Aggiornamenti Albanesi nr 10

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CRONACA Aggiornamenti Albanesi 1 Aggiornamenti Albanesi QUADERNI DI SOCIETÀ, ECONOMIAE CULTURA RIVISTAPERIODICADIRETTADALUIGI NIDITO N° 2/2009 - Settimanale di informazione varia - Anno XVII - Tariffa R.O.C.: Poste Italiane S.p.A. Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma1 AUT. CNS/CBPA/CENTRO1 valida dal 08/02/2007" - Tassa Pagata Dir. Resp.: Luigi Nidito - Ed. Ass. “L’Incontro” - V.le Galilei, n° 13/f - 59100 PRATO Reg. Trib. Prato n° 11/2002 del 09/10/1992 - Stampa: C.A.D. - Tirana 10 CRONACA Speciale A.I.I.O.A. ? Presentata la domanda per il riconoscimento come Camera di Commercio Italiana in Albania

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AggiornamentiAlbanesiQUADERNI DI SOCIETÀ, ECONOMIA E CULTURA

RIVISTA PERIODICA DIRETTA DA LUIGI NIDITO

N° 2/2009 - Settimanale di informazione varia - Anno XVII - Tariffa R.O.C.: Poste Italiane S.p.A.Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma1

AUT. CNS/CBPA/CENTRO1 valida dal 08/02/2007" - Tassa PagataDir. Resp.: Luigi Nidito - Ed. Ass. “L’Incontro” - V.le Galilei, n° 13/f - 59100 PRATO

Reg. Trib. Prato n° 11/2002 del 09/10/1992 - Stampa: C.A.D. - Tirana

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Speciale A.I.I.O.A.

?Presentata la domandaper il riconoscimento comeCamera di Commercio Italiana in Albania

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QUADERNI DI SOCIETÀ, ECONOMIA E CULTURARIVISTA PERIODICA DIRETTA DA LUIGI NIDITO

SommarioEditoriale: Obiettivo Europa 5

Società

Economia

Cultura

N° 2/2009 - Settimanale di informazione varia - Anno XVII - Tariffa R.O.C.: Poste Italiane S.p.A.Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma1

AUT. CNS/CBPA/CENTRO1 valida dal 08/02/2007" - Tassa PagataDir. Resp.: Luigi Nidito - Ed. Ass. “L’Incontro” - V.le Galilei, n° 13/f - 59100 PRATO

Reg. Trib. Prato n° 11/2002 del 09/10/1992 - Stampa: C.A.D. - Tirana

Nuovi soci e Uffici di rappresentanza 9Programma A.I.I.O.A. 12“Fare Sistema” di Giovanni Degennaro 13Intervista con Ilir Zhilla - Pres. Camere Commercio di Albania 17Contributo di Jessica Laganà - Console d’Italia a Tirana 19L’Ufficio scolastico dell’Ambasciata d’Italia di Vito Stigliani 25

Quadro economico e andamento commerciale 27Intervento di Raffaella Valentini-Uff. economico Ambasciata Italia 29Stefano Farabbi - A.D. Intesa Sanpaolo Bank Albania 33Libero Catalano - Dir. Generale B.I.S.- Gruppo Veneto Banca 37Intervento di Francesco Vitulli - Dir. Ufficio ICE Tirana 41Crisi economica e settore edile di Luigi Aleksi 45I Gruppi Italiani in Albania - Alfo Giorgi - “La Marina di Orikum” 47I Gruppi Italiani in Albania - Vincenzo Pastoressa - “La Mozzarella” 49

Legami culturali alla base del l’amicizia 51L’Albania e la l ingua di Dante di Artur Sula 52Limgua e popolazioni arbëresh di Gjovalin Shkurtaj 57

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Palazzo della Cultura

Piazza Skanderbeg

Tirana - Albania

Tel: +355 4 2234243

Fax: +355 4 2259098

www.aiioa.com

[email protected]

A . I . I . O . A .Presidente 

Giovanni DegennaroVice Presidenti

Michele Cicella Luigi Nidito (Tesoriere)Vincenzo Pastoressa

Consiglieri effettiviGianluca CarlessoLibero CatalanoCarmine CiproStefano FarabbiVito Bruno FiorentinoStefano GalliniGiordano Gorini Gaetano MarroneGianluca Pierella

Segretario Generale - Alda BakiriProbiviri

Gaetano Tarsitani (Presidente)Alfo GiorgiArta Muskollari

Revisori Antonio Ventura (Presidente)

Paolo GiorgialongoShpresa Koçiraj

QTZHK

AgrigoseLBN EditorTelcom Albania

Studio Legale TonucciB.I.S. - Gruppo Veneto BancaManifacture ItalianaIntesa Sanpaolo Bank AlbaniaFilantoEurotech CementEssegeiVolalbaTirana Softwaregroup

Istituto InternazionaleGruppo GiorgiGlobal Service

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di Luigi Nidito

EDITORIALE

La fase attuale rappresenta unpassaggio importante per le pro-spettive future dell’Albania.Le elezioni politiche e la conse-guente nascita del nuovo gover-no offrono le condizioni giusteper affrontare subito i problemiancora da risolvere per comple-tare il percorso che deve allinea-re l’Albania agli altri Paesi vicinie raggiungere il traguardo della

prospettiva europea cui ormaitutta l’opinione pubblica albane-se sia “democratica” che “sociali-sta” guarda con grande impazien-za. Occorre ora, per esempio,predisporre ed approvare quelleriforme necessarie al raggiungi-mento dello standard richiestodalla Commissione Europea perla liberalizzazione dei visti, cosache rappresenta il passaggio de-

ObiettivoEuropa

“L’ALBANIA FA PARTE DELL’EUROPAE GLI ALBANESI SONODI NAZIONALITÀ EUROPEA”

Si legge nell’articolo del 1879 di Sami Frashëri,uno dei massimi poeti e letterati albanesi direligione musulmana-bektashi, in “Alfabetaree gluhësë shqip”, citato in “La lingua albane-se” di Shaban Demiraj.

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finitivo per l’integrazione sostan-ziale dei popoli in attesa dell’in-tegrazione formale ed ufficialecon l’ingresso nella Unione Eu-ropea.L’Albania non può non esseresulla stessa linea della Serbia,Montenegro e Macedonia.“Dopo la NATO, l’UE” era l’im-pegno di tutti in campagna elet-torale: ebbene è tempo oggi diporre mano a questo impegno!Occorre oggi operare per poterpretendere di essere posti sulla

stessa lineadegli altriPaesi vicini.I cittadinia l b a n e s is e n t o n ocome unpeso in-comprensi-bile il fattodi doverancora, allasoglia del2010, con-

statare di vivere in un Paese chedopo decenni di muro invalica-bile (il “Muro di Tirana 1” erettodalla dittatura comunista) teso adimpedire la libera circolazionedelle idee e degli uomini eccettola nomenklatura, oggi in un mon-do irreversibilmente globalizza-to debbono patire il problema deivisti (il “Muro di Tirana 2” di tipo

burocratico) che impedisce liberimovimenti e sviluppo personalesociale ed economico anche ri-spetto a Paesi vicini.La grande volontà di crescita del-la parte viva della popolazionealbanese merita la soluzione diquesto problema.Fra l’altro raggiungere tale tra-guardo è una spinta notevole perla crescita dell’Albania sia sotto ilprofilo sociale che soprattuttoeconomico, sviluppo capace giàdi per sé di una integrazione eu-ropea (pur senza assimilazione)rapida e positiva.La solidarietà italiana sempre esi-stita non mancherà neppure infuturo.In questa ultima parte del 2009l’Ambasciata d’Italia sta lavoran-do per realizzare nella primave-ra del 2010 una serie di eventi digrande importanza e significato:

“DUE POPOLI,UN MARE,

UN’AMICIZIA”Si tratta di una serie di grandieventi che rappresenteranno unmomento di grande attenzioneper i rapporti fra Italia e Alba-nia. L lunga lista di eventi copretutti i settori di attività, dalla cul-tura, al commercio, alle infra-strutture ed energia, allo sport,allo sviluppo società civile e for-mazione.L’iniziativa coordinata dal Ministro

Dr. FrancescoDe Luigi

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Consigliere dott. Francesco S. DeLuigi, coadiuvato dal Segretariod’Ambasciata dott. Jacopo Alber-goni, nel suo più profondo signi-ficato, ha i contorni in ogni casodi una vera e propria operazionedi sicuro valore culturale. E’ unaoperazione che intende cattura-re l’attenzione di tutti e special-mente dei giovani sempre piùattratti da una vita quotidianaglobalizzata dove a volte si ri-schia di perdere il contatto conle proprie origini, figurarsi queicontatti e rapporti più tradizio-nali nel tempo come possonoessere e sono le relazioni italo-albanesi.

Camera di CommercioItaliana in Albania

Nell’insieme delle relazioni gene-rali fra Italia e Albania da tempoinfatti, grazie alla stessa spintadell’Ambasciata italiana, i rappor-ti sono passati da una collabora-zione fatta di aiuti e sostegno neimomenti difficili, come negli anni’90, ad una convinta partnership.Lo stesso sta succedendo anchenelle varie componenti della co-munità italiana: da quelle milita-ri e delle forze dell’ordine o altrepresenze istituzionali; a quelle re-ligiose che oggi contribuisconoalla crescita sociale non limitan-dosi più agli aiuti rispetto ai pri-

mi bisogni elementari, ma offren-do un supporto nel campo dellaformazione professionale (agri-coltura, artigianato vario, ecc.)fino all’alta formazione rappre-sentata dalla fondamentale isti-tuzione dell’Università “NostraSignora del Buon Consiglio”; al-l’Associazione Imprenditori Ita-liani Operanti in Albania (AI-IOA), associazione nata nei pri-mi anni ’90. Nel corso degli annil’Associazione si è sviluppatacome struttura di servizi e mo-mento di rapporti con le Istitu-zioni albanesi in stretta collabo-razione con il vertice dell’Amba-sciata italiana a Tirana, rappre-sentata dall’Ambasciatore S. E.dott. Saba D’Elia.Ultimamente l’AIIOA ha dato unasvolta significativa alla propriapresenza in Albania presentan-do al Go-verno ita-liano ladomandadi ricono-scimentocome Ca-mera diCommer-cio Italia-na in Al-b a n i a( C CI A ) .A n c h eq u e s t a

Dottor Saba D’EliaAmbasciatore d’Italia

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volta come associazione di ope-ratori italiani dobbiamo dire cheè stato di grande incoraggiamen-to l’aiuto ricevuto da tutte le istan-ze operative della Missione ita-liana a Tirana, dall’Ufficio Com-merciale, all’Ufficio ICE di Tira-na.Ciò non solo per il sollecito pa-rere positivo che l’Ambasciata hatrasmesso attraverso la Farnesi-na al Ministero dello Sviluppoeconomico, ma soprattutto inconsiderazione del fatto che l’Am-basciata, impegnata nella orga-nizzazione, di grandissimo rilie-vo di una presenza italiana in Al-bania nei vari settori di eccellen-za per la prossima primavera2010, ha voluto inserire in que-sti eventi la presentazione ed illancio ufficiale della Camera diCommercio Italiana in Albania.Da parte dell’AIIOA, non man-cherà l’impegno ad operare con-cretamente per una sua costrut-tiva presenza sul territorio.La società albanese dalla fase di

un semplice ed a volte caotico“fai da te” anche nel campo dellerelazioni commerciali, soprattut-to con l’Italia che è il Paese cherappresenta il maggior partnercommerciale per l’Albania, oggiè pronta per il passo successivotendente ad una razionalizzazio-ne dei rapporti economico-com-merciali.Per l’AIIOA questo riconoscimen-to rappresenterà un momento dicrescita nel settore commercialealbanese e potrà diventare unserio riferimento per il mondodel commercio italiano.La Camera di Commercio Italia-na in Albania (CCIA) potrà cosìsvolgere un ruolo “riconosciuto”per il mondo albanese e per ilsettore del commercio italiano eciò sia per affondare ancor più leradici della propria presenza inAlbania, sia per ampliare tale pre-senza italiana anche in settori nonancora “sbarcati” in questo Pae-se.

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SOCIETÀ

Nei mesi scorsi l’AIIOA ha pre-sentato tramite l’Ambasciata do-manda di riconoscimento al Mi-nistero dello Sviluppo Economi-co a Roma come Camera diCommercio Italiana in Albania(CCIA). Tutta la documentazio-ne richiesta è stata inviata anchead ASSOCAMERESTERO, Asso-ciazione delle Camere di Com-mercio Italiane all’Estero, orga-nizzazione che opera in strettacollaborazione e sintonia strate-gica con il sistema dell’UNION-CAMERE, il sistema delle Came-re di Commercio d’Italia.L’Ambasciata ha espresso pare-re favorevole, come richiesto dal-l’iter della pratica, manifestandoil proprio apprezzamento per ilruolo svolto dall’AIIOA.Attualmente l’AIIOA sta pro-

grammando un rafforzamento delproprio organico e ha già comin-ciato a perseguire un concretoampliamento della base associa-tiva, non solo sul versante italia-no, ma anche e soprattutto perquanto riguarda l’iscrizione disocietà e singoli operatori alba-nesi.Tale impegno va proprio in dire-zione delle richieste poste fra lecondizioni per ottenere il ricono-scimento come CCIA e cioè quelladi una effettiva binazionalità del-l’Associazione richiedente.In questo ambito, come previstodallo stesso statuto, recentemen-te modificato, l’AIIOA ha già pre-so contatti con realtà economi-che e commerciali nelle città diScutari e Valona, sedi delle rap-presentanze Consolari italiane.

Camera di Commercio Italiana in Albania

Nuovi soci albanesi eUffici di rappresentanzaa Scutari e Valona

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A Scutari e Valona verranno isti-tuiti entro fine anno Uffici diRappresentanza Camerali.

Scutari

A Scutari opera già una asso-ciazione “Unione Sviluppo NordAlbania”, costituita da un grup-po di imprenditori albanesi delluogo, presieduto dal dott. Ales-sandro Limata che ne è stato ilpromotore, sorretto dalla spin-ta catalizzatrice del Consoled’Italia dott. Stefano Marguccio.In occasione di un recente in-contro, a seguito della visita del-l’Ambasciatore S.E. Saba D’Elianel nord dell’Albania, incontroa cui erano presenti, oltre al-l’Ambasciatore, il Console Mar-guccio, il capo della Coopera-

Valona

Analoga azione per Valona, doveopera con impegno il ConsoleGenerale d’Italia dott. SergioStrozzi, sarà svolta con l’aiutodell’associato AIIOA Alfo Gior-

zione italiana in Albania, dott.Flavio Lovisolo e il presidenteAIIOA, avv. Giovanni Degenna-ro è stata manifestata la dispo-nibilità e l’interesse di molti im-prenditori albanesi (fra cui il dott.Gjergji Leqejza, amministratoredi una importante società alba-nese che produce intimo fem-minile per conto dell’italiana “Co-tonella”) ad aderire alla C.C.I.A.e proseguire nella propria azio-ne di sviluppo dell’area scutari-na come Ufficio di rappresentan-za camerale nel nord Albania.

gi, ( noto in tutta la regione diValona fra gli operatori albane-si) imprenditore toscano che harealizzato il primo porto turisti-co albanese a sud di Valona: la“Marina di Orikum”. Recentemen-te, in occasione di una sosta in

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porto di molte imbarcazioni ita-liane in navigazione nell’Adriati-co si è tenuto un convegno, or-ganizzato da Alfo Giorgi, con lapartecipazione del dott. Paolo DalBuono in rappresentanza degliiscritti all’ASSONAUTICA, asso-ciazione che recentemente ha fir-mato un accordo con ASSOCA-MERESTERO “allo scopo di raf-forzare l’azione congiunta degliattori attivi nella promozione del“Sistema Italia”.Inoltre l’AIIOA potrà contare sul-le ampie conoscenze da parte deldott. Franco Pinna di operatorialbanesi della regione, conoscen-ze acquisite nel suo passato la-voro di dirigente bancario nellacittà di Valona.In occasione del convegno pres-so la strutturadel porto turi-stico a cuihanno parteci-pato anche ilSindaco diOrikum, dott.Kanan Braho eil Presidentedella Cameradi Commerciodi Valona,dott. EdmondLeka, oltre alvicepresidenteAIIOA dott.Luigi Nidito, il

Presidente della Camera di Com-mercio di Valona ha pubblica-mente espresso il proprio com-piacimento per l’iniziativa dellaCCIA, manifestando addirittura ladisponibilità a mettere a disposi-zione il locale per ospitare l’Uffi-cio di rappresentanza della CCIAdi Valona per il sud Albania.Queste prospettive consentiran-no all’AIIOA, una volta ottenutoil riconoscimento come Cameradi Commercio Italiana in Alba-nia ( CCIA), di iscriversi allaUnione delle Camere di Commer-cio e industria albanesi, comeviene auspicato anche dal suoPresidente dott. Ilir Zhilla in al-tra parte della presente pubbli-cazione.

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I relatori del convegno presso la Marina di Oricum

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PROGRAMMA A.I.I.O.A.

1. RIORGANIZZAZIONE STRUTTURA OPERATIVA:a) Inserimento di un Giurista che segua gli sviluppi normativi delle diversediscipline;b) Inserimento di una Segretaria operativa per consentire alla SegretariaGenerale, Dr. Alda Bakiri, iniziative/proposte e corsi di aggiornamento pressoAssocamerestero.2. PUBBLICAZIONI:a) Rivista bimestrale bilingue dell’Associazione per l’approfondimento delletematiche riguardanti il Paese Albania. Tale rivista verrà inviata a tutte leCamere di Commercio, Regioni, Province, Comuni capoluogo, strutture pro-vinciali di Confindustria ed altre Associazioni di categoria a livello regionalein Italia, oltre a Strutture parlamentari e governative e personalità albanesi.La Rivista oltre che cartacea verrà pubblicata sul websito per una la visioneda parte delle Camere di Commercio nel mondo;b) News mensile inviata via mail e pubblicata sul web;c) Rassegna quotidiana della Stampa Albanese via mail;d) Aggiornamento sistematico del websito.3. WORKSHOP:a) con il Ministero dell’Economia e col Ministero di Grazia e Giustizia in mate-ria di Diritto Societario e Diritto Fallimentare;b) con il Ministero delle Finanze e la Direzione Generale delle Tasse;c) con il Ministero dell’Economia, Direzione Generale delle Imposte e l’Asso-ciazione Bancaria Albanese sulla cessione del credito e/o compensazione dadiversi tributi.4. PROGRAMMA “ALBANIA E PAESI VICINI”:Visite nei paesi limitrofi “MONTENEGRO, KOSSOVO, MACEDONIA e BULGA-RIA con l’obbiettivo di far conoscere agli associati le opportunità che offronoquesti paesi.5. “BUSINESS ALBANIA”:Lavori per il perfezionamento dell’iniziativa promossa dalla nostra Associa-zione per la costituzione della Confederazione dei Datori di Lavoro.6. CORSI DI FORMAZIONE:a) Corsi sulle diverse figure amministrative e tecniche da avviare al lavoropresso i ns. associati;b) corso interattivo di “lingua italiana in affari” per dipendenti albanesi;c) corso di lingua albanese per operatori italiani interessati.7. UFFICI DI RAPPRESENTANZA:Apertura degli Uffici periferici come da Statuto nelle Circoscrizioni Consolaridi Scutari e Valona.

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L’Albania si presenta, ad un os-servatore attento, con tratti pe-culiari che distinguono questoPaese da altri anche geografica-mente ad esso vicini.Lo sviluppo, negli anni dopo lacaduta del comunismo, ha segui-to un percorso più tumultuoso edifficile di quello degli altri Paesidell’Est dovuto alle condizioni dipartenza che facevano dell’Alba-nia nei primi anni ’90 un Paesepiù disastrato delle realtà ad essaconfinanti e non solo.La grande voglia di riscatto deisuoi abitanti, la caparbia volontàdi superare ritardi e problemi,l’aiuto dei Paesi amici, a comin-ciare dall’Italia, la vicinanza sto-rica e socio-culturale con il no-stro Paese, tutte insieme questecomponenti hanno permesso dicompiere grandi passi sulla viadello sviluppo tanto che oggipossiamo dire senza dubbio chel’Albania è ormai stabilmente at-

testata sulla via di una normaliz-zazione sociale ed economica chesupera le più rosee previsioni chesi potevano fare nei non lontanianni ’90.Lo sviluppo economico è stato fa-vorito, oltre che dalla freneticavoglia di iniziativa in ogni campoda parte degli albanesi, anchedalle comunità di operatori stra-nieri e, fra tutte, di quella partedi comunità italiana che ha scel-to in modo stabile l’Albania per ipropri investimenti.In questo contesto l’Associazio-ne Imprenditori Italiani operantiin Albania (AIIOA) ha rappresen-tato un momento di positivo co-agulo per tutti gli italiani presen-ti in Albania, specie nei momentipiù difficili attraversati da questoPaese nella “calda” metà deglianni ’90.La storia della nostra associazio-ne fatta di iniziative, proposte,momenti di concreta solidarietà

”FARE SISTEMA”

Richiesta dell’Associazione Imprenditori ItalianiOperanti in Albania per il riconoscimento comeCamera di Commercio Italiana in Albania

Intervento del Presidente A.I.I.O.A.Avv. Giovanni Degennaro

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reciproca non va oggi dimenti-cata giacché rappresenta il pun-to di riferimento costante per unpercorso aggiornato alle esigen-ze dell’Albania contemporaneaproiettata verso un futuro euro-peo sempre più integrato.Mentre le comunità imprendito-riali svolgevano il ruolo di pro-pulsione nell’ambito dello svilup-po economico e sociale, la co-munità albanese spesso autono-mamente e per di più attraversoi singoli cittadini, costruivanorapporti soprattutto con la vicina

Italia per quanto riguarda il set-tore del commercio.La più gran parte della dinamicacommerciale albanese “parla ita-liano” e ciò è dovuto ai legamida sempre esistenti con il nostroPaese, oggi resi ancor più con-creti dalla massiccia comunità al-banese che vive e lavora in Ita-

lia, cosa che rende più facili edimmediate le possibilità di svilup-po dei rapporti commerciali ita-lo-albanesi.L’AIIOA è oggi in Albania una as-sociazione che gode di un rico-nosciuto e diffuso prestigio nelleIstituzioni oltre che nella opinio-ne pubblica in generale.Siamo passati dall’essere una re-altà occupata e preoccupata a ri-solvere eventuali problemi deisingoli imprenditori italiani aduna realtà che è in grado di of-frire servizi ed assistenza sul ter-

ritorio, realtà capa-ce di interloquire di-rettamente con leIstituzioni Albanesiin termini di propo-sta e di confronto.Di grande significa-to ed importanza èl’iniziativa che vedeproprio l’AIIOA frale associazioni pro-motrici di una nuo-va grande organiz-zazione che intende

raccogliere tute le realtà locali estraniere imprenditoriali e tutti idatori di lavoro operanti in Al-bania per fornire a questo Paeseuno strumento di sicura utilitànell’ottica di un confronto con-creto nel Paese sulle esigenze esulle decisioni da assumere peruno sviluppo ed un benessere

Palazzo della Culturadove ha sede l’A.I.I.O.A.

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sociale sempre più diffuso. L’es-sere una delle associazioni fon-datrici, insieme a molte associa-zioni di settore albanesi e a real-tà come altre Camere di Com-mercio straniere presenti in Al-bania, del “Unione del business”,rafforza la nostra volontà di con-tinuare a contribuire alla crescitadei rapporti economico-commer-ciali italo-albanesi.In questo ruolo siamo stati sem-pre supportati dalle strutture ope-rative della nostra Ambasciata cheha sempre sostenuto le nostreiniziative.Fra queste l’ultima è proprio

quella riguardante lanostra richiesta di ri-conoscimento comeCamera di Commer-cio Italiana in Alba-nia, da noi presenta-ta recentemente esulla quale la nostraAmbasciata ha subi-to espresso parere fa-vorevole in vista del-la decisione ministe-riale che dovrebbeavvenire prossima-mente a Roma. Il pa-rere favorevole del-l’Ambasciata è da noivissuto come inco-raggiamento a guar-dare con determina-zione a futuri tra-

guardi nel nostro operato, oltreche segno di un reciproco rap-porto di positiva e concreta col-laborazione. La nascente “Unio-ne del business” ed il riconosci-mento come Camera di Commer-cio Italiana in Albania (CCIA) daparte italiana rappresentano duenovità, che, nel rispetto dei pro-pri ruoli possono operare in si-nergia, a tale proposito è emble-matico il progetto, promosso dal-la AIIOA, per la realizzazionedell’area commerciale-industria-le di Koplik, vicino a Scutari apoca distanza dal Montenegro. Inun’area attrezzata di oltre 60 et-

Avv. Giovanni DegennaroPresidente AIIOA

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tari con strutture di servizi, espo-sitive, ecc., sarà possibile concen-trare tutte le potenzialità commer-ciali ed industriali che fungeran-no da punto di riferimento per ilmercato più ampio di tutti i Bal-cani. Per questo siamo convintiche il nuovo impegno come Ca-mera di Commercio Italiana inAlbania sarà di grande interesseper l’intera collettività albaneseoltre che per lo sviluppo dellapresenza italiana in Albania.Come Camera di Commercio Ita-liana in Albania gli stessi opera-tori commerciali albanesi potran-no usufruire dei nostri servizi epotranno fornire a noi nuovoslancio per iniziative che produ-cano occasioni di sviluppo negliscambi commerciali fra Italia eAlbania.Abbiamo già cominciato a muo-verci in questa direzione, pur es-sendo ancora in attesa del rico-noscimento governativo, svilup-pando iniziative per allargare lanostra base all’imprenditoriacommerciale locale, addiritturaprevedendo già dall’immediato fu-turo la apertura di nostri Uffici dirappresentanza in Scutari e Valo-na dove operano da tempo le no-stre due delegazioni consolari ol-tre a quella di Tirana, Uffici Con-solari con cui intratteniamo posi-tivi rapporti di concreta collabo-razione. Tutto nell’ottica di dotarci

di uno strumento che di per sérappresenti un riferimento ancheistituzionale in Albania teso a svi-luppare in piena armonia con l’Uf-ficio ICE di Tirana i rapporti com-merciali fra i nostri due Paesi esoprattutto ad incrementare ulte-riormente la presenza italiana nel-la realtà albanese.Siamo sicuri di potercela fare conil nostro impegno, con il soste-gno dell’Ufficio commerciale del-la nostra Ambasciata, dell’UfficioICE oltre che con i suggerimentied il supporto dell’Assocamere-stero cui intendiamo associarcinon appena ricevuto il riconosci-mento richiesto.In buona sostanza, in un mondoin continua evoluzione (in Alba-nia lo si può constatare settima-na dopo settimana) in cui anchele Camere di Commercio sonoimpegnate ad approfondire ilproprio servizio in sinergia conla realtà in cui operano, la nostraassociazione sono sicuro che saràin grado di essere un saldo mo-mento operativo nello sforzo di“fare sistema”, sia come comuni-tà italiana, che come soggetto lo-cale albanese insieme agli alba-nesi che già operano con realtàeconomiche e commerciali italia-ne o con albanesi che vorrannointraprendere nuovi rapporticommerciali con l’Italia.

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D) Come è organizzato il siste-ma delle Camere di Commercioin Albania?

R) Le camere sono organiz-zazioni di categoria che han-no come obbiettivo la tute-la degli interessi delle im-prese e lo scopo di aumen-tare le capacità di quest’ul-time.L’Albania dispone 12 came-re di commercio, organizza-te sulla base dei distretti,mentre l’Unione delle Came-re di Commercio ed Indu-stria di Albania (UCCIAL) aisensi della legge, ha comeobbiettivo la rappresentan-za nazionale e il coordina-mento delle attività dellecamere regionali. La legisla-zione albanese consente an-che la creazione di cameredi commercio straniere che

operano in Albania, a condi-zione che queste organizza-zioni debbano avere più di100 soci e associarci pressoUCCIAL. In esecuzione ditale legge sono già state co-stituite le Camere di com-mercio Americana, Greca,Tedesca, ecc.Accogliamo con piacere la co-stituzione della Camera diCommercio italiana in Alba-nia in quanto, come già noto,le imprese italiane sono iprincipali investitori in Alba-nia e proprio per questo talenuova iniziativa mi sembraanche in ritardo.Voglio sottolineare che l’Ita-lia è il principale partnereconomico dell’Albania sul-lo scambio di beni ed è il no-stro vicino strategico.

D) Qual è il ruolo di UCCIAL?

Intervista con il Dottor Ilir Zhilla,Presidente Unione delle Camere diCommercio ed Industria di Albania

Soddisfazione per la nascita della Camera di Com-mercio Italiana in Albania che si aggiunge a quellegià presenti: americana, greca, tedesca ed inglese

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R) Organizziamo molte atti-vità, ma soprattutto ci con-centriamo sulla compatibili-tà della normativa con gliinteressi delle imprese e inquesto senso direi che abbia-mo ottenuto molto.Vorrei sottolineare la con-venzione stipulata con l’Uf-ficio Registrazione delleproprietà: dopo questo pas-so è stato possibile forma-lizzare oltre 700 milioni dieuro di proprietà immobili,negozi e appartamenti, lamaggior parte tra Tirana eDurazzo. Alla fine del 2008,dopo gli sforzi di UCCIAL èstato reso possibile la regi-strazione del personale del-le imprese online.Durante questo periodo ab-biamo lavorato per la legge“Sull’artigianato” e stiamolavorando per la legge sugliappalti pubblici, al fine di ri-durre il numero dei docu-menti per la partecipazionealle gare.Stiamo lavorando per istitu-ire l’Ufficio per la tutela delBusiness con l’obbiettivo dirappresentare il businessverso gli uffici statali in vi-sta dei problemi che potreb-bero incontrare.

D) Come giudicate il mercato al-banese?

R) L’economia albanese è infase di sviluppo ed è moltodinamica, e ciò dimostra chel’influenza della crisi è statamolto basa.Durante questo tempo sonostati applicati dei program-mi moderni nel sistema fisca-le e doganale, ma ciò cherende più interessante l’Al-bania, è la sua posizione neiconfronti dei paesi come ilMontenegro, Kossovo, Mace-donia, dove la lingua alba-nese si parla in più di 70 percento della popolazione diquesti quattro paesi presiinsieme. La distanza tra ipaesi è già stata ridottagrazie agli investimenti in in-frastruttura stradale fatte inAlbania negli ultimi anni.Ora, la distanza di tempo traTirana e Podgorica è un po’più di 2 ore, mentre Tirana-Pristina e Skopje, è 3 o 4 ore.Vale a dire qualsiasi investi-mento effettuato in Albaniaè disponibile per un merca-to più ampio. I Romani han-no conosciuto meglio i Bal-cani, ora aspettiamo che lofacciano anche gli italiani.

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TIRANA IN CAMMINO VERSOLA LIBERALIZZAZIONEDEI VISTIIl 16 luglio scorso, nel corso diun’animata conferenza stampa aBruxelles, i Commissari Europeiper l’allargamento, Rehn, e perla giustizia, libertà e sicurezza,Barrot, hanno reso pubblica laproposta della Commissione Eu-ropea di liberalizzare i visti Schen-gen per i cittadini di Macedonia,Serbia e Montenegro. La notizia,per quanto affatto inattesa, è stataaccolta con un certo malumoredalle opinioni pubbliche dei Pae-si esclusi: Albania e Bosnia, chepur ricomprese dal 2008 nel dia-logo per la liberalizzazione deivisti, non hanno ancora adem-piuto, secondo la Commissione,le condizioni previste nella cosid-detta “road map” per la liberaliz-zazione dei visti, che ricompren-de quattro direttrici: sicurezza deidocumenti di viaggio; gestionedelle frontiere e politica migra-toria; lotta al crimine organizza-to e alla corruzione; tutela delleminoranze e dei diritti fondamen-tali. La proposta della Commis-

sione di abolire i visti Schengenper i cittadini di Serbia, Monte-negro, Macedonia, sulla cui ap-provazione avrà ad ogni modola parola definitiva il Consiglio deiMinistri dell’Interno dei 27 StatiMembri dell’Unione Europea ilprossimo autunno, è senz’altroun passo di rilevanza storica,malgrado alcuni Paesi dei Balca-ni Occidentali per il momentonon ne gioveranno. Si tratta di

Contributo del Console italianoa Tirana, dott.ssa Jessica Laganà

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un risultato tangibile, che premiaper ora quei Paesi più avanti sulpiano delle riforme, e che al con-tempo ha il pregio di rilanciare –anche per i Paesi esclusi – la pro-spettiva europea dei Balcani, adieci anni dall’avvio del processodi stabilizzazione e associazione.È la prospettiva di integrazioneeuropea, che si sostanzia anchenella libertà di potersi muovereliberamente nei Paesi dell’UE, atener vivo l’afflato riformista emodernizzatore dei Governi del-l’area e la disposizione largamen-te pro-europeista delle opinionipubbliche locali.La liberalizzazione proposta dal-la Commissione appare tanto piùimportante se si considera che inquesto campo in generale i sin-goli Stati Membri dell’UE sonoguidati da logiche di ordine pub-blico e sicurezza, appaiono spes-so meno propensi a fare conces-sioni e sono invece attenti aglianimi del loro elettorato.L’altro elemento fondamentale dicui tener conto è che la propostadella Commissione ha un carat-tere preminentemente tecnico esi è basata sull’attento monito-raggio (compiuto anche attraver-so missioni sul campo) dell’avan-zamento delle riforme nei settoridella “road map”. Ciò significache – come affermato dai Com-missari Barrot e Rehn nella con-

ferenza stampa del 16 luglio scor-so – ciascuno dei Paesi, oraescluso, sarà valutato nei prossi-mi mesi sulla base dei proprimeriti e potrà quindi a sua voltaottenere il visa waiver.L’annuncio della proposta dellaCommissione sull’abolizione deivisti Schengen per Serbia, Mon-tenegro e Macedonia, è giunto apoche settimane dallo svolgi-mento delle elezioni politiche inAlbania. Durante la campagnaelettorale, il tema della liberaliz-zazione dei visti e quello più ge-nerale dell’adesione europea ave-vano riecheggiato spesso nei di-battiti dei leader politici, sui ma-nifesti con l’immagine del nuovopassaporto biometrico e la scrit-ta “In Europa senza visti”, oppu-re con slogan come “Dopo laNato, l’UE”. Chi conosce l’Alba-nia sa quanto l’argomento siasensibile per l’intera popolazio-ne, che ha patito per decenni – acausa della dittatura di Hoxha –una chiusura pressoché comple-ta verso l’estero e che ora malsopporta i vincoli imposti dallo“Schengen wall”. Le autorità al-banesi, molto saggiamente, nonhanno contestato la propostadella Commissione, ma anzi han-no mostrato di condividerla, ri-conoscendo che obiettivamentei tre Paesi, che per primi ne be-neficeranno, sono al momento

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più avanti nell’applicazione della“road map”. Spetterà ora proprioal nuovo Governo procedere alcompletamento delle riforme,affinché le prossime verifiche (chesi svolgeranno già dal mese diottobre) possano effettivamentedare conto di progressi sulla stra-da della liberalizzazione.Secondo quanto in più occasionisottolineato dalla Commissione,si tratta in primo luogo di: por-tare a termine il processo di rila-scio dei passaporti biometrici allapopolazione; rafforzare il control-lo dei confini e completare la con-nessione di tutti i punti di fron-tiera al sistema operativo di re-gistrazione dei movimenti in en-trata e uscita; imprimere un’ul-teriore spinta alla lotta alla cri-minalità organizzata (in partico-lare al traffico di droga) e allacorruzione, che resta ancora un

problema, anche se la percezio-ne del fenomeno è in migliora-mento; più in generale, portareavanti il processo di irrobusti-mento dello stato di diritto.Sono certo obiettivi ambiziosi,nel raggiungimento dei quali l’Al-bania può sicuramente contaresulla collaborazione di partner in-ternazionali, e tra questi in par-ticolare l’Italia, che ha sempre ap-poggiato le prospettive euro-at-lantiche albanesi. Ciò che peròsarà decisivo è una vera spintain avanti dell’Albania stessa. Sonoin primo luogo il Governo alba-nese, che deve perseverare nel-lo sforzo riformista, e la popola-zione locale, con comportamen-ti virtuosi, a doversi impegnareper raggiungere il traguardo del-la liberalizzazione, già tracciato,ma i cui tempi di realizzazionesono principalmente nelle loro

Jessica LaganàNata a Roma, il 4.07.75, coniugata. Laurea in Scienze Poli-tiche, presso l’Università “La Sapienza” di Roma. In carrie-ra diplomatica dal 2001. Direzione Generale per i Paesi delMediterraneo e Medio Oriente. Dal 1.09.2004 Consolato Ge-nerale d’Italia a San Pietroburgo, con funzioni di Console.Primo Segretario da luglio 2007 presso l’Ambasciata d’Ita-lia a Tirana e da allora Capo della Cancelleria Consolare.Su incarico dell’Ambasciatore D’Elia, dal 2008, segue il pro-cesso di avvicinamento dell’Albania all’UE, con particolareriguardo alla liberalizzazione dei visti. Nei prossimi mesi,si trasferirà alla Rappresentanza Permanente d’Italia pressol’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Econo-mico (OCSE), che ha sede a Parigi.

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mani. Nel frattempo, la popola-zione albanese e le rappresentan-ze diplomatiche UE sono alle pre-se con l’applicazione dell’Accor-do CE - Albania di facilitazioneper il rilascio dei visti per brevisoggiorni (al massimo di 90giorni a semestre) in favore dialcune categorie specifiche diutenti. L’entrata in vigore di taleAccordo, il 1° gennaio 2008, hacomportato un aumento delle ri-chieste di visto e ha ingeneratoalte aspettative da parte dell’in-tera opinione pubblica locale.L’adozione delle misure di facili-tazione ha senz’altro introdottoconcreti benefici per la popola-zione albanese, come dimostra-no in generale: l’aumento delnumero complessivo di vistiSchengen rilasciati; l’esenzionedal pagamento delle percezioniconsolari per le categorie agevo-late dall’Accordo; l’incremento nelrilascio di visti multipli.L’Accordo è in realtà per lo più“cosmetico”: rimanda, infatti, allanormativa Schengen e nazionaleper quanto riguarda la trattazio-ne di elementi chiave che incido-no nel vaglio di una richiesta (di-mostrazione dei mezzi di sussi-stenza e quindi verifica della po-

sizione socio-economica del ri-chiedente; motivi e forme delprovvedimento di diniego, ecc.).Forse complice lo scarso appro-fondimento su tali aspetti, partedella popolazione albanese hapresto confuso il termine “facili-tazione”, con quello di “liberaliz-zazione” dai visti Schengen, frain-tendendo poi quest’ultimo con ilcompleto “free movement” deicittadini albanesi nell’Unione Eu-ropea. Si tratta quindi di un Ac-cordo che nel lungo periodo nonpuò tenere il passo con le altissi-me aspettative della popolazione.D’altro lato, pesano su una piùfavorevole applicazione del testole problematiche che le rappre-sentanze UE in Albania si trova-no ancora a dover affrontare:presentazione di documentazio-ne contraffatta, casi di falso ide-ologico, ambiguità circa il realescopo del viaggio, ecc.L’impegno della rete consolareitaliana in Albania per applicarel’Accordo CE-Albania, mettendo-ne in risalto gli aspetti positivi perla popolazione, è stato comun-que massimo, aggiungendosi altradizionale ruolo di riferimentoesercitato dai nostri Uffici per lapopolazione albanese. I nostri

Tabella a. Cancelleria Consolare a Tirana. Totale Visti Schengen emessi

2006 2007 2008

14.261 17.118 18.522

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uffici consolari di Scutari, Valonae Tirana nel 2008 hanno regi-strato l’incremento più elevatodelle richieste di visti, rispetto allealtre rappresentanze UE, portan-do l’Italia ad essere il Paese cherilascia il maggior numero di vi-sti Schengen ai cittadini albanesi(nel 2008: 33.898, con un au-mento del 12% rispetto al

2007). Come si vede dalla tabel-la a) relativa solo alla CancelleriaConsolare a Tirana, il rilascio deivisti Schengen è aumentato del30% circa dal 2006 al 2008.Nello stesso periodo, abbiamoregistrato un aumento del rila-scio dei visti Schengen ad ingressimultipli emessi del 58% circa,come si evince dalla tabella b).Prima dell’entrata in vigore del-l’Accordo CE – Albania di facili-tazione, Albania ed Italia eranolegate da un’intesa bilaterale peril rilascio di visti biennali a per-sonalità del mondo istituzionaleed imprenditoriale, indicati dalMinistero degli Esteri albanesi,nell’ambito di una quota stabilitada parte italiana. Giova segnala-re che dall’entrata in vigore del-l’Accordo CE - Albania, che pre-vale su qualsiasi intesa bilaterale

precedente, non è solo il verticeistituzionale ed economico a gio-vare di condizioni di favore, maanche molte categorie di utenti,come studenti, professori, gior-nalisti, artisti, ecc., rafforzandoappieno il già forte legame tra lesocietà civili. Il trend continua adessere in accelerazione, nono-stante l’incremento di visti mul-

tipli che dovrebbe in teoria ral-lentare la necessità dell’utenza.Nei primi sette mesi del 2009, laCancelleria Consolare ha rilascia-to il 13% in più di visti Schen-gen, rispetto allo stesso periododell’anno 2008. Ma gran partedelle attività degli uffici consola-ri italiani è legata non ai vistiSchengen validi per brevi perio-di, ma al rilascio dei visti nazio-nali per lavoro, ricongiungimen-to familiare, studio universitario,necessari a chi intende trasferirsistabilmente nel nostro Paese.Dopo le boat people dei primianni ’90 e gli scafi della fine diquel decennio, grazie alla coo-perazione bilaterale, allo stru-mento delle quote privilegiate diingresso per lavoro (introdottedal 1998 con i cd. “decreti flus-si”) e all’applicazione dell’Accor-

Tabella b. Cancelleria Consolare a Tirana. Totale Visti Schengen multi-ingresso emessi

2006 2007 2008

5.975 7.916 9.429

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Aggiornamenti Albanesi

Tabella c. Cancelleria Consolare a Tirana. Totale Visti Nazionali emessi

2006 2007 2008

11.653 31.152 21.024

do di riammissione bilaterale fir-mato nel 1997, l’emigrazione al-banese verso l’Italia si è attesta-ta su flussi regolari, sviluppan-dosi su binari di legalità. Ognianno il cd. decreto flussi adotta-to dal Governo italiano prevedeuna quota specifica di ingressi perlavoro per i cittadini albanesi, chein genere si attesta sull’ordine di4.500 unità. Nel 2007, alla quo-ta ordinaria, si aggiunse unaquota aggiuntiva di 29.000 in-gressi per i cittadini albanesi, se-gnando un anno boom nel rila-scio dei visti nazionali (ved. ta-bella c, relativa solo alla Cancel-leria Consolare a Tirana). Oltrea queste quote, vi sono possibi-lità aggiuntive legate al lavorostagionale. La comunità degli al-banesi in Italia si è trasformatain pochi anni da fonte di preoc-cupazione in un fattore che con-tribuisce al sistema economico,fiscale e sociale del nostro Pae-se. Si tratta della terza comunitàstraniera in Italia, ora caratteriz-zata da un’alta incidenza femmi-nile e di giovani: le donne rap-presentano il 44 % dell’intera col-

lettività, soprattutto in ragionedei ricongiungimenti familiari,mentre i minori sono quasi il25% (dati Caritas 2008). È inol-tre la quarta comunità quanto alnumero dei titolari d’impresa ecome noto i giovani albanesi rap-presentano, tra gli studenti stra-nieri, la percentuale più nume-rosa. Attualmente il potenzialedel flusso migratorio albaneseverso l’Italia è ancora abbastan-za rilevante, sia per i ricongiun-gimenti familiari, sia per le of-ferte di lavoro disponibili trami-te i cd. “decreti flussi”. Se il futu-ro quindi per i cittadini albanesiè quello di poter viaggiare libe-ramente nell’UE grazie alla libe-ralizzazione dei visti Schengen,gli Uffici consolari italiani in Al-bania continueranno in ognimodo ad essere un punto di ri-ferimento centrale, sia per queicittadini albanesi che desideranostabilirsi in Italia, sia per la co-munità dei connazionali, chesempre più numerosi si recanoin Albania per affari, per motivifamiliari e perché no, per turi-smo.

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L’apprendimento della lingua ecultura italiana nel sistema sco-lastico albanese è una delle op-zioni fondamentali messe in cam-po già dal 1999 come rafforza-mento della presenza del siste-ma Italia in Albania attraverso idue Programmi le Sezioni Bilin-gue e l’Illiria. Le risorse finanzia-rie per la realizzazione di questiprogrammi sono messe a dispo-sizione dal MAE della DGPCC.Essi perseguono, attualmente,l’obiettivo di una maggiore pre-senza dell’insegnamento dell’ita-liano nel sistema scolastico pub-blico, ancora oggi sottodimensio-nata rispetto all’intensità dellerelazioni economiche e culturalitra l’Italia e l’Albania e alla diffu-sa conoscenza orale della nostralingua.

Le Sezioni Bilingue

Le Sezioni Bilingue italo-albane-si sono licei ad indirizzo “socia-

Azione dell’Ufficio Scolastico per la diffusionedell’insegnamento della Lingua Italiana in Albania

le” che hanno un piano di studisimile alle Scuole Medie Superiori“generali” in Albania, ma con ladifferenza che dal secondo annoil 50% delle materie sono inse-gnate in lingua italiana. NellaSezione italo-albanese le mate-rie insegnate in lingua italianasono: italiano, matematica, fisi-ca, informatica, biologia, storiae storia dell’arte.Le altre materie vengono inse-gnate nella lingua albanese.In questa fase di riforma del si-stema scolastico albanese, le Se-zioni Bilingue hanno un’organiz-zazione di transizione dal vecchioal nuovo ordinamento.Si sta attuando la riduzione daicinque anni del vecchio percorsoal nuovo percorso che prevedetre anni di Scuola Media Genera-le dopo la Scuola di Base.Parallelamente alla lingua italia-na, gli alunni studiano un’altralingua straniera, l’inglese.Nelle Sezioni insegnano docenti

“Investimento” utileper le nuove generazioni

Prof. Vito StiglianiDirigente Ufficio per la Cooperazione Scolastica

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italiani con docenti albanesi. Que-sti ultimi insegnano la lingua ita-liana o materie in lingua italianae la loro formazione è assicuratadall’Ambasciata d’Italia a Tiranacon corsi in Albania ed in Italia.L’insegnamento dell’italiano e dellealtre materie in lingua italiana sifa in gruppi.Agli esami della Maturità Statale,la commissione è composta dadocenti italiani ed albanesi con unrappresentante del Ministero de-gli Affari Esteri italiano.Al fine del percorso formativodelle sezioni il Diploma di Matu-rità conseguito dà accesso aglistudi universitari sia in Albaniache in Italia. Le scuole italiane diogni ordine e grado, anche al-l’estero, espongono in un docu-mento le linee fondamentali del-l’offerta formativa attraverso ilP.O.F. Piano dell’Offerta Formati-va. Esso è, nel contesto albane-se, la carta di identità delle Se-zioni e illustra agli studenti ed aigenitori non solo i piani di studioe l’organizzazione didattica, maanche le attività integrative e gliinterventi in ambito curriculare edextracurriculare volti a migliora-re la qualità dell’offerta formati-va.

Il Programma Illiria

Il Programma Illiria, avviato nel

2002 nelle terze classi delle scuo-le dell’obbligo e nelle prime classidelle Scuole secondarie superioridistribuite in 19 distretti scola-stici, ha l’obiettivo di introdurrel’insegnamento della lingua ita-liana come prima linguastraniera. Il  programma  hal’obiettivo di raggiungere unaquota del 10% degli alunni chestudiano le lingue straniere en-tro il 2010.Nell’anno scolastico 2008-09 l’in-segnamento dell’italiano è ope-rativo in 19 distretti con 38 scuo-le di base e 24 scuole superioricon 91 insegnanti e circa 21.000alunni.L’Ufficio Scolastico dell’Amba-sciata organizza in collaborazio-ne con il MASH la formazionedei docenti albanesi del Pro-gramma ILLIRIA con corsi inpresenza e a distanza dall’anno2009.La lingua italiana come LS L2nelle scuole albanesi: l’UfficioScolastico segue gli sviluppi del-l’insegnamento della Lingua Ita-liana come seconda lingua stra-niera in tutte le scuole albanesi.L’insegnamento della Lingua Ita-liana come LS L2 è attuato nonsolo nei ginnasi ma anche nellescuole superiori ad indirizzo tec-nico-professionale.

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ECONOMIA

2003 2004 2005 2006 2007 2008P.I.L. (crescita %) 6 6 5,5 5 6 6 (a)P.I.L. (in mln $) 5.600 7.452 8.382 9.136 10.300 13.300Reddito pro-capite $ 1.806 2.329 2.619 2.855 3.465 4.700 (?)Tasso di inflazione 3,3 2,2 2,0 2,5 2,9 3,4Bilancia commerciale -1.243 -1.276 -1.476 -1.659 -2.140 -2.648 (b)Importazioni (mln. €) 1.638 1.762 2.006 2.289 2.890 3.562Esportazioni (mln. €) 395 485 530 630 786 914Rimesse (mln. €) 782 1.028 939 933 957 623 (c)I.D.E. (mln. €) 158 278 224 260 477 380 (e)Tasso disoccupazione 15,0 14,6 14,2 13,8 13,2 13% Deficit bilancio/PIL 4,8 5,1 3,6 3,3 3,4 5,2(f)

L’Albania è ormai da tempo nel-l’organizzazione mondiale delcommercio, cosa che ha consen-tito una garanzia nei rapporticommerciali per tutti, sia alba-nesi che stranieri. Per di più gliinvestitori possono beneficiare diagevolazioni fiscali sulle espor-tazioni nel contesto del mercatoeuropeo anche grazie ad un ac-cordo firmato fra Unione Euro-pea e Albania che agevola anchel’importazione delle merci dal-l’U.E. Inoltre l’Albania fa parte diuna larga area di libero scambio

con i Paesi limitrofi, dalla Croa-zia, alla Macedonia, al Montene-gro, alla Serbia e alla Bosnia, ol-tre al recente accordo con la Tur-chia per libero scambio dellemerci fra i due Paesi: notizie dirilievo per i futuri investitori ita-liani che volessero ampliare ilproprio raggio di rapporti com-merciali con l’Albania. L’Albaniain altre parole si avvicina sem-pre di più alla armonizzazione cheporterà questo Paese alla adesio-ne alla U.E. Restano ancora deiproblemi da risolvere in questa

Fonte: (a) FMI stime; (b) INSTAT; (c) Banca di Albania (genn-sett); (d) Min. Lavoro; (e) genn-nov;(f) Banca Albania stime

Quadro economico eandamento commerciale

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IMPORT ALBANESE2007-2008 (% sul totale)

  2007% 2008%Italia 26,78 26,54Grecia 14,78 14,67Turchia 7,30 5,99Cina 6,68 7,47Germania 5,51 6,09Russia 4,09 4,36Svizzera 4,88 3,96

EXPORT ALBANESE2007- 2008 (% sul totale)

  2007% 2008%Italia 68,07 61,83Grecia 8,33 8,80Turchia 2,26 1,92Cina 2,57 2,77Germania 2,44 2,68Russia 0,26 1,08Macedonia 2,26 2,87

direzione e per una più comple-ta comprensione delle cose chel’Albania deve ancora affrontaree risolvere aiuta l’osservazioneperiodica compiuta dall’Ufficiocommerciale dell’Ambasciata ita-liana e dall’Ufficio ICE di Tiranacon cui l’AIIOA è in costante rap-porto di collaborazione.La situazione albanese fa registra-re ancora una realtà interessantesotto il profilo economico-finan-ziario generale, nonostante il pe-riodo difficile che si è imposto intutto il mondo e che si è inevita-bilmente ripercosso anche in Al-bania. Nel 2008 il PIL ha rag-giunto la cifra di 8,5 mld di Eurocirca con un incremento del 6%rispetto al 2007, mentre stime delFondo Monetario Internazionaledanno il Paese per il 2009 in con-trazione di crescita annuale delPIL fino al +3’7%, cioè ancoracon segno positivo. A fronte ditali stime il tasso di inflazione è

in sostanziale stabilizzazione pas-sando dal 3’4 del 2008 alla me-dia per il 2009 del 3%.Nel contempo il tasso di disoc-cupazione si aggira intorno al13% registrato presso gli Ufficidi collocamento che presentanocifre assolute in calo, se pur lie-ve, nel 2008 rispetto all’anno pre-cedente (da 142.821 a 141.495secondo fonti dell’Ufficio ICE diTirana).La richiesta per il riconoscimen-to come Camera di CommercioItaliana in Albania è un ulterioremomento di crescita nell’intentodi “fare squadra” da parte del-l’intera comunità italiana in que-sto Paese, come testimoniato invari interventi ospitati in questo“speciale AIIOA” della rivista “Ag-giornamenti Albanesi”, a comin-ciare dall’intervista della dott.ssaRaffaella Valentini, responsabiledell’Ufficio commerciale dellanostra Ambasciata.

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D) Dott.ssa Valentini,qual è il bilancio delsuo primo anno allaguida dell’UfficioCommerciale del-l’Ambasciata d’Italiaa Tirana?R) Assolutamentepositivo. Sin dalmio arrivo a Tira-na, nel maggio del2008, ho avutol’opportunità diconfrontarmi conuna realtà econo-mica molto dinamica e arti-colata, caratterizzata dauna presenza imprendito-riale italiana in costanteconsolidamento e le cui po-tenzialità di crescita sonopromettenti. Nell’ultimoanno, in particolare, abbia-mo assistito ad un deciso in-cremento dell’interesse delmondo imprenditoriale ita-

liano nei confronti del mer-cato albanese. Interesse chesi è tradotto, oltre che nellapartecipazione a gare lancia-te dal governo albanese neisettori strategici dello svilup-po del Paese, anche in con-crete iniziative di investimen-to e in numerosissimi contatticon le strutture dello Sportel-lo Unico per le Imprese del-

Dott.ssa Raffaella Valentini, responsabileUfficio Economico dell’Ambasciata d’Italia

Pieno sostegno alla richie-sta AIIOA per la Camera diCommercio Italiana inAlbania

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l’Ambasciata d’Italia, checome noto riunisce la Sezio-ne Commerciale dell’Amba-sciata e l’Ufficio ICE. Le ra-gioni di una così grande at-tenzione da parte delle im-prese italiane alla realtà al-banese sono molteplici. Daun lato le ottime performan-ce di crescita registrate dal-l’Albania nell’ultimo decen-nio (con tassi di crescita delPIL superiori al 6% annuo,tra i più alti della Regionebalcanica); dall’altro la vici-nanza geografica e i tradi-zionali legami storici, cultu-rali ed economici tra i nostridue Paesi che permettonoall’Italia di continuare amantenere saldamente lasua posizione di primo part-ner commerciale con l’Alba-nia (l’interscambio comples-sivo nel 2008 ha superato ilmiliardo e mezzo di Euro) edi vantare il più elevato nu-mero di imprese con capita-le partecipato in numerosisettori di investimento, dalmanifatturiero all’edilizia, altessile, ai servizi, fino ad ar-rivare alle telecomunicazio-ni e alla produzione energe-tica da varie fonti (idrico,eolico, biomassa, gas natu-rale). Naturalmente, comeUfficio Commerciale, ci sia-

mo anche adoperati per as-sistere le aziende italianecoinvolte in contenziosi e perconsigliare i nostri operato-ri che si affacciano su di unmercato in cui, accanto comedetto a considerevoli oppor-tunità, si presentano tutto-ra degli aspetti problemati-ci e di rischio connessi allafase di transizione che il Pa-ese sta attraversando.D) In che modo l’Ufficio Com-merciale dell’Ambasciata assistele imprese italiane in Albania?R) L’Ufficio Commerciale del-l’Ambasciata di Tirana è trai più grandi e articolati del-l’intera rete diplomatica ita-liana, a conferma dell’impor-tanza assegnata dal nostroPaese allo sviluppo dei rap-porti economico-commercia-li tra l’Italia e l’Albania.La tematica economico-com-merciale viene inoltre segui-ta, per le proprie circoscri-zioni, di competenza, anchedai Consolati di Scutari e Va-lona. La nostra attività si svi-luppa in primo luogo attra-verso l’assistenza alle im-prese nei rapporti con le isti-tuzioni albanesi, centrali elocali. Particolarmente rile-vanti e frequenti sono, ov-viamente, i nostri contatticon diversi Ministeri tecnici

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(primi fra tutti il Ministerodell’Economia e dell’Energiae il Ministero delle Infra-strutture e dei Trasporti),con le Camere di Commer-cio, la Confindustria albane-se, la Banca d’Albania e conle Municipalità di Durazzo eTirana.Forniamo inoltre informazio-ni sul mercato albanese (instretto raccordo con l’ICE),cercando di favorire i contat-ti tra i diversi operatori eco-nomici italiani qui operanti,che siano essi piccole impre-se presenti da diversi anninel Paese o gruppi industrialidi grandi e medie dimensio-ni che nell’ultimo biennio, inparticolare, hanno sceltol’Albania attratti dalle pro-spettive che si dischiudononei settori dell’energia e del-le infrastrutture e dalla na-

turale vocazione del Paesequale piattaforma produtti-va di beni e servizi offerti dadestinare al vasto mercatobalcanico e dell’EuropaOrientale. L’Ufficio Commer-ciale, in tal senso, cerca per-tanto di rappresentare ilpunto di incontro e di raccor-do tra gli investitori italianiqui presenti, con l’obiettivodi contribuire allo sviluppo disinergie all’interno del Siste-ma Italia.In questo compito un contri-buto importante viene dal-l’ormai consolidata collabo-razione che abbiamo conl’Associazione degli Impren-ditori Italiani operanti in Al-bania (A.I.I.O.A). Questa re-altà associativa, nata nel1996, ha infatti negli annicostituito un riferimento perla comunità imprenditoriale

Raffaella ValentiniNata a Roma il 28.10.75. Laurea in scienze politiche pres-so l’Università di Roma “La Sapienza”. Diploma di Specia-lizzazione in “Diritto ed Economia delle Comunità Europee”conseguito presso la Scuola di Specializzazione della Fa-coltà di Economia e Commercio dell’Università “La Sapien-za” di Roma. In carriera diplomatica dal 2003. Segretariodi legazione alla Direzione Generale per la Cooperazioneallo Sviluppo (Uff. III, competente per i Paesi dei Balcani,il Mediterraneo e il Medio Oriente) dal 29.09.2004 al15.05.2008.Capo dell’Ufficio Commerciale dell’Ambasciata d’Italia aTirana dal 15.05.2008.

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italiana in Albania, contri-buendo insieme alle struttu-re dell’Ambasciata a fornireuna qualificata assistenza ainvestitori italiani interessa-ti ad operare in questo mer-cato. Per tale ragione comeUfficio Commerciale stiamosostenendo pienamentel’iniziativa dell’AIIOA di ot-tenere il riconoscimentocome Camera di Commercioitaliana in Albania, nella con-vinzione che la sempre piùrilevante crescita dei rappor-ti economico-commercialitra Italia e Albania renda piùche mai necessaria la crea-zione di un nuovo importan-te soggetto istituzionale checontribuisca a valorizzare ead incrementare la presen-za economica italiana inquesto Paese.D) Quali obiettivi si pone per ilprossimo anno?R) Ci sarà senz’altro molto dafare. Non appena il nuovoGoverno si sarà insediato, inautunno, torneremo ad as-sistere le numerose delega-zioni di operatori economiciche giungeranno a Tiranaper approfondire la possibi-lità di realizzare importantiiniziative in diversi settori:dall’agricoltura, al turismo,alle infrastrutture.

Continueremo inoltre a se-guire le aziende italiane cheparteciperanno alle garebandite dal Governo albane-se nel settore energetico, neigrandi lavori e negli altrisettori prioritari per lo svi-luppo del Paese. Dal prossi-mo mese di settembre costi-tuiremo inoltre un’appositastruttura all’interno dell’Uf-ficio dedicata alla tematicadei finanziamenti dell’Unio-ne Europea, per fornire alleaziende italiane assistenzae informazioni sulle oppor-tunità offerte dai fondi IPA.E’ mia intenzione, inoltre,proseguire nel progetto giàavviato nei mesi scorsi di fa-vorire la visibilità dell’Ufficioriprendendo le visite adaziende italiane ed albanesiche operano tra Tirana eDurazzo.Diversi saranno inoltre gliappuntamenti cui partecipe-remo come Sportello Unico,primo fra tutti, in ordinetemporale, la IX Edizionedella Fiera del Levante inAlbania, che si terrà dal 14al 17 ottobre prossimi e chequest’anno assumerà unaveste rinnovata rispetto allepassate edizioni e sarà de-dicata al tema del “Businessecologico”. O

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Dall’inizio del 2009 Stefano Fa-rabbi è l’Amministratore Delega-to di Intesa Sanpaolo Bank Al-bania, istituto che oggi rappre-senta la seconda banca del Pae-se, posizione confermata daglistessi risultati del primo seme-stre 2009, che presentano perquesta banca una situazione sana

con prospettive generali di cre-scita.“Infatti – fa notare il dottor Ste-fano Farabbi – si può registra-re con piacere che, in que-sto periodo, le paure dellaclientela albanese, riscon-trate nello stesso anno conil ritiro dei risparmi dallebanche, stanno scomparen-do e si torna alla pratica deidepositi nelle banche.Ciò è dovuto – continua l’A.D.Farabbi – anche al ruolo im-portante e meritevole svol-to dalla Banca Centrale Al-banese nella gestione dellasituazione finanziaria alba-nese nel pieno della crisimondiale del sistema conuna visione generale positi-va delle tendenze del PaeseAlbania, realizzando una ra-gionevole tenuta dell’asset-to finanziario generale at-

“Condizioni e opportunitàinteressanti per nuoviinvestitori stranieri in Albania”Impressioni del dottor Stefano Farabbi,A.D. di Intesa Sanpaolo Bank Albaniadal gennaio 2009. Un auspicio per laCamera di Commercio Italiana in Albania

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traverso un’altrettanto buo-na difesa del LEK”.Abbiamo chiesto all’A.D. di Inte-sa Sanpaolo Bank Albania sueimpressioni sull’Albania in gene-rale.“Ho trovato un Paese miglio-re di quello che mi aspetta-vo e di ciò che dell’Albaniasi pensa in Italia ed in Euro-pa in genere. Negli albanesiho avuto modo di apprezza-re soprattutto la voglia disuperare le difficoltà nellaconsapevolezza, più o menomanifestata, di capire chehanno ancora molta stradada fare.Negli anni passati in Italia ilmondo delle imprese haguardato con curiosità edinteresse vari Paesi dell’Esteuropeo ex-comunista, a co-minciare dalla Romania.Oggi proprio la Romaniamostra segni di perdita diappeal e ciò determina inItalia una ricerca di possibilinuovi Paesi cui ricorrere peri propri investimenti. Ultima-mente si può notare, da par-te imprenditoriale, una cer-ta curiosità per l’Albania.Ecco. Sta a noi proporre que-sto Paese presentandone gliaspetti più positivi ed inte-ressanti: un sistema fiscalecon una tassazione sostan-

zialmente bassa ed un costodella mano d’opera a tutt’og-gi basso se comparato ancherispetto a Paesi vicini neglistessi Balcani.In aggiunta farei due consi-derazioni più generali, ma,a mio parere, altrettantodeterminanti, come l’aspet-to della lingua italiana, cherappresenta, oggi, nella par-te più viva e dinamica del-l’Albania, la lingua L2 secon-do la definizione degli stu-diosi di linguistica (tutti, in-fatti, sono in grado di capiree rispondere in italiano) ecome la vicinanza geografi-ca all’Italia, oltre al tangibi-le sentimento di amiciziadegli albanesi nei confrontidel nostro Paese.Si può mutuare il vecchio slo-gan degli anni ’60 «La Cinaè vicina» con «L’Albania èvicina» (siamo ad un’ora diaereo da casa ed una nottedi traghetto per le merci traItalia ed Albania).Certo non tutto riluce, cisono anche aspetti negativiancora da superare: dalla le-gislazione, che deve daresempre maggiori sicurezzenelle transazioni e sul dirit-to di proprietà, alla realiz-zazione di moderne infra-strutture, campo nel quale su

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energia e strade ultimamen-te si è cominciato a dare ri-sposte di concreta speranzaper il futuro. A mio parere,poi, si dovrebbe puntare sudue settori, che presentanograndi opportunità per unosviluppo vero e duraturo:riabilitazione dell’agricoltu-ra e valorizzazione dellagrande produzione nel set-tore per diminuirne l’importe, soprattutto, curare, mag-giormente e con più atten-zione e puntiglio, il settoredel turismo. Il turismo riva-lutato attraverso una politi-

ca delle costruzioni che ri-spetti il paesaggio ed un ri-spetto dell’ambiente (oggitroppi scorci bellissimi, peresempio, delle coste sonodeturpati dallo scempio dirifiuti di ogni genere lasciatidappertutto), un turismo ri-valutato, dicevo, può esseredeterminante per il decollosocio-economico del Paese eper la stessa più rapida in-tegrazione degli albanesinell’Europa dei Popoli”.Dottor Farabbi un flash sulla ri-chiesta dell’A.I.I.O.A. di ricono-scimento come Camera di Com-

Stefano FarabbiLaurea in Giurisprudenza, ha svolto tutta la sua carriera inItalia nell’ambito del sistema delle Casse di Risparmio (pri-ma Cassa di Risparmio di Perugia poi Cariplo Casse di Ri-sparmio delle Province Lombarde) dove ha partecipato at-tivamente alla notevole crescita di due banche del Gruppo.In carriera ha ricoperto ruoli diversi nei vari settori dellastruttura bancaria: da Direttore di Filiale, cosa che gli haconsentito una notevole esperienza nel rapporto con le di-verse tipologie di clienti, a Vice Direttore Generale dellaCassa di Risparmio di Perugia, sua prima banca. Successi-vamente ha proseguito nel suo iter attraverso la nomina aDirettore Generale della Cassa di Risparmio di Città di Ca-stello, dove in tre anni ha capovolto la situazione non posi-tiva della banca in una storia di successo, cosa che ha de-terminato la successiva nomina a Direttore Generale dellaCassa di Risparmio di Rieti, banca solida, ma statica, cre-sciuta, con il suo arrivo, in dinamicità fino a stabilire untrend positivo di tre bilanci record consecutivi. Da questilusinghieri risultati è scaturita la proposta per una espe-rienza all’estero come Amministratore Delegato di IntesaSanpaolo Bank Albania da gennaio 2009.

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mercio Italiana in Albania.“Faccio parte del ConsiglioDirettivo dell’associazioneImprenditori Italiani Ope-ranti in Albania e sono unsostenitore convinto delladelibera con cui il C.D. haformalizzato tale richiesta.Reputo tale riconoscimento,che, ovviamente, auspicoavvenga nei tempi più celeripossibili, una vera e proprialeva opportuna e necessariain questo momento per losviluppo delle relazioni ita-lo-albanesi nel settore eco-

nomico-commerciale. Ciònon solo per i soggetti im-prenditoriali già stabilitisinel Paese o per quelli alba-nesi, che già operano conl’Italia, ma anche, e soprat-tutto, come un riferimentoche rappresenti la Camera diCommercio Italiana in Alba-nia (C.C.I.A) come un requi-sito di sicurezza per nuoviinvestitori italiani in Albaniaed ancor più per nuovi sog-getti albanesi che instauri-no rapporti economico-com-merciali con l’Italia”.

Cifre principali al 31.03.09

Posizionamento di mercato - Cifre al 31.03.09

Fonte: Associazione Bancaria Albanese

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Il dottor LiberoCatalano, dapiù di due anni,è una impor-tante presenzanel ConsiglioDirettivo del-l’AssociazioneImprend i tor iItaliani Operan-ti in Albania, inseno al quale ha sempre svoltoun ruolo di propulsione ed inco-raggiamento per le attività del-l’A.I.I.O.A.. Da quando è statoinvestito della prestigiosa caricadi Presidente dell’AssociazioneAlbanese delle Banche, è semprepiù sovraccarico di impegni daespletare in aggiunta al suo inca-rico di Direttore Generale dellaBanca Italiana di Sviluppo (BIS)-Gruppo Veneto Banca.Ciò nonostante ha sempre volu-to imprimere con forza convin-zione ed entusiasmo nella deci-sione dell’A.I.I.O.A. di richiede-

re al Governo italiano il ricono-scimento come Camera di Com-mercio Italiana in Albania.Questa non poteva che essere lanostra prima domanda: D - Lei ha sempre sottolineatol’importanza di una Camera diCommercio Italiana in Albania,imprimendo una forte spinta alladecisione assunta dal C.D. del-l’A.I.I.O.A. per ottenere il rico-noscimento formale ed ufficialecome Camera di Commercio Ita-liana in Albania (C.C.I.A.).R - Ricoprendo l’incarico diDirettore Generale di Ban-

“Importante iniziativa AIIOAper la Camera di CommercioItaliana in Albania”

Valutazioni del dottor Libero Catalano, DirettoreGenerale della BIS Banca-Gruppo Veneto Banca ePresidente dell’Associazione Albanese delle Banche

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ca in vari paesi esteri ho avu-to l’occasione di interfacciar-mi molto spesso con le Ca-mere di Commercio Italianeivi presenti, sia direttamen-te con incarichi operativi alloro interno che indiretta-mente come attento osser-vatore esterno. Ho potutoconstatare tra l’altro come ilruolo delle Camere di Com-mercio per la comunità im-prenditoriale ed i rapporticon gli Enti locali per lo svi-luppo economico del territo-rio sia strategico. Il ruolodelle Camere di Commerciosi è arricchito negli anni dimaggiori contenuti e oggitale Istituzione, pur mante-nendo l’importante funzionedi offrire servizi qualificatialle imprese, è destinata aricoprire una posizione sem-pre più attiva all’interno del-le azioni a favore dello svi-luppo locale. “Fare sistema”nell’epoca della globalizza-zione dei mercati diventa unobiettivo strategico. Anchele Camere di Commerciosono chiamate ad agire in si-nergia con gli altri attori lo-cali, sviluppando e intra-prendendo progetti che coin-volgono i diversi soggettipresenti sul territorio chia-mati a sostenere la crescita

della società e dell’econo-mia. Ritengo altresì partico-larmente corretto che la Ca-mera di Commercio Italianain Albania, importante pertutte le ragioni summenzio-nate, nasca per iniziativadell’AIIOA che tanto ha fat-to per la comunità impren-ditoriale in questo Paese enon solo.Infine confermo il mio impe-gno personale, ove necessa-rio, a fornire un contributoalla creazione ed allo svilup-po di tale Istituzione.D – Dottor Catalano, oltre al suoincarico di Direttore Generaledella BIS Banca, la sua nomina aPresidente dell’Associazione Al-banese delle Banche le ha asse-gnato un ruolo di assoluto pre-stigio nel mondo bancario alba-nese, oltre ad averle sicuramen-te fornito un ulteriore osservato-rio, che ha ampliato la sua pos-sibilità di approfondire le proble-matiche inerenti la situazione eco-nomico-finanziaria dell’Albania.R - L’economia Albanese ècresciuta stabilmente nel-l’ultimo decennio, con un tas-so annuale medio del 6% cir-ca. Ha beneficiato di riformeeconomiche che hanno for-nito opportunità di sviluppoal settore privato, sostenu-to l’espansione dei mercati,

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promosso la concorrenza,stimolato un mercato del la-voro flessibile ed aumenta-to il reddito sociale.Al pari di altri Paesi dellaRegione, il settore bancariodomina il sistema finanzia-rio in Albania, con il 95% cir-ca del totale attivo ovverocon l’80% del PIL. Al mo-mento comprende 16 ban-che, tutte in mani private,con capitale straniero predo-minante. Nel tempo il setto-re ha incrementato il nume-ro di filiali, migliorato i pro-dotti per il pubblico ed in-crementato il suo ruolo diintermediazione. Nel con-tempo, l’entrata di ben notiGruppi bancari europei è sta-ta associata con esempi di

consolidamento del sistemastesso. La Banca Italiana diSviluppo, Gruppo VenetoBanca, ne è l’esempio lam-pante. Indubbiamente, il si-stema bancario è stato uncontribuente importantedella crescita economica purconservando indicatori fi-nanziari di solidità. Non pos-so che esserne orgoglioso,anche in qualità di Presiden-te dell’Associazione Albane-se delle Banche. La Banca diAlbania, nel suo ruolo di Au-torità monetaria e supervi-sore unico del sistema ban-cario, è stata sempre vigilesottolineando costantemen-te le aree di attività che ri-chiedevano attenzione cre-scente da parte dell’indu-

Libero CatalanoLaurea in economia presso la LUISS di Roma. Dopo espe-rienze in varie città d’Italia in Banca di Roma. Per Banca diRoma è stato Direttore di filiale a Smirne e Direttore Gene-rale ad Istambul (Turchia) dove è stato membro del Colle-gio Sindacale della Camera di Commercio Italo-Turca; ViceDirettore Generale a Madrid (Spagna); Direttore Generalea Bucarest (Romania). In Romania gli è stato conferito iltitolo di Bancario Romeno per il 2004 e nello stesso annola Banca Nazionale di Romania gli ha consegnato il Ricono-scimento di Professionalità. Dall’anno 2005 è in Albaniacome Direttore Generale della Banca Italiana di Sviluppo.Cittadino onorario di Durazzo. Nell’anno 2009 è stato no-minato Presidente dell’Associazione Albanese delle Banche.Conoscenza di 5 lingue oltre la lingua madre italiana (fran-cese, inglese, spagnolo, turco, rumeno)

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Banca Italiana di Sviluppo, è stata fondata nel 2005 in seguito all’ac-quisto, da parte della famiglia Mariano, del 100% delle azioni diDardania Bank. Con una rete di 8 filiali Banca Italiana di Sviluppoopera prevalentemente con le SME e si propone come interlocuto-re sia per le realtà produttive albanesi, sia per le imprese italiane.Banca Italiana di Sviluppo è entrata nel 2008 a far parte del GruppoVeneto Banca, che detiene il 76,695 % del capitale dell’Istituto.Gruppo Veneto Banca è uno dei primi 20 gruppi bancari italiani econta 428 filiali; attraverso Veneto Banca Holding governa 10 ban-che dislocate nelle regioni più industrializzate dell’Italia e dell’Europadell’Est. Caratterizzato da una forte vocazione al localismo, il Gruppopersegue il radicamento territoriale, mettendo al centro della suaattività la relazione diretta con il cliente, l’etica e la qualità dei prodottie dei servizi che propone. Gruppo Veneto Banca ha scelto l’Europadell’Est quale area centrale per il suo progetto di internazionalizzazio-ne, con l’obiettivo di fare finanza di accompagnamento per le impre-se italiane e di esplorare le potenzialità dei Paesi nei quali si trova adoperare. Il Gruppo è in Romania con Banca Italo Romena, acquisitanel 2001, che oggi ha 20 filiali; in Croazia con Veneto Banka, acquisi-ta nel 2006 e che ha 12 filiali; nella Repubblica di Moldova, conEximbank, acquisita sempre nel 2006, con 19 filiali. Tutti Paesi neiquali è notevole il peso degli investitori italiani e che rappresentanoaree promettenti per lo sviluppo di nuovi mercati.

stria bancaria. L’impattodella crisi nel sistema finan-ziario si è materializzato apartire dall’ultimo trimestredel 2008. L’effetto principa-le è stato quello di una sen-sibilità crescente del pubbli-co per i propri risparmi nelsettore bancario. Ciò non hatuttavia intaccato il livello dicapitalizzazione e liquidità,sufficienti a fronteggiare gliscenari peggiori. Le Autori-tà intravedono rischi alla cre-

scita economica, i quali sonoconnessi in particolare ad unulteriore declino nella con-cessione del credito, ad unaumento del deficit commer-ciale (a causa di un rallen-tamento delle esportazioni)e ad una significativa contra-zione delle rimesse degliemigranti.Politiche monetarie e fiscalirafforzeranno l’ambienteeconomico e la stabilità fi-nanziaria della Regione.

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L’attuale situa-zione di crisieconomica e fi-nanziaria è sot-to gli occhi ditutti e l’Albaniaha risentito,come gli altripaesi della re-gione balcani-ca, gli squilibriglobali. Il PILreale da diversianni cresce ad un ritmo intornoal 6%. Secondo le ultime previ-sioni del Fondo Monetario Inter-nazionale (Aprile 2009), per que-st’anno il PIL dei Paesi Balcaniciregistrerà tassi di crescita nega-tivi. Anche per l’Albania è previ-sta una forte contrazione del Pro-dotto Interno Lordo, mantenen-dosi però positivo nei confrontidegli altri Paesi della Regione.Le valutazioni del FMI fanno pre-sagire un periodo di disagio cheperdurerà anche per il 2010. In-

fatti, alcuni pa-esi continueran-no a registrarelivelli negatividel PIL, altri in-vece registre-ranno impercet-tibili tassi di cre-scita.In particolare,per l’Albania, ri-spetto agli altriPaesi, è previsto

il tasso di crescita del PIL mag-giore ossia del 2%. L’Albania èuna realtà con forti potenzialitàdi crescita, anche se in questoparticolare momento che sta vi-vendo, mostra un rallentamentodegli indicatori di sviluppo.Il settore bancario è sempre sta-to un fattore chiave per lo svi-luppo del Paese ed è abbastanzaintegrato con i sistemi bancari in-ternazionali. Tra le varie istitu-zioni bancarie estere che opera-no nel Paese, determinante è la

L’Albania è una realtàcon forti potenzialità

di crescitaDottor Francesco Vitulli

Direttore I.C.E. Tirana

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presenza di due grandi gruppibancari italiani Intesa San Paoloed il Gruppo Veneto Banca per ilsostegno finanziario che offronoagli operatori locali ed in parti-colare agli imprenditori italiani.La situazione di crisi che si viveattualmente nel mondo ha natu-ralmente una certa influenza su-gli investimenti italiani in Alba-nia, soprattutto per quelle impre-se che avevano in programma diaffacciarsi sul mercato albanesee che pongono, quindi, una cer-ta attenzione alle ultime vicendedi questo Paese.Va da se che questa situazioneprovoca qualche problema anchealle aziende italiane che operanoin loco. Abbiamo infatti notiziedi un generalizzato calo del lorovolume d’affari.L’Italia considera l’Albania unpartner privilegiato, sia per la vi-cinanza geografica che per i le-gami storici e si muove con gran-de impegno per facilitare il cam-mino dell’Albania verso l’UnioneEuropea.Questo Paese ha registrato risul-tati positivi soddisfacenti nell’at-tuazione delle riforme politicheed economiche, anche se occor-re un maggior impegno del Go-verno locale nell’adeguarsi aglistandard europei in termini dicriteri politici, economici e di ca-pacità di assumere gli obblighi

che comportano l’adesione.Qui in Albania l’Ufficio ICE di Ti-rana opera, con le sue compe-tenze istituzionali, all’interno del-lo Sportello unico per le Impre-se. L’ICE opera in stretto contat-to con l’Ufficio Commerciale del-l’Ambasciata e con altre rappre-sentanze italiane sul territorio,quali uffici regionali, camere dicommercio, antenne ministeria-li, associazioni e così via dicen-do, nell’intento di intervenireognuno per la sua parte ma conspirito coeso e complementare.Questo vuol dire per le PMI ita-liane, che operano in Albania oche si affacciano su questo Pae-se, di essere seguiti in ogni fasedel loro processo di attività, com-preso l’aspetto di intervento po-litico presso le autorità locali, lad-dove necessario.Il nostro Istituto opera nell’AreaBalcanica e noi specificamente inAlbania con un approccio regio-nale su due piani specifici:- Promozionale di attività diInstitution/Capasity Building incollaborazione con gli OrganismiInternazionali e locali realizzan-do programmi e progetti di mu-tuo interesse- Programmi operativi a fa-vore delle PMI italiane e locali.L’informazione è uno dei pilastridelle attività che l’ICE mette aservizio dell’internazionalizzazio-

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ne delle imprese. Tale servizioassume una notevole importan-za in paesi dove si fa scouting edin quelli come l’Albania che sonoprotesi verso un modello di svi-luppo di tipo occidentale e quin-di per forza di cose offrono grandiopportunità ad imprese ed orga-nizzazioni attrezzate ad operareall’estero.Nell’ambito dell’Assistenza alleimprese e della Promozione,l’ICE di Tirana mette in campodiverse attività, ultime in ordi-ne cronologico la realizzazione didue settimane italiane rivolte allaconoscenza delle produzioni“Made in Italy” ed a favorire pos-sibilità di business.Le settimane, che cadranno acavallo del mese di ottobre connovembre, sono una serie diiniziative sostenute da una fortecomunicazione televisiva comeanche della carta stampata,sotto il motto di “Festival Italia-no”. Alla stessa parteciperannoovviamente le imprese italianeinteressate a questo mercato,come anche le imprese localicommerciali in cerca di svilup-pare la propria sfera di interessie delle proprie attività.Altro importante intervento, trale attività di assistenza e suppor-to alle imprese, è il recente ac-cordo di collaborazione tra il no-stro ufficio e la Fiera del Levante

in Albania. Questa edizione, chesi terrà dal 14 al 17 di ottobre ein una veste completamente rin-novata, abbraccerà il tema del“Business Ecologico”.In particolare, i focus riguarde-ranno le energie rinnovabili,l’edilizia sostenibile, il ciclo del-l’acqua e la gestione dei rifiuti(www.focusalbania.com ).La scelta dei focus non è statacasuale, bensì legata alle realipossibilità presenti in questi set-tori per le imprese italiane, chevorranno esplorare il mercato al-banese in termini di commercioe di investimenti.All’interno della Fiera, molto spa-zio verrà dedicato alla presenzaalbanese, che attraverso i molte-plici tavoli dei Forum, avrannol’opportunità di esplorare, nei 4giorni di fiera, progetti, soluzio-ni tecniche e forme di collabora-zione insieme alle imprese italia-ne presenti.L’ICE di Tirana sta organizzandouna “Partecipazione CollettivaPrivatistica Italiana”, per consen-tire alle piccole e medie impre-se, con un elevato contenuto tec-nologico e competenza nei set-tori focus della Fiera, di abbatte-re i costi di partecipazione e diavere una serie di servizi aggiun-tivi tesi ad incrementare i con-tatti operativi.

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Andamento dell’interscambio commerciale con l’ItaliaFonte INSTAT - Da rapporti congiunti Ambasciata/Ufficio I.C.E. Tirana

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La crisi economica che sta scon-volgendo i mercati nel mondo hainfluenzato anche nella nostraeconomia sbilanciando gli equi-libri progettatiper appoggiare lacrescita economi-ca. La maggiorparte dei paesicon i quali siscambia commer-cio hanno avutola recessione eco-nomica la qualeha determinatouna diminuzionedi questi scambi;diminuite in modo notevole sonoanche le entrate in valuta liberadai redditi degli emigranti chesono la fonte principale del mer-cato dei clienti che comprano ap-partamenti dal settore privato

LA CRISI ECONOMICAE LA SUA INFLUENZANEL SETTORE EDILE

delle costruzioni in Albania. Lacrescita delle incertezze nei mer-cati finanziari ha influenzato nel-la diminuzione della fiducia nel

sistema finan-ziario effettuan-do così pressio-ne nel restringi-mento dellecondizioni per ilsistema del cre-dito finanziarioin Albania siaper gli operato-ri economici siaper i clienti.In questo terre-

no difficile per le compagnie dicostruzioni si devono cercaremodi e soluzioni per facilitaremassimamente queste difficoltà.Siamo tutti coscienti che il setto-re edile è tra i settori più impor-

Ing. Luigi ALEKSIPresidente dell’Associazionedei Costruttori in Albania

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tanti dell’economia di un paeseoltre che un settore chiave percreare all’economia nazionale lecondizioni di ingranamento ar-monizzato dei vari anelli per so-vrapassare questa situazione.La storia ha dimostrato che pae-si potenti hanno passato le crisitramite la stimolazione del set-tore edile: questo si è verificatoin America, in Italia del dopo-guerra e l’ultimo esempio sonole misure concrete prese dal Go-verno Berlusconi che stimola indiverse manierela crescita e in-centiva gli inve-stimenti in Ita-lia sia statali cheprivati. Purtrop-po l’appoggiodelle strutturegovernative perstimolare que-sto settore in Albania non è tan-to efficiente. La soluzione dei pro-blemi si deve cercare e trovarenella preparazione di una stra-tegia unica per affrontare lo sta-to attuale delle cose ma anchedelle diverse difficoltà probabiliforse più’ gravi che possono ap-parire nei prossimi mesi.La direzione principale si devecercare nella continuità dei finan-ziamenti dei lavori pubblici comeanche dei progetti privati , si ca-

pisce che questi finanziamentidevono essere selettivi , sicura-mente quelli con meno rischio,quelli prioritari, quelli presentatida compagnie di fiducia e accre-ditate nel settore.Si deve frenare la diminuzionedella fiducia, si deve arrestare l’in-cremento degli interessi dei cre-diti per i clienti; senz’altro si de-vono trovare soluzioni per stimo-lare il credito dei clienti e anchefacilitare le pratiche di applicazio-ne di questi crediti. In conclusio-

ne rispetto aqueste proble-matiche dob-biamo accenna-re che il loro su-peramento vuoldire “lavoro”impegnando unarmata intera dioperai edili,

produttori di materiali per l’edili-zia, commercianti di produzionivarie per il settore trasportatori,cioè un campo molto vasto di in-dustrie che si metteranno in motoe questo vuol dire “lavoro” cheporterà i suoi frutti di entrate sianell’economia del paese che peri lavoratori.La conclusione è che dobbiamotrovare la chiave che apre la por-ta per “creare possibilità di lavo-ro”.

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I Gruppi Italianinel Paese delle AquileAlfo Giorgi è il capofila di un gruppo che findal 1994 ha lanciato in Albania un’iniziativaambiziosa sul piano sociale prima che su quel-lo economico-finanziario

Dalla Toscana il primoporto turistico in AlbaniaIl gruppo “Giorgi Alfo” protagoni-sta della realizzazione della “MARI-NA DI ORIKUM”, porto turistico pro-gettato e realizzato secondo i piùmoderni criteri manageriali

Fra i tanti imprendito-ri che sono “sbarcati”

in Albania per investire, l’inizia-tiva del gruppo toscano prove-niente dalla provincia di Livorno,guidata dall’imprenditore AlfoGiorgi, nella sua funzione di Pre-sidente, senza dubbio si presen-ta come una vera e propria av-ventura, avventura perché di lun-go respiro e perché pensata einiziata fin dai difficilissimi primianni ‘90. Pensare di dotare l’Al-bania, anzi l’intera area dei Bal-cani di un porto turistico, volevadire non farsi attrarre dalla facile

ricerca del tornaconto nell’imme-diato, ma offrire un progetto per“il domani” di questo Paese edell’area circostante. Oggi tutti glioperatori economici convergononell’indicare nell’agricoltura e so-prattutto nel turismo il futurodello sviluppo albanese. Ebbenec’è stato un gruppo in Toscanache fin dal 1994, al cospetto del-la splendida baia a sud della cit-tà di Valona, ad Orikum ha intu-ito l’importanza della realizzazio-ne di un porto turistico. Era pre-sto?! ...forse è ancora presto perla situazione attuale degli interi

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Balcani, e poi le stesse normati-ve in questo settore tardano adessere definite con concretezza ecelerità, nemiche della visioneancora lenta e burocratica della

cosa pubblica. Eppure Giorgi nonsi è mai fermato di fronte a lun-gaggini e difficoltà, né si è limi-tato alla pur ambiziosa intuizio-ne, ma ha fortemente voluto larealizzazione di questa struttura:circa 700 posti barca fino a 30metri. Con il luccichio degli oc-chi, tipico quando si parla di unsogno, ancora oggi, incurante delmomento di transizio-ne che l’Albania attra-versa ancora oggi spe-cie in questo campo,Alfo Giorgi dice ad ogniinterlocutore, più omeno esperto di pro-blemi portuali, che“presto a Marina diOrikum potranno at-traccare barche ben piùgrandi dei 30 metri!!”Dalle sue parole traspa-

re la caparbietà del carattere chevuole guardare lontano (cosa chegli fa superare le difficoltà e lelungaggini burocratiche che hadovuto e deve ancora affronta-re) e la grande passione per ilproprio lavoro. Quella passioneche lo rende impermeabile allaincredulità che deve affrontarenelle varie mostre del settore,quando deve affrontare prima ditutto l’incredulità del fatto cheviene pubblicizzata la “Marina diOrikum” con il suo porto turisti-co! Piano piano la pazienza stadando i suoi frutti e molte bar-che italiane che attraversanol’Adriatico stanno scoprendo conmeraviglia la ottima struttura of-ferta ad Orikum. Appassionati dimare che ad Orikum, poi, diven-tano convegnisti che si propon-gono di far conoscere a tutti que-sto porto proprio dove l’Adriati-co e il mar Ionio si incontrano.

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I Gruppi Italianinel Paese delle Aquile

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Circa 10 anni fa suiniziativa di due im-prenditori italiani na-sceva “La Mozzarel-

la sh.p.k” dopo poco rilevatada Vincenzo Pastoressa che hasubito intuito l’opportunità disviluppo ed espansione di pro-dotti nel settore caseario ditradizione pugliese, prodotticonosciuti ed apprezzati anchein Albania.Pastoressa, specie negli ulti-mi anni, ha dato un impulsonotevole all’azienda sia conuna ristrutturazione mirata aduna organizzazione moderna

Dalla Puglia in Albaniale specialità più apprezzate

Vincenzo Pastoressa: “Sintesi positiva frainiziativa italiana in Albania per produzio-ni di qualità e promozione delle nostre ec-cellenze regionali nel mercato albanese”

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ed efficiente, sia curando conparticolare attenzione una pro-duzione di qualità e genuinitàtale da non avere niente dainvidiare ai prodotti italiani.“Anzi – fa notare Pastoressa– la materia prima albane-se proveniente da pascolie quindi assolutamentegenuina è garanzia di unvalore aggiunto rispettoalla qualità finale del pro-

dotto che va così a conqui-stare veri e propri merca-ti di nicchia nello scenariocommerciale locale” . Laproduzione del marchio “Fat-toria Italia”, marchio lanciatoultimamente in Albania di pro-p r ie tà de “La Mozzare l la”sh.p.k, è garantita da 5 ope-

ratrici albanesi, il tutto sottola gestione dell’Amministrato-re Delegato Sig.ra MirandaSauku. Latticini, ricotta e pro-dotti caseari in genere vengo-no attualmente distribuiti a Ti-rana e in tutte le maggiori cittàalbanesi.“L’impegno attuale da re-alizzare nel prossimo fu-turo -dice ancora il titolare de“La Mozzarella” - è quello di

affiancare ai prodotticaseari altri prodottialimentari di prove-nienza da fattorie ita-liane con origini certe,produzioni a caratterefamiliare e certifica-zioni di alta qualitàtale da garantire losviluppo di un vero eproprio mercato di nic-chia.In più la nostra socie-tà è fra le pocheaziende albanesi cer-tificate ISO 2009. Que-

sto impegno – conclude Pa-storessa – rappresenteràuna giusta sintesi fra ini-ziativa italiana in Albaniae sviluppo della produzio-ne italiana da portare sulmercato albanese e, per-ché no, in prospettiva nel-l’intera area balcanica”.

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CULTURA

L’iniziativa in preparazione, daparte dell’AmbasciatA D’ITALIA,PER LA PRIMAVERA 2010: “DUEPOPOLI, UN MARE, UN’AMICI-ZIA” è di grande interesse cultu-rale prima che sociale ed econo-mico. Si vuole affermare il gran-de sentimento di amicizia fra Ita-lia ed Albania, amicizia che tro-va le sue radici nella storia deisecoli passati.Verranno organizzati eventi divaria natura, oltre a quelli cultu-rali: dal commercio alle infra-strutture, all’energia, allo sport,alla protezione civile e formazio-ne, allo spettacolo (musica etc.).Sono previsti interventi di per-sonaggi di grande notorietà edoccasioni di incontri di sicuro in-teresse.Tutto questo sarà sicuramenteuna calamita per attrarre l’atten-zione delle generazioni più gio-vani. A riprova dei legami diamicizia e cultura fra i nostri duepopoli c’è anche la volontà di lan-cio in Albania della Società Dan-te Alighieri.

Legami culturalialla base dell’amicizia

Società “Dante Alighieri”

E’ stato nominato dalla assem-blea rinnovata ed ampliata il nuo-vo Consiglio Direttivo ed il nuo-vo Presidente nella persona deldott. Artur Sula, capo del Dipar-timento di Italianistica dell’Uni-versità di Tirana. Il dott. Sula hasubito preso contatto con i suoicolleghi delle altre Universitàpubbliche albanesi per studiareun programma di rilancio dellalingua italiana sul piano lettera-rio e scientifico in un Paese comel’Albania che nella quotidianitàusa in maggioranza l’italiano

Stemma del Comunedi Maschito (PZ)

con aquila ad una testa

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Non avessi letto “Itinerari Albanesi”(1892 – 1902), Roma 1917 di An-tonio Baldacci avrei avuto una visio-ne pressoché contorta di quello chesono stati gli albanesi nel corso de-gli anni e dell’occhio attento con cuila gente d`oltremare ha riguardatoal mio popolo. Sarà stato il giornali-sta scienziato, il naturalista ed assie-me l umanista che aveva deciso didedicare del tempo della propria vitaper conoscere più da vicino, toccan-do la Terra d`Albania ed il popolo

che vi abitava. Un discorso che è ri-preso a più puntate ogni tanto,tutt`oggi, dai giornalisti del nostrotempo moderno, che nelle loro “cro-ciate” su e giù per questa terra, ar-mati con le telecamere e tutte le at-trezzature probabili, per una trasmis-sione addirittura high definition, cer-cano di recare testimonianza dellavita degli albanesi, della loro indole,dei loro sacrifici, del loro entusiasmoe passione, delle trasformazioni e vi-cissitudini, ma quasi tutti colpiti (tanto

Dottor Artur SulaCapo Dipartimento di Italianistica presso l’Università di TiranaPresidente del Comitato di Tirana della Società Dante Alighieri

L‘Albania... il Paese in cuiquasi tutti conosconola lingua di Dante

parlato come una vera e propriaseconda lingua (L2).In questo numero ospitiamo vo-lentieri un articolo del dott. Sulae più avanti, in coerenza con ilfilone di ricerca dei legami tra-dizionali fra i due popoli, un sag-gio di sociolinguistica del prof.Skhurtaj, docente di Sociolingui-stica e di Dialettologia dell’Uni-versità di Tirana. Si tratta di una

valida testimonianza scientificaapprofondita e puntuale dei le-gami culturali esistenti fra Italiae Albania anche attraverso le re-altà arbëresh dei Comuni del sudItalia, dove ancora si tramandaper di più per via orale nelle fa-miglie la vecchia lingua albanesedei secoli precedenti la stessa lun-ga dominazione ottomana dura-ta circa cinquecento anni!

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che si finisce per affezionarsi dopo)dalla diffusa conoscenza della linguaitaliana nonché dall esemplare ospi-talità della popolazione locale.È stato sempre così ancor prima chenascesse la Nazione Albania, lo Sta-to moderno dal tempo dell‘autopro-clamato Re Zog fino ai giorni nostri.Nella prima e nella seconda Guerra,il destino aveva portato i due popolia incontri tutt‘altro che felici.Era successo non certo a causa diantipatie e controversie popolari. Ilfatto è che sempre loro hanno rista-bilito la pace e sempre hanno nutri-to affetto e simpatia l‘uno per l‘altro.È interessante ricordare come daglianni ‘20 del secolo scorso la materia“Lingua Italiana” sia stata inserita neiprogrammi del sistema scolasticoalbanese.Addirittura il Sommo poeta italianoDante era conosciuto e stimato da-gli intellettuali già da quel periodo.La lingua italiana cominciò a diffon-dersi velocemente oltre le zone incui la conoscevano, per tradizione,da secoli. Durante il regime di ReZog si nota la presenza sempre piùmassiccia dei capitali italiani che han-no dato una certa spinta alla ripresadell‘economia del Paese. Sia nellaPrima ed ancora di più nella Secon-da Guerra Mondiale, non si avvertìalcun calo dell‘innata passione di vo-ler imparare l‘italiano.Non fu indifferente in questo perio-do il numero dei giovani albanesi

che si recarono in Italia a compieregli studi universitari. Quasi tutti vol-lero rientrare.Durante gli anni della dittatura co-munista nella sua forma più orto-dossa, che durò fino all‘inizio deglianni ‘90 e purtroppo l‘Albania a tut-t‘oggi ne sta subendo le conseguen-ze a tutti i livelli, si verifica, comun-que, un atteggiamento ambiguo ver-so tutto quello che non era nostranoo meglio marxista, o ancor megliostalinista. Lo stesso per le lingue stra-niere, compresa la lingua italiana.Non lo fu per la produzione artisticaitaliana del neorealismo del dopo-guerra. Pure i funzionari del regimeconoscevano l‘Italia, la lingua italia-na e perfino qualche autore italiano.Conoscevano Dante e la sua DivinaOpera, ma non si resero certo contoche per il regime, come per loro,quell‘opera era una denuncia ed in-sieme una condanna. Ma vorrei par-lare un po’ di quei professori alba-nesi appassionati della lingua e dellacultura italiana e che si distingueva-no per la loro cultura e l‘educazioneche si erano fatte prima o durante laSeconda Guerra.Parecchi provenivano dalle zone piùremote del Paese.Continuarono ad insegnare questalingua e trasmettere la sua culturaaddirittura organizzando gruppi diallievi nelle proprie abitazioni, quasicompletamente di nascosto, perchéil regime li avrebbe fraintesi, nelle

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condizioni più sfavorevoli, ritrovan-do, in questa lingua e nella sua cul-tura, uno spiraglio per mezzo delquale si potesse guardare oltre laCortina di ferro, che il comunismoaveva eretto. L‘italiano che loro in-segnavano, nel periodo tra le dueGuerre e dell‘immediato Dopoguer-ra, era alquanto arcaico, con alcuneespressioni a volte superate. Ma as-solutamente non tanto differente daquello che si parla oggi. Molti di loroadesso non ci sono più, e quasi perniente è stata fatta menzione dei lorosacrifici e a loro ascriviamo il consi-derevole contributo nel tenere destala passione, l‘entusiasmo della gen-te per le lingue e il gusto di assapo-rare qualcosa di veramente bello ediverso. Mentre era vicino alla suafine, il perfido regime comunista Al-banese, nella più totale diffidenza edanche nel più totale paradosso, ave-va dato segni di cedimento control-lato, inserendo solo in alcune scuolealbanesi la materia Lingua Italiana.Fu aperto intanto il Dipartimento diLingua Italiana nell‘Università di Ti-rana. La gente accolse tutto quantonon senza perplessità mista ad en-tusiasmo. I corsi universitari si atti-varono al completo delle loro capa-cità. Ora si poteva leggere i più insi-gni autori italiani come Dante, Boc-caccio, Ariosto e tanti altri fino ainostri contemporanei. Il canto diBeatrice divenne per tutti subito ilpiù recitato, poi fu seguito dal 33°

canto dell‘Inferno.Potrebbe sembrare strano, ma nonsi approfondivano molto la critica let-teraria ed i contenuti. Dante si leg-geva e si mandava qualche pezzo amemoria, ma non si riusciva a deci-frare alcunché del messaggio conte-nuto tra le righe o, per lo meno, sifingeva di capirlo.La cosa più buffa, forse, fu quella dicompletare i programmi di insegna-mento di Lingua Italiana con lo stu-dio delle opere o dei discorsi tradottiforzatamente in Italiano dei massi-mi dirigenti albanesi del regime e dialcuni autori albanesi di romanzi eracconti appartenenti al realismo so-cialista.Si trattò di traduzioni che ebbero delridicolo, fatte in una lingua italiana avolte con espressioni e locuzioni“sciacquate” nella corrente del reali-smo socialista albanese, diverse dal-l‘italiano originale tanto che un nati-vo spesso non solo non le capiva,ma avrebbe avuto bisogno di unbuon interprete albanese.Fu, comunque, un modo per anda-re avanti, per poter sfuggire spessoall‘attenzione del regime e poter gu-stare la miglior letteratura, comin-ciare a conoscere più a fondo la cul-tura diversa dalla propria, rendersiconto che non c’era un solo mododi pensare e di riguardare alla real-tà, accogliere il vero senso del relati-vo e che, attraverso le espressioni,si capiva la differente mentalità e le

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affinità tra le due culture, tanto dapoter riempire modestamente alcu-ne lacune nel nostro modo di ragio-nare e di vedere il mondo.Ma l‘italiano fu la lingua straniera piùdiffusa anche tra i prigionieri politicidel regime.Pensate: nelle condizioni della lorolunga prigionia, disperata ed asfis-siante, non si persero d‘animo, macontinuarono a lottare, a sperare.Buona parte di loro, alla caduta delregime, risultò essere dotata di unapreparazione abbastanza consisten-te riguardo alla lingua italiana.Addirittura la miglior traduzione dellaDivina Commedia è stata fatta daun prigioniero politico durante glianni bui del regime comunista.Notevole il ruolo dei canali televisiviitaliani per la diffusione della cono-scenza della lingua anche se a voltenon furono accessibili a tutti, perchégli apparecchi erano in un numeroassai esiguo o perché ci si trovava inuna zona in cui il segnale non arri-vava quasi mai.Ciò nonostante erano di aiuto allapiù estesa diffusione della lingua delsì. Ancora buffo ed ambiguo l‘atteg-giamento del regime, che da un lato,tramite un ripetitore, emanava soloil segnale del telegiornale RAI, offu-scandone solo quei momenti in cuisi rappresentavano le visite del Papaod i suoi discorsi od i presidenti de-gli USA e dell‘allora URSS, dall‘altrolato proibiva alla gente di poter o

voler seguire più trasmissioni.Invece nel famigerato ed asserraglia-to quartiere nel centro di Tirana, lad-dove alloggiavano i patrizi comuni-sti, le antenne per riprendere le tele-visioni italiane toccavano il cielo.Tutto questo è, comunque, bastatoper conservare quel rapporto indi-spensabile con una lingua e con lasua cultura, la cui padronanza ha fat-to stupire i molti italiani residenti oggiin Albania o qui solo di passaggio.Tra l‘altro, da modesto ricercatoreche sono diventato in questi anni,posso definire la qualità della cono-scenza della lingua italiana, da partedi noi albanesi, nonché la sua diffu-sione, pari al livello di una secondalingua franca, oltre alla lingua ingle-se a livello internazionale. L‘italianosi identifica, senza accorgersene, conla lingua straniera per eccellenza,nelle veci di una lingua franca. Tuttoquesto in un tempo in cui gli alba-nesi abbandonano velocemente ilcaffè alla turca per l‘espresso all‘ita-liana, il caffè è molto probabile siaarrivato a noi dai commercianti peril tramite della Turchia, gli stessi tur-chi bevono solitamente il loro tè. NelPaese pullulano i bar ed i ristoranticon i loro menu all‘italiana, abbinan-do i piatti prelibati della cucina italia-na alla tradizione dei pochi piatti squi-siti albanesi a base di carne genuina.La mattina si può scendere al barsotto casa, si prende l‘espresso al-l‘italiana e non c‘è mai bisogno che

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un italiano impari l‘Albanese alme-no che non lo voglia fare per diletto.Pure il Presidente del Consiglio deiMinistri albanese, a Tirana, un an-netto fa, ha usato l‘italiano in un in-contro di alto livello con il suo omo-logo italiano, tanto da mettere nellosconcerto il più bravo degli interpre-ti. Non c‘è miglior pubblicità e testi-monianza per un Paese che guardaall‘Italia con la fiducia per un ulterio-re rafforzamento dei futuri rapportieconomici e politici.Testimonianza diretta di quanto fa-miliare sia la lingua italiana in un Pa-ese così vicino ed amico dell‘Italia.Finalmente possiamo dirci contentidi essere richiamati alla riscoperta deivalori e delle affinità delle nostre cul-ture, che sono state coltivate nel corsodei secoli per garantire una semprepiù entusiasmante collaborazione trale nostre genti, mirante all‘inarresta-bile progresso nell‘ambito dell‘Euro-pa unita.Per questo occorre valorizzare quel-lo che abbiamo ereditato e le nostrerealtà di interscambio e di reciproca

fiducia, attraverso iniziative che do-vranno intraprendere tutti gli attorinella totale e perfetta sinergia.Una buona parte la costituiranno leiniziative nella direzione della conti-nua formazione dei professori di lin-gua e cultura nel contesto della piùmassiccia collaborazione nell‘ambi-to economico e commerciale.Il Comitato Dante Alighieri di Tiranasta svolgendo il proprio ruolo, qualeSede deputata, assieme all‘IstitutoItaliano di Cultura a Tirana, al Di-partimento di Italianistica dell‘Univer-sità di Tirana, alle Cattedre di Italia-no nelle altre città, nella formazioneed nell‘aggiornamento dei professo-ri di Lingua Italiana L2 nella promo-zione dell‘insegnamento per venireincontro alla richiesta della gente permigliorare la padronanza dell‘Italia-no e della Cultura del Paese amicodell‘Albania. Tutto questo si realiz-zerà intraprendendo alcune impor-tanti e concrete iniziative future insinergia con gli attori interessati, glistudenti delle università, gli insegnatie gli allievi delle scuole albanesi.

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Nello studio dei meccanismi di vita-lità di un sistema linguistico si puòredigere una speciale cartina dallaconoscenza e dall’analisi della linguain situazione di diaspora, per cui ciservono molto i dati della diasporaarbëresh in Italia, oltre quelli della“diaspora della diaspora” che si tro-va oggi in tanti paesi lontano dal-l’antica “Arbëria”, specie in America,in Australia ecc. Per molto tempo,oramai da più di cinque secoli, que-sta gente, detti anche Italo-Alba-nesi oppure Albanesi d’ Italia, è

La lingua del cuoree la lingua del panesecondo nuovi studidi sociolinguisticaitalo-albanese

stata bilingue. La lingua albanese ve-niva usata in famiglia, quella italiananei rapporti con gli italiani. Gradual-mente, però, per diversi motivi, lenuove generazioni hanno usato conmaggiore intensità la lingua italiana,cosa che porta un’impoverimentodel patrimonio linguistico arbëresh.Seguendo una scia del trattamentodel linguaggio come interazione so-ciale, in generale, partirei da una re-altà, complessa e articolata, pluridia-lettale e plurilinguistica quale è ap-punto la diaspora italo-albanese.

Breve saggio sui legami linguistico-culturalifra l’Albania e le popolazioni arbëresh d’Italia

Prof. Dott. Gjovalin ShkurtajDocente di Dialettologia e Sociolinguistica

presso l’Università di Tirana

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L’equilibrio tra il sociale e l’in-dividuale

Uno dei punti cruciali della sociolin-guistica odierna rimane appuntol’equilibrio tra il sociale e l’indi-viduale oppure, con le parole di Hu-dson, “interazione faccia a faccia”:conversazioni, litigi, barzellette, riu-nioni di commissioni, interviste, se-duzioni, presentazioni, lezioni, scher-zi, chiacchiere e molte altre.In tutte queste attività del linguag-gio (oppure detto secondo il termi-ne Saussuriano la parole) abbiamoa che fare con delle catene di itemlinguistici più o meno lunghe usatein occasioni particolari e per motiviparticolari, per cui, uno dei proble-mi principali che dobbiamo porci ri-guarda l’equilibrio tra il sociale (checon il termine Saussuriano sarebbela langue) e l’individuale (la parole).Teoricamente si sa che, per quantoriguarda la lingua (la langue), nelsenso della conoscenza degli itemdella lingua e dei loro significati, labilancia pende a favore del sociale,perché le persone imparano la lin-gua ascoltando gli altri; allo stessotempo, la lingua di ogni individuo èunica, perché due persone non han-no mai la stessa esperienza della lin-gua.Ferdinand de Saussure sostenevache la parole è totalmente individuale,dipendendo solo dalla volontà, men-tre, al contrario, la langue è total-

mente sociale, perché è identica daun membro all’altro di una comuni-tà linguistica. Penso che possiamocondividere con Hudson che, pur es-sendo d’accordo in via di principiocon Saussure, pone comunque laseguente domanda: “Saussure ave-va chiaramente torto per la langue,ma si avvicinava forse di più alla ve-rità per quanto riguarda la parole?”.Infatti, Hudson ed altri hanno insi-stito che non era così, dimostrandoche “esistono delle restrizioni socialisulla “parole” al di sopra di quelleriflesse negli item linguistici che iparlanti conoscono”. Hudson insisteche “l’equilibrio tra società e indivi-duo è a favore di quest’ultimo perquanto riguarda “la parole” ed ag-giunge che “in questo aveva ragio-ne Saussure, ma esistono molti piùcondizionamenti sociali sulla nostraparole di quanto, a prima vista, po-tremmo pensare”.Praticamente, la “langue” ed i con-dizionamenti sociali sulla “parole” siidentificano, per cui risulta che, i con-dizionamenti sociali sulla “parole”possono applicarsi al comportamen-to sociale in generale e non solo alla“parole”.Tale conclusione va anche più in làda Labov il quale asserisce che nonesiste una netta distinzione tra “lin-gua” ed altri aspetti del pensiero,specie per quanto riguarda il signifi-cato. Secondo lui la lingua e soloun aspetto dell’interazione so-

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ciale, un aspetto del comportamen-to, in stretto rapporto con altri aspetti.Lo studio della “parole” come partedell’interazione sociale ha coinvoltomolte discipline, comprese la psico-logia sociale, la sociologia, l’antro-pologia, l’etnologia, la filosofia, la so-ciolinguistica e la linguistica.Uno dei contributi più importanti èstato dato dagli antropologi, che sioccupano di quello che si chiamal’ETNOGRAPHY OF SPEACH (l’et-nografia del parlare o l’etnografiadella comunicazione), campo tocca-to per primo da Eduard Sapir, poidominato da lavori di Dell Hymes,Gumperz, Bauman & Sherzer(1974) ecc. L’importanza di tali lavo-ri sta nell’aver sottolineato quanta di-versità esiste tra i condizionamentisociali sulla parole.La lingua, certo attraverso la parole,gioca molti ruoli diversi in occasionidiverse. Prendiamo un semplicissi-mo esempio: in albanese una per-sona si chiama dicendo prima ilnome e poi il cognome: Gjon Buzuku,Gjergj Kastrioti, Fatos Arapi, AgimVinca, invece in italiano ed altrovenelle lingue di Europa si dice il con-trario: prima cognome, poi il nome:Di Carlo Antonio.E gli arbëresh? All’inizio, di fronteuna pratica del genere, certo rima-nevano stupiti e, nel loro ambientearbëresh contadinesco, fino a pochianni fa, si chiamavano secondol’usanza albanese: Luca Matranga, Jul

Variboba, Zef Serembe.Con passar del tempo, per forza, sullascia dell’ufficialità, poi anche comeuna nuova usanza, sta aumentandola quantità dei casi che vanno al-l’italiano: Moccia Alfio, Mosciaro Ca-millo.Comunque, come abbiamo espo-sto anche altrove, gli arbëresh d’Ita-lia, anche nel settore dell’onomasti-ca, specie in quella di antroponimiae di oikonimia hanno dimostrato unforte spirito di salvaguardia del pa-trimonio culturale e antropologico al-banese. Non è da trascurare il fattoche, ancor oggi, in quasi tutte le co-munità arbëresh, accanto alla deno-minazione ufficiale in forma italiana,esiste e si usa piuttosto la formaalbanese, per es.: San Giorgio Alba-nese – Mbuzati, Macchia Albanese– Maqi, Frascineto- Frasnitë, Cer-zeto – Qana, Ginestra – Zhura, Pia-na degli Albanesi – Hora, Pallago-rio – Puhëriu ecc.Un atto linguistico non è altro cheun frammento di lingua prodottocome parte di un’interazione socia-le, cosa che viene completamentecontro degli esempi decontestualiz-zati dei linguisti e dei filosofi.La lingua (cioè: sia la langue sia laparole) risulta come un “lavoro spe-cializzato”, per cui entra nell’ambitodell’attività umana e del comporta-mento di ogni persona.È specializzato perché richiede il tipodi conoscenza del “saper fare”. In al-

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banese si dice appunto : di “so”: dishqip, di gjuhë të huaja, nuk di ita-lisht, nuk di asnjë gjuhë të huaj; ngëdi lëtisht manku një fjaljë; di u ç’thom. Ancora più chiaro si può ve-dere nei sintagmi seguenti formatisida: di (=so) + të flas (che parli):Nuk di të flas mirë shqip (Non cono-sco bene albanese); Ai di të flasëdisa gjuhë të huaja (Lui conoscemolte lingue straniere). Così anchein altre lingue limitrofe: in greco Kse-ris Millas, che si può tradurre, se-condo il caso, sia sapere (=alb.di), sia capire (=alb. kuptoj); inrusso : znat e vlladjet + il casoinstrumentale: Ja znaju ruskij jazìk,ja vlladjejus ruskim jazikom; men-tre in italiano, si usa la parola cono-scere (=alb. njoh), in francese,connaître, in inglese naw. Anco-ra più chiaro per il concetto di linguacome un “lavoro specializzato” ci di-mostra il tedesco con kännen (pos-so): ich kan shprechen deutsch .E non c’è dubbio che così avviene:tutti sappiamo che a volte “la linguasi blocca” o si fa una gaffe e chealcune persone avranno più proble-mi di altre a cercare “la parola giu-sta”. Ngë kam fjaljë (non ho pa-role) dicono gli arbëresh, s’më biendërmend fjala (non mi viene inmente la parola) diciamo noi in Al-bania. Io credo che abbiano ragio-ne Argyle & Kendon secondo i qua-li “conviene considerare il compor-tamento delle persone che prendo-

no parte all’interazione focalizzatacome un’esecuzione organizzata,specializzata, paragonabile a tipi diabilità come guidare un’automobi-le”. (Argyle & Kendon, 1967).Si può, ora, capire sotto quali aspet-ti la parole è sociale: le sue regole el’abilità nel suo uso vengono appre-se in gran parte dagli altri, più omeno nello stesso modo in cui siimparano gli item linguistici.Si impara, per esempio, a comprareun biglietto ferroviario osservando eascoltando gli altri che lo fanno, esat-tamente come si impara a ordinare inomi e i verbi di una frase ascoltan-do come fanno gli altri.E veniamo, dunque, al ruolo im-portantissimo che spetta tra-dizionalmente alle madri ar-bëresh ed in genere alle comunitàalbanesi in Italia per mantenere vivala lingua albanese, dando ogni gior-no in casa, in gjitonia, nella chiesa,nei bar ed ovunque sia possibile ilmodello del parlare in arbëre-sh. Per es. a San Marzano di SanGiuseppe, in Provincia di Taranto,fino a qualche tempo fa, quasi tuttigli abitanti parlavano l’arbëresh; essierano così orgogliosi del loro idio-ma tanto da deridere quei pochi, perlo più figli non di entrambi i genitorisanmarzanesi, che non parlavano infamiglia l’arbëresh.Ma oggi, quell’orgoglio albanese diun tempo, si è perso, come si staperdendo anche la lingua. La lingua

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è uno dei modi più importanti di pre-sentare alla valutazione degli altri lapropria immagine personale, sia perquello che si dice che per il modocon cui lo si dice. (Brown & Levin-son, 1978).Inoltre, la maggior parte della gentevuole offrire di sé l’immagine di unapersona che ha considerazione pergli altri, contando sul fatto che ciò larende più popolare: sicché questarende la lingua un’attività molto co-operativa, in cui tutti fanno di tut-to per aiutare gli altri a mantenere lapropria immagine personale. Se sinoad oggi, nelle comunità arbëresh inItalia si è mantenuto la lingua alba-nese (sia come langue, sia comeparole) questo è avvenuto solo gra-zie ad una adeguata cooperazionedi tutti gli arbëresh che, durante tantisecoli, anche se in condizioni di unadiaspora molto sparsa in tantissimeregioni italiane, hanno dimostrato ungrande spirito cooperativo per quantoriguarda la fatica di continuare quellavoro specializzato e non facile qualelo è il parlare una lingua.Come si vede, sia l’ abilità che la mo-tivazione nel lavoro sono dovute allasocietà in cui si vive, e (nella misurain cui influenzano l’attività linguisti-ca) si può concludere che il GrandeSaussure si sbagliava di grosso quan-do pensava che la parole era sem-plicemente un’attività individuale, chenon aveva niente a che fare con lavita vissuta ogni giorno in società.

Simbolo di adesioneal gruppo

Il problema delle valutazioni legatealla lingua deve tuttavia anche pren-dere in considerazione il fatto che lalingua è usata come simbolo diadesione al gruppo. Le personeusano la lingua per identificare i par-ticolari gruppi sociali a cui apparten-gono (o a cui vorrebbero che si pensidi appartenere), e quindi vengonovalutate dagli altri a seconda di comegli altri valutano i gruppi in questio-ne.Gli psicologi sociali, tuttavia, hannoaffermato che alla gente piace pen-sare che il gruppo di cui fa parte è,almeno per alcuni aspetti, miglioredegli altri gruppi a cui può essereparagonato. Questo tipo di mentali-tà si può ritrovare in tantissimi esem-pi dalle comunità arbëresh d’Italia:ovunque si dice che loro (gli uominiarbëresh o le donne arbëreshe) sonopiù bravi, più belli, più forti neiconfronti di tutti gli altri che li circon-dano. Secondo la sociolinguistica quiabbiamo a che fare con due codiciopposti: un codice “NOI “che è ag-gregativo e un codice “LORO” che èdi separazione.E non a caso tra gli arbëresh sonocosì frequenti espressioni del gene-re: Na jemi arbëresh, ngë jemilëtinj (Noi siamo albanesi, non sia-mo italiani); Na jemi njetr shorçje(Noi siamo diversi); Na jemi të

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ndarë, ma jemi arbëreshë (Noisiamo divisi (sparsi) ma siamo al-banesi); Na jemi gjak arbëresh(Noi siamo del sangue albanese) ogjak i shprishur ka Albania (san-gue proveniente dall’Albania), ka-tundi jonë (nostro paese), gjuha/gjufa gluha/giljuha jonë (no-stra lingua) ecc.Come diceva una vecchiaia a Cerze-to: “Kur dal ka hora ime puruKrishti më duket lëti” (Quandoesco dal mio paese, anche Il Cristomi sembra come se fosse un italia-no).Certo, anche per quanto riguarda lalingua, sempre secondo la stessamentalità del gruppo di appartenen-za, la migliore è quella “nostra”.Gli Albanesi d’Italia erano orgoglio-si dei loro costumi e tradizioni a talpunto che, i giovani discendenti delCapuzzimati non permettevano ailoro coetanei dei paesi vicini, in cer-ca di ragazze, di entrare nel loro cen-tro abitato, per cui, anche i figli difamiglie benestanti forestiere acca-sate a San Marzano imparavano aparlare la lingua dei “Castriota”.L’affermazione che alla gente piacepensare di appartenere a un grup-po che ha dei valori positivi riguar-da direttamente la questione del pre-giudizio linguistico. Uno deimodi in cui la gente si persuade cheil proprio gruppo è migliore deglialtri è individuando nel proprio grup-po delle caratteristiche che in qual-

che modo sembrano intrinsecamen-te preferibili a quelle degli altri grup-pi, usati come termini di paragone.Certamente non si può dire che ognigruppo al mondo pensi che il suomodo di parlare sia il migliore, maquesto è per lo meno uno dei mezzidi cui un gruppo dispone per accre-scere il proprio rispetto di sé.La diaspora arbëresh in Italia, maanche la “diaspora della diaspora”,già sparsa in tutto il Mondo, abbiadato tantissime testimonianze inmodo che tutti lo sanno quanto siagrande questo buon pregiudizio lin-guistico in ogni paese arbëresh. Iocredo che, in base a questo pregiu-dizio (che io appositamente ho qua-lificato “buono”) sia nata anchel’espressione “lingua del cuore”, chepoi diventa anche il termine di so-ciolinguistica in genere e su cui mipiacerebbe di soffermarmi ancor unpo’.Per molto tempo si è pensato che ilcontatto prolungato fra gruppi etnicidifferenti avrebbe pian piano porta-to alla scomparsa delle loro specifi-cità e alla successiva omologazioneal gruppo dominante.La realtà etno-linguistica degli Arbëre-sh in Italia durante cinque secolidimostra che le aspettative di omo-logazione si sono realizzate solo inparte e sono via via emerse tenden-ze nuove e non previste: si è comin-ciato così a comprendere che il fe-nomeno degli etnicismi è molto più

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complesso di quanto fosse apparsoin passato.Si osserva in pratica, sempre piùspesso che, mentre si aumentanole migrazioni planetarie dei popolipiù diversi, i processi di accultura-zione, lungi dall’omologazione, pro-vocano l’affermarsi di diversità cul-turali sempre nuove, anche se nonsempre in modo deliberato e consa-pevole.“I gruppi etnici riaffermano se stessiin maniera sempre più decisa. Essipromuovono la loro nuova identitàculturale mentre si va erodendo laloro antica identità”. In tempi recen-ti – aggiunge il Giacomarra - la mo-bilità sociale e territoriale, per limi-tarsi agli aspetti più evidenti, hannomesso in crisi l’azione del fattore di-scendenza e i matrimoni misti co-minciano a prevalere sugli altri.A parte i caratteri somatici, lingua ereligione autoctone convivono conlingue e religioni esterne, originan-do fenomeni di bilinguismo e bicul-turalismo variamente esitati a secon-da delle situazioni”.A fronte dei vincoli tradizionali (disangue o di cultura) che “oggettiva-mente” assegnavano a un gruppoetnico ruoli e territorialità definiti, oggidominano fattori “soggettivi” gene-ranti autoidentificazione, intesa comeautoriconoscimento tra i membri delgruppo.La storia delle comunità italo-alba-nesi- scrive Mario Bolognari- è la sto-

ria degli scontri, dei contatti, degliscambi, delle convivenze e dei rifiutiche ogni minoranza etnico-linguisti-ca europea ha vissuto nell’età mo-derna, poi conclude: “Per la comu-nità italo-albanese questa è la storiadegli ultimi centoventi anni: una lot-ta impari, fatta di orgogliosa resi-stenza, ma anche di patetiche di-sfatte.La lingua, prima ricca e poetica, èstata declassata nel ruolo di idiomadegli affetti e delle relazioni private;gli usi e i costumi, una volta rap-presentativi dei valori più alti, sonostati ribattezzati folklore; mentre icomportamenti e i valori sono finitinelle liriche a far da contenuto lette-rario a un’espressione artistica dispe-rata e indomita”E veniamo qui, in un’altro fattored’ordine socioculturale che può aiu-tare a spiegare il mantenimentod’identità degli Arbëresh: la convi-venza secondo un patto non dichia-rato ma largamente effettuato.

Ignorarsi a vicenda

Non è il caso di riportare tutto ciòche è stato detto tra gli arbëresh edi loro inquilini indigeni. Basti ricor-dare, da un lato, il detto degli italianiriguardanti gli Arbëresh: Se vedi lugegiu e lu lupu, lascia stare lu lupue spara llu gegiu.Dall’altro lato, gli Arbëresh diceva-no: “Derk e lëti, mos e këllit ndë shpi

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se të çan poce e kusi”. Ma il calo del-l’albanese nelle comunità arbëreshcontinua con ritmi sempre più velo-ci e che, in questi ultimi decenni, que-sto calo è dovuto a più cause. Traqueste, alcuni studiosi, indicano an-che il fatto che non pochi hanno ad-ditato la lingua arbëresh dei loro an-tenati come impedimento al buonapprendimento della lingua italia-na.Tant’è vero che, un indagine con-dotta da Mario Bolognari nei primianni Settanta, risultava che “il pregiodella lingua e di tutto ciò che eraalbanese era molto basso. Molti in-tervistati avevano dichiarato che lalingua era inutile e creava soltantodelle difficoltà non ricompensate daalcun vantaggio.Altri avevano espresso il desideriodi dimenticare il loro essere e parla-re albanese… I valori, proposti dallacultura dominante nazionale, sonostati accettati a tal punto da esserepercepiti come giusti e ‘naturali”, noncome sovrapposti ed estranei… Que-sta accettazione era giustificata e mo-tivata dalla prospettivadell integrazione, fino ai primi anniSettanta fortemente operante”. Oggila situazione appare rovesciata e glistessi studiosi affermano che da in-dagini più recenti esce un’altro esi-to: “Sta mutando il tipo di resistenzaall invadenza della cultura dominan-te. Vi è una resistenza che potrem-mo definire automatica, nel senso

che difende la cultura subalterna invirtù di quella carica contestativa cheessa ha in se, per il fatto stesso diessere patrimonio di una comuni-tà…” Gli Arbëresh d’Italia da tempo,ormai, non stanno più solo negli in-sediamenti o centri tradizionali; ènotorio che il numero dei residentinelle grande città non solo ove gra-vitavano come capoluoghi, qualeCosenza, Palermo, ma anche nellegrandi metropoli come Napoli,Roma, Milano, Torino, Firenze; poianche all’estero, sia in Europa: Bel-gio, Germania, Francia, sia in Ame-rica, in Australia, in Brasile ecc.Il fatto è che, oggi, il numero degliarbëresh che sono fuori insediamen-ti tradizionali è molto più superiorea quello di coloro che son rimasti.La territorialità è dunque venutameno quale tratto definitore d’iden-tità.Il bello è che, dappertutto, sia neipaesi arbëresh dell’origine, sia an-che nella “diaspora della diaspora”tantissimi diplomati e tanti laureatiarbëresh parlano con piacere la lorolingua arbëresh, altri la capiscono sol-tanto, ma conservano sempre congelosia il vocabolario di lingua ar-bëresh e quando si presenta l’occa-sione sono fieri di usarlo.Cito solo alcune conclusioni relativeal binomio: “lingua del cuore” e“lingua del pane”, basandosi suidati della diaspora arbëresh in Ame-rica ed in vari centri dell’ Europa del

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Ovest. Per quanto concerne gli aspettilinguistici dell’emigrazione, dobbia-mo prendere in considerazione lagiusta e sommaria definizione chene ha formulato Francesco Altima-ri, secondo qui ci sono sostanzial-mente due momenti: “l’integrazio-ne nelle aree di arrivo e le reazionial ritorno.I due momenti sono tra loro colle-gati, perché l’esplicitazione del pro-blema del bilinguismo o del pluri-linguismo, che è venuto nel primomomento, si ripercuote nel secon-do momento, scatenando nelle areedi ritorno un processo di ristruttura-zione dei ruoli, degli atteggiamenti,delle norme di variabilità sociolin-guistica preesistenti, di cui non si puònon tener conto”.Emblematica di questa mutata si-tuazione linguistico-culturale, avve-nuta nell’emigrazione meridionale earbëreshe dal secondo dopoguerra,appare la storia di una comunità diemigrati calabro-albanesi, originaridi Carfizzi, nel Catanzarese, e tra-piantatisi nella Germania, a Lud-wigshafen, a partire dalla secondametà degli anni ’50.I campi in cui maggiore è l’influssodella lingua tedesca sono quello bu-rocratico-amministrativo, quello delmondo del lavoro, quello gastrono-mico, quello della vita infantile, qual-che avverbio ecc. P. es.: kom bondumondin e finanzomes = ha fattola denuncia dei redditi; kom qon te

sparkasi = sono stato in banca. Nonmancano alcuni veri e propri calchisintattici dal tedesco, ad es.: jom am-meldartur = ho fatto la immatrico-lazione dell’automobile (in tedesco:ich habe mich angemeldet) ecc.Questa specie di mistilingue albano-tedesco che viene ora utilizzato a li-vello colloquiale solo dalla comunitàcarfizziota di Ludwigshafen, col tem-po, come sostiene Altimari, è desti-nato certamente a influire anche sultessuto linguistico della comunità ori-ginaria, considerando che il 30 %circa della popolazione complessivadi Carfizzi è costituito dagli emigratiin Germania, i quali continuano amantenere stretti e saldi rapporti colpaese d’origine, in cui ritornano pe-riodicamente nel corso dell’anno, inoccasione di Natale e delle ferie esti-ve.Così, come scrivono Abate–Berg-man, nella Germania, “I germanesirinunciano alla loro (preponderan-te) “parte carfiziota”, cioè ai loro tra-dizionali modelli di valori, e a Car-fizzi rinnegano la loro “parte tede-sca”, cioè i modelli di valori trasfor-mati”.Per tali motivi, come aveva ben pre-visto il prof. Nino Guzzetta, “è realeil rischio che con ulteriore sviluppodi questa situazione di contatto, l’al-banese possa essere influenzato dal-l’italiano (ma anche dal tedesco, dal-l’inglese, dal francese ecc.) anche nellasua struttura fonetica e morfologica,

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e trasformarsi in mistilingue”.Infatti, secondo degli studi recentifattisi secondo delle ricerche sul po-sto, sia in Germania, sia in Americaed altrove, “nel corso delle conver-sazioni in arbëresh, in concomitan-za con la trattazione di determinatiargomenti, i parlanti in questionepassano ad altre varietà del loro re-pertorio che rivelano un uso più am-pio o che rimandano ad un tipo direlazioni ed ad un insieme di inte-ressi del tutto diversi da quelli asso-ciati all’arbëresh: si registrano, cioè,fenomeni di cod-switching e code-mixing”.La lingua di ogni giorno documentaquesto ondeggiare di posizioni:“code-switching” e “code-mixing”disegnando l’incrociarsi delle istanzelinguistiche e psicologiche di questaidentità ricreata.In conclusione vorrei aggiungere che,se il patrimonio storico, linguistico eletterario degli Arbëreshë è oggi co-

nosciuto e valorizzato sempre di piùnel contesto non solo italo-albane-se, ma anche europeo e mondiale,possiamo dire che un ruolo di sti-molo e di mediazione assai impor-tante hanno rivestito negli ultimidecenni i convegni dell’Istituto Alba-nologico dell’Università di Palermoche, per merito del prof. AntoninoGuzzetta e dal suo allievo il prof.Matteo Mandalà sono realizzati re-golarmente ogni anno, quelli del-l’Università della Calabria, organiz-zati ogni due anni dal prof. France-sco Altimari.Sono certo che, dopo questo miomodesto primo approccio, occorracontinuare con ulteriori studi e ricer-che per poter fissare un’ importan-tissimo patrimonio culturale e lingui-stico quale e’ appunto la diasporaarbëreshe in Italia e nel Mondo.Le comunità’ italo-albanesi in Italiarappresentano un forte interesse nelcampo dell’albanologia.

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