglia.»

Il ricordo della più bella trasfer-ta?

«Di trasferte ne ho fatte molte,la maggior parte in macchina

con il mio inseparabile com-pagno di avventure Silvano(Gilardenghi, intervistatonella precedente edizione,ndr). Quella che ricordovolentieri è stata quella a

Gubbio, nonostante il risul-tato abbiamo giocato molto

bene e anche se noi tifosi noneravamo in molti, siamo co-

munque riusciti a farci sentire.»Il migliore e il peggiore giocato-

re che hai visto in maglia grigia?«Di fare dei nomi non me la sen-

to, dovrei tararne già tanti, maposso dire che, chi è stato nel calciocome me sa che ci sono giocatoriche calcano i campi della Lega Proe che non ne sono assolutamenteall’altezza. Per me quelli sono ipeggiori. Come migliori sicura-mente Artico di calcio ne ha ‘ma-sticato’ tanto, non si è mai tiratoindietro ed è sempre riuscito adesprimere al meglio le sua qualità.Vorrei anche citare Aparicio eBriano, ragazzi carismatici e lea-der, ma soprattutto capaci di gio-care a calcio. Se avessimo ora que-gli elementi...»

Soprattutto in questo periodosi sente la mancanza di persona-lità forti come Briano piuttostoche Artico. Comunque, Il tuo un-dici ideale?

«Per me in porta ci sarà sempre

Aggiorniamo con molto pia-cere la nostra rubrica, dovealcuni tifosi hanno la pos-

sibilità di raccontarci di volta involta la loro storia, i loro ricordi ele loro opinioni. Per questa edizio-ne il protagonista è il professorGiuseppe Gandino, che fin da pic-colo è stato in stretto contatto conil mondo Alessandria.

Procediamo subito: allora Giu-seppe, da quanto vieni in curva?Ricordi la tua prima volta al Moc-cagatta?

«Io seguo i Grigi da quando hocinque/sei anni, sono sempre an-dato in parterre, ma da qualcheanno, precisamente dalla stagionedi Sarri, ho deciso di cambiare e diiniziare a seguire i ragazzi dallacurva, perché i cori e le coreografiemi hanno sempre appassionatotantissimo.»

Cosa vuol dire per te essere tifo-so? Ai qualche aneddoto a cui seiparticolarmente affezionato?

«Io ti posso dire che sono un tifo-so grigio perché sono cresciuto tra iGrigi, mio papà era l’autista chegli accompagnava in trasferta eogni volta che si presentava l’occa-sione io cercavo sempre di salire edi correre alla scoperta di nuovicampi con loro. Soprattutto dal ‘63in poi, sono stato a stretto contattocon personaggi come Viganò o ivecchi magazzinieri. Mi sono affe-zionato in un modo impressionan-te a questa maglia e mi sento indovere di esserci sempre anchequando, come in questo periodo,tutto va storto. Di aneddoti ce nesarebbero tantissimi, uno dopol’altro. La cosa che ricordo con piùpiacere era il fatto di ritrovarmimolti volti importanti al tavolo dicasa il lunedì sera, con davanti unbel piatto di agnolotti alla pie-montese. Forse la persona che ri-cordo più volentieri è Manente. Ho

GiuseppeGandino

In situazioni come queste è difficileriuscire a vedere la luce fuori da tun-nel, anche per chi si sente in doveredi predicare la speranza scrivendosui giornali o parlando in radio. Se siè preoccupati? Accipicchia, direi di sì.Proprio quest’anno in cui tutti siamopartiti con serenità e voglia di riscat-tarsi, quest’anno in cui alle spalle c’èuna società solida e forte, quest’annoche iniziava senza notizie sul manca-to pagamento degli stipendi, piutto-sto che dei contributi alla Lega Pro.Proprio quest’anno in cui tutto dove-va essere perfetto: un Mocca stracol-mo di gente, una squadra che faceva

punti su punti, un merchandising daserie A e una pubblicità da far paura.E le cose su cui viene da soffermarsisono le prime due. UN MOCCA STRA-COLMO DI GENTE. A quelle parole,sentite e risentite, lette e rilette, affer-mate e riaffermate, ci accostavamoquasi il rumoroso brusio che accom-pagnava il riscaldamento dei giocato-ri, le code per entrare, i bagni sempreoccupati, l’irraggiungibile banconedel bar, le gomitate tra vicini di posto,la fila interminabile di gente esce dal-lo stadio dopo il triplice fischio. Tuttequelle situazioni così normali, cosìstupide, ma che a farci caso manca-

no da un po’. E forse la delusione piùgrande è stata la squadra. O meglio, irisultati. Siamo in una situazione ab-bastanza delicata, dodicesimi in clas-sifica non è proprio invidiabile... so-prattutto guardando la vetta: con ilSantarcangelo che nonostante lasquadra in splendida forma, a livellodi storia, tifoseria e campioni uscitidalle giovanili, é forse una delle so-cietà meno ‘nobili’ del girone. Ma nonè il passato a farti vincere il campio-nato. Perché non tocca mai a noi?Sembra quasi uno scherzo: quandoc’è la squadra non c’è la dirigenza equando c’è la dirigenza non c’è la

squadra. L’unico a rassicurarci, al-meno in parte è il presidente, ricor-dando che da Gennaio sarà disponibi-le Fausto Ferrari del quale si è sentita(e non poco) l’assenza. Di Masi ha di-chiarato che si provvederà prenden-do qualche innesto per potenziaretutti i reparti: non vuole però una rivo-

luzione, poiché ha fiducia in questi ra-gazzi e nelle loro qualità. Non hasmentito un problema a livello psico-logico, sottolineando comunque chel’ostacolo principale, secondo lui è lalentezza durante la costruzione delgioco. Tra opinioni e pareri contra-stanti, tra animi dubbiosi e speranzo-si, tra proposte di nomi per il mercatodi gennaio e infallibili gufate on-line,l’Alessandria Calcio e i suoi insepa-rabili tifosi si dirigono verso le ultimequattro partite del girone d’andata.In poche parole: che Dio ce la mandibuona! E... come dice il pres: ‘FORZAGRIGI, SEMPRE’

PARLA L’ORSO di Beatrice Bruno

La delusione dei tifosi, le parole di Di Masi e le dita incrociate

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HURRÀ GRIGI 529 nov. 2013

Silvio, ti sei fatto un’idea sucosa stia succedendo ai gri-gi?

«Una delle cose peggiori che pos-sano accadere ad una squadra du-rante il campionato, cioè a direuna fase di crisi totale dal punto divista dei risultati, della qualità delgioco e, a questo punto, credo, an-che della fiducia in se stessi.»

Quali le cause, secondo te?«È un lungo discorso, ma credo

che, alla base, ci sia un problemadi allestimento dell’organico in oc-casione della campagna acquisti-cessioni estiva, che sta emergendoin maniera dirompente.»

Stai dicendo che l’organico ètroppo scarso?

«No, perché, in coscienza, credoche questa squadra sia attrezzatain modo adeguato per fare uncampionato più che dignitoso.»

Ah, quindi non è la squadra dicampioni che qualcuno avevaprofetizzato quest’estate...

«Mi spiace per i profeti, ma mipare che, dopo tredici giornate, efermo restando che dobbiamo an-cora vedere Ferrari all’opera, siaemerso con chiarezza che di feno-meni non ce ne sono e che l’unicouomo che disponga di doti tecni-che di categoria superiore èTaddei. Questo, però, non vuol direche l’Alessandria sia scarsa.»

E perché, se l’unico fuoriclasseè Taddei?

«Perché anche una compagine dionesti e diligenti professionisti, seben assortiti ed amalgamati, puòfare la sua parte.»

Dalle tue precedenti parole mipare, però, di capire che questonon sia avvenuto...

«E infatti è esattamente ciò chepenso, poiché credo che questasquadra, in estate, sia stata co-struita con poco equilibrio e pocacoerenza.»

Perché poca coerenza?«Perché quando l’intento dichia-

rato è quello di giocare con tre di-fensori centrali (come si era dettoalla vigilia) hai bisogno di averegiocatori di assoluta qualità e,quel che più conta, un discreto nu-mero di rincalzi: non mi pare checiò sia stato fatto, se consideri che ipilastri della difesa sono sempreCammaroto e quello stesso Vivianiche un paio di anni fa era statomesso fuori rosa. Se poi consideriche Sabato è fondamentalmenteun terzino sinistro prestato al ruo-lo di centrale e che né Sirri né Ma-riotti mi sembrano in grado di farela differenza, in quadro è comple-tato.»

Poi?«Poi c’è il grosso problema delle

fasce perché, se vuoi applicare uncerto modulo, devi avere giocatoridi fascia formidabili, che sappianocioè sia difendere che attaccare e

che abbiano oltretutto la preroga-tiva di essere dei ‘settepolmoni’: nelcaso specifico, l’Alessandria dispo-ne di esterni certamente validi co-me Mira, Spighi e Rantier, manessuno che soddisfi le caratteristi-che di cui ho parlato poco fa e, traquelli che ho nominato, nessunoche sappia aggredire l’avversario.»

Parliamo del centrocampo...«È un leit-motive da almeno tre

anni a questa parte, poiché l’Ales-sandria è una squadra che pulluladi mediani, ma in cui si sente lamancanza di un uomo in grado didettare le geometrie del gioco.»

Concludiamo con l’attacco.«Scotto mi piace di più di Mar-

coni e mi pare un giocatore pienodi energie e con buon senso dellaposizione, ma, fino ad ora, ha mo-strato troppa imprecisione in fasedi conclusione, per cui credo debbalavorare ancora su se stesso.»

Mi pare che Menegatti abbia

fallito per il secondo anno conse-cutivo la campagna acquisti...

«In effetti, l’ultima grande cam-pagna acquisti-cessioni è stata fir-mata dal tanto bistrattatoCardini, ma certo possiamo direche i risultati dei lavori effettuatinelle ultime due estati non sem-brano dare troppo ragione allescelte effettuate dagli uomini dimercato dei grigi.»

A questo punto mi domando senon valesse la pena di tenere No-taristefano.

«Se guardiamo ai risultati,D’Angelo sta certamente facendopeggio del suo predecessore: visto illivello non eccelso dell’organiconon credo che a Notaristefano sidovessero muovere grandi rimpro-veri. Ad oggi penso che la sua mag-giore responsabilità sia quella diaver avallato dal punto di vistatecnico una, secondo me, non felicecampagna acquisti estiva.»

E, in tutto questo, secondo te,Di Masi ha delle responsabilità?

«Di Masi ha rilevato la società inun momento in cui la vecchia pro-prietà aveva dichiarato di non po-ter continuare: come tifoso, ad og-gi, trovo ancora un senso di pro-fonda gratitudine nei suoi con-fronti e non credo che eventuali er-rori tecnici debbano essere a lui di-rettamente imputati.»

Secondo te, come se ne esce?«Come ho detto all’inizio della

nostra intervista, con una mentali-tà umile e operaia, consapevoli deipropri limiti, ma anche dei granditraguardi che si possono raggiun-gere con l’abnegazione e lo spiritodi squadra: se non sei in grado dimettere in campo undici fuoriclas-se, devi trasformarti in un gruppodi undici lottatori che diano ilmassimo ad ogni incontro. È l’uni-co modo per uscire dalla crisi e ri-prendere a puntare in alto.»

L’INTERVISTA a Silvio Bolloli (Radio Voce Spazio)

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HURRÀ GRIGI6 anno V n. 16

Nonostante la deprimentesettimana riusciamo ed eleg-gere anche questa volta untop player. Riaverlo tra noi èstata una delle notizie più bel-le di quest’estate, nessuno siera scordato di quel giovaneragazzo meridionale che cor-reva come una saetta sullafascia laterale, sacrificandosi90 minuti su 90 per il benedella squadra. Partecipe del-l’annata del centenario, Ro-berto Sabato, si era fatto ri-cordare con il sorriso sullelabbra e la grinta di un veroorso grigio. Il suo destino equello dell’Alessandriadovevano rincontrarsi.Si sperava lo facesserogloriosamente, ma ilcampionato è ancora lun-go. Nato a Potenza il 28Luglio 1987, Roberto ècresciuto in serie D nelBoca San Lazzaro, condue anni di pre-senze. Succes-sivamente nel2006-2007 siritrovò a San Gia-como, ex piazzadel ds Menegattidove partecipò a33 gare. Poi Pizzi-ghettone e in B con laTriestina che lo cedet-te però al Ravenna inprima divisione dove

stette per due stagioni lottan-do per un campionato di verti-ce con 50 presenze e un golin totale. Dopo il Ravenna ar-riva qui in Alessandria, con lasquadra di De Petrillo dovedimostra di essere attaccatoalla maglia e di sentirla suaanche dopo così poco tempo.Con 25 presenze e un gol ingrigio, Roberto viene cedutoal Forlì dove la sua avventuraperò termina dopo una solastagione: Di Masi lo rivuole ingrigio per affrontare al meglioquesto campionato così parti-colare e insidioso. E rieccoloqui, più carico che mai, pron-

to ad una nuova avventurafirmata ALES-

SANDRIA. Av-ventura che

per ora si èmostrata un po’deludente, mache ha tutto iltempo per pren-dere la piega giu-sta. Qua ci si gio-

ca la storia. L’uni-ca cosa che ci au-

guriamo è il riscattonei confronti di tutte que-

ste sfortune, e speriamo cheRoberto possa aiutarci a ri-tornare dove è giusto. Siamo

stufi di vedere gioiresempre gli altri.Adoss Grison!

«Gioco con il cuo-re, anche per laSardegna»: è

stato questo, in sostanza, ilmessaggio lanciato da GigiScotto subito dopo le noti-zie arrivate dalla Sardegnasulle zone colpite dall’allu-vione. Non quella di Sassari,di cui Scotto è originario,ma soprattutto in quellenon molto lontane di Olbiae Oristano, dove i danni e idisagi sono stati davverodevastanti. Il momento deigrigi, si sa, è un po’ delicatoe ci ripromettiamo di senti-re con calma l’attaccantesardo non appena ci sarà lagiusta serenità, logica con-seguenza di qualche risulta-to positivo da raggiungere ilpiù presto possibile. Ancheperché l’augurio è che Scot-to possa superare al piùpresto l’infiammazione chelo sta costringendo a dosarele forze sia in allenamento,sia nelle gare: abbiamo an-cora negli occhi la gara ‘tut-to cuore e polmoni’ esibitacontro il Forlì, in cui Gigi èstato veramente fondamen-tale per raggiungere unasofferta ma meritata vitto-ria, pur in inferiorità nume-rica! Nonostante il tempotrascorra in modo inesora-bile, ci limiteremo perciò aricordare come quello del-l’alluvione in Sardegna siaun film purtroppo già vistomolte volte, in vari periodidella recente storia e in tan-te zone della nostra peniso-

la (il Polesine, Firenze, Ge-nova, lo spezzino e la luni-giana, Sarno, ecc.), comesottolineato giustamentedai vari media in questigiorni. Ecco perché, a mag-gior ragione, il recente an-niversario dell’alluvione adAlessandria del 6 novembre1994 deve sempre rappre-sentare un monito a ‘nonabbandonare la guardia’, vi-sto che anche il gloriosostadio Moccagatta e tutto ilquartiere Orti, assunsero unruolo drammaticamentefondamentale in quella tra-gedia. Quel giorno, ce lo ri-cordiamo bene tutti, la par-tita Alessandria-Bolognanon si giocò, dato che il fiu-me Tanaro allagò Spalto Ro-vereto, ricoprendo di fangoin breve tempo anche ilprato del Mocca. Pur nelcontesto di un avvenimentoterribile, che resterà im-presso per sempre nellamemoria di tutti gli alessan-drini, fa però piacere ricor-dare due storie che riguar-dano da vicino Alessandriae l’Alessandria. La prima èquella di Vincenzo Pescolla,il simpaticissimo e validissi-mo ex massaggiatore deigrigi che molti ricorderanno

anche per la somiglianzacon il compianto giornali-sta Alberto Castagna. Insie-me a Luciano Grugliada eGiorgio Pelizzon della ditta‘Agri 2000’ che si occupavadella manutenzione dellostadio, Pescolla si rese infat-ti protagonista del salvatag-gio di due persone che sta-vano cercando di raggiun-gere le loro abitazioni situa-te proprio nelle zone limi-trofe del Mocca. Dopo esse-re giunto «come d’abitudi-ne» allo stadio «intorno amezzogiorno, per preparareil materiale della gara», Pe-scolla si accorse subito chel’acqua stava salendo aduna velocità spaventosa: inbreve tempo il massaggia-tore, Gugliada e Pellizzon siritrovarono costretti a cer-care scampo su un muretto.Da lì, i tre notarono la gio-vane Samantha Lunati e ilsignor Pietro Pezzolla in se-ria difficoltà e, dopo varitentativi, riuscirono a por-tarli in salvo «all’internodello stadio, sulla parte piùalta degli spalti, con la spe-ranza che l’acqua non salis-se ulteriormente». Da se-gnalare come, in particola-re, la ragazza fosse davvero

allo stremo delle forze e cheper le cinque persone imezzi di soccorso arrivaro-no solo poco prima di mez-zanotte. Un po’ menodrammatica, ma ugualmen-te significativa è la testimo-nianza fornitami circa unanno fa dall’ex giocatoregrigio Sasà Avallone: «Era ilperiodo in cui mia moglieera in attesa di quello chepoi sarebbe stato il mio pri-mo figlio, Alessio. Quella fudavvero una giornatadrammatica, che rimarràper sempre impressa nellamia memoria e in quella ditutti gli alessandrini. Tral’altro, io abitavo proprio ametà di Corso Roma, e ricor-do come se fosse ieri il mo-mento in cui fui costretto ascendere con mia moglie perstrada: c’era dappertutto ac-qua mista a fango e un odo-re di gasolio fortissimo. Perfortuna riuscimmo a rag-giungere la parte del Corsoin cui non era arrivata l’ac-qua. I mesi successivi furonomolto duri, ma gli abitantidi Alessandria seppero rial-zare la testa e tornare in bre-ve tempo ad una vita il piùpossibile normale...». E que-sto è anche l’augurio che cisentiamo di fare ai parenti eamici di Gigi Scotto - chemagari abitano qualchechilometro più vicino allezone colpite -, al circolosardo ‘Su Nuraghe’ di Ales-sandria e a tutta la popola-zione di questa Isola Unica.

A TUTTOCAMPO di Gianmaria Zanier

Emergenza alluvione, tra passato e presente

Roberto SabatoTOP PLAYER di Beatrice Bruno

Grande serata per gli interisti ales-sandrini, lunedì scorso al ristorante -hotel ‘Al Mulino’: Nicola Berti, prota-gonista di tante battaglie coi colori ne-razzurri, ha incontrato tifosi vecchi enuovi. Uno splendido personaggio, sim-patico e carismatico. Tante sono statele domande dei tifosi alle quali Nicola,simpatico e affabile, ha risposto con laconsueta ironia ed un pizzico di veleno.Come quando, dopo un derby sfortu-nato per i colori nerazzurri, così com-mentò coi cronisti: ‘Comunque, megliosconfitto che rossonero’. L'ottima cena

è stata naturalmente l'occasione perrivivere tanti momenti di una carrieraricca di successi in Italia ed in Europa,anche con la maglia azzurra. Una ine-sauribile carrellata di personaggi, epi-sodi dentro e fuori dal campo raccon-tati da chi ha vissuto da protagonista ilcalcio che conta. Alla fine, per Nicolaun premio davvero speciale: duesplendidi tartufi, che il grande mediatoha particolarmente apprezzato. Otti-ma ed accurata l'organizzazione daparte dei responsabili dell'Inter Clubdi Alessandria di via Savonarola 110.

Nicola Berti ospite dell’Inter Club

NUOVOHurrà GrigiOrgano dell’Associazione

Culturale ‘Orso Grigio’Corso Roma, 85

15121 - AlessandriaTel./Fax 0131 267842

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Registrazione al Tribunale di Alessandria

n. 627 del 28 settembre 2009Stampa

CSQ-Centro Stampa Quotidiani

Via dell’Industria, 5225030 - Erbusco (BS)

Tel. 030 7725511 Nicola Berti tra il Direttore di Hurrà Grigi, Massimo Taggiasco e ‘Pino coiffeur’

Vincenzo Pescolla Salvatore AvalloneGigi Scotto

AlessandriaNovembre 1994

SardegnaNovembre 2013

Page 7: Al v v verona

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HURRÀ GRIGI8 anno V n. 16

CENT’ANNI DI GRANDI SFIDE Ricerca a cura di Mario Bocchio, fotografie da m

Il tentativo fallito di addomeSergio Notarnicola disse di n

Nella loro storia, le squadredi Alessandria e Napoli sisono incontrate 26 volte in

serie A. I Grigi hanno ottenuto 11successi, i partenopei 9, mentre ipareggi sono stati 6. I gol del soda-lizio piemontese ammontano a43, quelli dei napoletani a 40. Datiche certamente impreziosisconoil blasone dell’Orso Grigio, vistoche il Napoli, per i campioni cheha sempre annoverato (da Jepp-son a Maradona, da Cavani a Hi-guain) è stato ed è uno dei piùforti sodalizi in Italia.

Nel 1927, dopo un deludentecampionato al termine del qualela salvezza dalla retrocessione inPrima divisione era arrivata sola-mente dopo una serie di spareggivinta contro Pisa, Legnano e No-vara, per l’Alessandria giunse ilprimo trofeo, vinto con in campo ifuturi campioni del mondo Gio-vanni Ferrari e Luigi Bertolini econ Carlo Carcano in panchina: laCoppa Coni, una sorta di CoppaItalia ante litteram, conquistatadopo una doppia finale contro icugini del Casale (1-1 a CasaleMonferrato e 2-1 ad Alessandria).Nelle eliminatore l’Alessandriaaveva sconfitto Livorno, AndreaDoria, Brescia, Alba Roma e pro-prio il Napoli, travolgendolo in ca-sa per 9-1 (tripletta di Banchero I,doppietta di Cattaneo e Ferrari,poi Avalle e Gariglio) andandosuccessivamente a vincere 2-1sotto il Vesuvio, con reti di Ban-chero I e Cattaneo.

Il primo scontro diretto con ilNapoli, da quando fu istituita laserie A, giocato nel 1930, fu vintodai Grigi per 2-1: vantaggio parte-nopeo con il paraguaiano natura-lizzato Attila Sallustro, pareggiosu autogol di Vincenzi e rete delsuccesso di Avalle.

Nel 1931 i tifosi mandrogni assi-stettero ad una pirotecnica vitto-ria per 4-3: per l’Alessandria dop-pietta di Cattaneo e reti di Borellie Marchina, mentre i realizzatoridel Napoli furono Vojak I, Miha-lich e Tansini.

Nel 1935 il ‘Moccagatta’ fu anco-ra fatale per i partenopei, che in-

cassarono ancora quattro gol(Notti e tripletta di ‘Ciaplèn’ Cat-taneo, una rete su rigore), riuscen-do solo a segnare 2 volte (Vojak I eSallustro I).

Il 9 marzo 1947 i Grigi sconfisse-ro sonoramente il Napoli per 5-0:doppiette di Stradella e di Ginetto

Armano e centro di Tortarolo.L’inglese Frank Rawcliffe fu in-gaggiato grazie all’allenatore gri-gio Albert Austin (Bert) Flatley,che in realtà avrebbe voluto por-tare un certo Gillespie. Presenta-tosi al raduno, Rawcliffe stupìcompagni e tifosi per il possente

fisico, più da lottatore che da cal-ciatore. Comunque l’esordio nelcampionato 1949-’50, fu dei mi-gliori, alla seconda di campionatoentusiasmò il pubblico con unadoppietta al Napoli. Alla fine l’in-glese sommò diciotto reti risul-tando cannoniere della squadra.

Tra le sconfitte più pesanti ri-mediate dai nostri colori si devericordare senza dubbio il 4-1 del 6aprile 1958: Brugola, Pesaola,Bertucco e Morin per gli Azzurripartenopei e gol della bandieragrigia dello svizzero Roger Von-lanthen all’85’.

Tutte le partite26/01/1930 Alessandria-Napoli 2-115/06/1930 Napoli-Alessandria 3-114/12/1930 Napoli-Alessandria 3-231/05/1931 Alessandria-Napoli 4-318/10/1931 Napoli-Alessandria 1-106/03/1932 Alessandria-Napoli 3-115/01/1933 Alessandria-Napoli 3-204/06/1933Napoli-Alessandria4-110/12/1933 Napoli-Alessandria 2-122/04/1934 Alessandria-Napoli 1-030/09/1934Napoli-Alessandria0-110/02/1935 Alessandria-Napoli 4-203/11/1935 Alessandria-Napoli 2-301/03/1936Napoli-Alessandria1-029/11/1936 Napoli-Alessandria 2-028/03/1937 Alessandria-Napoli 2-013/10/1946 Napoli-Alessandria 2-109/03/1947 Alessandria-Napoli 5-026/10/1947 Alessandria-Napoli 2-128/03/1948 Alessandria-Napoli 2-226/12/1957Alessandria-Napoli 0-006/04/1958 Napoli-Alessandria 4-121/12/1958 Napoli-Alessandria 0-026/04/1959 Alessandria-Napoli 2-113/12/1959 Alessandria-Napoli 1-124/04/1960Napoli-Alessandria1-1

1

2

7

9

10

11

8

1 Napoli-Alessandria 1-2, giocata sul campo neutro di Pescara, campionato 1947-’48. 2 e 3 Storico 5-0 dei Grigi al Napoli nel torneo 194nel campionato 1959-’60. Nel fotogramma n. 8 si scorge anche il celebre brasiliano Luis Vinicio, O’ Lione. Quel giorno, il 24 aprile 1960, fBruno Pesaola, divenuto per tutti El Petisso, l’uccellino. 12 La rete partenopea del brasiliano Canè in Napoli-Alessandria 1-1, campionatoL’immagine si riferisce sempre al match tra Napoli-Alessandria 1-1 del campionato 1964-’65. 15 Ancora il 5-0 dei Grigi ai danni degli Azz

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Il portiere, avvicinato da emissari napoletani

per favorire qualche svista in cambio di 2.000.000,

disse tutto a Rava e Ruggiero

Page 9: Al v v verona

HURRÀ GRIGI 929 nov. 2013

museogrigio.it

esticare Alessandria-Napolino e in campo fu il migliore

Sergio Notarnicola ricorda unepisodio accaduto in un’ Alessan-dria-Napoli in B, 6 maggio 1962: «Ipartenopei erano in lotta per lapromozione e vi giocava l’ex grigioJuan Carlos Tacchi. Venni avvici-nato da emissari napoletani perfavorire qualche svista in cambio

di 2.000.000. Rimasi sorpreso e dis-si tutto a Rava e al presidenteAmedeo Ruggiero. I dirigenti nonvolevano farmi giocare, ma Rava,grande uomo di calcio, capì che seavevo raccontato il tentativo dicombine significava che non vole-vo adattarmi a questo imbroglio:

ebbe grande fiducia, mi spronò emi mandò in campo. Giocai unagrande partita e addirittura deviaisul palo una magistrale punizionedi Tacchi, uno specialista dei calcipiazzati. Alla fine del primo tempoqualche giocatore del Napoli mipassava vicino guardandomi come

per chiedere ‘che cosa aspetti?’, maio feci il mio dovere e la gara ter-minò 0-0».

Un altro ‘numero 1’, Lino Nobili,è stato uno degli estremi difensoripiù straordinari che i Grigi abbia-no mai avuto, ma aveva un puntodebole, il ginocchio, che gli causa-

va spesso problemi, soprattuttonegli ultimi anni della carriera. Avolte era davvero stoico e giocavain condizioni precarie, ma in altrecircostanze accentuava i suoi guaie si creava un alibi quando becca-va un gol. Un siparietto simpaticoaccadde a Napoli nella partita delcampionato di serie B 1964-’65che si disputò la mattina per per-mettere ai partenopei di festeggia-re al pomeriggio la ricorrenza diPiedigrotta. L’Alessandria passò insvantaggio all’inizio della ripresa,poi pareggiò con Bettini. Ad unpaio di minuti dal termine il brasi-liano Canè prese palla e sparò unsiluro da almeno 25 metri. Nobilisi tuffò in ritardo, la palla diedel’illusione del gol ma scheggiò so-lo la traversa. Tuttavia il boato delpubblico di casa aveva tratto ininganno Nobili: credendo di esse-re stato battuto, si rotolò a terra inpreda al dolore per far capire cheil problema al ginocchio gli avevaimpedito di salvare la porta. L’ar-bitro conosceva però l’estremo di-fensore dei Grigi e forse era a co-noscenza di qualche ‘manfrina’studiata da Nobili. Così si avvicinòe lo rassicurò: «La palla è andatafuori, se non ha nulla si alzi signorNobili!». Il portiere schizzò in pie-di ed il direttore di gara lo elogiò:«Lei è una persona intelligente,stia tranquillo che tra pocofischio». E diede il segnale di chiu-sura delle ostilità con qualche se-condo d’anticipo, impedendo l’as-salto finale del Napoli. La gara ter-minò 1-1. Vitali proveniva dal Mi-lan dove, al termine della stagione1954-’55, conquistò il titolo trico-lore. L’anno dopo la storica pro-mozione dei Grigi in serie A, se-gnò l’importante rete del succes-so, alla prima giornata del torneo,contro la Fiorentina. Messosi inevidenza lo richiese il Napoli incui giocò le due successive stagio-ni. Incontrò ancora i Grigi da av-versario e fu proprio Vitali a met-tere a segno il gol del pareggiopartenopeo contro l’Alessandrianell’aprile del 1960 a Napoli, dopoil vantaggio iniziale di un giovanee promettente grigio, Rivera.

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17

6-’47. 4 e 5 28 marzo 1948: al ‘Moccagatta’ Alessandria e Napoli pareggiano 2-2. 6 Napoli-Alessandria 0-0, stagione 1958-’59. 7 e 8 Pari al ‘San Paolo’ tra Napoli e Alessandria: 1-1fu l’ultimo scontro diretto tra i due sodalizi in serie A. 9, 10 e 11 Napoli-Alessandria 4-1, 6 aprile 1958. Nell’istantanea n. 11, il portiere alessandrino Ideo Stefani anticipa il famoso

o di B 1963-’64. 13 Torneo 1964-’65, Napoli-Alessandria 1-1: l’arcigna difesa tenta di sbarrare la strada a Canè e Fanello. 14 Il numero 1 alessandrino Lino Nobili in uscita su Fanello.urri napoletani in riva al Tanaro, il 9 marzo 1947. 16 e 17 Napoli-Alessandria 0-0, annata 1948-’49.

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Page 10: Al v v verona

HURRÀ GRIGI10 anno V n. 16

NOI ABBIAMO I GRIGI NEL CUORE di Gianmaria Zanier

ROBERTO ‘CARNERA’ BENAZZO«Tornerò presto al Moccagatta»Roberto Benazzo, sopranno-

minato ‘Carnera’ per viadei suoi trascorsi pugilisti-

ci, lo conosco da quando erobambino: già allora, mi avevasempre ispirato grande simpatiala sua figura di tifoso così visceral-mente attaccato ai colori grigi,con la sua tipica esultanza ad ognigol sulla ringhiera della tribuna ele braccia che alzavano al cielo unorsetto di peluche rigorosamentevestito di grigio. Paradossalmenteperò, l’occasione per fare una bel-la chiacchierata si è presentata inun contesto abbastanza casuale,lo scorso 19 settembre, quando alBorgo Città Nuova, in Zona Pista,si è tenuta la manifestazione ‘Ales-sandria in fair play’ di cui abbia-mo già parlato lo scorso numerodi Hurrà Grigi. Quando ho vistoRoberto seduto ad uno dei tavoli-ni insieme alla moglie, è stato na-turale avvicinarmi per un cordialesaluto: doveva essere un semplicescambio di battute, e invece benpresto il tutto si è trasformato inuna lunga e appassionante inter-vista, in cui è emersa in tutta lapassione per i colori grigi che haaccompagnato ‘Carnera’ per buo-na parte della sua vita. Un perso-naggio conosciuto anche da chinon era propriamente tifoso, datoanche il suo impiego presso il Co-mune di Alessandria fino a pochianni fa. Non a caso, alla fine diquest’intervista, il buon Robertoha ricordato così il suo ultimogiorno lavorativo, vissuto primadella meritata pensione: «Quelgiorno ho fatto una festa di addionella stanza principale, non neicorridoi come hanno fatto anchemolti politici. C’era davvero unsacco di gente e li ho visti sincera-mente commossi: segno che qual-cosa di buono in tanti anni devoaverlo fatto... Scrivilo questo, miraccomando!»

Allora Roberto, ci vai ancora al-lo stadio?

«Se devo essere sincero manco daun po’ di tempo, perché nel recentepassato sono rimasto molto ama-reggiato da determinate situazio-ni: il fallimento della vecchia so-cietà nel 2003, alcune successivegestioni societarie piuttosto discu-tibili, la retrocessione a tavolinosubita ingiustamente nell’anno diSarri...»

Ora però il nuovo Presidente DiMasi ha riportato tante risorse,ricreando grande entusiasmo in-torno ai colori grigi...

«Ho sentito e infatti sono ovvia-mente contento e per molti versi

incuriosito. Non escludo che a bre-ve potrei anche tornare al miticoMoccagatta...» (sorride, N.d.r)

È chiaro che il calcio è cambia-to moltissimo, rispetto ai primitempi in cui tu hai iniziato a se-guire i grigi. A proposito, quand’èche hai iniziato ad andare allostadio?

«La prima volta che sono entratoal Moccagatta è stato da bambinocon un certo Signor Camurati chegestiva l’edicola che c’era davantial Borsalino... Va beh, voi non po-tete ricordarvela... Comunque, hoiniziato con lui e da lì non mi sonoperso una partita per tantissimianni».

Una delle tue prerogative, a dif-ferenza di tanti altri tifosi è stataquella di aver sempre frequentatola tribuna...

«Sì, è vero: sono quasi sempreandato nella tribuna laterale. An-che se per un certo periodo ho vistoun po’ di partite in quello spicchiodi rettilineo che collega la tribunaalla curva sud, dove c’è la Torretta(‘Carnera’ si riferisce a quella par-te di rettilineo sotto la quale orac’è la Sede dei Grigi: la presentestruttura è rimasta intatta, a diffe-renza di quella analoga che sorge-va vicino alla curva nord e che poiè stata demolita quando è stata

«Sicuramente, insieme all’annodell’ultima Serie B vinta con Bal-lacci (quella della formazione cheiniziava con il trittico ‘Pozzani,Maldera, Di Brino’, con i vari Mu-sa, Dalle Vedove, Dolso, ecc.). E poigli anni successivi, con allenatoricome Trebbi e Viviani, la promo-zione dell’81 ancora con Ballacci(quante volte abbiamo ricordatoquel periodo con tuo papà, beven-do insieme un caffè o facendo sem-plicemente due chiacchiere, quan-do ci incontravamo per strada) epoi i vari campionati di C/2 conMarescalco, Manueli, Colombo eScarrone, che era davvero un ‘Si-gnor Giocatore’. Stiamo parlandodi allenatori e calciatori con cuipotevi avere un bel dialogo anchefuori dal campo...»

Raccontaci allora qualcheaneddoto sugli anni di Dino Bal-lacci...

«Dunque, in quegli anni io an-davo a seguire anche gli allena-menti... Mi ricordo la proverbialegrinta di Dino: anche nelle sempli-ci partitelle di allenamento luinon voleva mai perdere! E soprat-tutto sapeva dare ai giocatori unacarica incredibile: ad esempio,quando vedeva Dolso che magariiniziava a ‘tirare indietro la gam-ba’ (sai com’era Arrigo, no? Gran-dissima tecnica alternata a tantepiccole ‘pause’), andava da Edy Re-ja e gli diceva: ‘Stagli dietro e se fail furbo dagli pure dei calci...’ Dinoera fatto così: se qualcuno non da-va il 100% anche in allenamento,allora iniziava a punzecchiarlo.Anche con Colusso è stato così:quando Renè gli diceva ‘Mister, homale, sono stanco...’, Dino andavadal massaggiatore Viganò e gli di-ceva ‘O gli dici di svegliarsi o do-menica non gioca!’ Però poi Colus-so la domenica giocava, eccome!»

So che sono davvero tanti i gio-catori con cui sei rimasto in con-tatto...

«Sì, è vero. Quando una volta Re-nè è passato da Alessandria è ve-nuto a salutarmi, raccontandomidella sua esperienza ad Agrigentocon la maglia dell’Akragas. Lo stes-so potrei dire di Pierpaolo Bisoli,che è venuto addirittura in Comu-ne, dove allora io lavoravo ancora,dicendomi: ‘Gli amici sono amici!’È stata una cosa che mi ha fattodavvero un grandissimo piacere! Epoi, avendo alcuni parenti di miamoglie in Toscana, ho mantenuto icontatti anche con giocatori comeManetti, Brilli (che vivono a Livor-no) e ‘Caio’ Di Prete...»

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avuto la sfortuna di giocare inC/1 con i grigi in un’annata diffi-cilissima, quella del 1981/82, consquadre come Atalanta, Vicenza,Parma, Triestina, Modena, ecc.

«Certamente. Lui è nato a Pisa eora e tornato a vivere lì. Gestisceuna palestra. ‘Caio’ non era moltoalto, ma aveva una grande tecnica.E infatti sapeva esaltare il pubbli-co con le sue giocate: ti ricordi ilcoro ‘Claudio Di prete, segna pernoi?’»

Certamente! E delle tue cele-berrime discussioni con GinoAmisano cosa mi racconti?

«Beh, guarda... (Sorride, N.d.r.)In quegli anni c’era quella trasmis-sione che Nicola Pilotti conducevasu Telecity. Io andavo spesso in stu-dio e, soprattutto, dicevo semprequello che pensavo: ad esempio ilfatto che, a mio avviso, Renzo Me-lani non stesse facendo un buonlavoro con le risorse che un im-prenditore come Amisano avevamesso a disposizione... Apriti cielo!Mi ricordo che una volta Amisanosi rivolse a Pilotti dicendogli:‘D’ora in avanti, quando ci saràquel signore (indicando il sotto-scritto), io non verrò più in tra-smissione!’ Poi, però ci siamo vistitante altre volte, ad esempio sottoil Comune, e ricordavamo semprequell’avvenimento con allegria,sdrammatizzando ciò che era ac-caduto. E lui, intanto che rideva,mi scroccava sempre una sigaret-ta...»

Era un modo di vivere il calciopiù umano: lo diciamo sempre,ma era proprio così...

«È vero. Ti racconto un altroaneddoto, anche se, per correttez-za, non farò dei nomi. Una voltastavo vedendo la partita dietro lapanchina: il giocatore dei grigi chegiocava sulla fascia destra non neaveva azzeccata una in tutto il pri-mo tempo. Ad inizio della ripresa,non ce la faccio più e urlo allena-tore: ‘Allora, cosa aspetti a sosti-tuirlo?’ E lì inizia la discussionecon gli altri tifosi presenti: chi di-ceva che avevo ragione (pochi), chimi diceva di lasciare in pace l’alle-natore, chi mi consigliava di starezitto (la maggioranza)... A farlabreve, dopo qualche minuto il Mi-ster fa il primo cambio, sostituen-do proprio quel giocatore. A quelpunto mi sono girato e mi sonopreso una bella rivincita alla fac-cia di tutti quelli che fino ad un at-timo prima mi avevano criticato,urlando ‘Visto che avevo ragione?’E, subito dopo, naturalmente, tuttigiù a ridere!»

costruita la nuova gradinata,N.d.r.)».

È vero, ricordo una partita deglianni ‘90 che io e mio padre abbia-mo visto insieme a te proprio inquel settore. Se non sbaglio, i grigiquel giorno fornirono una provaabbastanza deludente e il tuo ‘ca-vallo di battaglia’ fu che i giocatorinon si impegnarono a sufficienza,visto che non avevano nemmeno lemaglie sudate... (Facendo finta diarrabbiarsi, come se qualcuno locontraddicesse, N.d.R.)». E certo,se vedo uno inizia a passeggiaresul prato senza impegnarsi, ho di-ritto ad inc**zarmi o no?»

Ma dai Roberto, probabilmentequalche anno prima avrai visto lemaglie più sudate perché eranopiù aderenti e di tessuto più pe-sante... (negando, anche con il di-to indice della mano destra, ndr)»No, no... Ti assicuro che in annisuccessivi, poi, ho rivisto maggiorimpegno! E le maglie hanno conti-nuato ad essere più larghe rispettoa quelle di tanti anni fa... E che al-cuni giocatori hanno il senso del-l’attaccamento ai colori dellasquadra per cui giocano, altri me-no».

A proposito dell’attaccamentoalla maglia... Tu sei uno che hafatto tantissime trasferte al segui-to dei grigi: ce n’è una che ti è ri-masta più impressa? (A questadomanda Roberto si ‘scalda’ inmodo particolare, N.d.r.) «Vuoiche te ne racconti una? Lucchese-Alessandria 80/81...»

...È una trasferta che ricordanoin molti: su Hurrà ne avevamoparlato qualche mese fa anchecon il tifoso Maurizio Negri...

«Beh, sai... Pur sapendo che aLucca c’era il rischio di un’acco-glienza molto ‘calda’, quel giornodecidemmo di andare in trasfertaio, mia moglie e mia figlia che al-lora avrà avuto 3 o 4 anni (la mo-glie di Roberto, seduta accanto alui, conferma quanto detto con unsorriso, N.d.r). Alla fine della par-tita, eravamo contenti, visto che igrigi avevano ottenuto un preziosopareggio: fummo però costretti afare tutto il viaggio di ritorno alfreddo, con l’aria che arrivava datutte le parti, perché alcuni ‘tifosi’della Lucchese ci avevano rotto pa-recchi vetri del pulmann, non soloquelli laterali ma anche quello po-steriore. Abbiamo cercato di mette-re del nylon e qualche giornale percoprire i buchi, ma era novembre efaceva un freddo cane!»

È questo il periodo a cui sei ri-masto più affezionato?

Memorabili gli scambi di battute a Telecity con

Amisano, che minacciava Pilotti di non presentarsi

alle trasmissioni alle qualifosse presente Carnera.

Ma poi con Gino ci riserosopra molte volte

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stante nel tempo, almeno fino apochi anni fa) del mancato paga-mento degli stipendi, con la fati-cosa salvezza conquistata primadi un perentorio 3-0 ottenuto daigrigi il 9 maggio 1976 contro la ProPatria. La serie B sembrava lì aportata di mano e, invece, sonopassati quasi quarant’anni. Ma,paradossalmente, quando si ha lafortuna di potersi confrontare congrandi personaggi come Reja, iltempo sembra scorrere in modoancora più veloce e inesorabile.Mi corre dunque l’obbligo di riag-ganciarmi alla più stretta realtà,traendo spunto da una riflessionefatta rileggendo l’organigrammadel Lecce della stagione 1994/95:un’annata non memorabile per lasquadra pugliese (perlomeno dalpunto di vista dei risultati), mache oggi offre indirettamente unospunto davvero particolare pertutti i tifosi grigi...

Nel 1994/95, subentrando a Lu-ciano Spinosi, a Lecce tu hai alle-

GIANMARIA ZANIER

Nell’ultimo numero di HurràGrigi ho avuto modo di ri-percorrere insieme ad Edy

Reja il periodo forse irripetibiledella Spal in cui la ‘nouvelle va-gue’ friulana (anzi ‘la meglio gio-ventù friulana’, vista la caraturaumana, oltre che sportiva - bastipensare al ruolo di scrittore vaga-mente ‘pasoliniano’ ricoperto dalconterraneo Ezio Vendrame, odalla passione maturata per FabioCapello per la letteratura, la pittu-ra e film d’autore come DersuUzala di Akira Kurosawa) ha con-tribuito in maniera determinantealla conquista del campionatoPrimavera di Serie A nel 1965. L’exmediano grigio mi ha inoltre for-nito anche una testimonianzapreziosissima e quasi commoven-te del primo provino sostenuto aquindici anni da mio padre Adria-no nella società estense, ha tocca-to l’argomento sempre attuale

dell’importanza dei vivai («Biso-gna assolutamente rilanciarli inmondo concreto: sono fondamen-tali per il futuro del calcio italia-no»), prima di arrivare all’inevita-bile e sentitissimo ricordo di Mi-ster Dino Ballacci («gli ero moltoaffezionato, era un uomo straordi-nario: non voleva perdere mai,nemmeno a briscola!») e dell’’an-gelo biondo’ Lorenzetti («ArrigoDolso gli è stato vicino fino all’ul-timo, anche perché Lorenzetti loaveva raggiunto qualche anno faall’Isola d’Elba»).

Nell’ultimo anno trascorso adAlessandria (1975/76), Edy Rejaha vissuto insieme alla squadraanche qualche momento difficile:le cronache di allora raccontanodel mister Giacomo Losi licenzia-to ancora prima dell’inizio dellastagione (cosa allora inusuale, og-gi molto più frequente) e sostitui-to da Franco Viviani, dell’illusioneiniziale di un ripescaggio e dellastoria (questa purtroppo una co-

nato l’ex allenatore grigio Notari-stefano, insieme a Melchiori, Ce-ramicola e ad un altro ex giocato-re grigio, Della Morte....

«Sì, è vero. Fu un’annata partico-lare, perché la squadra era appenaretrocessa dalla Serie A e probabil-mente non si calò subito mental-mente in un campionato difficile elunghissimo come quello di SerieB, cosa che del resto vale ancoraoggi per l’attuale campionato ca-detto. Personalmente, devo direche ho un ottimo ricordo di Nota-ristefano. Sempre a proposito dicalciatori che avrebbero meritatoancora maggiori soddisfazioni: luiera veramente un gran bel giocato-re, con grandissime qualità e unasensibilità tecnica unica: gli venivabene tutto, sia che durante allena-mento, sia in partita. E questo te lopuò confermare anche il mio, anziil ‘nostro’ amico Galeone, visto cheGiovanni e tuo papà erano statiinsieme nell’Udinese... (grande Ga-leone! Ndr.) ...Egidio aveva un ca-rattere un po’ introverso: ecco, forseera un po’ timido... Con un po’ piùdi convinzione nei suoi grandissi-mi mezzi avrebbe sicuramente po-tuto giocare in club di primissimafascia come Milan, Juve o Inter. Bi-sogna anche tenere presente chedopo i primi anni a Como, in cui sisegnalò subito come una dellegrandi promesse del calcio italia-no, ebbe un brutto infortunio chelo limitò per un certo periodo. Puòsembrarare un particolare trascu-rabile e invece non lo è affatto: an-ch’io e Baisi abbiamo avuto dueinfortuni piuttosto seri nell’ultimoanno di Serie B ad Alessandria equeste cose, in un modo o nell’al-tro alla fine pesano».

Ora, il nuovo Presidente LucaDi Masi ha allestito una squadrasulla carta molto ambiziosa ed inquesti mesi ha sempre manifesta-

to la ferma intenzione riportarel’Alessandria a grandi livelli:l’obiettivo più immediato restaquello di far parte della prossimaNuova Lega Pro, una sorta di ‘pro-nipote’ della vecchia Serie C uni-ca, in cui tu hai disputato l’ultimostagione in maglia grigia...

«So che i tifosi con qualche annoin più ricordano ancora con gran-de piacere la nostra ultima stagio-ne disputata in B e io li ringrazio:se, come spero, l’anno prossimo igrigi giocheranno nella nuova Le-ga Pro, il livello tecnico sarà sicu-ramente più elevato. Anche se biso-gna avere sempre le spalle larghe etanto carattere, soprattutto quan-do le cose non vanno sempre per ilverso giusto. Sai quante ne ho sen-tite io da giocatore, quando maga-ri non arrivavano i risultati? Peròtiravo sempre dritto, cercando didimostrare la domenica successivatutto il mio valore...»

Visto che abbiamo parlato delnostro presidente, ti chiedo un ri-cordo della stagione 1997/98 incui hai allenato il Toro...

«Beh, io ho allenato in tante cit-tà e soprattutto in piazze molto‘calde’, con presidenti come Massi-mo Cellino, Aurelio De Laurentiise Claudio Lotito. Ma devo dire cheallenare il Torino è stato un qual-cosa di veramente particolare: ilToro, con la sua storia unica, hascritto pagine fondamentali delcalcio italiano. E questo lo si perce-pisce chiaramente quando sei astretto contatto con l’ambientegranata. Anche per questo, homantenuto con la città un rappor-to molto forte e infatti vado spessoa Torino. Quindi, anche se sonosempre un po’ di corsa, mi ripro-metto al più presto di passare an-che da Alessandria: in fondo è sul-la strada e, soprattutto, mi farebbedavvero piacere...»

UN GRANDISSIMO EX La seconda parte dell’intervista al mister friulano

Incontro con Edy Reja«Con un po’ più di convinzione

nei suoi grandissimi mezzi Notaristefano avrebbe giocato in una grande»

«Ballacci non voleva perdere mai, nemmeno a briscola»

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12 anno V n. 16

GINNASTICA Domenica 15 dicembre l’esibizione degli atleti e lo scambio di auguri natalizi

Vela Jump, un’annata trionfaleDalle 14.30 di domenica 15

dicembre al vela jump si fafesta iniziando dall’esibi-

zione di ginnastica artistica, a se-guire, alle 16, estrazione dellagrande lotteria di Natale e alle 17esibizione di ginnastica ritmica.Come ogni anno i piccoli atletinon vedono l’ora che arrivi questomomento nel quale non solo desi-derano far vedere alle loro fami-glie ciò che hanno imparato maanche lasciare a tutti un messag-gio di amicizia, di pace, d’amore,per ricordarci il vero significatodel Santo Natale. Certamente ilpomeriggio sarà all’insegna deldivertimento con merenda e ‘bat-ticuore-chissà se vinco qualcosaalla lotteria’!!! Vogliamo ricordare irisultati con cui si è concluso loscorso anno sportivo: oro a corpolibero, argento a trampolino e 3°in classifica generale: Alessio Mat-tu, alle finali nazionali PGS DonBosco Cup 2013 di Pesaro, nonscende mai dal podio! Il dodicen-ne ginnasta quargnentino ha con-fermato anche in questa occasio-ne la preparazione, la serietà el’impegno, dando filo da torcere aicolleghi del propaganda B. Entu-siasmanti anche i risultati di Da-niele Spaziani, oro al trampolinoe 4° nella classifica generale, e diLorenzo Cresta che rientra nellatop ten di questa categoria. Gran-de exploit per il giovane Folco

Ferraris che primeggia nei Mini Bcon un oro a corpo libero, unbronzo al trampolino e un 5° po-sto al volteggio e nella classificagenerale. Nello stesso periodo, dal1° al 5 maggio, sempre a Pesaro, sisono svolte anche le finali nazio-nali del settore femminile delcampionato PGS. Erica Romeo,Under 17C, conquista un merita-tissimo argento alle paralleleasimmetriche, degni di nota an-che i risultati della giovane pro-

messa Greta Bertassello che si ag-giudica il 5° posto a corpo libero eil 7° nella classifica generale tra leMini D; Martina Pugliese, seniorB, è 6° a volteggio e 9° a trave enella generale; Selene Foco, se-nior C, è 7° a trave e corpo liberoed Alessia Daprà 8° alle paralleleasimmetriche e al volteggio, tra leUnder 17 B. Ad un passo dalla topten l’11° posto di Elisa Francese(U15/17/senior D) e di BeatriceVona alle parallele, 14° per Giulia

Hristova (propaganda D) nella ge-nerale e per Nunzia D’Angelo(propaganda C ) alla trave. Anchela finale nazionale del campiona-to promozionale PGS, svoltasi aSan Maurizio Canavese, ha vistoemergere le ginnaste del VelaJump, con Chiara Munzittu (U15)4° alla trave 11° a trampolino e 13°nella generale, Elisa Panizza (pro-paganda) 9° nella generale, 11° atrampolino e 13° a trave e corpolibero. Gli allenamenti di ginnasti-

ca artistica maschile e femminile,di ginnastica ritmica e di giocagym, si svolgono nella sede del Ve-la Jump in via Galvani 1 presso lapalestra della scuola Angelo Cu-stode in Alessandria, per tutti ibambini e i ragazzi che voglionocimentarsi in un’attività sportivasana divertente ed educativa. Permaggiori informazioni visitate ilnostro sito: www.velajump.it ebuon Natale a tutti dallo staff delVela Jump.

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Page 13: Al v v verona

HURRÀ GRIGI 1329 nov. 2013

Martedì scorso presso ilCentro Diurno Disabili‘Martin Pescatore’ del Cis-

saca, nella ‘Hall of Fame’ dei Bulls,la stanza deputata a custodire itrofei vinti dai Tori nei quasi tredi-ci anni di storia, si è sancito uffi-cialmente il gemellaggio conl’ASD GrigioVolley. Simona Fata,presidentessa dell’Associazionenata nel 2007 con lo scopo prima-rio di fondere sport e solidarietà,ha consegnato ufficialmente ilmateriale acquistato con i proven-ti della ‘24 Ore di volley’. Borse edivise personalizzate sono statericevute da coach Petrozzi e da unrappresentante degli atleti, il vete-rano Achille Dell’Ernia, nel rostermadrogno dal giorno della suafondazione nel maggio 2001. Gri-gioVolley, grazie anche all’apportodi Giuseppe Celon, Alberto Bian-chi e Raoul Oliva, ha sempre volu-to dare il proprio fattivo contribu-to ad iniziative di carattere socia-le. Tra le varie iniziative sostenutenelle sei edizioni della 24H i palla-volisti grigi hanno aiutato NicoleCarta a raccogliere fondi per so-stenere le spese del viaggio negliStati Uniti per combattere la tetra-paresi spastica. Hanno inoltrecontribuito alla realizzazione diuna sala d’attesa per l’OspedaleInfantile. E per l’edizione di que-st’anno l’idea di creare una sortadi trait d’union tra la pallavolo e ilbasket invitando, per un matchdimostrativo di pallavolo unifica-ta, la squadra mandrogna e i cugi-ni dell’AIR Down Moncalieri. Ifondi ricavati con le iscrizioni del-le dodici squadre partecipantihanno permesso agli Orsi di ac-quistare il materiale tecnico che i

Bulls porteranno sui parquet ingiro per l’Italia in rappresentanzadella nostra provincia.

Esaurite le cerimonie, ora i Bullscominciano a fare sul serio.L’esordio ufficiale è previsto a Le-gnano per domenica 1 dicembrecon la prima tappa dello SpecialBasket 2013/2014. Missione: con-fermare l’oro conquistato nellapallacanestro tradizionale dellapassata edizione. Domenica 8 in-vece, in occasione della European

Basketball Week Special Olympicsi Tori saranno sul parquet del Pa-laFerraris di Casale Monferratoper la discesa in campo prima delmatch di LegaDue Gold che vedràla NoviPiù opposta al Credito diRomagna Forlì. Infine sabato 14Kondi e compagni indosserannole ginocchiere su invito degli ami-ci dell’AIR Down Moncalieri perun incontro di unified volley e pervivere insieme un’altra splendidagiornata di sport.

SPECIAL OLYMPICS Gemellaggio Bulls-GrigioVolley

Gli Orsi han portatonuove divise ai Tori

Le bugie hanno gambecorte e boccaloni?

COLPO D’OCCHIO SULLA CITTÀdi Mauro Morando

Quante volte ci siamo domandatiperché si mente, cosa c’è dietro unabugia? Sicuramente ci sono molti ti-pi di bugie e molti sono i personaggiche le raccontano, con scopi e carat-teristiche diversissime tra loro, mauna cosa è certa tutti mentono perun motivo qualsiasi che richiede difarlo. I bimbi mentono, ma è norma-le, per loro raccontare una bugia è ilmodo per superare il limite tra realtàe finzione e vivendo anche le conse-guenze dell’averla detta, imparanoad affrontare la vita maturando nelcarattere, che può evolvere secondole esperienze derivate dal professa-re bugia, come bugiardo incallito obugiardo occasionale. Le bugie pos-sono essere a fin di bene, come adesempio, fare un complimento aduna persona per risollevarle il mora-le, possono essere terapeutiche, incerti momenti difficili della vita puòrisultare indispensabile crearsi unavita parallela, per gratificarsi e sod-disfare quei bisogni che altrimentinon soddisfatti, getterebbero nelladisperazione senza più ritorno. Inogni caso la bugia quando non recadanno ad un gruppo di persone o aduna comunità, ma rimane circoscrit-ta in un giro ristretto, può essere po-ca cosa. Diversa è, la più odiosa del-le bugie, la più subdola e meschina,quella che non può mai essere scu-sata, è la bugia del governante chegestisce le sorti di una popolazione.Per facilità di comprensione chiame-rò il governante ‘politico’, chi, senzavoler fare di tutta un’erba, un fascio,mente sapendo di mentire, promettesapendo di non poter mantenere,svende la dignità di un popolo, affer-mando che lo fa per il bene comune.È ignobile la bugia politica, che sa digettare nei guai popolazioni, famigliee il futuro d’intere generazioni, in-

somma la vita. Però, non è solo labugia, e chi la racconta, l’unico sog-getto della farsa, perché non c’è bu-gia e bugiardo senza la figura che gliè speculare, vale a dire il ‘boccalone’o la folla di boccaloni, che ci credo-no. Sì, perché nessuna bugia, ha ilsuo successo se, ad ascoltarla nonc’è il suo boccalone. La categoria delboccalone però ha le sue sfumaturecome per il bugiardo con differenzesostanziali. C’è il finto boccalone,che fa credere di crederci, perché labugia, non lo colpisce e quindi, nonha nessun interesse a far emergerela verità, per indifferenza o per nonferire il bugiardo. C’è il boccalone in-genuo, che per mancanza d’espe-rienza, di cultura, di malizia o per af-fetto nei confronti del bugiardo cre-de alla bugia. La categoria più stupi-da di boccalone è quella che, nono-stante abbia vissuto sulla propriapelle anni di politica bugiarda e co-nosce il bugiardo, ancora ci crede elo vota. Imperterrito questo bocca-lone continua a credere nella serietàdi certe persone che pur avendoavuto più di un’occasione per dimo-strare la bontà e la volontà di fare,non ha mai fatto, ma che peggio an-cora, racconta ad ogni campagnaelettorale la storiella del ‘se saròeletto farò’. Ebbene questo compor-tamento lascia stupiti molti osserva-tori, che si domandano come certepersone possano ancora godere dicredibilità dalla folla dei boccaloni ecome questi continuino imperterriti arecitare quel ruolo. Il boccalone è lalinfa vitale del bugiardo, senza di luinessun bugiardo sopravvivrebbe al-le sue bugie, non potrebbe riciclarsi,non potrebbe perpetuare nel faredanni. Viene dunque da chiedersi chiè più colpevole di fronte a un disa-stro, il bugiardo o il boccalone?

MARIO MARCHIONI

Serravalle Retail Park, ilcentro commerciale dedi-cato alla casa, tra mobili,oggettistica e complementid’arredo, con una ricca of-ferta a misura di famiglia,

veste lo shopping di solida-rietà: in occasione del Nata-le alle porte, da sabato 23novembre al 24 dicembresarà possibile far confezio-nare i propri acquisti e tra-sformarli in pacchi dono damettere sotto l’albero.

Il servizio di impacchetta-mento doni è offerto in col-laborazione con la OnlusIRIS, (InsiemeRitroviamoIl-Senso) di Novi Ligure, chedestinerà il ricavato all’ac-quisto di un nuovo mezzoper il trasporto dei malati di

neoplasie e delle loro fami-glie.

In preparazione alle festi-vità natalizie, il centro offri-rà molte sorprese ai suoi vi-sitatori: vetrine decorate atema, grandi illuminazioniper ricreare una magica at-

mosfera di festa e tantissi-me idee per scegliere i rega-li giusti per tutta la famiglia.

Non solo, il centro am-plierà ancora di più la suaofferta commerciale conl’apertura dello store di ab-bigliamento Piazza Italia,brand leader nel settore delfast fashion italiano presen-te in Italia e all’estero conoltre 200 monomarca.

Il marchio campano peruomo, donna e bambino,noto anche per le sue irrive-renti campagne pubblicita-rie, sbarcherà a Serravalle il7 dicembre.

All’interno dello store pie-montese di 550 mq. di areavendita e quattro grandi ve-trine, si troveranno le colle-zioni autunno inverno2013/2014 uomo, donna,bambino, accessori e calza-ture, che offrono sia ai gio-vani che per tutta la fami-glia capi intelligenti a prezziaccessibili per tutte le ta-sche.

Una buona notizia checonferma il dinamismo diSerravalle Retail Park, in

continua espansione peroffrire alla propria clientelaun’offerta commercialesempre più diversificata edi qualità.

L’occasione di uno shop-ping solidale è alla portatadi tutti: a Serravalle RetailPark, aperto 7 giorni su 7dalle ore 10 alle 20, ci sono17 negozi di medie e grandisuperfici di vendita chespaziano dall’abbigliamen-to ai giocattoli fino al fai date rendendo il distretto diSerravalle Retail Park il piùricco e interessante dellazona per la casa, la famigliae lo shopping grazie anchealla vicinanza del SerravalleDesigner Outlet, l’outlet piùgrande d’Europa, aperto nel2000 da McArthurGlen De-signer Outlets.

Tra i servizi offerti ci sonoun ampio parcheggio, conposti riservati ai disabili ealle donne in attesa, e uncomodo servizio di collega-mento gratuito con Serra-valle Designer Outlet, che sitrova proprio di fronte alRetail Park.

INVITO ALLO SHOPPING DI SOLIDARIETÀ TRA MOLTE SORPRESE

Arriva un Natale solidaleal Serravalle Retail Park

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Page 14: Al v v verona

L’ultima ruota del carroSiamo al cospetto di Forresta Gump e signora de noantri. Attra-

verso le vicissitudini di un onestuomo sempli-ce, il pubblico passerà attraverso decenni di

storia d’Italia, vista con gli occhi di chi hadovuto sbarcare il lunario, costretto anchea scontrarsi con un padre padrone, amici

dannosi e una famiglia acquisita dedita allaraccomandazione (gli stereotipi non manca-

no). La pellicola si lascia vedere, ma si tendea dimenticarla già durante la visione. Come

spaccato di vita vissuta può persino funzionare,grazie agli attori, ma non lascia un segno

sufficiente a resistere nel tempo.

Machete kills«Machete non ripete». Era questo che il nostro eroe avrebbedovuto dire alla fine del primo film. Era infatti inevitabile che unsequel avrebbe avuto meno senso (se di senso si può parlare in

simili omaggi parodistici). Ormai è tutto già visto.Non basta cambiare i cattivi, le cattive e aggiun-

gere nuove armi. A dare un perchè, come inprecedenza, è il solo Machete, che parla poco eammazza molto. Di tutti i nuovi personaggi,l’unico con quel quid in più è lo sceriffo che

tenta di impiccare il prota-gonista. Il resto è un am-masso di macchiettone,che ormai lasciano un po’il tempo che trovano.

SmileySe tecnologia e interattività portano queste pellicole, forse sa-rebbe meglio tornare all’età della pietra, quantomeno degli hor-

ror. Tra attori sopra le righe, o semplicemente mediocri epressochè totale piattume nella realizzazione, non si sa

veramente cosa salvare di questo filmaccio chenon può reggersi su un’idea così banale e anchegià sfruttata. Il finale poi è la degna conclusio-ne di un horror da quattro soldi, con urla, dialo-

ghi pietosi e un’unica figura salvabile, ilprofessore. In più, quando diventa leg-

germente più interessante (riSmiley),finisce. Passare decisamente oltre.

Thor:TheDarkWorldIn simili pellicole, il cattivo di turno svolge un ruolo fondamen-

tale; e purtroppo, questo elfo nero non valeun piffero, ha zero carisma e delega tut-to, almeno finchè può, a uno scagnozzoipervitaminizzato artificialmente. Detto

ciò, gli effetti non sono male e l’ex nemi-co (ma non troppo) Loki è sempre il per-

sonaggio più riuscito (già però ampiamentesfruttato nel capostipite e in The Avengers). La

storia in sé ha comunque troppa poca pre-sa; e se non ci si accontenta di attacchi

stile Star Wars e mazzate qua e là, iltutto può risultare persino stucche-vole. Vedibile e nulla più.

che angosciava, ed angosciatuttora, gli studenti del liceodi fronte ad una versione dilatino particolarmentecomplicata: bella o infedeleo brutta e fedele? Meglio in-chinarsi alla lettera o rispet-tarne lo spirito? I nostriineffabili sceneggiatori, for-se ancora memori dei trau-mi adolescenziali, scelgonospesso una terza via: bruttae infedele. Paralizzati dagliopposti diktat, dalle aspet-tative degli spettatori, dapressioni di varia natura,scelgono di anestetizzare ilprodotto, evitando di porta-re all’attenzione i punti difrizione, dimenticandochiaroscuri.

Intendiamoci: raccontareattraverso figure emblema-tiche la storia del nostropaese è un obiettivo davve-ro nobile. Una versione 2.0della Rai bernabeiana me-moria, per certi versi. Pur-troppo il risultato è spessoinsoddisfacente. Le serie incostume, come vengonodefinite dalla critica a stellee strisce, sono un trend increscita, almeno da quandoMad Men ha fatto la suasfolgorante apparizione sulpiccolo schermo, ma lo so-no perché a dispetto di ca-pigliature bizzarre e mobiliafuori tempo massimo, ciparlano di noi, del nostro

Parliamo di calcio.Parliamo di TV. Par-liamo di Gigi Meroni,

anzi della fiction La farfallagranata (che se poi non sa-pete chi è Gigi Meroni, pe-ste vi colga). Da tifoso gra-nata non posso non gongo-lare all’idea che la più gran-de industry culturale delpaese (si è la Rai) decida diinvestire soldi e risorse percelebrare il mito granata, isuoi eroi, la sua tragica leg-genda. E mi fermo qui. Per-ché sul resto c’è davveropoco da gongolare. Inten-diamoci: io non ho visto lafiction, almeno non com-pletamente. Vale per mequanto scrisse Scheiwiller aproposito di un certo libro:«Non l’ho letto e non mi pia-ce». Non mi piace perché daquel poco, pochissimo cheho potuto leggere, il film tvtratto da un libro di NandoDalla Chiesa, reca con sécome portatore sano tutti ivirus che debilitano le pro-duzioni seriali italiane (an-che se in questo caso par-liamo di un film tv): pater-nalismo, uso disinvolto del-la storia, linguaggio lontanodalla realtà, abuso di ste-reotipi narrativi, per citarnesolo alcuni. Di fronte ad unprodotto ispirato a perso-naggi ed eventi storici l’al-ternativa è spesso la stessa

tempo, dei nostri sogni edelle nostre aspirazioni.L’alternativa sono infatti idocumentari di Discovery(che sono fatti molto me-glio). Gli sceneggiatori nonhanno alcun obbligo di ve-ridicità storica, hanno l’ob-bligo di essere interessanti.Che è tanta roba per carità,ma solo quello.

Per tornare a bomba, cioèalla storia tragica di Gigi

Meroni, la fiction avrebbedovuto parlarci di un ragaz-zo che amava il calcio, lamusica beat e dipingeva.Un pittore calciatore o uncalciatore pittore. Un ossi-moro vivente. Un Big Bangdi opposti universi capacedi generare una materiagrezza interessantissima,tale da affascinare milionidi spettatori in Italia e al-l’estero. E invece. E invece

HURRÀ GRIGI14 anno V n. 16HURRÀ GRIGI

TV, MORTE E ALTRE SCIOCCHEZZE di Giorgio Baracco

La farfalla della Rai no

I PALLINI di Puppigallo

Il Palazzo della Gran Guardia di Veronaospita una splendida mostra organizzatada Marco Goldin, costituita da 90 opere cir-ca.Tra queste molti capolavori di grandi ar-tisti, vere e proprie pietre miliari della sto-ria dell’arte, provenienti da alcuni dei piùimportanti musei statunitensi, come il Mu-seum of Fine Arts di Boston e il ColumbusMuseum of Arts. Tra le opere dipinti di Ca-naletto, Guardi, Monet, Renoir, Sisley, Pis-sarro, Degas, Manet, Van Gogh, Gauguin eCezanne. La mostra si concentra sul pae-saggio, attraverso un persorso tematico, il-lustra il cambiamento di questo elementopittorico, da sfondo funzionale alla narra-

zione di un quadro, a vero e proprio sogget-to pittorico autonomo.

Il programma: ore 6.10 partenza dapiazza Garibaldi, lato banca Intesa S .Pao-lo; ore 10 circa arrivo a Verona e visita gui-data della città; pranzo libero e tempo libe-ro per passeggiata nel centro storico; ore

15.30 visita guidata alla Mostra ‘Verso Mo-net: Storia del paesaggio dal ‘600 al ‘900’;ritorno in serata ad Alessandria.

Contributo per Italia Nostra: € 75; pre-notazione e saldo entro il 28 novembre2013. Sono compresi: viaggio A/R con busGT, assicurazione, ingresso e visita guidataalla Mostra, visita guidata della città. Dire-zione tecnica: Cepheus viaggi.

Info: Italia Nostravia Mazzini 85, Alessandriaore 9,30 -12,30 / 15,30 -18,30.Tel. 0131 1926373Cell. 335 6559259; 338 8731016.

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UNO SCORCIO DI ALESSANDRIA di Franco Montaldo

Le nebbie autunnalinascondono i nostri

angoli più suggestivi,eppure appena le

candide sfumaturebianche s’innalzanodalle superfici degli

specchi d’acqua tendono a dissolversi

sotto ai paesi collinari,tanto da parer sorretti

da una soffice nubecolpita dal riflesso

dei raggi solari

Il nostro paesaggio è articolato da uncromatismo invidiabile, variabile con ilmutare delle stagioni, sempre inavver-tito vuoi per la negligenza, vuoi perchéè il panorama di casa nostra ritenutosempre lo stesso, poi la fretta, il traffi-co... Eppure, a ben vedere, è splendidosoffermare l’attenzione su quegli scorciconsueti, allungare lo sguardo su que-gli angoli di casa nostra, della nostraterra, ritenuti sempre uguali, monotoni.Ma non è così! È importante mettere asegno la nostra attenzione, saper ana-lizzare i colori tenui dell’inverno quan-do sfumano nelle nebbie: è meraviglio-so attendere, con lo scoccare della pri-

mavera, il rinfrescare della frondequando si stagliano in mille sfaccetta-ture nell’estate; analizzare tralcio pertralcio fino a terminare con le calde to-nalità rossicce, sempre più tendenti almarrone con l’avanzare dei mesi autun-nali. È questo il momento in cui spicca-no i più bei contrasti di tutto l’anno nonsolo per il cromatismo sempre sugge-stivo, appagante alla vista, piuttostosolcare gli umidi sentieri dei boschi,laddove si scorgono i funghi, un pocopiù sotto i tartufi, e ancora i cardi; le ca-stagne, l’uva quale fantastica materiaprima per i nostri deliziosi vini ... tantesono le prelibatezze quasi infinite, quali

eccellenze nate da quei morbidi colli fi-nemente velati dalle foschie tanto in-tense quasi da nascondere la luminosi-tà del sole. Dunque, il nostro territorio èdunque un complesso di meraviglie of-ferte dalla natura per essere consuma-te sia nel loro intenso splendore comeper la loro gustosa bontà, per i suoiprofumi, accentuati dal sapiente lavorodei contadini, nel contempo avvaloratidalle cucine della nostre nonne, subitocolte da abili chef i quali hanno traman-dato i loro segreti per sostenere, con ilsapore, i buoni prodotti coltivati da se-coli nelle nostre campagne, per la gioiadei palati più raffinati.

L’altro aspetto importante, altrettantosuggestivo, sono le opere architettoni-che, quelle artistiche lasciate dall’inge-gno dell’uomo. Progettisti, pittori, scultori, ecc. hannosparso nelle sommità, oppure a ridossodei nostri morbidi rilievi collinari Chie-se, castelli, abitazioni in perfetta armo-nia con il mondo esterno, ingentilendocon affreschi, statue, dipinti l’interno diquesti meravigliosi scrigni. L’insieme è sorprendentemente coordi-nato con il contorno delle candide vet-te, sfavillanti nel paesaggio con le fred-de mattinate invernali dove perfeziona-no le qualità del nostro territorio.

Le meraviglie del nostro paesaggio meritano più attenzione

Con la fiction sul leggendario attaccante granata la Rai ha fatto

il peggior servizio che si potesse immaginare al povero Gigi Meroni,al Toro e soprattutto agli spettatori

Page 15: Al v v verona

HURRÀ GRIGI 1529 nov. 2013 HURRÀ GRIGI

n vola

LA MUSICA CHE GIRA INTORNO di Davide De Faveri

Quandcon mepari...Ant ista strà me a pasavacon me pari ch’el guidavain furgon d’roba da vendi dai vistì ai anè da tendicon scusà e aquilot ch’a purtavu ans i paisotch’a truvavu ans el Munfràal so vigni ben ben tacà.Ant el Langhi pò andavu,tut el smaini e as fermavua mangè ant’el mesdìche aveisu o no vendì.A entravu antl’ustereapeina ad fum e d’aligrea.As setavu an ti taulencon amis e buti ad ven.La muiè del padron la purtava cuccosa ad bon.C’ha bagnavu propi bencon cui chi beivu i cuntaden.Riprendivu an ti doi bot,a s’andavu pian pianot.A pensanda donda andèai client ancur da fè.Quanta fadea me car papà!Prima ancura ad rivè a càAs fermavu an tsi negosiper fe fora gl’ultim grosiad dla nostra mercansea...per manteni la famea.«Pea el mas di scusà po riporli turna là,dan tla pansa del furgonporta chi in pò ad buton,ina crema e in spasulen,dudes spec e i biguden».Ades... ch’a son chia ripens a cui bei dìquand ancur con me papàa pasavu ant’ista strà.

Quandocon miopadre...In questa strada io passavocon mio padre che guidavaun furgone di merce da venderedai vestiti agli anelli per tendecon grembiuli e ‘aquilotti’che portavamo in quei paesettiche trovavamo nel Monferratoalle loro vigne ben ben attaccati.Nelle Langhe poi andavamo,tutte le settimane e ci si fermavaa mangiare nel mezzogiornoche avessimo, o no venduto.Entravamo nell’osteriapiena di fumo e d’allegria.Ci sedevamo ai tavolinicon amici e bottiglie di vino.La moglie del padroneci portava qualcosa di buonoche bagnavamo proprio benecon quel che bevono i contadini.Riprendevamo verso le due,ce ne andavamo pian pianinopensando dove andare,ai clienti ancora da servire.Quanta fatica mio caro papà!Prima ancora di arrivare a casaci fermavamo in quei negoziper far fuori le ultime grossedella nostra mercanzia...per mantenere la famiglia.«Prendi il mazzo dei grembiulipoi riportalo di nuovo là,dalla pancia del furgoneporta qui un po’ di bottoni,una crema e uno spazzolino,dodici specchi e i bigodini.»Adesso che sono quiripenso a quei bei giorniquando ancora con mio papàpassavamo in questa strada.

L’ANGOLO DEL DIALETTOdi Luciano Olivieri

Nel 2013, dopo una carrieraultraventennale, nove dischi,una manciata di live e raccol-te, i Pearl Jam hanno ancoraqualcosa da dire? La risposta,schietta e sincera, di un fantalmente invasato da esserearrivato al punto di prendereun aereo il venerdì sera soloper andarli a vedere dal vivo aStoccolma il giorno dopo fa èun misero ‘boh’.Backspacer del 2009 mi eraparso un lavoro stanco, conuna produzione astuta edorientata a fare presa sul pub-

blico distratto dei nostri tempi,mentre ho sempre considera-to l’insulso Ukulele Songs (ilsuccessivo disco solista di Ed-die Vedder) un incidente dipercorso che, spero, non si ri-peterà più. Lightning Bolt, arri-vato nei negozi qualche setti-mana fa, non sembrava adattoa diradare i miei dubbi. È undisco senz’altro bello ed an-che vario; alterna ballate qualiFuture Days e Sirens (che hafa storcere il naso ai duri e pu-ri del grunge più sporco, mache sembra sia stata scritta

per far venire giù gli stadi, gra-zie a quel finale intenso edemozionante), a frustate adre-naliniche quali Mind YourManners, Infallible e My Fa-ther’s Son che metteranno adura prova coloro che vorran-no godersi i concerti nelle pri-missime file.Né mancano gli episodi più‘sperimentali’, quali Let theRrcord Paly, con i suoi richia-mi blues e, soprattutto Pendu-lum, che, da sola vale il disco:un piccolo gioiello, dall’anda-mento rarefatto e indecifrabi-

le, con un testo che si basasulle sulle oscillazioni che ca-ratterizzano la natura umana(«I’m in the fire but I’m stillcold, nothing works for meanymore, to and from the pen-dulum throws»). La speranza è che i Pearl Jampossano affrontare i prossimianni su questa via, abbando-nando la linea tracciata conBackspacer e che in parte rie-cheggia in Lightning Bolt. Ed allora eccola, forse, la ri-sposta alla domanda posta al-l’inizio dell’articolo: se consi-

deriamo questo lavoro comequello che chiude la ‘fase 3’della carriera di Vedder & C.(così come No Code avevachiuso la ‘fase 1’, quella grun-ge, e forse la migliore, e RiotAct la ‘fase 2’, quella più clas-sica), allora potremo aspettar-ci ancora grandi dischi.Altrimenti, prenderemo i nuovilavori come una scusa per gu-starci nuovi concerti, certiche, in quella dimensione, gliultimi sopravvissuti della Se-attle Revolution non delude-ranno mai.

Con ‘Lightning Bolt’ i Pearl Jam sono giunti a un bivio

scegliendo di non scegliere,o peggio trattando la com-plessa sfaccettata vicendadel George Best italiano allastregua di una telenovela,scegliendo quella terra dinessuno tra la Storia e laFiction, tra la realtà e la fan-tasia, la Rai ha fatto il peg-gior servizio che si potesseimmaginare al povero Me-roni e al Torino. E, soprat-tutto, a noi spettatori.

archivi storici e biblioteche della provincia, incollezioni private ed industrie alessandrine.Verranno, inoltre, esposti oggetti ed uniformidi personaggi legati al sovrano nonché un’in-teressante raccolta filatelica composta dauna lettera spedita per ogni giorno del breveperiodo di regno di Umberto II;

✓✓ la visita al Castello Calvi di Bergolo a Pioverain cui sono conservati i “ricordi privati” di Um-berto II di Savoia;

✓✓ un approfondimento sulla Sindone, dono diUmberto II al Papa;

✓✓ una Messa in suffragio nel 30° anno dallascomparsa di Umberto II.

Per informazioniIstituto nazionale per la guardia d’onorealle reali tombe del Pantheon (INGORTP)(delegazione di Alessandria)cell. 339 2669459 - [email protected]

MOSTRA PALAZZO MONFERRATO

Umberto II eAlessandria

La Delegazione Provinciale di Alessandria del-l’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alleReali Tombe del Pantheon, con il patrocinio e lacollaborazione di Provincia di Alessandria, Co-mune di Alessandria, Palazzo Monferrato, Con-siglio Regionale del Piemonte, Camera di Com-mercio di Alessandria, Archivio di Stato e i Co-muni Centri Zona, nella ricorrenza del trentesi-mo anniversario della scomparsa di Sua MaestàUmberto II, propone una mostra dal titolo ‘Um-berto II e Alessandria-Testimonianze di VitaPubblica e Privata’.

L’iniziativa rappresenta un ricordo dell’ultimoSovrano d’Italia, un omaggio alla sua figura, aisuoi profondi patriottismo, senso del dovere eamore per l’Italia, che lo portarono a compierela scelta dolorosa di lasciare il Paese, ben primache venisse ufficialmente proclamata la Repub-blica. Nel corso della sua vita, Umberto di Savoiae la sua consorte ebbero più occasioni per visita-re l’Alessandrino e molte furono le attestazionidi stima da parte dei cittadini e dei Comuni dellaProvincia di Alessandria verso il futuro sovranoe la Famiglia Reale, a partire dai festeggiamentiper la nascita nel settembre 1904 ed ai succes-sivi genetliaci, intitolazione di asili ed opere diassistenza nonché l’invito a cerimonie ufficiali,tra le quali ricordiamo l’inaugurazione del LiceoClassico ‘G. Plana’ di Alessandria.

La mostra sarà visitabile a Palazzo Monferra-to (via San Lorenzo 21) dal 29 novembre all’8 di-cembre 2013 con il seguente orario: dal martedìal giovedì dalle ore 13 alle 19, dal venerdì alladomenica dalle 10 alle 19.

Sono previste visite guidate riservate allescuole con il seguente orario: dal martedì al sa-bato dalle 10 alle 13.

L’inaugurazione è prevista per il giorno 29 no-vembre alle 17, alla presenza delle Autorità.

L’iniziativa prevede:✓✓ l’esposizione di verbali, documenti, giornali

d’epoca e fotografie, anche in originale, indivi-duate attraverso accurate ricerche nell’Archi-vio di Stato e nella Biblioteca di Alessandria, in

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Page 16: Al v v verona

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