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52 AUDIOREVIEW n. 317 dicembre 2010 A nche se non avete un Blu-ray, né un lettore DVD-Audio o SACD e di musica liquida non vi siete mai interessati, al 99% dentro casa avete già una sorgente di puro audio ad alta definizione, e forse non l'avete mai sapu- to. O meglio, forse l'avete dimenticato. Sì, perché se torniamo per un attimo alla fine degli anni '90 forse rammenteremo che in quel periodo non era ben chiaro se DVD significasse "Digital Versatile Disc" oppure "Digital Video Disc", e l'incertez- za era legata anche al fatto che non si era ancora deciso se usarlo anche come sup- porto d'elezione per l'audio o meno. Tant'è che nella stesura dello standard vennero introdotti addirittura molti for- mati multicanale non compressi, che so- no poi rimasti sulla carta dato che nessun player è mai stato in grado di riprodurli e nessun software ha mai previsto l'authoring di quelle opzioni. Poi venne presa una decisione: la "V" avrebbe avuto il significato di "versatile", all'audio sa- rebbe stato dedicato un tipo di DVD dif- ferente (il DVD-Audio, e sappiamo bene com'è andata) e nel DVD-Video vennero previsti due formati di audio puro ad al- ta definizione che tutti i player, obbliga- toriamente, avrebbero dovuto poter ri- produrre: quello a 48 e quello a 96 kHz, entrambi con parola di quantizzazione fi- no a 24 bit. Erano formati solo stereo, e se ci pensia- mo un attimo fu questa la scelta che de- cretò, almeno a breve termine, la morte del multicanale, ma per fortuna non ven- ne resa obbligatoria la degradazione del segnale PCM consegnato alla classica e già allora "antica" presa SPDIF/TO- SLINK (errore commesso invece con il DVD-Audio, per non parlare della follia del watermarking sul segnale stesso). L'interfaccia SPDIF, da standard, deve poter trasmettere dati almeno con risolu- zione 20 bit, ma è tecnicamente in grado di arrivare a 24, e non presenta una limi- tazione intrinseca di massima frequenza di campionamento. Di fatto, accadde che molti dei primi lettori DVD-Video ipo- Qualcuno ha detto che tutto ciò che è ospitato su un hard disk od una memoria flash è destinato, prima o poi, ad andare perduto. Ma ci sono anche altre ottime ragioni per non buttare a mare i "vecchi" e sentimentalmente cari dischi ottici. Vediamo quali. campionavano i (rari) dischi con audio PCM a 96 kHz e 24 bit portandolo a 48 kHz e 20 bit, ma questa forma di prote- zionismo becero ed autolesionista si è per fortuna dissolta nel tempo e sono or- mai parecchi anni che nel nostro labora- torio - forse l'unico al mondo in cui que- sta caratteristica è stata ininterrottamente controllata per oltre 10 anni - non entra un lettore ottico di DVD-Video (od un Blu-ray, insomma qualsiasi cosa sia capa- ce di leggere un DVD-V) che su SPDIF/TOSLINK non invii esattamente il segnale PCM presente sul disco, senza la minima elaborazione. Per quale motivo non sfruttare questa ghiotta possibilità per la fruizione della musica liquida? Un minimo di storia In realtà le aziende "audiophile oriented" avevano puntato subito al DVD-V come supporto per un salto di qualità drastico rispetto al CD, basti pensare ai primi di- schi con contenuti 96/24 prodotti da Chesky Records e che forse un po' tutti abbiamo nelle nostre librerie. Ma i pro- blemi che l'ascolto di questi dischi pone- va erano due. 1) L'incertezza della trasmissione all'e- sterno: come detto poc'anzi, non era af- fatto certo che sulla seriale digitale fosse- ro presenti i segnali registrati, ed anche laddove lo fossero stati non era affatto sicuro - parliamo sempre di fine anni '90 - che le unità di conversione li aggancias- sero e convertissero adeguatamente. La soluzione più pratica era ascoltarli dallo stesso player: ma le prestazioni audio di buona parte dei lettori DVD-V di allora gridavano sommessamente vendetta, ed in molti casi le intrusioni di spurie video non erano accettabili per un audio di alta qualità. 2) I dischi realizzati allora prevedevano un menù, ovvero c'era bisogno di un di- splay per usarli. Ed anche il più pazien- te degli audiofili tende a seccarsi al- quanto se per poter ascoltare è costretto ad accendere ed impostare un dispositi- vo video (vedi il "Fattore Abilitante" de- scritto da Giovanni Falcone su queste stesse pagine). Solidifichiamo la musica liquida (ad alta risoluzione...) Figura 1. Come appare la versione free di Muxman (0.16.8) appena lanciata. In realtà la nostra interfaccia usa Muxman in modalità batch invisibile, per cui questa finestra non verrà mai visualizzata.

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52 AUDIOREVIEW n. 317 dicembre 2010

A nche se non avete un Blu-ray, néun lettore DVD-Audio o SACD edi musica liquida non vi siete

mai interessati, al 99% dentro casa avetegià una sorgente di puro audio ad altadefinizione, e forse non l'avete mai sapu-to. O meglio, forse l'avete dimenticato.Sì, perché se torniamo per un attimo allafine degli anni '90 forse rammenteremoche in quel periodo non era ben chiaro seDVD significasse "Digital Versatile Disc"oppure "Digital Video Disc", e l'incertez-za era legata anche al fatto che non si eraancora deciso se usarlo anche come sup-porto d'elezione per l'audio o meno.Tant'è che nella stesura dello standardvennero introdotti addirittura molti for-mati multicanale non compressi, che so-no poi rimasti sulla carta dato che nessunplayer è mai stato in grado di riprodurlie nessun software ha mai previstol'authoring di quelle opzioni. Poi vennepresa una decisione: la "V" avrebbe avutoil significato di "versatile", all'audio sa-rebbe stato dedicato un tipo di DVD dif-

ferente (il DVD-Audio, e sappiamo benecom'è andata) e nel DVD-Video venneroprevisti due formati di audio puro ad al-ta definizione che tutti i player, obbliga-toriamente, avrebbero dovuto poter ri-produrre: quello a 48 e quello a 96 kHz,entrambi con parola di quantizzazione fi-no a 24 bit.Erano formati solo stereo, e se ci pensia-mo un attimo fu questa la scelta che de-cretò, almeno a breve termine, la mortedel multicanale, ma per fortuna non ven-ne resa obbligatoria la degradazione delsegnale PCM consegnato alla classica egià allora "antica" presa SPDIF/TO-SLINK (errore commesso invece con ilDVD-Audio, per non parlare della folliadel watermarking sul segnale stesso).L'interfaccia SPDIF, da standard, devepoter trasmettere dati almeno con risolu-zione 20 bit, ma è tecnicamente in gradodi arrivare a 24, e non presenta una limi-tazione intrinseca di massima frequenzadi campionamento. Di fatto, accadde chemolti dei primi lettori DVD-Video ipo-

Qualcuno ha detto che tutto ciò che è ospitato su un hard disk od una memoria flash è destinato, prima opoi, ad andare perduto. Ma ci sono anche altre ottime ragioni per non buttare a mare i "vecchi" e

sentimentalmente cari dischi ottici. Vediamo quali.

campionavano i (rari) dischi con audioPCM a 96 kHz e 24 bit portandolo a 48kHz e 20 bit, ma questa forma di prote-zionismo becero ed autolesionista si èper fortuna dissolta nel tempo e sono or-mai parecchi anni che nel nostro labora-torio - forse l'unico al mondo in cui que-sta caratteristica è stata ininterrottamentecontrollata per oltre 10 anni - non entraun lettore ottico di DVD-Video (od unBlu-ray, insomma qualsiasi cosa sia capa-ce di leggere un DVD-V) che suSPDIF/TOSLINK non invii esattamenteil segnale PCM presente sul disco, senzala minima elaborazione.Per quale motivo non sfruttare questaghiotta possibilità per la fruizione dellamusica liquida?

Un minimo di storia

In realtà le aziende "audiophile oriented"avevano puntato subito al DVD-V comesupporto per un salto di qualità drasticorispetto al CD, basti pensare ai primi di-schi con contenuti 96/24 prodotti daChesky Records e che forse un po' tuttiabbiamo nelle nostre librerie. Ma i pro-blemi che l'ascolto di questi dischi pone-va erano due.

1) L'incertezza della trasmissione all'e-sterno: come detto poc'anzi, non era af-fatto certo che sulla seriale digitale fosse-ro presenti i segnali registrati, ed ancheladdove lo fossero stati non era affattosicuro - parliamo sempre di fine anni '90- che le unità di conversione li aggancias-sero e convertissero adeguatamente. Lasoluzione più pratica era ascoltarli dallostesso player: ma le prestazioni audio dibuona parte dei lettori DVD-V di alloragridavano sommessamente vendetta, edin molti casi le intrusioni di spurie videonon erano accettabili per un audio di altaqualità.2) I dischi realizzati allora prevedevanoun menù, ovvero c'era bisogno di un di-splay per usarli. Ed anche il più pazien-te degli audiofili tende a seccarsi al-quanto se per poter ascoltare è costrettoad accendere ed impostare un dispositi-vo video (vedi il "Fattore Abilitante" de-scritto da Giovanni Falcone su questestesse pagine).

Solidifichiamo la musica liquida(ad alta risoluzione...)

Figura 1. Come appare la versione free di Muxman (0.16.8) appena lanciata. In realtà la nostrainterfaccia usa Muxman in modalità batch invisibile, per cui questa finestra non verrà mai

visualizzata.

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In effetti lo standard DVD-V prevede lapossibilità di realizzare dischi che parto-no appena inseriti nel player e possonoessere usati alla stregua di un CD; tutta-via, in pratica, nessuno aveva finora rea-lizzato qualcosa che mettesse in gradol'utente non esperto di informatica direalizzare da solo i propri DVD-V conaudio PCM lineare e (fattore non menoimportante) immagini statiche sullo sfon-do, che azzerano il bitrate video e riduco-no quindi di molto le possibili interferen-ze di tale sezione su quella audio. Nell'e-ra dei primi DVD Chesky esisteva un so-lo software capace di trattare audio PCMa 48/96 kHz e 24 bit, ed era il celeberri-mo Scenarist, per lungo tempo l'unico apermettere il pieno sfruttamento dellepossibilità dello standard DVD ma, alcontempo e forse proprio a causa dellasua potenza, con due difetti di non pococonto: quello di costare alcune decine dimigliaia di sterline e di richiedere l’equi-valente di una laurea in ingegneria perpoter essere utilizzato. Premettendo chetutto quanto segue è relativo all'ambienteWindows, nel tempo sono però comparsialtri programmi di authoring, ed il primoa permettere lo sfruttamento dell’audioPCM ad alta definizione è stato probabil-mente TMPGEnc della Pegasys. Oggi cene sono anche altri (il più attraente è for-se Audio DVD Creator della Goland Te-ch), ma l’unico noto a chi scrive che sia ingrado di produrre un DVD-Video utiliz-zabile esattamente come un CD (ovveroche non introduca alcun tipo di menù erisponda unicamente ai comandi diplay/pausa/stop ed avanzamento/arre-tramento) e che permetta l’impiego dibitmap statiche (e non file MPEG con re-lativo flusso di dati, come per l’appuntofa il suddetto TMPGEnc) è un softwarequasi sconosciuto al di fuori degli addettiai lavori e si chiama MUXMAN. Chi scri-ve lo ha studiato un poco e ritiene che ilsuo autore sia un personaggio sicura-mente geniale, basti pensare che in unsingolo exe da poche centinaia di chi-lobyte sono racchiuse sostanzialmentetutte le potenzialità di Scenarist. A partela funzionalità ai nostri scopi, Muxman(www.mpucoder.com) ha anche un altrogrande pregio, che si associa ad un difet-to piuttosto importante.Il pregio, oltre alla potenza, è il prezzo: laversione 1.4 “Professional” costa 35 dol-lari, ma per fare il DVD-V solo audio informato 48 o 96 kHz a 24 bit che serve anoi va benissimo anche la versione “De-mo” (attualmente, la 0.16.8) che è del tut-to free.Il difetto è che la sua struttura segue unalogica che metterebbe l’utente medio for-se in una difficoltà anche maggiore chese si trovasse davanti a Scenarist…Chi scrive ha quindi analizzato la strut-

tura dei file di sistema generati da Mux-man e poi conseguentemente program-mato un’interfaccia specializzata che per-mette di ottenere i file da affidare al ma-sterizzatore del proprio PC mediante unsingolo click di mouse. Una volta realiz-zato il DVD-Video in formato PCM li-neare 96/24 oppure 48/24, questo potrà

essere letto tramite qualsiasi lettoreDVD, ed ascoltato o ricorrendo alle usci-te analogiche di questo (se di qualità ade-guata) oppure il relativo stream digitalepotrà essere inviato mediante SPDIF op-pure HDMI ad un convertitore esterno dialta qualità. Ovviamente, dato che comeappena descritto il DVD-Video può ospi-

MUSICA LIQUIDA – LA SOLIDIFICAZIONEMUSICA LIQUIDA – LA SOLIDIFICAZIONE

Figura 2. Come appare il nostro programma di interfaccia al primo avvio.

Figura 3. Esempio di sequenza di tracce effettuata con un singolo click sul pulsante "Create". Ibrani sono quelli demo scaricabili dal sito di 2L.

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tare solo file a 48 e 96 kHz, queste sono lefrequenze di campionamento che possia-mo "solidificare". Restano quindi fuori i44.1, 88.2, 176.4 e 192 kHz, nonché gli at-tualmente quasi inarrivabili 352.8. Salvoquest'ultimo, gli altri potrebbero essereimmagazzinati su DVD-Audio, ed anchesu Blu-ray, ma il primo è pressoché mor-to e sepolto e sarebbe anche difficilmentegestibile in termini di automazione delprocesso di authoring, mentre il secondonon è al momento attraente per vari mo-tivi, non ultimo il costo dei supporti. IlDVD-Video è invece leggibile sia dai BDplayer che dalle prevedibili future unitàottiche, sono troppi i DVD circolanti per-ché un costruttore sano di mente possaimmaginare che gli utenti accettino im-provvisamente di buttarli nella spazzatu-ra in favore di qualcosa di completamen-te nuovo, ed anche la vecchia seriale di-gitale sopravviverà ancora a lungo per lostesso motivo. Aggiungiamo anche unanostra valutazione, opinabile come qual-siasi altro parere, ma basata sia sull'espe-rienza di laboratorio che sulle odiernetecnologie di ripresa del suono: ascoltaresuoni che provengono da file con cam-pionamenti a 192 ed anche più kHz po-trebbe apparire "seducente", perché è deltutto ovvio che il limite ideale è il suonoprivo di discontinuità e questo può esse-re approssimato solo portando all'infini-to sia la frequenza di campionamentoche la parola di quantizzazione, ma pro-babilmente è inutile. A prescindere daqualsiasi considerazione relativa alla per-cepibilità anche remotamente indirettadegli ultrasuoni "lontani", sono pochi imicrofoni da studio di registrazione ingrado di arrivare adeguatamente sopra i

50 kHz, e soprattutto sono pochissi-mi i tweeter, anche tra i cosiddetti"supertweeter", in grado di salire so-pra tale limite. Secondo noi con ilformato PCM lineare a 96 kHz e 24bit è possibile raggiungere la miglio-re qualità del suono oggi possibile, enon riteniamo fruttifero salire al disopra.

I vantaggi della solidificazione

A parte quello, ovvio ed inizialmen-te citato, di avere qualcosa di "fisico"e teoricamente meno fragile di unasequenza di domini orientati ma-gneticamente, i vantaggi della soli-dificazione sono sommariamente iseguenti:

1) immediatezza. Per ascoltare undisco (senza dover usare un display)si impiega un tempo di un ordine digrandezza inferiore rispetto ad unMultimedia Player, e forse due ordi-

ni di grandezza inferiore rispetto all'im-piego di un PC;2) fedeltà: la sequenza di bit inviata allaSPDIF è esattamente quella dei file scari-cati dalla rete. Inoltre tutto il processo dilettura e trasmissione può essere confina-to entro apparecchi nati esclusivamente opreferenzialmente per l'audio di qualità,il che non sarebbe se usassimo un PC odun Multimedia Player.

A questo si potrebbero aggiungere le

possibilità creative legate alla personaliz-zabilità dell'immagine di fondo.

Muxman e la nostra interfacciadedicata

La videata di partenza di Muxman 0.16.8compare in figura 1 ma la riportiamo soloper omaggiarne l'autore, non dovremomai lavorare direttamente con Muxmanperché questo mette a disposizione unamodalità "batch" che viene per l'appuntosfruttata dal nostro software. Questocompare in figura 2; di seguito riportia-mo un sintetico elenco delle operazionida svolgere per iniziare a creare dischi,talune delle quali preliminari all'uso delnostro programma.

1) Dotarsi del software free Foobar 2000 edei plugin necessari per la gestione deitipi di file scaricabili dai negozi web dimusica liquida(www.foobar2000.org/download). Il piùimportante è certamente quello per lagestione del formato Flac, che è pratica-mente lo standard per la diffusione dellamusica lossless. Con Foobar potremoconvertire i Flac, od eventualmente glialtri formati lossless, nel formato wave(estensione .wav), ovvero PCM linearenon compresso, richiesto da Muxman.2) Dotarsi del software free Muxman0.16.8 (www.mpucoder.com), o di unaqualsiasi delle versioni a pagamento.3) Scaricare dal nostro sito il software diinterfaccia. Si tratta di un file zippato

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Figura 4. Esempio di contenuto della subdirectoryVideo_ts dopo alcuni minuti dal click sul pulsante

"Create".

Figura 5. I file .VOB, .IFO e .BUP del DVD creato da Muxman vanno poi usati per masterizzareun DVD-Video con qualsiasi programma di masterizzazione. In questo esempio è stato usato il

diffusissimo Nero Burning ROM.

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gamento finora rilasciate è nella gestionedei sottotitoli, più limitata e complessain quella free. La nostra interfaccia rico-nosce la versione di Muxman installatae, nel caso sia presente la 0.16.8 (od an-che la precedente 0.16.6), disattiva i sot-totitoli. In tutti i casi viene gestito poinon solo l'audio PCM a 48 e 96 kHz e 24bit, ma anche quello a 16 bit.Un'ultima curiosità: le bitmap che trove-rete nella directory "images" sono sog-getti di carattere astronomico (es.: figu-ra 6), ripresi dall'interno di Roma conuna tecnica originale che permette nonsolo di eliminare gli effetti dell'inquina-mento luminoso e rappresentare la mi-gliore approssimazione del loro vero co-lore, ma perfino di misurarne la tempe-ratura e riconoscere se si tratta di unaemissione di tipo termico oppure pro-dotta dalla ionizzazione di gas. Spessodiamo troppo per scontate le possibilitàche le moderne tecnologie ci mettono adisposizione, e che solo una ventinad'anni or sono sarebbero state quasiinimmaginabili, mentre se ci riflettessi-mo un poco sopra resteremmo spesso abocca aperta. Il che, speriamo, è quelloche potrebbe accadere, ed a noi è già ac-caduto, nell'atto di ascoltare alcuni deidischi 96/24 che abbiamo realizzato conla tecnica appena descritta.

Fabrizio Montanucci

possibile modificare manualmente ancheil sottotitolo. Non devono tuttavia esiste-re tracce vuote inserite tra tracce piene.10) La selezione della dimensione di fontper i sottotitoli è automatica, però è pos-sibile cambiarne sequenzialmente il colo-re con dei doppi click sul rettangolinoche compare alla destra di ogni caselladei sottotitoli.11) Fare click su "Create", il che fa partireMuxman in modalità batch. Dopo alcuniminuti nella directory "Video_ts" saran-no disponibili tutti i file del DVD-Video(v. esempio di figura 4), che potrà esserecreato con qualsiasi programma di ma-sterizzazione (ad esempio il diffusissimoNero, figura 5).

Muxman Audiophile Interface effettuatutta una serie di check prima di crearela struttura da consegnare a Muxman inmodalità batch, ed eventualmente se-gnala eventuali problemi relativi ai fileod alla modalità di immissione. Muxmana sua volta fa le sue verifiche e generaun file .log in formato testo, di defaultdepositato in C:, ove viene riportata lasequenza delle operazioni da lui effet-tuate. In caso di problemi l'analisi diquesto file permette facilmente di risali-re all'origine. Dal nostro punto di vista,la principale differenza tra la versionefree di Muxman e tutte le versioni a pa-

contenente vari file, tra i quali un esegui-bile ("Muxman Audiophile Interface.exe")ed alcune directory, ovvero "Images","Music" e "Video_ts". La prima contienedelle bitmap nel formato che occorre alprogramma (.dib, dimensione 720x576).Dentro "Music" vanno messi i file wave96/24 o 48/24 convertiti con Foobar 2000(attenzione a lasciare i numeri di traccia,perché quelli determinano l'ordine discrittura). "Video_ts" è la cartella in cuiverranno depositati i file in formatoDVD-Video da affidare al masterizzato-re.4) Collocare "Muxman.exe" nella stessadirectory di "Muxman Audiophile Inter-face.exe".5) Lanciare l’eseguibile Muxman Au-diophile Interface.exe. Comparirà laschermata di figura 2. Di default, ovvia-mente, la nostra interfaccia crea un DVDin formato PAL. Le directory "Muxmanpath" e "Output path", che sono ovvia-mente quelle in cui è stato collocatoMuxman e la Video_ts in cui verrannodepositati i file del DVD-V, vengono in-dividuate automaticamente in funzionedella posizione in cui è stato collocato ilnostro eseguibile, ma se l’ordine non èquello previsto di default da noi vannocorrette di conseguenza. Ovvero: se "Mu-sic" e "Images" sono subdirectory direttedella directory in cui è stato collocato ilnostro programma (dezippando il nostrofile ciò viene fatto in automatico), ed inquesta directory è stato collocato ancheMuxman, tutto funziona al primo colpo.Altrimenti occorre cliccare sui pulsanti"select" per individuare tali directory.6) Collocare i file wave nella directory"Music".7) Se si vogliono personalizzare le imma-gini, rimuovere le immagini presenti didefault nella directory "Images" e collo-carvi quelle desiderate (sempre dib720x576), ovviamente una per tracciamusicale e con lo stesso numerale dellestesse.8) Spuntare "Enable" nel settore "Auto-load tracks and images", il che abilita ilrelativo pulsante "Load". Fare click su"Load", con il che tutto il contenuto wavedi "Music" ed il parallelo contenuto dibdi "Images" viene inserito nelle caselle.Esistono 4 pagine per un totale di 99 trac-ce. Nelle caselle "Subtitle" viene in auto-matico copiato lo stesso nome della corri-spondente casella "Track xx". In figura 3è riportato un esempio relativo a traccedemo scaricate da 2L.9) In alternativa al punto (8), è possibileselezionare manualmente le singole trac-ce e le singole immagini con i tasti "se-lect" prossimi alle relative caselle. Dopoaver selezionato le wave, ovvero dopoche il programma ha scritto in automati-co il sottotitolo della stessa traccia, sarà

Figura 6. Cometa C/2001Q4 NEAT ripresa da Roma il 9 maggio del 2004 dalle 19.56 u.t. incolori reali. La parte più luminosa corrisponde alla zona del nucleo, dal quale escono sia gas

rapidamente ionizzati dalla radiazione solare (la parte verdastra della chioma) che polveri, cheriflettono la luce solare e risultano rossastre. La forte attività e rapida rotazione del nucleo

determina la formazione di "shell" di polveri al suo intorno, facilmente discernibili anche in questaimmagine amatoriale.