Al creato progenie noi chiediamo, affinché non si spenga lo splendore e quando un giorno accadrà...
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Transcript of Al creato progenie noi chiediamo, affinché non si spenga lo splendore e quando un giorno accadrà...
William Shakespeare
Antologia di sonetti
Versione in italianoa cura degli alunni del “Guido Baccelli”
2006
Al creato progenie noi chiediamo,affinché non si spenga lo splendoree quando un giorno accadrà che invecchiamo,che il ricordo riviva con ardore.
Ma tu, ai tuoi splendenti occhi devoto,bruci per una fiamma e molto spessotrasformi l’abbondanza in un gran vuoto,tu, nemico crudele di te stesso.
Ora che sei del mondo un fresco fiore,e annunciatore della primavera,nel corpo stesso soffochi il tuo cuore:sei atroce e annienti la tua essenza vera.
Del mondo abbi pietà o sarai perduto,tanto da divorar quanto dovuto.
SONETTO 1
Il tempo che passava e tu invecchiavi
scavò trincee nella tua bellezza
superba gioventù che tu ammiravi
lascerà nei tuoi grandi occhi tristezza.
Allora dove giace il tuo
d’incantoe quei tuoi giorni ruggenti d’amore
ne rimane ora solo un grande vanto,
adesso provi vergogna e dolore.
Se la bellezza una volta
esaltaviera solo un po’ più
d’una creaturagiustifica vecchiaia che
esaltaviormai dimostra ch’è
solo tortura.
Questo invecchiando tu ricorderai
ed il tuo sangue freddo troverai
Sonetto 3°
.
Prodiga leggiadria, perché tu spendiPer te l’eredità della bellezza?Dalla natura in prestito tu prendiE presta lei a chi dona con larghezza.Del dono che ti fu dato per dare?Senza profitto usuraio, a che usiCosì gran soma senza fare affare?
Trafficando soltanto con te stessoIl te stesso frodi da incosciente.Quando natura chiuderà il processo,Il tuo bilancio, sarà consistente?
Con te sarà sepolta la beltàChe usata invece per sempre vivrà.
Sonetto 5°
Perché ascolti la musica e sei triste?Dolce non contra dolce e gioia gioia;Perché ami il non lieto che qui esisteE forse hai del piacere in ciò che annoia?
Se l’armonia dei suoni assai accordati,Congiunti bene I tuoi orecchi offende,E’ perché in te non sono separatiI suoni in parte in cui tutto s’apprende.
Guarda, una corda che dell’altra è sposaVibra con quella in mutua rispondenza,Come padre con figlio e madre ansiosaChe insieme cantano note in cadenza.
Il loro canto, di molti che sono uno,Ti canta: “Solo tu sarai nessuno”.
c
Sonetto n°8
Tu quindi non lasciare che l’invernonon ti faccia gustare la tua estate,tieni qualcosa di dolce all’internoprima che le bellezze sian scappate.
Il prezzo da pagare non è usurase questo prestito ti fa felice,così sarebbe far nascer creaturache come dieci volte a te si addice.
Sei molto più felice della sortese i figli ti assomiglian dieci volte,quale potere avrebbe la tua mortese anima e vita non ti siano tolte?
Ma puoi lasciare eredi a te ugualiche siano come te belli e immortali.
Sonetto6
La terra ha musica
Per Coloro che ascoltano
Se non ricordi che
amore t’abbia mai
fatto commettere
la più piccola follia allora non
hai mai amato
William Shakespeare
Il modo con cui scrive William è intenso profondo unico; poeta conoscitore dell’animo umano e della vita
C . Perini
William Shakespeare
FINE
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