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d!rigenza medica Il mensile dell’Anaao Assomed Numero 2 - 2016 Ecco la nostra #buonasanità 5 Rinnovo Ccnl La proposta Anaao sui contratti 10 Anaao Giovani La sanità europea sotto la lente 12 Contributi Ospedale San Marco: una storia siciliana Dirigenza Medica - Anno XV - n. 2 - 2016 - Poste Italiane Spa - Sped. in Abb. Postale D.l. 353/2003 (Conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, dr Commerciale Business Roma - www.anaao.it In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Roma - Romanina per la restituzione al mittente previo pagamento resi Il manifesto unitario di medici e dirigenti sanitari

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d!rigenzamedica

Il mensile dell’Anaao Assomed

Numero 2 - 2016

Ecco la nostra

#buonasanità

5 Rinnovo Ccnl La proposta Anaao sui contratti

10 Anaao Giovani La sanità europea sotto la lente

12 Contributi Ospedale San Marco: una storia siciliana

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Il manifestounitario di medici edirigenti sanitari

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d!rigenza medica

Il mensIle dell’AnAAo Assomed

Pat Carra per l’Anaao Assomed

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“Partire dal Sud ha avuto anche il va-lore di un simbolo, perché il Sud anti-cipa, nelle condizioni del suo sistemasanitario e nei livelli di salute dei suoiabitanti, il destino cui è avviata la sa-nità di tutto il paese. Ma la risposta deiprofessionisti del Sud testimonia anchela grande volontà di riscatto e di rico-struzione del sistema sanitario”. È questo il messaggio arrivato dall’In-tersindacale medica e della dirigenzasanitaria al termine della manifesta-zione nazionale del 20 febbraio a Na-poli che ha raccolto alla Stazione Ma-rittima più di mille partecipanti ai qua-li si sono unite anche le associazioni deicittadini a partire da Cittadinanzattiva.Una partecipazione significativa che co-me hanno sottolineato tutte le orga-nizzazioni sindacali ha testimoniato lacapacità di aggregazione e la forza dimotivazione a salvaguardia di un benecomune quale il servizio sanitario pub-blico e nazionale. Un Ssn che “non siinnova senza un patto con le compe-tenze e le conoscenze di medici e pro-fessionisti e senza il coinvolgimento deipazienti che si rivolgono al Servizio sa-nitario nazionale”.“La manifestazione di oggi – hanno af-fermato i sindacati – rappresenta unbuon viatico per il proseguimento del-la vertenza salute che procederà, ancheattraverso l’organizzazione di assem-blee in tutti gli ospedali, fino alle 48 oreconsecutive di Sciopero Nazionale pro-clamate per il 17 e 18 marzo, in attesa

che Ministro e Governo battano un col-po per dire ai cittadini italiani se la tu-tela della loro salute è ancora un dirit-to costituzionale, l’unico che la Costi-tuzione definisce fondamentale”.In una sala Galatea della Stazione Ma-rittima di Napoli gremita con delega-zioni di camici bianchi provenienti datutto il Sud e con la presenza in sala ditutti i segretari regionali e nazionali del-le sigle sindacali della dirigenza medi-ca e sanitaria, è stato denunciato un si-stema sanitario “sotto scacco di una po-litica miope, incapace di prendersi laresponsabilità di dire cosa vuole farerealmente del Sistema sanitario pub-blico e svogliata nel condividere conmedici e pazienti la strada da percor-rere per rendere compatibile un prin-cipio costituzionalmente concepito inmaniera universalistica a fronte dellapur ridotta disponibilità delle risorse”.Per medici e dirigenti sanitari il “Ser-vizio sanitario nazionale pubblico è arischio, messo in ginocchio sotto la scu-re di tagli, inadeguatezze e disomoge-neità tra Regioni ricche e governi del-la Salute impoveriti e depauperati daipiani di rientro. Criticità profonde chesi concentrano nelle regioni del Sud”.È “un sistema governato da norme er-rate, burocratizzate, non condivise, po-co o nulla approfondite da studi e si-mulazioni e sottoposte a procedure ra-gionieristiche di governo ispirate a unrazionamento anziché a principi di ra-zionalizzazione”.

E ancora, per i sindacati il Ssn “si è tra-sformato in pochi anni da fiore all’oc-chiello dell’Europa in una lotteria e unpercorso a ostacoli per i pazienti con di-somogeneità profonde tra le regioni etra un ospedale e l’altro, tanto da ne-gare alle fondamenta i diritti costitu-zionalmente garantiti ad un accessouniforme alle cure per tutti i cittadini”.Insomma, come ha ricordato Costanti-no Troise, segretario nazionale AnaaoAssomed “la sanità pubblica è una gran-de infrastruttura sociale e civile che og-gi è a rischio collasso. “Vorremmo direal Governo che la sanità pubblica do-vrebbe avere un ruolo di primo pianonell’agenda politica del Paese e inveceassistiamo a un progressivo  definan-ziamento, a una crescente burocratiz-zazione e a una limitazione all’accessoalle cure”.Anche da Tonino Aceti, coordinatorenazionale del Tribunale dei diritti delMalato di Cittadinanzattiva è arrivatoun messaggio ben preciso: “La sanitàpubblica è un bene comune, una con-quista irrinunciabile per i cittadini, ingrado di aggregare tutti, professionistie cittadini, e la manifestazione a Napolilo dimostra”. La sanità pubblica sta di-ventando una seconda scelta agli occhidei cittadini, ha ricordato Aceti “Il ser-vizio pubblico non è messo più nellacondizione di dare risposte. È una se-conda scelta, appunto e di sanità si par-la solo nella legge di Stabilità, per si-stemare i conti”.

La manifestazione di NapoliMedici, dirigenti sanitari e cittadini: “Vogliamo soluzioni”

ANAAO ASSOMED - CIMO - AAROI-EMAC - FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN – FVM – FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI - UIL FPL MEDICI – UGL MEDICI- CIMOP - FIMMG – SUMAI – SMI – INTESA SINDACALE (CISL MEDICI-FP CGIL MEDICI-SIMET-SUMAI) – FESPA

– FIMP – CIPE – ANDI - ASSOMED SIVEMP – SBV

VERTENZA SALUTESUD

10.30-13.30Centro Congressi Stazione Marittima - Sala GalateaMolo Angioino Stazione Marittima

RICOSTRUIAMOINSIEME LA SANITÀ.

LA SANITÀ È A PEZZI.

MENOACCESSO ALLE CUREMENOPERSONALE

IN SANITÀMENOASSISTENZAMENOPREVENZIONEMENOVALORE AL LAVORO

DEI PROFESSIONISTI

PIÙ TUTELA PUBBLICADELLA SALUTE DEI CITTADINI

PIÙOMOGENEITÀALDIRITTO ALLA SALUTE

PIÙ INVESTIMENTI IN SANITÀ

PIÙVALORE ED AUTONOMIAALLE COMPETENZEPROFESSIONALI

PIÙ SPAZIO NEL GOVERNODELLE ATTIVITÀSANITARIEMANIFESTAZIONE A NAPOLI20 FEBBRAIO 2016

VERTENZA SALUTE

L’intersindacale MedicaAnaao Assomed - Cimo- Aaroi-Emac - Fp CgilMedici e Dirigenti Ssn –Fvm – Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr)– Cisl Medici – Fesmed– Anpo-Ascoti-FialsMedici - Uil Fpl Medici –Ugl Medici - Fimmg –Sumai - Snami – Smi –Intesa Sindacale (CislMedici-Fp Cgil Medici-Simet-Sumai) – Fespa –Fimp – Cipe – Simpef -Andi - Assomed Sivemp- Sbv

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Anaao Assomed -Cimo - Aaroi-Emac -Fp Cgil Medici-Stpa –Fvm – Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr) –Cisl Medici – Fesmed– Anpo-Ascoti-FialsMedici - Uil Fpl Medici– Ugl Medici - Fimmg– Sumai - Snami – Smi– Intesa Sindacale(Cisl Medici-Fp CgilMedici-Simet-Sumai)– Fespa – Fimp – Cipe– Andi - AssomedSivemp – Sbv

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r la Dopo lo sciopero unitario del 16 dicembre 2015, il

Governo non ha ancora ritenuto di avviare unconfronto con i professionisti per il rilancio della sanitàpubblica e la valorizzazione del lavoro di chiquotidianamente garantisce la tutela della salute amilioni di cittadini. Latitano convenzioni e contratti dilavoro, bloccati da oltre sei anni, e manca ancora unaarea contrattuale che crei le premesse per il rinnovo. Inun contesto fortemente mutato, contratti econvenzioni rappresentano irrinunciabili strumenti digoverno, anche della spesa, ed innovazione deimodelli organizzativi, delle forme retributive, deicontenuti e delle tipologie di lavoro.

Le Organizzazioni sindacali, che non intendono essere spettatriciconniventi del declino inesorabile della sanità pubblica, sottopostaa continui e pesanti tagli che già producono indicatori clinici in con-trotendenza, tornano a chiedere al Governo di cambiare strategia.Occorre investire sul sistema sanitario pubblico, infrastruttura co-stosa, ma ancora efficiente e migliorabile, sede di eccellenze a li-vello mondiale ancorché parassitata da consorterie affaristiche, vo-lano di una filiera produttiva che oggi vale 11 punti di Pil, a partiredalla valorizzazione del suo capitale umano. E mettere in campo unaidea ed una azione progettuale che porti nell’agenda della politicaitaliana le questioni della sostenibilità della sanità pubblica, della di-stribuzione territoriale non omogenea dei Lea, della specificità diruolo, status, identità, operatività, delle professioni, del modello diorganizzazione del lavoro. La presenza di nodi irrisolti, legislativi, contrattuali, organizzativi,di ruolo professionale, dirigenziale, formativo, crea disagio e ma-lessere crescente, fino a mettere in crisi l’identità professionale deiMedici e farne un bene lontano da ciò che interessa la società e daciò di cui hanno bisogno i cittadini Ai quali, destinatari del nostro la-voro quotidiano, denunciamo, in virtù del nostro senso di apparte-nenza ad un sistema che li difende tutelando la loro salute, il peri-colo che sia vanificato il dettato costituzionale, lasciando le perso-ne più fragili e indifese a subire le malattie come eventi catastroficiper la vita delle famiglie. Essere curati secondo i bisogni costituisceun limite etico, civile e sociale oggi fortemente minacciato e, da qual-che parte del nostro Paese, già pericolosamente travalicato. I tagli ai servizi, che limitano l’accesso alle cure per fasce crescentidi cittadini, salvo pagarli ormai a caro prezzo, si accompagnano atagli a coloro che, tutti i giorni e tutte le notti, sono chiamati a ga-rantire la esigibilità di un diritto costituzionalmente tutelato, lasciatiin prima linea a reggere il fronte di una domanda crescente e com-plessa con risorse decrescenti, esposti alla delegittimazione socia-le ed a rischi sempre meno sostenibili a fronte di retribuzioni bloc-cate da 6 anni. Il futuro del Ssn, che frammentazione e malgovernoregionale e aziendalistico hanno già amputato di pezzi di universa-lismo, non dipende solo dal finanziamento, ma anche da forme digovernance innovative e ritrovati equilibri istituzionali, capaci di su-perare un modello di sanità a pezzi per garantire una omogenea esi-gibilità del diritto alla salute in tutto il Paese. E, in particolare, dallainversione della scala delle priorità, che oggi pone la salute agli ul-timi posti nelle strategie politiche, dal valore che si attribuisce al la-voro dei professionisti, dal ruolo e dalle correlate responsabilità daassegnare ai Medici, la cui crisi di identità professionale fa da sfon-do, con-causa ed effetto, della crisi della sanità pubblica, metten-do a rischio quel valore sociale che è nell’esercizio quotidiano edineludibile di prossimità alle persone, in momenti delicati della lorovita, negli ospedali, negli ambulatori, negli studi, nelle case dove vi-vono, nei luoghi dove lavorano.

#buonasa

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UNA NUOVA GOVERNANCE DELLE ATTIVITA SANITARIE Il disagio professionale è figlio di uncontinuo processo che vede i medici, ele professioni, marginalizzati e costrettiin matrici organizzative che, il più del-le volte, trascurano le competenze emortificano il merito.Per raggiungere agli obiettivi di salutee di appropriatezza clinica, un nuovomodello di governance deve metterecompetenze e conoscenze dei profes-sionisti al centro di organizzazioni vo-tate non al puro controllo dei costi maa risultati di salute. L’idea del governoclinico e di un management diffusomantiene, perciò, le sue buone ragio-ni, nel prospettare un nuovo modellodi organizzazione e gestione delle at-tività di tutela della salute. Anche ri-conoscendo più spazio e più peso alleassociazioni di tutela dei cittadini, aigoverni dei territori (municipalità, co-muni, consorzi di comuni), agli orga-nismi rappresentativi dei dipendenti,nell’orientare e supportare le scelte tec-niche nella programmazione e valuta-zione degli obiettivi e dei risultati di sa-lute. Condizione necessaria è che siaassicurato il pieno riconoscimento e ilrispetto di una sfera decisionale fon-data su una sostanziale autonomia tec-nico professionale, insieme con proce-dure di selezione e verifica delle car-riere meno discrezionali ed autorita-rie, che ne alleggeriscano la deriva bu-rocratica. La natura monocratica delmanagement aziendale, la subalterni-tà dell’autonomia tecnico-professiona-le alle ragioni della gestione economi-cistica, la discrezionalità connessa alprincipio del rapporto fiduciario, nonpossono più essere il paradigma unicoe immutabile. I bisogni dei malati, enon la struttura finanziaria, devono es-sere i motori delle scelte strategiche.Mentre aumenta il gap del finanzia-mento con gli altri paesi europei, mal-grado per il 2016 sia stato stanziato unmiliardo in più rispetto al 2015, Regionie Aziende nel tentativo di uniformareil prezzo di ogni presidio sanitario ri-schiano di non riconoscere importan-za alla qualità, a favore del costo piùbasso. Questo comporterà un danno almalato, che verrà curato con mezzi ina-deguati, e toglierà al medico il controllosui mezzi che impiega, facendo rica-dere su di lui ogni scadimento dell’as-sistenza. Questo significherà meno pre-venzione e più esposizione individua-le e collettiva ai rischi per la salute. So-

lo se le competenze dei Medici defini-scono il giusto equilibrio nel binomioqualità/prezzo, si eviteranno le situa-zioni scandalose dei bisturi che nontagliano, dei guanti che non proteg-gono e delle siringhe che si bloccano.Una politica di efficienza ed ottimiz-zazione dei costi, che non voglia ri-durre la qualità del sistema sanitario,richiede la applicazione di conoscen-ze e valori professionali di diretta de-rivazione clinica.Le mancate sostituzioni del personale,cessato per pensionamento e assenteper malattia o gravidanza, hanno su-perato i limiti che il sistema poteva sop-portare. Ne sono conseguenza il man-cato rispetto delle pause e dei riposi,con ritmi e turni di lavoro spesso inso-stenibili, a scapito della qualità e sicu-rezza delle cure, milioni di ore aggiun-tive, quasi sempre non retribuite e nonrecuperabili, ferie non godute, l’im-possibilità per i medici più esperti ditrasmettere le loro competenze ai col-leghi più giovani, ed una generalizza-ta riduzione dei servizi. Contempora-neamente, si è andato ampliando il nu-mero di medici e dirigenti sanitari di-soccupati e precari, una intera genera-zione di giovani relegata dopo 11-12anni di formazione in contratti di la-voro atipici che negano i diritti fonda-mentali del lavoro. Le assunzioni pro-messe non saranno sufficienti a ripor-tare a regime il sistema, specie se allo-cate in maniera non rispettosa dei bi-sogni organizzativi o, peggio ancora,se avvenissero con un aumento dei con-tratti atipici. È ora di aumentare l’oc-cupazione dei giovani e di mettere fi-ne al precariato, che li priva di futuroe li condanna allo sfruttamento, ri-spondendo alle logiche di un recluta-mento a chiamata.

COINVOLGERE IL SSN NELLAFORMAZIONELa crisi del sistema della formazionemedica, incapace di rispondere alle ne-cessità di una sanità moderna e coe-rente con i bisogni di salute, è sotto gliocchi di tutti. Si è creato un imbuto cheproduce disoccupazione, lasciandotroppi giovani in una sorta di riservaindiana a bassa qualificazione profes-sionale, nella quale pescano soggettiinteressati a sviluppare attività sanita-rie concorrenziali con il pubblico a co-sti più bassi, fino a moderne forme dicaporalato. Il regime monopolistico della forma-

Anaao Assomed - Cimo - Aaroi-Emac - Fp Cgil Medicie Dirigenti Ssn – Fvm – Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr) – Cisl Medici – Fesmed –Anpo-Ascoti-Fials Medici - Uil Fpl Medici – Ugl Medici- Fimmg – Sumai - Snami – Smi – Intesa Sindacale (CislMedici-Fp Cgil Medici-Simet-Sumai) – Fespa – Fimp –Cipe – Simpef - Andi - Assomed Sivemp - Sbvnità

La naturamonocratica delmanagementaziendale, lasubalternitàdell’autonomiatecnico-professionale alleragioni dellagestioneeconomicistica,la discrezionalitàconnessa alprincipio delrapportofiduciario, nonpossono piùessere ilparadigma unicoe immutabile. I bisogni deimalati, e non lastrutturafinanziaria,devono essere imotori dellescelte strategich

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zione è il chiavistello con il quale l’Uni-versità sta occupando la direzione delleUnità Operative del Ssn, all’interno diaziende integrate sempre più dilatate daimprovvidi provvedimenti legislativi, purdedicando solo il 30% del tempo di la-voro all’attività clinica. Occorre garanti-re coerenza tra la programmazione del-la formazione pre e post laurea e le esi-genze del sistema sanitario nazionale. Laformazione specialistica, quella specifi-ca in medicina generale e la laurea inodontoiatria devono vedere il coinvolgi-mento pieno delle strutture e dei pro-fessionisti operanti nel e per il Ssn, cherivendicano un ruolo attivo nell’attivitàformativa e chiedono che la direzione ditutte le Unità Operative venga affidataper pubblico concorso. È indispensabileanticipare al periodo formativo l’ingres-so dei giovani nel mondo del lavoro, as-sicurando loro anche un dignitoso futu-ro previdenziale.

GIUSTE RESPONSABILITÀ La questione del contenzioso medico-le-gale impone una soluzione legislativa

che, lasciando indenne il medico dal-l’azione diretta, definisca la responsabi-lità degli eventi avversi in capo a chi hala responsabilità dei Lea e garantisca equie rapidi indennizzi a chi ha subito undanno. Prendiamo atto che il testo deldisegno di legge unificato sulla respon-sabilità professionale ha superato il pri-mo esame del Parlamento. Nel frattempo, una serie di provvedi-menti, con l’alibi della appropriatezza,mettono sotto controllo autonomia, li-bertà e responsabilità professionale delmedico, inaugurando la medicina am-ministrata ed imponendo ai cittadini pre-stazioni standardizzate ed un generaliz-zato aumento del ticket. Nella attuale or-ganizzazione sanitaria le strutture ope-rative realizzano una svalutazione dellavoro professionale nei suoi elementicostitutivi, mentre un carico crescente diincombenze amministrative sottrae spa-zio alla clinica, a dispetto degli inviti al-

la umanizzazione delle cure. La appro-priatezza clinica è un valore intrinsecoalla professione al quale non intendiamorinunciare, ma nemmeno subire attra-verso atti calati dall’alto.

OSPEDALE E TERRITORIOI ritardi della politica sanitaria si misu-rano anche nei ritardi di organizzazionedel rapporto tra rete ospedaliera e terri-toriale. L’unico filo conduttore di pro-grammazione e spending-review è statol’abbattimento della dotazione dei postiletto, fino a raggiungere un rapporto perabitanti ben al di sotto della media eu-ropea, nel vuoto di politiche attive per lecure primarie. L’allungamento delle listedi attesa ed il sovraffollamento dei Ps, di-venuti luoghi simbolo del fallimento dipolitiche sanitarie recessive, ove i diritticostituzionali sono concretamente ne-gati, sono un dramma quotidiano che fa-miglie e medici devono affrontare in as-soluta solitudine, il più delle volte co-stretti su fronti opposti. Occorre delineare chiaramente il per-corso politico, organizzativo e culturalecapace di realizzare il necessario equili-brio ospedale-territorio attraverso unaefficace messa a sistema di diverse mo-dalità assistenziali. Ripensando il ruolo,il modello e la organizzazione del lavo-ro, spesso ancora di tipo tayloristico, del-le strutture per acuti, in una ottica di si-stema, insieme, non prima né dopo, conlo sviluppo di modelli consolidati di cu-re primarie, in una logica di rete che offrediversi livelli di risposta in differenti set-ting a diverse domande di salute. Valo-rizzando il servizio prestato dai medicidi medicina generale, dagli specialistiambulatoriali, dai medici dipendentidentro una prassi di vera integrazione,fondata anche su processi di misurazio-ne e valutazione delle attività e dei lororisultati, ed una nuova forma di unitàprofessionale. Senza dimenticare la ne-cessità di una grande opera di ammo-dernamento, ristrutturazione e messa insicurezza del patrimonio sanitario pub-blico, anche di fronte a rischi sismici ecalamità naturali.I nuovi modelli organizzativi intraa-ziendali derivati dalla industria auto-mobilistica, in assenza di evidenze dimaggiore efficienza o efficacia, legitti-mano una tentazione forte di un uso op-portunistico delle competenze, in unaprospettiva di sanità low cost. Le Organizzazioni sindacali mettono alcentro delle proprie proposte il diritto al-la salute dei cittadini, il lavoro, che delSsn è un valore fondante, arricchito dal-l’autonomia professionale e dalla re-sponsabilità, derivanti da un percorsoformativo di lunghezza e complessitàsenza pari, il valore intrinseco del sape-

re e del saper fare. Il lavoro come dirittoa difesa di altri diritti, potente leva dicambiamento, strumento di governo del-la sanità. I Lea siamo noi, le nostre com-petenze e conoscenze fanno la differen-za tra la vita e la morte, tra malattia e sa-lute. Per questo, motivati al cambia-mento, chiamiamo i medici ed i dirigentisanitari a mobilitarsi per dare senso eforza alle nostre battaglie per chiedereal Governo un confronto di merito sul-le nostre proposte che espliciti di frontea noi ed ai cittadini italiani, il modellodi sanità che persegue. È ora di intro-durre nel dibattito politico un pensieroriformatore del sistema salute, in cui so-luzioni innovative per il rilancio della sa-nità pubblica si coniughino con la de-claratoria dei nostri ruoli e delle nostrefunzioni, per potere contare nei proces-si decisionali ed essere rispettati nellenostre competenze. La ricerca di com-patibilità tra scienza, politica ed econo-mia deve ricontestualizzare la profes-sione, anche ridiscutendone essere e mo-do di essere. Per recuperare la scissionein atto tra lavoro, competenze e diritti,intendiamo riconquistare uno spazio po-litico, come interlocutori e come sog-getto negoziale, parte della soluzioneper garantire una assistenza efficace adun costo minore, e non del problema, ri-fiutando il ruolo di controparte del cam-biamento. Se non rioccuperemo noi que-sto spazio, Regioni e aziende, per evi-denti interessi economici e consociativi,con l’inerzia del ministero, riassegne-ranno il ruolo ed il lavoro del medico achi si offre a minor prezzo e con mag-gior cedevolezza al padronato della sa-nità. Occorre un sostanziale cambio diparadigma culturale, politico e orga-nizzativo a garanzia di un servizio sani-tario universalistico, equo, efficace e so-lidale, per invertire le curve di cadutadella qualità e del consenso sociale e del-la contestuale crescita dei costi. Una sfi-da alla quale non intendiamo sottrarci,rivendicando il ruolo dovuto a chi eser-cita una duplice posizione di garanziaverso lo Stato e verso i cittadini, assicu-rando appropriatezza clinica e qualitàprofessionale in una logica di cambia-menti reciproci. La sostenibilità del ser-vizio sanitario, che letteralmente nonesiste senza il suo capitale umano, pas-sa anche per la valorizzazione, la auto-nomia e la responsabilità dei suoi pro-fessionisti contro la manipolazione strut-turale delle architetture e dell’impiantodella sanità. All’Italia occorre un Ssnnuovo, adatto ai cambiamenti epocali incorso,inclusivo di valori e competenze,libero da mercantilismi e malaffare. Nonintendiamo lasciare il progetto del futu-ro della nostra salute a interessati liqui-datori fallimentari.

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La sostenibilitàdel serviziosanitario, cheletteralmentenon esiste senzail suo capitaleumano, passaanche per lavalorizzazione,l’utonomia e laresponsabilitàdei suoiprofessionisticontro lamanipolazionestrutturale dellearchitetture edell’impiantodella sanità

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RINNOVO CCNL

d!rigenza medica | 5numero 2 - 2016

Compiti affidati e limiti

Compito affidatoNel settembre 2015 l’Esecutivo Nazionale,nell’eventualità dell’apertura nel 2016-2017di una stagione contrattuale nazionale, haritenuto opportuno affidare a un Gruppo dilavoro il compito di: “Suggerire agli orga-nismi nazionali dell’Associazione obiettivied indirizzi da perseguire con un nuovoCcnl”.LimitiFin dall’inizio il Gruppo ha ritenuto di con-tenere la propria elaborazione all’internodelle seguenti cinque condizioni:1. proporre suggerimenti che possano es-

sere attuati mediante la sola modificadella normativa contrattuale nazionalevigente;

2. limitare la proposta a indirizzi di naturasolamente normativa, dal momento cheallo stato attuale non si conosce l’entitàdelle risorse economiche messe a dispo-sizione per il prossimo rinnovo del Ccnl(presumibilmente modeste o addirittu-ra irrisorie);

3. basare la formulazione sulla legislazio-ne di riferimento attualmente vigente;

4. costruire un progetto di indirizzi nor-mativi per il prossimo Ccnl, articolato inpiù fasi di progressivo approfondimen-to;

5. limitarsi in questa 1° fase a:- individuare gli obiettivi generali di ta-

le progetto e di conseguenza le mate-rie e gli istituti contrattuali che, per lecriticità che li affliggono, abbisogna-no di modifiche importanti che van-no oltre la loro periodica “manuten-zione”,

- suggerire, come primi indirizzi su cuisviluppare un dibattito, gli obiettivinormativi da perseguire per ciascunadelle suddette materie.

Contratti. La proposta Anaao

Mentre all’Aran prosegue non senza difficoltà la trattativa perdefinire aree e comparti, l’Anaao scalda i motori e mette nerosu bianco obiettivi e priorità, ridisegnando in almeno nove pun-ti la strategia per il prossimo contratto dei medici e dirigenti sa-nitari: un contratto nazionale più stringente che metta un frenoalla discrezionalità aziendale; maggiore certezza e correttezzanell’applicazione del contratto a livello aziendale con tempi benscanditi e l’occhio vigile di una autority nazionale di garanzia;parti dignità tra Rappresentanze Sindacali Unitarie e AziendaliRsa; un nuovo profilo di carriera verticale; un nuovo orario di la-voro allineato alle direttive europee con l’introduzione della ban-ca ore individuale; l’identificazione a livello nazionale dei requi-siti minimi organizzativi; l’introduzione dei limiti quantitativi perguardie e pronta disponibilità ed infine una nuova condizioneeconomica premiante.

Le primeriflessioni sonostate elaborate dalgruppo di lavoroguidato daGiuseppeMontante, Vice SegretarioNazionale.

RINNOVO CCNL

ECCO GLIINDIRIZZI DAPERSEGUIRE IN NOVEPUNTI

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RINNOVO CCNL

Obiettivi generali delprogetto contrattuale

Obiettivi generali• Modellare le norme contrattuali alla

particolare peculiarità della dirigen-za del ruolo sanitario, concorrendo intal modo ad accentuare la specialitàdi tale dirigenza rispetto alle altre delPubblico Impiego.

• Determinare condizioni maggior-mente omogenee di attuazione di ta-li norme al livello nazionale.

• Individuare condizioni di sviluppo dicarriera e di premialità più specifichealle peculiarità di tale dirigenza.

• Ridurre le condizioni di disagio lavo-rativo.

• Elevare le condizioni di sicurezza or-ganizzativa per i pazienti e di sicurezzanel lavoro per i dirigenti del ruolo sa-nitario.

Materie e istituticontrattuali

MODELLO CONTRATTUALELa scelta del modello contrat-tuale da attuare attraverso ilContratto Collettivo Nazionaleè fondamentale ai fini del rag-giungimento degli obiettivi ge-nerali, sopra ipotizzati. Nel casodel Ssn il modello contrattuale

da utilizzare deve essere necessariamen-te su due livelli, perché la legislazione na-zionale vigente prevede per i vari Com-parti ed Aree del Pubblico Impiego sola-mente un doppio livello di contrattazio-ne (nazionale e periferico) e perché na-zionale è la “mission” fondamentale delSsn (soddisfare il dettato costituzionale)e periferica è invece l’erogazione dei Leanazionali e la scelta del modello orga-nizzativo più adeguato a ciò.In queste condizioni, la scelta che si puòesercitare attraverso il Ccnl può riguar-dare:- l’incremento o meno delle competen-

ze di uno dei due livelli (nazionale oaziendale?);

- le materie o istituti contrattuali da de-mandare al livello aziendale;

- la normativa di questi che deve esse-re definita al livello aziendale (nor-mativa generale e/o metodologia at-tuativa?);

- le modalità e l’importanza del ruoloche può esercitale la Regione in cam-po contrattuale al livello regionale ele regole che lo governano.

CriticitàIn considerazione dell’esperienza de-cennale sull’esistenza di diffuse condi-zioni di modesta preparazione tecnicadei funzionari aziendali e di un rappor-

6 | d!rigenza medica numero 2 - 2016

to impari tra lo strapotere delle Aziendee l’oggettiva debolezza contrattuale dellivello sindacale aziendale, la convinzio-ne unanime del Gruppo è che il model-lo contrattuale vigente contiene in se deiforti momenti di debolezza che favori-scono la elevata disomogeneità attuati-va e i frequenti abusi perpetrati dalleaziende.Proposta di modello contrattualeL’orientamento diffuso emerso dallo stes-so Gruppo di lavoro è che l’attuale mo-dello contrattuale debba essere in partemodificato e che preveda:• un Ccnl che normi un modo più strin-

gente rispetto al passato i principi, lenorme regolatorie e di garanzia di tut-ti gli istituti e materie contrattuali,nonché detti precisi criteri generali at-tuativi di questi, della retribuzione fon-damentale e accessoria di base mini-ma e di ogni altro aspetto o valore re-tributivo che possa essere fissato a li-vello nazionale, riducendo la discre-zionalità aziendale;

• un contratto integrativo aziendale che,attraverso gli istituti della contratta-zione e della concertazione, si limitiad attuare al meglio le disposizionicontrattuali nazionali, tentando di sod-disfare anche le specificità aziendali.

Proposta di ruolo della Regione in ma-teria contrattualePer quanto riguarda invece il ruolo chepuò esercitare l’Istituzione Regione al li-vello regionale sono emerse due posi-zioni:• una maggioritaria che mira a conser-

vare il ruolo attuale della Regione, purcon qualche modifica;

• l’altra minoritaria che invece lo ritie-ne dannosa in materia contrattualenelle condizioni attuali, perché spes-so ambiguo e fuorviante.

Oggettivamente bisogna ammettere chel’accusa nei riguardi delle Regioni è suf-fragata dalla realtà, ma questo non ba-sta a rendere possibile, a legislazione in-variata e vantaggiosa la scelta di tentaredi cancellare del tutto l’attuale ruolo diindirizzo di queste nei riguardi della con-trattazione integrativa dell’Aziende Sa-nitarie presenti nel proprio territorio.Una proposta che potrebbe tentare diconciliare le due esigenza contrappostepotrebbe essere caratterizzata dal:- mantenimento dell’istituto del con-

fronto politico – sindacale su alcunedelle materie oggetto di contrattazio-ne aziendale (le più importanti e stra-tegiche) al fine di formulare suggeri-menti condivisi dalle parti che tenti-no di omogenizzare in tutte le azien-de della regione le modalità attuativee nel contempo di interpretare al me-glio le peculiari specificità regionali,nel rispetto comunque del dettato delCcnl;

- riduzione del numero di materie e/o

istituti contrattuali previste dal Ccnlche possono essere oggetto di tale con-fronto regionale (dalle attuali 11, pre-senti nell’art. 5, Ccnl 17 ottobre 2008,a non più di 5), selezionando fra di lo-ro quelle più strategiche ai fini dellaspecificità regionale e non già regola-mentate in modo stringente dal Ccnle/o dalla Legislazione nazionale;

- pariteticità dei poteri di ambedue leparti (Regione e Oo. Ss. regionali) nel-la scelta di attivare il “confronto re-gionale” e delle materie contrattualifra quelle previste su cui esercitare ta-le confronto.

CERTEZZA ATTUATIVACriticità

Una delle criticità maggio-ri del modello contrattuale,accentuatasi negli ultimi10–12 anni, è l’assoluta ra-refazione in quasi tutte leaziende della “certezza ecorrettezza attuativa”.

Questa piaga ha soprattutto afflitto lenorme del Ccnl in cui è previsto un ruo-lo decisionale delle aziende nella loro at-tuazione ed è divenuta attualmente in-sostenibile per dimensione e diffusioneSe questa condizione non sarà drastica-mente corretta dalla prossima contrat-tazione nazionale con provvedimentinormativi adeguati, diventerà quasi ine-vitabile il rischio che il Ccnl sia percepi-to e considerato come un inutile libro deisogni dinanzi al plateale e sistematiconon rispetto delle sue norme da partedelle aziende e delle stesse parti pubbli-che che li hanno sottoscritti.Nessuna categoria e nessun sindacatopuò resistere a lungo ad una “balcaniz-zazione” attuativa ed a una conseguen-ziale deriva giudiziaria, lunga ed inso-stenibile e spesso dagli incerti risultati!Suggerimenti correttiviQuesta criticità, per essere drasticamen-te corretta, deve prevedere al livello diCcnl molteplici tipologie concrete di in-tervento, quali ad esempio:• Modifiche del modello contrattuale, mi-

ranti a ridurre lo spazio di autonomiainterpretativa e attuativa al livello azien-dale (anello debole), quali ad esempioquelli precedentemente suggeriti;

• Introduzione di norme regolamenta-ri e di tempistica attuativa per il livel-lo periferico più stringenti ed impro-rogabili;

• Istituzione di un’authority nazionaledi garanzia (questo ruolo potrebbe es-sere svolto dall’Aran) che, a denunciacirconstanziata del livello sindacalenazionale, esegua le seguenti azioniprocedurali:

- valutazione in tempi brevi e certi del-l’esistenza o meno di violazioni di nor-me contrattuali e tempistica definitinel Ccnl e produzione di una certifi-

Contratti. La propostaAnaao

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d!rigenza medica | 7numero 2 - 2016

“I tagli lineari delfondo sanitariodelle Regioni, leesigenze dibilancio delleaziende, ilperdurare daoltre 5 anni delblocco delturnover e lamancanza di unarazionaleriorganizzazionedei servizi hadeterminatocondizioni diforte disagio dellereali dotazioniorganiche

cazione ufficiale di tale valutazioneda inviare alle parti interessate,

- in caso di presenza di violazioni con-trattuali ed in assenza di precedenti,repentina convocazione delle parti pertentativo di conciliazione con corre-zione delle violazioni, da raggiunge-re in tempi brevi e certi,

- in caso invece di recidività delle vio-lazioni contrattuali, si aggiungerebbeall’azione previste dal punto prece-dente, la segnalazione formale delcomportamento scorretto dell’Azien-da alla Regione di appartenenza in cuiè allocata l’Azienda Sanitaria, al Mi-nistero della Funzione Pubblica, al Mi-nistero della Salute ed alla Corte deiConti per i conseguenti provvedimentidel caso (sanzioni amministrative e/opecuniarie).

RSA O RSU, LIVELLO DIMAGGIORANZA CONTRATTUALENELLA CONTRATTAZIONEAZIENDALECriticitàAttualmente l’art. 43 del D. Lgs.

165/2001 sancisce qual è illivello minimo di maggio-ranza sindacale per la sti-pula di un Ccnl e qual è il li-vello minimo (51 %) per lastipula di un Contratto In-tegrativo periferico nel ca-

so siano state individuate in modo elet-tivo le Rsu (Rappresentanze SindacaliUnitarie) Aziendali.La suddetta Legge nulla dice per la sti-pula del Contratto Integrativo periferico(Aziendale), nel caso non sia stato pre-visto l’individuazione elettiva delle R.S.U.ed esistano solamente le Rsa (Rappre-sentanze Sindacali Aziendali) e di fattorinvia l’eventuale definizione di ciò aiContratti Collettivi Nazionali.I Contratti Collettivi Nazionali vigentidella dirigenza del ruolo sanitario di-pendente nulla dicono a questo proposi-to. Attualmente l’unico pronunciamen-to ufficiale esistente in merito è quellofornito dall’Aran in data 15.2.2002 (prot.n. 1702) in cui vengono esortate le Azien-de ad utilizzare come unico criterio fon-damentale nella stipula dei Contratti In-tegrativi Aziendali il: “Raggiungimentodel maggior consenso possibile”!Alla luce di tutto ciò, è facilmente im-maginabile la pericolosità di questa “di-menticanza”. L’esortazione ad utilizzarecome unico criterio quello proposto dal-l’Aran (in concreto eccessivamente fu-moso e soggettivo) può aprire ampi spa-zi verso comportamenti aziendali arbi-trari e opportunistici, forieri di possibiliillegittimità e soprusi.Il fatto che tale dimenticanza normativanon sia stata fino ad ora utilizzata in mo-do diffuso non diminuisce la sua eleva-ta pericolosità potenziale.

Suggerimenti correttiviDa quanto sopra espresso risulta evidentela necessità di colmare questa dimenti-canza normativa al fine di rendere og-gettivo il calcolo delle maggioranze diconsensi sindacali in caso di accordi in-tegrativi aziendali.Due possono essere le modalità alterna-tive per raggiungere questo obiettivo at-traverso il Ccnl.1. Una maggioritaria, che prevederebbe

l’Introduzione attraverso il Ccnl di cri-teri generali e di modalità per calco-lare il quorum minimo di consensosindacale delle Rsa aziendali per la sti-pula di accordi a tale livello identici aquelli previsti per le Rsu.

2. Una minoritaria, che prevederebbe ildovere alla costituzione elettiva delleRsu al livello aziendale (il D.lgs.165/2001 non lo impedirebbe); in talmodo varrebbe lo stesso quorum mi-nimo di consenso sindacale per la sti-pula di accordi, previsto dalla suddettaLegge (51 % del consenso elettivo del-la Rsu).

NB: le Rsu della dirigenza comunque malsi concilierebbero con l’architettura del-l’organizzazione periferica delle Oo. Ss.della dirigenza del ruolo sanitario e fini-rebbero con indebolirne il ruolo.

PRINCIPI, REGOLE E LIMITINELL’ACCESSO ALLA DIRIGENZADEL RUOLO SANITARIOCriticità

Una delle criticità più im-portanti che affligge negliultimi anni la dirigenza delruolo sanitario è costituitaè data dal crescente ridu-zione dell’allineamento frai principi e le norme con-

trattuali e quelle legislative che regola-mentano l’accesso a tale attività.I tagli lineari del fondo sanitario delle Re-gioni, le esigenze di bilancio delle azien-de, il perdurare da oltre 5 anni del bloc-co del turnover e la mancanza di una ra-zionale riorganizzazione dei servizi hadeterminato condizioni di forte disagiodelle reali dotazioni organiche a cui mol-te aziende sanitarie hanno ovviato con ilricorso a forme molteplici di precariato(contratti a tempo determinato e/o in-carichi di Co. Co. Pro.). Per tutti questi motivi, molti colleghi damolti anni vivono una condizione di pre-carietà lavorativa e professionale che gliriduce le sicurezze economiche e socia-li e ostacola le loro prospettive di carrie-ra. Tale condizione inoltre concorre a pe-nalizzare la “continuità clinica” all’in-terno dei reparti con conseguenziale ri-schio di “eventi avversi”. Molte delle criticità, sopra riportate, so-no conseguenti a disposizioni di Legge enon a norme contrattuali errate o supe-rate o carenti.

Attraverso il Ccnl si può solo tentare ilriallineamento delle norme e principicontrattuali alla realtà legislativa esi-stente (in divenire) in materia di assun-zione al fine di ridurre il peso dell’ulte-riore penalizzazione rappresentata dailimiti alla carriera attualmente presentinel periodo iniziale di dipendenza (diri-gente del ruolo sanitario in formazione).Esempi di nuovi principi contrattuali concui modificare le norme di riferimento:• il periodo iniziale di dipendenza del

dirigente in formazione (5 anni) pos-sa essere svolto con contratto a tem-po determinato e/o indeterminato atutele crescenti;

• Il contratto a tempo determinato pre-veda la stabilizzazione a tempo inde-terminato dopo 3 anni consecutivi,previa idonea procedura di tipo con-corsuale.

MODELLO NAZIONALE DI CARRIERACriticità

Cinque sono le criticità mag-giori che sono emerse dopo19 anni di attuazione delmodello di carriera vertica-le della dirigenza del ruolosanitario dipendente, intro-dotto nella sua forma grez-

za con il Ccnl del 1996 e successivamentemodellato fino a raggiungere l’attualesviluppo normativo con il Ccnl del 2000e del 2005.1. È fortemente sbilanciato nei gradi al-

ti verso una maggiore premialità del-le competenze gestionali – ammini-strative piuttosto di quelle tecnico-pro-fessionali sanitarie, malgrado il Ccnldel 2006 abbia suggerito alla fase at-tuativa aziendale di metterle in lineadi principio su un ugual piano.

2. La tassonomia delle tipologie di posi-zioni funzionali, previste nell’archi-tettura nazionale di carriera verticalepresente nel Ccnl vigente, è molto ge-nerica e non è chiaramente espressi-va delle competenze e responsabilitàprofessionali, nonché del livello ge-rarchico connesso.

3. La tassonomia delle posizioni funzio-nali affidate al livello locale è difficil-mente traducibile al livello nazionalein chiari profili di responsabilità ecompetenza professionale, per cui icurriculum sono spesso non compa-rabili.

4. La selezione per l’affidamento di po-sizioni funzionali di livello elevato nel-la graduazione verticale della carrie-ra (ad eccezione dell’incarico di Di-rettore di Uoc) è di tipo discrezionale,basata su valutazioni soggettive del di-rigente sovraordinato, non collegatead alcun criterio oggettivo di merito.

5. Complessivamente la cosiddetta “gra-duazione” degli incarichi dirigenziali

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RINNO

8 | d!rigenza medica numero 2 - 2016

è svolta in modo diverso da azienda adazienda, con risorse diverse, con tradu-zione in incarichi di posizione non para-gonabili, con una vera e propria “inva-sione” della discrezionalità politica nel-l’attribuzione degli incarichi a scapitodella valutazione tecnico- professionale.Ciò determina forte incertezza, diffuseiniquità e demotivazione della categoriarispetto al percorso di carriera atteso.

Suggerimenti correttiviPer superare le criticità sopra evidenziate ènecessario individuare al livello di Ccnl unnuovo profillo di carriera verticale dei diri-genti del ruolo sanitario che abbia le se-guenti caratteristiche:• sia più consono alla loro specificità pro-

fessionale ed alla specialità legislativa;• permetta un duplice sviluppo con pari

dignità di ruolo, di gerarchia e di retri-buzione: - prevalentemente di tipo gestionale,- prevalentemente di tipo professiona-

le;• preveda la possibilità di passaggio da uno

all’altro dei due profili di sviluppo;• presenti delle posizioni funzionali certe

inerenti allo sviluppo della carriera a pre-valente peculiarità professionale corri-spondenti all’architettura gerarchica del“saper fare”, di norma esistente;

• sia univoco al livello nazionale e non mo-dificabile nella sua architettura al livel-lo periferico;

• preveda meccanismi di selezione ed at-tribuzione delle posizioni più trasparen-ti e meritocratici e meno soggettivi (ban-di interni di selezione);

• preveda una nuova tassonomia per leposizioni dirigenziali a prevalente pecu-liarità professionale che sia: sintetica,corrispondente al reale profilo di re-sponsabilità correlato e chiaramenteespressiva delle responsabilità e del li-vello gerarchico connessi.

Una traduzione possibile di tali caratteri-stiche potrebbe essere rappresentato in buo-na parte dalla proposta di nuovo profillo dicarriera verticale, presentata al ConsiglioNazionale Anaao Assomed di Torino del di-cembre 2014.

ORARIO DI LAVORO E RIPOSICriticitàPer la letteratura scientifica in-ternazionale è ormai assoda-to che gli eccessi lavorativi conmancanza di riposi adeguati,a maggior ragione se perdu-ranti e/o associati a depriva-

zione del sonno, costituiscono una delle cau-se più importanti di errori professionali e didanno per la salute dei lavoratori.Questa consapevolezza scientifica, già mol-ti anni addietro e stata tradotta dalla Co-munità Europea in indirizzi regolamentariobbligatori per gli Stati membri.Il Legislatore Italiano, nel recepire e farepropri queste disposizioni, per anni ha ne-

gato ai dirigenti medici e sanitari dipen-denti delle Aziende Sanitarie (comma13, art. 41, Legge 133/2008) il diritto adevitare eccessi lavorativi prolungati e ausufruire di riposi nei modi e nei limitiprevisti per gli altri lavoratori italiani(D.lgs. 66/2003) e europei (Direttiva2003/88 Ce.), anteponendo in tal modol’esigenza di risparmio alla sicurezza etutela della salute nei riguardi dei pa-zienti e dei lavoratori della sanità. Talevulnus, dopo ripetuti interventi dellaCommissione Europea, è stato definiti-vamente eleminato e pertanto per l’Areadella dirigenza del ruolo sanitario dal 25novembre 2015 le norme in materia diorario di lavoro e giusto riposo sono sta-te riallineate alle disposizioni Europea.Suggerimenti di obiettivi contrattualiIn conseguenza di tale riallineamentodelle norme, alcune condizioni specifi-che dovranno essere definite in sede dicontrattuale nazionale.Per quanto riguarda l’orario di lavoro:- limite quantitativo massimo di orario

di lavoro settimanale;- eventuale limite massimo di ore di la-

voro straordinario inferiore a 250 an-nuali;

- sede della decisione se tale limitequantitativo dovrà essere inferiore aquello nazionale.

Sarà inoltre opportuno introdurre attra-verso il Ccnl il concetto normativo di“Banca ore individuale” dove ciascunodepositare le ore di lavoro aggiuntivo ef-fettuate ed autorizzate.Queste ore potranno poi essere in parteo in toto pagate o recuperate (se le esi-genze di servizio lo permettono) a vo-lontà dell’interessato, nel rispetto co-munque degli accordi aziendali integra-tivi in merito.

MODELLI ORGANIZZATIVI MINIMIDEL LAVORO

CriticitàBuona parte del disagio cre-scente dei dirigenti del ruo-lo sanitario è da attribuirealle conseguenze della fan-tasia organizzativa delleaziende soprattutto per

quanto riguarda l’area dell’urgenza e del-l’emergenza clinica e le attività sanitarieconnesse. Tale fantasia spesso si ispiramaggiormente ad esigenze di risparmioe/o politiche – elettorali e/o campanili-stiche, piuttosto che di ricerca di effi-cienza ottimale e di efficacia organizza-tiva.Questa diffusa discrepanza fra le esigenzeispiratrici dei modelli organizzativi atti-vati dalle aziende crea anche disomoge-neità degli standards qualitativi sanitarisu tutto il territorio nazionale e forti ri-schi per i pazienti. Da quanto sopra detto ne deriva che, lavera causa madre del disagio dei suddetti

dirigenti e della diffusa disomogeneitàdegli standards qualitativi è da attribui-re alla mancata individuazione al livellonazionale ed imposizione al livello peri-ferico di requisiti minimi di qualità or-ganizzativa.Suggerimenti correttiviL’identificazione nazionale di questi re-quisiti è una esigenza scientifica da cui idirigenti del ruolo sanitario non posso-no più prescindere.Come fare allora per stimolare l’identifi-cazione ed attuazione di ciò?Non è possibile individuarli direttamen-te con il Ccnl (per la legislazione vigen-te l’organizzazione del lavoro è preroga-tiva decisionale delle amministrazioni).Dal momento però che le ricadute sul-l’orario di lavoro, sui riposi e sui carichidi lavoro conseguenti all’organizzazionedei servizi e delle attività connesse conl’urgenza e con l’emergenza clinica sonooggetto invece di contrattazione nazio-nale, attraverso la contrattazione dellenorme e dei limiti attuativi di queste ma-terie, è possibile stimolare e/o condizio-nare l’individuazione di requisiti minimipiù aderenti ai requisiti di sicurezza equindi l’individuazione di modelli orga-nizzativi adeguati.Per quanto riguarda l’orario di lavoro edi riposi, la Legge esplicita in modo chia-ro i requisiti minimi da rispettare e nelcapitolo precedente sono state esplicita-ti inoltre i suggerimenti di obiettivi con-trattuali in materia da perseguire ag-giuntivamente. Per quanto riguarda invece i carichi di la-voro individuali, nella normativa con-trattuale inerente le guardie e le prontedisponibilità dovranno essere esplicitatii requisiti minimi organizzativi e quanti-tativi da rispettare.

CARICHI DI LAVORO: GUARDIE,PRONTE DISPONIBILITÀ

Criticità Uno dei motivi maggior didisagio crescente della di-rigenza del ruolo sanitarioè da ricercare soprattuttonell’eccessivo peso dei ca-richi di lavoro assegnati

che, in associazione alla crescita semprepiù rapida delle responsabilità e delle co-noscenze richieste, costringe spesso a la-vorare in affanno e con rischi correlatielevati.Fra tutte le attività sanitarie, quelle chepiù concorrono a generare queste con-dizioni sono soprattutto quelle clinicheinerenti l’urgenza e l’emergenza ed inparticolare i servizi di guardia e di pron-ta disponibilità.La normativa contrattuale di base vigentein materia (art. 19 e 20 del Ccnl 1996)non è più rappresentativa della situa-zione lavorativa attuale, perché ideataallora in base alla realtà sanitaria esi-

Contratti. La propostaAnaao

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REGIONE COORDINATORI

Veneto Giuseppe MontanteToscana Carlo Palermo

REGIONE COMPONENTI

Piemonte Giorgio CavalleroEmilia Romagna Mario LavecchiaLombardia Silverio SelvettiToscana Maurizio PaparoCampania Fulvio EspositoPuglia Giuseppe D’AuriaLazio Alberto SpanòEmilia Romagna Anita ParmeggianiPiemonte Rosella ZerbiPiemonte Dario AmatiMolise Antonietta PipoliLazio Maddalena ZippiSardegna Michela PiluduVeneto Andrea RossiCampania Maurizio CappielloAbruzzo Filippo Gianfelice

Composizione gruppo di lavoro

OVO CCNL

d!rigenza medica | 9numero 2 - 2016

zante presente.Esiti delle verifiche pluriannuali del Col-legio TecnicoUn suo giudizio positivo, quando non con-corre a realizzare una crescita verticale del-la carriera, deve determinare una crescita(dimensione economica da definire) dellaretribuzione di specificità medica. Questo comporterebbe l’introduzione di unanuova voce stipendiale appartenente allaRetribuzione Accessoria, costituita da: spe-cificità medica variabile individuale.Di converso un giudizio negativo del Colle-gio dovrebbe determinare prima di tutto unapenalizzazione di tale voce stipendiale. Nb: questa proposta non presenta ostacolitecnici normativi per la sua attuazione neiriguardi dei medici e veterinari, non sareb-be invece attuabile così come tale nei ri-guardi degli altri dirigenti del ruolo sanita-rio (non hanno una equivalente voce sti-pendiale); per ovviare a ciò bisognerebbeintrodurre anche per loro una nuova vocesimile della parte accessoria della retribu-zione, ad es.: specificità sanitaria variabileindividuale. L’entità economica dell’incremento, Il costoe le modalità di finanziamento saranno de-finiti in sede contrattuale nazionale.Esiti della verifiche annuali dell’Organi-smo interno di valutazionequesti devono derivare da una valutazionecondotta in modo rigoroso e trasparente,basata solamente su criteri oggettivi e mi-surabili.A questo proposito, devono essere esplici-tati attraverso il Ccnl:- le modalità certe di calcolo del fondo di

risultato e di distribuzione fra gli aventidiritto;

- i criteri generali per l’individuazione de-gli obiettivi individuali.

stente negli anni ’90. L’intensità delle atti-vità espletate in quegli anni, sia in regimedi ricovero e sia in regime ambulatoriale,e di conseguenza i carichi di lavoro realierano molto inferiori a quella attuali. Inol-tre tale normativa non tiene conto dellacultura della prevenzione del rischio cli-nico ed organizzativo e della tutela dellasalute del lavoratore mediante le normesull’orario di lavoro e sui riposi.Suggerimenti per la normativa sui ser-vizi di guardia e turni di lavoro notturniIntroduzione di limiti quantitativi In considerazione delle nuove disposizio-ni legislative vigenti in materia di orariodi lavoro e di riposi e le correlazioni diret-te di queste con la sicurezza e la tutela del-la salute dei pazienti e dei lavoratori del-la sanità, bisognerà introdurre con il CCNLlimiti quantitativi non superabili inerentile seguenti condizioni, che permettano ilrispetto delle suddette norme:- Il numero massimo annuale;- Il numero medio mensile non supera-

bile, calcolato in 4 mesi;- Il numero massimo mensile.Nb: Tali limiti quantitativi dovranno esse-re diversi, se il dirigente esegue solamen-te pronte disponibilità o se esegue oltre aqueste anche delle guardie notturne, per-ché diverse possono essere le ricadute sul-l’orario di lavoro e riposi e diverso il pesodel carico di lavoro.Correzione del riferimento inerentel’ambito di organizzazioneNel confermare il dettato dell’allegato 2 alCcnl del 2005 (“razionalizzazione ed ot-timizzazione delle attività connesse allacontinuità assistenziale ed urgenza/emer-genza”), sarà necessario correggere il ri-ferimento presente alle “Aree funzionaliomogenee”, come bacino su cui organiz-zare le “guardie interdivisionali”, perchéinsufficiente e superficiale.Il concetto di “Aree funzionali omogenee”è stato introdotto dalla normativa per iconcorsi di assunzione dei dirigenti delruolo sanitario per la valutazione dei re-quisiti accademici necessari e definisce leequipollenze e/o le affinità fra i vari tito-li di specialità. Non è stato mai un criterioguida basilare previsto dal Legislatore perl’individuazione e l’attuazione delle orga-nizzazioni sanitarie.Suggerimenti per la normativa sullepronte disponibilità notturneIntroduzione di limiti quantitativi Per le stesse motivazioni esplicitate per leguardie notturne e i turni di lavoro nottur-ni, anche in questo caso bisognerà intro-durre con il Ccnl limiti quantitativi non su-perabili più attuali e più cogenti rispetto aquelli previsti dalla normativa vigente (art.19 e 20 del Ccnl 1996), inerenti le seguen-ti condizioni, che permettano il rispetto del-le suddette disposizioni legislative.- Il numero medio mensile di turni non

superabile, calcolato in 4 mesi;- Il numero massimo mensile.

Nb: Tali limiti quantitativi dovranno esse-re diversi se il dirigente esegue delle guar-die notturne oltre alle pronte disponibili-tà notturne, perché diverse possono esse-re le ricadute sull’orario di lavoro e riposie diverso il peso del carico di lavoro.Ricadute sul piano di lavoro individuale Dal momento l’attività di lavoro, in segui-to a chiamata in pronta disponibilità not-turna, sospende il riposo di 11 ore ma nonlo interrompe, questo potrebbe avere del-le forti ricadute sulle attività di lavoro in-dividuali programmate per il giorno suc-cessivo. Nella nuova normativa inerentela pronta disponibilità, pertanto dovran-no essere sancite le ricadute dei turni not-turni di questa sul piano di lavoro di cia-scun dirigente che li effettua conseguentialle disposizioni legislative sui riposi.Si dovranno inoltre individuare degli in-dicatori quantitativi medi di numero dichiamate in pronte disponibilità sostituti-va della guardia notturne eseguite in 4 me-si oltre cui diventa doverosa l’attivazionedella guardia attiva notturna.

SISTEMA PREMIANTECriticitàIl “sistema premiante” pre-sente nel Ccnl vigente oggi èpraticamente inesistenteperché annullato dalle in-cursioni legislative sulla nor-mativa contrattuale o co-

munque è modesto. Sistema premianteconseguente a valutazione positiva del Col-legio Tecnico. Questo sistema è quasi ine-sistente, perché il perdurevole blocco deifondi a cui recentemente si è aggiunta lariduzione delle Uoc e delle Uos, in appli-cazione degli standard dell’Agenas, lo habloccato. Fino a poco tempo fa, l’unico ef-fetto sicuro determinato da una verificapositiva era il mantenimento dell’incaricodi posizione o l’affidamento di un altro dipari valore. Oggi non c’è più nemmeno questa certez-za ! Recentemente una norma legislativavessatoria (comma 32, art. 9, D. Legge122/2010) dà la discrezionalità alla azien-da di degradare economicamente il diri-gente pur in possesso di un giudizio di ve-rifica positivo.Sistema premiante conseguente a valuta-zione annuale positiva del Nucleo di con-trollo interno Questo sistema, nella quasi totalità delleaziende, è del tutto soggettivo ed arbitra-rio. La “pagella” di valutazione individualeerroneamente utilizzata dalle aziende sibasa su criteri di valutazione non previstine dalla Legge maggiore ne dal Ccnl vi-gente.Inoltre il “premio economico” in palio èspesso irrisorio.Suggerimenti correttiviBisogna introdurre attraverso il Ccnl unanuova condizione economica premianteche bilanci la deriva solamente penaliz-

REGIONE

Veneto Toscana

REGIONE

Piemonte Emilia Romagna Lombardia Toscana Campania Puglia Lazio Emilia Romagna Piemonte Piemonte Molise Lazio Sardegna Veneto Campania Abruzzo

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10 | d!rigenza medica numero 2 - 2016

La Joint Action nasce da un program-ma finanziato dalla Commissione Euro-pea nel 2011, con lo scopo di realizzareuno studio di fattibilità sulla collabora-zione a livello Ue in previsione delle esi-genze della forza lavoro sanitaria, piani-ficazione delle risorse umane in sanità enuove tendenze delle professioni sanita-rie. Sulla base dei risultati dello studio difattibilità, la Commissione ha finanziatoun’azione comune in materia di pianifi-cazione e previsione della forza lavoronell’ambito del programma di sanità del2012. L’azione congiunta è iniziata nelmese di aprile 2013, con la disponibilitàdi 30 partners associati e 34 partners incollaborazione, provenienti da 28 paesiEuropei tra cui l’Italia con il Ministero del-la Salute ed altri diversi attori come ordi-ni professionali dei medici e degli odon-toiatri, farmacisti, collegi delle professio-ni sanitarie, regioni, istituti previdenzia-li e sindacati come Anaao Assomed in qua-lità di collaborating partner.Durante la terza conferenza, che si è svol-ta a Varna in Bulgaria il 18 e 19 Febbra-io, diversi sono stati i temi trattati, in par-ticolare: mobilità delle professioni sani-tarie, su questo tema, già in occasione dialcuni incontri tenutisi a Roma presso ilMinistero della Salute ed in occasione dialcune videoconferenze, si è sottolineatoin particolare il gap tra numero di borsedi specializzazione e laureati in medicinacome principale generatore di mobilitàitaliana, con accenno anche al dilagantefenomeno dei ricorsi per l’ingresso alla fa-coltà di medicina, causa che contribuisce,insieme alle condizioni di storico preca-riato, alla migrazione di professionalitàverso alcuni paesi Eu, in particolare Ukcon 930 medici italiani emigrati al 2014con un incremento di circa il 48% rispet-to ai dati analizzati nel 2008 ed altri 1200nel resto dei paesi Europei, si ricorda a talriguardo il dato del rapporto medici/pa-zienti nel nostro paese di 3,9 ogni milleabitanti a fronte di una media di 3,2 deipaesi Eu - Dati forniti dalla Joint ActionHealth Work Force Planning and Foreca-sting. Importante anche il problema del-la “mal distribuzione” delle Works Force

sia medica che delle professioni sanitarie,in particolare con aree rurali e periferi-che che dispongono di meno specialistimedici ed infermieri rispetto alle aree me-tropolitane, situazione diffusa in moltipaesi Europei come Germania, Francia edUk, questo gap viene in parte compensa-to con professionisti provenienti da altripaesi, cosi come pubblicato in uno studiodella facoltà di Salute Pubblica della Me-dical University – Pleven, Bulgaria che haanalizzato la distribuzione delle profes-sioni sanitarie in Europa in considerazio-ne di fattori demografici determinanti,inoltre vi è una tendenza a non imple-mentare il numero di accessi alle facoltàmediche in alcuni paesi come la Germa-nia, in quanto la domanda è soddisfattacon professionisti provenienti da paesiesteri (dichiarazione di Heinz Rothgang,University of Brema, Germany).In ogni caso il pensiero comunitario èquello di modelli sempre più flessibili dimobilità delle professioni sanitarie, cosicome dichiarato da Michel Devriese col-laboratore del Ministero della Salute Pub-blica del Belgio - Joint Action Coordina-tor. Conseguenze dei cambiamenti de-mografici sulla domanda di salute, nellerelazioni il tema principale è stata la pro-grammazione ed il calcolo dei fabbisognidi personale, in considerazione dei cam-biamenti demografici a cui anche il no-stro paese inevitabilmente va incontro, icalcoli vanno definiti sicuramente secon-do il modello che ci verrà consegnato atermine di questo lungo lavoro della JointAction, cercando di non sottostimare i nu-meri del fabbisogno, sia delle professio-ni sanitarie che della “forza medica”, si èsottolineata l’importanza dei cambiamentidemografici come fattore sociale al mo-mento non perfettamente quantificabilein quanto gli scenari geopolitici e socio-umanitari del nostro continente sono incontinua evoluzione, sicuramente la mi-grazione di popolazioni dall’area Medio-Orientale e dell’Africa Sud-Sahariana ver-so il nostro continente, cambia anche l’at-tenzione verso alcune malattie, soprat-tutto a trasmissione infettiva come adesempio la tubercolosi, che ha visto un“calo della guardia” negli ultimi anni daparte della comunità medica europea, mache sta prepotentemente tornando di at-tualità.Gli indicatori principali al momento uti-lizzati e quantificabili sono: l’aumento del-l’età media della popolazione Europea,circa il 18,5% di over 65 nel 2020, in Ita-lia il 21,4% (dati Whosull’ageing socie-ty), ciò conseguenza delle migliori con-dizioni di cura dovuti ai progressi dellascienza medica a fronte però di multi mor-bilità dove circa 82% della popolazionecon + 85 anni ha almeno 3 patologie, de-

terminando un incremento delle aspet-tative assistenziali a carico degli HealthService Nazionali. Quindi altro aspetto tenuto in considera-zione tra gli indicatori, la diminuzionedella fertilità nei paesi Europei e di con-seguenza del tasso di nascita/1000 abi-tanti tra i più bassi al Mondo, (Germania8,4%, Italia 8,4%, Portogallo 8,5% - datiWho e Istat presentati dalla Medical Uni-versity of Varna, Bulgaria.)L’orientamento delle comunità scientifi-che comunitarie, alla luce dei dati ripor-tati è un incremento delle politiche di as-sistenza sostenibile “non istituzionaliz-zata” come: Home Care, Day Care e So-cial Care.Rapporti tra i nuovi bisogni di salute e for-mazione, attraverso percorsi di “Best Prac-tice” universalmente riconosciuti ed ac-cettati dai diversi paesi Eu, l’orientamen-to comunitario, cosi come specificato daMichel Devriese, è la formazione medicae delle professioni sanitarie con specifi-che “skills” attraverso programmi condi-visi tra i diversi paesi Europei. Interessante l’intervento di Horizon Scan-ning: Centre for Workforce Intelligence,collaborating partener del Nhs, che stu-dia gli indicatori utilizzati per la valuta-zione delle future skills e competenze pro-fessionali delle health worke force, rac-comandando maggiore attenzione alleprimary care e sottolineando la iniqua for-mazione nei paesi Europei di professio-nalità come il General Practitioner (pro-fessione ritenuta poco retribuita e quindipoco attrattiva), di specialisti di area ria-bilitativa e area neuro-psichiatrica, a fron-te della previsione demografica di au-mento della popolazione e dell’età mediain tutta Europa che vorrebbe invece unincremento dell’offerta formativa di taliprofessionalità. Si parla inoltre di medi-cina genomica con necessità di investi-menti in strutture, risorse umane e for-mazione a tal riguardo, ed infine imple-mento delle competenze informatiche edell’uso delle tecnologie in particolar mo-do nelle aree rurali e periferiche dove fon-damentale risulta la figura del medico dimedicina generale (Gp) con integrazio-ne tra strutture ospedaliere e territorioattraverso la telemedicina. In generaleemerge che la professione medica e quel-la delle professioni sanitarie, risultano po-co attrattive per le nuove generazioni, acausa degli alti livelli di burn-out a cui ta-li professionisti sono sottoposti. Da qui inconclusione, la particolare “compulsio-ne” dei paesi Eu che “pressano” su unapolitica aperta alla mobilità del persona-le sanitario per compensare la mancanzadi professionisti nei prossimi anni, cheinevitabilmente interesserà la maggiorparte del continente Europeo.

mauriziocappielloDirigente Medico Aorn“A.Cardarelli”NapoliConsigliereNazionale AnaaoGiovani

anaao giovanid!

3° Conferenza della Joint Action Health Workforce Planning and Forecastinga Varna in Bulgaria

La sanità europea sotto la lente

Il pensierocomunitario èquello dimodelli semprepiù flessibili dimobilità delleprofessionisanitarie

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d!rigenza medica | 11numero 2 - 2016

Attraverso il metodo Sanger, anche oranoto come “prima generazione di se-quenziamento del Dna” (Sanger et al.,1977), è stato infatti possibile com-pletare la sequenza del genoma uma-no (Venter et al., 2001), sebbene conlimitazioni in termini di processività,resa e costi degli esperimenti ma, re-centemente, l’introduzione di tecno-logie di nuova generazione per il se-quenziamento massivo del Dna (Ngs,Next Generation Sequencing), ha por-tato in poco tempo, anche nel campodella farmacogenetica all’identifica-zione di moltissime varianti del Dna ingrado di influenzare la risposta ai far-maci. Nell’era dell’Ngs, la sfida per lafarmacogenetica è finalizzata alla sco-perta di nuovi geni e di nuove varian-ti del Dna che modificano la rispostainter-individuale alle molecole. Allostato attuale, infatti, l’individuazionedi nuovi loci coinvolti nella risposta aifarmaci e di potenziali bersagli tera-peutici, sono studi che possono essereapprocciati mediante un’unica piatta-forma Ngs, applicando diversi metodisperimentali, tra cui il sequenziamen-to dell’intero genoma per l’identifica-zione di nuovi loci, il sequenziamentodell’intero trascrittoma (l’insieme ditutti i trascritti di Rna) per studiare levariazioni dell’espressione genica, e ilsequenziamento dopo immunopreci-pitazione della cromatina (ChIP-Seq)per identificare le proteine che intera-giscono col Dna. L’interpretazione deidati prodotti da questi esperimenti èuna sfida notevole e saranno necessa-ri continui miglioramenti negli ap-procci bioinformatici applicati per va-lutare il significato funzionale di va-rianti identificate nei geni di poten-ziale impatto farmacogenetico.Il futuro della farmacogenomica e

anaao dirigenza sanitaria

È noto da tempo che molti farmacihanno effetti differenti sui diversi in-dividui; alcune persone richiedono in-fatti dosi più alte o più basse per otte-nere lo stesso effetto terapeutico cosìcome farmaci assunti senza problemidalla maggioranza della popolazionepossono determinare gravi effetti av-versi in alcuni soggetti.I cambiamenti nella risposta ai farma-ci sono causati dalle differenze clini-che tra individui, da fattori ambienta-li (stile di vita, dieta, co-assunzione dialtri farmaci, ecc.) e da fattori geneti-ci. La farmacogenetica è la scienza chestudia il ruolo di diversi geni sulle va-riazioni interindividuali alla rispostaai farmaci. Le informazioni sui test ge-netici sono già parte integrante dei fo-glietti illustrativi di alcuni farmaci, co-me Abacavir, Warfarin, Clopidogrel,Irinotecano, Maraviroc, Cetuximab eImatinib. Ad esempio, conoscere la va-rianti dei geni CYP2C9 e VKORC1 puòaiutare nella scelta della dose inizialedell’anticoagulante Warfarin. In par-ticolare, individui portatori della va-riante G1639A del gene VKORC1 o del-le varianti CYP2C9*2 e CYP2C9*3 delgene CYP2C9 richiedono dosi più bas-se del farmaco. La storia della farma-cogenetica inizia nel 1957, quando Ar-no Motulsky propose che “... i fattorienzimatici ereditari controllati dai ge-ni determinano perché, a parità diesposizione, alcuni individui si am-malano, mentre altri no” (Motulsky,1957). Due anni più tardi, Vogel coniòil termine “farmacogenetica” per de-scrivere la relazione tra fattori geneti-ci e la risposta ai farmaci (Vogel,1959). Dopo gli anni 2000, con il se-quenziamento del genoma umano, èiniziato un nuovo periodo di notevolesuccesso nello studio dell’ereditarietà.

l’aspettativa di offrire il farmaco giu-sto, nel giusto dosaggio, al pazientegiusto, dipendono dalla possibilità diportare i risultati scientifici nella pra-tica clinica. Gli studi di farmacogeno-mica aumenteranno le nostre cono-scenze riguardo ai marcatori geneticipredittivi nella risposta terapeutica aifarmaci e negli effetti avversi correla-ti, e soprattutto, permetteranno di mi-gliorare l’efficacia e la sicurezza deifarmaci attualmente in uso. Se il trat-tamento farmacologico sarà guidatoda ‘‘profili di farmacogenomica’’, i fal-limenti terapeutici e gli effetti avversisaranno notevolmente ridotti o evita-ti in soggetti geneticamente predispo-sti. Tutto ciò avrà sempre di più unapositiva ripercussione sia nella tem-pestività con la quale potranno esseresomministrati i farmaci più efficaci enella giusta dose per molte condizio-ni cliniche sia, in termini di farma-coeconomia, nella appropriatezza del-le terapie che verranno identificate apriori in maniera specifica per ciascunpaziente senza dover affrontare per-corsi a step negativi sia per la salutedel paziente sia sotto il profilo econo-mico.

rirfermenti – Personalized Critical Care Medicine: How

Far Away Are We? Ahasic Am, Christia-ni DC. Semin Respir Crit Care Med 2015Dec;36(6):809-22.

– Gillis NK, PAtel JN, Innocenti F. Clinicalimplementation of germ line cancer phar-macogenetic variants during the next-ge-neration sequencing era. Clin Pharma-col Ther 2014 Mar; 95(3):269-80.

– Ong FS, Lin JC, Das K, Grosu DS, FanJB. Translational utility of next genera-tion sequencing. Genomics 2013 Sep;102(3):137-9.

d!

La farmacogenetica:nuove prospettive e nuove tecnologie

Farmacogenetica

paolagrammaticoDirettore UocLaboratorio diGenetica Medica,Università La Sapienza AziendaOspedaliera SanCamillo-Forlanini

irene bottilloSpecialista inGenetica Medica,Dottore di Ricercain GeneticaMedica, UocLaboratorio diGenetica Medica;Università La SapienzaAziendaOspedaliera SanCamillo-Forlanini

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12 | d!rigenza medica numero 2 - 2016

L’Ospedale S. Marco viene da lontano. La sua fondazio-ne risale al 1361 o al 1336.In tempi remoti era situato nella piazza Duomo della città(Foro Lunare) e, costretto a trasferirsi nel convento S. Lucia,ha affrontato il terremoto del 1693 trasferendosi prima inPiazza Stesicoro nel palazzo Tezzano e poi, in un momentodi declino, nella Chiusa del Tindaro, quindi nel 1886 nell’at-tuale posizione di via Plebiscito. La vetustà delle strutture ot-tocentesche non sono più da tempo garanzia di sicurezza perl’utente e il lavoratore. L’idea di realizzare un nuovo ospedale cittadino a Librino na-sce fin dal 1986 (progetto Prometeo) contestualmente a unpiano di decongestionamento del centro che prevedeva an-che la costruzione dell’ospedale di Nesima (Nuovo Garibal-di) e del Cannizzaro. La prospettiva per la costruzione delnuovo Ospedale era stata messa a gara già alla fine degli an-ni ‘80 e il 12/01/1990 la Usl n.35 di Catania (alla quale è su-bentrata l’Azienda Ospedali Vittorio Emanuele – Ferrarotto– S. Bambino) procedeva alla aggiudicazione della gara alraggruppamento Cogefar-Impresit (oggi Impregilo).A causa di controversie giudiziarie con la Cogefar-Impresit ilavori dell’ospedale, autorizzati per decreto regionale un an-no dopo, non furono però mai iniziati.Sono questi gli anni delle indagini sulle tangenti per gli ap-palti dell’ospedale Garibaldi che, partendo dall’ex presiden-te della regione Siciliana Rino Nicolosi coinvolgono politicidel calibro di Giuseppe Castiglione e Pino Firrarello. Per piùdi 10 anni il progetto rimane infatti bloccato tra conferenzedei servizi, commissari straordinari e la ricerca disperata difondi. Intanto scadono i vincoli espropriativi per i terreni pri-vati in cui sarebbe dovuto nascere l’Ospedale.Si giunge così al 1995 epoca di aziende ospedaliere e la co-stituenda azienda V. Emanuele, Ferrarotto, S. Bambino (leg-ge regionale 34 del l’11/4/1995) allora dotata di circa 1.100posti letto – 636 O.V.E, 238 Ferrarotto, 154 S. Bambino e 100S. Marta – al fine di superare le suddette controversie chiese

e ottenne dal Ministero dei Lavori pubblici la nomina di unCommissario straordinario ad hoc e insieme alle decisioni diuna conferenza dei servizi tenutasi nel 1998, anche il Co-mune e la Provincia di Catania con le forze politiche dell’epocae le forze sociali manifestarono la volontà di realizzare il nuo-vo ospedale.Momento fondamentale per il futuro del nuovo ospedale èrisultato anche l’Accordo di Programma per il settore degliinvestimenti sanitari siglato 30 aprile 2002 fra regione Sici-lia, ministero della Salute e ministero dell’Economia con ilquale, nell’ambito di un miglioramento dell’assistenza offer-ta dal Servizio sanitario regionale, veniva prevista la crea-zione di tre Centri di eccellenza, dei quali uno, il Centro dieccellenza ortopedico, da edificare nella zona di Librino instretto collegamento funzionale con il nuovo ospedale SanMarco. La legge finanziaria 2003 della regione Sicilia ha in-dividuato l’Azienda quale amministrazione appaltante inca-

Ospedale San Marco: una storia siciliana

La storia dell’Ospedale San Marco di Cataniaè infinita. L’idea di realizzare un nuovo ospedalerisale infatti al 1986 e da allora poco è stato fatto.La struttura ad oggi è praticamente inagibile enonostante le promesse i lavori non sono maifiniti. Il costo complessivo dell’opera fra varianti,penali alle aziende costruttrici per mancatoguadagno, si aggira ormai sui 245 milioni dieuro, rispetto ai 94 previsti. E ora sembra che iterreni dove poggia l’opera incompiuta sianopaludosi e non in grado di sorreggere l’ospedale

pietro pataSegretarioRegionale Anaao-AssomedSicilia

riccardorapisardiConsigliereNazionale Anaao-Assomed

d! contributi

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d!rigenza medica | 13numero 2 - 2016

Jean Houel, La processionedella festa diSant'Agata,guazzo, sec. XVIII- sulla destral'Ospedale San Marco

ricata della realizzazione del Centro di eccellenza ortopedi-co. Nel 2003 l’Ospedale San Marco vede ridurre i posti lettodal progetto originario di 964 a soli (?) 570 posti letto.Nel 2004 viene istituita la Fondazione Gesualdo Clementicon lo scopo di far nascere il polo di eccellenza ortopedicoaccanto all’Ospedale San Marco.Vengono nominati membri del consiglio di amministrazioneAntonio Scavone, allora assessore dei Lavori pubblici del Co-mune di Catania, il rettore Ferdinando Latteri e AmbrogioMazzeo, direttore generale dell’azienda Ove. Nel 2005 infi-ne un nuovo decreto regionale, seguito ad una variante alpiano regolatore approvata dal consiglio comunale di Cata-nia, autorizza la variazione della destinazione dei terreni in-teressati all’esproprio da zona verde rurale a servizi genera-li. Il costo dell’esproprio si aggira intorno ai 5 milioni di eu-ro. I terreni espropriati appartengono all’Editore del quoti-diano catanese La Sicilia e della TV privata Telecolor.

Il 26 gennaio 2006 l’Azienda Ospedaliera provvede ad ema-nare il bando di gara per la realizzazione del San Marco e delpolo ortopedico, l’importo complessivo della realizzazionedell’opera è intanto lievitato a ben 141,5 milioni di euro (da-gli equivalenti 94 milioni di Euro del 1995) e l’appalto vieneinfine sottoscritto il 28 luglio 2008. Pertanto l’impegno dell’Azienda nei seguenti anni era mira-to all’esperimento delle procedure previste dalla normativaregionale sui lavori pubblici (legge regionale n. 7 del 2002)e precisamente nei seguenti ambiti:1) la realizzazione del nuovo Ospedale San Marco: secondo

gli indirizzi già approvati il nuovo ospedale doveva essererealizzato secondo una struttura a poliblocco con piastratecnica di servizi. In tal modo, accanto a uno sviluppo ver-ticale delle degenze, sarebbe stato privilegiata una distri-buzione in orizzontale, a livello del piano piastra, dei prin-cipali servizi di diagnosi destinati agli utenti non ricovera-ti. La superficie totale dell’area sarà di 230.500 mq dei qua-li 95mila circa destinati allo sviluppo dell’Ospedale.

Nel nuovo ospedale S. Marco sarebbero dovute sorgere quat-tro aree di attività:

a) l’Area Chirurgica, con 196 posti letto suddivisi tra le di-scipline di cardiochirurgia, cardiochirurgia Pediatrica,Chirurgia Generale, Chirurgia Maxillo-Facciale, Chi-rurgia Pediatrica, Chirurgia Toracica, Chirurgia Vasco-lare, Oculistica, Ortopedia e Traumatologia, Ostetriciae Ginecologia, Otorinolaringoiatria e Urologia;

b) l’Area Medica, con 202 posti letto suddivisi tra le disci-pline di Angiologia, Cardiologia, Cardiologia Pediatri-ca, Dermatologia, Ematologia e Trapianto, Gastroen-terologia, Malattie Infettive, Medicina Generale, Ta-lassemia, Nefrologia e Dialisi, Neonatologia, Neurolo-gia, Oncologia e Pediatria;

c) l’Area Critica, con 84 posti letto suddivisi tra le disci-pline di Rianimazione, Medicina e Chirurgia d’Accet-tazione e d’Urgenza, Trauma Centre, Stroke Unit, Utice Utin;

d) l’Area Riabilitativa, con 40 posti letto suddivisi tra le di-scipline di Lungodegenza Riabilitativa e Medicina Fisi-ca e Riabilitazione.

e) 15 posti letto sarebbero stati dedicati alla Psichiatria e23 posti letto alla Libera Professione.

2) la realizzazione del Centro di Eccellenza Ortopedico, Ge-sualdo Clementi: tale struttura doveva essere caratteriz-zata per un’offerta di servizi comprendente i diversi set-tori specialistici dell’Ortopedia e della Traumatologia:l’area di Ortotraumatologia, il Dipartimento delle Orto-pedie Specialistiche, il Dipartimento di Reumatologia e ilDipartimento di Riabilitazione (con circa 160 posti letto),con il collegamento funzionale della nuova struttura conl’Ospedale San Marco. Il punto di raccordo doveva esserecostituito dal Pronto Soccorso con il Trauma Center unastruttura altamente specialistica in grado di assicurare untempestivo e idoneo intervento alle più impegnative si-tuazioni legate ai traumi. Il centro eccellenza purtroppoè stato eliminato dalla progettualità originale. Una leggeregionale del 2009 a firma dell’Assessore Massimo Russo(quando il cantiere del nuovo San Marco era già avviato)ha sciolto le Fondazioni responsabili dei centri di eccel-lenza. La vicenda finì anche in un’interrogazione parla-mentare al ministero della Salute. Parziale risposta fu quel-la del sottosegretario al Ministero della Salute FrancescaMartini all’interpellanza Palumbo che addebitò la ridu-zione al congelamento dei posti per acuti, non attivati dalGoverno regionale a causa del Piano di rientro per il con-tenimento dei costi della sanità, e allo “scioglimento (L.R.

contributiOspedale San Marco: una storia siciliana

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5 del 2009) delle fondazioni preposte a detti centri di ec-cellenza demandando alle aziende titolari del finanzia-mento la gestione dei centri in costruzione”. Quanto al fi-nanziamento, il sottosegretario precisò che “si era in at-tesa della elaborazione della variante da parte dell’Aziendaospedaliera universitaria, che sarebbe stata trasmessa al-l’Assessorato e quindi al Ministero”.

3) Il nuovo Ospedale San Marco doveva possedere*, per untotale di 570 posti letto(degli originali 964), i servizi e lespecialità verso i quali maggiormente si esprime da partedell’utenza un’elevata domanda di assistenza e rispetto aiquali è elevato il ricorso a strutture sanitarie extraregio-nali.

Il percorso di realizzazione del nuovo Ospedale San Marcovide la conclusione della gara con aggiudicazione dei lavoria Uniter Consorzio Stabile** (il progetto esecutivo, presen-tato da Uniter Consorzio Stabile che si aggiudicò l’appalto -un raggruppamento di aziende che vede come capofila laTecnis S.p.A. del dr. Mimmo Costanzo e dell’ing. ConcettoBosco che ha al suo attivo progetti come la realizzazione diparcheggi a piazza Verga e in viale Africa e della metropoli-tana tratto piazza Giovanni XXIII - Stesicoro e Borgo-Nesi-ma-****, fu approvato in via definitiva dall’Azienda ospeda-liera Universitaria Vittorio Emanuele – Ferrarotto – S. Bam-bino di Catania dopo che l’Assessorato regionale alla Sanitànotificò il Decreto Dirigenziale del 31 gennaio 2008 con ilquale il ministero della Salute mise a finanziamento la rea-lizzazione delle due opere), e l’avvio dei lavori con la posadella prima pietra avvenuta il 5 dicembre 2008 (l’intera ope-ra verrà realizzata in soli 38 mesi – cioè ottobre 2011- disseallora il dr. Ambrogio Mazzeo Direttore Generale dell’azien-da) alla presenza di numerose autorità politiche, civili, mi-litari e religiose.Alla cerimonia presero parte il sottosegretario alla SaluteFerruccio Fazio, il Presidente della Regione, Raffaele Lom-bardo, l’Assessore alla Sanità, Massimo Russo, il Presidente

della Provincia di Catania, Giuseppe Castiglione, i vertici del-l’Azienda ospedaliera universitaria Vittorio Emanuele di Ca-tania, il Rettore dell’Università di Catania, Antonino Recca,i massimi responsabili del Consorzio Stabile Uniter, nume-rosi deputati regionali e nazionali, autorità militari e civili.“Con la cerimonia di oggi – dichiarò il presidente della Re-gione, Raffaele Lombardo – si avvicina il raggiungimento diquel sogno che prevedeva la realizzazione di tre grandi ospe-dali, il Cannizzaro, il nuovo Garibaldi a Nesima ed il San Mar-co a Librino, in punti strategici della periferia della città. Larealizzazione dell’ospedale San Marco e del Centro di eccel-lenza ortopedico, come accaduto con il Cannizzaro ed il nuo-vo Garibaldi, consentirà di decongestionare il centro dellacittà e assicurerà una facile fruizione ai cittadini, perché rea-lizzato vicino alle grandi arterie stradali. Ci apprestiamo araggiungere un obbiettivo importantissimo che dovrà esse-re raggiunto anche dalle altre città siciliane. L’imponentestruttura – ha concluso Lombardo – è il segno di una nuovasanità che non si misura in numero di posti letto o in nume-ro di aziende sanitarie: una sanità che possa rispondere me-glio alla domanda di salute che viene dalla gente”.“Sono venuto qui con la cazzuola per costruire e non con leforbici per tagliare – dichiarò l’assessore alla Sanità, Massi-mo Russo – i tagli li faremo solo agli sprechi. Stiamo co-struendo una nuova sanità attenta soltanto ai bisogni dei cit-tadini. Quest’opera catanese deve rappresentare un esempioda seguire in tutta la Sicilia perché si può fare una buona sa-nità con costi contenuti a patto che i progetti vengano por-tati avanti con criteri innovativi e con la massima trasparen-za. Il progetto, seppur pensato alcuni anni fa, va nella dire-zione del piano di rientro, con un numero di posti letto com-misurati al reale bisogno. Mi auguro si capisca, una volta pertutte, che al cittadino interessa ricevere prestazioni sanita-rie adeguate, efficaci, rapide e sicure: la polemica pretestuosasul numero dei posti letto che dovremo tagliare – ha conclu-so Russo – interessa soltanto a quella parte di politica chevuole governare il sistema alla vecchia maniera”.“È nostra intenzione – spiegò Ambrogio Mazzeo, Direttoregenerale dell’azienda Ospedaliera – di consolidare il ruolodel nuovo ospedale S. Marco anche nel settore della ricerca,rafforzando le importanti collaborazioni già avviate con ilCnr, l’Istituto superiore di sanità e l’industria pubblica e pri-vata. Inoltre la prevista integrazione funzionale fra l’ospe-dale di alta specialità S. Marco e il Centro di eccellenza or-topedico non potrà che avere una proiezione che va al di làdei confini regionali”.Il progetto, approvato per un importo complessivo di 168 mi-lioni di euro, per il 90 per cento era coperto dai fondi del mi-nistero della Sanità e per il dieci per cento dalla regione Si-cilia. Il piano prevedeva inizialmente, come già detto, 1.229posti letto poi passati a 800 e infine a 460 in virtù delle con-tinue riforme di riassetto della rete ospedaliera che si sonosusseguite negli anni.Tuttavia all’ottobre 2008, la posa della prima pietra, si eraconcretizzata nella semplice “pulizia” del terreno dagli ar-busti. La Sicilia il 29 aprile 2012 con grande ottimismo, spiegavacome «l’ospedale San Marco crescesse bene e velocemente».«Entro la primavera 2014 potremmo avere l’inaugurazione,questo è l’impegno della Regione» spiegò a Live Sicilia nel2013 l’allora assessore all’Energia Nicola Marino***, duranteun sopralluogo al cantiere, insieme a Giuseppe Digiacomo,deputato del Partito democratico e presidente della Com-missione sanità all’Ars. Trascorsi oltre 400 giorni da quellavisita, Digiacomo non ha nessuna notizia né pare abbia avu-to modo di chiederle: “Non sono aggiornato sulla vicenda –

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d!rigenza medica | 15numero 2 - 2016

spiega - e non ho avuto tempo di capire gli sviluppi nono-stante la cosa mi interessi molto”.“Le previsioni ci dicono primavera 2015 – spiegò AntonioLazzara, Direttore sanitario dell’Azienda Policlinico, a Meri-dio News il 3/11/2014 – i lavori proseguono anche se c’è sta-to un rallentamento degli stessi da parte della ditta esecu-trice, causati anche da alcuni furti nell’area cantiere”. “Pro-blemi tecnici, abbiamo avuto una proroga per la consegnadei lavori” fanno sapere dall’ufficio stampa della Tecnis, so-cietà capogruppo per l’esecuzione dell’opera, “consegnere-mo – proseguono – tutto nei tempi previsti”. Senza però pre-cisare la data.Nello stesso novembre 2014 la deputata M5S del Catanese,Gianina Ciancio, interrogava l’assessore Borsellino in meri-to ai ‘nuovi’ tempi di consegna. La risposta all’interrogazio-ne arriva il 18 giugno 2015”. “Il contenuto? Aggiunge Cian-cio: ovviamente altri ritardi. La scusa? Un’altra perizia di va-riante riguardante la centrale termo-cogenerativa della strut-tura”, questo è il “verdetto” contenuto nella risposta inviatadall’assessorato. Consegna dei lavori che avrebbe dovuto av-venire entro il 31 maggio 2015. Stiamo parlando dello stes-so assessore che nel giugno del 2013 riferiva in aula: “Perquanto concerne i tempi di realizzazione, i lavori eseguiti ri-sultano in linea con il nuovo crono programma di perizia el’ultimazione dei lavori, giusta atto aggiuntivo, è prevista peril 30 marzo 2014” e che “i lavori sono in avanzatissima fasedi esecuzione”. “Oggi ci viene comunicato – continua la par-lamentare M5S – che non solo il termine ultimo di maggionon è stato rispettato, ma che la ditta chiede almeno altri seimesi per completare ed ultimare la struttura che dovrebbeandare a sostituire i presidi etnei Ferrarotto, Santa Marta eSanto bambino”.L’impresa Tecnis viene inquisita dalla Procura di Palermo nel-l’ambito dell’inchiesta sull’uso di cemento depotenziato co-me possibile causa del crollo del viadotto Himera sull’auto-strada Catania-Palermo. Ad aggiornare la tabella di marcia è Paolo Cantaro, diretto-re generale dell’azienda ospedaliera Policlinico. La stessa chedovrebbe gestire la mega struttura a lavori ultimati. “Sullabase di un atto deliberativo che abbiamo assunto – spiega ildirigente a Meridio News il 16 /9/2015 – sono state conces-se alla ditta 230 giornate di lavoro utili a partire dalla con-clusione di una conferenza dei servizi che si svolgerà a finemese a Palermo”. “C’è un disegno di legge parlamentare agliatti per affidare la gestione all’azienda sanitaria provincialedi Catania – replica Cantaro – ma non rientra nei miei com-piti fare il programmatore. Penso però che con i giusti fi-nanziamenti anche noi saremmo in grado di gestirlo”. La stra-da che porta all’affidamento all’Asp sembra già tracciata: “Ilprofilo della struttura ha già importanti pezzi collegati conla medicina territoriale che viene curata dall’azienda pro-vinciale”.A precisa domanda, durante l’incontro del 8 gennaio 2016,in merito alla possibilità che all’impresa Tecnis (capofila del-l’Ati Uniter) venga non riconosciuta la possibilità di prose-guire la realizzazione dell’ospedale Marco, a seguito dell’in-chiesta in corso a Palermo, lo stesso Direttore Generale di-chiara: “Sarei veramente in grave imbarazzo, perché non viè una seconda impresa che ha partecipato alla gara di ap-palto”. Nell’insieme ad oggi il costo complessivo dell’operafra varianti, penali alle aziende costruttrici per mancato gua-dagno si aggira sui 245 milioni di euro. Al posto del centro di eccellenza il nuovo polo sanitario sa-rà dotato di un parcheggio da centinaia di posti auto, un asi-lo nido, alcuni negozi compreso un parrucchiere. Il tutto, se-condo le dichiarazioni dei progettisti, per rendere meno trau-

matica la permanenza di familiari e pazienti nei periodi diricovero all’interno della struttura.Per l’editore del quotidiano La Sicilia, ed ex presidente dellaFieg, Mario Ciancio Sanfilippo, il nuovo ospedale, comun-que vada a finire è già stato un ottimo affare: una parte deiterreni su cui sorge il cantiere del San Marco erano di suaproprietà (circa 80 ettari) e per decenni erano rimasti acca-tastati come “verde rurale”. Per permettere la costruzionedell’ospedale, nel 2005 una modifica del piano regolatoretrasformò la destinazione d’uso di tutta l’area a ridosso del-la tangenziale in “servizi generali”. Un colpo di bacchetta ma-gica che permise a Ciancio di vendere agrumeti a 8 milionidi euro e, soprattutto, di costruire un enorme centro com-merciale a poche centinaia di metri dal nuovo ospedale. Qual-cuno suggerisce che i terreni siano paludosi e non sicuri pergarantire la stabilità delle fondamenta di una struttura ospe-daliera come il San Marco. Mah?!Ovviamente nessun commento. Ognuno tragga liberamen-te le proprie conclusioni.

contributiOspedale San Marco: una storia siciliana

NOTE* a riprogettazione con la perizia di

variante vengono pagate a parte el’Azienda sborserà qualcosa come3.232.001,71 euro ancora per larealizzazione del nuovo Ospedale.

** Il 5 aprile 2007, l’appalto venivaaggiudicato all’Uniter ConsorzioStabile di Catania. Le operazioni digara vengono affidate ad unaCommissione composta tra gli altri dalsig. Gerardo Lo Giudice, segretario, edal dott. Angelo Bonaccorso qualePresidente. La legge impedirebbe lasomministrazione di emolumenti per icomponenti della Commissione chegià appartengono all’Amministrazionema l’Azienda, Armando Giacalonedirettore generale, lo ignora e cosìvengono riconosciuti agli stessi circa180mila euro. Per essere più precisi, alPresidente della Commissionesaranno corrisposti emolumenti pereuro 107.927,40 mentre al segretariosoltanto 71.951 euro. Interverrà laCorte dei Conti che dichiareràillegittimi, in quanto indebiti, quegliemolumenti e così nel 2011 l’Aziendaannullerà quelle delibere con cui eranostati concessi dando mandato agliuffici di recuperare le somme. Siamo al6 marzo 2011, ma vedi caso il dott.Bonaccorso era andato in pensionegiusto nel dicembre precedente, del2010, quando l’Azienda ben conoscevala pendenza presso il Giudicecontabile dell’indebita corresponsione

di quelle somme. E anzi, meno di unmese dopo, e cioè nell’aprile del 2011,lo stesso Bonaccorso chiede lamonetizzazione per circa 21mila eurodi ferie non godute. E l’Aziendaanziché compensare che fa? Paga!

*** Il 3 aprile del 2013 l’allora assessoreregionale Nicolò Marino, dopo averaffermato che l’Ospedale era daconsiderarsi tra i più economicirealizzati in Italia essendo costato 874euro al mq.

**** Soggetto affidatario progettazione ecostruzione: Uniter Srl. Progettoarchitettonico: Studio Valleprogettazioni Srl, prof. ing. GilibertoValle, arch. Tommaso Valle; Progettostrutture: Studio Sia Get srl, ing.Renato Grecuzzo, ing. ConcettoCosta; Progetto impianticogenerazione, hvac, gas,antincendio: prof. ing. FrancescoPatania

Coordinatore per la progettazione: ing. Renato Grecuzzo;Coordinatore per l’esecuzione: ing. SilvioTorre; Responsabile unico delprocedimento: ing. Angelo Spampinato;Direzione dei lavori: ing. Pietro Nicolosi;Direttore tecnico e responsabile dicommessa: ing. Daniele Naty; Direttore dicantiere: ing. Carmelo Leone;Responsabile del servizio di prevenzionee protezione: ing. Carmelo Leone;Subappaltatori: Cag srl.

Piazza Stesicoro,anni 1930 - sulladestra l'exospedale SanMarco

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16 | d!rigenza medica numero 2 - 2016

pronto, avvocato?d!

Ricopro una carica sindacale e sono stato nominatocommissario di un concorso.Esistono incompatibilità?

L’articolo 35, comma 3 lettera e) D.lgs165/2001 individua nello svolgimentodi una carica sindacale un potenzialemotivo di esclusione dalle commissio-ni di concorso. Parte della giurispru-denza amministrativa interpreta in ma-niera rigorosa tale norma.Tuttavia, secondo altre pronunce perdeterminare l’esclusione del compo-nente della commissione concorsuale,non è sufficiente la circostanza che eglirivesta una carica sindacale attiva, ben-sì occorre la dimostrazione della pre-senza di possibili elementi di inciden-za od interferenza tra l’attività di chi ri-copre cariche sindacali e l’attività del-l’Ente che ha indetto il concorso. In ca-

Pronto, avvocato?Risponde l’ufficio legale Anaao Assomed

Sono un dirigente medico prossimo alcollocamento in quiescenza. Ho totalizzatopiù di cento giorni di ferie residue. Può lamia Asl impormi d’ufficio le ferie, senzaconsentirmi di poter svolgere alcunaattività, ivi compresa la LPI?

Di regola, l’imposizione di ferie “d’uffi-cio” da parte del datore di lavoro è daritenersi legittima in presenza di feriearretrate in misura superiore ai limititemporali previsti dalla legge (es. oltre18 mesi dall’anno di maturazione, v.art. 10, d.lgs 66/2003), ed anzi costi-tuisce un obbligo per l’Azienda, pena

Sono un dirigente assunto a tempoindeterminato che ha da poco superatoil periodo di prova. Ho vinto unconcorso presso un’altraamministrazione nello stesso profiloprofessionale. Posso essere esoneratodal periodo di prova?

Rientra nella facoltà della nuova am-ministrazione decidere se esonerare ildirigente dalla prova qualora questi l’ab-bia già superata presso un’altra azien-da sanitaria.Al riguardo, la disciplina contrattuale– contenuta nell’art. 14 del Ccnl 8 giu-gno 2000 - stabilisce che “sono sogget-ti al periodo di prova i neo assunti nel-la qualifica di dirigente o coloro che -già dirigenti della stessa o altra azien-da o ente del comparto - a seguito dipubblico concorso cambino area o di-

so di eventuale esclusione, può soste-nersi che il componente escluso, pur ri-vestendo una carica sindacale, non ab-bia alcuna concreta interazione conl’Amministrazione interessata. In altritermini non rileva ai fini del divieto del-la partecipazione alle commissioni ilfatto che il componente sia anche unrappresentante sindacale quando siascelto per la sua qualifica, cioè in ra-gione del suo ufficio, diversamente siintegrerebbe una lesione della libertàdi associazione delle persone che, perragione delle loro qualifiche professio-nali, hanno titolo per essere compo-nenti di commissioni giudicatrici.

sciplina di appartenenza” (art. 15, Ccnl5 dicembre 1996, così come modifica-to dall’art. 14, co. 1, Ccnl 8 giugno2000).Non sono soggetti al periodo di provai dirigenti ai quali sia conferito l’inca-rico di direzione di struttura comples-sa (art. 14, co. 10), mentre possono es-sere esonerati dalla prova i dirigentiche l’abbiano già superata nella me-desima qualifica e disciplina presso al-tra azienda o ente del comparto (art.14, co. 1).

l’applicazione di gravi sanzioni ammi-nistrative.Va aggiunto che, in generale, la leggeriserva al datore di lavoro il potere distabilire i periodi di fruizione delle fe-rie, tenendo conto “delle esigenze del-l’impresa e degli interessi del prestato-re di lavoro” (art. 2109 co. 2).

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