Akte 01 - Quattro Quarti

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    LATEX Literature Projectweb: http://federicofederici.netblog: http://leserpent.wordpress.com

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    Riflessioni su

    Quattro Quarti

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    I tempi morti

    1Al nome di Antonio Diavoli non corrisponde un corpo vivo nominatoAntonio Diavoli. Sembra che la persona tragicadi Antonio sia esistitasolo nel passato, secondo la biografia-tipo che apre i Versi Clandestini(Biblioteca Indipendente - Studio 64, Genova 2004): lautore nasce nel1910 e muore nel 1974. Le poesie che gli vengono attribuite possono te-stimoniarlo (a parte gli anacronismi, forse voluti come spia, del segno# e del riferimento al treno IC a p. 51 del primo libro): una poesia concolpi dala di ottimo livello (e il volo dato o dagli epigrammi come La

    grande collezione, o dalle forme in cui visibile una chiusura, anche noncanonica: ad esempioGiaculatoria sul nome di rosa). In conformit a unabiografia piccolo-borghese di inizio Novecento, in bilico tra atti goliardicie malinconia forte: dunque allaltezza del primo libro di filologia postu-ma un grande minore, con una minorit culta e sempre vicina al saltoverso condizioni maggiori (lo stato per cui Pavese, a diciotto anni, scrivee cancella una frase rischiosa: Fare io la poesia del mio secolo, come queigrandi lhanno fatta del loro secolo: questo il sogno, riuscirci o lasciarcila pelle!2).

    Nei Versi Clandestini leteronimo presentato come il vero nomedi unuomo che altro (in quanto consegnato al passato e alla morte) rispettoallautore reale. La morte come ostacolo felice un tpos, tanto che lecostruzioni letterarie di Dante e Petrarca ne hanno bisogno per possedereuna storia e una causa (fittizia: leffetto inventa una causa, cio sperimen-ta la retrodatazione mitica di quello che stato gifatto, con o senzaBeatrice; cos il poeta di diciotto anni scrive che tu non sai per quan-to tempo ho respirato nella Vita Novacos corrotto di corpo e danimacome sono3: e il fascino del libello di Dante consiste anche nellessere

    un programma operativo inserito sopra la morte di Beatrice e di altripersonaggi, oltre che sulla morte della vecchia vita). Muore unAltra cheha una funzione o maieutica (Beatrice) o ostacolante/stimolante (Laura).Cos affidare giovani la propria opera al nome di un Vecchio e di unMorto significa ripetere unesperienza collaudata: delegare ad un Altro,forse umilmente, ci che proprio; con questo atto spostare il proprio nel

    1InQuattro Quarti, Il Foglio, 2005 (fuori catalogo).2Cesare Pavese, lettera ad Augusto Monti, agosto 1926: la prima lettera dellepi-

    stolario (Lettere 1926-1950, a c. di Lorenzo Mondo e Italo Calvino, Einaudi 1966, vol.1, pp. 7-10: p 10n.).

    3id., lettera a Tullio Pinelli, 12 ottobre 1926: ibid., pp. 11-15: p. 14.

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    passato, in cui intoccabile e immodificabile. Per lo stesso motivo Capro-

    ni ambienta lincontro con la madre in un tempo gi trascorso, nel qualenonpu pi avvenire realisticamente: e nel passato la mamma ancoraAnna. Qui, alla fine dei Quattro Quarti, come con una dichiarazione dipoetica:

    il soloamore vero

    si porta ai morti(non corrisposto)

    questo unrisveglioche ci toccato

    e non lo porteraicon te pi via

    insogno

    Oppure, in una delle poesie pi felici della raccolta:

    correggo con lantiriflessonel retrovisore: se locchionon deve che antivedere4

    per anticipare le mossenellarcoriflesso

    laretrospettiva un microsecondodatato allindietro

    Il montaggio sintetico di quello che accaduto prima si realizza dignito-

    samente solo post mortem: tutti i raggi e le sfilacciature si armonizzanoin un documento multisensoriale (suono, immagine, movimento), che il

    4Antivedere anche il titolo di una mia raccolta di poesie (Cantarena, Genova2003). Nel verbo, che dantesco, si pu sentire sia il significato canonico ( vedere prima)sia unopposizione (come in antitesi), dunque vedere al contrario, non-vedere. I duesignificati sono coesistenti nel ruolo profetico di Tiresia: non a caso, nei testi ( Tiresia.Oracoli, riflessi) che Giuliano Mesa ha scritto per la musica di Agostino Di Scipio,le profezie sono tutte post eventum, contemporaneamente vere (perch cronache edescrizioni di fatti gi accaduti e indubitabili) e false (non sono profezie sulle quali

    fondare una fede). Manca, cio, il futuro, e le parole di Tiresia si appiattiscono trapassato (prossimo) e presente. In traduzione francese, parziale, gli oracoli-riflessi sileggono in Action potique, 177 (2004), pp. 29-32.

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    film della/sulla vita.5

    La proposta di Furio Jesi6

    sulBateau ivredi Rimbaud funziona anche perla critica deiQuattro Quarti. Antonio Diavoli ci non-: stato inventato fictuse non unprgma quindi n c n non c; ma la sua esi-stenza finzionale piena, allinterno del mondo pseudobiografico che le stato attribuito. Di nuovo, qualcosa/qualcuno che c gi un autore gio-vane, colto, che usa lorigine nella Provincia come un banco di prova perleggere tous les livres7 decide di costituirsi come effetto (anche fictus)di un passato verosimile (che ci non-fu, come la morte santa di Beatrice,ad esempio); a conferma, ancora una volta, del carattere mostruosamente

    tradizionale di una cultura letteraria la nostra che continua a lavorarecon gli stessi miti. Perch, evidentemente, non sono morti: e la mortedellaltro, pi che la propria, assunta come causa per ben fare. Con unparadosso prevedibile, da chi ci non-fu si aspetta ilnuovo.Un anno dopo i Versi Clandestini, con i Quattro Quarti leteronimo sitrasforma e si normalizza. Il gioco letterario suggerito nel primo libro sufficiente e non ripetuto. In questi testi il contemporaneo di Eliot iltitolo-mitoFour Quartetscontinua ad agire nel secondo titolo di Diavoli si trasformato in un contemporaneo della zona di kusma8 e il suo

    lavoro deve essere letto, ad esempio, pi secondo la sensibilit di Meschon-nic (in queste poesie il bianco ritmico, non visivo) che laccademismodellentre deux guerrese di dopo.In breve: prima una realizzazione di s nel passato, attraverso la trasfor-mazione dellortonimo in eteronimo (e soprattutto dellortobiografia ineterobiografia); poi si stabilisce unimmagine pubblica: a questo punto,

    5Edipo morto. La morte ha operato una scelta perfetta e ormai inalterabile dici che egli stato. La conclusione della sua vita la condizione necessaria per fare

    della sua vita una storia. Ossia per poter montare un film della sua vita: Pier PaoloPasolini, Perch quella di Edipo una storia (1967), inPer il cinema, a c. di WalterSiti e Franco Zabagli, Mondadori, Milano 2001, vol. 1, pp. 1055-1059: p. 1055.

    6Furio Jesi, Lettura del Bateau ivre di Rimbaud, Quodlibet, Macerata 1996, pp.29-30. A p. 7, introducendo la Lettura, Giorgio Agamben scrive che lantitesi /non impotente a cogliere o anche soltanto a criticare degli eventi che si collocano perdefinizione in un altro mondo.

    7Sul tema della Provincia e della koin medio-alta che pu suscitare in un poetacfr., di chi scrive,Provincia e koin, intorno a Il mare a destradi Massimo Gezzi.

    8kusma. Forme della poesia contemporanea, a c. di Giuliano Mesa, Metauro, Fos-sombrone 2000. Il titolo Quattro quarti imparentato con quello di Eliot (leditioprinceps deiQuartets del 1943 e potrebbe essere uno dei livres de chevetdi un poetanato nel 1910); ma anche con i Quattro quaderni dello stesso Mesa (Zona, Rapallo2000: e pu stare sullochevetdi un autore nato quando Diavoli morto).

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    lorto- e leterobiografia possono ricominciare a dialogare, e la fisiono-

    mia dellautore reale riemerge meglio (ma non gratuitamente: il percorsoa ritroso, dal 2004 al 1910-1974, varr come sintesi o sinossi, o comeun arricchimento ancora in fierie da sviluppare, perch buono diuna personalit che sarebbe vissuta su un piano solo, in caso contrario).Linvenzione dellaltro nomearricchisce la prima persona nascondendola;linvenzione della morte delleteronimo fa della sua vita una storia, comequella di Edipo. Tutto come non in realt: il rinnovamento firmatoda un morto, il giovane autotrasformato in vecchio, e la pratica in teo-ria. Ognuno se stesso, sempre: ma la tautologia si smonta e si corregge

    moltiplicando le attitudini e i nomi del singolo, come raggi o rami/radici.Cos abbagliare e arricchire, non pi vivo/ n morto, aumentando glihabitate le estensioni del soggetto:

    lalbero torna alla terradovera seme alla radicecome coi rami scava lazzurro

    per lacquala luce

    Lo stesso esempio ritorna nella poesia dello scambio didentit tra il mo-bile// il legno e una folla/ di termiti in fuga.

    I testi

    Il problema dellidentit implica quello della lingua (non metaforicamen-te: quali parole usare e perch; e le parole di chi per e contro e chi, ecc.):

    [. . . ] fare poesia, come fare lamore, prendere coscienza che niente ins, tutto correlato, tanto che il momento di massima fusione (di amatoe amata, di oggetto e parola) il punto da cui comincia a rinascere la se-parazione, ricomincia a fluire il desiderio dellaltro/a, la ricerca dellaltraparola per dire ancora, dire diversamente, cantare evocativamente, can-tare oltre la fine....9 Infatti sapere prima ogni mossa/ veder sempretutto/ [. . . ] fa questo un poeta.NeiQuattro Quartii campi semantici del tempo (vita,storia) e dellespres-

    9Paola Zaccaria,A lettere scarlatte: poesia come stregoneria, Franco Angeli, Milano1995, p. 82.

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    sione (bocca, lingua, voce, parola) sono fondamentali per capire. Lansia

    metalinguistica prevale senza esitazioni. Ma non si tratta di una derivaautoriferita (rendere oggetto della poesia la poesia stessa, nel suo farsi odarsi): forse un percorso pi onesto e appropriato ad unidentit in for-mazione (e quindi in metamorfosi: gli stadi e i raggi, anche neri, devonoessere molti). Pi che la poesia, loggetto il fenomeno e la meravigliadi un dire che dirsi, in primo luogo, incarnandolo nella storia, ancheminuta:

    sciacquo le posate e lavocon le mani nella schiuma giroe giro il cerchio

    piatto fondo- ceramica o cristalloazzurro - di dentro levo

    asciugolucido piano

    Ildirsiimpone anche il pudore, perch avviene (sta avvenendo) con mera-viglia e come conquista graduale di s in s: di conseguenza il tu ridotto

    al minimo, e compare in un solo testo (tu scrivi, tu sai). Nel quale riassorbito, probabilmente, dallio: non lio trionfale che sa, ma il soggettoche sperimenta con e contro il silenzio. Proprio silenzio una delle parolepi usate nel libro, con sette occorrenze: per indicare sia il contesto dellaparola (cinque occorrenze) sia il nulla che pu riassorbirla e vanificarla.Qui la parola sempre tentata, non lanciata, e si sottraeal silenzio. Ilprocedimento riesce a creare una filologia poetica interna alla poesia: unametalingua vissuta e montata con una selezione dei momenti (Pasolini),quindi parte di unastoria. Larte del nuovo (ilnostro) Tiresia questa: Il

    presente racconta il passato, ogni giorno mutandolo: inutile dire, inutilenon dire meglio la finzione dei versi: il loro farsi oggetto, il loro durare,il loro mutare.Fuori di s. . . .10

    Massino Sannelli

    10Giuliano Mesa,Quattro quaderni, cit., p. 77. E cfr. la sua poesia a p. 31: occorreraffrettarsi/ perch rimanga solo il vero/ e dunque nulla, forse / soltanto il movimento,verso// a ritroso, anche: via, e vai.

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    Quale realt si pone nel simbolo? Quale realt si pone altrove nel

    simbolo? IQuattro Quarti QQ ci accolgono non attesi, come ospiti lacui presenza non necessaria: la soglia in cirillico non arreca traduzione:lospite, il noi, ineluttabile, ma il percorso si pone come simbolo, come ilcalco di un corsivo su di una parola di cui non abbiamo conoscenza. E cichequi il simbolo ripone un segno, un avanzamento lungo una stradagiattraversata: un percorrere dopo ci che prima scritto.poso il mio pensiero/ come gli occhi un cieco// (restando altrove), quiil poeta dichiara il suo Tutto, pone qualcosa (il pensiero) di cui non puservirsi e di cui inutile servirsi come un cieco i propri occhi. Una rac-

    colta in una poesia, ma il verso finale (restando altrove) invita a varcarela soglia, nel coraggio di ununione ora non pi meta, oltre la logica e lavista.Liniziale definisce: primo quarto: dei luoghi. E i luoghi il luogo delletracce, le stesse di sempre: albero, terra, seme, radice, rami e poi acqua,luce: un percorso a ritroso dalla vita alla morte . . . torna alla terra e poidi nuovo alla vitaprima, del seme e della radice, per avere dai rami acquae luce, la sorgente che qui diviene ultima invocazione che d al nulla e nelnulla i propri segni: un nulla-nido, nostra dimora e vanto.

    La prima e lultima poesia del primo quarto definiscono il perimetro deiluoghi: un nulla, un bianco di pagina su cui si pu edificare; una pienez-za possibile che ha nel silenzio lultimo fulgido bagliore, ma sentenziatodallautore con parole aspre: e mentre parli/ dai scolo al silenzio/ e locrivelli. La vera contemplazione non possibile, non per noi: la nostradualit ci impone uninvocazione e la sua bestemmia. Infatti il luogo del-lautore treno, auto, scivola, va veloce, esploratore, cercare, sbocchi,fughe, il nostro andare, strade: ogni traccia resta in movimento. Un an-dare fisico e temporale. Non si ha limmobilit permanente degli atti ma

    la loro lenta resa.Liniziale definisce: secondo quarto: dei monologhi. Ci che accoglie unluogo il suo monologo? La sua unica parola? E qual questa voce? Ilsuono di una mano sola che non ha conferma. La parola mano comparenelle prime tre poesie della sezione e non solo. La mano ripiegata su sestessa, nel suo opposto laltra mano; non mano che brandisce, suona,stringe altre mani. Mano che fa ombra per non mostrare un segreto chenon c. Il velo copre il bianco. E ci si collega al senso di sconfitta chealimenta il primo quarto. Il poeta si fa ombra e scudo delle sue stesse

    parole per ricordarle e per essere ricordato. Il senso di mistica desolazionepare a met quarto dissiparsi quando il poeta si paragona al fiume che

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    va inevitabilmente verso il mare: in tale deriva lacqua d nomi alle valli

    e ponti ai paesi per trovare infine, nel mare apero, la luce placida. Mala luce del poeta la luce di un mattino: la lingua apre la bocca, il var-co, deforma la bocca (ancora lasprezza nellatto di farsi pane comune) edice prima. Il fiume diretto al mare ha la stessa acqua con cui alla fine,nellultima poesia del secondo quarto, le mani vengono lavate in un gestoquotidiano, tra posate e ceramiche. Lacqua vortice ritorna alle mani delpoeta e oltre, acqua di scolo, come alla fine del primo quarto il silenzio:ora lacqua, il silenzio, la lingua (organo) fuoriuscita ed notte ci cheresta.

    Liniziale definisce: terzo quarto: dei dialoghi muti. La possibilit di unnoi dichiarata. Nella prima poesia risaltano cifre numeriche: 2 e 0. Iltocco dellAltro porta con s la morte dellAltro. Si sconta anche cos lavita e a maggior ragionechi tenta la parolavive nel silenzio. Tale abitualeconsuetudine si frammenta in identit, in un rispecchiarsi di tre elementi:statua di dio sepolta, le proprie mani vuote in tasca e quelle in posa diuna donna. Una trinit atea. Ci che diviene ci che siamo. E infatti lapoesia successiva si apre con un noi: tra noi passa il calore/ in ununicavolta/ che tenta di unirci e il verso seguente trova unio bisognoso di un

    corsivo per evidenziare lopposto: ora lidentit la stessa ma molteplicee il verbo amarti. E in tale plurima dualit si ha una sospensione daltempo, la liberazione e il risveglio dove il poeta, per la prima volta, non dintenzioni ma con fare giocoso, come Kafka insegna, rivela le sue ultimeparole. Nel respiro si concentra la parola e sempre con aspre parole, comealla fine delle prime due sezioni, si chiude il terzo quarto. Si approda allamaceria nera, in una sorta di lucidit negativa. Prima di proseguire lalettura dellultimo quarto si sente il bisogno di estrapolare dal testo delterzo quarto le parole lasciate in corsivo dal poeta nelle 9 poesie che lo

    compongono: solo |didentit devota |io |assente |quello |nel respiro |abbocca. Si scopre un messaggio interno, del tutto coerente con la strut-tura di dialogo del quarto: lIo diviene Lui.Liniziale definisce: quarto quarto: cesura. Lattenzione si sposta sulla dop-pia parola quarto. Come se gli opposti trovassero comunione. In effetti lasezione si apre con limmagine dello specchio che non aggiunge n toglie,di una superficie che sempre. A ogni parola corrisponde il suo doppio:sopra e sotto, e la domanda successiva alla risposta. Ma tale equilibrio precario e il risveglio a tale vita, la nostra stessa vita ma altra, non

    permanente: solo lo starci dentro lo . Lultima poesia del quarto quarto edella raccolta ha il tono di una sentenza, come se dispiegasse la verit allafine trovata, dopo che la possibilit di uno stato di lucidit superiore sta-

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    ta dal poeta intravista e resa possibile ma non conquistata. Lamore vero

    quello che si porta ai morti: lAltro rimane altro, non lo si pu toccare.Questo unrisveglio che ci toccato : tale verso racchiude una violenzadi significato e di forma: ci toccato ha una connotazione negativa, comese fosse il risultato di una sorte di poca importanza; ma soprattuttolarticolo unche d il senso di unatroce beffa. Neanche il risveglio ci toccato ma uno: uno dei tanti possibili. E non lo porterai con te pi viainsogno. Laltra vita alla fine, intravista, stata un sogno. La nostra sivive qui nel nostro altrove.

    Paolo Fichera

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    11Libro misterico e complesso,Quattro Quarti la seconda ope-

    ra pubblicata a nome di Antonio Diavoli. Chi Antonio Diavoli? La notabiografica del precedente Versi clandestinici informa che Diavoli natonel 1910 e morto nel 1974 e informazioni raccolte dalla rete ascrivono aDiavoli una biografia esemplare, da poeta inserito nel suo tempo capaceper di sguardi trasversali e sorprendenti, saggio nano sulle spalle di qual-che gigante tutto teso a esplorare limiti e confini della maniera. Figlio diuna ballerina di variet e di un commerciante ligure in vini e olio, Diavolici appare come un Tozzi solo un po pi inconsapevolmente provinciale,nodo e cardine di una poesia pericolosa e polimorfa.

    Quattro Quarti, nuovo libro postumo, sopravvissuto allautore, eccedenterispetto allautore, il poema umano e ultrapsichico, eliotianamente scan-dito in quattro (ovviamente) parti rispettivamente dette: dei luoghi, deimonologhi, dei dialoghi muti, cesura. Come un imbuto, Quattro Quarti un testo che corre a chiudere il senso fino allultima pagina, dove, inun gioco specularmene semantico, realt vissuta e realt sognata si dan-no il cambio mostrando in dissolvenza tagli metrici che hanno il saporedella sentenza (questo un risveglio / che ci toccato). Daltra partequesto un movimento che percorre lintero libro, molto spesso saldato a

    un uso della similitudine giustamente orfico e allucinato (laria che gisi arroventa / nel basso respiro / - mantice / il labbro socchiuso), maanche spregiudicatamente libero nel suo ignorare le congiunzioni come lepi normali ossature del discorso.Quella diQuattro Quarti una poesia chiusa, rocciosa, ma anche polise-mica e disinvolta, ostinata e coraggiosa nel suo conciliare le contraddizioni,nellunire segni e funzioni opposte, come quellalbero descritto nella primasezione, sospeso tra cielo e terra in una ridefinizione quasi tautologica dis.

    Nel proporre allattenzione del lettore mete e luoghi differenti quali sce-nari in cui svolgere i suoi testi, Diavoli vuole ricordarci che i luoghi, imonologhi, i dialoghi muti e limplacabile cesura sono scenografie dellalingua, svincoli e strade di un parlato, di un linguaggio scelto come alta-re del senso pi lontano. La definizione di Valerio Magrelli della poesiacome macchina per caricare senso qui colta pienamente dal testo e in-sieme resa pi trasparente, pi accessibile dalla compattezza, condizioneirrinunciabile di tutte le liriche contenute nel libro. Per esempio: le autohanno i fari / spenti chiuso nei vetri / la luce / (portati al macero / i

    11Scritti Inediti, 2005.

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    12Se la non-ragione gli permette di credere alla parola sacra,

    ogni parola unicona. Venera la poesia. Si reso conto che la sua poesia teatrale: uno si oppone allaltro, oppure lo adora, oppure lo uccide o ne ucciso, o lo salva o ne viene salvato. E lucciso si riprende, e il persecutoreritrova la carit. Luno diventa laltro, e laltro si fonde nel primo: non cdifferenza. Voce mangia voce, ch nellisolamento in un silenzio pieno,che suo, solo vuole che la voce sia velata: nella mente, sempre, doveavvengono soprattutto questi rapporti.

    Massimo Sannelli

    13NeiQuattro Quartidi Antonio Diavoli, il verso libero si fran-tuma in brevi incisi, con frequenti rimandi a scambi didentit letterarie(Eliot, Achmatova, Pasolini e altri). Oggetto della scarna poetica il fe-nomeno singolare del cantare, del dirsi, secondo Massimo Sannelli, tramomenti di silenzio (atto minimo per portarsi altrove) e lotte esisten-ziali. Come lidrometra (pag. 23) non si fa risucchiare nel proprio sta-gno/mondo, cos il poeta incontra le superfici della propria realt (pp.22, 46). Il passato, lamore vero verso i morti (pag. 54), il movimento aritroso (Giuliano Mesa), la coda dellocchio e gli scorci in retrospettiva(pag. 22) fanno del momento post-mortemlunico istante possibile dellaricapitolazione biografica in senso pasoliniano.

    Maurizio Maggioni

    14C chi ha parlato del libro di Diavoli come di unopera miste-rica, in cui la parola, diradandosi, trasforma i testi in macro-ideogrammi;altri hanno colto, nel dettaglio eliotiano del titolo, unellissi (voluta?) inomaggio alla nota pseudo-biografica dei precedentiVersi Clandestini; altriancora hanno intravisto un gioco matematico nello scomporre e ricompor-re lunit: 4/4=1. In appendice, si legge: Quei punti (soli) sul foglio sonolultima unit di tutto: il resto poco pi di una vibrazione intorno alla

    12IBS, 26 gennaio 2006.13Carmina, 2006.14ZAM, 2006.

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    portante. Quei punti, quegli snodi sono le parole. Ecco allora che iQuarti

    sono quattro congeniali improvvisazioni sul tema dellidentit e dellalte-rit, quattro piccoli concerti in luoghi differenti, un soffio scagliato controun giorno di vento.

    Sara Veltroni

    15Lunit del mondo inquattro rapide scansioni, indivisibili ep-pure uniche, ciascuna dichiarata e conclusa in s, resa riconoscibile. unapoesia dellassenza, sicuramente tra le esperienze poetiche pi postume disempre. Se esistono poeti che in vita hanno avvicinato la morte, qui siamodi fronte al ribaltamento di tale prospettiva, anche se il meccanismo si sve-la completamente solo dopo aver letto la biografia nellopera precedente,Versi Clandestini.

    Luca Sarti

    15IBS, 8 luglio 2005.