AI consiglio generale FLM Risparmiando sul pane, s'ulla ... · governi, miseramente naufragata di...

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Giornale Ouotidiano . Sped. in abb. posto . Gruppo 1/70 . Anno III . N. 283 . Domenica 8 dicembre 1974 DOMENICA 8 DIC·EMBRE 1974 Lire 150 - LA REPLICA DI MORO ALLA CAMERA: Risparmiando sul pane, s' ulla carne sul riscaldamento e sulle cure mediche dei pro- letari, ridaremo soldi e fiducia ai padroni AI consiglio generale FLM il bersaglio è Scheda Votata i la fiducia con 355 a favore e 226 contro to in cui c'è da gestire la crisi e la recessione. Che cosa sia la program- mazione a questo punto è chiaro: niente altro che una politica dei red- diti: « l'intervento pubblico deve esse- re riorganizzato e potenziato ... per for- nire alle imprese, ai sindacati, agli amministratori pubblici un quadro compiuto nel quale esaminare le stra- teg i e, le mosse (sic!). le strade per un riadeguamento strutturale della nostra economia ". Su questa strada Moro arriva per- sino a sostenere che la causa dello «sviluppo caotico e torrentizio della finanzia pubblica» va ricercata nello « allentamento dell'interesse per la programmazione n, col che l'identifi- cazione tra programmazione e auste- rità lamalfìana è ratt a. Giunto ai rapporti con i sindacati, PALERMO Moro entra subito nel merito della vertenza generale: « E' intenzione del !:Joverno non dilazionare le scadenze che lo aspettano ,,; cioè chiudere su- bito la vertenza, sia per quanto riguar- da la contingenza, che l'adeguamento delle pensioni, che la richiesta di un r eddito garantito per i disoccupati. Vi sono, precisa 'Moro, « problemi di tempi e di gradualità di applicazione in taluni casi, in altri, l'ammontare delle richieste della piattaforma ri- vendicativa non appare compatibile con la necessità di contenere l'au- mento dei prezzi e di difendere il cambio della nostra moneta ". Un mo- do elegante per dire un no secco ai pensionati e per rimandare nel tem- po l'elevamento della contingenza. Uetto questo, Moro può paternalisti- (Continua a pago 4) ROMA, 7 - In un consiglio genera- le caratterizzato da una serie di inter- venti chiusi e poveri, quando non ad- dirittura imbarazzati e penosi, come quello di un operatore sindacale di Mirafiori (la sola eccezione apprez- zabile è stata il discorso di un com- pagn odella Selenia di Napoli); i sin- dacalisti convenuti hanno atteso, sen- za nemmeno quell'attenzione che ci era in altre scadenze della FLM, il pronunciamento dei dirigenti. C'è stata la passerella dei dirigen- ti confederali socialisti della CGIL e della UIL, c'è stato l'intervento di Carniti; tutti hanno insistito per il superamento del patto federativo, tut- ti hanno scelto questo consiglio ge- nerale per ratificare un accordo che passa attraverso le tre confederazio- ·ni e che poggia sul rilancio del ruolo del sindacato, contro il pesante ridi- mensionamento voluto dal PCI dopo la crisi di luglio. Un contributo a questa operazione lo ha dato, nelle conclusioni, anche Trentin che ha criticato duramente la posizione prevalente all'interno del ' PCI sulla questione del rapporto con i sindacati. Vediamo che cosa hanno detto Carniti e Trentin nell'ul- tima mattina di dibattito, rimandando ai prossimi giorni e soprattutto al commento · sul direttivo unitario che si aprirà martedì, un giudizio più pre- Moro ha dedicato ai problemi eco- nomici ,l a maggior parte della sua re- plica .economica. Ha cercato innanzi- tutto di rispondere alle critiche rivolte ai «due tempi" del suo programma economico; non si tratta di « due tem- pi " come quelli del quarto governo Rumor, con i primi 100 giorni desti- nati al raddrizzamento della situazio- ne, e il resto destinato al bilancio del- lo sviluppo e delle riforme. La gravi- della crisi esclude amenità del ge- nere. Si tratta, ha sostenuto Moro, di « due tempi" nel senso che .ogni zione di rilancio della domanda dovrà', in un primo tempo, essere vagliata in modo che non porti un aggravio al de- ficit della bilancia dei pagamenti; cioè che non si traduca in un aumento del- le importazioni ma in trasferimento della domanda dell'estero all'inter- no. Dove porti questa teoria è presto detto : « Cento miliardi di . minor do- manda di carne, di gasolio, di grano duro hanno lo stesso effetto di ·cento miliardi di maggiori opere pubbliche». Moro non vuole solo razionare la carne, ·che i proletari già mangiano sempre meno, e il gasolio, in modo che il contenimento dei consumi pe- Primo destinatario dei fondi rispar- miati dai proletari è comunque il set- tore che esporta macchinari ed im- pianti - e che ha bisogno di ampi crediti, perché riesce a vendere solo concedendo larghe dilazioni di paga- mento. Moro coglie l'occasione per spiegare il senso del « secondo tem- po " della politica economica, cioè i suoi progetti di ristrutturazione a lun- go termine: «Su questi si è abbattuta la crisi della domanda in- terna ... ed il loro sostegno, nelle pre- senti circostanze, non può avvenire se non dalla domanda estera. Oue- sta esigenza di favorire un salto di qual ità del nostro apparato produtti- vo, ha motivato la scelta dei tre set- tori di intervento del secondo tempo (edilizio, agricoltura, energia) ma na- turalmente tale scelta non esaurisce gli opportuni stimoli alla riorganizza- zione dell'economia". Moro coglie a questo punto l'occasione per rivendi- care, con una bizzarra teoria, la vali- dità della politica economica di « pro- grammazione" dei suoi · precedenti governi, miseramente naufragata di fronte ai primi sintomi dell'incomben- te crisi mondiale . Moro finge di non aver capito la lezione dei fatti, e cioè che la crisi, più si aggrava, più rende « ingovernabile » l'economia e riporta alla luce l'anarchia di fondo delle for- ze di mercato. Arriva così a sostene- re la strana teoria che la programma- zione era fallita alla metà degli anni '60 perché un capitalismo in espan- sione non ne avrebbe bisogno men- tre la programmazione diventa irri- nuncrabile - e quindi, sembra soste- nere Moro, non fallirà - nel momen- "La settimana rossa degli studenti" . troliferi imposto da Kissinger non si traduca in danno per l'industria auto- mobrlistica, ma in bronchiti e polmo- niti per gli operai ed i loro figli, ma addfrittura il grano duro, cioè la pa- sta; Moro cioè vuole che i proletari nOn mangino più. Mettendo in tal mo- do alla fame e al freddo i proletari; Moro conta di « risparmiare" i fondi necessari a finanziare le a concessio- ni » cioè gli appalti affidati ai grandi gruppi per sostenere i IGro profitti. Per cinque giorni in decine di migliaia hanno bloccato la città contro l'aumento del prez- zo degli autobus coinvolgendo la classe o·peraia e tutto il proletariato. Martedì sciopero generale Venerdì 6: una giornata me- morabile E' diffic ile far capire a chi leggerà questo articolo l'ampiezza, · Ia forza e la combattività dello sciopero ge- nerale degli studenti di tutte le scuo- BOLOGNA - LA DC SI TUFFA NELLA PROVOCAZIONE D'ORDINE Sconfessata la ignobile montatura contro la nostra organizzazione BOLOGNA, 7 - Con un tempismo quanto meno insolito, la DC si appre- sta a portare avanti la squallida pro- vocazione intentata contro la nostra organizzazione a partire dall ' omicidio di Argelato. Ha convocato per dome- nica 8 dicembre un comizio con il fanfaniano Bartolomei. Il manifesto di convocazione ha al suo centro la af- fermazione che l'omicidio di Argelato sia stato compiuto .da giovani della sinistra ·extraparlamentare, legando cosÌ" in modo esplicito la campagna d'ordine contro la criminalità in ge- nerale all'obi ettivo di mettere fuori legge la sinistra rivoluzionaria e di ricattare lo · sviluppo della lotta di massa. A questo gioco (sarebbe la prima volta dopo la strage dell' ltalicus che un esponente democristiano, per di più squa lific ato come Sartolomei, parla impun emente in una piazza di Bologna) si è prestato bene o male anche il PCI che, avvalorando con un art i colo ambiguo la tesi che azioni come quella di Argelato possono rientrare nella prassi della sinistra rivoluzionaria ha dato il beneplacito alle speculazioni democristiane. Il ri- lancio della campagna degli opposti estremismi ha come obiettivo diretto quello di mettere in secondo piano il fatto che a 4 mesi di distanza dalla strage dell'ltalicus non un solo fasci- sta sia stato incriminato, e allo ·stes- so tempo tende da una parte a incri- nare quella unità antifascista di base che dal referendum in poi è venuta maturando tra la sinistra rivoluzio- naria, militanti del PCI e democratici ; dall'altra vuole colpire nel suo com- plesso il movimento degli studenti ave la sinistra rivoluzionaria è più forte. Lotta Continua si è impegnata sin da ieri in una opera massiccia di chia- rificazione e di denuncia delle infami speculazioni fasciste e democristiane. La provocazione contro Lotta Con- tinua non è potuta durare più di una giornata, com ' era naturale. Ma una giornata non è poco. Una giornata in cui la stampa parafascista del petro- liere Monti si permette di strillare sulle prime pagine e sulle locandine che « gli assassini sono di Lotta Con- tinua ". Una giornata in cui i giorna- li radio diffondono questa incredibile menzogna .. Una giornata - e questa è la cosa più vergognosa · - in cui l'Unità esce raccogliendo questa ver- sione, e dando prova o di una inaudi- ta malafede, o di una insipienza al- trettanto inaudita (forse che il PCI bolognese non era in grado di ap- purare la falsità di notizie latte cir- colare ad arte dalla questura, e di cui la stessa questura ha esplicitamente smentito la paternità, come sono co- stretti a riferire i giornali di infor- mazione, tranne l'Unità stessa)? /I modo in cui l'Unità ritorna sulla vi- cenda prova che insipienza e calco- lata malafede si intrecciano: forse a qualche dirigente del ,pCI, deside- roso di avallare la corsa al fermo di polizia, piace !'idea di isolare la si- nistra rivoluzionaria e la nostra or- ganizzazione indicandola come una banda avventurosa di rapinatori. La Unità, che il giorno prima ha irre- sponsabilmente raccolto la calunnia di un rapporto .fra i giovani indiziati di Bologna e Lotta Continua, il gior- no dopo non solo non cerca di giu- stificarsi e di scusarsi, ma sceglie il modo più equivoco per smentirsi, e continua ad accreditare una ver- sione politica dell'episodio, che è falsa. L'ultima cosa da rilevare è la pro- vocatoria costanza con cui i centri del potere provano e riprovano, c"on ogni pretesto, a imbastire montature contro la nostra organizzaz ion e. A nessuno può sfuggire la sporca ra- gione di questi tentativi: essi rivela- no la speranza di aver ragione di un'organizzazione poltica di classe con le armi vigliacche della provoca- zione. E' una prova di debolezza del nostro nemico, che tuttavia non in- tendiamo sottovalutare: la fermezza dell'azione politica di massa, e la vi- gilanza dei militanti, è la nostra ri- sposta . le di Palermo del 6 dicembre. La giornata è cominci,ata molto pre- sto, verso le sette di mattina, quan- do studenti , operai, donne, ahitanti di Borgo Molara, una frazione di Pa- lermo, hanno bloccato due autobus con barricate formate da sedie, ban- chi della scuola elementare, vasche da ba'gno. Tutti erano decisi a non far passare l'aumento del prezzo del- l'autobus, che gli studenti sono co- stretti a pagare due volte all'oandata e due al ritorno, pe-rohé per arrivare alle scuole non c'è un solo autobus. Alle otto e mezza i cortei formati dalle varie scuole, hanno comincia- to a unirsi, concentrandosi a piazza Croci e a piazza Politeama, sulla quale c'è «Extrabar ", covo abituale degl i squadrist i palermitani. Ma il segretario del fronte della 'Fioventù, che tentava di provocare, si è pre- so una bella lezione. AI corteo degli studenti si è unito quello fQrmato dagli operai del consiglio di fabbri- ca del Cantiere navale, che ha tenu- to la testa sino a piazza Pretoria , do- ve si trova H municipio. corteo era di una combatti vità mai vista pr im a: gli slogan contro il sindaco venivano gridati da tutti. Su 60.000 studenti della provincia, 30.000 era- no in piazza, con una presenza mas- siccia di quegli studenti dai quattor- d iCi ai sed ici anni che Malfatti non voleva far votare. Tutti, anche i giovanissimi, si te- nevano a braccetto formando i cor- doni. A differenza del '68, alla testa del corteo erano gli i st ituti tecnici, come il Vittorio Emanuele III, i pro- fessional·i come quelli del CAP che la mattina avevano fatto una grande assemblea davanti alla loro scuola con i compagni di Lotta Continua, costringendo alla fine il preside a dare pubblicamente la sua approva- zione alla lotta, e che sono sfilati per i I quartiere proletario della Zisa tra gli applausi di approvazione de·i proletari. Arrivati al municipio, gli studenti hanno continuato per un'ora a .gridare slogan contro il sindaco, come « Sindaco Marchello, non lo scordare mai, ti può costare caro truffare gli operai ,,; « L'auto si pren- de, il biglietto non si paga »; « Se non riduce, Marchello a testa in giù come il duce »; «Marchello ladro n; e innumerevoli altri creati dalla fanta- sia degli studenti. Soprattutto slogan sull 'unità degli studenti con la clas- se operaia · e i soldati « Operai, sol- dat i studenti , basta con gli aumenti n, «-Libri, trasporti , oc·cupazione, no alla cassa integrazione ". Il traffico è stato bloccato per mol- te ore, ma la gente che era sugli autobus quelli che aspettavano alle fermate i passanti approvavano chia- ramente la lotta degli studenti. La piazza del Municipio è stata completamente riempita, mentre al- tre centinaia di studenti tenevano bloccati i «quattro canti» della cit- tà, un incrocio tra i più · importanti e centrali. La piazza è stata usata dagli studenti anche per esprimere la ·gioia di essere tanto , forti: alcuni facevano il girotondo beffeggiando Marchello, altri hanno riempito di scritte rosse, di pugni di «Lotta Conti·nua li, di falci e martello i muri dei palaZZi attorno alla ·piazza, tra gli applausi di tutti gli altri. La polizia si è schierata a difesa del portone, · per ev itar e che l' enor- me pressione riuscisse a far andare da Marchello una delegazione immen- sa, dato che tutti gridavano « Voglia- mo parlare tutti con Marchello ". Do- po una lun ga trattativa tra polizia, esecutivo del consiglio di fabbrica del Cantiere, burocr at i della ·FGCI e studenti , è' stata imposta una dele- gazione di cinquecento student i, al- meno in linea di pri.ncipio. Di fatto sono riusciti a passare tre-quattro student i per ogni scuola, più di cen- to in tutto . Ma il sindaco Marchello si era dato alla latitanza, non c'era nessun assessore che volesse ricevere gli studenti. Di fronte a questa eviden- te inglorio sa fuga del sindaco e dei suoi, il corteo, dopo più di un'ora, è ripreso verso la stazione cen tr ale. (Continua a pago 4) ciso. Il segretario confederale della CISL ha parlato per · mezz'ora delle tariffe elettriche, sostenendo la pro- posta contenuta ne.lla relazione di Bentivogli di «ritardare il pagamen- to della . bolletta di fine anno» e far- la finita con l'autoriduzione. Ha poi polemizzato con Lama {te chi gli ha detto che si firma prima di Natale? li) per poi scavalcarlo clamorosamente a destra spiegando che il pacchetto di ore di sciopero deve essere limi- tato e che devono essere i sindacati a chiedere subito un nuovo incontro con la Confindustria. Si è· poi dilun- gato sul suo argomento preferito, la unità sindacale, per dire che i fischi a Vanni sono stati «una stronzata » e che l'ostacolo maggiore per il pro- cesso unitario non sta , nelle forze anti- unitarie (<< io non temo la scissione,,) ma in quelle unitarie che hanno « una logica di organizzazione ", Sono costoro, ha detto Carniti at- taccando Scheda, che frenano l'unità, che hanno in Vanni un comodo · alibi (e che per questo lo fanno fischiare dalle sezioni del partito, avrebbe vo- luto aggiungere, come ha poi lascia- to intendere anche la critica di Tren- tin ai fischi di Vanni), che ce l'han- no con i gruppi extraparlamentari che invece, ha detto Carni lL .-banno dirit- . to di cittadinanza. Di fronte ad un intervento così e- splicito Trentin si è sforzato di con- tenere i passaggi più sbracati della linea di Camiti. Il segretario della FIOM che pure si è riconosciuto in larga misura nel discorso del se- gretario confederale della CIS L ne ha attenuato alcuni elementi. Innanzitut- to ha criticato duramente ogni forma di trattativa globale con il governo, ha chiesto che venga subito affidato «ai consigli di fabbrica e non alle strutture li un pacchetto di ore di scio- pero fino alla metà di gennaio, pre- parando se necessario una manife- stazione nazionale per la fine del me- se. Ha sottolineato l'urgenza di aprire . lo scontro sulle pensioni (su questo Carniti aveva sorvolato, dal momen- to che è la GISL che non ne vuole sapere), e sui prezzi polit ici. Poi Tren- tin ha detto esplicitamente, riferen- dosi al PCI, che « c'è stato un partito che quando si è accorto che il sin- dacato riempiva con la sua iniziativa i vuoti che lur lasciava aperti» ha tentato di decisamente il controllo. Da questo nuovo collatera- lismo, secondo Trentin, sono nate la crisi di luglio e anche i fischi a Donat Cattin e a Vanni. In questo modo, si è lamentato il segretario della FIOM, Jl sindacato va a rotoli, non ha più una sua funzione, non recupera sulla sua strategia che deve essere quella di una politica economica alternativa. E' solo a partire dalla riconquista di questo suo ruolo che il sindacato può avere rapporti con i partiti politici (<< con il PCI , con la DC, con il PSI, con il PDUP n) e contribuire alla loro, modificazione alla loro maturazione. A TUTTI I COMPAGNI Come abbiamo scritto ieri, per garantire la sopravvivenza del giornale sono necessari sei milioni entro i primi tre giorni della settimana. Oggi abbiamo ricevuto un mi- lione, ma non c'è stato ancora uno sforzo collettivo di tutta la organizzazione. Solo le sedi del- la Lombardia, Roma e Molfetta, che in due giorni ha raccolto 132.000 lire, stanno rispondendo positivamente all'appello . Come abbiamo ripetuto nello articolo di due giorni fa, in que- sto momento il giornale vive so- Ia su Ila sottoscrizione , sull'im- pegno puntuale e costante di tut· ti i compagni.

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Giornale Ouotidiano . Sped. in abb. posto . Gruppo 1/70 . Anno III . N. 283 . Domenica 8 dicembre 1974

DOMENICA 8 DIC·EMBRE 1974

Lire 150

-LA REPLICA DI MORO ALLA CAMERA:

Risparmiando sul pane, s'ulla carne sul riscaldamento e sulle cure mediche dei pro­letari, ridaremo soldi e fiducia ai padroni

AI consiglio generale FLM il bersaglio è Scheda

Votata ila fiducia con 355 a favore e 226 contro to in cui c'è da gestire la crisi e la recessione. Che cosa sia la program­mazione a questo punto è chiaro: niente altro che una politica dei red­diti: « l'intervento pubblico deve esse­re riorganizzato e potenziato ... per for­nire alle imprese, ai sindacati, agli amministratori pubblici un quadro compiuto nel quale esaminare le stra­teg ie, le mosse (sic!). le strade per un riadeguamento strutturale della nostra economia ".

Su questa strada Moro arriva per­sino a sostenere che la causa dello «sviluppo caotico e torrentizio della finanzia pubblica» va ricercata nello « allentamento dell'interesse per la programmazione n, col che l'identifi­cazione tra programmazione e auste­rità lamalfìana è ratta.

Giunto ai rapporti con i sindacati,

PALERMO

Moro entra subito nel merito della vertenza generale: « E' intenzione del !:Joverno non dilazionare le scadenze che lo aspettano ,,; cioè chiudere su­bito la vertenza, sia per quanto riguar­da la contingenza, che l'adeguamento delle pensioni, che la richiesta di un reddito garantito per i disoccupati. Vi sono, precisa 'Moro, « problemi di tempi e di gradualità di applicazione in taluni casi, in altri, l'ammontare delle richieste della piattaforma ri­vendicativa non appare compatibile con la necessità di contenere l'au­mento dei prezzi e di difendere il cambio della nostra moneta ". Un mo­do elegante per dire un no secco ai pensionati e per rimandare nel tem­po l'elevamento della contingenza. Uetto questo, Moro può paternalisti-

(Continua a pago 4)

ROMA, 7 - In un consiglio genera­le caratterizzato da una serie di inter­venti ch iusi e poveri, quando non ad­dirittura imbarazzati e penosi, come quello di un operatore sindacale di Mirafiori (la sola eccezione apprez­zabile è stata il discorso di un com­pagn odella Selenia di Napoli); i sin­dacalisti convenuti hanno atteso, sen­za nemmeno quell'attenzione che ci era in altre scadenze della FLM, il pronunciamento dei dirigenti.

C'è stata la passerella dei dirigen­ti confederali socialisti della CGIL e della UIL, c'è stato l'intervento di Carniti; tutti hanno insistito per il superamento del patto federativo, tut­ti hanno scelto questo consiglio ge­nerale per ratificare un accordo che passa attraverso le tre confederazio­

·ni e che poggia sul rilancio del ruolo del sindacato, contro il pesante ridi­mensionamento voluto dal PCI dopo la crisi di luglio.

Un contributo a questa operazione lo ha dato, nelle conclusioni, anche Trentin che ha criticato duramente la posizione prevalente all'interno del 'PCI sulla questione del rapporto con i sindacati. Vediamo che cosa hanno detto Carniti e Trentin nell'ul­tima mattina di dibattito, rimandando ai prossimi giorni e soprattutto al commento · sul direttivo unitario che si aprirà martedì, un giudizio più pre-

Moro ha dedicato ai problemi eco­nomici ,l a maggior parte della sua re­plica .economica. Ha cercato innanzi­tutto di rispondere alle critiche rivolte ai «due tempi" del suo programma economico; non si tratta di « due tem­pi " come quelli del quarto governo Rumor, con i primi 100 giorni desti­nati al raddrizzamento della situazio­ne, e il resto destinato al bilancio del­lo sviluppo e delle riforme. La gravi­tà della crisi esclude amenità del ge­nere. Si tratta, ha sostenuto Moro, di « due tempi" nel senso che .ogni a· zione di rilancio della domanda dovrà', in un primo tempo, essere vagliata in modo che non porti un aggravio al de­ficit della bilancia dei pagamenti; cioè che non si traduca in un aumento del­l e importazioni ma in trasferimento della domanda dell'estero all'inter­no. Dove porti questa teoria è presto detto: « Cento miliardi di . minor do­manda di carne, di gasolio, di grano duro hanno lo stesso effetto di ·cento miliardi di maggiori opere pubbliche» .

Moro non vuole solo razionare la carne, ·che i proletari già mangiano sempre meno, e il gasolio, in modo che il contenimento dei consumi pe-

Primo destinatario dei fondi rispar­miati dai proletari è comunque il set­tore che esporta macchinari ed im­pianti - e che ha bisogno di ampi crediti, perché riesce a vendere solo concedendo larghe dilazioni di paga­mento. Moro coglie l'occasione per spiegare il senso del « secondo tem­po " della politica economica, cioè i suoi progetti di ristrutturazione a lun­go termine: «Su questi s~ttori si è abbattuta la crisi della domanda in­terna ... ed il loro sostegno, nelle pre­senti circostanze, non può avvenire se non dalla domanda estera. Oue­sta esigenza di favorire un salto di qual ità del nostro apparato produtti­vo, ha motivato la scelta dei tre set­tori di intervento del secondo tempo (edilizio, agricoltura, energia) ma na­turalmente tale scelta non esaurisce gli opportuni stimoli alla riorganizza­zione dell'economia". Moro coglie a questo punto l'occasione per rivendi­care, con una bizzarra teoria, la vali­dità della politica economica di « pro­grammazione" dei suoi · precedenti governi, miseramente naufragata di fronte ai primi sintomi dell'incomben­te crisi mondiale. Moro finge di non aver capito la lezione dei fatti, e cioè che la crisi, più si aggrava, più rende « ingovernabile » l'economia e riporta alla luce l'anarchia di fondo delle for­ze di mercato. Arriva così a sostene­re la strana teoria che la programma­zione era fallita alla metà degli anni '60 perché un capitalismo in espan­sione non ne avrebbe bisogno men­tre la programmazione diventa irri­nuncrabile - e quindi, sembra soste­nere Moro, non fallirà - nel momen-

"La settimana rossa degli studenti" . troliferi imposto da Kissinger non si traduca in danno per l'industria auto­mobrlistica, ma in bronchiti e polmo­niti per gli operai ed i loro figli, ma addfrittura il grano duro, cioè la pa­sta; Moro cioè vuole che i proletari nOn mangino più. Mettendo in tal mo­do alla fame e al freddo i proletari; Moro conta di « risparmiare" i fondi necessari a finanziare le a concessio­ni » cioè gli appalti affidati ai grandi gruppi per sostenere i IGro profitti.

Per cinque giorni in decine di migliaia hanno bloccato la città contro l'aumento del prez­zo degli autobus coinvolgendo la classe o·peraia e tutto il proletariato. Martedì sciopero generale

Venerdì 6: una giornata me­morabile

E' diffic i le far capire a chi leggerà questo articolo l'ampiezza, ·Ia forza e la combattività dello sciopero ge­nerale degli studenti di tutte le scuo-

BOLOGNA - LA DC SI TUFFA NELLA PROVOCAZIONE D'ORDINE Sconfessata la ignobile montatura contro la nostra organizzazione

BOLOGNA, 7 - Con un tempismo quanto meno insolito, la DC si appre­sta a portare avanti la squallida pro­vocazione intentata contro la nostra organizzazione a partire dall 'omicidio di Argelato. Ha convocato per dome­nica 8 dicembre un comizio con il fanfaniano Bartolomei. Il manifesto di convocazione ha al suo centro la af­fermazione che l'omicidio di Argelato sia stato compiuto .da giovani della sinistra ·extraparlamentare, legando cosÌ" in modo esplicito la campagna d'ordine contro la criminalità in ge­nerale all 'obi ettivo di mettere fuori legge la sinistra rivoluzionaria e di ricattare lo · sviluppo della lotta di massa. A questo gioco (sarebbe la prima volta dopo la strage dell ' ltalicus che un esponente democristiano, per di più squalificato come Sartolomei, parla impunemente in una piazza di Bologna) si è prestato bene o male anche il PCI che, avvalorando con un articolo ambiguo la tesi che azioni come quella di Argelato possono rientrare nella prassi della sinistra rivoluzionaria ha dato il beneplacito alle speculazioni democristiane. Il ri­lancio della campagna degli opposti estremismi ha come obiettivo diretto quello di mettere in secondo piano il fatto che a 4 mesi di distanza dalla strage dell'ltalicus non un solo fasci­sta sia stato incriminato, e allo ·stes-

so tempo tende da una parte a incri­nare quella unità antifascista di base che dal referendum in poi è venuta maturando tra la sinistra rivoluzio­naria , militanti del PCI e democratici ; dall'altra vuole colpire nel suo com­plesso il movimento degli studenti ave la sinistra rivoluzionaria è più forte.

Lotta Continua si è impegnata sin da ieri in una opera massiccia di chia­rificazione e di denuncia delle infami speculaz ioni fasciste e democristiane.

La provocazione contro Lotta Con­tinua non è potuta durare più di una giornata, com'era naturale. Ma una giornata non è poco. Una giornata in cui la stampa parafascista del petro­liere Monti si permette di strillare sulle prime pagine e sulle locandine che « gli assassini sono di Lotta Con­tinua " . Una giornata in cui i giorna­li radio diffondono questa incredibile menzogna .. Una giornata - e questa è la cosa più vergognosa · - in cui l'Unità esce raccogliendo questa ver­sione, e dando prova o di una inaudi­ta malafede, o di una insipienza al­trettanto inaudita (forse che il PCI bolognese non era in grado di ap­purare la falsità di notizie latte cir­colare ad arte dalla questura, e di cui la stessa questura ha esplicitamente smentito la paternità, come sono co­stretti a riferire i giornali di infor-

mazione, tranne l'Unità stessa)? /I modo in cui l'Unità ritorna sulla vi­cenda prova che insipienza e calco­lata malafede si intrecciano: forse a qualche dirigente del ,pCI, deside­roso di avallare la corsa al fermo di polizia, piace !'idea di isolare la si­nistra rivoluzionaria e la nostra or­ganizzazione indicandola come una banda avventurosa di rapinatori. La Unità, che il giorno prima ha irre­sponsabilmente raccolto la calunnia di un rapporto .fra i giovani indiziati di Bologna e Lotta Continua, il gior­no dopo non solo non cerca di giu­stificarsi e di scusarsi, ma sceglie il modo più equivoco per smentirsi, e continua ad accreditare una ver­sione politica dell'episodio, che è falsa.

L'ultima cosa da rilevare è la pro­vocatoria costanza con cui i centri del potere provano e riprovano, c"on ogni pretesto, a imbastire montature contro la nostra organizzazione. A nessuno può sfuggire la sporca ra­gione di questi tentativi: essi rivela­no la speranza di aver ragione di un'organizzazione poltica di classe con le armi vigliacche della provoca­zione. E' una prova di debolezza del nostro nemico, che tuttavia non in­tendiamo sottovalutare: la fermezza dell'azione politica di massa, e la vi­gilanza dei militanti, è la nostra ri­sposta.

le di Palermo del 6 dicembre. La giornata è cominci,ata molto pre­

sto, verso le sette di mattina, quan­do studenti , operai, donne, ahitanti di Borgo Molara, una frazione di Pa­lermo, hanno bloccato due autobus con barricate formate da sedie, ban­chi della scuola elementare, vasche da ba'gno. Tutti erano decisi a non far passare l'aumento del prezzo del­l'autobus, che gli studenti sono co­stretti a pagare due volte all'oandata e due al ritorno, pe-rohé per arrivare alle scuole non c 'è un solo autobus. Alle otto e mezza i cortei formati dalle varie scuole, hanno comincia­to a unirsi, concentrandosi a piazza Croci e a piazza Politeama, sulla quale c'è «Extrabar ", covo abituale degl i squadristi palermitani. Ma il segretario del fronte della 'Fioventù, che tentava di provocare, s i è pre­so una bel la lezione. AI corteo degli studenti si è unito quello fQrmato dagl i operai del consiglio di fabbri­ca del Cantiere navale, che ha tenu­to la testa sino a piazza Pretoria , do­ve si trova H municipio. ~I corteo era di una combattività mai vista prima: gli slogan contro il sindaco venivano gridati da tutti. Su 60.000 studenti della provincia, 30.000 era­no in piazza, con una presenza mas­sicc ia di quegli studenti dai quattor­diCi ai sed ici anni che Malfatti non voleva far votare.

Tutti, anche i giovanissimi, si te­nevano a braccetto formando i cor­doni. A differenza del '68, alla testa del corteo erano gli istituti tecnici, come il Vittorio Emanuele III, i pro­fess iona l·i come quelli del CAP che la mattina avevano fatto una grande assemblea davanti alla loro scuola con i compagn i di Lotta Continua, costringendo alla fine il preside a dare pubbl icamente la sua approva­zione alla lotta, e che sono sfilati per i I quartiere proletario della Zisa tra gli applausi di approvazione de·i proletari. Arrivati al municipio, gli studenti hanno continuato per un'ora a .gridare slogan contro il sindaco, come « Sindaco Marchello, non lo

scordare mai, ti può costare caro truffare gli operai ,,; « L'auto si pren­de, il biglietto non si paga »; « Se non riduce, Marchello a testa in giù come il duce »; «Marchello ladro n; e innumerevoli altri creati dalla fanta­sia degli studenti. Soprattutto slogan sull 'unità degli studenti con la clas­se operaia · e i soldati « Operai, sol­dati studenti , basta con gli aumenti n,

«-Libri, trasporti , oc·cupazione, no alla cassa integrazione ".

Il traffico è stato bloccato per mol­te ore , ma la gente che era sugli autobus quelli che aspettavano alle fermate i passanti approvavano chia­ramente la lotta degli studenti.

La piazza del Municipio è stata completamente riempita, mentre al­tre centinaia di studenti tenevano bloccati i «quattro canti» della cit­tà, un incrocio tra i più ·importanti e centrali. La piazza è stata usata dag li studenti anche per esprimere la ·gioia di essere tanto ,forti: alcuni facevano il girotondo beffeggiando Marchello, altri hanno riempito di scritte rosse, di pugni di «Lotta Conti·nua li, di falci e martello i muri dei palaZZi attorno alla ·piazza, tra gli applausi di tutti gli altri.

La polizia si è schierata a difesa del portone, ·per evitare che l'enor­me pressione riuscisse a far andare da Marchello una delegazione immen­sa, dato che tutti gridavano « Voglia­mo parlare tutti con Marchello ". Do­po una lunga trattativa tra polizia, esecutivo del consiglio di fabbrica del Cantiere, buroc rati della ·FGCI e studenti , è ' stata imposta una de le­gazione di cinquecento studenti, al­meno in linea di pri.ncipio. Di fatto sono riusciti a passare tre-quattro studenti per ogn i scuola, più di cen­to in tutto.

Ma il sindaco Marchello si era dato alla latitanza, non c'era nessun assessore che volesse ricevere gli studenti. Di fronte a questa eviden­te inglor iosa fuga del sindaco e dei suo i, il corteo, dopo più di un'ora, è r ipreso verso la stazione centrale.

(Continua a pago 4)

ciso. Il segretario confederale della CISL ha parlato per · mezz'ora delle tariffe elettriche, sostenendo la pro­posta contenuta ne.lla relazione di Bentivogli di «ritardare il pagamen­to della .bolletta di fine anno» e far­la finita con l'autoriduzione. Ha poi polemizzato con Lama {te chi gli ha detto che si firma prima di Natale? li) per poi scavalcarlo clamorosamente a destra spiegando che il pacchetto di ore di sciopero deve essere limi­tato e che devono essere i sindacati a chiedere subito un nuovo incontro con la Confindustria. Si è· poi dilun­gato sul suo argomento preferito, la unità sindacale, per dire che i fischi a Vanni sono stati «una stronzata »

e che l'ostacolo maggiore per il pro­cesso unitario non sta ,nelle forze anti­unitarie (<< io non temo la scissione,,) ma in quelle unitarie che hanno « una logica di organizzazione ",

Sono costoro, ha detto Carniti at­taccando Scheda, che frenano l'unità, che hanno in Vanni un comodo ·alibi (e che per questo lo fanno fischiare dalle sezioni del partito, avrebbe vo­luto aggiungere, come ha poi lascia­to intendere anche la critica di Tren­tin ai fischi di Vanni), che ce l'han­no con i gruppi extraparlamentari che invece, ha detto CarnilL .-banno dirit- . to di cittadinanza.

Di fronte ad un intervento così e­splicito Trentin si è sforzato di con­tenere i passaggi più sbracati della linea di Camiti. Il segretario della FIOM che pure si è riconosciuto in larga misura nel discorso del se­gretario confederale della CIS L ne ha attenuato alcuni elementi. Innanzitut­to ha criticato duramente ogni forma di trattativa globale con il governo, ha chiesto che venga subito affidato «ai consig li di fabbrica e non alle strutture li un pacchetto di ore di scio­pero fino alla metà di gennaio, pre­parando se necessario una manife­stazione nazionale per la fine del me­se. Ha sottolineato l'urgenza di aprire . lo scontro sulle pensioni (su questo Carniti aveva sorvolato, dal momen­to che è la GISL che non ne vuole sapere), e sui prezzi politici. Poi Tren­tin ha detto esplicitamente, riferen­dosi al PCI, che « c 'è stato un partito che quando si è accorto che il sin­dacato riempiva con la sua iniziativa i vuoti che lu r lasciava aperti» ha tentato di ripr~JJdere decisamente il controllo. Da questo nuovo collatera­lismo, secondo Trentin, sono nate la crisi di luglio e anche i fischi a Donat Cattin e a Vanni. In questo modo, si è lamentato il segretario della FIOM, Jl sindacato va a rotoli, non ha più una sua funzione, non recupera sulla sua strategia che deve essere quella di una politica economica alternativa. E' solo a partire dalla riconquista di questo suo ruolo che il sindacato può avere rapporti con i partiti politici (<< con il PCI , con la DC, con il PSI, con il PDUP n) e contribuire alla loro, modificazione alla loro maturazione.

A TUTTI I COMPAGNI Come abbiamo scritto ieri,

per garantire la sopravvivenza del giornale sono necessari sei milioni entro i primi tre giorni della settimana.

Ogg i abbiamo ricevuto un mi­lione, ma non c'è stato ancora uno sforzo collettivo di tutta la organ izzazione. Solo le sedi del­la Lombardia, Roma e Molfetta, che in due giorni ha raccolto 132.000 lire, stanno rispondendo positivamente all'appello .

Come abbiamo ripetuto nello articolo di due giorni fa, in que­sto momento il giornale vive so­Ia su Ila sottoscrizione , sull'im­pegno puntuale e costante di tut· ti i compagni.

2 - LonA CONTINUA

RO""A - OPERAI DE'LLA TIBURTINA E COMITATI DI AUTORIDUZIONE IN ASSEMBLEA

,FARE UNA PIATTAFORMA.­PER LA LOTTA OPERAIA E PROLETARIA

LECCE - 4 dicembre: una grande giornata per gli operai della Fiat-Allis Ora si fanno picchetti con­

Operai, delegati della Mes, Voxon, L'aumento dei trasporti a Roma è sta- soldato in rappresentanza del coordi- tro gli straor~inari e si pre-Selenia, Irme, Maglioc·chetti. ROA, to bloccato dagli operai, non dal papa namento di 15 caserme. para la vertenza aziendale Sacet, Sistel e altre fabbriche della o dal consiglio comunale ". E un pro- L'assemblea è finita con !'impegno Tiburtina, decine di proletari di San letario di un comitato di lotta: «A di costruire una piattaforma di lotta lo sciopero del 4 dicembre si è Basilio e dei quartieri vicini. studenti Napoli abbiamo visto qual è la forza che unisca gli operai e i proletari di trasformato nella più grande prova di e pensionati hanno discusso 'insieme del proletariato ». Ha parlato poi un Roma. fOJza offerta dalla classe operaia del­dell~utoriduzione in una bella asse m- ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ la FIAT-ALLIS di Lecce nella sua bre-blea al cinema ,Reno. Mentre le bol- ve storia. Non si erano mai visti pic-lett.e autoridotte, che sono già molte chetti così numerosi , duri, ricchi di migliaia, continuano ad aumentare, la discussione politica. La struttura dei federazione CGIL-CISL-'UI.L ha rispo- delegati, per la prima volta, ha fun-

' sto con la settimana di mobiHtazione zionato come tessuto connettivo del-simbolica davanti al ministero dell'ln- l'organizzazione operaia davanti ai dustria. Non è riuscita a bloccare cancell i della fabbrica_ l'iniziativa operaia, che è cresciuta in- I compagni delegati si sentivano sieme alla lotta in fabbrica. " Non un fieri della prova di forza data. Tutti posto di lavoro deve essere. tocca- gli operai fieri della compattezza e to» e l'autoriduzione sono state le della maturità politica dimostrata. parole d'ordine dei picchetti davanti Durante le quasi ininterrotte 24 ore alla 'Magliocchetti, fabbrica del legno di picchettaggio, la nota dominante dove 17 operai (tra i quali metà' del era l'entusiasmo, la volontà di lotta-C.d.F.) sono stati messi a cassa inte- re, la disponibilità a discutere i pro-grazione a zero ore. Ieri mille operai blemi generali e di fabbrica. Alla della Tiburtina eRCA, Irme, Seleoia, FIAT-AUIS la situazione negli ultimi Voxon, dove 750 operai sono a cassa tempi era giunta a un punto di rot-integrazione) hanno spazzato in cor- tura. Infatti mentre si lottava per la teo tutte le piccole fabbriche della contingenza e il programma genera-zona. Intanto gruppi di operai e dele- le, la direzione sferrava un attacco gati(come alla Mes) organizzano durissimo in fabbrica. A Lecce si comitati per l'autoriduzione e si col- producono macchine movimento ter-legano ai comitati di lotta del quartie- ra e la HAT ha bisogno di aumentare ri. .. Unità tra fabbrica e quartieri su continuamente la produzione per te-obiettivi chiari - ha detto un dele- nere testa alle massicce richieste gato all'assemblea al cinema Reno. - I PROLETARI DELLA BORGATA coscienza della propria forza e dei del mercato. Perciò subito dopo le

ALESSANDRINA, AL CORTEO propri diritti nel rifiuto degli aumenti ferie, parte una vera e propria of-DEL 4 DICEMBRE A NAPOLI e per i prezzi politici. E' nato così il fensiva con un piano di supersfrut­

comitato che ha diretto la lotta fin tamento della forza lavoro, attraver-REGGIO EMILIA Nella borgata si 'estende e si raf- dall'inizio, e che oggi la estende a so l'aumento dei ritmi, introduzione

J forza l'organizzazione per l'autoridu- tutta la borgata, in vista delle prossi- del terzo turno, l'uso dilagante degli

150 f - I- zione delle bollette della luce. Dalle me bollette, collegandosi anche alle straordinari con sabato lavorativo amlg le pagano prime riunioni di scala dove ancora borgate vicine di Centocelle, Quartic- che viene esteso a quasi la metà dei

le bollette al 500.Lo molta era la sfiducia, si è passati alla ciolo, Torre Spaccata e Centroni. 1500 operai. 7' La risposta operaia alla intensifi-

cazione dello sfruttamento non man­

A via Compagnoni dopo una serie di assemblee e comizi, s'i è , forma­to un comitato per l'autoriduzione for­mato da operaie e donne proletarie del PCI e compagni di 'lotta Conti­nua. 150 famiglie pagano le bollette al 50 per cento . I dirigenti -del PCI e delle confederazioni s'indacali le han­no tentate tutte per bloccare la lotta, comprese le minacce terroristiche del taglio dei fili, dell',intervento del­l'esercito ecc. AI segretario provin­ciale del PCI venuto nel quartiere a spiegare le sue posizioni, le donne hanno risposto: " se l'autoriduzione è una lotta senza sbocchi, diteci che co­sa dobbiamo fa l''e , perché qualcosa deve essere fatto assolutamente ".

Nel sindacato una parte che si di­èhiara favorevole (la FLM) si nascon­de dietm l'alibi dell'unità sindacale per non rompere l'immobilismo.

, Intanto alcuni C.d.f. s'i sono di­chiarati apertamente favorevol i.

LA PIATTAFORMA DE'l CdZ DI CONEGLIANO

Autoriduziooe,' prezzo politico dei trasporti, m'ense interaziendali per operai~ -studenti, pensionati

,II consjgHo ,di zona di Conegliano nella r:iunione del 26 novembre ha proclamato la mobilitazione di tutti i lavoratori della zona con que'sti obiet­tivi: 1) revisione delle tariffe elettri­che anche attraverso la forma di lot­ta dell'autoriduzione. Ha invitato la federazione provinciale e regionale del sindacato a coordinare questa lot­ta; 2)'blocco delle tariffe ATM, rior­ganizzazione dei servizi, prezzo poli­tico nelle fasce orarie di entrata e uscita degli operai e degli studenti;

3) realizzazione di una mensa intera­ziendale per lavoratori, studenti e pensionati n'ell'attuale mensa Zoppas­Zanussi di Conegliano, e di un'altra ' mensainteraziendale nel comune di S. Vendemm iano; 4) dibattito e inizia­tive nelle fabbriche sulla gestione dei decreti delegati.

Un'a commissione prezzi-autoridu­zione ha già cominciato a raccogliere le bollette e, per chi ha già fatto il versamento, le firme di tutte le fa­miglie disposte a unirsi alla lotta.

ca: si sviluppa in vari reparti, a volte è anche dura e prolungata, come nel caso della linea 20310. Ma questa ri­sposta è quasi sempre parziale.

- La ristrutturazione ASTI eia risposta • operaia

Nei piani padronali e di ristruttura­zione lMi'rafiori è collegata ,alla \FIAT­ALLlS; per i sindacati questo colle­gamento non esiste né in teoria né in pratica. In una situazione come questa non deve meravigliare che, nonostante le resistenze operaie, ìI terzo turno, il sabato lavorativo, il taglio dei tempi, avevano finito con l'essere introdotti. Il disorientamento della H :M per un certo periodo di tempo si è trasferito nel consiglio di fabbrica. Allora l'intervento di Lotta Continua ha teso sopratutto a mette­re in evidenza come alla FlAT-ALLIS ci fossero, più che altrove, tutte le condizioni favorevoli perché si apris­se la vertenza aziendale, per contra­stare l'offensiva padronale in fabbri­ca. Queste indicazioni sono passate tra i compagni delegati e tra gli ope­rai, Lunedì scorso si è svolta una assemblea interna che ha rilanciato la iniziativa di fabbrica, e ha posto all'ordine del giorno il problema del-13 vertenza aziendale. Da quel mo­mento la lotta allo sfruttamento e per il salario sono diventati gli obiet­tivi centrali, la decisione di bloccare sin da questo sabato la fabbrica per impedire gli straordinari lo sbocco operativo immediato.

ASTI , 7 - la provincia di Asti è stata una delle più colpite dalla Cas­sa, 4ntegraz(one e dai progetti pad'ro­nali di r istrutturazione: circa cin­quemila , i lavoratori della provincia a orario ridotto; p.3+la sola città 'di Asti cinque fabbriche metalmeccani­che,tutte . legatè alla ,Fiat ( Weber, Way-Assauto, e gruppo IH), sono a cassa 'integrazione, mentre molte pic­cole officine sono state chiuse.

Il gruppo ,18 (2 stabilimenti ad Asti , lbmei, Ibmec) che complessivamente

Sulla sottoscrizione di Agrigento

C'i sembra giusto chiarire ai com­pagni di .Agrigento là causa dei ripe­tuti Cl errori" da 'Ioro rilevati nella sottos'criz ione, anche perohé Agri­.gento è una di quell·e sedi meridio­nali {sempre più numerose del resto) che negli ultimi mes'i hanno dimo­strato: che anche i I s·ud può parteci­pare con concreti risultati aHa sot­toscrizione per il giornale.

Si è trattato di un sempli'ce '" slit­tamento »; le 20.000 lire non compar­se in ottobre, sono state pubblicate in novembre (ecco la sp'iegazione delle misteriose 20.000 lire 'spunta­te in novembre) e le 40.000 lire della sezione Mario Lupo e Porto Empedo­cle comunicate alla fine di 'novem­bre sono comparse nel primo elenco di sottoscrizione del mese di dicem­bre.

E' stata una questione di date e ritardi postal'i, ma che può e deve comunque essere evitata con una maggior attenzi one da parte nostra e un maggior .« scambio di notizie .. tra la vostra sede ,e l'amministra­zione.

occupa 2.600 operai, produce motori­ni elettrici per auto e per lavatrici e fornisce, oltre la fiat, più impor­tanti settori di elettrodomestici (P-hi­lipns, Zanussi. Rex, AErG tedesca).

Allo stabilimento 'Ibmei, avanguar­dia delle ,lotte di tutto l'astigiano, ie­ri sera sono stati annunciati 850 !'i­cenziamenti entro i -primi di gennaio. -La motivazione per effettuare questa drasti-ca riduzione del personale sa­rebbe « la mancanza di aggiornamen­to tecnico della fabbrica", ma in realtà nei disegni del direttore <Bel­tramo e dell'ex capo del personale, ed ex ,fondatore del sindacato giallo alla Fiat (il SIOAl, signor Arrighi, i licenziamenti allo stabilimento di Asti servono a estendere e incre­mentare gli altri stabilimenti di Ro­vigo, di Mondovì e in lSpagna , che a giudicare dalle paghe basse de'gli operai (120.000 lire al mese), sono molto più redditizi.

Gli operai e i delegati, già qua rido era cominciata la cassa integrazione avevano iniziato la lotta, entrando lo stesso tutti i giorni della settima­na e facendo assemblee interne sul problema dell'occupazione.

L'atteggiamento assunto dal sinda­cato, nella persona del segretario FLM, Amerio, è totalmente rinuncia­tario: quando era stata annunciata la cassa integrazione i I 17 ottobre aveva dichiarato C'he alcuni ,« accor­gimenti tecnici" avrebbero fatto rientrare la riduzione di orario: lavo­rare per lo stoccaggio , proponendo all'azienda di accumulare il prodotto finito, e attuare il ponte lungo in oc­casione delle festività .

Ieri quando è circolata la notizia de i l icenz iamenti, Amerio si è limi­tato a dichiarare: « non c'è nessuna differenza tra uno e 850 licenziamen-

ti, perché è il posto di lavoro ohe non si tocca". Questo gli operai lo sanno bene, e non hanno nessuna intenzione di accettare le condizioni del padrone che intende attuare i li­cenziamenti entro gennaio in modo che «frattanto i lavoratori possano trovarsi un altro posto ".

Gli operai non sono disposti a -ri­nunciare alla tredicesima e nemmeno ad accettare ·la monetizzazione dei licenziamenti: la lotta si è estesa an­che allo stabi l imento Ibmec, dove di giorno il') giorno si fa più chiara la minaccia di licenziamenti. Appena i delegati hanno fatto. circolare la no­tiz ia, gli operar hanno formato grossi picchetti davanti alla fabbrica con i compagni della Way-Assauto, i pendolari della Fiat e operai delle altre fabbriche. -La produzione è ri­masta bloccata, mentre il picchettag­gio continua anche nei giorni festi­vi. Sabato pomeriggio si riunisce i l cons iglio di fabbrica, lunedì tutti i consigJi di fabbrica di Asti faranno una riunione congiunta per decidere la risposta immed iata da dare ai li­cenz iamenti e le moda lità di lotta di tutto l'ast ig iano contro l'attacco al­l 'occupazione.

ERRATA CORRIGE Nel l'articolo del 6-12 «Sul Fi­

nanziamento " si legge: un com­pagno del Veneto ha raccolto '6.400 lire, un compagno della Toscana litorale ecc. ed è sba­g liato perché compare una riga uguale a quella che è più in al­to. La lettura corretta è la se­guente: un compagno del Vène­to o del Piemonte 3.000, un com­pagno della Toscana litorale ec­cetera .

Inquadramento unico {con il pas­saggio di livello per tutti) aumenti salariali, diminuzione dei ritmi, tra­sporti gratis, assieme alla pratica dell'autoriduzione, devono essere gli obiettivi principali di un programma che deve affiancare e sostenere la lotta contro gli straordinari. Il CdF della FIAT-ALUS deve farsi carico di questo programma.

Gli operai della Orland bloccano il centro di Ancona

ANCONA, 7 - A pochi g'iorni dalla grandiosa manifestazione di Bologna, gl i operai e le operaie della Orland di Filottrano hanno occupato ieri il centro di Ancona, riportando le pa­role d'ordine, i contenuti espressi nello sciopero genera le.

'I lavoratori della Orland, 900 'in tutto, sono in lotta ormai da 5 mesi contro l'attacco portato avanti dal pa­drone che proprio ieri li aveva mes­si a zero ore. Il corteo di 700 ope­rai ·ha attraversato i I centro pas­sando sotto la Provincia e ,il Comune e bloccando più volte per vari minuti il traffico. Gli slogans più gridati era­no per la difesa del posto di lavoro, per 'iI salario, per l'autoriduzione. In­fine il corteo si è recato davanti al cantiere navale dove già da tempo è in corso un attacco ai livelli occupa­zionali, prima con lo smantellamento delle fonderie e oggi con il tentativo di colpire le meccaniche.

Domenica 8 dicembre 1974

AL CONVEGNO NAZIONALE DEI FERROVIERI-CGIL

No alla regolamentazione:· I dello sciopero . I

Il sindacato rUancia i'l discorso dell'efficienza aziendale. I delegati sfuggiti al filtro, si pronunciano anche per il sa­lario e l'autoriduzione

« Non ci devono essere incompren­sioni fra nOi della dirigenza e voi ferrovieri, perché tutti insieme dob­biamo contribuire a far funzionare bene le ferrovie e ad ampliare 'il tra­sporto su rotaia ": sono parole pro­nunciate dal vice-direttore generale · delle FS Mayer ne ll a sua qualità di « ospite" della conferenza nazionale di organizzazione dello SFI-CGIL, te­nutasi, alla presenza di un migl iaio di dirigenti e militanti del sindacato ferrovieri, il 28-29-30 novembre a Sòrrento.

Mayer, DC e per giunta fanfania­no, ha suscitato viva ilarità in pla­tea avvertendo «non mi intendo di politica », ma aggiungendo subito do­po che le possibilità di intesa sta­vano nel fatto che « le ferrovie noi le abbiamo nel sangue ». Mayer ha .. de­nunciato" che i duemila miliardi del piano poliennale non sono ancora ar- . rivati all'azienda di stato e si è as­soçiato a quella ché ha finito per es­sere la parola d'ord ine dominante del convegno di Sorrento: come spende­re « presto e bene" i soldi dei finan­ziamenti alle FS.

L'assemblea delJo SFIJCGIL, ha rap­presentato 'il tentativo di coinvolgere tutto il sindacato nel discorso dell 'ef- . ficie'nza dell'azienda, della. nuova or­ganizzazione del lavoro, della regola­mentazione del diritto di sciopero. Due modi diversi di intendere la lot­ta nelle FS si sono confrontati. Da una parte c'erano gli alti di'rigenti del­l'azienda, i vertici sindacali venuti a provocare apertamente, tutti sostan­zialmente d'accordo nel far pagare ai ferrovieri i costi della riforma.

Dall'altra . parte c'erano tutti i dele­gati che erano venuti in barba ai filtri, a sottolineare i problemi con­creti dei ferrovieri in questo momen­to. All'aumento della produttività mol­ti compagni hanno contrapposto la di­minuzione dello sfruttamento. C'è un piano preciso dell'azienda (come ha detto un operaio del C.d .F. di Napoli­Santa Maria La .Bruna, che partiva dal licenziamento di un compagno di Alessandria, militante di Lotta Conti­nua, per spiegare come le FS stan­no colpendo con mult~ e sospensio­ni i compagni più_attivi) di repreSSio­ne dell'organizzazione che i ferrovie­ri si sono dati in una lunga storia di lotte.

Un piano che, ha detto un altro compagno (il cui intervento è stato ripreso dai ferrovieri del Brennero, che si ritrovano un capo stazione ti­tolare e il suo vice ambedue candi­dati del 'MSI nelle ultime elezioni) mi­ra a ricacciare indietro tutte le con­quiste del personale e ad impedire di fare politica dentro gli impianti. Pro-

prio partendo da questa consapevo­lezza i delegati riuniti a Sorrento nel corso dei 'lavori hanno approvato una mozione di solidarietà con Massobrio (il compagno aiuto-macchinista licen­ziato ad Alessandria perché cO[1dan­nato dalla magistratura a du.e mesi e venti giorni di reclusione per vilipen­dio della polizia) ed hanno chiesto la soppressione dell'articolo 119 e di tutte le altre parti dello Stato Giuri­dico dei ferrovieri che più facilmente vengono usati dalla direzione a fini politici e repress'ivi.

Quanto alla risposta da dare, mol­ti interventi si sono -espressi contro le brevi fermate di un quarto d'ora o di mezz'ora, chiedendo di a sciopera­re come gli altri ", uniti cioè alle al­tre categorie nelle forme di lotta e negli obiettivi, per la difesa delle condizioni di lavoro e del salario .

CONTINUA LA MOBI'lIT AZIONE

PER IL COMPAGNO G. MASSOBRIO

TORINO, 7 - Continuano le m l­ziative di ,lotta. i pronunciamenti , le mozioni contro il ·Iicenziamento de! compagno ferroviere Giacomo .Mas- . sobrio. Il ,compa'gno iMassobrio, aiuto macchinista del 'deposito ferrovie di Alessandria, è stato licenziato ,sulla base dell'articolo 119 dello stato giu­ridico per il personale FS, ohe preve­de la destituzione immediata per chi incorre in reati contro la personali­tà dello stato, tra cui il vili pendio. Massobrio, fu condannato a 2 mesi e 20 giorni per «essersi reso colpe~ vole » di vilipen~io in occasione del­l'affissione «di manifesti editi dal movimento -Lotta Continua, contenen­ti frasi scorticanti all'indirizzo dell a polizia". Le frasi« scorticanti ", per intenderci, ' erano: ,« Massimiliano Ferretti-, bambino di 7 mesi, è stato ucciso dalla polizia".

Gli articali dello stato giuridico, che permettono di ,licenziare a man salà, sono quattro: il 117, mancanze punibilicQn la revoca dell'impiego, 'il 118, mancanze punibili con la desti­tuzione, il 119, -destituzione di dirit­to, il 146, sospensione d'ufficio e so­spensione cautelare. ,I quattro artico­li, e la loro particolareggiata divisio­ne in punti, costituiscono un arma­mentario repressivo di grande effica­cia, in base al quale, i'n sostanza, H comportamento fuori dal servizio vie­ne automaticamente passibi'le di san­zioni camminate direttamente dall a azienda, oltre che di normale pro ce" dimento giudiziario da parte della magistratura.

NAPOLI - NELL'OFFICINA F.S. DI S. MARIA LA BRUNA

Dura rep;ressione ' contro il sindacato e' 'Ie . ,avanguardie

«Tutto è iniziato alla vigilifi dello . tra tutti gli operai e rendere inof!en­sciopero della zona torrese dichiara- sivo il sindacato di fabbrica. to da CGIL-CfSL-UIL per tutte le cale- . Ha dif,ferito al consiglio di disci­gorie. Ai 4 rappresentanti de/J'esecu- plina un aftro sindacalista dell'im­ti va del consiglio di fabbrica riuniti- pianto, ,il compagno Domenico Ber to­si per concordare le modalità di scio- ne accusato di aver usato in una pero veniva contestato l'abbandono fabbrica dello stato un megafono pr i­del posto di lavoro e furono conse- vato, e di aver rivolto frasi ';ngiu­guentemente puniti con una forte riose nei confronti de/./a dirigenza. multa. Certamente dobbiamo evidenziare

Da questo momento è iniziata una la necessità di allargare a tutti .j l't­dura campagna repressiva contro il vara tori del pubblico impiego i be! ,­sindacato: ai delegati € stato proibi- fici sanciti dallo statuto dei la.voré1t 1-

to di l'asciare i/ posto di lavoro, nel -ri privati, poiché in tal caso ci S8-

contempo i/ funzionario capo impian- rebbero stati gli estremi di una de­to si ricordava di alcuni fatti avvenu- nuncia alla magistratura del f unziona­ti mesi prima ed all'operaio Ugo rio capo-impianto per repressione an­Grezzo, membro dell'esecutivo del tisindacale, ipotizziamo che tale com­C.d.F. contestava di aver effettuato portamento sia dovuto all'aspirazione un annuncio per filodiUusione senza , di qualche funzionario di emergere l'autorizzazione punendolo con due dai ranghi per andare ad occupare po­giorni di sospensione. - sti di maggiore potere ave regna il

A tutto questo le maestranze, già clientelismo, eterna piaga del pubbli­in stato di agitazione, rispondevano co impiego " . con due ore di sciopero, oltre a de- Il C.d .F. officina nunciare a tutte le autorità aziendali fiF.SS. di S. tMaria la Bruna la grave provocazione messa in at­to dalfing. Lombardi che certamente avrebbe avuto vita più facile, se non onore e gloria, nell'oscuro ventennio fascista.

La lotta ha avuto una battuta di ar­resto per la mancata adesione sia della Cisl che della Vi! della zona torrese, sia del Sauti-Cisl e Siut-Vil 'provinciale di categoria.

Intanto, però, J'ing. Lombardi che .fi­no a qualche mese fa non era mai mai presente nell'impianto preferen­do girovagare per !'Italia tra una com­missione e l'altra.

Ha continuato la sua opera tenden­te ad instaurare un clima di terrore

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Domenica 8 dicembre 1974

TORINO - IL 4 DICEMBRE NELLA CASERMA DEL 7° ARTI­GLIERIA

Pugni chiusi alle finestre rifiuto del rancio, e adunata al ritmo di " bella · ciao"

TORINO, 7 - Il 4 dicembre, lo sciopero generale nazionale ha visto in Piemonte un'ampia mobilitazione del movimento dei soldati al fianco della lotta operaia. Una mozione dei soldati delle caserme Lamarmora, Set­timo Artiglieria, Cavour, Ospedale Militare di Torino , di Fossano, Susa, Rivoli , Pinerolo, nella quale si di­chiarava l'adesione allo sCiopero ge­nerale, e si chiedeva il più ampio confronto agli organismi operai di base sul programma del movimento dei soldati, è stata distribuita al cor­teo, ed è circolata nelle ·caserme.

Ma i fatti più significativi si sono verificati nella caserma del Settimo Artiglieria. ·In questa caserma. la mattina del 4 dicembre {festa di San­ta Barbara, la «santa» degli esplo­sivi, patrona dell'artiglieria) si è svol­ta nel cortile un'adunata generale, con cerimonia e messa. I soldati era­no per l'appunto tutti schierati, quan­do, con alla testa gli operai di Mira­fiori, è arrivato il corteo , gridando: {( Soldati sfruttati, ufficiali ben paga­ti ", « Fabbrica caserma la lotta non si ferma ", e soprattutto, « Soldati or­ganizzati diritto di lottare, la classe operaia saprà su chi contare ".

Questo era ·il momento che gli uf­ficiali più temevano: per evitare che i soldati dimostrassero apertamente, come già era avvenuto altre volte, la loro adesione, erano stati colloca­ti piantoni in tutte le camerate e in tutti i locali, ·impedire a chiunque di affacciarsi alle finestre.

E' servito a poco, visto che molte finestre erano egualmente piene di soldati, e che diversi di loro hanno chiarito, col pugno chiuso, di consi­derarsi fino in fondo partecipi della

CAGLIARI - I malati cacciati fuori dall' ospedale

E' pazzesco e infame ciò che avvie­ne all'ospedale « San Giovanni di Dio» di Cagliari. Centinaia di ricove­rati sono stati caciati fuori da un gior­no all'altro per decreto del consiglio di amministrazione, il quale accampa la mancanza di fondi. Da tempo i di­pendenti dell'ospedale erano in scio­pero contro il mancato pagamento de­gli stipendi. In alcuni reparti i malati sì sono barricati per non andarsene.

Questa inaudita situazione costituisce il punto di arrivo di trent'anni di re­gime democristiano, ingrassato sul clientelismo, sulle corpòrazioni ma­fiose, sui sovraprofitti dell'industria della salute, sulle ruberie delle mu­tue, ' e sulla pelle dei lavoratori. Ora la vita dei malati diventa merce di scambio fra le corporazioni ospeda­liere e un governo che ha scelto que­sto nobile terreno per mostrare la sua austerità a senso unic'o. In Italia i la­voratori pagano per la salute più che in ogni altro paese europeo: con que­sti risultati.

Gli onorevoli L'onorevole Lima è candidato a di­

ventare sindaco di Palermo, con l'ap­poggio del./'onorevole Gioia e del mol­to onorevole Vito Ciancimino.

Un consigliere democristiano ha la faccia tosta di dichiarare che lui non ci sta, l'onorevole Lima non gli va bene. Appena uscito di casa vie­ne preso sottobraccio da due amici, che lo infilano in un'auto e gli con­sigliano, con le canne di due pistole puntate alfa schiena, di votare per Lima, che è «bravo picciotto " .

Per aver raccontato questo episo­dio in un articolo, lo scrittore Felice Chilanti e l'ex direttore del quotidia­no l'Ora eranò stati condannati dal tribunale di Palermo su querela de­gli onorevoli Gioia e Ciancimino. La corte di appello di Cagliari ora li ha assolti con formula piena.

Nel frattempo il cc .querelante" ono­revole Gioia è diventato ministro della marina mercantile nel quarto governo Moro; e il <C bravo picciot­to " onorevole Lima sottosegretario al ministero del bilancio.

Pasqualino Marajà " presidente Leone andrà in visita

ufficiale dallo Scià di Persia dal 15 al 19 dicembre.

giornata di lotta. I proletari in divisa schierati per l'adunata hanno anche loro massiccramente risposto agli slo· gans. Durante la cerimonia molti han­no cominciato a canticchiare sotto­voce « bella ciao ", segnando il tem­po col battere i piedi ritmicamente. Gli ufficiali diventavano nervosi, han· no cominciato ad aggirarsi con l'aria indifferente, cercando di " pizzicare" qualcuno, senza peraltro riuscirei, e si sono messi a volte a chiacchierare del più e del meno, del tutto dimenti­chi della « solennità" della cerimo­nia, per distrarre soldati. Ma anche questo non è servito a nulla.

Per il rancio, i soldati del quarto gruppo (150) avevano organizzato, a conferma dei contenuti espressi nel­la mozione e coronamento della gior­nata, il rifiuto del cibo. Gli ufficiali ne hanno in qualche modo avuto sentore: mezz'ora prima della distri­buzione del cibo, il comandante del gruppo, ten. col. Ticli, ha convocato una adunata straordinaria. Con tono mellifluo, dopo avere distribuito ver­mut a tutti, ha incominciato un di· scorsetto sulla situazione della caser­ma: tra il paternalistico e il « demo· crati co " ha espresso .. comprensio· ne " per le esigenze dei soldati , si è lanciato in una serie di promesse, dalla diminuzione del carico di servi­zi, all'aumento delle licenze, alle mi· gl iorie i'nterne, per poi, molto più militaresc'o, proclamare una « dichia· razione di guerra ai fomentatori di malcontento ". Nonostante questo ac· curato dosaggio di bastone e carota, più di cinquanta soldati hanno egual· mente rifiutato il rancio; tutti hanno poi loro espresso solidarietà ed ap­poggio.

La tensione che cresce nella caser­ma, e che ha trovato espressione di­rettamente politica il 4 dicembre, chiama direttamente in causa le con· traddizioni ed il fermento che si verificano ali 'interno della gerarchia. L'attuale comandante, colonnello Elan­gini, a quanto pare in rapporti parti­colarmente stretti col nuovo comano dante della divisione Cremona gen. Maggiorano, si è direcente, soprattut­to per la fase successiva all'arrivo di Maggiorano, contraddistinto per una grossa stretta disciplinare, Un aggravamento delle condizioni dei soldati, non condivisi da buona par­te degli ufficiali a lui sottoposti: che, almeno a parole, dichiarano di esse­re schierati su posizioni democrati­che. Le lotte di questi giorni, i tenta­tivi di repressione indubbiamente messi in moto, anche se per ora sen­za frutto, sono la migliore occasio­ne, per costoro, di dimostrare fino a che punto la loro « fede democrati­ca» è reale.

SCUOLA COORDINAMENTO DEI RESPON­SABtLl DEGLI STUDENl'I DI TUT-TE LE SEDI .

Roma, martedì 10, ore 9,30, alla casa dello studente (dalla stazione Termini autobus 66).

DIBATTITO SULLA CINA

A partire da martedì 10 dicem­bre: Cinque giorni di dibattito sulla Cina a cura del Centro stu­di e informazioni sulla politica cinese, nell 'ambito del Mese dell'editoria militante.

Martedì, 10 dicembre, ore 21: I la liberazione della donna in Cina.

Mercoledì, 11 dicembre, ore 21: operai e contadini in Cina , con proiezione di un film a co· lori girato da compagni di una delegazione.

Giovedì, 12 dicembre, ore 21: la scuola in Cina.

Venerdì, 13 dicembre , ore 21: la politica internazionale della Cina e proiezione del film sugli scontri dell 'Ussuri.

Sabato, 15 dicembre , ore 15,30: dibattito con Aldo Natoli e Alberto Jacoviello.

Palazz ina Liberty, Largo Mari· nai d'Italia, Milano.

ENTI LOCALI

Commissione romagnola enti locali martedi prOSSimo alle 20,30 nella sede · di Rimini, via Pandella 11 (Borgo S. Giuliano).

PIOMBINO

Domenica 8, ore 11, p.zz·a Verdi, comizio su «Lotta ape· raia e situazione politica gene­rale ".

Parlerà il compagno Franco 801is.

INDOVINATE CHI C'E' DIETRO LO SPIONAGGIO FIAT? IL SID

TORINO, 7 - E' direttamente . ispi­rata e guidata da l SID la pratica del­lo « spionaggio Fiat ": questo il dato più clamoroso emerso dall'istrutto­ria contro i massimi dirigenti della Fiat e contro una serie di poliziotti, carabinieri e funzionari, incriminati in seguito alla scoperta, nel 1971, di un centro di spionaggio negli uffici della direzione di corso Marconi della 'fiat stessa.

" processo fu allora « per merito" di Giovanni Colli, -già procuratore generale di Torino ed oggi presiden­te della Corte di Cassazione, insab­biato a Napoli, con la motivazione esplicita che non si poteva processa­re 'Ia Fiat perché questo avrebbe sollevato a Torino « gravi tensioni sociali» e perché non si potevano guastare ' « i rapporti tra la magistra­tura e la più grande impresa del paese ».

A Napoli il giudice istruttore, 'Ma­jorana, ci ha messo tre anni per stendere l'ordinanza di rinvio a giu­dizio {per 57 imputati su 85), ma ancora la pratica è ferma perché il suo giudizio è .« difforme» da quello del pubblico ministero Nicolò Eray­da. Si possono tuttavia anticipare, sulla bas3 di alcuni stralci dell'ordi­nanza di Majorana , alcuni elementi clamorosi che vanno al di là di qualsiasi immaginazione per quanto riguarda la capillar ità dello spionag­gio di Agnelli sugli operai Fiat,i suoi legami con i corpi separati del­lo Stato, l'arroganza con la quale ·Ia Fiat ha compiuto in questi anni la sua politica antioperaia.

In primo luogo i rapporti tra la 'Fiat e il SID. Come si ricorderà il caso nacque in maniera fortuita e la perquisizione ne·gli uffici Fiat da par­te di un giovane pretore coraggioso portò al- rinvenimento di enormi sche­dari in cui erano annotate principal-

' mente le inclinazioni politiche degli operai Fiat. Uno dei primi imputati fu Mario Cellerino, ex ten!'lnte co­lonnello dell'Aeronautica dove era in forza presso i servizi segreti (SIOS), pilota personale di ,Gianni Agnelli, dal 1965 dirigente Fiat degli Uffici dei Servizi -Generali, e dal 1967 ano che capo del servizio di sicurezza dell'azienda . " .Cellerino doveva va-19liare fidoneità dei lavoratori ·in quelle officine poste sotto il « segre­to militare ", come la Divisione Avia­zione, la Divisione ,Mare, la Elettro­nica e in genere tutte quelle legate alla produzione militare, italiana e NATO. Il Celi eri no prese subito con­tatto per avere informazioni con i su'oi ex colleghi del SID, con i massimi d'i­rigenti della Questura di Torino, con la Compagnia Urbana dei Carabinieri di Torino. In alcuni casi questi le­-gami, come dicel'mdinanza e come hanno confessato ·gli imputati, eS'i­stevano già, in altri casi furono crea­ti dal nulla. Così SID, carabinieri, questura si misero al servizio della Fi·at e a segnalare i sospetti « sovver­sivi ", e porre il veto a certe assun­zioni, a spiare la vita e l'attività po­litica di mi·gliaia di lavoratori.

La procura di Napoli or·dinava allo­ra il sequestro delle schede del SIID di ,Roma per confrontarle con quelle della IFiat, ma - si legge nell'ordi­nanza - « il generale di brigata Ah­tonio Alemanno, capo dell'Ufficio Si­curezza del 1510, cui l'ordine era per­sonalmente notificato, dichiarava di

Una luminosa carriera: il Procuratore Generale Colli, amico di Sogno e di Agnelli, dall'insabbiamento dello « spionaggio FIAT» all'avocazione di tutte le inchieste sulle trame golpiste

non poter corrispondere all e riohie­ste . assumendo che gli atti, presi nella loro globalità, assurgono al 'ri­lievo di segreti politici e militari ».

" generale Alemanno non è uno sconosciuto; ,è quel personaggio che è invisc·hiato fino al collo nella « Ro· sa dei Venti ", ed accusato, insieme al capitano 'la -Bruna (quello ch~ por­tava lo stipendio al latitante fascista Giannettini) di tenere i contatti con i fascisti spagnoH. Se doveva man­care un tassello alle attività del SI D, eccolo qua: questo servizio è al di­retto servizio dei più grandi gruppi industriali I(ricordiamo il '« mattina­le " inviato dal SI'D a Cefis, presi­dente della Montedison, di cui si par­lò mes'i fa), oltre che essere j.J di­retto ispiratore ed organizzatore del­le trame golpiste in Italia. Ma c'è di più: alcuni suoi ' uomini si sono pre­stati direttamente, hanno supplicato di poter fare -un po' di lavoro per i padroni: è il caso dell'allora maggio­re dei carabinieri e capo del SID a Torino, Enrico Stettermajer il qua­le, come emerge dali 'istruttoria, nel­l'ottobre 70 « aveva rinnovato l'offer­ta di una sua proficua collaborazio· ne, sia per il soddisfacimento delle quotidiane necessità, che per l'acqui­sizione di notizie di particolare riguar· do. In contropartita, non trovando un preciso ed adeguato inserimento nel­l'azienda, l'ufficiale ha richiesto un compenso mensile lasciando alle a­ziende la determinazione dell'impor­to ". Vedremo che l'ufficiale si ven­derà per poco, poco più di centomila lire al mese, e così faranno il capo dell'Ufficio Poi itlco della Questura Bessone {che dovrebbe essere so­speso in attesa di , giudizio, e che è invece capo gabinetto del questore di Milano), Fortunato Stabile, capo ga­binetto del questore, Aldo Romano, vice capo dell'Ufficio Politico.

Ma quello che più colpisce negli atti istruttori è la dimensione di que­sta opera di spionaggio: 150.665 sche­de sequestrate (dal 1967 al 1971), e noi sappiamo che negli uffici di corso

Marconi furono fatte uscire camionate di altri documenti compromettenti , e sappiamo ançhe dove furono deposi­tati provvisoriamente, prima di essere nuovamente riorganizzati in luoghi si­curi. Le assunzioni di lavoratori in quel periodo furono in tutta la Fiat 91.387; restano 59.268 schede che do­vrebbero rappresentare tutti i lavora­tori che sono stati scartati dalla as­sunzione per motivi prevalentemente politici. Cellerino andava per le spic­ce: sulla scheda personale di ognuno scriveva, grazie ai rapporti del SID, della Questura, dei Carabinieri (ma anche di parroci, di impiegati comu­nali, di assistenti sociali): «iscritto al PCI ", .« acceso comunista ", « sim­patizzante verso i partiti di estrema sinistra", «simpatizzante comunista non pericoloso ", oppure « fascista ", « ori-entato verso i 'Partiti dell'ordine '»

e anche « confidente dell 'ufficio poli­tico e del SID ". C'era poi un siste­ma di distribuzione dei nuovi assunti nelle varie officine in modo da « con­tenere e controllare certe lievitazioni sociali ... " .

Gli « uomini 'Fiat» che gestirono l'intero « affare" sono ancora tutti al loro posto, nella dirigenza Fiat. Così per Cellerino, così per i suoi capi, tutti incriminati: Niccolò Gioia che firmava le delibere per i versamenti e le legumiere ai poliziotti, è diret­tore generale della Fiat, Garino è di­rettore della Weber, Cuttica 1avora nell'ombra anche se non ha più inca­richi pubblici , Gaudenzio Beno è am­ministratore delegato , Ugo Negri è sempre capo del servizio Assunzione Operai e come Ettore Amerio è uno dei tramiti principali tra la Fiat e il M'SI.

E mentre costoro restano a dirige­re stoccaggi e licenziamenti, il loro padri'no Colli viene addirittura pro­mosso a capo della Cassazione, per continuare nell'opera meritoria di in­sabbiamenti e avocazioni e per per­mettere al SID di proseguire nei propri piani di provocazione antiope­raia. C'è un limite!

SOTTOSCRIZIONE 'PER IL GIORNALE Nella sottoscrizione del 6 dicem­bre della sede di Roma si deve leg­gere 20 operai Sip anziché un ope­raio Sip. PERIODO 1·12/31-12

Sede di Roma: Nucleo S. Lorenzo 20.000; Paolo 3

mila; operai Intersped 6.000; Nucleo insegnanti Tufello 80.000; un compa­gno del Tufello 5.000; Nucleo Castelli romani 21.000; Sez. Cinecittà 20.500; raccolti all'assemblea per l'autoridu· zione a S. Basilio: operai e proletari 34.000, Se!enia 10.000; raccolti dai compagni 50.000; Sez. Tufello 23.000; studenti e insegnanti sperimentale 25.420; Gaio Lucilio 1.000; colletta 7.420; commissione insegnanti 15.000; un compagno 100.000. Sede di Nocera Inferiore 25.000. Sede di Molfetta 15.000. Sede di S. Benedetto del Tronto:

I compagni di Fermo 23.000; rac· colti dai compagni 4.000.

CIRCOLI OTTOBRE Domenica 8 alle ore 15,30 nel­

la sede di -Reggio Emilia in via Franchi coordinamento regiona­le dei circol i Ottobre dell'Emi­lia.

Sede di Milano: Carlo insegnante 10.000; CPS Bre­

ra Milazzo 10.500; Paola 20.000; com­pagni assicurazione Abeille 13.500; Franco insegnante via Cagliero 10 mila; Sez. Bovisa: Roberto S. 10,000, Maurizio F. 10.000, Maria Luisa T. 1Q.000; Sez. Romana: i compagni del­la sezione 31.000, CPS Piazzale Ab­biategrasso 16.000. Sede di Pavia:

Infermieri dell'Ospedale psichiatri­co di Voghera 5.000; collettivo poli­tico sanitario 55.000; un compagno 10.000. Sede di Bergamo: 200.000. Sede di Varese: 15.000. Sede di Livorno:

Roberta e Massimo 5.000. Sede di Arezzo: 10.000. Sede di Siena: 20.000. Contributi individuali:

Carlo Maganzini - Londra 1.500; L.F. - Roma 50.000; Angelo e Silvio -Roma 10.000; Enrica - Massa 2.000; Nicola - Trapani 2.000.

Totale L. 1.014.840; Totale prece­dente L. 5.435.460; Totale comples­sivo L. 6.450.300.

30 MILIONI ENTRO IL 31 DICEMBRE

Oggi abbiamo ricevuto alcune tre­dicesime che non entrano a far par· te della sottoscrizione per il giornale ma costituiscono il primo contributo per il congresso.

Questa indicazione deve essere ra· pidamente raccolta da tutti i compa­gni operai, impiegati e insegnanti del­la nostra organizzazione:

Le tredicesime per il congresso

Sede di Roma: Loredana insegnante 50.000.

Sede di Milano: Silvia e Mario 1" anticipo 20.000.

Sede di Trento: Sandro e Odilia 100.000; Loris

50.000. Totale L. 220.000.

LOTTA CONTINUA - 3

NOTIZIARIO ESTERO

SPAGNA

La mobilitazione operaia cresce. AI terzo giorno di sciopero la combatti­vità operaia è in aumento. Secondo le organizzazioni sindacali spagnole che o.perano nella clandestinità sono più di 50.000 i lavoratori che partecipa­no agli scioperi. 'Miglioramenti sala­riali e liberazione dei detenuti poli· tici . sono alla base delle rivendica­zioni della classe operaia spagnola.

Nella regione di Barcellona i lavora­tori della Hispano Olivetti, rSiemens, Pirelli ed altre fabbriche hanno for­mato cortei cittadini assieme a'i la­voratori dei trasporti e · deH'ammini­strazione dell'istituto nazionale di previdenza. Scioperi anche nella re­gione di Pamplona do.ve circa 8.000 lavoratori sono in lotta. Tra questi gli operai della Cl Authi" scesi in lotta per costringere la direzione a dare inizio ai negoziati per il rinnovo del contratto collettivo. Continue .fermate alla ,FASA~RENAUU dove nei .giorni scorsi si erano avute lotte du­rissime. Nel settore agricolo sono in agitazione i giornalieri della viticul· tura. Anche a Madrid i conflitti so­ciali si stanno moltiplicando . Oltre agli edili sono éntrati in lotta i bano cari, una categoria che interessa 125 mila lavoratori.

ARGENTINA - STRAGE FASCISTA

Con la copertura del governo, dei servizi segreti dell'esercito e delle forze di polizia i killer dell 'organiz· zazione nazista argentina AAA, al­leanza argentina anticomunista, con­tinuano ad assass·inare chiunque ven­ga identificato come oppositore al­l'attuale regime. Si tratta di una ve· ra strage. Nelle ultime 24 ore ci so· no stati altri 8 morti. !Due compagni sono stati trovati assassinati e muti­lati avvolti in una bandiera dell 'ERP in pieno centro di Buenos Aires . Nel­lo stesso tempo una banda fascista prelevava dalla sua abitazione il com­pagno Roberto Silvestre, militante del· la sinistra peronista, e lo assassina­va a raffiche di mitra nella strada. A Tucuman i I compagno Manuel Monte· negro, 19 anni, veniva assassinato ed il suo corpo lanciato da un auto in corsa nel centro della città. Manuel era figlio della compagna rBerta Mon· tenegro rapita 'la settimana scorsa dai fascisti è assassinata dopo or­rende torture . Il padre di Manuel è pri-gioniero nel carcere di -Rosario co· me «estremista di sinistra". Sem· · pre a 'Buenos Aires due cadaveri so· no stati ritrovati in un quartiere pe· rfferico. I corpi erano mutilati dopo la morte avvenuta per colpi d'arma da fuoco. Altri due militanti sono stati assassinati dalla polizia in uno scontro a fuoco.

GRECIA

Sei milioni di greci si recano que­st'oggi alle urne per scegliere tra monarchia e repubblica. E' il quarto plebiscito che viene tenuto in Grecià sul medesimo problema negli ultimi 50 anni. Concludendo la campagna elettorale Costantino, re in esilio, si è rivolto al popolo greco attraverso la radio e la TV chiedendo di {( poter tornare a casa sua» e promettendo che d'ora in avanti « sarà ·un esempio di lealtà". E' difficile credere che il popolo greco si faccia incantare dalle promesse di questo re che tanti dal· lari ha investito nella campagna elet· torale nella speranza di poter strap· pare una minoranza relativa che gli permetta di « tornare a casa ». Co· munque una vittoria di stretta misu· ra della monarchia non è da esclu· dere. La campagna elettorale non è stata priva di incidenti e di tentativi di provocazione. Dopo i feriti degli scontrj provocati dai monarchici una decina di giorni fa una bomba è esplo­sa sabato mattina nella sede centrale del partito monarchico. Non si lamen· tano vittime, i danni sono stati solo materiali. La lotta per la sovranità nazionale in Grecia continua ed i sen .. timenti antiamericani crescono.

ROMA Per il primo congresso nazio·

naie di Lotta Continua, si terrà un ciclo di conferenze a Spazio Zero, teatro-circo in via Galvani (Testaccio).

Lunedì 9 dicembre ore 18 " Si. tuazione internazionale e crisi dell'imperialismo ". Con la par­tecipazione del compagno Fran· Co Lorenzoni.

Venerdì 13 dicembre ore 18: « Forze Armate e partito del gol. pe ". Con la partecipazione. del compagno Marco Boato .

Martedì 17 dicembre ore 18: « La situazione politica e il pro­blema della tattica ". Con la par­tecipazione del compagno Fran­co Bolis .

4 - LOTI A CONTINUA

Milano VENERDì È STATO FIRMATO L'ACCORDO INTERSIND-FLM

onti, cassa integrazione, mobiità: dopo la Fiat, l'Alfa

MILANO, 7 - Venerdì sera, dopo una serie di incontri primaclande­stini, poi informali, è stato raggiun­to l'accordo tra sindacati e direzio­ne Alfa Romeo, che riguarda gli ol­tre 20.000 lavoratori di Arese e del Portello . L'ipotesi di accordo, che verrà presentata alle assemblee nei primi g'iorni di questa settimana, di­mostra come l'atteggiamento di pie­na disponibilità del sindacato si sia oggi trasformato in una totale capi­tolaz'ione alle richieste padronali. Nell'attuale accordo viene infatti ac­èettata l'attua7.ione della cassa inte­grazione, secondo le modalità più funz'ionali ai piani produttivi dell'Al­fa; viene completamente dimentica­ta la proposta, pur riduttiva, del 7x5, viene dato pieno avallo ad ogni ten­tativo di spezzare la rigidità e l'or­.ganizzazione operaia dentro la fab­brica.

Ma ved'iamo punto per punto le caratteristiche dell'accordo. Già dal­le prime battute del testo si vede come la volontà con cui il sindacato era andato alle trattative, quella cioè di arrivare ad una discussione e ad un accordo globale« sùlle prospet­tive produttive, sui programmi di in­vestimento e di diversificazion€, sui problemi dell'organizzazione del la­voro» per tutto l'arco del '75, ha

subìto una rapida "evaporazione »: al rifinimento e alla preparazione Verrà util izzata inoltre l'anticipazio­nell'accordo i termini di ognuno di delle ·macchine. Inoltre, anche se n-on ne di tre festività (15 agosto, 1. no­questi problemi restano assolu- appare esplicitamente dal testo del- vembre, 7 dicer:nbre '75) cadenti in tamente vaghi, non viene presenta- l'accordo, si cerca di andare ad una giorno non lavorativo ... e "delle ul­ta nessuna proposta concreta al di corresponsabilizzazione dei delegati, teriori ore necessarie per le quali fuori di quella che conferma la rea- che dovrebbero definire per ogni re- è previsto il recupero a regime nor­lizzazione dello stabilimento di Foggia parto, il numero dei comandati indi- male ». ,(A quanto ammontino que­per i motori «Diesel Veloci », sta- spensabili con una contropr-oposta ste ore non è dato sapere, quel che bilimento già programmato da tempo alle richieste della direzione. ·è probabile è che la direzione n-on e che già nel precedente accordo Su" possibili trasferimenti in ma- vog lia limitarsi alle 8 ore accennate aziendale i sindacati avevano sban- ter ia di organizzazione del lavoro)~ in un primo momento). dierato come una grossa vittoria. emerge il più grave baratto della AI termine del testo dell'accordo

Sulla questione della difesa della forza operaia; il cambiamento dei segue un «calendario delle giorna­occupazione l'Alfa offre la sua di- processi di lavorazione sulle linee do- te di sospensione dal lavoro", a cui sponibilità per un ulteriore incontro vrebbe essere per la direzione, la è legata una essenziale e chiarifica­con i sindacati entro i prossimi sei rotazione degli operai, lo svolgimen- - trice postilla . Ogni venerdì s-ospen­mesi; .. dichiara che non effettuerà to di più mansioni, la Goncentrazio- derà il lavoro il secondo turno, e, a licenziamenti, per riduzione di perso- ne delle pause alla fine, e cioè, in venerdì alternati, il centrale. Quel naie, nel '75". Garanzia del tutto ultima analisi, un tentativo di aumen· che viene detto nella postilla è chè insufficiente, se si pensa che s-olo tare la produttività e di diminuire gli durante la « sospensione totale ", nei nell'arco di quest'anno l'organico si effetti negativi dell'assenteismo. Con periodi, cioè, dei ponti, la direzione <è ridotto, per il turn-over e per i questa" nuova" organizzazione del fornirà elenchi dei comandati che pensionamenti, di più di 1800 unità lavoro, verrebbe reso più elastico comprendono "inventario, prepara­e che nel testo dell'accordo nulla l'andamento del ciclo lavorativo, e zione e presentazione vetture, pre­viene detto sullo sblocco delle as- verrebbe istituzionalizzato, in ca m- parazione ripresa attività », cioè un sunzioni, sull'onda, anche qui, di bio di una" qualificazione professi 0- elenco di comandati che può raggiun­quanto è stato deciso per la FIAT. naie" ben poco credibile, il princi- gere il numero di oltre 6.000. Senza

Terzo punto, quello sugli straor- pio della mobilità interna. contare che nel calendario si parla dinari: l'intransigenza con cui nel- Resta da vedere la questione dei solo di operai, e non si fa nessun le scorse settimane il sindacato ave- ponti e della cassa integrazi·one. accenno agli impiegati, con i quali va proposto il rispetto delle 40 ore "Le parti» dice il testo dell'accor- il numero ·di chi lavorerebbe sale a settimanali per tutti, viene anch'es- do,,, concordano la sospensione del- circa 9.000. Non resta per ora, in sa a crollare. ·Gli straordinari resta- l'attività produttiva per 34 giorni (8 attesa della ripresa del lavoro di no 'infatti a discrezi·one dell'azienda; dei quali già effettuati)" attraverso lunedì ~ del dibattito operaio nei re­quello che viene definito f( un'ulte- tre ponti: dal 23 dicembre al 7 gen- parti, che riportare il "positivo giu­riore graduale riduzione delle pre- naio, dal 14 al 28 marzo, dal 24 apri- dizio dei sindacati ". Nel Gomunicat9

FIAT _ DURANTE stazioni straordinarie mediante ri- le al 30 aprile. « Per tutti i giorni del dell'f,LM milanese si legge: ,,l'ipo­qualificazione e addestramento del ponte tranne tre, gli operai riceve- tesi coglie sostanzialmente le riven­

.I personale interno" si r'iduce ad es- ranno il trattamento previsto dalla dicazi·oni dei lavonUori presentate a

I.l PONTE MIGLIAIA sere una dilatazione degli straordi- cassa integrazione ordinaria, integra- fronte della richiesta aziendale di nari dai lavori di manutenzione a ta dall'azienda fino a raggiungere realizzare un rallentamento produt-

DI COMAN DATI q_U_e_I_Ii_d_i_re_t_t_am_e_n_te __ p

_ro_d_u_tt_iv_i_, _C_i_O_è __ I_'8_0_p_e_r_c_e_n._t_o_d_e_l_s_a_la_r_io __ 1o_r_d_o_,,_. __ ti_v_O_""_. _". ___________ _

TORINO, 7 - Uno degli aspetti più importanti dei recenti accordi "Sul ponte dei vari settori FIAT (e del quale, soprattutto da par!e del.I'FL~, ben poco si è parlato) e la "berta: che la FIAT si è fatta concedere, di « comandare" arbitrariamente gli ope­rai a lavorare durante il ponte. E ha tutte le intenzioni di farlo. Il ponte quindi non c'è per tutti; esattamente come la cassa integrazione per tutta questa fase di orario ridotto: i « tes­serini colorati» continuano a girare; il tentativo di dividere gli operai con­tinua, e così i ricatti dei capi. .

MILANO - Gli operai dell'OM alla testa della lotta per la casa

Attraverso i comandati, la FIAT ha intenzione di fare ancora « tirare» le lavorazioni che più le servono, la 131, le fonderie, ecc., e inoltre, probabil­mente, di usàre i suoi operai come manovalanza per le operazioni di ri­strutturazione e sostituzione dei mac­chinari.

Ieri, delegati delle presse di Mira­fiori, che si sono recati per chiarimen­ti in direzione, hanno ottenuto i pri­mi dati, che parlano da soli: alle pres, se i comandati saranno 4000, soprat­tutto addetti alla 131 e alla manuten­zione: lo stesso numero che ha conti­nuato a lavorare ad orario pieno negli ultimi due mesi. Si sa anche che pa­recchi saranno i comandati alle car­rozzerie, a quanto pare più di 5.000, di nuovo più o meno la stessa ci·fra di coloro che hanno lavorato nei gior­ni di cassa integrazione; mentre le fonderie continueranno a lavorare. Su questa questio:oe torneremo nei prossimi giorni con dati e valutazioni più precisi.

Ormai da tre settimane 200 fami­glie occupano le case di viale Fama­gosta che il Comune ha deciso di non assegnare più aj senza tetto do­po che preciSi impegni in questo sen­so erano stati presi dalla giunta co­munale.

Mentre si sta sgonfiando la monta­tura poliziesca con cui 7 compagni erano stati sbattuti in galera, nel ten­tativo di demoralizzare gli occupanti facendoli desistere, si consolida den­tro l'occupazione la direzione operaia sulla lotta.

Già dalla prima udienza, di fronte alle palesi contraddizioni in cui sono caduti i poliziotti che sostenevano la versione della violenza privata contro gli operai dell'AEM per giusti­ficare l'aggressione ai proletari che attendevano la riparazione del cavo elettrico con cui vengono alimentate le stufette, il giudic:e ha .concesso la scarcerazione dei 7 compagni arre­stati. Determinante è stata la testi­monianza degli stessi operai della AEM, che hanno ri,fiutato di farsi strumento della provocazione poli­ziesca.

L'occupazione è portata avanti da molti compagni operai, avanguardie di fabbrica e delegati; j.J nucleo più

MI'lANO - NUOVA INFAME PROVOCAZIONE ALLA SNIA DI VAREDO:

Tre • operai licenziati Due sono militanti di Lotta Continua (uno è un delegato) il terzo è un ex-partigiano del PCI, RSA della CGIL '

MltANO, 7 - Ancora una gravis­sima rappresaglia padronale alla Snia di Varedo: questa mattina tre com­pagni operai hanno ricevuto' la lette­ra di licenziamento per «violazione dell 'arti colo 55 ". Due dei tre compa­gni sono militanti di Lotta Continua (uno è delegato). il terzo è un ex­partigiano , rappresentante sindacale della CGIL, militante del PC!. La pro­vocazione della direzione Snia è scat­tata durante due ore di sciopero pro­clamato nel quadro del pacchetto de­ciso per la vertenza generale: i tre compagni erano andati a invitare un crumiro ad aderire allo sciopero. Do­po un paio d'ore , e una discussione che aveva coinvolto altri operai del reparto, il crumiro , dietro esplicita sollecitazione dei capetti, si re­cava in infermeria; venivano chiamati altri noti ruffiani a. firmare un verba­le approntato dalla direzione. Questa

rappresaglia della Sn ia si inserisce in disegno repressivo che marcia da tempo in fabbrica che ha al suo« at­tivo" due serrate, continue lettere di ammonizione, continu i trasferimenti dei · compagni da un reparto all'altro, con numerosi e reiterati tentativi di li­cenziamento delle avanguardie. Di controa questo crescere della spirale repressiva alla 'Snia di Varedo dove oltre 2.000 operai sono da tre mesi in cassa integrazione la forza e l'uni­tà degli operai si è andata cemen­tando in misura sempre maggiore: lo sciopero di otto ore di mercoledì scorso è stato compatto, combattivo, il più forte degli ultimi anni , ai pic­chetti durissimi e folti si esprimeva tutta intera questa forza. Per lunedì la mobilitaz ione in fabbrica sarà im­mediata, i provvedimenti dovranno es­sere ricacciati indietro, il CdF si riu­nirà subito per dare una prOl"lta ri­sposta di lotta.

numeroso e nello stesso tempo più omogeneo è quello degli operai del­l'DM, la più vicina ,alle case occupa­te tra le grandi fabbriche milanesi.

Sono 15 gli operai DM che appro­fittando del sabato festivo si sono riuniti dentro le case occupate insie­me a compagni e delegati della fab­brica, per discutere l'organizzazione interna della lotta e la sua gestione rispetto all'OM e affe altre .fabbriche della zona Romana.

Le decisioni prese al termine della "liunione prevedono una delegazione di massa al C.d.F. OM per lunedì, la p;e­sentazione di una mozione all'assem­blea di martedì, la partecipazione di una delegazione di occupanti al C.d.z. convocato per mercoledì, la convoca­zione di un'assemblea di operai e de­legati della zona per la fine della set­timana.

Compagno della Fonderia, iscritto alla cellula OM del PCI: {( Occupo da 15 giorni, con mia moglie e i miei 2 gemelli di 21 mesi. Abitavo in una stanza di 4 metri per 3. Ho avuto lo sfratto per morosità. Ieri sera ho par­tecipato a una riunione del Consi·glio di Zona al Comune. Abbiamo spiega­to che questa non è una lotta che riguarda soltanto chi occupa, magari perché si trova in condiz ion i peggior i degli altri - perché è un "dispera­to", come dice .qualcuno - ma ri­guarda tutti gli op~rai che hanno il problema della casa, che vivono in case malsane dove i figli si ammala­no, e non hanno i sold i per pagare l 'affitto .

Sono intervenuto per r icordare che a Milano ci sono 36.000 alloggi s.fit­.ti, che se fossero affittati facendo pa­gare il 10 per cento del salario non solo si r isolverebbe il problema di 36.000 famigl ie, ma si potrebbe ave­re la forza per far abbassare l'affitto a'gli altri padron i di casa . Alcuni C . d.F. della zona Giambellino-Solari condannavano l'occupazione dicendo che ci sono delle differenze tra Mi­lano, Torino e Firenze. Questa è la s ituazione perché i partiti non pren­dono posizione. A Torino hanno pre­so posizione per l'occupazione e l 'au­toriduzione. Ma allora , dico io, noi di Milano chi siamo?

lo sono un attivista del P·CI, ma se il partito non tiene conto delle mie condizioni reali, che io non ho la casa, che partito ·è?

Sono andato alla sezione Aliotta e ho protestato per la versione che l'Unità ha dato sulla carica della polizia di sabato scorso. Quale € la linea del partito su queste cose? E' realmente per la requ isizione delle case o soltanto a parole? Non mi hanno dato una risposta . Anche nella cellula OM nessuno mi ha detto nien-

te . e un dirigente mi ha conSigliato di fare ' un corso di partito perché sto sbandando: "Tu hai fatto l'occupa­zione e l'autorizzazione. Stai uscen­do dalla nostra linea" . .Questa lotta è più difficile della lotta di fabbrica perché tentano di isolarci dagli altri operai f.acendoci passare come dei casi isolati anche se la maggioran­za s i trova nelle nostre condizioni. Per ' questo bisogna allargare l'occu­pazione in -fabbrica facendo il massi­mo di propaganda; dobbiamo porta­re all'occupazione anche gli operai meridional i che stanno nelle pensio­ni da 60 .000 lire al mese e quelli che non possono sposarsi perché nO'n trovano la casa ».

Compagno operaio della Meccani­ca: {( 'Guesta lotta non è un fatto privato di quelli che occupano. Alla assemblea di fabbrica dobbiamo pre­sentarci come quelli che sanno dare una risposta vincente a questa crisi, ai ponti, alla cassa integrazione, alla ristrutturazione, all'aumento dei prez­zi. L 'occupazione e l'autoriduzione sono lotte che piegano i padroni a partire dalla nostra iniziativa di mas­sa; così bisogna fare anche p'er i ponti e la ristrutturazione .

Compagno operaio, rsp. Anime: " Con questa nuova delibera del Co­mune i senza tetto dovrebbero paga­re 60-80-90 mila lire al mese. Ho sette figli, per questo non vogliono da'rmi la casa . Nel mio reparto in po­ch i giorni ho raccolto 64 firme di ap­poggio alla lotta ».

Tonino, operaio della Meccanica Nuova: {( 'Dobbiamo diventare un pun­to di riferimento per tutti gl i operai dell'OM su come si risponde all'at­tacco dei padroni. Dobbiamo costrui­re la direz ione operaia su questa lotta, organizzare i picchetti, il ser­vizio d'ordine, le manifestazioni, le delegazioni alle altre ·fabbr iche. Alla assemblea di martedì un compagno occupante deve parlare per convin­cere gli operai a prendere la direzio­ne politica di questa lotta" .

Compagno delegato Fonderia: {( La settimana prossima inizia all'OM la raccolta delle bollette. Gli occupan­ti devO'no essere gli attivisti anche dell 'autoriduzione. Troviamoci lun edì alla fine del primo turno per organ iz, zare una delegazione di massa al Cons iglio. Il 'C.d .F. deve approvare la nostra lotta e partecipare alle assem­blee che facciamo qui nelle case . La lotta si deve estende're e rafforzare.

L'altra volta la polizia ci ha preso alla sprovvista , non ci aspettavamo la ca­rica; ma adesso sappiamo come si comportano e se tornano a fare pro­vocazioni troveranno pane per i lo­ro denti ".

Domenica 8 dicembre 10974

Scandali, golpe e risse DC: tornano le microspie

Le inchieste sul golpe, virtualm.en­te già a Roma dopo la decisione pre­sa ieri dalla cassazione di Colli. con­tinuano . ad essere l'arma principale del ricatto in questa ·fase. La novità . neutralizzati Tamburino e Violante, consiste nel fatto che l'ipoteca delle centrali politiche sull'attività istrut­toria si fa enormemente più pesante e diretta.

E' difficile non interpretare in que· sta chiave la ripresa" a freddo» del­l'inchiesta sullo spionaggio telefonico che, partita giusto 2 anni fa e conge­lata dalla Cassazione dopo 9 mesi di burrasca, riemerge in connessione con le trame golpiste . Autore della clamorosa riesumazione è Domenico Sica , un magistrato che dall'inchiesta per Primavalle alla gestione del tele· sp ionaggio esemplifica bene cosa si intenda per conduzione pilotata delle inchieste. Dall'escussione dei testi dell'inchiesta sul fallito golpe di Bor­ghese sarebbero emersi elementi im­portantissimi che mettono in relazio­ne ambienti, personaggi e organismi istituzionali responsabili dei tentati­vi eversivi con la vicenda delle radio­spie. Sica ha preannunciato la çonvo­cazione di una serie di personaggi di primo piano per dare l'abbrivio alla

ripresa della sua inchiesta . Tra que­sti l'ex capo della polizia Vicari , i l questore di Como Nardone , il fasc ista Tom Ponzi, l 'ex capo della Criminal­pol-alta Italia Beneforti. Sono alcuni dei personaggi che furono al centro dell'a « guerra delle spie" dichiarata e' condotta da Andreotti (al tempo presidente del consiglio) per distrug­gere a favore di un'ala del Sid ' e dell'arma dei carab inieri la concor­renza degli altri corpi separati dopo 30 anni di monopolio di potere demo­cristiano. Apparati estesi su tutto il territorio nazionale e in concorrenza fra loro, legami con i servizi segreti USA e greci, responsabilità di mini­stri e grandi padroni (come Cefis) il tutto in una ridda di spie pubbliche e private, di apparati elettronici, di ­colpi di scena giudiziari che ebbero al centro personaggi potenti come Carmelo .spagnuolo. La guardia di fi­nanza di Preti e gli « Affari riserva­ti " del Viminale figurarono in ve$te di protagonisti , sotto l'attacco dei ,lo­ro concorrenti, mentre tornavano alla ribalta le storie di altri intrighi di stato, da quello dell'e aste truccate ANAS a quello dei fondi neri Mon­tedison.

DALLA PRIMA PAGINA MORO camente permettersi di dire che i I suo programma « è esattamente l'opposto di quello di chi volesse trarre profit­to, per restaurare antichi equilibri di forze, dall'obiettiva condizione di de­boleza dei lavoratori in un difficile momento di crisi ". Moro conta cioè non sullo scontro, ma sulla collabo· razione del « partito della ristruttura­zione» (e dell'accordo-quadro) pre­sente in forze nel sindacato.

Seguono le lodi per «alcuni ·inco­raggianti segni di una maggiore di­sponibil ità (delle confederazioni) a trovare soluzioni positive di gravi problemi connessi alla riorganizzazio­ne del lavoro ", per esempio, nel set­tore del pubblico impiego, ciò riguar­da Ié! mobilità del lavoro, la riquali­ficazione professionale, la limitazio­ne dell nuove assunzioni. Sulle impo­ste Moro ribadisce che, fermo restan­do l'una tantum sulle abitazioni, non vi saranno nuove tasse per i ricchi, ma solo maggior '(sic!j rigore nell'ac­certamento.

Prima di passare alla politica estera (e in particolare al fondo regionale CEE, di dubbia istituzione) Moro de­dica poche parole alla riforma sani­taria: la riforma sanitaria si farà quan­do si farà. Per adesso tutto quello che Moro promette è un " lento e gradua­le» consolidamento dei debiti delle mutue verso gli ospedali. Intanto i malati vengano pure gettati in strada: è anche questo un metodo per rispar­miare risorse e « risanare» l'econo­mia. Mors mea, vita sua.

, PALERMO Sotto la pioggia, sono risuonati anco­ra più decisi gli slogan contro il s indaco -democristiano, ormaiam~ piamenti riconosciuto come i I nemi­co numero uno da tutti gli studenti della città. Si fa un lungo 'giro, duran­te il qua le tutti gli autobus che pas- ' sano vengono bloccati e riempiti di scritte sulla gratuitità dei trasporti. Si canta « .11 potere deve essere ope­raio", si discute con i passeggeri degli auto. Si ritorna al municipio, dove si tiene un breve comizio con­clusivo in cui s i 'riafferma la volon­tà di vincere di tutto il movimento.

Si dà l'appuntamento per il po­meriggio, quando <è stato annunciato che si riunirà la giunta per prendere le sue decis ioni : faremo un presidio di massa assieme agli operai e ai comitati di quartiere, dicono i com­pagni, e vogliamo che alme·no si mettano gli autoparlanti per sapere cosa dicono i consig li ere comunali democristiani e repubblicani. Il cor­teo si scioglie , non senza un tentati­vo della polizia di far togliere il bloc­co stradale prima che sia .deciso da­gli studenti, tentativo respinJo con fermezza e decisione da turti.

Nel pomeriggio, però, {( -L'Ora» por­ta la not izia che il s indaco ha rinvia­to la riunione della g iunta perché aspetta il responso dei tecnici della azienda mun ir;ipalizzata dei traspor­ti, che stanno studiando i provvedi­menti da prendere.

Si tratta di una nuova provoca­zione, a cui tutto il movimento inten­de dare una risposta. Alle cinque d~1 pomeriggio, piazza Pretoria viene egualmente occupata, l'incrocio dei « quattro canti" ugualmente blocca­to. Intorno, un imponente schiera­mento di poliziotti e carabin ieri. Il segretario provinciale del PCI , Man­nino sale su l piedistallo di un lam­'Di one, e tiene un comizio molto du­rro contro il sindaco e le sue fughe,

dichiarando ohe gli operai , gl i stu­denti, gli abitanti dei quartieri sa­ranno ogni giorno in piazza finché Marchello non ci ripe·nsa. Annuncia, per martedì 10, .giorno in cu i il sin­daco ha promesso di riconvocare la giunta, lo sciopero generale citta­dino di tutte le c·ategorie .

«La lotta continua", ·ripete più volte, costretto dalla rabbia generale a usare toni molto aspri. Finito il comizio, si forma un ·corteodi tre­mila compagni, in cui l'assoluta ' prevalenza numerica e la capacità di imporre ,gli slogans come i-I « Pote­re deve essere operaio» sono <lella sinistra rivoluzionaria, anche se , per la prima volta dopo cinque gio-rni , al­la testa ci sono i dirigenti del PoCI e l'apparato, che hanno chiesto nella piazza stessa l'.autorizzazione della questura per il corteo improvvisato. E' un corteo mi·litante , compatto, che gira ancora una volta il centro e te­stimonia della forza del movimento a Palermo, per una giornata intera tenuta dagli studenti in lotta.

.All'entusiasmante gio'rnata di ve­nerdì si 'il arrivati con una mobilita­zione capi·llare e conti'nua ,iniziata il giorno stesso in cui il sindaco ha deciso di far aumentare il prezzo de­gli autobus cittadini da 50 a 100 lire. L'aumento era stato deciso 'in agosto dalla giunta comunale DC-PSDI-PRI, ma era stato rinviato ·a domenica pri­mo dicembre. ILa mattina di domeni­ca, gli autisti e i bigliettai deH'AiMAT, l'azienda municipal izzata dei traspor­ti, scioperano pe·r due ore.

E' pO'co, ma è l'inizio. Lunedì e mar­tedì esplode l'iniziativa proletaria. Jn due quartieri, Villagrazie e Vergine Maria, operai e studenti bloccano al mattino gli autobus impedendo loro di proseguire per qualche or·a. Alla stazione centrale <love hanno il ca­polinea molti autobus, un gruppo di studenti giovaniss'imi blocca il traffi­co. Interviene la polizia che ne fer­ma un gruppo, che saranno ri lasciati dopo un interrogatorio 'in questura.

-Da molte scuole partono cortei che raccolgono più del 90 per cento degli studenti di ogni istituto: si sa­le sugli autobus, si discute con la gente , si torna a casa a gruppi che non pagano le cento lire.

Chi ha il bigl ietto, che vale per un'ora lo passa alle fermate a chi aspetta. Le macchinette vengono re­se inservibi I i dal nastro adesivo o dalla gomma americana. La çJiunta

-comunale è costretta, tra l'indifferen­za generale a stampigliare sui bi­glietti che non sono cedibili. In que­sto clima, l'iniziativa degli studenti, ha costituito per tutta la sett imana un Dunto di riferimento

-La «settimana rossa" che ha vi­sto una straordinaria partecipazione anche allo sc iopero generale del 4, e su lla quale torneremo nei prossi­mi giorni continuerà, e che lo sciope­ro generale cittadino di Gui ha parlato il PCI può essere il momento decisivo per v incere. « E' pOSSibile vincere! » diceva un cartello degli operai del Cantiere navale. Per vincere il mo­vimento deve allargars i, generalizzar­si , rendere sempre più caro il prez­zo per tMarchelio e la 'Giunta DC­PSDI-PRI, allargare la piattaforma fi­no a comprendere la lotta contro tutti gli altri aumenti e per il ribasso di tutti i generi di prima necessità.

Intanto, oggi, sabato , tutte le scuo­le di Palermo sono deserte, e per il sesto giorno consecutivo migliaia e migliaia di studenti aspettano il sin­daco Marcnello nella piazza davanti al Municipio. Lo slogan è .. Moro, attento, è forte i l movimento " .