Adria sett2014 n118

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continua a pag. 8 P arte a ottobre la XXII edizione della Campagna Nastro Rosa dedicata alla prevenzione del tumore al seno della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) ed Estée Lauder Companies, società leader nei prodotti di bellezza di prestigio, ancora una volta insieme e in prima linea per vincere questa patologia tumorale, che purtrop- po registra un’incidenza sempre maggiore. Vincere il tumore al seno si può Campagna Nastro Rosa Campagna Nastro Rosa Sale pubbliche il caso fa infuriare il Pd Politica e territorio pag. 14 “La scuola poteva riaprire”, e parte pure un esposto Bottrighe pag. 17 pagg. 4-5 Enel saluta e abbandona il carbone Il futuro occupazionale ora è un rebus Dopo 10 anni l’azienda decide di mollare, e non si sa se farà altri investimenti nel Delta E ra nell’aria, è accaduto: Enel ha annun- ciato l’addio al progetto di riconversione a carbone della centrale di Polesine Cameri- ni, a Porto Tolle. Difficile leggere le motivazioni di una scelta di portata epocale per il territorio. I fattori da valutare sono molti. Da una parte la complessità e le criticità di un’opera che si tro- va all’interno di un parco regionale: non caso varie volte le commissioni ministeriali incaricate della valutazione di impatto ambientale aveva- no sollevato perplessità e chiesto carte ulteriori. Basti pensare che la prima presentazione risale a maggio 2005. Dall’altra le indagini che la magistratura ha avviato sul funzionamento della centrale nel periodo di alimentazione a olio combustibile e sulle ricadute in termi- ni ambientali in due occasioni, ottenendo altrettanti processi. Ancora, la mobilitazione degli ambientalisti – ma anche di comitati e associazioni espressione del territorio - sempre pronti a ricorsi a Tar e Consiglio di Stato. Infine, considerazioni strategiche globali che solo Enel può conoscere nel dettaglio. In ogni caso, ora si apre un interrogativo di proporzioni colossali per il territorio. Ossia: e adesso, che succede? Enel ha assicurato la tutela dell’occupazione. Nessun licenziamento, insomma, al massimo trasferimenti. Il vero rebus è però rappresentato dalle ricadute sul territorio: cosa farà da volano in zona ora? Le proposte non mancano. Per esempio, c’è chi parla di un investimento sulle rinnovabili che potrebbe dare nuova linfa allo stabilimento. Ma tutto dipenderà da Enel, che non ha alcun obbligo, ovviamente, di investire qui piuttosto che altrove. CAVALLARI, ENNESIMO ALLORO ARRIVA LA CERTIFICAZIONE In occasione del 32esimo anniversa- rio della sua creazione, arriva un nuovo riconoscimento per Arnaldo Cavallari, l’eclettico adriese che ha creato il pane Ciabatta, diffuso in tutto il mondo. pag. 13 NOGARA MARE 14 SINDACI LA VOGLIONO SUBITO, UNO NO Ben 14 dei 15 sindaci che si sono trovati a Rovigo, incluso quello di Adria, la vogliono subito. Solo Legnago prende tempo. Intanto, raccolta firme al via per fare partire la Nogara Mare. pag. 10 Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 118 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it di Adria 1994 - 2014 COUPON del risparmio 10€ 40€ 50€ 30€ 30€ 25€ 50€ 20€ 60€ 40€ 60€ COUPON del risparmio Scarica l’App www.coupondelrisparmio.it Sanità Salute pagg. 41-44 Ottobre è il mese della prevenzione: il cancro al seno si vince così L’EDITORIALE Genova ci fa paura di Germana Urbani* L e foto apocalittiche che arrivano da Ge- nova dopo l’ultima alluvione, l’assoluta inconsistenza delle dichiarazioni dei po- litici, la desolazione grande che coglie tutti noi nell’apprendere i perché e i per come le opere di contrasto al rischio idrogeologico non sono mai state finite, (alcune mai ap- paltate addirittura) lasciano tutti noi cittadini sgomenti. Anche perché nel disastro di Genova c’è un’aggravante forte: era già successo, quel- la città allora aveva anche pianto sei morti. Ecco perché Genova ci fa paura. Perché sospettiamo che qui in Veneto potrebbe ac- cadere la stessa cosa. Basta seguire le crona- che locali per rendersi conto che intere aree della nostra regione continuano ad andare in grave sofferenza non appena piove un po’ più del previsto. Il rischio per un disastro c’è, ed è forte soprattutto tenuto conto che, se- condo un censimento ufficiale della Regione, circa il 25% dei comuni veneti è soggetto a frane e il 40% ad alluvioni. Contro il dissesto idrogeologico la Regio- ne, un anno fa, contava 392 milioni spesi in 233 comuni per effettuare 925 interventi. Basteranno? *[email protected] [email protected] continua a pag. 3 All’interno da pagina 23 a pag 26 trovi l’inserto INTERMEDIA immobiliare RESPONSABILITÀ & RISARCIMENTO Dott.ssa Monica Gusella. Adria (RO) Via Manzoni, 17 - Tel. 0426 902385 Porto Viro (RO) P.zza Garibaldi, 3 - Tel. 0426 631947 Servizi: Risarcimento danni •Sinistri gravi e mortali •Malasanità •Infortuni sul lavoro• Rivalsa datore lavoro •Consulenze assicurative

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Adria sett2014 n118

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Intervento

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Parte a ottobre la XXII edizione della Campagna Nastro Rosa dedi-cata alla prevenzione del tumore al seno della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) ed Estée Lauder Companies, società

leader nei prodotti di bellezza di prestigio, ancora una volta insieme e in prima linea per vincere questa patologia tumorale, che purtroppo registra un’incidenza sempre maggiore.

Vincere il tumore al seno si può Campagna Nastro Rosa

continua a pag. 8

Parte a ottobre la XXII edizione della Campagna Nastro Rosa dedicata alla prevenzione del tumore al seno della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) ed Estée Lauder Companies, società

leader nei prodotti di bellezza di prestigio, ancora una volta insieme e in prima linea per vincere questa patologia tumorale, che purtrop-po registra un’incidenza sempre maggiore.

Vincere il tumore al seno si può Campagna Nastro Rosa

Campagna Nastro Rosa

Sale pubbliche il casofa infuriare il Pd

Politica e territorio

pag. 14

“La scuola poteva riaprire”, e partepure un esposto

Bottrighe

pag. 17

pagg. 4-5

Enel saluta e abbandona il carboneIl futuro occupazionale ora è un rebusDopo 10 anni l’azienda decide di mollare,e non si sa se farà altri investimenti nel Delta

Era nell’aria, è accaduto: Enel ha annun-ciato l’addio al progetto di riconversione a carbone della centrale di Polesine Cameri-

ni, a Porto Tolle. Difficile leggere le motivazioni di una scelta di portata epocale per il territorio. I fattori da valutare sono molti. Da una parte la complessità e le criticità di un’opera che si tro-va all’interno di un parco regionale: non caso varie volte le commissioni ministeriali incaricate della valutazione di impatto ambientale aveva-no sollevato perplessità e chiesto carte ulteriori. Basti pensare che la prima presentazione risale

a maggio 2005. Dall’altra le indagini che la magistratura ha avviato sul funzionamento della centrale nel periodo di alimentazione a olio combustibile e sulle ricadute in termi-ni ambientali in due occasioni, ottenendo altrettanti processi. Ancora, la mobilitazione degli ambientalisti – ma anche di comitati e associazioni espressione del territorio - sempre pronti a ricorsi a Tar e Consiglio di Stato. Infine, considerazioni strategiche globali che solo Enel può conoscere nel dettaglio.

In ogni caso, ora si apre un interrogativo

di proporzioni colossali per il territorio. Ossia: e adesso, che succede? Enel ha assicurato la tutela dell’occupazione. Nessun licenziamento, insomma, al massimo trasferimenti. Il vero rebus è però rappresentato dalle ricadute sul territorio: cosa farà da volano in zona ora? Le proposte non mancano. Per esempio, c’è chi parla di un investimento sulle rinnovabili che potrebbe dare nuova linfa allo stabilimento. Ma tutto dipenderà da Enel, che non ha alcun obbligo, ovviamente, di investire qui piuttosto che altrove.

Cavallari, ennesimo alloroarriva la CertifiCazione

In occasione del 32esimo anniversa-rio della sua creazione, arriva un nuovo

riconoscimento per Arnaldo Cavallari, l’eclettico adriese che ha creato il pane

Ciabatta, diffuso in tutto il mondo.pag. 13

nogara mare 14 sindaCi la vogliono subito, uno no

Ben 14 dei 15 sindaci che si sono trovati a Rovigo, incluso quello di Adria, la vogliono subito. Solo Legnago prende tempo. Intanto, raccolta firme al via per

fare partire la Nogara Mare.pag. 10

Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 118 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

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60€

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Ambulatoripediatrici, verso la nuova verifica

Sanità

pag. 10

Salute

pagg. 41-44

Ottobre è il mese della prevenzione: il cancro al seno si vince così

L’EDITORIALE

Genova ci fa pauradi germana Urbani*

Le foto apocalittiche che arrivano da Ge-nova dopo l’ultima alluvione, l’assoluta inconsistenza delle dichiarazioni dei po-

litici, la desolazione grande che coglie tutti noi nell’apprendere i perché e i per come le opere di contrasto al rischio idrogeologico non sono mai state fi nite, (alcune mai ap-paltate addirittura) lasciano tutti noi cittadini sgomenti.

Anche perché nel disastro di Genova c’è un’aggravante forte: era già successo, quel-la città allora aveva anche pianto sei morti.

Ecco perché Genova ci fa paura. Perché sospettiamo che qui in Veneto potrebbe ac-cadere la stessa cosa. Basta seguire le crona-che locali per rendersi conto che intere aree della nostra regione continuano ad andare in grave sofferenza non appena piove un po’ più del previsto. Il rischio per un disastro c’è, ed è forte soprattutto tenuto conto che, se-condo un censimento uffi ciale della Regione, circa il 25% dei comuni veneti è soggetto a frane e il 40% ad alluvioni.

Contro il dissesto idrogeologico la Regio-ne, un anno fa, contava 392 milioni spesi in 233 comuni per effettuare 925 interventi.

Basteranno?*[email protected]@givemotions.it

continua a pag. 3

All’interno da pagina 23 a pag 26 trovi l’inserto INTERMEDIA immobiliare

RESPONSABILITÀ & RISARCIMENTO

Dott.ssa Monica Gusella.

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Adria RegioneCanalbianCo

pag. 6

Sicurezza prioritaria.Sarà difficilesalvare i tigli

Conservatorio

pag. 11

Parla il direttore:“Noi opportunitàper il territorio”

servizi

pag. 14

Il tribunaleè stato chiusodefinitivamente

È un periodico formato da 13 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Adria, Petorazza e Papozze per un numero complessivo di 8.177 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

è un marchio registrato di proprietà

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Lisbona 10Tel. 049 8704884 Fax 049 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabile (ad interim)Germana urbani [email protected] Jovane [email protected] in redazione il 29 settembre 2014Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

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VeneziaPadovaRovigo Treviso

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

Provincia Regionegiovani e lavoro

pag. XX

x

ambiente

pag. XX

x

mond sCuola

pag. XX

x

accaduto accadra rodigine

RovigoraCColte quasi 700 firme

Contro le aperture selvagge

Ha raccolto ben 668 fi rme e le ha accluse alla lettera che ha inviato all’assessore

regionale al Commercio Isi Coppola, tra l’altro polesana, e al governatore della Regione del Veneto Luca Zaia. Tiziana

Virgili, presidente uscente della Provincia di Rovigo, ci ha messo la faccia, nella

battaglia contro le aperture domenicali selvagge dei centri commerciali. Che, in

risposta, ampliano ancora di più gli orari. La Fattoria, per esempio, ha appena

annunciato l’eliminazione della chiusura mattutina del lunedì.

Adriala festa dell’uva

raCCoglie oltre 2mila persone: suCCesso

Era la prima edizione ma ha immediata-mente raccolto un consenso alla vigilia

diffi cilmente immaginabile. La Festa dell’Uva ha richiamato in centro ad Adria

oltre 2mila persone. Tanto entusiasmo per una manifestazione che, all’inizio

dell’autunno, ha portato una ventata di allegria e buonumore. Tra belle ragazze

addette alla pigiatura, tradizione e vernacolo, tanta voglia di partecipare alle

celebrazioni. Anche il sindaco Massimo Barbujani lo ha fatto, unendosi ai canti del

gruppo dei “Bontemponi”, tra le anime della kermesse.

Rosolinail Wi fi libero in paese ora è davvero realtà

E’ stata completata con pieno successo anche l’ultima fase del progetto volto

alla copertura dell’intero territorio comunale di Rosolina con il wi fi libero

e gratuito 24 ore su 24. Il sistema garantisce elevate performance e

consente di non avere problemi ad accogliere anche un numero molto alto di connessioni in contemporanea. Oltre

al Comune, anche per ognuna delle frazioni e località è stato individuato un punto di accesso ben preciso che

consente di navigare senza limitazioni e senza problemi. Un servizio in più,

dedicato a cittadini e turisti.

porto vironon Ci saranno tagli alla Casa di Cura

Lo hanno assicurato i vertici della sanità bassopolesana e i rappresentati polesani in Regione, guidati dall’assessore Isi Coppola: non ci saranno tagli di alcun tipo a carico della casa di cura Madonna della salute. In questo modo sono state smentite le indiscrezioni che avevano fatto seguito all’annuncio della perdita dello status di presidio da parte della struttura sanitaria privata, ma convenzionata con la Regione e da sempre un punto di riferimento fondamentale per tutto il Basso Polesine, in primo luogo per la presenza del pronto soccorso. Che continuerà ad esserci.Adriatre importanti progetti da realizzare a breve

Tre opere da condurre in porto prima della fi ne del mandato. Tre progetti sui quali la giunta Barbujani intende investire molto. In primo luogo la realizzazione della pista ciclabile attrezzata che dovrebbe collegare Adria alla frazione di Valliera. Quindi il rifacimento della pavimentazione in piazza Oberdan, in modo da valorizzare la massimo il caratteristico impianto veneziano del bello scorcio cittadino. Infi ne, la Casa della cultura Marino Marin, con interventi di manutenzione e rifacimento della copertura. Insomma: l’amministrazione comu-nale sta lavorando per chiudere il mandato con un biglietto da visita davvero niente male.Rovigosi va verso le elezioni eCCo Chi di Certo Correrà

Tramontata la fantasiosa – come minimo – ipotesi di votare a novembre, restano ancora da fi ssare le elezioni comunali a Rovigo, commissariata dallo scorso luglio. Pochi dubbi comunque sul fatto che si andrà alle urne in primavera. Resta da capire se in concomitanza o no con le Regionali. Ancora molta incertezza su schieramenti e alleanze, in primo luogo nel centrodestra, che non appare ancora avere trovato la quadra e tanto meno un assetto omogeneo. Nonostante questo ci sono già alcuni nomi, quelli di coloro che senza dubbio – almeno da quanto annunciato – prende-ranno parte alla corsa elettorale. Tra loro l’ex assessore della Giunta Piva Stefano Bellinazzi e l’ex candidato del Pd Federico Frigato.

Provincia Regionegiovani e lavoro

pag. XX

x

ambiente

pag. XX

x

mond sCuola

pag. XX

x

accaduto accadra rodigine

RovigoraCColte quasi 700 firme

Contro le aperture selvagge

Ha raccolto ben 668 fi rme e le ha accluse alla lettera che ha inviato all’assessore

regionale al Commercio Isi Coppola, tra l’altro polesana, e al governatore della Regione del Veneto Luca Zaia. Tiziana

Virgili, presidente uscente della Provincia di Rovigo, ci ha messo la faccia, nella

battaglia contro le aperture domenicali selvagge dei centri commerciali. Che, in

risposta, ampliano ancora di più gli orari. La Fattoria, per esempio, ha appena

annunciato l’eliminazione della chiusura mattutina del lunedì.

Adriala festa dell’uva

raCCoglie oltre 2mila persone: suCCesso

Era la prima edizione ma ha immediata-mente raccolto un consenso alla vigilia

diffi cilmente immaginabile. La Festa dell’Uva ha richiamato in centro ad Adria

oltre 2mila persone. Tanto entusiasmo per una manifestazione che, all’inizio

dell’autunno, ha portato una ventata di allegria e buonumore. Tra belle ragazze

addette alla pigiatura, tradizione e vernacolo, tanta voglia di partecipare alle

celebrazioni. Anche il sindaco Massimo Barbujani lo ha fatto, unendosi ai canti del

gruppo dei “Bontemponi”, tra le anime della kermesse.

Rosolinail Wi fi libero in paese ora è davvero realtà

E’ stata completata con pieno successo anche l’ultima fase del progetto volto

alla copertura dell’intero territorio comunale di Rosolina con il wi fi libero

e gratuito 24 ore su 24. Il sistema garantisce elevate performance e

consente di non avere problemi ad accogliere anche un numero molto alto di connessioni in contemporanea. Oltre

al Comune, anche per ognuna delle frazioni e località è stato individuato un punto di accesso ben preciso che

consente di navigare senza limitazioni e senza problemi. Un servizio in più,

dedicato a cittadini e turisti.

porto vironon Ci saranno tagli alla Casa di Cura

Lo hanno assicurato i vertici della sanità bassopolesana e i rappresentati polesani in Regione, guidati dall’assessore Isi Coppola: non ci saranno tagli di alcun tipo a carico della casa di cura Madonna della salute. In questo modo sono state smentite le indiscrezioni che avevano fatto seguito all’annuncio della perdita dello status di presidio da parte della struttura sanitaria privata, ma convenzionata con la Regione e da sempre un punto di riferimento fondamentale per tutto il Basso Polesine, in primo luogo per la presenza del pronto soccorso. Che continuerà ad esserci.Adriatre importanti progetti da realizzare a breve

Tre opere da condurre in porto prima della fi ne del mandato. Tre progetti sui quali la giunta Barbujani intende investire molto. In primo luogo la realizzazione della pista ciclabile attrezzata che dovrebbe collegare Adria alla frazione di Valliera. Quindi il rifacimento della pavimentazione in piazza Oberdan, in modo da valorizzare la massimo il caratteristico impianto veneziano del bello scorcio cittadino. Infi ne, la Casa della cultura Marino Marin, con interventi di manutenzione e rifacimento della copertura. Insomma: l’amministrazione comu-nale sta lavorando per chiudere il mandato con un biglietto da visita davvero niente male.Rovigosi va verso le elezioni eCCo Chi di Certo Correrà

Tramontata la fantasiosa – come minimo – ipotesi di votare a novembre, restano ancora da fi ssare le elezioni comunali a Rovigo, commissariata dallo scorso luglio. Pochi dubbi comunque sul fatto che si andrà alle urne in primavera. Resta da capire se in concomitanza o no con le Regionali. Ancora molta incertezza su schieramenti e alleanze, in primo luogo nel centrodestra, che non appare ancora avere trovato la quadra e tanto meno un assetto omogeneo. Nonostante questo ci sono già alcuni nomi, quelli di coloro che senza dubbio – almeno da quanto annunciato – prende-ranno parte alla corsa elettorale. Tra loro l’ex assessore della Giunta Piva Stefano Bellinazzi e l’ex candidato del Pd Federico Frigato.

sanità

pagg. 20-22

Un capitolo davvero pesante

turismo

pag. 31

Il vero motore dell’economia veneta

Cultura

pag. 32

Arte da vedere e da godere

L’EDITORIALE

Genova ci fa pauraE come mai interi quartieri delle nostre città continuano ad andare sott’acqua e la lista dei danni a cose e persone si allunga ad

ogni temporale?Servono le grandi opere, serve il canale scolmatore tra Padova e Venezia, per esempio, serve una visione d’insieme, serve su

questo delicatissimo argomento una legge obiettivo come quella che è servita a costruire il passante di Mestre.Serve qualcuno che capisca che siamo tutti al “fronte”, che c’è da combattere una “guerra” perché la natura continua a colpirci

a colpi di “bombe d’acqua” e non possiamo vivere a lungo pensando “si salvi chi può”!Ci aspettiamo dai nostri politici nazionali, regionali, locali un coraggio nuovo. Non si può più restare inerti in balia degli eventi

votandosi a Sant’Antonio sperando che non accada mai nulla di troppo grave. Lo Stato non può più spendere ogni giorno solo 200 mila euro per la prevenzione e 800 mila per tamponare e riaggiustare alla

meno peggio ciò che è stato distrutto, allagato, infangato, divelto. Occorre che faccia il contrario: ne metta a bilancio 800mila al giorno per la prevenzione e 200mila, casomai, per i danni.

I nostri giornali sono pieni di discussioni su strade e autostrade da costruire. Opere assolutamente necessarie, dicono. La vera domanda però è questa: necessarie a chi, per cosa? E per fi nire una rifl essione davvero banale. A questo punto, forse, sarebbe meglio costruire canali, navigabili magari. Pensiamoci, pensateci.

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Page 4: Adria sett2014 n118

4 Argomento del mese

fanno riferimento alla sentenza di primo grado

Con l’annuncio arrivano pure le motivazioni

La data è la stessa: proprio il giorno in cui Enel ha comu-nicato la propria decisione di

rinunciare uffi cialmente al processo di riconversione della centrale di Polesine Camerini, sono state rese pubbliche le motivazioni con le quali il Tribunale di Rovigo ha condannato in primo grado gli ex vertici di Enel, i manager Franco Tatò e Paolo Sca-

roni, all’epoca dei fatti contestati rispettivamente presidente e amministratore delegato del colosso energetico.

Il 31 marzo scorso era arrivata la sentenza di condanna a tre anni con interdizione di cinque anni dai pubblici uffi ci nel processo di primo grado nei confronti di Scaroni e Tatò, che accoglieva la tesi del pm Manuela Fasolato per il secondo capo di imputazio-ne, relativo al disastro doloso nell’ipotesi non aggravata, accertando che la centrale di Porto Tolle era stata gestita senza adeguati meccanismi di contenimento delle emissio-ni, mettendo in pericolo la pubblica incolumità.

“La pena infl itta - è scritto nelle motivazioni - risulta adeguata alla non indifferente capacità a delinquere dimostrata dai prevenuti, i quali hanno agito al fi ne di incrementa-re gli utili d’impresa a discapito della sicurezza e della salute dei cittadini”. Fr.Ca.

Non si può dire che la notizia non fosse nell’aria. Ma, nonostante questo, la sua uffi cialità non ha fatto meno rumore: Enel ha comunicato la rinuncia al pro-

getto di riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Polesine Camerini.

“A fronte dell’evidente cambiamento del contesto ener-getico e della differente dinamica tra domanda e offerta di energia avvenuti negli ultimi dieci anni – si legge nella nota diramata dall’azienda - tanto è durato l’iter autorizzativo (peraltro non ancora concluso) per la riconversione della centrale di Porto Tolle, nuove alternative devono essere esaminate per l’impianto polesano alimentato a olio combu-stibile. Enel conferma la volontà di ricercare nuove soluzioni condivise con territorio ed enti locali, nella prospettiva di creare valore e salvaguardare l’occupazione nell’area della centrale”. La storia, però, è molto più lunga di dieci anni e dopo questo colpo di scena è utile ripercorrerla a grandi linee.

La struttura, la cui ciminiera di 276 metri, la più alta d’Italia, svetta sulle lagune del Delta del Po, è stata costru-ita a fi ne anni settanta ed è entrata in funzione nel 1984,

con i suoi quattro gruppi che, bruciando olio combustibile, generano 2.640 MegaWatt.

Passano gli anni ed aumentano gli standard ambientali. Nel 1990 un decreto del ministro dell’Ambiente rende ne-cessarie delle modifi che per il contenimento delle emissioni inquinanti. L’Enel a questo punto propone una riconversione ad Orimulsion, un bitume liquido che arriva dalle foci dell’O-rinoco in Venezuela. Alla fi ne, il progetto naufraga, mentre la centrale continua a funzionare ad olio combustibile. Nel frattempo, nel 1997, nasce il Parco del Delta del Po, nella cui legge istitutiva si legge, che “nell’ambito dell’intero ter-ritorio dei Comuni interessati dal Parco del Delta del Po gli impianti di produzione di energia elettrica dovranno essere alimentati a gas metano o da altre fonti alternative di pari o minore impatto ambientale”.

Ma Enel ha altri piani e, nel 2005, presenta un farao-nico progetto da 2,5 miliardi di euro per la riconversione a “carbone pulito”. Il carbone divide forse ancora più dell’Ori-mulsion e nel 2006 un drappello di attivisti di Greenpeace per tre giorni resta abbarbicato alla ciminiera accendendo i rifl ettori sul progetto di Enel. Che, nel frattempo, va avanti

e il 29 luglio 2009 riceve dal ministero dell’Ambiente (gui-dato da Stefania Prestigiacomo) il parere positivo sulla com-patibilità ambientale. Il 5 il gennaio 2011 arriva il decreto fi rmato dal ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani che autorizza l’apertura dei cantieri.

Tutto sembra pronto e si formano consorzi d’imprese per sfruttare i bandi e le opportunità della grande opera. Ma il colpo di scena arriva il 17 maggio 2011, quando il Consiglio di stato accoglie il ricorso presentato da operatori turistici di Rosolina, associazioni ambientaliste, Comitato Cittadini Liberi di Porto Tolle ed i pescatori del Consorzio Delta Nord e annulla tutto. Il Consiglio regionale provvede a cambiare la legge del Parco, mentre Enel fa ripartire l’iter.

Ma stancamente, tanto che nel piano industriale 2012-2016, con investimenti per 27 miliardi di euro, non c’è traccia di Porto Tolle.

Arriviamo così al giorno d’oggi: il 19 ottobre sarebbe stato il termine ultimo per la presentazione della documen-tazione richiesta dal ministero dell’Ambiente per la procedu-ra di valutazione di impatto ambientale. Ma questa volta è stata Enel a far saltare il banco.

di francesco Campi

Il faraonico piano per la prima volta venne

messo nero su bianco nel 2005 prima si era parlato di Orimulsion

La chiave di volta della vicenda è stata la pronuncia del Consiglio

di Stato: nel 2011 fu annullato il via libera

POLESINE CAMERINIA quasi dieci anni

dalla presentazione del progetto di riconversione

il colosso energetico ha comunicato l’abbandono.

La notizia era nell’aria, dopo un iter tormentatissimo.

Ma l’azienda assicura: “Salvaguarderemo

l’occupazione”.

Questa volta lo ha detto Enel: “Carbone addio”

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Page 5: Adria sett2014 n118

5Argomento del mese

di francesco Campi

Sindacati e lavoratori assieme: “Enel deve investire”Battaglia per l’occupazione Pronta una lettera per Renzi

“Era da tempo che avevamo respirato il clima di disimpegno da parte di Enel e, non a caso, avevamo scritto a Ministeri, Regione ed amministrazioni locali che avevamo il sentore che l’azienda stesse solo prendendo tempo”. Dalmazio Passarella, esponente Cgil nelle Rsu della centrale di Polesine Camerini non sembra sorpreso dall’annuncio della rinuncia al progetto di riconversione: “Tanti erano

i segnali – spiega infatti il rappresentante sindacale – non ultimo il fatto che proprio a giugno fossero stati trasferiti una trentina di lavoratori”. Il tono in ogni caso non è quello di chi ha rinunciato a portare avanti una battaglia in favore dell’occupazione. “No, al contrario – conferma Passa-rella - Non siamo disposti a mollare l’osso. E la nostra non è tanto una preoccupazione personale, perché come dipendenti Enel siamo protetti da un accordo nazionale che prevede che gli esuberi siano ricollocati: anche se questo può voler dire ricominciare una vita a Brindisi, siamo tutelati”.

La questione è piuttosto rappresentata dalle ricadute sul territorio che il passo indietro da parte del colosso energetico nazionale rischia di avere. Ricadute negative e pesanti. “Quello che ci preoccupa – prosegue infatti il sindacalista - è la situazione dei lavoratori dell’indotto e dell’intero Delta. Se è vero che le più gravi responsabilità sono a livello di Governo, perché non è mai stata portata avanti una politica energetica seria e coerente, Enel, dopo aver parlato per anni di un investimento da 2,5 miliardi di euro, non può dire: era uno scherzo, tanti saluti. Le organizzazioni sindacali ad ogni livello si stanno muovendo per questo: inutile ora dividersi sulle ipotesi, intanto strappiamo ad Enel l’impegno ad investire in Polesine”.

Neppure i dipendenti se ne staranno, chiaramente con le mani in mano. Anzi, hanno già deciso la prima mossa: stanno già scrivendo una lettera a qualcuno che può intervenire in modo decisivo. La lettera inizia così: “Caro Matteo...”

Questa volta lo ha detto Enel: “Carbone addio”

La storia

Il primo “No al carbone” “Ora c’è grandesoddisfazione, ma quanto tempo buttato via”Prima di stappare lo spumante vuole vedere un documento uffi ciale dove sia

scritto nero su bianco che davvero la vicenda della riconversione a carbone è chiusa per sempre. Eppure Giorgio Crepaldi, bandiera dei comitati del no al

carbone, ne avrebbe di motivi per festeggiare perché l’ipotesi questa volta sembra davvero tramontata.

Da anni guida l’assalto degli ambientalisti al Fort Apache di Polesine Came-rini, perché non festeggiate questa vittoria intorno al totem del camino spento?

“Aspetto a sotterrare l’ascia di guerra perché ormai ci siamo abituati ai colpi di scena. Certo, siamo contenti, perché in questi anni ci siamo impegnati a fondo perché arrivasse questo risultato, abbiamo attaccato su tutti i fronti: dal ricorso al Tar e agli incontri con il ministro Pecoraro Scanio, con la Regione, con la Provincia, con il Comune, con le associazioni. Abbiamo impegnato tecnici preparati e tanti volontari, ma ancora prevale la cautela”.

Si immaginava un simile epilogo?“No, sinceramente no. Ero convinto che Enel preferisse rimanere in questo limbo

e, tanto per fare un esempio, continuasse a prendere tempo presentando delle docu-mentazioni incomplete alla commissione nazionale Via. Sinceramente ero convinto che lo stop sarebbe arrivato dalle istituzioni e non dall’azienda”.

E ora?“Insieme alla felicità per l’obiettivo raggiunto c’è il rammarico per come sono

stati buttati via tanti anni, senza che venisse elaborato un piano alternativo. Quando Enel, dopo il bluff dell’Orimulsion, se n’è uscita con il progetto del carbone, ci sarebbe dovuta essere una sollevazione ampia e generalizzata. Allora, forse, sarebbe stata ancora percorribile la strada del metano. Oggi anche questa ipotesi sembra superata dai fatti, nonostante il rigassifi catore che è stato piazzato al largo di Porto Levante. In sostanza il territorio, dopo tutte le promesse di investimenti, rischia di essere abbandonato: questa è ora la battaglia che ci deve vedere tutti uniti, chiedere che Enel non si limiti a chiudere i lucchetti di Polesine Camerini ma faccia concretamente qualche investimento sul territorio”.

Per esempio?“Dalle associazioni ambientaliste è arrivata una richiesta chiara, affi nché l’inve-

stimento destinato al carbone venga riconvertito in progetti con le fonti rinnovabili. In particolare, da più parti è stata fatta l’ipotesi delle biomasse. Da qualcuno è stata anche avanzata un’ipotesi di funzionamento che coinvolgesse anche l’attività fl orovivaistica che sorge nelle vicinanze e che si avvantaggerebbe di una possibile riaccensione della centrale, ma sono stati proprio i diretti interessati a non mostrare interesse. Come Comitato cittadini liberi di Porto Tolle avevamo più volte proposto che la centrale venisse trasformata in un centro studi sulle energie alternative, ma anche l’idea che Enel possa investire in progetti direttamente legati al Parco è inte-ressante. La verità è che si possono mettere in campo idee di ogni tipo, ma tutto dipende ancora dalle scelte di Enel”. Fr.Ca.

Giorgio Crepaldi

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6 Adria

Le tre opere che si svilupperanno lungo il Canalbianco verranno realizzate attraverso i finan-

ziamenti di Adriatic Lng, con l’as-segnazione di contributi a progetti rispondenti a determinati requisiti. Una procedura gestita dal Consvipo e del Gal. In questo modo si coprirà la maggior parte della spesa, permettendo quindi al Comune di contribuire in parte minima.

Allo stesso tempo sarà possibile realizzare opere di grande valore. L’intervento più oneroso sarà quello relativo alla realizzazione della pista ciclabile che costerà comples-sivamente 266mila euro, di cui 200 saranno finanziati da Consvipo, 50mila dal Gal e i restanti 16mila saranno a carico del Comune di Adria.

Il secondo intervento in ordine di costo sarà quello che interesserà Piazza Oberdan, il cui costo complessivo sarà di 230mila euro, di cui 80 a carico del Comune. Ultimo per costi il progetto relativo agli interventi strutturali e di riqualificazione della casa della cultura Marino Marin che costerà 10mila euro al Comune di Adria. Non molti a fronte dei 217mila complessivi.

Un investimento corposo quello messo in campo dal Consvipo, che si farà carico di 713mila euro che, secondo le aspettative, contribuiranno attivamente a rendere Adria una vera e propria meta turistica facente parte del circuito del Delta del Po. Il tutto nell’ottica di valorizzare le peculiarità di questa città.

in dettaglio

Le opere esalteranno la vocazione fluviale della cittàla riqualifiCazione del Centro passa per il CanalbianCo

Ma.Ce.

Nuovi progetti volti alla pubblica utilità vengono portati avanti dalla giunta Babujani. Progetti che dovrebbero

portare nuovi servizi ai cittadini e riquali-ficare alcune importanti aree della città. Progetti discussi ed approvati in giunta che si avvalgono di finanziamenti del Gal e di altri erogati da Adriatic Lng attraverso il Consvipo, ossia il Consorzio per lo sviluppo del Polesine. I finanziamenti fanno parte della compensazione garantiti a suo tempo da Aadriatic per la costruzione del rigassi-ficatore e da destinare esclusivamente alla valorizzazione del territorio.

Lavori quindi che trovano la strada spia-nata per quanto riguarda la copertura econo-mica da parte del Comune, già impegnato in altri interventi di pubblico interesse come la ristrutturazione e messa in sicurezza del Teatro Comunale e gli interventi nella sede municipale di Palazzo Tassoni che secondo le stime degli amministratori permetteranno di risparmiare notevoli somme in affitti degli attuali uffici distaccati e di arrivare a una

unificazione nella stessa sede. Tre sono i principali progetti che dovreb-

bero vedere la luce entro la fine del man-dato Barbujani: la sistemazione della Casa della Cultura Marino Marin, la realizzazione del percorso ciclabile che collegherà la cit-tà etrusca a Valliera e la riqualificazione di piazza Oberdan, che dovrebbe ridare lustro all’unica piazza di stampo veneziano del-la città. Nel complesso i tre progetti sono strettamente legati alla forte vocazione

fluviale di Adria, visto che si sviluppano tut-ti e tre lungo il corso del Canalbianco. La pista ciclabile sarà attrezzata: ci saranno a disposizione aree pic nic e stazioni di sosta appositamente pensate per i cicloturisti.

In Piazza Oberdan si andrà a rifare l’in-tera pavimentazione, valorizzando l’impian-to veneziano dello spazio che vede il pozzo al centro e si cercherà inoltre un’armonizza-zione complessiva della zona intervenendo anche su altri elementi strutturali. In fase di valutazione rimane la costruzione di uno scivolo di accesso per disabili che in questo caso, trattandosi di una manutenzione, non è obbligatorio.

Per quanto riguarda invece la Casa della Cultura Marino Marin, il progetto prevede il rifacimento dei bagni e interventi sul tetto e sulla mansarda, con trattamenti alle pareti contro l’umidità che sta mettendo in peri-colo la salubrità dell’ambiente. Un ottimo biglietto da visita per la chiusura di mandato che sicuramente influirà positivamente sulla vita cittadina.

di Martina Celegato

Il fiore all’occhiello è la ciclabile per Vallierama si punta anche sulla casa della Cultura

Lavori pubblici Piazza Oberdan sarà finalmente rimessa a nuovo

Tre progetti per rendere la città più bella

Il Canalbianco, ramo fluviale più impor-tante della città, rappresenta senza dubbio anche uno dei luoghi più sugge-

stivi di Adria. La sua manutenzione è perciò essenziale per rendere sicura tutta l’area cir-costante, soprattutto in caso di forti piogge.

Di recente il sindaco ha parlato della manutenzione dei muraglioni di conteni-mento del canale, la cui tenuta è messa a ri-schio, oltre che dal passare del tempo, dalle radici dei tigli piantati nella zona. Gli alberi infatti, nella ricerca di acqua per la sopravvi-venza, spingono sui muraglioni provocando una pressione che diventa giorno dopo gior-no più forte. Uno scenario che non rende inverosimile una situazione di emergenza. Un rischio che quindi andrà assolutamente scongiurato. L’intervento però non si presen-ta come uno dei più semplici, considerato che in caso di manutenzione solo dei mura-glioni le piante verrebbero inevitabilmente destabilizzate e quindi metterebbero in pericolo la sicurezza dei cittadini.

La tematica ha coinvolto anche il genio Civile, che ha consigliato di sostituire i ti-gli con alberi dalle radici meno invasive e quindi meno dannose per i muraglioni. Un intervento delicato che però dovrebbe esse-re realizzato nel minor tempo possibile per poter essere efficace e tamponare i danni fi-nora registrati. Inoltre intervenendo il prima possibile senza dubbio i danni potrebbero non rivelarsi così imponenti. Lo stesso non potrebbe garantirsi invece in futuro, vista la dimensione delle piante e la forza delle radici, in grado di esercitare una pressione

davvero imponente.I muraglioni sono parte integrante sto-

ria di Adria, come racconta Aldo Rondina, sicuramente lo storico che meglio conosce la città. Ne parla all’interno del suo libro “Adria: la città, le sue vie, la sua storia” dove si può trovare un suggestivo quadro dell’area. “Ancora resistono i muraglioni di sostegno del ramo centrale del Canalbianco – scrive Rondina - compreso fra i due ponti di Castello e di Sant’Andrea, con le tipiche ringhiere di ghisa”. Parte integrante della storia cittadina quindi. I muraglioni quindi devono essere tutelati e riqualificati come vere e proprie opere d’arte che hanno dato forma alla città.

A riguardo l’amministrazione si è riser-vata un determinato periodo per decidere sul da farsi in modo da poter ponderare la scelta della tipologia dell’intervento. Deter-minanti saranno le valutazioni dei tecnici. Difficile comunque salvare i tigli.

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segue da pag. 1L’attrice Nicoletta Romanoff (nella

foto) sarà la testimonial italiana di questa edizione 2014.

La Campagna Nastro Rosa, ideata ne-gli Stati Uniti da Evelyn Lauder e promossa in oltre 70 Nazioni, ha come obiettivo

quello di sensibilizzare un numero sempre più ampio di donne sull’importanza vitale della prevenzione e della diagnosi precoce dei tumori della mammella, informando il pubblico femminile anche sulle abitudini di vita correttamente sani da adottare e sui controlli diagnostici da effettuare.

La diagnosi precoce del tumore al seno: 20 anni di progressi.Il tumore al seno resta il big killer numero uno per il genere

femminile registrando un incremento dovuto all’allungamento dell’età media della popolazione femminile e all’aumento dei fattori di rischio.

Sta cambiando anche l’età in cui la malattia si manifesta: il 30% circa prima dei 50 anni, fuori quindi dall’età prevista dai programmi di screening mammografi co. Un ulteriore motivo per sensibilizzare tutte le donne alla cultura della prevenzione come metodo di vita e renderle sempre più protagoniste della tutela della propria salute.

“Da recenti dati e studi si stima – afferma il prof. Francesco Schittulli, senologo-chirurgo oncologo e Presidente Nazionale del-la LILT - che in Italia siano circa 46.000 i nuovi casi annui di carci-noma mammario. L’aumento dell’incidenza del tumore al seno è stata pari a circa il 14% negli ultimi sei anni e, in particolare, per le donne tra i 25 e i 44 anni l’incremento è stato del 29% circa”.

“Le nuove tecnologie diagnostiche di imaging sempre più precise e sofi sticate, insieme alla risonanza magnetica mamma-ria (RMM), consentono oggi di poter individuare lesioni millime-triche in fase iniziale, quando il grado di malignità e l’indice di aggressività del tumore sono bassi e il processo di metastatizza-zione è pressoché nullo. Scoprendo un carcinoma al di sotto del centimetro, la probabilità di guarire sale di oltre il 90% e questo permette altresì di poter eseguire interventi conservativi, che non provocano sensibili danni estetici alla donna, a benefi cio quindi dell’integrità del seno, simbolo della femminilità”.

Risultati impensabili solo 30 anni fa quando il cancro al seno era considerato una malattia “incurabile”, con una percentuale di guarigione del 40-45%.

Intervento

Campagna Nastro Rosa

Vincere il tumore al seno si può

8 Adria

La proclamazione ufficiale è avvenuta il 25 set-tembre. Ora Bartolomeo Amidei, ex sindaco di Loreo, ex consigliere provinciale è un Senatore

della Repubblica.Essendo il primo dei non eletti almeno ci

sperava?“In realtà la consideravo un’ipotesi remota, ma

ad inizio estate è iniziata a circolare la voce che Elisabetta Casellati sarebbe stata proposta al Csm ed allora ho iniziato a pensarci. Non nego che con l’allungarsi dei tempi la mia speranza ha vacillato”.

Com’è stato il primo impatto con Palazzo Madama?

“E’ stato emozionante ed interessante poter entrare in una sorta di luogo sacro della democrazia. Mi sto rendendo conto che c’è molto lavoro da fare”.

Questo potrebbe essere l’ultimo Senato elet-to. Come giudica la riforma?

“Qui in Senato è ovviamente un tema sul quale si discuterà a lungo. Riformare la più antica delle istituzioni, già esistente già ai tempi dell’antica Roma, richiede attente valutazioni. Giusto ridefinire i compiti delle due Camere e ridurre parlamentari e spese. Ma la composizione di membri non eletti, scelti fra consiglieri regionali e sindaci di grandi cit-tà, che hanno molto altro di cui occuparsi, rischia di essere una riproposizione della pasticciata riforma delle Province”.

Cosa ritiene di poter con-cretamente fare per il Polesi-ne?

“Non posso fare grandi promesse, se non quella di mettere in campo il mio pragmatismo da ammini-stratore locale. Ho avuto la fortuna di essere inserito nella Commissione agricoltura, che per tradizioni di

famiglia, studi e lavoro è quella a me più conge-niale. Ed è anche quella nella quale, credo, si possano ottenere i risul-tati più significativi per

il Polesine. Il mio impegno sarà rivolto soprattutto all’emergenza lavoro”.

A proposito di lavoro, proprio ora si discute di abolizione dell’articolo 18. E’ favorevole?

“Sì, credo che si tratti di un principio superato e poco utilizzato. Spero che la riforma del mercato del lavoro riduca i vincoli ai licenziamenti, così che possano essere fatte più assunzioni”.

Enel ha rinunciato alla riconversione a carbo-ne di Polesine Camerini. E ora?

“Io sono stato sempre favorevole all’ipotesi metano. Ma è inutile parlare se non si capiscono le reali intenzioni di Enel: proprio per questo lancio un appello all’azienda affinché faccia chiarezza”.

di francesco Campi

Il personaggio “Lavorerò di certo sull’emergenza lavoro”

Il Polesine adesso a Roma schieraun nuovo senatore: Bartolomeo Amidei

L’ex sindaco di Loreo era il primo dei non eletti. Le recenti consultazioni per la nomina del Csm gli hanno spalancato le porte di Palazzo Madama

Sull’articolo 18 favorevole all’abolizione: “Snellire le procedure di licenziamento dovrebbe sbloccare le assunzioni”

Bartolomeo Amidei è nato a Rovigo il 25 maggio e vive a Loreo, Comune del quale è è stato sindaco per due mandati, dal 2004 al 2014, dopo essere stato già

vicesindaco dal 1999 al 2004 e consigliere già a partire dal 1985. Lavora nel settore agricolo, come responsabile d’a-rea di un’azienda multinazionale che produce agrofarmaci e nutrizionali.

E’ sposato con Renata, che fa l’insegnante, ed ha due figlie, una di 8 e una di 12 anni. Le magliette Lacoste e la

sua fluente e biondissima capigliatura sono il suo marchio di fabbrica e l’aneddotica vuole che proprio Silvio Berlusconi, durante l’incontro tenutosi a Palazzo Grazioli prima dell’in-gresso ufficiale a Palazzo Madama abbia scherzato, forse con un pizzico d’invidia, sulla lunghezza eccessiva del ciuffo. Che, c’è da scommetterci, nemmeno di fronte ad un taglio imposto dall’alto, verrà mai sacrificato dal “legittimo proprie-tario”. Amidei ha mosso i primi passi politici nelle fila del Partito liberale, sotto l’ala dello zio Adolfo, ma appena nasce

Forza Italia entra con entusiasmo e convinzione nel partito fondato da Silvio Berlusconi al momento della sua discesa in politica. Proprio di quel partito è tornato a far parte anche oggi, dopo la parentesi Pdl. Dal 1995 al 2009 è stato, inol-tre consigliere provinciale e, nel corso di quel mandato, ha ricoperto sia il ruolo di capogruppo di Forza Italia che quello di vicepresidente del Consiglio provinciale. Attualmente è an-che segretario provinciale di Forza Italia.

il personaggio L’identikit politico. Nato liberale, è stato tra i primi a entrare in forza Italiail suo “Ciuffo” ribelle ha Colpito persino l’ex premier silvio berlusConi

Fr.Ca. Bartolomeo Amidei

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Page 9: Adria sett2014 n118

9Adria

Una splendida giornata di sole, alla ri-scoperta delle tradizioni, così Adria ha vissuto la sua prima “Festa dell’Uva”

con oltre duemila persone intervenute. Da un’idea di Mattia Mincuzzi, adriese d’ado-zione, è nata questa kermesse organizzata dall’associazione “Adria Nostra” presieduta da Giovanni Rinaldi in collaborazione con l’amministrazione comunale, Adria Shop-ping, Croce Verde e aziende agricole del territorio.

La manifestazione è iniziata con la sfilata del carro delle viti e l’accompagna-

mento musicale, lungo l’asse del centro cit-tadino, del gruppo folkloristico di Bottrighe “Bontemponi & Simpatica Compagnia” con alcuni bambini vestiti da piccoli contadini, per arrivare lungo le riviere e precisamen-te piazza Oberdan, punto clou della festa. Qui, tra le esposizioni di prodotti vitivinicoli, oggettistica artigianale, prodotti tipici, con l’immancabile ciabatta prodotta ed offerta dal patron Arnaldo Cavallari e vari artisti, si è svolto lo spettacolo dei Bontemponi assai gradito nell’esecuzione di cante e ballate della tradizione popolare polesana con sce-

ne ironiche di vita contadina e barzellette, rigorosamente in vernacolo.

A seguire l’applaudita pigiatura nei vecchi tini con Arianna Canazza e Lisa Guar-nieri in veste di pigiatrici e, a contorno, in tutta la piazza, una sorta di museo con le antiche attrezzature, dalla vendemmia al vino e alcune spigolatrici con le pannocchie. Poi, da una botte, tra un’esplosione di co-riandoli, è uscita miss “Grappolo” ovvero Sabrina Guarnieri, simpatica titolare della vicina osteria “Pozzo dei desideri”. Da parte del sindaco Massimo Barbiujani, chiamato

anche ad esibirsi in un canto con i “Bontem-poni”, i ringraziamenti per l’ottima riuscita e un attestato di stima alle associazioni che si sono contraddistinte durante “Adria d’E-state” consegnato dall’assessore Federico Simoni.

Il concorso “La vetrina più bella” è sta-

to vinto da “Riccardo Più”, secondi e terzi a pari merito Casa Mia e panificio Casellato. Pregevole altresì la poesia “In campagna” scritta e recitata dal poeta adriese Franco Callegaro. Infine, per tutti i presenti, una grande torta a forma di grappolo offerta dalla pasticceria “Vecchia Adria”.

di Martina Celegato

Oltre duemila persone sono accorse alla prima edizione.La sfilata per il centro cittadino premiata dal successo

La festa dell’Uva Anche il sindaco si è unito alle celebrazioni

I Bontemponi e le belle pigiatrici hanno conquistato tutti

Nascono i Gas, ossia i Gruppi di acquisto solare. Veri e propri bandi gestiti da Legambiente che hanno lo scopo di individuare un fornitore unico per un periodo di un anno

in una determinata area geografica in cui è stato suddiviso il

Veneto per fotovoltaico, pompe di calore, solare termico e cli-matizzazione.

E l’azienda che si è aggiudicata il bando per la zona del Miranese è Soladria. Una bella realtà adriese. Una ditta nata 5 anni fa e che in breve periodo e in una congiuntura assolu-tamente non facile è riuscita farsi apprezzare anche al di fuo-ri dei confini della provincia e a crescere esponenzialmente. “All’inizio eravamo in due – ricorda il titolare Nicola Gennari

– Ora siamo 15. Mano a mano abbiamo inserito nuove figure e acquisito nuove competenze”.

Una azienda tra l’altro che ha intenzione di restare nel set-tore del fotovoltaico anche ora che il boom che aveva portato tanti a improvvisarsi installatori si sta ridimensionando, ripor-tando il mercato alle reali dimensioni e facendo sì che vi possa restare chi investe seriamente in ricerca, innovazione e qualità.

legambiente per il fotovoltaicosoladria sarà fornitriCe esClusiva

Il bando

Il sindaco Barbujani canta assieme ai Bontemponi

Disponibile anche presso:

di Rovigo (Piazza Vittorio Emanuele II) e di Adria (c/o il centro comm.le Il Porto)

Sabato 18 Ottobreore 18:00presentazione e incontro con l’autore

ESISTE LA VERITà?Quando viene data la possibilità di interpretazione a ogni singolo evento in apparenza oggettivo, la verità non esiste.Esiste UNA verità che può risultare difforme da un’altra verità frutto di una differente interpretazione dello stesso fatto.Ma la verità per definizione dovrebbe essere unica e univoca.NO. LA VERITà NON ESISTE.

Corso del Popolo, 210 - Rovigo

Firma copiedalle 16:00

Page 10: Adria sett2014 n118

10 Adria

Un approfondito focus sulla viabilità ha riportato alla luce una delle tematiche che ormai da anni scatena accese discus-

sioni, vista l’entità delle opere e la quantità di Comuni che va a toccare. Al centro del dibattito ancora una volta la Nogara Mare, ossia la “au-tostrada del mare” che dal Veronese dovrebbe portare sino ad Adria, per facilitare l’afflusso dei turisti all’Alto Adriatico. Di questo si è parlato il 29 settembre nel corso di un incontro all’Hotel Cristallo di Rovigo. La Nogara Mare è certamen-te una arteria fra le più attese e discusse della zona di Adria. Dovrebbe, secondo i progetti e le aspettative delle autorità, risolvere molti dei problemi di viabilità ad alto scorrimento dell’area e divenire l’ideale collegamento fra la provincia di Verona e la costa Adriatica, andan-do ad alleggerire le arterie più piccole che at-tualmente, in particolare durante alcune fasce orarie, si trovano a dover sopportare un traffico non adeguato alla loro capacità. All’incontro hanno presenziato i sindaci dei 15 Comuni in-teressati dal progetto, situati sia in provincia di Verona che in provincia di Rovigo, e il vicemini-stro a Infrastrutture e trasporti Riccardo Nencini che ha riportato il parere nazionale positivo a riguardo della realizzazione dell’opera. I sinda-ci stessi chiedono ormai da anni che la realizza-zione abbia inizio e si possa quindi cominciare a deviare il traffico, in particolare modo quello pesante, verso un’arteria stradale che sia effet-tivamente progettata e nasca per sopportarlo. Il parere favorevole annunciato dal vice ministro ha portato quindi una nuova ventata di entusia-smo fra i sindaci, anche se lo stesso Nencini ha dichiarato come sia essenziale che la Regione del Veneto faccia la propria parte. Soprattutto per quanto riguarda alcuni necessari passaggi tecnici. Nencini non ha mancato di sottolineare la necessità dell’opera per rendere ancora più efficiente l’area del Veronese e del Polesine, fondamentale per l’economia nazionale e quadrante strategico per determinati settori in-dustriali, ma anche preziosa zona turistica che verrebbe valorizzata, divenendo più facilmente raggiungibile. Un’opera essenziale della quale però, ha ribadito Nencini, deve interessarsi an-che la Regione Veneto considerato che manca ancora la stipula del contratto di concessione competenza per l’appunto della Regione.

La reazione dei sindaci è stata compatta, ad eccezione del sindaco di Legnago nel Vero-nese, tanto che alcuni di loro - tra i quali il primo cittadino di Adria Massimo Barbujani - hanno avviato una raccolta firme affinché la partenza dei lavori venga accelerata e si parta quindi il

di Martina Celegato

I 15 sindaci coinvolti si sono trovati a Rovigo Barbujani e altri 13 pigiano sull’acceleratore,solo Legnago al momento non ha fretta

Viabilità L’autostrada dovrebbe facilitare l’arrivo alla costa

Nogara Mare: (quasi) tutti la vogliono il prima possibile

Il primo cittadino ha lanciato una petizione

prima possibile. Non è passato comunque inosservato lo

scetticismo del sindaco di Legnago che fra tutti è stato l’unico a dissentire a riguardo dell’ac-celerazione dei tempi relativi alla realizzazione della Nogara Mare, tanto che i primi cittadini riunitisi a Rovigo hanno deciso di incontrarsi nuovamente proprio a Legnago per poter di-scutere in maniera approfondita e dettagliata la questione.

Doveroso comunque ricordare come in questi anni non siano mancate le prese di po-sizione contrarie alla Nogara Mare, tra gli altri da parte degli ambientalisti che non vedono la necessità di una ulteriore intensificazione del traffico veicolare e ravvisano nell’opera un ennesimo passo verso la cementificazione del territorio.

Il progetto della Nogara Mare è impor-tante per Adria, che ritroverebbe il ruolo strategico che ha avuto nel corso dei

secoli: un crocevia fondamentale.Ad oggi il tragitto verso il mare è ral-

lentato dalla normale e datata viabilità che attraversa i paesi. E’ questo il problema che la Nogara dovrebbe risolvere. Ma perché – è lecito domandarsi - il progetto dovreb-be essere considerato di fondamentale importanza per la città etrusca? In primo luogo – sostengono i favorevoli - perché permetterebbe di raggiungere il capoluogo e la costa senza rallentamenti e senza do-ver appesantire il traffico. In secondo luogo perché la Nogara Mare senza dubbio sarà strategica dal punto di vista industriale: è risaputo che i collegamenti efficienti e fun-zionali alle aree produttive rappresentano un buon volano per rilanciare l’industria e il commercio locale. Terza motivazione che ha spinto gli amministratori ad essere favo-revoli a questa opera è il turismo relativo al parco del Delta del Po. Ci sono chiaramente anche i contrari: la loro posizione è sem-plice e chiara: basta asfalto. Soprattutto in una zona fragile dal punto di vista naturali-stico come il Delta.

il partiColare

I contrari: “Basta asfalto”Chi la vuole pensa allo sviluppo: “farebbe bene anChe al parCo”

Ma.Ce.

Page 11: Adria sett2014 n118

Sabato 6 settembre il Coro polifonico della Cattedrale di Adria ha tenuto un apprezzatissimo concerto a Pistoia,

all’interno della prestigiosa X Rassegna co-rale internazionale “D. Batignani”.

Ha aperto la serata l’ospitante coro “Città di Pistoia”, organizzatore della ma-nifestazione, con i brani Kyrie di Puccini (dalla Messa di Gloria), Hear my prayer di Mendelsshon e Cantique de Jean Racine di Faurè.

La scena è stata quindi del Coro della cattedrale, diretto dal maestro Antonella Cassetta, con la collaborazione organistica del maestro Graziano Nicolasi, che ha pre-sentato dodici brani scelti dal suo ricchissi-mo repertorio di musica sacra, aprendo con l’invocazione Pace di J.C. Fisher.

Hanno fatto seguito I cieli enarrano la gloria di Dio di L. Van Beethoven, O bella mia speranza e Benedictus di L. Perosi, Resta con noi di J.S. Bach (dalla Cantata n. 147), Tollite hostias di C. Saint-Saens (dall’Oratorio di Natale) e Halleluja, amen di G.F. Haendel (dall’oratorio Giuda Macca-beo, nell’elaborazione di Graziano Nicola-si).

Il Coro ha quindi proposto alcuni brani legati più da vicino alla sua storia recente: Ave Maria del compositore adriese Tiziano Bedetti, Ave Maria, donna della fede di F.J. Carbonell, brano vincitore del concorso di composizione di musica liturgica organizza-to dallo stesso Coro e intitolato al maestro

monsignor Luigi Pieressa, e Tu qui cuncta scis del musicista chioggiotto V. Bellemo.

In conclusione sono stati presentati due brani non appartenenti al tradizionale repertorio sacro-liturgico, con i quali il Coro della Cattedrale si è voluto per l’occasione cimentare, raccogliendo calorosi consensi e ulteriori richieste di bis: Nobody knows (trad. gospel del XIX sec.) e Amazing grace (trad. irlandese del XVIII sec.).

Domenica 7 il coro ha animato la solen-ne liturgia delle ore 10.30 nella basilica di anta. Maria Novella in Firenze, ricevendo i complimenti del parroco Giovanni Monti, ai quali è seguito un prolungato e commoven-te applauso a tutti i coristi.

Dopo un bel pomeriggio trascorso assie-me e la visita ai principali monumenti di Fi-renze, la trasferta del Coro in terra toscana si è quindi conclusa, lasciando in ognuno la soddisfazione per aver saputo ancora una volta ben presentare i propri canti, per aver vissuto assieme una nuova emozionante esperienza.

CORO pOLIfONICO BELLA TRASfERTA A pISTOIA E fIRENZE

E’ il sesto anno consecutivo da diret-tore del Conservatorio. Qual è lo stato di salute dell’istituto?

“Qui si respira un’ottima atmosfera, nono-stante il periodo buio di crisi. Il nostro Conser-vatorio è un ambiente giovane, dinamico, i cui docenti sono mediamente di grande prestigio, quasi tutti esterni, quasi tutti giovani e motivati e molti di loro sono concertisti”.

Dal Conservatorio Buzzolla sono usci-te sicuramente delle eccellenze; può farci qualche nome?

“Nella nostra scuola si sono diplomati di-versi ragazzi preparati e talentuosi. Tra i tanti allievi degni di nota, ricordo un ragazzo che ora lavora nell’Accademia musicale di Basilea, ateneo elevatissimo e di fama internazionale, suona nell’Orchestra da Camera e si mantiene suonando il pianoforte, cosa non da poco di questi tempi. Ricordo inoltre alcuni violinisti usciti dal nostro Conservatorio che ora suonano con Riccardo Muti”.

L’avvenimento più importante?“Sicuramente l’avvento dell’Auditorium,

che segna una tappa importantissima non solo nella storia locale, se si pensa che moltissime città italiane, molto più grandi della nostra, non ne possiedono uno”.

Quando aprirà?“I lavori sono in dirittura d’arrivo; li ab-

biamo condotti autonomamente, grazie ai contributi esterni della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e del ministe-ro dei Beni e delle attività culturali. Si tratta dell’Ex cinema Roma, di fianco alla sede del Buzzolla, che è diventato l’unica proprietà del Conservatorio. L’auditorium potrà così ospitare le grandi rappresentazioni legate alle ricorrenze nazionali e cittadine, ma anche i momenti stret-tamente legati alla vita della scuola. Unica nota di rammarico è la mancanza di collaborazione da parte del Comune”.

Parlando di cultura, cosa ha potuto ri-scontrare durante la sua reggenza?

“Ho riscontrato poca attenzione alla cultura e ad un’istituzione importante come la nostra, seconda in città dopo il Museo Archeologico. Purtroppo ho constatato come l’amministrazio-ne non abbia la giusta consapevolezza della portata della nostra attività. Il Conservatorio è una grande azienda a tutti gli effetti, compo-sta da 70 docenti di ruolo, complessivamente un centinaio di lavoratori, in grado di spostare 550 famiglie. Pertanto il conservatorio muove a tutti gli effetti l’economia della città e dà op-portunità di lavoro ad alberghi, ristoranti, bar. Tuttavia le istituzioni non si rendono conto di queste potenzialità, anzi ci hanno pure tolto l’appoggio logistico di 6 aule e anche quando abbiamo chiesto di utilizzare il Circolo Unione, la risposta è stata negativa”.

Quale consiglio può dare a un giovane che voglia intraprendere l’attività di musi-cista?

“Di seguire la passione e di fare almeno un’esperienza all’estero”.

di Melania Ruggini

Per Elio Orio comincia il settimo anno al timone: “L’unico rammarico è il Comune: non ci capisce”. A breve l’auditorium diverrà pienamente operativo

Conservatorio “Una grande azienda capace di spostare oltre 500 famiglie”

Il direttore: “Siamo una opportunità per il territorio”

Sopra il conservatorio, a fianco Elio Orio

Quali paesi raccomanda?“La Svizzera, il Nord Europa - Finlandia,

Germania - e gli Stati Uniti; per chi vuole esplo-rare differenti culture musicali: India e Cina, oppure l’Est europeo si possono rivelare molto stimolanti”.

Elio Orio – direttore del conservatorio di Adria - ha iniziato gli studi musicali al Civico istituto di musica di Asti, dove è stato anche titolare della cattedra di violino per quasi 20 anni. Prosegue gli studi sotto la guida di Camillo Grasso (1° violino del Teatro dell’Opera

di Roma), Corrado Romano (già maestro di Uto Ughi) e Franco Gulli (concertista, docente dell’Università di Bloomington). Non ancora diplomato inizia a collaborare con alcune tra le più importanti orchestre nazionali. Si dedica poi alla musica da camera fondando il Quartetto Athenaeum con il quale ha vinto vari concorsi, tenendo concerti per importanti associazioni e frequentando l’Accademia Chigiana di Siena. Si è inoltre spesso esibito come solista ed è stato prima parte in varie orchestre italiane. Numerose le sue performance all’estero.

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Ciabatta fragrante, ciabatta unica e originale, ma soprattutto ciabatta naturale. E’ il buon pane di Adria, ormai conosciuto in tutto il

mondo, che vide proprio nella città polesana la sua primogenitura il 21 settembre 1982, giusto trentadue anni fa.

Il suo creatore è il dottor Arnaldo Cavallari, un personaggio poliedrico, conosciutissimo in sva-riati campi: dall’imprenditoria, quale già titolare dei Mulini Adriesi, all’editoria in campo sportivo ed enogastronomico; dallo sport, quale famoso pilota automobilistico, vincitore di competizioni internazionali, all’accademia del pane che oggi lo vede gratuitamente protagonista ogni mercoledì pomeriggio con chi desidera cimentarsi nella pa-nificazione all’interno del suo forno sperimentale di via Ca’ Cima.

Siamo andati a trovarlo, visto che ora la Ciabatta ha ottenuto la certificazione - marchio re-gistrato il 18 agosto - di “Pane, pulito, italiano”. Una ulteriore soddisfazione che “certifica e garan-tisce la qualità del prodotto – e qui Cavallari è giu-stamente severissimo – Certifica che il frumento macinato dal mulino sia privo di additivi o miglio-

rativi chimici, con verifiche ed analisi chimiche ed organolettiche sulla qualità della farina consigliata e il controllo sulla qualità del pane prodotto dal fornaio il quale da parte sua assicura la ‘lavorazio-ne lunga’ e senza aggiunte di altri ingredienti, in modo che esista il ‘buon profumo del pane’ che è il più valido indice di assoluta naturalezza del pane ciabatta di Adria”.

Tra le recenti novità, Cavallari è stato raggiun-to dai vertici di Euafri, l’associazione internaziona-le per lo sviluppo di relazioni tra mondi collegati, che sta realizzando un villaggio in Madagascar,

dove lavoro e vita quotidiana devono coincide-re assolutamente con la salute ed il benessere dell’uomo, lontano da inquinamenti e sfruttamen-ti dei luoghi. Proprio qui si prevede l’inserimento del pane genuino e sano di Adria come sistema di panificazione da creare in quel villaggio. Tornando ad Adria, Cavallari esprime il suo rammarico: la cit-tà, infatti, non “sentirebbe abbastanza” il valore del suo prodotto. E’ conosciuto ed apprezzato più fuori, nonostante i tanti sforzi e potrebbe, invece, grazie a ciò, farsi volano economico e di valoriz-zazione culturale e turistica.

di Roberto Marangoni

E’ la certificazione di “Pane, pulito, italiano”. E intanto si pensa persino di esportare la lavorazione in un villaggio in Madagascar

Prodotti tipici Venne creata esattamente 32 anni fa

Una nuova “medaglia” per la ciabatta di Cavallari

Arnaldo Cavallari mentre insegna l’arte della panificazione nel suo panificio sperimentale

Arnaldo Cavallari iniziò nel 1979 a fare il mugnaio-panettiere, re-candosi spesso in Lombardia per

imparare a produrre i vari tipi di pane e poi insegnare. Durante una di queste trasferte conobbe Calvel, patron della baguette francese. Fu lui ad indicargli e suggerigli che un buon pane, oltre alla naturalità delle farine impiegate, dove-va essere lavorato aumentando l’ac-qua nell’impasto che di conseguenza avrebbe esaltato il gusto del prodotto finito. Da quell’incontro e a seguito di numerose prove in presenza dell’ami-co fornaio Francesco Favaron uscì un prodotto che a vista d’occhio sembrava una schiacciata, tanto da sembrare una “savata” (ciabatta ndr), da qui allora l’idea: si chiamerà “Ciabatta Pole-sana”. Era il 21 settembre 1982. Registrato il marchio, si avvierà un cammi-no globale che in tutto il mondo porterà a essere riconosciuto e apprezzato un prodotto italiano unico per qualità e genuinità. Oggi la ciabatta, prodotta con le sue mani, è diffusa nel mondo: 132 i panifici in Italia ed in ben 56 stati esteri. La ciabatta è anche titolare dal 1988 del Guinnes dei primati del panino più lungo del mondo con 4.381,05 metri e vincitrice della prima Olimpiade del pane avvenuta nel 2007 a Lione in Francia.

una storia cominciata nel 1979A dargli la prima ispirazionefu il padre della baguette

Arnaldo Cavallari premiato

dall’amministrazione comunale in occasione

del 30esimo anniversario della ciabatta

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Una nota a nome dei consiglieri di mi-noranza del Pd mette in luce quelle che sono le tematiche legate alla

gestione del patrimonio immobiliare comu-nale, con particolare riferimento al centro storico.

“Riteniamo sia stato un grave errore aver impedito la costituzione di una commis-sione temporanea che potesse esaminare le problematicità della gestione del patrimonio comunale – si legge - Perché nessuno ha risolto queste anomalie?”

Oltre alle dichiarazioni ci sono anche chiare richieste: “Chiediamo di avere l’elen-co degli alloggi comunali con relativi detta-gli; di conoscere i criteri con cui sono stati assegnati; di capire se l’amministrazione è in grado di certificare che queste asse-gnazioni rispettino le normative nazionali e regionali; di sapere se l’istruttoria delle procedure di assegnazione è avvenuta con-giuntamente dagli uffici Patrimonio e Servizi sociali”.

Le richieste non sono finite qui. Nella nota si domanda infatti anche “di ottenere copia delle sentenze di sfratto; di ottenere rilascio di copia delle delibere di giunta e dei decreti di assegnazione per ogni singola abitazione; di sapere perché la Giunta Co-munale non è stata in grado di approvare

una regolamentazione sull’uso delle sale pubbliche; di ottenere un’elencazione delle giornate in cui è stata utilizzata ogni singola sala comunale pubblica e dei soggetti che ne hanno usufruito; se il permesso d’uso è stato concesso a titolo oneroso o gra-

tuito e chi è il soggetto che ha disposto la gratuità; come mai si fissa il costo della Sala Caponnetto e non delle altre sale; di sapere se sindaco e Giunta sono in grado di smentire il fatto che in più occasioni sono state concesse sale di proprietà comunale a titolo gratuito”.

Insomma: il sospetto è che non sem-pre siano stati impiegati i medesimi criteri nella gestione e nella concessione delle sale pubbliche.

“Chiediamo ancora – prosegue la co-municazione - che ci venga fornito un elen-co delle associazioni che hanno ottenuto di avere la propria sede in locali di proprietà comunale; di sapere le motivazioni per cui non è ancora nelle disponibilità dell’ammini-strazione comunale la possibilità di gestire direttamente la sala-convegni all’interno del complesso edilizio dell’ex-Istituto canos-siano; di sapere come mai gli uffici finan-ziari non abbiano svolto i debiti riscontri sui versamenti dei canoni di locazione dovuti al Comune, e perché non si siano avviate op-portune verifiche; di sapere perché nei casi più conclamati di impossibilità di recupero del credito per assoluta indigenza economi-ca del soggetto debitore non è stata accer-tata e dichiarata l’inesigibilità del credito.”

di Martina Celegato

Durissima nota dell’opposizione, che ipotizzaincongruenze nella fissazione delle tariffe d’usoe anche sugli alloggi pubblici piovono critiche

La polemica Richiesta anche copia delle sentenze di sfratto

La gestione delle sale pubbliche scatena la rabbia del Pd

Caterina Zanetti, tra i firmatari della nota

La preoccupazione denunciata dalla minoranza consiliare di Adria è in particolare modo rivolta alla gestione del perso-nale del Comune, tanto che il consigliere del Pd Matteo

Stoppa ha rivolto una interrogazione all’amministrazione sul caso del geometra Alvaro Gregnani.

“Negli ambienti dell’amministrazione comunale di Porto Viro – si legge in una nota stampa di Stoppa - viene data come cosa già fatta; ora la notizia sta rapidamente diffondendosi anche ad Adria: le giunte di Porto Viro e di Adria, attraverso lo strumento della mobilità tra enti, si sarebbero accordate perché un architetto del servizio Urbanistica di Adria venga trasferito a Porto Viro. Ad Adria, al suo posto, arriverebbe il geometra Alvaro Gregnanin, fino a qualche mese fa responsabile dell’ufficio manutenzione di Porto Viro”.

“La scelta di per sé appare alquanto anacronistica – critica la nota - nel Comune di Adria l’ufficio urbanistica risulta a tutt’oggi pressoché sguarnito, dopo il trasferimento del responsabile ad altro incarico e gli intervenuti pensionamenti, mentre per quanto riguarda l’area manutenzione può contare almeno su tre professionalità presenti in organico con rico-nosciute competenze. Il geometra Alvaro Gregnanin dal canto suo ha esperienza nel campo delle manutenzioni, ma non ha la necessaria preparazione nel settore della pianificazione territoriale e della ‘delicatissima’ gestione delle pratiche urbanistiche”.

Ma c’è anche un’altra questione. “Ma quello che fa più scalpore – dice ancora Stoppa - è che il dipendente che dovrebbe arrivare ad Adria solo qualche mese fa è stato alla ribalta delle cronache giudiziarie e politiche perché indagato, assieme al figlio, per peculato e ricettazione in seguito ad atti compiuti nella sua qualità di funzionario comunale”. Doveroso comunque precisare come si tratti, allo stato, di mere ipotesi investigative e sino al terzo grado di giudizio debba sempre prevalere la presunzione di innocenza. “Il Comune di Porto Viro – prosegue l’esponente Pd - parte offesa nella vicenda giudiziaria, in conseguenza di quei fatti ha disposto, in via cautelativa, che il geometra Gregnanin venisse sospeso dalle funzioni di responsabile dell’area manutenzioni e magazzino e dalla corresponsione della relativa indennità di funzione. Non ci pare assolutamente il caso di dar luogo al trasferimen-to del geometra Alvaro Gregnanin presso il nostro Comune”.

il CasoNetta presa di posizione di Matteo Stoppa (Pd). Uno “scambio” di dipendenti solleva un putiferio

Un epilogo da molti atte-so, quello che coinvolge il tribunale di Adria che

si troverà ad essere uno sta-bile vuoto. Dal 16 settembre infatti non si celebreranno più le udienze all’interno del tribunale della città etrusca che verranno invece dirottate presso il capoluogo di provin-cia, Rovigo. Unica eccezione saranno le udienze del giudice Ernani Marotta che invece opererà all’inter-no della sala consiliare.

Un questione annosa, quella relativa al tribunale di Adria, che si tra-scina ormai da anni. Questa volta però siamo davvero al capolinea. Come hanno sottolineato gli esponenti di numerose forze politiche la soppressio-ne non sarà senza conseguenze. Il territorio perde un punto di riferimento importante. E gli spostamenti dal Delta verso Rovigo per chi avrà a che fare – in ogni veste – con la giustizia saranno più gravosi. Adria infatti per la sua posizione privilegiata è sempre stata considerata il punto ideale dove collocare tutti i servizi destinati non solo ai residenti in città, anche ai cittadini del Delta e della costa. Così era sicuramente per la gestione della giustizia. Lo è stato a lungo. Ma alla fine hanno prevalso le logiche di spending review e di massimo contenimento dei costi.

giustizia in cittàil tribunale ora è davvero Chiuso

Ma.Ce.

neWs

Sino all’11 dicem-bre ogni giovedì alle 21 all’inter-

no della Sala Europa a Taglio di Po si terrà una proiezione, nell’ambito del ciclo volto alla sen-sibilizzazione alimenta-re intitolato “Ciak si gira: attività motoria e alimentazione assieme tutto l’anno”. La rassegna si terrà in collaborazione con il circolo del cinema di Adria e mira a promuovere un sano stile di alimentazione.

I film che verranno proiettati durante la rassegna saranno: “Shall we dance”, “L’uomo che sussurrava ai cavalli”, “Chiamami aquila” e “Momenti di gloria” che sono volti a favorire l’attività motoria; “Super size me”, “Un’ottima annata”; “Il pranzo di Babette” e “La cuoca del presidente” che affrontano la questione dell’alimentazione sana. Infine, “L’attimo fuggente” e “La grande abbuffata”. Alle serate saranno presenti operatori dell’Ulss 19, a disposizione del pubblico per eventuali scambi di opinione.

“Il connubio cinema e salute – si legge in una nota stampa dell’Ulss 19 - nasce per rendere le persone sempre più motivate e consapevoli del loro ruolo nel tutelare la propria salute, contribuendo anche a trasferire quelle conoscenze che mettono il cittadino in grado di prendere decisioni inerenti allo stile di vita da adottare”.

Cineforum con l’Ulss 19il CirColo del Cinema per il buon Cibo

Ma.Ce.

E’ stato dato a settembre il via libera da parte del consiglio comunale al terzo stralcio

di domande per “La revisione del grado di protezione degli edifici dentro storico” della città di Adria. Un’approvazione avvenuta grazie ai voti della maggioranza che ha visto contro tutti i consiglieri di mi-noranza e unico astenuto Michele de Bellis. Quasi parità fra le domande accolte e quelle respinte per le quali, ha affermato l’assessore David Busson, l’amministrazione si è affidata ai pareri dei tecnici ritenendoli l’ago della bilancia. E’ da ricordare inoltre che Adria è in attesa del Pat che darà uno sguardo complessivo sullo stato della città e la situazione particolare del centro storico nel dettaglio.

A riguardo, nonostante le dure polemiche Busson, ha precisato che per la scelta delle domande accolte l’amministrazione ha proseguito in manie-ra anonima non leggendo i nomi dei richiedenti, rintuzzando tutte le accuse a riguardo della selezione. La discussione consiliare a riguardo ha portato i vari consiglieri manifestare dubbi e perplessità. E’ da sottolineare però che le scelte operate dall’amministrazione hanno anche suscitato commenti positivi da parte di alcuni consiglieri che hanno elogiato l’amministrazione per l’equilibro e la logica con i quali sono state operate le scelte che hanno portato alla selezione finale.

Urbanistica e polemicheprotezione degli edifiCi: selezione fatta

Ma.Ce.

14 Adria

David Busson

Matteo Stoppa

Infine, avanzata istanza perché siano individuatii crediti non più esigibili

Page 15: Adria sett2014 n118

Lungo il fiume Po, nella golena di Bottrighe, esiste un sito naturalistico meritevole di essere valorizzato. Proponiamo di farlo mediante una passeggiata che si sviluppa in uno scenario incantevole. Il percorso

parte dal centro del paese, da piazza della Libertà. In fondo alla stessa, tenendo la chiesa parrocchiale alle spalle, si svolta a destra per via Umberto Maddalena, dove a pochi passi c’è la casa natale dell’eroico aviatore con-cittadino che nel giugno del 1928 legò il suo nome all’individuazione della mitica tenda Rossa sui ghiacciai del Polo nord. Il percorso riprende salendo sull’argine del Po dalla laterale via Pastorello. L’impatto col grande fiume è sempre elettrizzante, ed in ogni stagione risulta di grande suggestione la vista della liquida massa cerulea in movimento ed il gioco cromatico col cielo e la vegetazione abbarbicata alle due sponde. Si scende quindi in località Squero, dove c’è un alaggio per imbarcazioni. E’ questa la zona della golena, con vista su specchi d’acqua naturali che si dividono tra argine, stradicciola, golena, spiaggetta e fiume, affiancando i resti di una vecchia fornace di laterizi, esempio di archeologia industriale, sino ad arrivare ad uno spettacolo di canne palustri e piumini che in controsole donano un aspetto fiabesco. Da ammirare i suggestivi tramonti sul fiume, particolar-mente esplosivi. Un paesaggio di grande fascino da valorizzare, iniziando magari con l’installazione di una adeguata cartellonistica indicante flora e

fauna presente. Si può inoltre aggiungere qualche tavolo da pic-nic e cestini, in modo da andare nella direzione di offrire una dignitosa attrattiva turisti-ca. L’area si presenta altresì come ideale scenografia anche per gli amanti della fotografia. Qui, annualmente, avviene la tradizionale processione, nel giorno dell’Ascensione, dove il parroco, accompagnato dai fedeli, benedice ed incensa la “bala”, così come viene definita la croce di cera lanciata poi nel fiume, affinché l’acqua scorra tranquilla, portando alle popolazioni rivie-rasche benessere e prosperità. Unico neo del luogo è l’inciviltà e la maledu-cazione che andrebbe combattuta con severità. Lungo il percorso si trovano infatti sacchi d’immondizie, copertoni d’auto, oggetti in plastica, ma c’è chi vi ha portato addirittura del pericoloso eternit. Chi di competenza e dovere dovrebbe presto prendere seri provvedimenti. La zona va salvaguardata e potrebbe davvero costituire un nuovo motivo di interesse naturalistico in un’area comunque già compresa nel territorio del Parco Regionale Veneto del Delta del Po. Il nostro itinerario frattanto prosegue, arrivando quasi sotto il ponte “Brigata Cremona” che induce il pensiero all’ultimo conflitto mondiale. Siamo al giro di boa del nostro itinerario. Risaliamo l’argine, dalla strada sommitale si delinea con la sua suggestione il paese di Bottrighe dominato dal campanile su cui svetta l’angelo girevole. Imbocchiamo infine in via Vittorio Veneto per far ritorno in piazza della Libertà.

di Roberto Marangoni

Purtroppo sono stati segnalati più volte episodi di abbandono indiscriminato di rifiuti e materiali di risulta: serve un intervento

Turismo e territorio Un sito tutto da riscoprire

Squero, angolo incantevoleminacciato dai maleducati

Bottrighe, tramonto in località Squero

A Bottrighe non è stata la solita rimpatriata tra coscritti dello stesso anno, ma un ritrovo tra alcune annate degli anni Settanta-Ottanta dei ragazzi di via Guido Rossa, meglio conosciuta con lo pseudonimo di “via Neuro”, in località “Cào d’sota”.

La conviviale si è svolta al locale ristorante “La Locanda”. Una serata sull’onda dei ricordi e di tanti momenti trascorsi dai giovani residenti dell’arteria, laterale di via Vittorio Veneto. L’incontro è stato organizzato da Maurizio Padovani, con la complicità di Sara Bergo e Andrea Migliorini.

“E’ stato un piacere immenso - ha commentato Padovani - riabbracciarsi dopo tanti anni, mantenendo vivi i ricordi indimenticabili, legati ad un paese speciale”. Hanno aderito altresì Andrea Aguiari, Licia Bergo, Valentina Bergo, Andrea D’Andrea, Annalisa Boaretto, Alessandro Marangon, Floriana Migliorini, Nelly Passarella e Raffaella Rossi. Chi si è tra-sferito lontano ha comunicato di voler partecipare la prossima volta, ma c’è anche chi, residente sempre nella stessa località “Cao d’sota” ha chiesto di potersi unire, anche se non residente in via Rossa.

la festaper una serata davvero specialei ragazzi di via guido rossa si sono abbraCCiati di nuovo

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E’ iniziato il nuovo anno scolastico ma la speranza di riaprire la scuola media di Bottrighe sembra allonta-narsi sempre di più.La scuola in una comunità rappresenta senza dubbio

il fulcro per la crescita culturale. Per Alberto Bergo, refe-rente del Comitato per la salvaguardia dei plessi scolastici del paese, che non demorde sull’argomento, il numero di alunni per poter avviare una prima media a Bottrighe ci sarebbe stato, quella che sembra essere mancata è stata invece la volontà degli organi competenti, comu-nali e soprattutto scolastici, come ha ribadito lo stesso a seguito del volantinaggio di protesta fatto davanti agli edifici scolastici, proprio nel primo giorno di scuola.

Alberto Bergo si è presentato da solo davanti alle scuole per evitare strumentalizzazioni di alcuni politici che fanno parte del Comitato, a suo tempo stigmatizzati per la loro appartenenza a questo.

Intanto un esposto alla magistratura, datato agosto di quest’anno, è stato presentato nei confronti del diri-gente scolastico locale, Laura Cassetta perché “si era impegnata – sta scritto nel documento - dopo ulteriore raccolta di sedici firme dei genitori che chiedevano l’iscri-zione dei propri figli alla scuola del paese per l’anno sco-lastico 2014-2015, al riconoscimento tramite iscrizioni

dirette online con casella Bottrighe delle richieste degli stessi e dei loro figli, alla riapertura”.

Sempre dal documento, i genitori non sarebbero sta-ti convocati dalla dirigente Cassetta in merito alla questio-ne, nonostante le promesse, come invece sarebbe stato fatto per Adria e Papozze.

Si chiede quindi di sapere il motivo per il quale i genitori di Bottrighe non sono stati convocati e per quale motivo è stata aperta una finestra per le iscrizioni online in paese alle quali poi non è stato dato seguito.

“La scuola a Bottrighe deve tornare ad essere punto di riferimento per la comunità - afferma Bergo - Tutto il dossier relativo a quanto fatto per salvaguardare la scuo-

la media è stato inviato ora anche a Daniela Beltrame, nuovo dirigente scolastico regionale, molto sensibile ed attenta al rapporto scuola e territorio”.

“Inoltre – prosegue Bergo - stiamo incontrando va-rie realtà, sindaco compreso, per far sì che la scuola di Bottrighe diventi appetibile e all’avanguardia. Per fare ciò occorrerà intraprendere varie strade, dal ripristino di alloggi Ater, oggi sfitti e che potrebbero ospitare famiglie numerose, all’innovazione tecnologica (sala multimedia-le e lavagne elettroniche) attraverso la sponsorizzazione di enti e ditte, alla richiesta per il tempo pieno prolungato per favorire le famiglie”.

di Roberto Marangoni

L’esponente del comitato Alberto Bergo accusa: “I numeri c’erano, ma è mancata la volontà”. Presentato un esposto nei confronti della dirigente scolastica

Il caso “La nostra battaglia comunque continua”

“La scuola poteva riaprire davvero”

Bottrighe ingresso della scuola media

Dopo Corleone ora a Pa-rete, nel Casertano. Due esperienze davvero inte-

ressanti per Renata Greguoldo, corista del gruppo folk “Bontem-poni & Simpatica Compagnia” di Bottrighe.

Nell’ambito di un’iniziativa nazionale organizzata da Arci, Cgil Veneto, Spi, Libera, Nero e non Solo, che porta a fare volontariato nelle terre confiscate dalla mafia. “In entrambi i luoghi – spiega Renata – con altri volontari abbiamo prestato la nostra opera dove vengono accolti giovani studenti da tutta Italia, che nel-le terre liberate dalla mafia offrono il loro lavoro nella coltivazione dei prodotti”. “Insieme ad altri di varie re-gioni – prosegue – abbiamo preparato da mangiare per questi giovani e fatto varie faccende. Difficile esprimere quello che si è provato trovandosi di fronte ad una realtà raccontata dai media, la trascuratezza del territorio ed il menefreghismo di tanta gente, ma, se è vero che ci sono persone che non fanno niente, ce ne sono tante altre che vogliono cambiare lo stato in cui si trovano e che lottano con coraggio per contrastare quelle nefandezze fatte dai camorristi, provocate dai rifiuti tossici e dalle continue confische di terreni e dallo sfruttamento di persone extra-comunitarie che lasciano i loro Paesi in guerra cercando rifugio nel nostro”. “Mi sono resa conto - conclude Rena-ta - che, attraverso il nostro modesto intervento e con la presenza sul territorio dei vari enti ed associazioni, uniti possiamo aiutare chi già tanto combatte la criminalità per i diritti e la libertà delle proprie terre”.

La storia. Nelle terre liberate dalla mafiaper renata un’esperienza da riCordare

Ro.Ma.

• La gàta presiarola la fa i gàti orbi • Amore, tosse e pansa no i se sconde• I temporai più grossi i vien dite fato

LE TRE S-CIOpTA’ di Roberto Marangoni

Il restauro dell’antico angelo di Bottrighe, esposto in mostra permanente nella chiesa parrocchiale di Bottrighe, e la realizzazione

di un museo intitolato al concittadino Umberto Maddalena potrebbero costituire una grande opportunità per il turismo.

Il nuovo angelo in bronzo, installato sulla cupola del torre campanaria a seguito dei lavori di ristrutturazione del 2008, è una copia della precedente opera lignea, che dopo alcuni anni di delicato restauro a cura dello sculture padovano Roberto Mainardi, incaricato al ripristino, è tornata alla sua lucentezza originaria.

L’opera secondo gli esperti potrebbe essere stata realizzata da un maestro che richiama le metodologie della scuola veneta collegata ad Andrea Brustolon, denominato il “Michelangelo del legno”. All’in-terno del tempio, eretto nel 1849 nel luogo dove sorgeva l’antica chiesa demolita perché pericolante, un’altra opera artistica di notevole valore è senza dubbio il pulpito in legno pregia-to acquistato su ordinazione dell’allora parroco don Antonio Zanchetta, primo sacerdote della

diocesi di Adria che resse questa parrocchia. Quest’opera, iscritta alla Sovrintendenza

ai Monumenti e posta tra gli altari del Sacro Cuore e della Beata Vergine del Carmelo, fu fatta giungere da Venezia nel mese di Luglio

1862. E’ dell’artista venezia-no Bazarel, lo stesso che creò i due confessionali giunti sempre da Venezia nel 1868.

Potrebbe poi costituire un altro motivo di interesse culturale anche la nascita di un museo dedicato al concit-tadino Umberto Maddalena, medaglia d’oro al valore aeronautico. L’idea era stata lanciata ancora nel 2005 da Aldo Rondina, storico adriese,

in occasione dei 110 anni dalla nascita dell’e-roe che portò onore all’Italia in tutto il mondo. L’ipotesi era stata subito colta con grande in-teresse dalla popolazione, ma il progetto non ebbe mai alcun seguito.

Altra idea potrebbe essere l’installazione di un cartello stradale accanto a quello che in-dica il paese con la dicitura “paese natale di Umberto Madadlena - eroe dell’Aeronautica Italiana”.

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35Cultura adria

E’ Giovanni Marinelli il protagonista del nuovo libro di Aldo Rondina, pubblicato da Apogeo Editore e presentato dalla biblioteca

comunale al Teatro Ferrini. Non si conosce molto della vita di Marinelli,

tuttavia fu un protagonista attivo del fascismo. Giovanni Marinelli lasciò Adria nel 1911 per tra-sferirsi a Milano, dove entrò subito in contatto con il forte gruppo dei polesani che risiedevano nella capitale lombarda, trovando lavoro in una società fi nanziaria dalla quale poi passò alle di-pendenze della Società Umanitaria, organismo di emanazione sindacale.

Entrato in contatto con Mussolini e dive-nuto squadrista, divenne la sua ombra e il duce lo ricompensò in più occasioni, manifestandogli amicizia e stima anche quando, con il delitto Matteotti, venne allo scoperto la sua responsabi-lità di mandante della squadra punitiva. Del Pnf divenne Segretario amministrativo e in quell’inca-rico gestì dal 1926 in poi un grande potere. Ma in seguito al voto favorevole espresso durante il Gran Consiglio del Fascismo il 25 luglio 1943, fu fucilato come traditore dopo il processo di Verona

nel gennaio del 1944. Come spiega Rondina, si è cercato di com-

piere un percorso storico attraverso gli uomini più

rappresentativi, sopra i quali per particolari circo-stanze prevalse per circa tre lustri Giovanni Mari-nelli. Per conoscere l’evoluzione del movimento fascista rodigino è stato quanto mai necessario studiare la fi gura e l’opera di questo personaggio che, al di là dei suoi palesi atteggiamenti contrad-dittori, fu estremamente effi cace per il Polesine.

“Finora la fi gura di Marinelli – spiega Ron-dina - genericamente considerato uomo truce e scialbo, è stata sempre presentata dagli studiosi in maniera disarticolata, tale comunque da non poter trarre una valutazione completa sulla sua personalità”. Senza alcuna pretesa, con l’appog-gio di testimonianze e documenti d’archivio, il saggio si propone di esplorare gli eventi che han-no coinvolto l’Italia e più in particolare il Polesine, negli anni della dittatura fascista.

Rondina approfondisce la conoscenza di una società polesana per certi aspetti inedita, econo-micamente vivace, persino poco propensa a ri-manere fedele agli ordini del duce. L’introduzione all’interno libro è affi data a Luigi Contegiacomo, direttore dell’Archivio di Stato di Rovigo.

di Melania Ruggini

L’ultima fatica dello storico adriese Aldo Rondina indagasu una fi gura a oggi per molti versi sconosciuta

Il libro Edito da Apogeo, prefazione di Luigi Contegiacomo

Giovanni Marinelli, il polesano amico del Duce

“Una divertente aneddotica di una vita sempre sotto e so-pra il rigo”: è lo stesso Luigi Migliorini, noto avvocato e personaggio di grande e colorita umanità, a defi nire

così il suo primo libro, L’eccentrico liberale. “Sono nato nel 1942, in tempo di guerra, ed i miei genitori

mi hanno raccontato che quando i tedeschi bombardarono il ponte di Sant’Andrea di Adria, nelle cui vicinanze abitavamo, mi sono nascosto urlando di paura sotto le coperte…”.

Testimonianza di una vita intensa, sempre percorsa dallo spiri-to di libertà e dalla ricerca dell’autenticità, questo libro di Migliorini è percorso da un brio e da una vivacità che lasceranno piacevol-mente stupiti i lettori: un’autobiografi a scritta in punta di penna, che non lascia spazio alla noia e che invece apre a chi la percorre spazi di rifl essione e di confronto, senza mai dimenticare l’ironia ed il gusto per la battuta intelligente.

Dopo essere stato presentato quest’estate, in due occasioni, ad Albarella e alla “Festa della felicità” a Ceregnano, il libro è sta-to recentemente presentato al circolo Unione di Adria e presentato da Antonio Lodo e Elios Andreini. “Volevo fare il cantante lirico, il pittore o, in alternativa, il gigolò. Poi ho scoperto di essere stona-to, incapace di dipingere e neanche tanto bello, così ho optato per la professione di avvocato. Ho scritto circa un migliaio di articoli: questo è il mio primo libro“.

Così dichiara l’autore nel risvolto di copertina. Il testo è preceduto dalla prefazione di Antonio Paolucci, storico dell’ar-te, attualmente direttore dei Musei Vaticani, che così inquadra il personaggio: “Due elementi sono necessari per defi nire l’autore: la professione e la politica. La professione è quella di avvocato, av-vocato eminente, titolare di un importante studio legale in Adria. Essere avvocato di rango in una città come Adria signifi ca sapere tutto di tutti, signifi ca essere dentro i meccanismi delicati e ultra-

sensibili che governano la vita della comunità. L’altro carattere distintivo è la politica. L’autore, l’avvocato Luigi Migliorini, è un animale politico, lo è nel senso letterale della parola. Dalla politica non ha mai tratto vantaggi personali, ma nei tumulti, nelle passio-ni, nel variegato gioco della politica si è sempre trovato a suo agio. In gioventù è stato liberale, segretario provinciale e regionale del Pli, poi componente la direzione centrale e l’esecutivo nazionale. Oggi è un battitore libero, voce critica dentro il fl usso della politica ‘liquida’ che i nostri tempi ci obbligano a vivere”.

autobiografia

La presentazione. Al Circolo Unione ne hanno parlato Lodo e Andreini

“L’ECCENTRICO LIBERALE”: STORIA DI UN AvvOCATO E NON SOLO

Me.Ru.

Nel mondo dell’arte è nata una nuova stel-la: nel giro di qualche anno Baran, artista originario del Polesine, ha fatto irruzione

nella scena artistica contemporanea, facendosi apprezzare dal pubblico per la sua ventata di originalità tematica. La ricerca di Baran parte dalla scultura, dalla forma plastica in acciaio lucido, modellata da torsioni, pieghe, accartoc-ciamenti, a mostrare le varie sfaccettature che la vita può e deve assumere. Il successivo ciclo tematico affronta la complessità dei “margini”: Ai margini del mondo è un viaggio pittorico ai lati della tela, una decentralizzazione visiva che spiazza il fruitore. In questo percorso controcor-rente, in cui i margini prendono il sopravvento e si fanno posto nel campo visivo, Baran attua la sua intimistica denuncia. Poveri, oppressi, ammalati, diversi, fragili, giovani, onesti, talenti, cultura: gli elementi ai margini della società contemporanea diventano protagonisti del racconto per mezzo del colore, sferzante, pungente, inespugnabile. La strada verso Pro-getti bruciati è breve. La denuncia parte dalla sua vicenda autobiografi ca e diventa urgenza di condivisione. Baran cede il posto ad Andrea Barasciutti, di professione architetto, e alla sofferta rifl essione sullo stato di salute dell’ar-chitettura contemporanea italiana, che versa in un grave stato di crisi; si costruisce poco e male, la politica si inserisce prepotentemente nella fi liera, la meritocrazia è scarsamente premiata, la qualità non viene spesso considerata, il pro-getto e la progettualità non sono abbastanza tenuti in considerazione dal sistema. E così

Baran preleva i progetti che giacciono da anni nel suo cassetto e li plasma attraverso i principi fondatori dell’architettura vitruviana: l’aria, la terra, il fuoco e l’acqua. L’elaborato progettuale è ossidato all’aria, strisciato per terra, bruciato sul fuoco e spento nell’acqua. Il risultato fi nale sono i brandelli di un progetto deturpato dall’a-zione dell’artista e dai fenomeni naturali primari per i quali era stato pensato. I lacerti progetto emergono dal bianco della tela, simbolo del vuoto sociale, in cui le idee sono relegate ai margini, confi nate nel non luogo dell’oblio per impedire alla creatività di spingersi più in alto, di osare, di giocare a dadi con l’universo. In questo procedimento creativo, Baran gioca con la transitorietà del tempo e dei tempi e le sue opere ne rifl ettono la fugacità fi sica e concet-tuale: la carta invecchierà per effetto della luce e dell’aria, parimenti ad un’architettura esposta alle intemperie e al deperimento dei materiali.

Per l’anno prossimo il tema saranno le identità riemerse: spazio alle piccole comunità

DELTARTE LA SECONDA EDIZIONE È STATA UN SUCCESSO. E LA TERZA...

Me.Ru.

Lo presenta un testimonial d’eccezione: lo storico dell’Arte Antonio Paoluccidirettore dei Musei Vaticani

La giovane artista rodigina Anna Casazza è approdata al premio Celeste 2014 e si è già piazza-

ta nella rosa dei fi nalisti con il video “I’ll make you pure”. Il video in gara è tratto da una performance contro l’infi bulazione realizzata nel novem-bre del 2011. In questa performan-ce l’infi bulazione viene praticata ad un fi ore di orchidea. Il fi ore, inteso quale elemento simbolico, è offerto ad una donna e accompagnato dalle seguenti parole; “Così ti ho reso pura”. La drammaticità di questa pratica non solo deriva dalla falsa credenza che con essa si possa raggiungere la purezza virginale, ma ciò che è ancora più atroce è che le donne che la subiscono a loro volta la infl iggono ad altre donne, aumentando la crudeltà di un atto inumano.

Anna Casazza nasce a Rovigo nel 1987; nel 2009 si laurea in Nuove tecnologie per le arti con una Tesi in Fotografi a di Moda presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 2010 espone presso Artefare a Bologna e vince il Premio Arte Mondadori, Milano. Nel 2011 frequenta Uwe – University of West England – Department of Art and Design, a Bristol (Uk). Nel 2012 è selezionata da e-photoreview con il progetto Pain e ottiene il diploma di Laurea Magistrale in Fotografi a presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 2013 si laurea Ied Master in Fotografi a, Milano.

arte in videoAnna Casazza a Celeste 2014

Me.Ru.

Tra i primi a divenire squadristi venne fucilato nel 1944 a seguito del cosiddetto “Processo di Verona”

18 Cultura

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34 Sport adria

C’è chi dice che al giro di boa del cam-pionato di Eccellenza l’Adriese sarà già con un piede in serie D. Valeriano

Fiorin e il clan granata ovviamente, toccano ferro. Sanno però, che il “giocattolo” che il presidente Scantamburlo ha messo nelle mani di Longato e soci è bello, funzionale e prezioso.

E lo ha capito anche il pubblico che al Bettinazzi segue numeroso e con attenzio-ne le gesta di Marangon, Bellemo, Castro, Milan, Pittaro eccetera eccetera. Le delu-sioni delle passate stagioni sembrano brutti ricordi, non incubi e ora davanti c’è una squadra che interpreta a dovere la volontà del proprio tecnico, uno verace, capace di trasmettere tutta la propria passione per il calcio, il suo modo di intendere il football, con cuore e sacrifi cio.

Basta poco ad infi ammare gli animi dei tifosi: e i giocatori, grazie al suo tecni-co, l’hanno capito e giocano con l’intensità giusta, correndo su tutte le palle e recupe-rando. Non che sia tutto facile nel girone nel quale è inserita l’Adriese, perché il Campo-darsego è squadra costruita anch’essa per fare il salto di categoria, e poi ci sono le ve-ronesi Bardolino, Ambrosiana, Santa Lucia,

Vigasio, Sambonifacese, sempre “carogne” nel gioco, poi la Piovese e il Pozzonovo, pa-dovane fastidiose.

Ma i granata sono i granata. “Quando verranno a giocare al Bettinazzi - diceva mi-ster Fiorin alla presentazione - gli avversari devono avere una specie di timore reveren-ziale, perché la piazza e la storia di questa squadra sono state e sono importanti”.

E allora i tifosi granata sperano che anche ottobre, sia come settembre, quando l’Adriese non ha perso un colpo. Non sarà

così facile, ma di sicuro il tecnico, il secondo “Encio” Gregnanin e tutto lo staff terranno alta la tensione. Nell’immaginario dei tifosi resta la partita contro il Sarcedo: prima lo svantaggio con il gol dei vicentini, il pari, poi l’espulsione di Ballarin al 40’ del primo tempo. Nella ripresa arrivano tre gol per l’Adriese che esaltano i 400 spettatori del Bettinazzi, per una partita che da diffi cile è diventata facile, grazie a grinta, volontà e voglia, cose che nel calcio, e non solo, non dovrebbero mancare mai.

di Cristiano Aggio

L’Adriese si sta divertendo, il pubblico ancheatletiCa

Ai campionati regionali individuali categoria Cadetti svoltisi a Caprino Veronese, l’adriese Rachele Bovo sba-

lordisce tecnici e pubblico presente con una eccellente prestazione nel salto in alto. La bionda atleta della Podisti Adria dà spettaco-lo portando il nuovo personal best a 1m. e 66 cm. Migliora di ben 7 centimetri, dando vita ad un emozionante duello con la favo-rita Laura Beatrice Moschetta, di un anno più grande, tanto che le due atlete si son trovate in parità fi no alla misura di 1,66 saltata da entrambe al terzo tentativo, poi sulla quota 168 centimetri ha avuto la me-glio Moschetta. Una prestazione maiuscola nella manifestazione servita ai tecnici sele-zionatori regionali per sciogliere le ultime riserve in prospettiva dei campionati italiani individuali e per regioni. Le gare sono stati infatti indicative per la defi nizione degli atleti deputati a vestire la maglia della selezione regionale nell’appuntamento tricolore. La prestigiosa prestazione di Rachele Bovo era comunque nell’aria perché in tutte le gare in cui ha partecipato durante la stagione si è sempre misurata con l’asticella posta a quote di assoluto livello, non solo regionale, ma nazionale. Quella di Caprino rappresenta una performance da sogno che la giovane atleta classe 2000 ricorderà sicuramente.

per lei Regionali da urloper raChele un salto da reCord

Cr.Ag.

Calcio Grinta e bel gioco, c’è entusiasmo al Bettinazzi

Rachele Bovo

È ancora tutto un girone da decifrare, quello di serie D, che doveva vedere una padrona assoluta, il Piacenza, ma che

fi n qui non ha rispettato le attese della vigilia, così come il Rimini e la Correggese, con il Delta Porto Tolle Rovigo che si ritrova a tre punti dalla capolista a sorpresa: Este.

Nonostante l’ottima partenza, l’Este non sembra squadra che possa tenere testa a quelle sopra citate, ma il bizzarro girone in queste prime cinque giornate ha già fatto registrare due scossoni in panchina con gli av-vicendamenti all’Imolese e alla neopromossa Ribelle.

A ottobre per il Delta allenato da Luca Tiozzo arriva un periodo in cui il calendario riserva squadre “importanti” come, in se-quenza, Fiorenzuola, Piacenza ed Este. La rosa ampiamente qualitativa messa a disposi-zione dal presidente Mario Visentin dovrebbe garantire posizioni alte in classifi ca, ma si sa, soprattutto nel calcio, tutto può succedere. Come nella gara contro la Virtus Castelfranco, quella “vergognosa” del Gabrielli senza tifosi per l’inagibilità (paradosso) della tribuna nel corso della quale un Delta in vantaggio per 2-1 e che sembrava poter gestire tranquilla-mente la gara è incappato in un errore di Polit-ti (solitamente sempre perfetto) che è costato il gol del pari e poi in un’altra dimenticanza di tattica collettiva con gli emiliani che sono tornati a casa con i tre punti.

Comunque, l’impianto di gioco del Delta sta trovando sempre più la propria fi sionomia, i meccanismi cominciano a funzionare e la

qualità della rosa fa sempre la differenza. Le avversarie del Delta hanno rafforzato

gli organici con innesti importanti, come ha fatto la Correggese che ha ingaggiato Arman-do Perna, classe 1981, vanta molta esperien-za tra i professionisti tra Palermo, Udinese, Livorno, Salernitana, Parma (con la quale ha collezionato sei presenze in serie A) e ben nove stagioni con la maglia gialloblu del Mo-dena prima di passare, nella scorsa stagione al Padova in serie B. A proposito di Padova, all’Atletico San Paolo (ultimo dopo cinque giornate) è arrivato l’attaccante Davide Mat-teini, 32 anni, la scorsa stagione al Viareggio, dove ha collezionato 10 presenze e 2 gol. Il Piacenza si è rinforzata con il fantasista Riccar-do Palmieri (17 anni), cresciuto nelle giovanili di Inter e Modena, ed il centrocampista Pie-rangelo Tarantino (24) nell’ultima stagione con Celano, prima, e Civitanovese, dopo.

Calcio. La capolista nel mirinodelta, quando la qualità paga

Cr.Ag.

Sopra i giocatori della squadra festeggiano

(immagine tratta dal sito http://

www.deltaportotolle.com)

Adria Nuoto Un torneo in Croazia

Prime bracciate e primi palleggi per i pal-lanuotisti di Adria Nuoto che si preparano ad affrontare una nuova stagione. Prota-

gonista di queste prime settimane è la squadra under 15, che nei giorni 12 e 13 Settembre si è trasferita nella città gemellata di Rovigno, in Croazia.

La trasferta Istriana, oltre al prestigioso valore sportivo, conferma un’amicizia e una stima reciproca tra la società bassopolesana e quella croata del Delfi n Rovinj, che continua dal 1999.

Nel pomeriggio di venerdì 12 i portacolo-ri di Adria Nuoto, guidati da Matteo Armari e Giacomo Stoppa, hanno effettuato un allena-mento e una partita amichevole con i pari età di Rovigno, nella bellissima piscina scoperta del club, nonostante le condizioni meteo non proprio favorevoli.

Nella giornata di sabato si è svolto il “Me-morial Niksa Kalacic”, che ha impegnato Adria Nuoto in semifi nale contro il Bonifi ka Koper di Capodistria. Vittoria netta quella della squadra slovena, per 13-6, complice una partenza shock della squadra di Adria Nuoto, interamen-te sotto leva per l’età del torneo. Nello scontro per il terzo posto, è arrivata un’altra sconfi tta, seppure più contenuta contro il VK Pula per 9-4. Da segnalare che Giovanni Nalin, classe 2001, è stato eletto miglior portiere del torneo.

La partecipazione a questo torneo aiuta i ragazzi del team bassopolesano a creare un gruppo compatto, che si prepara ad affrontare

una nuova ed impegnativa stagione, dove i più piccoli della squadra saranno anche impegnati nel campionato under 13 ed i più grandi cer-cheranno di ritagliarsi un posto nelle categorie superiori.

Ecco la rosa di giocatori impegnata nella trasferta croata: Nalin Giovanni (Portiere), Ghi-raldelli Emanuele, Crestani Francesco, Tiribello Matteo, Fumana Alberto, Gamberini Filippo, Tecchiati Filippo, Lionello Jacopo, Bovolenta Niccolò, Bovolenta Stefano, Marzolla Samue-

le, Biga Nicola, Zampieri Marco. All. Armari Matteo; Acc. Stoppa Giacomo.

VK Delfi n Rovinj – VK Pula 11-3Adria Nuoto – Bonifi ka Koper 6-13 (Fu-

mana, Lionello, Bovolenta S., Bovolenta N., Biga 2)

3°-4° Posto: VK Pula – Adria Nuoto 9-4 (Biga 2, Fumana 2)

1°-2° Posto: VK Delfi n Rovinj – Bonifi ka Koper 11-2

Pallanuoto, non solo sport

19Sport

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IL VENETOin PRIMO PIANO

Arrivava a maggio l’ok della Corte dei Conti sul bilancio sanitario del Veneto dopo aver passato al microscopio la

gestione sanitaria 2012, dando anche una prospettiva per il 2013, anno che conferma il trend virtuoso del 2012 con un ulteriore con-tenimento dei costi ed un miglioramento dei conti delle Aziende sanitarie più in diffi coltà.

Un risultato ottenuto costringendo le Asl a limare, risparmiare e dunque, in verità, a tagliare servizi sul territorio.

Qualche riga del bilancio era comunque rimasta in rosso perchè alcune Asl non sono riuscite a portare in pareggio il bilancio. Nono-stante ciò avevano migliorato. Tra queste Asl 12 Veneziana (meno 55,2milioni); Asl 18 di Rovigo (meno 28,6 milioni); Asl 20 di Vero-na (meno 20,5 milioni; Azienda ospedaliera di Padova (meno 38,6 milioni); Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona (meno 34,2 milioni).

Tutto bene dunque. O forse questi risulta-ti vanno riletti alla luce della realtà dei fatti? Alcuni di questi fatti sono macroscopici e i cittadini li conoscono bene.

L’ospedale all’Angelo di Mestre è gravato dai costi del project fi nancing: “Rate da circa 15 milioni di euro all’anno, per una ventina d’anni, a carico dei bilanci dell’Ulss 12 - affer-ma Gennaro Marotta, consigliere regionale di Italia dei Valori,- sono un macigno oppri-mente che impone sacrifi ci e minori servizi.

Ora il braccio di ferro leghista sull’ospedale di Padova ha prodotto come unico effetto certo lo stop al project fi nancing. Ebbene, visto che l’ospedale all’Angelo ha una dimensione provinciale e serve la popolazione di quattro Ulss, sia la Regione a farsi carico delle rate del project, senza che ci rimettano solo i cit-tadini mestrini e veneziani”.

Una posizione che rischia di trovare ap-poggio e consenso se, come sembra, in altri territori si costruirà il nuovo con fi nanziamenti pubblici.

Rovigo, intanto, subisce un taglio “ver-gognoso e gravissimo” come lo defi nisce il Consigliere Pd Azzalin che non esclude di impugnare la recente delibera di Giunta “che disattende non solo le promesse fatte, ma anche quanto contenuto nelle norme appro-vate dal Consiglio”. L’ospedale di Rovigo, che doveva essere hub provinciale, sarà un ospedale di serie B. Una scelta fatta, secondo il Consigliere polesano, per ammortizzare i costi della costruzione del nuovo ospedale di Monselice, a scapito delle esigenze dei territori.

Altra battaglia in corso a Noale dove il consigliere regionale del PD, Bruno Pigozzo chiede “che venga rispettato l’indirizzo della Regione di collocare ospedali di comunità in strutture pubbliche con i posti letto necessari a tenere così attivi i vari servizi ed ambulato-ri, dalla medicina di gruppo al distretto, dalla

medicina dello sport alla riabilitazione car-diologica. L’eventuale collocazione dei posti letto in una struttura privata - conclude Pigoz-zo - provocherebbe invece uno svuotamento dell’ospedale. Cosa che penalizzerebbe i cittadini noalesi e smentirebbe le indicazioni della Regione”.

E da ultima va raccontata la levata di scudi della commissione Sanità contro la Giunta per il riparto del fondo regionale per la non autosuffi cienza, deciso il 9 settem-bre scorso dall’esecutivo senza consultare prima la commissione. L’organo di indirizzo e controllo di palazzo Ferro-Fini, presieduto da Leonardo Padrin, ha deciso di censurare la Giunta, dopo aver ascoltato le preoccupate proteste di Uripa, l’associazione delle case di riposo pubbliche e private. La delibera, secondo le valutazioni di Uripa, azzera ogni forma di contribuzione per le case di riposo per circa 2 mila non autosuffi cienti accolti senza impegnativa regionale. ”Il fondo per la non autosuffi cienza non può essere il banco-mat della sanità – è insorto Roberto Volpe, presidente di Uripa, durante l’incontro con la commissione Sanità - Quest’anno mancava-no alla sanità 10,5 milioni di euro per pagare la quota alberghiera degli ospiti degli istituti psichiatrici e la giunta Zaia li ha presi dal fon-do per i non autosuffi cienti. Per forza che la sanità veneta è virtuosa nei bilanci: chiude in attivo a spese del sociale”.

di Maria pavan

Roberto Volpe, presidente di Uripa: “Per forza che la sanità veneta è virtuosa nei bilanci: chiude in attivo a spese del sociale”

Bilancio La voce di spesa più pesante

La Sanità veneta è davvero virtuosa?

Sopra l’ospedale dell’Angelo a Mestre, a fi anco Roberto Volpe presidente di Uripa

neWs

Nonostante gli innegabili successi ottenuti dalla medicina e il capillare lavoro sulla pre-venzione e promozione dei corretti stili di vita, ogni anno in Veneto vengono colpite da tumore più di 31 mila persone e si verifi cano circa 14 mila decessi. In totale ad oggi

in Veneto i pazienti malati di tumore, in terapia o in fase di follow up sono oltre 212 mila. A questa galassia di sofferenza la sanità veneta dedica energie, fondi e professionalità che, partendo dall’Istituto Oncologico Veneto, si ramifi cano interessando pressoché l’intera galas-sia ospedaliera regionale, tanto che, da circa 6 mesi, come previsto una specifi ca delibera organizzativa della Giunta regionale, è nata la Rete Oncologica Veneta – ROV. Questa nuova organizzazione, garantisce le migliori cure a ogni cittadino veneto a prescindere da dove risieda e a quale ospedale territoriale faccia riferimento. “In questo modo – ha sottolineato Zaia – garantiamo l’eccellenza delle cure e le stesse possibilità d’accesso ad ogni cittadino veneto che ne abbia bisogno. Offriamo le migliori professionalità, un grande lavoro di ricerca clinica, macchinari e medicinali di ultimissima generazione. Sappiamo di avere una mobilità extraregionale che si indirizza verso il Friuli – ha aggiunto – ma non ha motivo di essere, perché l’oncologia veneta non teme confronti e i viaggi della speranza non servono. Forse – ha detto il Governatore rivolgendosi alla platea di specialisti – siete meno bravi di altri a promuovere all’esterno i vostri successi, ma di certo non siete secondi a nessuno”. L’obiettivo fi nale della ROV è di creare nel Veneto un Istituto Tumori di eccellenza diffuso sul territorio: qualunque sia la porta d’accesso, anche la più periferica, il paziente dovrà avere la consape-volezza di essere preso in carico da un sistema che garantirà la migliore qualità della cura e, se necessario, l’invio ai Centri di Eccellenza della rete.

Zaia: “Il meglio è qui non serve andare all’estero”e’ nata la rete onCologiCa veneta

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15Il Veneto in primo piano

E’ stata la telenovela dell’estate che, visto il successo, prosegue più frizzante che mai anche in questa seconda parte

dell’anno. Stiamo parlando del destino dell’O-spedale di Padova, uno dei più importanti poli sanitari del Nordest, ma anche dell’Italia intera, da mesi al centro di un continuo botta e risposta tra il nuovo sindaco di Padova, il presidente della Regione, il rettore dell’Uni-versità e, di rifl esso, l’intero mondo politico e istituzionale. Bitonci pochi giorni dopo il suo insediamento ha stralciato il progetto del nuo-vo ospedale a Padova Ovest e rilanciato la co-

struzione del “nuovo sul vecchio”, per lasciare il nosocomio dove si trova e allo stesso tempo rifarlo da cima a fondo. Una soluzione che non trova tutti d’accordo, a partire dal mondo accademico che per Padova sottolinea la ne-cessità di un ospedale grande e moderno, con stantard di qualità e sicurezza molto lontani da quelli attualmente possibili nella struttura di via Giustinani. L’attuale cittadella è caotica e poco effi ciente, al punto che la ricostruzione nello stesso luogo verrebbe a costare di più e richiederebbe anche un periodo più lungo. Non la pensa allo stesso modo Bitonci che

di recente ha presentato un suo piano per la ricostruzione “nuovo su vecchio”. Il tutto in cinque passi: il trasferimento dell’obitorio in zona cimiteriale a carico del Comune, l’accen-tramento della “dorsale dei servizi” nell’area dell’ex Macello, l’abbattimento del vecchio obitorio e la costruzione dell’”Ospedale della mamma e del bambino”, lo spostamento delle cliniche dall’area ovest a quelle est della struttura (dopo l’abbattimento dei reparti ma-terni, infantili e ginecologici), la realizzazione di uffi ci, un parco ed, eventualmente, strutture di ricerca e campus universitari nell’area ovest

liberata. Il costo stimato dall’amministrazione comunale sarebbe di 779 milioni di euro. Quindici gli anni necessari alla realizzazione di tutti i tre blocchi del nuovo complesso (altezza compresa tra i tre e i quattro piani, più uno sotto terra) per un totale di 1320/1700 posti letto dove trasferire anche lo Iov e l’ospeda-le Sant’Antonio. Ma la discussione è ancora aperta e la settimana dopo arriva, dopo un lungo silenzio, la proposta di Zaia. “Si potreb-

be ridurre da 1400 a 1000 i posti letto, - ha dichiarato il Governatore - lasciare lo Iov dove sta, demolire la parte universitaria del vecchio ospedale, recuperare gli stabili messi meglio e realizzare un policlinico universitario con 1000 posti letto in città. Dopo 10 anni avremo così due ospedali un policlinico con campus e un hub provinciale”. Parole che aprono un ulterio-re scenario, accolte positivamente da Bitonci. Ma la strada è ancora lunga.

di Nicola Stievano

Dibattito infuocato Dopo la bocciatura del progetto di Padova Ovest ecco le ipotesi

Ospedale: Bitonci vuole il “nuovo sul vecchio”, Zaia cerca una mediazione

la soluzione

All’ultimo Bitonci scopre le carte e prende al balzo la proposta di Zaia, presentando il nuovo polo ospedaliero che mantiene mille posti nella sede attuale e una nuova struttura poco lontano, in via Corrado, dove si trovano il Cus e gli Uffi ci Acegas Aps.“Due ospedali, per la città e per tutta la Regione, in centro, a 600 metri l’uno dall’altro, vicini allo Iov

e agli Istituti universitari, collegati all’autostrada da un nuovo sistema di viabilità che consentirà di alleggerire il traffi co della Stanga, grazie ad un ponte che collegherà via Corrado con via Longhin. Una proposta che non prevede ulteriore consumo del suolo e rischiose pratiche di esproprio – dichiara Massimo Bitonci – Sull’area giustinianea potrà insediarsi l’Ospedale della città, con il Sant’Antonio, con 1000 posti letto. In via Corrado, dove ora si trovano gli impianti sportivi del Cus e gli uffi ci di

Acegas-Aps (ex Gasometro), su un’area di quasi 200.000 metri quadri, con possibilità di un ampliamento per altri 50.000 metri quadri sui prospicienti terreni di proprietà del Comune, in via Longhin, sorgerà il Policlinico universitario – prosegue il sindaco di Padova – Aspettare qualche settimana, dopo anni di immobilismo, è stato vantaggioso sia per la Regione, che per i padovani. L’Amministrazione ha prontamente raccolto l’offerta del presidente Zaia, che prevede di mantenere in città, e vicini fra loro, due ospedali e lo Iov. L’abbattimento degli edifi ci obsoleti, presenti nell’area giustinianea, consentirà inoltre di liberare nuovi spazi, a disposizione dell’Università, per la realizzazione di Istituti di ricerca e per l’ampliamento delle rete, già esistente, del Campus universitario”.

Il sindaco di padova presenta il piano che rivoluziona anche la viabilità della StangabitonCi rilanCia: nuovo poliCliniCo universitario nell’area Cus - aps

N.S.

22 Il Veneto in primo piano

ATTIVO TUTTI I GIORNI DALLE 9:00 ALLE 20:00

I prezzo sono iva compresa - finanziamento al tan max 11,54% taeg max 16,69% teg max 14,48% - imposta di bollo all'erogazione di € 14,62 - spese incasso rate € 1,5 solo importi superiori a € 1.600 comunicazioni periodiche: € 0,70 / annuale per modalità cartacea, gratuita per modalità elettronica + € 1,81 per imposta di bollo - salvo approvazione finanziaria - le immagini dei prodotti sono puramente indicative.

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Page 23: Adria sett2014 n118

15Il Veneto in primo piano

E’ stata la telenovela dell’estate che, visto il successo, prosegue più frizzante che mai anche in questa seconda parte

dell’anno. Stiamo parlando del destino dell’O-spedale di Padova, uno dei più importanti poli sanitari del Nordest, ma anche dell’Italia intera, da mesi al centro di un continuo botta e risposta tra il nuovo sindaco di Padova, il presidente della Regione, il rettore dell’Uni-versità e, di rifl esso, l’intero mondo politico e istituzionale. Bitonci pochi giorni dopo il suo insediamento ha stralciato il progetto del nuo-vo ospedale a Padova Ovest e rilanciato la co-

struzione del “nuovo sul vecchio”, per lasciare il nosocomio dove si trova e allo stesso tempo rifarlo da cima a fondo. Una soluzione che non trova tutti d’accordo, a partire dal mondo accademico che per Padova sottolinea la ne-cessità di un ospedale grande e moderno, con stantard di qualità e sicurezza molto lontani da quelli attualmente possibili nella struttura di via Giustinani. L’attuale cittadella è caotica e poco effi ciente, al punto che la ricostruzione nello stesso luogo verrebbe a costare di più e richiederebbe anche un periodo più lungo. Non la pensa allo stesso modo Bitonci che

di recente ha presentato un suo piano per la ricostruzione “nuovo su vecchio”. Il tutto in cinque passi: il trasferimento dell’obitorio in zona cimiteriale a carico del Comune, l’accen-tramento della “dorsale dei servizi” nell’area dell’ex Macello, l’abbattimento del vecchio obitorio e la costruzione dell’”Ospedale della mamma e del bambino”, lo spostamento delle cliniche dall’area ovest a quelle est della struttura (dopo l’abbattimento dei reparti ma-terni, infantili e ginecologici), la realizzazione di uffi ci, un parco ed, eventualmente, strutture di ricerca e campus universitari nell’area ovest

liberata. Il costo stimato dall’amministrazione comunale sarebbe di 779 milioni di euro. Quindici gli anni necessari alla realizzazione di tutti i tre blocchi del nuovo complesso (altezza compresa tra i tre e i quattro piani, più uno sotto terra) per un totale di 1320/1700 posti letto dove trasferire anche lo Iov e l’ospeda-le Sant’Antonio. Ma la discussione è ancora aperta e la settimana dopo arriva, dopo un lungo silenzio, la proposta di Zaia. “Si potreb-

be ridurre da 1400 a 1000 i posti letto, - ha dichiarato il Governatore - lasciare lo Iov dove sta, demolire la parte universitaria del vecchio ospedale, recuperare gli stabili messi meglio e realizzare un policlinico universitario con 1000 posti letto in città. Dopo 10 anni avremo così due ospedali un policlinico con campus e un hub provinciale”. Parole che aprono un ulterio-re scenario, accolte positivamente da Bitonci. Ma la strada è ancora lunga.

di Nicola Stievano

Dibattito infuocato Dopo la bocciatura del progetto di Padova Ovest ecco le ipotesi

Ospedale: Bitonci vuole il “nuovo sul vecchio”, Zaia cerca una mediazione

la soluzione

All’ultimo Bitonci scopre le carte e prende al balzo la proposta di Zaia, presentando il nuovo polo ospedaliero che mantiene mille posti nella sede attuale e una nuova struttura poco lontano, in via Corrado, dove si trovano il Cus e gli Uffi ci Acegas Aps.“Due ospedali, per la città e per tutta la Regione, in centro, a 600 metri l’uno dall’altro, vicini allo Iov

e agli Istituti universitari, collegati all’autostrada da un nuovo sistema di viabilità che consentirà di alleggerire il traffi co della Stanga, grazie ad un ponte che collegherà via Corrado con via Longhin. Una proposta che non prevede ulteriore consumo del suolo e rischiose pratiche di esproprio – dichiara Massimo Bitonci – Sull’area giustinianea potrà insediarsi l’Ospedale della città, con il Sant’Antonio, con 1000 posti letto. In via Corrado, dove ora si trovano gli impianti sportivi del Cus e gli uffi ci di

Acegas-Aps (ex Gasometro), su un’area di quasi 200.000 metri quadri, con possibilità di un ampliamento per altri 50.000 metri quadri sui prospicienti terreni di proprietà del Comune, in via Longhin, sorgerà il Policlinico universitario – prosegue il sindaco di Padova – Aspettare qualche settimana, dopo anni di immobilismo, è stato vantaggioso sia per la Regione, che per i padovani. L’Amministrazione ha prontamente raccolto l’offerta del presidente Zaia, che prevede di mantenere in città, e vicini fra loro, due ospedali e lo Iov. L’abbattimento degli edifi ci obsoleti, presenti nell’area giustinianea, consentirà inoltre di liberare nuovi spazi, a disposizione dell’Università, per la realizzazione di Istituti di ricerca e per l’ampliamento delle rete, già esistente, del Campus universitario”.

Il sindaco di padova presenta il piano che rivoluziona anche la viabilità della StangabitonCi rilanCia: nuovo poliCliniCo universitario nell’area Cus - aps

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16 Il Veneto in primo piano

“Il mio no alle trivellazioni è assolu-to”. Questa la posizione più volte espressa dal governatore del Veneto

Luca Zaia. Nonostante la sua irremovibilità, proprio il Veneto potrebbe essere una delle prime “vittime” delle novità contenute nel decreto legge 133 del 12 settembre 2014 meglio noto come “Sblocca Italia”.

Nelle pieghe della norma, che parados-salmente nella sua intestazione reca anche “l’emergenza del dissesto idrogeologico”, si trova infatti una parte defi nita “sblocca energia”, che il gruppo dei senatori del Mo-vimento 5 Stelle non ha esitato a defi nire “sblocca trivelle”.

In particolare, quanto contenuto nell’ar-ticolo 38 - “Misure per la valorizzazione delle risorse energetiche nazionali” - ha già sollevato le critiche delle associazioni ambientaliste. Wwf, Legambiente e Green-peace ne hanno chiesto l’immediata cancel-lazione, in quanto queste misure “consen-

tono di applicare le procedure semplifi cate e accelerate sulle infrastrutture strategiche ad una intera categoria di interventi senza individuare alcuna priorità, trasferiscono d’autorità le valutazioni d’impatto am-bientale sulle attività a terra dalle Regioni al Ministero dell’Ambiente e compiono una forzatura rispetto alle competenze concor-

renti tra Stato e Regioni”. L’Alto Adriatico, in particolare, sarebbe minacciato in quan-to, si legge nel documento, queste novità “trasformano forzosamente gli studi del Mi-nistero dell’Ambiente sul rischio subsidenza in Alto Adriatico legato alle attività di prospe-zione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in

‘progetti sperimentali di coltivazione’”.A rendere ancora più “avvelenata” la

polpetta per il presidente Zaia il fatto che una delle concessioni riguarda il permesso di ricerca “Carità” che prevede un cantiere di perforazione nel Comune di Nervesa della Battaglia, proprio nella “sua” provincia di Treviso.

Se lo “Sblocca Italia” sembra dare la stura alle trivellazioni a terra come in mare, in Veneto come in Sicilia, visto che proprio il premier Matteo Renzi si è augurato che la produzione d’idrocarburi possa raddoppiare e, con essa gli introiti da royalty e tasse, un’ancora di salvezza per le coste venete è comunque rappresentato dalle norme di tutela della laguna di Venezia, che gode di una speciale protezione viste le particolari problematiche legate al suo sprofondamen-to, connesso al fenomeno noto come subsi-denza, ovvero il progressivo abbassamento del terreno, provocato sia da cause naturali

di Lorenzo Zoli

Il decreto “Sblocca Italia” contiene novità importanti. Secondo ambientalisti e Cinque stelle il rischio è quello di rendere più facili le autorizzazioni

La nuova legge Parte l’interrogazione alla giunta regionale

Estrazioni, ora lo spettro torna a fare paura

che da cause antropiche. Un fenomeno che si riscontra in manie-

ra evidente anche nelle zone della pianura Padana e, in particolare, nel Delta del Po, dove è particolarmente accentuato anche per le estrazioni di acque metanifere che hanno interessato questa zone.

Il Veneto si è espresso anche a livello di consiglio regionale, con una proposta di leg-ge statale volta a vietare le trivellazioni sul territorio delle province di Padova, Rovigo e Venezia. Ed è chiamato ora a ribadire ancora

una volta la propria contrarietà dal consiglie-re regionale del Gruppo Misto ed esponente di Prima il Veneto Giovanni Furlanetto che ha presentato un’interrogazione alla Giunta regionale per chiedere quali azioni intenda intraprendere affi nché il si blocchino i tenta-tivi di trivellazioni in Adriatico. E’ probabile che il Veneto insieme ad altre Regioni faccia ricorso alla Corte costituzionale contro il rila-scio dei permessi minerari centralizzato, ma quello che è certo è che la battaglia sugli idrocarburi è appena iniziata.

Il Veneto ha già detto chiaramente no alle trivelle: il 25 gennaio 2011 il Consiglio regionale ha approvato con consenso

unanime e trasversale la proposta di legge statale “Interventi di tutela dal fenomeno della subsidenza dei territori delle Province di Padova, Rovigo e Venezia’”, con la quale si vietano “le attività di ricerca, di prospe-zione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi” nelle province di Padova, Rovigo e Venezia. Un segnale forte, ribadito anche il 9 novembre 2012, in occasione della “tavola rotonda sul mare”, la confe-renza internazionale delle Regioni adriati-che e ioniche sulla “Salvaguardia delle coste dall’estrazione di idrocarburi in mare”, che ha riaffermato la volontà delle istituzioni regionali di fermare le trivellazioni al largo delle coste. Alla tavola rotonda era presen-te anche il consigliere regionale Graziano Azzalin, polesano, primo fi rmatario della proposta di legge statale. “Purtroppo – dice - nonostante la volontà politico-istituzionale del Veneto sia stata espressa in modo uni-voco, tutto giace ancora nei cassetti del Parlamento e nonostante qualche segnale da parte della Commissione Ambiente del Senato, che l’estate scorsa mi ha convo-cato a Roma per delle audizioni in merito, il tema sembra essere contrastato da inte-ressi forti e quanto contenuto nel decreto ‘Sblocca Italia’ ne è la conferma. Credo che ora la strada per questa legge sia ancora più in salita, ma non dispero: riaffermare il principio di precauzione e della sicurezza idrogeologica di un territorio che già soffre

i danni causati dalla subsidenza, Venezia, il territorio lagunare, il Delta del Po e la pianu-ra padano-veneta, è un ragionamento non tanto o non soltanto ambientale, quanto economico”.

“Questo – spiega Azzalin - si capisce bene guardando ai costi lasciati in dote dalle estrazioni di metano avvenute nel Delta del Po fi no al 1961: cifre vicine ai 5 miliardi di euro, oltre a circa un milione e mezzo annuo per tenere in funzione le idrovore. Questi sono gli effetti delle estrazioni, che nessuna royalty può coprire. La salvaguar-dia dell’assetto idrogeologico è la più gran-de opera pubblica che si possa avviare in questo momento e la prevenzione è a costo zero. E’ diffi cile monetizzare la messa in sicurezza e la tutela, purtroppo però i conti si fanno al negativo quando avvengono di-sastri”.

IL pARTICOLARE C’È UNA pROpOSTA pER fERMARLE

Lo.Zo.

Le norme di tutela della laguna di Venezia dovrebbero salvare le coste

Graziano Azzalin

Il presidente della Regione Luca Zaia

16 Il Veneto in primo piano

“Il mio no alle trivellazioni è assolu-to”. Questa la posizione più volte espressa dal governatore del Veneto

Luca Zaia. Nonostante la sua irremovibilità, proprio il Veneto potrebbe essere una delle prime “vittime” delle novità contenute nel decreto legge 133 del 12 settembre 2014 meglio noto come “Sblocca Italia”.

Nelle pieghe della norma, che parados-salmente nella sua intestazione reca anche “l’emergenza del dissesto idrogeologico”, si trova infatti una parte defi nita “sblocca energia”, che il gruppo dei senatori del Mo-vimento 5 Stelle non ha esitato a defi nire “sblocca trivelle”.

In particolare, quanto contenuto nell’ar-ticolo 38 - “Misure per la valorizzazione delle risorse energetiche nazionali” - ha già sollevato le critiche delle associazioni ambientaliste. Wwf, Legambiente e Green-peace ne hanno chiesto l’immediata cancel-lazione, in quanto queste misure “consen-

tono di applicare le procedure semplifi cate e accelerate sulle infrastrutture strategiche ad una intera categoria di interventi senza individuare alcuna priorità, trasferiscono d’autorità le valutazioni d’impatto am-bientale sulle attività a terra dalle Regioni al Ministero dell’Ambiente e compiono una forzatura rispetto alle competenze concor-

renti tra Stato e Regioni”. L’Alto Adriatico, in particolare, sarebbe minacciato in quan-to, si legge nel documento, queste novità “trasformano forzosamente gli studi del Mi-nistero dell’Ambiente sul rischio subsidenza in Alto Adriatico legato alle attività di prospe-zione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in

‘progetti sperimentali di coltivazione’”.A rendere ancora più “avvelenata” la

polpetta per il presidente Zaia il fatto che una delle concessioni riguarda il permesso di ricerca “Carità” che prevede un cantiere di perforazione nel Comune di Nervesa della Battaglia, proprio nella “sua” provincia di Treviso.

Se lo “Sblocca Italia” sembra dare la stura alle trivellazioni a terra come in mare, in Veneto come in Sicilia, visto che proprio il premier Matteo Renzi si è augurato che la produzione d’idrocarburi possa raddoppiare e, con essa gli introiti da royalty e tasse, un’ancora di salvezza per le coste venete è comunque rappresentato dalle norme di tutela della laguna di Venezia, che gode di una speciale protezione viste le particolari problematiche legate al suo sprofondamen-to, connesso al fenomeno noto come subsi-denza, ovvero il progressivo abbassamento del terreno, provocato sia da cause naturali

di Lorenzo Zoli

Il decreto “Sblocca Italia” contiene novità importanti. Secondo ambientalisti e Cinque stelle il rischio è quello di rendere più facili le autorizzazioni

La nuova legge Parte l’interrogazione alla giunta regionale

Estrazioni, ora lo spettro torna a fare paura

che da cause antropiche. Un fenomeno che si riscontra in manie-

ra evidente anche nelle zone della pianura Padana e, in particolare, nel Delta del Po, dove è particolarmente accentuato anche per le estrazioni di acque metanifere che hanno interessato questa zone.

Il Veneto si è espresso anche a livello di consiglio regionale, con una proposta di leg-ge statale volta a vietare le trivellazioni sul territorio delle province di Padova, Rovigo e Venezia. Ed è chiamato ora a ribadire ancora

una volta la propria contrarietà dal consiglie-re regionale del Gruppo Misto ed esponente di Prima il Veneto Giovanni Furlanetto che ha presentato un’interrogazione alla Giunta regionale per chiedere quali azioni intenda intraprendere affi nché il si blocchino i tenta-tivi di trivellazioni in Adriatico. E’ probabile che il Veneto insieme ad altre Regioni faccia ricorso alla Corte costituzionale contro il rila-scio dei permessi minerari centralizzato, ma quello che è certo è che la battaglia sugli idrocarburi è appena iniziata.

Il Veneto ha già detto chiaramente no alle trivelle: il 25 gennaio 2011 il Consiglio regionale ha approvato con consenso

unanime e trasversale la proposta di legge statale “Interventi di tutela dal fenomeno della subsidenza dei territori delle Province di Padova, Rovigo e Venezia’”, con la quale si vietano “le attività di ricerca, di prospe-zione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi” nelle province di Padova, Rovigo e Venezia. Un segnale forte, ribadito anche il 9 novembre 2012, in occasione della “tavola rotonda sul mare”, la confe-renza internazionale delle Regioni adriati-che e ioniche sulla “Salvaguardia delle coste dall’estrazione di idrocarburi in mare”, che ha riaffermato la volontà delle istituzioni regionali di fermare le trivellazioni al largo delle coste. Alla tavola rotonda era presen-te anche il consigliere regionale Graziano Azzalin, polesano, primo fi rmatario della proposta di legge statale. “Purtroppo – dice - nonostante la volontà politico-istituzionale del Veneto sia stata espressa in modo uni-voco, tutto giace ancora nei cassetti del Parlamento e nonostante qualche segnale da parte della Commissione Ambiente del Senato, che l’estate scorsa mi ha convo-cato a Roma per delle audizioni in merito, il tema sembra essere contrastato da inte-ressi forti e quanto contenuto nel decreto ‘Sblocca Italia’ ne è la conferma. Credo che ora la strada per questa legge sia ancora più in salita, ma non dispero: riaffermare il principio di precauzione e della sicurezza idrogeologica di un territorio che già soffre

i danni causati dalla subsidenza, Venezia, il territorio lagunare, il Delta del Po e la pianu-ra padano-veneta, è un ragionamento non tanto o non soltanto ambientale, quanto economico”.

“Questo – spiega Azzalin - si capisce bene guardando ai costi lasciati in dote dalle estrazioni di metano avvenute nel Delta del Po fi no al 1961: cifre vicine ai 5 miliardi di euro, oltre a circa un milione e mezzo annuo per tenere in funzione le idrovore. Questi sono gli effetti delle estrazioni, che nessuna royalty può coprire. La salvaguar-dia dell’assetto idrogeologico è la più gran-de opera pubblica che si possa avviare in questo momento e la prevenzione è a costo zero. E’ diffi cile monetizzare la messa in sicurezza e la tutela, purtroppo però i conti si fanno al negativo quando avvengono di-sastri”.

IL pARTICOLARE C’È UNA pROpOSTA pER fERMARLE

Lo.Zo.

Le norme di tutela della laguna di Venezia dovrebbero salvare le coste

Graziano Azzalin

Il presidente della Regione Luca Zaia

27Il Veneto in primo piano

ATTIVO TUTTI I GIORNI DALLE 9:00 ALLE 20:00

I prezzo sono iva compresa - finanziamento al tan max 11,54% taeg max 16,69% teg max 14,48% - imposta di bollo all'erogazione di € 14,62 - spese incasso rate € 1,5 solo importi superiori a € 1.600 comunicazioni periodiche: € 0,70 / annuale per modalità cartacea, gratuita per modalità elettronica + € 1,81 per imposta di bollo - salvo approvazione finanziaria - le immagini dei prodotti sono puramente indicative.

Page 28: Adria sett2014 n118

18 Voci da palazzo

La Giunta veneta ha costituito l’Osser-vatorio regionale per dare attuazione alla cosiddetta ‘Riforma Delrio’ che

detta norme in materia di Città Metropoli-tane, Province, unioni e fusioni dei Comuni. “Il Governo ci impone di defi nire entro l’anno con provvedimenti normativi il nuovo assetto istituzionale, ma ancora non è stato deciso quali siano le funzioni fondamentali da attribuire alle aree vaste e metropolitane e soprattutto non abbiamo alcuna certez-za di vederci trasferiti i fi nanziamenti per assicurare i servizi che prima gestivano le Province. Corriamo il rischio che non siano disponibili le risorse per l’erogazione di servizi indispensabili come la manutenzione degli edifi ci scolastici, il riscaldamento delle aule, la gestione della viabilità, la pulizia delle strade dalla neve e altri compiti che venivano svolti dalle Province”.

Roberto Ciambetti, Assessore agli Enti locali“dallo stato poChe risposte e risorse”

L’opinione

Vorrebbe andarci direttamente il governatore Zaia a parlare con Putin per sbloccare l’embar-go. E lo dice convinto, come se fosse davvero

possibile parlare con lo “zar” che ha messo al bando i prodotti di tutta l’Unione Europea dopo il sostegno occidentale all’Ucraina e alle relative sanzioni.

Fatto sta che Zaia avrebbe già avvitato contatti “uffi ciosi” con il Consolato generale di Milano e ha dichiarato che se troverà un’apertura per riavviare i rapporti commerciali previsti dai protocolli in vigore da anni tra la Regione e alcune repubbliche della Federazione russa, non chiederà certo al Governo nazionale il permesso di dare il via libera alla ripresa dei commerci.

Zaia agisce su mandato della Giunta che gli ave-va chiesto di prendere in prima persona la risoluzione approvata in Consiglio Regionale per agire diretta-mente con Mosca a difesa dell’economia veneta. Ma certo non basta e a ribadirlo è proprio il Presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato. “Non possiamo attenderci che tutto si fermi ad un’azione di vertice. Occorre continuare ad ascoltare il territorio e a costruire una rete europea di mobi-litazione anti-

embargo, anche perché sappiamo che la situazione muta in continuazione”. Secondo il Moscow Times, infatti, la Duma sta varando una legge che punta a compensare le perdite degli imprenditori e investitori russi in Europa (in transazioni e in proprietà) a segui-to della crisi russo-ucraina e della successiva “guerra economica degli embarghi”. Sono sempre più nu-merosi gli imprenditori russi che lamentano perdite considerevoli, tra cui Arkady Rotenberg (uno dei più potenti uomini d’affari di Mosca, businessman molto legato al presidente Putin) e le centinaia di altri nomi dell’economia russa, pesantemente frenati nel loro business dall’inserimento dei loro nomi nelle blacklist occidentali ed anche italiane.

Intanto, aspettando buone nuove, è stato varato un protocollo d’intenti dal titolo: “Italiano, meglio veneto”. Il documento, condiviso dal Presidente del Consiglio, Clodovaldo Ruffato, dall’Assessore all’Eco-nomia e Sviluppo Maria Luisa Coppola, dal presidente della Com-missione Relazioni Internazionali, Nereo Laroni e dai rappresentanti delle associazioni delle categorie del settore agroalimentare ha l’ obiettivo di valorizzare e promuovere la produzione agroalimen-

tare veneta quale fattore strategico per la crescita dell’economia regionale. Il documento prevede che per tutelare e promuovere i prodotti agroalimentari veneti la Regione intervenga presso il Governo na-zionale e gli Organismi europei affi nché vengano va-lutati gli effetti negativi dell’embargo sull’economia e sull’occupazione in Veneto. I rappresentanti della grande distribuzione hanno risposto in modo positi-vo, a patto che il settore primario compia un salto di qualità sul piano imprenditoriale, che non signifi ca solo qualità del prodotto, ma anche capacità di stare economicamente sul mercato. In questa logica il Pre-sidente Ruffato, chiudendo l’incontro, ha chiesto a tutti di “fare squadra per modernizzare un settore in grado di competere sul mercato”.

di Maria pavan

Obiettivo stare sul mercato Agroalimentare verso un salto di qualità necessario

Embargo russo: ora ci pensa Zaia!E’ sempre di più una priorità sostenere il prodotto veneto che ora sta soffrendo, ma in prospettiva è strategico per l’economia regionale

“Il terzo settore, soprattutto in un momento di crisi eco-nomica profonda e prolunga-ta, è un settore strategico”: l’ha detto intervenendo a Padova ad un meeting regio-

nale sul terzo settore, il vicepresidente del Consiglio Regionale del Veneto Matteo Toscani. Al dibattito, che presentava anche in Veneto il manifesto del no-profi t “Fiducia e nuove risorse per la crescita del Terzo Settore”, hanno partecipato il mondo del volontariato, della cooperazione sociale e allo sviluppo insieme a quei poli bancari e fi nanziari che credono al valore sociale dell’associazionismo.

L’idea dei promotori è quella di rafforzare la consistenza patrimoniale del Terzo settore, investire in nuove forme di management, lanciare seri programmi di rete con e verso l’Unione Europea, ripensare senso e tecniche della raccolta fondi e individuazione di nuovi fi loni di sviluppo per le organizzazioni non profi t anche attraverso una loro responsabilizzazione nell’ambito fi nanziario, coinvolgimento di realtà istituzionali in un nuovo approccio politico-culturale ai temi del volontariato. “In qualità di sindaco di un comune del Cadore - ha ricordato Toscani - ho lavorato a lungo nell’ambito della coo-perazione, tanto da essere stato tra i promotori di quella che è risultata essere la prima cooperativa sociale di tipo B, con la presenza di soci istituzionali. Certo non sempre in ambito regionale si presta la dovuta attenzione al terzo settore, alla cooperazione ed all’associazionismo ma il Consiglio Regionale nei prossimi mesi porrà particolare atten-zione alle proposte concrete e percorribili che verranno dal terzo settore”: la sfi da che mi sento di accogliere è di raggiungere risultati concreti in merito a proposte concrete”.

il terzo settore è strategiCo per il venetoMatteo Toscani

“Un aiuto al ricambio generaziona-le e alla coerenza della politica”. Così Leonardo Padrin, capo-

gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale defi nisce la nuova proposta di modifi ca della legge elettorale vigente (la n. 5/2012) che estende il limite dei due mandati a tutti i consiglieri regionali. “Ritengo che 10 anni di attività politica in Regione siano un periodo più che suffi ciente anche per i consiglieri, per dare il meglio delle proprie capacità politiche. Gli effetti della proposta di Padrin sull’attuale Consiglio regionale determinerebbero un vasto ricambio della classe politica regionale, in tutte le forze politiche. Presenze troppo prolungate nel tempo in ruoli di responsabilità regalano un indebito vantaggio di relazioni, visibilità e potere, a danno di quanti non sono presen-ti nelle istituzioni”.

Leonardo padrin, (fI)“politiCi in regione: due mandati bastano”!

“Invito i polesani ad aprire gli oc-chi su quello che sta accadendo ed a mobilitarsi per prevenire

l’emorragia dei nostri migliori speciali-sti. Nel Piano socio sanitario è previsto che per ogni provincia vi sia un ospedale di riferimento, con specialità di base e medio livello, e la presenza di alte spe-cialità per un territorio più ampio, costituendo centri hub a livello sovra-aziendale. Questo principio è stato defi niti-vamente affossato con la Dgr 1630 del 9 settembre che declassa defi nitivamente l’ospedale di Rovigo, che invece di essere hub diviene un ospedale di serie B. Oggi, le specialità stralciate all’ospedale di Rovigo sono proprio quelle che, in-vece, avrà il nuovo ospedale di Schiavonia, a Monselice, un ospedale costruito con un project fi nancing”.

graziano Azzalin (pD)taglio gravissimo della sanità polesana

“Il Governo italiano si sta comportando come il peggiore dei motoscafi sti. Pro-prio come i motoscafi sti scaricano uo-

mini, donne e bambini sulle nostre coste senza alcun scrupolo e senza nessuna pietà, l’Esecuti-vo nazionale sta scaricando sugli enti locali la gestione di una emergenza umanitaria che si sta aggravando di giorno in giorno. Dobbiamo dire basta: altro che Mare nostrum, Veneto nostrum!”.

A dirlo è l’assessore regionale alla sicurezza Massimo Giorgetti sostenuto da Dario Bond e Piergiorgio Cortelazzo, capogruppo e vice-capogruppo di Forza Italia per il Ve-neto. “Il Veneto è da sempre terra di accoglienza, ma quella che si sta registrando in queste settimane è una invasione senza regole che rischia di far saltare gli equi-libri socio-economici raggiunti dopo decenni di graduale integrazione. Mille arrivi in meno di due giorni sono davvero troppi; mettono a dura pro-va le strutture e lo stes-so volontariato che fi nora non si è mai tirato indietro”.

“La linea di questo Governo è quella di scaricare l’emergenza sui Prefetti, a loro volta sempre più imbarazzati nell’approcciarsi ai sindaci, i veri anelli deboli della catena. Tocca all’Esecutivo as-sumersi la respon-sabilità degli arrivi; scaricare sugli altri è fi n troppo facile”.

“il governo è il peggiore dei motosCafisti”Massimo giorgetti

Clodovaldo Ruffato

ACCREDITATO DALLA REGIONE VENETO AI SENSI DELLA L.R. 19/2002 - D.D.R. 601/2014 • D.D.R. 602/2014.

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18 Voci da palazzo

La Giunta veneta ha costituito l’Osser-vatorio regionale per dare attuazione alla cosiddetta ‘Riforma Delrio’ che

detta norme in materia di Città Metropoli-tane, Province, unioni e fusioni dei Comuni. “Il Governo ci impone di defi nire entro l’anno con provvedimenti normativi il nuovo assetto istituzionale, ma ancora non è stato deciso quali siano le funzioni fondamentali da attribuire alle aree vaste e metropolitane e soprattutto non abbiamo alcuna certez-za di vederci trasferiti i fi nanziamenti per assicurare i servizi che prima gestivano le Province. Corriamo il rischio che non siano disponibili le risorse per l’erogazione di servizi indispensabili come la manutenzione degli edifi ci scolastici, il riscaldamento delle aule, la gestione della viabilità, la pulizia delle strade dalla neve e altri compiti che venivano svolti dalle Province”.

Roberto Ciambetti, Assessore agli Enti locali“dallo stato poChe risposte e risorse”

L’opinione

Vorrebbe andarci direttamente il governatore Zaia a parlare con Putin per sbloccare l’embar-go. E lo dice convinto, come se fosse davvero

possibile parlare con lo “zar” che ha messo al bando i prodotti di tutta l’Unione Europea dopo il sostegno occidentale all’Ucraina e alle relative sanzioni.

Fatto sta che Zaia avrebbe già avvitato contatti “uffi ciosi” con il Consolato generale di Milano e ha dichiarato che se troverà un’apertura per riavviare i rapporti commerciali previsti dai protocolli in vigore da anni tra la Regione e alcune repubbliche della Federazione russa, non chiederà certo al Governo nazionale il permesso di dare il via libera alla ripresa dei commerci.

Zaia agisce su mandato della Giunta che gli ave-va chiesto di prendere in prima persona la risoluzione approvata in Consiglio Regionale per agire diretta-mente con Mosca a difesa dell’economia veneta. Ma certo non basta e a ribadirlo è proprio il Presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato. “Non possiamo attenderci che tutto si fermi ad un’azione di vertice. Occorre continuare ad ascoltare il territorio e a costruire una rete europea di mobi-litazione anti-

embargo, anche perché sappiamo che la situazione muta in continuazione”. Secondo il Moscow Times, infatti, la Duma sta varando una legge che punta a compensare le perdite degli imprenditori e investitori russi in Europa (in transazioni e in proprietà) a segui-to della crisi russo-ucraina e della successiva “guerra economica degli embarghi”. Sono sempre più nu-merosi gli imprenditori russi che lamentano perdite considerevoli, tra cui Arkady Rotenberg (uno dei più potenti uomini d’affari di Mosca, businessman molto legato al presidente Putin) e le centinaia di altri nomi dell’economia russa, pesantemente frenati nel loro business dall’inserimento dei loro nomi nelle blacklist occidentali ed anche italiane.

Intanto, aspettando buone nuove, è stato varato un protocollo d’intenti dal titolo: “Italiano, meglio veneto”. Il documento, condiviso dal Presidente del Consiglio, Clodovaldo Ruffato, dall’Assessore all’Eco-nomia e Sviluppo Maria Luisa Coppola, dal presidente della Com-missione Relazioni Internazionali, Nereo Laroni e dai rappresentanti delle associazioni delle categorie del settore agroalimentare ha l’ obiettivo di valorizzare e promuovere la produzione agroalimen-

tare veneta quale fattore strategico per la crescita dell’economia regionale. Il documento prevede che per tutelare e promuovere i prodotti agroalimentari veneti la Regione intervenga presso il Governo na-zionale e gli Organismi europei affi nché vengano va-lutati gli effetti negativi dell’embargo sull’economia e sull’occupazione in Veneto. I rappresentanti della grande distribuzione hanno risposto in modo positi-vo, a patto che il settore primario compia un salto di qualità sul piano imprenditoriale, che non signifi ca solo qualità del prodotto, ma anche capacità di stare economicamente sul mercato. In questa logica il Pre-sidente Ruffato, chiudendo l’incontro, ha chiesto a tutti di “fare squadra per modernizzare un settore in grado di competere sul mercato”.

di Maria pavan

Obiettivo stare sul mercato Agroalimentare verso un salto di qualità necessario

Embargo russo: ora ci pensa Zaia!E’ sempre di più una priorità sostenere il prodotto veneto che ora sta soffrendo, ma in prospettiva è strategico per l’economia regionale

“Il terzo settore, soprattutto in un momento di crisi eco-nomica profonda e prolunga-ta, è un settore strategico”: l’ha detto intervenendo a Padova ad un meeting regio-

nale sul terzo settore, il vicepresidente del Consiglio Regionale del Veneto Matteo Toscani. Al dibattito, che presentava anche in Veneto il manifesto del no-profi t “Fiducia e nuove risorse per la crescita del Terzo Settore”, hanno partecipato il mondo del volontariato, della cooperazione sociale e allo sviluppo insieme a quei poli bancari e fi nanziari che credono al valore sociale dell’associazionismo.

L’idea dei promotori è quella di rafforzare la consistenza patrimoniale del Terzo settore, investire in nuove forme di management, lanciare seri programmi di rete con e verso l’Unione Europea, ripensare senso e tecniche della raccolta fondi e individuazione di nuovi fi loni di sviluppo per le organizzazioni non profi t anche attraverso una loro responsabilizzazione nell’ambito fi nanziario, coinvolgimento di realtà istituzionali in un nuovo approccio politico-culturale ai temi del volontariato. “In qualità di sindaco di un comune del Cadore - ha ricordato Toscani - ho lavorato a lungo nell’ambito della coo-perazione, tanto da essere stato tra i promotori di quella che è risultata essere la prima cooperativa sociale di tipo B, con la presenza di soci istituzionali. Certo non sempre in ambito regionale si presta la dovuta attenzione al terzo settore, alla cooperazione ed all’associazionismo ma il Consiglio Regionale nei prossimi mesi porrà particolare atten-zione alle proposte concrete e percorribili che verranno dal terzo settore”: la sfi da che mi sento di accogliere è di raggiungere risultati concreti in merito a proposte concrete”.

il terzo settore è strategiCo per il venetoMatteo Toscani

“Un aiuto al ricambio generaziona-le e alla coerenza della politica”. Così Leonardo Padrin, capo-

gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale defi nisce la nuova proposta di modifi ca della legge elettorale vigente (la n. 5/2012) che estende il limite dei due mandati a tutti i consiglieri regionali. “Ritengo che 10 anni di attività politica in Regione siano un periodo più che suffi ciente anche per i consiglieri, per dare il meglio delle proprie capacità politiche. Gli effetti della proposta di Padrin sull’attuale Consiglio regionale determinerebbero un vasto ricambio della classe politica regionale, in tutte le forze politiche. Presenze troppo prolungate nel tempo in ruoli di responsabilità regalano un indebito vantaggio di relazioni, visibilità e potere, a danno di quanti non sono presen-ti nelle istituzioni”.

Leonardo padrin, (fI)“politiCi in regione: due mandati bastano”!

“Invito i polesani ad aprire gli oc-chi su quello che sta accadendo ed a mobilitarsi per prevenire

l’emorragia dei nostri migliori speciali-sti. Nel Piano socio sanitario è previsto che per ogni provincia vi sia un ospedale di riferimento, con specialità di base e medio livello, e la presenza di alte spe-cialità per un territorio più ampio, costituendo centri hub a livello sovra-aziendale. Questo principio è stato defi niti-vamente affossato con la Dgr 1630 del 9 settembre che declassa defi nitivamente l’ospedale di Rovigo, che invece di essere hub diviene un ospedale di serie B. Oggi, le specialità stralciate all’ospedale di Rovigo sono proprio quelle che, in-vece, avrà il nuovo ospedale di Schiavonia, a Monselice, un ospedale costruito con un project fi nancing”.

graziano Azzalin (pD)taglio gravissimo della sanità polesana

“Il Governo italiano si sta comportando come il peggiore dei motoscafi sti. Pro-prio come i motoscafi sti scaricano uo-

mini, donne e bambini sulle nostre coste senza alcun scrupolo e senza nessuna pietà, l’Esecuti-vo nazionale sta scaricando sugli enti locali la gestione di una emergenza umanitaria che si sta aggravando di giorno in giorno. Dobbiamo dire basta: altro che Mare nostrum, Veneto nostrum!”.

A dirlo è l’assessore regionale alla sicurezza Massimo Giorgetti sostenuto da Dario Bond e Piergiorgio Cortelazzo, capogruppo e vice-capogruppo di Forza Italia per il Ve-neto. “Il Veneto è da sempre terra di accoglienza, ma quella che si sta registrando in queste settimane è una invasione senza regole che rischia di far saltare gli equi-libri socio-economici raggiunti dopo decenni di graduale integrazione. Mille arrivi in meno di due giorni sono davvero troppi; mettono a dura pro-va le strutture e lo stes-so volontariato che fi nora non si è mai tirato indietro”.

“La linea di questo Governo è quella di scaricare l’emergenza sui Prefetti, a loro volta sempre più imbarazzati nell’approcciarsi ai sindaci, i veri anelli deboli della catena. Tocca all’Esecutivo as-sumersi la respon-sabilità degli arrivi; scaricare sugli altri è fi n troppo facile”.

“il governo è il peggiore dei motosCafisti”Massimo giorgetti

Clodovaldo Ruffato

29Voci da palazzo

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31Voci da palazzo 19Voci da palazzo

“Esprimiamo profonda preoccupazione sul lavoro di ENIT – sostiene Marco Michielli, presidente di Federalberghi Veneto – che così non funziona

e dev’essere trasformato in una macchina da guerra per la promozione del turismo, come succede in altri paesi, Spa-gna in primis. Non chiediamo alla Regione di aiutare gli al-bergatori – continua Michielli – ma di attrezzare la logisti-ca del terriorio con servizi di trasporto o navette, pubbliche o private, che dagli aeroporti riescano a portare i visitatori direttamente alle località turistiche. Dobbiamo fi nalmente rendere facile al turista venire e muoversi in Italia”.

Fa eco il consigliere del Ministero del Turismo e alla Cultura, Stefano Ceci: “Il problema del turismo non è una questione di posti letto, ma riguarda gli spostamenti delle persone. La mobilità è diventata un punto strategico e deci-sivo per lo sviluppo di questo settore – e aggiunge Ceci - da Roma proporremo degli incentivi fi scali ai Comuni che inve-stono nella riqualifi cazione del loro Piano Urbanistico per migliorare l’offerta turistica anche abbattendo le vecchie strutture ricettive eredi della cementifi cazione selvaggia dei nostri paesaggi. Con altri sgravi fi scali, invece, cercheremo d’incentivare la digitalizzazione del turismo, diventato il mezzo imprescindibile per ricevere prenotazioni e pubbli-cizzare l’accoglienza”.

Commenti

Dagli operatori turistici al consigliere del MinisteromiChielli: “lavoriamo sulla promozione” CeCi: “strategiCi mobilità e innovazione”

L’analisi tecnica Il direttore del Dipartimento regionale del Turismo Paolo Rosso

Il Veneto si conferma locomotiva dell’economia del turismo nazionale. Prima regione italiana per pre-senza turistica, a un anno di distanza dall’entrata

in vigore della nuova legge regionale sul turismo, il Veneto tira le somme e si prepara ad affrontare nuovi scenari per il futuro.

“Il turismo è diventato l’industria più importante del Veneto – afferma Paolo Rosso, direttore del Di-partimento regionale del Turismo – ma necessita di un adeguamento delle sue strutture e infrastrutture di accoglienza per migliorarne offerta e appetibilità turistica. La legge 11 del 2013 aggiorna sicuramente l’approccio governativo di questo settore e sposta fi nal-mente l’attenzione sui suoi due attori fondamentali: le imprese e i clienti turisti”.

Non più strutture asettiche, ma sistemi turistici tematici e organizzati secondo le caratteristiche natu-rali, culturali e artistiche del territorio in cui le imprese s’inseriscono.

“La nostra regione è ricca di prodotti turistici da sviluppare – spiega Paolo Rosso – basti pensare a tutti i paesaggi che offre, dalle spiagge alle Dolomiti, Vene-zia e la sua Laguna fi no al Lago di Garda. Bisogna im-pressionare il turista proponendogli esperienze ad alto impatto emozionale legate ad ogni particolare territorio che lo motivino a tornare in Veneto”.

A questo scopo, la nuova legge regionale sostituirà le vecchie APT con Organizzazioni per la Gestione della Destinazione (OGD) preposte a creare un tavolo per-manente tra amministrazione e privati per migliorare

la commercializzazione di ogni destinazione regionale. Le prime sei regioni della classifi ca nazionale (Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Lazio e Trentino Alto-Adige) rappresentano da sole il 70% delle entrate dell’intero comparto turistico.

Il Veneto, capolista italiano, conta il 64% di presen-ze straniere, si colloca anche tra i primi posti delle mete turistiche internazionali, subito dopo le Isole Baleari e prima della Provenza. Oltre ai fedelissimi tedeschi, in-

glesi, scandinavi, francesi e nordamericani, negli ultimi anni sono i turisti dei paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) ad essere aumentati esponenzialmente.

“Un dato di cui tenere assolutamente conto nell’o-spitalità – sostiene il direttore del Dipartimento regio-nale del Turismo – perché i turisti di nazionalità Bric sono anche coloro che spendono di più al giorno sul nostro territorio. Primi in assoluto i russi, con una media di 150 euro al giorno, seguiti da brasiliani, statunitensi, cinesi e tedeschi. Dobbiamo farli sentire a loro agio, perché tornino in Veneto e non vadano altrove”.

Fondamentale l’inserimento in rete di tutte le strutture ricettive, perché la prenotazione via web è diventato il metodo d’acquisto turistico più usato a cui gli hotel, bed and breakfast, agriturismi e campeggi devono adeguarsi.

“Cambieranno anche i servizi d’informazione e accoglienza turistica– aggiunge Paolo Rosso - di cui si potrà occupare l’amministrazione pubblica o privati in convenzione. L’importante è che le formule varino contestualmente al territorio. Così ritroveremo lo IAT o l’Info Point, pensando anche a sistemi in mobilità dell’utente e alle famose App per smartphone”.

Indispensabile, infi ne, un piano per l’incremento della logistica, di cui si discute anche a livello naziona-le, e dei servizi aeroportuali, con un occhio di riguardo ai voli low-cost, da considerare ormai parte integrante nella scelta di una meta turistica.

Sara Boscolo Marchi

Veneto, volano del turismo nazionale, si prepara alle sfi de future

La politica si confronta con il mondo degli operatori turistici, le associazioni di categoria, le organizzazio-ni sindacali, tecnici e addetti ai lavori in un dibattito

pubblico organizzato per fare il punto della situazione ad un anno dall’approvazione della nuova legge regionale, la n. 11 del 2013, sul turismo. L’iniziativa, dello scor-so 10 ottobre a Sottomarina di Chioggia, è del gruppo regionale del Partito Democratico che si propone di met-tere a fuoco opportunità e criticità di una legge che rego-lamenta un’attività principe dell’economia regionale, in una fase di profondi e radicali cambiamenti.

A fare gli onori di casa il capogruppo del Pd Veneto Lucio Tiozzo che ha introdotto i lavori e gli ospiti del convegno: il segretario regionale, Roger De Menech e il consigliere Roberto Fasoli, il direttore del Dipartimento del Turismo per la Regione Veneto, Paolo Rosso; l’asses-sore al Turismo di Chioggia, Maurizio Salvagno e Stefano Ceci, consigliere del Ministro al Turismo e alla Cultura Franceschini.

“Il Veneto - ha esordito Tiozzo - si conferma anche nel 2014, nonostante la stagione controversa per l’incle-menza del tempo, la prima regione in Italia e la quinta in Europa per le presenze turistiche: 62milioni l’anno pas-

sato. Un primato che conferma il ruolo trainante che il turismo gioca nell’economia regionale, a maggior ragio-ne se si pensa che rappresenta un’industria che nessuno può delocalizzare”.

Alla luce di queste considerazioni risulta perciò stra-tegica la nuova legge regionale che introduce elementi di innovazione nell’ambito di un settore che sta cambian-do pelle ed i provvedimenti messi in campo dalla Giunta regionale e dall’attività del Consiglio.

“La Legge - prosegue il capogruppo del Pd Veneto - punta al potenziamento di tutti gli asset tradizionali dell’offerta turistica, da Venezia alla montagna, dalle spiagge al Delta, dai laghi ai fi umi per alimentare nuove capacità del comparto e proporsi su scala nazionale e internazionale in modo innovativo”. Un’azione che trova supporto nel Decreto legge 83 presentato dal Ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini che su scala nazionale rafforza questa impostazione di valo-rizzazione di tutte le voci che, aggregate, rappresentano i punti di forza del turismo: la cultura, i centri storici, l’enogastronomia...

Importante anche il primo voto al Senato sulla mo-difi ca del Titolo V della Costituzione, dove negli articoli

116 e 117 si ridefi nisce in maniera chiara il rapporto di competenze tra Stato e Regioni anche in materia di turismo.

Lucio Tiozzo ribadisce dunque “l’impegno del Partito democratico in questo ultimo scampolo di legislatura ver-so questo tema che rimane una voce predominate della nostra azione politica” anche in prospettiva di una futura eventuale vittoria alle prossime regionali.

L’appello agli operatori e a tutti gli addetti ai lavori è dunque quello di fare squadra, anche in un contesto di rapporto dialettico e talvolta confl ittuale, ma sempre profi ucuo per rispondere alle sfi de del futuro.

Il segretario regionale del Pd e deputato Roger De Menech ha insistito sull’azione che il Governo nazionale sta portando avanti attraverso la riforma del titolo V fi na-lizzata a riqualifi care il sistema Paese anche a scopo di rilanciare il turismo. “Dobbiamo legare il turismo - ha det-to nel suo intervento - alle bellezze del paesaggio, alle infrastrutture che devono essere funzionali e accoglienti. Da questo presupposto di una visione complessiva nasce il concetto nella riforma del titolo V di far sì che alcune funzioni dai Comuni tornino allo Stato, coordinatore cen-trale del progetto di riqualifi cazione del sistema Italia.

Per fare bene il turismo, che è una vera e propria indu-stria, bisogna gestire in maniera professionale il Paese”.

Più tecnico l’intervento del consigliere regionale del Pd Roberto Fasoli che pur premettendo il buon risultato ottenuto dai lavori che hanno portato alla nuova legge regionale sul turismo ha voluto soffermarsi sulle criticità che ancora interessano il settore. Da quelle contingenti come il futuro dei lavoratori delle Apt, considerata l’im-minente chiusura dell’ente, che non possono essere assorbiti dalla pubblica amministrazione essendo assun-ti con contratti privatistici. Al nuovo assetto delle Odg (organizzazione di gestione delle destinazioni) gestite in cooperazione pubblico-privato, a quello dei fi nanziamen-ti che prima erano regionali, al demanio marittimo, alla tassa di soggiorno la cui norma nazionale va cambiata chiarendo che si tratta di una tassa di scopo.

Infi ne un’esortazione guardando al futuro. “Il Ve-neto - ha concluso Fasoli - è un laboratorio importante, non deve seguire il carro ma dettare le norme a livello nazionale anche in ambito turistico”.

Il Pd Veneto strizza l’occhio al settore, promettendo di esserci nelle prossime sfi de, pronto a dare risposte di cui c’è bisogno.

Politica ed economia Il dibattito pubblico organizzato dal Partito Democratico regionale

Pd: “Il turismo del futuro in Veneto”

Da sinistra De Menech, Fasoli, Rosso, Salvagno e Lucio Tiozzo

Ad un anno dall’approvazione delle legge regionale n.11 del 2013 si rifl ette su opportunità e criticità per un settore trainante dell’economia veneta che sta cambiando pelle

Paolo Rosso

“Bisogna impressionare il turista proponendogli esperienze ad alto impatto emozionale e così convincerlo a tornare in Veneto”

Sistemi turistici tematici, commercializzazione di ogni destinazione, la rete e la logistica sono le direzioni su cui si deve lavorare

Da sx Marco Michielli e Stefano Ceci

S.B.M.

di Ornella Jovane

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20 Cultura veneta

Un percorso espositivo che conta 72 opere scelte dal deposito concesso al museo veneziano, con lavori esposti per la prima volta

Un nuovo capitolo espositivo in collaborazione con The Sonnabend Collection Foundation è proposto alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Cà Pe-

saro Venezia, fi no al 4 gennaio 2015, dopo l’esposizione dell’anno passato. La mostra “Da Rauschenberg a Jeff Koons. Lo sguardo di Ileana Sonnabend” apre nuova-mente un percorso sulla storia dell’arte del secolo scorso, attraverso l’occhio mercantile di una potente gallerista: Ileana Sonnabend, ossia Ileana Schapira (Bucarest 1914 - New York 2007). Moglie di Leo Castelli fi no al suo de-cesso e successivamente di Michael Sonnabend, Ileana aprì in questi sodalizi diverse gallerie: Parigi nel ’39, New York nel ’57 con artisti quali Jasper Johns, Robert Rau-schenberg, Andy Warhol, fi no alle successive sempre a Parigi nel ’62 e New York 1970. Di carattere tosto, unito a una forte dose di opportunismo, all’epoca la signora dell’arte imperava sugli artisti tanto che da quest’ultimi usciva spesso la frase: “Se lo dice Ileana ..” Il percorso espositivo consta di 72 opere, scelte dal deposito conces-so al museo veneziano, con lavori esposti per la prima volta quali “Infl atable Flower (Yellow)” del 2011 di Jeff Koons, “None Sing/Neon Sign” (1970) e “Eat Death” (1972) di Bruce Nauman. A questi si affi anca una sezio-ne dedicata all’arte povera con opere di Jannis Kounellis,

Gilberto Zorio, Mario Merz, Pier Paolo Calzolari e Giovan-ni Anselmo. Inoltre si possono ammirare capolavori quali “Figure 8” di Jasper Johns del ’59 e le opere “Interior - Combine painting” del ‘56, “Payload” (1962) e “Kite” (1963) di Robert Rauschenberg artista che Ileana, assie-me a Leo Castelli e Alan Solomon, contribuì a portare alla Biennale di Venezia del 1964, facendolo vincere il Gran premio della Pittura grazie anche all’intervento del critico italiano Marchiori. Altri artisti presenti sono Andy Wharol con otto lavori quali “Nine Jackies” (1964), “Triple Rau-schenberg” e “Cambell’s Soup Can - Turkey Noodle” (1962), Roy Lichtenstein, Jim Dine, James Rosenquist, Claes Oldenburg e Tom Wesselman. L’esposizione chiude con una sala dedicata alla Minimal Art con alcune impor-

tanti sculture datate anni Sessanta, composte di forme geometriche elementari singole o ripetute, realizzate con materiali di preferenza industriali dagli artisti Dan Flavin, Donald Judd e Robert Morris. Una mostra che testimo-nia un percorso reale dell’Arte che, dagli anni sessanta, attraverso la via commerciale di mercanti e galleristi ha determinato la forza della produzione artistica maggior-mente statunitense. La collezione Sonnabend, come indica la direttrice dei Musei Civici Veneziani, Gabriella Belli, è “diventata parte del patrimonio museale di Cà Pesaro anche se si tratta di un prestito a lungo termine: una prosecuzione delle collezioni che come acquisizioni si è fermato agli anni ‘60”.

di Alain Chivilò

Venezia La signora dell’arte imperava sugli artisti che spesso dicevano: “Se lo dice Ileana”

La collezione Ileana Sonnabend Continua la rassegna che porta nei migliori teatri e piazze della

Regione alcune delle voci più belle del mondo. Tra queste c’è sicuramente quella di Noa una cantautrice e percussionista di

origine yemenita/israeliana/americana, che insieme con Gil Dor ha entusiasmato e incantato il pubblico di tutto il mondo con il suo unico, appassionato e intelligente stile di scrittura e di interpretazio-ne. Sarà in concerto sabato 25 ottobre alle ore 21.00 al Teatro Accademia di Conegliano. Al centro dello spettacolo Love Medicine, frutto della collaborazione di Noa con Gil Dor, da sempre al suo fi anco come direttore musicale e chitarrista. Un album che nasce da quattro anni di lavorazione: una pausa creativa in cui hanno tradot-to in musica tutte le sfumature delle emozioni e l’energia scaturite da incontri signifi cativi e luoghi magici. Noa sarà accompagnata da Gil Dor alla chitarra, Adam Ben Ezra al basso e Gadi Seri alla bat-teria, insieme a un quartetto d’archi. I live saranno l’occasione per presentare al pubblico l’ultimo, omonimo CD, e al tempo stesso per ripercorrere le canzoni più amate della carriera di questa straordina-ria interprete, capace di conquistare anche l’ascoltatore più esigente con la sua voce angelica e la sua presenza scenica magnetica. La musica per Noa è anche strumento per il suo instancabile e corag-gioso lavoro per la pace nel suo Paese. I suoi numerosi impegni di volontariato in tutto il mondo, le sono valsi titoli e riconoscimenti, tra cui Ambasciatrice di buona volontà della FAO, Cavaliere della Repubblica Italiana, il Chrystal Award del WEF di Davos, la Colomba della Pace di Shimon Peres e molti altri ancora. Ma nel calendario di Veneto jazz sabato 1 novembre c’è Gilberto Gil e ancora il 13 novembre Robert Glasper mentre Cassandra Wilson, la signora del Jazz, sarà al Teatro Nuovo di Verona sabato 13 dicembre. Per i dettagli: http://www.venetojazz.com

veneto Jazz

a Conegliano noa e la sua voCe per la paCe

M.P.

Fondazione Prada

Il rapporto tra arti visive e suono, dal Cinquecento alla nostra contemporaneità attraverso il ruolo dell’artista musicista e

degli strumenti musicali, è la tematica della mostra che fi no al 3 novembre la Fondazione Prada di Venezia, sede a palazzo Cà Corner, propone durante il periodo della Biennale Architettura. Le sonorità si mettono in rela-zione con le opere d’arte trovando similitudini e diversità. L’esposizione si sviluppa nei due pia-ni principali di questa storica residenza riu-nendo più di 180 opere e oggetti, tra dipinti e partiture, strumenti mu-sicali decorati, automi e macchine musicali, sculture e readymade. Un allestimento che ri-manda al concetto dello spartito nel quale una struttura lineare crea la planimetria e la disposizione ambientale dei supporti, mentre la scrittura musicale che lo compone è sostituita dagli oggetti e dagli strumenti in mostra. Il XVI secolo inizia il percorso espositivo con dipinti a soggetto mu-sicale realizzati da Bartolomeo Veneto e Ni-cola Giolfi no (1520 – 1530) per proseguire con strumenti musicali realizzati da Giovanni Battista Cassarini e Michele Antonio Grandi nel Seicento. Nella storia i secoli XVIII e XIV evidenziano l’evoluzione musicale che portò

alle esplorazioni del 1900. Il secolo passato, suddiviso tra arte moderna e contemporanea, tocca le principali tappe artistiche attraverso il movimento Fluxus con John Cage, George Maciunas e Joe Jones, il Nouveaux Réealism di Jean Tinguely e Arman: tutti artisti caratte-rizzati da opere con assemblaggi precostitui-ti, casuali e dispositivi musicali. Da qui le re-

lazioni che i diversi soggetti hanno avuto con le sonorità sono molti, da Tom Wesselmann, Claes Oldenburg a Coosje van Bruggen per esempio. Relazioni con spartiti, banjo, violini e chitarre fi no alle opere interattive con il pub-blico di Laurie Anderson con Handphone Table (1978), Loris Gréaud con Crossfading Suitca-se (2004) e Doug Aitken con Marble Sonic Table (2011). Una mostra divulgativa che aiuta a comprendere la complessità creativa che contraddistingue tuttora musica e arte.

Art or Sound

A Venezia, isola della Giudecca, la Casa dei Tre Oci sta divenendo anno dopo anno la sede principale per la fotografi a d’arte della Serenissima. Fino all’08 dicembre la mostra “Venezia si difen-

de 1915 – 1918” testimonia, a cento anni dall’inizio internazionale della Grande Guerra, le protezioni ideate per far fronte alle incursioni aeree austriache. In totale furono 42 gli attacchi che scaricarono sulla città un totale di 1029 bombe (300 solo durante la notte tra il 26 e il 27 febbraio 1918), con il risultato di provocare ingenti danni materiali, ma soprattutto 52 vittime e 84 feriti tra la popolazione. Le quattro sezioni del percorso espositivo mostrano come Venezia si di-fese, inserendo un focus sulla più importante azione militare italiana durante la I guerra: l’affondamento della corazzata Wien nel porto di Trieste, compiuto dai Mas guidati dal tenente di vascello Luigi Rizzo. Lungo la mostra si percepisce come fu studiata e attuata un’impor-tante strategia difensiva partendo dalla protezione dei monumenti

cittadini. Murature di rinforzo, “saccate”, imbragature di legno, rimo-zione di monumenti pubblici, palloni frenanti per ostruire lo spazio aereo e altane trasformate in postazioni di avvistamento e di difesa antiarea attraverso fucilieri della Marina e volontari pronti al fuoco sono gli strumenti attuati durante la guerra. Tutto questo ha creato la modifi ca degli usi e costumi dei veneziani che dovevano sempre pensare a essere vicini ai rifugi in occasione delle frequenti incursioni, ascoltando il suono delle sirene, vivendo anche nell’oscuramento, aiutando la rimozione delle macerie, fi no al continuo andirivieni negli ospedali. A conclusione del percorso espositivo un corpus illustrativo pone l’accento sulle cartoline postali e sulle campagna di sostegno e sottoscrizioni. Una mostra dunque che mette in luce una testimo-nianza sugli effetti della Grande Guerra, che diventano a loro volte documenti indispensabili per approfondire ulteriormente la tragicità dell’evento.

grande guerrra 1915-1918

vENEZIA SI DIfENDE

Al.Ch. Al.Ch.

32 Cultura veneta

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A U T U N N O / I N V E R N O / 2 0 1 4 / 1 5

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14 Sì,viaggiare

Vespe gialle si muovono gaie e leggere tra i fi lari delle viti, sullo sfondo di paesaggi di rinascimentale bellezza. Paesaggi dove l’uomo è intervenuto con saggezza,

rispettando la naturale armonia dell’ambiente. Percorrere in allegria con la moto i sentieri tracciati fra i vigneti che ordinata-mente ricamano le colline del Collio è un’idea stravagante (ma azzeccata) di Edi Keber, Josko Sirk e alcuni loro amici in vena di lanciare qualche novità. Il tour a bordo del popolare scooter della Piaggio, quello reso universalmente famoso da Audrey Hepburn e Gregory Peck nel fi lm “Vacanze romane”, è un modo per godere degli splendidi scorci racchiusi nel territorio delimitato dallo Judrio e dall’Isonzo, incorniciato fra i dolci pendii vitati dove nascono i celebrati vini bianchi del Collio. Vini così buoni da far meritare alla zona l’appellativo di “Borgogna italiana”. La sosta in qualche selezionata cantina aiuta poi a catturare anche i profumi di questa terra baciata da Bacco e tenuta meglio di un giardino da chi la lavora. L’escursione sulle scanzonate Vespe gialle ha colpito anche una giornalista americana e così l’esperienza è fi nita persino sul New York Times. Un reportage di tre pagine che ha dato una visibilità incredibile al Collio.

La cartina che indica i sentieri per le Vespe è signifi camen-te priva dei confi ni fra Italia e Slovenia. Un modo per esorciz-zare e archiviare defi nitivamente il passato, quando il Collio

era diviso in due e la cortina di ferro che correva dal Baltico all’Adriatico tagliava a metà persino il piazzale della stazione di Gorizia. Ora il Collio, la cui parte slovena si chiama Brda, è tornato unico, come lo era stato per secoli, prima sotto il Vesco-vado di Aquilea e poi sotto la corona d’Asburgo. I confi ni sono spariti. Attraversarlo in libertà signifi ca non accorgersi nemme-no più dell’assurda lacerazione provocata dalla Guerra Fredda, che qui tagliò poderi e vigneti, chiese e cimiteri, in qualche caso persino i cortili delle case. La Vespa gialla è stata una trovata molto apprezzata dagli enoturisti. Si sa, il turismo del vino in Italia muove ogni anno circa cinque milioni di persone e di idee nuove ce n’è sempre bisogno. Un gruppo di cinque vignaioli, un’avanguardia culturale (e colturale), s’è messo in testa di valorizzare ancora di più questa terra eletta di grandi vini e ha creato “Collio Vitae”, che riprende la positiva esperienza di “Piccolo Collio”, associazione per il territorio creata da artigiani del gusto e ristoratori, nobili contadini e vignaioli che amano la zona. “Collio Vitae” ha come stella polare l’eccellenza: Roberto Picech, Edi Keber, Damijan Podversic, Damian Princic e Dario Raccaro la perseguono senza compromessi, come stanno a dimostrare i tanti riconoscimenti meritatisi dai loro vini. Oggi per loro il Collio è un unico vino, dalla qualità allo stato puro: un blend fra i vitigini della Doc Collio, in primis Ribolla gialla, Malvasia istriana e Tocai friulano. Un unico vino

a cui ciascuno di loro però vuol dare sfumature diverse per connotare il proprio talento creativo. Edi Keber lo ha chiamato Collio. Collio e basta. E per farlo utilizza Ribolla, Malvasia e Tocai (pardon, Friulano). Raccaro ha fatto lo stesso: il suo Col-lio è un uvaggio composto da Tocai friulano (qui lo chiamano ancora così alla faccia degli ungheresi), Sauvignon e Pinot grigio. Picech ha scelto Jelka (Gabriella in sloveno, la mamma di Roberto l’attuale titolare della cantina), prodotto con vini ottenuti da uve provenienti da vecchi viti di Tocai friulano, Mal-vasia e Ribolla gialla. Il primo affi nato in botte grande, gli altri in tonneaux. Picech ha pure ricavato una accogliente foresteria agrituristica accanto alla cantina: gli sono arrivati ospiti anche dalla Nuova Zelanda. Princic ha eletto a vino simbolo il suo Colle Duga: Sauvignon, Tocai friulano e Chardonnay. Infi ne il “fi losofo” Damijan Podversic: il suo Kaplia, un blend fra Chardonnay, Tocai friulano e Malvasia istriana, è frutto di uve raccolte in surmaturazione, lunghe macerazioni sulle bucce, affi namento in botti grandi e poi in bottiglia.

L’obiettivo di Collio Vitae è dare un appeal diverso al Collio: non più la regione delle ultime viti dell’impero, ma il cuore della nuova Europa, sinonimo internazionale di una terra vocata al vino com’è avvenuto per la Borgogna, la Mosella, la Wachau austriaca. Insomma, i cinque vignerons di Collio Vitae sono convinti che sia giunto il momento anche per il Collio di

darsi un’identità più forte e marcata. Basta con i troppi vitigni internazionali e in alternativa creare un vino unico che connoti fortemente la zona (vedi l’esempio del Franciacorta) e nel contempo dare più valore al lavoro nel vigneto con coltivazioni più sostenibili, in molti casi biologiche, in modo che la differen-za di qualità si percepisca nel bicchiere. Dal vino al territorio. Il Collio e la zona circostante hanno molto da offrire anche sotto il profi lo turistico. Basta pensare ai castelli (quello di Spessa e quello dei conti Formentini a San Floriano sono circondati da campi da golf), ai borghi storici, alle pievi, ma soprattutto alle testimonianze della Grande Guerra: dal sacrario di Oslavia, al museo sul monte San Michele, o a quello ospitato al Castel-lo di Gorizia. E poi alle trincee, molte delle quali in vista del Centenario sono state ripristinate e rese agibili alle visite degli escursionisti. E poi c’è il Parco Ungaretti di Sagrado che ricor-da l’esperienza dolorosa del poeta-soldato durante la Grande Guerra. La sua vita in trincea è condensata in opere che tutti abbiamo studiato a scuola, come San Martino del Carso, dove la tragicità del confl itto si avverte nel suo quotidiano incontro con la morte, magari nella descrizione cruda del volto devasta-to di un compagno ucciso dal fuoco nemico. Il parco letterario è impreziosito da artistiche e ardite installazioni che riportano i versi del poeta. Dal belvedere del parco lo sguardo si spinge fi no al mare, fi no a Grado, fi no al golfo di Trieste.

NELLA FOTO GRANDE UNA VISTA PANORAMICA DEL COLLIO DALL’AZIENDA DI DAMIJAN PODVERSIC. A DESTRA, IN ALTO, LE VESPE GIALLE DEL COLLIO E UNA VECCHIA PIANTA DI VITE DELL’AZIENDA RACCARO. PIÙ SOTTO: IL CASTELLO DI SPESSA. A SINISTRA: UNA CAMERA DELL’AGRITURISMO DI ROBERTO PICECH E I CINQUE VIGNERONS DI COLLIO VITAE. SOTTO, DA SINISTRA: UNA MAPPA STORICA DEL COLLIO, I CINQUE VINI SIMBOLO DI COLLIO VITAE, UNO SCORCIO DELLA ZONA E LA STORICA CANTINA DI EDI KEBER

PER LA QUALITÀ DEI SUOI BIANCHIS’È MERITATO L’APPELLATIVO

DI “BORGOGNA D’ITALIA”DOPO L’APERTURA DELLE FRONTIERE

CON LA SLOVENIA LO SI PUÒ VISITAREINTEGRALMENTE IN PIENA LIBERTÀ

UN’IDEA ORIGINALE È FARLOA BORDO DI UNA VESPA GIALLA

CINQUE VIGNERONSUNITI IN “COLLIO VITAE”

GUARDANO AL FUTUROPUNTANDO SU UN VINO UNICO

CHE DIA PIÙ IDENTITÀ ALLA ZONASIRK, L’ARTE DELL’ACETO

Collio territorio da bere

FRIULI VENEZIA GIULIA

C’è aceto e aceto. Da una terra di grandi vini come il Collio nasce uno dei grandi aceti italiani. Lo produce Josko Sirk alla Subida di Cormons. Sirk nella vita fa

anche il ristoratore (è suo lo storico ristorante “Al cacciato-re”) e offre ospitalità agrituristica di alto livello. Sirk (nella foto) ottiene il suo grande aceto direttamente dalle uve prodotte nelle vigne adiacenti all’acetaia. Le uve deraspa-te fermentano in tini di rovere, poi viene innescata la fermentazione acetica con l’aceto madre. Dura quasi un anno. Poi l’affi namento in piccole botti per altri tre o quattro anni. La qualità delle uve e il lunghissimo contatto con le bucce e le fecce nobili, permettono di ottenere un prodotto di grande struttura, ricco di minerali, persistente e complesso. Josko Sirk, opera dell’architetto Markus Klaura, su prenotaazione apre la sua acetaia alle visite.

ISOLA DELLA SCALA (VR)

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DAL 13 AL 30NOVEMBRE 2014

Iniziativa fi nanziata dal Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto 2007 - 2013, Asse 4 - Leader. Organismo responsabile dell’informazione: Comune di Isola della Scala. Autorità di gestione: Regione del Veneto - Direzione Piani e Programmi del Settore Primario. COMUNE

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Tel. 045 73 00 089www.isola� ere.it

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Page 35: Adria sett2014 n118

35Sì, viaggiare14 Sì,viaggiare

Vespe gialle si muovono gaie e leggere tra i fi lari delle viti, sullo sfondo di paesaggi di rinascimentale bellezza. Paesaggi dove l’uomo è intervenuto con saggezza,

rispettando la naturale armonia dell’ambiente. Percorrere in allegria con la moto i sentieri tracciati fra i vigneti che ordinata-mente ricamano le colline del Collio è un’idea stravagante (ma azzeccata) di Edi Keber, Josko Sirk e alcuni loro amici in vena di lanciare qualche novità. Il tour a bordo del popolare scooter della Piaggio, quello reso universalmente famoso da Audrey Hepburn e Gregory Peck nel fi lm “Vacanze romane”, è un modo per godere degli splendidi scorci racchiusi nel territorio delimitato dallo Judrio e dall’Isonzo, incorniciato fra i dolci pendii vitati dove nascono i celebrati vini bianchi del Collio. Vini così buoni da far meritare alla zona l’appellativo di “Borgogna italiana”. La sosta in qualche selezionata cantina aiuta poi a catturare anche i profumi di questa terra baciata da Bacco e tenuta meglio di un giardino da chi la lavora. L’escursione sulle scanzonate Vespe gialle ha colpito anche una giornalista americana e così l’esperienza è fi nita persino sul New York Times. Un reportage di tre pagine che ha dato una visibilità incredibile al Collio.

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farò di mia moglie?• Se lavorare fa bene, perché non lo lasciamo fare agli ammalati?Uomini…• Perché gli uomini si vestono di scuro il giorno del matrimo-nio? Per essere in tinta col te-lecomando e con il sacco della spazzatura.

Donne…• Cosa hanno in comune i fulmi-ni e le donne al volante? Entram-bi vengono attirati dagli alberi.• Quella donna chiacchiera tan-to che d’estate le si abbronza anche la lingua.Chuck Norris... • Chuck Norris può distrarre Coccolino Concentrato.• Chuck Norris usa come venti-latore il Mulino Bianco.• Chuck Norris non piange, suda dagli occhi.

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All’università... • Lezione di medicina all’univer-sità: Il professore: “Il paziente si è fratturato un femore e zoppi-ca; tu cosa faresti?” Lo studen-te: “Zoppicherei anch’io”.• Due giovani studenti univer-sitari discutono: “Tu cosa fai per vivere?” “Scrivo” “Fai il ro-manziere?” “No.” “Sceneggia-tore?” “No.” “Poeta?” “No.” “Ma allora cosa scrivi?” “Scri-vo a mio padre chiedendogli di mandarmi i soldi!”

Computer…• Computer: macchina proget-tata per velocizzare e automa-tizzare gli errori.• I computer sono più stupidi degli esseri umani, ma fortu-natamente hanno l’interruttore per spegnerli.Aforismi…Trovo che la televisione sia mol-to educativa. Ogni volta che qualcuno l’accende, vado in un’altra stanza a leggere un li-bro. (Groucho Marx)

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30

i nostri Esperti

IL DIRITTO PER IL CITTADINO

La cessione di immobili AterDott. Avv. Notaio Matteo Ceolin

DOTT. AVV. NOTAIO MATTEO CEOLIN [email protected]

I c.d. immobili ATER (Azienda Territoriale Edilizia Residenziale) sono la categoria più nota degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, quelli cioè realizzati usufruendo di particolari contribuzioni e deroghe alla legislazione generale di settore allo scopo di fornire alloggi abitativi per i cittadini con scarso reddito. Questo tipo di attività edilizia è realizzata a costi ridotti allo scopo di avvantaggiare i destinatari di questi alloggi. Come contropartita per questo vantaggio vengono solitamente previsti dal legislatore divieti temporanei di alienazione degli alloggi così realizzati, oppure limitazioni varie alla

libertà del commercio giuridico del bene realizzato, al duplice scopo di evitare comportamenti speculativi su queste costruzioni ed altresì per garantire che il bisogno di alloggio, da parte di questi ceti bisognosi e meritevoli di assistenza sia effettivo, in tal modo costringendo il benefi ciario ad occupare l’alloggio per un determinato periodo.Per la Regione Veneto la disciplina di questa tipologia di alloggi la si ritrova nella Legge regionale 13 aprile 2001, n. 11, la quale sostanzialmente non fa che recepire quanto già previsto dalla Legge nazionale del 24 dicembre 1993, n. 560. In concreto il soggetto titolare di

immobili ATER si vede gravare da due oneri fondamentali: 1) il primo consiste nel divieto di vendita, anche parziale, per un periodo di dieci anni dalla data del contratto di acquisto; il divieto è a intendersi in senso ampio per cui non solo è vietata la vendita in senso proprio ma pure qualsiasi altro atto che determini un trasferimento del bene (permuta, donazione ecc.); 2) il secondo consiste nel diritto di prelazione riconosciuto in ogni caso di vendita agli enti pubblici anche una volta che siano decorsi i 10 anni.In concreto quindi il titolare di immobile ATER non può cedere ad alcun titolo il bene prima che

siano decorsi 10 anni; l’obbligo si trasferisce anche agli eredi che subentrino nella titolarità del bene per morte del suo titolare (es. la moglie che riceve dal marito oppure i fi gli che ricevono dal genitore). Decorsi i 10 anni, invece, si potrà vendere ma occorrerà prima informare l’ente pubblico di questa intenzione per garantirgli il diritto di prelazione

sull’acquisto; sebbene gli enti pubblici non esercitino quasi mai questa facoltà, la legge riconosce loro 60 giorni di tempo per il suo esercizio. Soltanto decorso tale termine, e previa esibizione al Notaio della prova dell’avvenuta comunicazione all’ente pubblico, sarà possibile vendere senza rischi l’immobile ATER.

A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Cari lettrici e lettori, in questo numero affronto la delicata questione inerente il maltrattamento e l’uccisione di animali, che, si sa, con l’arrivo dell’estate aumentano notevolmente con vanto, in molti casi anche pubblico su Facebook, di queste spregievoli e gravissime condotte da parte degli autori.quale la disciplina applicabile in questi casi? di quale reato rispondono gli autori del fatto?Con la legge n. 189/2004 è stato introdotto nel codice penale il Titolo IX bis rubricato “Dei delitti contro il sentimento degli animali”.Con tale titolo si vogliono punire tutte quelle condotte che, con intensità diversa, offendono la sensibilità degli esseri umani nei confronti degli animali cagionando lesioni o fi nanco la morte di questi.Le fattispecie di reato introdotte dalla legge n. 189/2004 sono, rispettivamente:1) Uccisione di animali ex art. 544 bis c.p.2) Maltrattamento di animali ex art. 544 ter c.p.3) Spettacoli e manifestazioni vietati ex art. 544 quater c.p.4) Combattimenti tra animali ex art. 544 quinquies c.p. Quali sono gli atti che costituiscono maltrattamento di animali?Essenzialmente il reato di maltrattamento previsto e punito dall’art. 544 ter c.p. si ritiene integrato ogni

qual volta l’animale viene sottoposto, per crudeltà o senza necessità e con coscienza e volontà da parte del soggetto agente, a sevizie (intese come comportamenti che procurano una lesione all’animale) o comportamenti o fatiche o lavori insopportabili per le sue caratteristiche, quando gli vengono somministrate sostanze stupefacenti o vietate (es. sostanze dopanti o eccitanti) o sottoposto a trattamenti che procurino un danno per la sua salute. Questo reato è punito con la reclusione da 3 mesi a 1 anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro. Se da tali condotte segue la morte non voluta dell’animale, della quale cioè l’agente neppure ha accettato il rischio, il colpevole risponderà anche dell’aggravante ad effetto speciale prevista dall’art. 544 ter comma III c.p. con un aumento della pena della metà. Diversamente, ovvero se la morte dell’animale era voluta dal soggetto agente, si confi gura il reato di uccisione di animali di cui all’art. 544 bis c.p.Che cos’è l’animalicidio?L’animalicidio altro non è che l’uccisione volontaria di animali; condotta che può essere posta in essere da un soggetto agente con qualsiasi modalità per crudeltà o senza necessità nei confronti di un animale cagionandone la morte e che integra la fattispecie di reato p. e p. (p. e p= prevista e punita) dall’art. 544 bis del codice penale.La pena per chi si rende responsabile di tale reato,

procedibile di uffi cio, è della reclusione da da quattro mesi a due anni.La ratio evidente di questa norma è quella di tutelare l’esistenza in vita di qualsiasi animale domestico, selvatico o addomesticato, ponendolo al riparo da atti di crudeltà o senza necessità che l’essere umano possa porre nei suoi confronti.Come poc’anzi esposto l’uccisione dell’animale deve avvenire per crudeltà o senza necessità. Evidente quindi che non rientra nel delitto in esame l’uccisione di animali per la macellazione o per la sperimentazione.Cosa si intende per “crudeltà” e “senza di necessità”?I menzionati concetti sono stati individuati dalla Corte di Cassazione. Per crudeltà si intende una condotta “di per sé caratterizzata dalla spinta di un motivo abbietto o futile”. Rientrano nella fattispecie le condotte che si rivelino espressione di particolare compiacimento o di insensibilità» (così Cass. Pen. n. 9668/1999).In altre parole gli atti di crudeltà consistono nell’infl izione di gravi sofferenze fi siche senza giustifi cato motivo.Per assenza di necessità si fa riferimento a tutte quelle condotte di uccisione che sono poste in essere e non sono giustifi cate dalla necessità dii evitare un pericolo imminente o un danno giuridicamente apprezzabile (così Cass. Pen. n. 1010/1997).Si evidenzia alla Vs attenzione di come l’uccisione di un animale può essere causata tanto da un’azione

quanto da un’omissione. E’ ininfl uente, al fi ne della rilevanza penale dell’atto, il mezzo impiegato per cagionare il decesso.l’uccisione da parte di un altro animale sfuggito a chi ne aveva la custodia, quale responsabilità penale genera?Non rientra nella fattispecie in esame l’uccisione di un animale da parte di un altro animale sfuggito al custode, trattandosi di evento colposo, che può generare solo una forma di responsabilità civile ai sensi dell’art. 2052 c.c. Diverso il caso di uccisione di un animale a seguito di un combattimento con altro animale. In tal caso vi sarà concorso tra i reati di cui agli artt. 544 bis (uccisione di animali) e 544 quinquies c.p. (divieto di combattimenti tra animali). Concludo esortando ciascuno di VOI a segnalare, anche tramite la sottoscritta ogni caso di maltrattamento di animali cui sia seguita o meno la morte degli stessi onde poter procedere alla giusta denuncia avanti l’Autorità competente nei confronti di chi si è reso responsabile di una siffatta ignobile, vergognosa e criminale condotta.

AFFARI DI FAMIGLIA

Maltrattamento ed uccisione di animali (animalicidio) investimento di animale e omissione di soccorso

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Argos, energiA “trAspArente” Al servizio dellA fAmigliA e dell’impresA

Affidabilità, competenza, capillarità dei servizi, trasparenza della fatturazione, competitività delle tariffe: tutti buoni motivi per scegliere Argos Energia.

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Le chiavi vincenti di una società in espansione: tanti sportelli, una presenza capillare sul territorio, rapporto personalizzato con il cliente, tariffe gas e luce chiare e competitive, risparmio con l’autolettura

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Nel cuore del Nordest, Argos Energia Spa (www.argosenergia.com) festeggia il de-cennale di attività nel settore della forni-tura di gas naturale ed energia elettrica per famiglie e imprese.Oggi la società di Sarmeola di Rubano, alle porte di Padova, ha un portafoglio di 100 mila clienti gas e luce in tutta Italia, ma si prepara a un ulteriore salto di qualità nei servizi offerti e nella presenza territo-riale. Attualmente sono operativi sportelli a Padova (Sarmeola, Fossona, Monselice, Conselve), Vicenza (Noventa Vicentina e lo stesso capoluogo berico), Rovigo (Adria), Treviso (Castelfranco) e Pordenone. Nei prossimi mesi la società sbarcherà anche a Roma (dove si trova la sua sede legale) e Milano, città in cui la presenza commercia-le di Argos è già consolidata. «Devo dire con piacere che, nonostan-te l’attuale quadro economico genera-le dell’Italia sia complicato, da quando siamo nati, nel 2004, siamo in crescita costante – spiega Alberto Peruzzo, presi-dente della società –. La chiave vincente di

Argos è semplice e tutta incentrata sulla fiducia e sulla percezione dei nostri clien-ti. Gli elementi decisivi sono infatti la ca-pillarità della rete di vendita e la forza del servizio di customer service. In altri termini, a determinare il successo di Argos Energia è la qualità del servizio che siamo in grado di offrire, più che lo stesso sconto del 15% sulle forniture che garantiamo per sempre a tutti i nostri clienti».Sia per le utenze private sia per le azien-de, Argos offre tre tipologie di contratto: solo Gas, solo Elettricità, Luce + Gas. A tutte le categorie di clienti e per ogni ti-pologia di contratto la società riconosce a vita uno sconto del 15% rispetto alle tariffe correnti.Ma i veri punti di forza di Argos, come detto, sono la forza e la qualità della rete di vendita e di assistenza. Innanzitutto, gli sportelli sono gestiti direttamente da personale aziendale, e non affidati a ter-zi. L’assistenza telefonica viene garantita attraverso il numero verde gratuito 800-178997, attivo dalle 8 alle 20 dal lunedì al

venerdì, e dalle 9 alle 12,30 il sabato.Anche l’area clienti online sul sito www.ar-gosenergia.com è gestita direttamente da addetti Argos ed è ottimizzata per rendere intuitivi e immediati il fai-da-te e il con-trollo di ogni fase della fornitura. A partire dall’autolettura, che garantisce all’utente il controllo totale dei suoi consumi e del-la relativa spesa, mettendolo al riparo da qualsiasi brutta sorpresa in bolletta. E an-che quest’ultima è trasparente e semplice da leggere: tutte le voci sono comprensibili e ogni mese si paga solo quanto effettiva-mente consumato. In questo modo è facile tenere d’occhio la spesa.«Con noi il cliente è tutelato a 360 gradi – continua Peruzzo –, perché non solo co-nosce direttamente la persona con cui ha

stipulato il contratto, ma può anche con-tattarla personalmente per ogni esigenza di informazione o chiarimento. La nostra filosofia è semplice: l’utente, che sia una famiglie o un cliente business, si deve sen-tire sempre accolto e ascoltato. Il risulta-to di tutto questo è che ogni sua esigenza trova sempre accoglienza diretta e qua-lificata. Il suo interlocutore non sarà mai impreparato, né tanto meno gli risponderà un call center ubicato chissà dove, senza alcun legame con il territorio e con il ser-vizio erogato». Affidabilità, competenza, capillarità dei servizi, personalizzazione del rapporto, trasparenza della fatturazione, competi-tività delle tariffe: tutti buoni motivi per scegliere Argos Energia.

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Ottobre è il mese della prevenzione: il cancro al seno si vince così

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L’Editoriale

Diffi coltà di accesso alle prestazioni sanitarie determinate dalle liste di attesa e ticket sanitari che in tem-

pi di profonda crisi economica risultano insostenibili per molte persone fanno sì che molti italiani siano costretti a trascu-rare la propria salute.

Delle oltre 24mila segnalazioni per-venute illustrate nel 17mo rapporto Pit Salute (Sanità) nazionale la maggior parte riguarda le diffi coltà di accesso alla diagnostica ed alle prestazioni specialistiche dovuta alle lista di attesa, seguono l’aumento dei ticket ed i costi elevati per le stesse prestazioni che spingono molte volte alla loro rinuncia sia attraverso il SSN, nel primo caso, che in regime di libera professione,nel secondo caso, intramoenia o in strutture private.

Viene inoltre segnalato che una famiglia in media sostiene già diret-tamente costi annui per 650 euro per farmaci necessari ma non prescrivibili attraverso il SSN; 901 euro per para-farmaci (pomate, integratori, colliri etc.); 7390 euro per strutture residen-ziali o semiresidenziali; 11.300 euro per eventuale badante; 1070 euro per visite specialistiche o riabilitative; 537 euro per protesi ed ausili; 737 euro per dispositivi medici monouso: pannoloni, cateteri, materiali per stomie.

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di Francesco noce*

CAMBIA LA SOCIETÀ E SERVE UNA NUOVA MEDICINA DEL TERRITORIO

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*Presidente dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo

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La Blefaroplastica: cosa c’è di nuovo?

Quando iniziare una psicoterapia

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Dona al tuo bambino un inizio sorridente

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Consulenza scientificaStudio dentiStiCodr.ssa Alessia BertiAmbulatorio di Adria: Via A.Mario, 10Adria (Ro) tel. 0426 908221Ambulatorio di Rosolina: Via S.d’Acquisto, 19Rosolina (Ro) tel. 0426 340110

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L’EditorialeSegue da pag.

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In questa diffi cile situazione sarebbe opportuno evitare ulteriori tagli in Sanità, che rischierebbero di com-promettere ulteriormente la salute dei cittadini. Ottenere la diminuzione dei ticket ed effettuare un governo clinico delle patologie,soprattutto croniche, per limitare le liste di attesa, sarebbero scelte che rappresenterebbero una valida risposta alle segnalazioni di disagio per le diffi cili situazioni economiche delle famiglie e la diffi coltà dell’ accesso alle prestazioni sanitarie.

Va da sé che in questo contesto prestazioni di esami per la prevenzione, e quindi non esenti ticket, di patologie di soggetti a rischio risulta molto più diffi cile e complicato con la elevata probabilità dell’ insorgenza di nuove disabilità che andranno ad incrementare un circolo vizioso.

La più rappresentativa Associazione dei Medici di famiglia (FIMMG), ha stretto una collaborazione con FederAnziani,una Federazione con oltre 3 milioni di iscritti, per favorire quelle condizioni in cui i pazienti anziani, per lo più affetti da patologie croniche e quindi con necessità di controlli strumentali periodici, possano trovare risposte in tempi brevi presso gli studi dei loro Medici curanti.

In pratica si tratta di dotare gli studi dei Medici di famiglia della strumentazione e del personale occorrente per svolgere quell’attività di diagnostica strumentale di primo livello che oggi grazie alla tecnologia ed alla telemedicina possa consentire al paziente di trovare presso il suo Medico curante, che conosce la sua e la storia clinica della sua famiglia, quelle risposte che il suo stato di salute necessita senza sballottamenti continui da una parte all’altra,senza esser visitato ogni volta da professionisti diversi che spesso vede per la prima volta, attraverso un percorso diagnostico-terapeutico adattato alla singola persona, in collaborazione con i Medici specialisti di riferimento.

E’ diffi cile, allo stato attuale, comprendere il silenzio della Regione Veneto ed i gravi ritardi nella adozione dei provvedimenti attuativi degli accordi, ormai codifi cati da mesi con le Associazioni dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta per attuare una nuova medicina del territorio in linea con i cambiamenti della società e con il progresso della scienza, in grado anche di fronteggiare in modo effi ciente ed effi cace da un lato l’ aumento esponenziale delle patologie croniche legato all’ aumento della vita media e dall’ altro far fronte ai minori ricoveri e dismissioni precoci, legati ad una revisio-ne strutturale degli Ospedali (minori posti letto) e a tecniche terapeutiche sofi sticate che riducono i tempi di degenza. Nel corso dell’anno vengono sostenute diverse iniziative per sensibilizzare la pubblica opinione, ma anche per raccogliere fondi per la ricerca, su determinate malattie come può essere la Giornata Mondiale sull’ AIDS o sul Diabete o sulle Leucemie o sulla SLA o sulla Sclerosi Multipla e altre. Ci ha sorpreso invece la no-tizia che il 26 settembre è stata celebrata la “Giornata Mondiale della Contraccezione” Come se la Maternità (la M maiuscola non è casuale) fosse una malattia. Già viviamo in tempi di crisi e di prospettive di un futuro incerto e di denatalità, ma così ci sembra di perdere ogni speranza.

Se le intenzioni degli organizzatori sono quelle di organizzare un Convegno Scien-tifi co organizzino un Convegno Scientifi co; se sono quelle di approfondire conoscenze sulla sessualità organizzino la “Giornata dell’Educazione Sessuale”, sui comportamenti a rischio, sulle malattie sessualmente trasmissibili, sui comportamenti atti ad evitarle etc.; se sono quelle di divulgare misure contraccettive per evitare gravidanze indeside-rate sarebbe più responsabile e più etico organizzare la “Giornata della Maternità Re-sponsabile” in cui vi è anche spazio per le metodiche contraccettive, ma in un contesto e con fi nalità ben diverse.

Non dimenticando che da molte gravidanze indesiderate al momento, sono nati fi gli che, anche solo per il loro essere, hanno costituito la felicità dei genitori.

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È accertato da numerosissimi studi che lo sport è ideale per pro-teggere e migliorare l’effi cienza cardiovascolare, controllando il colesterolo HDL, l’iperovimento aumenta il dispendio di calorie,

attiva il metabolismo e contribuisce ad una sensazione di benessere generale.

Lo sport come medicina naturaleMuoversi a scopo salutare rappresenta uno dei principali elementi della ricetta per stare bene

*Presidente dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo

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Molte persone presentano quell’ eccesso di pelle alle palpebre che confe-risce allo sguardo un’aria stanca e “datata,” ma evitano di affrontare l’intervento di blefaroplastica per paura sia dell’anestesia sia di andare

incontro alle possibili complicanze degli interventi chirurgici tradizionali. La chi-rurgia non ablativa è una pratica medico-chirurgica non invasiva, incruenta, affidabile e sicura, di facile attuazione e priva di rischi per il paziente, ovvia-mente se eseguita da operatori preparati. Si tratta di una tecnica eseguita con un piccolo rivoluzionario strumento (PLEXR)che sfrutta il plasma, “il quarto stadio della materia” che agisce a livello superficiale, non prevede tagli, cica-trici, sanguinamento o punti di sutura e permette di ottenere un progressivo ringiovanimento delle palpebre e del contorno occhi, attraverso una vaporizza-zione del tessuto cutaneo in eccesso. Il trattamento non prevede anestesia ma solo l’applicazione di una crema anestetica; si opera intervenendo mediante piccoli spot distanziati tra loro per permettere un accorciamento del tessuto trattato con conseguente scomparsa progressiva delle rughe. Una seduta dura circa 20 minuti; nell’immediato post trattamento compaiono delle crosticine puntiformi che non vanno rimosse e cadono spontaneamente nel giro di qual-

Blefaroplastica: cosa c’è di nuovo?Il trattamento non chirurgico della pelle in eccesso

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Dott.ssa Cristina Rogato, medico chirurgo specialista in chirurgia plastica

che giorno, il gonfiore scompare in un paio di giorni. Il ritorno al sociale è immediato. Il numero e l’intensità delle sedute viene poi valutato in base al caso specifico. Il risultato è progressivo, naturale e duraturo nel tempo. I campi di applicazione però, non sono solo le palpebre. Il Plexr permette di ottenere ottimi risultati anche sulle lassità tessutali post-gravidanza non eccessive, sulle smagliature periombelicali, sulle pieghe delle guance e sul collo. Inoltre trova impiego nell’asportazione di nevi benigni, cheratosi, angiomi, macchie cutanee, xantelasmi, acne in fase attiva e in cicatrici post-acneiche, permettendo risultati immediatamente visibili con guari-gione in circa una settimana. Nonostante gli effetti veloci e duraturi la metodica ha un costo assolutamente accettabile se paragonato a quello di un intervento chirurgico tradizionale.

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adria

L’allungamento progressivo della vita media, l’au-mento della cosiddetta speranza di vita hanno por-tato e porterà sempre di più ad un aumento della

fascia d’età degli ultrasettantenni. Questo profondo mu-tamento sta già producendo un incremento delle malat-tie, disfunzioni e disadattamenti tipici della fascia d’età più avanzata; tra queste ritroviamo i problemi uditivi in forte crescita in tutto il mondo e che coinvolgono oltre il 10% della popolazione mondiale.

La sordità è la maggiore causa della riduzione della qualità della vita e di disabilità.

Le persone affette da problemi uditivi subiscono una forte riduzione delle proprie capacità individuali chiudendosi così in se stesse isolandosi e di conseguen-za, se la sordità non viene trattata adeguatamente e in tempo, nella maggior parte dei casi, possono asso-ciarsi disturbi psichici quali asocialità e depressione.

Sottovalutare l’ipoacusia può essere pericoloso perché aggrava ulteriormente la patologia, compor-tando un recupero più diffi coltoso, una riduzione della memoria dei suoni e degli stimoli intellettivi. Tenere sotto controllo il proprio udito effettuando periodici e semplici controlli è dunque fondamentale per pre-venire, curare oppure ricorrere a supporti uditivi che possono correggere la perdita dell’udito.

I Centri Dimensione Udire offrono un servizio pro-fessionale con la presenza di Audioprotesisti qualifi ca-ti, per risolvere ogni problema dell’udito, con soluzioni tecnologiche più adeguate alla propria perdita uditiva.

Basta un semplice controllo dell’udito gratuito e una prova immediata per tornare a sentire come pri-ma. La ricerca più avanzata in campo audioprotesico ha messo a punto una vasta gamma di apparecchi acustici di ultima generazione che, oltre a garantire un’ottima qualità di percezione degli stimoli sonori, sono vere e proprie meraviglie della tecnologia, quasi invisibili, concepite per essere degli indispensabili stru-menti per tornare a sentire e da portare con estrema disinvoltura.

La cosa più importante è intervenire tempestiva-mente, prima di perdere la memoria uditiva. Tanto più precoce sarà il controllo tanto più facile sarà adattarsi all’eventuale applicazione dell’apparecchio e tornare a distinguere perfettamente i diversi suoni.

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te, spostamento e mobilità dei denti, gengive gonfi e, san-guinanti e scostate dai denti, fi no nei casi gravi alla perdita dei denti. Senz’altro il fumo accentua parecchio il problema.Cosa fare?Bisogna eliminare le cause, ovvero fare più sedute di pulizia ravvicinate se c’è tanto tartaro ed istruire il paziente su come mantenere poi l’igiene a casa, prescrivere un collutorio a base di clorexidina, infi ne eliminare fattori predisponenti come il fumo. La prevenzione dentale è il modo migliore per ottenere una bocca sana e forte, e parte innanzitutto dal quotidiano, con semplici e facili gesti:• Lavarsi i denti dopo ogni pasto principale con uno spaz-zolino morbido;• Passare il fi lo interdentale e/o scovolini;• Sciacquare con collutorio dopo lo spazzolamento;• Effettua una detartrasi una volta all’anno associata a visite periodiche per tenere sempre la situazione sotto controllo.Poche piccole accortezze quotidiane risparmieranno cure e visite più invasive in futuro. Una volta che la situazione è sotto controllo, si può pensare a far ricrescere i tessuti gen-givali persi, quando sia possibile, e questo sarà oggetto del prossimo appuntamento.

Salute orale e salute generaleUna corretta igiene orale aiuta a prevenire alitosi, carie e ma-lattie gengivali, e a conservare i denti con l’avanzare degli anni. Una bocca sana può aiutare a tenere lontano i disturbi medici. Al contrario malattie gengivali aumentano il rischio di problemi seri quali infarto, ictus, diabete e parti prematuri. La bocca è una fi nestra su quello che succede nel resto del corpo: più del 90% di tutte le malattie che riguardano l’intero corpo causa segni e sintomi orali. La saliva, protezione contro invasori nociviLa saliva è una difesa del corpo contro gli organismi che provocano le malattie, come batteri e virus. La saliva con-tiene infatti anticorpi e difese che distruggono o bloccano la crescita dei batteri. Nonostante questo, oltre 1 miliardo di batteri di 500 specie diverse si moltiplicano nella bocca in ogni momento, formando costantemente la placca batterica, una pellicola collosa e incolore che si attacca ai denti.Cosa può succedere?Se non ci si lava i denti regolarmente con spazzolino, fi lo e colluttorio, la placca si può accumulare lungo il bordo delle gengive creando un ambiente ideale per la formazione di infezioni diverse:• Gengivite (una infi ammazione reversibile dei bordi gen-givali)• Parodontite (un’infezione gengivale più grave, nota anche come “piorrea”, malattia progressiva che può persino porta-re alla perdita dei denti)La parodontite genera danni in parte irreversibili: alito pesan-

Sorridere fa bene al cuoreIl sorriso è uno dei gesti più belli e spontanei che possiamo compiere, ma è anche il nostro “biglietto da visita”. Il modo migliore per conservarlo sano e bello è proprio la prevenzione, fin da piccoli Il dott.

Diego Longhin

Senza dubbio l’odontoiatria conservativa é la branca piú importante che si sviluppa

all’interno dello studio dentistico. Essa è dedita al recupero degli ele-menti presenti nella cavità orale. Se il dente è stato intaccato dal processo carioso si procede all’e-liminazione degli strati del dente ormai irrecuperabili che vengono sostituiti con materiali biocompatibi-li e con proprietà meccaniche tali da sopportare le forze masticatorie, questo procedimento è conosciuto come otturazione. Se la lesione cariosa è tale da arrivare alla polpa presente all’interno del dente si procede realizzando una cura canalare me-glio conosciuta come devitalizzazione questo procedi-mento abbraccia una seconda branca chiamata endo-

donzia. Con questo procedimento si estirpa la polpa del dente, presente all’interno dei canali, alloggiati a loro volta all’interno delle radici, che verrà rimpiazza-ta con materiale plastico sigillandoli provvedendo al mantenimento del dente all’interno della sua naturale posizione nell’arcata dentaria.

odontoiatria conservativaSe il dente è stato intaccato dalla carie, si eliminano gli strati dei denti irrecuperabili con materiali biocompatibli

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ok

Patologia frequente della palpebra responsabile di un disturbo fastidioso con lacrimazione e ar-rossamento congiuntivale. I segni clinici spesso

scarsi danno un disturbo funzionale importante con bruciore, prurito e senso di corpo estraneo. Due prin-cipali forme cliniche: la stafi lococcica e la seborroica.La blefarite stafi lococcica è una infezione primi-tiva dei bordi palpebrali causata dallo stafi lococco. I bordi palpebrali sono infi ammati e le ciglia sono incol-late con croste.La blefarite seborroica è associata a una derma-tite seborroica. L’anomalia è dovuta a una iperprodu-zione di sebo delle ghiandole di Meibomio ( ghiandole del bordo palpebrale). L’esame attento mostra dei tappi di sebo sull’orifi zio delle ghiandole di Meibomio. Le blefariti possono complicarsi con congiuntiviti, con le cheratiti puntate superfi ciali e associarsi con anomalie del fi lm lacrimale, neovascolarizzazione corneale, ul-cerazioni e infi ltrati corneali periferici, anomalie delle ciglia come trichiasi, sbiancamento e perdita di ciglia, orzaioli, calazi.

CONDOTTA DA TENEREL’obiettivo della cura è lottare contro l’ipersebor-

rea, i depositi e le croste, contro l’infezione batterica dei bordi palpebrali e di integrare con lacrime artifi ciali le anomalie del fi lm lacrimale. Il trattamento comporta regole di igiene, applicazione sulle palpebre di cotone imbibito di acqua calda a 40° per 10 minuti così da eliminare le croste, i depositi e il sebo, da ridurre la carica batterica e liberare l’orifi zio delle ghiandole di

Meibomio dal loro tappo. Esiste un dispositivo medi-co per riscaldamento delle palpebre con tecnologia a calore umido che si può provare presso il nostro am-bulatorio. La terapia antibiotica locale è in pomata. Le lacrime artifi ciali devono essere instillate spesso. Non esiste un trattamento defi nitivo della blefarite perché si tratta di una patologia cronica e recidivante. Il sollievo dai sintomi dipende dalla motivazione dei pazienti ad osservare le regole dell’igiene palpebrale.

La Blefarite (infiammazione della palpebra)Un disturbo fastidioso con lacrimazione e arrossamento congiuntivale

dott.ssa Maria Grazia Crivellari oculistaVia Contarini 39, 45014 Porto ViroVia don Minzoni 13, 30014 Cavarzeretel:0426 631629, cell: 3391337446

Dott.ssa Maria Grazia

Crivellari

Gravidanza e allattamento sono dei periodi delicati per l’equi-librio psicofi sico di una donna.

L’agopuntura permette di curare sen-za l’ausilio di farmaci, rivelandosi un rimedio effi cace e privo di controindi-cazioni

L’agopuntura è un metodo che cura stati morbosi mediante l’infi ssio-ne di aghi sottili transcutanei ed è la più nota tra le tecniche terapeutiche della medicina tradizionale cinese. Fonda i suoi pilastri sul concetto di equilibrio tra due opposti, lo yin e lo yang, due aspetti energetici che caratterizzano non solo il corpo umano, ma l’intero universo. Secondo questa disciplina le malattie sono generate da un blocco del libero fl uire nel corpo delle energie o da uno squilibrio delle stesse; la funzione dell’agopun-tura è di ripristinare la corretta circolazione energe-tica attraverso l’infi ssione e la stimolazione di alcuni punti sensibili (agopunti). L’agopuntura rientra tra le “medicine e pratiche non convenzionali”, può essere praticata solo da medici e nel 1991 anche l’Organiz-zazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto il suo valore terapeutico.L’agopuntura in gravidanza è l’unica tecnica tera-peutica con la quale si può cercare di correggere la presentazione podalica del bambino. I feti che si presentano con una malposizione alla 30° settimana,

possono spontaneamente portarsi ad una normale presentazione cefa-lica nel 50% dei casi. Con l’ausilio dell’agopuntura e moxibustione, stimolando due punti corporei della madre, tale percentuale può elevarsi fi no a raggiungere il 90%. Anche il vomito gravidico, sintomo molto frequente ma che tende a ridursi spontaneamente dopo i primi mesi, può essere validamente trattato qua-lora la sua gravità sia tale da com-promettere un suffi ciente apporto alimentare alla donna. La cura con

l’ago può essere un valido aiuto anche nel caso di ipogalattia, produzione di latte insuffi ciente alle necessità del bambino. E’ preferibile che almeno nei primi mesi il neonato venga allattato al seno, sia per l’importante potere di difesa dalle infezioni che gli anticorpi e i leucociti in esso contenuti esercitano, sia perché favorisce lo sviluppo di una fl ora intestinale corretta prevenendo gastroenteriti ed allergie.

Gravidanza e allattamento, i benefici dell’Agopuntura

dott.ssa Maria Zampieri,Medico Chirurgo - diplomata F.i.S.A. (Fede-razione italiana delle Società di Agopuntura)Calle Caneva 942 Chioggia (Ve)tel abitazione 0414967717tel ambulatorio 0415506306Riceve per appuntamento

Dott.ssa Maria Zampieri

il dente ed infi ne il dente. Ripetere 5-6 volte per ogni zona. Ricordarsi di spazzolare anche la lingua. Per i bambini scegliere comunque uno spazzolino con testina piccola e setole morbide e con manico adatto alla mano di un bambino. Utilizzare una piccola quantità di dentifricio specifi co per bambini.

Ci sono nuove metodiche di preven-zione per l’insorgenza della carie al giorno d’oggi?Fluoro profi lassi: cioè l’assunzione di fl uoro per via orale in gocce o pastiglie; Sigillatura di molari e premolari defi nitivi: una metodica di prevenzione della carie, utilizzata perché le superfi ci occlusali dei primi molari defi nitivi hanno superfi ci molto porose che favoriscono la carie stessa. Concludo con il ricordare che avere una buona igiene orale sin dai primi anni di vita, è il primo step per avere denti sani in futuro.

dona al tuo bambino un inizio sorridenteL’igiene orale per i più piccoli

Come e quando spuntano i primi denti da latte?Ci sono 20 denti da latte, molto più piccoli dei 32 denti permanenti degli adulti. Il grup-po dei “denti primari” è costituito da quattro incisivi, due canini e quattro molari per ogni arcata. Possono spuntare tra i cinque e gli otto mesi, sebbene la loro comparsa pos-sa variare. L’ultimo di questi denti primari spunta di solito quando il bambino ha tra i due e i tre anni. I denti da latte iniziano a cadere intorno ai sei anni e in media fi no ai 12. In ciascuna mandibola, i quattro incisi-vi primari sono sostituiti dai quattro incisivi permanenti, i due canini primari da due ca-nini permanenti, e i quattro molari primari da quattro premolari permanenti. Intorno ai sei anni, spuntano i primi quattro molari per-manenti dietro l’ultimo dente da latte. Essi non presentano un loro equivalente nei denti da latte. La superfi cie masticatoria dei primi molari e’ molto irregolare ed estremamente sensibile alla carie.

Perche è importante salvaguardare la salute dei denti da latteDal momento che i denti primari cadono, è un luogo comune ed errato credere che la cosa non abbia importanza. I denti primari ricoprono una serie di ruoli decisivi. I denti primari sono essenziali nei primi passi della

digestione del cibo: masticazione, triturazio-ne e macinazione. I denti primari funzionano come guide per quelli permanenti; mante-nendo posizioni corrette all’interno della boc-ca, fanno sì che i denti permanenti spuntino al punto giusto e in maniera corretta. Se i denti primari cadono prematuramente a cau-sa della carie aumentano le possibilità che i denti permanenti diventino storti o addirittura vengano bloccati da altri denti. I molari pri-mari rimangono in bocca fi no ai 10-12 anni circa, aumentando le possibilità di trasmette-re la carie ai loro nuovi vicini. Lavarsi i denti mattina e sera con dentifricio al fl uoro è il più importante insegnamento da dare ai propri fi gli per una corretta igiene orale.

Quali buone abitudini posso essere trasmesse dai genitori ai fi gli?Evitare una dieta ricca di carboidrati; evitare frequenti spuntini che aumentano lo svilup-parsi della carie; evitare bevande zuccherine; andare sempre a letto con i denti puliti.

I bambini devono lavarsi i denti con metodi e/o prodotti particolari?La tecnica di spazzolamento è la stessa dell’adulto: Posizionare lo spazzolino ver-ticalmente rispetto alla gengiva e fare un movimento a rullo ruotando il polso. Pulire sia la gengiva che la zona tra la gengiva e

Studio dentistico dr.ssa Alessia BertiAmbulatorio di Adria: Via A.Mario, 10Adria (RO) tel. 0426 908221

Ambulatorio di Rosolina: Via S.D’Acquisto, 19Rosolina (RO) tel. 0426 340110

Dott.ssa Alessia Berti

10

ok

Patologia frequente della palpebra responsabile di un disturbo fastidioso con lacrimazione e ar-rossamento congiuntivale. I segni clinici spesso

scarsi danno un disturbo funzionale importante con bruciore, prurito e senso di corpo estraneo. Due prin-cipali forme cliniche: la stafi lococcica e la seborroica.La blefarite stafi lococcica è una infezione primi-tiva dei bordi palpebrali causata dallo stafi lococco. I bordi palpebrali sono infi ammati e le ciglia sono incol-late con croste.La blefarite seborroica è associata a una derma-tite seborroica. L’anomalia è dovuta a una iperprodu-zione di sebo delle ghiandole di Meibomio ( ghiandole del bordo palpebrale). L’esame attento mostra dei tappi di sebo sull’orifi zio delle ghiandole di Meibomio. Le blefariti possono complicarsi con congiuntiviti, con le cheratiti puntate superfi ciali e associarsi con anomalie del fi lm lacrimale, neovascolarizzazione corneale, ul-cerazioni e infi ltrati corneali periferici, anomalie delle ciglia come trichiasi, sbiancamento e perdita di ciglia, orzaioli, calazi.

CONDOTTA DA TENEREL’obiettivo della cura è lottare contro l’ipersebor-

rea, i depositi e le croste, contro l’infezione batterica dei bordi palpebrali e di integrare con lacrime artifi ciali le anomalie del fi lm lacrimale. Il trattamento comporta regole di igiene, applicazione sulle palpebre di cotone imbibito di acqua calda a 40° per 10 minuti così da eliminare le croste, i depositi e il sebo, da ridurre la carica batterica e liberare l’orifi zio delle ghiandole di

Meibomio dal loro tappo. Esiste un dispositivo medi-co per riscaldamento delle palpebre con tecnologia a calore umido che si può provare presso il nostro am-bulatorio. La terapia antibiotica locale è in pomata. Le lacrime artifi ciali devono essere instillate spesso. Non esiste un trattamento defi nitivo della blefarite perché si tratta di una patologia cronica e recidivante. Il sollievo dai sintomi dipende dalla motivazione dei pazienti ad osservare le regole dell’igiene palpebrale.

La Blefarite (infiammazione della palpebra)Un disturbo fastidioso con lacrimazione e arrossamento congiuntivale

dott.ssa Maria Grazia Crivellari oculistaVia Contarini 39, 45014 Porto ViroVia don Minzoni 13, 30014 Cavarzeretel:0426 631629, cell: 3391337446

Dott.ssa Maria Grazia

Crivellari

Gravidanza e allattamento sono dei periodi delicati per l’equi-librio psicofi sico di una donna.

L’agopuntura permette di curare sen-za l’ausilio di farmaci, rivelandosi un rimedio effi cace e privo di controindi-cazioni

L’agopuntura è un metodo che cura stati morbosi mediante l’infi ssio-ne di aghi sottili transcutanei ed è la più nota tra le tecniche terapeutiche della medicina tradizionale cinese. Fonda i suoi pilastri sul concetto di equilibrio tra due opposti, lo yin e lo yang, due aspetti energetici che caratterizzano non solo il corpo umano, ma l’intero universo. Secondo questa disciplina le malattie sono generate da un blocco del libero fl uire nel corpo delle energie o da uno squilibrio delle stesse; la funzione dell’agopun-tura è di ripristinare la corretta circolazione energe-tica attraverso l’infi ssione e la stimolazione di alcuni punti sensibili (agopunti). L’agopuntura rientra tra le “medicine e pratiche non convenzionali”, può essere praticata solo da medici e nel 1991 anche l’Organiz-zazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto il suo valore terapeutico.L’agopuntura in gravidanza è l’unica tecnica tera-peutica con la quale si può cercare di correggere la presentazione podalica del bambino. I feti che si presentano con una malposizione alla 30° settimana,

possono spontaneamente portarsi ad una normale presentazione cefa-lica nel 50% dei casi. Con l’ausilio dell’agopuntura e moxibustione, stimolando due punti corporei della madre, tale percentuale può elevarsi fi no a raggiungere il 90%. Anche il vomito gravidico, sintomo molto frequente ma che tende a ridursi spontaneamente dopo i primi mesi, può essere validamente trattato qua-lora la sua gravità sia tale da com-promettere un suffi ciente apporto alimentare alla donna. La cura con

l’ago può essere un valido aiuto anche nel caso di ipogalattia, produzione di latte insuffi ciente alle necessità del bambino. E’ preferibile che almeno nei primi mesi il neonato venga allattato al seno, sia per l’importante potere di difesa dalle infezioni che gli anticorpi e i leucociti in esso contenuti esercitano, sia perché favorisce lo sviluppo di una fl ora intestinale corretta prevenendo gastroenteriti ed allergie.

Gravidanza e allattamento, i benefici dell’Agopuntura

dott.ssa Maria Zampieri,Medico Chirurgo - diplomata F.i.S.A. (Fede-razione italiana delle Società di Agopuntura)Calle Caneva 942 Chioggia (Ve)tel abitazione 0414967717tel ambulatorio 0415506306Riceve per appuntamento

Dott.ssa Maria Zampieri

il dente ed infi ne il dente. Ripetere 5-6 volte per ogni zona. Ricordarsi di spazzolare anche la lingua. Per i bambini scegliere comunque uno spazzolino con testina piccola e setole morbide e con manico adatto alla mano di un bambino. Utilizzare una piccola quantità di dentifricio specifi co per bambini.

Ci sono nuove metodiche di preven-zione per l’insorgenza della carie al giorno d’oggi?Fluoro profi lassi: cioè l’assunzione di fl uoro per via orale in gocce o pastiglie; Sigillatura di molari e premolari defi nitivi: una metodica di prevenzione della carie, utilizzata perché le superfi ci occlusali dei primi molari defi nitivi hanno superfi ci molto porose che favoriscono la carie stessa. Concludo con il ricordare che avere una buona igiene orale sin dai primi anni di vita, è il primo step per avere denti sani in futuro.

dona al tuo bambino un inizio sorridenteL’igiene orale per i più piccoli

Come e quando spuntano i primi denti da latte?Ci sono 20 denti da latte, molto più piccoli dei 32 denti permanenti degli adulti. Il grup-po dei “denti primari” è costituito da quattro incisivi, due canini e quattro molari per ogni arcata. Possono spuntare tra i cinque e gli otto mesi, sebbene la loro comparsa pos-sa variare. L’ultimo di questi denti primari spunta di solito quando il bambino ha tra i due e i tre anni. I denti da latte iniziano a cadere intorno ai sei anni e in media fi no ai 12. In ciascuna mandibola, i quattro incisi-vi primari sono sostituiti dai quattro incisivi permanenti, i due canini primari da due ca-nini permanenti, e i quattro molari primari da quattro premolari permanenti. Intorno ai sei anni, spuntano i primi quattro molari per-manenti dietro l’ultimo dente da latte. Essi non presentano un loro equivalente nei denti da latte. La superfi cie masticatoria dei primi molari e’ molto irregolare ed estremamente sensibile alla carie.

Perche è importante salvaguardare la salute dei denti da latteDal momento che i denti primari cadono, è un luogo comune ed errato credere che la cosa non abbia importanza. I denti primari ricoprono una serie di ruoli decisivi. I denti primari sono essenziali nei primi passi della

digestione del cibo: masticazione, triturazio-ne e macinazione. I denti primari funzionano come guide per quelli permanenti; mante-nendo posizioni corrette all’interno della boc-ca, fanno sì che i denti permanenti spuntino al punto giusto e in maniera corretta. Se i denti primari cadono prematuramente a cau-sa della carie aumentano le possibilità che i denti permanenti diventino storti o addirittura vengano bloccati da altri denti. I molari pri-mari rimangono in bocca fi no ai 10-12 anni circa, aumentando le possibilità di trasmette-re la carie ai loro nuovi vicini. Lavarsi i denti mattina e sera con dentifricio al fl uoro è il più importante insegnamento da dare ai propri fi gli per una corretta igiene orale.

Quali buone abitudini posso essere trasmesse dai genitori ai fi gli?Evitare una dieta ricca di carboidrati; evitare frequenti spuntini che aumentano lo svilup-parsi della carie; evitare bevande zuccherine; andare sempre a letto con i denti puliti.

I bambini devono lavarsi i denti con metodi e/o prodotti particolari?La tecnica di spazzolamento è la stessa dell’adulto: Posizionare lo spazzolino ver-ticalmente rispetto alla gengiva e fare un movimento a rullo ruotando il polso. Pulire sia la gengiva che la zona tra la gengiva e

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Dott.ssa Alessia Berti

Page 44: Adria sett2014 n118

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presto, lasciando passare alme-no 2 ore dall’ultimo pasto. Bere molto, almeno 2 litri di acqua al di. Alcalinizzare l’organismo bi-lanciando il PH con frutta e ver-dura cioè con cibi antinfi amma-tori. Respirare profondamente e non fumare. Fare il lavaggio del colon (IDROCOLON-TERAPIA) almeno una volta all’anno per distruggere tutte le scorie adese alle pareti intestinali che naturalmente non riusciremo eliminare. Quindi l’uso sconsi-derato di terapie antibiotiche e anti-infi ammatorie portano allo squilibrio della nostra buona fl ora batterica a scapito della fl ora patogena. Per questo sono convinta che solo delle

terapie naturali ed equilibranti possano garantire una buona salute che duri nel tempo.

E’ convinzione di tutto il mondo scientifi co che l’in-testino sia il nostro secondo

cervello e che esistono tra i due rapporti bidirezionali. L’organi-smo umano è abitato da 40.000 specie diverse di batteri, che vivono in comunione con noi e lavorano per noi, partecipando ai processi digestivi. Come si è detto lo stesso IPPOCRATE 2500 anni fa sentenziò “CHE IL CIBO SIA LA TUA MEDICINA, E CHE LA MEDICINA SIA IL TUO CIBO”. Concludendo quindi esistono po-che regole per prendersi cura del proprio intestino:

Alimentarsi con cibi biologici (non OGM) e non trattati. Pren-dere spesso probiotici e prebiotici per ridurre l’infi ammazione e ripristinare le giuste popolazioni batteriche. Fare esercizio fi sico per al-meno 30 min. al dì. Lo yoga rappresenta una scelta ottimale per il rilassamento della mente e la giusta respirazione. Usare poco sale, poco zucchero soprat-tutto bianco e grassi raffi nati, evitare latte vaccino e latticini freschi e cibi industriali. Coricarsi abbastanza

ippocrate nel 400 a.c diceva: “tutte le malattie hanno origine dall’intestino”

La Dott.ssa Angela Ballarin

dott. ssa Ballarin Angela via Contarini 9c 45014 Porto Viro Ambulatorio 0426 321599Cell. 335 8057925

Una buona alimentazione e delle terapie naturali ed equilibranti possono garantire una buona salute che duri nel tempo

Il consiglio: fare il lavaggio del colon almeno una volta all’anno per distruggere tutte le scorie adese alle pareti intestinali

settimana, ma nello strato di collagene che da la forma alla cornea stessa. Nella PRK (primissima tecnica applicativa) l’epitelio viene eliminato con una spatolina e succes-sivamente al trattamento laser si attende la ricrescita di quest’ultimo (3-4 giorni); in questo periodo l’occhio è infastidito dalla presenza di una abrasione. Nella Lasik la cornea viene tagliata con una lama vibrante o con un laser ed il trattamento effettuato

all’interno della cornea. Il fl ap creato viene poi riposizionato. Lo svantaggio di questa tecnica è l’indebolimento strutturale permanente, mentre il vantaggio è il poco dolore ed il velo-ce recupero visivo. Nella LASEK (Camellin 1998) l’epitelio viene scollato con una soluzione alcolica e successivamente al trattamento si riposiziona sullo stroma trattato. Il nuovo epitelio crescerà sotto quello vecchio e lo sostituirà progres-sivamente. I vantaggi sono un minor fastidio postoperatorio ed una minor reazione infi ammatoria. Si tratta quindi di una tecnica intermedia tra PRK e Lasik con un basso rischio di complicanze. Entrambe queste tecniche citate sono comun-que utilizzate ed ogni chirurgo decide in relazione al caso ed al paziente. Per concludere dunque possiamo affermare che il laser ad eccimeri ha raggiunto una maturità tecnica ed un’esperienza a livello mondiale di assoluto rilievo. Ov-viamente si possono operare pazienti che abbiano superato l’età adolescenziale in cui i difetti miopici possono ancora modifi carsi.

I primi trattamenti laser refrattivi risalgono ai primi anni 90. Da allora molta stra-da è stata fatta soprattutto per quanto

riguarda la tecnologia laser. Sostanzial-mente i difetti di refrazione sono miopia ed ipermetropia e a questi può sovrapporsi l’astigmatismo. Nella miopia l’occhio è un po’ più lungo del normale (ad ogni mm corrispondono circa 3 diottrie di difetto) e la messa a fuoco è limitata ad una deter-minata distanza, tanto minore quanto è maggiore la miopia. Per esempio ad una diottria di miopia corrisponde una messa a fuoco di un metro (oltre questa distanza l’immagine si sfuoca progressivamente) mentre a 10 diottrie corrisponde una distanza di soli 10 cm. Pur essendo considerata lieve una miopia di 3 diottrie, questa comporta una forte limitazio-ne funzionale in quanto la messa a fuoco è limitata a 33cm. Nell’ipermetropia invece l’occhio è più corto e generalmente abbiamo a che fare con difetti più modesti (l’ipermetropia ge-neralmente è al di sotto delle 3 diottrie anche se esistono casi con 10 diottrie di ipermetropia). L’astigmatismo è un’ano-malia di curvatura della cornea che costituisce la prima lente dell’occhio che invece di essere sferica, risulta fatta come un pallone da rugby. Possiamo quindi avere astigmatismo as-sociato a miopia o ad ipermetropia, mentre ovviamente non possiamo avere miopia associata ad ipermetropia in quan-to si tratta di difetti opposti! Con un trattamento laser noi possiamo operare miopia, ipermetropia ed astigmatismo, mentre per la presbiopia la problematica è più complessa. Il Laser ad eccimeri vaporizza il tessuto e quindi permette di modifi care la forma della cornea per consentire la messa a fuoco. Questa vaporizzazione non avviene sulla superfi cie che è ricoperta da una pellicina (epitelio) che si riforma ogni

Il Dr. Massimo Camellin

dott. Massimo Camellin:Via dunant, 10 - Rovigo tel. 0425 411357mail: [email protected]

trattamenti laser refrattivi: Lasek

Spesso si ricorre allo psicologo/psicoterapeuta solo dopo aver provato un senso di sconforto e

smarrimento rispetto ai tentativi di risol-vere da soli problemi di tipo personale o relazionale.

Lo spazio relazionale, nel colloquio terapeutico rappresenta un luogo in cui emergono nuovi signifi cati, in cui co-costruire modalità correttive ed effi caci per prendersi cura di sé. Il ricorso ad uno specialista non necessariamente avviene quando è presente una psicopatologia e non necessariamente il processo pre-vede sempre dei tempi lunghi; possono verifi carsi, ad es, problematiche collegate al “ciclo di vita” diffi cili da affrontare, o situazioni di sofferenza che si ripe-tono nella propria storia quasi come in un “copione” ripetitivo sul quale si ha il senso di non poter metterci le mani.

O ancora situazioni in cui non si riesce a dare un nome alle proprie sofferenze. Il cambiamento in te-rapia, è un processo di crescita e di trasformazione creativa che avviene in un clima di autenticità e di accoglienza.

Per cambiamento nella psicoterapia (sia a livello emotivo, che cognitivo e comportamentale) intendo il recupero da parte della persona, della capacità di uti-lizzare attivamente e in modo responsabile le proprie risorse e competenze per fare delle scelte effi caci e funzionali in relazione ai propri desideri e sulla base del proprio contesto specifi co e attuale. La compren-

sione dell’eziologia e quindi della natura del proble-ma che la persona porta in terapia, dà la possibilità di chiarire cosa lo ha costituito e come questo viene mantenuto e reiterato nel tempo. I modelli arcaici di relazione interpersonale interiorizzati infatti, infl uen-zano le relazioni attuali e, nell’incontro terapeutico è possibile portare alla consapevolezza e dare un senso a tali processi attraverso una relazione “ricostruttiva” autentica calda e reale per sperimentare delle alterna-tive possibili e scegliere di cambiare. La psicoterapia è un’ ”arte” perché pur se fondata su una metodologia clinica e sostenuta da una teoria di riferimento, ogni trattamento va plasmato sulla persona che è unica e irripetibile.

Quando iniziare una psicoterapia?L’incontro terapeutico come processo di cambiamento

dott. Fabrizio Boscolo - Psicologo, PsicoterapeutaAdria: Corso Vittorio emanuele ii, 5 Rovigo: Vicolo Castello, 3e-mail: [email protected] cell. 329 1483038

Il Dr. Fabrizio Boscolo

Cosa sonoI fi bromi penduli, o acrocordon (in ingle-

se: skin tags), sono delle piccole escrescenze che nascono dal derma, quella parte della pelle situata sotto l’epiderme, e che, anzichè crescere al suo interno, si sviluppano verso l’esterno. Possono raggiungere varie gran-dezze, da pochi millimetri fi no al diametro di un centimetro, ed essere così piuttosto evidenti e fasti-diosi, anche per le zone del corpo in cui crescono. Quando sono di dimensioni considerevoli, possono pendere verso il basso a causa della forza di gravità da qui il nome di fi bromi penduli.

Dove si presentanoSi formano classicamente ai lati del collo e alle ascel-

le, alcune volte sono presenti anche all’inguine e alle pal-pebre superiori e inferiori.

Perché si formanoNormalmente possono iniziare a svilupparsi, sia

nell’uomo che nella donna, intorno ai 40 anni, anche se non mancano casi in cui spuntano verso i 20. Il loro mani-festarsi è dovuto a una predisposizione genetica, ereditaria quindi, per cui intere famiglie appaiono “affette” dai fi bro-mi penduli. La causa della loro presenza non è assoluta-mente nota; si sa solo che i fi broblasti, così si chiamano le cellule di cui sono fatti, per errore crescono verso l’esterno.

Sono pericolosi?La crescita di fi bromi non è segno di alcuna patologia,

perché ad essi non corrisponde una malattia. Le loro conse-guenze sono in primo luogo estetiche, anche perché han-no generalmente un colore più scuro della pelle, che va dal

i fibromi penduli: un disturbo estetico molto frequente

dott. Stefano Spoladori Via umberto i n. 31 45100 Rovigotel. [email protected]

Dr. Stefano Spoladori

marrone carico al nero. Quelli sporgenti si possono impigliare facilmente nelle catenine o nei colletti, nei reggiseni e negli indumenti in genere e, in questi casi, possono esser causa di disturbi della pelle. Il trauma può causare il distacco parziale del fi broma, con sanguinamento e rischio d’infezione.

Bisogna toglierli?In generale è consigliabile asportarli man mano che si

formano, in modo da tenere in ordine la pelle, ma questo, specie per quelli del collo e delle ascelle, non è indispen-sabile, anche perché è bene sottolineare che il fi broma pendulo non degenera, non evolve in tumore. E’ invece fortemente raccomandabile togliere quelli che crescono sulle palpebre in quanto possono anche disturbare la vista.

Donne e uomini ugualmente colpiti?I fi bromi penduli si sviluppano con la stessa frequenza

sia negli uomini sia nelle donne, almeno fi no ai 50 anni cir-ca. Dopo quest’età essi tendono a prelevare nella donna a causa dell’entrata in menopausa. Data la loro natura benigna gli studi al riguardo non sono tanti: si pensa che gli ormoni possano in qualche modo regolarne la crescita. Una cosa è certa i fi bromi penduli non diventano mai tumori tuttavia essi possono essere confusi con alcuni tipi di nevi, quest’ultimi invece possono degenerare in tumore.

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presto, lasciando passare alme-no 2 ore dall’ultimo pasto. Bere molto, almeno 2 litri di acqua al di. Alcalinizzare l’organismo bi-lanciando il PH con frutta e ver-dura cioè con cibi antinfi amma-tori. Respirare profondamente e non fumare. Fare il lavaggio del colon (IDROCOLON-TERAPIA) almeno una volta all’anno per distruggere tutte le scorie adese alle pareti intestinali che naturalmente non riusciremo eliminare. Quindi l’uso sconsi-derato di terapie antibiotiche e anti-infi ammatorie portano allo squilibrio della nostra buona fl ora batterica a scapito della fl ora patogena. Per questo sono convinta che solo delle

terapie naturali ed equilibranti possano garantire una buona salute che duri nel tempo.

E’ convinzione di tutto il mondo scientifi co che l’in-testino sia il nostro secondo

cervello e che esistono tra i due rapporti bidirezionali. L’organi-smo umano è abitato da 40.000 specie diverse di batteri, che vivono in comunione con noi e lavorano per noi, partecipando ai processi digestivi. Come si è detto lo stesso IPPOCRATE 2500 anni fa sentenziò “CHE IL CIBO SIA LA TUA MEDICINA, E CHE LA MEDICINA SIA IL TUO CIBO”. Concludendo quindi esistono po-che regole per prendersi cura del proprio intestino:

Alimentarsi con cibi biologici (non OGM) e non trattati. Pren-dere spesso probiotici e prebiotici per ridurre l’infi ammazione e ripristinare le giuste popolazioni batteriche. Fare esercizio fi sico per al-meno 30 min. al dì. Lo yoga rappresenta una scelta ottimale per il rilassamento della mente e la giusta respirazione. Usare poco sale, poco zucchero soprat-tutto bianco e grassi raffi nati, evitare latte vaccino e latticini freschi e cibi industriali. Coricarsi abbastanza

ippocrate nel 400 a.c diceva: “tutte le malattie hanno origine dall’intestino”

La Dott.ssa Angela Ballarin

dott. ssa Ballarin Angela via Contarini 9c 45014 Porto Viro Ambulatorio 0426 321599Cell. 335 8057925

Una buona alimentazione e delle terapie naturali ed equilibranti possono garantire una buona salute che duri nel tempo

Il consiglio: fare il lavaggio del colon almeno una volta all’anno per distruggere tutte le scorie adese alle pareti intestinali

settimana, ma nello strato di collagene che da la forma alla cornea stessa. Nella PRK (primissima tecnica applicativa) l’epitelio viene eliminato con una spatolina e succes-sivamente al trattamento laser si attende la ricrescita di quest’ultimo (3-4 giorni); in questo periodo l’occhio è infastidito dalla presenza di una abrasione. Nella Lasik la cornea viene tagliata con una lama vibrante o con un laser ed il trattamento effettuato

all’interno della cornea. Il fl ap creato viene poi riposizionato. Lo svantaggio di questa tecnica è l’indebolimento strutturale permanente, mentre il vantaggio è il poco dolore ed il velo-ce recupero visivo. Nella LASEK (Camellin 1998) l’epitelio viene scollato con una soluzione alcolica e successivamente al trattamento si riposiziona sullo stroma trattato. Il nuovo epitelio crescerà sotto quello vecchio e lo sostituirà progres-sivamente. I vantaggi sono un minor fastidio postoperatorio ed una minor reazione infi ammatoria. Si tratta quindi di una tecnica intermedia tra PRK e Lasik con un basso rischio di complicanze. Entrambe queste tecniche citate sono comun-que utilizzate ed ogni chirurgo decide in relazione al caso ed al paziente. Per concludere dunque possiamo affermare che il laser ad eccimeri ha raggiunto una maturità tecnica ed un’esperienza a livello mondiale di assoluto rilievo. Ov-viamente si possono operare pazienti che abbiano superato l’età adolescenziale in cui i difetti miopici possono ancora modifi carsi.

I primi trattamenti laser refrattivi risalgono ai primi anni 90. Da allora molta stra-da è stata fatta soprattutto per quanto

riguarda la tecnologia laser. Sostanzial-mente i difetti di refrazione sono miopia ed ipermetropia e a questi può sovrapporsi l’astigmatismo. Nella miopia l’occhio è un po’ più lungo del normale (ad ogni mm corrispondono circa 3 diottrie di difetto) e la messa a fuoco è limitata ad una deter-minata distanza, tanto minore quanto è maggiore la miopia. Per esempio ad una diottria di miopia corrisponde una messa a fuoco di un metro (oltre questa distanza l’immagine si sfuoca progressivamente) mentre a 10 diottrie corrisponde una distanza di soli 10 cm. Pur essendo considerata lieve una miopia di 3 diottrie, questa comporta una forte limitazio-ne funzionale in quanto la messa a fuoco è limitata a 33cm. Nell’ipermetropia invece l’occhio è più corto e generalmente abbiamo a che fare con difetti più modesti (l’ipermetropia ge-neralmente è al di sotto delle 3 diottrie anche se esistono casi con 10 diottrie di ipermetropia). L’astigmatismo è un’ano-malia di curvatura della cornea che costituisce la prima lente dell’occhio che invece di essere sferica, risulta fatta come un pallone da rugby. Possiamo quindi avere astigmatismo as-sociato a miopia o ad ipermetropia, mentre ovviamente non possiamo avere miopia associata ad ipermetropia in quan-to si tratta di difetti opposti! Con un trattamento laser noi possiamo operare miopia, ipermetropia ed astigmatismo, mentre per la presbiopia la problematica è più complessa. Il Laser ad eccimeri vaporizza il tessuto e quindi permette di modifi care la forma della cornea per consentire la messa a fuoco. Questa vaporizzazione non avviene sulla superfi cie che è ricoperta da una pellicina (epitelio) che si riforma ogni

Il Dr. Massimo Camellin

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trattamenti laser refrattivi: Lasek

Spesso si ricorre allo psicologo/psicoterapeuta solo dopo aver provato un senso di sconforto e

smarrimento rispetto ai tentativi di risol-vere da soli problemi di tipo personale o relazionale.

Lo spazio relazionale, nel colloquio terapeutico rappresenta un luogo in cui emergono nuovi signifi cati, in cui co-costruire modalità correttive ed effi caci per prendersi cura di sé. Il ricorso ad uno specialista non necessariamente avviene quando è presente una psicopatologia e non necessariamente il processo pre-vede sempre dei tempi lunghi; possono verifi carsi, ad es, problematiche collegate al “ciclo di vita” diffi cili da affrontare, o situazioni di sofferenza che si ripe-tono nella propria storia quasi come in un “copione” ripetitivo sul quale si ha il senso di non poter metterci le mani.

O ancora situazioni in cui non si riesce a dare un nome alle proprie sofferenze. Il cambiamento in te-rapia, è un processo di crescita e di trasformazione creativa che avviene in un clima di autenticità e di accoglienza.

Per cambiamento nella psicoterapia (sia a livello emotivo, che cognitivo e comportamentale) intendo il recupero da parte della persona, della capacità di uti-lizzare attivamente e in modo responsabile le proprie risorse e competenze per fare delle scelte effi caci e funzionali in relazione ai propri desideri e sulla base del proprio contesto specifi co e attuale. La compren-

sione dell’eziologia e quindi della natura del proble-ma che la persona porta in terapia, dà la possibilità di chiarire cosa lo ha costituito e come questo viene mantenuto e reiterato nel tempo. I modelli arcaici di relazione interpersonale interiorizzati infatti, infl uen-zano le relazioni attuali e, nell’incontro terapeutico è possibile portare alla consapevolezza e dare un senso a tali processi attraverso una relazione “ricostruttiva” autentica calda e reale per sperimentare delle alterna-tive possibili e scegliere di cambiare. La psicoterapia è un’ ”arte” perché pur se fondata su una metodologia clinica e sostenuta da una teoria di riferimento, ogni trattamento va plasmato sulla persona che è unica e irripetibile.

Quando iniziare una psicoterapia?L’incontro terapeutico come processo di cambiamento

dott. Fabrizio Boscolo - Psicologo, PsicoterapeutaAdria: Corso Vittorio emanuele ii, 5 Rovigo: Vicolo Castello, 3e-mail: [email protected] cell. 329 1483038

Il Dr. Fabrizio Boscolo

Cosa sonoI fi bromi penduli, o acrocordon (in ingle-

se: skin tags), sono delle piccole escrescenze che nascono dal derma, quella parte della pelle situata sotto l’epiderme, e che, anzichè crescere al suo interno, si sviluppano verso l’esterno. Possono raggiungere varie gran-dezze, da pochi millimetri fi no al diametro di un centimetro, ed essere così piuttosto evidenti e fasti-diosi, anche per le zone del corpo in cui crescono. Quando sono di dimensioni considerevoli, possono pendere verso il basso a causa della forza di gravità da qui il nome di fi bromi penduli.

Dove si presentanoSi formano classicamente ai lati del collo e alle ascel-

le, alcune volte sono presenti anche all’inguine e alle pal-pebre superiori e inferiori.

Perché si formanoNormalmente possono iniziare a svilupparsi, sia

nell’uomo che nella donna, intorno ai 40 anni, anche se non mancano casi in cui spuntano verso i 20. Il loro mani-festarsi è dovuto a una predisposizione genetica, ereditaria quindi, per cui intere famiglie appaiono “affette” dai fi bro-mi penduli. La causa della loro presenza non è assoluta-mente nota; si sa solo che i fi broblasti, così si chiamano le cellule di cui sono fatti, per errore crescono verso l’esterno.

Sono pericolosi?La crescita di fi bromi non è segno di alcuna patologia,

perché ad essi non corrisponde una malattia. Le loro conse-guenze sono in primo luogo estetiche, anche perché han-no generalmente un colore più scuro della pelle, che va dal

i fibromi penduli: un disturbo estetico molto frequente

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Dr. Stefano Spoladori

marrone carico al nero. Quelli sporgenti si possono impigliare facilmente nelle catenine o nei colletti, nei reggiseni e negli indumenti in genere e, in questi casi, possono esser causa di disturbi della pelle. Il trauma può causare il distacco parziale del fi broma, con sanguinamento e rischio d’infezione.

Bisogna toglierli?In generale è consigliabile asportarli man mano che si

formano, in modo da tenere in ordine la pelle, ma questo, specie per quelli del collo e delle ascelle, non è indispen-sabile, anche perché è bene sottolineare che il fi broma pendulo non degenera, non evolve in tumore. E’ invece fortemente raccomandabile togliere quelli che crescono sulle palpebre in quanto possono anche disturbare la vista.

Donne e uomini ugualmente colpiti?I fi bromi penduli si sviluppano con la stessa frequenza

sia negli uomini sia nelle donne, almeno fi no ai 50 anni cir-ca. Dopo quest’età essi tendono a prelevare nella donna a causa dell’entrata in menopausa. Data la loro natura benigna gli studi al riguardo non sono tanti: si pensa che gli ormoni possano in qualche modo regolarne la crescita. Una cosa è certa i fi bromi penduli non diventano mai tumori tuttavia essi possono essere confusi con alcuni tipi di nevi, quest’ultimi invece possono degenerare in tumore.

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Un bel sorriso è piacevole, suscita interesse e met-te allegria nelle persone che ci circondano.

C’e’ sempre più richiesta al giorno d’oggi di denti belli, bianchi e di un sorriso armonioso che ci faccia sentire bene con noi stessi ma soprattutto con le altre persone con le quali ci relazioniamo. Possiamo dire che il sorriso sia il nostro primo biglietto da visita e come diceva il famoso Charlie Chaplin: ”UN GIORNO SENZA SORRISO E’ UN GIORNO PERSO”.

Come fare allora per ottenere un sorriso “sma-gliante”?

Nel campo dell’odontoiatria, e in particolare nel settore estetico, si fanno molti progressi e si cerca sempre di proporre al paziente un piano di trattamento adatto alle sue problematiche e mirato a risolvere il suo personale caso.

I trattamenti per ottenere un bel sorriso sono

Insieme allo specialista si studierà una soluzione personalizzata che garantirà un bellissimo sorriso dalla prima seduta

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Nel campo dell’odontoiatria, e in particolare nel settore estetico, si fanno molti progressi e si cerca sempre di proporre al paziente un piano di trattamento adatto alle sue problematiche e mirato a risolvere il suo personale caso

differenti, possono andare dalle più o meno complesse ricostruzioni estetiche con il composito, che è il materiale utilizzato più comunemente oppure si possono applicare delle faccette sulla superfi cie esterna del dente, effet-tuando una leggera preparazione.

Ovviamente i costi per l’uno o per l’altro trattamento sono differenti. Il prezzo per le faccette che vengono realizzate in ceramica è piuttosto alto, ma il risultato è duraturo nel tempo.

Per ovviare a ciò, da un paio di anni sono state in-trodotte nel commercio, delle faccette che si chiamano “COMPONEER” che sono dei gusci di smalto in composi-to nano-ibrido polimerizzati e preformati , prodotti indu-strialmente, i quali uniscono i vantaggi del restauro di-retto in composito ai vantaggi delle faccette preformate.

Si tratta del primo sistema appositamente messo a punto per consentire restauri sorprendentemente semplici dei denti anteriori.

I benefi ci per il paziente sono:-riabilitazione estetica dopo 1 sola seduta-rimozione mini-invasiva della sostanza dentale sana-tempi alla poltrona ridotti-soluzione personalizzata-superfi cie e margini di alta qualità-più economiche delle soluzioni indiretteLe indicazioni cliniche sono:

-trattamento di carie estese-alterazioni cromatiche dello smalto -lievi malposizionamenti, rotazioni dei denti-fratture dentali -denti erosi, abrasi-allungamento dei margini incisali dei denti anteriori-malformazioni anatomiche (denti di forma irregolare, denti conici)

Il sistema di faccette dirette in composito aggiunge una nuova e interessante dimensione alle opzioni di

trattamento esistenti, fornendo ai professionisti e ai pazienti nuove prospettive economiche.

I pazienti possono ottenere un bellissimo sorriso naturale in una sola seduta, e ricominciare a sorridere.

Nella sua storia recente, l’odontoiatria è passata attraverso varie fasi. Svilup-pi riconducibili e legati alla ricerca in

tema di biomateriali con conseguente ado-zione di nuovi concetti e metodiche, spesso divenute moda o tendenza. Negi anni ’70 erano frequenti le estrazioni di denti dei settori posteriori, ma anche anteriori, minati nella loro struttura da processi cariosi o nella loro stabilità per la presenza della malattia parodontale (piorrea), al fi ne di far posto ad apparecchi in lega leggera (scheletrati) che andavano a sostituire analoghe e già presenti strutture più pesanti e costose in quanto concepite in metallo prezioso (oro).Alla fi ne degli anni ’70, e all’inizio degli anni ’80, prende piede il concetto di “arcate accorciate”. In base agli studi a supporto di quest’ultima tendenza, la grande maggioran-za degli atti masticatori viene svolta a livello dei settori premolari, rendendo pertanto non indispensabile la sostituzione dei settori mo-

lari perduti. Questa concezione è tuttavia destinata a durare ben poco in quanto dal 1983 all’incirca, il prof. P.I. Branemark intro-duce il concetto di osseointegrazione tissuta-le ponendo le basi scientifi che di quella che possiamo defi nire l’implantologia moderna.Il concetto di sostituzione di un dente man-cante attraverso l’inserimento di un suo ana-logo nello spessore dell’osso, risale ai tempi della preistoria, se è vero che sono stati ritro-vati reperti cranici fossili che ben evidenziano tentativi fatti in tal senso. Alla fi ne degli anni ’50 e durante gli anni ’60 sono molti i casi descritti di impianti di viti o lamine dei più svariati materiali, inseriti nelle ossa mascella-ri con lo scopo di fornire sostegno a denti di sostituzione. Ma solo con l’introduzione della lega di titanio e con la diffusione degli studi dell’università di Goteborg, che si può stabi-lire e datare l’anno zero dell’implantologia moderna.

Da allora le tendenze cambiano e la

Progressi e tendenze: la storia dell’odontoiatria

Da quasi 30 anni il Dott. Giuseppe Bertolini esercita la professione odontoiatrica: laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Odontostomatologia e protesi dentaria, ha lavorato all’ospedale di Padova e di Monselice e dal 1999 è dirigente medico presso la Cittadella Socio Sanitaria dell’ASL 18 di Rovigo. E’ stato uno dei primi impiantologi del Veneto. Da sempre impegnato anche nella libera professione, dal 2011 ha aperto il suo studio a Rovigo,

una struttura moderna, funzionale, attrezzata per le moltissime esigenze e richieste dei pazienti, ma anche accogliente e confortevole. Uno studio pensato per essere un punto d’incontro per le persone in quanto tali e non esclusivamente in quanto pazienti, tenendo sempre in massima considerazione che la soluzione ai problemi dentali deve essere trovata conciliando la necessità di cura con l’esistenza di limitazioni, spesso dettate da fattori economici.

Dott. Giuseppe BertoliniMedico Chirurgo, specialista in Odontostomatologia e protesi dentaria

Ciò che è importante per una corretta masticazione e per un benessere generale, è l’equilibrio dell’apparato stomatognatico nel suo complesso. Importante la figura del dentista “di famiglia” in grado di valutare la globalità della situazione

Studio dentistico dott. Giuseppe BertoliniLargo Cappellini 1 – Rovigo0425-1680170 [email protected]

sostituzione di denti andati perduti viene sentita come una necessità primaria. For-se, la verità, come in altre situazioni, sta nel mezzo. Ciò che è importante per una corretta masticazione e per un benessere generale, è l’equilibrio dell’apparato stoma-tognatico nel suo complesso.

Esistono, nella pratica clinica, situazio-ni di benessere e equilibrio pur in assenza di parecchi elementi dentari, nel mentre in altri casi la mancanza anche di un solo ele-mento è causa di disarmonia e squilibrio, pronti a trasformarsi in sintomatologia.

Come può orientarsi il paziente tra le

molteplici proposte e pseudoverità sancite dai richiami dei mass-media?

Torna importante la fi gura del dentista “di famiglia” in grado di valutare la globali-tà della situazione e di proporre le soluzioni più opportune indipendentemente dalle ten-denze dettate dal momento.

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SAGITTARIODAL 23/11AL 21/12FASCINO RINCORRETE

QUALCOSA DI TROPPO ALTO. ABBIATE PAZIENZA, LE COSE NON SI RISOLV-

ERANNO IN FRETTA COME SPERATE SALUTE SIETE IN FORMA E NE APPROFITTATE PER ALLENARE CORPO E SPIRITO CON DISCIPLINE ORIENTALI: AN-CHE LA DANZA DEL VENTRE

CAPRICORNODAL 22/12

AL 20/01FASCINO VI TRO-VERETE DI FRONTE A

GRANDI RESPONSABIL-ITÀ MA SAPRETE ESSERE TRANQUILLE, SAGGE E SOPRATTUTTO EQUILIBRATE SALUTE ANCHE PER IL BENESSERE LO STILE DEV’ESSERE BILANCIATO. NON STRAFATE IN PALESTRA, I MUSCOLI NE RISENTIREBBERO

ACQUARIODAL 21/01AL 19/02FASCINO SIETE COINVOL-GENTI E FANTASIOSI, NESSUNO

PUÒ RESISTERE AI VOSTRI PROGETTI E CHIUNQUE È PRONTO A SEGUIRVI SALUTE CURATE RAFFRED-

DORE E TOSSE PRIMA CHE DIVENTINO BRONCHITI. E NON SEMPRE BASTA BERE LATTE E MIELE

PESCI DAL 20/02 AL 20/03FASCINO CREDETE DI PIÙ NELL’AMORE

ANCHE SE NON È STAGIONE. C’È TEMPO PER ANDARE IN LETARGO! SÙ, ENERGIA! SALUTE I CERVICALI SONO SEMPRE UN PROBLEMA DA CURARE CON LE DOVUTE ATTENZIONI. CONTROLLATE LO STRESS CHE LI INFIAMMA

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO AVRETE TANTA FORZA CHE CEL-

ERÀ LA DOLCEZZA. ATTENTI A DOSARE BENE LA TENEREZZA RISCHIATE LA VOS-TRA FRAGILITÀ SALUTE NON MAN-CANO I RAFFREDDORI: SCEGLIETE CURE SEMPLICI COME DECOTTI E UNGUENTI NATURALI

TORO DAL 21/04

AL 20/05FASCINO AN-

CHE SE È AU-TUNNO IL VOSTRO

SORRISO È IN GRADO DI FAR TORNARE L’ESTATE. TUTTI VI ADORANO APPROFIT-TATENE SALUTE SIETE UN PÒ TROPPO NERVOSI E, SICCOME NON LO DATE A VEDERE, RISCHIATE CHE NE RISENTA IL FISICO: TRANQUILLIZZATEVI

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO RIUSCITE A

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CHIEDETEVI PERCHÉ. FORSE LA RISPOSTA STA NEL VOSTRO CUORE SALUTE OCCORRE CHE VI DEPU-RIATE A FONDO. PENSATE ANCHE AD UN LAVAGGIO INTESTINALE FATTO DA ES-PERTI: UN TOCCASANA

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