Addio a Giorgio Gioco IIsaluto della città © PAG14 · le sueorigini contadine». E la terra...

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I FUNERALI DELLO CHEF zyvutsrqponmlkihgfedcbaWVUTSRPONMLIHGFEDCBA Addio a Giorgio Gioco II saluto della città © PAG 14 vutsronligedaVPN il e 15 zvutsrponmlihgfedcaVUSRNLIGFEDCBA I FUNERALI. zvutsrqponmlihgfedcbaZVUTSRPONMLIGFEDCA A Sant'Eufemia una folla di amici ha salutato lo storico patron del 12 Apostoli morto sabato a 94 anni utrponliedcaPGA AddioaGioco, cuocoealpino «Perditaper tutta la città» zvutsrqponmlihgfedcbaVUTSRP La «bareta» da soldato e il grembiule sulla bara coperta da un cuscino di girasoli Don Fasani: «Ci ha insegnato ad amare la vita di tutti i giorni come San Francesco» zutsronmlihfedcbaSRNLECA Elena Cardinali «La vita l'è una minestra che bisogna tirar su col piron, non col cuciar». La saggezza di una vita condensata in una frase, ovviamente legata alla cucina, per dire che la vita va assaporata piano piano, co- me una minestra tirata su con la forchetta, ed è un'im- presa, anziché con il cucchia- io. Un ricordo che Antonio Gioco ha voluto donare ieri nella chiesa di Sant'Eufemia alla folla di amici venuti a da- re l'ultimo saluto al papà Giorgio, morto sabato a 94 anni, lasciando in eredità la sua sorridente saggezza, il suo infinito amore per Vero- na. Tante le testimonianze per questo amore distribuito a piene mani da Giorgio Gio- co nel corso della sua lunga, solare esistenza. A partire da quelle dei figli, Antonio, che ha ricordato gli ultimi giorni del papà in ospedale, Cristi- na, cheharivolto un pensiero affettuoso alla mamma Jole, ieri assente,«il cui cuore ha battuto all'unisono con quel- lo del papà per 70 anni», la nipote Maddalena, «ci hai in- segnato a meravigliarci della semplicità e a vivere la vita co- me una poesia», e l'ideale let- terina dell'ultimo pronipoti- no, Enrico, otto mesi. Sul feretro di legno chiaro sormontato da un cuscino di girasoli il nipote Filippo ha deposto la casaccada cuoco del ristorante 12 Apostoli e il cappello da Alpino di nonno Giorgio. A scortarlo, i «suoi» Alpini con i labari, con il pre- sidente provinciale dell'Ana Luciano Bertagnoli. «Era un Alpino razza Pia- ve», ricorda con un sorriso commosso, «e ci lascia un grandevuoto. Dicevachenel- la vita bisogna sempre trova- re la gioia, anche nelle situa- zioni difficili». Cuoco di rango, animatore della cultura locale, innovato- re ai fornelli e artista, e poi affabulatore indimenticabi- le, organizzatore di eventi di respiro intemazionale. Tanti gli aspetti della personalità poliedrica di Giorgio Gioco. Uno l'ha sottolineato Fabri- zio Lonardi, presidente della Confraternita Nostalgici del Tabar di Sant'Antonio Aba- te, sodalizio di cui Gioco era socio onorario e che nel 2014 gli aveva conferito un pre- mio. «Aveva un vecchio ta- barro a cui era molto affezio- nato perchèera il simbolo del- Tutti i diritti riservati PAESE : Italia PAGINE : 1,14-15 SUPERFICIE : 81 % AUTORE : Elena Cardinali 27 febbraio 2019

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I FUNERALI.zvutsrqponmlihgfedcbaZVUTSRPONMLIGFEDCAA Sant'Eufemia una folla di amici ha salutato lo storico patron del 12 Apostoli morto sabato a 94 anni utrponliedcaPGA

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La «bareta» da soldato e il grembiule sulla bara coperta da un cuscino di girasoliDon Fasani: «Ciha insegnato ad amare la vita di tutti i giorni come SanFrancesco» zutsronmlihfedcbaSRNLECA

Elena Cardinali

«La vita l'è una minestra chebisogna tirar su col piron,non col cuciar». La saggezzadi una vita condensata in unafrase, ovviamente legata allacucina, per dire che la vita vaassaporata piano piano, co-me una minestra tirata sucon la forchetta, ed è un'im-presa,anziché con il cucchia-io. Un ricordo che AntonioGioco ha voluto donare ierinella chiesa di Sant'Eufemiaalla folla di amici venuti ada-re l'ultimo saluto al papàGiorgio, morto sabato a 94anni, lasciando in eredità lasua sorridente saggezza, ilsuo infinito amore per Vero-na. Tante le testimonianzeper questo amore distribuitoapiene mani da Giorgio Gio-co nel corso della sua lunga,

solare esistenza. A partire daquelle dei figli, Antonio, cheha ricordato gli ultimi giornidel papà in ospedale, Cristi-na, cheharivolto un pensieroaffettuoso alla mamma Jole,ieri assente,«il cui cuore habattuto all'unisono con quel-lo del papà per 70 anni», lanipote Maddalena, «ci hai in-segnato a meravigliarci dellasemplicità eavivere lavita co-me una poesia»,e l'ideale let-terina dell'ultimo pronipoti-no, Enrico, otto mesi.

Sul feretro di legno chiarosormontato da un cuscino digirasoli il nipote Filippo hadeposto la casaccada cuocodel ristorante 12Apostoli e ilcappello da Alpino di nonnoGiorgio. A scortarlo, i «suoi»Alpini con i labari, con il pre-sidente provinciale dell'AnaLuciano Bertagnoli. «Era unAlpino razza Pia-

ve», ricorda con un sorrisocommosso, «e ci lascia ungrandevuoto. Dicevachenel-la vita bisogna sempre trova-re la gioia, anche nelle situa-zioni difficili».Cuoco di rango, animatore

della cultura locale, innovato-re ai fornelli e artista, e poiaffabulatore indimenticabi-le, organizzatore di eventi direspiro intemazionale. Tantigli aspetti della personalitàpoliedrica di Giorgio Gioco.Uno l'ha sottolineato Fabri-zio Lonardi, presidente dellaConfraternita Nostalgici delTabar di Sant'Antonio Aba-te, sodalizio di cui Gioco era

socio onorario eche nel 2014gli aveva conferito un pre-mio. «Aveva un vecchio ta-barro a cui era molto affezio-nato perchèera il simbolo del-

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le sue origini contadine».E la terra veneta per lui è

sempre stata un'ispirazione,un punto d'orgoglio, come ri-corda Claudio Valente, mem-bro della Cameradi Commer-cio e della Fiera: «Si era datomolto dafare per far ottenerela denominazione igp al risovialone nano e al radicchiorosso e la dop al formaggioMonte Veronese.E nella suacucina avevaesaltatola tipici-tà veronese, l'aveva fatta co-noscere alla sua clientela in-ternazionale. Anche per que-sto Verona gli deve molto».

Sandro Boscaini, presiden-te di Masi Agricola, lo defini-scecome una persona «che èsempre stata fedele alla suacittà e che ha sempre avutoattenzione alle capacità deiveronesi che sannofare le co-se bene», mentre il giornali-sta Marzio Breda, uno degli«Apostoli» che hanno parte-cipato ai funerali insieme aicolleghi Lorenzo Reggiani eStefano Lorenzetto, ne rievo-ca la caparbietà e la fede in-crollabile nel cercare i fondiper realizzare la statua al«suo» Berto Barbarani, quel-la cheoggi campeggiain piaz-za Erbe. «Era attento atutti ea tutto», aggiunge il dottorLuigi Grezzana, geriatra epresidente dell'universitàdell'educazione permanente.

La cerimonia funebre è sta-ta concelebrata da diversi sa-cerdoti con il parroco diSant'Eufemia don RobertoDefanti. A dar voce alla pri-ma Lettura è stato Alessan-dro Sartori, presidente delpremio 12 Apostoli. Monsi-gnor Bruno Fasani, prefettodella Biblioteca Capitolare edirettore del periodico L'Alpi-

no, nell'omelia ha ricordatouno degli ultimi momentidell'amico di lunga dataGior-gio Gioco: «Mercoledì scor-

so, in ospedale,avevadavantiil suo cappello daAlpino. Misono avvicinato al letto e gliho messotra le mani, in ante-prima, la medaglia del cente-nario degli Alpini veronesi.Lui ha aperto gli occhi e miha stretto la mano». E fa pre-senteche «per Giorgio essereAlpino era una virtù socialeper educare le nuove genera-zioni. E ora chiediamo tuttidi essere Alpini nell'animoper vincere l'indifferenza so-ciale». Monsignor Fasani hasottolineato comeGioco por-tassein sè«una sortadi infan-zia spirituale, capacedi gode-re in ogni istante del bello del-la vita. Avevalo spirito di SanFrancesco,vedevala bellezzacon gli occhi delcredente. Ca-pace di alzatacceper andaread ammirare un'alba in mon-tagna, faceva altrettanto pervenire davanti al tabernaco-lo. La sua morte è una perdi-ta per tutta Verona. Abbia-mo tanto desiderato che glifosse riconosciuta una laureahonoris causa in comunica-zione per quanto ha saputoraccontare di Verona al mon-do, ma non si è fatto in tem-po». Ehachiuso conunapoe-sia di Barbarani, La Fiera.

L'uscita del feretro è stataaccompagnata dallo strug-gente «Signore delle Cime»,omaggio all'anima alpina diGioco, mentre fuori, primadella partenza per il CimiteroMonumentale, il salutodell'attore Tiziano Gelmetticon qualche verso della poe-sia che Gioco avevadeclama-to infinite volte «Vorìa can-tar Verona». Lavocesi èspez-zata dalla commozione. «Sì,Giorgio, te l'è cantà Verona.Ciao vecio». • zvutsrqponmlihgfedcbaZVUTSRPONMLIGFEDCA

© RIPRODUZIONE RISERVATA zvutsrponmlihgfedcaVUSRNLIGFEDCBA

L'attore Gelmettilo saluta in versi.

E poi, commosso:«Si, Giorgio, tel'è canta Verona.Ciao vedo»

Sandro BoscainiA

«E sempre statofedele alla città»Claudio Valente«Difensore dellenostre tipicità»

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E ieri sera il ristorante 12 Apostoli ha riaperto i battenti: la prima volta senza il «vecio» Giorgio Gioco zvutsrponmlihgfedcaVUSRNLIGFEDCBA

La cerimonia in una chiesa gremita zutsronmlihfedcbaSRNLECA

La benedizione della bara nella chiesa di Sant'Eufemia Antonio con Tiziano Gelmetti

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Filippo Gioco, nipote di Giorgio, sistema sulla bara il cappello da alpino e il grembiul zxwvutsrponmljigfedcbaZXVUTSRQPONMLKIHGFEDCBAd a CUOCO zwvutsrqponmljihgfedcbaZVTSRPONMLJIHGFEDCBAFOTOSERVIZIO DI GIORGIO M ARCHIORI

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AUTORE : Elena Cardinali

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