Aires Mateus AlcacerdoSal

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16 CIL 145 Progetti Chiara Testoni* francisco aires mateus, manuel aires mateus Residenze per anziani ad Alcácer do Sal, Portogallo Vista del complesso da sud-est. Nella pagina a fianco: le residenze e i suoi abitanti. FOTOGRAFIE Fernando e Sergio Guerra Una vecchia canzone racconta di come sia terribilmente strano ritrovarsi a settant’anni, seduti al tramonto sulla panchina di un parco, a condividere silenziosamente con gli amici di una vita le stesse paure di fronte a un futuro ignoto. Paure di tutti, ma ancora più in- tense in chi percepisce sulla propria per- sona la «voracità» del tempo, l’allentarsi delle forze fisiche e mentali, la crescente dipendenza dagli altri, la solitudine. Progettare residenze per anziani sottende una profonda responsabilità morale. Im- plica infatti, al di là di questioni pretta- mente funzionali, una vera e propria em- patia con gli abitanti di un microcosmo Obiettivo prioritario dei progettisti è garantire ai residenti un rapporto equi- librato tra vita comunitaria e privacy , in modo da consentire assoluta libertà di scelta nelle modalità di interpretare i luoghi relazionali e abitativi in funzione del grado di intimità desiderato. Una «libertà» di grande valore simbolico, laddove la Terza Età impone inevitabil- mente impietosi condizionamenti alla gestione della vita quotidiana. Da questo fondamento teorico origina la configurazione morfologica dell’in- tervento dei progettisti portoghesi. Un corpo di fabbrica, disposto al mar- gine sud-est del lotto, si staglia come una linea «spezzata» lungo l’orografia del terreno, delimitando gli spazi aperti e definendo la rigorosa impostazione ge- rarchica dei luoghi «pubblici» e «privati», sia esterni che interni. Esternamente, l’edificio racchiude a nord-ovest un’ampia corte centrale – nodo di connessione con le preesistenze e indispensabile riferimento per la vita di relazione dell’intero complesso – e a sud-est, nell’area interposta tra il fabbri- cato e il confine del lotto, piccoli giar- dini dal carattere più appartato. Internamente, il volume unitario ag- grega nuclei indipendenti e riservati, destinati all’abitare, ai locali comuni per l’incontro e la socializzazione. Seppure autonomi e chiaramente carat- terizzati, ambienti aperti e coperti, col- lettivi e individuali sono interrelati senza soluzione di continuità da una reciproca connessione percettiva e funzionale. L’edificio è sviluppato su tre livelli. Il piano terra ospita gli spazi ricreativi (re- fettorio e locali polivalenti), la reception e i servizi (cucine e spogliatoi), in stretta relazione con l’edificio esistente inte- ressato da un restyling. I piani primo e secondo ospitano gli spazi comuni e le camere da letto. Queste ultime, singole e doppie, tutte dotate di servizi privati e terrazza, sono ambienti intimi e pia- cevolmente umbratili, dove l’introspe- zione visiva dall’esterno è negata e la luce tagliente del sole portoghese non penetra mai direttamente. I percorsi che vive di regole proprie. Richiede uno sforzo di attenzione, comprensione, lun- gimiranza, non sempre scontato. Francisco e Manuel Aires Mateus, da tempo apprezzati interpreti dello scena- rio architettonico e culturale internazio- nale, ad Alcácer do Sal hanno dato prova di come l’architettura possa essere uno straordinario strumento di utilità sociale senza peraltro disconoscere l’esigenza di una qualità compositiva irrinunciabile. L’intervento consiste nell’ampliamento e riqualificazione dell’esistente com- plesso residenziale per anziani di Santa Casa de la Misericordia. The architecture, characterized by a volume with a strong expressive impact in plastered brick mansory, aims to guarantee a balanced relationship between social life and privacy, through the intimate interaction among opened and covered spaces and the clear distinction between public and private places

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House for the elderly by Aires Mateus in Alcacer do Sal, PortugalArticle published on Costruire in Laterizio magazine

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tti Chiara Testoni*

francisco aires mateus, manuel aires mateus

Residenze per anziani ad Alcácer do Sal, Portogallo

Vista del complesso da sud-est.

Nella pagina a fianco: le residenze e i suoi abitanti.

FOTOGRAFIE Fernando e Sergio Guerra

Una vecchia canzone racconta di come sia terribilmente strano ritrovarsi a settant’anni, seduti al tramonto sulla panchina di un parco, a condividere silenziosamente con gli amici di una vita le stesse paure di fronte a un futuro ignoto. Paure di tutti, ma ancora più in-tense in chi percepisce sulla propria per-sona la «voracità» del tempo, l’allentarsi delle forze fisiche e mentali, la crescente dipendenza dagli altri, la solitudine. Progettare residenze per anziani sottende una profonda responsabilità morale. Im-plica infatti, al di là di questioni pretta-mente funzionali, una vera e propria em-patia con gli abitanti di un microcosmo

Obiettivo prioritario dei progettisti è garantire ai residenti un rapporto equi-librato tra vita comunitaria e privacy, in modo da consentire assoluta libertà di scelta nelle modalità di interpretare i luoghi relazionali e abitativi in funzione del grado di intimità desiderato. Una «libertà» di grande valore simbolico, laddove la Terza Età impone inevitabil-mente impietosi condizionamenti alla gestione della vita quotidiana.Da questo fondamento teorico origina la configurazione morfologica dell’in-tervento dei progettisti portoghesi. Un corpo di fabbrica, disposto al mar-gine sud-est del lotto, si staglia come una linea «spezzata» lungo l’orografia del terreno, delimitando gli spazi aperti e definendo la rigorosa impostazione ge-rarchica dei luoghi «pubblici» e «privati», sia esterni che interni. Esternamente, l’edificio racchiude a nord-ovest un’ampia corte centrale – nodo di connessione con le preesistenze e indispensabile riferimento per la vita di relazione dell’intero complesso – e a sud-est, nell’area interposta tra il fabbri-cato e il confine del lotto, piccoli giar-dini dal carattere più appartato.Internamente, il volume unitario ag-grega nuclei indipendenti e riservati, destinati all’abitare, ai locali comuni per l’incontro e la socializzazione. Seppure autonomi e chiaramente carat-terizzati, ambienti aperti e coperti, col-lettivi e individuali sono interrelati senza soluzione di continuità da una reciproca connessione percettiva e funzionale.L’edificio è sviluppato su tre livelli. Il piano terra ospita gli spazi ricreativi (re-fettorio e locali polivalenti), la reception e i servizi (cucine e spogliatoi), in stretta relazione con l’edificio esistente inte-ressato da un restyling. I piani primo e secondo ospitano gli spazi comuni e le camere da letto. Queste ultime, singole e doppie, tutte dotate di servizi privati e terrazza, sono ambienti intimi e pia-cevolmente umbratili, dove l’introspe-zione visiva dall’esterno è negata e la luce tagliente del sole portoghese non penetra mai direttamente. I percorsi

che vive di regole proprie. Richiede uno sforzo di attenzione, comprensione, lun-gimiranza, non sempre scontato.Francisco e Manuel Aires Mateus, da tempo apprezzati interpreti dello scena-rio architettonico e culturale internazio-nale, ad Alcácer do Sal hanno dato prova di come l’architettura possa essere uno straordinario strumento di utilità sociale senza peraltro disconoscere l’esigenza di una qualità compositiva irrinunciabile. L’intervento consiste nell’ampliamento e riqualificazione dell’esistente com-plesso residenziale per anziani di Santa Casa de la Misericordia.

The architecture, characterized by a volume with a strong expressive impact in plastered brick mansory, aims to guarantee a balanced relationship between social life and privacy, through the intimate interaction among opened and covered spaces and the clear distinction between public and private places

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Scheda tecnicaDenominazione: Residenze per anziani ad Alcácer do Sal, PortogalloProgettisti: Francisco Aires Mateus, Manuel Aires MateusCollaboratori: Giacomo Brenna, Paola Marini, Anna Bacchetta, Miguel PereiraStrutture: Engitarget, ldaArchitettura del paesaggio: ABAP Luis Alçada BatistaCommittente: Santa Casa da Misericordia de Alcácer do Sal, PortogalloImpresa esecutrice: Ramos Catarino, Sa Superficie calpestabile: 1560 m2 Superficie lorda: 3.640 m2

Superficie del lotto: 10.435 m2

Progettazione: 2006-2007Realizzazione: 2008-2010

Particolare del fronte interno prospicente la corte.

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distributivi, affrancati dalla monotonia del corridoio rettilineo continuo grazie all’impianto geometricamente artico-lato, sono di estensione misurata in fun-zione della ridotta mobilità dei fruitori, incentivando così piccole passeggiate supportate da punti di sosta e proiezioni visive verso l’esterno attraverso gli ampi squarci vetrati.I prospetti sono caratterizzati dal deciso contrasto tra pieni e vuoti, tra luci e om-bre: il nitore delle superfici intonacate bianche è punteggiato dalle profonde ri-entranze delle terrazze, che individuano nei fronti principali una partitura a

«scacchiera» dal forte impatto espressivo. Lo studio meticoloso dei dettagli di pro-spetto – dalla ritmica dello sfasamento tra le bucature ai diversi livelli all’assot-tigliamento dello spessore dei solai in facciata, all’arretramento dei parapetti vetrati rispetto al fronte – determina un disegno nitido ed essenziale.Le scelte costruttive contemplano l’u-tilizzo di materiali semplici e naturali per assicurare la durabilità dell’opera e il comfort abitativo dei locali. Le parti-zioni esterne sono realizzate con strut-tura portante a telaio in c.a. e tampo-namenti in muratura intonacata in la-

terizio a doppio strato con interposta intercapedine d’aria e strato isolante; la copertura piana presenta una finitura superficiale in ghiaia di marmo bianco di Estremoz, per meglio integrarsi nella topografia naturale del luogo.Si tratta, indubbiamente, di un’opera in cui nessuna questione – da quelle funzionali a quelle compositive, e psi-cologico – emotive – è trascurata, ma è piuttosto affrontata con la sensibilità e la delicatezza di chi crede profondamente nell’etica di un’architettura davvero de-gna di questo nome. ¶* Architetto, dipendente ente pubblico

Particolare costruttivo della pianta.Legenda 1. pavimentazione in marmo bianco di Estremoz, sp. 40 mm 2. pavimentazione in marmo bianco di Estremoz, sp. 40 mm 3. parapetto in vetro laminato 4. drenaggio dell’acqua di scolo sotto le pietre (separate per agevolare il deflusso) 5. giunto 5 mm per drenaggio acqua 6. pavimentazione in marmo bianco di Estremoz, sp. 30 mm 7. pavimentazione in vinile grigio 8. vetro fisso con infisso in alluminio 9. intonaco 10. pareti esterne in laterizio a doppio strato con interposta intercapedine d’aria e strato isolante sp. 50 mm

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Sezioni trasversale e longitudinale.

Prospetto sulla corte.

Vista del complesso da nord.

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Sezioni costruttive.Legenda 1. strato finale di copertura in ghiaia di marmo bianco di Estremoz 2. manto geotessile, telo bituminoso, strato separatore, emulsione bituminosa 3. isolamento termico sp. 50 mm 4. massetto per pendenza manto di copertura in calcestruzzo alleggerito (inclinazione 1,5% in verande e coperture) 5. soletta strutturale in cemento armato 6. controsoffitto in cartongesso bianco, con alloggiamento per punti luce 7. pavimentazione in marmo bianco di Estremoz, sp. 20 mm 8. lastra di rivestimento superiore in marmo bianco di Estremoz, sp. 40 mm

9. vetro fisso con cornice in profilati di alluminio10. soglia in marmo bianco di Estremoz, sp. 30 mm11. parapetto in vetro laminato12. intonaco 13. parete doppia in muratura di mattoni con intercapedine d’aria e strato isolante sp. 50 mm14. pavimento vinilico su massetto in cls15. controsoffitto fonoassorbente in cartongesso tinteggiato bianco16. massetto armato sp. 150 mm17. massetto di livellamento sp. 50 mm18. vespaio in pietrame lavato

Prospetto sud-est.Prospetto principale.

Prospetto secondario.

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