adesso il nostro meraviglioso viaggio… · Caserta posta nell’entroterra. Oltre la Reggia,...

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Transcript of adesso il nostro meraviglioso viaggio… · Caserta posta nell’entroterra. Oltre la Reggia,...

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«Inizia adesso il nostro meraviglioso viaggio…

avremo modo di vedere nuovi luoghi, divertirci e fare nuove esperienze. Questo è il nostro

ultimo anno e questo viaggio rinsalderà sicuramente la nostra bellissima amicizia!!!

Percorriamo insieme le tappe del nostro viaggio …

Caserta

Pompei

Sorrento

Capri

PosillipoPozzuoli

Napoli

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La Reggia di Caserta

Il palazzo reale di Caserta, costruito nel 1752, fu voluto

dal re di Napoli Carlo III di Borbone che, colpito dalla

bellezza del paesaggio casertano e desideroso di dare

una degna sede di rappresentanza al governo della

capitale Napoli e al suo reame, volle che venisse costruita

una reggia tale da poter reggere il confronto con quella di

Versailles. La scelta del luogo (Caserta anziché Napoli) fu

anche legata alla volontà del re di individuare un sito che

non fosse facilmente attaccabile via mare, essendo

Caserta posta nell’entroterra.

Oltre la Reggia, affascinante e immenso è anche il parco che la circonda, composto da un giardino

all’ italiana in cui sono presenti diverse fontane e giochi d’acqua, la famosa grande cascata e il

giardino all’inglese caratterizzato da fitti boschi; sbucano ovunque statue di eroi e divinità della

mitologia classica, che spesso alludono alla passione per la caccia dei regnanti. Per realizzare il

grandioso progetto fu chiamato un architetto e ingegnere all’epoca assai stimato: Luigi Vanvitelli

(1700-1773). Per l’edificio principale Luigi Vanvitelli progetta un corpo di fabbrica rettangolare, lungo

247 metri sui lati maggiori e 184 su quelli minori, con quattro cortili interni immaginati come piazze

d’armi (gli immensi spazi all’aperto utilizzati per le adunanze militari).I quattro cortili sono definiti da

due bracci perpendicolari e il suo impianto è semplice e rigoroso. Allo stesso tempo la facciata ha

un andamento uniforme, che viene interrotto da una sporgenza al suo centro e ai lati. Se all’esterno

la residenza ha un’eleganza contenuta, all’interno si mostra sfarzosa con le milleduecento stanze,

distribuite su tre piani.

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Reggia di Caserta: vista esterna dal parco - RIPRODUZIONE

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Napoli

Napoli è una città italiana di 971 097 abitanti, terza in

Italia per popolazione, capoluogo della omonima città

metropolitana e della regione Campania. Fondata dai

Cumani nell' VIII secolo a.C., fu tra le città egemoni della

Magna Grecia, grazie al rapporto privilegiato con Atene,

ed esercitò una notevole influenza commerciale, culturale

e religiosa sulle popolazioni italiche circostanti. Dopo il

crollo dell'Impero romano, nell' VIII secolo la città formò

un ducato autonomo indipendente dall'Impero bizantino;

in seguito, dal XIII secolo e per circa seicento anni, fu

capitale del regno di Napoli.

Divenuta capitale del Regno delle Due Sicilie sotto i Borbone, ebbe un periodo di sviluppo socio-

economico culminato in una serie di primati civili e tecnologici tra cui la costruzione della prima

ferrovia in Italia. Dopo l'annessione al Regno d'Italia soffrì di un sensibile declino esteso anche a tutto

il sud Italia. Per motivi storici, artistici, politici, sociali, culturali ed ambientali è stata, dall'evo antico

sino ai giorni nostri, una delle città cardine d'Occidente. Sede della Federico II, la più antica università

statale d'Europa, Napoli ospita altresì l'Orientale, la più antica università di studi sinologici ed

orientalistici del continente e la Nunziatella, una delle più antiche accademie militari al mondo.

Nel 1995 il centro storico di Napoli, il più vasto d'Europa, è stato riconosciuto dall'UNESCO come

patrimonio mondiale dell'umanità.

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Le catacombe di San Gennaro.

Le Catacombe di San Gennaro sono antiche

aree cimiteriali sotterranee risalenti al II-III

secolo e rappresentano il più importante

monumento del Cristianesimo a Napoli. Il

nucleo originario delle catacombe si andò

sviluppando attorno alla tomba di una ricca

famiglia romana (il cui nome resta sconosciuto

a causa della dispersione del materiale

epigrafico) datata al II - III secolo. A partire da

questa donazione, fu successivamente creato il

vestibolo del piano inferiore, che alla fine del III

secolo accolse i resti mortali di Sant'Agrippino,

VI vescovo di Napoli, primo patrono della città.

Nel V secolo vi vennero trasferite le spoglie di San Gennaro, patrono principale di Napoli. Da

quel momento la catacomba divenne centro di culto anche del martire che tanta importanza avrà

nella storia della città e col tempo le catacombe ne assunsero il nome, divenendo così le

Catacombe di San Gennaro.

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Catacombe di San Gennaro: vista dell’interno - RIPRODUZIONE

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Museo nazionale Capodimonte

Il Museo nazionale di Capodimonte e’ ubicato

all'interno della reggia omonima a Napoli sulla

collina di Capodimonte e si estende sui tre

livelli della reggia. Il palazzo reale, con

annesso un parco, fu la residenza storica dei

Borbone di Napoli, ma anche dei Bonaparte e

successivamente dei Savoia. Venne costruita

a partire dal 1738 per volere di Carlo di

Borbone come luogo dove accogliere una

collezione di opere d’ arte, la cosiddetta

collezione Farnese, iniziata da Papa Paolo III

appartenente alla famiglia Farnese, di cui

fanno parte alcuni grandi nomi della pittura

italiana e internazionale (tra cui Raffaello,

Tiziano, Parmigianino, Bruegel il Vecchio, El

Greco, Ludovico Carracci, Guido Reni).

Oltre la collezione Farnese, si puo’ammirare anche la collezione della Galleria Napoletana, che

raccoglie opere provenienti da chiese della città e dei suoi dintorni, appartenenti a pittori famosi

come Simone Martini e Caravaggio. Dal 1957 ospita il Museo Nazionale di Capodimonte, che

comprende gallerie di arte antica, una di arte contemporanea e un appartamento storico. Nella

sezione di arte contemporanea troviamo opere di artisti molto famosi come Andy Warhol, tra cui

quella di maggiore prestigio è Vesuvius.

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Museo di Capodimonte: vista Sala 20 - RIPRODUZIONE

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La nuova stazione di Toledo

La nuova stazione di Toledo , progettata dall’architetto

spagnolo Oscar Tusquets, è profonda circa 50 metri e

dà, sul serio, la sensazione di scendere verso il centro

della terra grazie anche ai colori che accompagnano la

discesa, quali: il marrone molto scuro (che sembra

terra), il giallo ocra (tipico del tufo) e l’azzurro (degli

abissi marini). Quando si accede ad un lungo corridoio

decorato con i mosaici azzurri c’è la bella e netta

sensazione di essere in mezzo al mare. La stazione

contiene notevoli testimonianze del passato dell’antica

città emerse durante i lavori di scavo: dal primo suolo

arato del paleolitico, il cui calco si trova presso il museo

nazionale, fino alle mura di epoca aragonese, che

restaurate, sono integrate nelle finiture della stazione.

L'interno è caratterizzato da due grandi mosaici: il primo raffigurante una tipica scena napoletana,

piena di persone in movimento, tra cui San Gennaro e in cui si denotano molti riferimenti a Pompei

e al Vesuvio. Sullo sfondo sono presenti mappe topografiche della città.

Il secondo mosaico raffigura due persone che si adoperano per portare un carretto carico di simboli

della repubblica napoletana del 1799 e un gatto. Sullo sfondo questa volta si notano i progetti di

bonifica dei quartieri bassi di Napoli. Il corridoio di collegamento con l'uscita di largo Montecalvario è

decorato con le fotografie scattate da Oliviero Toscani in vari punti del centro storico della città, che

raffigurano i volti dei cittadini napoletani che hanno voluto posare per il famoso fotografo.

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Solfatara

La Solfatara è un cratere vulcanico ancora attivo

ma in stato quiescente che da circa due millenni

conserva un’attività di fumarole d’anidride

carbonica solforosa, getti di fango bollente ed un’

elevata temperatura del suolo. La Solfatara

rappresenta oggi una valvola di sfogo del

magma presente sotto i Campi Flegrei, grazie

alla quale si riesce a mantenere una pressione

costante dei gas sotterranei e costituisce uno dei

quaranta vulcani che si trova a circa tre

chilometri dal centro della città di Pozzuoli. Con il

termine Solfatara si indica il cratere piuttosto che

l’intero vulcano. Durante l’epoca imperiale

romana iniziò la prima attività mineraria per

l’estrazione di bianchetto, utilizzato come stucco.

Tra il XVIII e il XIX secolo la Solfatara divenne uno dei quaranta stabilimenti termali più famosi dei

Campi Flegrei; tale attività fu abbandonata agli anni venti . Anche l’estrazione di minerali cessò

definitivamente negli anni cinquanta. Recenti scavi hanno riportato alla luce una strada basolata

romana a valle della Solfatara e tracce di fondazioni degli edifici destinati alle cure termali.

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La Sibilla Cumana

Il cosiddetto Antro della Sibilla è una galleria

di epoca greco-romana collocata nei pressi

del Parco Archeologico di Cuma. È stato spesso

identificato con il luogo nel quale la Sibilla

Cumana avrebbe pronunciato i suoi oracoli. La

galleria, abbandonata nel XII secolo a seguito

dello spopolamento dell’abitato di Cuma, fu

rinvenuta dall’archeologo Amedeo Maiuri negli

anni trenta del secolo scorso.

La Sibilla Cumana è stata fra tutte la figura più influente della storia antica, ricordata anche nel

poema latino dell’Eneide di Virgilio che decantava nei suoi illustri versi, l’arte

profetica della Sibilla di Cuma, catturando in egual modo l’attenzione e la curiosità degli Imperatori

romani e dei nobili patrizi, i quali raggiungevano l’Acropoli di Cuma pronti ad interrogare

gli oracoli dell’oscura signora. Questa oscura signora, amava ritirarsi in grotte e antri scavate

nella roccia, lontane dal clamore e dagli schiamazzi della città. Secondo la tradizione,

la Sibilla prima di profetizzare il suo responso, compiva un rituale di prassi: si incamminava lungo

le tre grandi vasche presenti nella grotta e si immergeva nelle acque. Compiuta la cerimonia si

sedeva sull’alto trono e interrogava l’oracolo; emetteva il verdetto finale riportato sulle foglie di

palma.

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Pompei

Pompei, Antica città della Campania, è situata alla foce del fiume

Sarno, pochi chilometri a sud del Vesuvio, tra Ercolano e Stabia.

Fu fondata intorno al 600 a.C. dagli Osci e successivamente

conquistata dai Sanniti (V secolo a.C.). Divenne colonia romana e

raggiunse una popolazione di 20.000 abitanti all’inizio dell’era

cristiana. Nel 79 d.C. il Vesuvio entrò in attività, dopo un periodo

di quiete durato probabilmente circa 8 secoli, riversando sulle

aree circostanti, in poco più di 30 ore, il magma sotto forma di

pomici e cenere. L’ eruzione ebbe inizio intorno all’ una delal di sopra del vulcano protraendosi fino alle 8 del mattino, accompagnata da frequenti terremoti. Per oltre

1500 anni Pompei restò sotto cumuli di cenere, fino a quando, a partire dal 1748, il governo borbonico di

Napoli intraprese campagne sistematiche di scavo. Fra Otto e Novecento furono riportati alla luce il

quartiere del foro e altre ampie porzioni della città. Gli esempi di ricca edilizia privata sono non solo

inestimabili per la sontuosità degli arredi e importanti per ricostruire particolari della vita privata

dell’epoca, ma soprattutto affascinanti scorci di una civiltà che l’eruzione fermò per sempre come in

un’istantanea. Pompei è tuttora oggetto di scavi e ricerche archeologiche; più di un quarto dell’antica città

è infatti ancora sepolto. Straordinario è lo stato di conservazione degli oggetti rinvenuti, che costituiscono

spesso preziose testimonianze della vita quotidiana: dal pane appena sfornato, ai graffiti sui muri, alle

pitture che fungevano da manifesti elettorali. La cenere e i lapilli che caddero abbondantissimi sulla città

durante l’eruzione formarono una sorta di protezione ermetica che mantenne pressoché intatti gli edifici

coperti (palazzi pubblici, templi, teatri, terme, botteghe, abitazioni private) insieme ai resti delle circa

duemila vittime: uomini e donne in fuga, bambini, gladiatori, cani. In molti casi le ceneri, mischiate alla

pioggia, hanno formato attorno ai corpi una crosta dura e resistente, che si è mantenuta nel tempo anche

quando i resti umani, all’interno, si erano ormai polverizzati. Alcuni archeologi hanno versato in questi

calchi accidentali del gesso liquido, ricavandone impressionanti forme che riproducono esattamente le

fattezze delle donne e degli uomini colti dalla morte improvvisa .

pomeriggio e si sollevò per circa 15 km

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Pompei: vista di una delle strade - RIPRODUZIONE

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Ville Romane a Pompei

Villa dei Misteri, una delle piu’ note ville romane

presenti a Pompei, e’ appartenuta forse alla

famiglia degli Istacidii , fra le più importanti della

Pompei di età augustea. Presenta un impianto

architettonico risalente al I sec a.C. e ha subito

successive trasformazioni fino al momento

dell’eruzione (79 d.C). Essa è un esempio di

commistione tra villa d’ Otium e villa rustica,

infatti, edificata come abitazione signorile, in

seguito venne ampliata con la parte rustica, che

ospitava schiavi e bestiame. La parte signorile

della villa, abitata dal dominus, cioè dal padrone

momenti più piacevoli e lussuosi. Si trova sul lato ovest e si affacciava sul mare, ed e’composta

da vari ambienti come atrio, tablino, sala di soggiorno e la famosa sala dei Misteri, il cui nome ,

come anche quello della villa, si deve agli affreschi che ornano questa sala. Il nome deriva dalle

diverse interpretazioni che sono state date a questo ciclo pittorico nel corso degli anni. Si sono

ipotizzati riferimenti ai Misteri Dionisiaci, oppure ai Misteri Orfici e perfino ai Misteri Isiaci. Il ciclo

pittorico occupa la fascia al disopra di uno zoccolo decorato a finto marmo presente lungo tutte le

pareti della sala. Questa tecnica pittorica utilizzata imita, facendo uso in alcuni casi anche di

elementi in stucco a rilievo, il rivestimento delle pareti con lastre di marmo, detto crusta, da cui il

nome «stile dell’incrostazione» che e’ uno dei quattro stili che hanno caratterizzato la pittura

pompeiana che decorava edifici pubblici e privati.

di casa, dai suoi parenti e ospiti, è destinata ai

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Capri

L'isola di Capri è situata nel golfo di Napoli e nel

golfo di Salerno. Di origine calcarea, presenta le

coste piuttosto alte con spaventosi precipizi (i

famosi Faraglioni), dove si trovano numerose

grotte fra cui la grotta Azzurra meta prediletta dai

turisti. La sua orografia è composta ad ovest dalle

pendici del monte Solaro e ad est dal monte

Tiberio. Coesistono sull'isola due realtà urbane

diverse tanto per la naturale separazione

geografica quanto per tradizioni e origine etnica:

Capri e Anacapri.

Capri vicina al mare ha goduto della presenza del porto che ha infatti agevolato gli scambi

commerciali e culturali con il Regno di Napoli ; Anacapri, che sorge sul fianco settentrionale del

Monte Solaro (massima vetta dell’isola), abitata fin da epoca romana, come testimoniano i

numerosi resti.

Le due comunità, Capri e Anacapri, erano in eterno conflitto, impegnate a difendere ognuna i

propri diritti e la propria autonomia. Capri fu visitata da diversi imperatori che fecero costruire

ben dodici ville, di cui solo tre ne conservano ben visibile la struttura originaria: Villa Jovis, Villa

Damecuta e Palazzo a Mare.

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Capri: vista dei Faraglioni - RIPRODUZIONE

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Porta Nolana

Porta Nolana è un'antica porta situata in piazza Nolana ed è inglobata tra due torri.

Costituisce l’accesso all’omonimo mercato, uno dei cinque mercatini rionali più belli e

popolari da visitare a Napoli tutto l’anno, ma soprattutto nel periodo natalizio per la

particolare atmosfera da cui si viene inevitabilmente travolti.

La porta fu eretta nel XV secolo da Giuliano da Maiano e fu così chiamata perché dalla

porta partiva una via che si dirigeva verso il borgo antico della odierna Nola. L'opera è

stata realizzata in stile rinascimentale e si presenta con un arco a tutto sesto

in marmo incastonato tra le due torri in piperno.

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Napoli: vista di Porta Nolana - RIPRODUZIONE

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Spaccanapoli

Il decumano inferiore, comunemente chiamato

Spaccanapoli, è un'arteria viaria del centro

antico di Napoli ed è una delle vie più importanti

della città.

Volgarmente chiamato "Spaccanapoli" in quanto

divide nettamente, con la sua perfetta linearità,

la città antica tra il nord e il sud.

Durante il rinascimento la via subì enormi

cambiamenti, le strutture gotiche vennero

rimaneggiate e si realizzarono edifici sui suoli di

antichi palazzi demoliti.

Durante il Cinquecento, il Viceré Don Pedro de Toledo allineò il decumano con un'arteria dei

Quartieri Spagnoli, in modo da collegarli con il centro della città per favorire gli spostamenti.

Tra il Seicento e il Settecento gli edifici privati e di culto subirono ulteriori rimaneggiamenti.

Nell'Ottocento alcuni palazzi vennero di nuovo ripristinati nelle forme originali per la loro

importanza mentre, solo nel secolo scorso, a causa della seconda guerra mondiale, la chiesa di

Santa Chiara riprese la sua struttura gotica celata dagli stucchi settecenteschi.

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Cappella Sansevero

Nella Napoli settecentesca Raimondo di Sangro, VII principe di Sansevero, abitava Palazzo

Sangro. Il suo nome è indissolubilmente legato alla cappella Sansevero che nel 1590 il

principe fece costruire come mausoleo di famiglia . Sorge nelle immediate vicinanze del

palazzo al quale era unita da un cavalcavia, che crollò agli inizi del 1900. La cappella venne dal

principe abbellita raccogliendovi statue tipicamente barocche, che possono essere ancora oggi

ammirate. Entrando nella cappella subito a sinistra e’ posta la statua del Decoro,

successivamente troviamo quattro statue che rappresentano: la Sincerità, la Soavità, lo Zelo

della Religione ed il Dominio di sè stessi. Al centro della navata della Cappella di San Severo si

trova una delle statue piu’ suggestive: il celebre Cristo Velato, opera realizzata da Giuseppe

Sammartino, che, avvolto nel sudario" , trascina lo spettatore alla pietà . La delicatezza con cui

viene avvolto il Cristo, trasmette al visitatore l’ idea che Lui stia in quel momento effettivamente

dormendo e di non aver patito le sofferenze della crocifissione.

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Il Complesso di Santa Chiara

Il complesso monumentale di Santa Chiara

comprende: chiesa, con sacrestia e coro;

monastero e convento, con quattro chiostri

(il chiostro Maiolicano, il chiostro di San

Francesco , il chiostro dei Frati minori e il

chiostro di Servizio). Il complesso fu

innalzato dal 1310 al 1328 per volere di

Roberto D’Angiò e di sua moglie Sancia di

Maiorca. L’interno della chiesa è un vasto,

alto ambiente rettangolare, su cui si

affacciano le cappelle illuminate da bifore e

trifore. Dietro l’altare maggiore campeggia

il grande sepolcro di Roberto d’ Angiò,

.

opera dei fratelli Giovanni e Pacio Bertini; dall’aspetto sontuoso, rappresenta la figura seduta del re. La

prima cappella sulla sinistra, adiacente all’ingresso, ospita invece le spoglie di Salvo d’Acquisto, il

carabiniere sacrificatosi durante la II seconda guerra mondiale per salvare un gruppo di civili innocenti

dalla rappresaglia nazista. La nona cappella conserva la struttura barocca ed accoglie le sepolture dei

Borboni. La chiesa presenta una facciata sobria e imponente, con un grande rosone centrale. Il

campanile iniziato nel 1328 fu completato solo nel ‘500, quando fu dotato anche di cinque campane,

che, cadute per il bombardamento del 1943, furono rimesse al loro posto nel 1949. Adiacente alla

chiesa è il coro delle Clarisse, che conserva l’originaria struttura trecentesca e resti degli originali

affreschi attribuiti a Giotto e alla sua bottega.

Napoli: vista della Chiesa di Santa Chiara - RIPRODUZIONE

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Tra i chiostri presenti nel complesso il più celebre è il grandioso Chiostro maiolicato delle

Clarisse: con 72 pilastri ottagonali rivestiti da stupende mattonelle policrome in rococò. I pilastri,

intervallati da sedili, sono decorati con motivi a tralci di viti e glicini. Sulle spalliere dei sedili sono

rappresentati motivi agresti, marinari e mitologici.

Oggi è un efficace rifugio per chi cerca un angolo di quiete e silenzio nel cuore della città. Al

termine di due dei bracci del Chiostro è posto l’ingresso al Museo dell’Opera, ubicato nel

trecentesco monastero di Santa Chiara. Suddiviso in quattro sale, il museo restituisce uno

spaccato di storia napoletana e conserva alcuni tesori scampati al bombardamento del 1943. Da

non dimenticare inoltre la Sala del Presepe Settecentesco, posto all’ingresso del Chiostro, sulla

destra, dove vengono rappresentati scene della vita quotidiana.

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lo sguardo si perde in un panorama incantevole di un quartiere ormai residenziale volto ad

ammirare l’intera città di Napoli, il Vesuvio, la penisola sorrentina e l’isola di Capri. Da non

dimenticare Marechiaro, un piccolissimo borgo del quartiere Posillipo, ricordato anche come uno

dei simboli della dolce vita in Italia, divenuto famoso per le sue frequentazioni Hollywoodiane. Un

particolare che ha contribuito alla mitizzazione di questo borghetto è la così detta

FENESTRELLA (in italiano finestrella).La leggenda narra che il poeta e scrittore napoletano

Salvatore Di Giacomo, vedendo una piccola finestra sul cui davanzale c’era un garofano, ebbe

l’ispirazione per quella che è una delle più celebri canzoni napoletane: Marechiare. Tutt’oggi la

finestra esiste e c’è sempre un garofano fresco sul davanzale, oltre ad una lapide celebrativa in

marmo bianco con sopra inciso lo spartito della canzone e il nome del suo autore.

Quartiere Posillipo

La collina di Posillipo è una delle

zone più incantevoli e prestigiose

della città. Le ville sontuose e

nascoste, le discese a mare, i

costoni a strapiombo sull'acqua, gli

edifici eleganti, il panorama

mozzafiato ne fanno al contempo

una tappa obbligata per i turisti e un

sogno per gli abitanti della città.

Posillipo è senza dubbio il colle più

noto di Napoli ; salendo verso la

parte più alta del colle,Vista dal Quartiere Posillipo - RIPRODUZIONE

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Città della Scienza

La Città della scienza è un'iniziativa di promozione e

divulgazione della scienza che si svolge a Napoli

all'interno di una struttura composta da

un museo scientifico interattivo.

Nel 1996 fu possibile aprire al pubblico il primo

embrionale nucleo del complesso museale.

Il 4 marzo 2013, nel giorno di chiusura al pubblico, un

vasto incendio probabilmente doloso ha danneggiato

quattro dei sei capannoni della Città della Scienza,

provocando la perdita di quasi tutti i beni all'interno. Nel

rogo è andato distrutto anche il server del sito ufficiale. Il

7 novembre 2013 il museo ha riaperto in capannoni

temporanei con la mostra Futuro remoto 2013, avente

come tema il cervello, e una mostra su cuccioli ed

embrioni dei dinosauri proveniente dall' Australia.

Il 5 marzo 2017 è stato aperto il planetario 3D di Città della scienza, una straordinaria attrazione a

cui si assiste a spettacoli e show sui misteri dell’universo e non solo. Il planetario è anche un

simulatore del cielo, che produce la volta celeste e gli oggetti astronomici che popolano l’universo.

Un'altra recente attrazione è quella del percorso del corpo umano che è organizzato nei sistemi:

circolatorio e digestivo.

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Teatro San Carlo

Teatro San Carlo e’un teatro lirico, nonché uno dei più famosi e prestigiosi al mondo; e’il più

antico teatro d'opera in Europa ancora attivo, nonchè uno dei più capienti teatri all'italiana della

penisola. Realizzato nel 1737 accanto Piazza del Plebiscito esattamente 41 anni prima della

Scala di Milano e 55 della Fenice di Venezia. E’ stato costruito per volontà del Re Carlo III di

Borbone fortemente intenzionato a dare alla città un nuovo teatro che rappresentasse il potere

regio. Il progetto fu affidato all'architetto Giovanni Antonio Medrano, Colonnello Brigadiere

spagnolo di stanza a Napoli, e ad Angelo Carasale, già direttore del San Bartolomeo. Il disegno di

Medrano introdusse la pianta a ferro di cavallo, la più antica del mondo, modello per il teatro

all'italiana. Su questo modello furono costruiti i successivi teatri d'Italia e d'Europa.

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Teatro San Carlo: Pianta - RIPRODUZIONE

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Palazzo Reale

Palazzo Reale e’stato realizzato intorno

ai primi del '600, quando i viceré spagnoli

sentirono l'esigenza di costruire una

residenza reale, al fine di ospitare il

sovrano Filippo III e la regina, che erano

attesi in un’imminente visita ufficiale a

Napoli, evento, pero’, che non si verifico’

mai. L’edificio cosi’ divenne sede dei

vicere’ spagnoli dal 1660 al 1734 e in

seguito dei regnanti di casa Borbone dal

1734 al 1860.Dopo l’unita’ d’Italia il palazzo venne utilizzato come residenza dai Savoia che lo abbandonarono

durante gli sconvolgimenti politici del 1946. Il piano nobile (detto appartamento storico di Palazzo

Reale) comprende le circa trenta sale oggi musealizzate a partire dal 1 luglio 1921. Tra queste

spicca la Cappella privata del Sovrano detta Cappella Palatina, chiamata anche cappella reale

dell'Assunta: utilizzata sia per celebrazioni religiose dei reali, sia come sede della scuola

musicale napoletana; fortemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, fu

sconsacrata e adibita a luogo d'esposizione dei paramenti sacri precedentemente raccolti nella

sacrestia.

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Piazza del Plebiscito

Piazza del Plebiscito, ubicata nel centro

storico, si estende per una superficie di

circa 25 000 metri quadrati, risultando una

delle più grandi piazze di Napoli e d'Italia;

per questo è quella più utilizzata per le

grandi manifestazioni. La piazza e’

dominata su un lato dalla splendida

basilica di San Francesco di Paola

costruita, tra il 1816 e il 1836, alle spalle

del preesistente colonnato.

Come il colonnato si ispira alla Basilica di San Pietro di Roma, così la basilica richiama le

forme del Pantheon, con pianta circolare e cupola emisferica. Piazza del Plebiscito può

essere suddivisa in due parti distinte: la prima è ai piedi della Basilica e segue una

conformazione semicircolare, mentre l'altra ha una forma rettangolare, determinata nei lati

brevi dalle cortine dei palazzi gemelli (gli odierni palazzo della Prefettura e palazzo Salerno)

e nel lato lungo dal profilo del palazzo Reale. Nella parte semicircolare si ergono isolate nella

piazza le due statue equestri di Carlo III di Borbone e di suo figlio Ferdinando I.

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Napoli: vista di Piazza Plebiscito - RIPRODUZIONE

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Il ramo siciliano deriva da Abbo Filangeri, vivente

nel XIII secolo. I discendenti hanno abitato il

palazzo ininterrottamente fino al 1982, quando

l'ultima erede della famiglia, Donna Maria

Concetta Lanza Filangieri di Mirto donò il palazzo

alla Regione Siciliana per farne un museo, su

volontà testamentaria del fratello Stefano.

Palazzo Mirto

Palazzo Mirto si trova alla Kalsa, l'antica cittadella

araba della città di Palermo. È stato per quattro

secoli sede palermitana dei Filangeri e poi dei

Lanza Filangieri Principi di Mirto(dal nome del

feudo messinese). I Filangeri erano la più

importante famiglia normanna in Sicilia e nel

Mezzogiorno d'Italia.

Le strutture più antiche dell'edificio risalgono al XIII secolo ma, dopo le ulteriori fasi di

sistemazione del cinquecento e del seicento, l'edificio subì un radicale rimaneggiamento. Altri

rifacimenti vi furono fino al XIX secolo fino a giungere alle forme attuali. L'interno è arredato con

pareti rivestite di pannelli serici, maestosi arazzi, tendaggi e numerose opere d'arte. La camera

ricamata, costituita da pareti rivestite e ricamate di seta, è tipica della tradizione siciliana.

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Lavoro realizzato presso il Laboratorio di Potenziamento delle Abilita’ artistico-espressivo

Docente: Prof.ssa Daria Saporito

Gli Alunni :

1 Alcamo Martina (Complesso di Santa Chiara e Citta’ della Scienza)

2 Arena Sofia (Complesso di Santa Chiara e Citta’ della Scienza)

3 Asaro Nicolo (Metropolitana di Toledo)

4 Asaro Samuele ( Napoli:Teatro San Carlo, Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito, Cappella di Sansevero)

5 Bianco Giorgia (Reggia di Caserta)

6 Bommarito Lorenzo ( Napoli:Teatro San Carlo, Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito, Cappella di Sansevero)

7 Bonanno Simone (Pompei)

8 Di Giovanni Giulia (la Solfatara)

9 Fodera’ Jennifer (Catacombe di San Gennaro)

10 Frazzetta Luana (Museo di Capodimonte)

11 Gabriele Silvia (Villa dei Misteri)

12 Giacalone Sofia (Reggia di Caserta)

13 Giacalone Jennifer (Museo di Capodimonte)

15 Margiotta Roberta (Disegni)

16 Mulone Serena (Villa dei Misteri)

17 Ofano Martina (Spaccanapoli)

18 Passalacqua Giuseppe (Pompei e Sibilla Cumana)

19 Piccione Alessia (Catacombe di San Gennaro)

20 Signorello Antonino (Capri e Quartiere Posillipo)

21 Sicurella Alice(Mercato Porta Nolana)

22 Sicurella Serena (Disegni)

23 Zinerco Simone (Pompei)