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Acciai da stampaggio
laminati a freddo
Renzo Valentini
Dip. Ing. Chimica, Chim. Ind. e Scienza dei Mat.
Scopi della laminazione a freddo
• Spessore più sottile
• Tolleranze dimensionali più ristrette
• Forma ottimale
• Superficie esente da ossidazione
• Ottima stampabilità
• Accurata finitura superficiale
• Superficie con bassa difettosità
• Proprietà specifiche per utilizzo:
� smaltabilità
� fosfatabilità
� tranciabilità
� basse perdite magnetiche
� verniciabilità
TIPICI PROCESSI DI PRODUZIONE MATERIALI DA
STAMPAGGIO
Avvolgimento basso
Avvolgimento alto
Ric. statica
CAPL, ZINCSiviera C. Continua Lam. caldo
Gradi: 01-05
Gradi: 01-03
Acciai Al-K Low Carbon (C<0.05%)
Il degasaggio con gli impianti RH è obbligatorio per gli acciai Intestitial Free (IF).
A volte nei processi di acciaieria può essere richiesta la desolforazione (gradi elevati di stampaggio) e si può
impiegare un parziale degasaggio per acciai al C (BH, particolari qualità etc.)
Avvolgimento alto
Ric. statica
CAPL, ZINC
Siviera + RH C. Continua Lam. caldo
Gradi: 04-06
Gradi: 03-05
Acciai IF (C<0.005%)
FATTORI CHE INFLUENZANO LA STAMPABILITA’
1. Bassi tenori di C ed N nell’acciaio;
2. Bassi livelli inclusionali (solfuri ossidi grossolani etc.);
3. Bassi tenori di impurezze ed elementi di lega non voluti in questi acciai (S, P, As, Sn, Cu, Mo etc.);
4. Controllo e contenimento dell’eventuale presenza di C ed N liberi (non combinati);
5. Microstruttura a grano relativamente grosso;
6. Favorevole orientazione cristallografica del grano stesso rispetto alla direzione di laminazione;
• I punti 1, 2 e 3 dipendono solo dall’acciaieria (composizione chimica) mentre i punti 4, 5 e 6
dipendono sia dall’acciaieria che dai parametri termomeccanici (laminazione a caldo, temperature di
avvolgimento, tasso di laminazione a freddo, tipologia e parametri di ricottura;
• Stabilire la stampabilità di un acciaio, attraverso lo studio del suo ciclo di fabbricazione, è molto
complesso a causa delle numerosi variabili coinvolte;
• Le principali variabili sono, per la composizione chimica, tra acciai al C e acciai IF e, per i cicli di
fabbricazione, tra acciai da ricottura statica e acciai da ricottura continua.
Generalità sulle caratteristiche meccaniche
• Una lamiera di acciaio si dice stampabile quando le caratteristiche meccaniche principali (snervamento,
allungamento, incrudimento, anisotropia) rispecchiano certe condizioni: in generale minori snervamenti, ed
alti valori di allungamento, incrudimento, anisotropia danno luogo ad acciai migliori;
• Le classi di acciaio classificate in ordine crescente di stampabilità, caratteristica soprattutto legata
all’anisotropia minima indicata dalla lettera r, sono genericamente suddivisibili come:
� CQ (Commercial Quality, tipo 01) r=1
� DQ (Drawing Quality, tipo 03) r=1.3
� DDQ (Deep Drawing Quality (tipo 04) r=1.6
� EDDQ (Extra Deep Drawing Quality tipo 05)* r=1.9
� SEDDQ (Super Extra Deep Drawing Quality) r>2.5
• La r indica l’attitudine dell’acciaio a subire deformazione plastica durante lo stampaggio senza rotture
• Ovviamente contano moltissimo anche il carico di snervamento massimo ammissibile per ogni classe e
l’allungamento minimo a rottura.
*Esistono anche i gradi 06 e 07 caratterizzati da valori di r e delle altre caratteristiche spesso legate più ad
accordi con i clienti che alle normative. Ovviamente esistono altre normative di clienti (in particolare nel
settore auto) e le caratteristiche vengono definite caso per caso.
Incrudimento ed allungamento a rottura
Il valore di n viene a dipendere sostanzialmente dal diametro del grano e dalla composizione
chimica con una relazione del tipo:
∑ =−
−
+
=n
i ii
d
n1
2
1(%)
10
5α
I valori dei coefficienti αi sono alti per Cu, Si e Mo e bassi per il Cr (da 0.06 a 0.02). E’ comunque
evidente, anche per il valore di n come sia importantissimo avere una elevata dimensione del
grano ferritico ed una composizione la più vicina possibile a quella del Fe puro.
Anche per l’allungamento a rottura occorre avere basso tenore di elementi di lega, bassi
snervamenti, e, soprattutto, modesti contributi in termini inclusionali (ossidi, solfuri) e di
precipitati (cementite e quindi C).
Caratteristiche tensili
Questo termine, sia per lo snervamento che per al rottura, può essere espresso come sommatoria di diversi
contributi: la resistenza del reticolo, la resistenza per soluzione solida, quella per precipitazione, quella per
contributo delle dislocazioni (incrudimento), quella per affinamento di grano e quella dovuta alla
eventuale presenza di fasi diverse (perlite, bainite, ferrite aciculare, martensite).
Normalmente negli acciai da stampaggio si tende ad avere il minor carico di snervamento possibile da qui
l’esigenza di avere il minor quantitativo di elementi di lega, nessun incrudimento o rafforzamento per
precipitazione e fasi secondarie e, soprattutto, il grano più grosso possibile. Ad esempio una tipica
formula valida per lo snervamento è (in Mpa):
liiStrutturadpsr Kd σσσσσσ +++++=
− .
2
1
−
++++=.
2
1
4.17354833254 dNSiMnysσ
Anisotropia r
Al valore della r, si attribuisce una forte
dipendenza dal grano e alla categoria di
acciaio (al C, IF al Ti etc.). Va però
ricordato, che la r dipende moltissimo dalle
condizioni di laminazione tanto è vero che
per le laminazioni in campo ferritico la
sfavorevole orientazione cristallografica dà
luogo a modesti valori di r (circa 1) anche
per grani molto grandi (bassissimi
snervamenti, alti valori di n). Utilizzando la
dimensione N del grano secondo ASTM per
acciai laminati a caldo in campo austenitico,
vale la relazione (r0 e k dipendenti dal tipo di
acciaio):
kNrr −= 0
Generalità
La ricottura è l’operazione con la quale si ricostituisce il grano dell’acciaio nel crudo di laminazione rendendo
il materiale idoneo agli impieghi nel settore dello stampaggio.
La ricottura di ricristallizzazione industriale degli acciai dolci, può essere statica (coils interamente ricotti in
forni a campana) o continua in cui il nastro si sposta velocemente in un complesso di forni.
Anche se le modalità metallurgiche sono diverse tra i due sistemi, comunque durante la ricottura l’acciaio
recupera in modo importante la duttilità diminuendo la durezza del crudo attraverso l’annullamento di gran
parte delle dislocazioni generate dalla laminazione a freddo (da 1012 cm/cm3 a 106 cm/cm3) e la
riorganizzazione dei grani ferritici attraverso la ricristallizzazione e la crescita orientata dei grani stessi.
Questi fenomeni sono nell’ordine:
• Recovery;
• Ricristallizzazione;
• Crescita dei grani;
Recovery
Durante la fase di recovery, l’acciaio comincia a perdere dislocazioni a temperature tanto più basse
quanto più è alta l’energia immagazzinata (tasso di laminazione a freddo elevato). Durante il
recovery, dunque, si ha una forte variazione di alcune caratteristiche fisiche come la resistività
elettrica, ma non si hanno apprezzabili modifiche delle caratteristiche meccaniche.
Poligonalizzazione
Le orientazioni cristallografiche dei piani (111) iniziano più rapidamente a restaurarsi rispetto alle altre
direzioni in quanto la driving force per il fenomeno dipende proprio dalla differente aliquota di energia
immagazzinata nelle varie direzioni del reticolo della ferrite secondo l’ordine: (111)>(112)>(001).
Durante il recovery, inizia però anche il fondamentale processo di poligonalizzazione in cui, dopo
l’annullamento delle dislocazioni di segno opposto, si ha il raggruppamento di quelle dello stesso segno
fino a formare contorni di sottograni e diminuire ulteriormente il contenuto di energia del cristallo:
Ricristallizzazione
La ricristallizzazione segue il recovery e consiste in un nuovo riarrangiamento strutturale costituito nella
formazione, attraverso meccanismi di nucleazione ed accrescimento, di grani cristallini nuovi relativamente
perfetti, che sostituiscono la struttura precedente caratterizzata da grani fortemente deformati.
In questa fase si ha una sensibile diminuzione di durezza dell’acciaio mentre aumenta la duttilità.
La velocità di ricristallizzazione dipende da alcuni fattori che principalmente sono:
a) Grado di deformazione iniziale: tanto maggiore è e tanto più bassa è la temperatura di ricristallizzazione
mentre tanto più piccoli sono i grani cristallini nuovi;
b) La temperatura di ricottura: abbassando la temperatura aumenta esponenzialmente il tempo necessario per
ottenere grani di dimensioni equivalenti;
c) La purezza dell’acciaio: tanto maggiore è la purezza tanto minore è la temperatura di ricristallizzazione.
In generale, l’andamento della ricristallizazione può essere schematizzato attraverso l’equazione di Johnson-
Mehl-Avrami indicando con Xv il tasso di ricristallizzazione:
Da un punto di vista della tessitura del materiale, si osserva la crescita preferenziale proprio in funzione
dell’orientazione dei piani cristallini.
)exp(1 n
VKtX −−=
Crescita dei grani
I grani ricristallizati, quando il processo di ricristallizzazione primaria è terminato, si accrescono
ulteriormente per diminuire l’energia del metallo.
In questa fase l’energia interessata è quella superficiale dei grani stessi, si ha cioè, un fenomeno di
evoluzione della struttura che tende a diminuire il rapporto superficie volume attraverso il meccanismo
dell’accrescimento.
Questo meccanismo è favorito dalle alte T che permettono moti diffusivi tra grano e grano in modo che
alcuni si accrescano a scapito di altri.
Gli atomi in superficie hanno la tensione superficiale γ (energia libera per unità di superficie) maggiore
degli atomi interni e tendendo il sistema all’equilibrio la configurazione finale dovrà soddisfare,
nell’incontro di tre grani la condizione:
)()()( CSinBSinASin
CBAγγγ
==
Aγ
Bγ
A
Cγ
BC
Nei bordi di grano a grande angolo, in genere le tensioni superficiali sono uguali e poco dipendenti
dall’orientamento quindi l’eguaglianza precedente ha come conseguenza che gli angoli A, B e C sono
uguali tra loro e pari quindi a 120°.
I grani ideali in un sistema piano, quindi saranno esagonali e quelli con un numero di lati minori di 6
non sono in equilibrio e devono sparire.
Le dimensioni finali dei grani vengono a dipendere dal tasso iniziale di incrudimento, e quindi di
laminazione, nel senso che maggiore è quest’ultimo tanto più piccoli saranno i grani a parità di
ricottura.
La temperatura ed i tempi di ricottura, giocano un ruolo essenziale sulla crescita del grano come
intuibile dalla legge di Hillert:
Dove B dipende dalla mobilità dei bordi dei, dall’energia interfacciale e quindi dalla T, n è un
coefficiente funzione soprattutto dell’analisi chimica che vale da 2 (metalli puri) a valori anche
superiori a 4 per le leghe industriale.
Gli elementi di lega negli acciai come C, N, Mn, P, possono segregare ai bordi di grano e quindi
frenare il processo ma soprattutto possono ostacolare la formazione di tessiture favorevoli allo
stampaggio. Ad esempio il C favorendo la componente {100} al posto della {111} deve essere tenuto
basso e sotto controllo per gli acciai ad altissima stampabilità ed è questo, unitamente al problema
dell’invecchiamento, che spinge all’uso degli acciai IF.
tDDnn Β=−0
Le dimensioni finali dei grani e la loro orientazione cristallografica, hanno enorme importanza sulle
caratteristiche meccaniche degli acciai da stampaggio. In generale grani di relativamente elevate
dimensioni (fino a 30-40 µm) danno bassi snervamenti, elevati valori di n e di r (se con l’orientazione
giusta, ovviamente) e quindi buona stampabilità del prodotto. La dimensione dei grani, comunque, da sola
non assicura ad esempio un buon valore di r, infatti, a parte le problematiche di tessitura, anche la
composizione chimica dell’acciaio gioca un ruolo importante a parità di dimensione del grano:
Ricottura statica e ricottura continua: problematiche
industriali
Le maggiori differenze tra ricottura statica e continua, da un punto di vista metallurgico, sono nella velocità di
riscaldamento e raffreddamento e nella massima temperatura raggiunta. Quest’ultima è sempre al disotto della
A1 nel caso della ricottura statica, mentre può essere superiore alla A1 nel caso della continua.
In effetti la temperatura troppo elevata dà un effetto negativo sulle caratteristiche meccaniche degli acciai
ricotti in statica oltre che dare problemi di processo a causa delle alte probabilità di incollaggio delle spire.
I cicli di ricottura statica, sono molto lunghi e caratterizzati da una salita in temperatura estremamente lenta:
Le velocità di salita sono dell’ordine di meno di un grado al minuto a differenza dei cicli di ricottura
continua dove si arriva alle centinaia di gradi al minuto. Questa differenza ha profondo significato
metallurgico sulle strutture ottimali di partenza e sullo stato del laminato a caldo in termini, soprattutto,
di temperatura di avvolgimento., per l’ottenimento di elevate caratteristiche di stampabilità in funzione
del tipo di acciaio.
Metallurgia della ricottura statica: GeneralitàLa metallurgia della ricottura statica per gli acciai al C Al-Killed, è basata sugli effetti dell’azoto e
dell’alluminio contenuti nell’acciaio in forma disciolta, dopo laminazione a caldo.
Durante le fasi di fine laminazione a caldo, infatti, se viene settata una bassa T di avvolgimento (<550°C) e se il
riscaldo bramma è avvenuto ad alte T (maggiori di 1200°C), i AlN contenuti della bramma e disciolti nel forno
di riscaldo bramme, non riescono a precipitare in avvolgimento e rimangono totalmente soluti nell’acciaio.
Nelle fasi di riscaldo della ricottura, si svolgono complessi fenomeni metallurgici di interazione tra Al ed
N con le fasi di recovery e ricristallizzazione dell’acciaio. Difatti durante la lenta salita termica si ha una
agglomerazione di Al ed N con una sorta di pre-precipitazione sulle dislocazioni e sui sub-bordi di grano
che da un lato ritarda la ricristallizzazione ma dall’altro favorisce la formazione di tessiture ottimali per
lo stampaggio. Questo avviene attraverso l’innalzamento delle probabilità della tessiturazione secondo il
piano {111} da questi agglomerati o precipitati finissimi di AlN sulla base delle energie immagazzinate
durante la laminazione a freddo.
I precipitati ritardano tutte le nucleazioni cosi che quelle sfavorevoli allo stampaggio ma con bassa
energia immagazzinata praticamente avvengono solo in minima parte mentre lungo i piani {111} si ha si
un ritardo ma alla fine la nucleazione avviene con meno piani competitivi per orientazioni sfavorevoli.
Questo meccanismo, non ancora del tutto chiarito in tutti i suoi aspetti, ha come risultato la classica
struttura detta “pan-cake” degli acciai ricotti in statica dopo basso avvolgimento in laminazione.
Gli acciai calmati all’alluminio ricotti in statica sono quindi suscettibili di presentare tre tipi di microstrutture,
poiché l’ottenimento dell’uno o dell’altro di questi tipi è funzione del momento in cui, nella filiera di
fabbricazione del prodotto, ha luogo la precipitazione definitiva del nitruro di alluminio Al.
• Una microstruttura a grani equiassici (Fig. a) è ottenuta quando l’azoto è sotto forma A1N prima della ricottura
o quando precipita dopo il processo di ricristallizazione alla ricottura. Si noterà che si tratta del caso di aspetto
abituale di ricottura in continuo.
• La microstruttura a grani allungati (detta “pan-cake”; Fig. b) è ottenuta nel caso in cui la precipitazione di A1N
ha luogo nel corso di ricottura, prima della fase di ricristallizazione dando un grano di forma allungata, in
ragione di una crescita dei germi privilegiata nella direzione di laminazione.
• Il terzo aspetto possibile corrisponde a una ricristallizzazione detta in “zona di transizione”; si tratta in effetti di
un caso di figura intermedia in cui c’è una concomitanza tra la precipitazione di A1N e la ricristallizazione.
a- grani equiassici b-grani pan-cake
Quando l’alluminio e l’azoto sono in soluzione prima dell’operazione di ricottura, il tipo di
microstruttura ottenuto dipende dalla velocità di riscaldamento alla ricottura.
Ne segue una forte dipendenza delle caratteristiche meccaniche classiche e del valore di r di fronte a
questo parametro.
Il comportamento delle curve della figura dipende dalle condizioni di fabbricazione a monte della
ricottura, in relazione con gli effetti di alcuni parametri di fabbricazione sui fenomeni di precipitazione di
A1N e della ricristallizzazione. I parametri influenti sono particolarmente i tenori in alluminio e azoto,
così come il tasso di laminazione a freddo, ma altri fattori come i tenori in carbonio, manganese e
elementi chimici residui, hanno, o potrebbero avere, un effetto.
Condizioni di fabbricazione
Nella misura in cui la microstruttura a grani allungati (“pan-cake”) si accompagna abitualmente ad una
tessitura favorevole allo stampaggio profondo (valore elevato di r), l’obiettivo del processo di
fabbricazione di una lamiera sottile per stampaggio, a partire da un acciaio calmato all’alluminio ricotto
in statica, è quello di ottenere questo tipo di aspetto micrografico.
Nota: si evita abitualmente la zona di transizione, che corrisponde a dei grani relativamente grossi e
fortemente allungati (indice ASTM del grano<8), in ragione di una degradazione della duttilità e del
rischio di formazione della “buccia d’arancia” al momento dello stampaggio.
In conseguenza, è necessario:
• avere dei tenori in alluminio e in azoto sufficientemente elevati nell’acciaio,
• badare a che questi elementi siano in soluzione solida prima della ricottura,
• adattare la velocità di riscaldamento alla ricottura.
Ciò impone dei vincoli della filiera di fabbricazione a caldo.
Realizzazione nell’acciaieria
I tenori in alluminio e in azoto sono classicamente vicini a 0,050% e 0,005% rispettivamente (si parla di
acciai a tenori controllati in Al e N).
I tenori in carbonio e manganese sono definiti in funzione della qualità voluta. Per la fabbricazione della
qualità FeP05, si utilizzano degli acciai a bassi tenori in carbonio e manganese (rispettivamente ∼ 0,030% e ∼
0,200%).
D’altro canto, è importante controllare e limitare i tenori in elementi chimici residui (indurimento,
degradazione della duttilità e della tessitura).
Per questo motivo si impiega a volte anche la desolforazione anche se non è chiarissimo se tale processo
abbia sempre conseguenze davvero importanti sulla stampabilità del materiale.
Su alcuni acciai, detti isotropi, si aggiungono piccoli tenori di Ti che, legandosi con n e C, ostacolano la
crescita preferenziale lungo i piani (111). Difatti per questi acciai lo scopo è quello di avere basso valore di
∆r e di conseguenza si accetta un valore di r=1.
Realizzazione al treno a caldo
Per ottenere che l’azoto sia in soluzione solida al momento della ricottura, è necessario di sciogliere, al
momento del riscaldamento delle bramme prima della laminazione a caldo, i precipitati di A1N formati nel
corso del raffreddamento del metallo in uscita dalla colata continua. Ciò si traduce in pratica con
l’impostazione di temperature dell’ordine di 1 200 perfino 1 250 °C nel riscaldo bramme.
D’altro canto, bisogna evitare che l’azoto non si ricombini con l’alluminio dopo laminazione a caldo, sia nel
corso del raffreddamento, sia nell’avvolgimento (nel corso di quello che si può definire chiama “auto-
ricottura” di avvolgimento). Ciò impone un raffreddamento rapido e una avvolgimento detto “basso”
(abitualmente inferiore a 600°C)
Esiste ugualmente un vincolo in termini di temperatura di fine laminazione a caldo: essa deve in effetti essere
superiore o uguale alla temperatura Ar3 se si vuole evitare un deterioramento della duttilità e del valore di r sul
prodotto.
Realizzazione nello stabilimento a freddo
• Il tasso di laminazione a freddo
condiziona la morfologia dei grani, le
caratteristiche meccaniche e la
tessitura dopo ricottura di
ricristallizazione. Le figure illustrano
gli effetti del tasso di laminazione a
freddo sulla taglia del grano e il
valore di r nel caso di un acciaio
basso carbonio-basso manganese. In
pratica, il tasso di riduzione a freddo
è abitualmente vicino di 70%.
Nota: in relazione con l’evoluzione
della tessitura cristallografica, e
congiuntamente alle variazioni del
valore di r, l’anisotropia piana (∆r)
fluttua con il tasso di laminazione a
freddo. Questo è evidentemente da
prendere in considerazione in caso di
problemi di earing.
• A livello di ricottura, importa controllare (in effetti limitare) la velocità di riscaldamento per
assicurare una ricristallizzazione nella maniera “pan-cake”; essa è abitualmente inferiore a 50°C/h. La
temperatura di ricottura (temperatura di mantenimento) è definita in funzione della qualità voluta; essa è
inferiore ad Ac1 (essa varia in una gamma da ∼650 a ∼ 720°C).
Il raffreddamento dopo mantenimento è molto lento, conducendo alla fine della ricottura a uno stato
prossimo all’equilibrio: struttura ferrite + cementite con precipitazione quasi completa del carbonio. Se la
quantità di carbonio libero è sufficiente per provocare una discontinuità sulla curva sforzo-deformazione al
momento di una prova di trazione monoassiale, essa è, tuttavia, abitualmente, insufficiente per generare un
invecchiamento ulteriore del metallo (dopo “skin-pass”).
Tuttavia, per i tenori molto bassi in carbonio (∼ 0,010%), può aversi modificazione delle caratteristiche
meccaniche in seguito a un trattamento termico a bassa temperatura sul prodotto. Ciò è messo a profitto
negli acciai a “bake-hardening”.
Metallurgia della ricottura continua: Generalità
In ricottura continua, tenuto conto della velocità elevata di riscaldamento, la precipitazione di A1N avviene
dopo la ricristallizazione se l’azoto è in soluzione prima della ricottura. Ciò non soltanto non permette
di rinforzare la selettività di germinazione, ma inoltre provoca un blocco della crescita dei grani
ricristallizzati, cosa che porta a una tessitura poco favorevole alla stampaggio e a un indurimento
attraverso l’affinamento del grano.
D’altro canto, la presenza di carburi e di carbonio in soluzione al momento della ricristallizzazione è
ugualmente sfavorevole in termini di tessitura cristallografica.
In conseguenza, nella filiera di ricottura in continuo, si cerca di effettuare la ricristallizzazione in una
matrice ferritica più pura possibile:
• Eliminazione dell’azoto in soluzione attraverso la precipitazione di A1N prima della ricottura,
• Limitazione del carbonio in soluzione solida (e della frazione volumetrica di carburo di ferro Fe3C).
Per ciò che concerne l’azoto, la precipitazione sotto forma di A1N sulla lamiera a caldo è ottenuta
attraverso un avvolgimento ad alta temperatura (un’altra possibilità consiste nel praticare un
riscaldamento delle bramme a temperatura sufficientemente bassa per impedire la rimessa in soluzione
di A1N).
Per quello che riguarda il carbonio e i carburi, si tratta di abbassare al massimo il tenore in carbonio
dell’acciaio (prendendone in conto l’effetto di quest’ultimo sull’invecchiamento) e di fare coalescere i
precipitati di Fe3C, che permette di limitarne il numero e di ridurre la quantità di carbonio rimessa in soluzione
al momento del riscaldamento in ricottura. L’avvolgimento alto favorisce questa coalescenza. Così, e
contrariamente alla ricottura statica, un aumento della temperatura di avvolgimento permette, grazie alla
precipitazione di A1N e la coalescenza della cementite, di migliorare il valore di r.
Realizzazione nell’acciaieria
Il tenore in carbonio abitualmente ottimale per gli acciai calmati all’alluminio ricotti in continuo e destinati
alla stampaggio, è vicina di 0,020%. Dei tenori nettamente superiori conducono a delle caratteristiche
meccaniche sensibilmente meno favorevoli alla stampaggio; dei tenori più bassi (<0,015%) inducono una
propensione all’invecchiamento naturale del prodotto, nonostante l’over-aging.
Il tenore in manganese è ridotto al massimo in ragione di un effetto sfavorevole di questo elemento sul valore
di r.
Realizzazione al treno a caldo
Il paramentro essenziale è abitualmente la
temperatura di avvolgimento (considerando una
laminazione a caldo “classica” al di sopra di Ar3 e
se si eccettua la pratica del “riscaldamento a bassa
temperatura”). L’avvolgimento caldo presenta due
inconvenienti:
• Il genere delle eterogeneità delle caratteristiche
meccaniche sul prodotto in legame con delle
differenze di velocità di raffreddamento tra il
“cuore” e le estremità del COIL. La pratica di un
avvolgimento detto a “sella” (temperatura più
elevata in estremità) permette di attenuare
sensibilmente queste eterogeneità.
• Ciò induce un rischio di crescita anormale dei
grani, la quale può prodursi per alcuni
accoppiamenti di Τ fine della laminazionee T di
avvolgimento con conseguente scadimento delle
caratteristiuche meccaniche del prodotto.
Realizzazione nello stabilimento a freddo
• Proprio come nella ricottura statica, è auspicabile realizzare dei tassi elevati di laminazione a freddo per
migliorare il valore di r.
• Per ciò che riguarda la ricottura, tenuto conto della velocità di riscaldamento elevata, la ricristallizzazione
si effettua a una temperatura più alta che nella ricottura statica. Da qui sistematicamente occorrono delle
temperature di mantenimento più elevate, poiché le condizioni (Τ, t) del mantenimento sono adattate in
funzione della qualità volute. Le condizioni di raffreddamento dopo mantenimento e di sovrainvecchiamento
sono definite per ottenere lo stato di precipitazione del carbonio auspicato.
• L’operazione di “skin-pass” ha per scopo la soppressione del cuscinetto di limite di elasticità
sistematicamente presente sul metallo in uscita dalla ricottura.
Invecchiamento (AI)
In un certo senso, l’effetto di invecchiamento è strettamente correlato al BH in quanto, in questo caso, se il
carbonio soluto in eccesso è piuttosto elevato, si hanno fenomeni di invecchiamento spontaneo dell’acciaio con
aumento del carico di snervamento, diminuzione della n e dell’allungamento a rottura. La prove si effettua
predeformando il provino del 7%, riscaldandolo a 100 per 60 min e ripetendo la prova di trazione. La differenza
di snervamento dà l’indice di invecchiamento (o Aging Index) che su alcuni acciai (IF) può essere zero.
Il valore di AI è proporzionale all’allungamento di Luders che si ha su certi acciai prima dello skinpass:
Controllo dell’invecchiamento
L’invecchiamento legato all’azoto è soppresso dal
blocco di questo elemento sotto forma di AlN.
Per ciò che concerne il carbonio, tenuto conto della
velocità di raffreddamento elevata alla ricottura, esiste
una sovrassaturazione importante in carbonio in
soluzione solida in uscita del raffreddamento, la quale è
suscettibile di condurre ad un invecchiamento del
prodotto, anche a temperatura ambiente. Per diminuire
la quantità di carbonio in soluzione, si pratica un
“sovrainvecchiamento” (“over-aging”) alla fine della
ricottura, che consiste nel precipitare il carbonio in
sovrassaturazione sotto forma di cementite.
Nota: può essere interessante conservare
sufficientemente carbonio in soluzione solida per
provocare un invecchiamento (indurimento) importante
al momento di un trattamento termico ulteriore: è
questo il caso negli acciai a “bake-hardening”.
Caratteristiche meccaniche degli acciai
Al-K prodotte in ricottura continua
La distribuzione della cementite e le sue dimensioni, inoltre, hanno
forte influenza sulle caratteristiche meccaniche dell’acciaio. Anche la
temperatura massima di soaking influenza marcatamente le
caratteristiche del prodotto attraverso la sua azione sulla crescita dei
grani della ferrite. Si osseva un miglioramento delle caratteristiche
stesse fino ad una certa temperatura (vicina ai 900°C) oltre la quale si
ha un brusco peggioramento a causa della formazione di eccessiva
quantità di fase austenitica.
Tra le variabili chimiche, comunque, è il C che gioca il ruolo principale. E’ interessante osservare come esista un
tenore di c critico (intorno ai 100ppm) che rende peggiori le caratteristiche meccaniche del materiale a causa della
difficoltà a precipitare per basso grado di sovrassaturazione. Ovviamente se interessa l’effetto Bake Hardening, si
possono accettare valori attorno a questo limite ma ci si dovranno aspettare forti variabilità di risultati.
Struttura degli acciai ricotti in continua
La classica microstruttura degli acciai ricotti in continua, presenta un grano tendenzialmente rotondeggiante, di
dimensioni, per gli acciai Al-K non molto superiori ai 15 µm, solitamente. Solo per tenori di C<0.03 % ed alte
temperature di ricottura, è possibile ottenere grani intorno ai 20-25 µm come nel caso dei gradi 180 BH da
zincato a caldo:
Uso del B negli acciai per ricottura continua
Spesso negli acciai per ricottura continua si fa uso del B
quale controllante dell’azoto. Il B, infatti, è più affine
all’N dell’Al e diffondendo molto velocemente quale
elemento interstiziale, riesce a bloccare l’Al anche per
basse temperature di avvolgimento dando quindi un
acciaio tendenzialmente più facile da ricristallizzare nelle
linee di ricottura. Purtroppo come effetto secondario, la
presenza del B deprime il valore della r, anche se
ottengono grani di rilevanti dimensione, a causa della
formazione di boro-carburi complessi di Fe .
Per ottenere gli effetti ottimali sulle caratteristiche
meccaniche, il rapporto atomico B/N deve tendere a 1.
L’effetto Bake Hardening
Negli acciai a “bake-hardening”
(indurimento al momento della cottura della
vernice), la capacità di invecchiamento
degli acciai calmati all’alluminio è messa a
profitto per provocare un aumento del limite
di elasticità sul pezzo finito. Infatti, questi
acciai permettono di conciliare una buona
attitudine alla stampaggio (valore di Re
“basso” sul metallo in piano) e una buona
resistenza alla deformazione plastica del
pezzo, in particolare una buona resistenza
all’indentazione dei pezzi esterni della
carrozzeria automobile (aumento di Re al
momento della cottura della vernice). Valori
ottimali di BH si hanno per C soluto di circa
10-20 ppm. La prove si effettua
predeformando il provino del 2%,
riscaldandolo a 170 per 20 min e ripetendo
la prova di trazione. La differenza di
snervamento dà l’effetto BH.