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Anno XXVII n. 1 - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia. I l Labirint Notiziario trimestrale sul disagio giovanile A.I.D.D. Onlus svolge un’attività di prevenzione primaria del disagio giovanile e delle sue manifestazioni quali tossicodipendenze, alcolismo, bullismo, tabagismo, ludopatie. A.I.D.D. Onlus Associazione Italiana contro la Diffusione delle Dipendenze Aggiornamenti sulle tossicodipendenze - Trimestrale d’informazione a cura dell’A.I.D.D. - Associazione Italiana contro la Diffusione delle Dipendenze Aidd ieri e oggi • Internet: tu non cadere nella rete 3 di Manuela Ponti I giovani e l’alcol: un’alleanza pericolosa 4 di Antonio Laurenzano • Cambiare si può di Mariacristina Ferrario 6 • L’onda di Sayani, Alice e Martina 7 • Coma etilico di Raffaele Saldutti 8 • Il bullismo di Mariacristina Ferrario 10 Carissimi lettori, in questo edito- riale vorrei limitarmi ad illustrare in forma sintetica alcuni cam- biamenti importanti avvenuti in AIDD. Cambiamenti necessari che ci permettono di stare al pas- so con le due grandi Associazioni Internazionali di Volontariato dalle quali l’AIDD è nata, i Lions e i Rotary, con le altre organiz- zazioni a scopo sociale e gli enti pubblici. Inoltre vorrei informarvi di come oggi nel mondo della scuola ci rapportiamo con i ragazzi, i geni- tori e gli insegnanti. La modifica più significativa è avvenuta in oc- casione dell’assemblea straordi- naria del 23 aprile 2012 durante la quale, in qualità di Presidente ed alla presenza del notaio Giuseppe Alessi, ho proposto all’assemblea di rinnovare l’as- sociazione, già annoverata fra le associazioni senza scopo di lucro e con sede in Lombardia, dotan- dola di un atto costitutivo e di uno statuto redatti in forma pubblica. Così facendo potremo avere la concessione del patrocinio one- roso e dei fondi di sostegno da parte della Regione Lombardia. Nello stesso tempo accedere ai bandi indetti dalla Regione e avvalerci di una potenziale nuova forma di finanziamento per risol- levare le esauste casse associa- tive. Con l’assemblea straordina- ria del 13 dicembre scorso, alla presenza del notaio Carlo

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Anno XXVII n. 1 - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia.

Il LabirintNotiziario trimestrale sul disagio giovanile

A.I.D.D. Onlus svolge un’attività di prevenzione primaria del disagio

giovanile e delle sue manifestazioni quali tossicodipendenze, alcolismo,

bullismo, tabagismo, ludopatie.

A.I.D.D. OnlusAssociazione Italiana

contro la Diffusione

delle Dipendenze

Aggiornamenti sulle tossicodipendenze - Trimestrale d’informazione a cura dell’A.I.D.D. - Associazione Italiana contro la Diffusione delle Dipendenze

Aidd ieri e oggi

• Internet: tu non cadere nella rete 3di Manuela Ponti

• I giovani e l’alcol: un’alleanza pericolosa 4di Antonio Laurenzano

• Cambiare si può di Mariacristina Ferrario 6• L’onda di Sayani, Alice e Martina 7• Coma etilico di Raffaele Saldutti 8• Il bullismo di Mariacristina Ferrario 10

Carissimi lettori, in questo edito-riale vorrei limitarmi ad illustrare in forma sintetica alcuni cam-biamenti importanti avvenuti in AIDD. Cambiamenti necessari che ci permettono di stare al pas-so con le due grandi Associazioni Internazionali di Volontariato dalle quali l’AIDD è nata, i Lions e i Rotary, con le altre organiz-zazioni a scopo sociale e gli enti pubblici.Inoltre vorrei informarvi di come oggi nel mondo della scuola ci rapportiamo con i ragazzi, i geni-tori e gli insegnanti. La modifica più significativa è avvenuta in oc-casione dell’assemblea straordi-naria del 23 aprile 2012 durante la quale, in qualità di Presidente ed alla presenza del notaio Giuseppe Alessi, ho proposto all’assemblea di rinnovare l’as-sociazione, già annoverata fra le associazioni senza scopo di lucro e con sede in Lombardia, dotan-dola di un atto costitutivo e di uno statuto redatti in forma pubblica. Così facendo potremo avere la concessione del patrocinio one-roso e dei fondi di sostegno da parte della Regione Lombardia. Nello stesso tempo accedere ai bandi indetti dalla Regione e avvalerci di una potenziale nuova forma di finanziamento per risol-levare le esauste casse associa-tive. Con l’assemblea straordina-ria del 13 dicembre scorso, alla presenza del notaio Carlo

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Saverio Fossati, abbiamo cam-biato il nome della nostra asso-ciazione in “Associazione Ita-liana Contro la Diffusione delle Dipendenze” in quanto oggi le cause di sofferenza e disagio tra i giovani sono più d’una. Le problematiche da affrontare infatti non sono solo la droga, ma anche l’alcool, il tabagismo e, soprattutto ultimamente, la ludopatia; dipendenze gravissi-me per le quali abbiamo il do-vere d’impegnarci e di aiutare i giovani a prevenirle e a curarle.Sempre nella stessa assemblea abbiamo rinnovato lo statuto or-mai obsoleto su alcuni punti.Abbiamo rinnovato la grafica del nostro periodico il Labirin-to, che rimane ancora suscet-tibile di miglioramenti, come pure il nostro sito che vi invito a visionare e per il quale sarò felice di ricevere suggerimenti e critiche (purchè costruttive!) in grado di renderlo sempre più interessante e ricco di notizie. Per tutto questo enorme lavo-ro, che ha richiesto una grande quantità di tempo, fatica e com-petenza, dobbiamo ringraziare il Lions Sirio Marcianò - che ha inoltre accettato di diventare Direttore Responsabile del pe-riodico - oltre ad Andrea Riva del Rotary Club Milano Ovest per la ristrutturazione del Sito. Per finire, un accenno alla no-stra attività attuale, i problemi e i successi incontrati nelle scuo-le in quest’anno scolastico. Stiamo lavorando nei comuni di Arese di Cinisello Balsamo e nell’Istituto Scialoia di Mila-no. Abbiamo terminato i corsi ad Erba mentre per merito del Club Kiwanis di Bergamo e del Rotariano Fabio Bergamaschi, sempre attivo nella raccolta fondi per coprire i costi delle nostre iniziative, tra Bergamo e Dalmine sono stati attivati corsi presso sette scuole.Inoltre stiamo per iniziare i cor-si alla Scuola Militare Teuliè di Milano e siamo in trattative con una scuola di Nova Milanese. Nei mesi scorsi abbiamo avuto

altre richieste che a malincuo-re abbiamo dovuto declinare perchè i nostri fondi sono pur-troppo già assegnati e né le scuole interessate nè i comuni di competenza avevano dispo-nibilità economiche da investire per i nostri interventi preventi-vi. Ultimamente risulta sempre più difficile recuperare i fondi necessari per coprire tutte le richieste che ci vengono fatte dalle scuole; tutto ciò ci rattri-sta perché sappiamo quanto sia importante la prevenzione per riuscire ad evitare che i no-stri ragazzi diventino vittime di pericolose devianze. Chiedia-mo come sempre a voi che ci sostenete di aiutarci ancora, in modo tale da riuscire ad accet-tare tutte e non solo una par-te delle richieste di aiuto che ci pervengono. Potete aiutarci economicamente aderendo alla nostra associazione e de-volvendo il 5xmille ma, anche, suggerendo idee nuove o tro-vando degli sponsor sensibili alle nostre iniziative. I volontari dell’A.I.D.D., i Lions e i Rotary operano per un futuro sere-no dei giovani e sarebbe bello avervi con noi per raggiunge-re insieme questo necessario obiettivo.

Walter MigliorePresidente AIDD

Anche tu puoi aiutarci a prevenire

le devianze giovanili sostenendo

la nostra Associazione con il

5 x mille03756330159

I bambini cominciano a collegarsi a internet a un’età sempre più giovane: se gli adolescenti di oggi hanno navigato il web per la prima volta a 11 anni, i bambini fra 9-10 anni hanno iniziato ad andare in rete già a 7 anni. E’ quanto emerge da uno studio europeo, che mette an-che in luce come molti dei bambini usano internet senza avere la giusta competenza e sicurezza. Emerge che un bambino su due passa in me-dia su internet un’ora e mez-za al giorno, mentre ancora più attivi in termini di utilizzo sono i ragazzi compresi tra i 15 ei 16 anni. La gran parte dei giovani usa internet per fare i compiti, va in rete per guardare video, per giocare e per chattare tramite servizi di messaggeria istantanea. La maggior parte si con-nette da casa, e tantissimi ragazzi compresi tra i 13 e i 16 anni naviga dalla propria cameretta, mentre aumenta anche la percentuale di ra-gazzi che naviga il web dal cellulare o da un altro dispo-sitivo portatile. Nonostante, quindi, questa generazione di ragazzi sia definita come quella dei ‘nativi digitali’ e siano anche diminuiti i rischi legati al cyberbullismo e alla presenza in rete di contenuti inappropriati, emerge dal-lo studio che sono in molti i giovanissimi che ignorano i rudimenti in fatto di sicurezza (configurazioni delle impostazioni sulla privacy, blocco di contatti indesiderati). Preoccupante invece l’emergere, tra i ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 16 anni, di sintomi legati ad un uso eccessivo di Internet: navigano, cioè, senza una vera motivazione, passano meno tempo con gli amici, la famiglia o a fare i compiti a causa delle ore spese online, o ancora si innervosiscono quando non possono collegarsi. E’ tempo di mettere in guardia geni-tori ed educatori oltre che, ovviamente bambini e ragazzi, sui rischi di internet. Il numero di indagati che deriva dalla rete conferma quali e quante possano essere le insidie che si possono incontrare on line. Famiglie e scuola non possono più ignorare tale realtà al pari di tutte le istituzioni. Per internet esiste un codice di auto-regolamentazione per la tutela dei minorenni (disponibile sul sito www-comunicazioni.it), ma non c’è più il comitato di control-lo. Ciò che si rende indispensabile, infatti, è attuare ad ogni livello una forte azione di prevenzione e formazione

rivolta a genitori, educatori, operatori del settore della comunicazione e chiunque altro risulti interessato. Oggi comunque l’elemento di sicurezza più efficace è ancora il dialogo con i figli, se i genitori sono in grado di insegnare loro a non fornire dati o informazioni personali o riscon-tri oggettivi sulla propria persona (nome, cognome, età, indirizzo, numeri di telefono e cellulari, redditi, indirizzo, orari della scuola, nomi di amici, ...) e soprattutto sono in

grado di far comprendere ai propri figli di evitare incontri con chi hanno conosciuto in rete (gli sconosciuti cosi incontrati possono essere pericolosi tanto quanto quel-li che si possono incontrare per strada). Giungere ad un uso consapevole di internet significa favorirne l’accesso “consapevole” garantendo la disponibilità di conoscen-za e apertura. La “rete” è uno strumento di democra-zia e di crescita, di libertà. Internet è una porta aperta dalla quale si può uscire per andare in tutto il mondo ma da quella stessa porta chiun-que può entrare. Per tale motivo, in una realtà mon-diale di utilizzo, è del tutto opportuno tener presente che internet è sede anche di malintenzionati che possono utilizzare tale fondamentale strumento di comunicazione per finalità illecite, dannose

e soprattutto pericolose per i più piccoli. La “cultura della sicurezza”, ovvero la sensibilizzazione dell’opinione pub-blica su un uso consapevole di internet, passa attraverso percorsi informativi e formativi di conoscenza nella con-vinzione che i giovani sono certamente il nostro futuro, ma oggi siamo Noi il loro presente e sotto questo aspetto è oggi del tutto necessario occuparsi di loro. Non cadere nella rete vuole essere un intervento volto alla sensibilizzazione delle famiglie sui rischi inerenti un utilizzo non consapevole di Internet da parte dei mino-ri nelle problematiche relative alla pedofilia e allo sfrut-tamento sessuale. L’attività progettuale che si intende realizzare ha un forte carattere innovativo con il fine di guidare e indicare le procedure necessarie ad un utilizzo sicuro di internet con incontri nelle scuole al fine di tra-smettere le competenze necessarie per utilizzare questi strumenti in modo sicuro.

Manuela Ponti Psicologa AIDD

Internet: tu non cadere nella rete

Il percorso creativo dello scultore Gianpietro Moretti, che rimanda a signi-ficati concettuali globali, illustra gli arti-coli di questo numero.

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ILGennaio/Marzo 2013 IL Gennaio/Marzo 2013

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12 anni, contro la media europea ferma a 14 anni e mez-zo; sono circa 800.000 i giovani di età inferiore a 17 anni che hanno consumato nel 2010 bevande alcoliche, di cui oltre 400.000 in modo problematico, con rischio cioè di dipendenza. E’ di moda fra i giovani il “binge drinking”, un mix di superalcolici dagli effetti devastanti. Lo sballo da alcol. Tanto e in poco tempo, dai cinque bicchieri in su in meno di due ore! Fra i sedicenni, beve così il 20,4% di maschi e l’8,6% di femmine, ma l’abuso sistematico è in crescita e tocca anche i ragazzini delle medie.Un quadro sociale devastante, una fotografia impietosa che mette a nudo un disagio giovanile dietro il quale si nasconde spesso la fuga da un contesto sociale e fa-miliare estraneo, se non ostile. Una fragilità psicologica di tanti ragazzi alla quale non è estranea la polverizza-zione della famiglia, cellula primaria della società. La famiglia privata del suo ruolo di formazione educa-tiva costituisce fatto-re negativo della pro-blematica giovanile e una famiglia divenuta invisibile non aiuta il giovane a capire il valore della vita. Il giovane deve esse-re recuperato prima che sia tardi attra-verso un percorso di responsabilizzazione sociale, fatto di sti-moli e interessi. I giovani rappresen-tano oggi l’anello de-bole di un sistema segnato da forti ten-sioni. Sono figli di una società priva di freni inibitori in cui l’autore-volezza, intesa come credibilità valoriale, è stata soppiantata dalla trasgressione. Uno scenario di grande decadimento, anche morale, che fa a pugni con il luccichio di un appa-rente benessere, con il facile arricchimento, con una vita spericolata, vissuta senza inibizione alcuna. Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, ha osservato che: “Il punto di par-tenza per una discussione sulle stragi giovanili, non è il sabato sera, ma andare a vedere cosa succede in fami-glia dal lunedi al venerdi”. Quali possono essere allora le risposte a questa emergenza sociale?E’ fondamentale educare i giovani alla legalità, al rispetto del codice della strada, ridestare in loro i grandi ideali, la passione civile per renderli protagonisti consapevoli del loro ruolo sociale. Coniugare la libertà con il senso del do-vere per poterla vivere non come trasgressione ma come valore di grande significato. E in questo percorso, la fami-

glia e la scuola, assumono un ruolo centrale: dovranno “in-segnare ai giovani l’arte del vivere”, nel segno di una rin-novata “alleanza educativa”. E’ nella famiglia, in sinergia con la scuola, che occorre recuperare la smarrita identità dei giovani, la loro soggettività sociale, la capacità di per-cepire il loro futuro, promuovendo inoltre nella comunità un’adeguata informazione sui rischi dell’alcol per vincere ogni forma di indifferenza e di assuefazione sociale. Prevenzione dunque per una vera “cultura della sicu-rezza” la quale deve passare altresì attraverso misure legislative più severe: da più parti viene reclamata l’in-troduzione nel Codice penale del reato di “omicidio stra-dale”. E ancora, il potenziamento dei controlli su strada con adeguati strumenti operativi, anche se – ed è questa la chiave di lettura del problema- non basta la meritoria

azione delle Forze dell’Ordine sulle stra-de, non bastano le croci lungo le strade per vincere tutti in-sieme la partita della vita! Occorre dare alle nuove generazioni il senso dell’esistenza, la certezza dell’affet-to, la forza del dialo-go per vincere insi-curezze e precarietà. Per scongiurare cioè ogni salto nel buio! Occorre proporre da parte degli adulti un quadro etico credi-bile. Al disvalore del rischio bisogna con-trapporre la cultura dei comportamenti corretti e un diverso approccio valoriale. Aiutiamo dunque i ra-gazzi del sabato sera a diventare uomini, non facciamoli diven-

tare fiori bianchi da piangere il giorno dopo, aiutiamoli a diventare coscienti e responsabili dei loro limiti. Il sociologo Giuseppe De Rita del Censis, parla di “inca-pacità di connessione degli adulti con i giovani!” Parola d’ordine, dunque: “connettersi” con i giovani, parlare, dia-logare, scrutare nel loro mondo interiore, saperne legge-re in tempo i silenzi e le ansie prima che il disagio diventi pericolosamente devianza. Un viaggio per molti … senza ritorno! Far capire loro che “la vita va vissuta e non…bevuta”! Che il sabato sia davvero un giorno di festa e non più un giorno di lutti e di dolori! Ricordiamo ai nostri ragazzi che sulle strade, alla guida di un’auto, si deve dare sempre la precedenza alla vita e non alla morte!

Antonio LaurenzanoLC. Gallarate Seprio

Stragi del sabato sera: una cronaca senza fine, un bollettino continuo di morti sulle strade. Tan-ti ragazzi e ragazze che, nel cuore della notte, andando incontro a un assurdo destino, spezza-no tragicamente la loro vita lasciando nel dolore profondo i propri genitori, derubati di sogni e speranze. E una vita spezzata in giovane età è un problema sul quale interrogarsi.Nel 2011, ci sono state 3860 vittime, 972 delle quali, pari al 25%, con età inferiore ai 30 anni. Leggermente in diminu-zione il tasso di mortalità rispetto agli anni precedenti, ma ancora troppe vittime, ancora troppo sangue sulle strade!

La vita va vissuta e non… bevuta

Nell’aridità delle cifre presentate dalla Commissione eu-ropea in occasione della Quarta Giornata europea della sicurezza stradale, lo scorso luglio a Cipro, emerge una realtà impressionante, fatta di lutti e disperazione.E gli incidenti stradali causati da consumo di alcol sono la prima causa della mortalità giovanile. E’ fortemente dannoso il suo effetto sul cervello e sul sistema nervo-so centrale. E’ inquietante il viaggio nell’oscuro pianeta dell’alcolismo giovanile. Un male sociale che, secondo i dati forniti dall’Istituto superiore di sanità, presenta ele-menti allarmanti.Il primo bicchiere di vino in Italia viene consumato a 11-

I giovani e l’alcol: un’alleanza pericolosa!

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Cambiare si può glienza degli Ospiti da parte di Walter Migliore, Presiden-te dell’A.I.D.D., affiancato da Nazzareno Pettinari Past Presidente Rotariano, nella semplicità dei saluti delle Autorità rotariane e lionisti-che (Governatore del Di-stretto Rotary 2040 Marco Milanesi e Governatore del Distretto Lions 108Ib4 En-rico Pons), nella partecipa-zione paritaria di tutti, Scuo-la Militare, Scuola Musicale, Rotary e Lions e nell’asse-gnazione di una Melvin Jo-nes a Nazzareno Pettinari a significare un’unione vera nel nome di una collabora-zione tra passato, presente e futuro che può essere vali-da solo se coraggiosamente aperta al nuovo, alla voglia di conoscere, di migliorare e centrare gli obiettivi.L’A.I.D.D. sta facendo que-sto e ci sta riuscendo. Ci au-

guriamo possa rappresen-tare un esempio da imitare. Per terminare un sentito rin-graziamento alle Autorità ro-tariane e lionistiche per il pa-trocinio concesso all’evento, a tutti i Club Lions e Rotary che hanno partecipato, agli sponsor, alla Scuola Mlitare Teuliè per l’ospitalità, alla Scuola Musicale di Milano e a tutti i collaboratori che hanno contribuito al succes-so della serata.

Mariacristina FerrarioL.C. Milano Loggia dei Mercanti

Addetto Stampa

La musica è un dono con un potere altissimo e ce ne siamo resi tutti conto mentre il Maestro Fedeli, percor-rendo la sala, diffondeva il suono meraviglioso del suo raro e prezioso strumento,

facendo vibrare anche le nostre corde più profonde e risvegliando in noi gran-de emozione. Una serata, quindi, musicalmente ec-cellente, ma non solo.Per tutta la sua durata sullo

schermo scorrevano imma-gini e parole ed il nuovo vol-to dell’A.I.D.D. si è andato delineando nitido, rivelando a tutti noi il suo mutamento, già dall’esplicazione del suo acronimo in cui, finalmente, la parola “droga” lascia spa-zio alla realtà dell’esistenza e dei bisogni legati a “tutte le dipendenze”.Ma è la scelta di far scorrere le parole di Don Bosco “Oc-corre che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati” ad offrirci la presen-tazione migliore dell’A.I.D.D.Questa frase, sottolineata anche dal Governatore del

Distretto Lions 108 Ib4 nel suo breve saluto, ci mostra come si sia colto il nocciolo del problema dipendenze e come, proprio su questo, si sviluppi il lavoro degli Esper-ti di quest’Associazione.Non è infatti solo la mancan-za d’amore a rendere fragili i giovani, ma è anche il non riuscire ad esserne consa-pevoli, il non essere in gra-do di sentirselo addosso, di sentirselo dentro come un diritto-dovere che appartie-ne ad ogni essere umano, a rendere i nostri ragazzi e gli uomini che saranno doma-ni degli insicuri, incapaci di amare e stimare se stessi.E’ da qui che parte la pre-venzione. Non tanto e non solo dal diffondere informa-zioni sui danni devastanti, prodotti dalle dipendenze, ma soprattutto, dal rendere i giovani capaci di darsi e di ricevere amore. E’ qui che la prevenzione abbraccia la formazione per consentire ai giovani di diventare indi-vidui adulti e sani.Una serata in cui il volto nuovo, armonioso e sereno è apparso chiaro nell’acco-

In una calda giornata di primavera, nel-le ore in cui il sole raggiunge il culmine del suo splendore, Lisa decise di anda-re a fare una passeggiata sulla spiag-gia insieme alla sua mamma. Non c’era nessuno quel giorno. I turisti non erano ancora arrivati e nell’aria regnava una serena tranquillità. Camminando, camminando, la bimba incontrò i suoi amici gabbiani. Li cono-sceva da molto tempo ormai e ogni vol-ta i suoi piccoli amici si divertivano ad imitare i suoi movimenti. A Lisa piaceva tanto trascorrere del tempo con loro. Lì, su quella spiaggia, dove tutti i pericoli sembravano lontani. Il mare, tra l’altro, l’aveva sempre affascinata, anche se, nello stesso tempo, le incuteva uno strano timore. La piccola Lisa, infatti, non aveva ancora imparato a nuotare. Quel giorno il mare era piuttosto mos-so. In un primo momento la bimba non osò nemmeno avvicinarsi, ma poi fu colta dalla tentazione irrefrenabile di in-contrarlo una volta per tutte quel mare che la turbava così tanto. Così la curio-sità vinse tutte le sue paure. Lisa si av-vicinò sempre di più all’acqua, mentre i gabbiani assistevano indifferenti alla scena. In un primo momento, forse per mostrarsi più forte agli occhi dei suoi piccoli amici, la bimba respinse l’onda che le stava andando incontro. Il mare allora come per incanto parve calmarsi e la nostra protagonista co-raggiosa ne approfittò per approfondi-re la conoscenza con il nuovo amico e sconfiggere così definitivamente la sua

paura. Provò a toccare nuovamente l’acqua, ma subito l’onda diventò ag-gressiva e cercò di travolgerla intrappo-landola nei suoi abissi profondi. Lisa si spaventò e, indispettita, fece la linguac-cia al suo compagno di giochi dispetto-so. Il mare, però, sembrò non gradire e così la travolse un’altra volta. Completamente fradicia, Lisa si sentì finalmente orgogliosa di se stessa, per-ché aveva avuto la forza e la determi-nazione necessarie per affrontare i suoi limiti e sfuggire al pericolo. La mamma l’aveva osservata per tutto il tempo, sempre vigile alle sue spalle e pronta a intervenire all’occorrenza, ma lasciandola comunque libera di sceglie-re e, perché no, anche di sbagliare. Uno solo dei gabbiani rimase con lei, l’unico che le era stato sempre vicino mentre lei sfidava il mare, anche negli istanti in cui sentiva di aver provato più paura. Lisa si rese conto allora che lui soltanto era un amico vero, perché chi nutre nei confronti di un’altra persona dei sentimenti sinceri c’è sempre, so-prattutto nei momenti più difficili. L’esperienza arricchì notevolmente la nostra protagonista, lasciandole nel cuore insegnamenti che le sarebbero sicuramente tornati utili nel corso della sua vita. Persino il suo vestitino non fu più lo stesso: da bianco che era, assun-se i colori del mare, i colori del percorso di crescita di ognuno di noi.

Sayani, Alice e MartinaClasse III C

Scuola Media “A. Frank” Cinisello Balsamo

La 13ª edizione del Concerto La Musica è Vita ci ha confermato il cambiamento dell’A.I.D.D. e que-sto non solo per la veste nuova data alla serata svoltasi il 21 novembre presso la Scuola Militare Teuliè ed articolata partendo dall’esibizione del Trio di Michelangelo Decorato per passare alle vo-ci dei tre finalisti del Concorso, che vede premia-te alcune promesse del canto lirico con borse di studio offerte dalla Scuola Musicale di Milano, fi-no ad arrivare alla magica musica dello Stradivari del 1726 “ex Adams Collection”, magistralmente regalataci dal Maestro Matteo Fedeli.

In alto il presidente dell’A.I.D.D. Walter Migliore con Nazzareno Pettinari.Nella pagina precedente il Mae-stro Matteo Fedeli in un momento emozionante del concerto.

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Coma etilicoIl Coma etilico rappresenta una delle più gravi conseguenze dell’intossicazione acuta da alcool.Il coma etilico si raggiunge generalmente quan-do l’alcolemia raggiunge i 4g/litro, ma nelle don-ne e nei giovani si può manifestare dai 2,5g in su.Chiunque, anche se non alcol dipendente, può incorrere in una crisi di intossicazione acuta al-colica e ciò è causato dalla quantità di alcol as-sunto in un breve spazio di tempo.La gravità delle manifestazioni cliniche della intossicazio-ne acuta alcolica è dipendente dalle caratteristiche del soggetto e dalla qualità e quantità degli alcolici assunti. L’etanolo, per la sua liposolubilità, solo dopo pochi minuti dalla assunzione supera la barriera emato-encefalica fi-no a raggiungere nel cervello un tasso alcolico simile a quello ematico. L’assorbimento delle bevande alcoliche a livello dell’apparato gastrointestinale dipende da vari fattori quali lo stato di riempimento dello stomaco e la concen-trazione alcolica delle bevande. Noi sappia-mo che il 70% dell’al-col assunto è assor-bito dallo stomaco e il 30% dal duodeno e si ritiene che il passag-gio dell’alcol dal lume gastro-duodenale al sangue avvenga ra-pidamente. Nel sog-getto digiuno oltre il 90% di una dose di alcol assunto è assor-bito dopo circa un’ora, il picco alcolemico si raggiunge entro 45 minuti dall’assunzio-ne, l’ingestione con-temporanea di cibo, soprattutto se ricco di grassi, rallenta no-tevolmente l’assorbi-mento dell’alcol.Il coma etilico rappre-senta la conseguenza più grave dell’intossi-cazione acuta da alco-ol. La natura per difen-derci da ciò, ha fatto sì che l’alcool fosse emetico, ovvero, nella maggior parte dei casi, quando ci si avvicina alla dose mortale, noi

lo rimettiamo. Ciò avviene come abbiamo visto quando la percentuale di alcool nel sangue raggiunge i 3,4 grammi per litro di sangue e questo valore si abbassa di molto nel caso si tratti di donne o adolescenti. Pertanto biso-gna fare molta attenzione perché, quando si è bevuto tanto da vomitare, vuol dire che ci siamo pericolosamen-te avvicinati alla dose letale e se per una volta questo meccanismo non funzionasse ci si potrebbe risvegliare in ospedale o non risvegliarsi più.Il coma etilico è pericolosissimo e può essere letale perché provoca arresto cardiaco o respiratorio. Una persona in co-ma etilico deve essere immediatamente trasferita in ospe-dale, per questo è molto importante che i giovani imparino a riconoscere in tempo i sintomi per poter intervenire il più rapidamente possibile qualora dovessero riscontrarli in un loro amico nelle occasioni in cui si tende a eccedere nel consumo di bevande alcoliche. I disturbi sono accentuati

dalla contemporanea assunzione di droghe o farmaci psicoattivi (sonniferi, tranquillanti, antidepressivi ecc.).Il coma etilico è ca-ratterizzato da un profondo stato di inco-scienza accompagna-to dalla classica alitosi (l’organismo tende ad eliminare una parte dell’alcool ingerito at-traverso i polmoni). L’arrossamento cuta-neo dovuto a vasodi-latazione, l’ipotermia (abbassamento della temperatura corpo-rea), la bradicardia (riduzione della fre-quenza cardiaca), l’i-potensione arteriosa (abbassamento della pressione) e la de-pressione respiratoria possono portare rapi-damente alla morte.Il crescente numero di adolescenti recente-mente finiti in ospeda-le per coma etilico ha fatto pronunciare la Cassazione in merito a misure più severe ai gestori degli esercizi che vendono alcolici ai minori e non solo

Concentrazione di alcolnel sangue(g/L) (*)

Sensazioni più frequenti Effetti progressivi e abilità

compromesse

0.1-0.2Iniziale sensazione di ebbrezza.Iniziale riduzione delle inibizioni e del controllo.

Affievolimento della vigilanza, attenzio-ne e controllo. Iniziale riduzione del co-ordinamento motorio. Iniziale riduzione della visione laterale.

0,3-0,5Sensazione di ebbrezza.Riduzione delle inibizioni, del controllo e della percezione del rischio.

Riduzione delle capacità di vigilanza, attenzione e controllo. Riduzione del coordinamento motorio e dei riflessi. Ri-duzione della visione laterale.

0,6-0,8

Cambiamenti dell’umore.Nausea, sonnolenza.Stato di eccitazione emotiva.

Riduzione della capacità di giudizio.Riduzione della capacità di individuare og-getti in movimento e della visione laterale.Riflessi alterati.Alterazione delle capacità di reazione agli stimoli sonori e luminosi.

0,8-1,5

Alterazione dell’umore.Rabbia.Tristezza.Confusione mentale, disorientamento

Compromissione della capacità di giudi-zio e di autocontrollo.Comportamenti socialmente inadeguati.Linguaggio mal articolato.Alterazione dell’equilibrio.Compromissione della visione, della percezione di forme, colori, dimensioni.

1,6-3

Stordimento.Aggressività.Stato depressivo.Apatia.Letargia.

Compromissione grave dello stato psi-cofisico. Comportamenti aggressivi e violenti. Difficoltà marcata a stare in pie-di o camminare. Stato di inerzia genera-le. Ipotermia.

3-4

Stato di incoscienzaDifficoltà di respiro, sensazione di soffocamento.Sensazione di morire.

Allucinazioni. Cessazione dei riflessi.Incontinenza. Vomito.Coma con possi-bilità di morte per soffocamento da vo-mito. Battito cardiaco rallentato. Fame d’aria. Coma. Morte per arresto respi-ratorio.

con sanzioni penali ma anche con la chiusura a tempo determinato dell’esercizio.Il tasso alcolemico di un individuo non dipende solo dalla quantità di alcol ingerita, ma anche da molti altri fattori, come la tolleranza che è diversa da individuo e indivi-duo, il peso (struttuta corporea), lo stato di salute, l’età, il sesso e lo stato di digiuno o di sazietà (contenuto del-lo stomaco). La gradazione alcolica e il contenuto dello stomaco determinano la velocità di assorbimento, inoltre, alcuni farmaci, in particolare analgesici e tranquillanti, aumentano gli effetti negativi dell’alcol. Questo è il motivo per cui è difficile dire quanta birra bi-sogna bere per superare la soglia dello 0,5%, per fare un esempio possiamo dire che una concentrazione di 0,3 g/L di alcool nel sangue si raggiunge, in un sogget-

to di circa 60 chili di peso, con l’ingestione a stomaco pieno di una lattina da 330 mL di birra (4,5 gradi), op-pure un bicchiere da 125 mL di vino (11.5 gradi), oppu-re un bicchierino da 40 mL di superalcolico (40 gradi). Inoltre, se vengono raddoppiate queste dosi la patente corre seri rischi, bisogna tenere anche presente che l’a-nidride carbonica contenuta in alcune bevande alcoliche aumenta la velocità di assorbimento dell’alcool.

Concludiamo con questa tabella in cui troviamo la valuta-zione dell’alcolemia, ovvero i grammi di alcool in circolo per litro di sangue e lo stato provocato nel soggetto.

Raffaele SalduttiFarmacologo Aidd

(*) Questo parametro è quello di cui sentiamo parlare nella cronaca dei giornali quando si fa riferimento allo stato di ebbrezza delle persone che alla guida del proprio mezzo hanno causato un incidente; il limite consentito dalla legge è di 0,5g/litro, per cui se dicono che superava di quattro volte il limite vuol dire che aveva in circolo più di 2g di alcool per litro di sangue.

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ILGennaio/Marzo 2013 IL Gennaio/Marzo 2013

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in ogni caso messi davanti alle proprie responsabilità poiché non è possibile tollerare il loro comportamento che evidenzia la mancanza di controllo degli impulsi, il bisogno di dominare gli altri attraverso la violenza, l’incapacità di dare spazio alle emozioni positive, il disimpegno, il disinteresse per le regole e generando solitudine e scarso rendimento scolastico.Le vittime sono ragazzi incapaci di difendersi o per timidez-za o per complessi di inferiorità o perché appartenenti ad una minoranza e rischiano, una volta presi di mira, non solo danni fisici, ma anche la perdita di autostima, di sicurezza e del desiderio di frequentare la scuola.Tra le vittime è facile trovare figli di famiglie molto protettive e quindi piuttosto dipendenti, poco assertivi e non abituati a gestire i rapporti con i coetanei- Le possibili conseguen-ze del bullismo sono: l’abbandono scolastico e la scarsa o nulla autostima riscontrabili sia nei bulli sia nelle vittime. I comportamenti devianti e la micro e macro criminalità si sviluppano tra i bulli, mentre nelle vittime prevalgono de-pressione e solitudine.Poiché l’Adolescenza è un momento di transito dove si cre-sce nel corpo e nella psiche e dove si compie la formazio-ne della propria identità, è ovvio dover sottolineare che il bullo non è un ragazzo destinato per forza a rimanere tale, in quanto la sua identità non è ancora definita ed è quindi possibile aiutarlo a modificare il suo atteggiamento e la sua visione della vita e dei rapporti con gli altri, in modo che tali comportamenti non si radichino in lui e non diventino parte integrante e definitiva della sua personalità. Perché il cambiamento possa iniziare egli va però messo davanti alle responsabilità relative agli atti di abuso e violenza compiuti per poi essere portato a valorizzare le proprie caratteristi-che positive, riscoprendo il proprio valore attraverso il sup-porto derivante dalla collaborazione di educatori, genitori (se possibile) ed esperti.Parlando di bullismo, dopo gli ultimi fatti di cronaca, viene naturale soffermarsi sul suicidio adolescenziale che, pur-troppo non solo non è raro, ma è la seconda causa di mor-te, dopo gli incidenti stradali, anche se, fortunatamente, non sempre è portato a compimento principalmente per due motivi: uno perché l’Adolescente spesso non desidera real-mente morire, cioè “non esserci più”, in quanto non ha ben chiaro il senso del definitivo, del per sempre, due perché, non avendo ben chiaro il senso della morte, intesa come fine, sovente non è in grado di scegliere con competenza gli strumenti più idonei ed efficaci per attuare il gesto.Purtroppo dobbiamo ritenere che non ci siano Adolescenti esenti dal pericolo di suicidio ed è importante non sottova-lutare i fattori di rischio e ricordare che l’attenzione da parte, non solo dei genitori e degli insegnanti, ma proprio di TUTTI coloro che ruotano intorno ai ragazzi, deve sempre essere vigile per captare ogni minimo segnale, soprattutto quando si è di fronte al verificarsi di situazioni particolari quali lutti, separazioni, abbandoni da parte del partner, suicidi di amici e compagni di scuola, non accettazione del proprio corpo, disagio ed insuccesso scolastico, fughe da casa.Va inoltre ricordato che fatti che per un adulto possono non rivelarsi particolarmente coinvolgenti, possono invece, in un Adolescente, avere un impatto devastante.E’ fondamentale non lasciare passare inosservati episodi

suicidari di cui l’Adolescente è venuto a conoscenza, maga-ri attraverso la TV o, peggio ancora, accadimenti che han-no direttamente visto quali protagonisti amici e compagni di scuola; i genitori e gli insegnanti devono parlarne aper-tamente e, soprattutto, lasciare ai ragazzi la possibilità di esprimere le loro emozioni.Troppo spesso i genitori, gli insegnanti, ma anche gli amici, ritengono che chi minaccia il suicidio sia qualcuno che non porterà mai a compimento il gesto: NIENTE E’ PIU’ ERRATO!Chi minaccia di uccidersi, il più delle volte, riesce effettiva-mente a farlo.L’esperienza mostra che gli Adolescenti nutrono molti dubbi su questo argomento, che sovente viene vissuto in un alo-ne di romanticismo ed è quindi bene lasciare spazio all’e-spressione dei mille perché ad esso correlati, per portare i ragazzi all’acquisizione della consapevolezza della sua tragica e concreta irreversibilità.Un altro punto su cui è opportuno insistere è l’attenzione che ognuno deve porre a frasi, apparentemente banali, in cui compagni ed amici manifestino intenzioni suicide. Le parole su questo argomento non vanno mai sottovalutate e devono essere sempre riferite a persone adulte che abbiano la possi-bilità di valutarne la veridicità ed, eventualmente, di intervenire.Non esiste amicizia, non esiste fratellanza, non ci sono patti né giuramenti di alcun tipo, né leggi sul rispetto della privacy, che possano giustificare un silenzio che può essere letale.Guardiamo all’Adolescenza senza pregiudizio, ma con amoreGli Adolescenti sono un miscuglio di emozioni, di pensie-ri, di desideri e spesso diventano incapaci di sopportare il peso di tanta confusione: per questo è bene capirli e non giudicarli, ricordando che ciò che spesso è letto da noi co-me un atto di chiusura e di sfida, in realtà, il più delle volte, è semplicemente l’espressione vera della loro confusione o del loro timore nell’esprimere qualcosa per cui saranno giu-dicati. La percezione dell’Adolescente su quanto esprimia-mo nei suoi confronti coinvolge tutto il suo essere. Se noi critichiamo il loro abbigliamento o i loro gusti musicali, essi non sanno ritenere il nostro giudizio come parziale e quindi rivolto ai vestiti ed alla musica, ma lo considerano un’opi-nione negativa nei loro confronti e si sentono rifiutati in toto. Aiutare un Adolescente a crescere, a maturare, a preparar-si positivamente al diventare adulto, è un compito tra i più gravosi e per il quale non ci sono regole da seguire, tranne una: l’AMORE.E’ solo attraverso un sentimento d’amore, espresso nell’am-bito della famiglia, tra i coniugi, i nonni, i parenti, ma volto anche all’esterno, in un interesse verso la comunità in cui la famiglia vive, non solo nei confronti delle amicizie, ma anche del sociale, è solo vivendo immersi in questo valore, che è bene faccia parte del quotidiano non in modo super-ficiale, ma con profondità, che l’Adolescente può riuscire a rispondere serenamente ai dubbi, può superare le paure e affrontare la vita con positività e speranza, perché l’amore è il nutrimento primo per offrire ad un giovane essere uma-no la possibilità di diventare un adulto capace di amare ed apprezzare la vita.

Mariacristina FerrarioL.C. Milano Loggia dei Mercanti

Addetto Stampa

Il Bullismo

Fin da bambini è fondamentale imparare a riman-dare l’appagamento dei propri desideri e a con-trollare i propri bisogni, comprendendo che esi-stono anche quelli degli altri. Da qui si sviluppa l’intelligenza emotiva che porta con sé anche altre “qualità” come l’empatia, la speranza, l’attitudine a relazionarsi con gli altri e ad esprimere i propri sentimenti.Da qui derivano considerazioni importanti quali il rispetto delle opinioni altrui, anche se diverse, il saper far valere le proprie ragioni senza creare conflitti, il considerare gli er-rori propri ed altrui senza emettere giudizi sulla persona, l’essere determinati nell’esprimersi senza offendere l’altro e il vivere l’amicizia nell’accettazione della diversità di idee.

La carenza dello sviluppo dell’intelligenza emotiva è quindi una delle cause che determinano il fenomeno del bullismo caratterizzato dall’uso della forza e del potere per minaccia-re, incutere paura e danneggiare ragazzi più deboli che non hanno la capacità di ribellarsi.Il bullismo si può esprimere in modo diretto, attraverso un’aggressività fisica (pugni, calci, botte in generale), un’ aggressività verbale (offese, minacce, derisioni, evidenzia-zione di debolezze e difetti) o in modo indiretto, attraverso l’emarginazione e l’isolamento, forma questa, più riscontra-bile nelle ragazze.I bulli sono ragazzi cui si possono trovare anche delle atte-nuanti in quanto spesso sono stati vittime di traumi non su-perati, di ambienti violenti e deprivati degli affetti, ma vanno

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