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ACCADEMIA FILARMONICA ente morale MESSINA 6 a 8 2016-2017 Provincia Regionale di Messina Amministrazione Comunale di Messina Ministero per i Beni e le Attività Culturali Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo Regione Siciliana Stagione Sabato 1 Aprile 2017 - ore 18,00 PALACULTURA ANTONELLO Sito web: http://accfilarmonicame.xoom.it - Facebook: Accademia Filarmonica di Messina B&B Messina 41 Viale Boccetta, 41 is. 386 tel. 090 361303 QUARTETTO GUADAGNINI Fabrizio Zoffoli violino Giacomo Coletti violino Matteo Rocchi viola Alessandra Cefaliello violoncello sovente, “ciò che invece è tremendamente difficile è scartare le note superflue”. Brahms impiegò parecchi anni prima di completare l'Op.51. La prima notizia certa riguardante i due Quartetti si ha nel 1866, quando Clara Schumann, l'amica di sempre, annotò nel suo diario che Johannes le aveva suonato alcune magnifiche parti del Requiem Tedesco, nonché di un Quartetto d'archi in do minore. Due anni più tardi Brahms avrebbe fatto sentire questo e l'altro Quartetto in la minore ad un gruppo di amici di Bonn. Si trattava di versioni non definitive di queste composizioni, poiché soltanto nell'estate del 1873 Brahms le sottopose, nella stesura completa, all'attenzione di Clara Schumann e prese la decisione di farle stampare. Nel Maggio di quell'anno, Brahms si era stabilito a Tutzing, una località nei pressi di Monaco, sulle rive del lago Starnberg. Per quel soggiorno aveva scelto l'albergo Seerose (Rosa del lago), dove potè disporre di un pianoforte vecchio e malridotto che, tuttavia, servì ottimamente all'uso. Proprio su questo infelice strumento Brahms riuscì a concludere, nel corso dell'estate, tre opere che da tempo aveva progettato: le Variazioni su un tema di J. Haydn op. 56 e i 2 Quartetti per archi op. 51, che fece ascoltare a Clara Schumann durante il suo breve soggiorno a Lichtental. Anche al termine di una così lunga e sofferta gestazione, Brahms non si ritenne soddisfatto dei risultati. Consegnando gli spartiti all'editore Simrock di Berlino, confessò che, pur avendo voluto creare delle opere di un certo impegno, i risultati, purtroppo, erano stati solo modesti e che la ricompensa sarebbe dovuta andare non a lui, bensì al paziente albergatore di Tutzing. I 2 Quartetti op. 51, che vennero dedicati all'amico Theodor Billroth, un chirurgo viennese appassionato di musica e violinista dilettante, furono eseguiti per la prima volta a Vienna, l'11 dicembre 1873, dal famoso quartetto Hellmesberger. Il Quartetto in do minore op. 51 n. 1 in programma oggi pomeriggio, ha carattere energico, a volte concitato e una tensione drammatica di piglio beethoveniano, tanto da essere accostato da qualche critico al modello dei "Quartetti Rasoumovsky" del grande di Bonn. Il primo movimento, “Allegro”, è di grande tensione drammatica con l'alternanza di due temi, uno vigoroso e perentorio e l'altro più disteso e cantabile. La “Romanza” è un momento d'intimità dai toni contemplativi. Il terzo movimento, “Allegro molto moderato e comodo”, assume toni malinconici con un breve episodio centrale a ritmo di valzer viennese. Il movimento finale, “Allegro”, si caratterizza per l'intensa e frenetica polifonia con la ripresa di frammenti tematici del primo e del secondo movimento che conferisce un carattere ciclico all'intera composizione. Sabato 8 Aprile 2017 ore 21 - PALACULTURA ANTONELLO Musiche di Santi Scarcella DA MANHATTAN A CEFALÙ omaggio a Nick La Rocca nel 100° anniversario dell'incisione del primo singolo jazz (1917) Santi Scarcella pianoforte, voce e narrazione Cristiano Micalizzi batteria Francesco Luzzio basso Gian Piero Lo Piccolo sax Gian Marco Pia pianoforte e con la straordinaria partecipazione di Giovanni Baglioni chitarra Emy Spadaro mezzosoprano e del Coro “I Mirabili” diretto da Sonia e Viviana Mangraviti

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ACCADEMIA FILARMONICAente morale

MESSINA

6 a8 2016-2017

Provincia Regionale di MessinaAmministrazione Comunale di Messina Ministero per i Beni e le Attività Culturali Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo Regione Siciliana

Stagione

Sabato 1 Aprile 2017 - ore 18,00PALACULTURA ANTONELLO

Sito web: http://accfilarmonicame.xoom.it - Facebook: Accademia Filarmonica di Messina

B&B Messina 41Viale Boccetta, 41 is. 386

tel. 090 361303

QUARTETTO

GUADAGNINIFabrizio Zoffoli violino

Giacomo Coletti violino

Matteo Rocchi viola

Alessandra Cefaliello violoncello

sovente, “ciò che invece è tremendamente difficile è scartare le note superflue”. Brahms impiegò parecchi anni prima di completare l'Op.51. La prima notizia certa riguardante i due Quartetti si ha nel 1866, quando Clara Schumann, l'amica di sempre, annotò nel suo diario che Johannes le aveva suonato alcune magnifiche parti del Requiem Tedesco, nonché di un Quartetto d'archi in do minore. Due anni più tardi Brahms avrebbe fatto sentire questo e l'altro Quartetto in la minore ad un gruppo di amici di Bonn. Si trattava di versioni non definitive di queste composizioni, poiché soltanto nell'estate del 1873 Brahms le sottopose, nella stesura completa, all'attenzione di Clara Schumann e prese la decisione di farle stampare. Nel Maggio di quell'anno, Brahms si era stabilito a Tutzing, una località nei pressi di Monaco, sulle rive del lago Starnberg. Per quel soggiorno aveva scelto l'albergo Seerose (Rosa del lago), dove potè disporre di un pianoforte vecchio e malridotto che, tuttavia, servì ottimamente all'uso. Proprio su questo infelice strumento Brahms riuscì a concludere, nel corso dell'estate, tre opere che da tempo aveva progettato: le Variazioni su un tema di J. Haydn op. 56 e i 2 Quartetti per archi op. 51, che fece ascoltare a Clara Schumann durante il suo breve soggiorno a Lichtental. Anche al termine di una così lunga e sofferta gestazione, Brahms non si ritenne soddisfatto dei risultati. Consegnando gli spartiti all'editore Simrock di Berlino, confessò che, pur avendo voluto creare delle opere di un certo impegno, i risultati, purtroppo, erano stati solo modesti e che la ricompensa sarebbe dovuta andare non a lui, bensì al paziente albergatore di Tutzing. I 2 Quartetti op. 51, che vennero dedicati all'amico Theodor Billroth, un chirurgo viennese appassionato di musica e violinista dilettante, furono eseguiti per la prima volta a Vienna, l'11 dicembre 1873, dal famoso quartetto Hellmesberger. Il Quartetto in do minore op. 51 n. 1 in programma oggi pomeriggio, ha carattere energico, a volte concitato e una tensione drammatica di piglio beethoveniano, tanto da essere accostato da qualche critico al modello dei "Quartetti Rasoumovsky" del grande di Bonn. Il primo movimento, “Allegro”, è di grande tensione drammatica con l'alternanza di due temi, uno vigoroso e perentorio e l'altro più disteso e cantabile. La “Romanza” è un momento d'intimità dai toni contemplativi. Il terzo movimento, “Allegro molto moderato e comodo”, assume toni malinconici con un breve episodio centrale a ritmo di valzer viennese. Il movimento finale, “Allegro”, si caratterizza per l'intensa e frenetica polifonia con la ripresa di frammenti tematici del primo e del secondo movimento che conferisce un carattere ciclico all'intera composizione.

Sabato 8 Aprile 2017 ore 21 - PALACULTURA ANTONELLO

Musiche di Santi Scarcella

DA MANHATTAN A CEFALÙomaggio a Nick La Rocca nel 100° anniversario

dell'incisione del primo singolo jazz (1917)

Santi Scarcella pianoforte, voce e narrazioneCristiano Micalizzi batteria

Francesco Luzzio bassoGian Piero Lo Piccolo saxGian Marco Pia pianoforte

e con la straordinaria partecipazione di Giovanni Baglioni chitarra

Emy Spadaro mezzosopranoe del

Coro “I Mirabili” diretto da Sonia e Viviana Mangraviti

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Gli Interpreti Programma

Note al programma di Grazia Maria Spuria

Il Quartetto Guadagnini nasce nel 2012 dall'affiatamento di quattro giovani musicisti provenienti da Ravenna, Pescara, Roma e Bari. Vincitore nel 2014 del premio Piero Farulli, in seno al XXXIII Premio Franco Abbiati, si qualifica attualmente tra le più promettenti formazioni cameristiche d'Europa, dedite al grande repertorio quartettistico classico e romantico, con una particolare attenzione al repertorio del Novecento e alla musica del nostro tempo. Il Guadagnini si è già esibito nelle più importanti sale da concerti italiane, per la Società del Quartetto di Milano, l'Accademia Filarmonica Romana, il Teatro "La Fenice" di Venezia, lo Stradivari Festival di Cremona, a inaugurazione del nuovo Auditorium Arvedi del Museo del Violino, all'Unione Musicale di Torino, alla Società Umanitaria, al Bologna Festival, agli Amici della Musica di Padova, al Teatro Alighieri di Ravenna, per l'Associazione A. Mariani, al Teatro Ponchielli, al Teatro Massimo di Pescara, al Teatro Savoia di Campobasso, e per la Camerata musicale barese. Nel 2015 si è esibito con la pianista Beatrice Rana all'Istituto italiano di cultura di Parigi, presso di cui tornerà nel dicembre 2016 quale ensemble in residenza e dove terrà diversi concerti dedicati in particolare al repertorio del Novecento e contemporaneo italiano (Malipiero, Colasanti) e dell'est europeo (Janacek, Bartok). Attualmente impegnato in una tournée nazionale promossa da CIDIM, il quartetto debutterà nel 2016 al Teatro La Pergola di Firenze per gli Amici della Musica. In luglio, debutterà al Festival dei 2Mondi di Spoleto, quale co-protagonista in scena di Tre risvegli, nuovo lavoro di teatro musicale di Silvia Colasanti su testo di Patrizia Cavalli, per la regia di Mario Martone e con la partecipazione nel ruolo principale dell'attrice Alba Rohrwacher. Sono già previste riprese dell'opera, nel 2016, al Teatro Metastasio di Prato e al Teatro Stabile di Torino. La suite strumentale che sarà tratta dal tale lavoro sarà inoltre dedicata dalla compositrice alla formazione. Già vincitore del V Concorso Musicale Marco Dall'Aquila e del XVI Concorso Internazionale Pietro Argento di Gioia del Colle (BA), sul fronte della propria formazione il quartetto sta completando un ciclo di perfezionamento con il Quartetto di Cremona presso l'Accademia "W. Stauffer" a Cremona. Sta inoltre seguendo i corsi tenuti da Hatto Beyerle, storico violista del Quartetto Alban Berg e loro grande estimatore, presso l'ECMA (la European Chamber Music Academy, di cui lo stesso Beyerle è fondatore e direttore artistico), oltre a beneficiare di alcune lezioni private di Pavel Vernikov. Il Quartetto Guadagnini ha il privilegio di poter suonare quattro strumenti d'eccezione, di scuola piemontese, ricevuti in prestito da Gianni Accornero: Fabrizio suona un bellissimo violino Giovanni Francesco Pressenda, datato 1838, Giacomo un Francesco Guadagnini del 1885, mentre Matteo e Alessandra, rispettivamente, una viola e un violoncello di Annibale Fagnola, datati 1910. Si è esibito su RAI 5 in Inventare il tempo, una trasmissione ideata e condotta da Sandro Cappelletto, in una puntata dedicata quartetto K465 "le dissonanze" di Wolfgang Amadeus Mozart, su RAI 3 accanto a Corrado Augias e Giovanni Bietti nella trasmissione "Visionari", ed è ospite regolare di trasmissioni ed emittenti radiofoniche dedicate alla grande musica.

A. DVORAK Quartetto op.96 "Americano"(1841-1904) Allegro ma non troppo

Lento Molto VivaceVivace ma non troppo

***

J. BRAHMS Quartetto op. 51 n.1 in do minore(1833-1897) Allegro

Romanza. Poco AdagioAllegro molto moderato e comodo. Trio: Un poco più animato Allegro

Dei 10 Quartetti scritti da Antonin Dvorak, il Quartetto op. 96 “Americano” è di gran lunga il più noto ed eseguito e fu composto da Dvorak nel 1893 durante la sua permanenza negli Stati Uniti, un periodo in cui fu chiamato a ricoprire il ruolo di direttore presso il Conservatorio Nazionale di New York. La composizione del Quartetto si colloca a fianco di quella del Quintetto per archi op. 97 e della Sinfonia n. 9 “Del nuovo mondo”. Gli schizzi del quartetto risalgono al giugno del 1893 mentre si trovava a Spillville, piccola città dello Iowa, per le vacanze estive e dove scopre la musica dei neri, i loro canti di preghiera così come i canti di festa o di dolore. Diverse sono le suggestioni che troviamo nel Quartetto: quella della natura, del ruscello presso il quale Dvorak era solito passeggiare alle 4 di mattina e che richiama, all'inizio, l'incipit della scena analoga che ispirò Beethoven nella sua Sinfonia Pastorale, ma ancora la stilizzazione del canto degli uccelli che Dvorak ricordò esplicitamente, così come c'è un richiamo alla scrittura organistica, lo strumento sul quale Dvorak componeva nella chiesa del paese dopo il rientro dalle sue passeggiate mattutine. C'è poi una testimonianza del figlio di Dvorak, Otakar, che ci parla del contatto del compositore con le popolazioni indiane che danzarono e fecero musica per lui più di una volta. E forse gli ostinati ritmici dell'ultimo tempo rimandano a questa esperienza. Un confronto, quello con la musica nativa, di cui Dvorak ebbe modo di parlare molte volte in America in diverse interviste giornalistiche. Nell'articolo sul New York Herald del 15 dicembre 1893 possiamo leggere: ”da quando sono arrivato in questo paese mi sono profondamente interessato alla musica nazionale dei negri e degli indiani. Il carattere, la vera natura di una razza è contenuta nella musica nazionale. Per questo motivo la mia attenzione si è rivolta verso queste melodie native. Trovo che la musica di queste due razze ha una notevole somiglianza con la musica scozzese(………) Studiai quindi con cura un certo numero di melodie indiane che mi furono date da un amico e mi lasciai prendere profondamente dalle loro caratteristiche e dal loro spirito. È questo lo spirito con cui ho cercato di riprodurle nella mia nuova sinfonia (“Dal nuovo mondo”,ndr) anche se di fatto non ho utilizzato nessuna melodia ma ho scritto piuttosto temi originali che fossero pregni delle peculiarità della musica indiana.(……) Dal mio arrivo in questo paese sono stato molto occupato. Ho terminato altresì un paio di composizioni da camera che saranno eseguite il prossimo gennaio a Boston dal Quartetto Kneisel alla Music Hall. Sono entrambe scritte nella stessa linea della Sinfonia ed entrambe respirano dello stesso spirito indiano. La prima è un Quartetto in fa maggiore, la seconda un Quintetto in mi bemolle magg.per due violini,due viole e violoncello.” E fu il Quartetto Kneisel (F. Kneisel, O. Roth violini, L. Svecenski viola, A. Schroeder violoncello) ad eseguire l'op. 96 a Boston l’1 gennaio 1894. La composizione fu edita a Berlino nello stesso anno da Simrock, l'editore a cui Dvorak era stato presentato da J. Brahms. E quando Simrock si decise a pubblicarle si rivolse a Brahms per la correzione delle bozze (una ulteriore testimonianza dell'amicizia di Brahms nei confronti di Dvorak). Nonostante l'enorme produzione pianistica, liederistica e cameristica realizzata fino ad allora, Johannes Brahms fece eseguire e dare alle stampe il suo primo Quartetto d'archi solo nel 1873, quando cioè, all'età di quarant'anni, era già un compositore affermato. Tale circostanza non desta sorpresa considerando l'esigenza irrinunciabile del musicista di sostenere un lungo e approfondito tirocinio prima di affrontare i generi del Quartetto e della Sinfonia, un'esigenza nata soprattutto a causa dello “spettro” rappresentato dalle ultime creazioni di Beethoven, suo principale punto di riferimento. Prima di terminare nel 1873 i due Quartetti op. 51, Brahms aveva composto almeno una ventina di quartetti per archi: li abbozzava, ne parlava con gli amici nelle lettere, faceva ascoltare loro alcuni frammenti, ma poi, insoddisfatto, li metteva da parte e li distruggeva. Era continuamente roso dal tarlo del dubbio, scontento di un lavoro che riteneva sempre lontano dal suo ideale di perfezione. “È ben facile comporre”, diceva