AHMED ZOGU: La Costituzione Dello Stato...

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1 Sapienza Università di Roma Dipartimento di Studi Politici Dottorato di Ricerca in:Storia d’Europa(XXIV° Ciclo) AHMED ZOGU: La Costituzione Dello Stato Albanese Il suo Consolidamento nell’Arena Internazionale (1912 – 1939) Candidato Relatore Paulin Marku Prof. Antonello Biagini

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Sapienza Università di Roma

Dipartimento di Studi Politici

Dottorato di Ricerca in:Storia d’Europa(XXIV° Ciclo)

AHMED ZOGU:

La Costituzione Dello Stato Albanese

Il suo Consolidamento nell’Arena

Internazionale

(1912 – 1939)

Candidato Relatore

Paulin Marku Prof. Antonello Biagini

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INDICE

CAPITOLO I

AHMED ZOGU DALL’ORIGINE ALL’ARRIVO DEL POTERE.

INTRODUZIONE 7

1.1 L’ORIGINE DELLA FAMIGLIA ZOGOLLI.10

1.2 LA GIOVINEZZA DI AHMED ZOGU. 12

1.3L’INDIPENDENZA DELL’ALBANIA 28 NOVEMBRE 1912. 14

1.4 IL PRINCIPE DI WIED IN ALBANIA. 16

1.5 LA NEUTRALITA DELL’ALBANIA DURANTE LA PRIMA GUERRA

MONDIALE. 20

1.6 IL RUOLO DI ZOGU NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE. 22

1.7 LA SITUAZIONE NELL’ALBANIA DOPO LA PRIMA GUERRA

MONDIALE. 29

1.8 LA CONFERENZA DI PACE 1919. 32

1.9 IL CONGRESSO DI LUSHNJA E ILCONSOLIDAMENTO DELLO

STATO ALBANESE. 33

1.10 LA FONDAZIONE DEL PARLAMENTO ALBANESE. 38

1.11 LA CRISI DEL GOVERNO NEGLI INIZI DEGLI ANNI VENTI. 42

1.12 IL PRIMO GOVERNO DI ZOGU DICEMBRE 1922. 44

1.13 LE ELEZIONI DEL DICEMBRE 1923. 52

1.14L’ATTENTATO CONTRO IL PRIMO MINISTRO 23 FEBBRAIO 1924. 55

1.15 LA RIVOLUZIONE DI GIUGNO 1924. 58

1.16 IL RITORNO DI ZOGU E L’INFLUENZA DELLA JUGOSLAVIA. 61

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1.17DESCRIZIONE DEI GOVERNI 1921 – 1924. 65

1.18ZOGU PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1925-1928. 70

1.19L’OMICIDIO DI LUIGJ GURAKUQI 5 MARZO 1925. 76

1.20I RAPPORTI TESI CON LA JUGOSLAVIA, A CAUSA

DELL’AVVICINAMENTO CON L’ITALIA. 78

1.21 L’AZIONE DELL’ITALIA PER LA RICOSTRUZIONE ECONOMICA

DELL’ALBANIA. 81

1.22I PATTI DI TIRANA 1926 – 1927. 85

CAPITOLO II

AHMED ZOGU RE DEGLI ALBANESI.

IL CONSOLIDAMENTO DELLO STATO ALBANESE NELL’ARENA

NAZIONALE E INTERNAZIONALE.

2.1 LE PROCLAMAZIONE DEL REGNO D’ALBANIA 1 SETT. 1928 89

2.2 IL PERCORSO LEGALE DEL PASSAGGIO DALLAREPUBBLICA

ALLA MONARCHIA. 92

2.3 LA FORMA GIURIDICA DELLA MONARCHIA. 94

2.4 LO STATUTO DEL REGNO. 95

2.5 L’ISTITUZIONE DEL RE. 98

2.6 LE COMPETENZE DEL RE SUGLI ORGANI DELLO STATO. 99

2.7 IL CULTO DI AHMED ZOGU. 102

2.8 GLI ORGANI SUPERIORI DELLO STATO. 105

2.9 LE QUESTIONI ECONOMICHE E LA RIFORMA AGRARIA. 108

2.10 LE CONCESSIONI DEGLI ANNI 30’. 113

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2.11 LA LAICITÀ DELLO STATO E LE RIFORME NEL CAMPO DELLA

RELIGIONE. 114

2.12LE CONFERENZE BALCANICHE. 118

2.13 IL PEGGIORAMENTO DI SALUTE DEL RE, LE IPOTESI PER SUO

SUCCESSORE. 122

2.14 FORMA GIURIDICA DELLA SOSTITUZIONE DEL RE. 123

2.15 L’ATTENTATO CONTRO AHMED ZOGU, VIENNA 21 FEBB 1931. 124

2.16

LE ELEZIONI PARLAMENTARI DELL’11 NOVEMBRE 1932. 128

2.17 ITENSIONI NEI RAPPORTI CON L’ITALIA 1931-1935. 130

2.18 I RAPPORTI CON GLI ALTRI STATI BALCANICI. 134

CAPITOLO III

IL RIAVVICINAMENTO DEL REGNO D’ALBANIA CON L’ITALIA NEL

1936. LA FUGA DI ZOGU A CAUSA DELL’INVASIONE ITALIANA.

3.1 IL MIGLIORAMENTO DEI RAPPORTI CON L’ITALIA. 139

3.2 LA POLITICA ESTERA DURANTE IL REGNO. 144

3.3 L’ORGANIZZAZIONE DELL’EMIGRAZIONE ANTIZOGISTA

(1925 - 1939). 147

3.4 LE RIFORME PRINCIPALI. 150

3.5 LA STAMPA ALBANESE. 153

3.6 LE ELEZIONI PARLAMENTARI DEL 1937. 155

3.7 I GOVERNI DURANTE IL REGNO. 158

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3.8 IL PALAZZO REALE. 169

3.9 IL MATRIMONIO DI AHMED ZOGU CON GERALDINE. 172

3.10 LA CONTESSA GERALDINE APPONYI DI NAGY-APPONYI.178

3.11 IL PREZIOSO REGALO DI HITLER. 180

3.12 IL POST MATRIMONIO. 183

3.13 LE TENSIONI INTERNAZIONALI. 190

3.14 I TENTATIVI DI RESISTENZA CONTRO L’INVASIONE ITALIANA.193

3.15 CIANO CONTRO ZOGU. 196

3.16 L’AGGRESSIONE ITALIANA DELL’APRILE 1939. 202

3.17 JACOMONI RACCONTA LE ULTIME ORE DI ZOGU AL POTERE. 205

3.18 L’UNIONE DELLE CORONE CON L’ITALIA. 210

3.19 LA NATURA GIURIDICA DELL’UNIONE ITALO – ALBANESE. 212

3.20 CRONOLOGIA. 214

3.21 CONCLUSIONE 218

3.21 BIBLIOGRAFIA 221

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INTRODUZIONE

La storia del popolo albanese, anche se poco conosciutanell’arena

internazionale, ha le origini molto antiche.

Sebbene nella maggior parte della sua storia il paese sia stato sotto

l’occupazione di potenze straniere,dall’impero romano e quello ottomano il

quale ha durato per secoli, ma la popolazione ha saputo conservare la propria

lingua, tradizioni, cultura e costumi.

L’ultimo secolare dominio è stato quello ottomano iniziato nel XV secolo

interroto da Gjergj Kastrioti “Skanderbeg”, difensore della patria per

venticinque anni (1443-1468) di stretta resistenza ai turchi, dopo la sua

morte ritorna il dominio ottomano che finira con la proclamazione

dell’indipendenza Albanese a Vallona il 28 novembre 1912.

Questa fondamentale data segna la nascita dello stato Albanese.

Il riconoscimento internazionale del giovane stato albanese viene nel

febbraio 1919 nella conferenza della pace.

L’argomento del lavoro svolto verde questo periodo ancora oggi poco

studiato dal punto di vista storico-politico.

Per avallare le idee sonoconsultati i materiali d’archivio di Tirana.

Il presente lavoro consta di tre capitoli che riguardano ricostruiti con

documenti d’archivio e bibliografia della storia d’autori albanesi e stranieri.

Nel primo capitolosi approfondisce dall’Indipendenza 1912 alla

proclamazione della monarchia 1928. Questo periodo si caratterizza dai

momenti storici e personaggi con un impatto rilevante sul consolidamento

dello stato. Inoltre si notano le congiure della politica interna ed esterna,

soprattutto l’influenza dei paesi confinanti.

I momenti culminanti sono particolarmente l’arrivo del principe Wied, la

Conferenza di Pace 1919, il Congresso dì Lushnja, la rivoluzione dì giugno

1924, l’arrivo al potere di Ahmed Zogu, l’istituzione della repubblica e

politica esterna sono gli articoli principali di questo capitolo.

Nel secondo capitololo stato albanese è centralizzato sotto il dominio di

Ahmed Zogu un re appenaproclamato, cheaveva una visione occidentale.

In questo periodo si raggiunse il consolidamento della legislazione statale.

Intanto portarono a compimento molte riforme nell'economia, istruzione,

sanità e amministrazione. In questo capitolo un ruolo importante furonole

conferenze balcaniche,le relazioni con i paesi confinanti, particolarmente

con l'Italia.

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Nel terzo capitolosi è dedicata l'attenzione al riconciliamento del rapporto

con l'Italia nel 1936, l’organizzazione dell’emigrazione antizogista.

Punto decisiva in questo capitolo è il matrimonio di Zogu in un momento

non molto favorevole per lui. Dopo il matrimonio si notano gli sforzi del re

contro i tentativi per l'annessione dall'Italia.

Questi sforzi sono falliti il 7 aprile 1939 quando il re Zogu costretto

dall’Italia,lascia il paese con la regina e il suo successore Leka I. In queste

condizioni il paese fu occupato dall'Italia che si rende concreto con la

riunione delle corone.

La tesi si chiude con una cronologia delle date fondamentali per lo stato

albanese e in particolare nel periodo di Ahmet Zogu.

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La dichiarazione dell’indipendenza dell’Albania, Valona 28.11.1912

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CAPITOLO I

1.1 L’ORIGINE DELLA FAMIGLIA ZOGOLLI

La famiglia Zogolli sìè

notata per la prima

volta circa cinque secoli

fa, in un piccolo

paesino concirca 150

case chiamato Burgajet,

Mati.Ilcastellofu

costituito intorno al XV

secolo in un posto

favorevole contro invasioni.Il castello di Burgajet, Mati

Per la provenienzadella tribù di Zogolli si è parlato dal XV secolofino ai

giorni d’oggi. Esistono delle ipotesi e misteri detti e scritti trasmesse

attraverso i secoli sulla provenienza di questa famiglia.

Detto dal Re dell’Albania la sua tribù per la prima volta fu notato nella

seconda meta del XV secolo per quando la sorella di Scanderbeg (Gjergj

Kastrioti) è sposata con il capo della tribù di Zogolli1.

Secondo le cronache turche la famiglia Zogolli proveniva dal nord d’Albania

proprio da un piccolo paesino chiamato Zogaj nelle vicinanze di Scutari e

nel XV secolo si trasferisce nella regione di Mati. La famiglia apparteneva

alla religione cattolica.

Negli archivi di stato della Turchia si parla per una grande rivolta intorno al

1631-1632 comandata dal capo della famiglia Zogolli. Il quale non solo

distrugge Tirana, ma perfino arriva nelle vicinanze di Durazzo.

L’esercito di sultano Murati IV riesce a deprimere la rivolta. Zogolli con

suoi due stretti collaboratori è stato condannato a morte tagliandorli la testa

nel 1633 in Oher, mentre i suoi figli si convertano nella religione musulmana

salvando la vita e la famiglia2.

La famiglia Zogolliricomincia a farsi notare nel periodo di Xhelal Pascià

Zogolli, nonno di Ahmed, il quale comanda la sua tribù in una rivolta contro

l’impero ottomano intorno alla fine del XIX secolo.

1Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 11

2Bernd Fisher: op. cit. pg 12

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Xhelal Pascià Zogolli dopo la rivolta fu preso in ostaggio e portato in

Costantinopoli.3

XhemalPascià primo genito di Xhelal appena occupò il posto come capo

della famiglia, segue lo stesso percorso come degli antenati.

Comincia a organizzare delle piccole battaglie perfino a quanto presse sotto

controllo tutta la regione di Mati. Lui è riconosciuto come capo di Mati e

Dibra. Seguendo l’esempio di Scanderbeg, anche lui usava il suo metodo per

i matrimoni con i capi delle tribù confinanti.

Xhemal Pascià sì e sposato due volte: la prima moglie era di Dibra. Da

questo matrimonio ha avuto il primogenito Xhelal. Suo figlio e ben noto è

stato perfino senatore della repubblica4.

La seconda moglie era la figlia di Emin Bej Toptani capo di una famiglia

ben nota nel centro d’Albania. Con la seconda moglie ha avuto il futuro re

d’Albania Ahmed, l’8 ottobre 1895.

3Herman Bernstein, Hugh Grand. Diplomate Amerikane per mbretin Zog . Dardania. Tirane 1994.pg. 13.

4Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F.416. D . 10 pg. 13.

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1.2 LA GIOVINEZZA DI AHMED ZOGU.

Xhemal Pascia pensava che un puo d’istruzione tanto per saper leggere e

scrivere qualche lettera potesse essere utile al suo figlio. Non essendoci

scuola di nessuno specie nel circondario di Mati, Xhemal Pascia si trova in

dificolta per istruirsi suo figlio. Perciò decise di mandarlo a Costantinopoli

nel collegio di Galata-Saraj5.

Nel 1906 Ahmed vienne mandato in collegio, e rimane fino alla guerra

balcanica.Quando i Giovani Turchi

decidono di rimandare in patria tutti

gli albanesi tra questi anche il

giovanotto Ahmed Zogolli.

Complessivamenteha frequentato

sei anni di scuola turca non avendo

da allora frequentato nessun‘altra.

Dopol’espulsione dalla scuola turca

lui continua a leggere i romanzi e le

storie dei grandi avventurieri del

mondo: Pirrod’Epiro, Napoleone,

Mehmet Ali, Ali Pascià Tepelena.

Istambul,1907La sua unica

cultura linguistica è formata di questeletture in lingua turca6.

Sotto la dominazione turca mentre tutte le altre nazionalità che formavano

l’impero degliOsmanlli avevano il diritto d’imparare e insegnare

liberalmente la loro lingua materna. Mentre la lingua albanese era

rigorosamente proibita fino alla proclamazione della costituzione nel 1908.

Nonostante tutte le colonie albanesi all’estero (Bucarest, Sofia, Egitto e

America) stampavano giornali, libri di testo e opere politiche in lingua

albanese con un alfabeto creato fino dal 1876 a base del carattere latino7.

Dopo la costituzione turca anche agli albanesi ebbeconcesso la liberta

d’insegnamento la lingua materna.

I Giovani Turchi pero, anche allora seppero trovare uno stratagemma per

rendere assolutamente inefficace la detta libertà. Approfittando del

fanatismo religioso e dell’ingenuità della massa musulmana in Albania,

5Bernd Fisher: op. cit. pg. 15.

6Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.) F.416. D. 10 pg.13.

7Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.) F.416. D. 10 pg.14.

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vollero opporre all’alfabeto latino quello turco insinuando che a un popolo

musulmano non conveniva un alfabeto adoperato dai popoli cristiani.

Ciò lo faceva sapendo perfettamente che l’alfabeto turco era assolutamente

inadatto alla lingua albanese. I Giovani Turchi per essere più efficaci questo

intrigo, lo volevano fare per mezzo di albanesi stessi a farlo passare come

una faccenda che non li riguardava. Avevano bisogno di strumenti. Ed ecco,

proprio qui comincia la bella carriera politica e patriottica del signor Ahmed

Zogu allora, Zogolli.

Difatti Ahmed bej ben che giovanissimo (aveva appena sedici anni)

prendeva parte a tutte le manifestazioni di stampa e di piazza,organizzate dai

Giovani Turchi contro l’alfabeto albanese. Non solo in questo campo

politico culturale egli si è schierato, al fianco degli oppressori della sua

nazione ma in tutte le lotte accanite e sanguinose disperatamente intraprese

dal popolo albanese contro i turchi, dal 1909 fino al 1912, non ha mai

cessato di giovare al nemico con la sua parola e con la sua firma, sia tra

moltissimi suoi compaesani lavoranti a Costantinopoli sia in Mati stesso,

dove era considerato come erede di suo padre .

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1.3 L’INDIPENDENZA DELL’ALBANIA 28 NOVEMBRE 1912

Nella guerra balcanica molte

parti dell’Albania del nord

non erano occupate dai

serbi, cosi anche Mati,

Mirdita e Malsia e Madhe.Il

confronto albanese-osmano

indebolisce reciprocamente i

due stati8.

Il giovane Ahmed bej,questo

fatto accidentale che era

semplicemente da

Valona, 28.11.1912

nemico, lo faceva passare ai suoi ingenui compaesani come una sua opera

personale e in questo modo poteva attirarsi tutte le simpatie e le

riconoscenze di quella gente fanatica e cosi contenta di non vedere il paese

sotto il tallone del tanto odiato Slavo.

Approfittando di questa circostanza, Ahmed bej nel novembre 1912 poté

partire per Vallona attraversando nascostamente dalle zone occupate dai

serbi per partecipare al Congresso Nazionale, che sotto la presidenza

d’Ismail Qemali proclama l’indipendenza dell’Albania9. Ci arrivo alquanto

tardi ma accettò e firmo anche lui, quale rappresentante di Mati tutte le

decisioni già prese.

Alcuni mesi dopo Esat Pasha Toptani consegnava la fortezza e la città di

Scutarial principe Danilo di Montenegro e si ritirava con le sue truppe a

Tirana, appena sgombrata dai serbi in virtù delle decisioni della conferenza

di Londra.

Esad non volle riconoscere l’indipendenza dell’Albania e sottomettersi al

governo di Valona da cittadino leale, ma si atteggio da padrone dell’Albania

centrale con l’incarico di generale turco.

Il giovane Ahmed Bej Zogolli questa volta dimenticò quello che pochi mesi

prima aveva fatto a Vallona e si affrettò a dare mano forte a Esad Pascia

8Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006.pg 17. 9Muin Çami. Shqiperia ne rrjedhen e historise (1912-1924). Onufri. Tirana 2007.Pg. 15.

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a Tirana dove rimase per parecchi giorni suo ospite gradito.

La popolazione di Kruja, capitale del famoso Scanderbeg, guidato da un

giovane patriota, aveva resistito fino allora tenacemente alle mire traditrici

del Pascià turco,senza impressionarsi tropo dalla minaccia delle sue truppe.

Quando però si vide minacciata anche dalla tribù di Mati di modo che poteva

essere da tutte le parti attaccata e schiacciata, dovette pur essa cedere.

Se Ahmed bej con Mati, fosse rimasto fedele come Kruja e insieme con essa

all’indipendenza e al governo legale della sua patria, Esad pascià Toptani

non sarebbe mai riuscito a creare tutti quei torbidi in Albania centrale, che

tanto hanno compromesso l‘avvenire del paese.

I serbi che dalla Conferenza di Londra non ebbero tutte le loro aspirazioni

appagate, comunque metà del popolo albanese sia stato sottomesso al loro

gioco in Albania avevano scoperto un elemento corrotto, i quali si

presentavano facilmente a ogni gioco d’interesse.

Erano i bej con a capo Esat pascia Toptani. Quest’ultimo nell’agosto 1913

aveva costituito a Durazzo il governo dell’Albania centrale, indipendente da

quello di Vallona.

Quindi dall’autuno 1913 al gennaio 1914 il paese aveva due diversi governi:

quella di Vallona e quella di Durrazzo10

.

La casa di Ahmed bej Zogolli a Mati era divenuta il quartiere generale degli

agenti serbi, a capo dei quali era Arif Hikmet, un traditore albanese di

Cumanova quello stesso che presiedeva nell’1909-10-11, il club albanese

dell’alfabeto turco, di cui faceva parte il giovanotto Zogolli.11

Esat pascià se n’era accorto. Il gioco non gli piaceva perche, nella sua

giurisdizione era logica che tutte le relazioni con l’estero siano esse,leciteo

illecite si concentrassero nelle sue mani e gli aveva ragione di tenersi un

futuro rivale della persona del giovane Ahmed bej Zogolli che mostrasse di

voler fare da se con i serbi o che si arricchisse con il denaro serbo, pero non

gli fece nulla, lo tollerò forse anche per riguardo ai suoi amici serbi. Dopo

questo fatto la relazione tra pascià di Tirana e il bej di Mati non rimasse

quelli intimi rapporti di prima.

10

Muin Çami: op. cit pg 23. 11

Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F.416. D . 10 pg 15.

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1.4 IL PRINCIPE DÌ WIED IN ALBANIA

Il 21 febbraio1914, una delegazione albanese ando in Germania per

consegnare la Corona Albanese a Wilhem von Wied. Il capo della

delegazione era Esad Toptani12

. Il 7 marzo 1914 il principe Wiedarriva in

Albania dopo quattro secoli e

mezzo di schiavitù.

Sono partite numerosissime

delegazioni a Durazzo per

salutarlo come primo sovrano

dell’Albania indipendente.

In questa delegazionenon

poteva farne di meno la

regione di Mati e suo capo

Ahmed bej Zogolli.

Pochissimo tempo dopo

scoppiò la rivolta contro il

pascià dell’Albania

centrale.Inoltre il principe

credendo d’averlo suddito

fedele chiamò in suo aiuto

tanti pascià, tra altri, anche lo

Zogolli, e lui non rifiutò.

Il capo di Mati vigilava

attentamente per cogliere

l’occasione di prendere la sua

parte di dieci milioni di franchi, dal prestito di settantacinque milioni

promesso dalle grandi potenze al principe.13

Ricevette centoquaranta mila

franchi oro da Durazzo.

Raccolse puoi un migliaio d’uomini pagando loro venti franchi ciascuno

come anticipo del mensile promesso,scese a Kruja che la aspettava per

riunire le due forze per attaccare i ribelli insieme dal nord. Mentre pascià

Bib Doda con i Mirditi doveva marciare da Alessio sopra Ishmi, ma Ahmed

tradì vergognosamente. Appena cominciato il movimento, le forze di Bib

12Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 42.

13Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F.416. D. 10 pg. 16.

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Doda passavano il fiume Mati arrivandoa Ishmi, ma Zogolli dall’ordine ai

suoi uomini con la massima desolante sorpresa di tutti di ritirarsi verso Mati.

L’inizio della prima guerra mondiale in europa il 4 agosto 1914 era il colpo

definitivo per il potere di Wied.14

Il 3 settembre1914 il principe di Wied si trova sotto tanta confusione del

paese e per ciò cosi lascia l’Albania.

Verso la metà dell’ottobre Esat pascià Toptani ritorna al suo palazzo

principesco di Durazzo per governare il paese rimasto in piena anarchia15

.

Esad si trovava in Italia in questo periodo e doveva tornare in Albania,

invece di prendere la via naturale del mare per sbarcare a Durazzo,

prefferisce passare per la Serbia arrivando a Dibra pieno di oro eabbastanza

denaro. Qundo arriva a Dibra raccolse con una chiamata in massa tutta la

gente di quella regione che poteva partire e adoperare le armi.

Esad si fermaa casa del capo di Mati, Ahmed bej Zogolli.

È bastato un breve colloquio fra i due per mettersi perfettamente d’accordo,

poiché Esad aveva un appoggio anche da parte della Belgrado.

Dunque anche i Matiani d’Ahmed bej accompagnarono Esad Pascià a Tirana

e poi a Durazzo senza il loro capo.

Perché non andò il giovane ma furbo, Zogolli personalmente con Toptani

che era anche suo zio lontano?

Evidentemente voleva conservare la sua gravità e importanza, gli ostacoli di

Belgrado. Non convenendogli sembrare un satellite di Esad, ma anche

perche sapeva che quest’ultimo non potrebbe esser ben accolto dalla

popolazione in effervescenza delle provincie del Centro. Non voleva dunque

compromettersi in nessun modo. Capiva che era il caso di salvare la vita.

In questo periodo, mentre in Europa infuriava la Guerra, l’Albania si trovava

in piena anarchia.

La città di Durazzo soltanto era governata da Esad Pascià, giorno e notte alle

prese con i rivoltosi, i quali dominavano le provincie di Durazzo, Elbasan e

Berat.

Ahmed bej Zogolli aveva terminatocon i rivoltosi un’intesa di non

aggressione reciproca. Egli, rimasto tranquillo e padrone di Mati.

Aveva un magnifico gioco per i serbi e gli austro’ungheresi nello stesso

tempo. Il suo paese poteva giocare una parte discreta in favore dell’uno e

14Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009.pg. 148.

15Muin Çami: op. cit pg. 32.

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dell’altro avversario. Per i serbi, che erano più deboli, questa parte aveva

un’importanza maggiore e perciò era pagato assai caro.

Mentre il consolato austro’ungherese di Scutari rispondeva semplicemente

con dei ringraziamenti e promesse future alle offerte che Ahmed Bej Zogolli

prodigava ogni qualvolta che veniva a sapere dei successi delle armi

austriache. Questo doppio gioco del giovane Zogolli non poteva sfuggire al

governo di Vienna e delle S. M. austro-ungariche, che meglio degli altri

austriaci internava Ahmed Bej a Scutari.

Dopo qualche tempo un suo amico d’allora (Ahmed cambia amici secondo le

circostanze) molto influente nei circoli ufficiali del governo di Vienna,

interviene in suo favore non solo lo fa liberare ma lo rende una persona di

fiducia del comando d’Arrata austro’ungariche in Albania. Sicché egli è

nominato dei mercenari di Mati col grado colonnello di riserve e mandato

per rinforzare la fronte di Vjosa contro Vallona.

Ormai la Serbia non esisteva più. L’Austro-Ungheria sembrava dovesse

padroneggiare in tutta i Balcani. Ahmed Zogolli diventava un agente del

governo di Vienna e del suo comando militare in Albania.16

Aveva degli onori complimenti, gradi e decorazioni ma a lui occorrevano

più di questi, quegli altri benefizi materiali di cui l’avevano abituato i serbi,

su questo punto gli austriaci erano un po’avari. Anche Esat pascià aveva

chiesto a loro tre milioni di corone per portare con un colpo di scena al trono

Albanese il duca d’Urac, prima che la scelta dell’Europa fosse caduta sul

principe di Wied.Quando esercito Austro-Ungarico, dovette ritirarsi

dall’Albania Ahmed bej si ricordo di quello che aveva fatto contro il paese e

di aver combattuto contro l’Italia per conto dell’Austria, scappò a Vienna

mentre si eseguiva l’evacuazione dell’Albania.

Inseguito Ahmed bej dopo aver sostato a Vienna per un periodo, voleva

tornare in suo paese. Mentre tornava in Albania, si alloggia a Roma

naturalmente essendosi ben assicurato che nessun male gli poteva accadere

da nessuna parte.

Questa volta trova gli amici serbi più vicini di prima al suo paese

nativo,proprio sul Drini.

Dunque i contatti tra di loro non erano più facili e necessari e cosi

avvenivano, infatti, le disposizioni serbe verso Ahmed Zogu non erano più

quelle di una volta. Il suo austriacantesimo eccessivo durante l’occupazione

16

Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F 416. D. 10 pg. 17.

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dell’Albania e le sue cattive relazioni con Esad Pascià su di cui si

appoggiava ormai quasi tutta la politica serba in Albania, ciò metteva in

difficoltà Ahmed bej Zogolli.

Ahmed ormai cambia il suo cognome da (Zogolli) a (Zogu) perche qualcuno

gli aveva spiegato che parola Zogolli era composta dalla parola “albanese”

Zog(uccello) e quella turca oglli-olli (figlio) che sarebbe figlio d’uccello.

Ahmed forse per dimenticare le sue lontane strettissime relazioni con i

turchi, con un eccessivo zelo di nazionalismo artificiale, preferiva chiamarsi

semplicemente Zogu.

Ahmed aveva cominciato d’avere paura, perche Esad si rinforzavanosempre

di più. Esad non poteva dimenticare la sua alleanza con gli insorti contro di

lui, né la sua opera sotto l’occupazione austriaca.

Egli da qualche tempo aveva scorto in Zogu un futuro rivale insidioso.

La paura del trionfo di Esad pascià spingeva lo Zogu a diventare ancora più

docile, schiavo nelle mani dei serbi. Questi lo assicuravano e nello stesso

tempo lo spingevano ad aiutare il movimento. A malincuore per paura e per

obbedire ai suoi padroni serbi, Ahmed incominciò a favorire l’essadismo a

riallacciare relazioni con i principali capi di questo movimento17

.

17

Nelle pagine sopra scrite si spiegano l’arrivo di Wied e la sua partenza, pero quello che voglio rilevare è il doppio

gioco di Ahmed Zogu ed Esad pascia Toptani. (A.Q.SH.)

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20

1.5 LA POSIZIONE DELL’ALBANIA NELLA PRIMA

GUERRA MONDIALE (1914-1918)

Dall’inizio della prima guerra mondiale, fino alla fine l’Albania non si

amministrava da un governo sovrano, la quale poteva dichiarare guerra e per

ciò rimasse un paese neutrale. Purtroppo il paese è trasformato in un campo

di battaglia dagli altri stati partecipanti nella guerra.

Durante la prima guerra

mondiale l’Albania non

aveva nessun ruolo principale

per essere sotto la guerra, ma

vedendo la posizione

geografica automaticamente

si trasforma in un campo di

battaglia.

Dopo la partenza del principe

di Wied, l’Albania rimasse

cosi senza un capo di stato

perciò, il suo nemico storico,

la Grecia coglie l’occasione e dichiara guerra l’Albania.

La mancanza del capo di stato Albanese fu notata non solo dai nemici greci

ma anche dall’Italia. L’occupazione dell’Albania dava la possibilità all’Italia

dicomandare l’Adriatico avendo cosi la possibilità di estendersi verso l’est.18

Il 29 ottobre 1914 a Valona sbarca la nave guerra (Dandolo) con la missione

sanitaria comandata da un vice colonnello.19

Il giorno successivo le truppe

italiane sbarcano all’Isola di Sasanoa Valona, che era appena abbandonato

dalle truppe Greca.

Nel novembre 1914 la Russia proporre ai suoi alleati la divisione

dell’Albania in due parti: tra Grecia e Serbia prendendo come punto di

confine il fiume di Shkumbin che condivide il paese. Questi piani

sonocontestati dalla Gran Britannia per il semplice motivo: chiedevano che

l’Italia sia presente prendendo cosi un terzo del paese.

In queste circostanze il 25 dicembre 1914 con il permesso dell’Intesa

l’esercito italiano si ponenella regione di Valona costruendo l’amministrata

civile. In questa amministrata il ruolo fondamentale era alle mani di Gjergj

Çako capo del tribunale civile.

Nella prima guerra mondiale l’Italia mantiene una posizione neutrale fino a

un certo punto, sempre approfittando dalla sua posizione continua il dialogo

18

Muin Çami. Shqiperia ne rrjedhen e historise (1912-1924). Onufri. Tirana 2007. pg. 39. 19

Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 64.

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21

con i due campi nemici della guerra cercando cosi di ottenere allungamenti

nel territorio albanese.

Nel 1915 Roma fece le sue proposte con intenzione di allargare i suoi

confini in Albania.20

Da Vienna arriva una risposta ben concreta che si basavano sulla conferenza

di Londra del 1913 rifiutando la loro proposta.

Durante l’occupazione dell’esercito Italiano in Albania fu fondata la

”Legione Milizie Albanese” composta di due battaglioni e quattro

compagnie ciascuno.

In questo periodo furono mandati dei giovani albanesi dall’esercito Italiano

per seguire gli studi militari in Italia.

20

Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 10. pg. 17.

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1.6 LA POSIZIONE DI ZOGU NELLA PRIMA GUERRA

MONDIALE

Nel maggio del 1914 era iniziata una rivolta nell’Albania centrale mettendo

in tante difficoltà il regno del principe di Wied.

Prima che il principe di Wied abbandonasse il trono AhmedZogu,era a Kruja

con le sue truppe (quattro mila uomini) pronto a intervenire nel momento

che il principe lo chiamava in aiuto. Lui era pronto par dare il suo contributo

ma, principe di Wied aveva già perso il controllo della situazione

lasciandolo Zogu ad aspettare senza nessun’indicazione. Questa cosa non

piace a Zogu e lui ritorna con le sue truppe a Mati.

Il ritorno a Mati viene in un momento molto critico dell’Albania. Tutte le

regioni del sud e l’est erano distrutti e invase dall’esercito Greco. Il principe

di Wied teneva sottocontrollo con tante difficoltà soltanto la cita Durazzo. In

queste circostanze un “Consiglio degli Ambasciatori” si riunisce con il

Commissione Internazionale Del Controllo il 2 agosto 1914 a Durazzo. La

riunione decide che grandi potenze non potevano intervenire in Albania e

consigliano il principe di Wied di abbandonare il trono e lasciare il paese

nelle mani della commissione Internazionale del Controllo. Questo fatto

succedesse il 3 settembre1914.21

Dopo la partenza del principe di Wied, una

nuova rivolta guidata da Myftiu i Tiranes porta il paese in un caos totale.

Chiunque andava contro questa rivolta era assassinato e pure la sua casa era

bruciata. La bandiera dell’Albania era sostituita da quella Turca e la

situazione del paese era peggiorata.22

Soltanto nella regione di Mati comandata Ahmed Zogu, la popolazione

poteva vivere in liberta senza caos e terrore.

Zogu rimane a Mati fino la primavera del 1915 quando viene a sapere che

suo nemico, Esat Toptani unito con i serbi voleva attaccare Mati. Zogu

decide di lottare per difendere la sua regione. Dopo l’invasione della Serbia

dalle truppe austro-ungherese Esad Toptani aveva legato il suo futuro con il

governo serbo, dichiara guerra all’impero austro-ungherese.

Zogu decide di far alleanza con l’Austria, perciò le truppe austriache

raggiungevano la regione di Mati per aiutare Ahmed Zogu.Le forze

armateaustro-ungherese marciavano verso la direzione di Durazzo, dove

stava Esad Toptani. Esad parte per Italia lasciando Durazzo nelle mani di

Zogu.

Un nuovo governo locale è formato, dunque Zogu decide di marciare verso

il Sud. Zogu era il capo generale di tutte le forze fedeli a lui, nonostante

21

Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 59. 22

Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 157.

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23

aveva ventuno anni. Lui era colonnello, ma portava la divisa dell’esercito

Albanese, non quella austriaca.

Zogu chiede tutte le prefetture di formare governi locali e fece ristabilire il

governo. Aqif Pascia governava nel tempo del principe di Wied con come

ministro degli affari interni e nomina anche i prefetti e i viceprefetti. Zogu

manda un ultimatum al comando italiano dicendo che Vallona è stata sempre

terra albanese e chiede immediatamente la liberalizzazione della città.

Nonostante l’alleanza con gli austriaci lui prende l’iniziativa per organizzare

un’assemblea costituzionale nel marzo del 1916 a Elbasan. Invita i delegati

da tutte le parti dell’Albania e dalle colonie albanesi nell’estero: Bucarest,

Sofia, Losanna e da tutti altri paesi, dove erano delle colonie albanesi.

Quest’assemblea doveva riunirsi per discutere e decidere il futuro

dell’Albania.

I ministri del governo di Wied avevano abbandonato Durazzo per il motivo

della violenza e del terrore, ma non si erano dimessi dal governo. Vedendo

le circostanze dove nel paese era tornata la tranquillità, i ministri dovevano

tornare in Albania per occupare i lori posti nel governo.

Il Congresso d’Elbasan dal punto di vista di Zogu, doveva decidere sul

futuro del paese nonostante la maggior parte era sotto l’invasione.

Zogu scrive un telegramma ad August Kral, il quale era comandante

generale delle forze austriache in Albania: “Noi abbiamo deciso che il

Congresso Nazionale si riunirà il 18 marzo 1916 a Elbasan con l’intenzione

d’assicurare la collaborazione tra i tribù albanesi e per discutere cosa

bisogna fare che il nostro paese possa andare avanti e migliorarsi e di

mantenere la liberta data dall’esercito austriaco dal quale aspettiamo

l’allargamento dei nostri confini basata nell’identità della nazione”.23

Sfortunatamente le autorità austriache vietano questo movimento. In un

ponte dove passavano l’unica strada per Elbasan tutte le autorità le quali

volevano entrare nella città, sono fermati dall’esercito austriaco con la

motivazione che non era consigliabile l’entrata, siche la città era in

quarantena dal colera.

Gli austriaci giustificano il loro comportamento grottesco dicendo: “Dovete

pensare che ogni riunione a base politica era vietata”. Non solo vietano la

riunione, ma arrestano tanti marescialli albanesi, per fine uccidono alcuni di

loro con il motivo di falsificazione.

Nonostante questo, l’esercito austriaco riesce a scogliere l’amministrata

nazionale che sì e messo a Elbasan, prendendo la cita sottocontrollo.

Le altre prefetture non avendo gli uffici centrali dovevano sottoporsi al

governo austriaco che controllava la maggior parte del paese.

Tutti questi motivi dimostrano apertamente,contro le promesse fasulle fatte

dal comandando dell’esercito.Zogu convinto che le promesse date non erano

23Herman Bernstein, Hugh Grand. Diplomate Amerikane per mbretin Zog. Dardania. Tirane 1994. pg. 25.

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24

nulla soltanto delle bugie politiche per calmare il popolo albanesesubito

raggiunge il comando superiore d’August Kral, il colloquiodura poco dopo

una breve discussione si litiga con lui.

Zogu è invitato in Spalato, dove lui si ospita con ringraziamenti reali onori.

Loro dimostrano a Zogu la grande potenza dell’esercito e di marina con le

navi guerriere e igrandi potenze aeri.

Cosi loro cercavano di convincerlo che è inutile confrontarsi con le grandi

potenze e si devono dare ascoltò i loro ordini.

Loro capiscono che questi metodi non servivano niente per impaurire Zogu e

cosi decidono di mandarlo all’esilio per quanto durasse la guerra.

Nel settembre 1918 Bulgaria all’improvviso firma la pace con gli alleati e

cosi l’Austria è obbligata a lasciare il territorio albanese immediatamente.

Cosi nell’ottobre del 1918 tutto il territorio albanese che era invaso dagli

austriaci passa alle mani degli italiani, escludendo Scutari che era occupata

dai francesi.

Dopo la caduta dell’impero austriaco Zogu aspettava la fine della guerra per

ritornare in Albania. Lui torna e va direttamente a Mati, dove con le sue

truppe armate doveva trovare modo come si poteva liberare l’Albania.

Con la venuta dell'Austria in Albania, Zogu vide aumentare il numero dei

propri nemici e più che il numero vide crescerne enormemente la potenza.

Egli voleva unire i patrioti, coordinare i loro sforzi, ottenere che piede

straniero non pesasse da conquistatore sul suolo albanese. Ed è perciò che

volava ovunque vi fosse da combattere e non mancava di sollecitare chi

potesse essere utili, a muoversi, organizzarsi e agire.24

L'INGRESSO DEGLI AUSTRIACI IN ALBANIA

L'ingresso degli Austriaci in Albania fu salutato da molti con simpatia.

E non v'è da meravigliarsene per varie ragioni. Anzitutto la situazione era

spaventosamente tragica dappertutto, per l'opera dei nemici esterni e per le

discordie interne. D'altra parte l'Austria aveva saputo preparare un'opinione

pubblica a essa assai favorevole con un lavoro continuo, paziente e sapiente,

sviluppato con metodo e procedura adatta alle condizioni sociali del Paese. E

così, quando nel gennaio 1916 le truppe austriache varcarono il confineè

piombarono a Scutari scacciandone il Montenegro, naturalmente trovarono

le più liete accoglienze non solo per aver saputo antecedentemente lavorare

l'ambiente, ma perchépur senza volerlo i montenegrini, avevano ben operato

per essi, inasprendo l'animo della popolazione, che avrebbe in loro vece

preferito il diavolo.

24

Terenzo Tocci: Il re degli albanesi. A.Mondadori Milano 1938 pg. 43.

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25

Augusto Kral, che era stato console a Scutari e aveva ben studiato uomini e

cose e forse predisposto molti fatti, entrò con le truppe e diede mano a

una’organizzazione civile assai utile. Apri scuole albanesi anche oltre i

confini del 1913, organizzò una gendarmeria nazionale, dispose misure

protettive dell'agricoltura e della zootecnia e mise ancora molta cura nel

tutelare la libertà dei culti.

Ma bisogna pur dire che l'opera dell'exconsole era frustrata e svalutata dalla

condotta delle truppe, molte volte inopportunamente severe, in ogni caso

sempre spietata, per quanto apparentemente rispettosa di leggi e regolamenti.

E da questa mancanza di unità d'indirizzo nacquero diversi mali, e il loro

principale fu che l'operosità costruttiva veniva a cognizione degli Albanesi

attraverso le svalutazioni dei militari.

Quindi, quando arrivò a Zogu l'invito di Augusto Kral di partire per Kruja

con i propri fedeli per unirsi alle truppe austriache sotto gli ordini del

Comando generale di queste, egli intuì che era il caso di fare buon viso a

cattivo gioco, al solo scopo di arrivare a una dignitosa collaborazione e cosí

dare il contributo albanese come alleato o sotto altra forma che non potesse

ledere il decoro e gli interessi nazionali.

La critica storica, quando potrà valutare questo progetto, mettendolo in

relazione con la tragicità della situazione, non potrà non convenire che fu la

concezione di uno statista e condottiero di genio e di un'audacia

straordinaria. Dal pensiero all'azione Ahmed Zogu raccolse suoi valorosi,

che già cominciavano a sentirsi veterani, e a marce forzate puntò su Kruja.25

Ma, prima di arrivare nella celebre rocca di Skanderbeg, apprese che vi

erano già arrivati gli Austriaci. Allora si rivolse a Tirana ma disdetta anche

nell'attuale capitale erano arrivate truppe austriache.

Il instancabile Condottiero non si disperò per questo e sebbene i propri

soldati fossero stanchi, quasi sfiniti, non si arrese alla sfortuna e si rivolse a

Durazzo, dove arrivò trionfalmente il 2 febbraio 1916. Non si ferma in

mezzo al popolo festante, delirantedi entusiasmo ma corse nel Palazzo che

era stato del Principe di Wied, di proprio pugno alza di nuovo la bandiera

nazionale e telegrafò al popolo di Elbasan con cesareo stile:

Ovunque passava erano accoglienze di esultanza. Egli issava di nuovo

dappertutto la bandiera nazionale. La Patria era ridotta vera a un corridoio a

semicerchio di aquile, da Durazzo a Elbasan, attraverso Kavaja e Peqin: un

corridoio, ma era pur sempre la Patria.

A Elbasan 16 febbraio 1916non si fece addormentare dal delirio di gioia che

l'aveva accolto.Il vessillo di Skanderbeg, costituì un'Assemblea nazionale

provvisoria, organizzò i servizi di Stato mancanti, migliorò e completò per

quanto fosseropossibili gli esistenti, e si mise a capo di un comitato che

25 Terenzo Tocci: op. cit.pg. 45.

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26

preparasse per il 18 marzo una grande Assemblea nazionale definitiva che

dirigesse i destini della Patria durante la Guerra mondiale.26

A tale Assemblea furono invitati anche rappresentanti delle colonie albanesi

all'estero.

L’Austria pensava diversamente. Pertanto, quando Augusto Kral abilissimo

esecutore delle direttive di Vienna apprese i preparativi da una lettera di

Zogu che lo pregava di voler considerare con spirito amichevole l'iniziativa

albanese, tendente ad assicurare il trionfo del principio dì nazionalità e ben

lontana da ogni avversione ai

popoli amici della monarchia

austro-ungarica. Rivelò quali

fossero i fini e il contenuto

dell'albanofilia viennese: con

tanti battaglioni entrò in Elbasan

e posa fine a ogni preparativo,

minacciando l’applicazione della

legge marziale.

Non solo fece ciò, ma stese gli

artigli su tutte le zone che non

erano occupate dalle truppe

avversarie. Ciò non ostante si

tentò di non esasperare l'animo

del futuro Re e gli si mandò una

commissione con a capo il

Principe Windischgraetz

, Zogu durante la prima guerra mondiale invitandolo a una sincera collaborazione e portandogli le insegne di

colonnello austriaco.

Zogu, per quanto assai irritato, seppe non farsi trascinare dall'ira, si dominò

ed ebbe parole gentili di ringraziamento per l'onore che i sì faceva, ma trovò

anche il modo di declinare col dovuto garbo l'invito alla collaborazione.

Allora fu pregato di recarsi a Scutari per conferire con Augusto Kral, che

non voleva rassegnarsi alla tenacia del coraggioso patriota e ne temeva

l'influenza.27

Il duello fra l'astuto rappresentante dell'imperialismo austro-

ungarico e l'irriducibile alfiere del nazionalismo albanese fu drammatico.

Il primo si era trincerato nella formula che era indispensabile per l'avvenire

dell'Albania una collaborazione sincera, mentre il secondo opponeva

invariabilmente che non potevano coesistere la sincerità e

26 Terenzo Tocci: op. cit. pg. 47. 27

Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F.416 D. 32 pg. 17.

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l'oppressione.Poiché l’avocazione a sé, da parte degli Austriaci,

dell'amministrazione interna non era compatibile con la sovranità di un

popolo indipendente, che veniva a essere spogliato dei suoi diritti di padrone

della propria terra. Né valsero lusinghe e minacce; le prime erano respinte

sdegnosamente, mentre alle seconde l'immancabile risposta era un sorrisetto

garbato scherno. Allora Kral decise di espugnare la fortezza con un assedio

di cortesie. Gli fece fare delle gite di piacere lungo la costa dalmata,

ovunque facendolo accogliere con grandi onori. Fu in questo periodo che

Egli volò in aeroplano per la prima volta, conservando ricordo vivissimo

dell'umoristica paura di un alto funzionario viennese che lo accompagnava

nel volo.

Ma anche i grandi onori tributatigli con ricevimenti principeschi e attenzioni

di ogni genere, non valsero a indurre Zogu a cambiaredirezione.

Non e possibile rispondeva; volervi realmente bene se dobbiamo servire, se

ci si contesta di essere padroni di casa in casa nostra.

Voi siete venuti per inseguire i Serbi e non per opprimere gli Albanesi; voi

combattete una guerra della quale noi non abbiamo colpa. 28

Se è coincidenzad’interessi nel combattere i Serbi, per tale coincidenza, che

anche a voi sono utili, non possiamo rinunciare alla sovranità territoriale.

Non si tratta delle loro terre, ma di suolo albanese! Questi argomenti erano

dibattuti ogni giorno, e sempre senza risultati non potevano essere confutati

seriamente e lasciavano perplesse se le alte autorità austriache, al quale

bisogna oggi riconoscere il merito di aver rispettato fino a un certo punto la

grande personalità, senza dubbio affascinante, del giovane avversario, dal

coraggioso, sincero e geniale eloquio.

Ma se si rinunziava a sopprimere con uno dei tanti mezzi politici o di guerra

il giovane e pericoloso idealista, non si rinunziava al tentativo di assorbirlo o

di eliminarlo almeno in maniera da neutralizzarne le ardenti aspirazioni. E fu

perciò che si cominciò con intimidazioni d'indole concreta e tali da far

meditare, imponendo lo scioglimento dei gruppi che formavano l’anello

della catena zogista e sopratutto colpendo gli ufficiali.

Ma per tre ufficiali fedeli a Zogu, che furono fucilati sotto il pretesto che

cospirassero contro il Corpo operante austriaco, il popolo di Mati,

automaticamente e senza entrare in recriminazioni, applicò largamente la

legge del taglione contro ufficiali e soldati austriaci.

Poiché fu constatato che anche questo sistema era pericoloso, si ricorso a

quelle misure assillanti e vessatorie di polizia che in certi ambienti viennesi

aveva grandi dottori, perseguitarono i notabili e i gregari, disarmandoli,

internandoli o relegandoli nelle loro case col divieto di muoversi.

28

Terenzo Tocci: Il re degli albanesi. A.Mondadori Milano 1938.pg. 49.

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28

Ma queste misure precauzionali, per quanto efficaci, non erano tali,

nell'ambiente vibrante creato dal Condottiero, da indurre alle rinunzie.

Erano quindi da ritenersi misure provvisorie, in attesa che si potesse

brevettare una misura radicale. L'occasione si presenta senza merito dei

pavidi funzionari e ufficiali con la morte dell'imperatore Francesco Giuseppe

e l'assunzione al trono di Carlo I.

Si fece apparire ben naturale, per mezzo di abilissimi agenti propagandisti,

che una delegazione di Albanesi dovesse far atto di cortesia e di amicizia e

recarsi a Vienna per presentare gli auguri all'Imperatore, e che questa

delegazione dovesse essere capitanata da un'alta personalità, come per

esempio Zogu.

In Austria a Zogu si è stata data la possibilita di avere una conoscenza

profonda nella cultura e nella costituzione occidentale29

.

Posto in tali termini l'invito, non era possibile sottrarsi al viaggio a Vienna

senza esporsi a rappresaglie fatali, cui si cercavadi dar pretesto. Ma non si

trattava che di una tagliola per quanto fosse attendibile che chi vi poneva il

piede avrebbe imitato il leone che si amputa la zampa per non restare

prigioniero si faceva assegnamento su l’impossibilità che il giovane potesse

facilmente evadere da Vienna. Fu trattato con onori grandissimi e squisita

cortesia, ma, al momento della partenza boli ci fecero comprendere che non

era possibile consentirgli di ritornare in Albania.

Argomenti non ne mancavano si trattava di un arbitrio e di una slealtà,

perché un ospite, venuto in Austria per presentare gli auguri all'Imperatore,

era trattato come un prigioniero di guerra, il che, da qualche tempo

immemorabile, era contrario non solo agli usi internazionali; ma non era

compatibile neppure con le norme più elementari del consorzio umano.

Il Governo di Vienna tenne duro.Fu inevitabile sottomettersi alla realtà e

attendere pazientemente, ma da forti, lo svolgersi degli avvenimenti.

Ma da ritenere che i due anni passati a Vienna siano stati molto utili a Zogu,

che, oltre Costantinopoli, non aveva conosciuto altro mondo. Si tuffò nello

studio della vita occidentale con la passione di chi s'è imposto una grande e

alta missione nella vita. E coltiva seriamente la storia, che è anche la sua

passione inesauribile, apprese la lingua tedesca e volleva conoscere virtù e

difetti della vita occidentale. Delle sue conclusioni, come si vedrà in

appresso, fece tesoro nel proprio Regno.30

29Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 26.

30La posizione di Zogu durante la prima guerra mondiale è stata rilevata negli archivi di stato di Tirana.

Inoltre è stato raccontato in maniera precisa da Terenzio Tocci nel suo libro “Il re degli albanesi”, spiegando tutti i

movimenti del giovanne futuro re Albanese.

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29

1.7 LA SITUAZIONE DELL’ALBANIA DOPO LA PRIMA GUERRA

MONDIALE.

Quando stava per finire la prima guerra mondiale, l’Albania continuava a

esserci sotto il controllo delle forze armate straniere.

Nel luglio 1918 le forze francesi marciavano nella direzione verso Elbasan,

ma per ragioni politiche si ritirarono presto da lì.31

Le forze Austro-Ungherese cominciano ritirarsi dalle zone dove erano poste.

Nel frattempo la Serbia occupa la parte da loro chiamata zona strategica che

si trovava dal fiume Drini fino al confine del nord.

Invece i francesi rimangano alla Kasa di Korca avendolo sotto controllo la

maggior parte del sud-est d’Albania.

Nel teritorio albanese passavano e si sostavano diversi eserciti di: Italia,

Francia, Serbia, Montenegro, Grecia, Austro-Ungherese e Bulgari.32

In queste circostanze il paese era sotto un caos totale, senza una frontiera,

senza un governo e soprattutto con tante vittime anche se l’Albania non

faceva parte nella prima guerra mondiale.

Comunque il futuro era in certo,si aspettava dipeggiore: complotti e intrighi

aggredivano seriamente l’indipendenza e l’integrità dell’Albania.

La prima guerra mondiale fini l’11 novembre 1918, doppo quattro anni di

battaglie è di tante vittime.

Il trattato di pace fu scritto dal blocco perdente rappresentato da Germania e

i suoi alleati.E da altra parte il blocco vincente rappresentato dalle grandi

potenze d’Europa Gran Britannia Francia e l’Italia.33

Come vincenti della guerra erano anche piccoli stati d’Europa includendo

Grecia e Serbia. Nella prima guerra mondiale tutti gli stati balcanici

partecipavano nella guerra escludendo soltanto l’Albania perché era appena

formata come stato, e per ciò, si era dichiarato come un paese neutrale.

La fine della prima guerra mondiale aveva rafforzato le radici dell’esercito

Italiano in Albania, ormai le sue truppe si trovavano nella maggior parte del

paese.

La prima guerra mondiale fini nel modo indesiderato dalla maggior parte

degli albanesi, i quali desideravano che la guerra sia vinta dalla potenza del

blocco centrale, cosi essi pensavano che potessero sfruttare le polemiche tra

le grandi potenzesull’interesse per loro caso nazionale e soprattutto per il

futuro politico del Kosovo.

La vittoria della guerra di grandi potenze dell’Intesaèseguita con il ritiro

delle truppe Austro-Ungherese. L’ultima città da cui sono ritirato le truppe e

31

Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.83. 32

Paskal Milo: Shqiperia dhe Jugosllavia (1918 – 1927). Enciklopedike. Tirana 1992. pg. 67. 33

Muin Çami: op. cit. pg. 89.

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30

stato Scutari. Dopo il ritiro del turpe Austro-Ungherese è occupato dalle

forze armate dei paesi vincenti nella guerra. La Francia che aveva

sottocontrollo il regime di Korca adesso comincia ad allargarsi fino alle

regioni di Gramshi e Librazhdi.34

Invece le forze armate dell’Italia si

allargavano nell’Albania centrale arrivando ai confini della Serbi.

Nell’ottobre 1918 Myfit bej Libohova chiede al Comando Italiano in

Albania il permesso di creare un governo albanese con l’appoggio

dell’Italia.Il ministro degli affari esteri Sonino invito a Roma Turhan Pasha,

Myfit Libohova e Mihal Turtulli per parlare sulla creazione di un nuovo

governo albanesecon l’appoggio dell’Italia.35

Nello stesso tempo si annuncia che sarà organizzata a Tirana il 19 dicembre

1918 una conferenza con i delegati da varie regioni. Si diceva che nella

prima riunione si trattava di casi sulla sicurezza pubblica e sul

ringraziamento verso il governo italiano ecc.

I motivi fondamentali di questa riunione erano la creazione di un governo

con l’appoggio dell’Italia. La scelta dei delegati per rappresentare l’Albania

nella Conferenza della Pace è l’appello per i governi dell’Intesa (Antanta).

La riunione fu moderata da Abdi Toptani e Xhaferr Beleku.

In questa riunione sì e parlato tanto sul futuro dell’Albania, alla fine sono

stati concordati di un'altra assemblea che sarà seduta 11 gennaio 1919 a

Kruja, ma le autorità italiane dell’occupazione rimandano indietro la loro

decisione nella seduta del 25 dicembre 1919 a Durazzo.

Il congresso di Durazzo anche se riunito nelle circostanze troppo difficili, ha

dimostrato che, i delegati non avevano perso le speranze per la rinascita

dello stato albanese. In questo congresso molto difficile e molto impegnativo

nascono tante polemiche sull’atteggiamento politico che dovevano seguire

sopra di tutto con l’Italia come paese che occupava la maggior parte

dell’Albania. La causa che riuniva i presenti era la proposta di formare un

governo albanese con l’appoggio dell’Italia. Questo governo doveva

presentare e difendere le richieste nazionali degli albanesi nella conferenza

della pace. Dopo tre giorni di seguito il Congresso riuscì a creare un governo

provvisorio, al capo del quale è nominato con la maggioranza dei voti il

presidente dei consigli Turhan pascià Permeti.

Nei giorni successivi dopo la fondazione del governo, all’inizio del gennaio

1919 parte per Roma ex presidente dei consigli Ismail Qemali. Appena

sbarcato nel territorio italiano Ismail Qemali morì prima che arrivasse a

Roma. La sua morte improvvisa avvenuta appena dopo la fine del congresso

di Durazzo fa avvenire dei dubbi sulla sua morte. Uno delle ipotesi più

nominate si parla per un possibile avvelenamento.36

34

Muin Çami: op. cit. pg. 92. 35

Kastriot Dervishi: op. cit pg. 84. 36

Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 88.

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31

Invece le ipotesi di profesor Arben Puto in un altro libro parlano per la sua

morte in ospedale di Perugia, per causa emoraggia cerebrale il 26 gennaio

1919.37

Un altro episodio arriva subito dopo la morte di I. Qemali questa volta si

tratta per l’attentato contro il vicepresidente del governo Preng Bib Doda. In

questo tentato rimase morto il vicepresidente edè ferito consolo inglese

Eden. Da questo reato scompare uno dei più noti politici albanesi.

Il governo albanese si trova nelle circostanze dificile; dovele grandi potenze

negavano i diritti nazionali e appoggiavano le pretese espansioniste dei paesi

confini soprattutto dell’Italia.Una parte del governo di Durazzo trova come

via di uscita la collaborazione con i rappresentanti del governo di Roma. Ma

anche questa collaborazione non èservita nulla per i nostri diritti nazionali.

L’atteggiamento persistente delle autorità italiane, il qualefaceva di tutto

chel’Albania rimase sotto il loro controllo. Queste circostanze portavano la

necessità di un'altra riunione nazionale il Congresso di Lushnja e pure di una

rivolta armata, quella di Vallona nel 1920.

37

Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 118.

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32

1.8 LA CONFERENZA DI PACE 1919

Come l’abbiamo notato nel congresso di Durazzo sono proposti i nomi i

quali dovevano presentare e difendere i diritti dello stato albanese nella

Conferenza della Pace nel febbraio 1919. Due erano le cause principali per

la delegazione albanese.Per primo loro volevano la rivendicazione

dell’indipendenza e il salvamento del confine com’era precisato nella

conferenza degli ambasciatori del 1913 a Londra. In secondo volevano che il

territorio con la popolazione albanese rimasto fuori dal confine del 1913

tornasse a far parte dell’Albania. Questo è il programma fondamentale della

delegazione albanese.38

Un fatto molto

importante è notato che

dopo due secoli gli

Stati Uniti d’America

tornavano a far parte in

una riunione

internazionale, per di

più partecipava il

presidente in persona

Vodrow Wilson. La

diplomazia americana

si era messa in mezzo

di due fuochi; da una

parte erano le aspirate Il palazzo Wilson a Ginevra, la prima sede della Società delle Nazioni

nazionali e dall’altra parte pressava la cupidigia dei tre stati confinanti;

Italia, Grecia e Serbia. Questi paesi in tutti costi insistevano far scomparire

l’Albania dalla mappa degli stati dell’Europa.

Il ruolo degli Stati Uniti era decisivo per il futuro dello stato albanese.

Questo ruolo veniva dal fatto che Francia e l’Inghilterra avevano già in

precedenza accordi con l’Italia dal trattato di Londra 1915, e cosi rimangano

fuori.39

La presenza degli Stati Uniti dava la fiducia al popolo albanese per

una soluzione giusta nei loro confronti, perche le conseguenzeprecedenti

fanno notare sfiducia del popolo albanese verso le grandi potenze d’Europa.

38Akademia e shkencave. Tirane 1984

39Muin Çami. Shqiperia ne rrjedhen e historise (1912-1924). Onufri. Tirana 2007. pg. 101.

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33

1.9 IL CONGRESSO DI LUSHNJA E LA RINASCITA

DELLO STATO ALBANESE

L’anno 1920 segna la rinascita dello stato indipendente Albanese. Il governo

di Durazzo non ha avuto il successo come si aspettava. Questo non succede

per la colpa dei membri del gabinetto ma per le interferenze dall’estero. Alla

meta del dicembre 1919 un gruppo d’iniziatori chiede che ogni municipio

scelga due rappresentanti per mandare al congresso di Lushnja che si terra a

gennaio 1920, dove sarà discusso il futuro del governo di Durazzo.40

Questo

iniziativà non era accetabile dal governo di Durazzo, facendodi tutto per

annullare questo congresso. Il ministro del governo di Durazzo dall’ordine

all’ispettore generale del governo a Lushnja per fare l’impossibile che

questo congresso sia

anullato. Il congresso aveva

un grande appoggio dalla

Gran Britannia che influiva a

indebolire l’Italia in Albania.

I delegati anche se non al

completo il 21 gennaio 1920

si riunisce il congresso nella

casa di Kase Fuges, a

Lushnja.41

Una commissione

scelto dagli organizzatori

controlla i permessi dei

delegati di diverse regioni. La sede del Congresso di Lushnja

Questo congresso si apre con la preghiera di Sheh Ibrahim Karbunares e di

Ferit Vokopoles.

Nel nome degli organizzatori Aqif pashe Elbasani ringrazia i delegati per la

partecipazione e averte di un'altra seduta che iniziare il 28 gennaio 1920.

40

Luan Omari, Aleks Luarasi: Historia e shtetit dhe se drejtes. Luarasi. Tirana 2007. pg. 330. 41

Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 254.

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34

I DELEGATI DEL CONGRESSO DI LUSHNJA42

BERATELBASAN KOLONJE

Iljaz Vrioni Kasem Sejdini Idhomeno Kosturi

Llambi Goxhomani Filip Papajani Sali Budka

SKRAPARI PEQINI LESKOVIKU

Hysen Nikolica Aqif pashe Bicakciu Faslli Frasheri

Adem Gjinishi Beqir Rusi

LUSHNJAGRAMSHI, DUMREA, SULOVA GJAKOVA

Sheh Ibrahim Karbunara Qazim Durmishi Xhemal Beu

Llazar Bozo Sali Ceka Asllan Shahini

FIER GJIROKASTRA GASHI

Spiro Papa Veli Hashorva Hasan Batusha

Kico Koci

DIBRA LIBOHOVA MATI

Dine Nasufi Sesai Como Ahmed Zogu

Ramiz Daci

Dine Dema

DURRESI DELVINA PERMET E KELCYRA

Xhaferr Ypi Rasim Babameto Kasem Radovicka

Spiro Qarroqi

SHIJAKU TEPELENA KAVAJA

Hamit Toptani Dervish Seiti Irfan Ohri

Rexhep Jella Arshi Shehu Shazivar Alluni

Muteseim Kellici

KORCA TIRANA POGRADECI

Eshref Frasheri Abdi Toptani Selaudin Blloshmi

Kostaq Kotta Gjoke Ndika

SCUTARI IL BORDO

Xhemal Naipi capo –Aqif pashe Bicakciu

Mati Logoreci vice capo – Sotir Peci

Hoxha Kadriu segretario – Kostaq Kotta

Ndoc Coba

Rexhep Shala

Ejup Sabri

42

Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 102.

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35

Xhavit Leskoviku apre la riunione nel nome degli organizzatori, spiegando i

motivi principali di questo congresso nazionale. Dopo il luto per la morte

dell’ex prefetto Abdyl Ypi, assassinato proprio il 15 gennaio 1920 a

Durazzo, i partecipanti scelgono il bordo del congresso e cosi la riunione è

rimandata per l’indomani.43

Nel terzo giorno il vice capo del congresso Sotir Peci fa presente il

programma giornaliero ai partecipanti, il quale parlava per le misure contro

il Trattato di Londra del 1915. Con questo trattato le grandi potenze come

Gran Britannia e Italia volevano la divisione dell’Albania, il modo che

nessun governo albanese poteva comandare il paese.

Per contestare questo trattato è formato un gruppo di dieci membri

partecipanti al congresso.

Riguardando il Governo diDurazzo, i delegati notano che aveva agito in

maniera irregolare portando il paese nel collasso istituzionale. Alla fine si

nota anche che il governo diDurazzo aveva fatto l’impossibile per anulare la

riunione di questo congresso. Per questi motivi principali e tanti

altri,l’assemblea con quarantacinque voti pro e sei contro, prendono la

decisione di scogliere il governo di Durazzo.

Il 30 gennaio 1920 il capo dell’assemblea Aqif pashe Bicakciu manda un

telegrammaalla conferenza della pace, la quale era contro la divisione

dell’Albania deciso dal trattato di Londra nel 1915 tra Italia, Francia e Gran

Britannia.44

Nell’ultimo giorno della riunione il congresso nomina il ministro senza

portafoglio Hysen Vrioni, due direttori generali per gli affari esteri Eshref

Frasheri e per la comunicazione Idhomeno Kosturi.

Nello stesso giorno sono nominati i senatori di tutte le prefetture. I delegati

assenti firmavano le decisioni il 13 febbraio 1920, a Tirana.

Il Congresso di Lushnja aprova come forma del regime il regno, ma fin

quando sarebbe trovata la soluzione per il prossimo Re,èpreso la decisione di

creare una reggenza chiamata”Il Consiglio Supremo” formato da quattro

membri che veniva dalle quattro religioni del paese.45

Quest’ultimo era

obbligato di approvare tutti i progetti proposti dai governi e attestati dal

senato. Il consiglio superiore aveva il diritto di scegliere il primo

ministro,ma non era possibile di scogliere il senato. Assemblea nazionale

aveva il potere di scogliere sia il consiglio superiore ancheil senato.

Il Congresso di Lushnja dopo tante discussioni riesce mettere d’accordo per

formare un governo con la sede a Tirana.

43

Kastriot Dervishi. Op. cit. pg. 101. 44

Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 255. 45

Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).La guerra del popolo volumi II D.50 pg. 64.

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36

La capitale vienne trasferita a Tirana, e il nuovo governo dichiara la propria

volonta di estendere la sovranita nel paese, chiedendol’allontanamento delle

truppe d’occupazione e rifiuto ogni forma di protettorato.46

Nel congresso di Lushnjasono votatii seguenti rappresentanti

membri del governo:47

Sulejma Delvina Primo Ministro

Eshref FasheriVice Primo Ministro

Ahmed ZoguMinistro degli Interni

Hoxha Kadri Ministro della Giustizia

Sotir PeciMinistro della Istruzione

Mehmet Konica Ministro degli Affari Esteri

Ali Riza Kolonja Ministro di Guerra

Bajram Curri Ministro senza Portofoglio

Hysen Vrijoni Ministro senza Portofoglio

Spiro Koleka Ministro senza Portofoglio

Il governo di Durazzo capendo l’impossibilità di confrontarsi con il governo

di Tirana nominato dal congresso di Lushnja, si chiude nella sua città

vigilata dalleforze armate italiane.

Vedendo che questa città si trovava nella stessa linea geografica tra Lushnja

e Tirana le truppe di Zogu erano obbligate di passare per Durazzo. Passando

per lacittà trova la resistenza delle forze italiane che vigilavano la città. Il

maresciallo che comanda le forze Italiane dall’ordine di non transitare per la

città di Durazzo nella direzione di Tirana.

Zogu risponde all’ordine del maresciallo che non ha intenzione di fermare la

marcia delle sue truppe dicendo che non s’impaurisce, anche se le forze di

Durazzo hannol’ordine di sparare. Il maresciallo risponde che l’ordine dato

ai suoi soldati non si ritira e chiunque passa per Durazzo si apre fuoco. Zogu

non s’impone all’ordine del maresciallo e cosi passa per città senza fermare,

e nessuno non interrompe la corsa verso la capitale di Tirana. Dopo questo

episodio il governo di Durazzo non contradì più e comincia a conoscere il

governo di Tirana come sovrano.

Zogu ormai si sente la responsabilità del paese, perche il popolo albanese

credeva in lui come l’unico in grado di liberare il territorio albanese.

La magior parte del paese era occupato dalle colonie straniere.

In queste circostanzeZogu cerca di dimostrare la potenza di Tirana

mandando un comunicato ben chiaro e determinato dicendo: tutte le forze

straniere alloggiate in Albania che non devono girare come se fossero nel

46

Antonello Biagini. Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999 pg. 110. 47

Kastriot Dervishi: Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006 pg. 108.

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37

loro paese.Il nostro esercito difenderà ad ogni costo la liberta di vita del suo

popolo.Zogu con questo messaggio voleva far capire che le truppe straniere

e le loro permanenze in Albaniadovevano preparare le sue partenze.

Nel marzo del 1920 Zogu manda le sue truppe a Scutari liberando tutta la

città dalle forze Francese, prima che la città era occupata dalla

Serbia.48

Questo fatto si applica subito liberando la città e gioendo il popolo

quale aveva paura dal regime jugoslavo. Questo fu il primo passo del

governo di Tirana per l’indipendenza del paese. Il governo di Tirana

comincia unire il paese. Dopo la liberazione del nord, la vita politica adesso

prende strada, cosi nessuno non si permette di fermare la liberta.

La fondandazione del primo parlamento è un altro passo importante per il

paese e per il popoloAlbanese.49

48

Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.). Kongresi i Lushnjes pg. 51. 49

Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 255.

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38

1.10 LA FONDAZIONE DEL PARLAMENTO ALBANESE

(27 MARZO 1920)

Il parlamento all’inizio

era nominatosenato.

Inseguito lo rinominato

Consiglio Nazionale.

Qusto è stato l’organo

supremo fino alla

riunione dell’assemblea

costituzionale.

L’elenco dei deputati del primo parlamento Albanese50

Berati: Hysen Vrioni, Llambi Goxhomani, Bektash Cakrani, Pilo Papa

Dibra: Dine Dema, Dine Maqellari, Ramiz Daci,

Abdurrahman Krosi, Halim Cela

Durresi: Mytesem Kellici, Ymer Deliallisi, Irfan Ohri, Veli Kraja.

Elbasani: Shefqet Verlaci, Visarion Xhuvani, Adem Gjinishi,

Qazim Dyrmishi

Gjirokastra:Beqir Rusi, Kico Koci, Dhimiter Kacimbra, Neki Ruli

Korca: Kostaq Kotta, Sejfi Vllamasi, Thanas Cikozi,

Qani Dishnica( Faslli Frasheri 31 mars 1920)

Kosova:Bajram Curri(Rexhep Mitrovica 30 tetor 1920), Osman Lita

Shkodra

Lezha: Gjergj Koleci, Xhemail Naipi, Hafiz Sabriu, Hile Mosi,

Xhemal Shkodra, Kole Thaci.

Vlora: Qazim Koculi, Spiro Koleka,Myqerem Hamzaraj.

50

I discorsi del consiglio nazionale 1920. Tirana 1923. pg 5.

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39

IL BORDO ELETTO IL 29 MARZO 1920

Xhemal Naipi – Presidente

Spiro Koleka–Dhimiter Kocimbra 27 maj 1920) Vice-presidente

Hile Mosi–Segretario

IL BORDO ELETTO IL 25 SETTEMBRE 1920

Dhimiter Kocimbra –Presidente

Qazim Koculi –Vice presidente

Hile Mosi– (Kole Thaci 6 nentor 1920) – Segretario

Note:

Bajram Currinon ha mai partecipato alle riunioni del consiglio nazionali,

mentre il 25 ottobre 1920 hanno presentato le sue dimissioni che e stato letto

durante la riunione del30 ottobre 1920.51

La scelta dei sostituti senatori si applicava attraverso gli uffici della

prefettura o di sottoprefetture dei delegati alle province in questione,

secondo le regole definite dal primo ministro.

Il consiglio nazionale si riunisce il 27 marzo 1920 alle ore 9:45 in una

cerimonia festiva seguita dal giuramento dei membri del parlamento.52

La riunione prosegue con il discorso di benvenuto dai rappresentanti del

Consiglio Supreme in quale rilevavano che questo traguardo per lo stato

Albanese non era mai presentato dal 1912.

Come obiettivo fondamentale i consiglieri presentavano indipendenza totale

e la riunione della patria e rilevando la necessità di un buon rapporto con i

confinanti ma senza trascurare i diritti etnici.53

Ringraziano il presidente degli Stati Uniti Wilson per il suo contributo

riguardando i nostri interessi nella “leganazioni a Parigi 1919”.

Con la nomina del bordo il consiglio nazionale continua la seduta normale.

Le competenze del consiglio erano dominanti sulle altre istituzioni compreso

consiglio supremo. Il fatto che i membri del consiglio supremo erano

nominati dal parlamento e il consiglio non poteva scogliere il parlamento ed

esprime cosi la posizione dominante costituzionale del parlamento sul

consiglio supremo.Il parlamento era composto ditrentasette membri

51I discorsi del consiglio nazionale 1920. Tirana 1923. pg. 156.

52 Arkivi Qendror. Parlamenti. 1912 – 1940.

53Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.113-114.

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nominati nel congresso di Lushnja dalle proposte dei delegati delleprefetture

alla proporzione della popolazione (un deputato ogni venti mila abitanti).

Nonostante il titolo “eletto”nel caso concreto non si parla di elezioni, ma di

un elenco dei deputati adottata per consenso da parte dei rappresentanti delle

province.

Nelle prime udienze è eletto il presidente del consiglio Xhemal Naipi,

vicepresidenteSpiro Koleka e i segretari Hile Mosi e Xhemal Rruga.

All’unanimità è deciso che ogni sessione sarà eletta un nuovo bordo cosi

nella seconda sessione sono eletto presidente Dhimiter Kocimbra e

vicepresidente Qazim Koculi e segretario Hile Mosi e Ramiz Daci.

In totale il parlamento dal “Congresso di Lushnja” ha tenuto due sessioni:

dal 27 marzo 1920 al 27 maggio 1920 eranotenutequarantatrésedute e la

seconda sessione dal 23 settembre fino al 15 novembre 1920 si è

tenutaventisetteseduta.54

Un importante dibattito fu fatto per l’organizzazione interna del parlamento.

Cosi sono stati elaborati un regolamento con tredici capitoli e settantadue

articoli. Furono creati anche delle commissioni permanenti(istruzione, affari

mondiali, affari amministrativi, la guerra, per le finanze e post-telegrafo, e

per il diritto politico).

Queste commissioni erano quasi inutili nella prima sessione parlamentare,

manella seconda sessione hanno guadagnato una particolare importanza.

E stato deciso che per essere trasparente con il pubblico era fatto la

pubblicazione delle leggi, delle decisioni e dei dibattiti nel libretto ufficiale.

Sulla base delle regole stabilite da leggi entrate governative, dovrebbe

certamente essere entro cinque giorni per superare l'esame nelle

commissioni parlamentari e approvate per 2/3 voto.55

Va detto che c'erano due modi di voto: Il primo modoera aperto e reso

mediante alzando la lettera bianca (Pro) e la lettera nera (contro). E il

secondo modo quello segreto, a scatola chiusa con ciascuno dei deputati

poteva dare il suo voto scritto nella carta, senza mettere il suo nome nella

casella. Nelle funzioni principali è stato il controllo parlamentare sul

governo. Si devedire che il Parlamento emerso dal “Congresso Lushnja”

esercitavaal massimo questa funzione, perché i parlamentari volevano

ottenere più potere sul governo che esercità il potere esecutivo

amministrativo.

Un caso concreto che dimostra questo controllo è stato il chiamato del Primo

ministro Suljeman Delvina solo per verificare interpellanza (la questione

della guerra di Vallona, ecc.), anche considerando l'importanza delle

questioni proposte, sono state fatte due volte a porte chiuse.

54Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 73.

55Arkivi Qendror. Parlamenti. 1912 – 1940.

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41

Relazioni con il “Consiglio Supremo” erano anche molto importanti

soprattutto in termini di che istituisce la tradizione della separazione dei

poteri.

“Consiglio Supremo” inviò al Parlamento un messaggio ogni apertura

sessione parlamentare, interessante rimaneva che nella risposta scritta del

Parlamento che chiedeva al consiglio di esercitare pressioni sul verso il

governo, in modo che anche prendere misure appropriate per situazione nel

paese.56

Una comunicazione pratica al momento inutilizzabile in Albania,

ma in alcuni paesi europei ancora lo utilizzano.

Durante le diverse seduteèstata discussa la questione delle strade e non

mancavano la discussione per liceo d’Elbasan.Sui deputati imprigionati

Mytesem Kellici, Ymer Deliallisi di Veli Kraja, sulla creazione del

Ministero della Guerra e quello dell'agricoltura e del commercio, c'erano

voci contrarie, dove spiccavaVisarjon Xhuvaniecc.

Durante questa legislatura nella preparazione delle prossime elezioni per due

gruppi politici, si sono formati “Partito Popolare” e “Partito Democratico”,

che divennero noto e dei loro programmi politici.

Nei mesi seguenti i dibattiti politici interni, nel governo e nel Consiglio

Supremo si riflettevano e in parlamento. Nel mese di ottobre alcuni membri

insieme a Bajram Curri sono dimessi.Questo movimento indotto il

parlamento di incontrare in un vuoto legislativo, perché non era il metodo

previsto di sostituire i deputati dimessi.Tuttavia, e stato trovata una

soluzione temporanea in cui i deputati erano eletti dalle prefetture da un

consiglio di amministrazione, ma non molto pratico dando luogo alla

successiva distribuzione del parlamento.Il 24 novembre 1920 un gruppo di

deputati composto di: Dhimiter Kacimbra, Qazim Koculi, Beqir Rusi, Neki

Ruli ecc, firmano una dichiarazione che ha portato alla circolazione del

Senato.57

Essi hanno affermato la necessità di quest’azione per le dimissioni

di deputati diversi così come non partecipazione alle riunioni di alcuni degli

altri provenienti da diverse regioni di Korce, Mat, Diber e in particolare

Visarion Xhuvani e Kol Thaci.58

56Kaliopi Naska. Kongresi kombetar 1920. Tirana 2000.

57Arkivi Qendror. Parlamenti. 1912 – 1940.

58Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.116.

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1.11LA CRISI DÌ GOVERNO AGLI INIZI DEGLI ANNI

VENTI E IL VOLO DÌ ZOGU.

Nell'autunno del 1920 per la prima volta si vede il consolidamento del potere

centrale.Il periodo della collaborazione idealistica e politica era al tramonto,

con il passato del tempo sono viste pretese personalie dei gruppi diversi, per

più influenza in termini politici. Come risultato di questi movimenti politici

nel novembre del 1920 appare la prima crisi politica che ha portato alla

creazione di due partiti politici. Questa situazione mette in prova le

istituzioniderivanti dalCongressodi Lushnja.Per tutti è stato chiarito il

riconoscimento internazionale dei confini dello stato Albanese e la decisione

prevista del 17 dicembre 1920 per l'ammissione dell'Albania alla Lega delle

Nazioni.Così, con il riconoscimento internazionale e la risolta della

questione nazionale porterebbe uscire la necessitàdell’elezione

all'Assemblea Costituente per definire la forma del regime.59

Questa è stata

una decisione presa all'unanimità in Lushnje nel gennaio del 1920, ma 10

mesi hanno avuto opinioni diverse. La maggior parte dei parlamentari

richiedono nuove elezioni. Dibattiti ufficiali iniziati il 14 ottobre 1920 al

parlamento, la maggior parte dei parlamentari si pensava di non avere il

legittimo diritto di continuare a far parte del potere legislativo. Così è stato

vitale per il futuro a fare delle libere elezioni nazionali, stabilendo il

principio che il sovrano è il popolo, dovrebbe assolutamente contro il voto di

fiducia nazionale.Trovato davanti questo fatto nascono altri dibattiti in corso,

notevole è stato visto dai deputati di chi aveva diritto alla formulazione della

legge elettorale, un membro del comitato istituito dal parlamento o dal

governo.Alla fine è stato eletto una linea mediana dei quattro membri del

comitato di: due da parte del governo e due dal parlamento che hanno

presentato 6-8 novembre in Parlamento il progetto di legge.

Il governo di Sulejman bey Delvina non ha vita facile e nel novembre del

1920 e costretto a dimetersi.60

Lo stesso giorno Iljiaz Vrioniè eletto primo ministro proclamando cosi le sue

soluzioni temporanee fino alle prossime elezioni parlamentare.61

Un'altra

decisione importante è stata che la legge elettorale sarà elaborata dal

parlamento.Con un voto quasi irreale, in assenza di seidici deputati, con

diciassette voti a favore e quattro contrari il governoVrioniha ricevuto il voto

di fiducia in parlamento.

Questo, infatti, è stato l’ultima decisione dal parlamento perche dopo questo

movimento, l'amministrazione politica della vita di campagna è stata fatta

59Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 76.

60Antonello Biagini: Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999. pg. 113.

61Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg.316.

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dal governo.Ministero degli Interni il 2 dicembre del 1920 annuncià la

distribuzione del parlamento anunciando una nuova legge elettorale il 5

dicembre1920.

1.12 IL PRIMO GOVERNO DI ZOGU DICEMBRE 1922

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Il 24 dicembre 1921 Zogu si trovava al potere quale Ministro per gli Affari

Interni nel gabinetto Xhafer Ypi.62

Era riportato al potere dalla forza ineluttabile degli avvenimenti.

Da una parte i vicini si adoperavano a più non posso per dimostrare al

mondo che noi non posso per dimostrare al mondo che noi non posso per

dimostrare al mondo che noi non eravamo maturi per la libertà e

l’indipendenza, mentre, dall’altra, anche noi per l’inesperienza di alcuni

ambiziosi, non mancavano di dar motivo e argomentazioni molto severe nei

nostri confronti; argomenti e giudizi non meritati dal nostro popolo poiché

gli avvenimenti posteriori e l’attuale situazione dovevano provare che il

nostro popolo è uno dei più disciplinati del mondo.

Le truppe degli Stati limitrofi facevano la spoletta su le nostre frontiere,

mentre i politicanti avevano adottato il sistema di dar l’assalto alla diligenza

postale, ogni qualvolta si formava un nuovo Ministero.

Si arrivo a qualcosa d’incredibilmente satanico, e qualche volta grottesco,

purtroppo. Mentre i poveri soldati mal equipaggiati e affamati si battevano

su le frontiere contro truppe superiori per numero, per equipaggiao e per

organizzazione, i cosiddetti “uomini politici”formavano dei gruppi e si

adoperavano, anche se imponesse la necessità della fusione dei gruppi,

dimostrando, cosi, che si andavano alla caccia di una rappresentanza in sano

al governo, costituendo gruppi in paese senza partiti effettivamente politici!

Infine, fu creato un’Associazione cosiddetta”La Sacra Unione” che

miravano a conciliare i partiti politici con razionano distribuzione di seggi

ministeriali.63

Non nego che tutti o quasi tutti avessero in fondo al cuore

delle idee patriottiche, ma nella maggioranza mancava la visione esatta dei

problemi vitali al paese e la coscienza della propria capacità politica e

amministrativa.

Per la formazione di un ministero fu creata una commissione di membri

della “Sacra Unione” per arrivare senza troppe scosse alla scelta dei ministri,

la celebre commissione ricorse al sorteggio di alcuni candidati.

La buona stella d’Albania aveva Zogu.

L’ottobre del 1921 egli, che era allora semplicemente deputato, ebbe

l’incarico di assumere il comando delle Forze Armate della Nazione per la

difesa delle frontiere. Il paese respirò perché aveva grande fiducia

nell’uomo, e questi seppe ben corrispondere all’attesa del governo e del

popolo, perché in pochi giorni riuscì a sbaragliare le forze Serbe.

Ciò avveniva nel novembre del 1921.

E determinava in tutta l’Albania, un delirio di entusiasmo che non conobbe

limiti quando si seppe che le grandi potenze sorprese dalla nostra energica

62

Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 32. pg.1. 63

(A.Q.SH.) F. 416 D. 32. pg. 2.

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reazione e preoccupate della possibilità di complicazioni, invitarono la

Jugoslavia rispettare la sovranità e l’integrità dello Stato Albanese.

Il trionfo militare e l’interessamento delle potenze, invece di spiacersi alla

normalità politica, ancora più sbrigliavano ambizioni mal proporzionate alle

persone e alla situazione reale dello stato, e cosi si ebbe una ridda di

ministeri uno dei quali imposto dalla famosa “Sacra Unione”.

Alcuni deputati volenterosi indirizzarono all’ora un telegramma a Zogu che

ancora era sui confini a nord e lo pregeranno di ritornare a Tirana per

ristabilire l’ordine.Furono cosi che egli, ritornato nella capitale mise apposto

gli intriganti, assicura al parlamento (che era fuggito da Tirana) la piena

liberta di discussione e avvio il funzionamento normale della vita politica.64

Nelle conseguenze si ebbe l’avvento al potere del gabinetto Ypi con A. Zogu

come ministro degli Interni che comincio con l’applicazione della prima

misura radicale e indispensabile: il disarmo.65

Come si prevedeva questa misura e altre che si rendevano evidente

nell’orizzonte non potevano lasciare tranquilli gli ambiziosi senza meriti

dando,e le rivolte e sedizioni arrivate qualche volta alle porte di Tirana.

Contro tagli opere inconsulte e traditrici, la spada di Zogu arrivo sempre in

tempo tagliando la marcia. Purtroppo non è mancato, qualche volta il

tragico. Per esempio nel marzo 1922 un buon nerbo di ribelli occupo la

periferia della capitale e lentamente si m’infiltro nei pressi del palazzo del

parlamento, creando una situazione tanto pericolosa da indurre, Reggenti,

ministri, deputati e funzionari dispostarsi alloggiare in Elbasan. A Tirana

rimasse soltanto Zogu che per due giorni e notti si combatte con ribelli

finche, li costrinse a sloggiare.66

Zogu li perdono a condizione che si

riconoscessero colpevoli e promettessero di non ricadere nel grave errore.

Mentre il valore e la magnanimità riducevano alle impotenze una massa di

pericolosi mentre a Durazzo scoppiava un'altra insurrezione. Anch’essa pero

fu presto domata e coronata con la punizione esemplare dei caporioni che

furono impiccati senza dare ascolto ad appelli pietosi che erano fuori luogo.

Mentre Zogu si moltiplicava per normalizzare la vita interna della nazione,

non risparmiava d’altra parte il suo contributo in tutti gli altri campi e col

suo tatto contribuì grandemente a estendere e migliorare i rapporti

internazionali del Governo, sopratutto con l’Italia.

È ben scalpita nella mente e nel cuore dei patrioti Albanesi la dichiarazione

del ministro degli Esteri Scanzer che alla fine del 1921 dichiarava nel

paralamento Italiano di avere fiducia che gli’Albanesi dovesse mirare

all’Italia con amicizia sincera in armonia perfetta con l’amicizia schietta a

leale di Roma.

64Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 322.

65Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F 416 D .32 pg. 4.

66Herman Bernstein, Hugh Grand.Diplomate Amerikane per mbretin Zog . Dardania. Tirane 1994. pg 36.

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Zogu per i suoi meriti continuò ad ascendere. E quando Xhafer Ypi

abbandono la presidenza dei ministri per essere stato nominato reggente,

Zogu venne al potere come primo ministro, conservando anche il portafoglio

del ministero degli Interni.67

Chiedendo il voto al parlamento, annunzio che i capisaldi del suo

programma:68

1- Onorare la patria e i patrioti su tutto e suo tutti.

2- Libertà di stampa e di discussione.

3- Una politica leale in ogni campo che garantisce lo sviluppo razionale e

graduale del paese, spingendolo verso la civiltà occidentale.

4- Amicizia con tutti gli stati, ma basata unicamente sul rispetto.

reciproco.

5- Avviamento all’indipendenza economica.

6- Organizzazione moderna dello stato con la collaborazione di tecnici

stranieri.

Chiudeva il suo discorso accentuando la necessita che tutti gli sforzi del

governo fossero sorretti principalmente dalla tranquillità pubblica e dalla

collaborazione leale di quanti avevano seriamente a cuore le sorti del paese.

S’intensificò la lotta sorda e disgregatrice portando il microbo della politica

della gendarmeria e fra le file del soldato, predicando teorie insensate, che

più tardi dovevano avere conseguenze sanguinose.

Gli intrighi dei pigmei, irritati dall’enorme differenza di stature che li

deferenziava dal giovane primo ministro, portarono disordine perfino nel

grembo del Gabinetto. E cosi il ministro della guerra si dimete e alcuni dei

ministri, piccoli uomini che Zogu aveva elevato alle alte cariche, in valore al

Consiglio Ministeriali si rendevano la porta voci dei pazzi e degl’illusi della

Sacra Unione.69

Per ogni iniziativa era una lotta, e ogni passo era un pericolo. A ogni

movimento non mancavano quelli che lo tirassero indietro o lo spingevano al

fianco. La marcia in avanti era in tardata.

Zogu voleva evitare conflitti che, nell’atmosfera carica di elettricità

potevano avere conseguenze dannose per le grandi masse, cioè per il paese,

che poteva essere trascinato a disastrose conseguenze.70

E seppe essere conciliante, longanime, dimostrando quello spirito di

tolleranza e di pazienza che è l’arma di chi è veramente forte.

Alla fine arrivò al punto di accentare per evitare le scosse mentre, in un

ambiente assai elettrizzato, si procedeva alle elezioni generali, il ministro

67

Arkivi Qendror i Shtetit.Tirana (A.Q.SH) F 416 d 32 pg. 6. 68

Tirana (A.Q.SH) F 416 D 32 op. cit. pg. 6. 69

Tirana (A.Q.SH) F 416 D. 32 op. cit. pg. 7. 70

Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 176.

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degli’Interni fosse mantenuto alternativamente dal Ministro dei lavori

pubblici e dal collega dell’Istruzione.71

Il gabinettodi Zogu

71

Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana(A.Q.SH) F 416 D. 32 pg. 8-9.

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1. Ahmed Zogu – Primo Ministro e Min. degli Interni.

2. Pandeli Evangjeli – Ministro degli Affari Esteri.

3. Hysen Vrioni (Milto Tutolani 12 maggio 1923) –Ministro della Giustizia.

4. Ismail Haki Tatzati (Mustafa Aranitasi 19 agosto 1923) – Ministro della Guerra.

5. Kol Thaci – Ministro delle Finanze

6. Spiro Jorgo Koleka (Sejfi Vllamasi 30 maggio 1923) – Min.degli Affari Mondiali.

7. Rexhep Mitrovica – Ministro della Pubblica Istruzione72

.

Nella fine dell’anno 1922 la

posizione politica di

Ahmed Zogu era rafforzata

in maniera veloce. Come

Min. degli Interni aveva

dimostrato le sue potenze e

il carisma politicocome un

uomo pieno di energia. Per

questo avendo il supporto

forte del gruppo dei feudali, anche se aveva ventisette anno, era pronto di

prendere in carico del primo Ministro. Per ciò, si fannole nuove elezioni per

il Consiglio Supreme.

Il 2 dicembre 1922 il Consiglio Nazionale fra i sei candidati sceglie Xhaferr

Ypi e Gjon Xhoba per i due posti rimasti vacanti nel Consiglio supremo.

Gli altri candidati erano: Shefqet Verlaci, Kol Parruca, Ndoc Qoba, e Ndre

Mjeda. Xhaferr Ypi era Primo Ministro, fino a questo momento e doveva

dimettersi, perché ”Consiglio Supreme” al suo posto,nomina Ahmed Zogu.

Nello stesso giorno il nuovo Primo Ministropresenta davanti al Consiglio

Nazionale i membri del Consiglio e il loro programma.73

Com’era prevista la riunione era una delle più aspre, poiché l’opposizione

non accentava la nomina dell’Ahmed Zogu come Primo Ministro. I deputati

dell’opposizione erano: Ali Kelsyra, Luigj Gurakuqi, Fan Noli, Bahri Omari,

ecc. Lo chiamavano come un’azione effettiva, poiché per loro lui occupava

questo posto gia in precedenza, anche se era Min. degli Interni.

Nella sua piattaforma Zogu notava che la civiltà del popolo Albanese si

divideva in tre parti fondamentali:74

1- Alcune prefetture del sud avevano la possibilità d’educazione.

72

Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 174. 73

Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 335. 74

Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 175.

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2- Nell’Albania centrale non hanno avuto la possibilità di approfondire le

conoscenze generali.

3- La popolazione che abitava nelle montagne del nord e del sud erano

rimaste dietro le due sopra citate.

Su i rapporti delle religioni Zogu notava le negoziate con Patriarcato di

Istanbul, dicendo che loro avevano riconosciuto il Congresso di Berati.

A proposito dell’economia del popolo si puntava sugli sviluppi del

commercio, dichiarando che nostro popolo è abituato soltanto con il fucile,

tenterò di dare l’aratro e la zappa.

Un popolo non si promuove con il fucile e con le guerre, ma bisogna

sviluppare il commercio e l’industria. Zogu notava pure la responsabilità del

Governo sull’organizzazione delle elezioni 1923. Nel suo discorso lui citava

i buoni rapporti con la Lega delle Nazione.

Dopo il primo Ministro replica Ali Kelcyra il quale disse che si sta

legalizzando primo Min. il quale in realtà già occupava questo merito da un

anno. Come lui lo condividevano anche altri dodici deputati: Agath Atli

Xhitoni, Ahmed Resuli, Bahri Omari, Koqo Tasi, Dhimiter Kacima, Fan

Noli, Luigj Gurakuqi, Sulejman Delvina, Ndre Mjeda, Loni Kristo, Stavro

Vinjau, Shefqet Daiu.

Quelli che astenevano erano: Mehdi Frasheri, Hil Mosi, Kristo Kirka, Kol

Rrodhe, Taq Buda e Shyqri Myftiu.

Alcuni deputati non erano presenti ma comunque ciò che interessava Zogu

era la maggioranza che con i suoi trentasette voti lo elegge come Primo

Ministro.

Ahmed Zogu aveva rafforzato la sua posizione politica in merito del suo

carisma e pieno di energie, si che avendo l’appoggio della gente ricca

nominata feudale (cifligare). Il suo legame con i feudali si rafforzò con il suo

fidanzamento con la figlia di Shefqe Verlaci uno dei più potenti feudali del

paese.

Nel dicembre 1922 si pareva che Zogu controllava la cricca e il partito del

popolo il quale aveva una fisionomia complessa.

Nel “Consiglio Nazionale” il partito si presentava con venti sostenitori di

Shefqet Verlaci, diciotto di Ahmed Zogu e altri tre del gruppo di Iljaz Vrioni

i quali sostenevano Zogu. Anche se si dichiarava che la politica del partito si

percepiva nel conservatorismo agrario, ma in realtà questa era una tattica

temporanea e non un’intenzione concreta.

Il governo di Zogu era con una visione occidentale. Essendo in una

situazione difficile in ogni punto di vista, questo si può definire come il

governo più riformatore, liberale e produttiva degli anni venti.

Zogu aveva promesso di ridurrere le spese publiche che secondo lui,

l’administrata publica era ai limiti.75

75

Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 63.

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Nei primi passi come Primo Min. dichiara con la certezza che l’Albania

segue la strada che lo porta verso l’occidente. Cominciando l’organizzazione

dello stato legale che fino ad ora era basata nello (Sheriat Turca) sostituendo

con la legge organica di tutti i dicasteri.

Il 6 gennaio 1923 si approva la nuova legge per l’organizzazione dei

tribunali. Nei capoluoghi delle sotto prefetture si creava il tribunale civile

conciliante del primo grado.76

Le prefetture di Shkodra, Elbasan, Berat, Gjirokaster, Korce si creava la

corte civile conciliante d’appello. Questi tribunali procedevano i casi civili e

commerciali fino a settanta cinque franchi d’oro, sopra a questa somma si

procedevano ai tribunali del primo grado esistenti.

Nel 1922la Lega delle Nazioni manda in Albania J. J. Sederholm per

verificare la situazione del paese. Questo rapporto si presenta a Ginevra il 6

aprile 1923. Sederholm dichiara il 12 maggio 1922 il Consiglio Della Lega

che aveva presentato un rapporto di accertamento per quanto riguarda il

ritiro delle truppe armate del regno Serbo–Croato–Sloveno in applicazione

del decreto delle Grande Potenze il 9 novembre 1921.

Tra l’altro Sederholm dichiara che il governo aveva come obiettivi principali

la creazione della solidarietà tra diversi gruppi del popolo, lo sviluppo

economico del paese e l’organizzazione di un sistema moderno legale.Lui

ammette che l’Albania si trovava in una situazione molto difficile,senza

l’infrastruttura e un’amministrata effettiva ma soprattutto mancava la

legislazione moderna.

Secondo Sederholm il governo sotto la guida energica di Ahmed Zogu aveva

domato lentamente l’unica rivolta organizzata nel paese.

Nelle sue riforme maggior importanza dava al disarmo, la riduzione della

vendetta e dei furti (i quali nelle precedenze si considerava un metodo di

sopravvivenza nella regione del sud).

Nel rapporto si scriveva che la popolazione era dedicata l’agricoltura.

Per la prima volta nei secoli un governo aveva il potere incontestato

dell’intero paese, essendo in grado di reclutare i militari e riscossione delle

imposte.

Vedendo i rapporti con i confinanti e la situazione che tanti studenti

andavano a studiare in Jugoslavia, Zogu consiglio tutte le scuole e

soprattutto la Prefettura di Scutari che in maniera ragionevole di proibire

gradualmente i loro studi all’estero.

Questa misura si presentava dopo il sondaggio che tanti studenti di Scutari

emigravano verso Jugoslavia.77

76Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 87.

77Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 179.

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1.13 LE ELEZIONI 27 DICEMBRE 1923

Negli ultimi giorni del mandato il Consiglio Nazionale approva la legge

elettorale composto di novantaquattro articoli il quale è contestato

dall’opposizione. La legge consisteva che le elezioni sarebbero fatte con i

voti universali indiretti (suffrage universal indirect). Per ogni otto mila

abitanti era eletto un deputato.

Potevano votare tutti quelli che avevano compiuto diciotto anni.

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Non partecipavano al voto i mendicanti, i disabili, i militari, i condannati con

più d sei mesi, le donne.

La campagna elettorale e stata condotta in maniera aspra dalle forze

politiche, non sono mancati alcuni incidenti, ucciso il candidato Adem

Gjinishi a Pecin, e l’elettore Haxhi Isuf Kazazi a Kavaja.

I seguentipartiti politici partecipanti nelle compagnie.78

Partito Popolare d’Ahmed Zogu

Questo partito aveva grandi impatti nelle prefetture di Diber, Elbasan,

Durres, Vlore e Berat.

Partito Liberale

Il Partito Liberale è fondato a Tirana, con la sede a Permet diretta dal

segretario generale Agathokli Xhitoni. I membri principali Fan Noli

Faik Konica, Aqif Pash Bicaciu, Ilomeno Kosturi ecc.

Il gruppo Politico l’Ora delle Montagne

Questo gruppo era fra l’opposizione con i membri principali: Luigj

Gurakuqi, Ndre Mjeda, Hil Mosi, Luigj Koliqi ecc.

Nella piattaforma politica loro consistevano per una monarchia ma i membri

del Consiglio Supreme sarebbero eletti con un referendum, scegliendo

Scutari come capitale d’Albania.

Il Gruppo Democratico di Gjirokastra

Come fondatori avevano: Dhimiter Kacimbra, Bahri Omari, Ali Kelsyra,

Stavri Vinjau, Avni Rustemi.

Il Gruppo Cristiano di Gjirokastra e di Mufit Libohova

78

Tutti i gruppi politici partecipanti alle elezine del 1923 sono citati nel libro di Kastriot Dervishi.Historia e shtetit

shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 192 – 194.

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Questo partito è creato dall’alleanza del gruppo Cristiano (direto da Petro

Harito) con la Lega della feudale diretta da Mufit Libohova. Quest’alleanza

èstata sottoscrita daPetro Harito,Mufit Libohova, Sulejman Delvin, Fejzi

Alizoti ecc.

Il Gruppo National Democratico di Berat

Questo gruppo si compone da: Sheh Karbonara,Ali Koprencka, Qamil

Mulla, Bektash Cakrani,

Il Gruppo Xhoka

Diretta dal segretario Haki Tefiku, nel proseguente questo gruppo diventa

fondatore del Partito Radicale Democratico.

Il gruppo Qazim Koculi Diretta da lui stesso.

Il Gruppo di Eqerem Vlora

Questo gruppo rappresentava i feudali di Vallona.

Il Gruppo di Kosovo

Questo gruppo era senza una piattaforma politica.Diretta da Bajram Curri, il

suo scopo era di contribuire con grande appoggio ad Avni Rustemi che

diventasse deputato.

As i Pashes as i Beut Elbasan

Diretta da Rapush Demeti con la moto: (liberta, fraternità,unita), cercavano

la liberta di parola,della stampa e del manifesto. I membri principali erano

Aleksander Xhovani, Sali Ceka, Ahmed Dakli, Hysen Dermishi.

Le campagne elettorale si presentano molto aspra. L’opposizione era divisa

sì nel punto di vista degli ideali sia la pozione geografica. Uno dei casi più

discussi era la scelta del capitale. I gruppi di Elbasan proponevano la loro

città, il gruppo di Scutari voleva la loro città, stessa cosa fece il gruppo di

Vallona proponendo la loro città.

Il gruppo Xhoka e il Partito Popolare volevano Tirana.

Il 27 dicembre 1923 nella conclusione delle elezioni si costatava come

vincente il Partito Popolare di Zogu dominando a Berat, Elbasan, Tirane,

Diber. Il gruppo dell’opposizione vinceva largamente a Korca.

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I risultati delle elezioni:79

Partito Popolare 40 deputati.

Partiti Liberale 35 deputati.

Gli’indipendenti 20 deputati.

Parlamento apre le sue sedute il 21 gennaio 1924. Sono atterrate due

sessioni, prima della rivoluzione e dopo.

La prima sessione sì e tenuto nel periodo 21 gennaio – 2 giugno 1924,

complessivamente sono svolte sessantatré sedute. I lavori del parlamento

sono sospesi il 2 giugno 1924 causa delle rivolte organizzate

dall’opposizione. Durante questo periodo il parlamento approva una serie di

leggi: la legge della dogana, delleamnistie, le colpe politiche, la ratifica

dell’accordo internazionale delle donne e i bambini.

1.14 L’ATTENTATO CONTRO IL PRIMO MINISTRO 23 FEBBRAIO 1924

La conclusione delle elezioni elettrizza la situazione nel paese, poiché

nessun partito o gruppo politico non aveva la maggioranza per governare.

Era una situazione delicata e gli agenti segreti anticipavano dei possibili

attentati.

79

Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 93.

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Il 23 febbraio 1924 alle ore 14:30 nel momento dove il parlamento stava per

eleggere il suo bordo si sono sentite dei colpi di fuoco e allo stesso tempo

entra nella sala Ahmed Zogu tutto sanguinato.80

Una situazione difficile da

controllare poiché tutti i deputati erano armati. Zogu invita i deputati di

mantenere la calma, dicendo queste cose sono accadute già nelle precedenze.

Questo attendato del 1924 è eseguito da Beqir Valteri che aveva diciassette

anni. L’episodio soffriva d’influenza politica e soprattutto dell’opposizione.

In momento dell’arresto Valteri amette che

non avevano niente di personale, questo

crimine lo fece per motivi idealistici.81

L’attentato era organizzato dai dirigenti

dell’opposizione, i quali avevano addestrato

l’attentatore creando l’illusione, che

quest’attentato non faceva comodo soltanto

all’opposizione ma per il bene del paese.

Nei ricordi di Veli Harshova si fa notare che

Avni Rustemi voleva fare lui l’attentato, ma

su di lui ancora pesava l’attentato fatto contro

Esad Toptani, cosi evitano di fare un secondo

reato.Mustafa Kruja un amico di familja

Valteri dichiarava che Rustemi aveva

influenzato questo reato. Beqir Valteri (a destra) Nel giorno successivo i magistrati Avni Dabulla e Avni Drrasa interrogano

A. Zogu, e lui dichiarache:lo conosceva e in quel momento si trovava nel

suo gabinetto con l’Ambasciatore Britannico.

L’ATTENTATO CONTRO AHMED ZOGU, RACCONTATO DA

EKREM BEJ VLORA.

Il 23 febbraio 1924, quasi tutti noi avevamo occupato i nostri posti per la

seduta pomeridiana dell'Assemblea. Mancava solo il governo, cioè anche il

Primo Ministro Ahmed Zogu.82

80Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006.pg. 200. 81Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 69.

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Mi sono seduto, come sempre nei pressi di Fan Noli, nel primo banco,

ingresso a sinistra. Lo sguardo cadde dietro di me, dove era seduto il gruppo

democratico che stava stranamente silenziosa e preoccupata. Cosi lo penso

ora, comunque, ma quel giorno me lo sentivo come se fossero in attesa di

qualcosa. Si sentono improvvisamente due colpi sui gradini del palazzo, che

è stata seguita da un silenzio ghiacciato. Poi aprì le porte della stanza e di

slancio è entrato all'interno Ahmed Zogu, con un revolver in mano. Egli era

teso, ma doppo pochi istanti è ripreso e se ne andò al banco del governo. Noi

abbiamo immediatamente reso a conoscenza della situazione e capito subito

cosa fosse successo. Che in tali casi la nostra gente si raccoglie in fretta ed è

molto disciplinato. Alcuni parlamentari che avevano amicizia con Ahmed

Zogu sono andati vicino, il resto dei deputati minaccioso erano congelati

nelle sue sedi, dietro di noi.

Ho subito apprezzato la gravità della mia condizione, questo silenzio poteva

essere convertito in qualsiasi momento nel gran casino. Mi ero seduto quasi

al centro dei democratici sulla destra della stanza, davanti a me erano i

conservatori. Tutti erano armati! Io ero nel bel mezzo di proiettili ad amici e

nemici. Mi sono alzato sussurrando nelle orecchie di Fan Noli "Buon

divertimento". E mi affrettò a prendere il mio amico, il dottor Simonidhi da

Himara. Lo porto verso Ahmed Zogu, per vederli le ferite. Lui non crede e

non voleva che questo lo visitasse, ma poi, quando l’assicurato che il medico

è affidabile, non contesta più.

Le ferite erano gravi, ma non in pericolo di vita, due pallottole erano passate

profondamente nelle cosce, e un altro nella pancia; le ferite sono medicate

temporaneamente.

Sono andato dal mio amico e cugino, Iljaz Vrioni era stato primo ministro

per due volte e molte altro tempo ministro ed era conosciuto da entrambe le

parti come un uomo di pace.

Così, in quei momenti era la persona più adatta per chiedere la pace e la

tranquillità! Il capo della sessione, Eshref Frasheri e il suo gruppo erano tutti

andati dal Presidium e avevano occupato i fori sui quattro lati della stanza.

Io ho consigliato Iljaz Vrioni di andare al presidio e di tenere un breve

discorso, antidolorifico. L’ha fatto, ha trovato il tono giusto, e ha avuto il

successo desiderato. Poi si fa sentire Ahmed Zogu: "Signori non è la prima

volta al mondo, che in un parlamento succede questo che è accaduto a me".

Stavo piacere ai miei amici, a pesare il caso con pazienza e poi agire. " Zogu

era ancora pieno di sentimenti e cosciente delle proprie azioni - davvero

intelligente”.

Mentre nel corridore del parlamento si sentivano colpi successivi, eravamo

tutti preoccupati, perché non si sapeva quello che stava cadendo. Chi stava

sparando e contro chi? Più tardi abbiamo saputo che l'aggressore è stato

82

Ekrem bej Vlora: Kujtime 1885-1925. Tirana 2002.

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Beqir Valteri era bloccato nei bagni, mentre le guardie del Parlamento,

stavano costringendo la sua resa.

Nel frattempo, lui cantava canzoni eroiche, forse per darsi coraggio a se

stesso.

L’attacco contro Zogu sospendono immediatamente qualsiasi contatto con il

Partito Democratico, non che noi abbiamo alimentato ogni affetto eccessivo

o fede cieca ad Ahmed Zogu, ma perché l'atto d’insulto a tutti noi, ma era

stata dichiarata guerra aperta.Poiché come l'usanza albanese, Zogu non uscì

dalla casa fino il giorno che sarà data la risposta giusta.

E per fornire la meritata punizione ha abilmente usato uno strumento che ha

dato la possibilità di uccidere due mosche con un colpo. Non gli permetto di

toccare neanche un pelo all’assassino, catturato, però, le guardie del

parlamento gli hanno chiesto perché volesse ucciderlo.

BeqirValteri ha confessato tutto senza nascondere niente, non solo la vita gli

era perdonata, ma è stato trattato bene durante la sua permanenza in custodia

in una caserma del parlamento.

Lui mi ha confessato tutto nel 1943. Lui lascio il paese dal 1925e andò in

Francia, quando il partito democratico è stato espulso da Zogu.

Nel 1939 ritorna inAlbania e nel 1945 e stato fucilato dal comunismo.83

1.15 LA RIVOLUZIONE DÌ

GIUGNO 1924

Le questioni politiche dal 1920 al 1924

erano trattate con una passione e una

violenza degna di miglior causa, se la

violenza possa aver luogo qualche volta

83

Ekrem bej Vlora: Kujtime 1885-1925. Tirana 2002.

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nelle discussioni e avevano assunto un colore assai preoccupante84

. Stavamo

per adottare come sistema tutte le forme della criminalità politica troppo

lontano dalla tradizione cavalleresca del popolo albanese, che non uccide a

tradimento, è non impugna armi contro la gente disarmata.

Nelle polemiche contro il governo di Zogu c’era tanta dosa di fiele e tale

astiosità da far pensare che tra il Presidente dei ministri (ormai assunto a

notorietà mondiale) e certi scrittorelli improvvisati di giornali, sarebbero il

caso a dire mai intarsi nominare.

Il pubblico si nutriva dai frutti velenosi dei ragazzacci che erano stati

obbligati(per incapacità) ad abbandonare le scuole, i campi o le officine ecc.

Sarebbe il bisogno di fare un’analisi del fenomeno per spiegare grave e

dolorosi fatti.

La nazione albanese risorta dall’indipendenza con una smodata, ma ben

spiegabile sete di libertà cade negli inevitabili errori dei popoli politicamente

giovani, si abbandono in braccio al parlamentarismo a una sconfinata critica

giornalistica tribunizia da suburra.

Zogu era implacabile contro chi turbasse l’ordine pubblico, ma riteneva che,

nei limiti della regalità tutto fosse lecito. Ebbe, anzi, ripetutamente

l’occasione di definire la stampa come l’occhio del popolo.

Si ricorreva a ogni mezzo pur di combattere l’avversario.

Era ancora vivo spaventosamente doloroso in tutti gli onesti il ricordo

dell’eccidio avvenuto a Mamurras, il 6 aprile 1924 quasi a meta strada da

Tirana-Scutari.85

Alcuni capi montanari del nord si erano recati a Tirana per felicitare Zogu

per lo scampato pericolo dopo l’attentato. Ebbene, gli onesti nemici di Zogu

decisero di sopprimerli per crearli fastidi. E cosi avvengono che l’auto che

trasportava i montanari é stato sorpassata da un’altra vettura dove si

trovavano i due turisti americani e la scarica delle fucilate destinata ai

montanari, abbatta invece i turisti.

Se ne furono umiliati gli stessi criminali,che alla costatazione, esclamavano:

Vergogna per noi! Abbiamo ucciso degli stranieri! Questo e un tradimento!

Alcuni politicanti al capo della Sacra Unione, su questo fattaccio, più

dannoso per il nome dello stato albanese, che cento rivoluzioni, si

avventarono come corvi affamati.

I giudici meno severi accusavano il governo di essere incapaci.

Nel fine maggio e inizio di giugno 1924 la politica Albanese degli anni

1920-1924 era destinata al fallimento concretizzata da una rivolta armata. La

mancanza di una tradizione democratica al paese, avendo una mentalità

84Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D 32 pg. 10.

85Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 346.

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generale al contrario dei cambiamenti chiesti il malfunzionamento dello

stato, la propaganda dei giornali scritti all’estero aveva servito per un clima

destabilizzata nel paese.

Dopo la morte di Avni Rustemi sono rafforzate le condizioni per la rivolta

armata, la quale rovescia il governo uscito dalle elezioni del dicembre 1923.

Dopo le riunioni tenute a Valona, l’opposizione apparse convinta per

arrivare al potere con la violenza.

Il 13 maggio 1924 i due ministri che rappresentavano l’opposizione Luigj

Gurakuqi e Fahri Gjilani si dimettono per riunirsi con i ribelli. A Valona pro

la rivoluzione era Qazim Kokoshi, Qazim Koculi, Seid Qemali, mentre gli

altri capi della città non partecipavano. La società “Bashkimi” mobilizzano

la gente creando cosil’esercito volontario. Nel 16 maggio 1924 questa

società chiede l’appoggio dei giovani Albanesi. Nello stesso giorno il

comandante della guarnigione di Scutari, Rexhep Shala, chiede l’espulsione

di Ahmed Zogu dal paese. Dopo la dimensione del primo Ministro Shefqet

Verlaci ribelli erano pronti a sospendere la rivolta con la condizione che: il

Ministero degli Interni e il Ministero della Guerra sono comandati da

Rexhep Shala e Kasem Qafzezi.

Questa richiesta va rifiutata dando opportunità alla rivolta anche a Scutari. E

cosi iniziano le prime scosse culminate, con l’uccisione del capo della

sicurezza a Scutari Ferit Frasheri 31 maggio.

Dopo questi eventi a Scutari il governo proclama coprì fuoco per affrontare

la situazione gravissima nel paese.

A Valona si crea la commissione amministrativa temporanea composto con;

1.Fan Noli per Gli Affari Esteri,

2.Sulejman Delvina per Affari Interni,

3.Costa Paftali per Affari Mondiali,

4.Mustafa Tragjasi per le Finance.

Questa commissione è considerata come l’unico “Rappresentante del

Popolo”, cercando di farsi conoscere allo stesso modo anche all’Estero.

Sotto il comando della commissione, i ribelli iniziano la marcia verso

Tirana.

Nel 2 giugno 1924 loro prendono il controllo della città di Berat, e inseguito

8 giugno, scendono a Lushnja, e nel giorno successive a Kavaja terminando

a Tirana il 10 giugno trionfando con arrivo al potere. Il comandante generale

dei ribelli ordina di bloccare tutti i ministeri.

Gli ex leader degli stati fuggirono nelle diverse direzioni. Ahmed Zogu con i

suoi stretti collaboratori al Regno Serbo Croato Sloveno, invece Shefqet

Verlaci, Qemal Vrioni, Mustafa Aranitasi, Taq Buda, e tanti altri si spostano

a Bari. Il rivolto trionfo senza grandi danni. Secondo i conti fatti dalli

Americani erano ventisei morti altri cinquanta feriti, la maggior parte di loro

era dal nord.

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Il governo democratico di Noli inizio i lavori con un’atmosfera non brilante,

quale subito si confronto con dei problemi inpassabile.86

Secondo il suo

programa sarebbero fatte delle riforme anche nell’amministrata con

l’obietivo di democratizzare questa forma liberale.87

Questa riformma e

l’altre erano di un programma liberale e democratico, pero rimasse solo

come obietivi non esercitati, causa della sua breve permanenza al potere,

solo sei mesi.

1.16IL RITORNO DI ZOGU E L’INFLUENZA DELLA

JUGOSLAVIA

Gli ufficiali che contribuirono nella caduta del governo di Zogu, spinti dalla

difficile situazione in cui si ritrovava il paese, perche i confinanti potevano

diventare una minaccia, contribuirono senza volere, ancora di più che

l’influenza straniera poteva crescere. Loro “insistettero” che Zogu chiedesse

aiuto agli Jugoslavi.88

Si pensa che Ahmed Zogu e Fan Noli siano le personalità più spiccate della

storia Albanese nel periodo della prima guerre mondiali. Gli avvenimenti

86Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 75.

87Muin Çami: Shqiperia ne rrjedhen e historise 1912-1924. Onufri. Tirana. pg. 336.

88

Noel Malcolm: Storia del Kosovo. Bompiani Milano 1999. pg.74.

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che loro diedero forma, sarebbero diventati decisive per la storia Albanese

nell’avvenire. Gli sviluppi del 1924 confermassero l’intenzione di tutti nella

loro rivalità, nelle vicende che più li separano che li avvicinano.

Nel 1924 tra Zogu e Noli si faceva la guerra, la quale da lontano sembrava

una gara tra il bene e il male.

Fan Noli simbolizzava la sapienza, la democrazia e la prosperità.

Ahmed Zogu rappresentava l’analfabetismo, l’autocrazia e la reazione.

Il concorso fu vinto dal “cattivo”, scriveva qualcuno nella stampa della

diaspora in quel tempo. La loro guerra può essere caratterizzata con lo

scorrere degli avvenimenti della storia quando il governo Noli fallì, e il

ritorno di Zogu fu glorioso e incontrastato.

Appena dieci giorni dopo il governo Noli fu annientato. Alcuni si riunirono

con le “forze liberatorie” cosi fecero anche il popolo e l’esercito.

Ahmed Zogu entrò a Tirana a capo di 9000 uomini armati il 24 dicembre del

1924 che fu proclamato come il giorno del Trionfo della Legalità. Lui era

riuscito ad assicurare l’appoggio della Jugoslavia perché aveva promesso a

loro (e avrebbe dato dopo) un pezzo di terra tra il Monastero e San Naum,

(nel confine odierno tra la Macedonia e l’Albania).89

Ahmed Zogu si tormentava dal fatto di questa promessa, ma sapeva anche

che questo modesto cambiamento delle frontiere albanesi era l’unico mezzo

che poteva far ritornare a governare, cacciato via qualche mese fa dalla

rivoluzione.

L’interesse spinse Zogu a “ fare un patto con la Jugoslavia”, infatti, lui

sapeva benissimo che per consolidare il suo potere doveva avere legami con

un paese molto più forte, che come si vedrà era l’Italia. Lui aveva le idee

chiare già da prima che ritornasse al potere.

Ahmed Zogu sapeva anche che la vera ragione che gli aveva fatto perdere il

potere era un’altra. La causa della rivoluzione che lo aveva fatto esiliare,

erano i dispiaceri dei nazionalisti e degli intellettuali che un governo dove

regnavano i capi dei grandi clan e i latifondisti, aveva causato a loro. Questi

ultimi si consideravano nemici delle riforme sociali e in generale della

prosperità del paese, tutto ciò diminuiva le loro ricchezze e la loro autorità.

Ahmed Zogu non poteva nascondere a se stesso che un altro importante fatto

della rivoluzione era la miseria nella quale il popolo viveva e la drammatica

situazione finanziaria nella quale si trovava lo stato, che tra l’altro

ostacolava la fondazione di una forza militare capace di difendere le proprie

istituzioni. La sua esperienza personale nel governo dove lui aveva fatto

parte e lo aveva convinto che, la solidità finanziaria dello stato albanese non

poteva venire dalla Lega Delle Nazioni, ma soltanto grazie all’abilità delle

persone che rappresentavano.90

89

K. Dervishi op. cit. pg. 246.

90.Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912-1939. Toena- Tirana 1995. pg. 228.

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Per descrivere questo tragico evento citiamo il parere neutrale dello storico

dell’epoca il signor Swire che dopo aver letto una lettera di Noli e averlo

consolato dice che: Insistendo nel fatto che si facesse la riforma agraria Noli,

si fecero nemici i più grandi proprietari terrieri, ma non facendo la riforma

agraria egli perse la fiducia del popolo e dei contadini.Il ritorno di

AhmedZogu e il trionfo della legalità mostro che quest’ultimo aveva una

visione politica più ampia di tutti i suoi avversari messi insieme.91

Quest’azione diversiva fece si che la maggior parte delle truppe governative

fossero mandate al confine con la Jugoslavia. Mentre Ahmed Zogu con il

suo esercito di fedelissimi attraversò le montagne per andare verso Tirana.

Il 19 dicembre Noli annunciò lo stato d’allerta. Il 23 dicembre lui con il suo

governo e i suoi amici doveva andare da Tirana a Valona. Nell’indomani

l’esercito di Ahmed Zogu arrivò a Tirana. Era inutile fare resistenza e cosi il

26 dicembre Fan Noli e il suo fedele gruppo di leader politici scappò verso

l’Italia. Zogu appena ritornato al potere, proclamò dappertutto che non

fossero fatte vendette e che si doveva rispettare l’ordine e la tranquillità. Gli

impiegati e i militari sarebbero rimasti nei loro incarichi, anche se avevano

servito a Noli.

Dopolecomunicazioniconiltelegrafotuttelecittàdell’Albaniaespresserolaloros

olidarietà con Tirana, e perciò Zogu ordinò atutteleprefetturee invitò tutti i

cittadini di continuare a compiere i loro lavori usualiIljaz Vrioni, l’ex primo

ministro che era scappato a causa della rivoluzione di Noli, tornò

immediatamente e si mise a capo del nuovo governo provvisorio, compiendo

cosi i doveri di un governo costituzionale.

Xhaferr Ypi, l’unico membro del Consiglio Supremo che era rimasto,

nominò il 5 gennaio 1925 Ahmed Zogu di nuovo come primo ministro

dell’Albania. “Abbiamo perso Gurakuqi” si pensa che fossero state le ultime

parole di Noli in patria. Poco dopo la nave con Noli a bordo e il suo ministro

Luigj Gurakuqi si sarebbero allontanati alla svelta dalla costa Albanese.

Le truppe di Zogu si avvicinavano minacciosamente. La rivoluzione di

giugno fallì, Noli aveva perso. Anche se i motivi del fallimento sono noti,

Noli da questa disfatta apprese che per un politico è più facile essere

idealista stando all’opposizione, ma affrontando la realtà dei fatti dal punto

di vista uno statista che agisce diversamente. Questo Noli lo imparò a sue

spese. Noli dopo di ciò, non intraprese più la vita politica. Zogu e Noli sono

stati giudicati e rigiudicati e continuano a essere giudicati perche questa è la

natura della storia, ogni generazione vogliono scriverla cosi come la vede.

Dal punto di vista di chi la vive la storia, ma non come la vissero i

contemporanei dei due e dalla prospettiva del loro tempo. Tali avvenimenti

devono essere interpretati nel loro insieme, ciò significa che vanno visti da

91Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 194.

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un punto di vista più ampio possibile, perché da un punto di vista meno

ampio si perdono delle importanti sfumature storiche. Nei confronti di Zogu

e Noli non si sono espressi solo gli storici. Accuse e pene pesanti loro non la

risparmiarono. Noli condannano “il traditore venduto ai serbi” con la morte

in assenza. Mentre Zogu condannò “l’agente di Mosca” il vescovo rosso con

l’ergastolo. Loro a parte la stessa sorte di aver trascorso gran parte della loro

vita in esilio, aveva anche delle cose in comune. Purtroppo come due

albanesi non riuscirono a collaborare. Sia Zogu sia Noli venisse al potere

con mezzi non costituzionali.

Lo staff di Noli non si sottopose mai al parlamento e neanche le elezioni non

si tennero mai durante la sua carica. La loro convinzione che la salvezza

sarebbe giunta da fuori fece sì che loro perdessero il loro potere. Gran parte

della sua semestrale permanenza al potere lui la passò fuori dalla sua patria,

ospitato dalla “Lega delle Nazioni” in cerca di aiuti finanziari e del

riconoscimento politico.

Al suo ritorno a ottobre il paese era avvolto nel caos, mentre l’arrivo a

dicembre della rappresentanza Sovietica lo sconvolse terribilmente perché

erano troppo tardi. Anche se lui non incontrò mai la rappresentanza

Sovietica, incise drasticamente la vita politica di Noli e del suo governo.

Dall’altra parte il ritorno di Zogu al potere con l’aiuto delle truppe serbe nel

1924 fece sì che molte persone mettessero in dubbio il suo patriottismo. La

consapevolezza per questo sbaglio, o per provare che lui non era un

fantoccio serbo spinse Zogu a buttarsi totalmente nelle braccia dell’Italia,

che in quel periodo tentava l’egemonia nei Balcani, intenzioni che erano in

netto contrasto con gli interessi serbe e greche nei riguardi del territorio

Albanese. Bisogna dire anche che Noli e Zogu inizialmente erano in

alleanza, e si pensa che quest’alleanza iniziasse nel 1920, quando Zogu fu

uno degli ispiratori per la creazione di una chiesa ortodossa in Albania, la

quale lui la vedeva come un fattore di unità della nazione. Nel 1921 Zogu

combatteva per la sicurezza del governo provvisorio, lui era Min. degli

Interni. Noli facevano l’impossibile per migliorare l’immagine dell’Albania

nell’arena internazionale,lui era min. degli esteri sotto lo stesso governo di

Xhaferr Ypi. Loro erano anche membri dello stesso gruppo politico, il

Partito Popolare. Mentre Zogu faceva parte del braccio conservatorio,

mentre Noli di quello liberale di questo partito. Anche nei ministeri che

dirigevano Zogu, da gran conservatore che era, tentava di mantenere l’ordine

pubblico, mentre Noli, gran liberale qual era, tentava il miglioramento della

situazione tramite il rispecchio dell’immagine del paese nel mondo. Noli era

il rappresentante della diaspora nel parlamento. Gli albanesi venuti da

Boston e in generale all’inizio degli anni 20 dall’America erano tutti suoi

seguaci. Anche gli intellettuali e gli istruiti nell’occidente, che erano contrari

al potere dei grandi feudi e proprietari terrieri rappresentati da Zogu,

sostenevano Noli. Cioè dal 1920 al 1922 questi due uomini si sono trovati a

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fianco a fianco l’uno con l’altro nonostante la loro breve collaborazione, i

frutti del loro comportamento si sarebbero sentiti per molto tempo.

Durante questo periodo, Zogu nella carica di ministro degli interni, ebbe

molto successo e riuscì a stabilire l’ordine e la tranquillità, a volte con la

forza e a volte con la riconciliazione tra le famiglie rivali.92

Mentre Noli

come ministro degli esteri creò al paese una nuova immagine moderna

nell’arena internazionale. Si può dire che questo era il periodo di

collaborazione tra Zogu e Noli. Mentre lo stato albanese divenne parte della

“Lega delle Nazioni”nel 1920 e cominciò a godere la riconoscenza

internazionale, compreso la conoscenza ufficiale da parte degli USA,

nell’ottobre 1920 quando l’ambasciatore americano Ulisse Grant Smith

arrivò a Tirana per presentare le sue credenziali presso “l’Alto Consiglio”

dei Ministri. Non si sa quanto è vera la notizia che la Banca Albanese stava

studiando l’introduzione nel mercato di una banconota con le immagini di

Noli e di Zogu, ma questo poteva essere troppo per loro.

1.17DESCRIZIONE DEI GOVERNI 1921 - 1924

IL GABINETTOVRIONI (11.07.1921 – 16.10.1921)

Il gabinetto Vrioni è stato costituito nel periodo di crisi nei rapporti interni a

causa dell'intervento jugoslava in Albania, quindi questo governo era frutto

di un’alleanza tra i due maggiori partiti;93

Partito Popolare e il Partito Progressista.

92

.Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912-1939. Toena- Tirana 1995. pg. 23.

93

Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 133.

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Vrioni, Frasheri, Shkoza del Partito Progressista. Delvina, Evangjeli,

Peci,Kacimba del Partito Popolare. Il Gabinetto è stato votato all'unanimità,

non c'era nessun voto contro.

La sua composizione ha lasciato malcontento molti gruppi, specialmente

quelli di Valona.

I gruppi insoddisfatti dei due partiti sono stati raccolti nel mese di ottobre

1921 e hanno creato a Valona l’alleanza “Sacra Unione”.94

Il Grande gruppo dei deputati che sono stati inclusi anche Gurakuqi, Zogu,

Kruja, Kokoshi, Mitrovica ha chiestoil 16 ottobre 1921 nell’interpellanza il

Primo Ministro a causa del suo conflitto con il ViceMinistro della Guerra,

Mustafa Maksuti. Quest'ultimo si lamentava che il Primo Ministro ha

esercitato le proprie competenze di ViceMinistro durante l'assenza di

Ministro della GuerraShkoza, che era in viaggio all'estero.

Il dibattito, a quanto pare formale, ha portato a una crisi di governo in cui

quattro membri hanno chiesto le dimissioni ein seguito:

nel voto di fiducia si decide di scogliere il governo, con trentanove voti

contro.

IL GABINETTO EVANGJELI (16.10.1921– 06.12. 1921)

Il governo Evangjeli è venuto come prodotto della "Sacra Unione", che per

questo ha creato in precedenza un gruppo (Curri, Rustemi, Koculi) il quale

esaminava e approvava i candidati per i ministri, prima di venire al

Parlamento.95

Anche in questo caso il governo è stato votato unanimemente.

Il suoprogramma era nazionale, un impegno prioritario per il riconoscimento

internazionale dell'Albania, tutela dell'ambiente, l'integrità profonde riforme

in istruzione, finanza, amministrazione locale, ecc.

Presto, l’appoggio del governo in parlamento, si è oscillato a causa dei

conflitti tra il governo e il “Consiglio Supremo”.

Quest'ultimo, in particolare i suoi due membri, Aqif Bicaku, e Luigi Bumçi

erano critici del governo, della sua composizione e il ruolo dei capi

dell'esercito e della polizia, nominati dal governo.

Era il momento in cui per espremerela ribellione di Mirdita èstata

nominataAhmed Zogue Bajram Curriresponsabili delle forze militari. Il

Consiglio Supreme, sotto pretesi della grave situazione nel nord, ha chiesto

la chiusura del parlamento e di dare la necessaria libertà al governo di agire.

94

Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg 83. 95

Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 146.

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Il decreto è stato respinto dai deputati, ma dopo molte discussioni, è stato

votato con 41 voti a favore, 10 contrari e 4 astensioni.

L’accordo di Zogu con i ribelli in Mirdite per la soluzione pacifica ha

portato nuovi conflitti.

Il Consiglio Supremeha chiesto cambiamentonel governo, facendo il modo

di nominare Ministro della Guerra,Qazim Koculi e Shuk Gurakuqi come il

ministro dell'Istruzione, e il Primo Ministro ha proposto per i posti Mustafa

Maksutin e Kole Thaci.

Le parti non si sono messe d’accordo, il conflitto s’intensificò, due ministri

Dakli e Dibra si dimetterò, ma il primo ministro e li ha sostituiti con Kole

Thaçin e Rexhep Mitrovicen.

IL GABINETTO KOCULI (06/12/1921 - 06/12/1921)

La crisi sembra non avere soluzione e l’attività delle principali istituzioniera

stata sospesa. Il Parlamento è stato sciolto, il governo e il “Consiglio

Supreme” non andavano d’accordo.

Approfittando di una situazione grave, il 6 dicembre una rappresentazione di

deputati ha sollecitato le dimissioni al Primo MinistroEvangjeli, dicendo che

è stato respinto dal “Consiglio Supremo”.96

Il primo ministro ha dato le dimissioni sotto la minaccia di vita e nel

tentativo di evitare qualsiasi conflitto armato.

Al suo posto è stato subito nominato Qazim Koluci, che ha creato il nuovo

governo.

Faceva parte Fan Noli, Gurakuqi, Hoxha ecc. In circostanze normali, un tale

governo sarebbe destinato a percorrere strada, ma rimane gabinetto con la

più breve vita nella storia dello Stato Albanese, e forse anche nella storia dei

governi europei.97

Il primo ordine del Primo Ministro era per il controllo della posta segreta e

telegrammi, ma dopo alcune ore, la sua decisione era considerata un grande

scandalo e il Primo Ministrosi è dimesso davanti al “Consiglio Supreme”.

Testimoni del tempo dichiaravano che anche la vita di Koculi era in pericolo

e fu tentativo di assassinio contro di lui, proprio a causa di questa decisione.

IL GABINETTO DI HASAN PRISHTINA

(07/12/1921 - 12/12/1921)

Dopo venti anni di carriera politica e un partecipante attivo nei momenti

96

Kastriot Dervishi: pg.149. 97

Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg.84.

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ripide e difficili storiche, un politico dal Kosovo, Hasan Prishtinadal

Kosovo, sarebbe diventato il Primo Ministro d’Albania. 98

Era l'autore che ha organizzato la rimozione di Evangjelit e Koculi, essendo

uomo politico così forte del momento, ha ottenuto il mandato del “Consiglio

Supreme” per la creazione del nuovo governo.

Nel suo gabinetto facevano parte le figure politiche più importanti, come

Noli, Gurakuqi, Curri, Dako, Kadriu, ecc, ma la sua fama ribelle e porta

grave reazione contro un gruppo di deputati di Tirana, che sono fuggiti nei

campi profughi in città. Prishtina subito licenziato dalla carica Ahmed Zogu,

ex comandante delle operazioni in Mirdite, e si misero sotto controllo con

una mano forte e la polizia militare.

Il gruppo dei deputati infelici, sotto la direzione di Shefqet Verlaci, Sejfi

Vllamasit, Sotir Peci, eccavvertiva delle azioni armate contro il governo.

In queste circostanze, l’11 dicembre il Consiglio hachiesto Hasan Prishtina

per presentare le dimissioni un giorno dopo il ritiro della Jugoslavia.

IL GABINETTO YPI

(26/12/1921 - 26/10/1922)

Il Parlamento chiamato nella sessione approva Ypi Primo Ministro, e crea il

nuovo governo e il suo programma.

Fan Noli, allora presidente del Partito Popolare ha chiesto che le posizioni di

presidente del partito e Primo Ministro siano unificate, ma la sua richiesta è

stata respinta dalla maggioranza dei membri del partito.

In queste circostanze Ypi è stato eletto primo ministro,nominato Noli

Ministro degli Esteri.

Nonostante le polemiche, alla fine dei loro deputati ha votato all'unanimità il

governo, dando una grande possibilità a Ypi.

Il Gabinetto Ypiha creato la stabilità di governo, dopo aver mantenuto il suo

mandato per 11 mesi, più di altri governi precedenti. Nel suo gabinetto

facevano parte personaggi politici con esperienza, ex-ministri e figure di

primo piano nella vita politica, come Fan Noli e Ahmed Zogu.

Questo sarebbe il primo caso anche l'unico che i due leader opositari politico

che entrambi avrebbero fatto parte di un gabinetto di governo.

Uno dei primi atti del governo è stato, la cancellazione di tutti gli ordini

emessi dal “Presidente del Consiglio”Hasan Pristina.

Ci sono stati istituiti nel dicembre 1921 Croce Rossa l'albanese,

l’intelligence nazionale, il museo nazionale, si è decisa l’invito degli esperti

per tutti i ministeri di specialisti stranieri, inglesi, ecc.

98

Afrim Krasniqi:op. cit. pg. 85.

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Merito speciale del suo governo e il suo parlamento sono anche un supporto

allo sviluppo e l'approvazione nel dicembre 1922, il documento

costituzionale.

"Lo Statuto ampliato di Lushnja".

Durante questo periodo i gruppi critici in Parlamento, ha preso tre iniziative

parlamentare; di rovesciare il governo con la mozione di sfiducia, ma in tre

casi ha ricevuto voti di maggioranza.

I critici del governo Ypi sono dimostrati votando contro Mehdi Frasheri,

Stavro Vinjau, Ali Kelcyra, ma alla fine la maggioranza vota pro.99

In tutti tre i casi che si riferiscono alle accuse di pene severe per i politici

implicati in azioni illegali.

IL GABINETTO ZOGU (1) - (02/12/1922-03/03/1924)

La strada di Zogu per arrivare alla posizione più alta nel governo è stata

aperta soprattutto dopo il successo delle sue forze antigovernative nelle

operazioni sotto Dibra, Shijakut di Durazzo.

Il 2 dicembre 1922 si tennero le elezioni per i membri del “Consiglio

Superiore”, dove per la prima volta è stato eletto il candidato rivale (tra i sei

candidati) il primo ministro YPI e Coba. Nel suo gabinetto sono stati invitati

ex primo ministro Pandeli Evangjeli, e diversi ex ministri. Tutti i ministri

erano stati visti in tali compiti, quindi erano esperti nell’amministrazione e

nel governo. Gli slogan principali della sua apparizione programma di

governo è stata "il disarmo" e lo sviluppo del commercio, l'istruzione e

l'industria. Zogu aveva promesso di riformare il sistema elettorale e la

legislazione, profonde riforme in tutti i settori, ecc.

L'opposizione ha dichiarato più volte in parlamento che, di fatto, Zogu era

stato primo ministro già da un anno, quindi è solo diventato de iure.100

99

Kastriot Dervishi: op. cit.pg.156.

100Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006.pg. 174.

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Il primo governo guidato da Zogu ha ottenuto 37 voti a favore, 13 contro e 6

deputati si sono astenuti.

Zogu prende la direzione del partito come primo minstro, occupando anche

il posto del Min degli Interni avendo solo 27 anni.101

Durante la sua prima direzione, Ahmed Zogu ha preso una serie d’iniziative

e misure per modernizzare l'amministrazione e il funzionamento del nuovo

stato albanese.

Per la prima volta ha approvato le regole di funzionale del governo, una

parte del modello seguito anche oggi.

La più grande crisi gabinetto dello Zogu era quella del 1923, quando il

Primo Ministro richiesto e approvato il licenziamento del comandante della

gendarmeria, Shefqet Korca, ma quest’ultimo ha rifiutato e minacciato di

opporsi al governo.Zogu è stato costretto ad accettare le sue dimissioni

Ministro degli Interni in cambio di compromesso.

Questa funzionesarà esercitata da qualsiasi ministro, in alternanza

settimanale.

Ahmed Zogu - Primo Ministro, Ministro degli Interni

Huseyin Vrioni - Ministro della Giustizia

Pandeli Evangjeli - Ministro degli Esteri

Kole Ministro - Ministro della Finanza

Spiro Koleka - Ministro Affari Mondiali

Rexhep Mitrovica - Ministro della Pubblica Istruzione

Ismail Tatzari - Ministro della Guerra

1.18ZOGUPRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1925-1928

101

Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 332.

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Prima di essere assunto alla

Presidenza della repubblica,

Zogu, per invito della

Reggenza e soprattutto per

acclamazione

dell’Assemblea Nazionale

Costituente, assunse per

alcuni giorni la Presidenza

dei Ministri.102

5 gennaio

1925 Egli indirizzo alla

Nazione un proclama che

lessa anche all’Assemblea.

Lo traduco perché è un

documento storico originale

(A.Q.SH) di rilevante valore,

che testimonia le condizioni

politiche e sociali albanesi di

allora.

“Popolo”

Da quanto sono ritornato al

potere, mi ritengo

responsabile di fronte a te per l’esecuzione del mio programma, che espongo

assieme al ricordo degli ultimi avvenimenti.

I rivoluzionari, appoggiati dalle truppe in attività di servizio, abbatterono il

Governo legale, disperso i tuoi rappresentanti, crearono un proprio Governo

rivoluzionario che, in oltre sei mesi, non seppe mettere in esecuzione il loro

programma buono e cattivo che fosse e non seppe far altro che imprigionare,

ardere case e confiscare proprietà in danno dei sostenitori del Governo

Legale.

Quest’onta alla tua libertà era apportata direttamente da quegli ufficiali dai

quali attendevi la difesa dello Stato e dell’onore nazionale.

Un paese dove, assecondando le idee bolsceviche, non v’è sicurezza per

l’onore, la vita e i beni, non può vivere in questo secolo.

Zogu era arrivato alla conclusione che l’Albania non diventerebbe uno Stato

con un’economia stabile senza aiuti dalle grandi potenze.103

Per porre fine a tale tenebroso periodo, basandomi sul decreto rilasciatoa suo

tempo dal Governo Legale, inizia l’operazione, iltredici del mese scorso e il

ventiquattro dello stesso mese le portai a compimento con pieno successo,

102Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.) F. 416 D. 5 pg. 5.

103Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.94.

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assicurando completa tranquillità e ristabilimento il Governo a Tirana in

mezzo all’entusiasmopopolare.

Affidatario dalla Reggenza la Presidenza dei Ministri, dopo la dimissione di

Vrioni ho voluto incominciare con l’allontanare il soldato albanese dalla

politica definitivamente e pertanto ho ripreso la mia attività sopprimendo il

Ministero della Guerra e sostituendolo con un comando Generale delle Forze

Armate.104

Per dare l’opportunità istruzione e disciplina all’esercito, che in questi ultimi

tempi era diventato il nido dei partiti politici, sarà soppresso il vecchio

sistema. E poiché il numero degli ufficiali è per noi eccessivo, scegliere fra

essi una quantità sufficiente per la necessità delle Forze Armate, preferendo i

più competenti e meno implicati nella politica. Gli altri sano esonerati.

Per prevedere alla pubblica sicurezza sarà adatto tutto l’impulso possibile

all’organizzazione di una gendarmeria forte, giusta e disciplinata, chiamando

eletti organizzatori stranieri.

Poiché gli incassi dello Stato non sono sufficienti, ridurremo le spese in

modo tale da poter realizzare delle economie soltanto per opere pubbliche.

S’imprenderà quanto prima il disarmo generale. Negli uffici amministrativi

si precederà a riorganizzazione che apportino risparmi che renderemo noti.

Lo Stato, piccolo e bisognoso di concentrarsi nella sua organizzazione e

nello lavoro, seguirà una politica amichevole verso tutti.

Non e tollererabile di essere nido d’idee di avventurieri che turbano la

tranquillitàdel paese e degli Stati Finitimi.

Rispettera i diritti di tutti gli Stati, ma in base alla reciprocità perché

vogliamo essere egualmente rispettati anche noi.

Brevemente: La nostra politica estera si riassume nella difesa

dell’indipendenza e dell’integrità del nostro Stato.

Prego: Iddio che mi assista onde mi faccia onore innanzi a te assieme ai miei

colleghi.

Questo documento è interessante perché fu scritto di proprio pugno da Zogu

tra una firma e l’altra, tra un’udienza e un rapporto. Vi si riviene un

elemento psicologico efficace in qualche variante:

Zogu parla col popolo, in nome del Governo, ma in due punti che il

lettoretroveràrilevati in corsiva, si fa sfuggire al verbo in prima persona

singolare.

E ne aveva ragione.

Su di lui comincio a premere, al suo ritorno, la convinzione degli uomini di

senso comune che bisognasse porre una sospensione definitivaa una

democrazia che si basava su letture mal interpretata di tendenze, non

conforta da tradizioni di disciplina e da cultura. Mi sia consentito di

rivendicare a me stesso la paternità d’importanti innovazioni apportate allo

104

Tirana (A.Q.SH.) op. cit. F. 416 D. 5 pg. 6.

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Statuto della Repubblica, che, d’accordo con Zogu propugnai e ottenei assai

forte e tale da consentire al futuro prossimo Presidente, la dittatura per far

fronte a qualsiasi tentativo demagogico del Potere Legislativo.

Nel discorso inaugurale del 19 gennaio 1925 Zogu condanna l’esperienza

bolscevica di Fan Noli e proclama la nascita del nuovo soggetto politico

denominato ”Repubblica d’Albania”.105

Il 31 gennaio l’Assemblea costituente approva la nuova legge fondamentale:

il potere legislativo è affidato a una Camera e un Senato, il presidente della

repubblica, e letto dal parlamento, è anche il capo dell’esecutivo e delle

forze armate, a diritto di veto sugli atti delle Camere e nomina un terzo del

senato.106

In tutto il Paese fu un’esplosione impressionante di gioia.

Quella sera si restarono prigioniere dalle dimostrazioni popolari per diverse

ore in un albergo del centro di Tirana, perché i volontari di Zogu e il popolo

seguendo un nostro antico costume si abbandonarono una sparatoria che non

finiva mai ed era pericolosa, perché erano momenti che non si poteva da tutti

sparare in aria. Deve intervenire energicamente la gendarmeria riorganizzata

per far porre fine al fuoco.

La sera stessa del 31 gennaio il Presidente hadetto il seguente proclama, i

ncaricando di provvedere alla pubblicazione del caso.107

Esso è interessante perché stratteggia l’Uomo deciso a tutto per i suoi ideali.

105

Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 230. 106

Antonello Biagini. Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999 pg. 116-117. 107

Tirana (A.Q.SH.) op. cit. F 416 D5 pg. 8.

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IL PRIMO DISCORSO DI ZOGU COME PRESIDENTE

DELLA REPUBBLICA

L’assemblea mi ha eletto presidente della Repubblica.

Ho accettato il grande e grave onore nella fiducia che tutti i patrioti saranno

ubbidiente alle leggi.

In quest’occasione, rivolgendo a voi la mia prima parola come Vostro

Condottiero, v’invito a riflettere ancora che, per il consolidamento dello

Stato Albanese, per il rafforzamento dell’Amministrazione, per l’evoluzione

e il progresso della nostra Nazione, necessitano la quiete pubblica e il

lavoro, perché diversamente non potrà conquistare la fiducia e l’appoggio

degli altri popoli.108

Voglio fermamente e irremovibilmente che l’Albania sia esempio di pace e

di libertà.

Mai non tollererò che sia insidiata da qualcuno la buona fede e la quiete del

popolo, perche voglio che con la vostra saggezza e la vostra operosità, la

Nazione conquisti gloriosamente un avvenire luminoso e un altro posto nella

storia della civiltà.

Il Presidente libero da pastoie e da intrighi parlamentari, si detta anima e

corpo all’organizzazione dello Stato e inizio l’opera costruttiva con un atto

di clemenza, promulgando un’ampia amnistia per i reati politici.

Nel giugno di quell’anno fece diversi atti politici importanti che forzarono il

Regime: fra i primi annovero la pressa di contatto diretta e cordiale con la

popolazione più balli cosa della Nazione.

Egli riceveva continuamente visite di gruppi e saggiamente penso che fosse

meglio ricevere tutti in una volta i Capi e i Notabili di Scutari, Kosovo e

Dibra, perche non soli assi entrassero collettivamente in rapporti col

Presidente, ma anche perche si conoscessero tra loro una buona volta e

passassero a scambi di rapporti più intensi e cordiali.

Alla riunione presero parte 540 persone, le più rappresentative delle

montagne e quasi tutte fiere di ricche tradizionali familiari per atti di valore e

di cavaliere.

I montanari, carichi di armi e splendenti di oro e di argento, si riunirono

attorno al giovane Condottiero, il quale tennero loro un discorso forte e

semplice, incisivo e cordiale, invitandoli alla pace, al lavoro, al patriottismo,

alla concordia. E pratico della mentalità dei montanari seppe parlare in

maniera tanto persuasiva che sì, pur avendo per rigido costume di non

applaudire ma assentire con cenni del capo o con voce possente e unanime

gli gridarono il loro affetto devoto.

108Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 5 pg. 9.

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L’adunata simpatica e geniale si chiusa promettendosi, i montanari fra loro,

fede e assistenza reciproca; indi tutti assieme giurarono fedeltà al Presidente.

Quell’adunata fu una mossa politicamente assai fini perche, se non tutte,

molte vie furonochiuse agli’intrighi degli avventurieri.

Ciò fatto si occupò personalmente della dispersione dei relitti del

vagabondaggio politico che si celava qua e là in agguato, vigilando su

l’esecuzione delle misure necessarie ad assicurare la tranquillità pubblica e

la normalità amministrativa. Ma tutto fu operato entro i confini della più

severa legalità.109

L’enorme lavoro di ricostituzione non distolse il Presidente che avoca a sé la

Presidenza dei dibattiti del Coniglio Ministeriale dal preoccuparsi di gravi

problemi economici e finanziari.

Fece dunque costituire la Banca Nazionale d’Albania, la cui moneta è oggi

la più solita d’Europa e rese possibili la formazione della SVEA (Società per

lo Sviluppo Economico d’Albania), cui si devono importantissime opere

pubbliche, delle quali alcune sono monumentali, quali, per esempio i ponti

sul Mati e su la Vjosa.110

Alla politica estera il presidente diede sviluppi lungimiranti dei quali tratterò

più in la.

Ma un diabolico intrigo straniero turbò la dinamica attività del Presidente nel

novembre 1926.

Poche centinaia di montanari, ingannati dal male arti di vagabondi

internazionali, tentarono un audace colpo su Scutari. Ma con una rapida

operazione il tentativo folle fu subito stroncato. Quei montanari, è necessario

dirlo, non era di coloro che l’anno precedente avevano giurato fedeltà.

Registro ora un atto molto simpatico del presidente nei confronti

dell’Armata ricostituita.

L’8 giugno del 1927 egli distribuì le bandiere allarappresentanza del piccolo

Esercitò. Allora suo segretario Generale, ma volli tornare riservatamente e

per pochi istanti giornalista, perche volli dare la nota psicologica

dell’avvenimento. E scrisse la seguente nota di cronaca, che, tradotta

letteralmente, forse non dispiacerà al lettore perche, dà un po’ lo spirito della

lingua albanese e lo stato d’anima delle folle nei confronti del Presidente.

Mente e presentato l’anima propria attraverso i lampi degli occhi che dicono:

Tu sei la Nazione libera, tu sei la nostra bandiera e il nostro fato, tu ci dai la

luminosità di questo giorno. Con quest’acciaio col nostro sangue siamo per

Te e con Te!

109Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939.Toena. Tirana 2009. pg. 405.

110Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.241.

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E passa il Presidente, la prima e la maggior sentinella della bandiera, passa

in rassegna ufficiale e soldata, alle volte sorridenti, alle volte corrugando la

fronte pensosa. Quindi si rivolge ai rappresentanti delle Forze Armate e dice:

Signori Ufficiali

Fino ad oggi vi ho affidato la difesa della Patria, e oggi aggiungo la difesa

del suo onore, poiché vi consegno le Bandiere, che sono il simbolo

dell’onore dello Stato.

Alle buone qualità che abbiamo accreditato dai nostri padri, occorre che

aggiungiamo qualcosa d’altro, giacché al valore di Alessandro e al

patriottismo di Skanderbeg dobbiamo imporre la corona con una forte

disciplina.

I nostri erano convinti che, quanto avesse dovuto prostrarsi nella polvere la

Bandiera nazionale, ne avrebbe tremato la terra. E tale convinzione

dobbiamo averlo anche noi, custodendolo gelosamente nei nostri cuori.

Io sono convinto che i miei Ufficiali mai e poi mai permetteranno che la

Bandiera Nazionale sia in qualsiasi modo abbattuto, essendo sicuro che, se

vi sarà,bisognasse essi sapranno morire da eroi!111

111Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 5 pg. 13.

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1.19L'OMICIDIO DÌ LUIGJ GURAKUQI

Come si è visto, dopo la sconfitta della

rivoluzioneF. Konica è stato separato da Fan

Noli e ha preso il lato di Ahmed Zogu. Il

giornale "Dielli" ha riferito che sembra

ovvio che lui è più legato col popolo che

con Noli. Pertanto chiamava Noli ad

accettare la sconfitta e rinunciare. Ma Noli

lo considererebbe il ritiro come "tradimento

allo spirito della storia".

Entro la fine di gennaio, Noli lo sfida e

organizzala prima emigrazione politica. Ha

diretto a un gruppo di amici la proposta di

elaborare per "una guerra continua" con la

dichiarazione che il mondo è sorpreso dal

silenzio che teniamo.Non ci fu risposto alla

chiamata neancheLuigjGurakuqi eS.Vinjau

dando il segno che questi dueLuigj Gurakuqi

esponenti è prendevano le distanze da Noli e il suo programma. Noli non ha

voluto credere e ha inviato un telegramma chiedendo che si pronunciarono

chiaramente.

Anche se volesse rispondere, Gurakuqi non ha avuto il tempo, come si è

visto con del 5 marzo 1925, è stato ucciso in un attentato a Bari.112

L'attentato è stato organizzato dal console di Bari Saraci, amico personale di

Zogu e funzionario permanente al suo servizio diplomatico.

Non è un caso che il primo colpo è caduto sulla testa di Luigi Gurakuqi.

Zogulo aveva visto come un pericoloso rivale fin dall'inizio della sua ascesa

al potere.113

Era una figura con un alto prestigio a Scutari e in tutto il nord.

S.Vllamasi racconta che Zogu nell'estate del 1922 aveva proposto al

commissario di poliziadi Scutaril’omicidio di L. Gurakuqi.Il Commissario lo

racconta questo complotto a Sejfi Vllamasi, vice Ministro degli Interni, il

quale si oppone.

L. Gurakuqi è più pericoloso adesso, come un immigrato politico in Italia.

Egli è noto per le sue tendenze filo-italiane.

Come cattolico da Scutari potrebbe arrivare fino al Vaticano e questo li

facilità i contatti a ogni livello. Perciò non andò con Noli, convinto che

avrebbe potuto avere una voce a Roma. In questo caso, Gurakuqi potrebbe

confondere le carte nel piano delle relazioni più strette con l'Italia.

112Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 424.

113Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 88.

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L'omicidio di Luigi Gurakuqi fu un colpo scioccante per Noli, il quale era

stato al suo fianco nel suo governo, il più stretto collaboratore.

Era un segnale anche per Noliperché, come si è visto, il tribunale l’ha

condannato a morte per "tradimento contro lo Stato", piuttosto che due

settimane dopo l'omicidio di L. Gurakuqi.114

Ladirezione di polizia di Vienna ha detto che sono stati inviati emissari da

Zogu per eliminare Fan Noli e i suoi più stretti collaboratori.

Il pericolo diventa reale quando Saraci deroghe come console da Barie si

sposta a Vienna. La polizia di Vienna prendesse le misure di sicurezza,

mentre Noli non usciva al pubblico. Proprio quei giorniarriva la notizia

dell'omicidio di Bajram Curri nelle cave Dragobia.115

114Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.233.

115Arben Puto: Op. cit. pg. 425.

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1.20RAPPORTI TESI CON LA JUGOSLAVIA A CAUSA

DELL’AVVICINAMENTO CON L’ITALIA.

La rivolta di Dukagjin gli si estranierà di più le relazioni tra Albania -

Jugoslavia, portando Ahmed Zogu a un accordo con l'Italia. Jugoslavia

aveva fallito nel suo intento di intervenire nella politica interna albanese.116

Nel gennaio del 1926 la Francia propone di firmare un patto di sicurezza tra

Francia-Italia-Jugoslavia, il quale vietavaall’Italia l’espansione nei Balcani.

Prima di questo fatto Mussolini avevaproposto un altro patto che era visibile

al di fuori degli interessi della Francia e della Jugoslavia.

Mussolini delega in Albania, Alessandro Lessona a parlare specificamente

con Ahmed Zogu per la firma di un patto bilaterale, perché secondo questo

patto arriverà il rafforzamento del paese a causa del rafforzamento della

politica italiana.117

Dopo molti tentativi e trattative fu possibile firmare un trattato bilaterale di

amicizia e di sicurezza tra l'Italia e l'Albania il 27 novembre 1926 conosciuta

a livello internazionale come “Il primo patto di Tirana”. Questo patto

consisteva di 5 articoli ed è stato firmato dal Ministro degli Affari Esteri di

Albania, Hysen Vrioni e l'ambasciatore italiano a Tirana, Pompeo Aloisi.

Nel primo articolo si sancita che l'Italia e l'Albania avevano dichiarato che

qualsiasi violazione politica e giuridica di Albania era in conflitto con gli

interessi di entrambe le parti. Quindi, nell'interesse di entrambe le parti non

dovrebbero fare i firmatari di accordi politici e militari con altri paesi a

scapito di uno dei firmatari.

Ahmed Zogu da un telegramma accolto con favore il re italiano e decorato

con “Kordonin e madh te Urrdherit Kombetar",Vittorio Emanuele III,

educatamente restituito i saluti.118

Il patto è stato ratificato a Roma il 24 gennaio 1925 è stata classificata

segreta ed è stato registrato nella Lega delle Nazioni l’8 febbraio 1927.

Francia e Jugoslavia, anche se non piacciono per niente questo patto non ha

fatto alcun passo espressivo contro di lui. L'unico stato che contestava

questo patto era Unione Sovietica che ha chiamato quest’accordo come un

"schiavo". Anche la diaspora albanese era contro questo patto.

Causa alla firma di questo patto è dimessa il ministro degli Esteri della

Jugoslavia Nincic al 7 dicembre 1926, che porta alla dissoluzione del

governo jugoslavo il giorno successivo.

Inoltre, il parlamento jugoslavo non ha ratificato il trattato di commercio e

navigazione con l'Albania, la prima votazione dalla Camera dei deputati

116Paskal Milo: Shqiperia dhe Jugosllavia (1918 – 1927). Enciklopedike. Tirana 1992. pg. 338.

117Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.105.

118Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).Gazeta e Korces 18 dicembre 1926.

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il 6 novembre 1926. Questo trattato sarebbe stato utile soprattutto per le zone

di confine.

Dopo gli eventi di fine anno 1926 le relazioni Albanesi - Jugoslavia si sta

muovendo verso una maggiore irritazione.

Un fatto che ha portato a un deterioramento delle relazioni è stato l'arresto

dell’albanese-montenegrino Vuk Gjuraskovic e dei suoi collaboratori Kristo

e Lipi Dhori, Abdulla Kalaja e Ligor Cerepi. Vuk Gjuraskovic fu accusato

dal Ministero degli Interni albanese come agente della sicurezza

jugoslava.119

Belgrado ufficiale ha reagito troppo duramente chiedendo la sua immediata

liberazione attraverso una dichiarazione entro il 30 maggio 1927.

Una posizione pro jugoslava ha tenuto Ceno Kryeziu, l'ambasciatore

albanese a Belgrado. Dopo diverse trattative infruttuose Jugoslavia ha

ritirato la sua ambasciata a Tirana. Proseguendo Jugoslavia, aveva chiuso e

consolati in Valona, Scutari e Korca. In queste condizioni, Ahmed Zogu

chiude l’ambasciata a Belgrado, incaricando l'ambasciata d’Italia a

proteggere i diritti d’Albania.

La risoluzione di questo conflitto avviene con l'intervento interstatale di

Francia, Italia, Gran Bretagna e Germania. Nell’agosto 1927 avviene il

ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra Albania e Jugoslavia. Un altro

fatto peggioradi nuovo queste relazioni, l'uccisione dell'ex ambasciatore

albanese a Belgrado, Ceno Kryeziu.120

Lui aveva apertamente espresso il suo

malcontento verso il regime albanese. Fonti diplomatiche britanniche tra lui

e Ahmed Zogu avevano lanciato una polemica politica.

La stampa Jugoslava ha accusato direttamente gli avversari

dell’amiciziajugoslavo-albanese di aver ucciso Kryeziu. Mentre d'altra parte

viene immediata opposizione delle autorità albanesi che hanno

negatocategoricamente il loro coinvolgimento in quest’omicidio.121

L’omicidio di Kryeziu ha dato un impatto a successivi miglioramentidel

rapporto italo - albanese. 5 settimane dopo che l'omicidio è stato firmato il

patto, che è entrato nella storia come il "Patto di Seconda Tirana". Si trattava

di un’alleanza difensiva tra l'Italia e l'Albania, che era, registrata nella Lega

delle Nazioni nel 3 gennaio 1928. Il patto è stato firmato dal Ministro degli

Affari Esteri di Albania Iljaz Vrioni e l'Ambasciatore italiano in Albania,

Ugo Sola.

Il patto consisteva di sette articoli ed è stato una reazione contro il patto di

sicurezza tra la Francia e la Jugoslavia.

119Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.135.

120Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. Pg416.

121Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.263.

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Tutti gli accordi precedenti tra Italia e Albania alla Società delle Nazioni

dopo l'adesione dell'Albania saranno accuratamente e fedelmente osservati.

Quest’alleanza aveva una scadenza di venti anni. Secondo questo patto, i due

stati si aiutano a vicenda in caso di guerra. Dopo la firma del patto di Ahmed

Zogu,il Senato ha datodel titolo "Salvatore della patria".122

122

Kastriot Dervishi: op. cit. pg.264.

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1.21L'AZIONE DELL'ITALIA PER LA RICOSTRUZIONE

ECONOMICA DELL'ALBANIA

Se l'azione dell'Italia fu, come abbiamo visto, decisiva per la costruzione

politica dell'Albania, non lo fu meno per la sua ricostruzione economica.

I rapporti economici fra i due Stati furono impiantati convenzionalmente col

trattato di commercio e dì navigazione del 20 gennaio 1924 seguito dalla

convenzione di stabilimento e quella consolare, firmata qualche mese dopo

(29 febbraio 1924).123

Da allora l'Italia con successivi accordi, andò sempre

più intensificando le importazioni dall’Albania, assorbendone quasi

totalmente la produzione, benché la sua qualità non fosse di facile

collocamento sul mercato italiano. Non andarono invece con pari ritmi le

esportazioni, perché l'Albania seguitò a importare da altri Paesi, e soltanto

negli ultimi anni quando l'Italia instaurò la politica dei contingentamenti e

degli scambi equilibrati, si accentuarono, raggiungendo un'alta percentuale,

le importazioni dall'Italia. Senza la quale, evidentemente, l'Albania non

avrebbe avuto alcuna possibilità di vivere. Poiché la sua assistenza non si

limitò a facilitare, anzi a render possibile, un collocamento dei suoi prodotti,

ma fu intensamente rivolta a valorizzare l'Albania.

Dal 1925 al 1939 furono impiegati nel suo territorio ben due miliardi di

lire.124

Enumerando tutto quel che si era fatto per iniziativa italiana, il conte

Ciano nel discorso pronunziato alla Camera il 15 aprile 1939, poteva

terminare. Quanto in questi ultimi quindici anni è stato compiuto in Albania

è legato esclusivamente al nome dell'Italia, lavoro e capitali italiani, con

l'ausilio dell'ottima mano d'opera albanese, hanno costruito i porti, tracciate

le strade, bonificate le terre, trivellato i pozzi, frugate le miniere. Non

ripeteremo qui la lista dei lavori compiuti e degli enti che li hanno condotti,

ma ci limiteremo ad aggiungere:

a) che se l'Albania ebbe una moneta aurea solidissima, si deve alla Banca

nazionale d'Albania, che con tecnici e capitali italiani pose su basi sane la

circolazione monetaria e la tutelò con criteri rigidissimi.

b) che all'elevamento culturale e spirituale delle masse, oltre che sociale,

l’Italia cooperò fervidamente.

Tutto portava i due popoli a cooperare in ogni campo. L'Adriatico non li

separava, ma li univa sempre più intensamente. E in Italia, che aveva dato,

con l’Italo-Albanese, una letteratura all'Albania, si riprendevano con sempre

maggiore intensità gli studi sull'Albania, con criteri non giornalistici né

politici, ma schiettamente scientifici. Non possiamo dimenticare, in questo

campo, le benemerenze dell'istituto per l'Europa orientale, di Roma, per la

123 Amedeo Giannini:L’Albania dall’indipendenza all’Unione con l’Italia. Varese 1940. pg. 179.

124 Amedeo Giannini:op. cit. pg.180.

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conoscenza dell'Albania.Lavori pubblici significano impiego di denaro a

carico dell'Erario e si può immaginare come il nuovo Stato Albanese sorto

dal caos delle guerre balcaniche, della guerra europea e delle successive

rivoluzioni, terminato con la marcia in Tirana nel 1924, dovesse difettare di

mezzi propri. Fra l'altro,l'Albania non aveva moneta propria, e sottratta al

governo turco, rimasta per tanti anni in balia di mutevoli reggimenti politici,

aveva finito col non credere più che all’oro e argento. Due istituzioni favori

sin da quel tempo il Governo Italiano, la Banca di emissione che creò

labanconota, e una Società che raccolse fra i istituti di credito 50,000,000 di

franchi d’oro per un prestito albanese vincolato nei lavori pubblici.La rima

di tali istituzioni è la BANCA NAZIONALE D’ALBANIA fondata nel 1925

con un capitale iniziale 12,500,000 in franchi oro, con sede amministrativa

Roma, sede centrale a Tirana, e filiali a Durazzo, Scutari, Valona e

Saranda.125

Il franco d’oro albanese, regolarmente quotato nelle borse di

Trieste e Milano, equivale a lire italiane 3,66610; vi sono pezzid’oro di 20 e

di 100 franchi oro, e banconote di 1, 5, 20, 100 franchi convertibili in oro.

L’altra istituzione “SOCIETA PER LO SVILUPPO ECONOMICO

DELL’ALBANIA”.

Fonato nel 1925, collegata finanziariamente con la prima.

Il prestito di 50 milioni, negoziato al 7.5 % fu convertito in moneta italiana,

e rappresentò allora 212 milioni di lire.126

Ma poiché le spese che l’Albania

doveva affrontare erano immediate. Rediti futuri, fu concessa delle

moratorie totali fini 1929, parzialmente per i due anni seguenti. Gli oneri

125Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.102.

126 Michele Craveri: Albania; il paese e le genti.Vallardi. Milano 1939. pg. 107.

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della moratoria furono assunti dal Governo Italiano, per evitare al giovane

Stato, con l’accumularsi degli interessi composti, un ingente aggravio.

Un primo assestamento del bilancio dato dunque dal 1926; ma un

assestamento solo nel senso di regolare uniformità, e con un pareggio

fittizio, perché i consuntivi delle entrate erano sempre inferiori ai preventivi

delle uscite. Ne derivava un deficit annuale endemico, sui tre milioni di

franchi oro, cioè una situazione fallimentare, cui il governo in un primo

tempo rimediò col prestito italiano della S.V.E.A, di cui è detto sopra, che lo

sgravava del pesante fardello delle opere pubbliche, e in un secondo tempo

con l’altro prestito del 1931.127

Pure concesso dal Governo Italiano di

100,000,000 di franchi oro, senza interessi, senza data di rimborso, rimessa

al giorno imprecisato e imprecisabile in cui lo Stato Albanese avrebbe avuto

50,000,000 di franchi oro. Era la tranquillità, ma una tranquillità da

amministrarsi e da tenersi cara, non da incoraggiare situazioni avventurose

come quella che vi creò nel 1933, e che provocò da parte italiana il brusco

arresto nel funzionamento del prestito.

Ne segui una brutta situazione che non valse a sanare le misure restrittive

adottate in tutta urgenza dal governo di Tirana a spese degli stipendi dei

funzionari dello stato e dei fondi militari. Intervenne personalmente il Duce,

nel febbraio del 1935, mettendo a disposizione 3,000,000 di franchi oro,

necessari a pagare gli stipendi arretrati di molti funzionari civili e militari,

alcuni dei quali erano arretrati di sei mesi.

Per accelerare il processo di trasformazione dell’agricoltura albanese, fu

firmato 19 marzo 1936 fra l’Italia e Albania un accordo per un prestito

agricolo. L’Italia s’impegnava a versare al Governo albanese, in cinque rate

annue, 10000000 di franchi oro; l’Albania a sua volta si obbligava a dare la

preferenza nell’acquisto di materiali agricoli, ai prodotti italiani, e a

rimborsare il prestito in cinquant’anni dal quinto anno successivo al

versamento dell’ultima rata di prestito.

Nella ricorrenza del venticinquesimo dell’indipendenza albanese,

25 novembre 1937, il Governo Italiano rappresentato alle feste di Tirana dal

Ministero delle Finanze offriva 1.400.000 lire oro per la costruzione della

nuova strada da Tirana a Durrazzo: 600.000 lire oro per la costruzione di una

casa per ragazzi e 10.000 lire per i poveri della capitale.128

Il rimborso del prestito garantito mediante le partecipazioni che l'A.I.P.A.

deve corrispondere al Governo Albanese per lo sfruttamento delle zone

petrolifere. Osservava fin dal 1931 il citato Senatore Tajani come i denari

del prestito per i lavori pubblici avessero servito anche a far sorgere scuole e

ospedali, edifici di posta e telegrafo, e i palazzi per i Ministeri.

127Herman Bernstein, Hugh Grand. Diplomate Amerikane per mbretin Zog.Dardania. Tirane 1994. pg. 52.

128 Pio Bondoli. Albania, quinta sponda d’Italia. C.E.T.I.M. Milano 1939. pg. 174.

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Il giovane, paese ha preso così anche esteriormente la fisionomia di stato

moderno; qualche città, e la capitale soprattutto, si è occidentalizzata al

punto da offrirvi l’albergo all’italiana, le strade pulite e illuminate, l'acqua di

sorgiva e la luce elettrica. Molti agricoltori Italiani sono andati a coltivare la

terra con metodi di oggi e hanno mostrato col fatto come si possano

moltiplicare i prodotti migliorandone ancora la qualità. Ma i grandi lavori

pubblici, che stanno cambiando volto dell’Albania, consistono specialmente

nella costruzione di porti accessibili al moderno traffico, di strade

percorribili con qualunque tempo, e in qualsiasi stagione, di ponti sui fiumi,

di arginature e di bonifiche nel piano, ecc.129

I principali sono: il porto dì Durazzo, opera importantissima ideata dal

compianto Senatore Luiggi; con una bocca di entrata di 200 metri, il porto

possiede un chilometro e duecento metri di banchina, di cui 700 metri con

fondale di 6 metri e il rimanente con fondale di 3 metri.130

Il porto di Durazzo serve a una gran parte dei traffici complessivi

dell’Albania e a quasi tutto il traffico dell’Albania centrale e sud-orientale.

Inoltre esso può dirsi il porto della capitale, da cui dista appena un'ora di

automobile.

Le strade e i ponti: Scutari-Puka con due grandi ponti, uno sul Pistal

(m. 27,80), e l'altro di Vau i Dejes sul Drini (m. 209,94);

Zogu-Dibra, col ponte di Rubigu su Fani (m. 148), Uraka (m. 124), Shoshai

(m. 85);

Kruja-Burreli;

Tirana-Elbassan, con tre grandi ponti;

Corso stradale ex ferrovia Durrazzo-Tirana con un grande ponte sull'Erzen

(m. 71,60), e uno sul Limuthi (m. 39);

Strada Lushnje-Brostar.

129

Michele Craveri: Albania; il paese e le genti. Vallardi. Milano 1939. pg. 109. 130

Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.245.

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1.22I PATTI DÌ TIRANA DEL 1926-1927

Gli spazi per una possibile

intesa balcanica si

chiudono definitivamente

e il governo di Roma torna

a concentrarsi sulla

situazione in

Albania.131

Col protocollo

delle frontiere, così

faticosamente terminato

dopo cinque anni

d’ininterrotte trattative,il

processo storico di

formazione dello Stato

Albanese si può dire

compiuto.132

TIRANA, 1926

Il giovane Stato, insidiato dai vicini, privo di tradizioni unitarie, doveva

compiere uno sforzo non lieve per organizzarsi. Qui occorre invece porre in

rilievo come l'atteggiamento dell'Italia,accennato nel precedente capitolo,

non poteva non avere successivi sviluppi, alla loro volta, dovevano servire a

consolidare l'Albania, ad assicurarle un respiro più largo, una maggiore

sicurezza di potersi consacrare, nella fiducia della pace,all'opera non lieve

della costruzione dello Stato.

È sotto tale profilo che occorre esaminare gli accordi politici interceduti fra

l'Italia e l'Albania.

Essi si compiono in due tappe:

La prima è rappresentata dal patto di amicizia e di sicurezza, firmato a

Tirana,il 27 novembre 1926, col quale i due Stati, nell'intento di rafforzare i

reciproci rapporti di amicizia e di sicurezza nei con fronti della loro

posizione geografica, e di contribuire al consolidamento della pace,mossi dal

desiderio di mantenere lo statu politico, giuridico e territoriale dell'Albania,

nel quadro dei trattati di cui ambedue sono firmatari e del Patto della Lega

delle Nazioni, riconoscono che qualsiasi perturbazione diretta contro lo statu

quo politico, giuridico e territoriale dell'Albania è contrario al loro reciproco

interesse.

(art. 1) Per tutelarlo, s’impegnano a prestarsi il loro mutuo appoggio e la

loro collaborazione e non finire con altre Potenze accordi politici e militari

pregiudizi degli interessi dell'altra Parte, anche definiti nel patto stesso.

131 Antonello Biagini. Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999 pg. 119.

132 Amedeo Giannini: L’Albania dall’indipendenza all’Unione con l’Italia. Varese 1940. pg. 171.

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(art.2)S’impegnano inoltre a sottoporre, una speciale di procedura per

conciliazione e di arbitrato le controversie che venissero a dividerle e non

fossero potuto esser risolte con le ordinarie procedure diplomatiche. Tale

patto, entrato in vigore il 24 gennaio 1927, ha la durata di cinque anni e può

essere denunziato o rinnovato un anno prima della scadenza.133

La seconda tappa è rappresentata dal trattato di alleanza difensiva, firmato a

Tirana il 22 novembre 1927.

Con esso i due Stati, desiderosi di riaffermare solennemente e di sviluppare i

vincoli di solidarietà che felicemente esistono fra loro, e di dedicare ogni

sforzo a eliminare le cause che possano turbare la pace esistente fra loro e

con gli altri Stati, riconoscendo i benefici risultati di una stretta

collaborazione, riconfermando che l'interesse e la sicurezza dell'uno sono

reciprocamente legati all'interesse e alla sicurezza dell'altro, arrivano a

un'alleanza difensiva, il cui unico scopo è di stabilizzare i naturali rapporti

felicemente esistenti fra essi per assicurare una politica di pacifico sviluppo.

Le clausole dell'accordo sono le seguenti:134

Art. 1.Tutti i trattati anteriori conclusi tra le due Alte Parti dopo

l'ammissione dell'Albania nella Lega delle Nazioni saranno esattamente

fedelmente osservati entro i limiti stabiliti dai testi dei medesimi, in modo

che si avrà un'amicizia sincera e perfetta tra i due popoli e tra i due Governi,

e un'assistenza reciproca, nell'intesa che ciascuna delle Alte Parti sosterrà gli

interessi e i vantaggi dell'altra con lo zelo che usa per sostenere i propri.

Art. 2.Vi sarà un'alleanza difensiva inalterabile tra l'Italia da una parte e

l'Albania dall'altra per venti anni, la quale potrà essere denunciata nel corso

del diciottesimo o del diciannovesimo anno della sua durata. Ove ciò non sia

avvenuto, l'alleanza s'intenderà tacitamente rinnovata per un periodo eguale.

Le due Alte Parti contraenti impiegheranno tutta la loro attenzione e tutti i

loro mezzi per garantire la sicurezza dei loro Stati e per la difesa e tutela

reciproca contro ogni attacco esterno.

Art. 3.In conseguenza degli impegni assunti con gli articoli precedenti, le

due Alte Partì contraenti agiranno d'accordo per il mantenimento della pace

e della tranquillità, e nel caso che una delle Alte Parti sia minacciata da una

guerra non provocata da essa, l'altra Parte impiegherà tutti i suoi mezzi più

efficaci non solo per prevenire le ostilità ma anche per assicurare una giusta

soddisfazione alla Parte minacciata.

Art. 4.Qualora ogni mezzo di conciliazione sia invano esaurito, ciascuna

delle Alte Parti s'impegna a seguire la sorte dell’altra, mettendo a

disposizione dell'alleata tutte le risorse militari, finanziarie e di ogni altra

natura, atte a portare un contributo per superare il conflitto, sempre che tale

contributo sia richiesto dalla Parte minacciata.

133Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.257.

134 Amedeo Giannini: op. cit. pg. 174-175.

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Art. 5. Per tutte le ipotesi previste nell'articolo quattro, le due Alte Parti

contraenti s'impegnano a non terminare o iniziare trattative di pace, di

armistizio o di tregua senza un accordo comune.

In una nota diretta dal Ministro d'Italia al Ministro degli A.Esteri d'Albania,

e da questi ricambiata, era precisato, a proposito del trattato di alleanza

difensiva e più specialmente nella deprecata eventualità che debba entrare in

applicazione l'art. 4 del trattato stesso, che era vivo desiderio del Governo

Italiano di dare al Governo Albanese le seguenti assicurazioni e i seguenti

chiarimenti:

Qualora, venute meno tutte le possibilità di impedire con mezzi conciliative

una minaccia di terzi Stati contro uno dei due Stati alleati, questo si trovasse

alla presenza di un attacco da esso non provocato, rendendosi necessaria la

richiesta del concorso militare dell'alleato in difesa della parte attaccata, il

Comando in Capo delle Forze interalleate sarebbe affidato, in Albania, al

Comandante Supremo delle forze albanesi, e in Italia al Comandante

Supremo delle forze italiane. Alla firma della pace le forze alleate venute in

soccorso dell'altro Stato dovranno rimpatriare con i propri mezzi nel termine

stabilito loro dal Comandante Supremo sotto i cui ordini avranno servito in

territorio alleato.135

Questa lettera forma parte integrante del trattato di alleanza difensiva

Italo-Albanese e sarà ratificata e in seguito registrata alla Lega delle Nazioni

unitamente al trattato stesso.

Per giudicare rettamente della portata degli accordi, senza prevenzioni

politiche, occorre tener presente qual è il complesso delle intese che si

stabiliscono con i due accordi.

È innegabile che essi abbia un valore difensivo, basato sull'assoluta identità

d’interessi. Ogni scopo offensivo è interamente escluso, e anzi è contrario ai

patti.

È innegabile che essi se ispirino al mantenimento dello statu quo, qual è dai

trattati già conclusi, cioè tendano a garantire l'integrità dell'Albania nel

territorio stabilito con i trattati.136

È innegabile che essi abbia lo scopo di evitare che si attenti all'indipendenza

dell’Albania, cioè mirano, con il legame e viene a stabilirsi fra i due Paesi, a

che non si possa profittare della piccolezza dell'Albania per offenderla, onde

nei mezzi e nei fini rappresentano uno strumento di pace.

Un rafforzamento della pace, nell’ambito del Patto della Lega delle Nazioni,

di cui entrambi i Paesi sono membri.

Infine è innegabile che le due Parti agiscano alla pari, in posizioni parallele e

identiche, volontariamente, nell’eguale considerazione del comune interesse.

135 Amedeo Giannini: op. cit. pg. 176.

136P. Pastorelli: Italia e Albania 1924 – 1927 Firenze 1967. pg. 180.

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Si ha ogni cura di evitare che vi sia un protetto e un protettore. Onde parlare

di un “protectorat deguisé”, come fa qualche autore jugoslavo è affermare

cosa che era contraria dallo spirito e alla lettera degli accordi.137

I quali sono,

invece, veramente decisivi per consolidare la formazione del giovane Stato e

per permetterne il consolidamento e lo sviluppo. Da tal punto di vista che

abbiamo ritenuto indispensabile considerarli nel delineare il processo storico

dell'assetto dell’Albania.

Firmato l’accordo decide di aspettare ancora un anno per la trasformazione

della repubblica presidenziale in monarchia al fine di preparare il terreno ed

evitare ribellioni, sempre possibili.138

137 Amedeo Giannini: op. cit. pg .176.

138 Antonello Biagini: Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999pg. 120-121.

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CAPITOLO II

AHMED ZOGU RE DEGLI ALBANESI.

IL CONSOLIDAMENTO DELLOSTATO ALBANESE

NELL’ARENA NAZIONALE E INTERNAZIONALE.

2.1 LA PROCLAMAZIONE DEL REGNO DELL’ALBANIA 1

SETTEMBRE 1928

Il modello della Repubblica con

il Parlamento, il Senato e il

Presidente avrebbero dovuto

durare sette anni in Albania.

Ahmed Zogu è stato eletto

presidente con un mandato che

saliva fino al 1932 con la

possibilità di rielezione.139

Comeun unico sovranosenzail

disturbodei partiti politici

opositari, con un

Parlamentocontrollato da lui,un

governoda lui stessodiretto come

Presidentee come Primo

Ministro,ha avutotutte le

opportunitàdi mantenerequesto

modellodi governo, almeno un

altro mandato.

Il secondo mandato

avrebbescadere nel 1939tempo in

cuiper ironia della sortesì e

chiuso il periododi14anni.

L'idea di annunciare la monarchia aveva i suoi sostenitori dal1925.

A quel tempo due membri del parlamento avevano apertamente espresso la

loro posizione, quindi avevano astenuto nella votazione per la forma

repubblicana ma nel 1925, Zogu non era ancora certo e non aveva

consolidato il potere, i suoi oppositori politici erano ancora attivi e che

nessuno dei Grandi Potenze non davano segni per la riconoscenza della sua

monarchia.

139Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 125.

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Avendo il bisogno diguadagnare tempo perconsolidare il potere

politicoall'interno del paese edi convinceregli alleatistimolial di fuori,

costringono Zoguad accettare unperiodo di transizione, che duròmeno delle

sue attese.

Nel 1928era l'Italia, lo Stato più potentenella parte meridionaled'Europa, che

era interessato aunsostenibilelungo regimeproItalianon in Albania. L'Italiaha

offertoa Zogu ilcambio del regime e di proclamarela monarchia.L'Italia era

una monarchia in sé, anche i confinanti d’Albania pure, in questo modo il

modello albanese non sarebbe un'eccezione per la regione, né per il governo

italiano stesso. L'Italia aveva consigliato Zogu per una nuova forma di

regimefin dal 1926, favorevole dal trattato militare e politico tra Italia e

Albania, ma il Presidente Albanese rifiutò.

Nel 1928 il tempo, i fattori e le relazioni tra i due paesi erano cambiati e

allora, l'offerta non trova polemiche, invece, insieme con l'annuncio

dellamonarchiaè stato firmato il patto militare Italo – Albanese.

I consiglieri militari italiani prendevano un ruolo principale nel consiglio e

l'orientamento dell'esercito albanese. Secondo un punto particolare, in caso

di guerra, il capo consulente italiano divennegenerale dell'esercito albanese,

un evento senza precedenti nella storia di un paese.

Il progetto di Zogu ha trovato il consensodel popolo e della politica.

Durante il periodo Repubblicano Zogu sì è riuscito ad assicurare una

maggioranza, ma mai un governo assoluto, perche avevano paura delle

grandi potenze.140

Il regno di Zogu si basa, almeno apparentemente, su un concretto

programma di riforme nel Paese su modello di quelli europei e i legislatori

che tra il 1929 e il 1932 sonno incaricati di redigere il codice civile, penale e

commerciale, si ispirano ai codici francesi e italiani.141

Alcuni autori accusano i metodi della polizia e le elezioni manipolate che

hanno portato alla creazione di un’Assemblea Nazionale, fedele al

Presidente, che poi vota all'unanimità per cambiare la forma del regime.

Ma, riferendosi alla stampa del tempo e documenti diplomatici, con

l'eccezione di un politico particolare, com’erano l’ex-premier Iljaz Vrioni

allora Ministro degli Esteri, tutti gli altri politici erano sostenitori attivi o

passivi della transizione monarchia. Inoltre non ci sono dati pubblici e fatti

che dimostrano la piena portata delle frodi in elezioni, di più quandotra la

nuova Assemblea e il vecchio parlamento hanno avutopoco cambiamenti.

Un’altra spiegazione potrebbe essere che la coscienza democratica dei

cittadini era ancora fragile e che il regimeera indisturbato dall’opposizione

politica ecritica mediatica, cosi gli è semplificato il lavoro facile.

D'altra parte i cittadini non avevano una seconda possibilità, avrebbero

140Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.167.

141 Antonello Biagini: Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999 pg. 121.

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dovuto eleggere un dell'Assemblea per Zogu come Presidente e Primo

Ministro o di eleggere un dell'Assemblea per Zogu come Re che in realtà,

nell'esercizio del potere era quasi lo stesso.

Il ricercatore Bernd Fischer dice:

Il concetto della monarchia non era qualcosa di nuovo per gli albanesi.

Passando al sistema monarchico del 1928 è stato un ritorno a un sistema

più familiare, rispetto all’innovazione nel vero senso.

L’esempio di Scanderbeg e gli ultimi 500 anni sotto il dominio ottomano

avevano contribuito ampiamente a instillare questo principio.

Quest’idea è stata ulteriormente rafforzata dal 1913, quando le grandi

potenze nello scenario del XX secolo e riconosciuti, per la prima volta,

indipendente l'Albania come un principato sotto la direzione del principe

infelice Wied. Zogun loconoscevanol'elemento dellacontinuità storicasulla

monarchiain Albania, che era prontoa tornarea quel sistema.142

Nel frattempo nel 1928, quando la monarchia è stata fondata in Albania,

questa forma di regimeè stata molto sostenuta in tutte le regione.

Quasi tutti i paesi confinanti dell'Albania (Serbia, Romania, Bulgaria, Italia,

Grecia) avevano come leader dello stato le famiglie reali.

L'unico Stato regionale che ha mantenuto la forma parlamentare della

Repubblica è stato la Turchia. In un piano più ampio, in Europa, il numero

degli stati con il repubblicano monarchico era quasi uguale.

Così, la forma monarchica era in Belgio, Danimarca, Estonia, Ungheria,

Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Romania, Svezia, Gran Britannia ecc.

La forma repubblicana del regimeè stata conservata in: Austria, Francia,

Germania, Finlandia, Polonia, Portogallo, ecc.

In queste circostanze esterne e interne, l'idea del Regno ha avuto il sostegno

della maggior parte dei cittadini, i gruppi conservatori, conti e nazionalisti in

cerca di uno Stato forte per proteggere l'interesse nazionale, così come lo

stato più influente in Albania, Italia.

142Bernd Fischer: Tirana 1995 op. cit.pg. 141.

.

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2.2 IL PERCORSO LEGALE DEL PASSAGGIO DALLA

REPUBBLICA ALLA MONARCHIA.

Il terminedella realizzazione del progetto per il passaggio alla nuova

monarchia albanese è stato breve. In termini politici, media e circoli ufficiali

vicini al Presidente montato una campagna massiccia e "spontanea" meriti

civici, dove la principale attrattiva Zogu come salvatori della nazione. Anche

a causa dell’enorme importanza che ha la storia e la memoria della figura

albanese Scanderbeg, i sostenitori del presidente promuovono il legame di

sangue tra il presidente ed eroe nazionale, che ha facilitato il passaggio della

corona di Scanderbeg a un discendente della sua famiglia.143

In realtà, non aveva mai chiarito il pubblico per questo legame, tranne il

fatto che entrambi erano dalla stessa regione. L'argomento principaleche

difendela recente modifica del regime dei deputati e senatori è stata la

necessità di un statuto democratico ed efficace, come il vecchio statuto era

riuscito a produrre istituzioni e stabilità politica necessaria.

Nel campo l'unica difficoltà è stata la definizione legale di "Statuto

fondamentale della Repubblica" (1925), che ha rilevato che "la forma

repubblicana di governo non può essere modificato in alcun modo".

Per avviare quest’articolo, il Presidente con la qualità di Capo dello Stato,

il’1giugno1928 aveva inviato un messaggio a entrambi i rami del

parlamento, e ha chiesto di rivedere lo "Statuto fondamentale della

Repubblica" ha lasciato intatte alcune questioni importanti per

l'organizzazione stato. Per questo motivo, il Presidente della Repubblica

Ahmed Zogu, ha usato come argomento per convocare una riunione

congiunta dei due rami del parlamento, al fine di modifiche o integrazioni

nella costituzione. Questo incontro è stato realizzato il 6 giugno. In questa

riunione si è incentrata su un esame approfondito e fondamentale dello

statuto e la forma di sistema politico di governo. Alla fine entrambe le

camere del parlamento approvano la clausola dell'articolo 141 dello Statuto

secondo cui: “Il ripasso generale dello statuto appartiene alla Costituente”.144

Al momento di decidere la necessità di rivedere le esigenze complessive

dello Statuto, secondo la procedura descritta in quest’articolo, le due camere

si sciolgono automaticamente chiamando cosi le nuove elezioni per

l'Assemblea Costituzionale ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto.

Le elezioni sono state nominate il 17 agosto 1928. Anche se le elezioni

formali, senza un partito d’opposizione e con un’unica lista di candidati, il

governo e i sostenitori del Presidente, con i sostegni finanziari italiani ed

143Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 128.

144 Bollettino ufficiale: Tirana Nr 62. Dt 12.giugno 1928 pg. 10.

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esteri, realizzano una campagna elettorale, pacifica e rapida. Le elezioni del

17 agosto hanno prodotto un’Assemblea Costituente con poche modifiche

dal precedente parlamento e senato. Secondo la vecchia legge elettorale, un

membro dell’assemblea e statoscelto per ogni 15.000 abbittanti.145

Assemblea aveva cinquantasette deputati, come il parlamento precedente. In

base al numero dei residenti ed elettori aventi diritto al voto nei paesi

parlamentari saranno suddivisi come segue: Gjirokastra e Korca da nove

deputati, Scutariotto deputati, Berat sette deputati, Diber, Elbasan e Durazzo

sei deputati,Kosovo 4 deputati e Valona con 3 deputati.

Va detto che il nuovo Regno Albanese trova il sostegnoitaliano e subito

dopo britannico. Una serie di altri Stati europei riconobbe il re e il Regno,

mentre la Serbia inizialmente respinse, a causa della nomina del re, "degli

albanesi" e non "d'Albania", che è stato visto come una provocazione. Allora

con la pressione britannica, anche la Serbia si uniscecon i paesi che hanno

riconosciuto il nuovo sovrano. L'unico stato che non ha riconosciuto per

molto tempo il nuovo modello del regime e lo stesso Re era Presidente della

Turchia, Mustafa Kemal Ataturk. Era inaccettabile per un paese con forti

legami storici con la Turchia a rifiutare il modello della nuova repubblica

turca e di passare a un sistema della vecchia monarchia. Un'altra ragione per

la frustrazione turca èstata; percheZogu trascuravail rapporto con questo

paese e nelle medie occidentali. Ha lanciato una campagna di avvertire,che il

modello Albanese dovrebbe essere seguire anche il Presidente Turco.

145

Joseph Swire: Shqiperia, ngritja e nje mbreterie. Dituria.Tirane 2005.

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2.3 LA FORMA GIURIDICA DELLA MONARCHIA

Il 25 agosto il Presidente ha convocato la prima riunione dell'Assemblea.

Il primo punto è statola necessità per il cambiamento dello “Statuto

fondamentale di Stato". Gli argomenti principali dei soci consistevano nel

bisogno che il paese ha bisogno di una stabilità a lungo termine, il modello

repubblicano non ha dato i risultati attesi, e i cittadini volevanola tranquillità,

la stabilità e un capo di Stato al di fuori dal gioco politico e d’influenza.

L’1 settembre 1928, solo sei giorni dopo l’iniziativa di dibattiti parlamentari,

l'Assemblea Nazionale all'unanimità proclama la Monarchia.

Ai sensi dell'articolo 1 dello Statuto fondamentale di Stato, l'Albania si

dichiara "Regno Democratico, Parlamentare e discendente ".

Ahmed Zogu si proclama Re degli Albanesi.146

In questo modo terminerà il

periodo, della corona reale di un principe straniero, il modello con il

Consiglio Supremo e gli anni del modello di stato repubblicano 1925 - 1928,

lasciando al paese una nuova forma di governo, la seconda monarchia.

La decisione dell'Assemblea nazionale, dell’1 settembre 1928: Assemblea

Costituente, con il potere nazionale, sovrana, ispirata dalla notevole

disponibilità delle persone, per gli interessi vitali della patria nell’1

settembre proclamò re degli albanesi nominato Zogu I, il “salvatore della

Patria”, il discendente della famosa famiglia Zogolli.

A differenza di precedenti forme la dichiarazione del regime che in questo

caso sarà presa in un parlamento eletto nelle elezioni popolari, in modo da

quindi, indirettamente, evitando il voto diretto. Nel 1912 la forma regime è

stata decisa dall'Assemblea di Valona, 1913 è stato rilevato dalle Grandi

potenze, nel 1920 è stato votato dai delegati dal Congresso Lushnja e la

forma repubblicana del 1925 è stata votata in parlamento.

In sedici anni i cambiamenti da tre o quattro regimi, in sostanza, erano un

indice d’instabilità interna, la crisi d’identità dello Stato e l'incapacità della

classe politica di prendere decisioni a lungo termine. Tutti questi argomenti

sono stati menzionati e sono stati accettati dai deputati del 1928, per un

governo a lungo termine, che non sostenterebbe il cambiamento della forma

di governo, né le crisi politiche all'interno del paese. La nuova forma del

regimesarebbestata normalmente accompagnata da notevoli cambiamenti

nella forma di organizzazione statale, la separazione dei poteri e la

costruzione di nuove relazioni tra la società ei poteri decisori. Sicché il

presidente Ahmed Zogu aveva guadagnato un grande potere, il passaggio

dalla repubblica alla monarchia nell'opinione pubblica è stato visto come

qualcosa che si aspettava.147

146 Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928. Art.1.

147Aurela Anastasi: Institucionet politike dhe e drejta kushtetuese (1912-1939). Tirane 1998.

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2.4 LO STATUTO DEL REGNO

Dopo aver dichiarato la forma del regime, l'Assemblea Costituente ha

adottato lo statuto del Regno d’Albania.

Sorse nel frattempo una commissione presieduta dal Presidente

dell'Assemblea Generale che ha rivisto il progetto che è venuto su un voto il

27 ottobre e approvata entro l’1 dicembre 1928.148

Lo statuto è stato diviso in 7 capitoli e 2

disposizione temporanea, il totale era di

234 elementi. Lo statuto si apre con le

parole;

La Nazione Albanese, libera, fiera e

piena di speranza per lafutura felicità,

con grande desiderio e oscillare per

rafforzare l'unità nazionale e la sicurezza

della patria e la bontà generale delle

persone nel rispetto delle tradizioni

storiche della nazione che forniscono

generazione un futuro risparmio.149

Il primo capitolo composto di sei articoli

e determinava la forma di regime in

Albania come il Regno Democratico,

Parlamentare e discendente,

indipendente, laica,con la capitale

Tirana.Ilsecondo capitolo determinava i

poteri dello stato, dove il più altoera

illegislativo condotto congiuntamente dal Re e dal Parlamento.

Il potere esecutivo in pratica apparteneva al re esercitato attraverso il

Consiglio dei Ministri. Questo consiglio si decretava dal re e si approvava

dal Parlamento.

Il potere giudiziario era esercitato dai tribunali, le decisioni erano assunte in

nome del re. Questo capitolo è stato diviso in tre parti.

La prima parte, "il potere legislativo", si parlava sulle funzioni del

parlamento e le qualità necessarie per essere un deputato, che si chiedeva di

avere più di trenta anni.

La seconda parte, "il potere esecutivo" sanzionava i diritti del re, definito

come discendente solo in linea maschile.

Il Re, in ogni caso doveva avere raggiunto l'età di diciotto anni e di fare il

giuramento di fronte al Parlamento, dinanzi alla commissione sul trono.

148Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.279.

149Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928. Premessa.

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Il giuramento di Ahmed Zogu:Re degli Albanesi!

Io Ahmed Zogu, Re degli Albanesi, nel momento in cui salgo al trono del

regno albanese, giuro su Dio onnipotente, che lotterò per l'unità nazionale,

la sovranità statale e integrità territoriale. E servirò anche a tutelare lo

statuto e agirò secondo le leggi adottate, pensando sempre per il bene del

popolo.150

Questo giuramento è stato presentatol’1 settembre1928, alle 17:00, davanti

all’Assemblea costituente. Il Re era il più alto organo dello Stato,

Comandante Generale delle forze armate.151

Poteva dichiarare la guerra, sottoscriva trattati d’amicizia, (a conoscenza del

Parlamento), ha il diritto al condono, ecc. Il Re si poteva sposare solo con il

permesso del Parlamento. I discendenti che potevano nascere al di fuori dei

legami matrimoniali approvano dal Parlamento non gli erariconosciuto il

diritto di successione al trono.

Il re portava il titolo di "SuoMaestà" (Sa maestà), l’erede portava il titolo di

"Principe degli Albanesi" (Son Altesse), la regina e la madre regina

portavano il titolo "Sua Maesta" anche i re fratelli e sorelle, ei loro figli che

porta il titolo di principe o principessa.

I membri della famiglia reale non potevano essere nominato ministro.

Nessuno straniero non poteva essere nominato ministro.Fu una lunga

discussione in Parlamento su questo punto in cui MP e Mihal Kaso

Harallamb Papadhopudhi erano contro questa regola, invece pro questa

regola erano Abdurrahman Dibra, Sulejman Starova ecc.

Secondo Dibra il problema non è gli in termini di distinzione tra le razze.

Alcuni MP avevano posto la domanda se quest’articolo veniva contro le

regole della "Lega delle Nazioni".

Nella parte della magistratura ha indicato che i giudici sono indipendenti nel

dare decisioni e fare affidamento soltanto sulla legge. Dichiarata

l'inviolabilità dei giudici e dei pubblici ministeri e ha riconosciuto il diritto

della difesa per gli imputati. Tutti i giudici ei pubblici ministeri erano

nominati dal Re, dopo la proposta presentata da una commissione speciale

istituita presso il Ministero della Giustizia. La più alta corte del paese era la

"Corte di Dettatura", che consisteva di ramo civile e penale. La "Corte

Suprema"dello Stato è stata formata dal R e con un proposito decreto, per

giudicare le questioni dei ministri e alte autorità della giustizia.

Il terzo capitolo "Le finanze dello Stato", obbligava la gente a pagare le

spese statali. Altri articoli trattavanoil budget, la ricchezza minerale, acqua.

Il quarto capitolo si riferiva all'organizzazione del "Consiglio di Stato".

150Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.190.

151Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F 416. D. 6 pg. 3.

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Il quinto capitolo dichiarava che le forze di difesa nazionale, erano composte

di Esercito e della gendarmeria Nazionale.

Il sesto capitolo è dedicato alle libertà e ai diritti dei cittadini. Si precisava

che ogni albanese viveva libero. Erano garantite la libertà personale,

uguaglianza davanti alla legge, i diritti civili e politici, la sicurezza degli

alloggi, la libertà di parola e di stampa, diritti di proprietà, il diritto di

formare associazioni, il diritto alla privacy conservazione, ecc. La scuola

elementare era gratuita e obbligatoria.

Capitolo sette, aveva diverse disposizioni aggiuntive.

Capitolo ottavo e nonoaveva disposizioni transitorie.152

2.5 L’ISTITUZIONE DEL RE

152 I nove capitoli op. cit. sono stati prelevati dallo “Statuto del Regno Albanese”nella bibloteca nazionale

albanese. Tirane 1928.

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Molte disposizioni dello statuto prevedono in modo prudente il ruolo di

A. Zogu come Dio Onnipotente per tutta la vita e l'attività di questo regime

monarchico. Nello Statuto si dichiarava che: "Il Re era il più alto organo di

stato".153

Erano un gran numero di disposizioni che completano il primato del Re a

qualsiasi organo altro stato.

Re era giusto che quando si guarda ragionevolmente sciolse il parlamento.

Lui poteva firmare i trattati con gli altri paesi.

Il re era il comandante generale delle forze armate, e aveva il potere infinito

nel campo dell’organizzazione e della leadership. 154

Aveva il diritto di dichiarare guerra in caso di protezione. Poteva anche

rimuovere in qualsiasi momento il Primo Ministro, i Ministri, e gli alti

funzionari dell'amministrazione dello Stato.

Così la posizione giuridica e l'ampiezza dei poteri che la Costituzione ha

riconosciuto al Re, indicano chiaramente che era un autogoverno, era l’unica

persona che aveva il controllo con pieni diritti a tutte le aree di attività dello

Stato.

L’istituzione con maggiore potere e diritto costituzionale era il Re.

Istituzione del Re era individuale, nominale ed ereditato all'interno della

famiglia.

153Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.

154Luan Omari, Aleks Luarasi:Historia e shtetit dhe se drejtes ne Shqiperi. Luarasi. Tirana 2007. pg. 376.

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2.6 LE COMPETENZE DEL RE SUGLI ORGANI DELLO

STATO

Le competenze del Re sul Parlamento!

Lo statuto riconosce competenze re evidenziati nella relazione al parlamento

e del governo.

Ai sensi dell'articolo 95 Il Re, quando vede necessario, ha il diritto di

sciogliere il parlamento.155

Articolo 74 riconosce re poteri speciali per adottare leggi. Nel caso di leggi

adeguate costi, il monopolio delle proposte era il re, non il governo e il

parlamento.

A differenza del veto Presidenziale, il quale ritorna una volta la legge al

parlamento, il re aveva il diritto di rifiutare l'approvazione e richiede il

ripasso della legge. Entro tre mesi non ha previsto l'adozione della legge, la

legge intende respinta.156

Ai sensi dell'articolo 96, quando il Parlamento viene sciolto, e l'urgente

necessità di apparire giustificato, il Re sotto la responsabilità del Consiglio

dei Ministri ha il diritto di sviluppare decreti che l'apertura della sessione di

chiudere entro 15 giorni devono essere presentate al Parlamento insieme la

relazione che ne giustifichi.

Ahmed Zogu è stato duramente attaccato dai suoi critici, soprattutto durante

la dittatura, per la firma di un accordo con l'Italia fascista, che ha avuto la

sua influenza con l'economia albanese e di altri settori importanti in Italia.

Di fronte a competenze giuridiche e costituzionali, Zogu non è responsabile

direttamente per tali accordi e dei trattati di amicizia e la cooperazione, sulla

base dell'articolo 83 dello status del Regno "trattati di commercio e altri che

possa caricare il paese o cittadini personalmente albanesi con le nuove tasse,

non hanno alcun valore ed effetto senza essere approvate dal Parlamento",

mentre per tutti gli altri trattati effettuati fuori questa categoria con il

consenso del Parlamento.

155Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.

156Luan Omari:Sistemi parlamentar. Tirana 2004.

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LE COMPETENZE DEL RE SUL GOVERNO

L'articolo 74 stabilisce che “Il Re è il più alto organo dello Stato”, possiede

tutti i poteri e le prerogative del Trono, i dati in questo stato, che porta la

mano dei ministri, ai sensi della presente disposizione del presente Statuto.

A differenza del ruolo del Presidente nella nominazione dei governi, il Re

aveva il diritto di nominare il Primo Ministro ei suoi Ministri, senza

l'obbligo determinato dalla scelta di diventare una maggioranza di politica

parlamentare.

L'articolo 76 dà il diritto al Re di accusare i ministri e di inviarli presso

la"Corte Supreme".

Ai sensi dell'articolo 77 "Il Re, quando lo ritenga necessario, ha il diritto di

raccogliere il "Consiglio dei Ministri", che discute e prende decisione sotto

la sua sicurezza.157

Re fa nominazioni, giuramento e la revoca dei ministri, che giurano davanti

a lui.In collaborazione con il parlamento e del governo, è interessante notare

che ai sensi dell'articolo 91, in ogni apertura ordinaria della legislatura "il Re

con un discorso del Trono, in persona o da un messaggio che lo recita il

Primo Ministro, descrive lo stato generale del paese e le misure necessarie

per essere visto a prendere quell'anno.

Il Parlamento dà la risposta il più presto possibile.

157

Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.

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LE COMPETENZE DEL RE SUGLI ISTITUZIONI REGIONALI.

Il Re aveva grande competenza nel settore della difesa, era il più alto

comandante delle forze terrestri, navali e aeree dello Stato, che "esercita

direttamente sotto le disposizioni del presente statuto speciale."

Re ha il diritto di grazia (art. 79), ma in contrasto con questo potere

tradizionale di Presidente dello Stato, il Re gode anche il diritto di

sospensione dell'azione penale per reati politici, mentre nessun diritto di

perdonare i ministri accusati di trasgressioni che derivano dal servizio senza

l’approvazione del Parlamento.158

Senza entrare nei dettagli della

designazione di alti funzionari, l'articolo 80 riconosce la nomina del Re e il

licenziamento degli ufficiali di Stato, oltre a dare i gradi militari.

Per quanto riguarda il decoro formale articolo competenza svasatura 86,

secondo cui "la decorazione conferiteai cittadini Albanesi dagli stranieri non

può essere accolta, né consegnati, se non con lo speciale permesso del Re",

un potere insolito per un caso analogo in modelli moderni di regni europei.

I poteri del re, come capo di stato e di grande potenza nel paese, cominciano

a comparire di cui all'articolo 13, che riconosce al Re il potere esecutivo.

L'articolo 14 prevede l'annuncio della decisione dei giudici per conto del Re.

158

Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.

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102

2.7 IL CULTO DI ZOGU

Come accade in un regime autocratico, Re Zogu tornerà a essere un culto.

I primi segni si sono visti dal tempo della "Repubblica" quando sarebbe

pronunciato come "salvatore della nazione" con le decisioni della Camera

dei Deputati, invece la stampa del regime descriveva Zogu come un “genio”.

"Assemblea Costituente" con l'annuncio del regno nella sua decisione dell’1

settembre 1928con anima e determinazione proclama Zogu Re l'aquila sotto

il nome Zog 1, “il Salvatore della Patria”, Ahmed Zogu, discendente dalla

famosa famiglia albanese Zogolli.159

All'esaltazione del culto e la figura di Zogu, servivano le celebrazioni del

suo compleanno. Essi diventeranno particolarmente clamorosi nei prossimi

anni con la parata militare, grandi cerimonie e con la partecipazione di

ministri del governo e dell’alta società.Il capitale, Tirana, si decorava con

bandiere, luce elettrica e manifesti con le parole: "Viva Zog I”. Secondo una

fonte, tutta la cerimonia del 1929 è stata filmata da una società straniera. Un

modello di pubblicazione è il libro citato elogio di Kristo Dako dal titolo

“Ahmed Zog, Re degli Albanesi”. Come si è notato l’autore pone la figura di

Zogu al centro di tutti gli eventi storici, dall’Indipendenza e in poi. Per

rendere l'idea dello spirito che lo permea, mettiamo in ordine semplicemente

i capitoli da 1 a VII.160

La grande casa;

Il giovane ragazzo;

Ahmed Zogu, il principe dei nazionalisti albanesi;

Ahmed Zogu, statista e comandante;

Ahmed Zogu, Presidente della Repubblica; V1)

Ahmed Zogu, Re degli Albanesi,

Ahmed Zogu, Riformatore.

L’Autore chiude il suo libro con queste parole: L’Autorità e l'amore che

Zogu gode in Albania e la simpatia mostrata dalle nazioni e gli stati esteri,

sono certamente un esempio nella nostra storia, sono fatti che ci danno il

diritto di chiamare il Grande Re Zog.

Il culto di Zog ha dovuto varcare i confini e per questo libro K. Dako è stato

anche pubblicato in traduzione inglese con il titolo “Zogu , The First King of

the Albanians”. Molto rilevante è stata la creazione di quello che fu

chiamato “Djelmenia albanese” con la legge pubblicata nel bollettino

ufficiale delle 1932.161

159Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 455.

160Kristo Dako. Ahmed Zogu mbreti i shqiptarve. Tirane 1937. pg. 158.

161 Bollettino ufficiale .Tirana Nr 65 dt 12 settembre 1932.

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Si tratta di un’entità nazionale, con una struttura organizzativa dettagliata,

con alcuni collegamenti, tra i quali possono essere citati:162

Il Consiglio di Amministrazione.

Il direttore generale.

L’ispettore per l'educazione fisica.

Il comitato nazionale per i beni artistici entità educazione sportiva.

Questa federazione era sotto la diretta supervisione e gli ordini di Re stesso.

I membri furono chiamati "fedeli" e agivano per conto della Finanza del Re.

Si programmava l’esercizio dell’entità dall’1 aprile fino al marzo

succedente. Non sono stati trovati dati precisi sulla specifica attività di

"Djelmenise", ma sembra che il Re voleva avere "fedelissimi" indottrinati

nelle fila dei giovani, che ricorda il modello fascista dei giovani italiani.

Zogu temeva questo confronto, così due anni in seguito hanno deciso di

restituire il "Djelmenise" da un "Ente Nazionale" in una sezione del

Ministero della Pubblica Istruzione.163

Oltre a questo, i testimoni del tempo dimostrano che l'iniziativa non ha

trovato sostegno da parte dell'opinione pubblica. Come caso speciale era il

tentativo fatto per creare un ramo di "Djelmenise" in Korca, che è stato

accolto con fischi, che ha innescato il suo fallimento.

Quando si tratta di culto di Zogu, non può essere fatto a meno di Faik

Konica. Abbiamo a che fare con un caso in cui tale figura alta, tra i

rappresentanti con la voce del Rinascimento, passando da un estremo

all'altro. Ricordiamo che nel giugno del 1924 questo grande maestro della

parola non ha risparmiato il suo vocabolario prospera per salutare la vittoria

della rivoluzione e la formazione del governo di Noli.

Dopo il ritorno di Zogu in potere non passa molto tempo e Konica cominciò

a dare consigli al "nuovo governo". Ha preso apertamente dalla parte di

Zogufin di esaltarela sua figura biografica dopo la dichiarazione come

Presidente della Repubblica.

Zogu è ormai discendente di una grande porta. È stato costretto a fermare le

lezioni che hanno avuto inizio a Istanbul e tornato a casa a prendere parte nel

movimento d’indipendenza nel 1912. In seguito ha completato la sua

conoscenza con lezioni speciali e con quella mente acuta e sorprendente ha

fatto progressi in poco tempo. Secondo Konica, Zogu nella storia e cultura

politica ha una conoscenza e uno sviluppo più avanzato rispetto alla maggior

parte dei politici del paese.

Dopo lo stabilimento del regno, in un articolo nel mese di ottobre 1929,

Konica paranco il programma "Re degli Albanesi", "Sua Maestà" e invita

tutti gli albanesi per comprendere meglio e di unificare i loro auguri in

162Arben Puto. op. Cit. pg. 456.

163 Bollettino ufficiale 1912 – 1939. Tirana Nr 16. il 24 marzo 1934.

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questo giorno speciale, auguri di un lungo Regno di sua Maestà, il Re degli

Albanesi, Zogu I.

Egli si è impegnato a far avanzare il paese, questo accadrà in un'età in cui gli

uomini più grandi della storia non erano persino cominciati a farsi sentire.

Faik Konica è unotra quelli che hanna creato il culto del Re Zogu.

Articoli F.Konices del "Dielli" appaiono in ogni numero del giornale dal

1925 fino alla fine.164

Mentre a Tirana, raggiunge un giornalista di Svezia, che ha detto che i

cinque altri re, il re di tutti gli albanesi si distinguono sopra di loro. "L'eroe

sta cavalcando sul trono", un eroe il cui Re d'Inghilterra, scrive: "Caro amico

e grande".

Quando si tratta di Tirana su invito dei Ciechi 1929, colpito dalla sua

ricezione e ha detto che il Re degli Albanesi ha una tale forza di spirito che

ci si aspetta da un filosofo, che il suo viso avrebbe preso possesso della

storia un'ombra maggiore, “l’ombra di Skanderbeg”.165

Ha preso la saggia decisione nel 1926 e l’ha nominato Ministro

Plenipotenziario agli Stati Uniti dell'Albania, il compito fu tenuto da Konica

fino all'invasione dell'Albania da parte dell'Italia fascista nel mese di aprile

1939. Senza dubbio, gli scritti Konica fanno parte del culto di Zogu più

prezioso quando l'appartenenza a una penna così. Ma forse questo non è

tutto.

Infine, riconoscendo Konica che non è mai diventatoservile del regime. La

prova di questo sono i suoi scritti sul "Dielli", il quale è stato sequestrato

spesso dalla censura Zogista. Dopo gli anni ha un’evoluzione nei suoi punti

di vista, c'è un allontanamento graduale, una delusione autocritica, come si

può porre la domanda: chi era l'opinione vera di Konica per Zogun e il suo

regime?

Nello stabilimento che è stato pubblicato "L’Albania, il giardino roccioso

dell’Est Europa" (Albania, Il giardino roccioso del sud-est Europa 1957),

Konica descrive il suo rapporto con il regime in queste parole: io ho criticato

Zogu dal 1922 fino al 1939, anche allora, quando ero il suo ministro, ho

criticato cosìtanto ogni giorno della mia vacanza, e mi stupivo che mi

sopportava cosi senza farsi del male.

Tuttavia, l'istruzione completa è questa: durante tutti gli anni del regno, la

figura di Re Zog si esalta fino a deificazione.

164

“Dielli”il 27 maggio 1925 Faik Konica: Vepra 3 pg . 312-313. 165

Faik Konica: Vepra 2 pg. 40-42.

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2.8 GLI ORGANI SUPERIORI DELLO STATO

PARLAMENTO

Il Parlamento aveva solo una camera ed era costituito da 57 membri eletti

con voto indiretto per un periodo di 4 anni.166

In realtà questo Parlamento è stato passivo, che serviva a coprire in qualche

modo il potere assoluto del sovrano.

Il Parlamento è stato pienamente dipendente dal Re. Questa cosa è

confermata dal fatto che nessuna legge entrava in vigore senza

l'approvazione del Re.

Il Re può tornare la legge per un nuovo esame o può rifiutare il consenso a

esercitare il diritto di veto decisivo aperto o tacito. La struttura e i poteri

degli organi interni del Parlamento sono stati simili a quelli del periodo della

Repubblica.

Il parlamento era l’istituzione principale negli anni 1920- 1924, ma con lo

statuto del regno viene trasformato in una istituzione con competenze

formale.167

Consiglio dei Ministri

Posizione giuridica e le competenze di base del governo sono state

determinate in dettaglio nelle disposizioni fondamentali dello Statuto.

Secondo queste disposizioni, il governo è stato il più alto organo

dell'amministrazione statale e formata, controllata e scaricata personalmente

dal Re. Subito dopo la loro nomina, il Primo Ministro ei ministri prometto

solennemente davanti al Re di servirlofedelmente.168

Il governo come il più alto organo dell'amministrazione statale aveva poteri

importanti in pieno appoggio degli ordini concreti monarchi.

Il governo si riuniva periodicamente sotto la direzione del Primo Ministro

per esaminare le questioni sotto l'ordine del giorno e per dare loro una

soluzione adeguata in conformità con le istruzioni per completare le ordine

ricevuto in precedenza dal Re. Secondo lo statuto, il Re se lo vedeva

ragionevole poteva riunire il Consiglio dei Ministri.

166Luan Omari, Aleks Luarasi: Historia e shetit dhe se drejtes ne Shqiperi. Luarasi. Tirana 2007. pg. 377.

167Luan Omari: Sistemi parlamentar. Tirana 2004.

168Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg.139.

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Ministeri

Durante gli anni della monarchia sono stati solo sette Ministri: Min. degli

Affari Interni, Min.Della Giustizia,Min. Affari Esteri, Min. Della Finanza,

Min. Istruzione, Min. gli Affari Mondiali e Min dell'Economia Nazionale.

Quasi a tutti ministeri erano seguiti degli specialisti italiani in diversi setori.

Consiglio di Stato

Quest’organo dell'amministrazione dello Stato è stato fissato per la prima

volta nella storia dello Stato Albanese.

Il Consiglio eraun organo giuridico tecnico riguardanti la preparazione di

normative più importanti. Era anche un consigliere e un quadro giuridico -

economico e contemporaneamente, è stato un tribunale amministrativo.

Questo consiglio è composto di dieci membri e con due assistenti che sono

stati nominati dal Re per un periodo di sette anni.169

Il Presidente del Consiglio è nominato con decreto dello Stato.

Consiglio di Stato è stato suddiviso in tre sezioni:

a) Sezione di Giustizia

b) l'amministrazione

c) della Finanza, dell'Economia e della Comunicazione.

Il consiglio di controllo

Questo Consiglio faceva il controllo finanziario. A ogni fine del semestre, si

dovrebbe presentare al Re condizioni adatte finanziarie dello Stato.170

Prefetti e vice prefetti

Prefetti e vice prefetti erano nominati dal Re, con la proposta del Ministro

degli Affari Interni. Erano i più alti funzionari e rappresentanti legali del

governo delle unità territoriali pertinenti. Tutti gli organi statali che agiscono

in prefettura che erano sotto la loro dipendenza. 171

I loro compiti principali erano di prendere tutte le misure per rendere

efficienti gli ordini dei ministri nelle loro unità amministrative. Prefetti e

vice prefetti erano organi monocratici, ma nel centro di ogni prefettura era

un consiglio di amministrazione, che si presiedeva dal prefetto.

169Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928 art. 160 – 168.

170 Bollettino ufficiale 1912 – 1939 Tirana. il 23 aprile 1929.

171 Bollettino ufficiale 1912 – 1939 Tirana nr. 57 anno 1928.

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Questo consiglio è stato composto dal procuratore, il comandante della

gendarmeria, il segretario della prefettura, il direttore della finanza,

responsabile per l'educazione, gli affari del mondo e l'agricoltura.

Il Consiglio di amministrazione della sotto prefettura si presiedeva dal vice

prefetto.

Consiglio d'amministrazione aveva il dovere di nominare le misure

necessarie per proteggere la ricchezza dello Stato e di controllare la loro

attuazione, a vendere a foreste demaniali d'asta e pascoli, di organizzare altre

aste per conto del governo, ecc.

Comune

Lo Statuto giuridico e le competenze dei comuni erano regolati dalla legge

dell’1 dicembre 1928 "sull'organizzazione e il funzionamento delle città" e

la legge "sui diritti delle finanze dei comuni".

La Comune era guidata dal suo Consiglio Permanente, che a Tirana era

composto di 4 membri, mentre in altre prefetture e due membri eletti dal

rispettivo gruppo comunale e approvato dal Ministero degli Affari Interni.

Il sindaco era nominato con regio decreto su proposta del Ministro degli

Affari Interni, ma tra chi è stato eletto dalla congregazione interessata.

L'assemblea comunale della prefettura Tirana era composta di 24 membri,

mentre l'assemblea comunale della prefettura di 8 membri e la l'assemblea

comunale di Sotto-prefetture di 6 membri, eletti per un periodo di 3 anni.

Il Consiglio Comunale

Secondo le disposizioni di legge, ogni comune nell'ambito della sua

giurisdizione comprendeva un certo numero di villaggi.

Le funzioni esecutive a ogni comune furono state esercitate dal Comune, che

consisteva di quattro membri e presieduto da un Sindaco. Il sindaco era

nominato dal Ministro degli Interni sulla lista proposta del sindaco.

Il Consiglio di Anziani del villaggio

Il consigliodi anziani del villaggio era composto di quattro o più membri.

Essi sono elettiprestoogni anno solare. Partecipavano al voto tutti gli uomini

residenti del villaggio, che avevano raggiunto i 18 anni.172

172

L’amministrazione locale esercitava secondo la legge. “Per l’Amministrazione Civile”

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2.9 LE QUESTIONI ECONOMICHE E LA RIFORMA

AGRARIA

Re Zogu si presenta con le sue ambizioni come uomo riformatore.

Senza negare l'importanza della riforma della legislazione e altre misure che

hanno portato al consolidamento dello stato, quella più importanteé la

riforma agraria. Nessun cambiamento sostanziale poteva aiutare lo sviluppo

della società albanese, senza un intervento nella sfera sociale.173

Il più importante conflitto sociale che divideva la società albanese in questo

periodo, è stato quello tra i proprietari terrieri ei semplici contadini.

Questa di massa aveva cominciato a occupare un posto primario nell’inizio

di anni 20.

Così nel dicembre 1921, un gruppo di parlamentari del partito "Popolare" e

soprattutto con la convinzione di sinistra il deputato Stavro Vinjau, ha

chiesto al Consiglio Nazionale (il parlamento del tempo) come una pressante

necessità di facilitare le tasse al contadino, che languiva sotto il peso, l’onere

di sfruttamento da parte di proprietari terrieri.174

Anche se erano convinti che

la liberazione dei contadini potesse essere raggiunto solo attraverso

unariforma radicale, con l'attuazione di una riforma agraria.

Nelle circostanze del momento loro sono stati soddisfatti con le proposte di

alcune misure parziali come la concessione di appezzamenti affittati per un

periodo con tempo (non solo un anno come avveniva in molti proprietari

terrieri) in modo che l'agricoltore poteva essere interessato a raccogliere i

frutti del suo lavoro.

La questione è stata sollevata di nuovo nel maggio 1923 al Consiglio

Nazionale, ma questa volta il lavoro non aveva nessun cambiamento.

Da allora è apparso chiaro che i proprietari terrieri si sarebbero oppostia

qualsiasi cambiamento nell’ambito agricolo. Il loro portavoce era Eqrem bej

Vlora, che opponeva questi progetti, insistendo sulla protezione e la tutela

dei diritti di proprietà.

Con l'entrata in vigore del governo di Fan Noli, nel giugno 1924, le riforme

agrarie costituiscono uno dei punti principali del suo programma. Ma,

neanche un governo di "sinistra", come quello di Noli non riuscì a portare

fino alla cima questo impegno. Il fallimento della rivoluzione di giugno con

le difficoltà e gli ostacoli il più interno ed esterno. Noli si è bollata come il

motivo principale del suo fallimento quella della non riforma agraria. In quei

pochi mesi della seconda metà del 1924, avendo rigoroso isolamento

internazionale, il governo avrebbe avuto reale possibilità di affrontare questo

lavoro. Sono riusciti a raccogliere una sola commissione.

173Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 176.

174 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 354.

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Noli stesso confessa che in quel tempo ha perso la fede dei contadini.

Dal gennaio 1929, con una lettera inviata al Primo Ministro,

PandeliEvangjeli in occasione della formazione del nuovo governo, Zogu lo

considerava un problema principale, la questione agraria. In realtà non c'era

nessun problema più urgente. Con 80% della popolazione albanese viveva

nei villaggi, e col 90% del consumo fornito da agricoltura, i contadini con

pocaterra o senza terra erano rispettivamente 83% e il 14%. Le terre, nella

maggior parte erano in mano dei grandi proprietari. Loro prendevano

dall’abitante del villaggio che ha preso 3/10 di produzione, escludendo le

imposte e dei loro diritti.175

In questo modo, Zogu aveva davanti a sé, da un lato, l'estensione dei

contadini oppressi e affamati e dall’altra parte i bej che non erano disposti a

cedere, ma erano disposti a difendere i loro privilegi.

Zogu vide la necessità di garantire un equilibrio tra loro, nella convinzione

che avrebbe gestito le pressioni dei proprietari terrieri.

La lettera inviata al Primo Ministro sarà firmatada qualsiasi politico

progressista.

Zogu scriveva tra l’altra questa lettera,“Il popolo Albanese è un agricoltore.”

Così è il peccato avendo queste terre fertili, e il cibo lo compriamo fuori.

Questa è la causa principale, che ci spinge per finire la questione agraria.

Doveva essere completato con grande velocità questo problema.176

Il progetto di riforma è stato avviato dal Re Zognel messaggio tenuto davanti

ai deputati nel dicembre 1928 in occasione dell’apertura del parlamento.

Nel mese di aprile 1929, Zoguha nominato una commissione per il progetto

di legge di riforma. Per risolvere il problema più importante della riforma

agraria ReZognel giugno 1929, ha nominato uno specialista italiano, che era

professore all'Università di Firenze, Giovanni Lorenzoni, per studiare il

problema e stabilire le norme appropriate per una riforma agraria.177

Dopo

questo lavoro preliminare, al 13 marzo 1930, il primo ministro Pandeli

Evangjeli nella presentazionedel programma di governo, parlava per la

riforma agraria. Egli ha rilevato che l'obiettivo era di conciliare gli interessi

degli agricoltori a quella del proprietario. Zogu decreta legge di riforma

agrariail3 maggio 1930.178

Nel suo progetto Lorenzoni ci dà una vaga idea di che cosa consisteva la

riforma agraria. Ha gestito la riforma in due piani: un piano di ricerca e un

piano di misure concrete per l'attuazione della riforma. Avrebberoprofittato i

contadini che non avevano terreno sufficiente per la loro vita familiare,

175 Della Rocca R. M. Nazione e Religione in Albania.1920 – 1944. Bologna 1990. pg. 124.

176 Boletino ufficiale, il 4 febbraio 1929.

177 Giovanni Lorenzoni: La questione agraria albanese. Laterza & Figli. Firenze 1930.

178Arben Put: op. cit. pg. 477.

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specialmente quelli che lavoravano nelle trame in affitto dei grandi

proprietari terrieri o allo Stato. Previsti a tale scopo anche l'espropriazione

obbligatoria a ricompensa delle proprietàprivate, com’è stata definita nella

legge. Ma non sarebbe stata toccata dall’espropriazione forzata i proprietari

terrieri che avevano meno di 100 ettari di terreno agricolo incluso casa,

giardini o parchi. Questa zona è stata chiamata "minimo tangibile". Inoltre

anche questo minimo, ogni maschio sposato, vedovo o la vedova con i figli,

trarrebbe vantaggio di quindici ettari, se la terra era sua, alla fine il progetto

Lorenzonisi trascinò e non e stato messo in pratica.179

Egli è stato compiuto

in misura insignificante, ha toccato solo 8109,5 ettari di terreno, di cui

3411.5 ettari, è stato ricevuto feudi statali e 4698 ettari di feudi privati.

Questi erano 1888 terreni delle famiglie kosovare. Ai grandi proprietari sono

stati presi nei confronti di compensazione, 1/3 del territorio eccessivo,

dell'importo totale di terra della sua proprietà al proprietario. Si collegavano

quaranta ettari, ma quando le famiglie avevano più di cinque persone sono

stati lasciati cinque ettari per persona. Oltre a questo i proprietari hanno fatto

uno sforzo per evitare che anche questa riforma agraria attraverso le vendite

irreali a persone con legami familiari, come in Berat, Durazzo, Lezhe,

Shkodra. Occorre aggiungere che, inoltre, le riforme attuate prevalentemente

in terreno cattivo o paludi. Per dare importanza alla decisione del governo

per la riforma, si è stata creata una direzione speciale, che funziono negli

anni 1932 – 1935, ma con delle lunghe procedure burocratiche. L'anno 1935

segna la fine della riforma agraria.180

Un fatto rilevante è il silenzio della documentazione ufficiale del tempo su

questo tema. Sintesi di documenti ufficiali "Shqipnija 1937" pubblicato al

fine di rendere un quadro dei risultati del regime durante 10 anni di regno, si

citavano i nuovi sviluppi nel campo della legislazione, l'educazione, il

rapporto religione, e le attività ministeri più importanti.

Nel rapporto sono state deviate l’agricoltura e la riforma agraria, per non

parlare dell’impegno solenne presso da lui nel gennaio 1929 e consacrato

dalla legge del maggio 1930.

Zogu stesso, dopo lo slancio iniziale, è mostrato sempre più cauto circa

l'attuazione concreta della riforma agraria. Nel messaggio davanti al

parlamento, il 15 ottobre 1931 lui fecce un quadro generale della situazione

del paese, i vari problemi che avevano incontrato. Ha stabilito anche un

programma dettagliato per le misure che dovrebbero essere adottate per

risolverli.181

In nessun messaggio, non si trattava di riforma agraria. Tuttavia si

mormorava l’eco della riforma agraria, per creare l'impressione che era

ancora nell'agenda del governo.

179 Giovanni Lorenzoni: La questione agraria albanese. Laterza & Figli. Firenze 1930 pg. 4-5.

180Arben Put: op. cit. pg. 479.

181 Boletino ufficiale, il 22 ottobre 1931.nr. 67.

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Per quanto riguarda questo va citato la legge del maggio 1937, che

autorizzava il Dipartimento di Riforma Agraria, di vendere le terre degli

agricoltori ai feudi statali Luz, Derven di Gurez. I prezzi d’incentivazione

erano: 1 dylym 15 franchi d'oro, ma la quantità di superficie non poteva

passare il limite di quaranta ettari. Un altro gesto è stato la creazione della

Banca Agricola che è stata aperta a Tirana nel mese di agosto 1937.182

Questa banca, al momento dell’inaugurazione è stata chiamata "Bandiera

dell'indipendenza Economica dell'Albania".

Riforma agraria ha segnato il fallimento più grande del regime. Su come e

stata attenuata la riforma, nella misura in cui è stato applicato, un

osservatore del tempo scriverà: "Sembra che era passato tanto tempo dal

momento della concezione di questa riforma”. Un giorno degli addetti

èandato a Myzeqe, per espropriare alcuni terreni, ma videro che il loro

proprietario lo aveva condiviso tra isuoi membri della famiglia attraverso atti

di vendita o di donazione. Così da queste terre non aveva lasciato nulla da

espropriare. Nell’opera di Stavro Skenditè stata data una sintesi chiara dello

sviluppo della riforma agraria.183

Giacché l'adozione di questo programma

dal maggio 1930, al maggio 1938 solo 4698 ettari èstata espropriata terreni.

Vale la pena notare che i diplomatici romani hanno seguito da vicino i

progressi della riforma agraria. Dai primi atti che sono stati annunciati per

questa riforma, l’ambasciatore Sola riportava l’8 gennaio 1929 Mussolini

che il Re avvisava che saranno puniti tutti quelli che fanno propaganda

contro le riforme agrarie e sociali che è stata presentata il programma di

governo. Nella faccenda della riforma agraria entra anche l'atteggiamento

italiano, che ha seguito la situazione interna in Albania come se fosse una

provincia italiana, non rimanevano indifferenti.

Il Re doveva essere sostenuto nella sua politica interna, ma in una certa

misura, non doveva andare così lontano sulla strada della trasformazione

sociale. L’Amasciatore Sola ha annunciato che avrebbe cercato un incontro

con Zogu per ricordare che era stato a favore di un progetto di instaurare una

grande impresaitaliana nel campo della Myzeqe. La propaganda italiana

sulla riforma agraria provieneanche sulle note del diplomato italiano a

Tirana, P. Quaroni. In primo luogo lo chiama un grande trucco a spese dei

contadini. Il programma di Zogu,annunciato con molta solennità, ha dato

agli agricoltori in realtà una piccolissima porzione di terre pubbliche. Per

quanto riguarda igrandi proprietari, questa riforma non l’attacco ma è

rimasta in fase di studio.

Quaroni si riferisce agli studi fatti dal professorLorenzoni, ma il progetto è

stato, ovviamente, rimasse solonegli archivi. Quaroni racconta anche

l’atteggiamento che doveva mantenere l'Italia contro i cambiamenti sociali.

182

Il giornale “Demokratia”:22 agosto 1937. 183

Stavri Skendi: Albania.New York 1956. pg. 160.

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112

I documenti della diplomazia italiana portano un’informazione molto chiara

sullaposizione italiana nella questione della riforma agraria in Albania.

Ministro Soragna ha scritto al ministro degli Esteri di Grant alla fine del

1930 che il prof. Lorenzoni è stato chiamato nella legata italiana a dirle che

deve lasciare da parte "le credenze scientifiche" e che "il nostro interesse è

per una riforma agraria che lascerebbe le cose com’erano". Da questo

momento aggiunge Soragna, la riforma agraria ha cominciato a cadere. Ma

cosa ha spinto gli italiani a ostacolare l’attenuazione di una vera riforma

agraria? A questo proposito Soragna dice apertamente che "abbiamo pieni

motivi di essere soddisfatto dalle circostanze".

La riforma in generale dice è stata ridotta in modo da lasciare i proprietari da

¾ a 4/5 di loro proprietà, cioè rimangono intatte le grandiproprietà.184

Di

conseguenza, quando si fa il bilancio sfortunato della riforma agraria, si deve

rilevare che la pressione di Roma, i suoi obiettivi per la visione anche in

agricoltura, è stata tra i principali ostacoli, che sono stati aggiunti a quelli

interni. Ostacoli interni ed esterni bloccavano l’attenuazione della riforma

avviata con tanto furore. Anche nei primi mesi del 1939, alla vigilia di

aggressione, nella stampa è pubblicato qualche articolo di "Studio”.

2.10 LE CONCESSIONI DEGLI ANNI 30’

184

Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939.Toena. Tirana 2009. pg. 482.

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Concessioni iniziati negli anni 20’, segneranno una nuova fase di sviluppo

negli anni 30’.

Il 14 gennaio 1935, il Consiglio dei Ministri ha deciso un accordo con

società statunitense "The Tractor Company Clevelant" con il rappresentante

ingegner Julius Heller, il prosciugamento in concessione delle paludi di

Durazzo eTerbuf. 185

Dopo il raggiungimento degli accordi, il primo che è entrato in Albania è

stato Anglo - Persian Oil Company (Ap). La società era inizialmente messa

in Valona e poi a Fieri. Ha iniziato la ricerca in Patos, Ardenica, ecc.

Nel periodo 1925-1930 ha aperto quattordici pozzi. Una volta che le

informazioni dettagliate fornite dall’area di studio, l'azienda ha firmato un

accordo con il governo albanese per la sospensione dei lavori fino al 1936.

APOC rinunciò alla zona a nord della Seman. Ministero dell'Economia

Nazionale ha presentato una relazione che è stato adottato dal governo il 3

marzo 1931.186

Tuttavia la società non è restituita in Albania virtualmente

termina le sue attività, anche se il governo Albanese ha tutti i movimenti

necessari per consentire il suo ritorno.

Il 27 febbraio, 1934 APOC ha scritto una lettera al governo Albanese,

spiegando di aver speso più di 400 mila sterline e cercando di essere

esonerato dagli obblighi derivanti da tale accordo. Il 25 maggio 1934Pandeli

Evangjelicontemporaneamente, il primo ministro e ministro dell’economia

nazionale, ha invitato la società a fare le ultime formalità di denuncia e ritiro

della garanzia dei depositi.187

Il 9 ottobre 1934, il Consiglio dei Ministri su

proposta del Ministero dell'Economia Nazionale, ha deciso di non accettare

la concessione della ditta D'Arcy Explaration Lmt, un ramo dell’APOC.

Due altre società come l’americano “Standard Oil Company” e inglesi

"Rushton", rinunciarono alle loro attività a terra lasciando solo l'AIPA e

"Unione Franco Albania". Quest'ultimo aveva sviluppato una minore attività

rispetto al versante italiano, il periodo 1926-1939. Ha operato nella zona di

Korce e poi Mavrovo Vlora. Ha studiato la possibilità di presenza di

kerosene in Zadrima, ecc. Sims società italiana, operante nell'ambito

Selenice e Vlora, negli anni 1925 - 1930 apre otto pozzetti,ma ben presto la

società era adatta in difficoltà finanziaria. L'8 luglio 1925, il governo

Italiano ha formato un’amministrazione autonoma denominata AIPA

(Azienda Italiana petrolio Albania), sotto il Ministero delle Comunicazioni.

Più tardi, la società ha trasferito la sua sede da Tirana in Kucove.

185Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F149 D1470 Anno 1935 pg. 20.

186(A.Q.SH.) F149 D1470 Anno 1935 pg. 68.

187 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.361.

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2.11 LA LAICITÀ DELLO STATO E LE RIFORME NEL

CAMPO DELLA RELIGIONE.

Chi voleva essere veramente il “Re degli Albanesi” doveva soprattutto

affrontare e tentare di risolvere il problema dell’unificazione spirituale del

suo popolo.188

Anche se concepito come un regime autocratico, lo Statuto del Regno

stabiliva uno dei principi fondamentali di ogni Stato moderno, quello della

separazione tra stato e religione. L'articolo quattro dello Statuto

espressamente dichiarava che lo Stato Albanese non ha religione ufficiale.

Tutte le religioni e le credenze sono onorate e la libertà di esercitare e

praticare la propria fede "è assicurata". 189

In termini di stato albanese, nel senso di laicità ha avuto una particolare

importanza. Questa disposizione dello statuto dava maggior importanza allo

stato, che alle religioni differenti che sono stati praticati nel paese.

Si è giustamente detto che la società albanese tradizionalmente si conosce

per una vera tolleranza religiosa. Tuttavia, le disposizioni prevenivano

qualsiasi tentativo teocratico previsto, che può essere utilizzato per la

penetrazione delle dirompenti influenze esterne. "Religione e credenze

religiose non potevano mai essere utilizzate per scopi politici".

Zogu fu anche un riformatore nella religione, affermando e consolidando la

laicità dello Stato. Questo principio è stato sancitò dallo statuto del 1922 che

ha dichiarato che "Lo Stato non ha religione ufficiale".190

Egli fu riaffermato nello Statuto fondamentale della Repubblica, sia nello

Statuto del Regno. Si può dire che per questo ha dato un esempio personale,

mantenendo un atteggiamento equilibrato nei confronti credenze religiose.

In un avviso della Legata Britannica nel 1933, ha detto che Zogu "era

personalmente indifferente alla religione, non attivamente anti-religioso, ma

non aveva alcuna simpatia per la religione in qualsiasi forma e in qualsiasi

situazione." Oltre a questo, le autorità sono intervenute nella vita interna

delle comunità religiose in cerca di modifiche i riti, le strutture, soprattutto

quelle con i colori asiatici. A questo proposito va menzionato decreto-legge

sulle comunità religiose datate.

Il 9 agosto 1929 fu discusso un progetto che regolava tutti i settori di attività

religiose riguardo al potere pubblico, questa legge e stata approvata dal

Parlamento il 9 gennaio 1930.

Questo decreto si compone di 34 articoli, segnalammo l'articolo 34

denominato "persone religiose e morali, avevano tutti i diritti relativi a

questa figura in conformità alla presente legge, ma questi non potevano

188 Pio Bondoli. Albania, quinta sponda d’Italia. C.E.T.I.M. Milano 1939 pg. 176.

189Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.

190 Della Rocca R. M. Nazione e Religione in Albania.1920 – 1944. Bologna 1990. pg. 130.

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perseguire obiettivi politici o di giudizio (giurisdizionali) per eventuali

problemi".191

In breve, i principi della politica religiosa dello Stato albanese, sono

determinate come segue: laicisti dello Stato, la libertà religiosa,

l'uguaglianza delle religioni, la loro sottomissione allo stato autorità.

Nei circoli religiosi in generale sembrava una predisposizione adattarsi alla

nuova situazione. Questa apparse, nel primo luogo, nella comunità

musulmana che aveva il più grande numero. I primi passi in questa direzione

sono stati posti nel marzo 1923, quando ci sono incontrati a Tirana nel

"Primo congresso del maomettano".

Nell'agosto del 1929 si è tenuto il “Congresso dei sunniti”, che

apparentemente ha adottato alcune misure radicali.Tra le decisioni più

importanti erano: l'uso esclusivo della lingua albanese per la preghiera e la

predicazione, l'unificazione della scuola e seminari in un istituto di

formazione unico, chiudere la maggior parte delle moschee e tenere due o tre

in ogni città.

Diplomatici stranieri hanno riferito che tali decisioni sono state prese sotto la

pressione di Zogu. Fu notata una certa riluttanza, dal clero musulmano, in

particolare quella di Scutari, ma si rileva che la riforma e stata fatta senza

seri problemi. Si cominciarono a spargere "strane notizie" che causavano

sorpresa per il mondo esterno. I giornali riportano che "le donne albanesi”

stavano cominciando a partecipare alle feste di Capodanno e danze con

l'abbigliamento europeo.

I problemi non erano finiti, rimangono per il trattamento due altre comunità:

ortodosso e cattolico. Si determinava la loro posizione alla luce della legge

approvata dal Parlamento all'inizio di gennaio 1930.192

Un problema rilevante era quello dell’autocefalo della Chiesa Ortodossa

Albanese. Mentre è passato del tempo dopo la dichiarazione 1908

d’autocefalo e sono stati fatti passi verso il consolidamento, ma si discuteva

ancora la questione relazione del Patriarcato di Costantinopoli, il centro

dell'ortodossia.

Dopo la prima guerra mondiale, la comunità albanese ortodossa di Boston

decise la dichiarazione della Chiesa Ortodossa Albanese e nominato vescovo

Fan Noli, ma anche questo non era una soluzione definitiva. Non basta

neanche la decisione del Congresso di Berat nel 1922, che ha affermato

l'autocefalo e ha chiesto al Patriarcato di Costantinopoli di riconoscere la sua

dipendenza.193

Rimase ancora un problema. L’ordinazione di Noli come

vescovo non è stato fatto da altri vescovi, come richiedono le regole

canoniche. Così, le decisioni di Berat rimarranno nella lettera se mancava

191Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.

192 Bollettino ufficiale.Tirana 2 gennaio 1930.

193Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 473.

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una gerarchia religiosa. Il congresso di Berat era stato soprattutto un

incontro laico.

Un passo e stato fatto quando nel novembre 1923 F. Noli fu ordinato come

vescovo da due sacerdoti d’origine albanesi Hierothos Anthony e

Christopher Kisi.

Poi si è subito dichiarato come “Metropolita di Durazzo e Tirana e di tutta

l'Albania”.194

Tuttavia, per completare l'intera questione doveva essere raggiunto un

accordo con il Patriarcato. Alcuni tentativi fatti al momento della Repubblica

non hanno dato risultati. Il patriarcato è sempre stato uno strumento di

propaganda greca.

Zogu sentendo il pericolo nel febbraio del 1929 ha preso l'iniziativa di

organizzare un Consiglio albanese. Come ci si poteva aspettare gli sforzi per

la sanzione finale, sono contrastate dall’autocefalo greco. Secondo fonti

italiani, autocefalo greco ha avvertito Atene il Re per conseguenze più gravi

che avrebbero scisma (divisione) tra la "popolazione epirota" (minoranza

greca), e nelle relazioni politiche tra l'Albania e la Grecia. Secondo le stesse

fonti, il Ministro Greco Melas, gli aveva dato al Re un messaggio personale

dal Primo Ministro Venizelos.

Zogu non si è tirato indietro e cosi il Consiglio si è svolto. Come il suo

Presidente del Consiglio è apparso inizialmente Visarioni, un vescovo che

era conosciuto come l'avventuriero, formato e ordinato sacerdote in Grecia,

un uomo senza principi che manteneva legami con la chiesa serba.

Ci sono voluti diversi anni per passare ad altra situazione si sbloccasse. Nel

1936 Zogu moltiplico gli sforzi per il riconoscimento di autocefalia.

Vissarion è rimosso dal suo incarico come capo della Chiesa albanese e il

suo posto è stato nominato Christopher Kisi. Nello stesso anno si recò a

Istanbul, il Primo Ministro Koco Kota. Questi movimenti finalmente hanno

aperto la strada di un accordo e patriarcato per la conoscenza della Chiesa

Ortodossa Albanese nel 1937.

Le maggiori difficoltà sono state incontrate nei rapporti con la comunità

cattolica.Secondo le statistiche del 1937, alla comunità cattolica apparteneva

solo il 10% della popolazione contro il 70% al 20% dei musulmani e

ortodossi.195

I cattolici sono concentrati principalmente a nord del paese, nel quartiere di

Scutari e Mirdita.

Cattolici avevano dato un contributo prezioso per una rinascita Nazionale.

Dopo la dichiarazione d’Indipendenza, sono stati aderiti alla tradizione di

194Fan Noli: Autobiografia. Tirane 1996. pg. 282-286.

195 Nel registro della popolazione del maggio 1930 risulta: la poppolazione albanese in totale era 1.000.312:

Musulmani – 688.280

Ortodosi – 210.313.

Catolici – 104.184.

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orientamento patriottico. Ma hanno insistito sulle loro specificità religiose,

che sono intesi come il diritto di non essere sottomessi dal potere statale.

Loro volevano che lo stato non interferisca nel loro lavoro e chiedevano

piena libertà. Di conseguenza, nel 1923 sembrava che i cattolici volevano

dividersi dall'Albania alla stagna unità di ciascuno avevano combattuto

prima.

I rapporti tra Zogu e il clero cattolico sono stati difficili. Zogu ha dato

qualche segnale d’approccio, come lo erano le sue visite a Scutari nel 1927,

facendo di tanto in tanto incontri con i leader del cattolicesimo.

Zogu era determinato per affermare l'autorità dello Stato su quella religiosa.

Questa si nota anche nell’accordo con il Vaticano alla fine del 1927, in virtù

del quale lui ha riconosciuto la Chiesa cattolica, ma nella posizione di una

persona giuridica.196

A Scutari dal 1920 ha sede anche un Delegato apostolico. I tentativi fatti

sotto il pontificato di Pio XI per un concordato col Regno d’Albania non

hanno mai avuto esito.197

Le reazioni della Chiesa Cattolica non tardarono. Un conflitto grave accadrà

nel 1933 quando il parlamento albanese deciderà la chiusura delle scuole

straniere e la loro nazionalizzazione, cosi anche le scuole cattoliche.

Qui sarà sufficiente, con una forte reazione della chiesa cattolica contro il

nuovo codice civile, il quale toglieva la "famiglia"dalla giurisdizione

religiosa, e contro la legge del 1929 sulle comunità religiose che li nota

comepersone morali con tutti i diritti religiosi, ma senza interferire nella

sfera pubblica dello Stato, senza fini politici, e senza il giusto giudizio

(giurisdizione) per eventuali problemi. In questo, il diplomatico italiano

Quaroni menziona l’estrema reazione del vescovo di Scutari, Lazer Mjeda

che ha dichiarato la "sconsacrazione dello Stato Albanese e tutti quelli che

obbediscono alle sue leggi".

Il governo ha ordinato il suo arresto - aggiunge Quaroni, - ma nessuno ha

osato entrare nella sua diocesi per arrestarlo. La legge non fu cambiata, ma

nella regione di Scutari non ha trovato alcun effetto.198

196Akademia Shqiptare e Shkencave. Historia e popullit shqiptar. Toena. Tirana 2002.

197 Pio Bondoli. Albania, quinta sponda d’Italia. C.E.T.I.M. Milano 1939 pg.178.

198 Pietro Quaroni: Valiglia diplomatica. Albinform. Tirana 1993. pg. 212.

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2.12 LE CONFERENZE BALCANICE

Zogurespingegli ultimatum delle richieste di Mussolini, che lo portavano in

una posizione di completa dipendenza. Qui iniziano i suoi sforzi per trovare

una scelta. Per raggiungere quest’obiettivo, la diplomazia albanese ha

sviluppato un'attività molto intensa per diversi anni di fila.

In 1927-1928 la situazione economica mondiale sembrava soddisfacente e la

sicurezza collettiva funzionava. Chiara espressione di questo fu data nuovo

corso trovato Patto Briand-Kellog firmato a Parigi nel mese di agosto

1928.199

Questo patto prese il nome dei due iniziatori: Ministro degli Esteri

francese, A. Briand e il segretario di Stato americano Kellog.

Il patto escludeva la guerra come "strumento di politica estera" e si arriva

come un obbligo degli Stati firmatari (57 Stati aderiti) per risolvere le

controversie in maniera pacificante. Dopo aver superato la misura, Briand ha

chiamato ilpatto, "una nuova data storica del genere umano",in realtà il patto

Briand - Kellog, anche se è stato accolto con interesse e nelle adiacenti

cinquantasette stati, non ha avuto alcun peso nello sviluppo degli eventi,

soprattutto in Europa.

Nell'anno 1929 sono stati i miglior rapporti tra gli stati della penisola, come

non lo erano stati per anni. Ciò è rese possibile l'attivazionedi una tendenza

diplomaticanell’anno 1930 per organizzare un blocco, che poteva essere in

grado di resistere alle pressioni delle grandi potenze. La diplomazia albanese

è stata coinvolta in questo processo. Come primo passo dovrebbe essere

menzionato l’aderenza dell’Albania nel patto Brian - Kellog. Tirana seguiva

con interesse l'evoluzione costante diplomatica nella scala dei Balcani.

I governi stranieri della Penisola cominciano a stabilire contatti per

raggiungere a un nuovo livello di relazioni tra di loro. In queste circostanze è

stato l’ex Primo Ministro Greco A. Papanastasiu dava l’idea di una

conferenza informale, di cui si parlassesulla possibilità di una federazione

balcanica. Questo è visto come un eco dell'idea del movimento verso l'unità

dei Balcani, che hanno iniziato nel XIX secolo con la prospettiva di

un'unione federale dei paesi dei Balcani dopo il ritiro della Turchia.

Conferenza si apre nell'ottobre del 1930 ad Atene, fu la prima di tre

conferenze che si sono tenute in corso a Istanbul (ottobre 1931) a Bucarest

(ottobre 1932) e il quarto a Salonicco nel mese di novembre (1933).200

Dal 5 ottobre, al 12 ottobre 1930 sì e tenuto la prima Conferenza Balcanica a

Atene. In questa conferenza sì è stato discusso per un possibile accordo

balcanico per la difesa dello status politico – giuridico.201

199Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 519.

200Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.234-236.

201Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912-1939. Toena- Tirana 1995. pg. 246.

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Durante queste conferenze, che restano non ufficiali, le commissioni sono

state create per esaminare le questioni di natura non-politico, come

comunicazione, questioni economiche, la cooperazione intellettuale, sociale

e problemi di salute.

I risultati erano simili a quelle delle Commissioni della Lega delle Nazioni,

vale a dire, discussioni prolungate, ma nessun effetto concreto.

L’Albania accettò l'invito e partecipo a tutte le conferenze.202

Per il governo

albanese è stata una buona occasione per dare la mano, uno strumento

diplomatico per affermare l'Indipendenza nella politica estera. Il messaggio è

stato particolarmente chiaro verso Roma, nella fase delicata delle relazioni

bilaterali. Zogu ben comprese l'importanza di queste conferenze e allinea

l’Albania accanto agli Stati della Penisola. Per rappresentare l'Albania è

stato nominato una delegazione permanente guidata da Mehmet Konica

diplomatico esperto, ex ministro degli Esteri e consigliere del Re per

problemi di politica estera.203

La partecipazione dell'Albania a queste

conferenze è stata una decisione presa al momento giusto, soprattutto

quando le conferenze e hanno avuto un risultato: aprire il percorso di un

patto polittico nell’ambito Balcanico.

In realtà dopo negoziati a Ginevra e Belgrado, nel febbraio del 1934 il Patto

dei Balcani è stato firmato tra i quattro paesi: Jugoslavia, Grecia, Romania e

Turchia, con l'obiettivo di assicurare i confini nei Balcani in un'eventuale

aggressione, sia da un paese terzo, anche su uno stato balcanico che si univa

con le altre potenze in un atto di aggressione contro uno Stato parte del

Patto.

Nel mese di ottobre 1934 i quattro Stati membri formano uno statuto che

prevedeva incontri regolari di un consiglio permanente. Da allora rinominato

INTESA BALCANICA. E 'stato programmato per un periodo di dieci anni,

ma si sciolse dopo l’iniziodella seconda guerra mondiale.

Quest’alleanza non era completa. Bulgaria e Albania mancavano per vari

motivi. La Bulgaria ha rifiutato di unirsi con la Jugoslavia a causa dei suoi

crediti nei confronti di Macedonia, che lo chiamava come terra bulgara.

Sofia ha detto che non poteva entrare in un patto che ha messo "lo status

quo" nei Balcani nel suo disfavore. Questa ha causato preoccupazione ad

altri membri del Patto non solo che Bulgaria in se può costituire un rischio,

ma perché potevaraggiungere accordi con una grande potenza che cercava di

intervenire nei Balcani.

Il rischio non è ipotetico nei primi anni 30. Italia ha seguito con attenzione lo

sviluppo delle conferenze dei Balcani e soprattutto la sua conclusione con la

firma del Patto dei Balcani e sosteneva la posizione della Bulgaria. Roma ha

colto l'occasione di anniversario dell'indipendenza della Bulgaria nel mese di

202Paskal Milo: Shqiperia dhe Aleanca Ballkanike. Studime albanologjike . Tirana 1977. pg. 60.

203Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912-1939. Toena - Tirana 1995 pg. 246.

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ottobre 1933 per esprimere la propria amicizia alla sua fedeltà completa

dopo il rifiuto del Patto. Per quanto riguarda l'Albania, è stata respinta,

nonostante gli sforzi per mettersi accanto ai paesi dei Balcani in un’alleanza

politica che potrebbe dare la possibilità di respingere le pressioni dallo stato

italiano.

A questo proposito, è naturale chiedersi: come si spiega che l'Albania è stata

introdotta per prendere parte a quattro conferenze dei Balcani, e ha trovato la

porta chiusa ad aderire nell’INTESABALCANICA? 204

La ragione è che, come osservato in precedenza, le quattro conferenze non

erano ufficiali, ha avuto carattere consultivo, a differenza dell’Antante che

era un’alleanza con un impegno politico da parte degli Stati membri a

preservare lo status quo nella penisola. Può essere considerata un ostacolo

all'ingresso di Albania in questo patto deve essere stato l'atteggiamento dei

due paesi confinanti, la Jugoslavia e la Grecia. Senza negare le difficoltà

nelle relazioni con questi due paesi limitrofi con problemi derivanti di volta

in volta, ciò che ha reso il peso di bilanciamento principale è sempre stato

l'ombra italiana.

Diplomazia italiana è stata sempre in guardia sulle sue intenzioni verso

l'Albania. Il suo ingresso nel Patto poteva essere un ostacolo, è possibile

trasformarlo in un problema interbalcanico. Roma, pertanto, reagisse

rapidamente e con enfasi: "Il problema dell’inclusione dell'Albania nel Patto

dei Balcani per l'Italia non esisteva", ha detto il ministro italiano Koch a

Tirana.205

"Noi abbiamo saputo di creare la convinzionein tutto il mondo che l'Albania

è intoccabile e chiunque volesse intraprendere con loro, doveva prima

ottenere il permesso d'Italia”.

I Governi dei Balcani hanno preso il messaggio e non hanno avuto il

coraggio di far entrare l’Albania nel Patto, poiché poteva essere interpretato

come un tentativo, a sua volta, di intervenire nei legami speciali che sono

state stabilite tra l'Albania e l'Italia, secondo la decisione della Conferenza

degli ambasciatori nel novembre 1921.

Nei documenti del Ministero degli Affari Esteri d’Albania è una cartella

speciale che affronta il tema del Patto dei Balcani. Da questi documenti

appare inizialmente una certa riluttanza a Tirana per entrare in questo patto,

certamente dalla convinzione che non apparirebbe ben visto a Roma, che

sempre rimane bloccato nei trattati del 1926 e il 1927. Abbiamo poi notato

un maggiore interesse quando diventa chiaro che gli Stati dei Balcani voleva

lasciare fuori Albania, a causa del legame speciale con l'Italia.

Improvvisamente preso una posizione chiara quando una lettera deroghe al

ministro albanese ad Ankara nel febbraio 1934, in cui

204

Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 521. 205

Paskal Milo: op. cit. pg. 71.

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"l’eccezionedell’Albania nel patto fu chiamata come una concessione

all'Italia a spese dell’Albania". Italia dichiara che i collegamenti non

dovessero essere interpretate nel senso che "l'Albania non ha alcun diritto di

fare la sua politica".

Ma Mussolini non tollerava più. In una conversazione con i rappresentanti

turchi parlò severamente e disse: "Non consenta l'Albania per essere

associate a tali patti." Esattamente il rischio di entrare in conflitto con l'Italia

ha spinto l'opposizione greca, di criticare il governo chiedendo di adottare

misure che la Grecia non comportasse alcuna guerra con l'Italia a causa degli

obblighi che determinano il Patto. In realtà, il governo di Atene ha chiesto e

ricevuto da tre altri governi, che in ogni caso, la Grecia non sarebbe trovata

coinvolto in guerra con una grande potenza. Si rendeva conto certamente

Italia con l'intenzione di Albania. L’esclusione d’Albania era la prima

deformazione dell’idea per l’unità dei Balcani, il che indica che nel corso

degli anni, non si parlava più per l'unità, ma per i patti politici, congiunturali

strumenti diplomatici con l'obiettivo di creare un fronte comune contro

eventuali interventi dalle grandi potenze.206

206

Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.342.

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2.13 IL PEGGIORAMENTO DI SALUTE DEL RE E LE

IPOTESI PER IL SUO SUCCESSORE.

Re risiede sempre in Albania e non può rimanere all'estero più di tre

mesi(articolo 65). In questi casi l'esercizio delle funzioni del re s’intraprende

da parte l'erede o il Consiglio dei Ministri. Proprio questa ha creato una crisi

politica nel 1930, quando il Re stava accadendo in una grave condizione di

salute ed è rimasto a lungo in Austria per il trattamento. La notizia che il re

Zogu è incurabile e non possono essere restituiti, agita la politica interna.

Diversi gruppi politici all'interno del governo e del parlamento, ma anche

nella vita pubblica sono stati coinvolti in dibattiti sui discendenti.207

Il progetto più avanzato è stato quello della Chiesa cattolica di Scutari, che

delusada Zogu, si affrettò preparazione per la sua sostituzione, e avvia

l'applicazione per il ritorno al trono regale del principe Wied.208

La loro iniziativa è stata accolta con l'opposizione del Vaticano e l'Italia

eranopreoccupate per il ritorno di Zogu o di un politico proitalianoe non di

un altro principe tedesco a capo del paese. Un altro progetto presentato

dall'ex primo ministro Shefqet Verlaci. Lui crea un gruppo illegale a Tirana

con a capo i fratelli Toptani che avevano anche il supporto italiano. Tutti i

piani fallino, percheZogué stato curato ed è stato tornato al trono, ma ora con

un evidente malcontento contro Roma, per le sue attività di gioco per la sua

sostituzione durante l'assenza di diversi mesi.209

207 Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995.

208Aurela Anastasi: Institucionet politike dhe e drejta kushtetuese (1912-1939).

209Bernd Fischer op. cit. pg. 192.

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2.14 LA FORMA GIURIDICA DELLA SOSTITUZIONE

DEL RE

Reha preso al parlamento uno dei suoi poteri noti, quello della firma,

l'approvazione e la ratifica di accordi con altri Stati. L'unico obbligo del Re

era che, nei casi che ritiene importante, potrebbe rendere informato il

Parlamento, ma non per chiedere il suo parere. Ai sensi dell'articolo 50 dello

Statuto, "Re degli Albanesi è Sua Maestà Zogu I", dalla famosa famiglia

albanese Zogu.

Sezioni 51-54 forniscono dettagli sulle regole di successione reale inassenza

del successore in famiglia reale. Esso sostiene che l'eredità del ragazzo trono

appartiene al più grande del ragazzo del Re e delle generazioni in linea

diretta, uomo dopo uomo. Se l'erede muore o senza lasciare figlio, il fratello

che viene dopo diventa Re.210

In caso di assenza di questo erede, il Re sceglie un uomo della sua tribù, con

l'approvazione del Parlamento.

Stato stabilisce inoltre che, quando il Parlamento decide di due terzi del

pretendente al trono, non è in grado o in grado di intraprendere questa

responsabilità, quindi il parlamento decide di scegliere un altro nome

all'interno della famiglia reale di sesso maschile uscito dall'addome delle

figlie o sorelle del re, naturalmente in qualsiasi momento di origine albanese.

Nel periodo d’adozione dello statuto, il re Zog non era sposato e non aveva

fratello, l'unico contendente linea famiglia reale era il figlio di sua sorella.

Ai sensi dello Statuto, quando i contendenti mancano dalla regola di cui

sopra, quindi il parlamento elegge l'erede di origine albanese e che per il

periodo di transizione fino all'elezione del re, i suoi poteri sono esercitati dal

Consiglio dei Ministri.

L'articolo 57 stabilisce che, quando il Re muore o si dimette, il Parlamento si

riunisce per ascoltare il giuramento del nuovo Re.

Nel caso d’impossibilità di salute del Re per esercitare le sue funzioni o

quando muore e lascia un come erede un minorenne, quindi il potere reale

esercitato da Reggenza, in nome del re.

Reggenza è costituita da una regina, quando rimaneva in grado di agire o la

Regina Madre, quando il re è un minore, il Presidente del Parlamento, Primo

Ministro e Presidente del Consiglio di Stato. Quando la regina eraincinta e il

re moriva, era necessario aspettare il parto per decidere chi sarà l’erede del

trono.Lo statuto riconoscevaal Re il diritto di possedere un palazzo reale, da

lui designato.211

210Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.

211Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 135.

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2.15 L’ATTENTATO CONTRO AHMED ZOGU, VIENNA IL

21 FEBBRAIO 1931

Nel 1930 e all'inizio del 1931, la salute del Re è peggiorata a causa del

lavoro e causa del fumo di tabacco. In questo modo si ammalò e indebolito

molto rapidamente. La sua salute ha avuto complicanze maggiori, che

mettevano in discussione la sua vita. Tenendo questo in mente, Zogu ha

deciso di medicarsi a Vienna, dove aveva trascorso diversi anni durante la

Prima Guerra Mondiale. Quest’avena, perché a Tirana non è stato possibile

trattarsi con i raggi X.212

Prima della partenza Zogu ha incontrato il Primo Ministro e alcuni dei

deputati fidabili. Dopo aver annunciato la sua partenza per Austria, aveva

chiesto che durante la sua mancanza prevalga la cooperazione e armonia

completa.

Il giorno di partenzaha accompagnato il Re fino a Durazzo, le sue sorelle,

membri del Consiglio dei ministri, Ambasciatore italiano in Albania, da

generali,Aranitasi,

Pariani e Gilhardi, ecc..

Nel mattino, Ahmed

Zogu è stato lanciato

con la nave "Quarto"

con lui, Ekrem

Libohova, Dr. Jani

Basho, Sotir Martini,

Llesh Topallaj e

AllamanCupi.

Sono sbarcati a Venezia

e poi sono partiti in

treno per Vienna. 213

Il 28 gennaio 1931

arrivano a Vienna e si

stabiliscono in albergo

"Imperial". Il suo arrivo a Vienna ha messo in movimento gli invidiosi del

Re, gli immigrati che operavano attraverso l'organizzazione "Unione

Nazionale", la quale si finanziava dalla Jugoslavia. Kole Tromara, Angelin

Suma, e Jamal Vllamasi Sejfi Bushati, dopo numerose pressioni dei membri

dell'organizzazione che erano in Italia, Grecia, Jugoslavia, decisero di

assassinare Ahmed Zogu. Per eseguire quest’assassinio Aziz Cami, Qazim

Mulleti, Ndok Gjeloshi sono usciti volontari.

212

Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 318. 213

Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 490.

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Il piano dell’attentato è stato organizzato da Rexhep Mitrovica e Hasan

Pristina. Il Consigliere dell'Ambasciata Jugoslava a Vienna aveva detto ai

membri dell’Unione Nazionale, che sarebbe molto contento se

preventivamente a informare la Jugoslavia per l'omicidio di Ahmed Zogu.

Giacché l'attacco all'hotel non era possibile a causa dell’alta sicurezza,

l'organizzazione prevedeva l’attacco all’uscita dell'Opera di Vienna, dove

Zogu stava vedendo uno spettacolo.

La sera del 21 febbraio all’Opera di Vienna erano messe in scena "Pagliacci"

e "La Leggenda di Giuseppe". Ahmed Zogusì è alzato prima della fine dello

spettacolo. Quando l'auto del Re stava per partire, Aziz Cami e Ndok

Gjeloshi erano pronti ad attaccare. Giacché loro non conobbero Ahmed

Zogu dal fatto che non lo vedevano da tanto tempo, Ndok Gjeloshi ha ucciso

con due proiettili in testa Llesh Topallaj, credendo che stava uccidendo il

Re.214

In questo momento, da un altro punto Aziz Cami ha iniziato a sparare

verso la macchina. Nel fratempo Ekrem Libohova e Ahmed Zogu iniziarono

lo scambio di fuoco. Ekrem Libohova è stato ferito a una gamba, mentre

Ahmed Zogu sopravvisse senza essere toccato. La polizia ha arrestato due

attaccanti, mentre Qazim Mulleti fugge nella folla.

La notizia è arrivata presto in Albania. Il Consiglio dei Ministri e il

Parlamento si sono riuniti immediatamente per essere informati sulla

situazione e per adottare e le misure.

Hikmet Delvina MP inizierà il suo discorso dicendo:

Maledetto il traditore! Maledetto i venditori! Maledizione sui nemici di

Albania! Una maledizione su chi ha sparato contro la stella della nazione. 215

Con l'eccezione di Hasan Prishtina, tutti gli immigrati che avevano a che

fare con questo evento, sono stati arrestati dalla polizia di Vienna.

Jugoslavia per mezzo di quest’attacco era destinata a causare disordini in

Albania e, di conseguenza, portare al potere il loro popolo.

Per essere formalmente rappresentato, l'Ambasciatore Jugoslavo in Tirana,

Nastasijevic aveva annunciato, il 31 gennaio 1931 che era informato di un

possibile attacco che sarà organizzato a Vienna contro il Re Zogu.

Le indagini della polizia austriaca hanno confermato presto che il gruppo

che aveva organizzato l'attacco contro Zogu è stato diretto e finanziato dalla

Jugoslavia. I due aggressori sono stati protetti in tribunale dagli avvocati

costoso, e il loro pagamento era molte volte superiori ai redditi personale

degli attentatori. Il governo austriaco ha anche rivelato che i due aggressori

sono stati dotati di un passaporto diplomatico dal Governo Jugoslavo.

Per via giudiziaria, tenuto in settembre - ottobre 1931 è stato scoperto che i

confini di Albania sono stati organizzati un esercito per intervenire

militarmente in Albania, nel caso dell'omicidio di Ahmed Zogu. Italia come

214Sejfi Vllamasi: Ballafaqimet politike ne shqiperi 1897 – 1942. Neralda. Tirana 2000. pg. 453-454.

215Arkivi Qendror. Parlamenti. 1912 – 1940. Dt 21febbraio 1931 pg. 4.

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un alleato di Albania ha espresso rammarico per l'attacco e ha avvertito la

Jugoslavia. In un'intervista per la stampa austriaca, Ahmed Zogu, chiede di

rispettare i diritti e l'integrità di Albania, notando che l'organizzazione delle

bande in confini dell'Albania metteva a rischio la sostenibilità della pace

nella regione.

PROCEDIMENTO GIUDIZIARIO CONTRO GLI

ATTENTATORI.

Nati nel 1893gli aggressori avevano partecipato nella "Rivoluzione di

Giugno 1924." Dopo il fallimento di questa rivoluzione, sono fuggiti con un

altro gruppo di politici e militari. Nell'emigrazione sono diventati membri

dell’Unione Nazionale.

Contro gli attentatori e il gruppo si sono sostenuti due procedimenti in tempi

diversi, una a Vienna e uno a Tirana.

In precedenza i fratelli sono stati liberati dal confino di attaccanti: Haki

Mulleti, Guljem Suma, Palok Gjeloshi, Kole Gjeloshi, Njazi Cami, Rexhep

Cami.216

Il processo di Vienna è iniziatoil 30 settembre1931 nella città di Ried. Le

autorità austriache hanno espulso dalla sala Dom Laser Shanto ascoltatore,

perché il suo nome è stato trovato spesso nel corso dell'inchiesta.

Presidente del tribunale era Nothacksberger, procuratore Walt Peither. Gli

avvocati della difesa sono stati Pressburger e Frischauer. Come ascoltatori

privati erano la vedova del maggiore Llesh Topallaj, rappresentata

dall’avvocato Preminger e Ministro della Monarchia, Ekrem Libohova,

rappresentato dall’avvocatoKoenig. Lo psichiatra fu chiamato in tribunale a

dimostrare lo stato mentale degli aggressori Ndoka Gjeloshi e Aziz Cami, è

stata confermata dai medici che la loro condizione mentale è stata

soddisfacente. Entrambi gli imputati inizialmente negarono l'omicidio

organizzato.

Nella sua testimonianza, Ekrem Libohova ha affermato che durante lo

spettacolo aveva notato due persone che guardavano sempre verso il re. Ha

detto, anche se non aveva vistogli aggressori, ma soltantogli armi da fuoco e

ha sparato quattro volte per l'auto-difesa, mentre in totalesono stati sparati di

ventitré proiettili. Gli avvocati di degli imputati puntavano sulla versione

che, Zogu o Libohova avrebbero potuto erroneamente ucciso Maggiore

Llesh Topallaj. Ma Pummon esperto ha confermato che il principale

assassino di Llesh Topallajera Ndoka Gjeloshi, mentreAziz Cami aveva

ferito Libohova. L'esperto ha confermato che il Re sarebbe stato colpito al

petto, se non ci sarebbe mosso. L’avvocato della signora Topallaj ha detto in

216

Giornale “Besa”4 settembre 1931.

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tribunale che "il finanziamento di questo tipo di attacco deve essere fatta da

quel potere che ha un interesse di provocare una seconda guerra mondiale".

Quando il processo stava per finire, la signora Kudrete Topallaj chiede200

milafranchi d’orocome una ricompensa e 1800 per le spese funebri, mentre

Ekrem Libohova chiesto come "rimborso" per la ferita una lira.

Alla fine il 2 ottobre 1931 Ndok Gjeloshi è stato condannato sette anni,

mentre Aziz Cami con tre anni.

La stampa austriaca scriveva che il denaro proveniva da Belgrado.

Il processo di Tirana è stato condotto da un gruppo guidato da: Izet Leskovik

e con i membri Pandeli Martinianie Emin Toro. Procuratore del caso era

Emin Meto, mentre Aslan Lala era il registratore.

Il tribunale condanna a morte in assenza queste persone: Ndok Gjeloshi,

Azis Cami, Sejfi Vllamasi, Qazim Mulleti, Angelin Suma, Rexhep

Mitrovica, Dom Frano Karno, Kole Tromara.

Con 20 anni di carcere in assenzasono stati condannati: Menduh Angoni,

Margarita Gjeloshi (moglie di Ndok Gjeloshi), Naxhije Vllamasi (moglie di

Sejfi Vllamasi).217

In commemorazione della morte di Llesh Topallaj, il 21 febbraio 1932 è

stato suo monumento al parco di fronte del Palazzo Reale.

217

Giornale “Besa”22 febbraio 1932.

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2.16 LE ELEZIONI PARLAMENTARI 11 NOVEMBRE 1932

Il 9 agosto 1932, il governo ha fissato il perido delle elezioni dal 16 al 31

agosto (per gli elettori primi) e dall’11 novembre per gli elettori secondo.218

La campagna elettorale è stata condotta in termini di sviluppo della grande

crisi mondiale e l'interno. Per disegnare un MP per ogni candida votavano

circa 500 elettori della seconda fase. Alla vigilia delle elezioni, il Primo

Ministro Evangjeli con una chiamata diretta alla gente dove ha invitato gli

elettori a dare il loro libero arbitrio, e desiderava che queste scelte siano per

aprire una nuova era di consolidamento e felice per il popolo e il paese allo

stesso modo.

PARLAMENTO (1932 - 1936)219

BERATI: Hysen Vrioni, Veis Xhindi, Sabri Kalltani, Ferit Vokopola, Zoi

Xoxa, Hysni Toska, Milto Tutulani, Hamit Myftiu.

DIBRA: Abdurrahman Dibra, Fiqri Rusi, Hafez Xhemali, Nush Bushati,

Jashar Erebara,Abdurrahman Salih.

DURRES – TIRANA: Zija Toptani, Shazivar Alltuni, Sait Toptani, Rexhep

Matja, Vlash Dovana, Izedin Beshiri.

ELBASAN: Shefqet Verlaci, Andon Beca, Riza Kishta, Izet Dibra, Dervish

Bicaku, Ahmed Hastopalli.

GJIROKASTRA: Hiqmet Delvina, Lame Kareco, Javer Hurshi,

Petro Poga, Kasem Radovicka, Jani Melo, Mihal Kaso, Dhimiter Kacimbra,

Fejzi Alizoti.

KORCA: Pandeli Evangjeli, Kostaq Kotta, Eshref Frasheri, Tefik Mborja,

Qani Sulejmani, Faik Dishnica, Thoma Orollogaj, Vasil Avrami, Bexhet

Frasheri

KOSOVA: Omer Strazimiri, Bahri Begolli, Asim Gjakova.

SHKODRA: Musa Juka, Maliq Bushati, Mark Kapedani, Sander Saraci,

Hile Mosi, Ejell Sereqi, Halit Rroji, Kolec Deda.

VLORA: Arshi Halili, Sadik Shaska, Simon Simonidhi.

218

Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.329. 219

Giornale “Besa” 12 novembre 1932.

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IL Bordo eletto il 3 dicembre 1932.

Kostaq Kotta–Presidente

Hiqmet Delvina – Vice presidente

Fiqri Rusi–Coloboratore

Ejell Sereqi–Segretario

Parlamento Albanese ha aperto i lavori il 21 novembre 1932.All’inizio della

sessione il Re pronunciò il suo discorso di apertura, il quale fu seguito dai

deputati in piedi. Parlando della condizione Zogu stimava i rapporti cordiali

con l'Italia, la normalità dell'amministrazione statale, riforma comunale, lo

sviluppo e la giustizia, salute, istruzione nazionale. Ha dedicato particolare

attenzione alla cultura artistica, educazione fisica, il miglioramento del

sistema finanziario. Secondo lui il più grande problema era lo sviluppo

economico del paese, mentre il paese ha risentito della crisi globale.220

Il più anziano deputato PetroPoga ha aperto la sessione, prendendo come

segretario il più giovane deputato Zoi Xoxa.

Il Parlamento ha tenuto quattro sessioni sino al 28 aprile 1936. Ha sviluppato

e una sessione supplementare con 11 riunioni dal 15 Ottobre al 10Novembre

1936. Anche in questa legislatura ha rafforzato la base dell'ordine

capitalistico. Tra le leggi più importanti sono stati: in caso di espropriazione

per pubblico interesse, a migliorare l'economia nazionale, la Croce Rossa,

l'unificazione delle pensioni militari e civili, sui prestiti per il finanziamento

di opere nel porto di Durazzo, una serie di trattati con i vari paesi, per la

nazionalizzazione delle scuole straniere, ecc. 221

220

Archivi Parlamento. Tirana 1933 pg. 5-7. 221

Kastriot Dervishi: op. cit. pg.332.

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2.17 TENSIONI NEI RAPPORTI CON L’ITALIA 1931-1935

I rapporti Italo-Albanesi hanno subito una caduta nel novembre del 1931 nel

momento in cui il Re Zogu non rinnova il Primo Patto di Tirana, la

spiegazione è che essendo il Secondo Patto Tirana per un periodo di venti

anni, faceva inutile il primo patto. Solo pochi mesi prima, il 24 giugno 1931,

il governo aveva firmato un accordo con i suoi omologhi Italiani, in

conformità a 100 milioni di franchi oro in prestito, per 10 milioni di euro

l’anno. Tuttavia, questo i prestiti sono stati messi a rischio dal mancato

rinnovo del Primo Patto di Tirana.222

Roma, dal fatto che la Tirana ufficiale non aveva rinnovato il patto, subito ha

chiesto all'Albania di saldare il debito che aveva e di unire le dogane dei due

paesi. Per una cosa del genere è stata incaricata SVEA, mentre uno dei suoi

leader è stato inviato all'ufficio in Albania.

Il 21 gennaio 1932, Ahmed Zogu incarica il Primo Ministro e il Ministro

delle Finanze per progettare il budget da 31 milioni franchi oro, a 22 milioni

e cosi la differenza si pagava alla SVEA, poi subito ordino la creazione di

una commissione di prestito. Il Re ha ordinato l'istituzione di una

Commissione per risolvere il problema con SVEA composto di: Milton

Tutulani, Musa Juka, Lame Kareco, Abdurrahman Dibra.223

Nel mese di ottobre 1932, il ministro Reale Ekrem Libohova recò a Roma

per parlare di prestiti e questioni adatte finanziarie tra i due paesi.

Re Zogu nel messaggio inviato al Parlamento in occasione della nuova

apertura, ha rilevato che l'Albania aveva conquistato la fiducia del mondo

civile e il paese, essendo un membro della Lega delle Nazioni aveva svolto

un ruolo importante in quest’organizzazione. Egli ha dichiarato che sperava

che il miglioramento dei rapporti economici con l'Italia attraverso il Trattato

sul commercio, per il quale i colloqui inizieranno presto. Nel suo discorso,

ha ricordato i buoni rapporti con gli Stati Uniti. Inoltre nel messaggio fu

notato che l’amministrazione è stata dedicata a questioni interne,

l'organizzazione comunale, il miglioramento della situazione giudiziaria, la

legge sulla registrazione dello status giuridico, istruzione, educazione fisica,

il miglioramento della finanza, affari mondiali, riforma agraria in alcune

zone, il miglioramento della tariffa doganale, ecc.

I rapporti con gli alleati più importanti rimangono a un punto critico. A fine

dicembre del 1932, la stampa occidentale ha cominciato a scrivere per

un'unione doganale tra l'Albania e la Jugoslavia, che sebbene smentita da

Tirana, abbia suscitato il malcontento e la paura di Belgrado e Parigi.

222Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F .151 D 189. Anno 1931.

223 Giornale “Besa” 13 maggio 1932.

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Il governo Britannico ha esortato Zogu, infatti, di non accettare richieste

Italiane e per continuare il percorso iniziato. In queste condizioni e Roma ha

cominciato a ridurre la pressione contro Zogu unione doganale.

Nel gennaio del 1933, due navi da guerra britanniche hanno visitato i porti

albanesi per mostrare il sostegno al Re Zogu.224

Il 17 febbraio 1933, il governo albanese ha chiesto alla Legazione Italiana a

Tirana di intervenire presso lo SVEA di proroga il tempo per il rimborso del

prestito contro di essa, mentre una risposta positiva si è avuta nel 19 marzo.

Con l'approvazione della legge sulla chiusura delle scuole private il 3 aprile

1933, SVEA interruppe il pagamento del prestito, che è stato dato il cast del

31%.225

Dopo che gli incontri bilaterali albanesi-italiano non avevano dato risultati,

Belgrado ha mostrato interesse nel raccomandare a Tirana, di separarsi da

Roma e la discussione della posizione finanziaria nella Lega delle Nazioni,

che ha promesso il suo sostegno.

Questa è stata discussa il 24 maggio 1933 in una riunione del ministro

jugoslavo a Tirana.

L'Albania fu costretta a lanciare un forte regime di risparmio

nell'amministrazione libro paga.

Nel mese di agosto del 1933 quando il paese è stato oggetto di grandi

risparmi e quando Zogu aveva proposto tagli alle spese in campo militare, il

governo fascista chiese a Re Zogu di denunciare tutti gli accordi

commerciali con altri paesi.

La pressione di Benito Mussolini su Zogu nell’agosto 1933, era incentrata

sulla richiesta italiana per la monopolizzazione del commercio in Albania,

l'acquisto di oggetti militari nel paese, riaprire scuole private italiane, e la

creazione di colonie italiane in Myzeqe.226

Re Zogu rifiutò ogni proposta di Mussolini. Il 24 gennaio 1934, il Consiglio

dei Ministri ha deciso l'approvazione di aprire una filiale della banda per

l'esportazione verso Belgrado a Tirana, che è stato aperto 6 maggio 1934, ciò

ha portato preoccupazioni nel paese vicino (Italia). Certamente ha avuto

effetti politici e diplomatici quando, in realtà, l'attività commerciale

jugoslava era insignificante.

Nei primi mesi del 1934 la pressione italiana è diventata ancora maggiore.

Il Ministro Italiano a Tirana, ha proposto la riapertura della scuola privata

italiana,mettendo la lingua italiana nelle scuole albanesi e Licei,

ripristinando i diritti degli organizzatori italiani rimossi, ripristinando la

carica del consigliere italiano. Il 14 marzo 1934 è stato raggiunto un accordo

preliminare tra il ministro delle Finanze Abdurrahman Dibra con Conti

224Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912- 1939. Toena- Tirana 1995.pg. 227.

225Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.339.

226Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F .151 D. 173. pg. 145-147 Anno 1933.

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Bruno dalla Zonca, direttore filiale di MF AGIP per l'assegnazione di un

importo di duecentomila franchi ori.

Nel marzo del 1934, l'Albania ha chiesto un prestito dalla banca principale

di Londra, per un importo di 46 milioni di franchi oro, ma il trasferimento di

capitali al di fuori del Regno Unito era impossibile lì.

Ahmed Zogu disse allora al Ministro italiano a Tirana il 14 maggio 1934,

che sarebbe costretto a fare tagli nelle forze armate, cioè indeboliva in

maniera rilevante l'influenza Italiana nell'esercito, per la quale aveva

investito di più. Altri sforzi fatti di Tirana ufficiale per un accordo con la

Francia, le sue condizioni sono state giudicate inaccettabili.

Dibattiti feroci si sono svolti tra il Ministro Italiano a Tirana, Armando

Koch, e il Ministro degli Esteri Xhaferr Villa. Nel culmo di questa

condizione Villa nel giugno 1934 ha dichiarato che il suo paese non

riconosceva la dichiarazione di Parigi del 9 novembre 1921.227

Come reazione, il 22 giugno 1934, Mussolini ha inviato vicino a Durazzo

ventidue navi da guerra italiane le quali restavano ventiquattro ore nella

costa albanese. Il Ministro italiano a Tirana, ha detto che le navi si

allontanarono, quando lo ritengano necessario. Quest’azione mise in

movimento le diplomazie sia Inglese e Francese a trasferirsi. La Gran

Bretagna ha immediatamente inviato la sua flotta militare nella costa

adriatica. In queste condizioni, il ministro Italiano a Tirana ha fatto le sue

proposte senza successo, che avevano a che fare con le scuole private,

italiane, il Patto Balcanico (che chiedeva che l'Albania non può partecipare)

e la consegna delle fortificazioni militari nelle mani d'Italia.

La crisi è stata risolta con l'intervento di Gran Bretagna e la "visita" delle

navi da guerra italiana è stata chiamata "amichevole". Questo picco, ha

segnato anche il suo lato sotto, il calo della pressione bilaterale.

Nel mese di agosto 1934 Zogu ha mandato in Italia il suo aggiustante Zef

Serreqin, il quale ha incontrato a Livorno il barone Aloisi, mentre il 2

ottobre1934 ha inviato Rrok Geren a parlare di prestiti. Sembrava che il

miglioramento delle relazioni albanesi - italiani da un lato, esacerbato le

relazioni albanesi - jugoslava, utilizzato in questo caso come strumento

diplomatico.

Il 15 ottobre 1934, con l'apertura della sessione parlamentare nel messaggio

indirizzata al Parlamento, il Re affermava, che voleva il consolidamento dei

rapporti con l'Italia, "basandosi nei trattati in vigore", ma ricordarsi che le

condizioni finanziarie dello Stato non erano in buone e sperava di

vincerla.228

Il 5 gennaio 1935 il Consiglio dei Ministri ha deciso di consentire l'ingresso

in Albania il giornale Jugoslavo “Politica” vietata dall'11 settembre 1928.

227 Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912- 1939. Toena- Tirana 1995. pg. 242-243.

228 Giornale “Besa” 16 ottobre 1934.

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Certamente questo era un contrappeso contro gli obiettivi italiani.

Nell’inizio del 1935 la fuga di Muharrem Bajraktari ha fatto scalpore.

Lui dopo il notificato dall’ATA aveva riparato a Ujmisht di Luma Halit

Osmani e il detenuto condannato a morte Rexhe Mehmeti. Bajraktari non

risponde alla chiamata delle autorità di consegna, fuggendo insieme con

loro, al 2 gennaio 1935.229

229 Giornale “Demokratia” 6 gennaio 1935.

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2.18 I RAPPORTI CON GLI ALTRI STATI BALCANICI. Dopo il fallimento delle iniziative di Tirana per aderire all’Intesa

Balcanica,la diplomazia albanese si è impegnata in un'altra direzione.Adesso

l’Albania voleva avvicinarsi in particolare con gli Stati dei Balcani. In

effetti, l'atmosfera era favorevole. Obiettivo principale, come ci si potrebbe

aspettare, si è concentrata sul miglioramento delle relazioni economiche.230

Ci sono stati sviluppi positivi nelle relazioni con la Jugoslavia. Belgrado non

poteva non essere soddisfatta dalle curve che hanno avuto stretti legami con

Roma, con la decisione di Zogu per non rinnovare il trattato del 1926.

È interessanteil contatto, che è stato deciso nei primi mesi del 1932 tra

Mussolini e il Re Alexander per un italiano-jugoslavo accordo, non è

riuscito, perché Belgrado ha rifiutato di riconoscere "gli interessi particolari

d'Italia in Albania".

Dopo l’inizio della primavera 1932 (cioè dopo la decisione di Zogu per non

rinnovare il trattato del 1926) le relazioni tra Belgrado e Tirana entravano in

una fase di costruzione. In primo luogo, vi è lo scambio di personale

diplomatico di livello superiore. Zogu ha inviato a Belgrado nella legazione

diplomatica Rauf Fico, che è stato immediatamente accolto dal Re

Alessandro. Lui ha chiesto, in nome di Zogu di operare congiuntamente

contro la politica italiana in Albania. Fico ha sollevato la questione che

"bruciava" di più, cioè l'assistenza finanziaria adeguata. Re Alessandro ha

risposto che la Jugoslavia non aveva possibilità: ma ha promesso solo che

era disposto ad aiutare a trovare una soluzione, ad esempio, dalla Lega delle

Nazioni. Belgrado ha mostrato che non era in grado di rivaleggiare con

Roma, quando nel giugno del 1933 non ha risposto alla richiesta di Zogu per

un prestito di 3 milioni di franchi d'oro.

Anche se con omessi sforzi, Belgrado non ha potuto raccogliere l'importo di

1 milione di franchi oro da ciascuno degli Stati dell'Intesa Minore.231

Tuttavia, nell’ambito del progetto inter-balcanico (1930-1934)

ilmiglioramento nelle relazioni con la Jugoslavia ha ottenuto una serie di

accordi bilaterali.

Quindi, con la Jugoslavia nel dicembre 1933 è stato firmato un accordo

commerciale, che apriva il mercato jugoslavoper la merce albanese con un

valore di 2,6 milioni di franchi oro l’anno.

230 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 523.

231Paskal Milo: Shqiperia dhe Aleanca Ballkanike. Studime albanologjike. Tirana 1977. pg. 62-63.

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Nell’archivio del Ministero degli Esteri albanese si trova un numero di

documenti che mostrano le relazioni tra i due paesi in vari settori.

Specificatamente devono essere menzionati due accordi: quello sulle

frontiere dello stato firmato nel maggio 1934 dove la situazione nella zona

confinante si normalizzava, l’accordo della creazione di alcune strutture per

gli abitanti di entrambi i lati per una superficie di 15 km su entrambi i lati

del confine, i quali potevano passare il confine senza ostacoli. 232

Un altro accordo era stato completato al tempo stesso per il commercio e

lunari. Con l'accordo commerciale Jugoslavia è diventata il secondo più

importantepartner del commercio estero. C'erano anche le parole di apertura

delle banche jugoslave in alcuni centri.

Nell’Ufficio Straniero alcune voci sono arrivate in estate 1934 che, oltre agli

accordi di cui sopra, che era legato un accordo per il segreto essenzialmente

militare, in cui la Jugoslavia s’impegnava a venire in aiuto di Tirana nel caso

in cui l'Italia minacciava la sua sovranità. Londra crede che molti possano

essere una promessa verbale.233

Non si può dire la stessa cosa per la Grecia. In primo luogo, Atene non si fa

sentire se stessi minacciata come Belgrado nella questione del trattato Italo -

albanese del 1926. Era giunto il momento per il miglioramento dei rapporti

italo-greco. Soltanto il ministro greco degli Esteri Mihallakopullos, ha

dichiarato che "il Patto di Tirana si considerava come uno strumento

diplomatico che non poteva davvero essere accusabile".234

Atene era sempre attenta a non intraprendere alcuna azione che possa

causare alcun disturbo a Roma.

In secondo luogo, le relazioni tra l'Albania e la Grecia non possono non

risentire delle difficoltà che a volte scoppiano di tensione, così come le

politiche in conflitto per quanto riguarda la questione del trattamento della

minoranza greca, che Atene non ha cessato di utilizzare come strumento di

pressione Tirana. Da parte sua, Tirana sollevava la questione del

risarcimento che il governo greco ha dovuto fornire per i beni sequestrati

della popolazione Came.

Come si vede, questo problema è stato pesante per molti anni nei rapporti tra

i due governi, senza trovare una soluzione. Un nuovo caso sensibile

segnando una nuova tensione nelle relazioni tra i due paesi, è stato

menzionato con decisione del governo albanese di chiudere le scuole private,

una decisione che ha toccato anche quellisovvenzionatedal governo greco

232Arkivi Qendror i Shtetit. Ministria e Jashtme D. 214 Anno 1936.

233Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.220.

234Akademia Shqiptare e Shkencave. Historia e popullit shqiptar. Toena. Tirana 2002.

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nella zona di minoranza. In breve, l’avvicinamento di Tirana, nei pressi di

Atene non ha avuto alcun effetto previsto.

Il governo albanese si è trovato isolata anche sugli altri paesi balcanici, i

quali evitavano complicazioni con l'Italia. La mancata accettazione nel Patto

dei Balcani ha messo in crisi la politica estera di Zogu. A questo si

aggiungeva la situazione interna aggravata sempre di più a causa della crisi

economica. È stato già chiarito che l'aiuto italiano aveva lasciato il paese

dove era stato, in uno stato di arretratezza e di crisi profonda. Nessun serio

tentativo era stato fatto per garantire una solida autonomiaeconomica.

In queste condizioni, dopo il fallimento nelle possibilità politiche (rifiuto nel

Patto dei Balcani), Zogu è stato fissato nel tentativo di fornire una scelta

economica. Un aiuto finanziario dall'estero, per contribuire a facilitare una

pressione italiana era necessario. Anche se il ghiaccio si scioglie con il

Belgrado, Jugoslavia non poteva dare una propria soluzione. Come

accennato in precedenza, Belgrado ha respinto la richiesta diZoguper un

prestito di 3 milioni di franchi d'oro. 235

Era chiaro che la Jugoslavia non aveva il potenziale adeguatodell’Italia nel

sostegno finanziario. La stampa jugoslava era contro qualsiasi impegno di

questa natura, non dovrebbe essere provocato Mussolini. La migliore delle

ipotesi era che Belgrado poteva comandare allaLega delle Nazioni per dare

un prestito finanziario adeguato per l'Albania, che è rimasto come prima,

senza risposta. In una seconda fase, il Re Alessandro aveva promesso la sua

mediazione in particolare nei pressi del governo francese.

Credere nel coinvolgimento di Belgrado, Zogu tentò l’alleanza con un

creditore potente, com’era la Francia. Nell'autunno del 1933, il governo di

Tirana aveva fatto nessun movimento segreto nei pressi di Parigi, chiedendo

di assegnare un prestito, per mezzo del quale sarà in grado di superare la

crisi finanziaria adeguata,provocato dall’interruzione degli aiuti italiani.

Parigi non si è affrettata.

Una volta trascinato il problema per mesi, il governo francese ha presentato

le sue condizioni per l'approvazione del prestito. Legazione albanese a Parigi

ha informato il governo al 4 giugno 1934. Le condizioni si sono rivelate

ancora più gravi rispetto a quelli di Mussolini.

Le condizioni erano le seguenti: 236

L’Albania doveva denunciare il trattato con l'Italia del 1926 e al suo posto

firmare un trattato di amicizia e di collaborazione con la Francia per una

durata di sette anni e le opportunità di rinnovo. La Francia avrebbe il diritto

esclusivo di esplorazione e sfruttamento di qualsiasi nuova miniera, che

potrebbero essere scoperti in terra albanese. Francia prendeva in concessione

la pianura di Myzeqe, dove si può mettere le colonie francesi. Un nuovo

235 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 525.

236Paskal Milo:Shqiperia dhe Aleanca Ballkanike. Studime albanologjike. Tirana 1977. pg. 73.

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trattato di commercio renderà possibile l'importazione di prodotti francesi,

con tariffa doganale preferenziale. Da parte sua, il governo francese

sovvenzionava alcune aziende dalle quali saranno importati i prodotti

albanesi. Impostare le condizioni nei settori dell'istruzione: la lingua

francese sarebbe obbligatoria in tutte le scuole e sarà dato dalle insegnanti

francesi; le palestre di Korca e Scutari avrebbero avuto un regista francese.

Anche se gravi condizioni, Zogu dava segni che poteva accettare le

condizioni francesi, ma escluse due:

a) i francesi avrebbero il diritto esclusivo per l'esplorazione e lo sfruttamento

delle miniere di nuovo, ma non saranno incluse risorse di petrolio, riservata

per un lungo periodo per le aziende britanniche,

b) l'istituzione delle colonne francesi nel campo della Myzeqe e la creazione

di banda agraria sarannoaccettate in linea di principio, ma richiedeva al

governo di Parigi di non avere fretta; governo albanese ha promesso che

questa condizione sarebbe soddisfatta in un momento appena possibile.237

Mussolini seguiva da vicino i movimenti di Ahmed Zogu. Il suo passaggio

al governo di Parigi e le sue condizioni sono stati presentati come un attacco

aperto all’Italia.

Mussolini ha deciso di non aspettare e cosi decise di versare una politica

apertamente minacciosa. Cosi il 22 giugno 1934la marina italiana senza

alcun preavviso hanno inviato navi da guerra nelle acque territoriali albanesi

vicine Durazzo. Nei rapporti della Legazione Britannica in quei giorni ci

insegnano che è stato un team composto di sei incrociatori e tredici

cacciatorpediniere sotto il comando di un contrammiraglio.

Questa dimostrazione era una nuova pressione contro Tirana e un

avvertimento che non sarà consentito alcun cambio di rotta in politica estera.

Dopo la confusione iniziale, il governo albanese ha preso una decisione. Il

ministro degli Esteri XhaferrVila ha chiamato i rappresentanti italiani a dire

che la "visita" delle navi da guerra italianepoteva causarel’intervento della

flotta britannica e francese.

In effetti, Zogu subito ha chiamato i rappresentanti di Inghilterra e Francia a

Tirana ed ha chiesto di intervenire contro quest’atto che violava la sovranità

dell'Albania. L'Inghilterra rispose immediatamente per via diplomatica e

militare. Il Ministro britannico a Tirana ha chiesto spiegazioni all’autorità

italiana, mentre l'unità della flotta britannica è apparsa in Adriatico. Zogu ha

preso i propri provvedimenti, tenendoprecauzionimilitari in una situazione

emergente. Si sono aperti dei trinceramenti a Shijak e Durazzo. Si

dislocarono truppe lungo la costa.

Questa è stata un'altra prova che Zogu era determinato a resistere.

Roma ha ritirato le navi, e la visita fu chiamatacome un equivoco: si trattava

semplicemente di una visita di cortesia in un paese amico, ma che aveva

237

Paskal Milo: op. cit. pg. 73.

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commesso un errore che le autorità albanesi non sono state informate al

momento giusto. Per questo gesto la colpa fu data a Koch Ministro degli

Esteri. In questo caso è venuto a una proposta italiana per "negoziati", ma

Zogu risposto che i negozianti non possono essere fatti con navi da guerra.

Tuttavia "l’incidente" è rimastosoltanto nei rapporti tra Italia e Albania.

L'Albania rimase isolata.238

Entro l'anno 1933, il paese stava vivendo un

deterioramento continuo. Non bastavano i tagli di bilancio nei vari settori,

tra i quali la spesa del cortile reale, che di tanto in tanto riceveva

finanziamenti aggiuntivi. In tali circostanze, Zoguvalutava necessario

eseguire tagli nell'amministrazione,le quali erano troppo gonfiata. Zogu ha

scaricato un grande numero d’impiegati. Un altro disperato tentativo per

alleviare la situazione era l’approvazione della legge di bilancio 1933,

secondo questa legge i dipendenti furono costretti a derogare allo stipendio

mensile, e le pensioni furono abbassate al 12%. 239

Ma gli impiegati avevano parecchi mesi che non percepivano gli stipendi.

Tutte queste misure rimassero sulla carta.

Un indicatore delle performance che è stato creato durante la crisi di

bilancio stata.

Le cifre in franchi d’oro erano le seguenti:240

Questa situazione ha reso indispensabile la riduzione dei fondi militari,

anche se era sempre stato favorito. All’inizio dell’interruzione dell’aiuto

italiano, il bilancio dell'esercito perse quattro milioni e mezzo di franchi

d’oro. Tuttavia, si stima che fino alla fine del 1936 l'esercito ha preso più

della metà delle entrate statali.241

238Arben Puto:op. cit. 527.

239 Bollettino Ufficiale Nr 46. Il 7 luglio 1936.

240Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.218.

241Bernd Fischer:op. cit. pg. 231.

Anni Franchi d'oro

1932-1933 31.588.395

1933-1934 23.832.293

1934-1935 18.888.192

1935-1936 18.035.746

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CAPITOLO III

IL RIAVVICINAMENTO DEL REGNO D’ALBANIA CON L’ITALIA

1936.LA FUGA DIAHMED ZOGU A CAUSA DELL’INVASIONE

ITALIANAIL 7 APRILE 1939

3.1 IL MIGLIORAMENTO DEI RAPPORTI CON L’ITALIA

Non vi è dubbio che il governo liberale abbia fatto un favore a Zogu.

Attraverso la quale, Zogu è riuscito a rafforzare la sua posizione interna

senza fare concessioni di principio.

Questo ha creato l'opportunità di tornare con un senso assertività sui

problemi esterni. Come prima, i rapporti con l'Italia sono stati messi in

primo piano per sbloccare la crisi che ha raggiunto i limiti 1933-1934.242

A Roma questi cambiamentidel governo sono stati chiamati come un segnale

positivo, che ha dato speranza per il ripristino delle relazioni ai livelli

precedenti.

Questo compito è sceso al governo di Mehdi Frasheri di portarlo a buon fine.

Nel programma del nuovo gabinetto presentato al Parlamento il 26 ottobre

1935, il Primo Ministro ha come punto principale nel campo della politica

estera la riconciliazione dei rapporti stretti con l'Italia. Questo è stato

l'aspetto più importante dell'attività del suo governo.243

Come primo passo è stato la decisione presa nel novembre 1935,

immediatamente dopo l'entrata in vigore del nuovo governo, non si

aggiungono al governo italiano sanzioni economiche a causa della sua

aggressione contro l'Abissinia (Etiopia).244

Come accennato in precedenza,

Mussolini ha accolto con favore questa decisione. La strada della

riconciliazione è ormai aperta. Nel marzo 1936 èstato firmato un gruppo

degli accordi.

Tali accordi possono essere divisi in due gruppi: nel primo gruppo entravano

sei accordi di natura finanziare. Nel secondo gruppo entravano altri sei

trattati in materia di economia e commercio, di cui tre collegati con il

governo italiano e tre da soggetti italiani. Sarebbero fatte modifiche tariffarie

sul commercio e la navigazione trattato con l'Italia, che il governo albanese

se impegni a eliminare tutte le restrizioni precedenti sulle merci italiane che

entrano in Albania.

242Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009 pg. 545.

243Bollettino Ufficiale: 19 ottobre 1935.

244 Antonello Biagini: Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999pg. 124.

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Da parte sua il governo albanese potrebbe avere alcune agevolazioni per

l'esportazione delle merci in Italia. Infine, un accordo è stato legato alle

Ferrovie Italiane ("Ferrovie dello Stato"), che estendono la concessione

kerosene.

Tutti gli accordi di cui sopra citati sono stati approvati con decreto speciale

del Re il 3 aprile 1936.

Ma oltre a questi accordi annunciati pubblicamente nelle fonti di cui sopra

parlato, un'altra fonte rivela un altro accordo con il caraterò politico -

militare, il governo albanese è stato costretto a prendere solo un italiano per

l'organizzazione dello Stato e dell'apparato militare. L’accordo segreto

determinava che l'esercito non poteva avere più di 6675 soldati e ufficiali.

Per questo l'Italia teneva il carico di ottenere la quantità di 3,5 milioni di

franchi oro l’anno al governo albanese.

Zogu e Mehdi Frasheri hanno categoricamente negato tale accordo

connessione. Ma ci sono diverse fonti che accennano quest’accordo militare.

G. Zamboni studioso italiano nel suo libro "Sulla politica espansionista di

Mussolini nei Balcani" (pubblicato in tedesco), ha rilevato che il testo

dell'accordo non è stato comunicato, ma ha ricevuto un colloquio dal

ministro delle Finanze Dhimiter Berati, il quale ha confermato il

collegamento di un accordo militare, aggiungendo che "è stato firmato e

adottato insieme con altri accordi."

Questi accordi facilitano condizioni idonee finanziarie in cui era caduto

pesante paese, il quale non era mai stato più critico. Zogu la riconciliazione

delle relazioni con l'Italia nei livelli superiori rispetto a prima, era una

soluzione per "respirare" e superare temporaneamente il picco della crisi

economica.

B. Fischer dice che la sua resistenza sotto pressione italiana "è stato

premiato con ingenti somme di denaro dagli italiani, mentre lui stesso non

s’incarica per gli impegni che potrebbero influenzare la sovranità

d’Albania", a differenza da cosa volevano gli italiani dal 1931, il

fondamento della politica estera albanese con quella italiana.245

L'autore ritiene che il rapporto di adeguati accordi finanziari con l'Italia

come "l'unico grande successo di M. Frasheri e i suoi giovani colleghi, per i

quali sono ingiustamente criticati".

Questa tesi è controversa. Infatti, gli accordi di marzo 1936 segnano una

nuova fase di penetrazione italiana, quella d’interesse italiano per

approfondire come mai prima. Italia impostava il monopolio per l'economia

albanese.246

Solo due mesi dopo la riconciliazione delle relazioni italo-albanesi nei livelli

che non eranoaccaduti fino a quel momento, nel giugno 1936 a capo del

245Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 245.

246Arben Puto: op. cit. pg.547.

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Ministero degli Esteri d'Italia è stato nominato Galeazzo Ciano, genero di

Mussolini, il quale seguirà una nuova direzione aggressiva, la linea della

politica estera della Germania di Hitler. Questa sarà una nuova politica

anche contro il "problema albanese" orientato verso la liquidazione

dell’indipendenza dell'Albania. Da questo punto di vista gli accordi di marzo

1936 sono venuti al momento giusto, erano un piano di preparazione per

l'occupazione dell'Albania.

Sembra che B. Fischer è tra i pochi se non l'unico che ha valutato gli accordi

del marzo 1936 come successo principale del governo Zogu e M. Frasheri.

Secondo lui, è stato un successo dall’economia ("ha ricevuto grandi somme

di denaro"), anche politicamente, perché "gli accordi non toccano

l'indipendenza dell'Albania".247

Altri autori hanno espresso un giudizio totalmente sotto.

S. Skendi scrive che "gli accordi del marzo 1936 e si approfondisce ancora

di più la dipendenza economica dall’Italia".

Un altro autore in esilio, Abaz Ermenji, ammette che "con quest’accordo, la

situazione finanziaria del regime di re Zogu è stata migliorata

temporaneamente, ma l’influenza dell’Italia cresce evidentemente".

Il professor A. Biagini valuta gli accordi, come atti che l'Albania e Roma si

trovarono a faccia a faccia. “Anche se nei negoziati non è riconosciuta,

formalmente l’unione doganale, infatti, gli accordi hanno eliminato ogni

ostacolo alla penetrazione economica italiana”.248

247Bernd Fischer: op. cit. pg. 245.

248 Antonello Biagini. Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999.

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L'EFFETTO NEL COMPORTAMENTO DELLA CLASSE DOMINANTE E

SUL RE STESSO.

La natura devastante degli accordi del marzo 1936 si espressa in particolare

nella coscienza fallita, l'atteggiamento umile che manterrà in seguito la

classe dirigente e Re stesso.

Basta, in primo luogo, dare uno sguardo al discorso di M. Frasheri nella

sessione del Parlamento il 28 marzo, durante la quale ha dato una

panoramica degli accordi.249

La sintesi della sessione lo racconta anche

l’incaricato La Terza, (in assenza del ministro Indelli), in una relazione

speciale che gira Mussolini l’1 aprile.

In entrambe le versioni è la stessa immagine: un clima di festa di euforia,

con superlativa indirizzata verso l'Italia e il Duce. La parola di M. Frasherit è

lontana allo stile dignitoso del suo intervento nelle sedi internazionali in

difesa dei diritti dell’Albania e gli albanesi.

In seguito discutano deputati, messi in gara chi è chi trova le parole più

infuocate di amicizia con l'Italia e gratitudine verso il Duce.

Delvina Hikmet: Il popolo italiano in un momento in cui 52 stati hanno

imposto sanzioni (per meno di aggressione etiope, che avrebbe dovuto essere

un avvertimento) ha aperto le sue mani piene di piacere per aiutare

l’Albania.

Il popolo albanese deve essere grato per l'Italia e Mussolini.

Fejzi Alizoti, tranne un telegramma di ringraziamento al Parlamento italiano

e Mussolini, vuole creare una commissione, per esprimere grazie al ministro

italiano a Tirana, Indelli.250

Tutte queste espressioni sono meno in confronto con l'atteggiamento

sorprendente che mantiene Zogu. In realtà, ha calpestato la reputazione

personalità, e l'immagine che si crea al tasso d'Indipendenza che si oppone

penetrazione profonda italiana (la crisi del non rinnovo del trattato 1926 nel

1931). Improvvisamente mantiene una posizione di completa sottomissione.

Nella conversazione che vi era stato qualche mese più tardi, il 12 novembre

1936, il nuovo Ministro italiano Jacomoni, si spingeZogu troppo oltre nel

fare i pareri e le proposte per le relazioni con l'Italia in una prospettiva

ravvicinata.

Secondo il rapporto di Jacomoni: due sono state le richieste principali di

Zogu nel suo discorso durante l'incontro.251

Che i rapporti tra Italia e Albania devono essere considerati dal governo

fascista come una relazione politica interna, indipendente dei fatti di politica

estera. Zogu vuole una collaborazione chiara e onesta con l'Italia: ha formato

un governo forte quella di Kostaq Kotta per rompere la propaganda

249 Giornale “Besa” 1-2 aprile 1936.

250 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 549.

251 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965.

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comunista in Albania che viene dalla Grecia, ma soprattutto per continuare il

percorso di determinazione della purezza e della cooperazione con l'Italia.

La conclusione di Jacomoni sulla discussione, è che Zogu vuole

sinceramente a cedere di più le relazioni con l'Italia, purché porti fino a un

punto che ci metterà in una posizione difficile.

Dopo il parere di Jacomoni è aggiunta alla fine la parola del primo Kostaq

Kotta, che con più convinzione dice che "il progresso civile di Tirana per il

Duce dovrebbe essere una fonte di orgoglio e di grande gioia."252

252

Francesco Jacomoni. Op. cit.

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3.2 LA POLITICA ESTERA DURANTE IL REGNO

In un'intervista per il quotidiano italiano "Giornale d'Italia", il Re Zogu ha

dichiarato che le relazioni fra Italia - Albania seguiranno una strada lunga e

difficile. Secondo lui, l'Albania non era solo uno stato dei Balcani, ma anche

uno stato adriatico, formando così un ponte di collegamento via mare tra i

due paesi. Ha anche nominato le sanzioni le quali sono state proposte contro

l'Italia nella Lega delle Nazioni per l’invasione dell'Abissinia.253

Il servizio diplomatico si organizzava dal Ministero degli Affari Esteri, in

base alla legge organica del 25 aprile 1929. Secondo questa legge in carica,

il servizio diplomatico era composto di: l’Ambasciatore, Segretario

Generale, Dipartimento Pubblica, Dipartimento consolare, amministrativa,

contabile e del personale. Segretario generale organizzava e gestiva

l’ambasciata, presentava la corrispondenza all’ambasciatore e anche gestiva

l'archivio.254

Ufficio segreto dell'Ambasciata organizzava i collegamenti con

le nostre rappresentanze diplomatiche all'estero, questo si faceva in

interazione con l'ufficio segreto del Ministero degli Affari Mondiali. Per

riservatezza, le funzioni di quest’ufficio non divennero notati per legge.

Sull’organizzazione del servizio consolare, la legge è stata approvata il 30

aprile 1929, sotto il quale questo servizio è diviso in: capo consolato,

consolati e sottoconsolati, i quali erano di carriera e onorari. Gli

ambasciatori dovevano rispettare i trattati con i paesi interessati, rispettare la

bandiera nazionale e di dare assistenza agli albanesi all'estero. Loro

dovevano presentare due volte l’anno una relazione sulla situazione del

paese, registrare tutti i cittadini albanesi che hanno vissuto lì per più di sei

mesi, l'esecuzione di attività che i dipendenti pubblici per gli albanesi che si

trovavano nella loro giurisdizione, ecc.

Capo console si nominava il console o segretario senior, che aveva almeno

quattro anni di esperienza di servizio.

Le Ambasciate in Albania gli avevano questi paesi: Grecia, USA, Francia,

Bulgaria, Gran Bretagna, Italia, Germania, Yugoslavia, Romania, Turchia,

Cecoslovacchia, Spagna.

Mentre la rappresentanza consolare in Albania ha avuto i seguenti stati:255

Tirana: Italia, USA, Romania, Grecia, Austria, Giappone (Honoré), Svezia

(Honoré), Paesi Bassi (Honoré).

Durazzo: Gran Bretagna (capo consolato), Belgio (Onorario), Romania

(Onorario), Norvegia (Onorario), Italia (sottoconsolato),

Francia (agenzie consolari onorari).

253 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 299.

254 Bollettino ufficiale: nr 27 il 8 maggio 1929.

255Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 300.

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Korce: Jugoslavia, Italia, Grecia, Cecoslovacchia (sottoconsolato Honoré).

Scutari: Jugoslavia (capo consolato), Italia (capo consolato), Cecoslovacchia

(sottoconsolato Onorario).

Valona: Jugoslavia, Italia, Belgio (onorario), Grecia (sottoconsolato),

Francia (agenzie consolari Onorario).

Gjirokaster: Grecia (sottoconsolato).

Sarande: Grecia (sottoconsolato), Italia (agenzia consolare).

Rappresentanza diplomatica dell'Albania nel mondo è stata:

Ambasciate: Londra, Washington, Parigi, Roma, Belgrado, Il Cairo,

Bucarest, Sofia, Atene, Berlino e Ankara.

Capo consolato di carriera Bar, Skopje, Salonicco, Istanbul.

Capo consolato Honoré: Londra, Bucarest, Lussemburgo, Zagabria,

Montreal, Bologna, Stoccolma, Copenhagen, Praga, Anversa, New York,

Amsterdam.

Consolato Onorario: Bruxelles, Dubrovnik, Spalato, Praga, Monaco di

Baviera, Francoforte, Marsiglia, Amburgo, Lipsia, Napoli, Trieste, Torino,

Berna, Aversa, Pireo, Osaka, Budapest, Galatz e Ostende.

Sottoconsolato Onorario: Brindisi.

Nell'anno 1937 erano rispettivamente otto ambasciatori del primo grado

(Demetrio Berat, Mehdi Frasheri, Faik Konica, Lec Kurti, Xhaferr Ypi, Rauf

Fico), quattro di secondo grado, dodici consiglieri dell'ambasciata, 13

segretari primo grado , 1 contabile , 14 segretari di secondo grado, 7

segretari di terzo grado, 10 addetti, ecc.256

Durante il regno di Ahmed Zogu, tra l'Albania e diversi paesi, sono stati

firmati diversi accordi. Senza dubbio i più importanti erano quelli con

l’Italia, il cui ambasciatori in Albania erano rispettivamente: Barone Pompeo

Aloisi (1926 - 1927), Ugo Sala (1927 - 1930), Marchese Antonio Meli

(chiamato Lupi di Soragna) (1930-1932), Armando Odatino Koch (1932 -

1934), Mario Barone Indelli (1934 - 1936), Francesco di San Savono

Jacomonit (1936-1939).

I rapporti sono stati fissati anche con gli Stati Uniti. Anno dopo anno, i

leader di entrambi i paesi scambiavano telegrammi di congratulazioni. Uno

di loro era: Roosweld congratula con il presidente in occasione della festa

d’indipendenza.

256

Shqiperia ne 1937. Tirana. 1938. pg.142-145.

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146

"In occasione della festa nazionale che celebra il popolo albanese oggi,

voglio mandare i miei saluti sinceri e di fornire per la mia stima e le

congratulazioni sincere". Mentre il Re risponde:

Sono sinceramente toccati i sentimenti di amicizia che la Sua Eccellenza ha

dovuto testimoniare contro di me e contro la mia nazione, mi affretto a

inviare contemporaneamente di esprimere le mie profonde riconoscenze, i

miei auguri per la prosperità vostra persona e della nazione americana. 257

Il Re Zogu I, durante il suo regno, ha tenuto una politica estera che ha

cercato di preservare l'indipendenza dello Stato. Questa politica aveva lo

scopo di guadagnare dalle polemiche che esistevano tra stati diversi, al fine

di mantenere l'indipendenza e beneficio materiale. Durante il suo regno, ha

usato le contraddizioni italiane - jugoslava e ha beneficiato del sostegno

inglese. La cessazione di questa formula è accaduta esattamente il 7 aprile

1939, nel momento in cui l'Italia invase l'Albania e la Jugoslavia è visto che

non aveva alcuna polemica con l'Italia e l'Inghilterra divenne del tutto

indifferente al destino di Albania.258

257 Il giornale “Arberia” 2 dicembre 1936.

258Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 302.

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3.3 L’ORGANIZZAZIONE DELL’EMMIGRAZIONE

ANTIZOGISTA (1925 - 1939)

L'arrivo di Ahmed

Zogu al potere ha

creato un'ondata

d’immigrazione

politica. I rifugiati

sono fuggiti dall’

Albania in Italia,

Austria, Francia, ecc.

Mentre il maggior

gruppo è stato riunito

a Vienna. Molti di

loro, stimolati dalla

simpatia per l'Unione

Sovietica, sono andati

lì, si collegano con la

Federazione

Comunista balcanica,

e con l’Internazionale

comunista.

Il 25 marzo 1925, con l'aiuto della Federazione comunista balcanica, a

Vienna è stato organizzato un convegno per la fondazione del Comitato

Nazionale Rivoluzionario (KONARE), guidata da Fan Noli.259

Il programma di quest’organizzazione, che divenne noto il 5 maggio 1925,

mirava il rovesciamento del regime di Ahmed Zogu, l'attuazione della

riforma agraria e il recupero del confine albanese. Quest’organizzazione ha

pubblicato il suo giornale titolato "La libertà nazionale", il primo del quale è

uscito il 29 luglio 1925 a Ginevra.

Membri del Konare dalla vecchia opposizione sono stati:

Fan Noli e Qazim Koculi, Mustafa Kruja, Riza Dani, Cevat Korca,

Da ex membri della"Forza Nazionale": Kole Tromara, Llano Borshi Qazim

Kokoshi, Aziz Cami, Riza Cerova Shefqet Korca,

Il gruppo politico "Unione", Halim Xhelo, Sejfulla Maleshova, Lazar, Qamil

Cela, Demir Godelli, Selim Shpuza, Haki Stermilli, Reshat Kellici, ecc.260

Dopo l'aprile 1927, sotto la pressione del Comintern, che ha richiesto un

cambiamento ideologico dell'organizzazione, così abbia cambiato il nome da

Konare a Comitato di Liberazione Nazionale (KCN). Da questo

259Akademia Shqiptare e Shkencave. Historia e Shqiperise, vitet 30. Tirana 1984.pg.340.

260Sejfi Vllamasi: Ballafaqime politike 1897 – 1942. Neralda. Tirana 2000. pg. 434-435.

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cambiamento politico, molti elementi come Qazim Koculi, Kole Tromara,

Mustafa Kruja, Shefqet Korca, Riza Dani, Xhevat Korca, Beqir Valterin ecc,

hanno lasciato l'organizzazione.

Nel novembre del 1927, una delegazione di KCN guidata da Fan Noli

partecipa al Congresso degli Amici dell'Unione Sovietica sviluppato nel

corso del decimo anniversario della rivoluzione bolscevica.

Quest’organizzazione è stata avviata a diffondere ampiamente le idee della

"rivoluzione democratica" attraverso la distribuzione di letteratura e alla

creazione di comitati segreti.261

Nello stesso anno, l'organizzazione ha

pubblicato una dichiarazione formulata dal suo presidente, che ha chiesto il

rovesciamento del regime e l'avvento del proletariato al potere. Negli anni

1934 - 1935 l'organizzazione finche aveva ideologia e propaganda, tra le sue

piattaforme organizzative, opuscoli di propaganda pubblicate a Ginevra.Una

parte degli emigrati politici rifiuto di entrare Konare, perché era contro

l'influenza sovietica. Questi hanno formato il proprio gruppo chiamato

"Unione nazionale".262

In questo gruppo apparteneva Sotir Peci, Xhemal

Bushati, Suma Angelin (bordo), Ali Kelcyre (segretario), Rexhep Mitrovica,

Bahri Omar, Ismail Haki Tatzati,Sheh Karbunara, Dr. Sadedini, Kost Paftali,

Hysni Peja, Xhelal Preveza, Luk Margjini, Spiro Koleka, Stavro Vinjau (poi

ritirato), Zenel Gjoleka, Demetrio Bala, Muka e Sejfi Vllamasi. Questo

gruppo era finanziato dal blocco jugoslavo - francese. Una parte dei membri

di quest’organizzazione migrava a Corfù come Ismail Hakki Tatzati,

Demetrio Bala, George Spiro Koleka, Koco Muka, Sotir Peci, ecc. Dato che

a Italia non può esercitare alcuna attività, la sede di quest’organizzazione è

stata fondata a Vienna. Il Comitato centrale dell'organizzazione era

composto di Xhemal Bushati, Angelin Suma e Ali Kelcyra. Inoltre hanno

pubblicato e il giornale " Unione nazionale ". Il primo numero di questo

giornale è uscito a Vienna il 16 marzo 1928 e ha avuto come leader Angelin

Suma. La pubblicazione del giornale è stata interrotta nel 1929 e poi

ricomincia la stampa a Parigi il 28 novembre 1936 avente come leader

Rexhep Mitrovica. Nel momento in cui il gruppo era a Bari, il consolato

jugoslavo mostrasse interesse, soprattutto Cincar Markovic (incaricato per la

questione albanese presso il Ministero degli Affari Esteri della Jugoslavia).

Nel frattempo Ahmed Zogu ha intrapreso numerose azioni che renderebbero

possibile il ritorno dei politici albanesi e la loro integrazione nella vita

politica.

Con la nomina di Cincar Markovic come consulente jugoslava Ambasciata a

Vienna, l'attività dell’organizzazione "Unione Nazionale", ha avuto un

aumento notevole. Ma i seguenti sviluppi sono diventati difficili, giacché

261Akademia Shqiptare e Shkencave. Historia e Shqiperise, vitet 30. Tirana 1984.pg.344.

262Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006.pg. 317.

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nell'organizzazione sono iniziati i conflitti di gestione. Parigi divenne il

centro della nuova organizzazione "Unione Nazionale".

La gazzetta dell’organizzazione si emetteva sotto gli auspici dei consolati

jugoslavi a Scutari, Korca e Valona.263

263Sejfi Vllamasi: op.cit. pg. 441.

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3.4 LE PRINCIPALI RIFORME

Zogu è un riformatore, un ardito riformatore. Quando è salito al potere, ha

trovato suo popolo immerso in mille pregiudizi, in mille divisioni, senza

leggi e senza codici.264

Con il suo lavoro e il suo impegno l’Albania presa, la

direzione giusta dello sviluppo.

Lo sviluppo delle relazioni capitaliste, durante il regno di Ahmed Zogu ha le

sue caratteristiche. Anche se l'Albania era un paese agricolo, il commercio

ha avuto uno sviluppo ovvio. Si sono creato diverse società azionarie come

"Maliqi" (Korce), "Mercury" e "Assembly" (Scutari), SITA (Londra), Said

(Elbasan) DELE (Argirocastro), Shasha (Shkoder) Portland Cement

Shkodra, ecc. 265

Negli anni 1925 - 1939, Albania le principali città divennero i centri

commerciali.

Secondo una pubblicazione commerciale nel 1938, la lista d’importatori

albanesi era suddivisa in diciassette categorie: articoli di moda coloniali,

bevande, automobili e altri strumenti, macchine agricole, ferramenta,

inchiostri secchi, materiali di cancelleria cartolerie, nelle drogherie e

farmacie, materiale da costruzione e mobili, gioielli e orologi, cuoio per

calzature, articoli elettrici, fotografie, strumenti musicali, armi, biciclette e

carta da imballaggio.

Invece si esportava: pelle bovina, lana, bestiame, tabacco, olive e olio

d'oliva, uova, formaggio, ecc.

Durante gli anni 1925 - 1938, ci sono degli oscillamenti nell’import - export.

Così l'anno che segna la massima importazione è stato, il 1929, quando sono

importate merci per un valore 38,6 milioni di franchi d'oro. Anno che segna

il livello più basso delle importazioni era il 1934 se il loro valore era di 12,3

milioni di franchi d'oro. D'altro canto, le esportazioni sono state nel 1925

con 17 milioni di franchi oro l’anno e ridurre il livello del 1934 con 4

milioni di franchi d'oro.

Tra i problemi che avevano squilibri permanenti dell’economia albanese,

sono stati esportazioni e importazioni. In tutti i casi, le importazioni sono

state superiori alle esportazioni, il quale spiega le molteplici esigenze che

aveva il paese in quel momento.

Tra i paesi da cui l'Albania importa ed esporta più beni, l'Italia tiene il primo

posto. Nel 1925 l’Italia rappresentava per il 75,2% delle importazioni e il

58,7% delle esportazioni albanesi.Un posto importante nello

import - esportazione albanese erano UK, USA, Grecia, Jugoslavia, e infine

il Giappone.266

264 Gustavo Traglia: L’Albania di re Zog. Ediz. Tiber. Roma 1930. pg. 35.

265Kastriot Dervishi:op. cit. pg. 296.

266 Bollettino ufficiale 15 gennaio 1931.

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Nel 1922 l'Albania aveva 85 unità industriali, nel 1927 128 e nel 1938 aveva

244 unità industriali. Mentre le più note aziende agricole del paese sono

state: Lushnje (1925), Sukth EIAA (1926), Luca Mimbelli (1926), ecc.

LE RIFORME NEL CAMPO DELLA SALUTE, DELLA

CULTURA E DELL'ISTRUZIONE.

Con l'organizzazione della sanità pubblica si occupava il dipartimento

generale della Sanità, inclusa all'interno del Ministero degli Affari Interni.

Albania ereditava dal sistema ottomano solo quegli ospedali che sono stati

costruiti in grandi guarnigioni militari.

Il numero complessivo dei medici nel 1920 era cinquanta, mentre nel 1937 è

andato a 155.

A Tirana, è stato costruito un grande ospedale con tutti i rami interessati, che

è stato chiamato il primo uccello. Invece sono stati adeguati gli ospedali di:

Scutari, Durazzo, Dibra, Korca, Argirocastro, Valona, ecc.267

Un ruolo importante ha avuto anche la Croce Rossa albanese, che ha creato

un conto bancario e sostanziale ottenendo alcuni doni di proprietà del Re.

CULTURA E ISTRUZIONE

Negli anni del regno continuò la riorganizzazione delle sue scuole. Nel 1931

un comitato è stato istituito per la riprogettazione della scuola e dei testi.Fino

a quel momento l’istruzione era eterogenea con diversi programmi. Si è

formato il liceo di Gjirokastra.

L’istituto di " Madre Regina " composta di due rami e stato costruito

all'autunno del 1933 a Tirana.268

Dopo la nota riforma dell'anno 1933, è stata

approvata nel 1934 "La Legge Organica dell'Istruzione”, che ha condiviso

ministero dell'istruzione nella sezione elementare e normale, media e quella

di" giovinezza albanese ". La scuola ha avuto un forte carattere nazionale. È

stata fondata associazione "L’Aquila", che si occupava per la formazione

nazionalista, culturali e naturali degli alunni.

Il 6 maggio 1938 il parlamento ha approvato una nuova legge per la scuola

superiore, secondo la quale la scuola è stata suddivisa in: Media (media per

lavoro, Istituto Tecnico e normale), bassa (lavoro, istituto tecnico, le scuole

normali e Liceo) scuola superiore (istituto tecnico, alto corso di scuola

normale, il corso di Liceo superiore).269

26710 Vjet mbreteri: Tirana 1938. Pg. 247-265.

268Il giornale “Besa” il 20 settembre 1933.

269 Bollettino ufficiale 25 maggio 1938. Tirane.

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L’organizzazione della gioventù albanese era una priorità del re Zogu. A tal

fine, il 14 novembre 1929 sì e creato l'Ufficio nazionale che si occupava per

la cosiddetta " Giovinezza albanese", al fine di prendersi cura sostegno,

assistenza, educazione fisica, morale, patriottica e giovani paramilitari

albanesi.270

L’ufficio era sotto la supervisione del re. La sede dell’ufficio era

a Tirana. Questo progetto era per gli alunni che avevano compiuto quindici

anni. L'attività dell'ufficio si dirigeva da un direttore generale, nominato dal

re, mentre i filiali erano in tutte le prefetture, che sono stati guidati da

istruttore capo dell’ educazione fisica.

Governo ha prestato particolare attenzione e questioni storiche. Gjergj

Pekmezi è stato incaricato il 24 giugno 1931, per ottenere i documenti sulla

storia del nostro paese a Vienna, con uno stipendio mensile di 600 franchi

d'oro.271

270Kastriot Dervishi:op. cit. pg. 298.

271Arkivi Qendrori Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 149 D.1201anno 1931 pg.349.

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3.5 LA STAMPA ALBANESE

Negli anni 1925 - 1939 l'Albania ha avuto un grande sviluppo della stampa.

Documenti importanti sono stati: " Indipendenza Albanese " (1925 - 1926,

Kristo Floqi editore), "La voce di Korca", (Korce 1925-1931, editor Dhori

Koti), "Il Rinascimento albanese" (1925 - 1929, Namik Selimi)

"Democratici" (Gjirokaster, Cevat Kallajxhiu), "Il telegrafo" (1926 al 1928,

Costa Cekrezi), "La Gazzetta Albanese" (1927 al 1939, Gustavo Traglia),

"Parola di Dio" (Shkoder 1928-1935, la Chiesa cattolica), "New Century"

(Durazzo dal 1928 al 1929, Ilia Llavda), " Nuovo Giornale " (1928 - 1929,

Zoi Xoxa), "Tempo" (1928 - 1932, Costa Cekrezi), "Arbenia" (1929 al 1937,

Ferit Vokopola e dopo il 1930 Nebil Cika), "Besa" (1931 al 1936, Hafez

Xhemali), "Vatra" (1933 al 1936, Timo Dilo), “Figlia cattolica "(Shkoder

1935-1944, Pashk Bardhi)," Illiria "( 1934 - 1936, corpo editoria, Asim

Jakova Branko Merxhani, Vangjel Koca, Odisseo, Pascal, Stafan Shundi,

Anton Logoreci, Ismet Toto), "Il Sudore del Popolo" (1934 - 1935, Zoi

Xoxa), "Lo Sport Nazionale" (1935 - 1939 della Federazione albanese di

sport), "Luce" (1936 al 1939, Mati Logoreci), "Press" (1937 al 1939,

Kamber Bego), ecc.

Mentre le riviste più importanti sono state: "Agricoltura" (1928 - 1932,

pubblicata dal Ministero dell'Agricoltura),

"Normalisti" (1929-1937, normale d’Elbasan), "Alexander" (1929 - 1944, la

società "Leka"), "Bollettino militare e ad interim" (1931 - 1938, Comando

Nazionale della Difesa), "Minerva" (1932 al 1936, Nebil Cika), "Calendario

Enciclopedico" (1934 al 1939, Vasil Xhacka), "Rinascimento" (Korce 1934-

1936, Pandi Frasheri), "Diana" (1935 - 1939, Kamber Bego), "Scuola

nazionale" (1937 - 1939, Ministero della Pubblica Istruzione).272

272

La lista dei giornali e delle riviste pubblicate negli anni 1925-1939 e stata rilevata in:Historia e shtetit shqiptar

1912-2005.Kastriot Dervishi. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 299.

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Questa tabela nota il progresso dell’Albania in 25 anni

d’indipendenza.273

Giustizia 1912 1920 1937

Tribunali 25 --------- 48

Magistrati 21 --------- 65

Giudici non

laureati

45 --------- 36

Educazione

Scuole

primarie Alb.

54 552 615

Scuole

superiore

Alb.

0 3 18

Insegnanti 80 645 1199

Professori 0 18 244

Alunni delle

scuole ele.

600 24.145 52.453

Studenti

delle sc.super

0 205 5199

Affari

mondiali

Strade

nazionale km

140 -------- 2200

Strade

comunali

0 -------- 456

Grandi ponti

definite

3 -------- 76

Piccoli ponti 0 -------- 4052

Commercio

Valore dei

beni export

2.189.000

Franchi oro

-------- 18.235.000

fra oro

Valore dei

beni import

6.037.000

franca d’oro

-------- 13.730.000

fra oro

Finanza

Bilanci per le

entrate

15.405.000

fra oro

------- 26.716.000

fra oro

Budget

investimento

26.716.000

fra oro

------- 26.224.000

fra oro

273

Arkivi Qendror i Shtetit.Ministria e Arsimit. D. 40 anno 1937.

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3.6 LE ELEZIONI PARLAMENTARI IL 31 GENNAIO 1937

Le elezioni parlamentari sono terminate il 31 gennaio 1937.

Lista pro-governo ha raggiunto la vittoria piena e gli altri candidati non

possono raggiungere qualsiasi conclusione. I candidati vincenti e quelli

perdenti avevano una maggiore distanza tra di loro, fino a 600 voti.

Perdenti erano Muhamer Abedini, Kristaq Niço, Leonidha Naçi (Korce)

Shefqet Celkupa (Tirane – Durres), Niko Tola, dhe Kristaq Joçka,

(Gjirokaster) Maliq Bushati, Kole Bibe Mirakaj, Shefqet Dibra (Shkoder),

Mehmet Alem Tragjasi (Vlore).

Nikolla Zografi (Korce)274

Parlamento (1937-1939)275

Berat Korça

1-Ahmed Resuli 37-Pandeli Evangjeli

2-Hamit Myftiu 38-Kostaq Kotta

3-Hysen Vrioni 39-Qani Sulejmani

4-Lon Gjini 40-Thoma Orollogaj

5-Sabri Kalltani 41-Tefik Mborja

6-Veis Xhindi(morto, il

1.09.1938)

Abedin Nepravishta (30.10.1938)

42Eshref Frasheri (morto, il

3.10.1938) Surja Pojani (20.11.1938)

7-Zoi Xoxa 43-Vasil Avrami

8-Ferit Vokopola 44-Xhavit Leskoviku

Dibra 45-Faik Dishnnica

9-Abdurrahman Salih Kosova

10- Abdurrahman Dibra 46-Ismet Kryeziu

11-Hafez Xhemali 47-Omer Strazimiri

12-Fiqri Rusi 48-Salih Viçiterni

13-Jashar Erebara Shkodra

14-Jak Koçi 49-Ejell Serreqi

Durres-Tirane 50-Lec Coba

15-Ali Begeja 51-Kole Thaçi

16-Ferit Dervishi 52-Musa Juka

17-Rexhep Jella 53-Terenc Toçi

274 Il giornale “Besa” il 2 febbraio 1937.

275Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 378.

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18-Said Toptani 54-Sander Saraçi

19-Stavro Stavri 55-Xhemal Naipi

20-Izedin Beshiri (Izet

Dibra)

56-Halit Rroji

Elbasani Vlora

21-Shefqet Verlaci 57-Simon Simonidhi

22-Anton Beça 58-Sadik Shaska

23-Dervish Biçakçiu 59-Eqrem Vlora

24-Faik Shatku

25-Ibrahim Biçakçiu

26-Ahmed Hastopalli

Gjirokastra

27-Hiqmet Delvina

28-Ekrem Libohova

29-Dhimiter Kacimbra

30-Fejzi Alizoti

31-Jani Melo

32-Fuat Asllani Bordo:

33-Lame Kareco 1) Pandeli Evangjeli-

Presidente

34-Mihal Kaso 2)Hiqmet Delvina- vice

presidente

35-Javer Hurshit 3)Ejell Serreqi-

segretario

36-Petro Poga 4)Fiqri Rusi-

amministratore

APERTURA DELLA SESSIONE DEL PARLAMENTO

Il Parlamento apre i lavori il 10 febbraio 1937. Così ogni volta si apre con il

messaggio di Re Zog.

Tra altro Zogu ha osservato che la crisi ha avuto i suoi effetti estesi anche in

Albania, ma le misure sono state adottate nuove a beneficio del

miglioramento dell'agricoltura, allevamento, alcune industrie, per migliorare

il commercio nazionale.

In connessione con la politica in atto, Zogu ha osservato:

Nella nostra Albania non abbiamo partiti politici non avremo. Così il

supremo potere, potere legislativo ed esecutivo, la stampa, giovane, maschio

e femmina, l'intera nazione deve dare la mano a ogni altro canto ad attuare

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riforme amministrative, diritti economici, sociali e culturali, che secondo

l'ordine toni sono in preparazione per la precedente.276

Il 18 febbraio 1937, il Parlamento ha dato fiducia al Governo di Kostaq

Kotta.

Con l'apertura della seconda sessione del parlamento, il re Zog ha affermato

che la politica estera continuerà come prima, avendo come alleato strategico,

l'Italia. Inoltre ha rilevato la preoccupazione ai membri per equilibrare il

bilancio, migliorare le prestazioni situazione, la regolazione delle alcune

tariffe doganali, che disciplina lo status di servi, lo sviluppo del credito

agricolo, l'industria nazionale e soprattutto quello del cemento.277

A proposito dell'istruzione, gli chiese di essere data importanza per

rafforzare la coscienza nazionale.

Nella terza sessione del Parlamento, che sarebbe la più lunga che gli altri

primi, Zogu rileva le buone relazioni con l'Italia, il miglioramento

dell'esercizio finanziario, la nuova legge sulla tassazione di costruzione, la

nuova legislazione doganale al fine di combattere il contrabbando, la

riorganizzazione dell'economia nazionale, le scuole di lavoro crescenti, ecc.

In relazione con le opere stradali sono state menzionate le strade Puke -

Kukes, Koplik - Boge – Theth, Prosek - Shoshaj - Burrel, Peshkopi - Burrel,

strada di Devoll, di Butrint, una categoria di piccole strade.278

276 Il giornale “Demakratia” il 13 febbraaio 1937.

277Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 380.

278 Il giornale “Drita” 16 ottobre 1938.

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3.7 I GOVERNI DURANTE IL REGNO DÌ AHMED ZOGU

IL PRIMO GOVERNO REALE DÌ KOSTAQ KOTTA

(5 SETTEMBRE 1928-5 MARZO 1930)

Il nuovo governo del nuovo regime era simile a quella della Repubblica,

dunque non ha cambiato il numero dei ministeri.

Consiglio dei Ministri era composto di:279

1 - Kostaq Kotta - Primo Ministro e Ministro degli affari interni

2 - Hikmet Delvina - Ministro della Giustizia

3 - Iljaz Vrioni - Ministro degli Affari Esteri

4 - Milton Tutulani - Ministro delle Finanze

5 - Xhaferr Ypi - Ministro della Pubblica Istruzione

6 - Saleh Vuciterni - Ministro degli Affari del Mondo

7 - Musa Juka - Ministro delle Politiche Agricole

Il primo ministro nel suo discorso dinanzi al Parlamento il 10 settembre

1928, ha parlato di politica estera, il ruolo dell'Albania come fattore di pace

nei Balcani, in politica interna, organizzazione di comuni, esercito nazionale,

la giustizia, l'indipendenza dei tribunali, programma educativo, gli affari

globali e l'agricoltura.

Nel campo dell'istruzione dall’anno accademico 1928 – 1929 ritornailvigore,

gli ispettori d’istruzione per ogni Prefettura. La nuova legge organica del

sistema d’istruzione era suddivisa in: primaria e secondaria.280

Il 12 febbraio 1929 fu varata la legge che fuso il Ministero dell'Agricoltura e

delle Foreste e ha creato il Ministero dell'Economia Nazionale.

Quando il mondo era immerso in una crisi generale, il più grande quotidiano

del paese filo-governativo ha scritto che l'Albania era piena di lavoratori

stranieri, aggiungendo che "nessun paese ha il mondo che si apre le porte di

Stato lavoratori stranieri così liberamente come il nostro governo", causando

una perdita di 8 milioni di franchi d'oro.

Bilancia commerciale è rimasta preoccupante: 12,352,063 franchi

esportazioni e 33,288,900 franchi le importazioni.

Per ridurre questo saldo negativo il Re ha creato una commissione composta

di: Mehdi Frasheri, Kole Thaci, Harallamb Papadhopulli, Papa Pilo, Javer

Hursit, Vlash Dovana, allevamento Vangjeli. La Commissione si occuperà

di questioni speciali e la propaganda nelle scuole, i comuni, comune ecc.

A causa delle controversie nel caso del bilancio, il Primo Ministro ha chiesto

a tutti i Ministri per dare le dimissioni, una decisione che è stata presa entro

un giorno dal Consiglio dei Ministri.

279

Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 283. 280

Bollettino ufficiale. 4 agosto 1928.

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Kostaq Kotta firmato le dimissioni e vennero davanti al Re, il quale lo

nominò ancora per ridisegnare il governo.

In questo caso, il re Zogu mandava un messaggio al primo ministro che dice

che il paese ora doveva aprire "le porte della civiltà" e di qualsiasi forza che

avrebbe il coraggio di opporsi alle leggi, si troverà ad affrontare la

frantumazione pugno stato di diritto. Il Re chiedeva di ripulire

l’amministrazione dai "ufficiali inganni e pigri". Ha anche chiesto la

registrazione della popolazione, l’iniziativa privata capitalista, una nuova

riforma agraria, ecc.

Re ha chiesto che il pane deve essere prodotto in paese, in modo che la

moneta non appare all'estero.281

Per far crescere il prodotto dei cereali, e specialmente del grano, sin

dall’inizio di questi studi, Zogu aveva insistito nel far prosciugare le paludi

malariche come quelle di Maliq e di Korcia,nel sudest dell’Albania.282

Premier Kotta, durante la riformulazione della fiducia del governo di fronte

al Parlamento il 20 gennaio 1929, ha detto che il governo avrebbe mantenuto

rapporti amichevoli con gli alleati, soprattutto con l’Italia. Negli affari

interni sarebbe proseguito il controllo dei dipendenti per colpire senza pietà

quelli che colpiscono i diritti delle persone e quelli che abusano del compito.

Altri punti del programma messo in evidenza erano l'organizzazione dei

comuni, lotta contro le malattie, l'organizzazione di gendarmeria, la riforma

della giustizia, l'istruzione e la borsa di studio sono aumentate, regolando il

bilancio senza ferire le persone, l’ordinamento di tutti i ponti, fine dei

principali progetti di strade, un rapido adeguamento della strada Elbasan.

281 Il giornale “Zeri i Korces” 22 gennaio 129.

282Akademia Shqiptare e Shkencave. Historia e Shqiperise, vitet 30. Tirana 1984. pg.347.

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LA CADUTA DEL GABINETTO DÌ KOSTAQ KOTTA.

Il GOVERNO DI PANDELI EVANGJELIT.

Quando la legislatura aveva raggiunto a medio termine, la posizione del

governoKotta è stata indebolita dovuto principalmente al rilascio delle

concessioni ad altri. Motivo principale per questo è diventato il problema

della società italiana Agip Petroleum (Azienda Generale Italiana petrolio)

Il governo ha dichiarato un monopolio statale sul petrolio greggio e di

benzina per essere dato in concessione. Nella lotta feroce concorrenza,

hanno partecipato società americana, italiana e albanesi.283

I vincitori AGIP italiana della società, hanno suscitato un malcontento

politico e ambienti economici del paese.

Quindi, ufficialmente, entro il 20 ottobre 1930, trentasei deputati di re Zogu

hanno presentato le loro preoccupazioni alla nuova situazione creata dalla

monopolizzazione di carburante.

Re ha esortato il governo a riconsiderare questa materia, la forma di

numerose violazioni che avevano creato la società italiana AGIP.

IlMinistro delle Finanze, Milto Tutulani ha mandato il caso in tribunale il 30

ottobre 1929.

Alla fine del 1929 Tutulani raggiunse un accordo con la società italiana,

secondo il quale darà lavoro a dipendenti albanesi invece che degli stranieri.

Secondo questo patto la società vendeva il petrolio all'esercito albanese

senza contare il profitto.

Ma nei primi mesi del 1930, la situazione è peggiorata sempre nella capitale

ha cominciato a estendere la mancanza di energia elettrica dovuti alla

mancanza del petrolio negli impianti elettrici di potenza. Nel febbraio 1930,

il Parlamento discusse la questione dell’AGIP.

La Rappresentanza Diplomatica italiana a Tirana diretta da Ugo Sola, ha

reagito esercitando forti pressioni sul governo.

Considerando che i trattati bilaterali e non godono a ritroso, il governo ha

dato le dimissioni con Kotta 4 marzo 1930. 284

Nella lettera inviata al re Zogu, Kotta ha dichiaratole dimissioni, con il

motivo della mancanza di armonia tra parlamento e governo, ha impedito lo

sviluppo delle opere più importanti del paese.

283 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 309.

284 Il giornale “Ora” 5-6 marzo 1930.

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Il GOVERNO DÌ PANDELI EVANGJELIT

(6 marzo 1930 - 11 aprile 1931)

Dopo la caduta del governo "Kotta" Pandeli Evangjeli ha formato un nuovo

governo con la seguente composizione: 285

1 - Pandeli Evangjeli - Primo ministro

2 - Vasil Avrami - Ministro della Giustizia

3 - Rauf Fico - Il ministro degli Affari Esteri

4 - Musa Juka - Il Ministro degli Affari Interni

5 - Kole Thaci - Ministro delle Finanze

6 -Hile Mosi - Ministro della Pubblica Istruzione

7 - Izet Dibra - Ministro degli Affari del Mondo

8 - Mehdi Frasheri - Ministero dell'Economia Nazionale

Il primo ministro ha dichiarato davanti al Parlamento che il suo governo

stava progettando il lancio di una riforma agraria che aveva come scopo

principale il consenso degli interessi agricoltore proprietario. Secondo

Evangjeli non aveva previsto "l'umiliazione di una classe a favore degli

altri", ma garantendo gli interessi degli agricoltori agricoli e pacificante del

Paese con quelli del proprietario. E anche ha promesso la creazione di una

Banca Agricola.

Il Primo Ministro ha rilevato che lo scopo sarà la continuazione del

programma precedente, che è stato consigliato dal Re; fedeltà alla politica

estera con l'Italia, pur mantenendo relazioni amichevoli con le grandi

potenze, la Lega delle Nazioni, e altri Stati che sono stati collegati trattati

commerciali.

Per la nominazione dei dipendenti sarà applicato il criterio "intellettuale e

morale, la loro capacità" e continuare a lavorare sulla stesura del Codice di

procedura civile.286

Il primo ministro ha parlato anche delle finanze, l'esercito nazionale, opere

archeologiche, l'economia Nazionale, gli Affari del Mondo, ecc.

Sarebbe seguito programma di educazione basato al puro nazionalismo.

Nel 1931 è stata creata una commissione, per la creazione di un nuovo

programma per le scuole primarie. Un'altra commissione è stata costituita

nell'estate del 1931 per sviluppare un nuovo programma per la scuola

secondaria.

Il governo albanese ha dovuto pianificare la costruzione della prima ferrovia

285 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.310.

286 Il giornale “Ora” 12-13 marzo 1930.

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nel paese. Parlamento ha discusso l'esenzione dai dazi doganali dei materiali

da utilizzare per la costruzione delle ferrovie Tirana - Durazzo.

La commissione ha accettato la costruzione di questa ferrovia.

Il 30 novembre 1930, il Parlamento ha iniziato una discussione in merito

all'accordo progetto firmato in nome del ministro dell'economia albanese,

Mehdi Frasheri e dal versante italiano, direttore generale del settore forestale

agenzia in Albania. In base all'accordo, il governo albanese ha venduto,

Agenzia forestale in Albania (AIBA), tutti gli alberi che possono dare le

barre di materiale da costruzione. Gli alberi erano di tipo quercia e si trova

nella foresta di Rubik Governo "Evangjeli" di fronte a un problema che

provocano la sensibilità essenzialmente nazionale.287

Spiro Milo dalla

sensazione che fosse prossimo alla morte, aveva chiesto il permesso dal Re

di essere sepolto nel paese. Quando Milo è morto, l'Ufficio Segretoha

ordinato lasotto-prefettura di Himara di non consentire la detrazione del

corpo, come il governo greco aveva chiesto. Questo requisito non è stato

soddisfatto perché questa persona era stata un criminale di guerra nel 1914 e

aveva commesso atrocità nel nostro paese. 288

L'ULTIMO GOVERNO DÌ PANDELI EVANGJELI

(11 gennaio 1933 - 16 ottobre 1935)

Il 6 dicembre 1932 secondo "le regole costituzionali", il governo ha datto le

dimissioni. Il Re rinominato Evangjeli. Proprio qui cominciò la crisi

chiamata come "crisi di governo". Il Primo Ministro era andato diverse volte

davanti al Re, ma non era in grado di proporre nomi propri. Ci sono voluti

più di un mese a Evangjeli di formare il suo governo, dimostrando così la

più lunga crisi di governo che il paese avesse mai visto. L’11 gennaio 1933

Evangjeli ha presentato al Re questi membri:289

1 - Pandeli Evangjeli - Primo Ministro

2 - Vasil Avrami - Ministro della Giustizia

3 - Xhaferr Villa - Ministro degli Affari Esteri

4 - Musa Juka - Il Ministro degli Affari Interni

5 - Abdurrahman Dibra - Ministro delle Finanze

6 - Mirash Ivanaj - Ministro della Pubblica Istruzione

7 - Sander Sereqi - Ministro degli Affari del Mondo

8 - Dhimiter Berati - Ministero dell'Economia Nazionale

287Arkivi Qendror i Shtetit. Parlamenti. 30 novembre 1930

288Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 152 D. 117 pg. 1-2. Anno 1930.

289Il giorna ”Besa”12 gennaio 1933.

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Nel suo discorso pronunciato in Parlamento, il Primo Ministro ha detto che

"la continuazione della politica estera e il miglioramento della politica

interna", continuando la priorità negli investimenti pubblici, sanità,

istruzione, ecc.

Nel messaggio inviato dal Re Zogu al Parlamento in occasione dell'apertura

della seconda sessione, il 15 ottobre 1933, ha affermato che l'istruzione è

sempre in miglioramento in una legge sulla nazionalizzazione delle scuole

straniere, rilevando così la lotta contro l'analfabetismo, la creazione di una

cultura omogenea. Ha anche chiesto una lezione fruttuosa, allineato

all'educazione nazionale di essere controllato senza dimenticare di ricordare

per l'apertura delle scuole femminili.

Nel paese sono sonouscitole opinioni per "il recupero dell'industria

metallurgica", secondo uno studio svolto dall’associazione delle

metallurgiche a Tirana.290

La stampa criticava gli stipendi patriottici ricordando che lo Stato spendeva

annualmente circa 200.000 franchi oro per queste pensioni.

Con il decreto attuato del 25 giugno 1935, la polizia è stata sostituita da

civili gendarmerie, che agisce sotto gli ordini dei prefetti, vice-prefetti e

sindaci.291

290Kastriot Dervishi: op. cit. 334.

291 Bollettino ufficiale. 1 luglio 1935.

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LA POSIZIONE DEL GOVERNO DI MEHDI FRASHERI

All'inizio dell’anno, i deputati Fejzi Alizoti, Hikmet Delvina, Xhemal Hafez,

Halit Rroji, Mufti Hamid, Zoi Xoxa, Simon Simonidhi, Omer Strazimiri,

Sait Toptani, Huseyin Vrioni, Lame Kolec Koreco e Deda, hanno chiesto al

governo spiegazioni politiche interne, mentre i deputati di Elbasan, Ahmed

Hastopalli e Anthon Beca hanno avuto obiezioni nei confronti degli

immigrati messi nel campo di Elbasan. Infatti, la sistemazione degli

immigrati si è stata fissata dal governo di Pandeli Evangjelit il 10 agosto,

1935.292

Il governo fu chiamato responsabile anche per il permesso dato

all’importazione del cemento dall'esterno portando danni alla produzione

interna. In una riunione parlamentare Hikmet Delvina domando il primo

ministro se erao no fedele alla monarchia, perché una volta aveva detto che

era un Repubblicano.

Quest’affermazione ha portato la reazione del deputato Maliq Bushati, il

quale ha accusato Delvina che egli stesso era avversario d’Ahmed Zogu

prima dell'anno 1924, la quale è stata respinta da Delvina. Tutto è culminato,

quando Maliq Bushati impugna la pistola e ha chiesto di sparare verso

Hikmet Delvina. La stessa cosa ha fatto anche Delvina, ma fortunatamente

con l'intervento di altri deputati nessun fu ucciso.

In un altro incontro, Mehdi Frasheri, ha detto, quello che l’aveva scelto a

fare il primo ministro, conosceva meglio i suoi valori e così si rifiutò di dare

spiegazioni. Hiqmet Delvina a sua volta cercasse altre spiegazioni per la

povertà nelle aree di Gjirokastra, Korca e Dibra.

Nel febbraio 1936, il Parlamento ha respinto un progetto di governo riguardo

alla riduzione del debito al popolo. Solo tredici voti sono stati a favore del

progetto governativo.293

Dopo che sono stati raggiunti gli accordi con l'Italia, il gruppo degli

"anziani”, preparo la strategia per rovesciare il governo. Sfruttando le loro

conoscenze sul meccanismo del potere in Albania, il gruppo è diventato

sempre più critico per il governo nell’ultimo anno della legislatura.

Il Giornale "Besa" è stato uno dei principali strumenti di questa

“guerrafreda”.

Nel luglio del 1936, è notato un aumento rilevante delle critiche contro il

governo. Nel mirino dell’attacco sono stati: Primo Ministro, Ministro

dell'Istruzione, Ministro degli Affari Mondiali, ecc.

Nel luglio 1936, "Besa", pubblicato il ciclo polemico per il programma

incompiuto del Primo Ministro, la qualeha causato la chiusura del giornale e

per due settimane.294

Anche dopo essere riemerso in 3 agosto 1936, "Besa",

292Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.) F. 149 D.1470 pg. 510.

293Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 369.

294 Il giornale "Besa" 14,15,16 e 17 luglio 1936,

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continua l'articolo "Ritirata governo liberale", dove è stata menzionata la

parola quando il Primo Ministro aveva detto che la stampa avrebbe avuto

piena libertà.

In segno di protesta contro la censura del governo e chiusura, "Besa", non ha

partecipato in un'attività congiunta di giornalisti in Austria. Il gruppo di

giornalisti che parteciperanno è: Michael Sherko (Direttore dell'Ufficio della

Stampa), Zoi Xoxa ("BESA"), Nebil Cika ("Arber"), Timo Dilo ("Terra"),

Vangel Koca ("Democratici"), Asim Jakova ("Illiria"), Kamber Bego

("Diana").

"Arber" accusando il "Besa" per la creazione di un’opposizione contro il

regime, mentre questa risponde che non era sufficiente una gazzettaper

creare opposizione. Quando ci si avvicina alla metà d’agosto, le critice del

giornale "Besa" eranoinconcepibili per il governo e del Ministero degli affari

Mondiali.295

"Besa" ha infuriato la lotta politica quando ha pubblicato un documento

segreto, senza presentare il suo contenuto, che è stato eseguito alle prefetture

dal Ministro degli Interni, Et'hem Toto. Nel documento il Ministero degli

Affari Interni ha cercato di controllare le nomine dei membri, chiedendo

prefetture di portare i dati a tutte le persone che possedevano qualità per

deputato. Il possesso di tale materiale, e ripetendo l'idea che l'esecutivo stava

cercando di nominare una nuova legislatura, il gabinetto di Mehdi Frasheri sì

e stata colpita più che mai.

Nei giorni successivi le critiche contro il Primo Ministro sono cresciute

molto rapidamente. Deputati hanno criticato la legge sulla fabbricazione

della pelle, l'industria casearia, per la salvezza dei bambini, ecc.

Dopo questi scritti il governo ha deciso di chiudere il giornale "Besa"

(proprietario Abdurrahman Dibra) e "Albanese" (proprietario Fiqri Rusi) a

causa del rilancio dei segreti di Stato. Il governo denuncia questi due

giornale, ma la denuncianon ha avuto nessun effetto, perché i parlamentari

erano coperti dell'immunità parlamentare.

Il Ministro dell'Interno Ethem Toto per sapere chi ha pubblicato la notizia,

ha chiamato nel suo ufficio il proprietario del giornale "BESA",

Abdurrahman Dibra.

Quando egli è entrato in ufficio, Toto chiuse la porta a chiave e mise nel

tavolo due pistole dando a Dibra due minuti per dimostrare che ha aveva

dato il documento segreto, il quale è stato pubblicato sul giornale.

Per non causare alcun problema, Abdurrahman Dibra ha firmato

cheAbdurrahman Krosi li aveva datiildocumentosegreto. Con la

testimonianza di Dibra, Et'hem Toto andò dal Re, il quale ha visto la

testimonianza e non rispondesse.

295 11,12 e 13 agosto 1936 Il giornale “Besa” pubblicava tutto il materiale utile per attaccare il governo.

Questo materiale è stato prelevato dal fondo originale della Biblioteca Nazionale Albanese.

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La posizione del Governo Mehdi Frasheri è stata indebolita di più dopo

questo evento, come insulto diretto e inaccettabile per il gruppo degli

“anziani”.

E per non terminare il suo lavoro qui, da un decreto, il re allunga la sessione

del Parlamento. Il Parlamento ha ripreso il lavoro con le deliberazioni di

bilancio straordinarie del Ministero dell’Economia Nazionale, Banca

dell’Agricoltura, ecc. Nel frattempo il campo di governo sembrava che la

situazione è stata presa alla leggera e non sentivano la rapida caduta del

governo.

Nel frattempo, in Elbasan ha iniziato una sommossa che era legata al

trasferimento del Pedagogico da questa città. Questi disturbi insoliti sono

diventati seri, nel modo in cui sembravano legate con la sorte del governo.296

Il 13 ottobre l'Ufficio Segreto inviava un messaggio alla prefettura di

Elbasan, annunciando che secondo le informazioni ricevute che dopo la

condivisione del Pedagogico, nella città si prospettano delle

dimostrazioni.297

Nella risposta data dal sindaco di Elbasan, Sadik Metra, il 17 ottobre 1936

annunciava che la situazione era veramente preoccupante, perché la

popolazione non aveva accettato la divisione della scuola urbana di

"normale", per Scutari ed è stato presentato a un comitato dei capi tribù della

comune per parlare di questa scuola, proponendo di non spostare qualsiasi

misura adottata per la scuola in questione, avendo la tradizione sin dal suo

inizio. Il 30 ottobre 1936, Metra ha annunciato che in Elbasan sono stati fati

manifestazioni, per la rimozione dei dieci borsisti a Scutari.

Il 2 novembre 1936, l'Ufficio dell’Intelligenza, ha inviato alla Presidenza del

Consiglio dei Ministri un’informazione sugli eventi in questione affermando

che le manifestazioni non autorizzate sono state sviluppate con la

partecipazione di circa 500 persone. Nelle manifestazioni hanno partecipato

gruppi della società guidate dal comitato composto di:

Shefqet Daiu, Gani Bunges, Dhimiter Bebit, Xhaferr Mirakut, Shefik Kulles,

ecc. Il ministro aveva parlato con Shefqet Daiu per questo e ha chiesto al

sindaco di dare l'arresto della commissione, ma il sindaco non lo applico

perché la folla era furibonda e una tale mossa avrebbe portato conseguenze

non buone per la città.

Dhimiter Bebi, Xhaferr Miraku, Shefik Kulla, Qamil Shkodra, Gani Bunga

dhe Shefqet Daiu èstato inviato a Tirana sotto la scorta di gendarmi.

Gli eventi di Elbasan sono stati utilizzati dagli oppositori del governo di

Mehdi Frasher. Dietro la scena rimanevano i deputati di Elbasan, i quali

erano contro il governo.

296Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F.152 D.265 anno 1936.

297Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 371.

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Anton Beca il 7 novembre 1936durante il voto di fiducia per il governo, con

la sua dichiarazione, che il suo voto contro era sopratutto per l'atteggiamento

che aveva tenuto il governo in Elbasan.298

I parlamentari dando l'idea falsa che non aveva nulla con il governo, già

contro di essa, approvano il 2 novembre 1936 una legge che consente il

lavoro per un anno nelle amministrazioni statali dieci persone che aveva

compiuto 55 anni, che per legge deve andare in pensione. In cima a questa

lista è stata il primo ministro Mehdi Frasheri e dopo di luiera, Xhaferr Ypi,

Faik Konica, Mehmet Karagjozi, Shefqet Frasheri, Izet Leskoviku Elmaz

Kokona, Ataullah Dino, e Spiro Koleka, Nezir Leskoviku. Solo quando il

problema è stato scoperto, il gruppo de "giovani" è riuscito a capire che il

governo aveva i giorni contati.

La stampa ha scritto che i deputati avevano disputato un incontro privato e

hanno espresso insoddisfazione per il governo,discutendo sulla creazione di

una commissione che avrebbe presentato gli appelli al re. La commissione

doveva essere composto didodici persone sotto la guida di Pandeli

Evangjelit.299

Il 4 novembre 1936, il Parlamento ha discusso sul cambiamento delle alcune

disposizioni. Sait Toptani ha parlato per un certo numero di denunce

presentate al governo, che chiedevano una risposta immediata entro

ventiquattro ore.

Lo Speaker del Parlamento Kostaq Kotta ha detto che il governo non aveva

alcun diritto di discutere le regole del parlamento.

Nella riunione del 6 novembre 1936, all'ordine del giorno era il progetto

della Banca Agricola, l'approvazione di un accordo con il Banco di Napoli,

l'aggiunta di un budget di 40 mila franchi oro per il Dipartimento del

bilancio e della sanità, ecc.

MP Lame Kareco aveva parlato sul rifiuto di una proposta di legge stradale

proposto dal governo a causa delle sue condizioni inaccettabili della

popolazione. Infatti, il governo per ottenere di costruire una solida rete

stradale in Albania, aveva pensato che a tal fine, la popolazione a contribuire

al lavoro di volontariato o con 15 franchi d'oro. Condizioni non tollerate

deputati. Loro hanno chiamato queste condizioni, come inammissibile e

inaccettabile per la popolazione. Vedendo questa reazione, il governo aveva

ridotto contributo volontario a 6 franchi oro, dando le garanzie che la legge

non comprendono le persone che sono malati.

Al centro degli attacchi è stato il ministro per gli Affari del Mondo, Ndoc

Naraci. Dopo un appassionato dibattito, il governo ha tenuto una riunione

nei corridoi del parlamento. Dopo questo breve incontro, il primo ministro

ha dichiarato ai deputati che il governo chiamò la loro variante

298

Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 371. 299

Il giornale “Arberia” 4 novembre 1936.

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comemigliore edera aperto alla verifica, ma ha definito "causa di fede e

costituzione" il voto contrario, spostando nel voto di fiducia contro. Dopo

questa domanda, il Vice Fejzi Alizoti chiesto di rinviare la riunione di

domani, così com’è fatto. Asim Gjakova e Maliq Bushati, Radovicka

Kasemi, votava pro il governo, astenevano Faik Dishnica, Tefik Boria e

Vasil Avrami.300

300 Il giornale “Drita” 14 dicembre 1937.

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3.8 IL PALAZZO REALE

Appena proclamata la forma del regime come regno costituzionale, l'Albania

aveva già la famiglia reale, che si compone di:301

Re: Ahmed Zogu

Madre ReginaSadije(1876 - 1934)

PrincipesseAdile(1894 - 1966)

Nafi (1900 - 1955)

Sen (1908 - 1969)

Myzejen (1909 - 1948)

Ruhije (1910 - 1948)

Mexhide (1911 - 1969)

Nella famiglia Reale faceva

parte anche Principe Xhelal

Zogu(fratellastro di Ahmed

Zogu).Tutti i membri della

famiglia reale avevano il

titolo di Principe

oPrincipessa. Secondo lo

Statuto di base del Regno

d’Albania, l'eredità del

trono divenne soltanto la

linea maschile. Prima della

nascita del principe

Alessandro, se il Remoriva

improvvisamente, tutti i

candidati per il trono erano:

Xhelal Zogu,Sali e Husen

Dohoshishti e Esat (Tati)

Kryeziu.

I dipendenti del Palazzo

Reale si nominavano direttamente dal Re Zogu e avendo due divisioni:

Civili e Militari.302

A- DivisioneCivile era costituito da: Ministero della Casa Reale,

dalMinistro, Segretario Generale, i dipendenti degli archivi, protocollo, la

macchina per scrivere.

Questo ministero presentava davanti al re attuale gli atti, preghiere, ecc.

Inoltre studiava le questioni che erano state ordinate da lui, e organizzava le

301Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 23 pg.1.

302 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.281.

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cerimonie del palazzo. Ekrem Libohova era un Ministro della Casa Reale

per qualche anno. Segretario generale con pieni poteri era Dhimiter Popa.

2 – L’ispettorato della Casa Reale era costituito dall’ispettore capo e due

ispettori. Il compito era di controllare le attività dell'amministrazione statale.

Ispettore capo dal 13 agosto 1931 fu Xhaverr YPI. Gli ispettori della Casa

erano, e Nush Bushati Harrilla Theodhosi.

3 –L’ufficio delle cerimonie organizzava tutte cerimonie protocollate del Re.

Il responsabile per l’organizzazione delle cerimonie è stato Sotir Martini.

La divisione militare eracostituita da:

1 – L’Ufficio d’Aggiustatura fissava la corrispondenza segreta del Re con i

uffici statali, la corrispondenza privata indirizzata al re,ecc.

2 - Dipartimento militare studiava gli atti che sono stati inviati, preparavano

i progetti ordinati dal re per l’organizzazione dell'esercito in tempo di pace e

la preparazione del suo uso in tempo di guerra, dando un parere sulla

situazione militare, politica - militare, il modo della mobilitazione

ecc.Studiava e preparava l'esercizio dei progetti militari.

3 - Dipartimento di gendarmeria studiava gli atti ordinati dal Re per la

gendarmeria.303

L’1 ottobre 1928, il re Zog decreta comesottocolonnello Zef Serreqin, come

Capo Aggiustatore LleshTopallaj, come aggiustatore Osman Gazepi, e in

qualità di presidente della corte reale Mustafa Curri.304

Il comandante del Garda Reale era il colonnello Hysen Selmani.

Ispettore Generale del Dipartimento Militare negli anni 1928 - 1933 è stato

Alberto Pariani, negli anni 1933-1934 Generale Riccardo Balocco e negli

anni 1934 - 1939 il colonnello Qemal Komani. Direttore del Dipartimento

della Gendarmeria era generale JocelynPercy.

303 Archivio centrale. Parlamento. 18 marzo 1931. Tirana.

304 Bollettino ufficiale. 9 novembre 1928. Tirana.

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171

Lo Staff del Palazzo Reale 1937-1939 composto di:305

Ispettore Capo Xhafer Ypi

Segretario Generale Dhimiter Popa

Responsabile delle

cerimonie

Sotir Martini

Ispettori del cortile Harilla Thedhos e

Nush Bushati

Capo aiutante Zef Zerreqi

Capo Dipartimento

Militare

Qazim Komani

Capo Dipartimento

Gendarmerie

Jocelyn Percy

Ispettore Della Guerra Fiqiri Dine

305

Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 134.

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3.9 IL MATRIMONIO DI AHMED ZOG CON GERALDINE

Dopo tante celebrazioni organizzate per il Re Zog, vediamo un’altra che è

quella del suo matrimonio con Geraldine. Dopo un lungo tempo e con tanti

sforzi Zogu era ancora il Re degli Albanesi, ma per dare forma piena del suo

regno fu decisa la scelta per il matrimonio. Nel 1938 il punto culminante è

stato il matrimonio con la contessa Geraldine.306

Dopo una richiesta preliminare, il generale ungare Konkol, ha inviato tre

fotografie della contessa Geraldine e una sua biografia, che corrisponde alla

volontà del Re. Dopo aver visto le foto della contessa Geraldine Appony,

Zogu manda in Ungheria per i colloqui e per richiedere la mano della

contessa, Jak Koci e i generali di Konkili e Gizi. Hanno avuto colloqui con

lo zio della contessa, il conte KarlAppony e con il reggente Miklos

Horti(1868-1957), quest'ultimo ha insistito sul fatto che questo matrimonio

significherebbe tanto per l’Ungheria. Mentre il consiglio della famiglia li

concede un mese per decidere la sua dote. Il generale Gizi era un uomo

buono, e ha espresso la disponibilità che mostra lo sviluppo molto cordiale

nelle opere.307

Nel dicembre 1937 è stata il primo viaggio in Albania della

contessa Geraldine, accompagnata dal generale Gizi e dalla baronessa

Ryling. Dopo un viaggio in treno fino a Brindisi, (Italia), dove continuerà il

suo viaggio con una nave verso Durazzo.

Nel porto di Durazzolo accoglie l’inviato del re, SotirMartini.308

Martini accompagnerà la contessa a Tirana, dove il re Zog la attenderà a

306 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg.603.

307Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.272.

308Josephin Dedet: Geraldina, mbretereshe e shqiptareve. Tirana 2000. pg. 129.

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Palazzo Reale, il 31 dicembre 1937.Re Zogu e la contessa Geraldine nella

prima riunione parlavano tedesco.309

Nella prossima visita della contessa al palazzo e dopo la conversazione

descritta da lei come a piede libero, il re e gli chiese se voleva essere sua

moglie, lasciando un tempo sufficiente di dieci giorni per rispondere.

Il 10 gennaio1938 la contessa ha dato una risposta positiva, accettando il

matrimonio con il Re Zog, e contemporaneamente, la prima Regina degli

albanesi nei tempi moderni.

Il Re chiede a Geraldine di non lasciare l'Albania prima del giorno delle

nozze. Durante questo periodo, contessa Geraldine ha avuto l'opportunità di

conoscere meglio il paese.

Il 30 gennaio 1938, La Casa Reale albanese ha annunciato ufficialmente

l'impegno di Re Zog, con la contessa unghereseGeraldine.

Il Parlamento Albanese nella prossima riunione, giorno reale il 31 gennaio

1938, approveràsenza alcuna obiezione il fidanzamento.310

La sua decisione è stata annunciata da esplosioni di canone.

Dopo aver annunciato la decisione, sono partiti verso il Palazzo Reale i

rappresentanti di governo, parlamento, enti locali, ecc. Dal balcone del

Palazzo Geraldine accompagnata dal Primo Ministro Kostaq Kotta,

accoglierà tante persone.

Nei primi a congratularsi il Re Zog per fidanzamento, in nome del

Presidente degli Stati Uniti Rusveld, è stato ministro (ambasciatore)

americano a Tirana, Hug Grand, il cui piacere era ancora maggiore, come la

regina madre successiva era americana. Ciò è stato rilevato dalla stampa

anglo-sassone dell’epoca.

Congratulazioni cordiali sono arrivate dai re d'Inghilterra, Italia, Norvegia,

Egitto, Svezia, ecc.

Il matrimonio reale è stato lasciato al 27 aprile 1938, come la data che

apparteneva al matrimonio di Skanderbeg con Donika, nel 1451.311

Tra gli invitati a nozze reali erail ministro degli Esteri italiano, Ciano,

inviato di Vittorio Emanuele III, Duca di Bergamo e dei rappresentanti di

tutti i paesi con sede diplomatica a Tirana.312

Per la coppia reale, in occasione del matrimonio, il cancelliere tedesco,

Adolf Hitler, ha donato una Mercedes - Benz, che era unico esemplare al

mondo solo a quella dello stesso cancelliere.

Donazioni a favore della coppia reale sono state raggiunte da altri Stati,

Italia, Francia, Ungheria e molti altri paesi.

309Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 393.

310Bernd Fischer: op. cit. pg.273.

311Arben Puto:op. cit. pg. 605.

312Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 14 pg. 105-107.

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Il matrimonio Reale avrà più rappresentanti dai paesi stranieri, ma ogni

prefettura sarà rappresentata. 313

I rappresentanti dalle prefetture:

Durresi: Kristaq Zaguridha, Ramazan Jella, Kleanthi Mineu, Hajdar Qesja.

Dibra: Dule Saçeni, Murat Kaloshi, Dine Hoxha, Jusuf Beg Selmani.

Berati: Kahreman Vrioni, Dott. Kallogjeri, Neki Ruli, Vangjel Haxhistasa.

Elbasani: Qemal Karaosmani, Aleksander Xhuvani, Shefqet Daiu, Hamdi

Sulcebe.

Korca: Tefik Panariti, Stavri Ballauri, Nuçi Mborja, Selim Mborja.

Shkoder: Gjon Coba, Faslli Ademi, Sulejman Hoti, Gjovalin Koliqi.

Kosova: Binak Krasniqi, Destat Sul Elezi, Osman Lita, Xheladin Nushi.

Vlora: av. Josif Kedhi, Kristaq Strati, Qerim Gurambardhi.

Gjirokaster: Xhemal Xheneti, Aleks Ceçi, Fejzi Selfo, Vangjel Koça.

Tirana: Rrok Berisha, Xhelo Dibra, Dott.Thanas Shundi, Beqir Kallçiu.

La comune di Tirana e il suo presidente, AbedinNepravishta, in

collaborazione con la Casa Reale, hanno organizzato un programma degno

del Matrimonio Reale.

Così le celebrazioni che hanno iniziato il 25 aprile 1938. In tutti gli edifici,

come le bandiere statali e private nazionali sono stati allevati e sono stati

ornati come per le vacanze.

In piazza "Scanderbeg" davanti al Comune di Tirana, il suo presidente, ha

tenuto un discorso dichiarandoaperti i festeggiamenti, mentre la grandine è

stata ascoltata ventuno colpi di canone.314

Dopo queste parole, una banda di ottoni suonal’inno nazionale e in seguito

che attraversano la strada "Karnarvon", il Palazzo Reale, il Palazzo della

principessa, la strada 28 novembre, Piazza Skanderbeg,di nuovo Palazzo di

Geraldine e nella piazza principale di Tirana.

313 Il giorna “Drita” 24 aprile 1938.

314Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 395.

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Ma quel giorno che era il matrimonio reale, nello stesso giorno sono stati

celebratipubblicamente matrimoni di quindici coppie di Tirana.

Nel frattempo, in tutto il paese, la famiglia realeha pagato, le spese di tutte le

coppie che si sono sposate 27 aprile 1938.

Alle 22:00 alla vigilia del matrimonio gli ufficiali della casa reale (oggi la

Lega degli Scrittori) sono stati dati una ricezione da parte del Comando di

Difesa Nazionale.

27 aprile, il giorno ufficiale del matrimonio, è stato aperto con la preghiera

in tutti i posti di culto a Tirana, al quale hanno partecipato membri del

governo, il Parlamento, capi di Budapest e di Vienna, ecc.

Erano presenti anche i parenti di Geraldine, nonna, madre, fratelli Gi e Jula,

la sorella Silvana e altri parenti.

In questa cerimonia, tre sorelle di Zogu e tre strette amiche di Geraldine

sono presentate con il loro velo traslucido.

Al Palazzo Reale, la cerimonia è iniziata con l'incoronazione del

matrimonio, associato con l'evacuazione di 101 colpi di canone e dal

trambusto di oggetti di culto.

Il certificato di matrimonio, è stato redatto in due originali ed è stato firmato

dal re, e della regina, Hikmet Delvina, Andrea Satciu.

I due testimoni per il Re erano; il conte Ciano e il principeAbid.

I due testimoni per la Regina erano;l'ambasciatore ungherese in Albania ed è

unasua cugina.315

Il conte Ciano era stato invitato a fare da testimonio. Il re d'Italia aveva

desiderato che alle nozze fosse presente anche un membro di Casa Savoia e

aveva prescelto il duca di Bergamo.

Il palazzo reale per lasciare posto ai numerosi invitati, era stato ampliato sia

pure con opere provvisorie. Il quadro della cerimonia fu grandioso: lo

rallegrava anche la presenza di molti parenti della sposa che indossavano i

ricchi costumi dell'aristocrazia ungherese. Era fraloro una numerosa e lieta

rappresentanza dell'avvenente gioventù femminile di Budapest venuta a

festeggiare l'amica che saliva ai fastigi di una corona. Il sorpassato splendore

di queste parentele conferiva tuttavia alla cerimonia una nota malinconica di

contrasto colla realtà.

Assistevano il corpo diplomatico al completo, i membri del governo

albanese e i rappresentanti del parlamento delle forze armate e delle alte

magistrature dello Statotutti in abito da cerimonia. Erano presenti giornalisti

di vari paesi.

Fra gli invitati italiani erano;Giovanni Ansaldo, direttore del “Telegrafo”,

Guido Barone della “Stampa”, Virgilio Lilli del “Corriere della Sera”,

Francesco Maratea del “ Messaggero” e Orio Vergani.316

315 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 605.

316 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg.79.

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Il Re, in alta uniforme di comandante dell'esercito, precedé il corteo dando il

braccio alla sposa in abito bianco e con lunghissimo strascico sorretto da

ufficiali della guardia. Veniva dopoda lui, il duca di Bergamo e i due

testimoni dello sposo: il conte Ciano e il principe Hamid, figlio dell'ultimo

sultano turco. Dietro di loro i due testimoni della sposa: il barone Villani

ministro di Ungheria a Roma e il Conte Karolyi zio della sposa.317

La fanfara

della guardia suonò l'inno reale albanese e quello ungherese.

La cerimonia del matrimonio, celebrato solo civilmente, fu limitata alla

lettura dei tre articoli del codice, corrispondentia quelli del vecchio codice

civile italiano, fatta dal presidente della Camera che chiesto l'assenso degli

sposi, li dichiaròuniti in matrimonio. Ebbe poi luogo una colazione a palazzo

reale. In legazione si era sperato che la visita a Tirana del ministro degli

Esteri per i festeggiamenti del matrimonio potesse servire ad appianare i

nuovi ostacoli sopraggiunti sulla via di un definitivo e fiducioso indirizzo di

re Zogu sia verso l'Italia e sia verso il benessere del suo popolo. Ma la

presenza di numerosi invitati, la difficoltà per una piccola città com’era

alloraTirana di ospitare tante personalità, le complicazioni create

dall'ingresso nella famiglia mussulmana di re Zogdi unaragazza di altra fede,

furono tutti elementi che contribuiranno a turbare l'atmosfera.

Il duca di Bergamo partì malcontento per alcuni gravi errori di cerimoniale

compiuti dalla corte di Zog nei suoi riguardi. Ciano fu irritato dall’ostentata

noncuranza e dalla non celata scortesia delle sorelle di re Zog verso lui.318

Durante la colazione alcuni apprezzamenti di signorine ungheresi oltre che

delle sorelle del re specie a proposito di paragoni fra l’azione svolta in

Albania dall'ex duplice monarchia e quella svolta dall’Italia, suonarono

offensivi per l'Italia. Fu evidente che le sorelle del re volevano sia far notare

la loro soddisfazione per il mancato matrimonio del fratello con una giovane

italiana, e sia dar risalto, nella cerimonia di quel giorno alla speranza che

stesse per iniziarsi un periodo di svincolo dell'Albania dall'intimità dei suoi

rapporti con l'Italia. Conoscendo l'unione spirituale che esisteva fra il re e le

sorelle, tutto ciò non poteva non fare una certa impressione.319

Un episodio sgradevole colpi gli intervenuti al ricevimento offerto al Circolo

delle Forze Armate: l'ingresso del duca di Bergamo e del conte Ciano fu

salutato dalla fanfara della guardia con la marcia reale, ma questa fu fatta

cessare improvvisamente e in modo deplorevolmente appariscente, subito

dopo le prime note, dal comandante dell’esercito albanese, generale

Aranitas.320

A contrasto, egli organizzò una vivace manifestazione di

esultanza, al suono albanese per l'arrivo delle sorelle del re. Fu durante il

317Bernd Fischer: op. cit. pg. 274.

318 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg.79.

319Bernd Fischer: op. cit. pg. 275.

320 Francesco Jacomoni: op. cit. pg. 80.

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soggiorno del duca di Bergamo e del conte Ciano tutto un susseguirsi

d’incidenti voluti o casuali, fra la famiglia reale e le personalità al re più

vicine da un lato e i rappresentanti del sovrano e del governo d'Italia

dall'altro. Questi incidenti che si producevano in ambienti ufficiali colpivano

maggiormente perché al principe reale e a Ciano a ogni loro apparizione.

Nelle vie della città erano invece tributate le più calde ed entusiastiche

accoglienze. Il giorno del matrimonio fosse caso o intenzione, i fiori che

secondo gli ordini impartiti sarebbero dovuto essere gettati nell'automobile

del re, coprirono invece la vettura della legazione. A questi episodi che

proiettavano luci contrastanti sulle relazioni itale-albanesi, se ne

aggiungevano altri che interessavano i rapporti fra re Zog e il suo popolo.

Durante la cerimonia delle nozze e durante la colazione fece sensazione il

vuoto dei posti che erano stati riservati all'Episcopato cattolico. All’ultimo

momento forse su istruzioni del Vaticano loro avevano deciso di astenersi

nella cerimonia e di non riconoscere valide le nozze. Quest’atteggiamento

del clero cattolico si manifestava mentre i mussulmani più ferventi facevano

a loro volta sentire il loro malcontento per il matrimonio del re con una

ragazza che non divideva la loro fede. Non mancavano inoltre, gli albanesi

che indipendentemente dalla fede religiosa ponevano in risalto la modestia

dell'apporto politico e finanziario che il matrimonio recava a un paese

bisognoso di tutto. E ciò nonostante la bellezza, la grazia e la gentilezza

d'animo della sposa che tante erano piaciute al re. Né la regina avrebbe

potuto far valere in seguito queste sue doti dinanzi al popolo data la

semisegregazione cui la sottoponevano le usanze mussulmane. Partito il

sovrano in viaggio di nozze per Durazzo alla mente di chi rimaneva a

meditare sugli avvenimenti dei giorni trascorsi, appariva chiaro che essi

avevano segnato un raffreddamento nei rapporti fra re Zogu e il governo

italiano e in pari tempo fra re Zogue il suo popolo. Quest'ultimo invece non

soloper mezzo dei suoi esponenti a Tirana ma anche per numerose

delegazioni affluite da tutto il regno alla capitale, aveva dato le più chiare

manifestazioni di simpatia e di fiducia ai rappresentanti dell'Italia.Dopo

l'ammissione al pranzo tal caso, i nei sposati sono andati a Durazzo, dove

rimasero per circa sei mesi.321

Le celebrazioni sono continuate a Tirana. Le attività erano trasmesse dalla

radio Tirana ed è stato girato dagli operatori dell'Istituto "Luce". In onore

della Regina la strada "Reale" è stata nominata da 13 giugno, col nome

diGeraldine.322

321 Il giornale “Drita” 5 novembre 1938.

322 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.396.

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3.10 LA CONTESSA GERALDINE APPONYI DI NAGY-

APPONYI(6 AGOSTO 1915 - 22 OTTOBRE 2002)

Contessa Geraldine Margit Virginia Olga Maria Apponyi di Nagy-Apponyi,

Fu Regina Geraldine degli Albanesi.

Nacque il 6 agosto 1915 a

Budapest (Ungheria).323

Suo padre fu Giulio Conte

Apponyi di Nagy-Apponyi, nato il

15 agosto 1873 a Nagyappony, ora

Slovacchia, morto il 27 maggio

1924 a Budapest.

Sua madre fu Gladys Virginia

Stewart (nata il 18 luglio 1891 —

morta il 19 novembre 1947),

Americana, figlia di un milionario

della Virginia e parente lontano dei

Presidenti degli Stati Uniti Richard

Nixon e George W. Bush.324

Il nonno paterno di Geraldine,

Ludovico (o Lajos) Appony,(nato

il 2 maggio 1849 a Baden presso

Vienna, morto dicembre 1909 a

Budapest), fu un alto ufficiale

nella Corte degli Asburgo.

Il nonno materno di Geraldine,

John Henry Stewart (1831- 1892)

fu un diplomatico con la carica di

Console Americano ad Anversa,

Belgio.

I genitori di Geraldine si

incontrarono a Parigi nel 1912 durante un banchetto nell'Ambasciata Austro-

Ungarica e si sposarono nel 1914.325

Quando l'Impero Austro-Ungarico si

dissolse, la famiglia andò in Svizzera.

Nel 1921 essi ritornarono in Ungheria. Comunque, quando il padre di

Geraldine morì, sua madre decise di portare i suoi tre figli (Geraldine,

Virginia nata nel 1916 e Giulio (1923-1946) con lei nella residenza di

Mentone, nel sud della Francia. Quando la madre di Geraldine sposò un

funzionario francese, la famiglia di suo padre insistette affinché i figli

323Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).D.416 F. 20 pg.2.

324 Giorgio Martucci: Albania 1912 – 1937. Acustiva Edizione. Brindisi 2006. pg.78.

325Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.271.

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risiedessero nella casa della nonna in Ungheria per ricevere l'educazione in

quel Paese.

La madre fu d'accordo. Essi furono educati presso la “Scuola del Sacro

Cuore” a Pressbaum il vicino a Vienna. I figli trascorrevano le loro vacanze

nella casa della nonna e nella residenza dei loro zii.326

Il 27 aprile 1938 Geraldine sposò a Tirana Re Zogu I degli Albanesi. La

contessa era cattolica e il re era musulmano; essi si conobbero quando lei

lavorava vendendo cartoline ai visitatori del “Museo Nazionale” di

Budapest. Lei era conosciuta come la “bianca Rosa d'Ungheria” e fu elevata

al rango reale di Principessa Geraldine d'Albania prima delle nozze.

Il regno di Zogu terminò con l'invasione dell’Albania da parte dell’Italia

nell'aprile 1939.

Dal 1946 visse in esilio in Grecia, Turchia, Inghilterra, Egitto, Stati Uniti,

Francia, Rhodesia, Spagna e, infine, in sud dell’Africa.

Il 9 aprile 1961, alla morte di Zogu morì nell'Alta Senna, Francia, nell’età di

65 anni.

Geraldine ebbe un solo figlio, il principe Leka Zogu, nato il 5 aprile 1939,

dichiaratosi Re Leka I degli Albanesi.

Nel giugno 2002, Geraldine fu invitata da 40 membri del Parlamento

Albanese per ritornare dal Sud Africa a vivere a Tirana. Lei ritornò, ma

continuò ad asserire che suo figlio, Leka I, è il legittimo pretendente al trono

d'Albania. Apparentemente come conseguenza del cambio di clima, accusò

problemi respiratori, per cui fu curata in un ospedale francese in Agosto

2002.

Il 22 ottobre 2002 Geraldine morì all’età di 87 anni nell'”Ospedale Militare”

di Tirana, dopo aver sofferto per ricorrenti problemi polmonari e per quattro

attacchi cardiaci.327

Fu sepolta a cura della “Casa Centrale dell’Esercito” e con i massimi onori,

compresa l'orazione funebre nella “Cattedrale di San Pietro” a Tirana, il 26

ottobre 2002, e riposa nel cimitero pubblico di Sharra, Albania, nel settore

dei VIP.

326 Kastriot Dervishi: pg. 394.

327 Giorgio Martucci op. cit pg. 80.

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3.11 IL PREZIOSO REGALO DÌ HITLER

Il 27 aprile 1938, il giorno in cui la cerimonia del matrimonio di Re Zog

d'Albania con la contessa Geraldine d'Ungheria, un’automobile alta e

anormalmente lungo, con un colore scarlatto, che lampeggia sotto il sole

come un gioiello, è stato allineato nei pressi di un carrello con quattro cavalli

bianchi.

È stata una Mercedes Benz

“Grosse”Maggiore è appena

uscita dalla fabbrica, uno dei

doni più preziosi per il

matrimonio, firmato da Adolf

Hitler, cancelliere tedesco che

poi sarà ricordato per tutto

negativo per il resto della storia

dell'umanità.328

Una vettura che poi avrebbe avuto una storia molto avventurosa, il monarca

albanese, come lui scappava da uno stato all'altro, all’inseguita dall'ombra

dei fascisti italiani, è stato espulso con la forza dal trono il 7 aprile 1939,

quasi un anno dopo il matrimonio.

Proprio questa macchina donata da Hitler, il più forte alleato degli italiani in

quel momento, servirà alla coppia reale in due anni come una casa

permanente, durante il loro spostamento attraverso le strade d'Europa.

Poche settimane dopo, del 2 maggio 1939, la stessa macchina invierà la

coppia reale a Istanbul, dove il governatore della città aveva ricevuto Zog,

con tutti gli onori e, soprattutto, parlava con un tono anti italiano. Anche il

presidente turco Inonu ha ricevuto Zogu in un’udienza privata. Ma anche in

Turchia, il re Zog non si sentiva al sicuro. Nella mente di Zogu per garantire

la sua vita è visibile solo set delle superpotenze europee contro il fascismo,

come la Francia e l'Inghilterra.

L’1 luglio, la famiglia reale insieme a Mercedes è stata caricata in un

piroscafo che ha portato a Costanza in Romania. Dato che Zogu aveva preso

la garanzia anglo-francese, Il Re Carol ha concesso il permesso loro di

rimanere nel castello di Peleshi.

Paradossalmente, il crollo del trono Zog era diventato un amico piacevole

per alcuni capi di stato stranieri, ma ormai era diventato una vittima

simbolica di asse Berlino-Roma-Tokyo.

Ha cercato di convincere Carol che il maggior rischio per la Romania era

rappresentato da Hitler e Mussolini e non Stalin.

328Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.271.

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Quattro giorni dopo, il viaggio è iniziato ancora una volta, prossima

destinazione di Polonia. Con l'arrivo a Varsavia, Zogu è stato coinvolto in un

incidente d'auto, dove la mente ha perso la vita cercando di evitare un

avviamento folla polacca.

Vedendo che nulla di grave è successo, Zogu ha deciso di girare intorno alla

città e visitare musei. Poi affittato alcune auto che viaggiavano in Lituania,

Lettonia ed Estonia per placare la sua curiosità per questi tre piccoli Stati.

Il 17 luglio di nuovo imbarcato nella macchina, già riparato a Riga parte per

andare in Svezia. Nella conferenza di Stoccolma ha dato la sua conferenza

stampa per prima volta dopo l'espulsione dall'Albania. Seduto dietro un

tavolo dove la bandiera albanese era evidente, ben vestito come mai prima,

Zogu ha detto che ogni albanese aveva il compito di lottare per la libertà del

suo paese.

Famiglia reale da Svezia ha viaggiato verso Copenhagen e poi ad Anversa,

in Belgio. In France finalmente è radunata a Versailles, dall’8 agosto

1939.329

In Francia, Ahmed Zog cercò di dominare il fattore albanese e influenzato le

grandi potenze di organizzare un fronte anti italiano in Albania.

Il 10 maggio 1940 la Germania nazista attaccò la Francia. Così Zogu si

diresse verso il sud della Francia, in alcune città i cui porti continuano

evacuazione.

Quando è stata bombardata Bordeaux, Zogu scese a sud, a Bajo, su consiglio

della Marina britannica. Anche se ci ha dovuto abbandonare più conviviali

paesi alleati, pensava che la Spagna sarà in grado di ottenere visti per le sue

sorelle. Ma Franco rifiuto.

Una volta, quando sono stati avvicinati di più, Zogu non è mosso dalla

macchina cercando di calmare Geraldine da una mentalità che sembra

albanesi troppo vecchio dicendo: "Non temere, nessun soldato tedesco non

ha colpito persone su una macchina come quella di Hitler".

Era il crepuscolo e l'ultima barca era quasi piena, quando gli ufficiali della

Marina britannica hanno sentito il rumore di un'auto, che si avvicina. Era la

Mercedes gigante della famiglia reale albanese. Ma non era facile trovare

posto nell’ultima nave. Tutti i trattati non riescono ad avere successo e solo

dopo che gli ufficiali britannici aprono il loro cuore e fanno poco posto in

piedi per la famiglia reale. Era il tempo in cui più caro di tutto era la testa.

Cosi il Benz viene rimase nella sabbia.

Il mattino la nave si parte.

La Mercedes rossa ha cominciato a diminuire nella riva, come una creatura

di spirito che pronuncia "addio" dopo una missione compiuta.

329 Rivista “Klan” 8 dicembre 2006.

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QUATTRO REGALI PER IL MATRIMONIO

Quattro personaggi VIP hanno inviato regali costosi per le nozze di re Zogu.

Il Mercedes Benz inviato da Hitler.

Un carro trainato con quattro cavalli bianchi lipizzani dono dell'ammiraglio

Horthy,reggente d'Ungheria.

Il Re Vittorio Emanuele d'Italia gli invia un cavallo drago statua di bronzo e

alcune ceramiche inviate da Mussolini.330

330Bernd Fischer: op. cit. pg. 275.

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3.12 IL POST MATRIMONIO

Il conte Ciano nei giorni trascorsi a Tirana non aveva nascosto ilsuo

malcontento nemmeno all'ufficiale della guardia reale che era stato posto.331

Egli lo vedeva ormai da un solo punto di vista: quello del pericolo di

stabilirsi in Albania dell’influenza tedesca. Per impedire questa, egli era

perfino disposto a trattare con la Jugoslavia per la spartizione dell'Albania.

Non teneva sufficientemente conto delle scarse simpatie che l'aristocrazia

ungherese nutriva per il nazismo. Non sospettava che alcune mancanze di

riguardo che egli aveva risentito in quei giorni erano forse da attribuirsi alla

reputazione di filonazista che egli godeva in Ungheria nel paragone con

l’attività svolta colà in passato dal sottosegretario Suvich. Non errava invece

nel ricordare il grande prestigio che l'Austria godeva in Albania per il

costante appoggio che Vienna aveva dato ai moti albanesi per l'indipendenza

nazionale.332

Ritenni in quel primo momento che fosse solo un fatto di amor proprio

personale che lo avesse indotto a riesumare i concetti che al tempo della

prima guerra mondiale avevano ispirato il trattato di Londra e il patto Tittoni

-Venizelos nei riguardi dell'Albania. Gli avvenimenti degli ultimi giorni e

tutto quanto erano avvenuti in occasione del matrimonio reale non era stato

piacevole per l’Italia.

Secondo Ciano, avvisava Jacomoni che convenisse ancora trattare con re

Zogu e tentare, fino all'ultimo, di agire su di lui, spronandolo a riforme

sociali che gli conciliassero il suo popolo e che in pari tempo accattivassero

sempre più a noi il favore degli albanesi. Essi sapevano da chi veniva

l'incitamento alle auspicate riforme. Era in queste riforme che vedeva

rimedio ai tentativi che le nuove parentele del re potevano compiere sia a

favore della Germania e sia a favorevole di quanti volevano che la corte

conservasse il suo carattere orientale e assolutistico.

La migliore garanzia dell'integrità etnica dell'Albania sarebbe stata

l'atteggiamento che avrebbe tenuto verso l’Italia il popolo albanese.

Jacomoni doveva condurre una politica che entro un anno avesse posto il re

di fronte alla necessità di prendere una posizione netta. A luisi richiedeva in

pari tempo, per il caso che la decisione di Zogu fosse contraria di provvedere

che non andasse perduto, anzi fosse consolidato quel favore che il popolo ci

aveva chiaramente dimostrato nel contegno della folla e nelledichiarazioni

dei suoi massimi esponenti, comprese molte personalità vicinissime a Zogu.

Subito dopo quest’udienza Jacomoni è stato chiamatodal capo di gabinetto

Ottavio De Peppo,che era funzionario di vecchia tradizione diplomatica con

331 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 605.

332Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.

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la quale era in ottimi rapporti fin dal tempo della Conferenza della Pace a

Parigi nel 1919.333

Ottavio De Peppo si spiega per fare comprendere che l'atteggiamento di

Ciano contro re Zogu non era il frutto del suo viaggio a Tirana, ma aveva

trovato nel viaggio stesso solo un pretesto. La decisione di Ciano risaliva al

momento dell'Anschluss austriaco. Essa aveva dovuto da un lato al pericolo

che poteva rappresentare per l'Italia una vivace ripresa d’iniziative tedesche

nei Balcani con l’apporto delle influenze che l’Austria vi conservava,

dall'altro a motivi di prestigio italiano in quei paesi.

A conferma di quanto gli aveva detto, De Pepo si lesse alcuni brani del

rapporto che Ciano aveva consegnato Mussolini il 2 maggio 1938, e cioè

immediatamente dopo il suo ritornò dall'Albania. Anche dalla rapida scorsa

che poteva dare al documento,era apparentemente particolareggiato per tutto

quello che serviva sia a dimostrare l’importanza strategica ed economica

dell’Albania e sia a porre in luce la scarsa fiducia che si poteva avere in re

Zogu. Era fatto di pensare che il rapporto non potesse essere stato redatto

dopo il ritorno dall’Albania. Per giustificare eventuali mutamenti

d’istruzioni, che il ministro era solito limitarsi nei suoi colloqui con i capi

missione all’estero, a dir loro solo quel che era indispensabile che sapessero

per l’azione da svolgere nei paesi in cui erano accreditati. Ebbi purtroppo

due anni dopo in occasione della campagna di Grecia la conferma che le

istruzioni di Giano apparentemente episodiche si collegavano spesso a

decisioni da lui prese da tempo nella cornice di qualche vasto programma.

De Peppo riteneva che Jacomoni dovesse per il momento proseguire la sua

azione per il riavvicinamento dei due paesi. Zogu avrebbe potuto, col

procedere tranquillizzare Ciano sul pericolo di un'invadenza tedesca in

Albania. Quest’intimità avrebbe potuto dare a Ciano anche soddisfazioni di

prestigio.

Jacomoni era chiaramente detto che un’affermazione Italiana possibilmente

di carattere definitivo e totalitario, avrebbe a controbilanciare nei confronti

del mondo balcanico. L’innegabile aumento di peso acquistato colà dal

Reich seguito alla realizzazione dell'Anschluss. Nello stesso rapporto era

detto che “l'atteggiamento dei tedeschi e alcune non indispensabili

dichiarazioni fatte recentemente alla stampa dallo stesso Zogu lasciano

ritenere che a Berlino si pensi di riprendere in nome proprio il ruolo in altri

tempi giuocato da Vienna, e che chi comanda ora a Tirana non sia

dogmaticamente ostile a questo programma”. Ciano aggiungeva che non

bisogna dimenticare quella che fu prima della guerra la posizione

dell'Austria nel mondo albanese. 334

Molte tracce sono rimaste nelle tendenze

nei gusti, nelle abitudini della classe dirigente di Tirana. Lo stesso re parla il

333 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg. 83.

334Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.

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tedesco correntemente, anzi è la sola lingua straniera che egli parla Ciano

proseguiva;il Reich rafforzato dall’eredità austriaca potrebbe riprendere la

sua offensiva per guadagnare in Albania quelle posizioni economiche e

politiche cui apertamente tende.

Aggiungeva che il nome prestigio e i interessi dell’Italia, presenti e futuri,

non possono tollerare invadenze di stranieri, né sarebbe prudente attendere

che la minaccia, che ora appena si disegna, e venisse nettamente a

sagomarsi. Le opere italiane, della cui singolare importanza bisogna sbarcare

in terra albanese per rendersi conto appieno, dovranno trovare al momento

opportuno il suo compimento attraverso l'annessione dell'Albania all'Italia.

Molte ragioni e di ogni ordine determinano la necessità di un tale

avvenimento. Il rapporto terminava cheper tracciare la futura linea di azione

in Albania sembra convenga tener presenti tre possibilità: quella di un

allacciamento sempre più stretto del paese attraverso vincoli economici che

finiscano per giocare anche nel settore politico; quella di una spartizione

d’accordo con la Jugoslavia e forse anche con la Grecia; quella

dell’annessione, attraverso un’unione personale.

La prima possibilità era considerata “non definitiva e soggetta all’eventualità

di quelle interferenze e quella che Jacomoni ha detto in precedenza”.

La seconda possibilità, secondo Ciano sia quella della spartizione appare da

un punto di vista diplomatico la più facile delle soluzioni radicali del

problema albanese. La Jugoslavia potrebbe accontentarsi di una rettifica di

confini a nord che le desse il controllo di tutto il lago di Scutari, e di una

dichiarazione di rinuncia ai diritti sul Kosovo; la Grecia di un

arrotondamento della frontiera verso Santi Quaranta di fronte a Corfù. Nei

riguardi della terza possibilità Ciano scriveva che a questo

fine“bisognerebbe sfruttare come elemento fondamentale il dissenso fra

corte e popolo fomentarlo con mezzi adatti e accentuare i contrasti che già

appaiano nella stessa famiglia reale”.335

I Colloqui tra Ciano e De Peppo con la convinzione che si apriva ormai un

nuovo periodo molto difficile nei rapporti italo - albanesi. Soprattutto si

andava verso uno scontro quasi personale verso due uomini: Zogu e Ciano.

Zogu, ormai messo in sospetto dall’atteggiamento di Ciano durante il recente

soggiorno a Tirana; avrebbe fatto ricorso a ogni sorta di artifici per

imbrogliare le carte e tentar di ottenere, presso altri Stati, aiuti a contrappesi

che diminuissero l’influenza italiana.336

Ciano anche a seguito dell’antipatia che egli cominciava a risentire.

Il dovere di Jacomoni era quindi chiaramente quello di salvaguardare

l’indipendenza e l’integrità del paese. A questo fine occorreva anzitutto fare

il possibile per conservare il trono a Zogu, inducendolo a tenere una linea di

335 Francesco Jacomoni: op. cit. pg. 85.

336Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.

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condotta che chiaramente addolcisse i suoi rapporti col proprio popolo e con

l’Italia. L’abbandono del potere da parte di Zog poteva favorire il

compimento di disegni pericolosi da ogni punto di vista.

La soluzione migliore per il problema dei rapporti con l’Albania era sempre

quella che rispondeva alla concezione originaria del ministero Italiano: una

collaborazione fra Stati indipendenti e sovrani attuato con forme che fossero

in armonia con i caratteri umanitari di larghi strati del popolo italiano.

Con questa visione, quasi cosciente, Zogu era stato posto sul trono d’Albania

e vi era stato fino allora mantenuto. Si sperava che egli abbia finito per far

sua l’idea di una collaborazione internazionale che non solo salvaguardasse

l’Albania come stato indipendente e sovrano, ma ne moltiplicasse le energie

e le risorse. L’allontanamento di Zogu dalla direzione della vita politica

albanese poteva costituire, per quegli italiani che fossero stati inclini alle

soluzioni violente e semplicistiche dei problemi internazionali, la tentazione

di annettere l’Albania all’Italia o di darle un regime coloniale. Se ne sarebbe

fatto, nella migliore delle ipotesi, o una provincia in perpetuo stato di

ribellione o un possesso veramente malfido.337

Di fronte alla complessità dell’azione che era richiesta alla legazione a

Tirana, era evidente che la situazione in Albania sarebbe divenuta tanto più

difficile, quanto più si fosse intensificata l’attività degli avversari di Zog.

D’altra parte se avesse apertamente combattuto quest’attività, l’Italia

avrebbe corso il pericolo di essere coinvolta nel malcontento che andava

crescendo contro il re. Già gli oppositori albanesi più infiammati di zelo

rivoluzionario e i fuorusciti in Francia e in Svizzera si erano messi in

contatto con elementi fascisti, senza rendersi conto del contributo che essi

potevano portare ai nemici dell’indipendenza albanese. Si aggiunga che in

Albania, il funzionario italiano Giovanni Giro che, fortemente appoggiato da

Ciano, era stato inviato a Tirana per organizzare un’associazione della

gioventù albanese con scopi essenzialmente sportivi e di avviamento al

lavoro, non nascondeva la sua delusione per lo scarso o nessun interesse che

Zog dimostrava per i suoi progetti.338

Quell’organizzazione poteva divenire, proprio come temeva Zogu, il punto

d’incontro dei malcontenti in vista di azioni notevoli, temute dalla legazione

perche potevano far perdere all’Italia il favore popolare.339

Si andava certo

incontro a una situazione caotica irta di ambiguità. Molti interessi personali

e di gruppi sarebbero entrati in gioco con i loro riflessi sulla politica interna

dei due paesi, accrescendo la confusione. Non sarà facile riprodurre in

questo scritto gli ondeggiamenti di fatti che anche allora non sempre ci

sembrava di seguire un filo logico, dato l’ignoranza in cui la legazione

necessariamente si trovava delle ripercussioni che avvenimenti

337 Francesco Jacomoni: op. cit. pg. 85.

338Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.282.

339Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 143 D .803 pg. 1-3.

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internazionali di ordine generale avevano sugli stati d’animo di Mussolini e

di Zogu. Rimangano ancor oggi zone d’ombra sul loro vero pensiero nel

lungo, penoso hanno trascorso fra il matrimonio di Zogu e la proclamazione

dell’Unione italo - albanese nella persona di Vittorio Emanuele III.

A Tirana, tutti ebbero la sensazione che il popolo albanese, la cui sensibilità

politica era affinata dai secoli di servaggio e di tormentata vita politica,

aveva intravisto la frattura che si era aperta fra i due governi e si sforzava di

trarne partito per migliorare la sua esistenza, per assicurarsi con l’ansia di

chi ne era stato lungamente privo, quel progresso civile cui anelava e che

sapeva potergli venire solo da un saldo rapporto con l’Italia. In tutte le classi

sociali si lamentava l’atmosfera di diffidenza che era nell’aria e che

scoraggiava ogni iniziativa. Erano già in ebollizione tutti quelli che avevano

contrastato, negli anni precedenti. Il regime di Zogu e tutta la famiglia, che

aveva avuto vittime sia nelle rivoluzioni dei Dukagjini e di Fieri e di

Argirocastro e sia negli altri moti sia, in media avevano turbato, ogni due

anni, il regime di Zogu.

Si agitavano le famiglie dei fuoriusciti all’estero e in generale tutti coloro,

ufficiali, impiegati, commercianti, professionisti, che si ritenevano lesi da

pretese ingiustizie personali. I malcontenti si univano a essi quanti si

consideravano danneggiati dalla scarsa linearità della politica albanese cui si

attribuiva l’irregolarità nel pagamento degli stipendi, sospesi talvolta per

mesi e l’incerto andamento degli affari e delle iniziative dei singoli. Fu

necessario svolgere subito un’azione per invitare alla calma e alla pazienza

senza togliere la speranza di novità, cosi come ingiungevano le istruzioni di

Roma.

Fu evidente che anche Zogu aveva avuto sentore della situazione. Fu

cambiato il ministro dell’Economia Nazionale, Terenc Toci, che aveva

dimostrato chiara visione dei vantaggi che potevano venire all'Albania dallo

sviluppo di attività complementari a quelle italiane, non solo nel campo

industriale, ma anche in quello agricolo.340

Segui il viaggio in America delle

sorelle di Zog accompagnate dal padrino Abdurrahman Mati, viaggio che,

per la partecipazione di quest’ultimo, fu collegato a progetti d’investimenti

finanziari in America.Furono chiamati a conferire a Tirana vari capi

missione albanesi all’estero. Da Parigi giunsero notizie di trattative cola

iniziate del governo albanese per un grosso prestito che permettesse

all’Albania di rinunciare all’appoggio finanziario dell’Italia. Roma fu

avvertita che una notevole attività, non favorevole, era svolta con ambienti

della Corte anche dalla legazione di Germania e soprattutto da parte del suo

segretario. Von Scheiger, ex ufficiale austriaco che risiedeva in Albania da

340(A.Q.SH.) F. 152 D. 265 anno 1936.

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oltre venti anni. Il ministro Von Panwitz venne in seguito a comunicare di

aver avuto istruzioni di non intralciare l’opera della legazione italiana.341

Il contegno del re nei riguardi dell’Italia appariva in contrasto con queste

informazioni. Egli proponeva di interessare Roma all’elevazione della

legazione italiana al rango di ambasciata, naturalmente con reciprocità a

Roma, per meglio marcare l’intimità dei rapporti fra i due paesi e per dare al

rappresentante dell’Italia in Albania la posizione di decano del corpo

diplomatico. A proposito della situazione internazionale, che nel settembre

del 1938 faceva temere lo scoppio di un conflitto europeo.

Inoltre il re appariva meglio disposto verso le concessioni minerarie,

secondo la promessa fatta a Ciano.342

Egli il re aggiungeva l’espressione del

desiderio che a questa concessione si collegasse con un gran numerodi opere

di bonifica della paludosa costa albanese. In omaggio a questo desiderio di

re Zog si recò in Albania il senatore Prampolini.

L’impressione che trasse il senatore Prampolini dai suoi primi colloqui col re

fu che questi in realtà non desiderassero di giungere a una conclusione, per

quel che riguardava le opere di bonifica, ma che volesse solamente,

abbinando il problema con la questione delle concessioni minerarie, ritardare

queste ultime.

Si sviluppavano intanto i contatti culturali e sociali degli italiani con i

migliori ambienti albanesi.

Era decisa la creazione di un circolo italo - albanese che fu intitolato a

Skanderbeg e che doveva avere un suo parallelo a Roma sotto la presidenza

dell’ambasciatore Cerruti che da poco, per collocamento a riposo, aveva

lasciato la sede di Parigi.

Per affrettare l’esecuzione di questa iniziativa, fu fatto venire a Tirana

l’ingegner Pater che propose la costruzione, con materiale prefabbricato, di

un grande edificio dove oltre a un circolo con grandi sale di lettura e da

ballo, avrebbe trovato posto un teatro capace di varie migliaia di spettatori.

Si comincio a vagheggiare anche l’idea di creare un Istituto di alti studi

albanesi aperto agli studiosi di lingua e di letteratura albanese da ogni parte

del mondo.

Il 6 dicembre 1938 Mussolini approva il progetto dell’occupazione in

Albania.343

Nel dicembre del 1938 divenivano sempre più frequenti, grazie anche agli

accresciuti contatti con ambienti culturali, le notizie sulle sempre maggiori

difficoltà che il re incontrava a dominare insofferenza delle classi più elevate

del popolo albanese verso il regime.

341Francesco Jacomoni: op. cit. pg. 86.

342Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.

343 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.399.

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Qualche misura di polizia, come il confino a Kruja di un noto giornalista

italofilo, Vasil Alarupi aveva destato forte malumore; i fuorusciti residenti a

Vienna, a Parigi e a Ginevra avevano formato un gruppo di azione deciso ad

agire al più presto.

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3.13 LE TENSIONI INTERNAZIONALI

I tempi stringevano a mano a mano che l’atmosfera internazionale si faceva

più oscura.

Il 30 settembre 1938 era stato firmato l'accordo di Monaco che obbligava la

Cecoslovacchia a cedere alla Germania il territorio dei Sudeti. L’11 gennaio

1939 si era avuta a Roma la visita del presidente del Consiglio della Gran

Bretagna, Neville Chamberlain, accompagnato dal ministro degli Esteri Lord

Halifax.344

Ciò persuadeva sempre di più la legazione della necessità di ogni cautela,

siccome l'accordo di Monaco, considerato come un’incruenta vittoria

dell'Asse, sembrava incoraggia molti albanesi a soluzioni notevoli che

ponessero fine alle ingiustizie di cui si ritenevano vittime da parte del loro

sovrano.

L'impegno assunto dall’Italia nei riguardi dell’Inghilterra il 16 aprile 1938

con l'accordo Ciano - Perth, non poteva d’altra parte non essere una remora

all’azione italiana in Albania.345

Essa sembrava doverci condurre verso

formule che pur dando soddisfazione alle richieste albanesi, mantenessero

sul trono re Zogu. Ed evitassero comunque ogni modificazione della

sovranità albanese. Quel documento influenza fortemente l'opera dei

funzionari italiani a Tirana prima e dopo l’unione itala - albanese.346

Dalla necessità evidente di non contravvenire agli impegni presi dall'Italia,

ebbe origine la maggior parte dei successivi contrasti con gli ambienti di

Roma che stentavano a persuadersi non della convenienza, ma dell’assoluta

necessità di mantenere in vita una “sovranità albanese”, con tutte le

conseguenze che essa comportava.

Ciano da qualche tempo si dimostrava convinto che la soluzione della

situazione albanese dovesse venire da un’aperta rivolta delle popolazioni,

specie di quelle montanare che erano le più insofferenti del regime di Zogu.

Egli, contava per creare sommosse, sull’azione dei fuorusciti albanesi che

erano nemici giurati del re, e che avevano largo prestigio negli ambienti

intellettuali. Egli non temeva la ripercussione internazionale di una

rivoluzione in Albania. Si riteneva che in base alle disposizioni della

Conferenza degli ambasciatori nel 1921, una rivoluzione in Albania ci

avrebbe autorizzati a intervenire.

La situazione diveniva di giorno più precaria. Le istruzioni di Ciano,

complesse e imprecise, rischiavano di divenire fonte di ogni sorta

d’incognite. I capi locali di maggiore importanza e più vicini all’autorità

italiana insistevano perché si agisse al più presto.

344Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 399.

345Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.

346 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.91.

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Si temeva che Zogu potesse sapere di quanto si proponevano di fare per

costringerlo a modificare i suoi metodi di governo e che procedesse ad

arresti e uccisioni. Non erano spento in loro il ricordo di quanto era accaduto

nel 1933 dopo che Zogu, era tornato da Vienna, aveva saputo dei colloqui

che si erano svolti con elementi responsabili italiani, sull’avvenire

dell’Albania nell’eventualità che la malattia, da cui allora era affetto, si fosse

aggravata. Era pure fatto presente che il mutamento del governo Jugoslavo e

la nomina a ministro degli Esteri del signor Zinzar Markoviç, già ministro a

Tirana, poteva incoraggiare il governo albanese a portare innanzi a maggior

decisione le conversazioni, che comunemente si ritenevano già iniziate, per

la conclusione di un patto di amicizia. E si aggiungeva che lasciar molto

tempo per riflettere presentava il pericolo che si venisse a sottilizzare troppo

su quello che sarebbe stato l’avvenire dell’Albania qualora Zog non avesse

consentito a modificare il suo atteggiamento. I fuorusciti che erano per lo più

ardenti nazionalisti, tendevano a ripudiare l’idea di un’unione reale o

personale con l’Italia e propendevano per la scelta, come re d’Albania, non

del re d’Italia ma di un principe di Casa Savoia.

Per influenzare al loro arrivo in Albania, i fuorusciti che nel mese di aprile

del 1939 avrebbero fruito dalle amnistie recentemente concesse da re Zogu,

si proponevano che fossero firmate da parte di elementi che risiedessero in

Albania e vi avessero grande prestigio, dichiarazioni nelle quali fosse

addirittura richiesta l’annessione all’Italia. Cosi si sarebbe avuto modo di far

apparire l’unione come concessione ai nazionalisti più ferventi. Si

richiedeva, andando incontro a idee forse indirettamente ispirate da Ciano,

che si tenesse pronto il denaro per il pagamento di bande che potessero

essere reclutate. Si suggeriva che in un porto italiano dell’Adriatico fosse

concentrato un certo numero di armi da trasportare poi all’occorrenza in

Albania con mezzi della SO.RI.MA (Società Recuperi Marittimi) che aveva

concessione per il recupero di piroscafi affondati di fronte a Valona e San

Giovanni di Medua durante la prima guerra mondiale. Si faceva osservare

che eventuale moto albanese, conseguenza del generale malcontento verso il

regime di Zogu, poteva richiedere un rapido intervento di truppe italiane per

ristabilire l’ordine.347

Era ormai evidente che bisognava uscire dalla situazione creatasi fin

dall’aprile 1938, anche in seguito alle frasi allora pronunciate da Ciano di

fronte a ufficiali della guardia reale. Appariva preferibile prospettare la

realtà a Zogu prima che avesse luogo il parto della regina ormai non lontano.

La prossima di questo evento avrebbe potuto esercitare una buona influenza

sul re e indurlo ad assicurare un regno tranquillo alla sua futura dinastia. Ma

occorreva essere preparati a ogni ipotesi circa gli sviluppi delle trattative una

volta che esse fossero state iniziate.

347 Francesco Jacomoni: op. cit. pg. 93.

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La caduta di Stojanidovic veniva a cambiare molte prospettive nei riguardi

dell’Albania. Come venni a sapere solo più tardi, Ciano aveva parlato il 19

gennaio con Stojadinovic senza pero approfondire la questione albanese.348

Questi, dopo aver affermato che anche a lui era il disagio del popolo

albanese e dopo aver lasciato intendere che anche in tempi recenti Zogu

aveva fatto a Belgrado degli avvicinamenti non simpatiche nei riguardi

dell’Italia, aveva convenuto che le preoccupazioni circa la fedeltà del re

Zogu all’alleanza con l’Italia non erano infondate. Egli aveva terminato che

gli sembrava non vi fosse altra soluzione che sostituire Zog con altra persona

più degna o procedere a una spartizione dell’Albania fra l’Italia e la

Jugoslavia. Aveva aggiunto pero che sulla formula per risolvere la questione

perché non conosceva il problema nei suoi particolari. Ciano gli aveva

risposto che anche lui non riteneva doversi discutere subito la cosa e che

considerava per il momento sufficiente questa presa di contatti.

La situazione con la caduta di Stojadinovic, mutava completamente,

sostituito al suo posto Dragisa Cvetkovic. Diveniva più difficile parlare al

governo jugoslavo di accordi per una spartizione o per una modificazione

dei confini dell’Albania.349

Nel suo diario Ciano scriveva il 5 febbraio 1939 che occorreva accelerare i

tempi dell’azione in Albania e d’accordo con Mussolini, diceva di ritenere

che l’epoca dell’azione fosse da stabilirsi nella settimana di Pasqua perche

non intendeva lasciare il tempo al nuovo governo jugoslavo di rafforzarsi sul

terreno politico, diplomatico e militare.350

Egli era deciso a condurre innanzi

a rapidamente un’azione in Albania anche perché gli era da una

comunicazione ufficiale fatta dall’ambasciatore a Berlino che la Germania

intendesse mettere le mani sui petroli albanesi.

348Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.286.

349Bernd Fischer: op. cit. pg. 286.

350Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.

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3.14 I TENTATIVI DI RESISTENZA CONTRO

L’INVASIONE ITALIANA.

Il governo italiano avvalendosi della richiesta presentata in precedenza da re

Zogu di tener pronte truppe per uno sbarco in Albania in vista di

complicazioni internazionali, avrebbe provveduto all’invio di forze armate.

Per altre vie, perché l'organizzatore della gioventù rimaneva in Italia,

occorreva trovar modo che non andasse perduti in Albania i contatti con gli

elementi, anche se ostili a Zogu. Si trattava di esercitare anzitutto una

pressione sul re, nella convinzione che l’irrequietezza del paese gli avrebbe

fatto sentire più necessario com’era accaduto nel 1926 il deciso appoggio

dell’Italia. In secondo luogo occorreva tenerci pronti all’eventualità che la

trattativa con il sovrano non andasse in porto. Naturalmente non era più il

caso di parlare, del reclutamento di capi montanari.

Nel suo diario al 16 febbraio Ciano cosi riassume le sue istruzioni:

mantenere viva l’agitazione popolare ma non mancare di placare re Zogu

dandogli tutte le assicurazioni che desiderano.351

Intorbidire le acque in

modo da impedire che le vere intenzioni siano conosciute. Quest’ultima

frase egli la diceva a se stesso o la riservava alla lettura di un gruppo di

amici perché nelle espressioni usate con me prevalse concretamente il

desiderio che Zogu accettasse l’accordo che gli ha offerto. Fu in

quest’udienza in vista della trattativa che si stava per iniziare. Ciano voleva

essere minutamente informato, offrendo a Jacomoni di far installare presso

la legazione un apparecchio radiotrasmittente e ricevente.

Jacomoni tornando a Tirana trova le notizie tutt’altro che buone sulla

situazione del paese e sulle intenzioni del governo per l’eventualità di una

temuta azione dell’Italia in Albania. Era stato diramato il seguente

telegramma dal ministero degli Interni a tutte le prefetture. Alcuni rifugiati

politici con l’aiuto di una nazione estera tenteranno lo sbarco in territorio

albanese e ciò per creare disordini e per turbare la pace che vi regna.352

Il re prendeva tutte le misure necessarie per impedire qualsiasi infiltrazione

degli estranei. Le informazioni che il maggiore della gendarmeria Abaz Kupi

aveva assunto il comando della zona di Durazzo e dopo aver riunito tutti gli

ufficiali della gendarmeria, avevano impartito loro disposizioni che

riguardavano soprattutto la stretta sorveglianza della comunità italiana.353

Un

distaccamento di gendarmeria era stato inviato a Shijak per tenere d'occhio

l’Ente Italiano Industrie agricola. Erano state distribuite armi a persone di

fiducia del regime; erano stati arrestati alcuni albanesi notoriamente amici

dell'Italia ed era stata iniziata, sia pure segretamente la mobilitazione

351Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.

352 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg.96.

353 Bernd Fischer: op. cit. pg. 292.

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militare. Gli arrestati erano: Qemal Vrioni capo della potente casata dei

Vrioni; Shukri Peza anch’egli d’importante famiglia che soffriva d’influenza

nelle colline di Peza fra Tirana e il mare; Kapllan Delialisi che aveva grande

prestigio presso la gioventù di Tirana e Irfan Ohri molto considerato in paese

per il suo passato patriottico.354

In contrasto con queste misure militari il governo albanese tornava a fornire

prova di buona volontà nella definizione di alcune questioni economiche in

sospeso. In pochi colloqui in casa Libohova alla presenza del presidente del

Consiglio Koço Kotta e del commendator Vincenzo Rocco, consulente

economico della legazione era approvato la convenzione con l'AMMI per le

ricerche minerarie. Per la firma di quest’ultima giungeva poco dopo a Tirana

l’ingegner. Tredici e presidente dell'azienda. Faceva pure progressi uno

schema di convenzione per le bonifiche.

La notizia che le truppe germaniche avevano iniziato nella notte

l’occupazione della Boemia ha dato all’Italia un nuovo stimolo all’azione di

forza in Albania.355

Dal diario di Ciano il giorno 15 marzo appaiono le

indecisioni di Mussolini circa

quest’azione: egli la vedeva

soprattutto come una risposta

all'occupazione tedesca della

Boemia, ma temeva che essa non

potesse controbilanciare

nell’opinione pubblica l’impressione

fatta dall’espansione del Reich in

uno dei territori più ricchi del

mondo.356

Nell’ignoranza di questo stato

d’animo di Mussolini non tenni

conto della comunicazione telefonica Mussolinidi Ciano e iniziai

conversazioni nello spirito delle istruzioni ricevute a Roma. Il 18 marzo la

legazione telegrafava quanto segue: “A proposito delle istruzioni di Vostra

Eccellenza ho iniziato appena giunto le conversazioni intese a rasserenare

l’ambiente, molto turbato, specie dopo i recenti avvenimenti in Europa

centrale”.

Mehmet Konica noto consigliere del re, fino a pochi mesi fa contrario

all’Italia, sì è espresso con quest’addetto militare nel senso che qualora il re

non facesse egli stesso all’Italia proposte che legando a noi definitivamente e

senza riserve l'Albania, la salvasse dal baratro cui si avviava, egli e altri

avrebbero saputo imporre al re quanto era necessaria.

354Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 401.

355Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 627.

356Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.

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Libohova, pur confermando l’agitata attività anti italiana di molte legazioni

straniere, mi garantiva che nessuna trattativa politica o finanziaria è in corso

con alcuna potenza.

Venendo finalmente a parlare dell’Albania il re invia a Vostra Eccellenza i

suoi vivissimi ringraziamenti per le nuove concisioni ottenute. Egli farà

partire quanto prima per Roma il generale Seregi a spera che la sua missione

possa giovare e costituire fra i due paesi una situazione che pur

salvaguardando la sovranità e l’indipendenza dell'Albania, possa dare a noi

piena soddisfazione.

L’atteggiamento del re alimentò la fiducia della legazione che egli si

proponesse di trovare nella situazione internazionale un pretesto di fronte a

se stesso e ai nazionalisti albanesi per consentire la presenza di forze italiane

in Albania. Ci confermava in questa fiducia anche la scelta di un generale

come ministro d’Albania a Roma e le parole con cui me ne aveva dato

comunicazione.

Lo stesso giorno i1 generale Sereqi ne riparlava al colonnello Gabrielle,

addetto militare. Il 21 marzo 1939 telegrafavano a Roma: Il generale Sereqi

ha precisato a quest’addetto militare che in vista dei prossimi avvenimenti

internazionali il re potrebbe essere indotto, fin d’ora a chiedere 1a presenza

in Albania delle truppe italiane.357

Nel prospettare tale situazione le dette personalità hanno dichiarato in nome

del re che l’Albania, in ossequio all’alleanza si metteva a disposizione

dell'Italia per qualsiasi evenienza. Qualora si dovessero prendere

provvedimenti militari da parte albanese, occorreva tener presente che essi

avrebbe avuto scarsissima consistenza se non fossero stati validamente e

immediatamente sostenuti dall’Italia.358

Le eventuali richieste d’intervento di

truppe italiane sarebbero accompagnate da parte del governo albanese, dalle

richieste del materiale necessario per l’esercito albanese. Concordemente i

tre autorevoli uomini politici hanno aggiunto che: ove la situazione

internazionale non sconsigliasse un intervento di truppe italiane in Albania

esso riuscirebbe in questo momento molto gradito a tutta la popolazione.

357Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 401.

358 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.100.

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3.15 CIANO CONTRO ZOG

In ogni modo per evitare che Re Zog, realmente preoccupato della situazione

esterna e interna, possa prendere qualche misura che sia in contrasto col

pensiero di Vostra Eccellenza, pregherei volermi mettere in condizione di

dargli qualche garanzia. Quest’addetto militare presente al colloquio, per

desiderio albanese, telegraferà in modo analogo.359

Questo telegramma fu poi

particolarmente valorizzato

da Ciano per illustrare in

Italia e all’estero i

precedenti del sbarco

dell’Italia in Albania. Fu

dato un significato

d’immediatezza al

desiderio espresso da Zogu

di uno sbarco italiano,

immediatezza che

probabilmente non era nel

pensiero del re.

Molti potevano essere i

motivi della richiesta fatta

fare con tanta solennità dai

due maggiori esponenti del

governo e da un proprio

rappresentante personale.

Probabilmente il re si proponeva soltanto di aprire uno spiraglio al destino.

Egli era uomo di grandi capacita intellettuali, giustamente convinto di

saperne usare per assicurarsi i favori di una fortuna che mai lo aveva

abbandonato. Lo lusingava certamente l’idea di poter allargare i confini del

suo regno, seppur con l’aiuto di truppe italiane. Pensava forse che uno

sbarco italiano nelle condizioni di turbamento in cui era il paese, fosse ormai

inevitabile e che valesse meglio consentirvi anziché subirlo. Uno sbarco

anche di modeste aliquote di forze militari italiane, poteva apparire inoltre

come una pubblica garanzia data da Roma al trono di Zogu.

Per prevenire ogni sorpresa Zogu prolunga di un mese la sessione

parlamentare, la quale era finita secondo lo statuto.360

Il generale Sereqi precisava il suo pensiero affermando che se era ormai

impossibile per qualunque Stato il rimanere l’isolato, ciò era ancora più vero

per l'Albania. Per l’Italia disse con i suoi quarantacinque milioni di abitanti,

359 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg.101.

360 Il giornale “ Drita” 15 marzo 1939.

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non sarebbe stata uno sforzo eccessivo avviare al progresso con tecnici e con

denaro, un milione di albanesi che chiedevano solo di poter lavorare. Ciò

naturalmente presupponeva a suo avviso, la piena certezza per gli italiani di

potersi fidare degli albanesi come se fossero propri connazionali.

La maggior parte dei membri del governo, pur moltiplicando le misure di

sicurezza nel paese non nascondeva il loro desiderio di apparirti favorevoli.

Vi era nell’aria la sensazione che dopo l’occupazione tedesca della

Cecoslovacchia, la quasi totalità del popolo attendesse da un’ora all’altra

l’arrivo delle nostre truppe come un avvenimento che fosse nell’ordine

normale degli eventi. Si diceva apertamente che se il re avesse negato il

consenso e avesse voluto opporre resistenza, il paese non lo avrebbe

seguito.361

Il 25 marzo ricevevano le seguenti istruzioni da Ciano: Poiché attraverso

molte sue dichiarazioni re Zogu riconosce la necessità e l’urgenza di stabilire

su nuove basi il rapporto italo - albanesi, anche riguardo a quanto succede in

Europa e poiché questo è pure il convincimento assoluto del duce, recatevi

da Zogu e domandategli discutendone con lui su quali basi egli vorrebbe

stabilire i nuovi rapporti con l’Italia.362

Fategli capire che ciò è ormai urgente e improrogabile anche per chiarire in

modo definitivo la situazione che la speculazione dei terzi rende, con

interventi estranei più complicati. Appena conferito telegrafate. Partirò

frattanto per Tirana. Ciano manda queste otto proposte al re Zogu tramite De

Ferrariis.

De Ferrariis giunse il giorno stesso, recando con sé quel progetto. Esso era

del seguente tenore:363

Art. 1 - Vi sarà tra l’Italia da una parte e l’Albania dall’altra una stretta

alleanza e le due Alte Parti contraenti s’impegnano a garantire con tutti i loro

mezzi e la sicurezza dei loro Stati e la difesa e tutela reciproca contro ogni

attacco esterno.

Art. 2 – L’Italia assicura all’Albania che la sua amicizia non le verrà mai

meno, e in caso di una minaccia alla sovranità o all’integrità e

all’indipendenza dell’Albania, l'Italia provvederà con ogni mezzo ad

allontanare tale pericolo e adotterà se necessario, le misure atte al

raggiungimento di tale scopo.

Art. 3 - Fermo restando che il mantenimento dell’ordine pubblico in Albania

e la difesa contro un’aggressione esterna sono affidati al governo albanese. Il

governo italiano potrà predisporre tutti quei mezzi che esso reputa necessari.

Art. 4 -A tale scopo il governo albanese, riconoscendo la necessità di fornire

al governo italiano tutte le facilitazioni necessarie all’adempimento delle

361 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.102.

362Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 628.

363Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.285.

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reciproche obbligazioni concederà al governo italiano l'uso dei porti degli

aerodromi e delle vie di comunicazione.

Art. 5- Le rappresentanze diplomatiche dell’Italia in Albania e dell’Albania

in Italia saranno elevate al rango d'ambasciata.

Art. 6 – L’Italia presterà tutta la sua assistenza tecnica e finanziaria

all’organizzazione e al funzionamento dello Stato albanese. In ciascuno dei

ministeri albanesi vi sarà un funzionario italiano che avrà il rango di

segretario generale ed eserciterà le funzioni immediatamente subordinate a

quelle del ministro albanese titolare del dicastero.

Art. 7 - L'Italia concederà all’Albania, con giusti accordi doganali e

monetari, condizioni che assicurino tra i due paesi gli scambi in regime

analogo a quello del mercato interno.

Art. 8 - I cittadini albanesi domiciliati in Italia e i cittadini italiani domiciliati

in Albania godranno gli stessi diritti politici e civili dei quali godono i

cittadini dei due Stati nel proprio territorio. Il progetto era impostato sulla

base dei trattati anglo-egiziano e anglo-iracheno.

S’ispirava a una concezione concretamente sorpassata.

Un documento a parte conteneva alcune proposte di accordi da prendere

personalmente con il re, relativi alla creazione di un’organizzazione fascista

albanese, alla concessione all’Italia delle organizzazioni della gendarmeria e

della polizia. Era prevista la nomina di un alto ufficiale italiano quale capo

di stato maggiore delle forze armate, il cui comando sarebbe stato tenuto

direttamente dal re. Di quest’ultimo schema di accordi personali non ritenni

di parlare e almeno finché non avesse avuto 1’adesione al progetto di trattato

che appariva già per stesso difficilmente accettabile e dal sovrano.364

Jacomoni chiede in quale modo egli stesso intravvedesse come seguito alle

sue precedenti dichiarazioni, lo stabilimento di un nuovo rapporto italo -

albanese. Egli si è subito dichiarato disposto ad accordi i più vasti possibili.

In seguito, a sua richiesta, li sono poi espresso a titolo personale le mie idee

sull’argomento, accennando alla possibilità della stipulazione di un trattato

di alleanza su basi che senza precisazioni, corrispondevano però ai principi

ispiratori del trattato portato da De Ferrariis Salzano. Anche su questo il re

ha espresso di massima il proprio accordo.365

Gli fu ripetuto il discorso fatto la mattina a Zogu e cioè che le formule

sarebbero potuto essere studiate insieme. Quello che premeva era di

rafforzare i vincoli dell’alleanza sulla base dell’indipendenza e della

sovranità dell’Albania sulla base della tutela della dignità e delle prerogative

reali. Malgrado queste assicurazioni, Libohova contrariamente a tutte le

precedenti assicurazioni del sovrano, si dimostrò nettamente contrario alla

firma di un atto formale e di carattere generale per il rafforzamento

364 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg.103.

365 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. Pg 628.

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dell’alleanza. A suo avviso, qualunque precauzione fosse presa, dato il

rapporto di potenza fra l’Italia e l’Albania, quest’ultima sarebbe sempre

apparsa come uno Stato protetto. Egli si dichiarava fautore della creazione di

situazioni di fatto, fra loro indipendenti e tali da condurre a una pratica ed

effettiva collaborazione fra i due paesi. Poiché per desiderio del re avrebbe

dovuto tenersi al più presto una riunione cui avrebbero partecipato oltre lo

stesso Libohova, il presidente del Consiglio e il primo aiutante di campo, gli

dissi che ero disposto, in quell’occasione, a seguirlo su qualunque via ci

avesse avvicinati allo scopo desiderato di un’efficace collaborazione.

Nel frattempo Gabrielli, addetto militare e capo della missione militare in

Albania, si recava a sua volta dal re, per chiarirgli i motivi che rendevano

necessaria presenza in Albania di truppe italiane.366

Vostra Maestà gli aveva detto nel desiderio di provvedere direttamente a

un’eventuale prima difesa delle frontiere, chiese e ottenne nel 1927 che il

governo italiano provvedesse organizzare in loco le necessarie delle forze

armate albanesi e indispensabili apprestamenti difensivi. Noi abbiamo fatto

onestamente fronte ai nostri impegni, sopportando oneri non lievi, ma dopo

una lunga esperienza, ci siamo convinti che le forze armate albanesi non

potranno mai avere la necessaria efficienza perché la nostra opera è resa

difficile dall’assoluta incapacità del generale Aranitas e di molti ufficiali che

voi continuate a mantenere in posti di responsabilità.. Occupati questi ultimi

da truppe ostili le forze italiane muovendo da nostre basi dovrebbero esporsi

a gravi perdite per riconquistare il vostro paese.

Per evitare quest’inutili sacrifici di vite umane e di mezzi, il governo di

Roma avendo presente quanto già previsto dal trattato di alleanza in vigore,

vi propone di autorizzare lo stanziamento in Albania di forze italiane, capaci

di fronteggiare insieme con le vostre truppe (regolari e irregolari) eventuali

aggressioni sin dall’inizio della loro azione .

Il rapporto di Gabrielli così proseguiva: Avendo il re risposto che

l'intervento di truppe italiane in tempo di pace. Avrebbe potuto suscitare

proteste straniere ed essere considerato come lesiva della sovranità

dell’Albania gli feci presente che ove l’intervento fosse stato deciso dai due

alleati, in pieno accordo e in vista di complicazioni internazionali, in quel

momento possibili, nessuno avrebbe avuto il diritto di protestare. 367

Di fronte a queste argomentazioni il sovrano si mostrò disposto a esaminare

con favore le condizioni militari proposte da Roma ripetendo che non poteva

pero accogliere alcune delle altre richieste. Era evidente che se si voleva

arrivare alla conclusione di un accordo che non fosse il frutto di una pura

imposizione accettata dal re per motivi contingenti, era assolutamente

necessario modificare vari punti dello schema inviato da Roma.

366Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 402.

367 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.105.

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Il generale Sereqi che era in Partenza per Roma avrebbe ancora in qualità di

aiutante di campo prima di presentare le credenziali chiesto, un’udienza con

Mussolini e Ciano per consegnare un messaggio del Re. Egli avrebbe

illustrato sulle stesse linee, i risultati delle conversazioni cui aveva preso

parte.

Lo stesso giorno 31 marzo con Ciano col sottosegretario alla Guerra

generale Pariani e con generali Guzzoni designate, ad assumere il comando

del Corpo di spedizione in Albania, è state esaminate le norme dell’azione

militare riguardo ai passi diplomatici che la legazione avrebbe dovuto

continuare a compiere.368

Qualunque ne fosse stato l'esito, lo sbarco delle

truppe italiane avrebbe in ogni caso avuto luogo, data la situazione caotica

che si profilava ormai in Albania. Bisognava tener sempre presente che,

anche se il re non fosse stato consenziente, sì sbarcava in un paese animato

nella grande maggioranza della sua popolazione da sentimenti amichevoli

nei nostri riguardi. Era necessario evitare bombardamenti ed era essenziale

che le truppe tenessero con la popolazione un comportamento improntato

alla più umana civiltà. Motivo dell’insistenza su questi punti era fra l’altro il

fatto colonnello d’aviazione Muti; amico personale di Ciano, in un viaggio

compiuto a Tirana pochi giorni innanzi a parlando con il consigliere della

legazione Babuscio Rizzo e col primo segretario Prato aveva tenacemente

prospettato, nonostante le loro proteste, la necessità di 'accompagnare

un’eventuale sbarco di truppe col bombardamento di Durazzo e di Tirana

scopo intimidatorio. Mussolini approvo lo schema di trattato cosi com’era

stato ridotto e del quale non ho purtroppo copia per venire incontro ai

desideri albanesi. Esso rispondeva ormai soprattutto disse Mussolini alla

necessità divenuta urgente di firmare e pubblicare un foglio di carta con cui

Zogu autorizzasse lo sbarco delle nostre truppe e sì ponesse così fine allo

stato di pericolosa agitazione che si era diffuso negli ultimi tèmpi in Albania.

Mussolini, nell’approvare, questo schema mi dette la sensazione che la via

da lui preferita fosse quella dell'accordo con Zogu. Manda un messaggio

personale per il re:369

1)La questione di una modificazione dei rapporti fra l’Italia e l’Albania non

è stata sollevata da me. Ma poiché è stata sollevata, deve essere risolta nel

senso di rafforzare l’alleanza fino ad accomunare nello stesso destino i due

Stati e i due popoli, per garantire soprattutto un pacifico progresso del

popolo albanese.

2) Sono disposte a tenere nel dovuto conto tutte le forme intese a

salvaguardare la dignità e la protezione del sovrano e della sua dinastia.

3) Invito re Zogu a considerare che gli abbia dato durante tredici anni prove

sicure della mia amicizia. Sono disposto a continuare nella stessa linea di

368Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.289.

369 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.107.

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condotta: ma se questa fossa inutile, le conseguenze ricadrebbero su re Zogu

e sul popolo albanese.

Era un messaggio incoraggiante. Erano soprattutto felice data la mentalità

albanese, l’allusione alla fedeltà nell’amicizia e la conferma di questa nei

riguardi di Zog. Era invece dannosa l’aperta minaccia con cui il messaggio si

terminava, com’era poco abile, in vista della mentalità orientale di Zogu, il

tono di aperta sincerità se non anche di prudenza di tutto il messaggio. A

considerazioni fattegli in questo senso Mussolini, obiettò che quel che ormai

si richiedeva era proprio la chiarezza la più assoluta dei reciproci rapporti.

Il conte Ciano che, nel suo diario dipinge sempre se stesso tanto contrario a

Zogu, si dimostrò anche lui, quel giorno, dopo l’udienza di Mussolini,

desideroso che il re accettasse il nuovo progetto di accordo e mi augurò di

riuscirvi.370

Profittai di queste buone disposizioni per prospettare a Ciano

un'ulteriore, seppur inverosimile ipotesi: quella che re Zogu rinunciasse al

trono piuttosto che firmare il trattato. Gli chiesi se in questo caso avrei

potuto offrirgli di sicura e comoda vita per lui e per la sua famiglia in Italia.

Si diceva che ove questa si fosse dimostrata impossibile a Tirana, il re

avesse intenzione di rifugiarsi nel Mati suo paese di origine con le sue truppe

più fedeli, portando con sé ostaggi che si pensavano, avrebbero potuto essere

i funzionari della legazione.371

Era riferito che da qualche giorno erano frequenti le visite del ministro

inglese a palazzo reale e che numerosi telegrammi erano stati spediti a

Londra dalla legazione britannica. La notizia che nei pressi di Durazzo si

stavano installando apparecchi per segnalazioni luminose, sembravano

confermare la fiducia del re nel possibile intervento di navi inglesi in caso di

un nostro tentativo di sbarco.

370Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.

371 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.108.

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3.16 L’AGGRESSIONE ITALIANA DELL’APRILE 1939

Il 2 aprile Zogu spinto anche dal motivo che Geraldine stava per partorire

del suo figlio Leka rimanda un telegramma a Ciano con un nuovo progetto,

in quale s’includeva anche la richiesta acchetabile dell’ultimatum del

governo Italiano.372

Il pomeriggio del 2 aprile, davanti al palazzo reale, si è svolta una

dimostrazione.

Sono arrestate una ventina di persone che è stata però subito rilasciate.

Nello stato di turbamento in cui era paese, passò quasi inosservata o ebbe

almeno scarsa risonanza la notizia giunta il mattino del giorno 5 aprile che la

regina aveva dato alla luce un bambino al quale era stato imposto il nome di

Leka.373

Le manifestazioni avvenute il giorno precedente non gli avevano

permesso di esaminare a fondo il progetto che gli aveva già rimesso il

generale Sereqi.

Il re evidentemente temporeggiava. Appariva verosimile che prima di

prendere una decisione attendesse di aver completato la mobilitazione

occulta che era in pieno corso o sperasse di ricevere definitive promesse di

aiuti dall’estero.

I colloqui per quanto cordiali divenivano veramente penosi. Era

sorprendente il notevole schieramento di forze di gendarmeria lungo la

strada da Tirane per Elbassan e Korça fino alla frontiera Greca.374

Quelle misure di polizia verso il confine greco potevano far pensare che le

decisioni dei re fossero ormai prese e che egli predisponesse le misure

idonee a proteggere il suo allontanamento dal paese. Le popolazioni del

territorio che egli avrebbe dovuto attraversare erano fedeli all’antico signore

di Elbassan, Shefqet bej Verlaci, che aveva motivi di vendetta verso Zogu

perché questi, già fidanzato a una sua figliola aveva rotto la promessa al

momento della sua elevazione al trono. Pur essendo sicuro della

magnanimità di Verlaci verso il re nel momento, critico che questi

traversava, trovai modo di fargli sapere che avrei considerato ogni affronto a

Zogu come un’offesa fatta a me personalmente. Sapevo di poter contare su

Verlaci come su di un amico fidato.

Continuavano intanto a pervenire alla legazione voci di minacce rivolte agli

italiani. Di fronte ai pericoli che essi potevano effettivamente correre per

opera di facinorosi, aizzati magari dall’estero, fu deciso di chiedere a Roma

l’invio di un piroscafo per provvedere al loro rimpatrio. Si voleva avere la

coscienza tranquilla sulla sorte di tante brave persone che da anni lavoravano

in Albania. Si riteneva inoltre che la notizia della loro imminente partenza

avrebbe dato luogo a pubbliche dimostrazioni dei sentimenti di amicizia che

372Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.291.

373 Giorgio Martucci: Albania 1912 – 1937. Acustiva Edizione. Brindisi 2006. pg.77.

374 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.110.

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la maggioranza degli albanesi nutrivano per gli italiani cui erano legati da

antichi comuni interessi. La partenza degli italiani quando essa avvenne fu,

in effetti, accompagnato dalle espressioni più calde dì rincrescimento e

affetto da parte della popolazione. Sì sperava anche che la notizia esercitasse

una benefica influenza sull’animo di Zogu.

Evidentemente le notizie sulle minacce agli italiani che erano giunti a Roma

anche da fonti estranee alla legazione avevano prodotto colà un’impressione

molto sfavorevole.

Zogu aveva ordinato a Sereqi di partire subito per Roma e di portare

quest’assicurazione personalmente al ministero degli esteri. Voleva

accertarsi che il ministro Berati giungendo a Tirana portasse al re la precisa

sensazione che l’Italia non avrebbe receduto dalle posizioni assunte.

Contrariamente all’impressioneil generale Sereqi appariva preoccupato per

lo sviluppo degli avvenimenti e faceva capire in modo confidenziale che lo

stato d’animo del re subiva un irrigidimento.375

Malgrado ogni contrario affidamento, gravi incidenti avrebbero potuto

verificarsi quando si fosse avuta notizia di una rottura delle trattative.

Jacomoni accettava quindi l’offerta che gli era stata fatta dal ministero

dell’invio di un mezzo della marina da guerra per raccogliere gli italiani,

specie i funzionari di banca residenti in località lontane dal mare, come

Korça i quali per una rispettabile coscienza dei loro doveri d’ufficio non

avessero avuto il tempo di occupare posto sul piroscafo già partito.

Particolare impressione suscitò la partenza di tutti gli ufficiali italiani fino

allora a disposizione del comando albanese. Il capo della missione militare

ne ordinò facendo sapere che gli organizzatori non potevano assistere e tanto

meno prender parte a una mobilitazione predisposta contro l’Italia. Durante

il giorno, in porto di Durazzo e di Valona si apparivano le navi da guerra che

venivano per prendere gli ultimi italiani rimasti. Nel pomeriggio una decina

di aeri volano sopra a Tirana spacciando volantini indicando all’agente di

non obbedire al proprio governo e di non porre resistenza.376

Il 5 aprile Mussolini manda il seguendo telegramma a Zogu;

Attendo sua risposta negativa o positiva che a Roma domani giovedì sei

aprile non oltre le ore dodici. Il telegramma era firmato da Mussolini.

La proroga concessa era sola di un giorno.

375 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.112.

376Bernd Fischer: op. cit. pg. 292.

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Il 5 aprile Zogu chiede aiuto agli stati occidentali, invece il 6 aprile chiede.

l’aiuto dell’Antante balcanica. Questi tentativi eranoinutili, senza ottenere

nessun aiuto.377

Malgrado che la richiesta di una risposta positiva o negativa sembrasse

escludere ogni altra discussione alle ore quattro antimeridiane del giorno 6

aprile.

Il presidente del Consiglio aggiungeva oralmente per conto del re

l’espressione del desiderio di definire la parte militare degli accordi col

generale Pariani nel quale il re aveva una particolare fiducia. Ciano, generale

Guzzoni, Pariani si era dichiarato per un’assoluta fermezza nelle trattative

con re Zogu.

Mussolini chiede a Zog di mandare i suoi collaboratori da Guzzoni subito

dopo lo sbarco delle forze armate in Durazzo. Nello stesso tempo lui ordina

Guzzonidi ricevere il collaboratore di Zogu e informarlo per eventuale

novità.

377Bernd Fischer: op. cit. pg. 292.

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3.17 JACOMONI RACCONTA LE ULTIME ORE DI ZOGU

AL POTERE.

L’argomento che ho tratato per quanto riguarda gli ultimi

tentativi di resistenza di Zogu e la sua partenza è stata

rilevata autenticamente dal libro di Jacomoni.

Vedendo come si sono state svolte le tratative, non ho

voluto aggiungere nient’ altro giacché Jacomoni era

l’uomo mediante testimonie di quello che acadeva.

Re Zog, ha dichiarato che l’integrale accettazione delle proposte come suo

gesto personale poteva apparire lesivo del suo onore e che non poteva ormai

che rimettersi alle decisioni del suo governo. Per conoscere queste ultime

egli ha chiesto tempo fino alle ore 18 di oggi.

Gli ho promesso che avrei trasmesso questa sua preghiera pur facendogli

osservare che il Duce aveva invece fissato come ultimo termine della sua

attesa le ore 12 di stamattina: e che quindi non sapevo se la sua risposta non

sarebbe arrivata troppo tardi.

Alle mie profferte per la sicurezza quella sua personale della sua famiglia, e

di quanti gli fossero cari egli rispose ringraziandomi e assicurandomi che in

avvenire e dovunque egli fosse me potevo far conto su di lui e sulla sua

amicizia. Mi pregava di trasmettere il suo deferente saluto a Mussolini

dichiarandomi che non poteva farmi la stessa richiesta nei riguardi del conte

Ciano alla cui volontà egli attribuiva tutto quel che stava accadendo. La

conversazione terminò alle ore 11.30. Mi trattenni in anticamera fino alla

scadenza del termine per la risposta e alle 12 precise, pregai il ministro degli

Esteri di introdurmi nuovamente da re Ahmed Zogu per chiedergli ancora

una volta di modificare la sua decisione e mettermi in condizione di riferire

subito a Roma una risposta favorevole. Re Zogu mi ringraziò del mio

personale interessamento, ma mi confermò in un colloquio di pochi minuti

che nulla poteva mutare a quanto mi aveva comunicato prima.

Seppi poi che la regina Geraldine era partita in automobile di mattina presto

e che quindi la decisione negativa dei re era già stata in antecedenza

definitivamente presa, com’era apparso anche dal senso d’ineluttabilità che

aveva pervaso la conversazione. Nel pomeriggio di quel giorno, 6 aprile

vennero da me delle delegazioni della Camera e del Municipio con l’incarico

ufficiale di pregarmi di intervenire ancora a Roma per una proroga dei

termini stabiliti per lo sbarco delle truppe. Alcuni delegati, nell’uscire mi

chiesero tuttavia di non far nulla in tale senso, anzi di adoperarmi perché i

tempi dell’azione italiana fossero accelerati. Poco dopo le ore 18 appariva

sul cielo di Tirane uno stormo di aerei italiani che lanciavano manifestini

destinati alla popolazione con l’invito alla calma e all’attesa fiduciosa,

nell’opera dell’amica Italia. Vidi apparire rischiararsi il volto di alcune

personalità albanesi che erano in quel momento in legazione.

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Se anche altre trattative fossero fallite, era mia impressione che la presenza a

Tirana della nostra rappresentanza diplomatica sarebbe stata utile e avrebbe

dato fiducia agli albanesi nei momenti difficili che avrebbero potuto

precedere o seguire immediatamente lo sbarco. Si sarebbe potuto impedire in

caso di crollo del regime di Zogu uno spargimento di sangue di non solo fra

italiani e albanesi, ma anche fra gli stessi albanesi allontanando il pericolo

dello scatenarsi di vendette e di rancori. Altri motivi che direi di rilevanza

giuridica richiedevano la presenza a Tirana di funzionari responsabili italiani

nei giorni che stavano per seguire. Con qualche opportuna iniziativa si

sarebbe potuto evitare che venne a mancare la continuità dello stato

albanese, il cui funzionamento non doveva subire interruzioni se non si

voleva alterare profondamente la natura dello sbarco. Esso non doveva dar

luogo a un’occupazione militare con conseguente assunzione civile da parte

del comandante delle truppe. Ostavano al riguardo, le garanzie che erano

state date dell’intangibilità della sovranità albanese.

Nella sera del 6 aprile giungeva da Roma con risposta al telegramma che si

riferisce al mio ultimo colloquio con il re. La seguente comunicazione

convoglia aggiungerà a Durazzo e negli altri porti prestabilito ore quattro e

trenta da domani 7 aprile. Sbarco avrà immediato inizio qualora Zogu

modificasse nel frattempo suo decisioni e accettasse nostre richieste,

faremmo opportune comunicazioni radiotelegrafiche al Comando del Corpo

di Spedizione. Verso mezzanotte tornava da me il ministro degli Esteri

Libohova. Informato dello sbarco imminente di forze armate italiane a

Durazzo, egli veniva da parte del re a proporre un accordo militare da finire

nella mattina successiva, per giustificare la presenza di nostre forze armate

in Albania ed evitare un inutile spargimento di sangue. Dopo la conclusione

di quest’accordo il primo contingente di truppe avrebbe potuto sbarcare.

Come premessa all'accordo militare re Zog chiedeva la nostra accettazione

delle ultime controproposte albanesi. Rinnovava l'espressione del suo

desiderio che la convenzione militare fosse firmata dal generale Pariani

come plenipotenziario italiano. Trasmisi immediatamente a Roma la

richiesta aggiungendo che nonostante il tardo momento mi permettevo di

interessare il ministro degli Esteri a volerla benevolmente esaminare.

Giungeva di lì a poco la risposta del ministero. Essa diceva: Se il governo

albanese ha qualche cosa da dire la comunichi al comandante delle truppe

prima che avvenga lo sbarco. Il comandante delle truppe riferirà a Roma.

Pariani non potrebbe comunque venire essendosi recato in Germania per

accordi con lo Stato Maggiore tedesco.

Nelle prime ore del mattino del giorno 7 ricevevo l’istruzioni per far

pervenire a Sua Maestà il seguente telègramma di Mussolini: Nello spirito

dell'amicizia italo - albanese che Voi invocate e alla quale intendo rimanere

fedele comunico a Vostra Maestà che potete mandare a Durazzo il vostro

plenipotenziario per trattare accordo militare col generale Guzzoni,

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comandante delle truppe italiane da me autorizzato ad ascoltare il Vostro

rappresentante e a riferirmi.

Feci subito questa comunicazione al ministro degli Esteri albanese ed egli

tornò a vedermi in legazione. Mi disse che essa rispondeva al telegramma

che re aveva direttamente inviato a Mussolini a Roma su un suo

suggerimento datogli a seguito del nostro colloquio.

Nella notte Libohova venne ancora una volta in legazione per propormi una

formula che non aveva tuttavia ancora presentato al re.

I funzionari della legazione commentarono il silenzio del re circa la

permanenza delle truppe italiane in Albania nel senso che egli mirasse ormai

solo a prender tempo. Erano convinti che il re avesse ormai preso le sue

decisioni è che qualunque nuovo negoziato non avrebbe più avuto

alcunvalore sostanziale. In effetti, fu poco dopo questa comunicazione che

dalle nostre finestre potemmo vedere una fila di automobili fermarsi dinanzi

al palazzo delle sorelle del re. Il palazzo in cui esse abitavano era

vicinissimo alla legazione che era al vertice di due strade divergenti, una

diretta a Elbasan, e l’altra al quartiere degli zingari. Non si potevano

distinguere le persone, ma era chiaro che la famiglia reale stava per lasciare

Tirana. Ad alcuni funzionari parve anche di sentire qualche grido soffocato.

Si disse poi che a emettere queste grida era stata la sorella di Ahmed Zogu,

vedova di Ceno bej Kryeziu. La principessa, la cui mente si diceva fosse

turbata fin dalla morte del marito, si sarebbe rifiutata di abbandonare Tirana

alla vigilia dell’arrivo delle nostre truppe, ma ve l'avrebbero obbligata con la

forza. Il corteo di macchine parti prendendo la via di Elbasan. Verso le ore

otto del mattino il ministro degli Esteri Libohova m’inviava una sua

macchina pregandomi di recarmi da lui al ministero degli Esteri, insieme

all’addetto militare, capo della missione militare italiana in Albania

colonnello Gabrielli. Egli mi chiese di andare io stesso a Durazzo per

assistere i delegati albanesi che si recavano a trattare con il generale

Guzzoni. Gli dimostrai l’evidente impossibilità in cui mi trovavo di

accontentarlo e la falsa posizione in cui mi sarei altrimenti messo. Egli

modifica allora la sua richiesta pregandomi di autorizzare il colonnello

Gabrielle come capo della nostra missione militare presso l’esercito

albanese, ad accompagnare lui i plenipotenziari Albanesi, che erano il

ministro dell’Economia Nazionale, Rrok Gera e il colonnello di stato

maggiore Samith Kola, e ad assisterli nelle conversazioni che avrebbero

avuto per la redazione di una convenzione militare in forza della quale le

truppe italiane che stavano iniziando lo sbarco si sarebbero recate a Tirana.

Autorizzai questa missione del colonnello Gabrielle. Come risposta a una

nuova richiesta di Libohova di redigere io stesso un progetto di convenzione,

osservai che non avevo più nessuna veste per intervenire nella trattativa. Egli

insisté che gradiva egualmente di avere un mio parere personale sulle

richieste da presentare al generale Guzzoni circa l’entità delle forze che

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sarebbe potuto rimanere in Albania e sulle formalità dell’omaggio che esse

avrebbero dovuto prestare a re Zogu. Parlammo amichevolmente di tali

questioni, come amichevolmente si erano svolte le conversazioni che avevo

avuto con lui nella notte precedente e come cordiali erano pure stati i miei

colloqui di quei giorni con tutte ali albanesi favorevoli o contrarie a re Zogu.

I plenipotenziari albanesi partirono quindi per Durazzo con il nostro addetto

militare, muniti delle credenziali che qui di seguito riproduco:

Il Ministro Libohova tenne riaccompagnarmi personalmente alla legazione

nella sua macchina, per timore che io avesse qualche difficoltà con la

gendarmeria albanese che sorvegliava in forza gli ingressi della nostra sede

diplomatica.

Poco dopo mezzogiorno rientrava in legazione il colonnello Gabrielli che mi

riferiva sulle conversazioni, svoltesi con il generale Guzzoni già sbarcato a

Durazzo. Era stato concordato uno schema di convenzione militare che

prevedeva lo stabilimento in Albania di una nostra divisione.

Re Zogu avrebbe dovuto inviare una lettera per chiedere l’immediato invio a

Tirana di questa grande unità. Il colonnello Gabrielle m’informa che il

plenipotenziario albanese aveva subordinato la conclusione dell’accordo

militare all’accettazione delle note controproposte albanesi per il trattato di

più stretta alleanza. Sia il generale Guzzoni sia i plenipotenziari albanesi si

erano riservati di far avere lo schema di accordo militare rispettivamente a

Mussolini e a Zogu per le loro decisioni. Un nuovo appuntamento era stato

preso per il pomeriggio alle ore 16. Il colonnello Samith Koka doveva

incontrarsi prima in legazione con l’addetto militare per recarsi insieme a

Durazzo. Lo attendemmo invano. Ricevemmo invece poco dopo le ore 16 la

notizia che era stata fatta saltare il ponte che attraversa il fiume: Arzen a

Shijak sulla via di Durrazzo. Non era quindi ormai possibile ai

plenipotenziari albanesi raggiungere Durazzo. D’altra parte, come seppi poi,

una nuova trattativa sarebbe stata inutile e impossibile perché Mussolini

aveva trovato inaccettabili le proposte di Zogu e aveva ordinato al generale

Guzzoni di non perdere altro tempo e di proseguire verso la capitale. Il ponte

sull’Arzen, a quanto mi si disse in seguito, era stato fatto saltare da criminali

che, fino a pochi giorni prima in stato di latitanza, si erano lasciati

convincere dalla promessa di un pieno proscioglimento a presentarsi al

carcere fu Durazzo. Ne erano stati fatti uscire, armati, la notte precedente, al

momento dell’arrivo delle nostre navi. Sempre nel primo pomeriggio del

giorno 7 aprile ero informato che le truppe albanesi, fino allora schierate a

cavallo della strada che univa Durazzo a Tirana, si erano sbandate.

Vedemmo dalle finestre della nostra legazione che i plotoni di gendarmeria,

già riuniti nel cortile del palazzo delle principesse, non si trovavano più al

loro posto. Un battaglione di fanteria che occupava il “campo delle

preghiere”, di fianco alla legazione sulla strada di Elbasan, era stato

sostituito da bande montanare. I pattugliati di sorveglianza alla legazione,

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erano stati anch’essi allontanati. Verso le 18 dello stesso pomeriggio il

dottor Mario Bianchi, che era rimasto con me a Tirana e che era in rapporti

amichevoli con molti intellettuali albanesi, riceveva da uno di essi la notizia

che il re aveva lasciato Tirana con parecchi membri del governo e che i

detenuti delle carceri della città erano stati liberati e armati. A quanto mi si

disse, il re, che aveva passato la notte in una moschea presso Tirana, aveva

preso la via d’Elbasan. Sui motivi dell’abbandono del paese da parte del re si

sono proposte varie ipotesi. Molti hanno ritenuto che egli temesse per la sua

vita insidiata, come, infatti, lo era dalle numerose vendette personali che la

sua avventurosa carriera politica gli aveva suscitato. A mio avviso invece

egli dette in quell’occasione, una prova non di timore ma di lungimirante

visione politica. D’altra parte, come il re aveva avuto più volte occasione di

dire a me e ad altri, una seconda guerra mondiale gli appariva ormai

prossimi. Difficilmente l’Italia avrebbe saputo rimanerne estranea.

Allontanandosi, egli poteva sperare, se l’Italia avesse vinto la guerra, di

poter contare sulla nostra benevolenza, qualora egli non avesse dato fastidi.

E nessun grosso fastidio ci dette. Se le sorti del conflitto fossero state

sfavorevoli all’Italia, secondo quella che era probabilmente la sua intima

convinzione, egli riteneva, rifugiandosi in Inghilterra, di poter un giorno

recuperare il trono d'Albania con l'appoggio inglese.

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3.18 L’UNIONE DELLE CORONE CON L’ITALIA

Pochi giorni dopo l'occupazione del territorio, appena la calma fu ristabilita,

gli uomini più rappresentativi di ogni regione d'Albania si riunirono,

secondo le tradizioni, in assemblea costituente a Tirana e con voto solenne e

unanime offrirono la corona d'Albania al Re d'Italia 12 aprile 1939.378

Il 13 aprile il Gran Consiglio del Fascismo, in una riunione straordinaria,

salutò “con gioia virile” l'evento storico, che sulla base dei secolari vincoli

di amicizia associa al popolo e al destino d'Italia il destino e il popolo

d'Albania in una più profonda e definitiva unione.

Il 15 aprile 1939 sì e tenuto a Roma la riunione delGran Consiglio del

Fascismo, il quale approva l’Unione delle corone.379

Il 16 aprile una delegazione si recò espressamente a Roma per offrire la

corona al Re d'Italia, che la accettò. Il capo delegazione era il primo ministro

Shefqet Verlaci. Nella delegazione partecipavano; Xhaferr Ypi, Sami Vrioni,

Ferid Vokopola, Visarion Xhuvani, Dhimiter Popa, Siri Toptani, Ndoc

Pistulla ecc.380

Nello stesso giorno fu emanato e pubblicata la legge (n. 580) per effetto

della quale. Il re d'Italia, avendo accettato la corona di Albania, assume per

Sé e per i suoi successori, il titolo di “Re d'Italia e di Albania, Imperatore

d'Etiopia” facendosi rappresentare in Albania, con residenza a Tirana, da un

Luogotenente generale Francesco Jacomoni.381

Il 14 luglio il Consiglio dei Ministri approvò il disegno di legge, che fu

sottoposto alle assemblee della Camera e del Senato il giorno successivo.

In meno di dieci giorni l'Albania si era epurata e ritrovava il suo volto.

E chi aveva paventato per la riduzione dell'Albania a colonia o a protettorato

potettero rapidamente consolarsi, vedendone conservata l'indipendenza e posta alla

pari dell'Italia, in un vincolo di unione parità via, sotto un unico Re.

Taluni Stati si affrettarono a riconoscere senz'altro la nuova situazione

(Germania,Spagna, Ungheria, Jugoslavia, Grecia), mentre molti altri la

riconobbero in seguito, a cominciare dalla Francia, attraverso l'estensione

degli accordi commerciali con l'Italia all’unione doganale itala - albanese.

Pur conservando la propria autonomia e i due Stati avevano, infatti, unificato

doganale i propri territori, conservando ognuno la propria valuta (1 lira

albanese -6,95 lire italiane.

Si erano inoltre unificati le rappresentanze diplomatiche e consolari 3 giugno

1939 e le forze armate 13 luglio 1939 e, quel che più rileva, si erano

convenute di far godere ai cittadini albanesi in Italia e a quelli italiani in

Albania tutti i diritti civili e politici di cui godono sul rispettivo territorio

378 Amedeo Giannini: L’Albania dall’indipendenza all’Unione con l’Italia. Varese 1940. pg.187.

379Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 651

380 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.422.

381Arben Puto: op. cit. pg. 652.

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nazionale. E all'accordo erano date immediate esecutorie chiamando

cittadini albanesi a far Parte del Senato, dell'Accademia d'Italia, del corpo

diplomatico, dell'esercito. Cioè a dire si assimilavano a ogni effetto i

cittadini dei due Stati, segno evidente e tangibile della parità di situazioni

giuridiche con cui si erano uniti due Stati.

Il 3 giugno 1939 era infine emanato lo Statuto fondamentale del Regno

d'Albania.382

Il 13 luglio 1939 fu istituita una Luogotenenza generale per

l'Albania avviandosi rapidamente come il nuovo assetto politico,

amministrativo ed economico dello Stato.

Nel maggio del 1939 le forze armate Albanese si riuniscono a quelle

Italiane. In Albania queste forze armate esercitavano un comando generale

con capo arrivato da Roma. La Gendarmeria Reale si sciolse, passando

l’Arma dei Carabinieri.383

3.19 LA NATURA GIURIDICA DELL'UNIONE ITALO – ALBANESE

382 Bollettino Ufficiale nr. 40. 10 giugno 1939.

383Kastriot Dervishi:op. cit. pg. 426.

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Si è detto che la natura giuridica dell’unione itala - albanese abbiacarattere

personale.384

Finora non si citava che un solo esempio di unione personale, ossia quello

fra la Danimarca e l'Islanda. Quell’italo - albanese sarebbe quindi stata il

secondo esempio.385

È noto però che all'unione dano- islandese è stato negato il carattere

personale, adducendosi che questa presuppone due ordinamenti statali

autonomi, il quale vieneaccidentalmente ad avere uno stesso capo di Stato,

ma conserva la loro piena e intera autonomia. Nel caso dano-islandese la

comunanza del monarca, è predisposta giuridicamente e convenzionalmente

sono determinati i rapporti fra i due Stati, la qualeha anche qualche servizio

comune, invia principale o sussidiaria. Saremmo pertanto di fronte ad

un’unione reale. Il carattere reale dell’unione italo - albanese è ancor più

evidente.

È vero che le due corone sono distinte, ma l'unita della persona fisica del

monarca che a esse preposta è preordinata giuridicamente: la corona è

offerta al Re d'Italia, e questil’accetta come tale, la sua accettazione

convalidata con una legge costituzionaledello Stata italiano.

Se l'unione dei due Stati non poteva per tanto qualificarsi personale

inizialmente,ogni dubbio, se pur dubbi vi fossero, scompare di fronte allo

sviluppo che gli ordinamenti giuridici dell'unione hanno avuto in seguito.

La definizione giuridica data all'Unione itala - albanese è descrittiva dei

caratteri presentati dal Regno d'Italia e dal Regno d'Albania nei loro,

fondamentali, reciproci rapporti.386

Quest'unionenon si poteva definire più brevemente; i caratteri che essa

presenta non corrispondono invero a quelli d'alcuna categoria specifica che

sia già rilevata.

Utilizzando le categorie giuridiche proprie a tale dottrina si può soltanto

comprendere la formazione itala-albanese nella categoria generica dello

Stato decentrato, per darne una definizione che sia abbastanza precisa e

comunque la distingua dalle formazioni con simili, siamo quindi dovuti

ricorrere al rilievo di quei caratteri giuridici fondamentali che la

differenziano dagli altri Stati decentrati o dalla loro maggior parte. Un

motivo rende particolarmente sensibile le inconvenienze di cui si soffre di

inquadrare l'Unione italo - albanese in categoria specifica espressa in una

breve formula.

L’Unione in esame non è un unicum, per lo meno nelle sue linee essenziali:

innanzi al suo costituirsi sussistevano formazioni dotate di caratteri giuridici

analoghi a quelli che sono essa rilevabili. La mancanza di una tale formula

384Arben Puto: op. cit. pg. 650.

385 Amedeo Giannini: L’Albania dall’indipendenza all’Unione con l’Italia. Varese 1940. pg. 191.

386 Guido Lucatello: La natura giuridica dell’unione Italo – Albanese. Cedam Padova 1943. pg. 82.

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impedisce quindi di adempiere uno dei compiti fondamentali che ha la teoria

generale del diritto nei confronti della formazione in esame, e precisamente

quella di raggrupparla con le formazioni consimili.

Tra le formazioni che presentavano caratteri analoghi a quelli dell'Unione

italo - albanese possiamo menzionare l'Impero russo comprensivo della

Finlandia dal 1809 ai 1899 e l'Impero britannico dal costituirsi del primo

dominio all'attuazione delle risoluzioni della Conferenza imperiale tenutasi

nel 1926.

Nell’Impero russo degli Zar, dal 1809 al 1899, il Granducato di Finlandia si

trovava rispetto all'impero russo in una posizione fondamentale identica a

quella in cui si trova il Regno d'Albania rispetto al Regno d'Italia.387

Il prof Arben Puto lo descrive quest’unione personale come anacronismo.388

In via convenzionale gli ordinamenti dell'unione sono fissato adottando

servizi unici e comuni per problemi di fondamentale importanza

(rappresentanza diplomatica e consolare, forzearmate. unione doganale) e si

stabilisce in fine una completa parità di situazione ridica fra i cittadini dei

due Stati.389

3.20 CRONOLOGIA

387Guido Lucatello. op.cit. pg. 83.

388Arben Puto: op. cit. pg. 652.

389 Amedeo Giannini: L’Albania dall’indipendenza all’Unione con l’Italia. Varese 1940. pg. 192.

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8 ottobre 1895 - Nasce Ahmed Zogu a Burgajet di Mati dai genitori

Xhemal Pasha Zogu (1860-1908) e dalla seconda moglie Sadije Toptani

(1876-1934).

1912 –A.Zogu abbandona Costantinopoli e ritorna a Mati.

28 novembre 1912 -A. Zogu era delegato nel congresso dell’indipendenza

a Valona.

1913 -A. Zogurifiuta di far parte del governo di Essad Pascià (filoserbo) e

riunisce nella Valle del Mati il “Consiglio degli Anziani”.

24 gennaio 1914 - Durazzo è proclamata capitale al posto di Valona.

1914 - Si oppone alla formazione del Principato decisa dalla “Conferenza

degli Ambasciatori”.

7 marzo 1914 - Il principe Guglielmo di Wied arriva a Durazzo.

18 marzo 1916 - Presiede a Elbasan il Congresso nazionale per opporsi al

tentativo austriaco di occupare oltre a Scutari, Durazzo ed Elbasan.

1916 - A. Zogu è insignito dall'Austria del grado di colonnello, nel

tentativo di rabbonirlo..

Agosto 1918 - L'Austria abbandona Scutari.

Ottobre 1918 - Elbasan e Durazzo occupate dall'Italia.

11 novembre 1918 - Armistizio.

25 dicembre1918 - Governo Provvisorio di Durazzo e invio della

delegazione alla “Conferenza di Pace”.

22 gennaio 1920 -A. Zogu partecipa al “Convegno di Lushnja”.

30 gennaio 1920 - “Consiglio supremo” dei Quattro Reggenti composto di

Monsignor Bumci, Aqif Pascià, Abdi bey Delvina, Dr Turtulli.

Formazione del Governo di Suleiman bey Delvina. Ahmed Zogu, a solo 25

anni è Ministro dell'Interno.

31 gennaio 1920 - Elezione dell’Assemblea Parlamentare.

8 febbraio 1920 -Tirana (17.000 abitanti) diventa capitale del Paese.

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Febbraio 1920 - Dimissioni del Governo Provvisorio.

27 marzo 1920 - Zogu inizia gli impegni parlamentari.

2 settembre 1920 - L'Italia abbandona Valona.

12 ottobre 1920 - Pandeli Evangeli, capo della Delegazione alla

“Conferenza di Pace”, chiede l'ammissione alla “Lega delle Nazioni”.

21 novembre 1920 - Formazione del governo di Iljaz Vrioni. Zogu ministro

dell'interno, propone un prestito di 2 milioni di franchi-oro.

17 dicembre 1920 - L'Albania è ammessa nella “Lega delle Nazioni”.

21 aprile 1921 -A.Zogu è eletto al Parlamento.

1 aprile 1921 - Dimissioni del Governo Vrioni

11 luglio 1921 /15 ottobre 1921 - Secondo Governo Vrioni.

16 ottobre 1921 - Formazione del Governo di Pandeli Evangeli.

26 ottobre 1921 - Zogu, comandante in capo delle forze armate, blocca

l'occupazione jugoslava di Lezhe.

24 dicembre 1921 - Zogu è Ministro dell'Interno nel nuovo Governo di

Xhaferr Ypi.

8 marzo 1922 - Battaglia di Tirana. Zogu combatte contro Bajram Curri.

11 ottobre 1922 - Dimissioni del Governo di Xhaferr Ypi.

2 dicembre 1922 - Zogu è nominato Capo del Governo dal “Consiglio

Supremo di Reggenza”.

1 marzo 1923 - Il programma del Governo Zogu è respinto da una parte

dei parlamentari.

Maggio 1923 - Il Prof. Sederhold, presidente della Commissione della

“Lega delle Nazioni” per l'Albania, evidenzia l'urgenza dei problemi

finanziari dell'Albania.

30 settembre 1923 - Nuova legge elettorale.

23 febbraio 1924 - Attentato contro Zogu.

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25 febbraio 1924 - Dimissioni di Zogu.

20 marzo 1924 - Dimostrazione popolare a Tirana contro Zogu.

30 marzo 1924 - Governo di Shefqet Verlaci.

27 aprile 1924 - Zogu, conservando la carica di comandante delle forze

armate, si rifugia in Jugoslavia.

10 giugno 1924 - Protesta a Tirana dei parlamentari della Sacra Unione.

16 giugno 1924 - Governo di Fan Noli, considerato filo-bolscevico.

Autunno 1924 - La Lega delle Nazioni respinge la richiesta di un prestito

all'Albania e il parlamento ritira la fiducia al governo.

24 dicembre 1924 - Zogu rientra dalla Jugoslavia e arriva a Tirana. Fan

Noli fugge.

5 gennaio 1925 - Nuovo Governo presieduto da Zogu, che dichiara di

garantire una politica di neutralità e di amicizia.

31 gennaio 1925 - L'Assemblea Costituente proclama Zogu Presidente

della Repubblica.

23 aprile 1925 - Costituzione in Italia della S.V.E.A.

23 giugno 1925 - Accordo per la costituzione della “Banca Nazionale

d'Albania”.

27 novembre 1926 - Il Patto di Amicizia e Sicurezza con l'Italia.

22 novembre 1927 - Trattato di Alleanza Difensiva con l'Italia.

25 agosto 1928 - L’Assemblea Costituente proclama la Monarchia; il

Presidente dell'Assemblea, Pandeli Evangeli, è nominato capo del

governo.

1 settembre 1928 - Zogu è proclamato Re degli Albanesi.

1 dicembre 1928 - Proclamazione dello “Statuto Monarchico”.

20 febbraio 1931 - Attentato contro Zogu a Vienna, “nell'Opera House”.

1931 - Zogu rifiuta di rinnovare il Trattato di Tirana con l'Italia.

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1932-1933 - Zogu non paga gli interessi sul prestito della S.V.E.A .

1934 - Zogu firma accordi commerciali con la Jugoslavia e la Grecia.

25 novembre 1934 - Muore la madre di Zogu.

1935 - Zogu ottiene in dono dall'Italia 3 milioni di franchi-oro.

27 aprile 1938 - Matrimonio di Zogu con la contessa ungherese

Geraldine Apponyi, cattolica.

5 aprile 1939 - Nasce il figlio di Zogu, Leka.

7 aprile 1939 - Invasione militare italiana dell'Albania. Zogu si rifugia.

2 gennaio 1946 - Formale abdicazione di Zogu.

9 aprile 1961 - La Morte di Ahmed Zogu avvenuta a Suresnes, Francia.

1997 - Ritorno di Leka a Tirana.

18 ottobre 2002 - Decesso di Geraldine Apponyi a Tirana.

30 novembre 2011 – La morte di Leka I

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CONCLUSIONE

L'Albaniacelebrerà il 28 novembre 2012 il suo 100° anniversario come uno

stato indipendente e sovrano con eventi che si dividono in periodi storici

diversi. Cosi negli anni che vanno dal 1912-1939 si trova il consolidamento

dello Stato albanese attraverso i superamenti di ostacoli interni ed esterni.

La Proclamazione dell’Indipendenza sembrava che avrebbe rimosso una

volta e per sempre l'occupazione dal paese, ma nella realtà si è dimostrato il

contrario.

La Conferenza degli ambasciatori creò la Commissione internazionale del

controllo, il quale controllava il paese nel 1913. Inoltre è stato deciso che

l'Albania si doveva governare da un principe straniero. Cosi Il 7 marzo, 1914

il principe di Wied è arrivato in Albania con una chiara visione occidentale,

con unico scopo, quello del consolidamentodello stato albanese. Il suo

desiderio era fantastico, ma il conflitto interno e l'inizio della prima guerra

mondiale, causa della sua partenza dall’Albania. Durante il suo breve regno

di sei mesi in Albania non ha lasciato segni.

Durante la Prima Guerra Mondiale l’Albania non ha avuto alcun ruolo, ma la

sua posizione geografica l’ha resa un campo di battaglia.

Dopo la fine della prima guerra mondiale anche se c'era un paese neutrale, le

conseguenze sono state evidenti negli uomini e nell'economia. Anche se

laguerra era finita, questo non significava che la pace prevalse in Albania.

Confinante con due stati espansionisti come Jugoslavia e la Grecia, che

hanno sempre insistito sulla conquista della terra albanese.

Gli sforzi per preservare intatto il paese si facevano difficili, però la

Conferenza di Pace 1919 riporta la pace mancata, alla fine con l'aiuto del

presidente americano Wilson sono stati approvati i confini di oggi.

Il Congresso di Lushnja nel 1920, a mio parere si considera come la prima

pietra nella fondazione dello stato democratico d'Albania.

Gli anni 1920-1924 possono essere considerati importanti in campo politico,

perché in questo periodo nacque il primo parlamento albanese.

In questi anni divennero evidenti alcuni personaggi che possono essere

classificati senza esitazione come politici importanti nella formazione dello

Stato:Ahmed Zogu, Fan Noli, Sulejman Delvina, Iliaz Vrioni, Xhaferr Ypi,

Luigj Gurakuqi, Avni Rustemi, Pandeli Evangjeli, Hasan Prishtina, ecc.

Venendo al potere come primo ministro Ahmed Zogu il 2 dicembre 1922 ha

disorientato la classe politica.

L’opposizione albanese guidata da Fan Noli ha fatto ogni sforzo per

rovesciare il governo, però senza successo. Le elezioni del dicembre 1923

furono vinte da Ahmed Zogu. Questo fatto non è stato accettato

dall'opposizione di Noli, che decise di assumere il potere con la rivoluzione,

e questo evento non è in ritardo. L'uccisione di Avni Rustemi ha aggravato

ancora più la situazione politica nel paese. Quindi entro il 10 giugno 1924

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l’insurrezione guidato da Fan Noli è riuscito ad assumere il potere con la

forza. Ahmed Zogu ei suoi sostenitori sono fuggiti dall'Albania.

Comunque il governo di Noli non avrà mai il sostegno occidentale a

causadelle sue idee bolsceviche. Dopo sei mesi Zogu con i suoi collaboratori

e con l'aiuto della Jugoslavia è riuscito a riconquistare il potere. Questo è

stato definito come “il trionfo della legalità”.In queste condizioni Fan Noli e

i suoi collaboratori hanno lasciato il territorio albanese.

Con il ritorno al potere, Zogu apportò alcune modifiche alla costituzione che

concentrano tutto il potere nella sua direzione. Poco dopo il suo arrivo al

potere ha dichiarato l’Albania Repubblica parlamentare e Zogu fu eletto

presidente nel 1925.

Ormai l'opposizione era inesistente, soprattutto dopo l'assassinio di Luigi

Gurakuqi che era visto come il principale concorrente del governo di Zogu.

Negli anni successivi la concentrazione del potere è consolidata ogni giorno

sempre di più, sotto la direzione di Zogu. I rapporti con la Jugoslavianon

sono quelli attesi, furono interrotti presto radicalmente e ci s’indirizzò verso

l'Italia, con i qualisono stati firmati molti accordi. I più importantisono i due

patti degli anni 1926-1927.

Dato che i tre poteri erano controllati da Zogu, cosi egliintervene nello

Statuto e trasformò la Repubblica a Monarchia, quindi il 25 agosto 1928

Assemblea Costituzionale ha dichiarato l'Albania come un regno

parlamentare e il’1 settembre 1928 Zogu fu proclamato Re degli Albanesi,

avente una concentrazione di potere ancora più in alto.

Durante i primi anni del regno con l'aiuto degli italiani Zogu ha fatto alcune

importanti riforme nella giustizia, economia, istruzione, sanità e

amministrazione. Ha promesso la riforma agraria molto importante per il

popolo albanese, però non fu realizzata.

Durante l’interruzione dei rapporti con l'Italia, negli anni (1931-1935)

l'economia albanese ebbe un impatto negativo di quegli anni. In queste

condizioni, Zogu tentò di stabilire accordi con altri Stati balcanici. Un passo

importante è stato la partecipazione alla Conferenza dei Balcani (Intesa

Balcanica). Ma qui, eccetto la partecipazione alla conferenza non è riuscito a

far parte di quest’Intesa, perché l'influenza d'Italia ebbe un ruolo chiave ad

altri stati partecipanti. Esendoci di fronte al deserto e una profonda crisi

economica, la poltica estera Albanese si sposta di nuovo versol’Italia, che

già aveva altre intenzioni. La riconciliazione dei rapporti in modo rilevante

ha intensificato l'influenza italiana in ogni settore.

Gli anni passavano e il trono reale era ancora senza un erede giacché il re

non aveva ancora sceltoancora sua moglie. Così alla fine del 1937 il re Zog

intensificato gli sforzi per selezionare la prossima regina. Questi sforzi si

sono concluse con il suo matrimonio con la contessa Geraldine da famiglia

cattolicaungherese. Il matrimonio, anche se senza il consenso del Vaticano

per motivi religiosi si è tenuto il 27 aprile 1938. C'era, infatti, una cerimonia

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degna di un re. In questa cerimonia, il re Zog ha provato a rafforzare i

rapporti con l'Italia, invitando in qualità di testimonedi corona Galeazzo

Ciano. Questo non ha portato alcun risultato positivo. Subito dopo il

matrimonio, l’Italia chiese l'annessione dell’Albania. Anche se le offerte

erano attraenti Zogu rifiuto di cedere alle pressioni a Mussolini. Due degli

inviati più di fiducia, conti Ciano e Jacomoni fecero del loro meglio per

convincerere Zog all’abdicazione, ma era inaccettabile da parte del re.

L’Italia il 7 aprile 1939 decide di occupare l’Albania sbarcando in porto di

Durazzo con le forze armate, pure se i giorni precedenti due degli inviati di

fiducia, il conte Ciano e Jacomoni fecero del loro meglio per convincere re

Zog ad abdicare.

La resistenza delle truppe d’invasione fu debole, cosi re Zog nel pomeriggio

7 aprile 1939 abbandono l’Albania attraversando il confine greco.

Alla fine, si può rilevare che, nonostante qualche sbaglio durante il suo

lungo regno come primo ministro, come presidente o Resi può dire senza

alcuna timidezza che il consolidamento dello Stato albanese sia a livello

nazionale e internazionale è strettamente legatoal nome di Ahmed Zogu.

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Il giornale “Besa”. (1931-1936)

Il giornale “ Bashkimi”. (1924)

Il giornale “ Dielli”.

Il giornale “Dajti”. (1924)

Il giornale “Demokratia”. (1925-1939)

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Il giornale “Drita”. (1920-1924)

Il giornale “Drita”. (1936-1939)

Il giornale “Hylli i Drites”. (1913-1944)

Il giornale “ Zeri i Korces”. (1925-1931)

Il giornale “Republika”. (1923-1925)

Il giornale “Rilindja Shqiptare”. (1925-1929)

Il giornale “Shqiperi e Re”. (1919-1935)

Il giornale “Telegraf”. (1926-1928)