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trattamenti termici 18 L’industria dell’acciaio da sem- pre deve stare al passo con i tempi, rispondendo con lo sviluppo delle tecnologie alle esigenze del mercato. L’evolu- zione degli acciai per stampi per lavorazioni a freddo rappre- senta un chiaro esempio di in- novazione tecnologica attuatasi negli ultimi 40-50 anni. L’innovazione è sempre sta- ta orientata verso la ricerca e la messa a punto di acciai e trattamenti termici che permet- tessero agli stampi di avere maggiore resistenza all’usura e maggiore tenacità. Migliora- re questi due aspetti comporta ovviamente molti benefici. Ad esempio, una maggiore resi- stenza all’usura permette di aumentare la vita di uno stam- po prima di doverlo ripristinare (ad es. affilatura) e di poter stampare efficacemente anche materiali come acciai per molle o acciai inossidabili che tipi- camente tendono ad usurare molto gli stampi. Un migliora- mento della tenacità permette invece di realizzare stampi con sollecitazioni di compressio- ACCIAI NEGLI STAMPI PER LAVORAZIONI A FREDDO L'ESPERIENZA DI STAV, NOTA AZIENDA SPECIALIZZATA NEI TRATTAMENTI TERMICI SOTTOVUOTO acquisita dal trattamentista su particolari di tipologia e dimen- sioni diverse. Per mettere in luce l’evoluzio- ne della tecnologia nel caso dei materiali per lavorazioni a freddo, si sono esaminati tre diversi tipi di acciaio, prodotti dall’acciaieria Böhler: - K110: tipico acciaio da utensili al 12% di cromo; - K340: acciaio con 8% di cro- mo rifuso sotto scoria (ESR) con elevate caratteristiche di tenacità; - K390: acciaio prodotto con la metallurgia delle polveri per elevate caratteristiche sia di resistenza all’usura sia di te- nacità. Nel corso degli anni si è passa- ti infatti dall’utilizzo prevalente del K110 al K340, nato circa un decennio fa, fino ad arrivare al K390 che è uno degli acciai dotati delle migliori proprietà per le applicazioni nel settore delle lavorazioni a freddo. Nella Tabella 1 è riportata la composizione chimica percen- tuale dei principali elementi co- stituenti tali acciai. Si nota come, passando da K110 a K340 a K390, si sia cercato di sostituire al cromo, elemento fondamentale per conferire elevata resistenza al- l’usura grazie alla formazione dei suoi carburi, altri elementi di lega come vanadio, cobalto e molibdeno. Più interessante è l’analisi delle micrografie dei tre acciai dopo trattamento termico, eseguita presso il laboratorio metallo- grafico della STAV. I particolari (uno per ogni tipo di materiale) sono stati sotto- posti a cicli standard di tempra e rinvenimenti, eseguiti in forni sottovuoto con spegnimento in pressione di azoto. I cicli eseguiti sono riportati nella Tabella 2: I provini dei tre acciai, dopo la misura di durezza superficia- le HRC, sono stati inglobati, lucidati e infine attaccati con Nital 2%. Le micrografie relative sono mostrate in Figura 1. Gli in- grandimenti sono 500x in tutti e tre i casi, in modo da confron- tare ed evidenziare le principali caratteristiche granulometriche dei tre tipi di acciaio. Le micrografie mettono in luce le principali differenze di forma e dimensione dei carburi nei tre acciai confrontati. Nel K110 (Figura 1a) si notano delle isole di carburi primari di cromo di dimensioni relati- vamente grandi disposte con una evidente direzionalità che deriva dalla lavorazione dell’ac- ciaio per laminazione, mentre nella matrice martensitica sono evidenti i carburi secondari di cromo. Nel K340 (Figura 1b) la com- posizione chimica con una per- centuale di cromo inferiore al K110 e l'aggiunta del molibde- no (Tabella 1) rendono i carburi più fini. L’utilizzo di tecniche di rifusione sotto scoria permette una distribuzione dei carburi più uniforme. Dalla micrografia si nota che in ne elevate anche sugli spigoli senza incorrere nel pericolo di scheggiature. Tuttavia spes- so la resistenza all’usura e la tenacità rappresentano delle caratteristiche contrastanti in un materiale: l’obiettivo dell’in- novazione tecnologica consiste proprio nel riuscire a mettere a punto materiali e trattamenti termici che consentano di otti- mizzare questi due aspetti. In questa sede si vuole mo- strare come l’evoluzione degli acciai sia legata al migliora- mento della loro microstruttura oltre che alla variazione della loro composizione chimica. Ai fini dell’ottenimento di una buo- na microstruttura risulta inoltre fondamentale l’utilizzo di trat- tamenti termici adeguati, con cicli di tempra e rinvenimento effettuati in impianti sottovuo- to di ultima generazione, con raffreddamento in circolazione di azoto pressurizzato e tempe- rature rigidamente controllate. Le massime prestazioni per un acciaio sono infatti raggiungi- bili mediante processi messi a punto grazie all’esperienza Tabella 1: composizione chimica (valori indicativi in %) dei principali elementi di K110, K340 e K390 settembre/ottobre 2007 Tabella 2: temperature di tempra e rinvenimento, pressione di raffreddamento e durezze relative ai tre acciai esaminati

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trattamenti termicitrattamenti termici18

L’industria dell’acciaio da sem-pre deve stare al passo con i tempi, rispondendo con lo sviluppo delle tecnologie alle esigenze del mercato. L’evolu-zione degli acciai per stampi per lavorazioni a freddo rappre-senta un chiaro esempio di in-novazione tecnologica attuatasi negli ultimi 40-50 anni.L’innovazione è sempre sta-ta orientata verso la ricerca e la messa a punto di acciai e trattamenti termici che permet-tessero agli stampi di avere maggiore resistenza all’usura e maggiore tenacità. Migliora-re questi due aspetti comporta ovviamente molti benefici. Ad esempio, una maggiore resi-stenza all’usura permette di aumentare la vita di uno stam-po prima di doverlo ripristinare (ad es. affilatura) e di poter stampare efficacemente anche materiali come acciai per molle o acciai inossidabili che tipi-camente tendono ad usurare molto gli stampi. Un migliora-mento della tenacità permette invece di realizzare stampi con sollecitazioni di compressio-

AcciAi negli stAmpi per lAvorAzioni A freddol'esperienza di stav, nota azienda specializzata nei trattamenti termici sottovuoto

acquisita dal trattamentista su particolari di tipologia e dimen-sioni diverse. Per mettere in luce l’evoluzio-ne della tecnologia nel caso dei materiali per lavorazioni a freddo, si sono esaminati tre diversi tipi di acciaio, prodotti dall’acciaieria Böhler:

- K110: tipico acciaio da utensili al 12% di cromo;- K340: acciaio con 8% di cro-mo rifuso sotto scoria (ESR) con elevate caratteristiche di tenacità;- K390: acciaio prodotto con la metallurgia delle polveri per elevate caratteristiche sia di resistenza all’usura sia di te-nacità.Nel corso degli anni si è passa-ti infatti dall’utilizzo prevalente del K110 al K340, nato circa

un decennio fa, fino ad arrivare al K390 che è uno degli acciai dotati delle migliori proprietà per le applicazioni nel settore delle lavorazioni a freddo.Nella Tabella 1 è riportata la composizione chimica percen-tuale dei principali elementi co-stituenti tali acciai.

Si nota come, passando da K110 a K340 a K390, si sia cercato di sostituire al cromo, elemento fondamentale per conferire elevata resistenza al-l’usura grazie alla formazione dei suoi carburi, altri elementi di lega come vanadio, cobalto e molibdeno.Più interessante è l’analisi delle micrografie dei tre acciai dopo trattamento termico, eseguita presso il laboratorio metallo-grafico della STAV.

I particolari (uno per ogni tipo di materiale) sono stati sotto-posti a cicli standard di tempra e rinvenimenti, eseguiti in forni sottovuoto con spegnimento in pressione di azoto. I cicli eseguiti sono riportati nella Tabella 2:

I provini dei tre acciai, dopo la misura di durezza superficia-le HRC, sono stati inglobati, lucidati e infine attaccati con Nital 2%. Le micrografie relative sono mostrate in Figura 1. Gli in-grandimenti sono 500x in tutti e tre i casi, in modo da confron-tare ed evidenziare le principali caratteristiche granulometriche dei tre tipi di acciaio.Le micrografie mettono in luce le principali differenze di forma

e dimensione dei carburi nei tre acciai confrontati.Nel K110 (Figura 1a) si notano delle isole di carburi primari di cromo di dimensioni relati-vamente grandi disposte con una evidente direzionalità che deriva dalla lavorazione dell’ac-

ciaio per laminazione, mentre nella matrice martensitica sono evidenti i carburi secondari di cromo.Nel K340 (Figura 1b) la com-posizione chimica con una per-centuale di cromo inferiore al K110 e l'aggiunta del molibde-no (Tabella 1) rendono i carburi più fini. L’utilizzo di tecniche di rifusione sotto scoria permette una distribuzione dei carburi più uniforme. Dalla micrografia si nota che in

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300

ne elevate anche sugli spigoli senza incorrere nel pericolo di scheggiature. Tuttavia spes-so la resistenza all’usura e la tenacità rappresentano delle caratteristiche contrastanti in un materiale: l’obiettivo dell’in-novazione tecnologica consiste proprio nel riuscire a mettere a punto materiali e trattamenti termici che consentano di otti-mizzare questi due aspetti. In questa sede si vuole mo-strare come l’evoluzione degli acciai sia legata al migliora-mento della loro microstruttura oltre che alla variazione della loro composizione chimica. Ai fini dell’ottenimento di una buo-na microstruttura risulta inoltre fondamentale l’utilizzo di trat-tamenti termici adeguati, con cicli di tempra e rinvenimento effettuati in impianti sottovuo-to di ultima generazione, con raffreddamento in circolazione di azoto pressurizzato e tempe-rature rigidamente controllate. Le massime prestazioni per un acciaio sono infatti raggiungi-bili mediante processi messi a punto grazie all’esperienza

Tabella 1: composizione chimica (valori indicativi in %) dei principali elementi di K110, K340 e K390

settembre/ottobre 2007

Tabella 2: temperature di tempra e rinvenimento, pressione di raffreddamento e durezze relative ai tre acciai esaminati

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trattamenti termici 19trattamenti termici

AcciAi negli stAmpi per lAvorAzioni A freddoe dimensione dei carburi nei tre acciai confrontati.Nel K110 (Figura 1a) si notano delle isole di carburi primari di cromo di dimensioni relati-vamente grandi disposte con una evidente direzionalità che deriva dalla lavorazione dell’ac-

ciaio per laminazione, mentre nella matrice martensitica sono evidenti i carburi secondari di cromo.Nel K340 (Figura 1b) la com-posizione chimica con una per-centuale di cromo inferiore al K110 e l'aggiunta del molibde-no (Tabella 1) rendono i carburi più fini. L’utilizzo di tecniche di rifusione sotto scoria permette una distribuzione dei carburi più uniforme. Dalla micrografia si nota che in

polveri. Tale processo ne de-termina i principali vantaggi, rispetto agli acciai convenzio-nali, di omogeneità, assenza di segregazioni, uniformità di composizione chimica su tutta la sezione e su tutta la lun-ghezza. Nel K390 l’isotropia dei carburi rende nullo il rischio di innesco

alcuni punti permangono delle isole di carburi di una certa dimensione e sussiste ancora la disposizione di questi a file, dovuta appunto alla laminazio-ne, ma, rispetto al K110, le di-mensioni dei carburi sono dimi-nuite mostrando una struttura più fine ed omogenea. Questa struttura così diversa rispetto al K110 giustifica l’aumento di tenacità. Da notare inoltre che questi particolari, pur con elevata du-rezza superficiale (62 HRC), sono stati rinvenuti a tempe-ratura di 540°C e quindi, oltre che adatti per l’elettroerosione, sono sempre idonei a succes-sivi trattamenti superficiali di ni-trurazione ionica e rivestimento PVD. Nel caso del K390 (Figura 1c), la micrografia evidenzia carbu-ri molto fini ed uniformemente distribuiti, dovuti al processo di produzione di questo acciaio basato sulla metallurgia delle

di cricche, già notevolmente di-minuito nel K340. Inoltre, l’omo-geneità e la granulometria fine dei carburi, unitamente al rinve-nimento a temperatura elevata (540°C), rendono anche questo materiale particolarmente adat-to al taglio in elettroerosione e a successivi trattamenti superfi-ciali e di rivestimento. Queste caratteristiche fanno del K390 uno degli acciai più adat-ti nel caso della realizzazione di stampi con figura piccola o molto lavorata, in particolare modo nel caso delle macchine automatiche e per tranciatura fine. L’esperienza della STAV nel trattamento termico delle le-ghe ferrose denota un sempre

settembre/ottobre 2007

maggiore utilizzo del K340 e del K390 da parte della clien-tela che effettua lavorazioni a freddo, in particolare da parte dei nostri maggiori clienti che lavorano stampi per tranciatu-ra, soprattutto dell’acciaio inos-sidabile. Per lo stampaggio di questo materiale è infatti spesso ne-cessario effettuare rivestimenti PVD e trattamenti superficiali di nitrurazione ionica, che pos-sono rivelarsi molto utili per aumentare notevolmente la du-rata dello stampo.In conclusione, l’evoluzione delle tecnologia dell’industria dell’acciaio e dei trattamenti termici risponde alle esigenze del mercato, consentendo nel

Dott.ssa Alessandra Mannini

(Resp. Lab. metallografico STAV)

Ing. Giovanni Parigi

(Resp. di produzione STAV)

caso delle lavorazioni a freddo, una lavorabilità ed una durata della vita dello stampo supe-riore rispetto ai materiali e ai trattamenti tradizionali.

Figura 1: Micrografie di K110 (a), K340 (b), K390 (c). Attacco Nital 2 %, ingrandimento 500x

a) b) c)

Un impianto di STAV per il trattamento termico sottovuoto

Gli autori ringraziano l’acciaieria Böhler per la preziosa collaborazione offerta.