Affidamento dei Servizi al volontariato

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Affidamento dei servizi al volontariato. Anpas Toscana 7 aprile 2016 L’iniziativa odierna intende promuovere un proficuo confronto pubblico in Toscana fra ANAC, esponenti della rete istituzionale (Regione, ANCI) e soggetti del Volontariato e del Terzo Settore sulla questione decisiva dell’affidamento dei servizi alla persona. In premessa ci preme sottolineare lo specifico ruolo del volontariato come attore fondamentale e interlocutore insostituibile nella costruzione di un efficace e qualificato welfare territoriale, nella solidarietà e nella diffusione del civismo e dei valori che gli sono propri nell’ottica dello sviluppo di comunità e di beni comuni. Il problema vede oggi in Toscana, e probabilmente nel resto del Paese, una situazione del tutto eterogenea relativamente all’affidamento dei servizi alla persona con procedure di gara d’appalto in alcuni territori, e convenzioni dirette con associazioni di volontariato in altri territori. Tale confusa situazione è probabilmente conseguenza della famosa sentenza della Corte Europea di Giustizia del novembre 2007 con cui veniva eccepita la legittimità dell’Accordo Quadro Regionale su cui si fondava il rapporto tra Regione, AA.SS.LL. e Pubbliche Assistenze, Misericordie e CRI per il trasporto sanitario in ambulanza. Il rilievo giuridico-legale di tale sentenza evidenziava una natura commerciale fra la prestazione delle associazioni e la controprestazione economica della Regione, che si configurava come rapporto di mercato (a prescindere dall’entità del contenuto economico).

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Affidamento dei servizi al volontariato.

Anpas Toscana 7 aprile 2016

L’iniziativa odierna intende promuovere un proficuo confronto pubblico in Toscana

fra ANAC, esponenti della rete istituzionale (Regione, ANCI) e soggetti del

Volontariato e del Terzo Settore sulla questione decisiva dell’affidamento dei servizi

alla persona.

In premessa ci preme sottolineare lo specifico ruolo del volontariato come attore

fondamentale e interlocutore insostituibile nella costruzione di un efficace e

qualificato welfare territoriale, nella solidarietà e nella diffusione del civismo e dei

valori che gli sono propri nell’ottica dello sviluppo di comunità e di beni comuni.

Il problema vede oggi in Toscana, e probabilmente nel resto del Paese, una

situazione del tutto eterogenea relativamente all’affidamento dei servizi alla persona

con procedure di gara d’appalto in alcuni territori, e convenzioni dirette con

associazioni di volontariato in altri territori. Tale confusa situazione è probabilmente

conseguenza della famosa sentenza della Corte Europea di Giustizia del novembre

2007 con cui veniva eccepita la legittimità dell’Accordo Quadro Regionale su cui si

fondava il rapporto tra Regione, AA.SS.LL. e Pubbliche Assistenze, Misericordie e

CRI per il trasporto sanitario in ambulanza. Il rilievo giuridico-legale di tale sentenza

evidenziava una natura commerciale fra la prestazione delle associazioni e la

controprestazione economica della Regione, che si configurava come rapporto di

mercato (a prescindere dall’entità del contenuto economico).

Una riflessione sulla sentenza ha accuratamente individuato da parte dei soggetti

interessati (Regione e Volontariato) che il rilievo doveva essere superato attestandosi

sul più corretto istituto del “rimborso delle spese effettivamente sostenute”. Ne è

seguito un lungo e non facile lavoro di elaborazione legislativa che ha condotto alla

Legge Regionale 70/2010 e alle successive modificazioni ed integrazioni che hanno

ricomposto in termini di legittimità ed efficacia il quadro del trasporto sanitario di

emergenza-urgenza in Toscana. Tuttavia, l’autorevolezza della Corte Europea di

Giustizia e la complessità della materia hanno indotto spesso funzionari pubblici

pavidi o poco attenti a preferire la procedura di gara d’appalto, rispetto alla

convenzione diretta con il volontariato, adducendo l’affermazione che questa sarebbe

stata l’unica forma legittima. Nel corso di questi anni ci siamo trovati spesso a

contestare provvedimenti di vari Enti territoriali che indicevano gare d’appalto per

l’affidamento di servizi alla persona, quasi sempre istituiti nel tempo, organizzati e

gestiti da locali associazioni di volontariato. Tali provvedimenti, ispirati da una

presunta ineludibile legittimità, in realtà hanno prodotto servizi di qualità spesso

inferiore e con costi più alti rispetto a quelli precedentemente praticati dal

Volontariato, ma in più hanno innescato processi degenerativi nelle comunità rispetto

al plusvalore prodotto dalle stesse Associazioni di volontariato.

Oggi il quadro di riferimento normativo viene ribadito dalla ANAC e da una

importante ed univoca serie di giurisprudenza prodotta dalla stessa Corte Europea di

Giustizia, da vari TAR e dal Consiglio di Stato. In tutta questa giurisprudenza si

sancisce e si afferma la legittimità dell’affidamento dei servizi alla persona in forma

diretta alle Associazioni di volontariato locale in possesso dei previsti requisiti.

Le recenti linee guida dell’ANAC, a cui, con assoluta modestia e altrettanta

convinzione, abbiamo cercato di contribuire con osservazioni e riflessioni,

ribadiscono con la più alta autorevolezza in materia, che il riferimento per tali

affidamenti è l’effetto combinato fra la Legge Quadro sul Volontariato, Legge

266/91, e la Legge Quadro sui Servizi Sociali, Legge 328/2000. Quest’ultima

disposizione normativa ha inoltre prodotto ulteriori norme applicative quali il DPCM

del marzo 2001 e, nella Regione Toscana, la Delibera del Consiglio Regionale

Toscano 199/2001.

A questi atti dunque possiamo fare riferimento con assoluta certezza per definire la

materia oggi in discussione. Auspichiamo pertanto che le Pubbliche Amministrazioni

interessate, e particolarmente la Regione per le funzioni di tipo legislativo, e Comuni,

Società della Salute, AA.SS.LL., per le funzioni esecutive, si attestino su una

formalizzazione comune di un modello e di una procedura da seguire nei casi in

specie omogenei per tutto il territorio regionale, come necessario riferimento

istituzionale.

La ricomposizione su scala regionale, ma anche nazionale, dei comportamenti

pubblici in questo delicato campo è condizione e premessa per la valorizzazione di un

protagonista della vita sociale e comunitaria, generato spesso dalle stesse istanze e dai

bisogni delle popolazioni, storicamente modellato su fondamenti etici e valoriali quali

la gratuità e l’assunzione diretta di responsabilità che accompagnano la vita delle

comunità locali creando elementi essenziali quali: empatia solidale, predisposizione

al dono di sé, vocazione alla partecipazione in prima persona, forte spinta per

l’innovazione e la sperimentazione, pratica di una advocacy diffusa e di una

governance democratica. Di tutto questo e molto altro ancora è produttore il

Volontariato che rappresenta una costante nello sviluppo della società toscana. Non è

in alcun modo accettabile una deprivazione di un così alto patrimonio in nome di

presunte forme di legittimità o di astratti obiettivi di modernizzazione.